Anno LVI - N.5 MAGGIO 2011 - Associazione Arma Aeronautica ...
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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />
<strong>Anno</strong> <strong>LVI</strong> - <strong>N.5</strong> <strong>MAGGIO</strong> <strong>2011</strong><br />
Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/<strong>2011</strong> - Roma
In copertina<br />
5<br />
<strong>MAGGIO</strong> <strong>2011</strong><br />
ANNO <strong>LVI</strong><br />
Il 13 maggio, durante le prove della<br />
manifestazione aerea sull’aeroporto di<br />
Venegono, ha effettuato il suo primo<br />
volo il T-346 con i colori dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare.<br />
(foto: Lilly Brogliato)<br />
Riposizionato all’ingresso del<br />
piazzale dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
il G.91 con una nuova<br />
colorazione. (foto P.L. Bacchini)<br />
AERONAUTICA<br />
<strong>Anno</strong> di fondazione 1956<br />
Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />
Direttore editoriale<br />
GIANBORTOLO PARISI<br />
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SILVANO BRONCHINI<br />
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“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />
Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />
Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria,<br />
artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è<br />
fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque<br />
inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />
Chiuso in redazione il 16 maggio <strong>2011</strong>.<br />
Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />
somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />
Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />
La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il <strong>2011</strong> è<br />
comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico<br />
sociale “<strong>Aeronautica</strong>".<br />
ISSN: 0391-7630
L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 4<br />
L’AM nell’operazione “Unified Protector”in Libia<br />
Il giuramento del corso Nibbio V dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
Il giuramento del corso Espero della Scuola militare AM “G.Douhet”<br />
Nuove armi al 16° Stormo “Protezione delle Forze”<br />
Scienza, spazio, tecnica e industria 8<br />
Il col. pil. Roberto Vittori per la terza volta nello spazio<br />
Un aggiornamento sul sistema satellitare COSMO-SkyMed<br />
Varie 14<br />
Alpino o aviatore?<br />
di Gianbortolo Parisi<br />
Ricordo di un “Martino”<br />
di Giuseppe Tortora<br />
Un lungo periodo di avventure<br />
di Ugo Mutti<br />
Quella pericolosa “vite” con il T-6<br />
di Alberto Scano<br />
Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’inverno<br />
di Elia Rubino<br />
Celebrato il 60°anniversario di costituzione dell’AVES<br />
Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 25<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 27<br />
Il convegno del CESMA sui piccoli satelliti<br />
di Giancarlo Naldi<br />
Libri 42<br />
SS<br />
OO<br />
MM<br />
MM<br />
AA<br />
RR<br />
II<br />
OO
AERONAUTICA<br />
MILITARE<br />
«Gli assetti aerei e navali italiani, dodici<br />
velivoli e quattro navi, messi a<br />
disposizione della NATO per l’operazione<br />
“Unified Protector”, hanno continuato<br />
le missioni assegnate per<br />
l’imposizione della “No Fly Zone” e<br />
dell’”Embargo Navale”. In data odierna,<br />
hanno in particolare iniziato a<br />
partecipare alle operazioni aeree a<br />
protezione della popolazione civile<br />
anche le nuove configurazioni idonee<br />
ad assolvere gli ulteriori compiti assegnati<br />
dalla NATO».<br />
Con questo laconico comunicato<br />
stampa, il 28 aprile lo Stato Maggiore<br />
della Difesa ha dato l’annuncio<br />
che gli aerei militari italiani - come<br />
chiesto dalla NATO e come approvato<br />
dai due rami del Parlamento il 23<br />
e il 24 aprile sull’intervento dei velivoli<br />
AM in funzione antiradar libici<br />
- hanno cominciato ad usare il proprio<br />
armamento di precisione «per<br />
colpire specifici e selezionati bersagli<br />
militari».<br />
Si è trattato, si è poi appreso, di due<br />
Tornado IDS che, scortati da due F-<br />
2000 e decollati intorno alle 10,30<br />
da Trapani Birgi, hanno operato sulla<br />
Libia in una missione durata un<br />
paio d’ore e sulla quale lo stesso ministero<br />
ha mantenuto il massimo riserbo<br />
anche per quanto riguarda le<br />
armi adoperate e gli obiettivi che sarebbero<br />
stati colpiti e che «sono stati<br />
neutralizzati».<br />
È da ricordare che, dall’inizio delle<br />
operazioni militari in Libia (19<br />
marzo) al 26 aprile, gli aerei dell’AM<br />
(che si erano limitati a voli di<br />
ricognizione e di “accecamento”<br />
dei radar libici) avevano compiuto:<br />
L’attività dell’AM in Libia<br />
200 missioni da parte degli F-2000,<br />
150 dai Tornado IDS/IT-ECR e 40<br />
dagli F-16.<br />
Come si è giunti a questa nuova decisione?<br />
Riassumendo gli eventi, è da sottolineare<br />
che il 25 aprile il capo del governo<br />
Silvio Berlusconi aveva<br />
annunciato la decisione dell’Italia di<br />
partecipare ai bombardamenti in Libia<br />
come chiesto dalla NATO (il 15<br />
aprile aveva detto “no” all’impiego<br />
di aerei italiani dichiarando: «facciamo<br />
già abbastanza») e il ministro<br />
della Difesa Ignazio La Russa (che il<br />
12 aprile aveva detto di essere «riluttante<br />
a bombardare») lo stesso giorno<br />
aveva precisato: «Non saranno<br />
bombardamenti indiscriminati ma<br />
missioni con missili di precisione su<br />
obiettivi specifici» e «attentissimi a<br />
evitare il rischio di colpire la popolazione<br />
civile».<br />
A queste dichiarazioni sono seguite<br />
di lì a poco quelle che, in occasione<br />
di una cerimonia per la celebrazione<br />
del 25 aprile, il capo dello Stato<br />
Giorgio Napolitano rilasciava sull’impiego<br />
“bellico” degli aerei militari<br />
italiani affermando: «L’ulteriore<br />
impegno dell’Italia in Libia costituisce<br />
il naturale sviluppo della scelta<br />
compiuta dall’Italia a metà marzo,<br />
secondo la linea fissata nel Consiglio<br />
supremo di difesa da me presieduto e<br />
quindi confortata da ampio consenso<br />
in Parlamento», aggiungendo: «Non<br />
potevamo restare indifferenti alla<br />
sanguinaria reazione del colonnello<br />
Gheddafi in Libia: di qui l’adesione<br />
dell’Italia al giudizio e alle indicazioni<br />
del Consiglio di sicurezza delle Na-<br />
zioni Unite» dichiarando successivamente:<br />
«La missione è legittimata<br />
dallo stesso articolo 11 della Costituzione.<br />
Non siamo entrati in guerra,<br />
siamo impegnati in un’azione autorizzata<br />
dall’ONU».<br />
E il giorno dopo Berlusconi, in occasione<br />
della conferenza stampa congiunta<br />
con il presidente francese<br />
Sarkozy, precisava infine: «Abbiamo<br />
accettato di intervenire su obiettivi<br />
militari mirati escludendo vittime civili:<br />
non lanceremo bombe a grappolo<br />
sulla popolazione, ma abbiamo sentito<br />
di non doverci sottrarre perché del<br />
nostro intervento c’è bisogno».<br />
È decaduto, quindi, il “caveat” che<br />
aveva fino ad oggi limitato l’intervento<br />
degli aerei italiani ai soli compiti<br />
di ricognizione, “accecamento”<br />
dei radar libici e ad eventuali voli<br />
volti a far rispettare la “no fly zone”,<br />
ma il massimo riserbo mantenuto<br />
dalla Difesa sulle operazioni aeree<br />
in Libia non consente di dare indicazioni<br />
sul tipo e numero di missioni<br />
da allora svolte nei cieli libici.<br />
Su tali missioni possiamo, per ora,<br />
riportare quanto il ministro della<br />
Difesa, ha dichiarato ai giornalisti<br />
in occasione della sua visita effettuata<br />
il 10 maggio al 37° Stormo di<br />
Trapani per incontrare il personale<br />
impegnato nell’operazione “Unified<br />
Protector” per l’emergenza in<br />
Libia: «Il nostro obiettivo - ha affermato<br />
- è difendere i cittadini inermi,<br />
per questo abbiamo individuato<br />
una modalità d’impiego dei nostri<br />
bombardieri che non prevede la partecipazione<br />
a missioni con obiettivi<br />
all’interno delle città della Libia».<br />
Il simulatore di volo dell’SF-260 all’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
Il 20 aprile, nella Sala Simulatore/<strong>Arma</strong>mento dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
di Pozzuoli, il comandante Logistico dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, gen. SA<br />
Giuseppe Marani, ha inaugurato il nuovo simulatore dell’addestratore<br />
SF-260 che - realizzato dal Reparto Sperimentale Volo (RSV) di Pratica di<br />
Mare - si avvale della proiezione di scenari su un grande schermo semicircolare<br />
per dare l’impressione del volo agli allievi piloti che lo utilizzeranno<br />
nel corso del loro iter formativo.<br />
All’evento erano anche presenti, ricevuti dal comandante dell’Istituto gen.<br />
BA Umberto Baldi, il comandante delle Scuole AM-3ª Regione Aerea, gen.<br />
SA Pasquale Preziosa, il comandante del RSV, col. pil. Maurizio Cantiello,<br />
e il col. Giovanni Francesco Adamo, comandante del 70° Stormo di Latina,<br />
reparto che ha in linea gli SF-260EA con i quali gli allievi conseguono il brevetto di pilota d’aeroplano.<br />
4 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
Giuramento del Corso Nibbio V<br />
dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />
Il 21 aprile, a Pozzuoli, alla presenza del sottosegretario<br />
di Stato alla Difesa Guido Crosetto, del capo di<br />
Stato Maggiore della Difesa gen. Biagio Abrate, del<br />
capo di Stato Maggiore<br />
dell’AM, gen. SA Giuseppe<br />
Bernardis, della medaglia<br />
d’oro al Valor Militare cap.<br />
Gianfranco Paglia, di molti<br />
parenti dei giovani allievi<br />
e di numerosi appartenenti,<br />
in servizio e in congedo,<br />
degli omonimi corsi precedenti,<br />
ha avuto luogo in<br />
forma solenne la cerimonia<br />
per il giuramento e<br />
battesimo dei frequentatori<br />
del Corso Nibbio V dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>.<br />
La cerimonia è stata aperta<br />
dall’intervento del gen.<br />
BA Umberto Baldi, comandante<br />
del massimo<br />
istituto di formazione<br />
dell’AM, che ha ricordato<br />
come nell’anno della celebrazione<br />
del 150° anniversario<br />
dell’Unità d’Italia i<br />
giurandi abbiano gridato<br />
la loro “italianità”, entrando a far parte a pieno titolo<br />
della grande famiglia azzurra, esortandoli poi ad operare<br />
con onestà d’intenti in ogni loro azione.<br />
Nel suo discorso il sottosegretario Crosetto, ringraziati<br />
i familiari, accorsi numerosi da ogni parte d’Italia<br />
per essere vicini ai loro cari in questo giorno<br />
particolare, ha dato risalto ai valori istituzionali e all’altissima<br />
professionalità che contraddistingue le Forze<br />
<strong>Arma</strong>te.<br />
Il gen. Abrate, dopo aver reso omaggio alla Bandiera d’Istituto<br />
ed ai Gonfaloni e Labari presenti, ha sottolineato<br />
che, con il giuramento, gli allievi del Nibbio V hanno<br />
fatto una scelta decisamente impegnativa ma, allo stesso<br />
tempo, affascinante che li accompagnerà per tutta la<br />
vita, alternando gioie e soddisfazioni, rischi e sacrifici,<br />
fino talvolta a doversi sottomettere alle conseguenze<br />
estreme.<br />
Da parte sua la MOVM Paglia, affermato che i militari<br />
non sono uomini migliori degli altri, ma diversi in quanto<br />
non tutti hanno la forza di onorare il giuramento prestato,<br />
ha esortato i giovani allievi a volare sempre più in<br />
alto per poter superare tutte le difficoltà che incontreranno<br />
nella loro carriera.<br />
I momenti salienti della cerimonia, che si è conclusa<br />
con la sfilata in parata di tutti i corsi in atto presso l’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>, sono stati sottolineati, come di<br />
consueto, dal sorvolo degli MB.339 della Pattuglia Acrobatica<br />
Nazionale “Frecce Tricolori”.<br />
Visite straniere a enti e reparti AM<br />
Il SACEUR al CAOC 5<br />
Il 20 aprile l’amm. US Navy James<br />
Stavridis, comandante supremo<br />
delle forze alleate in Europa (SA-<br />
CEUR) e comandante dell’Allied<br />
Command Operations (ACO), uno<br />
dei due comandi strategici della<br />
NATO, ha reso visita al Combined<br />
Air Operations Centre (CAOC) della<br />
NATO ubicato, insieme al Comando<br />
operazioni aeree (COA), a<br />
Poggio Renatico. Ricevuto dal gen.<br />
SA Mario Renzo Ottone, comandante<br />
del CAOC e del COA, l’alto<br />
ufficiale, che rappresenta la massima<br />
autorità nella catena di comando<br />
e controllo della NATO, dopo<br />
aver assistito a un briefing di presentazione,<br />
ha visitato la struttura<br />
operativa del CAOC che assicura la<br />
sorveglianza dello spazio aereo<br />
dell’Italia, della Slovenia, dell’Ungheria<br />
e dell’Albania, attraverso la<br />
rete di avvistamento radar, i sistemi<br />
missilistici ed i velivoli d’allarme<br />
messi a disposizione della NATO<br />
dalle rispettive nazioni.<br />
Il comandante della “Unified Protector”<br />
alla base aerea di Trapani<br />
Il 27 aprile il tenente generale<br />
Charles Bouchard, comandante<br />
dell’Operazione “Unified Protector”,<br />
è giunto sulla base aera di Trapani,<br />
sede del 37° Stormo, per incontrare<br />
il personale dei reparti nazionali e<br />
stranieri che partecipano alle operazioni<br />
aeree in atto sulla Libia come<br />
disposto dalla risoluzione 1973<br />
dell’ONU.<br />
Accolto al suo arrivo dal col. pil.<br />
Mauro Gabetta, comandante del reparto<br />
italiano, il gen. Bouchard, dopo<br />
avere assistito ad un briefing<br />
illustrativo sulle attività svolte dall’inizio<br />
delle operazioni, ha incontrato,<br />
oltre al personale del 37°, quello del<br />
4°, 6°, 36° e 50° Stormo e il perso-<br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
nale della Canadian Air Force, della<br />
Royal Air Force e della componente<br />
NATO Airborne Early Warning della<br />
Forward Operating Base (FOB),<br />
che dal gennaio 1986 opera a Trapani<br />
con i velivoli radar AWACS.<br />
Il comandante del CDAOA francese<br />
al CAOC 5<br />
Il 4 maggio il ten. gen. Gilles Desclaux,<br />
comandante della French<br />
Air Defence and Air Operations<br />
Command (CDAOA) ha visitato il<br />
Comando del 5° Centro per le Operazioni<br />
Aeree Combinate di Poggio<br />
Renatico venendo ricevuto all’arrivo<br />
dal gen. SA Mario Renzo Ottone,<br />
comandante del CAOC 5.<br />
Nel corso della sua permanenza in<br />
tale installazione, il gen. Desclaux<br />
ha incontrato il personale del Distaccamento<br />
francese ivi rischierato<br />
a supporto dell’Operazione NATO<br />
“Unified Protector” in Libia.<br />
5
AERONAUTICA MILITARE<br />
Ha giurato il Corso Espero della Scuola Militare AM<br />
Il 19 aprile - presieduta dal comandante<br />
delle Scuole AM-3ª Regione<br />
Aera gen. SA Pasquale<br />
Preziosa e alla presenza del gen.<br />
BA Claudio Salerno, comandante<br />
dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche<br />
(ISMA) e di numerose autorità<br />
religiose, civili e militari del<br />
capoluogo toscano e di molti parenti<br />
e amici dei giurandi - si è svolta a<br />
Firenze la cerimonia per il giura-<br />
Nuove armi per i “Fucilieri<br />
dell’aria” del 16° Stormo<br />
mento e battesimo del corso Espero<br />
della Scuola Militare <strong>Aeronautica</strong><br />
“Giulio Douhet” che, comandata dal<br />
col. Giorgio Baldacci, ha sede presso<br />
il citato ISMA.<br />
Il col. Baldacci, dopo aver sottolineato<br />
nel suo intervento di apertura<br />
della cerimonia che i giovani allievi,<br />
prestando il giuramento, hanno assunto<br />
il formale impegno di fedeltà<br />
alla Patria ed alle Istituzioni, decidendo<br />
di uniformare la loro vita ai<br />
valori etici fondamentali ed irrinunciabili<br />
che si rivelano indispensabili<br />
per essere un «buon allievo di oggi<br />
e un ottimo cittadino di domani», ha<br />
poi, sollevando la Bandiera d’Istituto,<br />
pronunciato la formula di rito alla<br />
quale gli allievi hanno risposto con il<br />
loro “Lo giuro!”.<br />
Da parte sua il gen. Preziosa, rivolto<br />
un commosso pensiero a quanti, nei<br />
Il 12 maggio, nel corso di una cerimonia che si è svolta al 16°<br />
Stormo “Protezione delle Forze” di Martina Franca il Reparto<br />
ha ricevuto il nuovo fucile d’assalto ARX-160 e la nuova pistola<br />
Beretta 90two, divenendo il primo ente operativo dell’AM ad<br />
essere dotato di tali nuove armi.<br />
La cerimonia è stata presieduta dal gen. DA Fabio Molteni, responsabile<br />
della 2ª Divisione del Comando Logistico dell’AM<br />
che, dopo un periodo di studio e sperimentazione, ha provveduto<br />
all’approvvigionamento delle nuove armi e dal gen. BA Roberto<br />
Lamanna, comandante della 1ª Brigata Aerea “Operazioni<br />
Speciali” dalla quale dipende il 16° Stormo.<br />
L’acquisizione del nuovo armamento da parte del personale del<br />
16° Stormo è stato simbolicamente sancito quando il gen. Molteni<br />
ha consegnato al col. Paolo Citta, comandante del Reparto, un<br />
esemplare di ciascuna arma, consegna che subito dopo è avvenuta<br />
ai componenti di un plotone di “Fucilieri dell’aria” che contestualmente<br />
hanno restituito quelle fino ad oggi in dotazione: il<br />
fucile d’assalto Beretta AR 70/90 SCP e la pistola Beretta 92SB.<br />
Cambi di comando e assunzioni<br />
d’incarico nell’AM<br />
Il 16 aprile, sull’aeroporto AMIKo (<strong>Aeronautica</strong> Militare Italiana<br />
in Kosovo) di Djakovica, il col. pil. Andrea Massucci ha assunto<br />
il comando della Task Force Air subentrando al pari grado<br />
Paolo Baldasso.<br />
150 anni di vita della Nazione, hanno<br />
dedicato la propria vita per servirla<br />
con dovere, disciplina ed<br />
onore, ha evidenziato come, con il<br />
solenne atto del giuramento, gli allievi<br />
abbiano inteso formare una<br />
squadra compatta, nella quale le<br />
singole individualità si riconoscono<br />
nei valori fondanti della Forza <strong>Arma</strong>ta<br />
e dello Stato.<br />
È seguito il battesimo del Corso -<br />
che ha assunto il nome di Espero,<br />
nome che, sin dall’antichità, identifica<br />
la stella più luminosa della sera<br />
(di fatto il pianeta Venere) e che intende<br />
rappresentare la luce di riferimento<br />
e confronto per i giovani<br />
allievi -, e la benedizione del gagliardetto<br />
del Corso che il padrino<br />
del Corso stesso, col. pil. Francesco<br />
Presicce, ha poi consegnato al capocorso<br />
dell’Espero.<br />
Sono sergenti<br />
gli allievi del 14°<br />
Corso Gemini<br />
Il 4 maggio, alla Scuola Specialisti AM di<br />
Caserta e presieduta dal gen. DA Vito Antonio<br />
Cormio, capo di Stato Maggiore del<br />
Comando Scuole AM-3ª Regione Aerea, ha<br />
avuto luogo la cerimonia per la consegna del<br />
grado di sergente ai 438 allievi, tra i quali 27<br />
donne, del 14° Corso Gemini che, in base<br />
alla loro qualificata specializzazione, saranno<br />
ora destinati agli enti e reparti della nostra<br />
Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />
Alla cerimonia, ricevuti dal comandante dell’Istituto,<br />
col. Paolo Marco Felli, hanno partecipato<br />
numerose autorità civili e militari locali<br />
e moltissimi parenti e amici dei nuovi giovani<br />
sottufficiali appartenenti alle categorie Costruzioni<br />
Aeronautiche, Fisica, Commissariato,<br />
Supporto Logistico e Supporto Operativo.<br />
6 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
L’AM al simposio internazionale “Air Defence 2020+”<br />
Il gen. BA Giovanni Fantuzzi, capo del 3° Reparto “Pianificazione dello Strumento Aerospaziale” dello Stato maggiore<br />
dell’AM, ha rappresentato la nostra Forza <strong>Arma</strong>ta all’International Symposium on “Air Defence 2020+” che<br />
dal 17 al 20 aprile ha avuto luogo presso l’Air Defence Training Institute di Jeddah (Arabia Saudita) con la partecipazione<br />
di numerosi alti rappresentanti delle principali forze aeree e della realtà industriale militare mondiale.<br />
Nel corso del simposio, in particolare, il gen. Fantuzzi ha illustrato la politica di difesa aerea e missilistica secondo<br />
la prospettiva italiana, illustrazione che, seguita con vivo interesse, ha riscosso apprezzamento da parte delle numerose<br />
autorità politiche e militari presenti.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
In base ad una convenzione tra AM e Università di Ferrara<br />
1° corso su “diritti umani e diritto umanitario<br />
nei conflitti armati”<br />
Il 2 maggio, alla facoltà di giurisprudenza<br />
dell’università di Ferrara,<br />
è stato inaugurato il 1°<br />
corso in materia di “diritti umani e<br />
diritto umanitario nei conflitti armati”<br />
organizzato in convenzione tra il<br />
Comando operazioni aeree (COA)<br />
di Poggio Renatico e l’Ateneo<br />
estense.<br />
Co-presieduto dal rettore dell’università,<br />
prof. Pasquale Nappi, e dal<br />
comandante del Reparto preparazione<br />
alle operazioni del COA, gen.<br />
BA. Paolo Mazzi, l’evento si è svolto<br />
alla presenza delle massime autorità<br />
militari e civili di Ferrara.<br />
Il rettore Nappi, nella sua prolusione,<br />
ha sottolineato l’importanza di tale attività,<br />
basata sulla reciproca e costruttiva<br />
collaborazione, peraltro già<br />
avviata da diversi anni tra le due istituzioni,<br />
mentre il gen. Mazzi ha evidenziato<br />
la rilevanza dell’attività<br />
congiunta di studio e ricerca che vede<br />
impegnate due importanti istituzioni<br />
con l’obiettivo di elevare la<br />
preparazione del personale in una<br />
materia quanto mai attuale alla luce<br />
AERONAUTICA MILITARE<br />
dei recenti avvenimenti internazionali.<br />
Al corso, della durata di due settimane<br />
e che viene tenuto da docenti<br />
dell’Ateneo, da eminenti studiosi<br />
esterni di livello internazionale e da<br />
esperti militari dell’AM, partecipano,<br />
oltre agli studenti dell’università ferrarese,<br />
anche numerosi militari e civili<br />
dell’amministrazione della Difesa<br />
che seguiranno le lezioni sia presso<br />
l’istituto universitario, sia presso la<br />
sede del COA dove saranno sviluppate<br />
simulazioni ed esercitazioni<br />
pratiche.<br />
Pubblichiamo, come informazione dedicata ai nostri più giovani lettori, una sintesi di<br />
quanto recentemente apparso sul sito internet dell’AM circa l’iniziativa<br />
“Vivi le Forze <strong>Arma</strong>te. Militare per tre settimane”<br />
Dopo il successo dell’analogo<br />
evento avvenuto nel passato,<br />
anche per quest’anno il ministero<br />
della Difesa ha organizzato per<br />
i giovani, ragazzi e ragazze, di età<br />
compresa tra i 18 e i 30 anni, appositi<br />
corsi di tre settimane presso enti<br />
e reparti militari.<br />
Per quanto riguarda l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare la “full immersion” di 21<br />
giorni per i giovani che saranno<br />
convocati, avverrà in un reparto<br />
operativo, a fianco degli uomini e<br />
delle donne che vi prestano servizio,<br />
vedendo e toccando con mano<br />
le molteplici attività che giornalmente<br />
caratterizzano la vita di un reparto,<br />
dalle missioni di volo alla<br />
manutenzione dei velivoli.<br />
Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere<br />
ai giovani la funzione della Difesa<br />
nel sistema Paese fornendo loro<br />
innanzitutto una preparazione teorica di<br />
base sul dovere costituzionale di difesa<br />
della Patria e sulle attività prioritarie delle<br />
Forze <strong>Arma</strong>te, a cominciare dalle<br />
missioni di pace svolte fuori dei confini<br />
nazionali e dal concorso alla salvaguardia<br />
delle libere istituzioni, in circostanze<br />
di pubblica calamità e in altri casi di<br />
straordinaria necessità e urgenza. Questo<br />
sarà uno dei temi della prima settimana<br />
di stage nel corso della quale i<br />
partecipanti riceveranno anche informazioni<br />
sull’ordinamento militare, sull’organizzazione<br />
e i compiti specifici<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare svolgendo nel<br />
contempo istruzione formale e attività<br />
fisica e ginnico-sportiva.<br />
Le successive due settimane consentiranno<br />
poi di vivere più da vicino<br />
la realtà di ogni giorno dei reparti e<br />
delle unità dell’<strong>Arma</strong> Azzurra, muovendosi<br />
all’interno di alcune delle più<br />
importanti basi aeree della Forza <strong>Arma</strong>ta,<br />
vedendo in azione il personale<br />
in uniforme e la quasi totalità dei velivoli<br />
in dotazione, dai modernissimi<br />
Eurofighter F-2000 da difesa aerea<br />
ai C-130J e C-27J da trasporto, agli<br />
MB.339 da addestramento e visitando<br />
inoltre alcune importanti strutture<br />
di una base aerea quali la torre di<br />
controllo, un centro specializzato per<br />
la manutenzione di velivoli militari ad<br />
alte prestazioni, ecc.<br />
Particolarmente interessante sarà la<br />
possibilità di avvicinarsi e di sperimentare<br />
le tecniche di volo utilizzando<br />
i simulatori di volo oggi in<br />
dotazione alla Forza <strong>Arma</strong>ta, con i<br />
frequentatori più meritevoli che saranno<br />
invitati a partecipare a uno<br />
dei Corsi di cultura aeronautica che<br />
l’<strong>Aeronautica</strong> Militare organizzerà<br />
nel 2012.<br />
Per informazioni dettagliate sull’iniziativa<br />
si può visitare la pagina dedicata<br />
sul sito www.difesa.it<br />
7
SCIENZA, SPAZIO,<br />
TECNICA E INDUSTRIA<br />
Alle 14,56 (ora italiana) del 16<br />
maggio ha avuto inizio la missione<br />
di 16 giorni, denominata<br />
STS-134, che la NASA ha da tempo<br />
programmata con l’impiego dell’Endeavour,<br />
missione che segna il<br />
134° volo di uno shuttle, è la 36ª verso<br />
la Stazione spaziale internazionale<br />
(ISS) e costituisce l’ultimo volo di questa<br />
navetta che il 18 maggio, attraccando<br />
alla ISS stessa, vi ha portato<br />
numerosi esperimenti.<br />
La partenza - dopo un rinvio di vari<br />
giorni a causa di un’anomalia riscontata<br />
nel riscaldamento di una tubazione<br />
carburante del generatore ausiliario<br />
numero 1 poco prima dell’ora del lancio<br />
programmato per il 29 aprile - è<br />
avvenuta senza alcun problema dalla<br />
rampa 39A del Kennedy Space Center<br />
della NASA, in Florida.<br />
È da ricordare in proposito che la<br />
STS-134 era stata programmata, in<br />
precedenza, per il novembre 2010,<br />
ma è stata via via rinviata per una<br />
anomalia riscontrata a uno degli apparati<br />
dell’AMS, a causa dei ritardi<br />
nell’approvvigionamento di alcune<br />
parti di ricambio per la ISS e, ancora,<br />
per la necessità di non interferire con<br />
una missione Soyuz della Russia prevista<br />
a dicembre 2010.<br />
Con a bordo l’astronauta italiano Roberto Vittori<br />
La missione STS-134 della NASA<br />
Il volo, l’ultimo per lo shuttle Endeavour, ha portato sulla ISS vari esperimenti tra i quali<br />
sei di ideazione italiana<br />
Il momento del lancio<br />
Tra gli esperimenti che hanno raggiunto<br />
la ISS, il più significativo è senza<br />
dubbio il rilevatore di particelle<br />
AMS-02 (Anti Matter Spectrometer), il<br />
più pesante del genere mai portato in<br />
orbita (otto tonnellate per un volume<br />
di 64 metri cubi), nato - al costo complessivo<br />
di 1,5 miliardi di euro - da<br />
una collaborazione internazionale tra<br />
16 Paesi, tra cui la Cina, e per il quale<br />
l’Italia ha realizzato i rilevatori.<br />
L’AMS-02 è stato progettato per studiare<br />
particelle ad altissima energia,<br />
determinare quale sia l’equilibrio<br />
nell’universo tra particelle e antiparticelle<br />
e verificare l’esistenza della cosiddetta<br />
“materia oscura”, che sembra<br />
costituire la gran parte del cosmo pur<br />
non essendo rilevabile dagli strumenti<br />
attualmente disponibili.<br />
Sulla missione STS-134 è da rilevare<br />
che la NASA aveva approvato l’integrazione<br />
del programma di esperimenti<br />
definito congiuntamente dall’Agenzia<br />
spaziale italiana (ASI) e dall’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare, programma che ha rappresentato<br />
il contributo scientifico e<br />
tecnologico italiano alla missione stessa<br />
unitamente alla presenza a bordo<br />
del col. pil. Roberto Vittori dell’ESA (European<br />
Space Agency) giunto al suo<br />
terzo volo spaziale dopo i due svolti<br />
con la navicella russa Soyuz nelle missioni<br />
“Marco Polo” del 2002 ed “Eneide”<br />
del 2005, divenendo così il primo<br />
astronauta europeo ad essere andato<br />
tre volte nello spazio.<br />
Nella STS-134 il col. Vittori è il responsabile,<br />
come “mission specialist”,<br />
della sistemazione e attivazione dell’AMS-02,<br />
fatto che gli ha valso lo<br />
scherzoso appellativo di “cacciatore<br />
dell’antimateria”.<br />
È, inoltre, da evidenziare che sulla ISS<br />
Vittori - che vi ha portato anche il Tricolore<br />
consegnatogli dal presidente della<br />
Repubblica in occasione dell’apertura<br />
delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità<br />
di Italia - ha incontrato l’astronauta<br />
Paolo Nespoli, decollato il 15 dicembre<br />
scorso da Baikonur con la Soyuz TMA-<br />
20 per iniziare una missione di lunga<br />
durata (v. pag. 7 di <strong>Aeronautica</strong> n.<br />
1/<strong>2011</strong>), un record italiano, quindi, di<br />
presenza nello spazio senza precedenti.<br />
Un incontro particolare, questo, che ha<br />
avuto una “replica” con quello tra Mark<br />
Kelly, comandante dell’Endeavour, e il<br />
suo fratello gemello Scott, attuale comandante<br />
della ISS sulla quale si trova<br />
dall’ottobre scorso.<br />
L’Endeavour ha portato sulla ISS anche<br />
alcune infrastrutture necessarie<br />
per il funzionamento del laboratorio<br />
spaziale - schermi per proteggerne la<br />
struttura dall’impatto con micrometeoriti,<br />
la piattaforma Express Logistic<br />
Carrier-3, parti di ricambio per il braccio<br />
robotico Dextre - che saranno integrate<br />
nel corso delle quattro EVA<br />
(Extra Vehicular Activity - attività extra<br />
veicolari) programmate.<br />
Gli esperimenti italiani<br />
Riguardo alla partecipazione del nostro<br />
Paese è da precisare che l’Endeavour<br />
ha trasportato sei payload<br />
scientifici con 12 esperimenti italiani<br />
che, compresi in un programma denominato<br />
DAMA (ovvero “DArk MAtter”,<br />
nome frutto della fantasia di Alessia<br />
Casasanta, selezionato da una commissione<br />
mista ASI - AM tra più di<br />
duemila proposte elaborate da tutte le<br />
scuole italiane - v. anche pag. 12 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 11/2010) e curati dagli<br />
enti a fianco di ciascuno indicati, sono:<br />
- APE (G&A Engineering di Oricola -<br />
L’Aquila).<br />
L’Astronaut Personal Eye prevede lo<br />
sviluppo di tecnologia avanzata che<br />
consentirà di costruire un micro veicolo<br />
spaziale da utilizzare, sia all’interno<br />
sia all’esterno di strutture orbitanti,<br />
quale supporto alle attività umane anche<br />
extraveicolari.<br />
- ENOS (Dipartimento di elettronica<br />
della facoltà di ingegneria dell’università<br />
Tor Vergata di Roma).<br />
L’Electronic NOse for Space exploration<br />
è una serie di “nasi elettronici”,<br />
fondamentalmente costituiti da array<br />
di sensori chimici per monitorare la<br />
qualità dell’aria in diversi ambienti all’interno<br />
dell’ISS e segnalare eventuali<br />
anomalie e la presenza di agenti<br />
inquinanti.<br />
- FOAM (Dipartimento di meccanica<br />
della facoltà di ingegneria dell’università<br />
Tor Vergata di Roma).<br />
8 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
Il col. Vittori<br />
Con l’utilizzo di sensori e videocamere,<br />
il FOAM si basa su un innovativo<br />
processo di realizzazione, in assenza<br />
di gravità, di schiume polimeriche.<br />
L’esperimento ha fondamentalmente<br />
tre obiettivi: verificare il processo che<br />
prevede la possibilità di recuperare<br />
forme geometriche complesse di materiali<br />
a memoria di forma, testare<br />
nuovi materiali per attuatori di nuova<br />
concezione e, infine, realizzare strutture<br />
in grado di espandersi e posizionarsi<br />
autonomamente.<br />
- NIGHT VISION (Dipartimento di progettazione<br />
molecolare dell’Istituto di<br />
cristallografia/CNR di Montelibretti -<br />
Roma).<br />
Poiché le radiazioni cosmiche possono<br />
causare temporanee diminuzioni<br />
delle capacità visive, questo esperimento<br />
intende verificare la capacità di<br />
alcuni composti naturali della famiglia<br />
delle xantofile come l’alga unicellulare<br />
“Chlamydomonas Reinhardtii”- notoriamente<br />
dotati di capacità schermanti,<br />
ma non sintetizzabili dal corpo<br />
umano - di sostenere tali radiazioni, e<br />
quindi lo stress spaziale, in modo da<br />
programmarne poi l’introduzione nella<br />
dieta degli astronauti.<br />
- VIABLE ISS (Dipartimento di agrobiologia<br />
e agrochimica dell’università<br />
della Tuscia di Viterbo).<br />
L’eValuatIon And monitoring of micro-<br />
BiofiLms insidE International Space<br />
Station consiste nel monitoraggio dei<br />
vari generi di biocontaminazione da<br />
batteri e funghi presenti sulla ISS - in<br />
un periodo di circa tre anni - e nell’a-<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
nalisi dei possibili sistemi di controllo<br />
dei biofilm.<br />
- BIOKIS<br />
Comprende sette esperimenti diversi,<br />
nel campo della biologia cellulare e<br />
della radioprotezione, che tovano sistemazione<br />
in due container realizzati<br />
per l’ASI dalla Kayser Italia SpA di Livorno.<br />
Tali esperimenti sono:<br />
1. BioS-PORE (Dipartimento di farmacologia,<br />
università di Firenze).<br />
Intende studiare l’interazione di due<br />
genomi diversi durante il processo di<br />
sporificazione e germinazione delle<br />
spore, investigandone la regolazione.<br />
2. Photo-Evolution (Istituto di cristallografia,<br />
CNR).<br />
Scopo dell’esperimento è quello di verificare<br />
la possibilità di produrre ossigeno<br />
in modo naturale durante le<br />
missioni di esplorazione umana dello<br />
Spazio.<br />
3. HiDOSE (Dipartimento di scienze<br />
fisiche, università “Federico II” di<br />
Napoli).<br />
L’Heavy Ions DOSimetry Experiment<br />
è il monitoraggio della radiazione cosmica<br />
primaria. Per rilevarne la composizione<br />
e l’intensità sono utilizzati<br />
sensori a termoluminescenza e rilevatori<br />
nucleari a stato solido.<br />
4. TARDIKISS (Dipartimento di biologia<br />
animale, università di Bologna e<br />
Reggio Emilia).<br />
L’esperimento TARDIgrades in Space<br />
utilizza i tardigradi (organismi multicellulari<br />
in grado di colonizzare gli<br />
ambienti più inospitali della Terra) per<br />
studiare quali geni, molecole o meccanismi<br />
sono coinvolti nella capacità<br />
di sopravvivere in condizioni di stress<br />
estremo quali quelle dell’ambiente<br />
spaziale.<br />
5. 3DISS (Dipartimento di astronomia<br />
e scienze dello spazio, università di<br />
Firenze).<br />
L’obiettivo di DNA on Diamond Dosimeters<br />
onboard ISS è quello di misurare<br />
la dose di radiazioni assorbita<br />
durante una missione spaziale di breve<br />
durata a bordo della ISS, valutare<br />
il danno genetico sofferto dal soggetto<br />
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
e correlare il danno biologico con le<br />
misure dosimetriche.<br />
6. nDOSE (INFN - Istituto nazionale<br />
di fisica nucleare, sezione di Torino).<br />
Il sistema di misurazione di radiazioni<br />
proposto dall’esperimento neutrons<br />
DOSimetry Experiment è basato su<br />
strumenti rivelatori di traccia Stack Bismuth,<br />
combinati con l’uso di un codice<br />
di calcolo adeguato. Lo scopo è lo<br />
sviluppo di nuove applicazioni come<br />
dosimetri a neutroni utilizzabili in viaggi<br />
intercontinentali o da popolazioni<br />
che vivono in alta quota.<br />
7. Arabidops-ISS (Dipartimento di ortoflorofrutticultura,<br />
università di Firenze).<br />
L’esperimento condotto su piantine<br />
normali e mutanti quali l’arabidops dovrebbe<br />
permettere di chiarire alcune<br />
delle fasi della risposta fisiologica delle<br />
piante allo stress da assenza di<br />
gravità e, quindi di verificare la possibilità<br />
di coltivare le piante nelle missioni<br />
spaziali a lungo termine.<br />
Ai suddetti esperimenti si aggiunge<br />
quello denominato “ASIA for Human<br />
Flight”, progettato dall’Information<br />
Technologies Services e dal Campus<br />
Biomedico di Roma, nella prospettiva<br />
applicativa in future missioni spaziali<br />
nel settore della prognostica medica.<br />
ASIA consiste nello sviluppo di un algoritmo,<br />
basato su reti neurali e sistemi<br />
esperti operati da processori<br />
parallelizzati per incrementare la potenza<br />
di calcolo, che partendo dall’analisi<br />
dei principali parametri biologici<br />
dell’astronauta, ne deriva l’evoluzione<br />
dello stato di decalcificazione ossea<br />
ed elabora la strategia curativa da implementare.<br />
Il col. Vittori al comando della ISS<br />
nel 2013?<br />
A conclusione di queste note resta da<br />
dire che, secondo alcune ipotesi formulate<br />
in ambito NASA e ESA, il col.<br />
Roberto Vittori potrebbe concludere il<br />
suo percorso di astronauta con il comando<br />
della Stazione spaziale internazionale<br />
nella sua missione di lunga<br />
durata in programma nel 2013.<br />
La NASA ricorda il 50° del suo primo astronauta nello spazio<br />
Il 5 maggio la NASA ha clebrato con varie cerimonie i cinquanta anni del primo volo di un astronauta statunitense.<br />
Fu, infatti, Alan B. Shepard Jr. che il 5 maggio 1961, 23 giorni dopo il volo di Yuri Gagarin (v. pag. 21 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 4/<strong>2011</strong>) venne lanciato da Cape Canaveral a bordo della Freedom 7 per un volo suborbitale di 15 minuti, a un’altezza<br />
di circa 116 km, nell’ambito del programma Mercury.<br />
È da ricordare che, all’età di quarantasette anni, Shepard fece il suo secondo volo spaziale come comandante dell’Apollo<br />
14, dal 31 gennaio al 9 febbraio 1971, terza missione di allunaggio umano e la prima dopo il fallimento dell’Apollo 13. In tale<br />
occasione divenne anche il primo uomo ad aver giocato a golf sul nostro satellite. L’astronauta è deceduto nel 1998.<br />
9
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
La seconda generazione di COSMO (1) -SkyMed<br />
È in fase di studio l’evoluzione del principale sistema satellitare nazionale<br />
per l’osservazione della Terra<br />
Il sistema di osservazione della<br />
terra COSMO-SkyMed, basato<br />
su di una costellazione di 4 satelliti,<br />
si arricchirà ben presto di un<br />
nuovo protagonista: è infatti in corso<br />
lo studio dei requisiti di dettaglio<br />
per la realizzazione della Seconda<br />
Generazione che, garantendo la<br />
continuità con il precedente, si pone<br />
l’obiettivo di migliorarne le prestazioni<br />
e le ricadute applicative.<br />
In tema di continuità operativa, il<br />
sistema COSMO-SkyMed vede oggi<br />
la nascita di applicazioni e servizi<br />
che possono funzionare solo se vi è<br />
disponibilità ininterrotta di immagini<br />
SAR. Esempio ne è la capacità di<br />
supporto in caso di emergenze naturali,<br />
come le inondazioni che hanno<br />
recentemente colpito aree delle<br />
Marche e della Basilicata o, con<br />
prospettiva più ampia, il supporto<br />
post-sisma in Giappone. I servizi<br />
che a breve saranno pienamente disponibili,<br />
e nei quali molti attori<br />
istituzionali e commerciali stanno<br />
investendo, potranno quindi contare,<br />
grazie ai due satelliti di COSMO-<br />
SkyMed Seconda Generazione<br />
(CSG), su una solida base per i prossimi<br />
15 anni, un orizzonte di vita<br />
più che promettente.<br />
Rispetto alla prima costellazione, il<br />
nuovo sistema di seconda generazione<br />
avrà dei significativi upgrade<br />
delle già ottime caratteristiche tecniche<br />
per l’osservazione terrestre.<br />
Figura 1 - Fasi di lavorazione di un satellite<br />
della prima generazione<br />
di Giuseppe D’Amico, Riccardo Cetta e Stefano Serva *<br />
Oltre al miglioramento della risoluzione<br />
geometrica, che si traduce<br />
nella capacità di distinguere oggetti<br />
sempre più piccoli, il sistema sarà<br />
più agile, ossia potrà effettuare manovre<br />
di puntamento in maniera più<br />
veloce, consentendo la ripresa di<br />
aree fra di esse anche molto lontane<br />
in rapida successione. L’antenna radar<br />
ad apertura sintetica, vero e<br />
proprio “cuore” del satellite, avrà<br />
un’ancora migliore capacità di raccolta<br />
delle informazioni, potendo<br />
registrare la radiazione elettromagnetica<br />
di ritorno dalla scena osservata<br />
nelle due direzioni, orizzontale<br />
e verticale rispetto all’antenna; i dati<br />
così ottenuti permetteranno di caratterizzare<br />
ciò che si sta osservando<br />
con maggiore sensibilità ed<br />
accuratezza. E non solo: il vero requisito<br />
per lo sviluppo tecnologico<br />
dei sottosistemi del satellite sarà, infatti,<br />
la possibilità di acquisire e gestire<br />
una mole di dati maggiore<br />
rispetto a quella, già ragguardevole,<br />
di COSMO-SkyMed.<br />
Ma non esiste solamente lo space<br />
segment, ossia i satelliti in orbita<br />
nello spazio: la vera chiave di successo<br />
per una missione spaziale è<br />
costituita da ciò che si trova qui<br />
sulla Terra, ossia le infrastrutture<br />
denominate appunto ground segment,<br />
che svolgono le funzioni essenziali<br />
di programmazione e<br />
controllo della costellazione, così<br />
come di acquisizione, elaborazione<br />
e valorizzazione dei dati per la generazione<br />
delle preziose immagini<br />
richieste dagli utenti. E così, anche<br />
in questo campo, per CSG le evoluzioni<br />
saranno molteplici: sicuramente<br />
la necessità di gestire e<br />
mettere efficacemente a disposizione<br />
degli utenti un quantitativo enorme<br />
di dati, senza latenze temporali<br />
e con il minimo aggravio operativo,<br />
nonché la necessità di avere un unico<br />
canale di accesso a tutte le risor-<br />
se satellitari di cui il Paese si doterà<br />
negli anni a venire. Ciò non è scontato:<br />
l’interoperabilità e l’integrazione<br />
di più sistemi sono infatti le<br />
sfide più stimolanti nel settore, sfide<br />
che gli addetti ai lavori hanno<br />
raccolto con entusiasmo e stanno<br />
portando avanti con successo.<br />
Figura 2 -Esempio di applicazione per<br />
supporto crisis management - Analisi<br />
MultiTemporal Coherence della centrale<br />
nucleare di Fukushima, colpita<br />
dal sisma dell’11 marzo <strong>2011</strong>, per il<br />
monitoraggio delle strutture esterne<br />
dei reattori<br />
[http://www.e-geos.it/]<br />
Lo sviluppo in CSG sia del segmento<br />
spaziale che di quello di terra<br />
potrà beneficiare dell’esperienza<br />
maturata con la prima generazione:<br />
uno dei risultati più importanti<br />
della prima fase di impiego ed utilizzo<br />
del sistema COSMO-SkyMed<br />
è stata, infatti, la capillare raccolta<br />
di “ritorni dal campo”, noti come<br />
lessons learned. Queste spaziano<br />
dalla possibilità di utilizzare le capacità<br />
del sensore radar con tecniche<br />
sempre aggiornate, ai processi<br />
di gestione delle operazioni e della<br />
manutenzione del sistema, che essendo<br />
in continua evoluzione necessita<br />
di correttivi e ottimizzazioni.<br />
Nuovi prodotti, applicazioni, modalità<br />
di gestione della programmazione<br />
vedranno la luce con la<br />
seconda generazione, per la soddi-<br />
10 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
sfazione di quanti domani utilizzeranno<br />
il sistema.<br />
L’investimento che il nostro Paese<br />
ha affrontato permette certamente<br />
di conseguire una crescita significativa<br />
in un settore che già ci vede attori<br />
protagonisti a livello mondiale.<br />
La sfida è quindi massimizzare le ricadute<br />
dell’investimento attraverso<br />
l’apertura del sistema alla cooperazione<br />
internazionale. CSG potrebbe<br />
infatti essere, almeno per la sua<br />
componente militare, parte integrante<br />
di un più ampio progetto di<br />
osservazione terrestre a fini militari<br />
che vedrà il coinvolgimento, oltre<br />
all’Italia, di Francia, Belgio, Germa-<br />
In occasione del trentesimo anniversario del primo volo<br />
compiuto da uno shuttle, il Columbia, che fu lanciato<br />
il 12 aprile 1981, la NASA ha reso noti i luoghi che<br />
accoglieranno definitivamente le ultime tre macchine di<br />
questo tipo ancora in servizio, dopo la loro radiazione.<br />
Il Discovery, dopo la sua 39ª missione, avvenuta nel<br />
marzo scorso, sostituirà allo Smithsonian’s National Air<br />
and Space di Washington l’Enterprise (primo shuttle<br />
realizzato nel1976, impiegato esclusivamente per i test<br />
e mai andato nello spazio) che sarà trasferito all’Intrepid<br />
Sea, Air and Space Museum di New York.<br />
Volo di 13 ore del<br />
Solar Impulse<br />
Il 13 marzo, dopo un volo della durata di<br />
poco meno di 13 ore, il Solar Impulse -<br />
l’aereo svizzero propulso da motori alimentati<br />
da batterie caricate dall’energia<br />
solare e costruito per tentare nel 2012 il giro<br />
del mondo (v. anche pag. 11 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 7/2010) - è atterrato sulla pista<br />
di Bruxelles - Zaventem pilotato da André<br />
Borschberg, co-fondatore del progetto.<br />
Decollato alle 08,40 dall’aeroporto di<br />
Payerne in Svizzera, l’aereo, che ha volato<br />
a circa 3.000 m di quota, ha attraversato<br />
l’Alsazia verso Nancy e Metz, ha poi<br />
sorvolato il Granducato di Lussemburgo<br />
e, infine, è atterrato in Belgio dove parteciperà<br />
alla “settimana verde” della capitale<br />
belga e, poi, dal 20 al 26 giugno, al 49°<br />
Salone aerospaziale di Le Bourget a Parigi<br />
dove gli organizzatori della manifestazione<br />
sperano di poterlo inserire nel<br />
programma di volo quotidiano.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
nia, Grecia e Spagna, denominato<br />
MUSIS (Multinational Space-based<br />
Imaging System). In tale contesto,<br />
oltre all’acquisizione di una completa<br />
capacità di acquisizione multisensore,<br />
l’Italia potrà giocare un<br />
ruolo di primo piano nel delineare<br />
la fisionomia del segmento di terra<br />
comune, unica via di accesso per<br />
l’intero insieme di assetti satellitari.<br />
In una chiave di ampio respiro internazionale,<br />
il nostro Paese sta esportando<br />
il modello di dualità che,<br />
partendo dalla prima generazione,<br />
ha consentito anche l’avvio del programma<br />
COSMO-SkyMed Seconda<br />
Generazione. Tale dualità, che vede<br />
Nuova prova sperimentale<br />
per la SpaceShipTwo<br />
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
Dove andranno gli ultimi shuttle dopo la radiazione<br />
L’Endeavour, che ha appena iniziato la sua 36ª missione<br />
(v. altro articolo su questo stesso numero) sarà ospitato<br />
al California Scence Center di Los Angeles.<br />
L’Atlantis, che nel prossimo giugno effettuerà il suo<br />
ultimo volo con la missione STS-135, è destinato invece<br />
al Visitor Complex del Kennedy Space Center in<br />
Florida.<br />
È da ricordare che gli altri due shuttle, il Columbia e il<br />
Challenger, sono andati distrutti nei tragici incidenti rispettivamente<br />
avvenuti il 1° febbraio 2003 in fase di atterraggio<br />
e il 29 luglio 2008 poco dopo il lancio.<br />
Il 4 maggio la navetta SpaceShipTwo della Virgin Galactic (v. pag. 16<br />
di <strong>Aeronautica</strong> n. 4/2010) ha provato per la prima volta in volo la rotazione<br />
verso l’alto della sezione caudale, manovra questa prevista<br />
per rallentarne la discesa.<br />
La prova è stata effettuata nel cielo del deserto californiano di<br />
Mojave in occasione del terzo volo sperimentale effettuato nell’arco<br />
di 12 giorni.<br />
La SpaceShipTwo - sganciata dall’aereo madre White Knight 2 (WK2)<br />
a 51.500 piedi di quota - dopo aver stabilizzato la traiettoria ha ruotato<br />
la sezione posteriore verso l’alto di 65°, scendendo in picchiata per<br />
circa 75 secondi, al rateo di 15.500 piedi al minuto, fino a 33.500 piedi<br />
dove la navetta ha ristabilito la configurazione normale di planata, atterrando<br />
poi dopo 11 minuti e 5 secondi dallo sgancio dal WK2.<br />
Altro volo per il J-20 cinese<br />
quotidianamente l’Agenzia Spaziale<br />
Italiana e il Ministero della Difesa incontrarsi<br />
e condividere le risorse, sia<br />
economiche che umane, necessarie<br />
al Programma, ha consentito quella<br />
necessaria messa a fattor comune<br />
delle risorse che, anche in momenti<br />
difficili dal punto di vista economico,<br />
ha garantito la riuscita in un’impresa<br />
tanto complessa come quella di dotarsi<br />
in autonomo di un sistema satellitare<br />
di rilevanza mondiale.<br />
(1) COSMO: Constellation of Small Satellites<br />
for Mediterranean basin Observation.<br />
* Ufficiali in servizio al Centro Interforze<br />
Telerilevamento Satellitare.<br />
Il 17 aprile, nel cielo dell’aeroporto di Chengdu, l’aereo stealth cinese<br />
J-20 ha effettuato un secondo volo di collaudo dopo il primo eseguito<br />
nel gennaio scorso (v. pag. 8 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2011</strong>).<br />
11
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
In orbita il primo satellite SBIRS Geo-1 per l’USAF<br />
Il 7 maggio, da Cape Canaveral, è stato lanciato con un vettore Atlas 5 il primo Space<br />
Based Infrared System ( SBIRS ) geostazionaria (Geo-1), il satellite della costellazione<br />
destinata a rilevare il lancio di missili balistici costruita da Lockheed Martin per l’US Air<br />
Force. Lo SBIRS Geo-1 è il più tecnologicamente avanzato satellite militare ad infrarossi<br />
mai sviluppato che permetterà di migliorare notevolmente la difesa missilistica statunitense<br />
negli anni a venire.<br />
Il programma del sistema, volto a sostituire quelli del Defense Support Program attualmente<br />
in uso, prevede che nei prossimi cinque anni siano posti in orbita altri tre satelliti<br />
per lo SBIRS.<br />
L’Eurocopter X3 vola a 430 km/h<br />
Il 12 maggio, presso il centro sperimentale militare di Marignane,<br />
il dimostratore ibrido Eurocopter X3 (v. pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 10/2010) ha volato mantenendo per alcuni minuti i 430<br />
km/h di velocità e superando quindi i 407 che costituivano l’obiettivo<br />
prefissato dall’azienda costruttrice per quella prova.<br />
Il volo record - si legge su DedaloNews - era il terzo dopo l’installazione<br />
del riduttore definitivo che consente di sfruttare l’intera<br />
potenza installata. L’ibrido X3 è un Dauphin modificato con<br />
l’installazione di due corte ali, sulle quali sono installate eliche<br />
azionate dagli stessi turboalberi che fanno girare il rotore. Da<br />
questa configurazione Eurocopter si conta di abbinare la velocità<br />
dell’aereo turboelica con le capacità di volo stazionario<br />
dell’elicottero.<br />
Ha volato il Phantom Ray<br />
Il 27 aprile il velivolo a pilotaggio remoto Phantom Ray costruito<br />
dalla Boeing (v. anche pag. 11 di <strong>Aeronautica</strong> n.<br />
6/2010) ha completato il suo primo volo, della durata di 17<br />
minuti, al Dryden Research Center della NASA sulla base aerea<br />
californiana di Edwards.<br />
Il volo, che ha raggiunto la quota di circa 2.500 m e la velocità<br />
di 178 nodi, segue una serie di prove di rullaggio ad alta<br />
velocità svoltesi nel marzo scorso e relative ai sistemi di guida,<br />
navigazione e controllo, effettuate anche per verificare<br />
l’interfaccia con il suo operatore a terra, le procedure operative<br />
e quelle per la pianificazione delle sue future missioni.<br />
Il Phantom Ray, considerato l’aereo spia del futuro, ha un’apertura<br />
alare di circa 17 metri, è lungo 12 metri ed ha un peso<br />
totale di circa 17 tonnellate. Potrà operare ad una quota di<br />
oltre 13.000 mantenendo una velocità di crociera di circa<br />
1000 km/h (Mach 0,8).<br />
Elicotteri stealth contro<br />
Osama Bin Laden?<br />
Nella circostanza dell’uccisione di Osama<br />
Bin Laden avvenuta nella notte tra<br />
il 1° e il 2 maggio in Pakistan ad opera<br />
dei Navy Seals statunitensi giunti sul posto<br />
a bordo di elicotteri, molti giornali, anche<br />
specializzati, hanno ipotizzato - esaminando<br />
le foto del relitto di una di queste macchine<br />
distrutta dagli stessi utilizzatori per un’avaria<br />
che ne impediva il ritorno alla base di partenza<br />
- che potrebbe trattarsi di elicotteri a<br />
bassa visibilità, forse una speciale versione<br />
del Sikorsky UH-60 Black Hawk modificata<br />
per ridurne la tracciatura radar e la rumorosità<br />
e denominata Air Wolf.<br />
In particolare, riportano i giornali specializzati,<br />
l’Air Wolf avrebbe un motore silenziato e sarebbe<br />
verniciato con prodotti speciali che, insieme<br />
a un profilo particolare dato ad alcune<br />
parti della sua struttura, ne diminuirebbero<br />
notevolmente la sua visibilità ai radar.<br />
Il primo Su-35S di serie<br />
ha iniziato a volare<br />
Il 5 maggio il primo Sukhoi Su-35S di serie<br />
ha iniziato i voli di prova sull’aeroporto siberiano<br />
di Komsomolsk-on-Amur. Nel corso<br />
del volo, durato 90 minuti, sono state<br />
effettuate alcune prove relative alla propulsione<br />
e al sistema di controllo integrato.<br />
L’aereo - del quale le forze aeree russe<br />
hanno ordinato 48 esemplari - è la versione<br />
aggiornata del Su-35, il caccia multiruolo<br />
russo derivato dal Sukhoi Su-27S (Flanker<br />
B nel codice NATO) con alcuni cambiamenti<br />
tra i quali motori più potenti, un radome più<br />
grande per ospitare il nuovo radar, un sistema<br />
di ricerca per minacce missilistiche IR e<br />
una forte componente di elettronica di navigazione<br />
ed attacco.<br />
12 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
Il 7 maggio, il V750 cinese, considerato il più grande elicottero al mondo a pilotaggio<br />
remoto, ha compiuto il suo primo volo di dieci minuti presso gli stabilimenti<br />
della Weifang Tianxiang Aerospace Industry, nella provincia dello<br />
Shandong Weifang. L’elicottero - che pesa 757 kg, ha una capacità massima di<br />
carico di 80 kg, una autonomia di circa quattro ore, una velocità massima di 161<br />
km/h e che può essere controllato a distanza o teleguidato da un computer programmato<br />
per seguire determinate rotte, entro un raggio di 150 chilometri e fino a<br />
3000 metri di quota - si è alzato di 25 metri dal suolo ed ha volteggiato sopra la<br />
pista senza particolari problemi.<br />
UTRI acquisita<br />
da Selex Galileo<br />
La società Selex Galileo ha recentemente annunciato<br />
di aver acquisito la Unmanned Technologies<br />
Research Institute (UTRI), l’azienda<br />
triestina attiva nello sviluppo di tecnologie innovative<br />
negli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) di piccole<br />
dimensioni quali il suo autogiro Gheppio “con pilota<br />
opzionale” presentato due anni fa congiuntamente<br />
proprio con Selex Galileo.<br />
Quest’ultima - che tende a incrementare la sua presenza<br />
nel settore degli APR verso il basso, aggiungendo<br />
al suo Falco altri sistemi APR di grandezze<br />
inferiori da impiegare a livello di squadra o plotone -<br />
si avvarrà quindi - si legge in una nota di Dedalo-<br />
News - di quelli prodotti da UTRI «quali l’ASIO (un<br />
mini APR da 6,5 kg a decollo verticale già operativo<br />
e caratterizzato dalla capacità di volo stazionario<br />
per la raccolta di dati), il Crex-B (che con i suoi due<br />
kg di peso è classificato nella categoria micro) e lo<br />
Spyball (un elettrico ad elica intubata di peso inferiore<br />
ai due kg.»<br />
All’USAF il primo simulatore<br />
completo del JSF<br />
La US Air Force ha ricevuto dalla Lockheed<br />
Martin, presso l’Integrated Training Center<br />
(ITC) sulla base di Eglin in Florida, il primo Full<br />
Mission Simulator (FMS) del caccia F-35 Lightning<br />
II che sarà tra breve utilizzato dai frequentatori dei<br />
corsi per l’abilitazione al pilotaggio di tale velivolo.<br />
Dal momento che non sono previste versioni biposto<br />
dell’F-35, l’apparato FMS (equipaggiato con<br />
il software originale dell’aereo e dotato di un sistema<br />
di visualizzazione a 360° ad alta risoluzione<br />
e in grado di simulare le tre versioni A, B e C)<br />
sarà quindi il principale mezzo addestrativo per i<br />
piloti stessi.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />
Primo volo per l’elicottero cinese senza pilota V750<br />
Nuove prove in volo per<br />
l’elicottero AAS-72X<br />
Il dimostratore dell’elicottero Armed Aerial Scout 72X<br />
(AAS-72X) prodotto da American Eurocopter e<br />
Lockheed Martin, associate in EADS North America,<br />
e che ha volato per la prima volta nel dicembre 2010,<br />
ha condotto nuove prove in volo.<br />
L’AAS-72X, basato sulla cellula dell’Eurocopter EC145<br />
civile, è il primo delle tre macchine che il costruttore<br />
europeo ha sviluppato in risposta ai requisiti stabiliti<br />
dall’US Army per svolgere missioni armate con un<br />
nuovo mezzo ad ala rotante.<br />
È da ricordare che l’Esercito statunitense impiega già<br />
oltre 160 UH-72A Lakota (v. pag. 30 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 2/2009).<br />
Aperta la gara per il nuovo<br />
caccia F-X del Giappone<br />
L’Eurofighter Typhoon, il Lockheed Martin F-35 Lightning<br />
II (JSF) e il Boeing F/A-18E/F Super Hornet<br />
sono i velivoli delle tre aziende aeronautiche<br />
che il Giappone ha invitato a partecipare alla gara per<br />
la scelta del caccia F-X che dovrà sostituire gli anziani<br />
McDonnell Douglas F-4 Phantom attualmente in via di<br />
radiazione dalle linee di volo delle forze aeree di Tokyo.<br />
È da ricordare in proposito che gli Stati Uniti avevano a<br />
suo tempo negata l’esportazione, chiesta dai giapponesi,<br />
del Lockheed Martin F-22 Raptor.<br />
13
VARIE<br />
«Caro Gianbortolo a tre stelle,<br />
è appena uscito per i tipi di Ancora il mio libro sugli Alpini che, come sai, ha per titolo “Sul cappello che noi portiamo”. Te ne mando<br />
copia insieme con il vivo ringraziamento per la testimonianza che ti ho chiesto e che ho puntualmente pubblicato. Volevo conoscere<br />
la stima per le penne nere di un friulano che come te ha passato la giovinezza proprio tra gli Alpini pensando, un giorno,<br />
di indossarne uniforme e scarponi. E che, invece, è diventato soldato azzurro, pilota dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare e perfino Generale<br />
di Squadra. Mi piacerebbe che tu facessi conoscere anche ai lettori della vostra rivista, strettamente e affettuosamente dedicata<br />
a chi vola, a chi ha volato e volerà, la considerazione che continui a professare per gli Alpini, visti dall’aria ma anche incontrati<br />
sui monti che ti sono spesso compagni. Io ho molto apprezzato la lealtà con cui manifesti il tuo aperto cameratismo per chi continua<br />
a intonare “Su pei monti che noi saremo, pianteremo l’accampamento”.<br />
Il sottotitolo del mio libro così recita “Perché gl’italiani amano gli alpini”. E nella seconda di copertina ecco la risposta che certo<br />
condividerai: “Gl’italiani amano gli alpini perché sono gente seria”. La sentenza è del grande inviato di guerra e mio straordinario<br />
compagno di intraprese negli anni de “Il Giornale” diretto da Montanelli: Egisto Corradi, parmigiano come anch’io mi vanto di essere,<br />
tenente della Julia in Grecia e poi sul Don, medaglia d’argento nell’odissea gelida su cui ha scritto uno dei più schietti libri<br />
d’azione e di dolore: “La ritirata di Russia”.<br />
Quanto a me, caporalmaggiore di Fanteria dal 1954 al 1956, ho firmato il libro per due ragioni: la prima è che non si progettano<br />
libri vaporosi quando, in giro, c’è urgenza di consapevolezza e di storie non disutili all’esercizio, speriamo continuativo, del conoscere<br />
quel che riguarda la nostra personale ventura d’esser nati italiani e dunque di abitare per diritto e dovere un’Italia parzialmente<br />
improbabile, cioè ancora folta di tanta bella gente, ma appesantita, anzi imbruttita da cronache e personaggi letali.<br />
E la seconda ragione è la necessità, per ciascuno di noi, di confermarsi in quel che rincuora. Per esempio questo: che gli Alpini, sarà<br />
per quel cappello, sarà per quella penna, indossano propositi di servizio e li rivelano in ogni grande o piccola vicenda, nazionale o no.<br />
Spero che il libro, con cui ti sei generosamente coinvolto, ti faccia compagnia e abiti con te, tra tutti gli aeroplani messi a stampa<br />
e ben narrati nei libri più cari.<br />
Porta la mano alla bustina il Tuo caporal maggiore Giorgio Torelli»<br />
Nella mia città, situata ai piedi<br />
delle Alpi Giulie, gli alpini sono<br />
sempre stati di casa. Lo erano<br />
nei giorni della prima guerra mondiale<br />
quando le tradotte transitavano per<br />
la sua stazione dirette verso il fronte; e<br />
lo erano durante i giorni della seconda<br />
guerra mondiale, quando i convogli si<br />
formavano prima del lungo viaggio,<br />
per molti senza ritorno, verso la Russia.<br />
Anche dopo, dagli anni Cinquanta<br />
in poi, durante la cosiddetta guerra<br />
fredda, quando nella zona avevano sede<br />
diversi comandi di enti e reparti,<br />
tutti facenti capo (credo) alla divisione<br />
alpina Julia, posta a guardia dei confini<br />
orientali, gli alpini costituivano una<br />
presenza costante e familiare.<br />
In quegli anni essi costituivano la caratteristica<br />
forse più peculiare della<br />
città. Nelle ore di libera uscita li si vedeva<br />
sciamare per le vie della città: i<br />
cappottoni lunghissimi di colore kaki,<br />
con la martingala, da poco ereditati<br />
dagli eserciti alleati, ma con il cappello<br />
ancora orgogliosamente grigio-verde,<br />
girovagavano a frotte per le vie<br />
cittadine. Mete preferite i cinematografi<br />
più popolari e, talvolta, alcune<br />
ospitali case della periferia dove, con<br />
poche lire, e spesso dopo lunghe attese,<br />
potevano disporre di pochi minuti<br />
di intimità con delle mature professioniste<br />
dall’aspetto spesso più materno<br />
che erotico. Poi, ad una cert’ora, attratti<br />
da un richiamo nostalgico, tutti<br />
si ritrovavano alla stazione ferroviaria<br />
ad attendere l’ora della ritirata passeggiando<br />
accanto ai treni in sosta o bi-<br />
Alpino o aviatore?<br />
vaccando nel bar o nelle sale d’aspetto.<br />
Certo, per un ragazzo che si affacciava<br />
alle soglie della maturità, gli alpini,<br />
visti così, offrivano un quadro non<br />
molto edificante. Ma per noi gli alpini<br />
non erano solo questo. In ogni famiglia<br />
c’era almeno un “vecio”: un alpino<br />
che aveva fatto la guerra in Bosnia,<br />
Albania o Russia e che quand’era in<br />
vena, e opportunamente incoraggiato,<br />
si lasciava andare sull’onda dei ricordi:<br />
fatti raccontati con semplicità,<br />
senza la minima ombra di retorica,<br />
spesso intrisi di quell’umanità propria<br />
di chi ha vissuto momenti importanti<br />
forse senza rendersene nemmeno<br />
conto e li espone quasi con pudore,<br />
come spesso accade alla gente semplice<br />
e concreta, come sono sempre stati<br />
gli alpini. (Anche nella mia famiglia<br />
c’era un “siorcapitani”, lo zio Giovanni,<br />
combattente sul Grappa col grado<br />
di Aspirante e Capitano richiamato<br />
colla Julia in Albania e Grecia e sfuggito<br />
alla Russia perché, laureato in<br />
agraria, fu nominato sovraintendente<br />
agli “orti di guerra” cittadini). E poi<br />
c’erano i raduni alpini, sempre con il<br />
“Comando Tappa” per la distribuzione<br />
del vino e la fanfara che sfilava<br />
suonando “Trentatré” fra gli applausi<br />
del pubblico. Poi c’erano i canti alpini:<br />
semplici composizioni spesso<br />
sgrammaticate, nate spontaneamente<br />
in caserma o nelle trincee, in una lingua<br />
che era un misto di vari dialetti<br />
delle valli alpine, dal Piemonte al<br />
Friuli. Li cantavamo spesso in coro,<br />
nelle gite scolastiche o parrocchiali in<br />
pullman, spesso accompagnati dalla<br />
fisarmonica.<br />
Tutto questo faceva di noi dei potenziali<br />
alpini. Era pienamente scontato<br />
che ognuno di noi, al compimento dell’età<br />
o al termine degli studi avrebbe<br />
indossato il cappello con la penna. Ci<br />
scherzavamo sopra con la frase con<br />
cui un’immaginaria recluta, rivolgendosi<br />
alla mamma così esprimeva la<br />
sua propensione a divenire un alpino:<br />
“Alpin jò, mame” (voglio fare l’alpino,<br />
mamma) ricevendone sempre la risposta<br />
“Çiastron tu fi” (tu sei matto, figlio<br />
mio). Scontatissimo quindi che<br />
anch’io, al momento giusto, sarei stato<br />
un alpino, come del resto tutti i miei<br />
coetanei. Finché un giorno inaspettatamente<br />
la mia vita uscì da quelli che<br />
erano sembrati i suoi binari naturali<br />
in un certo modo coerenti con l’ordine<br />
delle cose.<br />
Ero all’ultimo anno di liceo, ancora<br />
molto incerto su quale strada intraprendere.<br />
Mio padre, maresciallo di<br />
fanteria, avrebbe voluto fare di me un<br />
ufficiale dell’Esercito, magari proprio<br />
degli alpini, il che, fra l’altro, mi avrebbe<br />
consentito di ottenere una destinazione<br />
vicino a casa. Ma evidentemente<br />
il destino aveva stabilito diversamente.<br />
Poco prima degli esami incrociai un<br />
amico di poco più anziano. Frequentava<br />
il primo anno dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong>,<br />
una divisa che mi pareva<br />
molto elegante, con tanto di spadino e<br />
tante cose interessanti da raccontare<br />
sulla nuova vita, che mi sembrò subito<br />
ricca di fascino. Lì per lì decisi di pro-<br />
14 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
vare. Non so cosa mi spinse a fare<br />
questo passo. Pur in assenza di una<br />
qualunque vocazione, che non fosse<br />
quella di una vita diversa che mi portasse<br />
lontano da una città provinciale,<br />
priva di particolari stimoli, ci tentai: la<br />
visita medica, particolarmente severa<br />
e l’esame di concorso andarono, inaspettatamente<br />
e imprevedibilmente<br />
bene e di lì a pochi mesi ero entrato a<br />
far parte dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Fin<br />
dall’inizio fu un vero shock: cominciai<br />
a rimpiangere tutte quelle cose che<br />
erano sembrate fino a poco prima insopportabili:<br />
la quieta vita provinciale,<br />
gli amici e i compagni di scuola che<br />
non erano usciti, come avevo fatto io,<br />
dai binari che l’ordine delle cose ci<br />
aveva predisposto. Mi sarei a poco a<br />
poco allontanato dalle vecchie amicizie,<br />
stringendone di nuove. E, fra l’altro,<br />
non avrei mai più fatto l’alpino.<br />
Fin dai primi giorni mi resi conto delle<br />
caratteristiche peculiari della vita<br />
che mi aspettava in <strong>Aeronautica</strong>, così<br />
diverse da quelle che immaginavo proprie<br />
degli alpini. Una vita vissuta all’insegna<br />
dell’individualismo, con dei<br />
precisi compiti e altrettanto definite<br />
responsabilità, compiti assegnati individualmente<br />
a seconda dell’incarico o<br />
della specialità. Tutto diametralmente<br />
opposto a quanto avveniva per le unità<br />
alpine in cui i vari compiti operativi<br />
erano assegnati a interi reparti, con la<br />
relativa responsabilità affidata ad un<br />
singolo comandante. Da queste due<br />
diverse impostazioni, discendevano<br />
esigenze di educazione, più che di addestramento,<br />
del tutto diverse.<br />
Naturalmente, non ebbi particolari<br />
difficoltà ad adattarmi a questa nuova<br />
vita. Una vita ricca di stimoli ed esperienze,<br />
che nei quarantadue anni che<br />
seguirono mi diede non poche gratificazioni<br />
e soddisfazioni. Ma fu forse<br />
proprio la diversità di questa vita da<br />
quella che da ragazzo mi prefiguravo<br />
nel caso avessi indossato il cappello<br />
con la penna, che destò in me un sentimento<br />
di ammirazione, o forse di<br />
nostalgia, che non mi avrebbe più abbandonato<br />
nella vita. Un sentimento<br />
che coltivai specialmente attraverso le<br />
letture: Egisto Corradi, Giulio Bedeschi,<br />
Rigoni Stern, Monelli, spesso arricchito<br />
dai disegni di Novello, furono,<br />
e rimangono tuttora le mie letture preferite.<br />
Uomini che erano vissuti da alpini<br />
e che da alpini avevano scritto.<br />
Sempre lontani dalla retorica e dal<br />
trionfalismo che spesso caratterizza<br />
gli scritti degli autori di cose militari.<br />
Più volte mi sono chiesto quali fossero<br />
i motivi di questa mia ammirazione.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
Le risposte che mi sono sempre dato<br />
trovano il loro fondamento nello stile<br />
di vita della gente di montagna, abituata<br />
da sempre a pensare a se stessa,<br />
senza fare affidamento negli altri. Lo<br />
stile di vita semplice, in cui sono sempre<br />
chiari i doveri di ognuno, una vita<br />
in cui si insegnano, e si seguono, quei<br />
principi di vita che sono alla base della<br />
vita sociale. Sono i principi di vita dei<br />
paesi delle nostre vallate, località povere,<br />
spesso isolate, immerse in una<br />
natura non sempre benigna. In queste<br />
situazioni la solidarietà, il reciproco rispetto,<br />
la mutua assistenza, sono e sono<br />
state per secoli, la condizione<br />
essenziale di sopravvivenza. Ognuno<br />
di noi sa benissimo che in montagna<br />
incrociandosi su di un sentiero, ci si<br />
saluta sempre, anche senza conoscersi.<br />
Non è un fatto puramente formale,<br />
né una semplice tradizione. È un segno<br />
di vicinanza, di partecipazione, di<br />
solidarietà. È un segno di educazione,<br />
qualcosa che si insegna ai bambini fin<br />
dalla più tenera età. Va da sé che da<br />
una base di educazione di questo tipo<br />
non possono scaturire che dei buoni<br />
cittadini e degli ottimi soldati. Cittadini<br />
e soldati, alpini in servizio e in congedo<br />
che abbiamo visto prodigarsi in<br />
mille occasioni nelle calamità naturali<br />
che colpiscono spesso il nostro paese.<br />
Sempre con trasporto e abnegazione,<br />
sempre assieme, come sono stati da<br />
sempre abituati.<br />
Da queste considerazioni nasce l’ammirazione<br />
che ho sempre nutrito per<br />
questi uomini, fra i quali conto moltissimi<br />
amici, tutti, ma proprio tutti, uomini<br />
in possesso di queste qualità.<br />
Invidia? Rimpianto per una vita che<br />
non ho potuto condurre? Non credo.<br />
Ogni scelta è di per se stessa una rinuncia,<br />
e io non rimpiango certo le<br />
mie scelte.<br />
Al termine della mia vita di aviatore<br />
quando, dall’oggi al domani, mi<br />
sono trovato, improvvisamente e<br />
quasi inaspettatamente, privo di<br />
compiti e responsabilità grazie all’incoraggiamento<br />
e all’intercessione<br />
del mio amico Giorgio, mi sono<br />
aggregato ad un gruppo di “old<br />
boys” appartenenti al Gruppo<br />
dell’<strong>Associazione</strong> Nazionale Alpini<br />
di Giussano, in partenza per un intervento<br />
umanitario nella lontana<br />
Tanzania. Si trattava di costruire,<br />
nello spazio di un mese, un acquedotto<br />
per far giungere l’acqua in tre<br />
villaggi, liberando gli abitanti, soprattutto<br />
le donne, dal compito<br />
giornaliero di andare ad attingere<br />
l’acqua da un fiume a qualche chi-<br />
lometro di distanza. Ho cercato di<br />
dare una mano, per quanto inesperto<br />
e completamente a digiuno<br />
di lavori manuali, inserendomi<br />
nell’organizzazione fatta da uomini<br />
dai trenta ai sessant’anni, tutti con<br />
il cappello alpino, pieni di entusiasmo,<br />
amore del prossimo e, soprattutto,<br />
abituati da sempre a vivere<br />
ed operare insieme. Un’esperienza<br />
per me molto gratificante che ha<br />
costituito un’ulteriore conferma di<br />
ciò che ho sempre pensato di questa<br />
gente meravigliosa.<br />
Non ho potuto fare l’alpino, ma da<br />
sempre mi sono sentito vicino a questi<br />
uomini. E il mio attaccamento è stato<br />
ampiamente riconosciuto dai miei<br />
amici alpini abitanti del paese friulano<br />
dove passo il mio tempo libero. In una<br />
cerimonia particolarmente significativa<br />
e ricca specialmente di vini e affettati,<br />
sono stato ufficialmente insignito<br />
del titolo di “amico degli alpini”,con<br />
tanto di tessera. Inutile dire che il riconoscimento<br />
mi ha fatto un enorme<br />
piacere.<br />
Un’ultima osservazione. Se qualcuno<br />
mi chiedesse se gli alpini sono più<br />
amati o stimati dagli italiani, non<br />
avrei che una risposta: l’Italia deve essere<br />
semplicemente orgogliosa dei<br />
suoi alpini.<br />
Gianbortolo Parisi<br />
Il volume, è reperibile presso tutte le<br />
librerie al costo di 13,50 euro a copia<br />
oppure presso la Ancora Editrice, Via<br />
G.B. Niccolini, 8 - 20154 Milano, telefono<br />
02 345608.1, fax 02 345608.66,<br />
e.mail: editrice@ ancoralibri.it<br />
15<br />
VARIE
VARIE<br />
L’8 maggio 1941, in un’azione di guerra, perdeva la vita il cap. pil. <strong>Arma</strong>ndo Boetto, del corso “Marte” dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>, al quale veniva conferita la medaglia d’oro al VM “alla memoria”, ricompensa che, lo ricordiamo,<br />
è stata poi donata dai suoi familiari al 32° Stormo a lui intitolato (v. pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2008).<br />
Nel 70° anniversario della scomparsa dell’Eroe, ne rievochiamo la nobile figura pubblicando integralmente<br />
la commemorazione che il suo compagno di corso Giuseppe Tortora ne fece nell’aprile 1965 sulle pagine<br />
de “Il Martino”, il notiziario per gli allievi del corso citato, e che il nostro socio ten. GAri Umberto<br />
Francione di Bari ci ha cortesemente inviato reperendolo tra i documenti lasciatigli del padre, gen. Alfredo<br />
Francione, anch’egli del “Marte”.<br />
ACuorgné, ridente paese ai piedi<br />
di ubertose colline degradanti<br />
verso il piano, ultime propaggini<br />
delle Alpi Graie, <strong>Arma</strong>ndo Boetto nasceva<br />
il 25 agosto 1911, alla vigilia<br />
della guerra per la conquista della Libia<br />
con la quale l’Italia iniziava la sua<br />
espansione mediterranea. In un ambiente<br />
di elevati sentimenti morali e<br />
patriottici, il suo animo sensibile di<br />
fanciullo trovava un prezioso alimento<br />
di ideali, che poi avrebbero determinato<br />
il corso della sua breve esistenza.<br />
Gli anni della prima giovinezza<br />
coincidevano con il periodo dei mirabili<br />
primati dell’<strong>Aeronautica</strong> italiana,<br />
perciò il suo spirito, che già anelava<br />
ad ampi orizzonti, non poteva non<br />
sentirne il fascino e la passione per il<br />
volo ingigantiva tanto da diventare lo<br />
scopo della sua vita.<br />
Conseguito il diploma di geometra<br />
presso l’Istituto Tecnico di Pinerolo<br />
(To), nel 1932 partecipava al concorso<br />
per Allievi Ufficiali Piloti dell’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong>, brillantemente<br />
superandolo. Iniziava così nell’ottobre<br />
dello stesso anno quel Corso, battezzato<br />
col nome fatidico del dio della<br />
guerra dell’antica Roma: MARTE.<br />
Poiché i simboli hanno il loro valore<br />
morale e la loro influenza psicologica,<br />
ogni Allievo ebbe la percezione che<br />
l’aver iniziata la carriera sotto l’insegna<br />
di Marte significava essere impegnati<br />
ad assolvere una difficile<br />
missione. Destino volle che il corso<br />
avesse termine tre anni dopo, proprio<br />
alla vigilia di un’impresa bellica coloniale:<br />
la conquista dell’Etiopia. Ogni<br />
giovane Sottotenente del “Marte” raggiungeva<br />
il Reparto assegnatogli e<br />
con le doti della propria personalità<br />
iniziava il cammino.<br />
<strong>Arma</strong>ndo Boetto aveva della gente alpina<br />
la tenacia, il cosciente ardimento,<br />
la cristallina onestà, l’integrità del<br />
carattere, qualità che i suoi occhi<br />
Ricordo di un “Martino”<br />
di Giuseppe Tortora<br />
espressivi rispecchiavano ed il suo<br />
linguaggio franco, incisivo e talvolta<br />
rude, manifestava. Destinato ad uno<br />
Stormo da Bombardamento dislocato<br />
sull’aeroporto di Ferrara (1) , iniziava la<br />
sua missione di Ufficiale e di Pilota affrontando<br />
con la sua naturale attitudine<br />
per i problemi tecnici le difficoltà<br />
del proprio addestramento professionale<br />
e due soli anni di intensa attività<br />
erano sufficienti a fare di Lui non solo<br />
un ottimo Ufficiale subalterno, ma un<br />
completo Comandante.<br />
Nel 1937 al Tenente Boetto fu affidato<br />
il comando della 49ª Squadriglia<br />
(2) . Egli forgiò il proprio Reparto giorno<br />
per giorno, uomo per uomo, dall’Ufficiale<br />
all’ultimo Specialista,<br />
trasfondendo in ognuno il caratteristico<br />
entusiasmo del suo giovanile e<br />
saldo temperamento. Lo scoppio delle<br />
ostilità, il 10 giugno 1940, Lo trovava<br />
quindi giovane Capitano al<br />
comando di una Squadriglia in piena<br />
efficienza bellica, in una base della<br />
Sardegna, nel settore operativo del<br />
Mediterraneo occidentale. Alla testa<br />
del Suo Reparto si era subito distinto<br />
in pericolosissime missioni offensive,<br />
fra le quali é da annoverarsi il bombardamento<br />
di Gibilterra, azione che<br />
da sola costituisce un titolo d’onore<br />
per un combattente del cielo. Un volo<br />
di oltre dieci ore con due tonnellate<br />
di esplosivo da sganciare su una delle<br />
più munite basi navali nemiche,<br />
presupponeva velivoli dalle caratteristiche<br />
eccezionali ed equipaggi di<br />
ferro: piloti di rara perizia e preparazione,<br />
motoristi di collaudata esperienza,<br />
armieri pronti e sicuri.<br />
Lo Stormo da Bombardamento della<br />
Sardegna montava buona guardia<br />
sul Mediterraneo occidentale, attaccando<br />
le forze navali nemiche quando<br />
ancora si trovavano presso le<br />
Baleari, e la Squadriglia del Capitano<br />
Boetto, in rischiose azioni, infliggeva<br />
al nemico gravi perdite. La tempestività<br />
dell’intervento offensivo era però<br />
il frutto di un sistema di ricognizione<br />
strategica che chiudeva la vastità del<br />
mare in una fitta rete di controllo nelle<br />
cui maglie doveva inesorabilmente<br />
incappare ogni movimento della flotta<br />
nemica ed il Capitano Boetto, partecipandovi<br />
con numerosissimi voli,<br />
aveva ricavato una particolare e preziosa<br />
esperienza.<br />
Durante uno di essi, per una avaria ai<br />
motori, aveva corso il pericolo di un<br />
ammaraggio in mare aperto e solo le<br />
sue doti di pilota gli avevano consentito<br />
di raggiungere la costa africana,<br />
ove effettuava fuori campo un perfetto<br />
atterraggio, rientrando alla base il<br />
giorno successivo, dopo aver riparata<br />
l’avaria coi soli mezzi di bordo.<br />
L’8 maggio 1941 il Comando <strong>Aeronautica</strong><br />
della Sardegna, ricevuta la<br />
segnalazione che una potente formazione<br />
navale nemica con portaerei, in<br />
rotta da Gibilterra verso Malta navigava<br />
a sud-ovest di Cagliari, emanava il<br />
proprio ordine di operazioni, affidando<br />
“ad uno dei migliori e più preparati<br />
equipaggi dello Stormo” il compito di<br />
ricercarla e di segnalarne i movimenti,<br />
raccomandando al comandante, Capitano<br />
Boetto, l’”esecuzione perfetta<br />
della missione”. Approfittando del<br />
maltempo che imperversava sulla zona,<br />
Egli persisteva nella sua azione e<br />
cercava di sfuggire all’attacco dei caccia<br />
nemici passando da una nube<br />
all’altra, fra violenti piovaschi. Mentre<br />
le sue preziose segnalazioni radio<br />
servivano a guidare l’offensiva degli<br />
Stormi di bombardieri e di aerosiluranti,<br />
il suo velivolo, dopo uno strenuo,<br />
disperato, drammatico duello<br />
contro un numero soverchiante di<br />
caccia, colpito in parti vitali precipitava<br />
col suo eroico equipaggio nelle acque<br />
del Mediterraneo. Quel mare che<br />
il Capitano Boetto aveva sorvolato<br />
16 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
con volontà tanto decisa ad ogni più<br />
strenuo combattimento é così diventato<br />
la tomba del suo corpo e quel<br />
cielo, testimone del Suo ardimento<br />
nel furor delle battaglie, ha accolto<br />
per sempre il Suo Spirito.<br />
Il supremo olocausto della Sua vita,<br />
fulgido esempio di completa dedizione<br />
alla Patria, rispecchia l’integrale<br />
realizzazione dell’epigrafe scolpita sul<br />
monumento all’Alpino del paese natio:<br />
“IL VIVO SANGUE DELLE TUE FERI-<br />
TE, O FIGLIO DELLA NOSTRA TER-<br />
RA, SI TRASFONDA CON L’IMPETO<br />
SANTO DELLE SUE IDEALI FORZE<br />
DI AMOR E DI FEDE NEL CUORE<br />
DEI FIGLI FUTURI DELLA GRNDE<br />
MADRE UNICA - ITALIA - PERCHÈ<br />
ANCH’ESSI SIANO DEGNI DELLA<br />
MATERNA GRANDEZZA”.<br />
È testimonianza “delle ideali forze di<br />
amore e di fede” ereditate dal padre<br />
che il 5 luglio 1940, alla vigilia della<br />
morte, in un momento di lucidità, alla<br />
presenza degli altri familiari, disse al<br />
figlio, accorso dalla Sardegna: “Ora ti<br />
ho visto, sono felice e muoio sereno,<br />
ma ora tu và, riparti, i tuoi ragazzi potrebbero<br />
avere bisogno di te in un attacco<br />
nemico”.<br />
La Medaglia d’Oro concessagli “alla<br />
memoria” non premia solo un sublime<br />
atto isolato, che a volte può essere favorito<br />
dalle circostanze, ma esalta il<br />
migliore aspetto delle virtù militari:<br />
l’audacia come norma di vita quotidiana,<br />
il disprezzo cosciente del pericolo,<br />
che fa esporre con continuità e quasi<br />
per regola la propria esistenza, la volontà<br />
decisa ad ogni sacrificio: virtù<br />
che, portate alla perfezione raggiungono<br />
il grado dell’eroismo.<br />
Arde ora perennemente la fiamma<br />
del ricordo, alimentata dai numerosi<br />
episodi che riaffiorando da decenni<br />
ormai lontani caratterizzarono la<br />
Sua vita.<br />
Il vecchio sacerdote don De Filippi,<br />
suo professore del ginnasio inferiore<br />
nel collegio salesiano di Cuorgné, non<br />
può trattenere un sorriso rievocando<br />
la birichinata da Lui combinata con un<br />
coetaneo durante le funzioni religiose<br />
in onore di Maria Ausiliatrice.<br />
Sotto l’effetto inebriante di qualche<br />
bicchiere di buon vino, saliti sul campanile<br />
si mettevano a suonare le campane<br />
mentre nel piazzale del Collegio<br />
il predicatore sorpreso e sconcertato<br />
era costretto ad interrompere il suo<br />
sermone. I coetanei conoscono il suo<br />
intenso amore per la montagna, soprattutto<br />
per i monti del suo Canavese,<br />
che aveva percorsi in lunghe<br />
escursioni estive. Nella solitudine e<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
nella pace delle vette il Suo animo<br />
percepiva un arcano linguaggio di elevazione<br />
spirituale che gli faceva dire<br />
di rammaricarsi di non possedere le<br />
doti di uno scrittore per manifestarne<br />
le bellezze col proprio pensiero.<br />
Prezioso cimelio della Sorella sono<br />
le Sue lettere di studente alla Madre,<br />
nelle quali riconoscendo i sacrifici<br />
che diuturnamente compiva per preparare<br />
ai figli un miglior avvenire, Le<br />
scriveva:<br />
“Cara Mamma, verrà un giorno che io<br />
avrò maggiori possibilità e vorrò condurti<br />
con me a vedere tante cose e<br />
comprarti quello che desideri e di cui<br />
ti sei sempre privata per noi”. Il fratello<br />
lo rivede, giovane accademista in licenza,<br />
offrire il caffé ad alcuni<br />
vecchietti che, intorno a Lui, primo<br />
aviatore del paese, si affollano orgogliosi,<br />
ai loro occhi, forse con misteriosa<br />
intuizione, apparendo in un<br />
alone di gloria. Un indelebile sentimento<br />
di riconoscenza e di gratitudine<br />
conserva il Sottufficiale che, trovatosi<br />
in difficoltà finanziarie per gravi motivi<br />
familiari, da Lui, suo Comandante, fu<br />
aiutato a pagare per il figlio la retta<br />
del collegio. I superstiti colleghi del<br />
“Marte”, che in Accademia con Lui<br />
condivisero le asprezze dell’incipiente<br />
vita militare, i duri studi scientifici le<br />
ebbrezze e gli entusiasmi dei primi<br />
voli, rivedono la Sua giovinezza sana,<br />
sobria, generosa ed ardita:<br />
“Sempre a più vasti orizzonti<br />
anelando<br />
nell’immensità dell’azzurro<br />
dove si librò felice<br />
quando il volo era conquista.<br />
Prodigò la vita<br />
per risalire, adamantino,<br />
le vie che, nello spazio,<br />
si prolungano all’infinito “.<br />
(Dall’“Epitaffio” dal libro “Pennellate in<br />
libertà” del col. pil. Federico Frezzan,<br />
Ed. Gastaldi, Milano).<br />
Capitano Boetto, Tu che nel 1932 eri<br />
solo uno dei sessanta Allievi Ufficiali<br />
del Corso “Marte”, Ti elevi oggi nel fulgore<br />
della massima ricompensa al<br />
Valor Militare, sei una delle cinque<br />
Medaglie d’Oro che costellano il gagliardetto<br />
del Tuo Corso, caratterizzato<br />
da un laconico, ma incisivo motto:<br />
“O GIUNGERE O SPEZZARE”. Si è<br />
spezzata in giovanile età la Tua vita<br />
terrena, ma il Tuo spirito ha raggiunto<br />
il firmamento degli Eroi.<br />
(1) Si tratta dell’11° Stormo BT.<br />
(2) Squadriglia del 32° Stormo BT su S.79<br />
“Sparviero”.<br />
Motivazione della Medaglia<br />
d’Oro al Valor Militare conferita<br />
a Boetto <strong>Arma</strong>ndo - Capitano<br />
A.A.r.n. - Pil. in S.P.E.<br />
«Comandante di Squadriglia da<br />
bombardamento terrestre, con<br />
instancabile attività e ardimento,<br />
alla testa della sua Squadriglia,<br />
coseguiva notevoli risultati<br />
infiggendo al nemico notevoli<br />
perdite. Volontario in difficili<br />
missioni isolate si prodigava<br />
con volontà decisa oltre ogni<br />
sacrificio.<br />
Da più combattimenti rientrava<br />
con l’apparecchio gravemente<br />
danneggiato, riportando in salvo<br />
con mirabile perizia il suo<br />
eroico equipaggio. In una più<br />
rischiosa missione di ricognizione<br />
su formazione navale nemica<br />
scortata da portaerei,<br />
costretto a rientrare per avaria,<br />
ripartiva immediatamente con<br />
sublime slancio, e lungamente<br />
si tratteneva nel cielo della battaglia<br />
per dare preziose informazioni<br />
sul nemico, cercando<br />
di eludere l’azione della caccia<br />
avversaria, proteggendosi con<br />
le nubi e combattendo quando<br />
veniva assalito.<br />
Eroicamente rimaneva al suo<br />
posto di lotta e di gloria sino a<br />
quando non veniva sopraffatto<br />
dai maggiori mezzi dell’avversario,<br />
dando esempio di supremo<br />
eroismo e di completa dedizione<br />
alla Patria.<br />
Cielo del Mediterraneo, 12 giugno<br />
1940 - 8 maggio 1941»<br />
17<br />
VARIE
VARIE<br />
Nelle carte personali del ten. col. pil. Ugo Mutti della sezione di Alessandria, recentemente deceduto, è stata<br />
rinvenuta la seguente descrizione di un periodo della sua vita che il presidente della sezione citata, Firminio<br />
Gelati, con il consenso dei familiari dello scomparso, ha trasmesso per la pubblicazione sul nostro 0sociale<br />
nella convinzione «che farà piacere a chi lo ha conosciuto e forse anche condiviso quanto narrato».<br />
8.9.1943 - 27.5.1945: un lungo periodo di avventure…<br />
L’8 settembre 1943 mi trovavo all’aeroporto<br />
di Vicenza quale aiutante<br />
maggiore del 47º Stormo.<br />
L’aeroporto viene occupato dai tedeschi<br />
ma il reparto riesce a sfuggire alla cattura<br />
e si trasferisce in città per unirsi ai<br />
reparti dell’Esercito che però non esistono<br />
più.<br />
Il comandante scioglie allora il reparto e<br />
mette in libertà tutto il personale.<br />
Personalmente decido di raggiungere la<br />
mia abitazione a Sarezzano in Provincia<br />
di Alessandria.<br />
Vesto gli abiti civili e riesco ad arrivare a<br />
casa in treno sfuggendo ai controlli nemici.<br />
Valutata la situazione e prevedendo<br />
una soluzione rapida, decido di<br />
oppormi ai tedeschi e di raggiungere il<br />
governo legale al sud per continuare la<br />
guerra a fianco degli alleati.<br />
Il 12 settembre 1943, con un collega, il<br />
magg. Andrea Dadone, parto in treno<br />
da Milano per raggiungere Campobasso;<br />
proseguo poi per Gambatesa dove<br />
sosto in attesa dell’arrivo degli alleati.<br />
Raggiungo Foggia a piedi e su un autocarro<br />
australiano Bari dove arrivo il 21<br />
ottobre 1943 presentandomi alla 4ª<br />
Squadra aerea. La situazione è caotica,<br />
senza programmi né prospettive.<br />
Decido con il mio compagno di viaggio di<br />
entrare a far parte di una missione militare<br />
da svolgere nell’Italia occupata dai Tedeschi.<br />
Prendiamo quindi contatto con il<br />
SIM e poco dopo con l’Intelligence Service<br />
del Comando militare inglese.<br />
Nel novembre ‘43 vengo accettato e<br />
scelgo di essere paracadutato mentre il<br />
magg. Dadone sceglie il sommergibile.<br />
Frequento un corso di istruzione per<br />
comportamento, sistema cifrato e difesa<br />
personale. Dal 6 dicembre, a Brindisi<br />
seguo con altri cinque compagni un corso<br />
di paracadutismo della durata di una<br />
settimana. Mi viene affidato il ruolo di<br />
capo missione per informazioni militari<br />
e mi viene assegnato un marinaio in<br />
qualità di radio telegrafista.<br />
Il 15 febbraio 1944 alle ore 24 all’aeroporto<br />
di Brindisi salgo con il mio radiotelegrafista<br />
sul quadrimotore inglese<br />
Halifax: il volo si svolge regolarmente in<br />
una notte senza luna.<br />
Dovevamo lanciarci da circa 500 metri<br />
di quota nella zona stabilita; il nostro<br />
18<br />
di Ugo Mutti<br />
viaggio era stato preceduto da un messaggio<br />
di Radio Londra, destinato al<br />
Comitato di ricezione, e di cui non ricordo<br />
il testo.<br />
Ci siamo lanciati secondo il piano di volo<br />
alle 2 antimeridiane del 16 febbraio<br />
1944 nel Grossetano, zona Granaione,<br />
dove eravamo attesi da un Comitato di<br />
ricezione organizzato dal capo missione<br />
informativa che operava in zona con la<br />
partecipazione di membri del CLN locale<br />
formato da quattro persone.<br />
La discesa era stata piuttosto laboriosa<br />
perchè eravamo stati lanciati da una<br />
quota di mille metri anzichè cinquecento<br />
e a terra spirava un forte vento che al<br />
momento dell’impatto mi impedì di stare<br />
in piedi e provocò un trascinamento a<br />
terra per circa un chilometro, interrotto<br />
solo da una siepe, che mi aveva portato<br />
piuttosto lontano dal luogo prefissato.<br />
Rintracciato comunque prontamente dal<br />
Comitato di ricezione, dopo aver sotterrato<br />
il paracadute, fummo subito avviati<br />
nella zona di Manciano presso la fattoria<br />
del sig, Ricci che ci ospitò e dove<br />
prendemmo contatto con la Banda<br />
Arancio che operava in Maremma.<br />
Confermato l’arrivo alla base, il problema<br />
era quello di raggiungere la nostra<br />
zona operativa nell’Alessandrino.<br />
Poichè i treni non funzionavano e non<br />
esistevano altri mezzi di trasporto, decisi<br />
di raggiungere la mia abitazione a<br />
Sarezzano per organizzare la sistemazione,<br />
lasciando la radio e il radiotelegrafista<br />
sul posto.<br />
Raggiunsi quindi Sarezzano con mezzi<br />
di fortuna (prima auto e poi treno) e dopo<br />
il tempo necessario ripartii per Manciano<br />
in treno fino a Firenze e poi in<br />
bicicletta.<br />
Nel frattempo, dopo aver lasciato la radio<br />
in loco, il radiotelegrafista se n’era<br />
andato per raggiungere casa sua nell’Astigiano.<br />
Ripartii con la radio occultata nel portapacchi<br />
della bicicletta e raggiunsi Livorno<br />
dove funzionava il treno con il quale<br />
arrivai a Tortona il 1 marzo 1944.<br />
Qui presi contatto con alcuni amici ed<br />
organizzai una rete informativa nell’Alessandrino<br />
e nel Pavese. Recuperato il<br />
radiotelegrafista, estesi la rete all’Astigiano<br />
e a una parte della zona di Torino.<br />
La radio, dopo precedenti sistemazioni<br />
provvisorie, viene messa in funzione a<br />
Bagnasco d’Asti, nella zona dell’abitazione<br />
del radiotelegrafista.<br />
La stazione ricetrasmittente era un piccolo<br />
apparecchio portatile Morse di media<br />
portata contenuto in una valigetta e<br />
necessitava di un’antenna facilmente<br />
camuffabile.<br />
Disponevamo inoltre di due mitra Sten<br />
fornitici con un lancio da noi organizzato<br />
nella zona astigiana per ricevere<br />
un’altra missione e di documenti regolari<br />
con il mio vero nome nonché del congedo<br />
militare rilasciatomi dal Comando<br />
1ª Squadra aerea di Milano.<br />
Il mio nome di battaglia era Rossini-<br />
Forest.<br />
Comunicavamo con il Comando supremo<br />
di Brindisi e con l’Intelligence Service<br />
inglese in Italia; i collegamenti erano<br />
programmati e variavano periodicamente<br />
sia nei giorni che nell’ora.<br />
Anche se ero sistemato a casa mia, mi<br />
spostavo continuamente: ad Alessandria<br />
avevo a disposizione una camera<br />
ammobiliata che cambiavo ogni mese.<br />
Il mio operatore stava a casa sua a<br />
Bagnasco d’Asti dove personalmente<br />
portavo in bicicletta le informazioni ricevute<br />
dalla mia rete, dopo averle vagliate<br />
e cifrate.<br />
Vivendo in città, in mezzo alla gente e<br />
alle formazioni fasciste e tedesche, ho<br />
corso molti rischi riuscendo però sempre<br />
a cavarmela al meglio,<br />
Ho subito bombardamenti aerei, ho superato<br />
posti di blocco, ho evitato rastrellamenti<br />
per un periodo di tempo troppo<br />
lungo data la delicatezza del compito<br />
che stavo svolgendo: durare nove mesi<br />
non è stato facile.<br />
Il 25 ottobre 1944 il mio radiotelegrafista<br />
Enrico Barovero veniva catturato nella zona<br />
di Bagnasco d’Asti, dove era installata<br />
la stazione radio. Percosso e malmenato,<br />
confessava l’esistenza della missione, faceva<br />
il mio nome e dava le indicazioni su<br />
dove potevo essere trovato.<br />
Venuto a conoscenza della cattura, ma<br />
non della confessione, mi rifugiai ad<br />
Avolasca, nella zona partigiana della<br />
Brigata Arzani, in attesa degli sviluppi e<br />
di notizie da parte dei miei infiltrati nel<br />
campo opposto.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
Non risultando alcun ordine di cattura a<br />
mio nome, decido di tornare a casa mia<br />
per rifornirmi di abiti e di quanto necessario<br />
per la vita in montagna presso la<br />
Brigata Arzani con la quale avevo preso<br />
contatto poiché la mia missione non era<br />
ormai più in grado di funzionare.<br />
Nella stessa strada del paese vengo<br />
fermato da due brigatisti neri che mi<br />
consegnano al loro comandante Celeste<br />
Gianelli, mio compaesano.<br />
Sentito telefonicamente il Comando tedesco,<br />
mi arresta e mi porta nel carcere<br />
di Tortona dove mi associa verso il mezzogiorno<br />
del 12 novembre 1944.<br />
I tedeschi, dopo la cattura del mio radiotelegrafista,<br />
non si erano fidati dell’organizzazione<br />
ufficiale e si erano<br />
rivolti direttamente al Gianelli: questa la<br />
ragione per cui non risultava alcun ordine<br />
di cattura.<br />
Il 16 novembre 1944 vengo trasferito in<br />
auto alle carceri di Alessandria e subito<br />
dopo al Penitenziario della stessa città<br />
e sistemato in una cella sotterranea.<br />
Il 21 novembre 1944 mi caricano in una<br />
cabina di autocarro pieno di militi della<br />
Guardia Nazionale Repubblicana e mi<br />
portano a Torino alle Carceri Nuove -<br />
Braccio tedesco.<br />
Vengo messo in cella di isolamento e<br />
interrogato dal maggiore dei Carabinieri<br />
Saracco del Controspionaggio della Repubblica<br />
di Salò, peraltro in modo civile.<br />
Vengo anche interrogato da un ufficiale<br />
austriaco delle S.S.<br />
Astutamente e con fortuna dico solo<br />
quello che già sapevano, tacendo altro<br />
ed evitando di coinvolgere i collaboratori<br />
non noti.<br />
Vengo trattato con civiltà, senza percosse<br />
e quasi con rispetto dai tedeschi.<br />
Resto in cella da solo, senza prendere<br />
“l’aria”; nel corso di tre mesi e mezzo<br />
esco dalla cella solo un paio di volte per<br />
essere sbarbato.<br />
Durante la notte dell’8 marzo 1945 vengo<br />
ammanettato con un altro prigioniero,<br />
caricato su un piccolo autobus e trasferito<br />
al carcere di S. Vittore a Milano.<br />
Siamo un gruppo di dieci, ammanettati<br />
due a due.<br />
Dopo la sosta di un giorno, ripartiamo,<br />
sempre ammanettati, per Bolzano dove<br />
arriviamo il mattino del 9 marzo 1945<br />
nel campo di concentramento.<br />
Veniamo rinchiusi in una piccolissima<br />
cella in nove con difficoltà perfino di<br />
respirazione. La mia matricola era la<br />
n. 10205.<br />
Il 21 marzo 1945 veniamo portati alla<br />
stazione ferroviaria di Bolzano, destinazione<br />
il Grande Reich. Siamo in dodici,<br />
ammanettati, caricati su carri merci,<br />
sdraiati a terra, con pochi viveri, accompagnati<br />
da un gruppo di territoriali tede-<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
schi armati di fucile. Numerosi sono i<br />
trasbordi a piedi per le interruzioni della<br />
linea ferroviaria: siamo l’ultimo “trasporto”<br />
dall’Italia.<br />
Arriviamo al Campo di Dachau nella<br />
notte del 24 marzo 1945.<br />
Perquisizione, spogliazione completa,<br />
rasatura di tutti i peli, disinfezione con<br />
pennellate di permanganato, rivestiti di<br />
stracci. Matricola 146502.<br />
Veniamo sistemati nel Bloch 19 - Stube<br />
1. Sovraffollamento i prigionieri di varie<br />
nazionalità: Russi, Polacchi, Cecoslovacchi,<br />
Rumeni, Jugoslavi, Danesi,<br />
Olandesi, Francesi, Algerini, ma anche<br />
Tedeschi e Austriaci.<br />
Noi Italiani siamo malvisti da tutti e veniamo<br />
differenziati dagli altri assieme ai<br />
Russi: le nostre teste già rasate a macchinetta<br />
vengono scolpite con un taglio<br />
a rasoio di una striscia centrale che noi<br />
chiamiamo “autostrada” con un residuo<br />
di umorismo.<br />
Il cibo è scarsissimo: broda infame di ossa<br />
macinate, pane in fettine da mattonella,<br />
qualche volta un pezzetto di margarina ricavata<br />
dal carbone o una fettina di salame<br />
di cane. Dimagramento a vista.<br />
Dopo le visite mediche alcuni di noi<br />
vengono dichiarati idonei a lavori pesanti<br />
e mandati fuori dal campo: sveglia<br />
alle quattro e mezza, dieci km a piedi,<br />
taglio con sega a mano di alberi, trasporto<br />
a mano degli stessi, scavo fossati<br />
con picconi per fare inutili<br />
sbarramenti anticarro. Il tutto per qualche<br />
etto di cibo in più.<br />
Vita da campo: appelli e contrappelli,<br />
autospidocchiamenti, docce gelate, la<br />
notte sdraiati per terra con una coperta<br />
in due.<br />
Risultato: epidemie di tifo esantematico<br />
e petecchiale, colera, dissenteria. I prigionieri<br />
muoiono come mosche cadendo<br />
a terra improvvisamente o passando<br />
direttamente dal sonno alla morte. Cadaveri<br />
a mucchi vengono portati via dai<br />
cortili dai prigionieri stessi.<br />
Nel frattempo i bombardamenti aerei si<br />
intensificano e il rumore del cannone si<br />
avvicina sempre più.<br />
Dobbiamo resistere perchè ormai il<br />
tempo della liberazione è vicino.<br />
Il 26 aprile 1945 adunata nella piazza<br />
del campo per trasferimento. Parte solo<br />
un piccolo gruppo.<br />
Ordini, contrordini, adunate e scioglimenti<br />
fino al 28 quando la partenza prevista<br />
viene annullata. Per fortuna<br />
perché, come sapremo dopo, non<br />
avremmo mai raggiunta la meta.<br />
La situazione precipita e finalmente il<br />
29 aprile alle 17.30 arrivano le truppe<br />
alleate della VII <strong>Arma</strong>ta americana che<br />
liberano il campo.<br />
La disordinata e inopportuna distribu-<br />
zione di cibo in eccessiva quantità aggrava<br />
la dissenteria che provoca una<br />
moria sempre maggiore.<br />
Vengono evacuati i malati e i sani (si fa<br />
per dire) si ammalano. Nel campo regna<br />
un’enorme confusione. Non riesco<br />
a farmi riconoscere come capo missione.<br />
In quattro decidiamo di evadere dal<br />
campo per evitare di “lasciarci le penne”<br />
proprio quando tutto è finito, cosi il 12<br />
maggio 1945 scavalchiamo il muro di<br />
cinta all’imbrunire e ci rifugiamo a dormire<br />
in un vicino pagliaio. Monaco, Wolfrathausen.<br />
Benediktbeurn.<br />
Il 17 maggio 1945 gli alleati ci caricano<br />
su un camion militare con altri italiani e<br />
ci portano a Garmish nel campo di smistamento<br />
della Croce Rossa.<br />
Il 25 maggio alle 8.30 partiamo per l’Italia<br />
in un’autocolonna di dieci camion:<br />
Garmish, Mittenwall, Innsbruk, Brennero,<br />
Bolzano dove dormiamo in baracca,<br />
finalmente in Italia.<br />
Il giorno dopo prendiamo il treno per<br />
Trento, Brescia, Milano dove arriviamo<br />
all’1,15 del 27.<br />
Dormiamo in treno e poi ripartiamo per<br />
Pavia, attraversiamo in barca il Po, passiamo<br />
da Voghera e arriviamo a Tortona<br />
verso mezzogiorno: a casa dopo 197<br />
giorni di avventure, se cosi possiamo<br />
chiamarle!<br />
Mi presento al comando militare di Milano.<br />
Vengo collocato in congedo nell’ottobre<br />
1945, vengo decorato di medaglia d’argento<br />
al valor militare sul campo e mi<br />
vengono concessi il diploma d’onore e il<br />
certificato di patriota.<br />
A quasi cinquant’anni di distanza il ricordo<br />
sempre vivo genera orgoglio per<br />
quanto fatto senza interessi personali,<br />
rimpianto per tutti i compagni di strada<br />
caduti, dolore per l’esperienza del campo<br />
di eliminazione, soddisfazione per<br />
non essermi lasciato sedurre dalla carriera<br />
politica, amarezza per la situazione<br />
attuale.<br />
Come ebbe a scrivere un confinato politico<br />
antifascista «dalla mia finestra vedo<br />
sulla collina antistante tanti asini che<br />
salgono, salgono, salgono».<br />
Domanda: quello che ha fatto allora una<br />
parte di italiani per fedeltà a un’idea,<br />
con tanto rischio, dolore, morte valeva<br />
la pena? È servito a qualcosa? Restano<br />
tanti, tanti dubbi.<br />
Sembra tutto dimenticato, travisato, a<br />
volte schernito, nel migliore dei casi<br />
strumentalizzato.<br />
E tutti gli umili, sfortunati, sconosciuti<br />
che sono stati fucilati, impiccati, torturati,<br />
uccisi dalla fame e da altro, chi li ricorda<br />
più?<br />
Eppure, ciononostante rifarei ancora<br />
quello che ho fatto. Ma solo per spirito<br />
di avventura e senza più illusioni.<br />
19<br />
VARIE
VARIE<br />
Il Tavoliere delle Puglie era come<br />
una lamiera arroventata dal sole<br />
in quel pomeriggio dell’estate del<br />
1960. Si vedeva l’aria tremare sul<br />
piazzale in cemento dell’aeroporto<br />
di Galatina, antistante l’hangar della<br />
Scuola di volo.<br />
Lunghe file di vecchi aerei AT-6<br />
“Texan” arrostivano al sole in attesa<br />
degli allievi del 35° corso AUPC.<br />
All’ombra dell’hangar attendevo l’ordine<br />
di partenza per compiere, per<br />
la prima volta da solo, una missione<br />
di volo che consisteva nell’esecuzione<br />
della caduta in vite controllata.<br />
Avevo eseguito più volte tale manovra<br />
con l’istruttore, il sergente maggiore<br />
Matteo Matteucci, che aveva<br />
spiegato come uscire dalla vite, ovvero<br />
dalla caduta libera di un aereo<br />
quando esso non si sostiene più<br />
nell’aria. Arriva l’ordine di volo, mi<br />
viene assegnato un aereo e l’istruttore<br />
mi fa le ultime raccomandazioni:<br />
«Raggiungi quota 3000 metri, prendi<br />
un punto di riferimento all’orizzonte,<br />
tieniti in volo orizzontale col<br />
motore al minimo, quando senti che<br />
l’aereo vibra perchè stà per cadere,<br />
dai tutta cloche a destra e pedaliera<br />
a sinistra, così cadrai in vite piatta<br />
destra. L’aereo, dopo 180 gradi, avrà<br />
giù il muso per poi riportarsi orizzontale<br />
verso il tuo punto di riferimento.<br />
Dopo tre giri, dai cloche a<br />
sinistra e pedaliera a destra, abbassa<br />
leggermente il muso mentre dai<br />
motore, così come abbiamo fatto<br />
tante volte insieme. Ora vai, stai<br />
tranquillo ma ricordati che, in caso<br />
di difficoltà, hai tempo, per salvarti,<br />
solo fino alla quota di 800 metri.<br />
Perciò non indugiare: abbandona<br />
l’aereo e lanciati col paracadute. In<br />
bocca al lupo!»<br />
Esco di corsa dall’ombra dell’hangar<br />
e, nella calura soffocante, attraverso<br />
il piazzale per raggiungere l’aereo<br />
assegnatomi. È un “bianco-giallo”.<br />
Salito a bordo sto ben attento per<br />
non ustionarmi gli avambracci sulle<br />
guide del tettuccio scorrevole mentre<br />
entro nell’angusta cabina. Velocemente<br />
allaccio le cinghie di<br />
sicurezza, collego la cuffia della radio<br />
e avvio il motore sperando che il<br />
vento dell’elica riesca a raffreddare<br />
un poco le lamiere roventi dell’aereo.<br />
Rullo sul raccordo, mi fermo<br />
20<br />
Quella pericolosa “vite” con il T-6<br />
di Alberto Scano<br />
per la prova motore aspettando di<br />
entrare in pista. Poi chiedo l’autorizzazione<br />
al decollo. La torre di<br />
controllo gracchia alla radio. «Giallo<br />
347 (questo è il mio nominativo)<br />
autorizzato al decollo». Sono già allineato<br />
con la pista, faccio i dovuti<br />
controlli, rilascio i freni, do tutto<br />
gas e dopo una breve corsa il T-6 si<br />
libra nell’aria. Chiudo i flap, rientro<br />
il carrello e mi porto rapidamente in<br />
quota salendo a spirale sopra la verticale<br />
del campo. Sono ora alla quota<br />
prevista di 3.000 m. Da quassù<br />
vedo luccicare entrambi i mari, l’Adriatico<br />
e lo Ionio, vedo Gallipoli e<br />
Santa Maria di Leuca e verso sud,<br />
l’ampia pianura pugliese attraversata<br />
dalla strada statale. Prendo questa<br />
come riferimento. Dalla “Biga”<br />
l’istruttore Matteucci, mi invita a<br />
iniziare la manovra prevista. «Nessun<br />
problema» penso, porto a zero<br />
la manetta de gas, tengo l’aereo allineato,<br />
e quando il velivolo comincia<br />
a vibrare perdendo portanza, porto<br />
la cloche a destra e la pedaliera a sinistra.<br />
Il T-6, si inclina abbassando<br />
il muso e comincia la rotazione ben<br />
nota. «Un gioco da ragazzi» penso.<br />
Quando rivedo il mio punto di riferimento<br />
dico: «Uno!» e poi «Due!» e<br />
poi «Tre|!».<br />
Faccio la manovra prevista per l’uscita<br />
dalla vite ma l’aereo la ignora<br />
completamente e inizia un’altra caduta.<br />
Dalla “Biga” Matteucci mi<br />
grida. «Ma che c…. fai? Attento che<br />
perdi rapidamente quota!» Quarto<br />
giro. Rispondo alla radio: «Manovre<br />
effettuate senza esito, provo a<br />
dare tutto motore». Quinto giro.<br />
Imperterrito il T-6 continua la vite.<br />
«Abbandona l’aereo! Per l’amor di<br />
Dio lanciati! LANCIATI!» urla Matteucci.<br />
Sono già sotto i 1.000 m. Ho<br />
provato di tutto inutilmente, non<br />
vorrei perdere l’aereo che cade co-<br />
me una foglia al vento. «LANCIATI<br />
disgraziato!» urla disperato l’istruttore.<br />
Ho superato anche gli 800 m.<br />
Apro il tettuccio, stacco la spina<br />
della cuffia, aggancio la corda a<br />
strappo del paracadute, attendo<br />
che l’aereo si riporti in orizzontale<br />
ed esco dall’abitacolo conscio di essere<br />
già troppo in basso per il lancio.<br />
Mentre ho già un piede sull’ala<br />
e stò per lanciarmi, il T-6 ha come<br />
un attimo di incertezza punta il<br />
muso in basso e non inizia il quinto<br />
giro di vite. Rientro a razzo in<br />
cabina, dò tutto motore e l’aereo riprende<br />
a volare regolarmente.<br />
Guardo l’altimetro, sono a meno di<br />
500 m di quota! Ricollego la cuffia<br />
e subito sento la voce, rotta dall’emozione,<br />
di Matteucci che mi dice:<br />
«Delinquente! rientra alla base».<br />
La torre mi chiama: «Giallo 347, autorizzato<br />
a lungo finale!» Significa<br />
che ho la precedenza per l’atterraggio<br />
e che non devo fare giri in circuito.<br />
«OK”» rispondo e atterro<br />
tranquillamente, come se niente fosse<br />
accaduto, come se quei secondi<br />
di difficoltà non fossero mai esistiti.<br />
Arrivo al parcheggio e spengo il motore.<br />
Scendo dall’aereo e due avieri<br />
mi aiutano a liberarmi del paracadute<br />
e mi sostengono perché ho una<br />
strana sensazione di debolezza alle<br />
gambe. L’istruttore e i miei compagni<br />
di corso, Luciano Dionisi e Loriano<br />
Petri, mi vengono incontro e<br />
mi accompagnano dove il comandante<br />
della Scuola, col. pil. Umberto<br />
Scapellato, mi attende, a rapporto,<br />
nel suo ufficio. Sull’attenti saluto.<br />
«Comandi signor colonnello» e lui:<br />
«Mi racconti cosa è successo». Faccio<br />
il resoconto descrivendo in dettaglio<br />
le manovre effettuate.<br />
Mi rendo conto in quel momento<br />
che i fatti si sono svolti in un tempo<br />
molto minore di quello necessario<br />
per descriverli. «Molto bene - dice il<br />
comandante - adesso si faccia assegnare<br />
un altro aereo, vada su e ripeta<br />
la manovra!» In quel momento<br />
mi pare che tutto il mondo mi crolli<br />
addosso, vorrei sprofondare nel pavimento,<br />
un sudore freddo mi scorre<br />
lungo la schiena, la paura che<br />
sino ad allora era stata latente in<br />
me, ma ignorata, mi assale violentemente.<br />
Credo di essermi sbiancato<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
in volto mentre dico: «Comandi, signor<br />
colonnello». L’istruttore Matteucci<br />
mi dice: «Fatti coraggio, se<br />
non te la senti puoi rinunciare e allora<br />
il corso per te è finito ma, se<br />
vai, forse sarai un pilota militare!».<br />
Mi accompagna al nuovo aereo assegnato,<br />
mi aiuta a indossare il paracadute,<br />
a salire sull’aereo e ad<br />
allacciare le cinture. Metto in moto<br />
e ripeto automaticamente tutte le<br />
manovre effettuate mezz’ora prima<br />
finchè mi ritrovo a 3.000 m di quota.<br />
«Giallo 347, inizia la manovra»<br />
gracchia alla radio Matteucci. Giro<br />
lo sguardo intorno, vedo il cielo azzurro,<br />
i mari, i paesi, e tutto l’accaduto<br />
riappare come un film. Tutta la<br />
mia vita trascorsa mi scorre nella<br />
mente in un lampo; ho paura, perché<br />
devo morire adesso? Chiudo gli<br />
occhi: via il motore, cloche a destra,<br />
pedale a sinistra. L’aereo cade come<br />
previsto. La paura mi attanaglia lo<br />
stomaco, sento di essere un condannato<br />
in attesa della morte. Quante<br />
cose incompiute ho lasciato? Finisce<br />
il primo giro. Quante ragazze<br />
potevo amare e quante ne ho illuse?<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
Secondo giro. La mia famiglia: darò<br />
loro un grande dolore? Terzo giro,<br />
cloche a sinistra, pedale a destra,<br />
muso in giù, dare motore.<br />
Come un automa effettuo le manovre<br />
e il buon vecchio AT-6 riprende<br />
a volare tranquillo nell’aria serena.<br />
«Giallo 347, rientra alla base». Sono<br />
vivo!<br />
Nella memoria non mi rimane che il<br />
ricordo di quel rientro tranne che,<br />
dal parcheggio i colleghi, Piero Sorè<br />
e Maurizio Pastorino, mi portano a<br />
spalla sino al bar dell’hangar. Anche<br />
perchè non mi reggevano le gambe.<br />
Mi fanno bere qualcosa di forte che<br />
mi fa lacrimare, ma forse stavo già<br />
lacrimando. Il capo corso, Massimo<br />
Cerreto, ordina:«Ora vai a rapporto<br />
dal comandante».<br />
Il colonnello mi dice: «Molto bene<br />
allievo, congratulazioni. Si prenda<br />
24 ore di riposo». Vengo accompagnato<br />
in camerata e, ancora con la<br />
tuta di volo, mi sdraio sulla branda<br />
e rivedo, non più compressi ma rallentati,<br />
tutti i pensieri che in un attimo<br />
solo mi erano passati per la<br />
mente, vedo in un lampo tutta la<br />
Un hangar d’epoca sulle rive del Piave<br />
La Jonathan Collection di Nervesa della Battaglia<br />
(TV) ha completato il montaggio dell’hangar Bessonneau<br />
destinato ad ospitare gli aerei storici volanti<br />
della raccolta tra cui la replica del bombardiere<br />
Caproni Ca.3 in corso di<br />
completamento (v. pag. 16 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 2/<strong>2011</strong>).<br />
Si tratta oggi dell’unico Bessonneau<br />
tuttora in uso nel<br />
mondo per il ricovero di aeroplani,<br />
anche se alcuni altri sono<br />
immagazzinati presso<br />
musei o in corso di restauro<br />
per futuro riutilizzo.<br />
L’hangar, caratterizzato da<br />
una struttura in legno con rivestimento<br />
in tela, fu progettato<br />
dal francese Julien<br />
Bessonneau e realizzato in migliaia di esemplari impiegati<br />
da tutti i paesi dell’Intesa, compresa l’Italia. Molti<br />
erano montati sui campi di volo della provincia di Treviso,<br />
non lontano dall’aviosuperficie “Francesco Baracca”<br />
di Nervesa.<br />
Gli ultimi Bessonneau in uso regolare furono i Type H<br />
della RAF inglese, che li abbandonò solo intorno al 1990<br />
soprattutto a causa della necessità di impermeabilizzare<br />
il rivestimento in cotone ogni sei mesi. Alcuni esemplari<br />
mia vita trascorsa, i miei sogni, i desideri,<br />
i rimpianti, le occasioni perdute,<br />
le speranze, l’amore, e persino<br />
Wally, la giovane prostituta dalla<br />
quale andavamo tutti assieme, nei<br />
giorni di libera uscita. Vedo tutta la<br />
mia vita trascorsa scorrere nella<br />
mente come un film, la paura repressa<br />
e l’angoscia ora mi assalgono<br />
e piango a lungo disperatamente.<br />
Finalmente mi addormento spossato,<br />
sogno la Morte che si allontana<br />
delusa. Al risveglio mi sento come<br />
invecchiato di molti anni, il destino<br />
ha scelto per me la vita. E sarò un<br />
pilota militare.<br />
L’inchiesta, aperta in seguito all’incidente,<br />
accertò che il T-6 da me<br />
usato, aveva le ali svergolate a causa<br />
di un utilizzo errato dell’aeromobile.<br />
Un allievo sottufficiale del 34°<br />
corso che aveva usato l’aereo prima<br />
di me, per una missione di acrobazia,<br />
aveva “strapazzato” il T-6 ben<br />
oltre i limiti di uso e sicurezza.<br />
Altre volte ho sfidato la Morte senza<br />
paura, ma mi sono reso conto che ci<br />
vuole molto più coraggio per affrontare<br />
la Vita.<br />
furono ceduti a collezionisti, piccoli musei e club di volo a<br />
vela, attratti dal basso costo e dalla modularità che permetteva<br />
di creare hangar a 6, 9 e persino 12 baie.<br />
Il Bessonneau di Nervesa proviene dal Midland Warplane<br />
Museum di Coventry, che<br />
lo aveva accantonato all’aperto<br />
per molti anni in attesa di<br />
reperire uno spazio idoneo<br />
per il montaggio. Di fronte a<br />
questa perdurante difficoltà<br />
nel 2009 il MWM decise di<br />
venderlo.<br />
Il restauro ha permesso di salvare<br />
tutta la ferramenta (sulla<br />
quale è spesso visibile la marcatura<br />
dell’Air Ministry britannico)<br />
e oltre due terzi delle parti<br />
in legno, mentre è stato necessario<br />
rifare interamente la copertura con materiali moderni.<br />
Appena rimontato, con l’aiuto di una gru e di<br />
diversi volontari, il Bessonneau è tornato a ospitare i biplani<br />
per i quali era stato costruito. Il suo destino sarà di<br />
diventare la sede della Fondazione Jonathan Collection,<br />
creata nei giorni scorsi con l’appoggio della famiglia Mariani<br />
e del comune di Nervesa per costruire un futuro agli<br />
aerei antichi di Giancarlo Zanardo.<br />
G.A.<br />
21<br />
VARIE
VARIE<br />
Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’inverno<br />
Si calcola che, dall’anno 1926, cioè da quando l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare è insediata nella Reggia di Caserta,<br />
con l’Accademia <strong>Aeronautica</strong> prima e con la<br />
Scuola Specialisti (nelle sue varie e successive denominazioni<br />
e articolazioni) poi, i corsi di formazione/qualificazione/specializzazione<br />
svoltisi nel compendio<br />
vanvitelliano, siano stati frequentati da oltre 130.000 allievi,<br />
di ogni ruolo e grado, non solo dell’A.M., ma anche<br />
di altre Forze <strong>Arma</strong>te e Corpi <strong>Arma</strong>ti dello Stato nonché<br />
da molti militari stranieri.<br />
Chissà quante volte questi allievi hanno visto risplendere<br />
il Sole sui tetti della Reggia, ma presi giustamente da<br />
altri pensieri e da altri problemi e con lo sguardo sicuramente<br />
rivolto altrove, mai avrebbero potuto immaginare<br />
che essi potessero celare qualcosa di singolare,<br />
misterioso e suggestivo.<br />
Vediamo cosa…<br />
La Reggia di Caserta è ubicata ad una latitudine di<br />
41°04’24”, il suo asse longitudinale ha, rispetto al nord,<br />
una deviazione di circa 4° verso Est mentre la quota è di<br />
circa 68 m/slm (fig. 1).<br />
Fig. 1<br />
A questa latitudine, il Sole, nell’arco del suo moto apparente<br />
nel cielo durante l’anno, raggiunge un’elevazione<br />
massima sull’orizzonte di circa 72°22’, il 21 giugno, in<br />
coincidenza con il Solstizio d’estate, ed una elevazione<br />
minima di circa 25°29’, il 21 dicembre, in coincidenza<br />
con il Solstizio d’inverno (fig. 2).<br />
La Reggia ha un’altezza, al culmine dei tetti, di circa<br />
45 m rispetto al piano di campagna. Le falde dei tetti<br />
stessi invece hanno un’inclinazione di circa 25° rispetto<br />
al piano orizzontale, cioè la stessa angolazione che<br />
il Sole, come detto prima, raggiunge al Solstizio d’inverno<br />
(fig. 3).<br />
Questa uguaglianza è veramente singolare perché, fino<br />
alla data del Solstizio, il Sole è al di sotto della linea di<br />
colmo dei tetti per cui esso non è visibile dai cortili del<br />
Palazzo, ma immediatamente dopo comincia a spuntare<br />
di Elia Rubino<br />
e ad illuminare radiosamente gli androni che collegano<br />
i cortili tra loro e questi con il consecutivo Parco Reale.<br />
È un caso che ciò accada proprio in coincidenza con il<br />
Solstizio o esso è il frutto di un preciso calcolo di quel<br />
grande genio che era il Vanvitelli, il quale ha voluto così<br />
riferirsi al Sole che, dopo la sosta invernale (Solstizio =<br />
solstazio - fermata del sole) risorge a nuova vita?<br />
Si è del parere che la scelta sia stata deliberata, ciò in<br />
quanto, al di là della geometrica precisione di tutti gli<br />
elementi costruttivi verticali ed orizzontali della Reggia<br />
e l’uso sapiente della Sezione Aurea, l’inclinazione<br />
della falda avrebbe potuto anche essere diversa. Infatti,<br />
l’angolo dovrebbe essere legato solo alla quantità di<br />
pioggia che cade ed alla sua intensità, per far sì che<br />
l’acqua piovana abbia - in relazione alle notevoli dimensioni<br />
planimetriche delle coperture (circa 30.000<br />
mq) - tempi di corrivazione tali da poter essere smaltita<br />
convenientemente dai canali di scolo e dalle bocche<br />
di scarico dei pluviali.<br />
Ma questa valutazione tecnica da sola non basta a spiegare<br />
il perché l’angolo di inclinazione delle falde sia pro-<br />
22<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
prio uguale a quello raggiunto dal Sole al Solstizio d’inverno,<br />
perciò si è portati a propendere per una “illuminata”<br />
razionalità della scelta del Vanvitelli che, come<br />
detto prima, potrebbe essersi ispirata al ritorno della luce<br />
emanata dal nostro astro fulgente, come celebrato sia<br />
dai riti celtici che da quelli saturnali dell’antica Roma.<br />
Perciò si può affermare anzi confermare che “con il solstizio<br />
d’inverno il Sole rinasce e il Palazzo Reale di Ca-<br />
Acausa degli eventi in Libia, i campionati mondiali di volo acrobatico<br />
(FAI World Acrobatic Championship - WAC) che dovevano<br />
aver luogo sull’aeroporto militare di Cervia dal 31 agosto all’11<br />
settembre prossimi, si svolgeranno invece nelle stesse date sull’aeroporto<br />
di Foligno.<br />
Lo ha reso noto il Comitato organizzatore che ha già attivato il sito internet<br />
www.wac<strong>2011</strong>.it dove gli interessati e gli appassionati possono<br />
trovare tutte le informazioni sulla manifestazione.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
Prime prove con la<br />
catapulta per l’F-35C<br />
La statunitense Lockheed Martin ha<br />
recentemente reso noto che, presso<br />
la Naval Air Station Patuxent River,<br />
il primo F-35C, la versione<br />
imbarcata del Joint Strike fighter (JSF),<br />
ha avviato le prove di compatibilità con<br />
la catapulta, in vista di quelle che sono<br />
state programmate nel 2013 a bordo di<br />
una portaerei.<br />
23<br />
VARIE<br />
serta rivive”.<br />
Nota dell’autore.<br />
Questo articolo non ha nessuna pretesa scientifica, ma<br />
vuole essere solo un contributo di pensiero per conoscere<br />
e valorizzare ancor più il nostro inestimabile patrimonio<br />
culturale.<br />
A Lugo di Romagna una mostra sulle donne pilota<br />
Il 14 maggio, presso il Museo Francesco Baracca di Lugo di Romagna, è stata inaugurata la mostra fotografica e<br />
documentaria “L’altra metà del cielo. L’epopea delle donne volanti”.<br />
La mostra, curata da Mauro Antonellini, Angelo Emiliani e Paolo Varriale, documenta la figura di 50 aviatrici dal<br />
1913 ad oggi e presenta tra l’altro alcuni reperti storici di particolare interesse come la combinazione di volo della<br />
contessa Aloisa Guarini, una delle prime donne romagnole a volare, esposta grazie al prestito da parte dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> di Forlì.<br />
La mostra, per la quale gli organizzatori hanno anche provveduto alla stampa di un catalogo (v. nella rubrica relativa<br />
alla recensione dei libri) resterà aperta fino al 30 ottobre con aperture straordinarie serali i mercoledì dal 29 giugno<br />
al 27 luglio nell’ambito dell’iniziativa “I mercoledì sotto le stelle”. Ingresso gratuito per le signore per tutta la durata<br />
della mostra.<br />
A Foligno il campionato mondiale<br />
di volo acrobatico<br />
Solo Eurofighter e Rafale in gara per il nuovo caccia dell’India<br />
Il ministero della Difesa indiano ha reso noto che, attualmente,<br />
la ulteriore selezione operata dai competenti organismi<br />
nazionali sulle offerte presentate per il nuovo<br />
caccia delle forze aeree di Nuova Delhy, ha ora escluso<br />
anche lo svedese Saab Gripen, il russo MiG-35 (Fulcrum-F<br />
in codice NATO) e gli statunitensi Lockheed Martin<br />
F-16 Fighter Falcon ed il Boeing F/A-18 Super Hornet.<br />
L’Eurofighter Il Rafale<br />
Alla gara - che prevede la fornitura di 18 aerei e la<br />
costruzione di altri 108 in India, per un valore stimato<br />
tra i 10,5 e i 12 miliardi di dollari - restano quindi quali<br />
finalisti solo l’Eurofighter Typhoon e il francese<br />
Dassault Rafale.
VARIE<br />
Celebrato il 60° anniversario di costituzione dell’AVES<br />
Il 60° anniversario di costituzione<br />
dell’Aviazione dell’Esercito (AVES)<br />
è stato solennemente celebrato il 10<br />
maggio sull’aeroporto di Viterbo, città<br />
nella quale ha sede il Comando di<br />
questa giovane specialità della citata<br />
Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />
La cerimonia, presieduta dal gen. CA<br />
Giuseppe Valotto, capo di Stato<br />
Maggiore dell’Esercito, dal gen. CA<br />
Francesco Tarricone, comandante<br />
delle Forze operative terrestri e dal<br />
gen. CA Enzo Stefanini, comandante<br />
dell’AVES, è stata aperta dall’arrivo<br />
di una Brigata di formazione preceduta<br />
dalla Banda musicale del Comando<br />
artiglieria contraerea e dai 10<br />
Stendardi dei Repati dell’AVES e seguita<br />
dai Gonfaloni della provincia e<br />
del comune di Viterbo e dai Labari<br />
delle Associazioni d’arma e combattentistiche<br />
locali.<br />
Ha avuto quindi luogo la proiezione<br />
di un filmato il cui audio era una “riflessione”<br />
sui “Baschi Azzurri” nella<br />
quale veniva ricordato che erede dei<br />
primi reparti di volo dell’Esercito della<br />
Grande Guerra, posti in seguito<br />
alla base dell’Aviazione Ausiliaria del<br />
Regio Esercito, l’Aviazione dell’Esercito<br />
nasce il 10 maggio 1951 come<br />
reparto aereo di Artiglieria. Specialità<br />
giovane, dinamica, al passo con i<br />
tempi ed espressione di una componente<br />
operativa e umana altamente<br />
qualificata, l’Aviazione dell’Esercito<br />
ha partecipato a tutte le operazioni<br />
in Italia e all’estero e si è sviluppata<br />
con l’introduzione in servizio di macchine<br />
sempre più sofisticate sino<br />
all’attuale configurazione resa possibile<br />
con l’acquisizione dei nuovi elicotteri<br />
da esplorazione e scorta<br />
A129 “Mangusta” prima e dell’elicottero<br />
da trasporto tattico<br />
NH-90 poi.<br />
Nel suo dintervento<br />
il gen. Stefanini,<br />
ricordati i 113 caduti<br />
dell’AVES e le<br />
operazioni più significative,anche<br />
all’estero,<br />
della specialità,<br />
ha poi elogiato<br />
l’opera delle donne<br />
e degli uomini<br />
che la compongonoesprimendo<br />
l’orgoglio dir<br />
esserne il co-<br />
Il gen. Valotto mandante.<br />
24<br />
Da parte sua il gen. Valotto, posto<br />
l’accento sulle numerose decorazioni<br />
che testimoniano il valore e il sacrificio<br />
della specialità, ne ha evidenziato<br />
il prossimo futuro con l’introduzione,<br />
dopo l’NH-90, del CH-47F, invitando<br />
infine il personale dell’AVES a “volare<br />
sempre più in alto”.<br />
È seguita una dimostrazione di impiego<br />
dei mezzi in linea, aperta da<br />
una prova di appoggio aereo alle<br />
forze sul terreno eseguita da due<br />
A.129 Mangusta, dall’esibizione di<br />
un CH-47C in configurazione antincendio<br />
boschivo e, a causa del forte<br />
vento che ne ha impedito la<br />
reale esecuzione, dall’aviolancio simulato<br />
di paracadutisti incursori da<br />
tre Do.228.<br />
Sono poi intervenuti due A.129 che<br />
hanno fornito una cornice di sicurezza<br />
allo sbarco, da due CH-47C e<br />
con la tecnica della discesa rapida<br />
con fune (Fast rope) di incursori del<br />
Reggimento Col Moschin, dallo<br />
sbarco di una componente QRF<br />
(Quick Reponse Force) in grado di<br />
rispondere a qualsiasi emergenza e<br />
dalla deposizione sul terreno, da<br />
parte di due NH-90, di un mortaio e<br />
relative munizioni per una Squadra<br />
mortai sbarcata da un CH-47.<br />
Il gen. Stefanini<br />
Un AB.412 ha poi effettuato la dimostrazione<br />
dell’evacuazione medica<br />
(MEDEVAC) di un ferito seguita da<br />
quella del recupero di due piloti, che<br />
si ipotizzavano caduti in territorio ostile,<br />
da parte di un A.129.<br />
Il numeroso pubblico presente ha<br />
quindi assistito alla sfilata della Brigata<br />
di formazione - con in coda una nutrita<br />
rappresentanza con Labari<br />
dell’<strong>Associazione</strong> nazionale Aviazione<br />
dell’Esercito (ANAE), con la quale, lo<br />
ricordiamo, l’AAA si gemellerà in occasione<br />
del Raduno di Assoarma previsto<br />
a Torino il mese prossimo per le<br />
celebrazioni del 150° anniversario<br />
dell’Unità d’Italia - e ascoltato la lettura<br />
della “preghiera dell’AVES” al cui<br />
termine vi è stato il sorvolo di saluto di<br />
una formazione composta da 14 elicotteri<br />
di vario tipo e da tre Do.228.<br />
Resta da sottolineare che, per l’occasione,<br />
il Comando dell’AVES ha allestito<br />
una mostra statica dei velivoli<br />
che ha avuto ed ha in dotazione, predisposto<br />
uno stand nel quale erano<br />
esposti materiali ed equipaggiamenti<br />
per il personale di volo e dove avveniva<br />
la proiezione di filmati e pubblicato<br />
un volume celebrativo dei Sessanta<br />
anni dell’AVES stessa.<br />
Le Poste Italiane, infine, erano presenti<br />
con una loro postazione con un<br />
“annullo speciale” emesso per la circostanza.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
(a cura di Michele Mascia)<br />
Istituzione della Cassa di previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />
LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA<br />
E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />
Ultime novità in materia previdenziale<br />
per il personale militare<br />
Con D.P.R. del 4 dicembre 2009, n. 211, è stata istituita, a decorrere dal 1° luglio 2010, la Cassa di Previdenza delle Forze<br />
<strong>Arma</strong>te con l’accorpamento delle preesistenti Casse militari (contestualmente soppresse).<br />
La Cassa di previdenza gestisce i fondi previdenziali in conformità e nei limiti di quanto disposto dalle norme istitutive e<br />
secondo i criteri di uniformità gestionale. Resta ferma la vigente disciplina in materia d’iscrizione, contribuzione ed erogazione<br />
delle prestazioni relative alle singole casse.<br />
I fondi previdenziali che costituiscono la nuova Cassa di Previdenza sono:<br />
- fondo di previdenza ufficiali dell’Esercito Italiano e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri;<br />
- fondo di previdenza ufficiali della Marina Militare;<br />
- fondo di previdenza ufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare;<br />
- fondo di previdenza sottufficiali dell’Esercito Italiano e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri;<br />
- fondo di previdenza appuntati e carabinieri;<br />
- fondo di previdenza sottufficiali della Marina Militare;<br />
- fondo di previdenza sottufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
I fondi predetti, che hanno rilevato la consistenza economico-finanziaria delle casse soppresse, sono dotati di autonomia patrimoniale,<br />
finanziaria e contabile, la cui gestione continuerà a essere distinta e separata. Per il loro funzionamento (compiti gestionali)<br />
dal 1° gennaio <strong>2011</strong>, è stato costituito l’Ufficio di Gestione della Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te, ubicato in<br />
Via Marsala, 104 - Roma, ordinativamente collocato nell’ambito del 1° Reparto dello Stato Maggiore della Difesa.<br />
I compiti decisionali della Cassa di Previdenza sono svolti dal Presidente, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio<br />
dei revisori.<br />
In base alla normativa vigente la Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te liquida/eroga l’indennità supplementare al personale<br />
militare iscritto al rispettivo fondo di appartenenza e l’assegno speciale agli ufficiali dell’Esercito e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri.<br />
Inoltre, può svolgere anche attività creditizia a favore degli iscritti a ogni singolo fondo, qualora le eccedenze<br />
finanziarie lo consentano (attualmente l’attività è sospesa perché in fase di regolamentazione).<br />
Ricordiamo che l’indennità supplementare spetta agli ufficiali e sottufficiali in servizio permanente, nonché agli appuntati e<br />
ai carabinieri, iscritti da almeno sei anni ai fondi previdenziali sopracitati. L’indennità è esente dall’imposta sul reddito delle<br />
persone fisiche (IRPEF), è reversibile ed è liquidata in ragione dell’aliquota del 2% sull’80% dell’ultimo stipendio annuo<br />
lordo percepito in servizio, ivi compresa la 13ª mensilità, moltiplicato per il numero di anni di effettiva iscrizione al fondo. Ai<br />
sottufficiali delle Forze <strong>Arma</strong>te e agli appuntati e carabinieri l’indennità è erogata all’atto del collocamento in congedo,<br />
mentre agli ufficiali è erogata allo scadere del quarto anno dalla data di cessazione dal servizio permanente effettivo, con<br />
le seguenti deroghe, previste dalle disposizioni transitorie di Forza <strong>Arma</strong>ta:<br />
- ufficiali dell’Esercito e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri, allo scadere del secondo anno dalla cessazione dal servizio;<br />
- ufficiali della Marina Militare, 50% dell’ammontare previsto allo scadere del secondo anno e l’altro 50% allo scadere del<br />
terzo anno.<br />
L’assegno speciale, invece, è un assegno vitalizio corrisposto (in aggiunta all’indennità supplementare) agli Ufficiali dell’Esercito<br />
e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri, collocati nella riserva o in congedo assoluto e che abbiano compiuto il 65° anno di età,<br />
le cui misure annue vengono stabilite con decreto del ministero della Difesa e variano in relazione al grado rivestito. L’assegno<br />
speciale è soggetto a tassazione IRPEF, non è reversibile, è corrisposto in un’unica soluzione nel mese di dicembre<br />
di ogni anno. Non spetta in caso di perdita del grado o della pensione.<br />
A fronte dei benefici predetti, gli iscritti ai fondi previdenziali sono soggetti ad una ritenuta pari al 2% sull’80% dello stipendio<br />
lordo (riferita all’indennità supplementare) e di un ulteriore 2% a carico dei beneficiari dell’assegno speciale.<br />
Il nuovo assetto organizzativo della Cassa di Previdenza ha suscitato qualche perplessità tra gli interessati, in servizio e<br />
in pensione, circa gli eventuali riflessi sulle prestazioni spettanti. Al riguardo è da precisare che nulla è cambiato per ciò<br />
che riguarda la separazione, l’autonomia contabile-patrimoniale e le modalità gestionali degli stessi fondi previdenziali.<br />
Inoltre, sono salvaguardati i diritti maturati dagli iscritti.<br />
Le uniche innovazioni, in pratica, riguardano la riorganizzazione degli organi dell’Ente (Presidente, Consiglio di Amministrazione<br />
e Collegio dei Revisori) in quanto adesso sono unici per tutti i fondi, mentre precedentemente ogni Cassa<br />
aveva propri organi. Lo stesso vale per l’Ufficio di gestione della Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te che<br />
adesso è l’unica struttura dell’Amministrazione Difesa preposta allo svolgimento di compiti gestionali di tutti i fondi<br />
previdenziali.<br />
segue<br />
25
LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />
Mancata perequazione automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo<br />
INPS, anno 2008<br />
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 316 del 3 novembre 2010, ha confermato la legittimità costituzionale della legge<br />
n. 247/2007 (Finanziaria 2008), art. 1, comma 19, la quale ha disposto, per l’anno 2008, la sospensione della perequazione<br />
automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo INPS (circa E 3.490 lordi mensili).<br />
La questione di legittimità, per “rilevante e non manifestamente infondato” contrasto della norma con gli artt. 3, 36 e 38<br />
della Costituzione, era stata sollevata dal Giudice del lavoro del Tribunale di Vicenza, accogliendo il ricorso di alcuni pensionati<br />
che lamentavano “la perdita del potere d’acquisto conseguentemente determinatosi con effetti, in via definitiva, anche<br />
sull’ammontare della stessa pensione”.<br />
Alla luce di tale sentenza il recupero del “quantum” per mancata perequazione delle pensioni predette potrà avvenire solo<br />
con un intervento normativo.<br />
26<br />
———-<br />
È da segnalare, infine, che nel corso del Convegno sulle attuali problematiche pensionistiche del personale militare in<br />
servizio ed in congedo, organizzato dall’<strong>Associazione</strong> Nazionale Ufficiali <strong>Aeronautica</strong> (ANUA) il 18 marzo <strong>2011</strong>, presso la<br />
Casa dell’Aviatore, sono emerse alcune importanti novità in materia previdenziale che qui di seguito riportiamo.<br />
Collocamento a domanda in Aspettativa per riduzione di quadri (ARQ)<br />
Il Direttore generale del personale militare (PERSOMIL), gen. CA Mario Roggio, ha illustrato le integrazioni apportate all’istituto<br />
dell’Aspettativa per riduzione dei quadri (ARQ) dalla legge n. 30/2010. La norma stabilisce infatti che, al collocamento<br />
in ARQ d’autorità, si è aggiunta la possibilità per colonnelli e generali, con anzianità contributiva pari a 40 anni o<br />
che si trovino a meno di 5 anni dal limite di età, di essere collocati a domanda in tale posizione.<br />
Pertanto il collocamento in ARQ sarà disposto in base al seguente nuovo ordine prioritario:<br />
- colonnelli e generali in possesso di anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni, al 31 dicembre di ogni anno;<br />
- colonnelli e generali che si trovino a non più di 5 anni dal limite di età alla data del 31 dicembre di ogni anno;<br />
- colonnelli in SPAD;<br />
- colonnelli e generali in SPE.<br />
Revoca della disponibilità all’impiego in ausiliaria<br />
Il Direttore ha poi comunicato il mutato orientamento dell’Amministrazione Difesa nel riconoscere la possibilità di poter revocare,<br />
a domanda, la disponibilità all’impiego nella posizione di Ausiliaria e conseguentemente di poter transitare nella<br />
Riserva.<br />
Ciò è stato determinato dagli effetti provocati dal decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010, (blocco delle retribuzioni<br />
dal <strong>2011</strong> al 2013).<br />
Decreti definitivi di pensione non più soggetti a registrazione<br />
Il col. Luigi Tommasi, capo della 1ª Divisione della Direzione generale delle pensioni militari (PREVIMIL), si è soffermato<br />
sulla decisione del 23 novembre 2010 della Corte dei conti, a Sezioni riunite, con la quale è stato stabilito che i<br />
decreti definitivi di pensione emessi da PREVIMIL, a partire dal 2010, non devono essere più registrati dalla Corte dei<br />
conti.<br />
Pertanto i nuovi provvedimenti pensionistici diventano definitivi con il solo visto della Ragioneria centrale presso il ministero<br />
della Difesa (Bilancentes), con conseguenti riflessi positivi circa la riduzione dei tempi per la liquidazione dei decreti<br />
stessi (ivi compresi eventuali interessi legali) da parte dell’INPDAP.<br />
Tassazione IRPEF indennità di aeronavigazione<br />
Lo stesso relatore di PREVIMIL ha esplicitato la sentenza n. 36 del 21.4.2010, emessa della Commissione regionale tributaria<br />
della Toscana circa l’accoglimento (in appello) di un ricorso proposto da alcuni ufficiali volto ad ottenere la tassazione<br />
IRPEF al 50% della indennità di aeronavigazione confluita nel trattamento pensionistico. Premettendo che sulla<br />
questione altre Commissioni tributarie hanno emesso sentenze sfavorevoli per i ricorrenti, il col. Tommasi ha chiarito che<br />
- al momento - il Testo unico imposte dirette (TUIR) prevede la tassazione al 50% di tale indennità solo sul trattamento<br />
economico di servizio (come elemento retributivo distinto) mentre in congedo, essendo inglobata nella voce pensione,<br />
soggiace interamente alla tassazione IRPEF.<br />
Pertanto tale problema può essere risolto solo con un intervento normativo.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 27<br />
Un folto numero di divise azzurre ha riempito,<br />
il 5 e 6 maggio, l’anfiteatro del Centro Alti<br />
Studi Difesa (CASD) a significare che il tema<br />
era di grande interesse professionale. Con loro i<br />
rappresentanti della grande, media e piccola industria<br />
italiana del settore. Il numero di partecipanti<br />
al seminario è stato quello delle grandi occasioni.<br />
La sala si è subito riempita confermandoci così,<br />
senza dover far ricorso ai registri delle presenze,<br />
che sono state circa 300 le persone che hanno aderito<br />
al convegno. I timori sulle presenze al secondo<br />
giorno dei lavori si sono anche quelli dissipati rapidamente<br />
per il puntuale arrivo in sala di un numero<br />
altrettanto importante di uditori complice l’importante<br />
panel sui lanciatori.<br />
Al seminario ci si è arrivati con un impegnativo lavoro<br />
di preparazione portato avanti da un Gruppo di<br />
Lavoro (GDL) che ha visto interagire per oltre un anno<br />
e mezzo, esponenti del CESMA, dell’Università,<br />
dell’AM e dell’industria. L’ambizione degli organizza-<br />
Il gen. Valente mentre fa gli onori di casa<br />
Attività del CESMA<br />
tori, come ha ben<br />
precisato nel discorso<br />
introduttivo il gen.<br />
Nazzareno Cardinali,<br />
nuovo direttore del<br />
CESMA, non era certo<br />
quella di risolvere<br />
tutti i problemi sul<br />
tappeto, bensì quello<br />
di saggiare innanzi<br />
tutto il grado di interesse<br />
delle istituzioni<br />
in merito a questo argomento<br />
e, secondariamente,<br />
quello di<br />
gettare le basi per la<br />
definizione di una road-map<br />
per il settore<br />
specifico che precisi<br />
obiettivi, tempi e,<br />
soprattutto, finanziamenti.<br />
L’ASSOCIAZIONE<br />
ARMA AERONAUTICA<br />
Si è concluso con un grande successo il seminario internazionale<br />
di due giorni sui piccoli satelliti aviolanciati organizzato dal nostro<br />
Centro Studi Militari Aeronautici in collaborazione con<br />
l’Università “La Sapienza” di Roma e con il contributo dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare e dell’Agenzia Spaziale Italiana.<br />
HIGH TECH SMALL SAT MISSIONS<br />
Il gen. Parisi saluta i presenti all'apertura<br />
dei lavori<br />
È del tutto evidente che un discorso del genere andava<br />
fatto ad un uditorio composto anche da politici.<br />
Purtroppo, concomitanti eventi di politica<br />
estera, tra i quali la presenza in Italia proprio in<br />
quei giorni del Segretario di Stato americano, Hillary<br />
Clinton, hanno fatto sì che sia il ministro della<br />
Difesa Ignazio La Russa con i suoi sottosegretari,<br />
che il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini<br />
non abbiano potuto all’ultimo momento partecipare<br />
anche se quest’ultima ha mandato una lettera di<br />
complimenti e di incitamento a proseguire sulla<br />
strada intrapresa.<br />
Con il saluto del gen. Pietro Valente, nelle vesti di padrone<br />
di casa per l’assenza dell’amm. Marcantonio<br />
Trevisani, presidente del CASD in missione all’estero,<br />
ha avuto inizio la lunga serie di interventi che si sono<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 27<br />
segue
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 28<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Il gen. Cardinali e prof. Gaudenzi co-chairmen del convegno<br />
susseguiti nei due giorni senza, peraltro, che decadesse<br />
mai l’attenzione degli ascoltatori. L’uditorio è<br />
stato introdotto nel tema a piccoli passi in un crescendo<br />
continuo di interesse che ha visto il suo apice<br />
il secondo giorno quando, abbandonati gli aspetti più<br />
generali e dottrinari, si è scesi nel difficile ed appassionante<br />
terreno delle sperimentazioni pratiche del<br />
lancio da velivolo, con relative problematiche.<br />
L’inizio non poteva partire che dal ricordo del gen.<br />
Luigi Broglio fatto dal presidente nazionale AAA,<br />
gen. Gianbortolo Parisi, essendo quest’anno il centenario<br />
della sua nascita ed il decennale della sua morte<br />
(v. anche l’articolo del gen. Cardinali a pag. 10 di<br />
<strong>Aeronautica</strong> n. 2/<strong>2011</strong>).<br />
Broglio, con i suoi studi e le sue concrete realizzazioni<br />
(pensiamo al Poligono equatoriale di Malindi) aveva<br />
collocato l’Italia al terzo posto nel mondo per<br />
capacità aerospaziali facendoci capire con lungimiranza<br />
quello che solo oggi, con ritardo, cerchiamo di<br />
affermare e cioè che lo spazio è la naturale prosecuzione<br />
dell’attività aeronautica nell’atmosfera e, pertanto,<br />
di specifico interesse dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />
Oggi, ed il seminario lo ha dimostrato, appare ormai<br />
chiaro che il piccolo satellite non significa più un<br />
qualcosa a basso prezzo, di breve durata e con una<br />
tecnologia di basso valore (off the shelf, come si usa<br />
dire nel gergo industriale, cioè già disponibile sul<br />
mercato) perchè tra l’off the shelf e la tecnologia di<br />
lunga durata c’è tutta una gamma tecnologica che va<br />
sviluppata e applicata. Oggi, per questo tipo di satelliti,<br />
va adeguatamente sviluppata una tecnologia del<br />
plug and play (attaccare la spina ed utilizzarlo) che<br />
consenta flessibilità di impiego, interoperabilità e rapidità<br />
di messa in orbita.<br />
Alla base di tutto, poi, vi è il problema economico<br />
ben evidenziato dall’ing. Remo Pertica, presidente<br />
dell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio<br />
la Difesa e la Sicurezza) il quale ha auspicato<br />
quella che ormai è un’esigenza da più parti avvertita<br />
e cioè di una programmazione di investimenti di<br />
28<br />
tutto rispetto che impedisca la polverizzazione delle<br />
poche risorse disponibili in rivoli inutili e scarsamente<br />
efficaci.<br />
Ma, tecnicamente parlando, il problema della piattaforma<br />
di lancio rimane il più grande. Abbandonato il<br />
poligono stanziale tipo Malindi, da dove può lanciare<br />
un Paese come l’Italia a forte densità abitativa, senza<br />
rischi per la popolazione? Poiché questi satelliti non<br />
sono satelliti ad orbita equatoriale geostazionaria,<br />
ma di solito con un’orbita polare, è evidente che l’uso<br />
di una piattaforma aerea, sia essa costituita da un velivolo<br />
da trasporto che da un velivolo da caccia, per<br />
l’Italia è l’unica via perseguibile in quanto consente<br />
la rapidità di spostamento nella zona più favorevole<br />
per lo sgancio, senza la necessità di importanti e poco<br />
flessibili strutture a terra.<br />
Ma, poiché portare un satellite col suo lanciatore in<br />
quota non è semplice, per i volumi ed i pesi relativi<br />
che esso comporta, strettamente connesso al problema<br />
della piattaforma di lancio e delle modifiche<br />
strutturali che essa richiede vi è quello del peso e della<br />
grandezza del satellite.<br />
Ma quando un satellite è considerato piccolo?<br />
La tabella esposta dall’ing. Enrico Saggese, presidente<br />
dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel corso dell’illustrazione<br />
della vision dell’agenzia sul problema<br />
dei piccoli satelliti apre la mente a prospettive inimmaginabili.<br />
DEFINIZIONE PESO DIMENSIONI IN CM.<br />
Minisatelliti 100-500 Kg Generazione Globstar<br />
Microsatelliti 10-100 Kg 50 x 50<br />
Nanosatelliti 1-10 Kg 10 x 10<br />
Picosatelliti Fino a 1 kg 1,5 x 3<br />
(Quelle di un piccolo chip!)<br />
Un rapido conto illustrato a sostegno della tesi dell’ASI,<br />
che nella sua programmazione non ha considerato<br />
investimenti per il settore degli aviolanciati, ha<br />
Alcune delle autorità presenti al convegno<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 29<br />
permesso di rilevare che per i satelliti geostazionari il<br />
costo di lancio si aggira attorno ai 20.000 euro/kg che<br />
diventano 40.000 euro/kg se si considera il sistema<br />
per la circolarizzazione dell’orbita che ne fa raddoppiare<br />
il peso. Non solo, ma tale costo è uguale anche<br />
per orbite più basse. Per tale motivo la soluzione preferita<br />
è stata quella di investire in un lanciatore pesante<br />
tipo Vega con possibilità di messa in orbita di<br />
più satelliti nella stessa missione. I piccoli satelliti<br />
non sono a parere di ASI satelliti di minor costo. Essi<br />
vengono visti piuttosto come parte di un insieme di<br />
più satelliti, dove i più piccoli, con le loro specifiche<br />
funzioni, trasmettono a bassa potenza al satellite madre<br />
che è vicino e che a sua volta trasmette a terra le<br />
informazioni. Essi non sono dunque dei competitori<br />
con l’esistente, ma certamente complementari.<br />
Nonostante la posizione di ASI non sia stata condivisa<br />
dagli altri relatori, essa non significa, a detta del<br />
prof. Saggese, che il settore vada trascurato ma solo<br />
che la momento non è una priorità ASI.<br />
Ma se il costo al kg è uguale, ci dice l’ing. Fabrizio<br />
Petrosino di Space Engineering, dobbiamo operare<br />
per far sì che per i piccoli satelliti tale costo si riduca<br />
sensibilmente.<br />
Comunque la si voglia vedere, questi satelliti pongono<br />
delle sfide in termini di performance e di operatività<br />
che saranno certamente una funzione diretta dei<br />
finanziamenti.<br />
Per quanto riguarda l’AM, sappiamo bene che per lei<br />
l’ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition,<br />
Reconnaissance) è fondamentale, come sta dimostrando<br />
attualmente la crisi libica. Anzi, con le<br />
potenzialità che può esprimere il suo Reparto Sperimentale<br />
Volo (RSV) essa potrebbe, a detta del gen.<br />
Giuseppe Marani, intervenuto al seminario in rappresentanza<br />
del capo di Stato Maggiore impegnato<br />
altrove, collaborare allo sviluppo di piccoli satelliti.<br />
Per la Forza <strong>Arma</strong>ta, il fatto di poter avere un accesso<br />
autonomo allo spazio è un obiettivo strategico di<br />
massima importanza perché esso sottintende la rapidità<br />
della messa in orbita e, soprattutto, la riservatezza<br />
del lancio. Inoltre i mini-satelliti sembrano offrire<br />
quello che viene definito il graeter value for money.<br />
Rimane, ovviamente, il grande problema della fusion<br />
tra questa messe di dati oggi a disposizione, ma ciò<br />
esula momentaneamente dal nostro discorso. Esiste,<br />
poi, anche l’ipotesi, non certo remota, di un impiego<br />
duale di questi satelliti con conseguenti problemi<br />
connessi alla valutazione di questa possibilità. Si<br />
tratta, infatti, di confrontare le proprie esigenze con<br />
quelle delle altre agenzie, farne una traduzione tecnica<br />
per vedere ciò che è sovrapponibile e ciò che, viceversa,<br />
deve avere il requisito dell’esclusività. Si<br />
potrebbero ipotizzare anche dei satelliti civili con<br />
una piccola parte militare o viceversa. Ad ogni buon<br />
conto, il concetto della multiproprietà di derivazione<br />
immobiliare acquista anche in questo settore una<br />
certa valenza.<br />
Diventa essenziale, allora, ci dice l’ing. Demetrio La-<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
PROVA TITOLO<br />
bate di Selex Galileo, che la FA faccia un tayloring sui<br />
requisiti operativi reali sfuggendo alle suggestioni dei<br />
ricercatori universitari. Dobbiamo, infatti, capire bene<br />
quali missioni essi potrebbero soddisfare con sicurezza<br />
e ciò lo si può fare solo se si è stati in grado<br />
di capire per tempo tutti i fattori di criticità connessi<br />
in particolar modo alla piattaforma ed al payload.<br />
Ma una delle conferenze più convincenti esposte nel<br />
corso del seminario è stata certamente quella della<br />
signora Rachel Villain di Euroconsult perchè ci ha<br />
posto dinnanzi ad un’analisi di mercato che lascia<br />
intendere quanto possano essere importanti le prospettive<br />
in questo settore. Si pensi che dal 1999 al<br />
2010 sono stati lanciati ben 274 piccoli satelliti con<br />
una media di 23 satelliti/anno, se si escludono le costellazioni<br />
per le comunicazioni commerciali come<br />
Orbcom, Goness e Globstar che farebbero aumentare<br />
il volume di satelliti di altre 100 unità. Nel periodo<br />
<strong>2011</strong>-2013 è prevista la messa in orbita di altri<br />
78 satelliti con un incremento del 13%. Il lancio di<br />
questi satelliti è stato richiesto da organizzazioni civili,<br />
militari e da agenzie governative di vari paesi.<br />
La ripartizione delle esigenze nei prossimi 15 anni<br />
vede le seguenti percentuali: Europa 24%, Nord<br />
America 27%, Medio Oriente e Nord Africa 9% Russia<br />
13% con richieste orientate soprattutto all’osservazione<br />
della Terra. Ce n’è per tutti. La materia è<br />
emergente. Tecnologie abilitanti, modularità, standardizzazione,<br />
road-map sembrano essere le chiavi<br />
per un accesso dell’Italia in questo mercato mondiale<br />
appetitoso. Il convegno del CESMA ha avuto proprio<br />
il compito di dare questa contezza e di<br />
evidenziare la situazione positiva, ha commentato<br />
con soddisfazione il dott. Luigi Pasquali di Thales<br />
Alenia Space<br />
Certo, le aziende aerospaziali dovranno essere in grado<br />
di essere innovative e, nello stesso tempo, redditive.<br />
Si tratta dunque di vedere cosa manca e di capire<br />
con quali tecnologie possiamo cercare di risolvere il<br />
Il gen. Tosi, comandante della Squadra Aerea, ha presieduto il<br />
secondo panel "New Missions and Operational Concepts"<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 29<br />
segue
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 30<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Il gen. Esposito ed il dott. Ancarola hanno presieduto il terzo<br />
panel "New Launching Strategies"<br />
problema. Ma il tutto deve essere fatto in tempi relativamente<br />
brevi. Il mercato richiede di realizzare i satelliti<br />
in tempi rapidi, lanciarli in tempi rapidi,<br />
poterli utilizzare in tempi rapidi rendendoli federabili<br />
con quelli che già esistono.<br />
Per fare ciò, la disponibilità di una piattaforma volante<br />
sembrerebbe essenziale per il nostro Paese.<br />
I velivoli da trasporto disponibili attualmente richiedono<br />
trasformazioni importanti. In Usa si<br />
stanno sfruttando le esperienze positive di trasporto<br />
dello Shuttle sul dorso del Jumbo. Se poi pensiamo,<br />
per esempio, all’uso di un C-130J possiamo<br />
subito notare che dovrebbero essere apportate delle<br />
modifiche importanti che dovrebbero essere certificate<br />
e ciò significherebbe il coinvolgimento del<br />
costruttore che non è nazionale. Esistono, infatti,<br />
problemi strutturali per un atterraggio a pieno carico<br />
nel caso di mancato rilascio del missile. Per<br />
non parlare poi dei problemi di centraggio durante<br />
la fuoriuscita dello stesso. Per quanto riguarda<br />
la tecnica di lancio si potrebbe pensare all’estrazione<br />
del carico con un paracadute estrattore, come<br />
già avviene per i carichi pesanti, alla<br />
verticalizzazione del missile sempre con paracadute,<br />
al rilascio dello stesso ed alla sua accensione.<br />
Un’altra ipotesi è quella della fuoriuscita per gravità<br />
da un velivolo in assetto cabrato. In questo caso<br />
il problema della stabilizzazione verticale del<br />
missile prima della sua accensione non sarebbe un<br />
problema di poco conto.<br />
Ma l’aspetto più penalizzante è certamente la necessità<br />
di aprire i portelloni depressurizzando in questo<br />
modo il velivolo.<br />
Il lancio dalla posizione ventrale di un velivolo tipo<br />
Tornado potrebbe sembrare una soluzione migliore<br />
anche perché ci sono già i punti di attacco. Si tratta,<br />
peraltro, di realizzare un vettore di lancio che abbia<br />
la stessa morfologia.<br />
30<br />
Come si può vedere, si tratta di prospettive appassionanti<br />
ma ancora piene di tanti interrogativi che dovranno<br />
essere necessariamente affrontati per<br />
costruire un futuro al nostro Paese anche nel settore<br />
dei piccoli satelliti.<br />
Costruire il futuro, ha concluso il dott. Biagio Ancarola,<br />
consigliere del ministro Mariastella Gelmini,<br />
vuol dire costruire delle persone. Il problema delle risorse<br />
esiste ma è al terzo posto. Prima vengono la<br />
persona ed i progetti.<br />
La conclusione del seminario è ben sintetizzata<br />
nelle parole del co-chairman, prof. Paolo Gaudenzi,<br />
il quale ha evidenziato, con una citazione, che il<br />
successo di un’impresa è il risultato di genio e sudore,<br />
cioé di una fase di concezione e di una fase,<br />
forse più faticosa, di realizzazione. Il percorso fatto<br />
è stato pienamente condiviso. Si è condivisa la fase<br />
del genio, ha detto, ed ora resta da condividere la<br />
fase del sudore. Si sono viste potenzialità e criticità,<br />
ora si tratta di saper rispondere alle esigenze. Il<br />
programma che abbiamo di fronte è molto, troppo<br />
frammentato per cui si avverte assolutamente la<br />
necessità di una regia, di una visione di sintesi, ed<br />
in questa fase il ruolo del CESMA può ancora essere<br />
significativo, come ci ha detto il gen. Cardinali il<br />
quale ha lanciato l’ipotesi di un GDL permanente<br />
in seno al CESMA dove convergano rappresentanti<br />
dell’AM, dell’Università e dell’industria, al fine di<br />
definire una road-map con requisiti, priorità, tempi<br />
e finanziamenti che possano portare alla realizzazione<br />
di un dimostratore di tecnologie facendo ricorso,<br />
se possibile, a finanziamenti europei.<br />
La grande avventura è appena all’inizio, ha concluso<br />
il nostro presidente gen. Parisi.<br />
Giancarlo Naldi<br />
Il gen. Parisi ringrazia i presenti alla chiusura dei lavori<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 31<br />
Bassano del Grappa<br />
Presidente: gen. BA Francesco Gianesin;<br />
vice presidenti: ten. col. pil.<br />
Renato Ferrari e Navilio Schiavon;<br />
segretario: m.llo sc. Angelo Zarpellon;<br />
tesoriere: m.llo sc. Francesco<br />
Lovergine; consiglieri: serg. Adriano<br />
Agnoli, Giacomo Berti, av. Tiziano<br />
Campagnolo, av. Eros Ferrarese,<br />
m.llo sc. Aldo Meneghini e 1° av. Attilio<br />
Zighetti; rappresentante dei soci<br />
aggregati: Emanuel Ferraro.<br />
Calvisano<br />
Presidente: Roberto Saleri; vice presidente:<br />
Camillo Sabatino; segretario:<br />
Giuseppe Binosi; consiglieri:<br />
Fernando Conti, Sergio De Leo,<br />
Nunzio Liguori, Mario Piotto, Flaviano<br />
Reghenzi e Luciano Zanoni.<br />
Cesano Maderno<br />
Presidente: Lino Fiorin; vice presidente:<br />
Miladino Giacomini (anche<br />
PROMOZIONI<br />
A capitano<br />
- Giovanni Marinelli (sezione<br />
di Rimini).<br />
A luogotenente<br />
- Corrado Di Blasi (sezione<br />
di Rimini);<br />
- Bruno Francesco Rea (sezione<br />
di Frosinone).<br />
A 1° aviere scelto<br />
- Fernando Gentile (sezione<br />
di Cisterna di Latina).<br />
SOCI CHE SI FANNO<br />
ONORE<br />
Il socio Livio Luccioli, fondatore<br />
della sezione di Foligno,<br />
è stato insignito del<br />
titolo di “Maestro del commercio”<br />
per i 40 anni di<br />
gestione della propria attività<br />
commerciale in quella<br />
città.<br />
LAUREE<br />
In economia aziendale<br />
- Piermario Vespo, figlio del<br />
socio lgt. Giacomo (sezione<br />
di Vizzini).<br />
In economia politica<br />
- Claudia Isabella Campa,<br />
RINNOVO CARICHE<br />
tesoriere); segretario: Pierpaolo<br />
Crippa; consiglieri: Enrico Borgonovo,<br />
Gianni Ferri, Ferdinando Mariani,<br />
Carlo Vaghi e Mario Zavan:<br />
rappresentante dei soci aggregati:<br />
Roberto Vassallo.<br />
Guidonia<br />
A seguito delle dimissioni dei consiglieri<br />
Salvatore Aiello, Vittorio<br />
Lombardo e Sandro Montesi,<br />
l’assemblea generale dei soci ha<br />
eletto al loro posto G.Battista Ciccotti,<br />
Angelo Mazzelli e Antonio<br />
Valentino.<br />
Jacotenente<br />
Presidente onorario: col. Elia<br />
D’Onofrio; presidente: magg. Domenico<br />
Cuozzo; vice presidenti: m.llo<br />
sc. Antonio Gualtieri e aiut. Giovanni<br />
Tartaglione (anche tesoriere); segretario:<br />
aiut. Angelo Marangi;<br />
consiglieri: aiut. Enzo Bonifacio,<br />
m.llo sc. Mario d’Errico, lgt. Antonio<br />
Maggiani e aiut. Matteo Santo-<br />
( AVVENIMENTI LIETI (<br />
figlia del socio serg. magg.<br />
Pietro (sezione di Maglie).<br />
In giurisprudenza<br />
- Serena Rizzato, figlia del<br />
socio m.llo sc. Salvatore<br />
(sezione di Lecce).<br />
In ingegneria meccanica<br />
- Francesco De Cillis, figlio<br />
del socio Domenico (sezione<br />
di Ostuni).<br />
In psicologia clinica, dinamica<br />
delle persone, organizzazioni<br />
e comunità<br />
- Emanuela Carcione, figlia<br />
del socio lgt. Mario (sezione<br />
di Cassino).<br />
In scienze infermieristiche<br />
- 1° m.llo Luca Rossi, figlio<br />
del socio Giovanni (sezione<br />
di Frosinone).<br />
In scienze tecniche delle attività<br />
motorie<br />
- Angela Lanzillotti, figlia<br />
del socio Domenico (sezione<br />
di Ostuni).<br />
In scienze della formazione<br />
primaria<br />
- Elsa Bellagamba, figlia del<br />
socio Enzo (sezione di Rimini).<br />
DOTTORATI<br />
Di ricerca in ingegneria industriale<br />
- socio Renzo Bonicoli (sezione<br />
di Val d’Era)<br />
NOZZE D’ORO<br />
Le hanno felicemente festeggiate:<br />
- il socio Umberto Di Pietro<br />
con la signora Estella (sezione<br />
di Pavia);<br />
- il socio Gianluigi Magnani<br />
con la signora Mariagiovanna<br />
(sezione di Andora);<br />
- il socio m.llo sc. Antonio<br />
Masciulli con la signora<br />
Adriana (sezione di Pescara);<br />
- il socio Marcello Sacchetti<br />
con la signora Annunziata<br />
(sezione di Montréal);<br />
- il socio Michelino Trapani<br />
con la signora Lidia (sezione<br />
di Rimini).<br />
NOZZE<br />
Si sono uniti in matrimonio:<br />
- il socio Michele Faà con la<br />
signorina Valentina Serne-<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
ro; rappresentante dei soci aggregati:<br />
sig.ra Anna Rollo.<br />
Treviso<br />
L’assemblea dei soci ha eletto a presidente<br />
onorario della sezione il gen.<br />
SA Luciano Casarsa.<br />
Verona<br />
Presidente: m.llo sc. Nicola Ferrara;<br />
vice presidenti: col. Raffaele Conte e<br />
cap. Rosario Naddeo; segretario:<br />
m.llo sc. Alberto Scarpa; tesoriere:<br />
av. Mario Zanetti; consiglieri: 1° av.<br />
Mario Fezzi, 1° av. Bruno Gallio,<br />
col. Marco Grespi, av. sc. Enzo Monico,<br />
m.llo sc. Alessandro Rubano,<br />
1° av. Marco Stevanella e m.llo sc.<br />
Gianfranco Vetrali; capo nucleo di<br />
Nogara: av. Mario Tironi.<br />
Valdarno Superiore<br />
Il cap. Riccardo Bartolini è stato nominato<br />
capo del nucleo di Valdarno<br />
Superiore.<br />
si (sezione di San Gavino<br />
Monreale).<br />
CULLE<br />
- Il socio Cristian Brunello<br />
e la signora Alessia annunciano<br />
la nascita del primogenito<br />
William (nucleo di<br />
Cogollo del Cengio).<br />
- Il socio serg. magg. Massimo<br />
Faà e la signora Simonetta<br />
annunciano la<br />
nascita del primogenito<br />
Lorenzo (sezione di San<br />
Gavino Monreale).<br />
- Il socio m.llo 2ª cl. Roberto<br />
Flora e la signora Antonella<br />
annunciano la nascita<br />
della primogenita Michela<br />
(sezione di Vallo di Diano).<br />
- Il socio av. capo Mauro<br />
Francesca e la signora<br />
Laura annunciano la nascita<br />
del primogenito Cristian<br />
(sezione di Cisterna<br />
di Latina).<br />
- La socia Teresa Insero ed il<br />
consorte Pietro Schember<br />
annunciano la nascita di<br />
Claudia (sezione di Caserta).<br />
- Il socio Alessandro Trevisi e<br />
la signora Manuela annunciano<br />
la nascita di Viola (sezione<br />
di Campi Salentina).<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 31
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 32<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Cassino<br />
La sezione ha ora anche il seguente sito web il cui<br />
link è: www.aaasezionedicassino.com<br />
Jacotenente<br />
La sezione ha ora anche i seguenti indirizzi<br />
e.mail: presidenza@aaajacotenente.it oppure<br />
segreteria@aaajacotenente.it<br />
Noicattaro<br />
Il nuovo indirizzo del nucleo è - Nucleo AAA, Corso<br />
Umberto I, n. 45 - 70016 Noicattaro (BARI) e il<br />
cognome del capo nucleo è Dicintio e non Dicinto<br />
come riportato sul sito.<br />
Pinerolo<br />
La sezione può essere contattata via e.mail al seguente<br />
indirizzo: assoaeronautica.Pinerolo@gmail.com<br />
Valdarno Superiore<br />
Il nucleo ha ora sede in Viale Matteotti,16 -<br />
52025 Montevarrchi (AR) - telef/fax: 055 982937,<br />
cell. 380 5136334.<br />
32<br />
NUOVI INDIRIZZI<br />
Caro amico,<br />
dove sei?<br />
Il socio 1° av. marc. Bruno Giaretta della<br />
sezione di Vicenza, secondo da destra nella<br />
foto, chiede ai commilitoni che si riconoscono<br />
nella stessa fatta a Padova la<br />
Domenica delle palme del 1946, di contattarlo<br />
al seguente recapito: Bruno Giaretta, Via<br />
M. Cengio n. 16, 36013 Piovene-Rocchette<br />
(Vicenza), telef. 0445 650623.<br />
RADUNI<br />
3° Corso motoristi AM<br />
È in fase di organizzazione il raduno del 3° Corso<br />
motoristi che, in occasione del 60° anniversario dell’arruolamento<br />
dei frequentatori, avrà luogo al Museo<br />
Storico AM di Vigna di Valle l’8 ottobre prossimo.<br />
Gli interessati a parteciparvi sono invitati a comunicare<br />
la propria adesione a Enrico Ciato - Via Danimarca<br />
n. 57, 00040 Pomezia (Roma), telef. 06<br />
9157239, e.mail: enricokato@alice.it oppure a<br />
Mario Capanna, Via Enrico Mizzi n. 1, 00149 Roma,<br />
telef. 06 55266627, e.mail: mario,capanna@fastwebnet.it<br />
SOSTENITORI DI<br />
“AERONAUTICA”<br />
Signora Ada Bernardini E 50,00<br />
Cesare Melis “ 25,00<br />
col. RO Manlio Pietrafaccia “ 21,00<br />
Ezio Stella “ 21,00<br />
Aldo Vangi “ 21,00<br />
Pagine di<br />
vecchi album<br />
La foto qui pubblicata, tratta da quelle conservate<br />
dal socio 1° av. Duilio Ciccarelli di Macerata<br />
e pervenuta al presidente regionale<br />
AAA delle Marche dalla figlia dello scomparso,<br />
mostra il socio sopracitato (secondo in piedi da sinistra)<br />
ed alcuni suoi commilitoni, in posa davanti<br />
ad un biplano mentre prestavano servizio nel<br />
maggio 1928 all’aeroporto “Natale Palli” di Parma.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 33<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
SEZIONI E NUCLEI<br />
LOMBARDIA<br />
Assemblea regionale annuale dei presidenti<br />
delle sezioni AAA lombarde<br />
Il16 aprile, ospitata dal 6°<br />
Stormo comandato dal col.<br />
pil. Francesco Vestito, ha<br />
avuto luogo a Ghedi l’Assemblea<br />
regionale annuale<br />
dei presidenti delle sezioni<br />
AAA della Lombardia alla<br />
quale ha preso parte anche<br />
il gen. SA Giulio Mainini<br />
che ha illustrato le funzioni<br />
dell’AAA in seno alla<br />
Protezione Civile.<br />
Inaugurato a Gambara il monumento<br />
al gen. Francesco De Micheli<br />
L’8 maggio, su iniziativa del<br />
presidente dell’Archivio sto-<br />
rico del comune di Gambara<br />
(Brescia), Alberto Bonet-<br />
ti Lorenzetti, è stato inaugurato<br />
in quella cittadina -<br />
a cura della locale amministrazione<br />
comunale - il parco<br />
e il monumento dedicati<br />
al pluridecorato al VM gen.<br />
pil. Francesco De Micheli,<br />
sepolto nella tomba di famiglia<br />
di quel cimitero.<br />
Alla cerimonia erano pre-<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Osio Sotto<br />
Celebrato il 40° anniversario<br />
della costituzione del nucleo<br />
Il 9 e il 10 aprile il nucleo<br />
ha festeggiato il suo<br />
40° anniversario di costituzione<br />
con alcune<br />
manifestazioni che hanno<br />
compreso l’esposizione<br />
di una riproduzione<br />
del velivolo Tornado<br />
nella piazza del paese e<br />
il corteo - con tutti i labari<br />
provinciali - che<br />
ha raggiunto il monumento<br />
dell’aviere dove,<br />
alla presenza delle autorità<br />
civili e militari, è<br />
stato celebrato il rito<br />
religioso e scoperto un<br />
monumento rappresentante<br />
un’aquila,<br />
simbolo degli aviatori.<br />
FRIULI-VENEZIA GIULIA<br />
Spilimbergo<br />
Donato un quadro a Lech Walesa<br />
In occasione della sua permanenza<br />
in Italia per la<br />
beatificazione di Giovanni<br />
Paolo II, il fondatore di So-<br />
senti, tra gli altri, il sindaco<br />
Tiziana Panigara, il comandante<br />
del 51° Stormo (reparto<br />
a suo tempo<br />
comandato dal gen. De Micheli)<br />
col. pil. Enrico Carettini,<br />
una rappresentanza<br />
del 6° Stormo e il presidente<br />
regionale della Lombardia<br />
m.llo Giancarlo Milani.<br />
lidarnosc, premio Nobel<br />
per la pace e già presidente<br />
della Polonia Lech Walesa,<br />
si è recato a Spilimbergo<br />
segue<br />
33
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 34<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
dove ha ricevuto dal capo<br />
del locale nucleo AAA, nonché<br />
artista, Cesare Serafino,<br />
un quadro da questi<br />
realizzato e intitolato “Stelle<br />
- Karol ora vive su una<br />
stella”, omaggio alla figura<br />
del Pontefice scomparso.<br />
Nella stessa circostanza il<br />
Trieste, Istria Fiume e Dalmazia<br />
34<br />
Conferenza su El Alamein<br />
Il 5 maggio il presidente<br />
della sezione, prof. Giovanni<br />
Battista Carulli, ha<br />
tenuto una conferenza su<br />
“Ricordi di una visita a El<br />
Alamein”, visita avvenuta<br />
durante il viaggio in Egitto<br />
organizzato dalla presidenza<br />
nazionale nello scorso<br />
ottobre (vedi pag. 28 di <strong>Aeronautica</strong><br />
n. 11/2010).<br />
sindaco di Spilimbergo<br />
Renzo Francesconi ha donato<br />
all’illustre visitatore<br />
una cartella di grafica e<br />
fotografie dal titolo: “In<br />
volo verso l’azzurro cielo<br />
di Spilimbergo” realizzata<br />
con la collaborazione della<br />
sezione AAA di Udine.<br />
La conferenza, svoltasi in<br />
una sala, cortesemente<br />
concessa, della nuova sede<br />
della sezione triestina della<br />
Lega Navale Italiana, ha<br />
visto la partecipazione di<br />
un folto pubblico tra il<br />
quale il col. Luca Andreani,<br />
comandante del 2° Rgt.<br />
Piemonte Cavalleria, il<br />
gen. Antonio Basile, presi-<br />
dente della Federazione<br />
Grigioverde e numerosi<br />
soci dell’AAA, dell’<strong>Associazione</strong><br />
Marinai d’Italia e<br />
della Lega Navale Italiana.<br />
Commentata una serie di<br />
immagini e dopo un’introduzione<br />
sui Reparti protagonisti<br />
della battaglia di El<br />
Alamein e sulle sue fasi,<br />
l’oratore si è soffermato<br />
sulla visita al Sacrario, che<br />
ospita 4814 spoglie di nostri<br />
Caduti, dei quali 2349<br />
ignoti, sull’osservatorio di<br />
Q. 33 e sulla nobile figura<br />
di Paolo Caccia Dominioni.<br />
LIGURIA<br />
Particolare commozione<br />
ha suscitato, in chiusura,<br />
la lettura del frammento di<br />
rievocazione dello scrittore<br />
e giornalista Paolo Monelli<br />
pubblicato nel sopracitato<br />
numero di <strong>Aeronautica</strong>.<br />
Tra i diversi interventi finali<br />
è stata particolarmente<br />
applaudita la testimonianza<br />
del novantaduenne socio<br />
Umberto Giona, che<br />
nel 1942 partecipò alle battaglie<br />
di El Alamein come<br />
motorista del 92° Gruppo<br />
della Regia <strong>Aeronautica</strong> sul<br />
campo di Fuka.<br />
Assemblea ordinaria dei presidenti delle<br />
sezioni AAA della Liguria<br />
Il 17 aprile, sull’aeroporto<br />
di Villanova d’Albenga, ha<br />
avuto luogo l’Assemblea<br />
ordinaria dei presidenti<br />
delle sezioni AAA della Liguria<br />
alla quale hanno<br />
Genova<br />
partecipato quelli di Albenga,<br />
Imperia, Savona,<br />
Andora, La Spezia, Tigullio<br />
e i capi nuclei di Caretto<br />
di Cairo e Ventimiglia.<br />
Mostra “Strade e aviatori”<br />
Il Gruppo ricerche storiche<br />
della sezione, che si<br />
propone di promuovere la<br />
conoscenza del mondo<br />
dell’aviazione attraverso<br />
documenti, fotografie, reperti<br />
e memorie, ha allestito<br />
dal 9 al 17 aprile<br />
scorsi nella sede della regione<br />
Liguria la Mostra<br />
“Strade e aviatori” volta a<br />
far conoscere la vita dei<br />
personaggi legati al mondo<br />
dell’aviazione ed ai<br />
quali la città ha dedicato<br />
una via o una piazza.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 35<br />
La mostra, aperta con ingresso<br />
libero al pubblico,<br />
ha avuto numerosi visita-<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />
EMILIA ROMAGNA<br />
Ferrara<br />
Collaborazione alla terza edizione<br />
di “Vola in festa”<br />
Il 7 ed 8 maggio si è svolta,<br />
presso l’Aeroclub di<br />
Ferrara, la 3a edizione<br />
della manifestazione “Vola<br />
in Festa”, organizzata<br />
dalla ONLUS “Vola nel<br />
Cuore” che si propone di<br />
donare serenità e sorrisi<br />
ai bambini ospedalizzati<br />
od in stato di bisogno. La<br />
Sezione ferrarese della<br />
nostra <strong>Associazione</strong> ha<br />
collaborato con il Comando<br />
Operazioni Aeree all’allestimento<br />
di una mostra<br />
storico-fotografica sull’Ae-<br />
tori interessati alle vicende<br />
dei propri concittadini<br />
aviatori.<br />
ronautica, in particolare<br />
quella legata al territorio,<br />
dal 1923 ai nostri giorni,<br />
arricchita con divise dell’epoca<br />
e numerosi modellini.<br />
Anche questa volta l’attrazione<br />
principale è stato<br />
il simulatore di volo<br />
“Celestino” che ha fatto<br />
provare l’emozione del<br />
pilotaggio a moltissimi<br />
bambini, ai quali sono<br />
stati anche rilasciati i<br />
“Brevetti di Volo”.<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
TOSCANA<br />
L’Assemblea dei presidenti delle sezioni<br />
AAA della Toscana<br />
Il 13 aprile, ospitata dal 4°<br />
Stormo di Grosseto ha<br />
avuto luogo l’Assemblea ordinaria<br />
dei presidenti delle<br />
sezioni AAA della Toscana.<br />
Gli intervenuti hanno esaminato<br />
e discusso quanto<br />
in agenda dei lavori e, in<br />
particolare, il prossimo<br />
Raduno nazionale a Torino,<br />
l’informatizzazione<br />
delle sezioni e le difficoltà<br />
L’8 maggio molti soci motociclisti<br />
del gruppo “Quelli<br />
del cavallino”, hanno compiuto<br />
una gita culturale a<br />
Sutri (Viterbo), città ricca<br />
di vestigia etrusche e roma-<br />
Grosseto<br />
che quotidianamente si riscontrano<br />
nel proselitismo,<br />
argomento questo<br />
sul quale è stato proposto<br />
di organizzare uno specifico<br />
convegno. Al termine<br />
dei lavori i partecipanti<br />
hanno visitato il GEA della<br />
base ed assistito ad una<br />
illustrazione del velivolo<br />
F-2000 in dotazione al 4°<br />
Stormo.<br />
ne che nel 728 il re dei Longobardi<br />
Liutprando offrì a<br />
papa Gregorio II con una<br />
donazione che viene considerata<br />
l’inizio del dominio<br />
temporale della Chiesa.<br />
35
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 36<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
36<br />
Massa Carrara<br />
Commemorata la MOVM<br />
Flavio Torello Baracchini<br />
Il 17 aprile la sezione e il<br />
comune di Villafranca Lunigiana<br />
hanno commemorato<br />
il cap. MOVM Flavio<br />
Torello Baracchini, asso<br />
della 1ª guerra mondiale<br />
con 21 vittorie.<br />
La cerimonia, alla quale<br />
erano presenti numerose<br />
autorità civili e militari,<br />
rappresentanze delle asso-<br />
ciazioni d’<strong>Arma</strong>, gli studenti<br />
dell’Istituto Comprensivo<br />
a lui intitolato e<br />
numerosi cittadini, ha visto<br />
la deposizione di una<br />
corona d’alloro al monumento<br />
eretto alla sua memoria,<br />
la rievocazione<br />
dell’Eroe e la celebrazione<br />
di un rito religioso di suffragio.<br />
Valdarno Superiore<br />
Inaugurazione di una stele a ricordo dei<br />
Caduti dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Su iniziativa del nucleo, che<br />
ha anche provveduto al finanziamento<br />
dell’opera, il<br />
25 aprile è stata inaugurata<br />
a Montevarchi una stele con<br />
elica a ricordo dei caduti<br />
dell’<strong>Aeronautica</strong>, stele collocata<br />
ai piedi del monumento<br />
ai Caduti militari e civili<br />
della 2ª Guerra Mondiale.<br />
Alla cerimonia, svoltasi con<br />
la piena adesione dell’Amministrazione<br />
comunale,<br />
erano presenti il sindaco<br />
ABRUZZO<br />
L’Aquila<br />
Inaugurata la nuova sede sociale<br />
Il 30 aprile, sull’aeroporto<br />
dei Parchi di L'Aquila,<br />
con la partecipazione di<br />
autorità civili, militari e<br />
delle Associazioni d'<strong>Arma</strong>,<br />
si è svolta la cerimonia<br />
per l’inaugurazione della<br />
nuova sede sociale che,<br />
dopo il terremoto del 6<br />
aprile 2009, è ora posta in<br />
un apposito container.<br />
Presenti all’evento - con la<br />
madrina signora Maria<br />
Lorenzetti, vedova del col.<br />
pil. Luigi Lorenzetti già<br />
comandante della PAN -<br />
anche le rappresentanze<br />
delle sezioni di Bracciano<br />
e Avezzano con i loro Labari<br />
e presidenti, rispettivamente<br />
gen. Umberto<br />
Formisano e serg. Pietrantonio<br />
Di Matteo, il comandante<br />
del 4° Stormo<br />
col.pil. Michele Morelli e<br />
il ten. col. Giuseppe Lembo<br />
del 72° Stormo - che<br />
sono stati il primo e l’ultimo<br />
comandante dell’ATF<br />
“Falco” all’aeroporto dei<br />
Parchi nel periodo del sisma<br />
- e il presidente regionale<br />
AAA della Puglia gen.<br />
LAZIO<br />
Cassino<br />
Commemorato il magg. pil. Secondino Pagano<br />
Il 28 aprile la sezione, come<br />
da tradizione, ha ricordato<br />
con la celebrazione di<br />
un rito religioso, la figura<br />
Giorgio Valentini, autorità<br />
religiose, civili e militari<br />
nonché Associazioni d’<strong>Arma</strong><br />
e combattentistiche.<br />
brig. Giuseppe Genchi.<br />
Nel coso dell’evento il presidente<br />
della sezione,<br />
serg. magg. Paride Di<br />
Giampietro ha tenuto a<br />
ringraziare le sezioni di<br />
Bracciano ed Avezzano<br />
per l’aiuto economico offerto<br />
dopo il sisma e le sezioni<br />
pugliesi per il dono<br />
del container ora sede del<br />
locale sodalizio AAA.<br />
del concittadino magg. pil.<br />
Secondino Pagano al quale<br />
è intitolato il labaro di<br />
quel sodalizio.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 37<br />
BASILICATA<br />
Melfi<br />
Mostra di aeromodellismo radiocomandato<br />
Il 16 e 17 aprile la sezione<br />
ha organizzato nella sua<br />
nuova sede una mostra di<br />
aeromodelli radiocomandati<br />
che ha avuto un gran-<br />
Guidonia<br />
Commemorato il gen. Alessandro Guidoni<br />
Il 27 aprile, nell’83° anniversario<br />
del sacrificio del<br />
gen. Alessandro Guidoni,<br />
la sezione e l’<strong>Associazione</strong><br />
promotrice dell’evento<br />
hanno presenziato al rito<br />
religioso e alla cerimonia<br />
per la deposizione di una<br />
corona d’alloro al monumento<br />
eretto alla memoria<br />
del Caduto.<br />
de successo di pubblico,<br />
soprattutto di giovani, che<br />
hanno manifestato la loro<br />
intenzione di frequentare<br />
un corso al pilotaggio ra-<br />
diocomandato, richiesta<br />
che è ora all’esame del<br />
Gruppo aeromodellisti<br />
della sezione stessa.<br />
Nell’occasione è stata anche<br />
allestita una mostra<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
SICILIA<br />
Acireale<br />
fotografica e sono stati ricordati<br />
alcuni concittadini<br />
aviatori decorati di<br />
medaglie al VM nel corso<br />
del secondo conflitto<br />
mondiale.<br />
Presentato il libro di memorie<br />
del gen. BA Giuseppe Trimarchi<br />
La sezione ha recentemente<br />
organizzato la presentazione<br />
del volume “Volare,<br />
il sogno diventa realtà” di<br />
Giuseppe Trimarchi, libro<br />
che, in 271 pagine e tante<br />
fotografie, ripercorre la vita<br />
di aviatore dell’autore -<br />
da allievo ufficiale pilota<br />
di complemento del 34°<br />
corso a generale di brigata<br />
aerea all’atto del congedo<br />
dal 41° Stormo Antisom,<br />
reparto dove ha prestato<br />
un lungo servizio - e che,<br />
come scrive l’autore, è «un<br />
viaggio nei ricordi, fatto<br />
per ripercorrere e condividere<br />
con gli altri la mia<br />
carriera militare».<br />
È da sottolineare che i<br />
proventi della vendita del<br />
volume saranno devoluti<br />
all’<strong>Associazione</strong> culturale<br />
“Magg. pil. Michelangelo<br />
Trimarchi”, figlio dell’autore,<br />
deceduto in un incidente<br />
di volo.<br />
Il libro è disponibile, al<br />
costo di 15,00 euro, presso<br />
la sezione AAA di Acireale,<br />
Via Alliotta n. 14,<br />
95024 Acireale (CT),<br />
e.mail:<br />
frankcusmano@teletu.it<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 37
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 38<br />
L’ASSOCIAZIONE PROVA TITOLO ARMA AERONAUTICA<br />
38<br />
VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO<br />
E GITE TURISTICO-CULTURALI<br />
Arpino alla Scuola marescialli AM di Viterbo<br />
Cassino alla Scuola marescialli<br />
AM di Viterbo<br />
Castiglione del Lago al 72° Stormo<br />
Cerea a Bergamo e a Sotto il Monte,<br />
paese natio di Giovanni XXIII<br />
Falconara Marittima e Jesi in località varie<br />
della Puglia<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 39<br />
Palestrina al 72° Stormo<br />
Forlì al 15° Stormo CSAR<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
Foligno e Cannara al 70° Stormo<br />
Grosseto al Museo Storico dell’AM<br />
Pavia al Museo dell’Aviazione<br />
di Rimini<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 39
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 40<br />
L’ASSOCIAZIONE PROVA TITOLO ARMA AERONAUTICA<br />
40<br />
Trino all’Accademia<br />
<strong>Aeronautica</strong><br />
Rovigo a 51° Stormo<br />
Teramo-Giulianova a Pratica di Mare<br />
Piombino e Val di Cornia al 9°<br />
Reggimento paracadutisti incursori<br />
“Col Moschin”<br />
Terlizzi al 32° Gruppo Radar AM<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 41<br />
HANNO CHIUSO LE ALI<br />
L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />
- av. sc. Vittorio Pisoni (sezione Alto Garda);<br />
- 1° av. Michele Quarto, socio benemerito, (sezione di Bari);<br />
- av. sc. Mario Bristot (sezione di Belluno);<br />
- col. pil. Giuseppe Tarsi, socio fondatore e già consigliere (sezione di Brindisi);<br />
- av. sc. Aurelio Caldera (nucleo di Calcinato);<br />
- Lucio Bacchetti; 1° av. Alfio Liani; m.llo sc. Alfredo Sardeo (sezione di Campoformido);<br />
- Vincenzo Tirone (sezione Caudina);<br />
-gen. Giampaolo Marinelli (sezione di Cesena);<br />
- Giuseppe Simioni (sezione di Cittadella);<br />
- Luigi Bernuzzi (sezione di Fidenza);<br />
- magg. RO Giorgio Fabi, presidente onorario della sezione; m.llo sc. Antonio Parravani; m.llo sc. Giovanni<br />
Battista Pennacchia (sezione di Frosinone);<br />
- s.ten. Ambrogio Musazzi (sezione di Genova);<br />
- s.ten. Luigi Avarello (sezione di Ghedi);<br />
- Mario Guelfo Gennari (sezione di Grosseto);<br />
- Guido Bernardini, Rino Croci (sezione di La Spezia);<br />
- m.llo sc. mot. Renato Pino (sezione di Latina);<br />
- Antonio Bettinardi; Maurizio Saldi (sezione di Manerbio);<br />
- 1° av. Ennio Trevisan (nucleo di Mirano);<br />
- av. sc. Fulvio Goina (sezione di Monfalcone);<br />
- m.llo sc. Giuseppe Manca, fondatore della sezione (sezione di Monteroni);<br />
- Lorenzo Pellegrino (nucleo di Noicattaro);<br />
- Natale Casagrande; Tommaso Mignano; Giovanni Stella (sezione di Novara);<br />
- magg. Arturo Senatore (sezione di Monterotondo-Mentana);<br />
- Gianni Ciceri (sezione di Pavia);<br />
- m.llo sc. Antonio Suglia (sezione di Pignataro Maggiore);<br />
- Adriano Avalis, presidente di sezione (sezione di Pinerolo);<br />
- Antonio Beccari (sezione di Rimini);<br />
- m.llo sc. Pietro Torru (sezione di Roccagorga);<br />
- av. sc. Giuseppe Cilisto; av. Paolo Pisoni (Nucleo di Romano di Lombardia);<br />
- Mario Tonelli (sezione di Torino);<br />
- col. Filippo Tedesco, presidente onorario della sezione (sezione di Trapani);<br />
- Francesco Nuccitelli (sezione di Zagarolo).<br />
Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato,<br />
a nome proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 41
AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 42<br />
Gian Piero Milanetti, Le streghe della<br />
notte. Roma, IBN Istituto Bibliografico<br />
Napoleone, <strong>2011</strong>. Cm.<br />
17x24, pp. 175, Euro 17,50.<br />
Il volume, che reca l’identico titolo di un<br />
libro sullo stesso argomento scritto da<br />
Marina Rossi e pubblicato nel 2004, racconta,<br />
con una diversa ottica, la storia di<br />
alcune centinaia di donne pilota di tre reggimenti<br />
che, sotto il comandi delle più<br />
grandi aviatrici russe dell’epoca, parteciparono<br />
attivamente agli eventi bellici della<br />
seconda guerra mondiale sul fronte orientale<br />
europeo dall’ottobre del 1941 al 1945.<br />
I tre reggimenti, uno da bombardamento<br />
in picchiata, uno da caccia ed<br />
uno da bombardamento notturno (che<br />
fu poi denominato 46° Reggimento<br />
delle Guardie da bombardamento notturno<br />
diventando il più conosciuto) effettuarono<br />
oltre 30.000 missioni,<br />
sganciarono 23.000 tonnellate di bombe<br />
e annoverarono nelle loro file ben<br />
trenta “Eroine dell’Unione sovietica”.<br />
In particolare le donne del 46° volavano<br />
di notte, quasi sempre con aerei di legno,<br />
senza paracadute, per bombardare<br />
un bersaglio nemico o per soccorrere<br />
soldati circondati dalle forze avversarie.<br />
Gli aerei, pilotati da donne coraggiose,<br />
divennero l'incubo dei sonni dei tedeschi<br />
che dettero loro il soprannome “Nachtexen”,<br />
appunto “streghe della notte”.<br />
Un libro che Milanetti ha scritto incontrando<br />
in Russia le ultime sopravissute<br />
e raccogliendo materiale<br />
inedito che è servito anche ad illustrare<br />
l’opera con un centinaio di fotografie<br />
quasi sempre inedite. (SB)<br />
Disponibile presso l’editore IBN - Via<br />
Mingazzini 7 - 00161 Roma - telef. 06<br />
4452275, e.mail: inn@aviolibri.it<br />
42<br />
Libri<br />
a cura di Gregory Alegi<br />
Giovanni Tonicchi, Venarla Reale -<br />
Un campo di volo centenario, edito<br />
in proprio, <strong>2011</strong>. Cm. 21x29,5, pp.<br />
64. Euro 15,00.<br />
L’autore, che ha già dato alle stampe<br />
vari volumi soprattutto dedicati all’Aviazione<br />
dell’Esercito della quale<br />
egli ha fatto parte per lungo tempo,<br />
con questo suo lavoro ripercorre per<br />
immagini la storia dell’aeroporto di<br />
Venaria Reale, un campo di volo sorto<br />
come sede di scuola di volo e poi divenuto<br />
base di reparti operativi della Regia<br />
<strong>Aeronautica</strong> e dell’<strong>Aeronautica</strong><br />
Nazionale Repubblicana fino al termine<br />
del secondo conflitto mondiale e<br />
successivamente utilizzato dalla neonata<br />
Aviazione Leggera dell’Esercito e,<br />
in seguito, da reparti dell’attuale Aviazione<br />
dell’Esercito che continuano ad<br />
esservi dislocati.<br />
Dai primi passi del volo a Torino, attraverso<br />
gli eventi dei due conflitti<br />
mondiali e fino al 34° Gruppo Squadroni<br />
“Toro”, il libro è, quindi, un<br />
compendio della vita di questo “campo<br />
di volo centenario” che ha visto alzarsi<br />
nei suoi cieli, tra gli altri, il biplano<br />
Faccioli, gli aerei scuola Bristol e Blériot,<br />
gli Hanriot HD e gli SPAD XIII<br />
della prima guerra mondiale, i CR.1,<br />
gli A.300 e i Ro.1 della neonata <strong>Arma</strong><br />
Azzurra, i Ro.37, i Ca. 101 e gli Mc.<br />
202 della R.A. i G.55 dell’ANR e, infine,<br />
i vari tipi di velivoli in dotazione prima<br />
all’ALE e ora all’AVES. (SB)<br />
Reperibile presso l’autore Giovanni Tonicchi,<br />
Via Scorticagatti, 23, 01016 Tarquinia<br />
(VT), telef. 0766 858377, cell. 368<br />
3071176, e.mail: g.tonicchi@libero.it<br />
Roberto Bassi e Raul Bersani, Un<br />
aeroplano che non ritorna, Aviani &<br />
Aviani editori, Udine <strong>2011</strong>.<br />
Cm.16x22, pp. 200. Euro 18,00.<br />
Il libro, come reca il sottotitolo, è la<br />
storia del s.ten. Mirto Bersani, pilota<br />
del 1° Stormo caccia e padre di uno<br />
degli autori.<br />
Ma è anche una significativa fonte di<br />
ricordi su uomini, aeroporti e eventi<br />
relativi alla Regia <strong>Aeronautica</strong> nel periodo<br />
dall’aprile 1934, anno di arruolamento<br />
del protagonista presso la<br />
Scuola di volo di Cameri, al gennaio1941<br />
quando egli, trentasettenne,<br />
scomparve nel Mediterraneo a bordo<br />
di un Mc.200 con il quale partecipava<br />
ad un’azione su Malta.<br />
Una vita da aviatore, svolta sempre<br />
presso il 1° Stormo salvo la parentesi<br />
della sua partecipazione alla guerra di<br />
Spagna, illustrata anche da 223 fotografie,<br />
delle quali ben 174 inedite, tratte<br />
dall’album fotografico che il pilota<br />
aveva meticolosamente composto a ricordo<br />
di tanti momenti, lieti e tristi, da<br />
lui vissuti.<br />
Il volume riporta in appendice le<br />
schede tecniche dei 12 velivoli sui<br />
quali era stato abilitato e, allegata, vi<br />
è la interessante riproduzione della<br />
cartina di navigazione aerea del Reale<br />
Aero Club d’Italia utilizzata da Bersani<br />
nella sua attività di volo nei cieli<br />
del Friuli. (SB)<br />
Disponibile presso gli editori Aviani &<br />
Aviani, Viale Tricesimo, 184/7 - 33100<br />
Udine. Telef. 0432 884057.<br />
AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>
Riccardo Niccoli, Coccarde tricolori<br />
<strong>2011</strong>. Novara, RN Publishing, <strong>2011</strong>.<br />
Cm 21 x 29,7, pp. 176. Euro 15,00.<br />
La nona edizione dell’annuario sulle<br />
forze e componenti aeree italiane colpisce<br />
innanzi tutto per la capacità<br />
dell’autore-editore Riccardo Niccoli di<br />
proporre anno dopo anno novità in<br />
una formula sempre uguale per grafica<br />
e impostazione. Non parliamo soltanto<br />
delle immagini (belle, ben scelte e<br />
quasi sempre mai viste altrove), ma<br />
soprattutto della varietà degli argomenti,<br />
cosa sempre più difficile vista<br />
la contrazione dei reparti e la riluttanza<br />
a parlare apertamente delle operazioni<br />
reali nelle quali l’<strong>Aeronautica</strong><br />
Militare e le altre componenti aeree<br />
sono impegnate quotidianamente.<br />
Quest’anno il primo tema è la Puglia,<br />
sia sotto il profilo addestrativo (61°<br />
Stormo e 10° RMV di Lecce e intervista<br />
al Comandante Generale delle<br />
Scuole, gen. Pasquale Preziosa) sia<br />
sotto quello operativo (il 36° Stormo<br />
dopo l’arrivo del 10° Gruppo da Trapani).<br />
Seguono le esercitazioni dell’A.M.,<br />
gli inevitabili 50 anni della PAN, il<br />
Museo Storico A.M., la chiusura del 5°<br />
Stormo, l’avanzamento del programma<br />
F-35. Molto ricca anche la parte<br />
extra A.M., che tocca Esercito (1° Reggimento<br />
Antares, i 20 anni dell’Harrier,<br />
gli EH.101 della Marina a Herat, vari<br />
nuclei elicotteristici e il Centro Operativo<br />
Aereo Unificato della Protezione<br />
Civile. L’ultimo terzo della pubblicazione<br />
è costituito dalle schede sull’organizzazione<br />
delle Forze <strong>Arma</strong>te ed i<br />
loro mezzi, complete di dati statistici.<br />
Insomma, un prodotto ben riuscito<br />
che costa quanto due numeri di un<br />
mensile ma dura tutto l’anno, e anche<br />
oltre.<br />
Disponibile presso le librerie specializzate<br />
o l’editore (www.rnpublishing.com; Via<br />
Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).<br />
Hakan Gustavsson e Ludovico Slongo,<br />
Desert prelude, Stratus, Sandomierz,<br />
2010, 2 voll.. Cm 21 x 297,<br />
pp. 224+208. S.i.p.<br />
Suddivisa in due volumi, dedicati<br />
rispettivamente al giugno-novembre<br />
1940 e al dicembre 1940-febbraio<br />
1941, l’opera si presenta come un’ampia<br />
cronologia illustrata della prima<br />
fase della seconda guerra mondiale<br />
in Africa Settentrionale. Gli autori<br />
hanno consultato una vasta bibliografia<br />
e numerosi documenti per<br />
incrociare i dati delle due parti in<br />
lotta e ricostruire l’andamento giornaliero<br />
delle operazioni. Il risultato<br />
varia da poche righe per i giorni di<br />
calma operativa a intere pagine per<br />
quelli più intensi, completate da fotografie<br />
dei protagonisti e dei loro<br />
aerei. I dati sono accessibili anche<br />
attraverso l’indice dei nomi, semplificando<br />
la ricerca quando non si conosca<br />
la data. Come sempre in opere<br />
del genere, lo sforzo di raccolta e presentazione<br />
di una grande messe di<br />
dati è apprezzabile quale strumento<br />
per ulteriori approfondimenti, anche<br />
quando su specifici episodi dovesse<br />
esservi qualche discrepanza o questione<br />
non completamente risolta.<br />
Questo, tuttavia, non inficia la possibilità<br />
di utilizzo delle informazioni<br />
quale punto di partenza. Il corredo<br />
illustrativo è molto ampio ma di qualità<br />
variabile, così come i 42 profili e<br />
piante a colori sono talvolta un po’<br />
piatti o poco ortodossi nelle interpretazioni.<br />
Disponibile presso le librerie specializzate<br />
Angelo Emiliani e Paolo Varriale<br />
con Mauro Antonellini, L’altra metà<br />
del cielo – l’epopea delle donne<br />
volanti, Lugo, Museo Francesco<br />
Baracca, <strong>2011</strong>. Cm. 24 x 22, pp. 96.<br />
Euro 10.<br />
Il volume è il catalogo della omonima<br />
mostra organizzata dal Museo Baracca,<br />
allontanatosi per la prima volta dal<br />
ristretto ambito dell’eroe eponimo e<br />
della prima guerra mondiale. Il catalogo<br />
è costituito da una raccolta di<br />
immagini, dotate di brevi note biografiche<br />
di 50 aviatrici di diversi paesi,<br />
dal periodo pionieristico dell'aviazione<br />
ai giorni nostri. Nelle pagine si alternano<br />
nomi notissimi, dalla celebre<br />
Amelia Earhart all’astronauta Valentina<br />
Tereshkova, e gruppi quali le donne<br />
dell’Air Transport Auxiliary che nel<br />
Regno Unito, durante la Seconda<br />
Guerra Mondiale, effettuavano i voli di<br />
trasferimento di aerei che andavano<br />
dal Tiger Moth agli Spitfire ed ai Lancaster.<br />
Tra le pioniere del volo italiane<br />
sono ricordate la prima brevettata<br />
Rosina Ferrario, la primatista Carina<br />
Negrone e la prima pilota di linea Fiorenza<br />
de Bernardi. Se l’argomento non<br />
è nuovissimo, la confezione è buona e<br />
le immagini sovente inedite.<br />
Disponibile presso il Museo Francesco<br />
Baracca, via Baracca, 65 48022 Lugo (RA),<br />
e-mail museobaracca@comune.lugo.ra.it ,<br />
tel. 0545.38561
Torino, 29 febbraio 1952<br />
Torino, 11 giugno <strong>2011</strong><br />
59 anni dedicati,<br />
con l' impegno corale di tutti i soci militari<br />
e civili, di qualsiasi grado o qualifica,<br />
a mantenere vivo l'amor di Patria,<br />
il culto della Bandiera e dell'onore,<br />
ed a tramandare il patrimonio culturale<br />
e spirituale della nostra <strong>Aeronautica</strong> Militare.