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Monfalcone

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E NERGIA<br />

Energia<br />

Ancora carbone per <strong>Monfalcone</strong><br />

Caro Babbo Natale forse che siamo stati cattivi?<br />

Come da previsioni, almeno quelle<br />

più realistiche, la centrale elettrica<br />

di <strong>Monfalcone</strong> non verrà riconvertita.<br />

Quello che sembra evidente nelle<br />

ultime dichiarazioni di A2A, la società<br />

proprietaria della centrale elettrica è che<br />

invece venga riproposto ad anni di distanza<br />

quanto già presentao da ENDESA, a<br />

suo tempo proprietaria delle centrale di<br />

Monfralcone, cioè il TUTTO CARBONE<br />

PER MONFALCONE.<br />

La ragione di questa scelta è molto<br />

semplice: dopo anni che i vari governi<br />

che si sono succeduti hanno raccontato<br />

favole incredibili sulla cultura del fare e<br />

del superamento dei NO dei territori nella<br />

costruzione di nuove centrali elettriche, ci<br />

ritroviamo, cosa che peraltro era già stata<br />

preannunciata dalle associazioni ambientaliste<br />

ad aver tappezzato il territorio nazionale<br />

di centrali elettriche che restano<br />

sottoutilizzate, in quanto comunque la<br />

materia prima principale è il gas, il cui<br />

prezzo segue in linea di massima quello<br />

del petrolio.<br />

In pratica i notevoli investimenti che<br />

sono stati fatti nella costruzione di centrali<br />

elettriche si stanno rivelando un pessimo<br />

affare fi nanziario che non verrà certo<br />

salvato dall’importazione di gas tramite<br />

rigasifi catori, poichè se è vero che con<br />

i rigasifi catori si possono diversifi care<br />

i paesi di approvigionamento (meno di<br />

quanto si creda comunque poichè normalmente<br />

i rigasifi catori sono legati ai<br />

paesi produttori tramite contratti a lungo<br />

termine), non è sicuramente vero in linea<br />

generale che l’importazione di gas tramite<br />

rigasifi catori sia economicamente vantaggiosa<br />

rispetto le importazioni tramite<br />

gasdotto.<br />

In questo quadro di costo elevato del<br />

gas e di obsolescenza tecnologica per<br />

l’olio combustibile, la fonte più a buon<br />

mercato è il carbone.<br />

A differenza del gas tuttavia solo pochi<br />

posti in Italia permettono la costruzione<br />

di centrali a carbone.<br />

Il requisito principale è la presenza di<br />

un porto in grado di scaricare il carbone.<br />

Sembra un requisito banale, tuttavia<br />

non lo è, in quanto il trasporto via treno in<br />

Italia (negli USA le condizioni sono mol-<br />

26 • M T•<br />

aprile 2010<br />

to differenti) è praticamente impossibile.<br />

Per questo motivo le aree come <strong>Monfalcone</strong><br />

sono una ghiotta preda per la produzione<br />

di elettricità dal carbone.<br />

E’ certo che nei prossimi mesi assisteremo<br />

ad un progressivo succedersi di<br />

offerte con queste caratteristiche :<br />

A) Il progetto della nuova centrale a<br />

carbone va a sostituore i 2 vecchi gruppi a<br />

carbone attualmente esistenti.<br />

B) Con la centrale a carbone lavoreranno<br />

molte persone.<br />

C) Promesse di contributi economici<br />

vari.<br />

A tutto ciò si può rispondere in modo<br />

molto semplice osservando che sicuramente<br />

i vecchi gruppi a carbone continueranno<br />

a funzionare quando verrò costruita<br />

la nuova centrale a carbone e che non vi è<br />

nessuna garanzia sul fatto che i due vecchi<br />

gruppi esistenti vengano “rottamati”. C’è<br />

quindi il rischio di tenersi il “vecchio”<br />

carbone oltre al “nuovo”, in quanto alla<br />

[di Rudi Fumolo]<br />

promessa di nuovi posti di lavoro bisogna<br />

anche capire da chi verranno coperti oltre<br />

al fatto che l’utilità di un progetto industriale<br />

si misura sulle prospettive di sviluppo,<br />

sull’indotto che riesce a muovere e<br />

sulla qualità tecnologica di ciò che viene<br />

proposto, più su un numero di occupati<br />

comunque molto ridotto.<br />

Inoltre c’è un altro fatto su cui è bene<br />

far mente locale ciòè che il progetto del<br />

carbone non è sostitutivo del nucleare.<br />

Paradossalmente se passasse il progetto<br />

del carbone si aprirebbe la porta ad un<br />

progetto di nucleare (si picchia sempre<br />

nelle parti molli). Di siti idonei ad ospitare<br />

una centrale nucleare in Italia ce ne<br />

sono pochi e molti presidenti di regione<br />

anche di centrodestra si sono espressi<br />

contro. Il Friuli Venezia Giulia è una delle<br />

poche Regioni disposta ad ospitarle, per<br />

questo motivo dimostrare “mollezza” sui<br />

progetti di A2A può essere estremamente<br />

pericoloso. ❒<br />

Impaginato N°5.indd 26 12-04-2010 20:41:55

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