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Anno LVI - N.5 MAGGIO 2011 - Associazione Arma Aeronautica ...

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Direzione, Redazione, Amministrazione - via Marcantonio Colonna, 23 - 00192 Roma<br />

<strong>Anno</strong> <strong>LVI</strong> - <strong>N.5</strong> <strong>MAGGIO</strong> <strong>2011</strong><br />

Poste Italiane - Sped. in abb. post. - D.L. 353/2003 art. 1 comma 1 del 01/02/<strong>2011</strong> - Roma


In copertina<br />

5<br />

<strong>MAGGIO</strong> <strong>2011</strong><br />

ANNO <strong>LVI</strong><br />

Il 13 maggio, durante le prove della<br />

manifestazione aerea sull’aeroporto di<br />

Venegono, ha effettuato il suo primo<br />

volo il T-346 con i colori dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare.<br />

(foto: Lilly Brogliato)<br />

Riposizionato all’ingresso del<br />

piazzale dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

il G.91 con una nuova<br />

colorazione. (foto P.L. Bacchini)<br />

AERONAUTICA<br />

<strong>Anno</strong> di fondazione 1956<br />

Pubblicazione mensile edita dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong><br />

Direttore editoriale<br />

GIANBORTOLO PARISI<br />

Direttore responsabile<br />

SILVANO BRONCHINI<br />

Direzione, Redazione, Amministrazione<br />

00192 - Roma, via Marcantonio Colonna, 23<br />

Tel. 06/3215145 - Tel. e Fax 06/3216882<br />

C.F. 80248150585 – Partita IVA n. 10925071002<br />

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Registr. Tribunale di Roma n. 5315 del 12.7.56<br />

Iscrizione al R.O.C. n. 6972<br />

“<strong>Aeronautica</strong>” fruisce dei contributi statali diretti di cui alla L. 7/8/1990, n. 250<br />

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana<br />

Gli articoli rispecchiano esclusivamente le opinioni degli autori. Proprietà letteraria,<br />

artistica e scientifica riservata. Per le riproduzioni, anche se parziali, dei testi, è<br />

fatto obbligo citare la fonte. I testi delle collaborazioni - che si intendono comunque<br />

inviati a titolo di liberalità - anche se non pubblicati, non si restituiscono.<br />

Chiuso in redazione il 16 maggio <strong>2011</strong>.<br />

Il periodico sarà inviato in omaggio a “sostenitori” che verseranno almeno una<br />

somma annuale di € 21,00; il predetto invio si riferisce al solo territorio nazionale.<br />

Per spedizioni all’estero si invita a prendere contatti con l’amministrazione.<br />

La quota associativa fissata dal Consiglio Direttivo Nazionale AAA per il <strong>2011</strong> è<br />

comprensiva della spedizione in abbonamento postale (pari a € 8,00) del periodico<br />

sociale “<strong>Aeronautica</strong>".<br />

ISSN: 0391-7630


L’<strong>Aeronautica</strong> Militare 4<br />

L’AM nell’operazione “Unified Protector”in Libia<br />

Il giuramento del corso Nibbio V dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

Il giuramento del corso Espero della Scuola militare AM “G.Douhet”<br />

Nuove armi al 16° Stormo “Protezione delle Forze”<br />

Scienza, spazio, tecnica e industria 8<br />

Il col. pil. Roberto Vittori per la terza volta nello spazio<br />

Un aggiornamento sul sistema satellitare COSMO-SkyMed<br />

Varie 14<br />

Alpino o aviatore?<br />

di Gianbortolo Parisi<br />

Ricordo di un “Martino”<br />

di Giuseppe Tortora<br />

Un lungo periodo di avventure<br />

di Ugo Mutti<br />

Quella pericolosa “vite” con il T-6<br />

di Alberto Scano<br />

Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’inverno<br />

di Elia Rubino<br />

Celebrato il 60°anniversario di costituzione dell’AVES<br />

Legislazione, pensionistica e trattamenti economici 25<br />

L’<strong>Associazione</strong> <strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> 27<br />

Il convegno del CESMA sui piccoli satelliti<br />

di Giancarlo Naldi<br />

Libri 42<br />

SS<br />

OO<br />

MM<br />

MM<br />

AA<br />

RR<br />

II<br />

OO


AERONAUTICA<br />

MILITARE<br />

«Gli assetti aerei e navali italiani, dodici<br />

velivoli e quattro navi, messi a<br />

disposizione della NATO per l’operazione<br />

“Unified Protector”, hanno continuato<br />

le missioni assegnate per<br />

l’imposizione della “No Fly Zone” e<br />

dell’”Embargo Navale”. In data odierna,<br />

hanno in particolare iniziato a<br />

partecipare alle operazioni aeree a<br />

protezione della popolazione civile<br />

anche le nuove configurazioni idonee<br />

ad assolvere gli ulteriori compiti assegnati<br />

dalla NATO».<br />

Con questo laconico comunicato<br />

stampa, il 28 aprile lo Stato Maggiore<br />

della Difesa ha dato l’annuncio<br />

che gli aerei militari italiani - come<br />

chiesto dalla NATO e come approvato<br />

dai due rami del Parlamento il 23<br />

e il 24 aprile sull’intervento dei velivoli<br />

AM in funzione antiradar libici<br />

- hanno cominciato ad usare il proprio<br />

armamento di precisione «per<br />

colpire specifici e selezionati bersagli<br />

militari».<br />

Si è trattato, si è poi appreso, di due<br />

Tornado IDS che, scortati da due F-<br />

2000 e decollati intorno alle 10,30<br />

da Trapani Birgi, hanno operato sulla<br />

Libia in una missione durata un<br />

paio d’ore e sulla quale lo stesso ministero<br />

ha mantenuto il massimo riserbo<br />

anche per quanto riguarda le<br />

armi adoperate e gli obiettivi che sarebbero<br />

stati colpiti e che «sono stati<br />

neutralizzati».<br />

È da ricordare che, dall’inizio delle<br />

operazioni militari in Libia (19<br />

marzo) al 26 aprile, gli aerei dell’AM<br />

(che si erano limitati a voli di<br />

ricognizione e di “accecamento”<br />

dei radar libici) avevano compiuto:<br />

L’attività dell’AM in Libia<br />

200 missioni da parte degli F-2000,<br />

150 dai Tornado IDS/IT-ECR e 40<br />

dagli F-16.<br />

Come si è giunti a questa nuova decisione?<br />

Riassumendo gli eventi, è da sottolineare<br />

che il 25 aprile il capo del governo<br />

Silvio Berlusconi aveva<br />

annunciato la decisione dell’Italia di<br />

partecipare ai bombardamenti in Libia<br />

come chiesto dalla NATO (il 15<br />

aprile aveva detto “no” all’impiego<br />

di aerei italiani dichiarando: «facciamo<br />

già abbastanza») e il ministro<br />

della Difesa Ignazio La Russa (che il<br />

12 aprile aveva detto di essere «riluttante<br />

a bombardare») lo stesso giorno<br />

aveva precisato: «Non saranno<br />

bombardamenti indiscriminati ma<br />

missioni con missili di precisione su<br />

obiettivi specifici» e «attentissimi a<br />

evitare il rischio di colpire la popolazione<br />

civile».<br />

A queste dichiarazioni sono seguite<br />

di lì a poco quelle che, in occasione<br />

di una cerimonia per la celebrazione<br />

del 25 aprile, il capo dello Stato<br />

Giorgio Napolitano rilasciava sull’impiego<br />

“bellico” degli aerei militari<br />

italiani affermando: «L’ulteriore<br />

impegno dell’Italia in Libia costituisce<br />

il naturale sviluppo della scelta<br />

compiuta dall’Italia a metà marzo,<br />

secondo la linea fissata nel Consiglio<br />

supremo di difesa da me presieduto e<br />

quindi confortata da ampio consenso<br />

in Parlamento», aggiungendo: «Non<br />

potevamo restare indifferenti alla<br />

sanguinaria reazione del colonnello<br />

Gheddafi in Libia: di qui l’adesione<br />

dell’Italia al giudizio e alle indicazioni<br />

del Consiglio di sicurezza delle Na-<br />

zioni Unite» dichiarando successivamente:<br />

«La missione è legittimata<br />

dallo stesso articolo 11 della Costituzione.<br />

Non siamo entrati in guerra,<br />

siamo impegnati in un’azione autorizzata<br />

dall’ONU».<br />

E il giorno dopo Berlusconi, in occasione<br />

della conferenza stampa congiunta<br />

con il presidente francese<br />

Sarkozy, precisava infine: «Abbiamo<br />

accettato di intervenire su obiettivi<br />

militari mirati escludendo vittime civili:<br />

non lanceremo bombe a grappolo<br />

sulla popolazione, ma abbiamo sentito<br />

di non doverci sottrarre perché del<br />

nostro intervento c’è bisogno».<br />

È decaduto, quindi, il “caveat” che<br />

aveva fino ad oggi limitato l’intervento<br />

degli aerei italiani ai soli compiti<br />

di ricognizione, “accecamento”<br />

dei radar libici e ad eventuali voli<br />

volti a far rispettare la “no fly zone”,<br />

ma il massimo riserbo mantenuto<br />

dalla Difesa sulle operazioni aeree<br />

in Libia non consente di dare indicazioni<br />

sul tipo e numero di missioni<br />

da allora svolte nei cieli libici.<br />

Su tali missioni possiamo, per ora,<br />

riportare quanto il ministro della<br />

Difesa, ha dichiarato ai giornalisti<br />

in occasione della sua visita effettuata<br />

il 10 maggio al 37° Stormo di<br />

Trapani per incontrare il personale<br />

impegnato nell’operazione “Unified<br />

Protector” per l’emergenza in<br />

Libia: «Il nostro obiettivo - ha affermato<br />

- è difendere i cittadini inermi,<br />

per questo abbiamo individuato<br />

una modalità d’impiego dei nostri<br />

bombardieri che non prevede la partecipazione<br />

a missioni con obiettivi<br />

all’interno delle città della Libia».<br />

Il simulatore di volo dell’SF-260 all’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

Il 20 aprile, nella Sala Simulatore/<strong>Arma</strong>mento dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

di Pozzuoli, il comandante Logistico dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare, gen. SA<br />

Giuseppe Marani, ha inaugurato il nuovo simulatore dell’addestratore<br />

SF-260 che - realizzato dal Reparto Sperimentale Volo (RSV) di Pratica di<br />

Mare - si avvale della proiezione di scenari su un grande schermo semicircolare<br />

per dare l’impressione del volo agli allievi piloti che lo utilizzeranno<br />

nel corso del loro iter formativo.<br />

All’evento erano anche presenti, ricevuti dal comandante dell’Istituto gen.<br />

BA Umberto Baldi, il comandante delle Scuole AM-3ª Regione Aerea, gen.<br />

SA Pasquale Preziosa, il comandante del RSV, col. pil. Maurizio Cantiello,<br />

e il col. Giovanni Francesco Adamo, comandante del 70° Stormo di Latina,<br />

reparto che ha in linea gli SF-260EA con i quali gli allievi conseguono il brevetto di pilota d’aeroplano.<br />

4 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

Giuramento del Corso Nibbio V<br />

dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong><br />

Il 21 aprile, a Pozzuoli, alla presenza del sottosegretario<br />

di Stato alla Difesa Guido Crosetto, del capo di<br />

Stato Maggiore della Difesa gen. Biagio Abrate, del<br />

capo di Stato Maggiore<br />

dell’AM, gen. SA Giuseppe<br />

Bernardis, della medaglia<br />

d’oro al Valor Militare cap.<br />

Gianfranco Paglia, di molti<br />

parenti dei giovani allievi<br />

e di numerosi appartenenti,<br />

in servizio e in congedo,<br />

degli omonimi corsi precedenti,<br />

ha avuto luogo in<br />

forma solenne la cerimonia<br />

per il giuramento e<br />

battesimo dei frequentatori<br />

del Corso Nibbio V dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong>.<br />

La cerimonia è stata aperta<br />

dall’intervento del gen.<br />

BA Umberto Baldi, comandante<br />

del massimo<br />

istituto di formazione<br />

dell’AM, che ha ricordato<br />

come nell’anno della celebrazione<br />

del 150° anniversario<br />

dell’Unità d’Italia i<br />

giurandi abbiano gridato<br />

la loro “italianità”, entrando a far parte a pieno titolo<br />

della grande famiglia azzurra, esortandoli poi ad operare<br />

con onestà d’intenti in ogni loro azione.<br />

Nel suo discorso il sottosegretario Crosetto, ringraziati<br />

i familiari, accorsi numerosi da ogni parte d’Italia<br />

per essere vicini ai loro cari in questo giorno<br />

particolare, ha dato risalto ai valori istituzionali e all’altissima<br />

professionalità che contraddistingue le Forze<br />

<strong>Arma</strong>te.<br />

Il gen. Abrate, dopo aver reso omaggio alla Bandiera d’Istituto<br />

ed ai Gonfaloni e Labari presenti, ha sottolineato<br />

che, con il giuramento, gli allievi del Nibbio V hanno<br />

fatto una scelta decisamente impegnativa ma, allo stesso<br />

tempo, affascinante che li accompagnerà per tutta la<br />

vita, alternando gioie e soddisfazioni, rischi e sacrifici,<br />

fino talvolta a doversi sottomettere alle conseguenze<br />

estreme.<br />

Da parte sua la MOVM Paglia, affermato che i militari<br />

non sono uomini migliori degli altri, ma diversi in quanto<br />

non tutti hanno la forza di onorare il giuramento prestato,<br />

ha esortato i giovani allievi a volare sempre più in<br />

alto per poter superare tutte le difficoltà che incontreranno<br />

nella loro carriera.<br />

I momenti salienti della cerimonia, che si è conclusa<br />

con la sfilata in parata di tutti i corsi in atto presso l’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong>, sono stati sottolineati, come di<br />

consueto, dal sorvolo degli MB.339 della Pattuglia Acrobatica<br />

Nazionale “Frecce Tricolori”.<br />

Visite straniere a enti e reparti AM<br />

Il SACEUR al CAOC 5<br />

Il 20 aprile l’amm. US Navy James<br />

Stavridis, comandante supremo<br />

delle forze alleate in Europa (SA-<br />

CEUR) e comandante dell’Allied<br />

Command Operations (ACO), uno<br />

dei due comandi strategici della<br />

NATO, ha reso visita al Combined<br />

Air Operations Centre (CAOC) della<br />

NATO ubicato, insieme al Comando<br />

operazioni aeree (COA), a<br />

Poggio Renatico. Ricevuto dal gen.<br />

SA Mario Renzo Ottone, comandante<br />

del CAOC e del COA, l’alto<br />

ufficiale, che rappresenta la massima<br />

autorità nella catena di comando<br />

e controllo della NATO, dopo<br />

aver assistito a un briefing di presentazione,<br />

ha visitato la struttura<br />

operativa del CAOC che assicura la<br />

sorveglianza dello spazio aereo<br />

dell’Italia, della Slovenia, dell’Ungheria<br />

e dell’Albania, attraverso la<br />

rete di avvistamento radar, i sistemi<br />

missilistici ed i velivoli d’allarme<br />

messi a disposizione della NATO<br />

dalle rispettive nazioni.<br />

Il comandante della “Unified Protector”<br />

alla base aerea di Trapani<br />

Il 27 aprile il tenente generale<br />

Charles Bouchard, comandante<br />

dell’Operazione “Unified Protector”,<br />

è giunto sulla base aera di Trapani,<br />

sede del 37° Stormo, per incontrare<br />

il personale dei reparti nazionali e<br />

stranieri che partecipano alle operazioni<br />

aeree in atto sulla Libia come<br />

disposto dalla risoluzione 1973<br />

dell’ONU.<br />

Accolto al suo arrivo dal col. pil.<br />

Mauro Gabetta, comandante del reparto<br />

italiano, il gen. Bouchard, dopo<br />

avere assistito ad un briefing<br />

illustrativo sulle attività svolte dall’inizio<br />

delle operazioni, ha incontrato,<br />

oltre al personale del 37°, quello del<br />

4°, 6°, 36° e 50° Stormo e il perso-<br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

nale della Canadian Air Force, della<br />

Royal Air Force e della componente<br />

NATO Airborne Early Warning della<br />

Forward Operating Base (FOB),<br />

che dal gennaio 1986 opera a Trapani<br />

con i velivoli radar AWACS.<br />

Il comandante del CDAOA francese<br />

al CAOC 5<br />

Il 4 maggio il ten. gen. Gilles Desclaux,<br />

comandante della French<br />

Air Defence and Air Operations<br />

Command (CDAOA) ha visitato il<br />

Comando del 5° Centro per le Operazioni<br />

Aeree Combinate di Poggio<br />

Renatico venendo ricevuto all’arrivo<br />

dal gen. SA Mario Renzo Ottone,<br />

comandante del CAOC 5.<br />

Nel corso della sua permanenza in<br />

tale installazione, il gen. Desclaux<br />

ha incontrato il personale del Distaccamento<br />

francese ivi rischierato<br />

a supporto dell’Operazione NATO<br />

“Unified Protector” in Libia.<br />

5


AERONAUTICA MILITARE<br />

Ha giurato il Corso Espero della Scuola Militare AM<br />

Il 19 aprile - presieduta dal comandante<br />

delle Scuole AM-3ª Regione<br />

Aera gen. SA Pasquale<br />

Preziosa e alla presenza del gen.<br />

BA Claudio Salerno, comandante<br />

dell’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche<br />

(ISMA) e di numerose autorità<br />

religiose, civili e militari del<br />

capoluogo toscano e di molti parenti<br />

e amici dei giurandi - si è svolta a<br />

Firenze la cerimonia per il giura-<br />

Nuove armi per i “Fucilieri<br />

dell’aria” del 16° Stormo<br />

mento e battesimo del corso Espero<br />

della Scuola Militare <strong>Aeronautica</strong><br />

“Giulio Douhet” che, comandata dal<br />

col. Giorgio Baldacci, ha sede presso<br />

il citato ISMA.<br />

Il col. Baldacci, dopo aver sottolineato<br />

nel suo intervento di apertura<br />

della cerimonia che i giovani allievi,<br />

prestando il giuramento, hanno assunto<br />

il formale impegno di fedeltà<br />

alla Patria ed alle Istituzioni, decidendo<br />

di uniformare la loro vita ai<br />

valori etici fondamentali ed irrinunciabili<br />

che si rivelano indispensabili<br />

per essere un «buon allievo di oggi<br />

e un ottimo cittadino di domani», ha<br />

poi, sollevando la Bandiera d’Istituto,<br />

pronunciato la formula di rito alla<br />

quale gli allievi hanno risposto con il<br />

loro “Lo giuro!”.<br />

Da parte sua il gen. Preziosa, rivolto<br />

un commosso pensiero a quanti, nei<br />

Il 12 maggio, nel corso di una cerimonia che si è svolta al 16°<br />

Stormo “Protezione delle Forze” di Martina Franca il Reparto<br />

ha ricevuto il nuovo fucile d’assalto ARX-160 e la nuova pistola<br />

Beretta 90two, divenendo il primo ente operativo dell’AM ad<br />

essere dotato di tali nuove armi.<br />

La cerimonia è stata presieduta dal gen. DA Fabio Molteni, responsabile<br />

della 2ª Divisione del Comando Logistico dell’AM<br />

che, dopo un periodo di studio e sperimentazione, ha provveduto<br />

all’approvvigionamento delle nuove armi e dal gen. BA Roberto<br />

Lamanna, comandante della 1ª Brigata Aerea “Operazioni<br />

Speciali” dalla quale dipende il 16° Stormo.<br />

L’acquisizione del nuovo armamento da parte del personale del<br />

16° Stormo è stato simbolicamente sancito quando il gen. Molteni<br />

ha consegnato al col. Paolo Citta, comandante del Reparto, un<br />

esemplare di ciascuna arma, consegna che subito dopo è avvenuta<br />

ai componenti di un plotone di “Fucilieri dell’aria” che contestualmente<br />

hanno restituito quelle fino ad oggi in dotazione: il<br />

fucile d’assalto Beretta AR 70/90 SCP e la pistola Beretta 92SB.<br />

Cambi di comando e assunzioni<br />

d’incarico nell’AM<br />

Il 16 aprile, sull’aeroporto AMIKo (<strong>Aeronautica</strong> Militare Italiana<br />

in Kosovo) di Djakovica, il col. pil. Andrea Massucci ha assunto<br />

il comando della Task Force Air subentrando al pari grado<br />

Paolo Baldasso.<br />

150 anni di vita della Nazione, hanno<br />

dedicato la propria vita per servirla<br />

con dovere, disciplina ed<br />

onore, ha evidenziato come, con il<br />

solenne atto del giuramento, gli allievi<br />

abbiano inteso formare una<br />

squadra compatta, nella quale le<br />

singole individualità si riconoscono<br />

nei valori fondanti della Forza <strong>Arma</strong>ta<br />

e dello Stato.<br />

È seguito il battesimo del Corso -<br />

che ha assunto il nome di Espero,<br />

nome che, sin dall’antichità, identifica<br />

la stella più luminosa della sera<br />

(di fatto il pianeta Venere) e che intende<br />

rappresentare la luce di riferimento<br />

e confronto per i giovani<br />

allievi -, e la benedizione del gagliardetto<br />

del Corso che il padrino<br />

del Corso stesso, col. pil. Francesco<br />

Presicce, ha poi consegnato al capocorso<br />

dell’Espero.<br />

Sono sergenti<br />

gli allievi del 14°<br />

Corso Gemini<br />

Il 4 maggio, alla Scuola Specialisti AM di<br />

Caserta e presieduta dal gen. DA Vito Antonio<br />

Cormio, capo di Stato Maggiore del<br />

Comando Scuole AM-3ª Regione Aerea, ha<br />

avuto luogo la cerimonia per la consegna del<br />

grado di sergente ai 438 allievi, tra i quali 27<br />

donne, del 14° Corso Gemini che, in base<br />

alla loro qualificata specializzazione, saranno<br />

ora destinati agli enti e reparti della nostra<br />

Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />

Alla cerimonia, ricevuti dal comandante dell’Istituto,<br />

col. Paolo Marco Felli, hanno partecipato<br />

numerose autorità civili e militari locali<br />

e moltissimi parenti e amici dei nuovi giovani<br />

sottufficiali appartenenti alle categorie Costruzioni<br />

Aeronautiche, Fisica, Commissariato,<br />

Supporto Logistico e Supporto Operativo.<br />

6 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


L’AM al simposio internazionale “Air Defence 2020+”<br />

Il gen. BA Giovanni Fantuzzi, capo del 3° Reparto “Pianificazione dello Strumento Aerospaziale” dello Stato maggiore<br />

dell’AM, ha rappresentato la nostra Forza <strong>Arma</strong>ta all’International Symposium on “Air Defence 2020+” che<br />

dal 17 al 20 aprile ha avuto luogo presso l’Air Defence Training Institute di Jeddah (Arabia Saudita) con la partecipazione<br />

di numerosi alti rappresentanti delle principali forze aeree e della realtà industriale militare mondiale.<br />

Nel corso del simposio, in particolare, il gen. Fantuzzi ha illustrato la politica di difesa aerea e missilistica secondo<br />

la prospettiva italiana, illustrazione che, seguita con vivo interesse, ha riscosso apprezzamento da parte delle numerose<br />

autorità politiche e militari presenti.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

In base ad una convenzione tra AM e Università di Ferrara<br />

1° corso su “diritti umani e diritto umanitario<br />

nei conflitti armati”<br />

Il 2 maggio, alla facoltà di giurisprudenza<br />

dell’università di Ferrara,<br />

è stato inaugurato il 1°<br />

corso in materia di “diritti umani e<br />

diritto umanitario nei conflitti armati”<br />

organizzato in convenzione tra il<br />

Comando operazioni aeree (COA)<br />

di Poggio Renatico e l’Ateneo<br />

estense.<br />

Co-presieduto dal rettore dell’università,<br />

prof. Pasquale Nappi, e dal<br />

comandante del Reparto preparazione<br />

alle operazioni del COA, gen.<br />

BA. Paolo Mazzi, l’evento si è svolto<br />

alla presenza delle massime autorità<br />

militari e civili di Ferrara.<br />

Il rettore Nappi, nella sua prolusione,<br />

ha sottolineato l’importanza di tale attività,<br />

basata sulla reciproca e costruttiva<br />

collaborazione, peraltro già<br />

avviata da diversi anni tra le due istituzioni,<br />

mentre il gen. Mazzi ha evidenziato<br />

la rilevanza dell’attività<br />

congiunta di studio e ricerca che vede<br />

impegnate due importanti istituzioni<br />

con l’obiettivo di elevare la<br />

preparazione del personale in una<br />

materia quanto mai attuale alla luce<br />

AERONAUTICA MILITARE<br />

dei recenti avvenimenti internazionali.<br />

Al corso, della durata di due settimane<br />

e che viene tenuto da docenti<br />

dell’Ateneo, da eminenti studiosi<br />

esterni di livello internazionale e da<br />

esperti militari dell’AM, partecipano,<br />

oltre agli studenti dell’università ferrarese,<br />

anche numerosi militari e civili<br />

dell’amministrazione della Difesa<br />

che seguiranno le lezioni sia presso<br />

l’istituto universitario, sia presso la<br />

sede del COA dove saranno sviluppate<br />

simulazioni ed esercitazioni<br />

pratiche.<br />

Pubblichiamo, come informazione dedicata ai nostri più giovani lettori, una sintesi di<br />

quanto recentemente apparso sul sito internet dell’AM circa l’iniziativa<br />

“Vivi le Forze <strong>Arma</strong>te. Militare per tre settimane”<br />

Dopo il successo dell’analogo<br />

evento avvenuto nel passato,<br />

anche per quest’anno il ministero<br />

della Difesa ha organizzato per<br />

i giovani, ragazzi e ragazze, di età<br />

compresa tra i 18 e i 30 anni, appositi<br />

corsi di tre settimane presso enti<br />

e reparti militari.<br />

Per quanto riguarda l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare la “full immersion” di 21<br />

giorni per i giovani che saranno<br />

convocati, avverrà in un reparto<br />

operativo, a fianco degli uomini e<br />

delle donne che vi prestano servizio,<br />

vedendo e toccando con mano<br />

le molteplici attività che giornalmente<br />

caratterizzano la vita di un reparto,<br />

dalle missioni di volo alla<br />

manutenzione dei velivoli.<br />

Scopo dell’iniziativa è quello di far conoscere<br />

ai giovani la funzione della Difesa<br />

nel sistema Paese fornendo loro<br />

innanzitutto una preparazione teorica di<br />

base sul dovere costituzionale di difesa<br />

della Patria e sulle attività prioritarie delle<br />

Forze <strong>Arma</strong>te, a cominciare dalle<br />

missioni di pace svolte fuori dei confini<br />

nazionali e dal concorso alla salvaguardia<br />

delle libere istituzioni, in circostanze<br />

di pubblica calamità e in altri casi di<br />

straordinaria necessità e urgenza. Questo<br />

sarà uno dei temi della prima settimana<br />

di stage nel corso della quale i<br />

partecipanti riceveranno anche informazioni<br />

sull’ordinamento militare, sull’organizzazione<br />

e i compiti specifici<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare svolgendo nel<br />

contempo istruzione formale e attività<br />

fisica e ginnico-sportiva.<br />

Le successive due settimane consentiranno<br />

poi di vivere più da vicino<br />

la realtà di ogni giorno dei reparti e<br />

delle unità dell’<strong>Arma</strong> Azzurra, muovendosi<br />

all’interno di alcune delle più<br />

importanti basi aeree della Forza <strong>Arma</strong>ta,<br />

vedendo in azione il personale<br />

in uniforme e la quasi totalità dei velivoli<br />

in dotazione, dai modernissimi<br />

Eurofighter F-2000 da difesa aerea<br />

ai C-130J e C-27J da trasporto, agli<br />

MB.339 da addestramento e visitando<br />

inoltre alcune importanti strutture<br />

di una base aerea quali la torre di<br />

controllo, un centro specializzato per<br />

la manutenzione di velivoli militari ad<br />

alte prestazioni, ecc.<br />

Particolarmente interessante sarà la<br />

possibilità di avvicinarsi e di sperimentare<br />

le tecniche di volo utilizzando<br />

i simulatori di volo oggi in<br />

dotazione alla Forza <strong>Arma</strong>ta, con i<br />

frequentatori più meritevoli che saranno<br />

invitati a partecipare a uno<br />

dei Corsi di cultura aeronautica che<br />

l’<strong>Aeronautica</strong> Militare organizzerà<br />

nel 2012.<br />

Per informazioni dettagliate sull’iniziativa<br />

si può visitare la pagina dedicata<br />

sul sito www.difesa.it<br />

7


SCIENZA, SPAZIO,<br />

TECNICA E INDUSTRIA<br />

Alle 14,56 (ora italiana) del 16<br />

maggio ha avuto inizio la missione<br />

di 16 giorni, denominata<br />

STS-134, che la NASA ha da tempo<br />

programmata con l’impiego dell’Endeavour,<br />

missione che segna il<br />

134° volo di uno shuttle, è la 36ª verso<br />

la Stazione spaziale internazionale<br />

(ISS) e costituisce l’ultimo volo di questa<br />

navetta che il 18 maggio, attraccando<br />

alla ISS stessa, vi ha portato<br />

numerosi esperimenti.<br />

La partenza - dopo un rinvio di vari<br />

giorni a causa di un’anomalia riscontata<br />

nel riscaldamento di una tubazione<br />

carburante del generatore ausiliario<br />

numero 1 poco prima dell’ora del lancio<br />

programmato per il 29 aprile - è<br />

avvenuta senza alcun problema dalla<br />

rampa 39A del Kennedy Space Center<br />

della NASA, in Florida.<br />

È da ricordare in proposito che la<br />

STS-134 era stata programmata, in<br />

precedenza, per il novembre 2010,<br />

ma è stata via via rinviata per una<br />

anomalia riscontrata a uno degli apparati<br />

dell’AMS, a causa dei ritardi<br />

nell’approvvigionamento di alcune<br />

parti di ricambio per la ISS e, ancora,<br />

per la necessità di non interferire con<br />

una missione Soyuz della Russia prevista<br />

a dicembre 2010.<br />

Con a bordo l’astronauta italiano Roberto Vittori<br />

La missione STS-134 della NASA<br />

Il volo, l’ultimo per lo shuttle Endeavour, ha portato sulla ISS vari esperimenti tra i quali<br />

sei di ideazione italiana<br />

Il momento del lancio<br />

Tra gli esperimenti che hanno raggiunto<br />

la ISS, il più significativo è senza<br />

dubbio il rilevatore di particelle<br />

AMS-02 (Anti Matter Spectrometer), il<br />

più pesante del genere mai portato in<br />

orbita (otto tonnellate per un volume<br />

di 64 metri cubi), nato - al costo complessivo<br />

di 1,5 miliardi di euro - da<br />

una collaborazione internazionale tra<br />

16 Paesi, tra cui la Cina, e per il quale<br />

l’Italia ha realizzato i rilevatori.<br />

L’AMS-02 è stato progettato per studiare<br />

particelle ad altissima energia,<br />

determinare quale sia l’equilibrio<br />

nell’universo tra particelle e antiparticelle<br />

e verificare l’esistenza della cosiddetta<br />

“materia oscura”, che sembra<br />

costituire la gran parte del cosmo pur<br />

non essendo rilevabile dagli strumenti<br />

attualmente disponibili.<br />

Sulla missione STS-134 è da rilevare<br />

che la NASA aveva approvato l’integrazione<br />

del programma di esperimenti<br />

definito congiuntamente dall’Agenzia<br />

spaziale italiana (ASI) e dall’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare, programma che ha rappresentato<br />

il contributo scientifico e<br />

tecnologico italiano alla missione stessa<br />

unitamente alla presenza a bordo<br />

del col. pil. Roberto Vittori dell’ESA (European<br />

Space Agency) giunto al suo<br />

terzo volo spaziale dopo i due svolti<br />

con la navicella russa Soyuz nelle missioni<br />

“Marco Polo” del 2002 ed “Eneide”<br />

del 2005, divenendo così il primo<br />

astronauta europeo ad essere andato<br />

tre volte nello spazio.<br />

Nella STS-134 il col. Vittori è il responsabile,<br />

come “mission specialist”,<br />

della sistemazione e attivazione dell’AMS-02,<br />

fatto che gli ha valso lo<br />

scherzoso appellativo di “cacciatore<br />

dell’antimateria”.<br />

È, inoltre, da evidenziare che sulla ISS<br />

Vittori - che vi ha portato anche il Tricolore<br />

consegnatogli dal presidente della<br />

Repubblica in occasione dell’apertura<br />

delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità<br />

di Italia - ha incontrato l’astronauta<br />

Paolo Nespoli, decollato il 15 dicembre<br />

scorso da Baikonur con la Soyuz TMA-<br />

20 per iniziare una missione di lunga<br />

durata (v. pag. 7 di <strong>Aeronautica</strong> n.<br />

1/<strong>2011</strong>), un record italiano, quindi, di<br />

presenza nello spazio senza precedenti.<br />

Un incontro particolare, questo, che ha<br />

avuto una “replica” con quello tra Mark<br />

Kelly, comandante dell’Endeavour, e il<br />

suo fratello gemello Scott, attuale comandante<br />

della ISS sulla quale si trova<br />

dall’ottobre scorso.<br />

L’Endeavour ha portato sulla ISS anche<br />

alcune infrastrutture necessarie<br />

per il funzionamento del laboratorio<br />

spaziale - schermi per proteggerne la<br />

struttura dall’impatto con micrometeoriti,<br />

la piattaforma Express Logistic<br />

Carrier-3, parti di ricambio per il braccio<br />

robotico Dextre - che saranno integrate<br />

nel corso delle quattro EVA<br />

(Extra Vehicular Activity - attività extra<br />

veicolari) programmate.<br />

Gli esperimenti italiani<br />

Riguardo alla partecipazione del nostro<br />

Paese è da precisare che l’Endeavour<br />

ha trasportato sei payload<br />

scientifici con 12 esperimenti italiani<br />

che, compresi in un programma denominato<br />

DAMA (ovvero “DArk MAtter”,<br />

nome frutto della fantasia di Alessia<br />

Casasanta, selezionato da una commissione<br />

mista ASI - AM tra più di<br />

duemila proposte elaborate da tutte le<br />

scuole italiane - v. anche pag. 12 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 11/2010) e curati dagli<br />

enti a fianco di ciascuno indicati, sono:<br />

- APE (G&A Engineering di Oricola -<br />

L’Aquila).<br />

L’Astronaut Personal Eye prevede lo<br />

sviluppo di tecnologia avanzata che<br />

consentirà di costruire un micro veicolo<br />

spaziale da utilizzare, sia all’interno<br />

sia all’esterno di strutture orbitanti,<br />

quale supporto alle attività umane anche<br />

extraveicolari.<br />

- ENOS (Dipartimento di elettronica<br />

della facoltà di ingegneria dell’università<br />

Tor Vergata di Roma).<br />

L’Electronic NOse for Space exploration<br />

è una serie di “nasi elettronici”,<br />

fondamentalmente costituiti da array<br />

di sensori chimici per monitorare la<br />

qualità dell’aria in diversi ambienti all’interno<br />

dell’ISS e segnalare eventuali<br />

anomalie e la presenza di agenti<br />

inquinanti.<br />

- FOAM (Dipartimento di meccanica<br />

della facoltà di ingegneria dell’università<br />

Tor Vergata di Roma).<br />

8 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


Il col. Vittori<br />

Con l’utilizzo di sensori e videocamere,<br />

il FOAM si basa su un innovativo<br />

processo di realizzazione, in assenza<br />

di gravità, di schiume polimeriche.<br />

L’esperimento ha fondamentalmente<br />

tre obiettivi: verificare il processo che<br />

prevede la possibilità di recuperare<br />

forme geometriche complesse di materiali<br />

a memoria di forma, testare<br />

nuovi materiali per attuatori di nuova<br />

concezione e, infine, realizzare strutture<br />

in grado di espandersi e posizionarsi<br />

autonomamente.<br />

- NIGHT VISION (Dipartimento di progettazione<br />

molecolare dell’Istituto di<br />

cristallografia/CNR di Montelibretti -<br />

Roma).<br />

Poiché le radiazioni cosmiche possono<br />

causare temporanee diminuzioni<br />

delle capacità visive, questo esperimento<br />

intende verificare la capacità di<br />

alcuni composti naturali della famiglia<br />

delle xantofile come l’alga unicellulare<br />

“Chlamydomonas Reinhardtii”- notoriamente<br />

dotati di capacità schermanti,<br />

ma non sintetizzabili dal corpo<br />

umano - di sostenere tali radiazioni, e<br />

quindi lo stress spaziale, in modo da<br />

programmarne poi l’introduzione nella<br />

dieta degli astronauti.<br />

- VIABLE ISS (Dipartimento di agrobiologia<br />

e agrochimica dell’università<br />

della Tuscia di Viterbo).<br />

L’eValuatIon And monitoring of micro-<br />

BiofiLms insidE International Space<br />

Station consiste nel monitoraggio dei<br />

vari generi di biocontaminazione da<br />

batteri e funghi presenti sulla ISS - in<br />

un periodo di circa tre anni - e nell’a-<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

nalisi dei possibili sistemi di controllo<br />

dei biofilm.<br />

- BIOKIS<br />

Comprende sette esperimenti diversi,<br />

nel campo della biologia cellulare e<br />

della radioprotezione, che tovano sistemazione<br />

in due container realizzati<br />

per l’ASI dalla Kayser Italia SpA di Livorno.<br />

Tali esperimenti sono:<br />

1. BioS-PORE (Dipartimento di farmacologia,<br />

università di Firenze).<br />

Intende studiare l’interazione di due<br />

genomi diversi durante il processo di<br />

sporificazione e germinazione delle<br />

spore, investigandone la regolazione.<br />

2. Photo-Evolution (Istituto di cristallografia,<br />

CNR).<br />

Scopo dell’esperimento è quello di verificare<br />

la possibilità di produrre ossigeno<br />

in modo naturale durante le<br />

missioni di esplorazione umana dello<br />

Spazio.<br />

3. HiDOSE (Dipartimento di scienze<br />

fisiche, università “Federico II” di<br />

Napoli).<br />

L’Heavy Ions DOSimetry Experiment<br />

è il monitoraggio della radiazione cosmica<br />

primaria. Per rilevarne la composizione<br />

e l’intensità sono utilizzati<br />

sensori a termoluminescenza e rilevatori<br />

nucleari a stato solido.<br />

4. TARDIKISS (Dipartimento di biologia<br />

animale, università di Bologna e<br />

Reggio Emilia).<br />

L’esperimento TARDIgrades in Space<br />

utilizza i tardigradi (organismi multicellulari<br />

in grado di colonizzare gli<br />

ambienti più inospitali della Terra) per<br />

studiare quali geni, molecole o meccanismi<br />

sono coinvolti nella capacità<br />

di sopravvivere in condizioni di stress<br />

estremo quali quelle dell’ambiente<br />

spaziale.<br />

5. 3DISS (Dipartimento di astronomia<br />

e scienze dello spazio, università di<br />

Firenze).<br />

L’obiettivo di DNA on Diamond Dosimeters<br />

onboard ISS è quello di misurare<br />

la dose di radiazioni assorbita<br />

durante una missione spaziale di breve<br />

durata a bordo della ISS, valutare<br />

il danno genetico sofferto dal soggetto<br />

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

e correlare il danno biologico con le<br />

misure dosimetriche.<br />

6. nDOSE (INFN - Istituto nazionale<br />

di fisica nucleare, sezione di Torino).<br />

Il sistema di misurazione di radiazioni<br />

proposto dall’esperimento neutrons<br />

DOSimetry Experiment è basato su<br />

strumenti rivelatori di traccia Stack Bismuth,<br />

combinati con l’uso di un codice<br />

di calcolo adeguato. Lo scopo è lo<br />

sviluppo di nuove applicazioni come<br />

dosimetri a neutroni utilizzabili in viaggi<br />

intercontinentali o da popolazioni<br />

che vivono in alta quota.<br />

7. Arabidops-ISS (Dipartimento di ortoflorofrutticultura,<br />

università di Firenze).<br />

L’esperimento condotto su piantine<br />

normali e mutanti quali l’arabidops dovrebbe<br />

permettere di chiarire alcune<br />

delle fasi della risposta fisiologica delle<br />

piante allo stress da assenza di<br />

gravità e, quindi di verificare la possibilità<br />

di coltivare le piante nelle missioni<br />

spaziali a lungo termine.<br />

Ai suddetti esperimenti si aggiunge<br />

quello denominato “ASIA for Human<br />

Flight”, progettato dall’Information<br />

Technologies Services e dal Campus<br />

Biomedico di Roma, nella prospettiva<br />

applicativa in future missioni spaziali<br />

nel settore della prognostica medica.<br />

ASIA consiste nello sviluppo di un algoritmo,<br />

basato su reti neurali e sistemi<br />

esperti operati da processori<br />

parallelizzati per incrementare la potenza<br />

di calcolo, che partendo dall’analisi<br />

dei principali parametri biologici<br />

dell’astronauta, ne deriva l’evoluzione<br />

dello stato di decalcificazione ossea<br />

ed elabora la strategia curativa da implementare.<br />

Il col. Vittori al comando della ISS<br />

nel 2013?<br />

A conclusione di queste note resta da<br />

dire che, secondo alcune ipotesi formulate<br />

in ambito NASA e ESA, il col.<br />

Roberto Vittori potrebbe concludere il<br />

suo percorso di astronauta con il comando<br />

della Stazione spaziale internazionale<br />

nella sua missione di lunga<br />

durata in programma nel 2013.<br />

La NASA ricorda il 50° del suo primo astronauta nello spazio<br />

Il 5 maggio la NASA ha clebrato con varie cerimonie i cinquanta anni del primo volo di un astronauta statunitense.<br />

Fu, infatti, Alan B. Shepard Jr. che il 5 maggio 1961, 23 giorni dopo il volo di Yuri Gagarin (v. pag. 21 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 4/<strong>2011</strong>) venne lanciato da Cape Canaveral a bordo della Freedom 7 per un volo suborbitale di 15 minuti, a un’altezza<br />

di circa 116 km, nell’ambito del programma Mercury.<br />

È da ricordare che, all’età di quarantasette anni, Shepard fece il suo secondo volo spaziale come comandante dell’Apollo<br />

14, dal 31 gennaio al 9 febbraio 1971, terza missione di allunaggio umano e la prima dopo il fallimento dell’Apollo 13. In tale<br />

occasione divenne anche il primo uomo ad aver giocato a golf sul nostro satellite. L’astronauta è deceduto nel 1998.<br />

9


SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

La seconda generazione di COSMO (1) -SkyMed<br />

È in fase di studio l’evoluzione del principale sistema satellitare nazionale<br />

per l’osservazione della Terra<br />

Il sistema di osservazione della<br />

terra COSMO-SkyMed, basato<br />

su di una costellazione di 4 satelliti,<br />

si arricchirà ben presto di un<br />

nuovo protagonista: è infatti in corso<br />

lo studio dei requisiti di dettaglio<br />

per la realizzazione della Seconda<br />

Generazione che, garantendo la<br />

continuità con il precedente, si pone<br />

l’obiettivo di migliorarne le prestazioni<br />

e le ricadute applicative.<br />

In tema di continuità operativa, il<br />

sistema COSMO-SkyMed vede oggi<br />

la nascita di applicazioni e servizi<br />

che possono funzionare solo se vi è<br />

disponibilità ininterrotta di immagini<br />

SAR. Esempio ne è la capacità di<br />

supporto in caso di emergenze naturali,<br />

come le inondazioni che hanno<br />

recentemente colpito aree delle<br />

Marche e della Basilicata o, con<br />

prospettiva più ampia, il supporto<br />

post-sisma in Giappone. I servizi<br />

che a breve saranno pienamente disponibili,<br />

e nei quali molti attori<br />

istituzionali e commerciali stanno<br />

investendo, potranno quindi contare,<br />

grazie ai due satelliti di COSMO-<br />

SkyMed Seconda Generazione<br />

(CSG), su una solida base per i prossimi<br />

15 anni, un orizzonte di vita<br />

più che promettente.<br />

Rispetto alla prima costellazione, il<br />

nuovo sistema di seconda generazione<br />

avrà dei significativi upgrade<br />

delle già ottime caratteristiche tecniche<br />

per l’osservazione terrestre.<br />

Figura 1 - Fasi di lavorazione di un satellite<br />

della prima generazione<br />

di Giuseppe D’Amico, Riccardo Cetta e Stefano Serva *<br />

Oltre al miglioramento della risoluzione<br />

geometrica, che si traduce<br />

nella capacità di distinguere oggetti<br />

sempre più piccoli, il sistema sarà<br />

più agile, ossia potrà effettuare manovre<br />

di puntamento in maniera più<br />

veloce, consentendo la ripresa di<br />

aree fra di esse anche molto lontane<br />

in rapida successione. L’antenna radar<br />

ad apertura sintetica, vero e<br />

proprio “cuore” del satellite, avrà<br />

un’ancora migliore capacità di raccolta<br />

delle informazioni, potendo<br />

registrare la radiazione elettromagnetica<br />

di ritorno dalla scena osservata<br />

nelle due direzioni, orizzontale<br />

e verticale rispetto all’antenna; i dati<br />

così ottenuti permetteranno di caratterizzare<br />

ciò che si sta osservando<br />

con maggiore sensibilità ed<br />

accuratezza. E non solo: il vero requisito<br />

per lo sviluppo tecnologico<br />

dei sottosistemi del satellite sarà, infatti,<br />

la possibilità di acquisire e gestire<br />

una mole di dati maggiore<br />

rispetto a quella, già ragguardevole,<br />

di COSMO-SkyMed.<br />

Ma non esiste solamente lo space<br />

segment, ossia i satelliti in orbita<br />

nello spazio: la vera chiave di successo<br />

per una missione spaziale è<br />

costituita da ciò che si trova qui<br />

sulla Terra, ossia le infrastrutture<br />

denominate appunto ground segment,<br />

che svolgono le funzioni essenziali<br />

di programmazione e<br />

controllo della costellazione, così<br />

come di acquisizione, elaborazione<br />

e valorizzazione dei dati per la generazione<br />

delle preziose immagini<br />

richieste dagli utenti. E così, anche<br />

in questo campo, per CSG le evoluzioni<br />

saranno molteplici: sicuramente<br />

la necessità di gestire e<br />

mettere efficacemente a disposizione<br />

degli utenti un quantitativo enorme<br />

di dati, senza latenze temporali<br />

e con il minimo aggravio operativo,<br />

nonché la necessità di avere un unico<br />

canale di accesso a tutte le risor-<br />

se satellitari di cui il Paese si doterà<br />

negli anni a venire. Ciò non è scontato:<br />

l’interoperabilità e l’integrazione<br />

di più sistemi sono infatti le<br />

sfide più stimolanti nel settore, sfide<br />

che gli addetti ai lavori hanno<br />

raccolto con entusiasmo e stanno<br />

portando avanti con successo.<br />

Figura 2 -Esempio di applicazione per<br />

supporto crisis management - Analisi<br />

MultiTemporal Coherence della centrale<br />

nucleare di Fukushima, colpita<br />

dal sisma dell’11 marzo <strong>2011</strong>, per il<br />

monitoraggio delle strutture esterne<br />

dei reattori<br />

[http://www.e-geos.it/]<br />

Lo sviluppo in CSG sia del segmento<br />

spaziale che di quello di terra<br />

potrà beneficiare dell’esperienza<br />

maturata con la prima generazione:<br />

uno dei risultati più importanti<br />

della prima fase di impiego ed utilizzo<br />

del sistema COSMO-SkyMed<br />

è stata, infatti, la capillare raccolta<br />

di “ritorni dal campo”, noti come<br />

lessons learned. Queste spaziano<br />

dalla possibilità di utilizzare le capacità<br />

del sensore radar con tecniche<br />

sempre aggiornate, ai processi<br />

di gestione delle operazioni e della<br />

manutenzione del sistema, che essendo<br />

in continua evoluzione necessita<br />

di correttivi e ottimizzazioni.<br />

Nuovi prodotti, applicazioni, modalità<br />

di gestione della programmazione<br />

vedranno la luce con la<br />

seconda generazione, per la soddi-<br />

10 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


sfazione di quanti domani utilizzeranno<br />

il sistema.<br />

L’investimento che il nostro Paese<br />

ha affrontato permette certamente<br />

di conseguire una crescita significativa<br />

in un settore che già ci vede attori<br />

protagonisti a livello mondiale.<br />

La sfida è quindi massimizzare le ricadute<br />

dell’investimento attraverso<br />

l’apertura del sistema alla cooperazione<br />

internazionale. CSG potrebbe<br />

infatti essere, almeno per la sua<br />

componente militare, parte integrante<br />

di un più ampio progetto di<br />

osservazione terrestre a fini militari<br />

che vedrà il coinvolgimento, oltre<br />

all’Italia, di Francia, Belgio, Germa-<br />

In occasione del trentesimo anniversario del primo volo<br />

compiuto da uno shuttle, il Columbia, che fu lanciato<br />

il 12 aprile 1981, la NASA ha reso noti i luoghi che<br />

accoglieranno definitivamente le ultime tre macchine di<br />

questo tipo ancora in servizio, dopo la loro radiazione.<br />

Il Discovery, dopo la sua 39ª missione, avvenuta nel<br />

marzo scorso, sostituirà allo Smithsonian’s National Air<br />

and Space di Washington l’Enterprise (primo shuttle<br />

realizzato nel1976, impiegato esclusivamente per i test<br />

e mai andato nello spazio) che sarà trasferito all’Intrepid<br />

Sea, Air and Space Museum di New York.<br />

Volo di 13 ore del<br />

Solar Impulse<br />

Il 13 marzo, dopo un volo della durata di<br />

poco meno di 13 ore, il Solar Impulse -<br />

l’aereo svizzero propulso da motori alimentati<br />

da batterie caricate dall’energia<br />

solare e costruito per tentare nel 2012 il giro<br />

del mondo (v. anche pag. 11 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 7/2010) - è atterrato sulla pista<br />

di Bruxelles - Zaventem pilotato da André<br />

Borschberg, co-fondatore del progetto.<br />

Decollato alle 08,40 dall’aeroporto di<br />

Payerne in Svizzera, l’aereo, che ha volato<br />

a circa 3.000 m di quota, ha attraversato<br />

l’Alsazia verso Nancy e Metz, ha poi<br />

sorvolato il Granducato di Lussemburgo<br />

e, infine, è atterrato in Belgio dove parteciperà<br />

alla “settimana verde” della capitale<br />

belga e, poi, dal 20 al 26 giugno, al 49°<br />

Salone aerospaziale di Le Bourget a Parigi<br />

dove gli organizzatori della manifestazione<br />

sperano di poterlo inserire nel<br />

programma di volo quotidiano.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

nia, Grecia e Spagna, denominato<br />

MUSIS (Multinational Space-based<br />

Imaging System). In tale contesto,<br />

oltre all’acquisizione di una completa<br />

capacità di acquisizione multisensore,<br />

l’Italia potrà giocare un<br />

ruolo di primo piano nel delineare<br />

la fisionomia del segmento di terra<br />

comune, unica via di accesso per<br />

l’intero insieme di assetti satellitari.<br />

In una chiave di ampio respiro internazionale,<br />

il nostro Paese sta esportando<br />

il modello di dualità che,<br />

partendo dalla prima generazione,<br />

ha consentito anche l’avvio del programma<br />

COSMO-SkyMed Seconda<br />

Generazione. Tale dualità, che vede<br />

Nuova prova sperimentale<br />

per la SpaceShipTwo<br />

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

Dove andranno gli ultimi shuttle dopo la radiazione<br />

L’Endeavour, che ha appena iniziato la sua 36ª missione<br />

(v. altro articolo su questo stesso numero) sarà ospitato<br />

al California Scence Center di Los Angeles.<br />

L’Atlantis, che nel prossimo giugno effettuerà il suo<br />

ultimo volo con la missione STS-135, è destinato invece<br />

al Visitor Complex del Kennedy Space Center in<br />

Florida.<br />

È da ricordare che gli altri due shuttle, il Columbia e il<br />

Challenger, sono andati distrutti nei tragici incidenti rispettivamente<br />

avvenuti il 1° febbraio 2003 in fase di atterraggio<br />

e il 29 luglio 2008 poco dopo il lancio.<br />

Il 4 maggio la navetta SpaceShipTwo della Virgin Galactic (v. pag. 16<br />

di <strong>Aeronautica</strong> n. 4/2010) ha provato per la prima volta in volo la rotazione<br />

verso l’alto della sezione caudale, manovra questa prevista<br />

per rallentarne la discesa.<br />

La prova è stata effettuata nel cielo del deserto californiano di<br />

Mojave in occasione del terzo volo sperimentale effettuato nell’arco<br />

di 12 giorni.<br />

La SpaceShipTwo - sganciata dall’aereo madre White Knight 2 (WK2)<br />

a 51.500 piedi di quota - dopo aver stabilizzato la traiettoria ha ruotato<br />

la sezione posteriore verso l’alto di 65°, scendendo in picchiata per<br />

circa 75 secondi, al rateo di 15.500 piedi al minuto, fino a 33.500 piedi<br />

dove la navetta ha ristabilito la configurazione normale di planata, atterrando<br />

poi dopo 11 minuti e 5 secondi dallo sgancio dal WK2.<br />

Altro volo per il J-20 cinese<br />

quotidianamente l’Agenzia Spaziale<br />

Italiana e il Ministero della Difesa incontrarsi<br />

e condividere le risorse, sia<br />

economiche che umane, necessarie<br />

al Programma, ha consentito quella<br />

necessaria messa a fattor comune<br />

delle risorse che, anche in momenti<br />

difficili dal punto di vista economico,<br />

ha garantito la riuscita in un’impresa<br />

tanto complessa come quella di dotarsi<br />

in autonomo di un sistema satellitare<br />

di rilevanza mondiale.<br />

(1) COSMO: Constellation of Small Satellites<br />

for Mediterranean basin Observation.<br />

* Ufficiali in servizio al Centro Interforze<br />

Telerilevamento Satellitare.<br />

Il 17 aprile, nel cielo dell’aeroporto di Chengdu, l’aereo stealth cinese<br />

J-20 ha effettuato un secondo volo di collaudo dopo il primo eseguito<br />

nel gennaio scorso (v. pag. 8 di <strong>Aeronautica</strong> n. 1/<strong>2011</strong>).<br />

11


SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

In orbita il primo satellite SBIRS Geo-1 per l’USAF<br />

Il 7 maggio, da Cape Canaveral, è stato lanciato con un vettore Atlas 5 il primo Space<br />

Based Infrared System ( SBIRS ) geostazionaria (Geo-1), il satellite della costellazione<br />

destinata a rilevare il lancio di missili balistici costruita da Lockheed Martin per l’US Air<br />

Force. Lo SBIRS Geo-1 è il più tecnologicamente avanzato satellite militare ad infrarossi<br />

mai sviluppato che permetterà di migliorare notevolmente la difesa missilistica statunitense<br />

negli anni a venire.<br />

Il programma del sistema, volto a sostituire quelli del Defense Support Program attualmente<br />

in uso, prevede che nei prossimi cinque anni siano posti in orbita altri tre satelliti<br />

per lo SBIRS.<br />

L’Eurocopter X3 vola a 430 km/h<br />

Il 12 maggio, presso il centro sperimentale militare di Marignane,<br />

il dimostratore ibrido Eurocopter X3 (v. pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 10/2010) ha volato mantenendo per alcuni minuti i 430<br />

km/h di velocità e superando quindi i 407 che costituivano l’obiettivo<br />

prefissato dall’azienda costruttrice per quella prova.<br />

Il volo record - si legge su DedaloNews - era il terzo dopo l’installazione<br />

del riduttore definitivo che consente di sfruttare l’intera<br />

potenza installata. L’ibrido X3 è un Dauphin modificato con<br />

l’installazione di due corte ali, sulle quali sono installate eliche<br />

azionate dagli stessi turboalberi che fanno girare il rotore. Da<br />

questa configurazione Eurocopter si conta di abbinare la velocità<br />

dell’aereo turboelica con le capacità di volo stazionario<br />

dell’elicottero.<br />

Ha volato il Phantom Ray<br />

Il 27 aprile il velivolo a pilotaggio remoto Phantom Ray costruito<br />

dalla Boeing (v. anche pag. 11 di <strong>Aeronautica</strong> n.<br />

6/2010) ha completato il suo primo volo, della durata di 17<br />

minuti, al Dryden Research Center della NASA sulla base aerea<br />

californiana di Edwards.<br />

Il volo, che ha raggiunto la quota di circa 2.500 m e la velocità<br />

di 178 nodi, segue una serie di prove di rullaggio ad alta<br />

velocità svoltesi nel marzo scorso e relative ai sistemi di guida,<br />

navigazione e controllo, effettuate anche per verificare<br />

l’interfaccia con il suo operatore a terra, le procedure operative<br />

e quelle per la pianificazione delle sue future missioni.<br />

Il Phantom Ray, considerato l’aereo spia del futuro, ha un’apertura<br />

alare di circa 17 metri, è lungo 12 metri ed ha un peso<br />

totale di circa 17 tonnellate. Potrà operare ad una quota di<br />

oltre 13.000 mantenendo una velocità di crociera di circa<br />

1000 km/h (Mach 0,8).<br />

Elicotteri stealth contro<br />

Osama Bin Laden?<br />

Nella circostanza dell’uccisione di Osama<br />

Bin Laden avvenuta nella notte tra<br />

il 1° e il 2 maggio in Pakistan ad opera<br />

dei Navy Seals statunitensi giunti sul posto<br />

a bordo di elicotteri, molti giornali, anche<br />

specializzati, hanno ipotizzato - esaminando<br />

le foto del relitto di una di queste macchine<br />

distrutta dagli stessi utilizzatori per un’avaria<br />

che ne impediva il ritorno alla base di partenza<br />

- che potrebbe trattarsi di elicotteri a<br />

bassa visibilità, forse una speciale versione<br />

del Sikorsky UH-60 Black Hawk modificata<br />

per ridurne la tracciatura radar e la rumorosità<br />

e denominata Air Wolf.<br />

In particolare, riportano i giornali specializzati,<br />

l’Air Wolf avrebbe un motore silenziato e sarebbe<br />

verniciato con prodotti speciali che, insieme<br />

a un profilo particolare dato ad alcune<br />

parti della sua struttura, ne diminuirebbero<br />

notevolmente la sua visibilità ai radar.<br />

Il primo Su-35S di serie<br />

ha iniziato a volare<br />

Il 5 maggio il primo Sukhoi Su-35S di serie<br />

ha iniziato i voli di prova sull’aeroporto siberiano<br />

di Komsomolsk-on-Amur. Nel corso<br />

del volo, durato 90 minuti, sono state<br />

effettuate alcune prove relative alla propulsione<br />

e al sistema di controllo integrato.<br />

L’aereo - del quale le forze aeree russe<br />

hanno ordinato 48 esemplari - è la versione<br />

aggiornata del Su-35, il caccia multiruolo<br />

russo derivato dal Sukhoi Su-27S (Flanker<br />

B nel codice NATO) con alcuni cambiamenti<br />

tra i quali motori più potenti, un radome più<br />

grande per ospitare il nuovo radar, un sistema<br />

di ricerca per minacce missilistiche IR e<br />

una forte componente di elettronica di navigazione<br />

ed attacco.<br />

12 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


Il 7 maggio, il V750 cinese, considerato il più grande elicottero al mondo a pilotaggio<br />

remoto, ha compiuto il suo primo volo di dieci minuti presso gli stabilimenti<br />

della Weifang Tianxiang Aerospace Industry, nella provincia dello<br />

Shandong Weifang. L’elicottero - che pesa 757 kg, ha una capacità massima di<br />

carico di 80 kg, una autonomia di circa quattro ore, una velocità massima di 161<br />

km/h e che può essere controllato a distanza o teleguidato da un computer programmato<br />

per seguire determinate rotte, entro un raggio di 150 chilometri e fino a<br />

3000 metri di quota - si è alzato di 25 metri dal suolo ed ha volteggiato sopra la<br />

pista senza particolari problemi.<br />

UTRI acquisita<br />

da Selex Galileo<br />

La società Selex Galileo ha recentemente annunciato<br />

di aver acquisito la Unmanned Technologies<br />

Research Institute (UTRI), l’azienda<br />

triestina attiva nello sviluppo di tecnologie innovative<br />

negli aeromobili a pilotaggio remoto (APR) di piccole<br />

dimensioni quali il suo autogiro Gheppio “con pilota<br />

opzionale” presentato due anni fa congiuntamente<br />

proprio con Selex Galileo.<br />

Quest’ultima - che tende a incrementare la sua presenza<br />

nel settore degli APR verso il basso, aggiungendo<br />

al suo Falco altri sistemi APR di grandezze<br />

inferiori da impiegare a livello di squadra o plotone -<br />

si avvarrà quindi - si legge in una nota di Dedalo-<br />

News - di quelli prodotti da UTRI «quali l’ASIO (un<br />

mini APR da 6,5 kg a decollo verticale già operativo<br />

e caratterizzato dalla capacità di volo stazionario<br />

per la raccolta di dati), il Crex-B (che con i suoi due<br />

kg di peso è classificato nella categoria micro) e lo<br />

Spyball (un elettrico ad elica intubata di peso inferiore<br />

ai due kg.»<br />

All’USAF il primo simulatore<br />

completo del JSF<br />

La US Air Force ha ricevuto dalla Lockheed<br />

Martin, presso l’Integrated Training Center<br />

(ITC) sulla base di Eglin in Florida, il primo Full<br />

Mission Simulator (FMS) del caccia F-35 Lightning<br />

II che sarà tra breve utilizzato dai frequentatori dei<br />

corsi per l’abilitazione al pilotaggio di tale velivolo.<br />

Dal momento che non sono previste versioni biposto<br />

dell’F-35, l’apparato FMS (equipaggiato con<br />

il software originale dell’aereo e dotato di un sistema<br />

di visualizzazione a 360° ad alta risoluzione<br />

e in grado di simulare le tre versioni A, B e C)<br />

sarà quindi il principale mezzo addestrativo per i<br />

piloti stessi.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

SCIENZA, SPAZIO, TECNICA E INDUSTRIA<br />

Primo volo per l’elicottero cinese senza pilota V750<br />

Nuove prove in volo per<br />

l’elicottero AAS-72X<br />

Il dimostratore dell’elicottero Armed Aerial Scout 72X<br />

(AAS-72X) prodotto da American Eurocopter e<br />

Lockheed Martin, associate in EADS North America,<br />

e che ha volato per la prima volta nel dicembre 2010,<br />

ha condotto nuove prove in volo.<br />

L’AAS-72X, basato sulla cellula dell’Eurocopter EC145<br />

civile, è il primo delle tre macchine che il costruttore<br />

europeo ha sviluppato in risposta ai requisiti stabiliti<br />

dall’US Army per svolgere missioni armate con un<br />

nuovo mezzo ad ala rotante.<br />

È da ricordare che l’Esercito statunitense impiega già<br />

oltre 160 UH-72A Lakota (v. pag. 30 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 2/2009).<br />

Aperta la gara per il nuovo<br />

caccia F-X del Giappone<br />

L’Eurofighter Typhoon, il Lockheed Martin F-35 Lightning<br />

II (JSF) e il Boeing F/A-18E/F Super Hornet<br />

sono i velivoli delle tre aziende aeronautiche<br />

che il Giappone ha invitato a partecipare alla gara per<br />

la scelta del caccia F-X che dovrà sostituire gli anziani<br />

McDonnell Douglas F-4 Phantom attualmente in via di<br />

radiazione dalle linee di volo delle forze aeree di Tokyo.<br />

È da ricordare in proposito che gli Stati Uniti avevano a<br />

suo tempo negata l’esportazione, chiesta dai giapponesi,<br />

del Lockheed Martin F-22 Raptor.<br />

13


VARIE<br />

«Caro Gianbortolo a tre stelle,<br />

è appena uscito per i tipi di Ancora il mio libro sugli Alpini che, come sai, ha per titolo “Sul cappello che noi portiamo”. Te ne mando<br />

copia insieme con il vivo ringraziamento per la testimonianza che ti ho chiesto e che ho puntualmente pubblicato. Volevo conoscere<br />

la stima per le penne nere di un friulano che come te ha passato la giovinezza proprio tra gli Alpini pensando, un giorno,<br />

di indossarne uniforme e scarponi. E che, invece, è diventato soldato azzurro, pilota dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare e perfino Generale<br />

di Squadra. Mi piacerebbe che tu facessi conoscere anche ai lettori della vostra rivista, strettamente e affettuosamente dedicata<br />

a chi vola, a chi ha volato e volerà, la considerazione che continui a professare per gli Alpini, visti dall’aria ma anche incontrati<br />

sui monti che ti sono spesso compagni. Io ho molto apprezzato la lealtà con cui manifesti il tuo aperto cameratismo per chi continua<br />

a intonare “Su pei monti che noi saremo, pianteremo l’accampamento”.<br />

Il sottotitolo del mio libro così recita “Perché gl’italiani amano gli alpini”. E nella seconda di copertina ecco la risposta che certo<br />

condividerai: “Gl’italiani amano gli alpini perché sono gente seria”. La sentenza è del grande inviato di guerra e mio straordinario<br />

compagno di intraprese negli anni de “Il Giornale” diretto da Montanelli: Egisto Corradi, parmigiano come anch’io mi vanto di essere,<br />

tenente della Julia in Grecia e poi sul Don, medaglia d’argento nell’odissea gelida su cui ha scritto uno dei più schietti libri<br />

d’azione e di dolore: “La ritirata di Russia”.<br />

Quanto a me, caporalmaggiore di Fanteria dal 1954 al 1956, ho firmato il libro per due ragioni: la prima è che non si progettano<br />

libri vaporosi quando, in giro, c’è urgenza di consapevolezza e di storie non disutili all’esercizio, speriamo continuativo, del conoscere<br />

quel che riguarda la nostra personale ventura d’esser nati italiani e dunque di abitare per diritto e dovere un’Italia parzialmente<br />

improbabile, cioè ancora folta di tanta bella gente, ma appesantita, anzi imbruttita da cronache e personaggi letali.<br />

E la seconda ragione è la necessità, per ciascuno di noi, di confermarsi in quel che rincuora. Per esempio questo: che gli Alpini, sarà<br />

per quel cappello, sarà per quella penna, indossano propositi di servizio e li rivelano in ogni grande o piccola vicenda, nazionale o no.<br />

Spero che il libro, con cui ti sei generosamente coinvolto, ti faccia compagnia e abiti con te, tra tutti gli aeroplani messi a stampa<br />

e ben narrati nei libri più cari.<br />

Porta la mano alla bustina il Tuo caporal maggiore Giorgio Torelli»<br />

Nella mia città, situata ai piedi<br />

delle Alpi Giulie, gli alpini sono<br />

sempre stati di casa. Lo erano<br />

nei giorni della prima guerra mondiale<br />

quando le tradotte transitavano per<br />

la sua stazione dirette verso il fronte; e<br />

lo erano durante i giorni della seconda<br />

guerra mondiale, quando i convogli si<br />

formavano prima del lungo viaggio,<br />

per molti senza ritorno, verso la Russia.<br />

Anche dopo, dagli anni Cinquanta<br />

in poi, durante la cosiddetta guerra<br />

fredda, quando nella zona avevano sede<br />

diversi comandi di enti e reparti,<br />

tutti facenti capo (credo) alla divisione<br />

alpina Julia, posta a guardia dei confini<br />

orientali, gli alpini costituivano una<br />

presenza costante e familiare.<br />

In quegli anni essi costituivano la caratteristica<br />

forse più peculiare della<br />

città. Nelle ore di libera uscita li si vedeva<br />

sciamare per le vie della città: i<br />

cappottoni lunghissimi di colore kaki,<br />

con la martingala, da poco ereditati<br />

dagli eserciti alleati, ma con il cappello<br />

ancora orgogliosamente grigio-verde,<br />

girovagavano a frotte per le vie<br />

cittadine. Mete preferite i cinematografi<br />

più popolari e, talvolta, alcune<br />

ospitali case della periferia dove, con<br />

poche lire, e spesso dopo lunghe attese,<br />

potevano disporre di pochi minuti<br />

di intimità con delle mature professioniste<br />

dall’aspetto spesso più materno<br />

che erotico. Poi, ad una cert’ora, attratti<br />

da un richiamo nostalgico, tutti<br />

si ritrovavano alla stazione ferroviaria<br />

ad attendere l’ora della ritirata passeggiando<br />

accanto ai treni in sosta o bi-<br />

Alpino o aviatore?<br />

vaccando nel bar o nelle sale d’aspetto.<br />

Certo, per un ragazzo che si affacciava<br />

alle soglie della maturità, gli alpini,<br />

visti così, offrivano un quadro non<br />

molto edificante. Ma per noi gli alpini<br />

non erano solo questo. In ogni famiglia<br />

c’era almeno un “vecio”: un alpino<br />

che aveva fatto la guerra in Bosnia,<br />

Albania o Russia e che quand’era in<br />

vena, e opportunamente incoraggiato,<br />

si lasciava andare sull’onda dei ricordi:<br />

fatti raccontati con semplicità,<br />

senza la minima ombra di retorica,<br />

spesso intrisi di quell’umanità propria<br />

di chi ha vissuto momenti importanti<br />

forse senza rendersene nemmeno<br />

conto e li espone quasi con pudore,<br />

come spesso accade alla gente semplice<br />

e concreta, come sono sempre stati<br />

gli alpini. (Anche nella mia famiglia<br />

c’era un “siorcapitani”, lo zio Giovanni,<br />

combattente sul Grappa col grado<br />

di Aspirante e Capitano richiamato<br />

colla Julia in Albania e Grecia e sfuggito<br />

alla Russia perché, laureato in<br />

agraria, fu nominato sovraintendente<br />

agli “orti di guerra” cittadini). E poi<br />

c’erano i raduni alpini, sempre con il<br />

“Comando Tappa” per la distribuzione<br />

del vino e la fanfara che sfilava<br />

suonando “Trentatré” fra gli applausi<br />

del pubblico. Poi c’erano i canti alpini:<br />

semplici composizioni spesso<br />

sgrammaticate, nate spontaneamente<br />

in caserma o nelle trincee, in una lingua<br />

che era un misto di vari dialetti<br />

delle valli alpine, dal Piemonte al<br />

Friuli. Li cantavamo spesso in coro,<br />

nelle gite scolastiche o parrocchiali in<br />

pullman, spesso accompagnati dalla<br />

fisarmonica.<br />

Tutto questo faceva di noi dei potenziali<br />

alpini. Era pienamente scontato<br />

che ognuno di noi, al compimento dell’età<br />

o al termine degli studi avrebbe<br />

indossato il cappello con la penna. Ci<br />

scherzavamo sopra con la frase con<br />

cui un’immaginaria recluta, rivolgendosi<br />

alla mamma così esprimeva la<br />

sua propensione a divenire un alpino:<br />

“Alpin jò, mame” (voglio fare l’alpino,<br />

mamma) ricevendone sempre la risposta<br />

“Çiastron tu fi” (tu sei matto, figlio<br />

mio). Scontatissimo quindi che<br />

anch’io, al momento giusto, sarei stato<br />

un alpino, come del resto tutti i miei<br />

coetanei. Finché un giorno inaspettatamente<br />

la mia vita uscì da quelli che<br />

erano sembrati i suoi binari naturali<br />

in un certo modo coerenti con l’ordine<br />

delle cose.<br />

Ero all’ultimo anno di liceo, ancora<br />

molto incerto su quale strada intraprendere.<br />

Mio padre, maresciallo di<br />

fanteria, avrebbe voluto fare di me un<br />

ufficiale dell’Esercito, magari proprio<br />

degli alpini, il che, fra l’altro, mi avrebbe<br />

consentito di ottenere una destinazione<br />

vicino a casa. Ma evidentemente<br />

il destino aveva stabilito diversamente.<br />

Poco prima degli esami incrociai un<br />

amico di poco più anziano. Frequentava<br />

il primo anno dell’Accademia <strong>Aeronautica</strong>,<br />

una divisa che mi pareva<br />

molto elegante, con tanto di spadino e<br />

tante cose interessanti da raccontare<br />

sulla nuova vita, che mi sembrò subito<br />

ricca di fascino. Lì per lì decisi di pro-<br />

14 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


vare. Non so cosa mi spinse a fare<br />

questo passo. Pur in assenza di una<br />

qualunque vocazione, che non fosse<br />

quella di una vita diversa che mi portasse<br />

lontano da una città provinciale,<br />

priva di particolari stimoli, ci tentai: la<br />

visita medica, particolarmente severa<br />

e l’esame di concorso andarono, inaspettatamente<br />

e imprevedibilmente<br />

bene e di lì a pochi mesi ero entrato a<br />

far parte dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare. Fin<br />

dall’inizio fu un vero shock: cominciai<br />

a rimpiangere tutte quelle cose che<br />

erano sembrate fino a poco prima insopportabili:<br />

la quieta vita provinciale,<br />

gli amici e i compagni di scuola che<br />

non erano usciti, come avevo fatto io,<br />

dai binari che l’ordine delle cose ci<br />

aveva predisposto. Mi sarei a poco a<br />

poco allontanato dalle vecchie amicizie,<br />

stringendone di nuove. E, fra l’altro,<br />

non avrei mai più fatto l’alpino.<br />

Fin dai primi giorni mi resi conto delle<br />

caratteristiche peculiari della vita<br />

che mi aspettava in <strong>Aeronautica</strong>, così<br />

diverse da quelle che immaginavo proprie<br />

degli alpini. Una vita vissuta all’insegna<br />

dell’individualismo, con dei<br />

precisi compiti e altrettanto definite<br />

responsabilità, compiti assegnati individualmente<br />

a seconda dell’incarico o<br />

della specialità. Tutto diametralmente<br />

opposto a quanto avveniva per le unità<br />

alpine in cui i vari compiti operativi<br />

erano assegnati a interi reparti, con la<br />

relativa responsabilità affidata ad un<br />

singolo comandante. Da queste due<br />

diverse impostazioni, discendevano<br />

esigenze di educazione, più che di addestramento,<br />

del tutto diverse.<br />

Naturalmente, non ebbi particolari<br />

difficoltà ad adattarmi a questa nuova<br />

vita. Una vita ricca di stimoli ed esperienze,<br />

che nei quarantadue anni che<br />

seguirono mi diede non poche gratificazioni<br />

e soddisfazioni. Ma fu forse<br />

proprio la diversità di questa vita da<br />

quella che da ragazzo mi prefiguravo<br />

nel caso avessi indossato il cappello<br />

con la penna, che destò in me un sentimento<br />

di ammirazione, o forse di<br />

nostalgia, che non mi avrebbe più abbandonato<br />

nella vita. Un sentimento<br />

che coltivai specialmente attraverso le<br />

letture: Egisto Corradi, Giulio Bedeschi,<br />

Rigoni Stern, Monelli, spesso arricchito<br />

dai disegni di Novello, furono,<br />

e rimangono tuttora le mie letture preferite.<br />

Uomini che erano vissuti da alpini<br />

e che da alpini avevano scritto.<br />

Sempre lontani dalla retorica e dal<br />

trionfalismo che spesso caratterizza<br />

gli scritti degli autori di cose militari.<br />

Più volte mi sono chiesto quali fossero<br />

i motivi di questa mia ammirazione.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

Le risposte che mi sono sempre dato<br />

trovano il loro fondamento nello stile<br />

di vita della gente di montagna, abituata<br />

da sempre a pensare a se stessa,<br />

senza fare affidamento negli altri. Lo<br />

stile di vita semplice, in cui sono sempre<br />

chiari i doveri di ognuno, una vita<br />

in cui si insegnano, e si seguono, quei<br />

principi di vita che sono alla base della<br />

vita sociale. Sono i principi di vita dei<br />

paesi delle nostre vallate, località povere,<br />

spesso isolate, immerse in una<br />

natura non sempre benigna. In queste<br />

situazioni la solidarietà, il reciproco rispetto,<br />

la mutua assistenza, sono e sono<br />

state per secoli, la condizione<br />

essenziale di sopravvivenza. Ognuno<br />

di noi sa benissimo che in montagna<br />

incrociandosi su di un sentiero, ci si<br />

saluta sempre, anche senza conoscersi.<br />

Non è un fatto puramente formale,<br />

né una semplice tradizione. È un segno<br />

di vicinanza, di partecipazione, di<br />

solidarietà. È un segno di educazione,<br />

qualcosa che si insegna ai bambini fin<br />

dalla più tenera età. Va da sé che da<br />

una base di educazione di questo tipo<br />

non possono scaturire che dei buoni<br />

cittadini e degli ottimi soldati. Cittadini<br />

e soldati, alpini in servizio e in congedo<br />

che abbiamo visto prodigarsi in<br />

mille occasioni nelle calamità naturali<br />

che colpiscono spesso il nostro paese.<br />

Sempre con trasporto e abnegazione,<br />

sempre assieme, come sono stati da<br />

sempre abituati.<br />

Da queste considerazioni nasce l’ammirazione<br />

che ho sempre nutrito per<br />

questi uomini, fra i quali conto moltissimi<br />

amici, tutti, ma proprio tutti, uomini<br />

in possesso di queste qualità.<br />

Invidia? Rimpianto per una vita che<br />

non ho potuto condurre? Non credo.<br />

Ogni scelta è di per se stessa una rinuncia,<br />

e io non rimpiango certo le<br />

mie scelte.<br />

Al termine della mia vita di aviatore<br />

quando, dall’oggi al domani, mi<br />

sono trovato, improvvisamente e<br />

quasi inaspettatamente, privo di<br />

compiti e responsabilità grazie all’incoraggiamento<br />

e all’intercessione<br />

del mio amico Giorgio, mi sono<br />

aggregato ad un gruppo di “old<br />

boys” appartenenti al Gruppo<br />

dell’<strong>Associazione</strong> Nazionale Alpini<br />

di Giussano, in partenza per un intervento<br />

umanitario nella lontana<br />

Tanzania. Si trattava di costruire,<br />

nello spazio di un mese, un acquedotto<br />

per far giungere l’acqua in tre<br />

villaggi, liberando gli abitanti, soprattutto<br />

le donne, dal compito<br />

giornaliero di andare ad attingere<br />

l’acqua da un fiume a qualche chi-<br />

lometro di distanza. Ho cercato di<br />

dare una mano, per quanto inesperto<br />

e completamente a digiuno<br />

di lavori manuali, inserendomi<br />

nell’organizzazione fatta da uomini<br />

dai trenta ai sessant’anni, tutti con<br />

il cappello alpino, pieni di entusiasmo,<br />

amore del prossimo e, soprattutto,<br />

abituati da sempre a vivere<br />

ed operare insieme. Un’esperienza<br />

per me molto gratificante che ha<br />

costituito un’ulteriore conferma di<br />

ciò che ho sempre pensato di questa<br />

gente meravigliosa.<br />

Non ho potuto fare l’alpino, ma da<br />

sempre mi sono sentito vicino a questi<br />

uomini. E il mio attaccamento è stato<br />

ampiamente riconosciuto dai miei<br />

amici alpini abitanti del paese friulano<br />

dove passo il mio tempo libero. In una<br />

cerimonia particolarmente significativa<br />

e ricca specialmente di vini e affettati,<br />

sono stato ufficialmente insignito<br />

del titolo di “amico degli alpini”,con<br />

tanto di tessera. Inutile dire che il riconoscimento<br />

mi ha fatto un enorme<br />

piacere.<br />

Un’ultima osservazione. Se qualcuno<br />

mi chiedesse se gli alpini sono più<br />

amati o stimati dagli italiani, non<br />

avrei che una risposta: l’Italia deve essere<br />

semplicemente orgogliosa dei<br />

suoi alpini.<br />

Gianbortolo Parisi<br />

Il volume, è reperibile presso tutte le<br />

librerie al costo di 13,50 euro a copia<br />

oppure presso la Ancora Editrice, Via<br />

G.B. Niccolini, 8 - 20154 Milano, telefono<br />

02 345608.1, fax 02 345608.66,<br />

e.mail: editrice@ ancoralibri.it<br />

15<br />

VARIE


VARIE<br />

L’8 maggio 1941, in un’azione di guerra, perdeva la vita il cap. pil. <strong>Arma</strong>ndo Boetto, del corso “Marte” dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong>, al quale veniva conferita la medaglia d’oro al VM “alla memoria”, ricompensa che, lo ricordiamo,<br />

è stata poi donata dai suoi familiari al 32° Stormo a lui intitolato (v. pag. 10 di <strong>Aeronautica</strong> n. 10/2008).<br />

Nel 70° anniversario della scomparsa dell’Eroe, ne rievochiamo la nobile figura pubblicando integralmente<br />

la commemorazione che il suo compagno di corso Giuseppe Tortora ne fece nell’aprile 1965 sulle pagine<br />

de “Il Martino”, il notiziario per gli allievi del corso citato, e che il nostro socio ten. GAri Umberto<br />

Francione di Bari ci ha cortesemente inviato reperendolo tra i documenti lasciatigli del padre, gen. Alfredo<br />

Francione, anch’egli del “Marte”.<br />

ACuorgné, ridente paese ai piedi<br />

di ubertose colline degradanti<br />

verso il piano, ultime propaggini<br />

delle Alpi Graie, <strong>Arma</strong>ndo Boetto nasceva<br />

il 25 agosto 1911, alla vigilia<br />

della guerra per la conquista della Libia<br />

con la quale l’Italia iniziava la sua<br />

espansione mediterranea. In un ambiente<br />

di elevati sentimenti morali e<br />

patriottici, il suo animo sensibile di<br />

fanciullo trovava un prezioso alimento<br />

di ideali, che poi avrebbero determinato<br />

il corso della sua breve esistenza.<br />

Gli anni della prima giovinezza<br />

coincidevano con il periodo dei mirabili<br />

primati dell’<strong>Aeronautica</strong> italiana,<br />

perciò il suo spirito, che già anelava<br />

ad ampi orizzonti, non poteva non<br />

sentirne il fascino e la passione per il<br />

volo ingigantiva tanto da diventare lo<br />

scopo della sua vita.<br />

Conseguito il diploma di geometra<br />

presso l’Istituto Tecnico di Pinerolo<br />

(To), nel 1932 partecipava al concorso<br />

per Allievi Ufficiali Piloti dell’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong>, brillantemente<br />

superandolo. Iniziava così nell’ottobre<br />

dello stesso anno quel Corso, battezzato<br />

col nome fatidico del dio della<br />

guerra dell’antica Roma: MARTE.<br />

Poiché i simboli hanno il loro valore<br />

morale e la loro influenza psicologica,<br />

ogni Allievo ebbe la percezione che<br />

l’aver iniziata la carriera sotto l’insegna<br />

di Marte significava essere impegnati<br />

ad assolvere una difficile<br />

missione. Destino volle che il corso<br />

avesse termine tre anni dopo, proprio<br />

alla vigilia di un’impresa bellica coloniale:<br />

la conquista dell’Etiopia. Ogni<br />

giovane Sottotenente del “Marte” raggiungeva<br />

il Reparto assegnatogli e<br />

con le doti della propria personalità<br />

iniziava il cammino.<br />

<strong>Arma</strong>ndo Boetto aveva della gente alpina<br />

la tenacia, il cosciente ardimento,<br />

la cristallina onestà, l’integrità del<br />

carattere, qualità che i suoi occhi<br />

Ricordo di un “Martino”<br />

di Giuseppe Tortora<br />

espressivi rispecchiavano ed il suo<br />

linguaggio franco, incisivo e talvolta<br />

rude, manifestava. Destinato ad uno<br />

Stormo da Bombardamento dislocato<br />

sull’aeroporto di Ferrara (1) , iniziava la<br />

sua missione di Ufficiale e di Pilota affrontando<br />

con la sua naturale attitudine<br />

per i problemi tecnici le difficoltà<br />

del proprio addestramento professionale<br />

e due soli anni di intensa attività<br />

erano sufficienti a fare di Lui non solo<br />

un ottimo Ufficiale subalterno, ma un<br />

completo Comandante.<br />

Nel 1937 al Tenente Boetto fu affidato<br />

il comando della 49ª Squadriglia<br />

(2) . Egli forgiò il proprio Reparto giorno<br />

per giorno, uomo per uomo, dall’Ufficiale<br />

all’ultimo Specialista,<br />

trasfondendo in ognuno il caratteristico<br />

entusiasmo del suo giovanile e<br />

saldo temperamento. Lo scoppio delle<br />

ostilità, il 10 giugno 1940, Lo trovava<br />

quindi giovane Capitano al<br />

comando di una Squadriglia in piena<br />

efficienza bellica, in una base della<br />

Sardegna, nel settore operativo del<br />

Mediterraneo occidentale. Alla testa<br />

del Suo Reparto si era subito distinto<br />

in pericolosissime missioni offensive,<br />

fra le quali é da annoverarsi il bombardamento<br />

di Gibilterra, azione che<br />

da sola costituisce un titolo d’onore<br />

per un combattente del cielo. Un volo<br />

di oltre dieci ore con due tonnellate<br />

di esplosivo da sganciare su una delle<br />

più munite basi navali nemiche,<br />

presupponeva velivoli dalle caratteristiche<br />

eccezionali ed equipaggi di<br />

ferro: piloti di rara perizia e preparazione,<br />

motoristi di collaudata esperienza,<br />

armieri pronti e sicuri.<br />

Lo Stormo da Bombardamento della<br />

Sardegna montava buona guardia<br />

sul Mediterraneo occidentale, attaccando<br />

le forze navali nemiche quando<br />

ancora si trovavano presso le<br />

Baleari, e la Squadriglia del Capitano<br />

Boetto, in rischiose azioni, infliggeva<br />

al nemico gravi perdite. La tempestività<br />

dell’intervento offensivo era però<br />

il frutto di un sistema di ricognizione<br />

strategica che chiudeva la vastità del<br />

mare in una fitta rete di controllo nelle<br />

cui maglie doveva inesorabilmente<br />

incappare ogni movimento della flotta<br />

nemica ed il Capitano Boetto, partecipandovi<br />

con numerosissimi voli,<br />

aveva ricavato una particolare e preziosa<br />

esperienza.<br />

Durante uno di essi, per una avaria ai<br />

motori, aveva corso il pericolo di un<br />

ammaraggio in mare aperto e solo le<br />

sue doti di pilota gli avevano consentito<br />

di raggiungere la costa africana,<br />

ove effettuava fuori campo un perfetto<br />

atterraggio, rientrando alla base il<br />

giorno successivo, dopo aver riparata<br />

l’avaria coi soli mezzi di bordo.<br />

L’8 maggio 1941 il Comando <strong>Aeronautica</strong><br />

della Sardegna, ricevuta la<br />

segnalazione che una potente formazione<br />

navale nemica con portaerei, in<br />

rotta da Gibilterra verso Malta navigava<br />

a sud-ovest di Cagliari, emanava il<br />

proprio ordine di operazioni, affidando<br />

“ad uno dei migliori e più preparati<br />

equipaggi dello Stormo” il compito di<br />

ricercarla e di segnalarne i movimenti,<br />

raccomandando al comandante, Capitano<br />

Boetto, l’”esecuzione perfetta<br />

della missione”. Approfittando del<br />

maltempo che imperversava sulla zona,<br />

Egli persisteva nella sua azione e<br />

cercava di sfuggire all’attacco dei caccia<br />

nemici passando da una nube<br />

all’altra, fra violenti piovaschi. Mentre<br />

le sue preziose segnalazioni radio<br />

servivano a guidare l’offensiva degli<br />

Stormi di bombardieri e di aerosiluranti,<br />

il suo velivolo, dopo uno strenuo,<br />

disperato, drammatico duello<br />

contro un numero soverchiante di<br />

caccia, colpito in parti vitali precipitava<br />

col suo eroico equipaggio nelle acque<br />

del Mediterraneo. Quel mare che<br />

il Capitano Boetto aveva sorvolato<br />

16 AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


con volontà tanto decisa ad ogni più<br />

strenuo combattimento é così diventato<br />

la tomba del suo corpo e quel<br />

cielo, testimone del Suo ardimento<br />

nel furor delle battaglie, ha accolto<br />

per sempre il Suo Spirito.<br />

Il supremo olocausto della Sua vita,<br />

fulgido esempio di completa dedizione<br />

alla Patria, rispecchia l’integrale<br />

realizzazione dell’epigrafe scolpita sul<br />

monumento all’Alpino del paese natio:<br />

“IL VIVO SANGUE DELLE TUE FERI-<br />

TE, O FIGLIO DELLA NOSTRA TER-<br />

RA, SI TRASFONDA CON L’IMPETO<br />

SANTO DELLE SUE IDEALI FORZE<br />

DI AMOR E DI FEDE NEL CUORE<br />

DEI FIGLI FUTURI DELLA GRNDE<br />

MADRE UNICA - ITALIA - PERCHÈ<br />

ANCH’ESSI SIANO DEGNI DELLA<br />

MATERNA GRANDEZZA”.<br />

È testimonianza “delle ideali forze di<br />

amore e di fede” ereditate dal padre<br />

che il 5 luglio 1940, alla vigilia della<br />

morte, in un momento di lucidità, alla<br />

presenza degli altri familiari, disse al<br />

figlio, accorso dalla Sardegna: “Ora ti<br />

ho visto, sono felice e muoio sereno,<br />

ma ora tu và, riparti, i tuoi ragazzi potrebbero<br />

avere bisogno di te in un attacco<br />

nemico”.<br />

La Medaglia d’Oro concessagli “alla<br />

memoria” non premia solo un sublime<br />

atto isolato, che a volte può essere favorito<br />

dalle circostanze, ma esalta il<br />

migliore aspetto delle virtù militari:<br />

l’audacia come norma di vita quotidiana,<br />

il disprezzo cosciente del pericolo,<br />

che fa esporre con continuità e quasi<br />

per regola la propria esistenza, la volontà<br />

decisa ad ogni sacrificio: virtù<br />

che, portate alla perfezione raggiungono<br />

il grado dell’eroismo.<br />

Arde ora perennemente la fiamma<br />

del ricordo, alimentata dai numerosi<br />

episodi che riaffiorando da decenni<br />

ormai lontani caratterizzarono la<br />

Sua vita.<br />

Il vecchio sacerdote don De Filippi,<br />

suo professore del ginnasio inferiore<br />

nel collegio salesiano di Cuorgné, non<br />

può trattenere un sorriso rievocando<br />

la birichinata da Lui combinata con un<br />

coetaneo durante le funzioni religiose<br />

in onore di Maria Ausiliatrice.<br />

Sotto l’effetto inebriante di qualche<br />

bicchiere di buon vino, saliti sul campanile<br />

si mettevano a suonare le campane<br />

mentre nel piazzale del Collegio<br />

il predicatore sorpreso e sconcertato<br />

era costretto ad interrompere il suo<br />

sermone. I coetanei conoscono il suo<br />

intenso amore per la montagna, soprattutto<br />

per i monti del suo Canavese,<br />

che aveva percorsi in lunghe<br />

escursioni estive. Nella solitudine e<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

nella pace delle vette il Suo animo<br />

percepiva un arcano linguaggio di elevazione<br />

spirituale che gli faceva dire<br />

di rammaricarsi di non possedere le<br />

doti di uno scrittore per manifestarne<br />

le bellezze col proprio pensiero.<br />

Prezioso cimelio della Sorella sono<br />

le Sue lettere di studente alla Madre,<br />

nelle quali riconoscendo i sacrifici<br />

che diuturnamente compiva per preparare<br />

ai figli un miglior avvenire, Le<br />

scriveva:<br />

“Cara Mamma, verrà un giorno che io<br />

avrò maggiori possibilità e vorrò condurti<br />

con me a vedere tante cose e<br />

comprarti quello che desideri e di cui<br />

ti sei sempre privata per noi”. Il fratello<br />

lo rivede, giovane accademista in licenza,<br />

offrire il caffé ad alcuni<br />

vecchietti che, intorno a Lui, primo<br />

aviatore del paese, si affollano orgogliosi,<br />

ai loro occhi, forse con misteriosa<br />

intuizione, apparendo in un<br />

alone di gloria. Un indelebile sentimento<br />

di riconoscenza e di gratitudine<br />

conserva il Sottufficiale che, trovatosi<br />

in difficoltà finanziarie per gravi motivi<br />

familiari, da Lui, suo Comandante, fu<br />

aiutato a pagare per il figlio la retta<br />

del collegio. I superstiti colleghi del<br />

“Marte”, che in Accademia con Lui<br />

condivisero le asprezze dell’incipiente<br />

vita militare, i duri studi scientifici le<br />

ebbrezze e gli entusiasmi dei primi<br />

voli, rivedono la Sua giovinezza sana,<br />

sobria, generosa ed ardita:<br />

“Sempre a più vasti orizzonti<br />

anelando<br />

nell’immensità dell’azzurro<br />

dove si librò felice<br />

quando il volo era conquista.<br />

Prodigò la vita<br />

per risalire, adamantino,<br />

le vie che, nello spazio,<br />

si prolungano all’infinito “.<br />

(Dall’“Epitaffio” dal libro “Pennellate in<br />

libertà” del col. pil. Federico Frezzan,<br />

Ed. Gastaldi, Milano).<br />

Capitano Boetto, Tu che nel 1932 eri<br />

solo uno dei sessanta Allievi Ufficiali<br />

del Corso “Marte”, Ti elevi oggi nel fulgore<br />

della massima ricompensa al<br />

Valor Militare, sei una delle cinque<br />

Medaglie d’Oro che costellano il gagliardetto<br />

del Tuo Corso, caratterizzato<br />

da un laconico, ma incisivo motto:<br />

“O GIUNGERE O SPEZZARE”. Si è<br />

spezzata in giovanile età la Tua vita<br />

terrena, ma il Tuo spirito ha raggiunto<br />

il firmamento degli Eroi.<br />

(1) Si tratta dell’11° Stormo BT.<br />

(2) Squadriglia del 32° Stormo BT su S.79<br />

“Sparviero”.<br />

Motivazione della Medaglia<br />

d’Oro al Valor Militare conferita<br />

a Boetto <strong>Arma</strong>ndo - Capitano<br />

A.A.r.n. - Pil. in S.P.E.<br />

«Comandante di Squadriglia da<br />

bombardamento terrestre, con<br />

instancabile attività e ardimento,<br />

alla testa della sua Squadriglia,<br />

coseguiva notevoli risultati<br />

infiggendo al nemico notevoli<br />

perdite. Volontario in difficili<br />

missioni isolate si prodigava<br />

con volontà decisa oltre ogni<br />

sacrificio.<br />

Da più combattimenti rientrava<br />

con l’apparecchio gravemente<br />

danneggiato, riportando in salvo<br />

con mirabile perizia il suo<br />

eroico equipaggio. In una più<br />

rischiosa missione di ricognizione<br />

su formazione navale nemica<br />

scortata da portaerei,<br />

costretto a rientrare per avaria,<br />

ripartiva immediatamente con<br />

sublime slancio, e lungamente<br />

si tratteneva nel cielo della battaglia<br />

per dare preziose informazioni<br />

sul nemico, cercando<br />

di eludere l’azione della caccia<br />

avversaria, proteggendosi con<br />

le nubi e combattendo quando<br />

veniva assalito.<br />

Eroicamente rimaneva al suo<br />

posto di lotta e di gloria sino a<br />

quando non veniva sopraffatto<br />

dai maggiori mezzi dell’avversario,<br />

dando esempio di supremo<br />

eroismo e di completa dedizione<br />

alla Patria.<br />

Cielo del Mediterraneo, 12 giugno<br />

1940 - 8 maggio 1941»<br />

17<br />

VARIE


VARIE<br />

Nelle carte personali del ten. col. pil. Ugo Mutti della sezione di Alessandria, recentemente deceduto, è stata<br />

rinvenuta la seguente descrizione di un periodo della sua vita che il presidente della sezione citata, Firminio<br />

Gelati, con il consenso dei familiari dello scomparso, ha trasmesso per la pubblicazione sul nostro 0sociale<br />

nella convinzione «che farà piacere a chi lo ha conosciuto e forse anche condiviso quanto narrato».<br />

8.9.1943 - 27.5.1945: un lungo periodo di avventure…<br />

L’8 settembre 1943 mi trovavo all’aeroporto<br />

di Vicenza quale aiutante<br />

maggiore del 47º Stormo.<br />

L’aeroporto viene occupato dai tedeschi<br />

ma il reparto riesce a sfuggire alla cattura<br />

e si trasferisce in città per unirsi ai<br />

reparti dell’Esercito che però non esistono<br />

più.<br />

Il comandante scioglie allora il reparto e<br />

mette in libertà tutto il personale.<br />

Personalmente decido di raggiungere la<br />

mia abitazione a Sarezzano in Provincia<br />

di Alessandria.<br />

Vesto gli abiti civili e riesco ad arrivare a<br />

casa in treno sfuggendo ai controlli nemici.<br />

Valutata la situazione e prevedendo<br />

una soluzione rapida, decido di<br />

oppormi ai tedeschi e di raggiungere il<br />

governo legale al sud per continuare la<br />

guerra a fianco degli alleati.<br />

Il 12 settembre 1943, con un collega, il<br />

magg. Andrea Dadone, parto in treno<br />

da Milano per raggiungere Campobasso;<br />

proseguo poi per Gambatesa dove<br />

sosto in attesa dell’arrivo degli alleati.<br />

Raggiungo Foggia a piedi e su un autocarro<br />

australiano Bari dove arrivo il 21<br />

ottobre 1943 presentandomi alla 4ª<br />

Squadra aerea. La situazione è caotica,<br />

senza programmi né prospettive.<br />

Decido con il mio compagno di viaggio di<br />

entrare a far parte di una missione militare<br />

da svolgere nell’Italia occupata dai Tedeschi.<br />

Prendiamo quindi contatto con il<br />

SIM e poco dopo con l’Intelligence Service<br />

del Comando militare inglese.<br />

Nel novembre ‘43 vengo accettato e<br />

scelgo di essere paracadutato mentre il<br />

magg. Dadone sceglie il sommergibile.<br />

Frequento un corso di istruzione per<br />

comportamento, sistema cifrato e difesa<br />

personale. Dal 6 dicembre, a Brindisi<br />

seguo con altri cinque compagni un corso<br />

di paracadutismo della durata di una<br />

settimana. Mi viene affidato il ruolo di<br />

capo missione per informazioni militari<br />

e mi viene assegnato un marinaio in<br />

qualità di radio telegrafista.<br />

Il 15 febbraio 1944 alle ore 24 all’aeroporto<br />

di Brindisi salgo con il mio radiotelegrafista<br />

sul quadrimotore inglese<br />

Halifax: il volo si svolge regolarmente in<br />

una notte senza luna.<br />

Dovevamo lanciarci da circa 500 metri<br />

di quota nella zona stabilita; il nostro<br />

18<br />

di Ugo Mutti<br />

viaggio era stato preceduto da un messaggio<br />

di Radio Londra, destinato al<br />

Comitato di ricezione, e di cui non ricordo<br />

il testo.<br />

Ci siamo lanciati secondo il piano di volo<br />

alle 2 antimeridiane del 16 febbraio<br />

1944 nel Grossetano, zona Granaione,<br />

dove eravamo attesi da un Comitato di<br />

ricezione organizzato dal capo missione<br />

informativa che operava in zona con la<br />

partecipazione di membri del CLN locale<br />

formato da quattro persone.<br />

La discesa era stata piuttosto laboriosa<br />

perchè eravamo stati lanciati da una<br />

quota di mille metri anzichè cinquecento<br />

e a terra spirava un forte vento che al<br />

momento dell’impatto mi impedì di stare<br />

in piedi e provocò un trascinamento a<br />

terra per circa un chilometro, interrotto<br />

solo da una siepe, che mi aveva portato<br />

piuttosto lontano dal luogo prefissato.<br />

Rintracciato comunque prontamente dal<br />

Comitato di ricezione, dopo aver sotterrato<br />

il paracadute, fummo subito avviati<br />

nella zona di Manciano presso la fattoria<br />

del sig, Ricci che ci ospitò e dove<br />

prendemmo contatto con la Banda<br />

Arancio che operava in Maremma.<br />

Confermato l’arrivo alla base, il problema<br />

era quello di raggiungere la nostra<br />

zona operativa nell’Alessandrino.<br />

Poichè i treni non funzionavano e non<br />

esistevano altri mezzi di trasporto, decisi<br />

di raggiungere la mia abitazione a<br />

Sarezzano per organizzare la sistemazione,<br />

lasciando la radio e il radiotelegrafista<br />

sul posto.<br />

Raggiunsi quindi Sarezzano con mezzi<br />

di fortuna (prima auto e poi treno) e dopo<br />

il tempo necessario ripartii per Manciano<br />

in treno fino a Firenze e poi in<br />

bicicletta.<br />

Nel frattempo, dopo aver lasciato la radio<br />

in loco, il radiotelegrafista se n’era<br />

andato per raggiungere casa sua nell’Astigiano.<br />

Ripartii con la radio occultata nel portapacchi<br />

della bicicletta e raggiunsi Livorno<br />

dove funzionava il treno con il quale<br />

arrivai a Tortona il 1 marzo 1944.<br />

Qui presi contatto con alcuni amici ed<br />

organizzai una rete informativa nell’Alessandrino<br />

e nel Pavese. Recuperato il<br />

radiotelegrafista, estesi la rete all’Astigiano<br />

e a una parte della zona di Torino.<br />

La radio, dopo precedenti sistemazioni<br />

provvisorie, viene messa in funzione a<br />

Bagnasco d’Asti, nella zona dell’abitazione<br />

del radiotelegrafista.<br />

La stazione ricetrasmittente era un piccolo<br />

apparecchio portatile Morse di media<br />

portata contenuto in una valigetta e<br />

necessitava di un’antenna facilmente<br />

camuffabile.<br />

Disponevamo inoltre di due mitra Sten<br />

fornitici con un lancio da noi organizzato<br />

nella zona astigiana per ricevere<br />

un’altra missione e di documenti regolari<br />

con il mio vero nome nonché del congedo<br />

militare rilasciatomi dal Comando<br />

1ª Squadra aerea di Milano.<br />

Il mio nome di battaglia era Rossini-<br />

Forest.<br />

Comunicavamo con il Comando supremo<br />

di Brindisi e con l’Intelligence Service<br />

inglese in Italia; i collegamenti erano<br />

programmati e variavano periodicamente<br />

sia nei giorni che nell’ora.<br />

Anche se ero sistemato a casa mia, mi<br />

spostavo continuamente: ad Alessandria<br />

avevo a disposizione una camera<br />

ammobiliata che cambiavo ogni mese.<br />

Il mio operatore stava a casa sua a<br />

Bagnasco d’Asti dove personalmente<br />

portavo in bicicletta le informazioni ricevute<br />

dalla mia rete, dopo averle vagliate<br />

e cifrate.<br />

Vivendo in città, in mezzo alla gente e<br />

alle formazioni fasciste e tedesche, ho<br />

corso molti rischi riuscendo però sempre<br />

a cavarmela al meglio,<br />

Ho subito bombardamenti aerei, ho superato<br />

posti di blocco, ho evitato rastrellamenti<br />

per un periodo di tempo troppo<br />

lungo data la delicatezza del compito<br />

che stavo svolgendo: durare nove mesi<br />

non è stato facile.<br />

Il 25 ottobre 1944 il mio radiotelegrafista<br />

Enrico Barovero veniva catturato nella zona<br />

di Bagnasco d’Asti, dove era installata<br />

la stazione radio. Percosso e malmenato,<br />

confessava l’esistenza della missione, faceva<br />

il mio nome e dava le indicazioni su<br />

dove potevo essere trovato.<br />

Venuto a conoscenza della cattura, ma<br />

non della confessione, mi rifugiai ad<br />

Avolasca, nella zona partigiana della<br />

Brigata Arzani, in attesa degli sviluppi e<br />

di notizie da parte dei miei infiltrati nel<br />

campo opposto.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


Non risultando alcun ordine di cattura a<br />

mio nome, decido di tornare a casa mia<br />

per rifornirmi di abiti e di quanto necessario<br />

per la vita in montagna presso la<br />

Brigata Arzani con la quale avevo preso<br />

contatto poiché la mia missione non era<br />

ormai più in grado di funzionare.<br />

Nella stessa strada del paese vengo<br />

fermato da due brigatisti neri che mi<br />

consegnano al loro comandante Celeste<br />

Gianelli, mio compaesano.<br />

Sentito telefonicamente il Comando tedesco,<br />

mi arresta e mi porta nel carcere<br />

di Tortona dove mi associa verso il mezzogiorno<br />

del 12 novembre 1944.<br />

I tedeschi, dopo la cattura del mio radiotelegrafista,<br />

non si erano fidati dell’organizzazione<br />

ufficiale e si erano<br />

rivolti direttamente al Gianelli: questa la<br />

ragione per cui non risultava alcun ordine<br />

di cattura.<br />

Il 16 novembre 1944 vengo trasferito in<br />

auto alle carceri di Alessandria e subito<br />

dopo al Penitenziario della stessa città<br />

e sistemato in una cella sotterranea.<br />

Il 21 novembre 1944 mi caricano in una<br />

cabina di autocarro pieno di militi della<br />

Guardia Nazionale Repubblicana e mi<br />

portano a Torino alle Carceri Nuove -<br />

Braccio tedesco.<br />

Vengo messo in cella di isolamento e<br />

interrogato dal maggiore dei Carabinieri<br />

Saracco del Controspionaggio della Repubblica<br />

di Salò, peraltro in modo civile.<br />

Vengo anche interrogato da un ufficiale<br />

austriaco delle S.S.<br />

Astutamente e con fortuna dico solo<br />

quello che già sapevano, tacendo altro<br />

ed evitando di coinvolgere i collaboratori<br />

non noti.<br />

Vengo trattato con civiltà, senza percosse<br />

e quasi con rispetto dai tedeschi.<br />

Resto in cella da solo, senza prendere<br />

“l’aria”; nel corso di tre mesi e mezzo<br />

esco dalla cella solo un paio di volte per<br />

essere sbarbato.<br />

Durante la notte dell’8 marzo 1945 vengo<br />

ammanettato con un altro prigioniero,<br />

caricato su un piccolo autobus e trasferito<br />

al carcere di S. Vittore a Milano.<br />

Siamo un gruppo di dieci, ammanettati<br />

due a due.<br />

Dopo la sosta di un giorno, ripartiamo,<br />

sempre ammanettati, per Bolzano dove<br />

arriviamo il mattino del 9 marzo 1945<br />

nel campo di concentramento.<br />

Veniamo rinchiusi in una piccolissima<br />

cella in nove con difficoltà perfino di<br />

respirazione. La mia matricola era la<br />

n. 10205.<br />

Il 21 marzo 1945 veniamo portati alla<br />

stazione ferroviaria di Bolzano, destinazione<br />

il Grande Reich. Siamo in dodici,<br />

ammanettati, caricati su carri merci,<br />

sdraiati a terra, con pochi viveri, accompagnati<br />

da un gruppo di territoriali tede-<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

schi armati di fucile. Numerosi sono i<br />

trasbordi a piedi per le interruzioni della<br />

linea ferroviaria: siamo l’ultimo “trasporto”<br />

dall’Italia.<br />

Arriviamo al Campo di Dachau nella<br />

notte del 24 marzo 1945.<br />

Perquisizione, spogliazione completa,<br />

rasatura di tutti i peli, disinfezione con<br />

pennellate di permanganato, rivestiti di<br />

stracci. Matricola 146502.<br />

Veniamo sistemati nel Bloch 19 - Stube<br />

1. Sovraffollamento i prigionieri di varie<br />

nazionalità: Russi, Polacchi, Cecoslovacchi,<br />

Rumeni, Jugoslavi, Danesi,<br />

Olandesi, Francesi, Algerini, ma anche<br />

Tedeschi e Austriaci.<br />

Noi Italiani siamo malvisti da tutti e veniamo<br />

differenziati dagli altri assieme ai<br />

Russi: le nostre teste già rasate a macchinetta<br />

vengono scolpite con un taglio<br />

a rasoio di una striscia centrale che noi<br />

chiamiamo “autostrada” con un residuo<br />

di umorismo.<br />

Il cibo è scarsissimo: broda infame di ossa<br />

macinate, pane in fettine da mattonella,<br />

qualche volta un pezzetto di margarina ricavata<br />

dal carbone o una fettina di salame<br />

di cane. Dimagramento a vista.<br />

Dopo le visite mediche alcuni di noi<br />

vengono dichiarati idonei a lavori pesanti<br />

e mandati fuori dal campo: sveglia<br />

alle quattro e mezza, dieci km a piedi,<br />

taglio con sega a mano di alberi, trasporto<br />

a mano degli stessi, scavo fossati<br />

con picconi per fare inutili<br />

sbarramenti anticarro. Il tutto per qualche<br />

etto di cibo in più.<br />

Vita da campo: appelli e contrappelli,<br />

autospidocchiamenti, docce gelate, la<br />

notte sdraiati per terra con una coperta<br />

in due.<br />

Risultato: epidemie di tifo esantematico<br />

e petecchiale, colera, dissenteria. I prigionieri<br />

muoiono come mosche cadendo<br />

a terra improvvisamente o passando<br />

direttamente dal sonno alla morte. Cadaveri<br />

a mucchi vengono portati via dai<br />

cortili dai prigionieri stessi.<br />

Nel frattempo i bombardamenti aerei si<br />

intensificano e il rumore del cannone si<br />

avvicina sempre più.<br />

Dobbiamo resistere perchè ormai il<br />

tempo della liberazione è vicino.<br />

Il 26 aprile 1945 adunata nella piazza<br />

del campo per trasferimento. Parte solo<br />

un piccolo gruppo.<br />

Ordini, contrordini, adunate e scioglimenti<br />

fino al 28 quando la partenza prevista<br />

viene annullata. Per fortuna<br />

perché, come sapremo dopo, non<br />

avremmo mai raggiunta la meta.<br />

La situazione precipita e finalmente il<br />

29 aprile alle 17.30 arrivano le truppe<br />

alleate della VII <strong>Arma</strong>ta americana che<br />

liberano il campo.<br />

La disordinata e inopportuna distribu-<br />

zione di cibo in eccessiva quantità aggrava<br />

la dissenteria che provoca una<br />

moria sempre maggiore.<br />

Vengono evacuati i malati e i sani (si fa<br />

per dire) si ammalano. Nel campo regna<br />

un’enorme confusione. Non riesco<br />

a farmi riconoscere come capo missione.<br />

In quattro decidiamo di evadere dal<br />

campo per evitare di “lasciarci le penne”<br />

proprio quando tutto è finito, cosi il 12<br />

maggio 1945 scavalchiamo il muro di<br />

cinta all’imbrunire e ci rifugiamo a dormire<br />

in un vicino pagliaio. Monaco, Wolfrathausen.<br />

Benediktbeurn.<br />

Il 17 maggio 1945 gli alleati ci caricano<br />

su un camion militare con altri italiani e<br />

ci portano a Garmish nel campo di smistamento<br />

della Croce Rossa.<br />

Il 25 maggio alle 8.30 partiamo per l’Italia<br />

in un’autocolonna di dieci camion:<br />

Garmish, Mittenwall, Innsbruk, Brennero,<br />

Bolzano dove dormiamo in baracca,<br />

finalmente in Italia.<br />

Il giorno dopo prendiamo il treno per<br />

Trento, Brescia, Milano dove arriviamo<br />

all’1,15 del 27.<br />

Dormiamo in treno e poi ripartiamo per<br />

Pavia, attraversiamo in barca il Po, passiamo<br />

da Voghera e arriviamo a Tortona<br />

verso mezzogiorno: a casa dopo 197<br />

giorni di avventure, se cosi possiamo<br />

chiamarle!<br />

Mi presento al comando militare di Milano.<br />

Vengo collocato in congedo nell’ottobre<br />

1945, vengo decorato di medaglia d’argento<br />

al valor militare sul campo e mi<br />

vengono concessi il diploma d’onore e il<br />

certificato di patriota.<br />

A quasi cinquant’anni di distanza il ricordo<br />

sempre vivo genera orgoglio per<br />

quanto fatto senza interessi personali,<br />

rimpianto per tutti i compagni di strada<br />

caduti, dolore per l’esperienza del campo<br />

di eliminazione, soddisfazione per<br />

non essermi lasciato sedurre dalla carriera<br />

politica, amarezza per la situazione<br />

attuale.<br />

Come ebbe a scrivere un confinato politico<br />

antifascista «dalla mia finestra vedo<br />

sulla collina antistante tanti asini che<br />

salgono, salgono, salgono».<br />

Domanda: quello che ha fatto allora una<br />

parte di italiani per fedeltà a un’idea,<br />

con tanto rischio, dolore, morte valeva<br />

la pena? È servito a qualcosa? Restano<br />

tanti, tanti dubbi.<br />

Sembra tutto dimenticato, travisato, a<br />

volte schernito, nel migliore dei casi<br />

strumentalizzato.<br />

E tutti gli umili, sfortunati, sconosciuti<br />

che sono stati fucilati, impiccati, torturati,<br />

uccisi dalla fame e da altro, chi li ricorda<br />

più?<br />

Eppure, ciononostante rifarei ancora<br />

quello che ho fatto. Ma solo per spirito<br />

di avventura e senza più illusioni.<br />

19<br />

VARIE


VARIE<br />

Il Tavoliere delle Puglie era come<br />

una lamiera arroventata dal sole<br />

in quel pomeriggio dell’estate del<br />

1960. Si vedeva l’aria tremare sul<br />

piazzale in cemento dell’aeroporto<br />

di Galatina, antistante l’hangar della<br />

Scuola di volo.<br />

Lunghe file di vecchi aerei AT-6<br />

“Texan” arrostivano al sole in attesa<br />

degli allievi del 35° corso AUPC.<br />

All’ombra dell’hangar attendevo l’ordine<br />

di partenza per compiere, per<br />

la prima volta da solo, una missione<br />

di volo che consisteva nell’esecuzione<br />

della caduta in vite controllata.<br />

Avevo eseguito più volte tale manovra<br />

con l’istruttore, il sergente maggiore<br />

Matteo Matteucci, che aveva<br />

spiegato come uscire dalla vite, ovvero<br />

dalla caduta libera di un aereo<br />

quando esso non si sostiene più<br />

nell’aria. Arriva l’ordine di volo, mi<br />

viene assegnato un aereo e l’istruttore<br />

mi fa le ultime raccomandazioni:<br />

«Raggiungi quota 3000 metri, prendi<br />

un punto di riferimento all’orizzonte,<br />

tieniti in volo orizzontale col<br />

motore al minimo, quando senti che<br />

l’aereo vibra perchè stà per cadere,<br />

dai tutta cloche a destra e pedaliera<br />

a sinistra, così cadrai in vite piatta<br />

destra. L’aereo, dopo 180 gradi, avrà<br />

giù il muso per poi riportarsi orizzontale<br />

verso il tuo punto di riferimento.<br />

Dopo tre giri, dai cloche a<br />

sinistra e pedaliera a destra, abbassa<br />

leggermente il muso mentre dai<br />

motore, così come abbiamo fatto<br />

tante volte insieme. Ora vai, stai<br />

tranquillo ma ricordati che, in caso<br />

di difficoltà, hai tempo, per salvarti,<br />

solo fino alla quota di 800 metri.<br />

Perciò non indugiare: abbandona<br />

l’aereo e lanciati col paracadute. In<br />

bocca al lupo!»<br />

Esco di corsa dall’ombra dell’hangar<br />

e, nella calura soffocante, attraverso<br />

il piazzale per raggiungere l’aereo<br />

assegnatomi. È un “bianco-giallo”.<br />

Salito a bordo sto ben attento per<br />

non ustionarmi gli avambracci sulle<br />

guide del tettuccio scorrevole mentre<br />

entro nell’angusta cabina. Velocemente<br />

allaccio le cinghie di<br />

sicurezza, collego la cuffia della radio<br />

e avvio il motore sperando che il<br />

vento dell’elica riesca a raffreddare<br />

un poco le lamiere roventi dell’aereo.<br />

Rullo sul raccordo, mi fermo<br />

20<br />

Quella pericolosa “vite” con il T-6<br />

di Alberto Scano<br />

per la prova motore aspettando di<br />

entrare in pista. Poi chiedo l’autorizzazione<br />

al decollo. La torre di<br />

controllo gracchia alla radio. «Giallo<br />

347 (questo è il mio nominativo)<br />

autorizzato al decollo». Sono già allineato<br />

con la pista, faccio i dovuti<br />

controlli, rilascio i freni, do tutto<br />

gas e dopo una breve corsa il T-6 si<br />

libra nell’aria. Chiudo i flap, rientro<br />

il carrello e mi porto rapidamente in<br />

quota salendo a spirale sopra la verticale<br />

del campo. Sono ora alla quota<br />

prevista di 3.000 m. Da quassù<br />

vedo luccicare entrambi i mari, l’Adriatico<br />

e lo Ionio, vedo Gallipoli e<br />

Santa Maria di Leuca e verso sud,<br />

l’ampia pianura pugliese attraversata<br />

dalla strada statale. Prendo questa<br />

come riferimento. Dalla “Biga”<br />

l’istruttore Matteucci, mi invita a<br />

iniziare la manovra prevista. «Nessun<br />

problema» penso, porto a zero<br />

la manetta de gas, tengo l’aereo allineato,<br />

e quando il velivolo comincia<br />

a vibrare perdendo portanza, porto<br />

la cloche a destra e la pedaliera a sinistra.<br />

Il T-6, si inclina abbassando<br />

il muso e comincia la rotazione ben<br />

nota. «Un gioco da ragazzi» penso.<br />

Quando rivedo il mio punto di riferimento<br />

dico: «Uno!» e poi «Due!» e<br />

poi «Tre|!».<br />

Faccio la manovra prevista per l’uscita<br />

dalla vite ma l’aereo la ignora<br />

completamente e inizia un’altra caduta.<br />

Dalla “Biga” Matteucci mi<br />

grida. «Ma che c…. fai? Attento che<br />

perdi rapidamente quota!» Quarto<br />

giro. Rispondo alla radio: «Manovre<br />

effettuate senza esito, provo a<br />

dare tutto motore». Quinto giro.<br />

Imperterrito il T-6 continua la vite.<br />

«Abbandona l’aereo! Per l’amor di<br />

Dio lanciati! LANCIATI!» urla Matteucci.<br />

Sono già sotto i 1.000 m. Ho<br />

provato di tutto inutilmente, non<br />

vorrei perdere l’aereo che cade co-<br />

me una foglia al vento. «LANCIATI<br />

disgraziato!» urla disperato l’istruttore.<br />

Ho superato anche gli 800 m.<br />

Apro il tettuccio, stacco la spina<br />

della cuffia, aggancio la corda a<br />

strappo del paracadute, attendo<br />

che l’aereo si riporti in orizzontale<br />

ed esco dall’abitacolo conscio di essere<br />

già troppo in basso per il lancio.<br />

Mentre ho già un piede sull’ala<br />

e stò per lanciarmi, il T-6 ha come<br />

un attimo di incertezza punta il<br />

muso in basso e non inizia il quinto<br />

giro di vite. Rientro a razzo in<br />

cabina, dò tutto motore e l’aereo riprende<br />

a volare regolarmente.<br />

Guardo l’altimetro, sono a meno di<br />

500 m di quota! Ricollego la cuffia<br />

e subito sento la voce, rotta dall’emozione,<br />

di Matteucci che mi dice:<br />

«Delinquente! rientra alla base».<br />

La torre mi chiama: «Giallo 347, autorizzato<br />

a lungo finale!» Significa<br />

che ho la precedenza per l’atterraggio<br />

e che non devo fare giri in circuito.<br />

«OK”» rispondo e atterro<br />

tranquillamente, come se niente fosse<br />

accaduto, come se quei secondi<br />

di difficoltà non fossero mai esistiti.<br />

Arrivo al parcheggio e spengo il motore.<br />

Scendo dall’aereo e due avieri<br />

mi aiutano a liberarmi del paracadute<br />

e mi sostengono perché ho una<br />

strana sensazione di debolezza alle<br />

gambe. L’istruttore e i miei compagni<br />

di corso, Luciano Dionisi e Loriano<br />

Petri, mi vengono incontro e<br />

mi accompagnano dove il comandante<br />

della Scuola, col. pil. Umberto<br />

Scapellato, mi attende, a rapporto,<br />

nel suo ufficio. Sull’attenti saluto.<br />

«Comandi signor colonnello» e lui:<br />

«Mi racconti cosa è successo». Faccio<br />

il resoconto descrivendo in dettaglio<br />

le manovre effettuate.<br />

Mi rendo conto in quel momento<br />

che i fatti si sono svolti in un tempo<br />

molto minore di quello necessario<br />

per descriverli. «Molto bene - dice il<br />

comandante - adesso si faccia assegnare<br />

un altro aereo, vada su e ripeta<br />

la manovra!» In quel momento<br />

mi pare che tutto il mondo mi crolli<br />

addosso, vorrei sprofondare nel pavimento,<br />

un sudore freddo mi scorre<br />

lungo la schiena, la paura che<br />

sino ad allora era stata latente in<br />

me, ma ignorata, mi assale violentemente.<br />

Credo di essermi sbiancato<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


in volto mentre dico: «Comandi, signor<br />

colonnello». L’istruttore Matteucci<br />

mi dice: «Fatti coraggio, se<br />

non te la senti puoi rinunciare e allora<br />

il corso per te è finito ma, se<br />

vai, forse sarai un pilota militare!».<br />

Mi accompagna al nuovo aereo assegnato,<br />

mi aiuta a indossare il paracadute,<br />

a salire sull’aereo e ad<br />

allacciare le cinture. Metto in moto<br />

e ripeto automaticamente tutte le<br />

manovre effettuate mezz’ora prima<br />

finchè mi ritrovo a 3.000 m di quota.<br />

«Giallo 347, inizia la manovra»<br />

gracchia alla radio Matteucci. Giro<br />

lo sguardo intorno, vedo il cielo azzurro,<br />

i mari, i paesi, e tutto l’accaduto<br />

riappare come un film. Tutta la<br />

mia vita trascorsa mi scorre nella<br />

mente in un lampo; ho paura, perché<br />

devo morire adesso? Chiudo gli<br />

occhi: via il motore, cloche a destra,<br />

pedale a sinistra. L’aereo cade come<br />

previsto. La paura mi attanaglia lo<br />

stomaco, sento di essere un condannato<br />

in attesa della morte. Quante<br />

cose incompiute ho lasciato? Finisce<br />

il primo giro. Quante ragazze<br />

potevo amare e quante ne ho illuse?<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

Secondo giro. La mia famiglia: darò<br />

loro un grande dolore? Terzo giro,<br />

cloche a sinistra, pedale a destra,<br />

muso in giù, dare motore.<br />

Come un automa effettuo le manovre<br />

e il buon vecchio AT-6 riprende<br />

a volare tranquillo nell’aria serena.<br />

«Giallo 347, rientra alla base». Sono<br />

vivo!<br />

Nella memoria non mi rimane che il<br />

ricordo di quel rientro tranne che,<br />

dal parcheggio i colleghi, Piero Sorè<br />

e Maurizio Pastorino, mi portano a<br />

spalla sino al bar dell’hangar. Anche<br />

perchè non mi reggevano le gambe.<br />

Mi fanno bere qualcosa di forte che<br />

mi fa lacrimare, ma forse stavo già<br />

lacrimando. Il capo corso, Massimo<br />

Cerreto, ordina:«Ora vai a rapporto<br />

dal comandante».<br />

Il colonnello mi dice: «Molto bene<br />

allievo, congratulazioni. Si prenda<br />

24 ore di riposo». Vengo accompagnato<br />

in camerata e, ancora con la<br />

tuta di volo, mi sdraio sulla branda<br />

e rivedo, non più compressi ma rallentati,<br />

tutti i pensieri che in un attimo<br />

solo mi erano passati per la<br />

mente, vedo in un lampo tutta la<br />

Un hangar d’epoca sulle rive del Piave<br />

La Jonathan Collection di Nervesa della Battaglia<br />

(TV) ha completato il montaggio dell’hangar Bessonneau<br />

destinato ad ospitare gli aerei storici volanti<br />

della raccolta tra cui la replica del bombardiere<br />

Caproni Ca.3 in corso di<br />

completamento (v. pag. 16 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 2/<strong>2011</strong>).<br />

Si tratta oggi dell’unico Bessonneau<br />

tuttora in uso nel<br />

mondo per il ricovero di aeroplani,<br />

anche se alcuni altri sono<br />

immagazzinati presso<br />

musei o in corso di restauro<br />

per futuro riutilizzo.<br />

L’hangar, caratterizzato da<br />

una struttura in legno con rivestimento<br />

in tela, fu progettato<br />

dal francese Julien<br />

Bessonneau e realizzato in migliaia di esemplari impiegati<br />

da tutti i paesi dell’Intesa, compresa l’Italia. Molti<br />

erano montati sui campi di volo della provincia di Treviso,<br />

non lontano dall’aviosuperficie “Francesco Baracca”<br />

di Nervesa.<br />

Gli ultimi Bessonneau in uso regolare furono i Type H<br />

della RAF inglese, che li abbandonò solo intorno al 1990<br />

soprattutto a causa della necessità di impermeabilizzare<br />

il rivestimento in cotone ogni sei mesi. Alcuni esemplari<br />

mia vita trascorsa, i miei sogni, i desideri,<br />

i rimpianti, le occasioni perdute,<br />

le speranze, l’amore, e persino<br />

Wally, la giovane prostituta dalla<br />

quale andavamo tutti assieme, nei<br />

giorni di libera uscita. Vedo tutta la<br />

mia vita trascorsa scorrere nella<br />

mente come un film, la paura repressa<br />

e l’angoscia ora mi assalgono<br />

e piango a lungo disperatamente.<br />

Finalmente mi addormento spossato,<br />

sogno la Morte che si allontana<br />

delusa. Al risveglio mi sento come<br />

invecchiato di molti anni, il destino<br />

ha scelto per me la vita. E sarò un<br />

pilota militare.<br />

L’inchiesta, aperta in seguito all’incidente,<br />

accertò che il T-6 da me<br />

usato, aveva le ali svergolate a causa<br />

di un utilizzo errato dell’aeromobile.<br />

Un allievo sottufficiale del 34°<br />

corso che aveva usato l’aereo prima<br />

di me, per una missione di acrobazia,<br />

aveva “strapazzato” il T-6 ben<br />

oltre i limiti di uso e sicurezza.<br />

Altre volte ho sfidato la Morte senza<br />

paura, ma mi sono reso conto che ci<br />

vuole molto più coraggio per affrontare<br />

la Vita.<br />

furono ceduti a collezionisti, piccoli musei e club di volo a<br />

vela, attratti dal basso costo e dalla modularità che permetteva<br />

di creare hangar a 6, 9 e persino 12 baie.<br />

Il Bessonneau di Nervesa proviene dal Midland Warplane<br />

Museum di Coventry, che<br />

lo aveva accantonato all’aperto<br />

per molti anni in attesa di<br />

reperire uno spazio idoneo<br />

per il montaggio. Di fronte a<br />

questa perdurante difficoltà<br />

nel 2009 il MWM decise di<br />

venderlo.<br />

Il restauro ha permesso di salvare<br />

tutta la ferramenta (sulla<br />

quale è spesso visibile la marcatura<br />

dell’Air Ministry britannico)<br />

e oltre due terzi delle parti<br />

in legno, mentre è stato necessario<br />

rifare interamente la copertura con materiali moderni.<br />

Appena rimontato, con l’aiuto di una gru e di<br />

diversi volontari, il Bessonneau è tornato a ospitare i biplani<br />

per i quali era stato costruito. Il suo destino sarà di<br />

diventare la sede della Fondazione Jonathan Collection,<br />

creata nei giorni scorsi con l’appoggio della famiglia Mariani<br />

e del comune di Nervesa per costruire un futuro agli<br />

aerei antichi di Giancarlo Zanardo.<br />

G.A.<br />

21<br />

VARIE


VARIE<br />

Il Palazzo Reale di Caserta e il Solstizio d’inverno<br />

Si calcola che, dall’anno 1926, cioè da quando l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare è insediata nella Reggia di Caserta,<br />

con l’Accademia <strong>Aeronautica</strong> prima e con la<br />

Scuola Specialisti (nelle sue varie e successive denominazioni<br />

e articolazioni) poi, i corsi di formazione/qualificazione/specializzazione<br />

svoltisi nel compendio<br />

vanvitelliano, siano stati frequentati da oltre 130.000 allievi,<br />

di ogni ruolo e grado, non solo dell’A.M., ma anche<br />

di altre Forze <strong>Arma</strong>te e Corpi <strong>Arma</strong>ti dello Stato nonché<br />

da molti militari stranieri.<br />

Chissà quante volte questi allievi hanno visto risplendere<br />

il Sole sui tetti della Reggia, ma presi giustamente da<br />

altri pensieri e da altri problemi e con lo sguardo sicuramente<br />

rivolto altrove, mai avrebbero potuto immaginare<br />

che essi potessero celare qualcosa di singolare,<br />

misterioso e suggestivo.<br />

Vediamo cosa…<br />

La Reggia di Caserta è ubicata ad una latitudine di<br />

41°04’24”, il suo asse longitudinale ha, rispetto al nord,<br />

una deviazione di circa 4° verso Est mentre la quota è di<br />

circa 68 m/slm (fig. 1).<br />

Fig. 1<br />

A questa latitudine, il Sole, nell’arco del suo moto apparente<br />

nel cielo durante l’anno, raggiunge un’elevazione<br />

massima sull’orizzonte di circa 72°22’, il 21 giugno, in<br />

coincidenza con il Solstizio d’estate, ed una elevazione<br />

minima di circa 25°29’, il 21 dicembre, in coincidenza<br />

con il Solstizio d’inverno (fig. 2).<br />

La Reggia ha un’altezza, al culmine dei tetti, di circa<br />

45 m rispetto al piano di campagna. Le falde dei tetti<br />

stessi invece hanno un’inclinazione di circa 25° rispetto<br />

al piano orizzontale, cioè la stessa angolazione che<br />

il Sole, come detto prima, raggiunge al Solstizio d’inverno<br />

(fig. 3).<br />

Questa uguaglianza è veramente singolare perché, fino<br />

alla data del Solstizio, il Sole è al di sotto della linea di<br />

colmo dei tetti per cui esso non è visibile dai cortili del<br />

Palazzo, ma immediatamente dopo comincia a spuntare<br />

di Elia Rubino<br />

e ad illuminare radiosamente gli androni che collegano<br />

i cortili tra loro e questi con il consecutivo Parco Reale.<br />

È un caso che ciò accada proprio in coincidenza con il<br />

Solstizio o esso è il frutto di un preciso calcolo di quel<br />

grande genio che era il Vanvitelli, il quale ha voluto così<br />

riferirsi al Sole che, dopo la sosta invernale (Solstizio =<br />

solstazio - fermata del sole) risorge a nuova vita?<br />

Si è del parere che la scelta sia stata deliberata, ciò in<br />

quanto, al di là della geometrica precisione di tutti gli<br />

elementi costruttivi verticali ed orizzontali della Reggia<br />

e l’uso sapiente della Sezione Aurea, l’inclinazione<br />

della falda avrebbe potuto anche essere diversa. Infatti,<br />

l’angolo dovrebbe essere legato solo alla quantità di<br />

pioggia che cade ed alla sua intensità, per far sì che<br />

l’acqua piovana abbia - in relazione alle notevoli dimensioni<br />

planimetriche delle coperture (circa 30.000<br />

mq) - tempi di corrivazione tali da poter essere smaltita<br />

convenientemente dai canali di scolo e dalle bocche<br />

di scarico dei pluviali.<br />

Ma questa valutazione tecnica da sola non basta a spiegare<br />

il perché l’angolo di inclinazione delle falde sia pro-<br />

22<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


prio uguale a quello raggiunto dal Sole al Solstizio d’inverno,<br />

perciò si è portati a propendere per una “illuminata”<br />

razionalità della scelta del Vanvitelli che, come<br />

detto prima, potrebbe essersi ispirata al ritorno della luce<br />

emanata dal nostro astro fulgente, come celebrato sia<br />

dai riti celtici che da quelli saturnali dell’antica Roma.<br />

Perciò si può affermare anzi confermare che “con il solstizio<br />

d’inverno il Sole rinasce e il Palazzo Reale di Ca-<br />

Acausa degli eventi in Libia, i campionati mondiali di volo acrobatico<br />

(FAI World Acrobatic Championship - WAC) che dovevano<br />

aver luogo sull’aeroporto militare di Cervia dal 31 agosto all’11<br />

settembre prossimi, si svolgeranno invece nelle stesse date sull’aeroporto<br />

di Foligno.<br />

Lo ha reso noto il Comitato organizzatore che ha già attivato il sito internet<br />

www.wac<strong>2011</strong>.it dove gli interessati e gli appassionati possono<br />

trovare tutte le informazioni sulla manifestazione.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

Prime prove con la<br />

catapulta per l’F-35C<br />

La statunitense Lockheed Martin ha<br />

recentemente reso noto che, presso<br />

la Naval Air Station Patuxent River,<br />

il primo F-35C, la versione<br />

imbarcata del Joint Strike fighter (JSF),<br />

ha avviato le prove di compatibilità con<br />

la catapulta, in vista di quelle che sono<br />

state programmate nel 2013 a bordo di<br />

una portaerei.<br />

23<br />

VARIE<br />

serta rivive”.<br />

Nota dell’autore.<br />

Questo articolo non ha nessuna pretesa scientifica, ma<br />

vuole essere solo un contributo di pensiero per conoscere<br />

e valorizzare ancor più il nostro inestimabile patrimonio<br />

culturale.<br />

A Lugo di Romagna una mostra sulle donne pilota<br />

Il 14 maggio, presso il Museo Francesco Baracca di Lugo di Romagna, è stata inaugurata la mostra fotografica e<br />

documentaria “L’altra metà del cielo. L’epopea delle donne volanti”.<br />

La mostra, curata da Mauro Antonellini, Angelo Emiliani e Paolo Varriale, documenta la figura di 50 aviatrici dal<br />

1913 ad oggi e presenta tra l’altro alcuni reperti storici di particolare interesse come la combinazione di volo della<br />

contessa Aloisa Guarini, una delle prime donne romagnole a volare, esposta grazie al prestito da parte dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Arma</strong> <strong>Aeronautica</strong> di Forlì.<br />

La mostra, per la quale gli organizzatori hanno anche provveduto alla stampa di un catalogo (v. nella rubrica relativa<br />

alla recensione dei libri) resterà aperta fino al 30 ottobre con aperture straordinarie serali i mercoledì dal 29 giugno<br />

al 27 luglio nell’ambito dell’iniziativa “I mercoledì sotto le stelle”. Ingresso gratuito per le signore per tutta la durata<br />

della mostra.<br />

A Foligno il campionato mondiale<br />

di volo acrobatico<br />

Solo Eurofighter e Rafale in gara per il nuovo caccia dell’India<br />

Il ministero della Difesa indiano ha reso noto che, attualmente,<br />

la ulteriore selezione operata dai competenti organismi<br />

nazionali sulle offerte presentate per il nuovo<br />

caccia delle forze aeree di Nuova Delhy, ha ora escluso<br />

anche lo svedese Saab Gripen, il russo MiG-35 (Fulcrum-F<br />

in codice NATO) e gli statunitensi Lockheed Martin<br />

F-16 Fighter Falcon ed il Boeing F/A-18 Super Hornet.<br />

L’Eurofighter Il Rafale<br />

Alla gara - che prevede la fornitura di 18 aerei e la<br />

costruzione di altri 108 in India, per un valore stimato<br />

tra i 10,5 e i 12 miliardi di dollari - restano quindi quali<br />

finalisti solo l’Eurofighter Typhoon e il francese<br />

Dassault Rafale.


VARIE<br />

Celebrato il 60° anniversario di costituzione dell’AVES<br />

Il 60° anniversario di costituzione<br />

dell’Aviazione dell’Esercito (AVES)<br />

è stato solennemente celebrato il 10<br />

maggio sull’aeroporto di Viterbo, città<br />

nella quale ha sede il Comando di<br />

questa giovane specialità della citata<br />

Forza <strong>Arma</strong>ta.<br />

La cerimonia, presieduta dal gen. CA<br />

Giuseppe Valotto, capo di Stato<br />

Maggiore dell’Esercito, dal gen. CA<br />

Francesco Tarricone, comandante<br />

delle Forze operative terrestri e dal<br />

gen. CA Enzo Stefanini, comandante<br />

dell’AVES, è stata aperta dall’arrivo<br />

di una Brigata di formazione preceduta<br />

dalla Banda musicale del Comando<br />

artiglieria contraerea e dai 10<br />

Stendardi dei Repati dell’AVES e seguita<br />

dai Gonfaloni della provincia e<br />

del comune di Viterbo e dai Labari<br />

delle Associazioni d’arma e combattentistiche<br />

locali.<br />

Ha avuto quindi luogo la proiezione<br />

di un filmato il cui audio era una “riflessione”<br />

sui “Baschi Azzurri” nella<br />

quale veniva ricordato che erede dei<br />

primi reparti di volo dell’Esercito della<br />

Grande Guerra, posti in seguito<br />

alla base dell’Aviazione Ausiliaria del<br />

Regio Esercito, l’Aviazione dell’Esercito<br />

nasce il 10 maggio 1951 come<br />

reparto aereo di Artiglieria. Specialità<br />

giovane, dinamica, al passo con i<br />

tempi ed espressione di una componente<br />

operativa e umana altamente<br />

qualificata, l’Aviazione dell’Esercito<br />

ha partecipato a tutte le operazioni<br />

in Italia e all’estero e si è sviluppata<br />

con l’introduzione in servizio di macchine<br />

sempre più sofisticate sino<br />

all’attuale configurazione resa possibile<br />

con l’acquisizione dei nuovi elicotteri<br />

da esplorazione e scorta<br />

A129 “Mangusta” prima e dell’elicottero<br />

da trasporto tattico<br />

NH-90 poi.<br />

Nel suo dintervento<br />

il gen. Stefanini,<br />

ricordati i 113 caduti<br />

dell’AVES e le<br />

operazioni più significative,anche<br />

all’estero,<br />

della specialità,<br />

ha poi elogiato<br />

l’opera delle donne<br />

e degli uomini<br />

che la compongonoesprimendo<br />

l’orgoglio dir<br />

esserne il co-<br />

Il gen. Valotto mandante.<br />

24<br />

Da parte sua il gen. Valotto, posto<br />

l’accento sulle numerose decorazioni<br />

che testimoniano il valore e il sacrificio<br />

della specialità, ne ha evidenziato<br />

il prossimo futuro con l’introduzione,<br />

dopo l’NH-90, del CH-47F, invitando<br />

infine il personale dell’AVES a “volare<br />

sempre più in alto”.<br />

È seguita una dimostrazione di impiego<br />

dei mezzi in linea, aperta da<br />

una prova di appoggio aereo alle<br />

forze sul terreno eseguita da due<br />

A.129 Mangusta, dall’esibizione di<br />

un CH-47C in configurazione antincendio<br />

boschivo e, a causa del forte<br />

vento che ne ha impedito la<br />

reale esecuzione, dall’aviolancio simulato<br />

di paracadutisti incursori da<br />

tre Do.228.<br />

Sono poi intervenuti due A.129 che<br />

hanno fornito una cornice di sicurezza<br />

allo sbarco, da due CH-47C e<br />

con la tecnica della discesa rapida<br />

con fune (Fast rope) di incursori del<br />

Reggimento Col Moschin, dallo<br />

sbarco di una componente QRF<br />

(Quick Reponse Force) in grado di<br />

rispondere a qualsiasi emergenza e<br />

dalla deposizione sul terreno, da<br />

parte di due NH-90, di un mortaio e<br />

relative munizioni per una Squadra<br />

mortai sbarcata da un CH-47.<br />

Il gen. Stefanini<br />

Un AB.412 ha poi effettuato la dimostrazione<br />

dell’evacuazione medica<br />

(MEDEVAC) di un ferito seguita da<br />

quella del recupero di due piloti, che<br />

si ipotizzavano caduti in territorio ostile,<br />

da parte di un A.129.<br />

Il numeroso pubblico presente ha<br />

quindi assistito alla sfilata della Brigata<br />

di formazione - con in coda una nutrita<br />

rappresentanza con Labari<br />

dell’<strong>Associazione</strong> nazionale Aviazione<br />

dell’Esercito (ANAE), con la quale, lo<br />

ricordiamo, l’AAA si gemellerà in occasione<br />

del Raduno di Assoarma previsto<br />

a Torino il mese prossimo per le<br />

celebrazioni del 150° anniversario<br />

dell’Unità d’Italia - e ascoltato la lettura<br />

della “preghiera dell’AVES” al cui<br />

termine vi è stato il sorvolo di saluto di<br />

una formazione composta da 14 elicotteri<br />

di vario tipo e da tre Do.228.<br />

Resta da sottolineare che, per l’occasione,<br />

il Comando dell’AVES ha allestito<br />

una mostra statica dei velivoli<br />

che ha avuto ed ha in dotazione, predisposto<br />

uno stand nel quale erano<br />

esposti materiali ed equipaggiamenti<br />

per il personale di volo e dove avveniva<br />

la proiezione di filmati e pubblicato<br />

un volume celebrativo dei Sessanta<br />

anni dell’AVES stessa.<br />

Le Poste Italiane, infine, erano presenti<br />

con una loro postazione con un<br />

“annullo speciale” emesso per la circostanza.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

(a cura di Michele Mascia)<br />

Istituzione della Cassa di previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te.<br />

LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA<br />

E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />

Ultime novità in materia previdenziale<br />

per il personale militare<br />

Con D.P.R. del 4 dicembre 2009, n. 211, è stata istituita, a decorrere dal 1° luglio 2010, la Cassa di Previdenza delle Forze<br />

<strong>Arma</strong>te con l’accorpamento delle preesistenti Casse militari (contestualmente soppresse).<br />

La Cassa di previdenza gestisce i fondi previdenziali in conformità e nei limiti di quanto disposto dalle norme istitutive e<br />

secondo i criteri di uniformità gestionale. Resta ferma la vigente disciplina in materia d’iscrizione, contribuzione ed erogazione<br />

delle prestazioni relative alle singole casse.<br />

I fondi previdenziali che costituiscono la nuova Cassa di Previdenza sono:<br />

- fondo di previdenza ufficiali dell’Esercito Italiano e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri;<br />

- fondo di previdenza ufficiali della Marina Militare;<br />

- fondo di previdenza ufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare;<br />

- fondo di previdenza sottufficiali dell’Esercito Italiano e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri;<br />

- fondo di previdenza appuntati e carabinieri;<br />

- fondo di previdenza sottufficiali della Marina Militare;<br />

- fondo di previdenza sottufficiali dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

I fondi predetti, che hanno rilevato la consistenza economico-finanziaria delle casse soppresse, sono dotati di autonomia patrimoniale,<br />

finanziaria e contabile, la cui gestione continuerà a essere distinta e separata. Per il loro funzionamento (compiti gestionali)<br />

dal 1° gennaio <strong>2011</strong>, è stato costituito l’Ufficio di Gestione della Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te, ubicato in<br />

Via Marsala, 104 - Roma, ordinativamente collocato nell’ambito del 1° Reparto dello Stato Maggiore della Difesa.<br />

I compiti decisionali della Cassa di Previdenza sono svolti dal Presidente, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio<br />

dei revisori.<br />

In base alla normativa vigente la Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te liquida/eroga l’indennità supplementare al personale<br />

militare iscritto al rispettivo fondo di appartenenza e l’assegno speciale agli ufficiali dell’Esercito e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri.<br />

Inoltre, può svolgere anche attività creditizia a favore degli iscritti a ogni singolo fondo, qualora le eccedenze<br />

finanziarie lo consentano (attualmente l’attività è sospesa perché in fase di regolamentazione).<br />

Ricordiamo che l’indennità supplementare spetta agli ufficiali e sottufficiali in servizio permanente, nonché agli appuntati e<br />

ai carabinieri, iscritti da almeno sei anni ai fondi previdenziali sopracitati. L’indennità è esente dall’imposta sul reddito delle<br />

persone fisiche (IRPEF), è reversibile ed è liquidata in ragione dell’aliquota del 2% sull’80% dell’ultimo stipendio annuo<br />

lordo percepito in servizio, ivi compresa la 13ª mensilità, moltiplicato per il numero di anni di effettiva iscrizione al fondo. Ai<br />

sottufficiali delle Forze <strong>Arma</strong>te e agli appuntati e carabinieri l’indennità è erogata all’atto del collocamento in congedo,<br />

mentre agli ufficiali è erogata allo scadere del quarto anno dalla data di cessazione dal servizio permanente effettivo, con<br />

le seguenti deroghe, previste dalle disposizioni transitorie di Forza <strong>Arma</strong>ta:<br />

- ufficiali dell’Esercito e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri, allo scadere del secondo anno dalla cessazione dal servizio;<br />

- ufficiali della Marina Militare, 50% dell’ammontare previsto allo scadere del secondo anno e l’altro 50% allo scadere del<br />

terzo anno.<br />

L’assegno speciale, invece, è un assegno vitalizio corrisposto (in aggiunta all’indennità supplementare) agli Ufficiali dell’Esercito<br />

e dell’<strong>Arma</strong> dei carabinieri, collocati nella riserva o in congedo assoluto e che abbiano compiuto il 65° anno di età,<br />

le cui misure annue vengono stabilite con decreto del ministero della Difesa e variano in relazione al grado rivestito. L’assegno<br />

speciale è soggetto a tassazione IRPEF, non è reversibile, è corrisposto in un’unica soluzione nel mese di dicembre<br />

di ogni anno. Non spetta in caso di perdita del grado o della pensione.<br />

A fronte dei benefici predetti, gli iscritti ai fondi previdenziali sono soggetti ad una ritenuta pari al 2% sull’80% dello stipendio<br />

lordo (riferita all’indennità supplementare) e di un ulteriore 2% a carico dei beneficiari dell’assegno speciale.<br />

Il nuovo assetto organizzativo della Cassa di Previdenza ha suscitato qualche perplessità tra gli interessati, in servizio e<br />

in pensione, circa gli eventuali riflessi sulle prestazioni spettanti. Al riguardo è da precisare che nulla è cambiato per ciò<br />

che riguarda la separazione, l’autonomia contabile-patrimoniale e le modalità gestionali degli stessi fondi previdenziali.<br />

Inoltre, sono salvaguardati i diritti maturati dagli iscritti.<br />

Le uniche innovazioni, in pratica, riguardano la riorganizzazione degli organi dell’Ente (Presidente, Consiglio di Amministrazione<br />

e Collegio dei Revisori) in quanto adesso sono unici per tutti i fondi, mentre precedentemente ogni Cassa<br />

aveva propri organi. Lo stesso vale per l’Ufficio di gestione della Cassa di Previdenza delle Forze <strong>Arma</strong>te che<br />

adesso è l’unica struttura dell’Amministrazione Difesa preposta allo svolgimento di compiti gestionali di tutti i fondi<br />

previdenziali.<br />

segue<br />

25


LEGISLAZIONE, PENSIONISTICA E TRATTAMENTI ECONOMICI<br />

Mancata perequazione automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo<br />

INPS, anno 2008<br />

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 316 del 3 novembre 2010, ha confermato la legittimità costituzionale della legge<br />

n. 247/2007 (Finanziaria 2008), art. 1, comma 19, la quale ha disposto, per l’anno 2008, la sospensione della perequazione<br />

automatica delle pensioni superiori a 8 volte il minimo INPS (circa E 3.490 lordi mensili).<br />

La questione di legittimità, per “rilevante e non manifestamente infondato” contrasto della norma con gli artt. 3, 36 e 38<br />

della Costituzione, era stata sollevata dal Giudice del lavoro del Tribunale di Vicenza, accogliendo il ricorso di alcuni pensionati<br />

che lamentavano “la perdita del potere d’acquisto conseguentemente determinatosi con effetti, in via definitiva, anche<br />

sull’ammontare della stessa pensione”.<br />

Alla luce di tale sentenza il recupero del “quantum” per mancata perequazione delle pensioni predette potrà avvenire solo<br />

con un intervento normativo.<br />

26<br />

———-<br />

È da segnalare, infine, che nel corso del Convegno sulle attuali problematiche pensionistiche del personale militare in<br />

servizio ed in congedo, organizzato dall’<strong>Associazione</strong> Nazionale Ufficiali <strong>Aeronautica</strong> (ANUA) il 18 marzo <strong>2011</strong>, presso la<br />

Casa dell’Aviatore, sono emerse alcune importanti novità in materia previdenziale che qui di seguito riportiamo.<br />

Collocamento a domanda in Aspettativa per riduzione di quadri (ARQ)<br />

Il Direttore generale del personale militare (PERSOMIL), gen. CA Mario Roggio, ha illustrato le integrazioni apportate all’istituto<br />

dell’Aspettativa per riduzione dei quadri (ARQ) dalla legge n. 30/2010. La norma stabilisce infatti che, al collocamento<br />

in ARQ d’autorità, si è aggiunta la possibilità per colonnelli e generali, con anzianità contributiva pari a 40 anni o<br />

che si trovino a meno di 5 anni dal limite di età, di essere collocati a domanda in tale posizione.<br />

Pertanto il collocamento in ARQ sarà disposto in base al seguente nuovo ordine prioritario:<br />

- colonnelli e generali in possesso di anzianità contributiva pari o superiore a 40 anni, al 31 dicembre di ogni anno;<br />

- colonnelli e generali che si trovino a non più di 5 anni dal limite di età alla data del 31 dicembre di ogni anno;<br />

- colonnelli in SPAD;<br />

- colonnelli e generali in SPE.<br />

Revoca della disponibilità all’impiego in ausiliaria<br />

Il Direttore ha poi comunicato il mutato orientamento dell’Amministrazione Difesa nel riconoscere la possibilità di poter revocare,<br />

a domanda, la disponibilità all’impiego nella posizione di Ausiliaria e conseguentemente di poter transitare nella<br />

Riserva.<br />

Ciò è stato determinato dagli effetti provocati dal decreto legge 78/2010, convertito in legge 122/2010, (blocco delle retribuzioni<br />

dal <strong>2011</strong> al 2013).<br />

Decreti definitivi di pensione non più soggetti a registrazione<br />

Il col. Luigi Tommasi, capo della 1ª Divisione della Direzione generale delle pensioni militari (PREVIMIL), si è soffermato<br />

sulla decisione del 23 novembre 2010 della Corte dei conti, a Sezioni riunite, con la quale è stato stabilito che i<br />

decreti definitivi di pensione emessi da PREVIMIL, a partire dal 2010, non devono essere più registrati dalla Corte dei<br />

conti.<br />

Pertanto i nuovi provvedimenti pensionistici diventano definitivi con il solo visto della Ragioneria centrale presso il ministero<br />

della Difesa (Bilancentes), con conseguenti riflessi positivi circa la riduzione dei tempi per la liquidazione dei decreti<br />

stessi (ivi compresi eventuali interessi legali) da parte dell’INPDAP.<br />

Tassazione IRPEF indennità di aeronavigazione<br />

Lo stesso relatore di PREVIMIL ha esplicitato la sentenza n. 36 del 21.4.2010, emessa della Commissione regionale tributaria<br />

della Toscana circa l’accoglimento (in appello) di un ricorso proposto da alcuni ufficiali volto ad ottenere la tassazione<br />

IRPEF al 50% della indennità di aeronavigazione confluita nel trattamento pensionistico. Premettendo che sulla<br />

questione altre Commissioni tributarie hanno emesso sentenze sfavorevoli per i ricorrenti, il col. Tommasi ha chiarito che<br />

- al momento - il Testo unico imposte dirette (TUIR) prevede la tassazione al 50% di tale indennità solo sul trattamento<br />

economico di servizio (come elemento retributivo distinto) mentre in congedo, essendo inglobata nella voce pensione,<br />

soggiace interamente alla tassazione IRPEF.<br />

Pertanto tale problema può essere risolto solo con un intervento normativo.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 27<br />

Un folto numero di divise azzurre ha riempito,<br />

il 5 e 6 maggio, l’anfiteatro del Centro Alti<br />

Studi Difesa (CASD) a significare che il tema<br />

era di grande interesse professionale. Con loro i<br />

rappresentanti della grande, media e piccola industria<br />

italiana del settore. Il numero di partecipanti<br />

al seminario è stato quello delle grandi occasioni.<br />

La sala si è subito riempita confermandoci così,<br />

senza dover far ricorso ai registri delle presenze,<br />

che sono state circa 300 le persone che hanno aderito<br />

al convegno. I timori sulle presenze al secondo<br />

giorno dei lavori si sono anche quelli dissipati rapidamente<br />

per il puntuale arrivo in sala di un numero<br />

altrettanto importante di uditori complice l’importante<br />

panel sui lanciatori.<br />

Al seminario ci si è arrivati con un impegnativo lavoro<br />

di preparazione portato avanti da un Gruppo di<br />

Lavoro (GDL) che ha visto interagire per oltre un anno<br />

e mezzo, esponenti del CESMA, dell’Università,<br />

dell’AM e dell’industria. L’ambizione degli organizza-<br />

Il gen. Valente mentre fa gli onori di casa<br />

Attività del CESMA<br />

tori, come ha ben<br />

precisato nel discorso<br />

introduttivo il gen.<br />

Nazzareno Cardinali,<br />

nuovo direttore del<br />

CESMA, non era certo<br />

quella di risolvere<br />

tutti i problemi sul<br />

tappeto, bensì quello<br />

di saggiare innanzi<br />

tutto il grado di interesse<br />

delle istituzioni<br />

in merito a questo argomento<br />

e, secondariamente,<br />

quello di<br />

gettare le basi per la<br />

definizione di una road-map<br />

per il settore<br />

specifico che precisi<br />

obiettivi, tempi e,<br />

soprattutto, finanziamenti.<br />

L’ASSOCIAZIONE<br />

ARMA AERONAUTICA<br />

Si è concluso con un grande successo il seminario internazionale<br />

di due giorni sui piccoli satelliti aviolanciati organizzato dal nostro<br />

Centro Studi Militari Aeronautici in collaborazione con<br />

l’Università “La Sapienza” di Roma e con il contributo dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare e dell’Agenzia Spaziale Italiana.<br />

HIGH TECH SMALL SAT MISSIONS<br />

Il gen. Parisi saluta i presenti all'apertura<br />

dei lavori<br />

È del tutto evidente che un discorso del genere andava<br />

fatto ad un uditorio composto anche da politici.<br />

Purtroppo, concomitanti eventi di politica<br />

estera, tra i quali la presenza in Italia proprio in<br />

quei giorni del Segretario di Stato americano, Hillary<br />

Clinton, hanno fatto sì che sia il ministro della<br />

Difesa Ignazio La Russa con i suoi sottosegretari,<br />

che il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini<br />

non abbiano potuto all’ultimo momento partecipare<br />

anche se quest’ultima ha mandato una lettera di<br />

complimenti e di incitamento a proseguire sulla<br />

strada intrapresa.<br />

Con il saluto del gen. Pietro Valente, nelle vesti di padrone<br />

di casa per l’assenza dell’amm. Marcantonio<br />

Trevisani, presidente del CASD in missione all’estero,<br />

ha avuto inizio la lunga serie di interventi che si sono<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 27<br />

segue


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 28<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Il gen. Cardinali e prof. Gaudenzi co-chairmen del convegno<br />

susseguiti nei due giorni senza, peraltro, che decadesse<br />

mai l’attenzione degli ascoltatori. L’uditorio è<br />

stato introdotto nel tema a piccoli passi in un crescendo<br />

continuo di interesse che ha visto il suo apice<br />

il secondo giorno quando, abbandonati gli aspetti più<br />

generali e dottrinari, si è scesi nel difficile ed appassionante<br />

terreno delle sperimentazioni pratiche del<br />

lancio da velivolo, con relative problematiche.<br />

L’inizio non poteva partire che dal ricordo del gen.<br />

Luigi Broglio fatto dal presidente nazionale AAA,<br />

gen. Gianbortolo Parisi, essendo quest’anno il centenario<br />

della sua nascita ed il decennale della sua morte<br />

(v. anche l’articolo del gen. Cardinali a pag. 10 di<br />

<strong>Aeronautica</strong> n. 2/<strong>2011</strong>).<br />

Broglio, con i suoi studi e le sue concrete realizzazioni<br />

(pensiamo al Poligono equatoriale di Malindi) aveva<br />

collocato l’Italia al terzo posto nel mondo per<br />

capacità aerospaziali facendoci capire con lungimiranza<br />

quello che solo oggi, con ritardo, cerchiamo di<br />

affermare e cioè che lo spazio è la naturale prosecuzione<br />

dell’attività aeronautica nell’atmosfera e, pertanto,<br />

di specifico interesse dell’<strong>Aeronautica</strong> Militare.<br />

Oggi, ed il seminario lo ha dimostrato, appare ormai<br />

chiaro che il piccolo satellite non significa più un<br />

qualcosa a basso prezzo, di breve durata e con una<br />

tecnologia di basso valore (off the shelf, come si usa<br />

dire nel gergo industriale, cioè già disponibile sul<br />

mercato) perchè tra l’off the shelf e la tecnologia di<br />

lunga durata c’è tutta una gamma tecnologica che va<br />

sviluppata e applicata. Oggi, per questo tipo di satelliti,<br />

va adeguatamente sviluppata una tecnologia del<br />

plug and play (attaccare la spina ed utilizzarlo) che<br />

consenta flessibilità di impiego, interoperabilità e rapidità<br />

di messa in orbita.<br />

Alla base di tutto, poi, vi è il problema economico<br />

ben evidenziato dall’ing. Remo Pertica, presidente<br />

dell’AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio<br />

la Difesa e la Sicurezza) il quale ha auspicato<br />

quella che ormai è un’esigenza da più parti avvertita<br />

e cioè di una programmazione di investimenti di<br />

28<br />

tutto rispetto che impedisca la polverizzazione delle<br />

poche risorse disponibili in rivoli inutili e scarsamente<br />

efficaci.<br />

Ma, tecnicamente parlando, il problema della piattaforma<br />

di lancio rimane il più grande. Abbandonato il<br />

poligono stanziale tipo Malindi, da dove può lanciare<br />

un Paese come l’Italia a forte densità abitativa, senza<br />

rischi per la popolazione? Poiché questi satelliti non<br />

sono satelliti ad orbita equatoriale geostazionaria,<br />

ma di solito con un’orbita polare, è evidente che l’uso<br />

di una piattaforma aerea, sia essa costituita da un velivolo<br />

da trasporto che da un velivolo da caccia, per<br />

l’Italia è l’unica via perseguibile in quanto consente<br />

la rapidità di spostamento nella zona più favorevole<br />

per lo sgancio, senza la necessità di importanti e poco<br />

flessibili strutture a terra.<br />

Ma, poiché portare un satellite col suo lanciatore in<br />

quota non è semplice, per i volumi ed i pesi relativi<br />

che esso comporta, strettamente connesso al problema<br />

della piattaforma di lancio e delle modifiche<br />

strutturali che essa richiede vi è quello del peso e della<br />

grandezza del satellite.<br />

Ma quando un satellite è considerato piccolo?<br />

La tabella esposta dall’ing. Enrico Saggese, presidente<br />

dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) nel corso dell’illustrazione<br />

della vision dell’agenzia sul problema<br />

dei piccoli satelliti apre la mente a prospettive inimmaginabili.<br />

DEFINIZIONE PESO DIMENSIONI IN CM.<br />

Minisatelliti 100-500 Kg Generazione Globstar<br />

Microsatelliti 10-100 Kg 50 x 50<br />

Nanosatelliti 1-10 Kg 10 x 10<br />

Picosatelliti Fino a 1 kg 1,5 x 3<br />

(Quelle di un piccolo chip!)<br />

Un rapido conto illustrato a sostegno della tesi dell’ASI,<br />

che nella sua programmazione non ha considerato<br />

investimenti per il settore degli aviolanciati, ha<br />

Alcune delle autorità presenti al convegno<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 29<br />

permesso di rilevare che per i satelliti geostazionari il<br />

costo di lancio si aggira attorno ai 20.000 euro/kg che<br />

diventano 40.000 euro/kg se si considera il sistema<br />

per la circolarizzazione dell’orbita che ne fa raddoppiare<br />

il peso. Non solo, ma tale costo è uguale anche<br />

per orbite più basse. Per tale motivo la soluzione preferita<br />

è stata quella di investire in un lanciatore pesante<br />

tipo Vega con possibilità di messa in orbita di<br />

più satelliti nella stessa missione. I piccoli satelliti<br />

non sono a parere di ASI satelliti di minor costo. Essi<br />

vengono visti piuttosto come parte di un insieme di<br />

più satelliti, dove i più piccoli, con le loro specifiche<br />

funzioni, trasmettono a bassa potenza al satellite madre<br />

che è vicino e che a sua volta trasmette a terra le<br />

informazioni. Essi non sono dunque dei competitori<br />

con l’esistente, ma certamente complementari.<br />

Nonostante la posizione di ASI non sia stata condivisa<br />

dagli altri relatori, essa non significa, a detta del<br />

prof. Saggese, che il settore vada trascurato ma solo<br />

che la momento non è una priorità ASI.<br />

Ma se il costo al kg è uguale, ci dice l’ing. Fabrizio<br />

Petrosino di Space Engineering, dobbiamo operare<br />

per far sì che per i piccoli satelliti tale costo si riduca<br />

sensibilmente.<br />

Comunque la si voglia vedere, questi satelliti pongono<br />

delle sfide in termini di performance e di operatività<br />

che saranno certamente una funzione diretta dei<br />

finanziamenti.<br />

Per quanto riguarda l’AM, sappiamo bene che per lei<br />

l’ISTAR (Intelligence, Surveillance, Target Acquisition,<br />

Reconnaissance) è fondamentale, come sta dimostrando<br />

attualmente la crisi libica. Anzi, con le<br />

potenzialità che può esprimere il suo Reparto Sperimentale<br />

Volo (RSV) essa potrebbe, a detta del gen.<br />

Giuseppe Marani, intervenuto al seminario in rappresentanza<br />

del capo di Stato Maggiore impegnato<br />

altrove, collaborare allo sviluppo di piccoli satelliti.<br />

Per la Forza <strong>Arma</strong>ta, il fatto di poter avere un accesso<br />

autonomo allo spazio è un obiettivo strategico di<br />

massima importanza perché esso sottintende la rapidità<br />

della messa in orbita e, soprattutto, la riservatezza<br />

del lancio. Inoltre i mini-satelliti sembrano offrire<br />

quello che viene definito il graeter value for money.<br />

Rimane, ovviamente, il grande problema della fusion<br />

tra questa messe di dati oggi a disposizione, ma ciò<br />

esula momentaneamente dal nostro discorso. Esiste,<br />

poi, anche l’ipotesi, non certo remota, di un impiego<br />

duale di questi satelliti con conseguenti problemi<br />

connessi alla valutazione di questa possibilità. Si<br />

tratta, infatti, di confrontare le proprie esigenze con<br />

quelle delle altre agenzie, farne una traduzione tecnica<br />

per vedere ciò che è sovrapponibile e ciò che, viceversa,<br />

deve avere il requisito dell’esclusività. Si<br />

potrebbero ipotizzare anche dei satelliti civili con<br />

una piccola parte militare o viceversa. Ad ogni buon<br />

conto, il concetto della multiproprietà di derivazione<br />

immobiliare acquista anche in questo settore una<br />

certa valenza.<br />

Diventa essenziale, allora, ci dice l’ing. Demetrio La-<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

PROVA TITOLO<br />

bate di Selex Galileo, che la FA faccia un tayloring sui<br />

requisiti operativi reali sfuggendo alle suggestioni dei<br />

ricercatori universitari. Dobbiamo, infatti, capire bene<br />

quali missioni essi potrebbero soddisfare con sicurezza<br />

e ciò lo si può fare solo se si è stati in grado<br />

di capire per tempo tutti i fattori di criticità connessi<br />

in particolar modo alla piattaforma ed al payload.<br />

Ma una delle conferenze più convincenti esposte nel<br />

corso del seminario è stata certamente quella della<br />

signora Rachel Villain di Euroconsult perchè ci ha<br />

posto dinnanzi ad un’analisi di mercato che lascia<br />

intendere quanto possano essere importanti le prospettive<br />

in questo settore. Si pensi che dal 1999 al<br />

2010 sono stati lanciati ben 274 piccoli satelliti con<br />

una media di 23 satelliti/anno, se si escludono le costellazioni<br />

per le comunicazioni commerciali come<br />

Orbcom, Goness e Globstar che farebbero aumentare<br />

il volume di satelliti di altre 100 unità. Nel periodo<br />

<strong>2011</strong>-2013 è prevista la messa in orbita di altri<br />

78 satelliti con un incremento del 13%. Il lancio di<br />

questi satelliti è stato richiesto da organizzazioni civili,<br />

militari e da agenzie governative di vari paesi.<br />

La ripartizione delle esigenze nei prossimi 15 anni<br />

vede le seguenti percentuali: Europa 24%, Nord<br />

America 27%, Medio Oriente e Nord Africa 9% Russia<br />

13% con richieste orientate soprattutto all’osservazione<br />

della Terra. Ce n’è per tutti. La materia è<br />

emergente. Tecnologie abilitanti, modularità, standardizzazione,<br />

road-map sembrano essere le chiavi<br />

per un accesso dell’Italia in questo mercato mondiale<br />

appetitoso. Il convegno del CESMA ha avuto proprio<br />

il compito di dare questa contezza e di<br />

evidenziare la situazione positiva, ha commentato<br />

con soddisfazione il dott. Luigi Pasquali di Thales<br />

Alenia Space<br />

Certo, le aziende aerospaziali dovranno essere in grado<br />

di essere innovative e, nello stesso tempo, redditive.<br />

Si tratta dunque di vedere cosa manca e di capire<br />

con quali tecnologie possiamo cercare di risolvere il<br />

Il gen. Tosi, comandante della Squadra Aerea, ha presieduto il<br />

secondo panel "New Missions and Operational Concepts"<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 29<br />

segue


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 30<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Il gen. Esposito ed il dott. Ancarola hanno presieduto il terzo<br />

panel "New Launching Strategies"<br />

problema. Ma il tutto deve essere fatto in tempi relativamente<br />

brevi. Il mercato richiede di realizzare i satelliti<br />

in tempi rapidi, lanciarli in tempi rapidi,<br />

poterli utilizzare in tempi rapidi rendendoli federabili<br />

con quelli che già esistono.<br />

Per fare ciò, la disponibilità di una piattaforma volante<br />

sembrerebbe essenziale per il nostro Paese.<br />

I velivoli da trasporto disponibili attualmente richiedono<br />

trasformazioni importanti. In Usa si<br />

stanno sfruttando le esperienze positive di trasporto<br />

dello Shuttle sul dorso del Jumbo. Se poi pensiamo,<br />

per esempio, all’uso di un C-130J possiamo<br />

subito notare che dovrebbero essere apportate delle<br />

modifiche importanti che dovrebbero essere certificate<br />

e ciò significherebbe il coinvolgimento del<br />

costruttore che non è nazionale. Esistono, infatti,<br />

problemi strutturali per un atterraggio a pieno carico<br />

nel caso di mancato rilascio del missile. Per<br />

non parlare poi dei problemi di centraggio durante<br />

la fuoriuscita dello stesso. Per quanto riguarda<br />

la tecnica di lancio si potrebbe pensare all’estrazione<br />

del carico con un paracadute estrattore, come<br />

già avviene per i carichi pesanti, alla<br />

verticalizzazione del missile sempre con paracadute,<br />

al rilascio dello stesso ed alla sua accensione.<br />

Un’altra ipotesi è quella della fuoriuscita per gravità<br />

da un velivolo in assetto cabrato. In questo caso<br />

il problema della stabilizzazione verticale del<br />

missile prima della sua accensione non sarebbe un<br />

problema di poco conto.<br />

Ma l’aspetto più penalizzante è certamente la necessità<br />

di aprire i portelloni depressurizzando in questo<br />

modo il velivolo.<br />

Il lancio dalla posizione ventrale di un velivolo tipo<br />

Tornado potrebbe sembrare una soluzione migliore<br />

anche perché ci sono già i punti di attacco. Si tratta,<br />

peraltro, di realizzare un vettore di lancio che abbia<br />

la stessa morfologia.<br />

30<br />

Come si può vedere, si tratta di prospettive appassionanti<br />

ma ancora piene di tanti interrogativi che dovranno<br />

essere necessariamente affrontati per<br />

costruire un futuro al nostro Paese anche nel settore<br />

dei piccoli satelliti.<br />

Costruire il futuro, ha concluso il dott. Biagio Ancarola,<br />

consigliere del ministro Mariastella Gelmini,<br />

vuol dire costruire delle persone. Il problema delle risorse<br />

esiste ma è al terzo posto. Prima vengono la<br />

persona ed i progetti.<br />

La conclusione del seminario è ben sintetizzata<br />

nelle parole del co-chairman, prof. Paolo Gaudenzi,<br />

il quale ha evidenziato, con una citazione, che il<br />

successo di un’impresa è il risultato di genio e sudore,<br />

cioé di una fase di concezione e di una fase,<br />

forse più faticosa, di realizzazione. Il percorso fatto<br />

è stato pienamente condiviso. Si è condivisa la fase<br />

del genio, ha detto, ed ora resta da condividere la<br />

fase del sudore. Si sono viste potenzialità e criticità,<br />

ora si tratta di saper rispondere alle esigenze. Il<br />

programma che abbiamo di fronte è molto, troppo<br />

frammentato per cui si avverte assolutamente la<br />

necessità di una regia, di una visione di sintesi, ed<br />

in questa fase il ruolo del CESMA può ancora essere<br />

significativo, come ci ha detto il gen. Cardinali il<br />

quale ha lanciato l’ipotesi di un GDL permanente<br />

in seno al CESMA dove convergano rappresentanti<br />

dell’AM, dell’Università e dell’industria, al fine di<br />

definire una road-map con requisiti, priorità, tempi<br />

e finanziamenti che possano portare alla realizzazione<br />

di un dimostratore di tecnologie facendo ricorso,<br />

se possibile, a finanziamenti europei.<br />

La grande avventura è appena all’inizio, ha concluso<br />

il nostro presidente gen. Parisi.<br />

Giancarlo Naldi<br />

Il gen. Parisi ringrazia i presenti alla chiusura dei lavori<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 31<br />

Bassano del Grappa<br />

Presidente: gen. BA Francesco Gianesin;<br />

vice presidenti: ten. col. pil.<br />

Renato Ferrari e Navilio Schiavon;<br />

segretario: m.llo sc. Angelo Zarpellon;<br />

tesoriere: m.llo sc. Francesco<br />

Lovergine; consiglieri: serg. Adriano<br />

Agnoli, Giacomo Berti, av. Tiziano<br />

Campagnolo, av. Eros Ferrarese,<br />

m.llo sc. Aldo Meneghini e 1° av. Attilio<br />

Zighetti; rappresentante dei soci<br />

aggregati: Emanuel Ferraro.<br />

Calvisano<br />

Presidente: Roberto Saleri; vice presidente:<br />

Camillo Sabatino; segretario:<br />

Giuseppe Binosi; consiglieri:<br />

Fernando Conti, Sergio De Leo,<br />

Nunzio Liguori, Mario Piotto, Flaviano<br />

Reghenzi e Luciano Zanoni.<br />

Cesano Maderno<br />

Presidente: Lino Fiorin; vice presidente:<br />

Miladino Giacomini (anche<br />

PROMOZIONI<br />

A capitano<br />

- Giovanni Marinelli (sezione<br />

di Rimini).<br />

A luogotenente<br />

- Corrado Di Blasi (sezione<br />

di Rimini);<br />

- Bruno Francesco Rea (sezione<br />

di Frosinone).<br />

A 1° aviere scelto<br />

- Fernando Gentile (sezione<br />

di Cisterna di Latina).<br />

SOCI CHE SI FANNO<br />

ONORE<br />

Il socio Livio Luccioli, fondatore<br />

della sezione di Foligno,<br />

è stato insignito del<br />

titolo di “Maestro del commercio”<br />

per i 40 anni di<br />

gestione della propria attività<br />

commerciale in quella<br />

città.<br />

LAUREE<br />

In economia aziendale<br />

- Piermario Vespo, figlio del<br />

socio lgt. Giacomo (sezione<br />

di Vizzini).<br />

In economia politica<br />

- Claudia Isabella Campa,<br />

RINNOVO CARICHE<br />

tesoriere); segretario: Pierpaolo<br />

Crippa; consiglieri: Enrico Borgonovo,<br />

Gianni Ferri, Ferdinando Mariani,<br />

Carlo Vaghi e Mario Zavan:<br />

rappresentante dei soci aggregati:<br />

Roberto Vassallo.<br />

Guidonia<br />

A seguito delle dimissioni dei consiglieri<br />

Salvatore Aiello, Vittorio<br />

Lombardo e Sandro Montesi,<br />

l’assemblea generale dei soci ha<br />

eletto al loro posto G.Battista Ciccotti,<br />

Angelo Mazzelli e Antonio<br />

Valentino.<br />

Jacotenente<br />

Presidente onorario: col. Elia<br />

D’Onofrio; presidente: magg. Domenico<br />

Cuozzo; vice presidenti: m.llo<br />

sc. Antonio Gualtieri e aiut. Giovanni<br />

Tartaglione (anche tesoriere); segretario:<br />

aiut. Angelo Marangi;<br />

consiglieri: aiut. Enzo Bonifacio,<br />

m.llo sc. Mario d’Errico, lgt. Antonio<br />

Maggiani e aiut. Matteo Santo-<br />

( AVVENIMENTI LIETI (<br />

figlia del socio serg. magg.<br />

Pietro (sezione di Maglie).<br />

In giurisprudenza<br />

- Serena Rizzato, figlia del<br />

socio m.llo sc. Salvatore<br />

(sezione di Lecce).<br />

In ingegneria meccanica<br />

- Francesco De Cillis, figlio<br />

del socio Domenico (sezione<br />

di Ostuni).<br />

In psicologia clinica, dinamica<br />

delle persone, organizzazioni<br />

e comunità<br />

- Emanuela Carcione, figlia<br />

del socio lgt. Mario (sezione<br />

di Cassino).<br />

In scienze infermieristiche<br />

- 1° m.llo Luca Rossi, figlio<br />

del socio Giovanni (sezione<br />

di Frosinone).<br />

In scienze tecniche delle attività<br />

motorie<br />

- Angela Lanzillotti, figlia<br />

del socio Domenico (sezione<br />

di Ostuni).<br />

In scienze della formazione<br />

primaria<br />

- Elsa Bellagamba, figlia del<br />

socio Enzo (sezione di Rimini).<br />

DOTTORATI<br />

Di ricerca in ingegneria industriale<br />

- socio Renzo Bonicoli (sezione<br />

di Val d’Era)<br />

NOZZE D’ORO<br />

Le hanno felicemente festeggiate:<br />

- il socio Umberto Di Pietro<br />

con la signora Estella (sezione<br />

di Pavia);<br />

- il socio Gianluigi Magnani<br />

con la signora Mariagiovanna<br />

(sezione di Andora);<br />

- il socio m.llo sc. Antonio<br />

Masciulli con la signora<br />

Adriana (sezione di Pescara);<br />

- il socio Marcello Sacchetti<br />

con la signora Annunziata<br />

(sezione di Montréal);<br />

- il socio Michelino Trapani<br />

con la signora Lidia (sezione<br />

di Rimini).<br />

NOZZE<br />

Si sono uniti in matrimonio:<br />

- il socio Michele Faà con la<br />

signorina Valentina Serne-<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

ro; rappresentante dei soci aggregati:<br />

sig.ra Anna Rollo.<br />

Treviso<br />

L’assemblea dei soci ha eletto a presidente<br />

onorario della sezione il gen.<br />

SA Luciano Casarsa.<br />

Verona<br />

Presidente: m.llo sc. Nicola Ferrara;<br />

vice presidenti: col. Raffaele Conte e<br />

cap. Rosario Naddeo; segretario:<br />

m.llo sc. Alberto Scarpa; tesoriere:<br />

av. Mario Zanetti; consiglieri: 1° av.<br />

Mario Fezzi, 1° av. Bruno Gallio,<br />

col. Marco Grespi, av. sc. Enzo Monico,<br />

m.llo sc. Alessandro Rubano,<br />

1° av. Marco Stevanella e m.llo sc.<br />

Gianfranco Vetrali; capo nucleo di<br />

Nogara: av. Mario Tironi.<br />

Valdarno Superiore<br />

Il cap. Riccardo Bartolini è stato nominato<br />

capo del nucleo di Valdarno<br />

Superiore.<br />

si (sezione di San Gavino<br />

Monreale).<br />

CULLE<br />

- Il socio Cristian Brunello<br />

e la signora Alessia annunciano<br />

la nascita del primogenito<br />

William (nucleo di<br />

Cogollo del Cengio).<br />

- Il socio serg. magg. Massimo<br />

Faà e la signora Simonetta<br />

annunciano la<br />

nascita del primogenito<br />

Lorenzo (sezione di San<br />

Gavino Monreale).<br />

- Il socio m.llo 2ª cl. Roberto<br />

Flora e la signora Antonella<br />

annunciano la nascita<br />

della primogenita Michela<br />

(sezione di Vallo di Diano).<br />

- Il socio av. capo Mauro<br />

Francesca e la signora<br />

Laura annunciano la nascita<br />

del primogenito Cristian<br />

(sezione di Cisterna<br />

di Latina).<br />

- La socia Teresa Insero ed il<br />

consorte Pietro Schember<br />

annunciano la nascita di<br />

Claudia (sezione di Caserta).<br />

- Il socio Alessandro Trevisi e<br />

la signora Manuela annunciano<br />

la nascita di Viola (sezione<br />

di Campi Salentina).<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 31


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 32<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Cassino<br />

La sezione ha ora anche il seguente sito web il cui<br />

link è: www.aaasezionedicassino.com<br />

Jacotenente<br />

La sezione ha ora anche i seguenti indirizzi<br />

e.mail: presidenza@aaajacotenente.it oppure<br />

segreteria@aaajacotenente.it<br />

Noicattaro<br />

Il nuovo indirizzo del nucleo è - Nucleo AAA, Corso<br />

Umberto I, n. 45 - 70016 Noicattaro (BARI) e il<br />

cognome del capo nucleo è Dicintio e non Dicinto<br />

come riportato sul sito.<br />

Pinerolo<br />

La sezione può essere contattata via e.mail al seguente<br />

indirizzo: assoaeronautica.Pinerolo@gmail.com<br />

Valdarno Superiore<br />

Il nucleo ha ora sede in Viale Matteotti,16 -<br />

52025 Montevarrchi (AR) - telef/fax: 055 982937,<br />

cell. 380 5136334.<br />

32<br />

NUOVI INDIRIZZI<br />

Caro amico,<br />

dove sei?<br />

Il socio 1° av. marc. Bruno Giaretta della<br />

sezione di Vicenza, secondo da destra nella<br />

foto, chiede ai commilitoni che si riconoscono<br />

nella stessa fatta a Padova la<br />

Domenica delle palme del 1946, di contattarlo<br />

al seguente recapito: Bruno Giaretta, Via<br />

M. Cengio n. 16, 36013 Piovene-Rocchette<br />

(Vicenza), telef. 0445 650623.<br />

RADUNI<br />

3° Corso motoristi AM<br />

È in fase di organizzazione il raduno del 3° Corso<br />

motoristi che, in occasione del 60° anniversario dell’arruolamento<br />

dei frequentatori, avrà luogo al Museo<br />

Storico AM di Vigna di Valle l’8 ottobre prossimo.<br />

Gli interessati a parteciparvi sono invitati a comunicare<br />

la propria adesione a Enrico Ciato - Via Danimarca<br />

n. 57, 00040 Pomezia (Roma), telef. 06<br />

9157239, e.mail: enricokato@alice.it oppure a<br />

Mario Capanna, Via Enrico Mizzi n. 1, 00149 Roma,<br />

telef. 06 55266627, e.mail: mario,capanna@fastwebnet.it<br />

SOSTENITORI DI<br />

“AERONAUTICA”<br />

Signora Ada Bernardini E 50,00<br />

Cesare Melis “ 25,00<br />

col. RO Manlio Pietrafaccia “ 21,00<br />

Ezio Stella “ 21,00<br />

Aldo Vangi “ 21,00<br />

Pagine di<br />

vecchi album<br />

La foto qui pubblicata, tratta da quelle conservate<br />

dal socio 1° av. Duilio Ciccarelli di Macerata<br />

e pervenuta al presidente regionale<br />

AAA delle Marche dalla figlia dello scomparso,<br />

mostra il socio sopracitato (secondo in piedi da sinistra)<br />

ed alcuni suoi commilitoni, in posa davanti<br />

ad un biplano mentre prestavano servizio nel<br />

maggio 1928 all’aeroporto “Natale Palli” di Parma.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 33<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

SEZIONI E NUCLEI<br />

LOMBARDIA<br />

Assemblea regionale annuale dei presidenti<br />

delle sezioni AAA lombarde<br />

Il16 aprile, ospitata dal 6°<br />

Stormo comandato dal col.<br />

pil. Francesco Vestito, ha<br />

avuto luogo a Ghedi l’Assemblea<br />

regionale annuale<br />

dei presidenti delle sezioni<br />

AAA della Lombardia alla<br />

quale ha preso parte anche<br />

il gen. SA Giulio Mainini<br />

che ha illustrato le funzioni<br />

dell’AAA in seno alla<br />

Protezione Civile.<br />

Inaugurato a Gambara il monumento<br />

al gen. Francesco De Micheli<br />

L’8 maggio, su iniziativa del<br />

presidente dell’Archivio sto-<br />

rico del comune di Gambara<br />

(Brescia), Alberto Bonet-<br />

ti Lorenzetti, è stato inaugurato<br />

in quella cittadina -<br />

a cura della locale amministrazione<br />

comunale - il parco<br />

e il monumento dedicati<br />

al pluridecorato al VM gen.<br />

pil. Francesco De Micheli,<br />

sepolto nella tomba di famiglia<br />

di quel cimitero.<br />

Alla cerimonia erano pre-<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Osio Sotto<br />

Celebrato il 40° anniversario<br />

della costituzione del nucleo<br />

Il 9 e il 10 aprile il nucleo<br />

ha festeggiato il suo<br />

40° anniversario di costituzione<br />

con alcune<br />

manifestazioni che hanno<br />

compreso l’esposizione<br />

di una riproduzione<br />

del velivolo Tornado<br />

nella piazza del paese e<br />

il corteo - con tutti i labari<br />

provinciali - che<br />

ha raggiunto il monumento<br />

dell’aviere dove,<br />

alla presenza delle autorità<br />

civili e militari, è<br />

stato celebrato il rito<br />

religioso e scoperto un<br />

monumento rappresentante<br />

un’aquila,<br />

simbolo degli aviatori.<br />

FRIULI-VENEZIA GIULIA<br />

Spilimbergo<br />

Donato un quadro a Lech Walesa<br />

In occasione della sua permanenza<br />

in Italia per la<br />

beatificazione di Giovanni<br />

Paolo II, il fondatore di So-<br />

senti, tra gli altri, il sindaco<br />

Tiziana Panigara, il comandante<br />

del 51° Stormo (reparto<br />

a suo tempo<br />

comandato dal gen. De Micheli)<br />

col. pil. Enrico Carettini,<br />

una rappresentanza<br />

del 6° Stormo e il presidente<br />

regionale della Lombardia<br />

m.llo Giancarlo Milani.<br />

lidarnosc, premio Nobel<br />

per la pace e già presidente<br />

della Polonia Lech Walesa,<br />

si è recato a Spilimbergo<br />

segue<br />

33


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 34<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

dove ha ricevuto dal capo<br />

del locale nucleo AAA, nonché<br />

artista, Cesare Serafino,<br />

un quadro da questi<br />

realizzato e intitolato “Stelle<br />

- Karol ora vive su una<br />

stella”, omaggio alla figura<br />

del Pontefice scomparso.<br />

Nella stessa circostanza il<br />

Trieste, Istria Fiume e Dalmazia<br />

34<br />

Conferenza su El Alamein<br />

Il 5 maggio il presidente<br />

della sezione, prof. Giovanni<br />

Battista Carulli, ha<br />

tenuto una conferenza su<br />

“Ricordi di una visita a El<br />

Alamein”, visita avvenuta<br />

durante il viaggio in Egitto<br />

organizzato dalla presidenza<br />

nazionale nello scorso<br />

ottobre (vedi pag. 28 di <strong>Aeronautica</strong><br />

n. 11/2010).<br />

sindaco di Spilimbergo<br />

Renzo Francesconi ha donato<br />

all’illustre visitatore<br />

una cartella di grafica e<br />

fotografie dal titolo: “In<br />

volo verso l’azzurro cielo<br />

di Spilimbergo” realizzata<br />

con la collaborazione della<br />

sezione AAA di Udine.<br />

La conferenza, svoltasi in<br />

una sala, cortesemente<br />

concessa, della nuova sede<br />

della sezione triestina della<br />

Lega Navale Italiana, ha<br />

visto la partecipazione di<br />

un folto pubblico tra il<br />

quale il col. Luca Andreani,<br />

comandante del 2° Rgt.<br />

Piemonte Cavalleria, il<br />

gen. Antonio Basile, presi-<br />

dente della Federazione<br />

Grigioverde e numerosi<br />

soci dell’AAA, dell’<strong>Associazione</strong><br />

Marinai d’Italia e<br />

della Lega Navale Italiana.<br />

Commentata una serie di<br />

immagini e dopo un’introduzione<br />

sui Reparti protagonisti<br />

della battaglia di El<br />

Alamein e sulle sue fasi,<br />

l’oratore si è soffermato<br />

sulla visita al Sacrario, che<br />

ospita 4814 spoglie di nostri<br />

Caduti, dei quali 2349<br />

ignoti, sull’osservatorio di<br />

Q. 33 e sulla nobile figura<br />

di Paolo Caccia Dominioni.<br />

LIGURIA<br />

Particolare commozione<br />

ha suscitato, in chiusura,<br />

la lettura del frammento di<br />

rievocazione dello scrittore<br />

e giornalista Paolo Monelli<br />

pubblicato nel sopracitato<br />

numero di <strong>Aeronautica</strong>.<br />

Tra i diversi interventi finali<br />

è stata particolarmente<br />

applaudita la testimonianza<br />

del novantaduenne socio<br />

Umberto Giona, che<br />

nel 1942 partecipò alle battaglie<br />

di El Alamein come<br />

motorista del 92° Gruppo<br />

della Regia <strong>Aeronautica</strong> sul<br />

campo di Fuka.<br />

Assemblea ordinaria dei presidenti delle<br />

sezioni AAA della Liguria<br />

Il 17 aprile, sull’aeroporto<br />

di Villanova d’Albenga, ha<br />

avuto luogo l’Assemblea<br />

ordinaria dei presidenti<br />

delle sezioni AAA della Liguria<br />

alla quale hanno<br />

Genova<br />

partecipato quelli di Albenga,<br />

Imperia, Savona,<br />

Andora, La Spezia, Tigullio<br />

e i capi nuclei di Caretto<br />

di Cairo e Ventimiglia.<br />

Mostra “Strade e aviatori”<br />

Il Gruppo ricerche storiche<br />

della sezione, che si<br />

propone di promuovere la<br />

conoscenza del mondo<br />

dell’aviazione attraverso<br />

documenti, fotografie, reperti<br />

e memorie, ha allestito<br />

dal 9 al 17 aprile<br />

scorsi nella sede della regione<br />

Liguria la Mostra<br />

“Strade e aviatori” volta a<br />

far conoscere la vita dei<br />

personaggi legati al mondo<br />

dell’aviazione ed ai<br />

quali la città ha dedicato<br />

una via o una piazza.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 35<br />

La mostra, aperta con ingresso<br />

libero al pubblico,<br />

ha avuto numerosi visita-<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong><br />

EMILIA ROMAGNA<br />

Ferrara<br />

Collaborazione alla terza edizione<br />

di “Vola in festa”<br />

Il 7 ed 8 maggio si è svolta,<br />

presso l’Aeroclub di<br />

Ferrara, la 3a edizione<br />

della manifestazione “Vola<br />

in Festa”, organizzata<br />

dalla ONLUS “Vola nel<br />

Cuore” che si propone di<br />

donare serenità e sorrisi<br />

ai bambini ospedalizzati<br />

od in stato di bisogno. La<br />

Sezione ferrarese della<br />

nostra <strong>Associazione</strong> ha<br />

collaborato con il Comando<br />

Operazioni Aeree all’allestimento<br />

di una mostra<br />

storico-fotografica sull’Ae-<br />

tori interessati alle vicende<br />

dei propri concittadini<br />

aviatori.<br />

ronautica, in particolare<br />

quella legata al territorio,<br />

dal 1923 ai nostri giorni,<br />

arricchita con divise dell’epoca<br />

e numerosi modellini.<br />

Anche questa volta l’attrazione<br />

principale è stato<br />

il simulatore di volo<br />

“Celestino” che ha fatto<br />

provare l’emozione del<br />

pilotaggio a moltissimi<br />

bambini, ai quali sono<br />

stati anche rilasciati i<br />

“Brevetti di Volo”.<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

TOSCANA<br />

L’Assemblea dei presidenti delle sezioni<br />

AAA della Toscana<br />

Il 13 aprile, ospitata dal 4°<br />

Stormo di Grosseto ha<br />

avuto luogo l’Assemblea ordinaria<br />

dei presidenti delle<br />

sezioni AAA della Toscana.<br />

Gli intervenuti hanno esaminato<br />

e discusso quanto<br />

in agenda dei lavori e, in<br />

particolare, il prossimo<br />

Raduno nazionale a Torino,<br />

l’informatizzazione<br />

delle sezioni e le difficoltà<br />

L’8 maggio molti soci motociclisti<br />

del gruppo “Quelli<br />

del cavallino”, hanno compiuto<br />

una gita culturale a<br />

Sutri (Viterbo), città ricca<br />

di vestigia etrusche e roma-<br />

Grosseto<br />

che quotidianamente si riscontrano<br />

nel proselitismo,<br />

argomento questo<br />

sul quale è stato proposto<br />

di organizzare uno specifico<br />

convegno. Al termine<br />

dei lavori i partecipanti<br />

hanno visitato il GEA della<br />

base ed assistito ad una<br />

illustrazione del velivolo<br />

F-2000 in dotazione al 4°<br />

Stormo.<br />

ne che nel 728 il re dei Longobardi<br />

Liutprando offrì a<br />

papa Gregorio II con una<br />

donazione che viene considerata<br />

l’inizio del dominio<br />

temporale della Chiesa.<br />

35


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 36<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

36<br />

Massa Carrara<br />

Commemorata la MOVM<br />

Flavio Torello Baracchini<br />

Il 17 aprile la sezione e il<br />

comune di Villafranca Lunigiana<br />

hanno commemorato<br />

il cap. MOVM Flavio<br />

Torello Baracchini, asso<br />

della 1ª guerra mondiale<br />

con 21 vittorie.<br />

La cerimonia, alla quale<br />

erano presenti numerose<br />

autorità civili e militari,<br />

rappresentanze delle asso-<br />

ciazioni d’<strong>Arma</strong>, gli studenti<br />

dell’Istituto Comprensivo<br />

a lui intitolato e<br />

numerosi cittadini, ha visto<br />

la deposizione di una<br />

corona d’alloro al monumento<br />

eretto alla sua memoria,<br />

la rievocazione<br />

dell’Eroe e la celebrazione<br />

di un rito religioso di suffragio.<br />

Valdarno Superiore<br />

Inaugurazione di una stele a ricordo dei<br />

Caduti dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Su iniziativa del nucleo, che<br />

ha anche provveduto al finanziamento<br />

dell’opera, il<br />

25 aprile è stata inaugurata<br />

a Montevarchi una stele con<br />

elica a ricordo dei caduti<br />

dell’<strong>Aeronautica</strong>, stele collocata<br />

ai piedi del monumento<br />

ai Caduti militari e civili<br />

della 2ª Guerra Mondiale.<br />

Alla cerimonia, svoltasi con<br />

la piena adesione dell’Amministrazione<br />

comunale,<br />

erano presenti il sindaco<br />

ABRUZZO<br />

L’Aquila<br />

Inaugurata la nuova sede sociale<br />

Il 30 aprile, sull’aeroporto<br />

dei Parchi di L'Aquila,<br />

con la partecipazione di<br />

autorità civili, militari e<br />

delle Associazioni d'<strong>Arma</strong>,<br />

si è svolta la cerimonia<br />

per l’inaugurazione della<br />

nuova sede sociale che,<br />

dopo il terremoto del 6<br />

aprile 2009, è ora posta in<br />

un apposito container.<br />

Presenti all’evento - con la<br />

madrina signora Maria<br />

Lorenzetti, vedova del col.<br />

pil. Luigi Lorenzetti già<br />

comandante della PAN -<br />

anche le rappresentanze<br />

delle sezioni di Bracciano<br />

e Avezzano con i loro Labari<br />

e presidenti, rispettivamente<br />

gen. Umberto<br />

Formisano e serg. Pietrantonio<br />

Di Matteo, il comandante<br />

del 4° Stormo<br />

col.pil. Michele Morelli e<br />

il ten. col. Giuseppe Lembo<br />

del 72° Stormo - che<br />

sono stati il primo e l’ultimo<br />

comandante dell’ATF<br />

“Falco” all’aeroporto dei<br />

Parchi nel periodo del sisma<br />

- e il presidente regionale<br />

AAA della Puglia gen.<br />

LAZIO<br />

Cassino<br />

Commemorato il magg. pil. Secondino Pagano<br />

Il 28 aprile la sezione, come<br />

da tradizione, ha ricordato<br />

con la celebrazione di<br />

un rito religioso, la figura<br />

Giorgio Valentini, autorità<br />

religiose, civili e militari<br />

nonché Associazioni d’<strong>Arma</strong><br />

e combattentistiche.<br />

brig. Giuseppe Genchi.<br />

Nel coso dell’evento il presidente<br />

della sezione,<br />

serg. magg. Paride Di<br />

Giampietro ha tenuto a<br />

ringraziare le sezioni di<br />

Bracciano ed Avezzano<br />

per l’aiuto economico offerto<br />

dopo il sisma e le sezioni<br />

pugliesi per il dono<br />

del container ora sede del<br />

locale sodalizio AAA.<br />

del concittadino magg. pil.<br />

Secondino Pagano al quale<br />

è intitolato il labaro di<br />

quel sodalizio.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 37<br />

BASILICATA<br />

Melfi<br />

Mostra di aeromodellismo radiocomandato<br />

Il 16 e 17 aprile la sezione<br />

ha organizzato nella sua<br />

nuova sede una mostra di<br />

aeromodelli radiocomandati<br />

che ha avuto un gran-<br />

Guidonia<br />

Commemorato il gen. Alessandro Guidoni<br />

Il 27 aprile, nell’83° anniversario<br />

del sacrificio del<br />

gen. Alessandro Guidoni,<br />

la sezione e l’<strong>Associazione</strong><br />

promotrice dell’evento<br />

hanno presenziato al rito<br />

religioso e alla cerimonia<br />

per la deposizione di una<br />

corona d’alloro al monumento<br />

eretto alla memoria<br />

del Caduto.<br />

de successo di pubblico,<br />

soprattutto di giovani, che<br />

hanno manifestato la loro<br />

intenzione di frequentare<br />

un corso al pilotaggio ra-<br />

diocomandato, richiesta<br />

che è ora all’esame del<br />

Gruppo aeromodellisti<br />

della sezione stessa.<br />

Nell’occasione è stata anche<br />

allestita una mostra<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

SICILIA<br />

Acireale<br />

fotografica e sono stati ricordati<br />

alcuni concittadini<br />

aviatori decorati di<br />

medaglie al VM nel corso<br />

del secondo conflitto<br />

mondiale.<br />

Presentato il libro di memorie<br />

del gen. BA Giuseppe Trimarchi<br />

La sezione ha recentemente<br />

organizzato la presentazione<br />

del volume “Volare,<br />

il sogno diventa realtà” di<br />

Giuseppe Trimarchi, libro<br />

che, in 271 pagine e tante<br />

fotografie, ripercorre la vita<br />

di aviatore dell’autore -<br />

da allievo ufficiale pilota<br />

di complemento del 34°<br />

corso a generale di brigata<br />

aerea all’atto del congedo<br />

dal 41° Stormo Antisom,<br />

reparto dove ha prestato<br />

un lungo servizio - e che,<br />

come scrive l’autore, è «un<br />

viaggio nei ricordi, fatto<br />

per ripercorrere e condividere<br />

con gli altri la mia<br />

carriera militare».<br />

È da sottolineare che i<br />

proventi della vendita del<br />

volume saranno devoluti<br />

all’<strong>Associazione</strong> culturale<br />

“Magg. pil. Michelangelo<br />

Trimarchi”, figlio dell’autore,<br />

deceduto in un incidente<br />

di volo.<br />

Il libro è disponibile, al<br />

costo di 15,00 euro, presso<br />

la sezione AAA di Acireale,<br />

Via Alliotta n. 14,<br />

95024 Acireale (CT),<br />

e.mail:<br />

frankcusmano@teletu.it<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 37


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:27 Pagina 38<br />

L’ASSOCIAZIONE PROVA TITOLO ARMA AERONAUTICA<br />

38<br />

VISITE DI AGGIORNAMENTO TECNICO<br />

E GITE TURISTICO-CULTURALI<br />

Arpino alla Scuola marescialli AM di Viterbo<br />

Cassino alla Scuola marescialli<br />

AM di Viterbo<br />

Castiglione del Lago al 72° Stormo<br />

Cerea a Bergamo e a Sotto il Monte,<br />

paese natio di Giovanni XXIII<br />

Falconara Marittima e Jesi in località varie<br />

della Puglia<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 39<br />

Palestrina al 72° Stormo<br />

Forlì al 15° Stormo CSAR<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

Foligno e Cannara al 70° Stormo<br />

Grosseto al Museo Storico dell’AM<br />

Pavia al Museo dell’Aviazione<br />

di Rimini<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 39


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 40<br />

L’ASSOCIAZIONE PROVA TITOLO ARMA AERONAUTICA<br />

40<br />

Trino all’Accademia<br />

<strong>Aeronautica</strong><br />

Rovigo a 51° Stormo<br />

Teramo-Giulianova a Pratica di Mare<br />

Piombino e Val di Cornia al 9°<br />

Reggimento paracadutisti incursori<br />

“Col Moschin”<br />

Terlizzi al 32° Gruppo Radar AM<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 41<br />

HANNO CHIUSO LE ALI<br />

L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

- av. sc. Vittorio Pisoni (sezione Alto Garda);<br />

- 1° av. Michele Quarto, socio benemerito, (sezione di Bari);<br />

- av. sc. Mario Bristot (sezione di Belluno);<br />

- col. pil. Giuseppe Tarsi, socio fondatore e già consigliere (sezione di Brindisi);<br />

- av. sc. Aurelio Caldera (nucleo di Calcinato);<br />

- Lucio Bacchetti; 1° av. Alfio Liani; m.llo sc. Alfredo Sardeo (sezione di Campoformido);<br />

- Vincenzo Tirone (sezione Caudina);<br />

-gen. Giampaolo Marinelli (sezione di Cesena);<br />

- Giuseppe Simioni (sezione di Cittadella);<br />

- Luigi Bernuzzi (sezione di Fidenza);<br />

- magg. RO Giorgio Fabi, presidente onorario della sezione; m.llo sc. Antonio Parravani; m.llo sc. Giovanni<br />

Battista Pennacchia (sezione di Frosinone);<br />

- s.ten. Ambrogio Musazzi (sezione di Genova);<br />

- s.ten. Luigi Avarello (sezione di Ghedi);<br />

- Mario Guelfo Gennari (sezione di Grosseto);<br />

- Guido Bernardini, Rino Croci (sezione di La Spezia);<br />

- m.llo sc. mot. Renato Pino (sezione di Latina);<br />

- Antonio Bettinardi; Maurizio Saldi (sezione di Manerbio);<br />

- 1° av. Ennio Trevisan (nucleo di Mirano);<br />

- av. sc. Fulvio Goina (sezione di Monfalcone);<br />

- m.llo sc. Giuseppe Manca, fondatore della sezione (sezione di Monteroni);<br />

- Lorenzo Pellegrino (nucleo di Noicattaro);<br />

- Natale Casagrande; Tommaso Mignano; Giovanni Stella (sezione di Novara);<br />

- magg. Arturo Senatore (sezione di Monterotondo-Mentana);<br />

- Gianni Ciceri (sezione di Pavia);<br />

- m.llo sc. Antonio Suglia (sezione di Pignataro Maggiore);<br />

- Adriano Avalis, presidente di sezione (sezione di Pinerolo);<br />

- Antonio Beccari (sezione di Rimini);<br />

- m.llo sc. Pietro Torru (sezione di Roccagorga);<br />

- av. sc. Giuseppe Cilisto; av. Paolo Pisoni (Nucleo di Romano di Lombardia);<br />

- Mario Tonelli (sezione di Torino);<br />

- col. Filippo Tedesco, presidente onorario della sezione (sezione di Trapani);<br />

- Francesco Nuccitelli (sezione di Zagarolo).<br />

Il presidente nazionale dell’A.A.A., ricordando le elette virtù di questi commilitoni che ci hanno lasciato,<br />

a nome proprio e di tutti i soci esprime ai familiari degli scomparsi il più sentito cordoglio.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong> 41


AER 05_<strong>2011</strong>_2a_parte_seconda parte 23/05/11 10:28 Pagina 42<br />

Gian Piero Milanetti, Le streghe della<br />

notte. Roma, IBN Istituto Bibliografico<br />

Napoleone, <strong>2011</strong>. Cm.<br />

17x24, pp. 175, Euro 17,50.<br />

Il volume, che reca l’identico titolo di un<br />

libro sullo stesso argomento scritto da<br />

Marina Rossi e pubblicato nel 2004, racconta,<br />

con una diversa ottica, la storia di<br />

alcune centinaia di donne pilota di tre reggimenti<br />

che, sotto il comandi delle più<br />

grandi aviatrici russe dell’epoca, parteciparono<br />

attivamente agli eventi bellici della<br />

seconda guerra mondiale sul fronte orientale<br />

europeo dall’ottobre del 1941 al 1945.<br />

I tre reggimenti, uno da bombardamento<br />

in picchiata, uno da caccia ed<br />

uno da bombardamento notturno (che<br />

fu poi denominato 46° Reggimento<br />

delle Guardie da bombardamento notturno<br />

diventando il più conosciuto) effettuarono<br />

oltre 30.000 missioni,<br />

sganciarono 23.000 tonnellate di bombe<br />

e annoverarono nelle loro file ben<br />

trenta “Eroine dell’Unione sovietica”.<br />

In particolare le donne del 46° volavano<br />

di notte, quasi sempre con aerei di legno,<br />

senza paracadute, per bombardare<br />

un bersaglio nemico o per soccorrere<br />

soldati circondati dalle forze avversarie.<br />

Gli aerei, pilotati da donne coraggiose,<br />

divennero l'incubo dei sonni dei tedeschi<br />

che dettero loro il soprannome “Nachtexen”,<br />

appunto “streghe della notte”.<br />

Un libro che Milanetti ha scritto incontrando<br />

in Russia le ultime sopravissute<br />

e raccogliendo materiale<br />

inedito che è servito anche ad illustrare<br />

l’opera con un centinaio di fotografie<br />

quasi sempre inedite. (SB)<br />

Disponibile presso l’editore IBN - Via<br />

Mingazzini 7 - 00161 Roma - telef. 06<br />

4452275, e.mail: inn@aviolibri.it<br />

42<br />

Libri<br />

a cura di Gregory Alegi<br />

Giovanni Tonicchi, Venarla Reale -<br />

Un campo di volo centenario, edito<br />

in proprio, <strong>2011</strong>. Cm. 21x29,5, pp.<br />

64. Euro 15,00.<br />

L’autore, che ha già dato alle stampe<br />

vari volumi soprattutto dedicati all’Aviazione<br />

dell’Esercito della quale<br />

egli ha fatto parte per lungo tempo,<br />

con questo suo lavoro ripercorre per<br />

immagini la storia dell’aeroporto di<br />

Venaria Reale, un campo di volo sorto<br />

come sede di scuola di volo e poi divenuto<br />

base di reparti operativi della Regia<br />

<strong>Aeronautica</strong> e dell’<strong>Aeronautica</strong><br />

Nazionale Repubblicana fino al termine<br />

del secondo conflitto mondiale e<br />

successivamente utilizzato dalla neonata<br />

Aviazione Leggera dell’Esercito e,<br />

in seguito, da reparti dell’attuale Aviazione<br />

dell’Esercito che continuano ad<br />

esservi dislocati.<br />

Dai primi passi del volo a Torino, attraverso<br />

gli eventi dei due conflitti<br />

mondiali e fino al 34° Gruppo Squadroni<br />

“Toro”, il libro è, quindi, un<br />

compendio della vita di questo “campo<br />

di volo centenario” che ha visto alzarsi<br />

nei suoi cieli, tra gli altri, il biplano<br />

Faccioli, gli aerei scuola Bristol e Blériot,<br />

gli Hanriot HD e gli SPAD XIII<br />

della prima guerra mondiale, i CR.1,<br />

gli A.300 e i Ro.1 della neonata <strong>Arma</strong><br />

Azzurra, i Ro.37, i Ca. 101 e gli Mc.<br />

202 della R.A. i G.55 dell’ANR e, infine,<br />

i vari tipi di velivoli in dotazione prima<br />

all’ALE e ora all’AVES. (SB)<br />

Reperibile presso l’autore Giovanni Tonicchi,<br />

Via Scorticagatti, 23, 01016 Tarquinia<br />

(VT), telef. 0766 858377, cell. 368<br />

3071176, e.mail: g.tonicchi@libero.it<br />

Roberto Bassi e Raul Bersani, Un<br />

aeroplano che non ritorna, Aviani &<br />

Aviani editori, Udine <strong>2011</strong>.<br />

Cm.16x22, pp. 200. Euro 18,00.<br />

Il libro, come reca il sottotitolo, è la<br />

storia del s.ten. Mirto Bersani, pilota<br />

del 1° Stormo caccia e padre di uno<br />

degli autori.<br />

Ma è anche una significativa fonte di<br />

ricordi su uomini, aeroporti e eventi<br />

relativi alla Regia <strong>Aeronautica</strong> nel periodo<br />

dall’aprile 1934, anno di arruolamento<br />

del protagonista presso la<br />

Scuola di volo di Cameri, al gennaio1941<br />

quando egli, trentasettenne,<br />

scomparve nel Mediterraneo a bordo<br />

di un Mc.200 con il quale partecipava<br />

ad un’azione su Malta.<br />

Una vita da aviatore, svolta sempre<br />

presso il 1° Stormo salvo la parentesi<br />

della sua partecipazione alla guerra di<br />

Spagna, illustrata anche da 223 fotografie,<br />

delle quali ben 174 inedite, tratte<br />

dall’album fotografico che il pilota<br />

aveva meticolosamente composto a ricordo<br />

di tanti momenti, lieti e tristi, da<br />

lui vissuti.<br />

Il volume riporta in appendice le<br />

schede tecniche dei 12 velivoli sui<br />

quali era stato abilitato e, allegata, vi<br />

è la interessante riproduzione della<br />

cartina di navigazione aerea del Reale<br />

Aero Club d’Italia utilizzata da Bersani<br />

nella sua attività di volo nei cieli<br />

del Friuli. (SB)<br />

Disponibile presso gli editori Aviani &<br />

Aviani, Viale Tricesimo, 184/7 - 33100<br />

Udine. Telef. 0432 884057.<br />

AERONAUTICA 5/<strong>2011</strong>


Riccardo Niccoli, Coccarde tricolori<br />

<strong>2011</strong>. Novara, RN Publishing, <strong>2011</strong>.<br />

Cm 21 x 29,7, pp. 176. Euro 15,00.<br />

La nona edizione dell’annuario sulle<br />

forze e componenti aeree italiane colpisce<br />

innanzi tutto per la capacità<br />

dell’autore-editore Riccardo Niccoli di<br />

proporre anno dopo anno novità in<br />

una formula sempre uguale per grafica<br />

e impostazione. Non parliamo soltanto<br />

delle immagini (belle, ben scelte e<br />

quasi sempre mai viste altrove), ma<br />

soprattutto della varietà degli argomenti,<br />

cosa sempre più difficile vista<br />

la contrazione dei reparti e la riluttanza<br />

a parlare apertamente delle operazioni<br />

reali nelle quali l’<strong>Aeronautica</strong><br />

Militare e le altre componenti aeree<br />

sono impegnate quotidianamente.<br />

Quest’anno il primo tema è la Puglia,<br />

sia sotto il profilo addestrativo (61°<br />

Stormo e 10° RMV di Lecce e intervista<br />

al Comandante Generale delle<br />

Scuole, gen. Pasquale Preziosa) sia<br />

sotto quello operativo (il 36° Stormo<br />

dopo l’arrivo del 10° Gruppo da Trapani).<br />

Seguono le esercitazioni dell’A.M.,<br />

gli inevitabili 50 anni della PAN, il<br />

Museo Storico A.M., la chiusura del 5°<br />

Stormo, l’avanzamento del programma<br />

F-35. Molto ricca anche la parte<br />

extra A.M., che tocca Esercito (1° Reggimento<br />

Antares, i 20 anni dell’Harrier,<br />

gli EH.101 della Marina a Herat, vari<br />

nuclei elicotteristici e il Centro Operativo<br />

Aereo Unificato della Protezione<br />

Civile. L’ultimo terzo della pubblicazione<br />

è costituito dalle schede sull’organizzazione<br />

delle Forze <strong>Arma</strong>te ed i<br />

loro mezzi, complete di dati statistici.<br />

Insomma, un prodotto ben riuscito<br />

che costa quanto due numeri di un<br />

mensile ma dura tutto l’anno, e anche<br />

oltre.<br />

Disponibile presso le librerie specializzate<br />

o l’editore (www.rnpublishing.com; Via<br />

Torelli 31, 28100 Novara, 0321-455108).<br />

Hakan Gustavsson e Ludovico Slongo,<br />

Desert prelude, Stratus, Sandomierz,<br />

2010, 2 voll.. Cm 21 x 297,<br />

pp. 224+208. S.i.p.<br />

Suddivisa in due volumi, dedicati<br />

rispettivamente al giugno-novembre<br />

1940 e al dicembre 1940-febbraio<br />

1941, l’opera si presenta come un’ampia<br />

cronologia illustrata della prima<br />

fase della seconda guerra mondiale<br />

in Africa Settentrionale. Gli autori<br />

hanno consultato una vasta bibliografia<br />

e numerosi documenti per<br />

incrociare i dati delle due parti in<br />

lotta e ricostruire l’andamento giornaliero<br />

delle operazioni. Il risultato<br />

varia da poche righe per i giorni di<br />

calma operativa a intere pagine per<br />

quelli più intensi, completate da fotografie<br />

dei protagonisti e dei loro<br />

aerei. I dati sono accessibili anche<br />

attraverso l’indice dei nomi, semplificando<br />

la ricerca quando non si conosca<br />

la data. Come sempre in opere<br />

del genere, lo sforzo di raccolta e presentazione<br />

di una grande messe di<br />

dati è apprezzabile quale strumento<br />

per ulteriori approfondimenti, anche<br />

quando su specifici episodi dovesse<br />

esservi qualche discrepanza o questione<br />

non completamente risolta.<br />

Questo, tuttavia, non inficia la possibilità<br />

di utilizzo delle informazioni<br />

quale punto di partenza. Il corredo<br />

illustrativo è molto ampio ma di qualità<br />

variabile, così come i 42 profili e<br />

piante a colori sono talvolta un po’<br />

piatti o poco ortodossi nelle interpretazioni.<br />

Disponibile presso le librerie specializzate<br />

Angelo Emiliani e Paolo Varriale<br />

con Mauro Antonellini, L’altra metà<br />

del cielo – l’epopea delle donne<br />

volanti, Lugo, Museo Francesco<br />

Baracca, <strong>2011</strong>. Cm. 24 x 22, pp. 96.<br />

Euro 10.<br />

Il volume è il catalogo della omonima<br />

mostra organizzata dal Museo Baracca,<br />

allontanatosi per la prima volta dal<br />

ristretto ambito dell’eroe eponimo e<br />

della prima guerra mondiale. Il catalogo<br />

è costituito da una raccolta di<br />

immagini, dotate di brevi note biografiche<br />

di 50 aviatrici di diversi paesi,<br />

dal periodo pionieristico dell'aviazione<br />

ai giorni nostri. Nelle pagine si alternano<br />

nomi notissimi, dalla celebre<br />

Amelia Earhart all’astronauta Valentina<br />

Tereshkova, e gruppi quali le donne<br />

dell’Air Transport Auxiliary che nel<br />

Regno Unito, durante la Seconda<br />

Guerra Mondiale, effettuavano i voli di<br />

trasferimento di aerei che andavano<br />

dal Tiger Moth agli Spitfire ed ai Lancaster.<br />

Tra le pioniere del volo italiane<br />

sono ricordate la prima brevettata<br />

Rosina Ferrario, la primatista Carina<br />

Negrone e la prima pilota di linea Fiorenza<br />

de Bernardi. Se l’argomento non<br />

è nuovissimo, la confezione è buona e<br />

le immagini sovente inedite.<br />

Disponibile presso il Museo Francesco<br />

Baracca, via Baracca, 65 48022 Lugo (RA),<br />

e-mail museobaracca@comune.lugo.ra.it ,<br />

tel. 0545.38561


Torino, 29 febbraio 1952<br />

Torino, 11 giugno <strong>2011</strong><br />

59 anni dedicati,<br />

con l' impegno corale di tutti i soci militari<br />

e civili, di qualsiasi grado o qualifica,<br />

a mantenere vivo l'amor di Patria,<br />

il culto della Bandiera e dell'onore,<br />

ed a tramandare il patrimonio culturale<br />

e spirituale della nostra <strong>Aeronautica</strong> Militare.

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