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La sfida del clima nel XXI secolo

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la <strong>sfida</strong> <strong>del</strong> <strong>clima</strong> <strong>nel</strong> xxi <strong>secolo</strong><br />

<strong>La</strong> capacità <strong>del</strong>la Terra di<br />

assorbire anidride carbonica<br />

e altri gas a effetto serra<br />

sta per venire meno<br />

4 r a p p or t o sul l o s v il uppo um a no 2007- 2008<br />

esenti da rischi, <strong>nel</strong> lungo periodo. I paesi ricchi<br />

e le persone che ora non sono in prima linea saranno<br />

infine colpiti dalla catastrofe in atto. Per<br />

questo motivo, una mitigazione preventiva dei<br />

cambiamenti <strong>clima</strong>tici è un’assicurazione essenziale<br />

contro la catastrofe futura per l’umanità<br />

<strong>nel</strong> suo insieme, comprese le generazioni future <strong>nel</strong><br />

mondo industrializzato.<br />

Il nocciolo <strong>del</strong> problema dei cambiamenti<br />

<strong>clima</strong>tici è che la capacità <strong>del</strong>la Terra di assorbire<br />

anidride carbonica (co 2 ) e altri gas a effetto<br />

serra sta per venire meno. L’umanità vive<br />

al di sopra dei propri mezzi ambientali e accumula<br />

debiti ecologici che le generazioni future<br />

non saranno in grado di pagare.<br />

I cambiamenti <strong>clima</strong>tici ci stimolano a pensare<br />

in modo profondamente diverso all’interdipendenza<br />

umana. A prescindere da ciò che<br />

ci divide, è certo che l’umanità condivide un<br />

unico pianeta, così come gli abitanti <strong>del</strong>l’isola<br />

di Pasqua condividevano un’unica isola. I legami<br />

che uniscono la comunità umana sulla<br />

Terra si estendono attraverso i paesi e le generazioni.<br />

Nessuna nazione, grande o piccola che<br />

sia, può rimanere indifferente al destino <strong>del</strong>le<br />

altre, né può ignorare le conseguenze <strong>del</strong>le<br />

azioni di oggi per le persone che vivranno in<br />

futuro.<br />

Le generazioni future interpreteranno la<br />

nostra risposta ai cambiamenti <strong>clima</strong>tici come<br />

misura dei nostri valori etici. Tale risposta fornirà<br />

una testimonianza <strong>del</strong> modo in cui i leader<br />

politici agiscono oggi per adempiere i loro impegni<br />

tesi a combattere la povertà e costruire<br />

un mondo più inclusivo. <strong>La</strong>sciare sempre più<br />

ai margini larghe fasce <strong>del</strong>l’umanità significherebbe<br />

ignorare la giustizia sociale e l’uguaglianza<br />

tra i diversi paesi. I cambiamenti <strong>clima</strong>tici<br />

sollevano anche questioni difficili riguardo<br />

al modo in cui concepire i nostri legami con le<br />

persone <strong>nel</strong> futuro. Le nostre azioni saranno il<br />

barometro <strong>del</strong> nostro impegno a favore <strong>del</strong>la<br />

giustizia sociale e <strong>del</strong>l’equità intergenerazionale,<br />

nonché il criterio in base al quale le generazioni<br />

future giudicheranno il nostro operato.<br />

Vi sono segnali incoraggianti. Cinque<br />

anni fa, lo scetticismo sui cambiamenti <strong>clima</strong>tici<br />

era un’industria fiorente. Generosamente<br />

finanziati dalle grandi imprese, ampiamente<br />

citati dai media e premurosamente ascoltati<br />

da alcuni governi, gli scettici esercitavano<br />

un’indebita influenza sull’informazione pubblica.<br />

Oggi, ogni <strong>clima</strong>tologo credibile è convinto<br />

che i cambiamenti <strong>clima</strong>tici siano un<br />

fenomeno reale, grave e legato alle emissioni<br />

di co 2 . I governi in tutto il mondo condividono<br />

questo parere. Il consenso scientifico non<br />

significa che le discussioni sulle cause e sulle<br />

conseguenze <strong>del</strong> riscaldamento globale siano<br />

terminate: la scienza dei cambiamenti <strong>clima</strong>tici<br />

si occupa di probabilità, non di certezze,<br />

ma adesso, almeno, il dibattito politico è fondato<br />

sull’evidenza scientifica.<br />

Il problema è che esiste un enorme divario<br />

tra evidenza scientifica e azione politica.<br />

Finora, la maggioranza dei governi ha fallito<br />

la prova <strong>del</strong>la mitigazione dei cambiamenti<br />

<strong>clima</strong>tici. In gran parte, hanno risposto al<br />

quarto rapporto di valutazione <strong>del</strong> Gruppo<br />

intergovernativo di esperti sui cambiamenti<br />

<strong>clima</strong>tici (ipcc), di recente pubblicazione, riconoscendo<br />

che l’evidenza dei cambiamenti<br />

<strong>clima</strong>tici è «inequivocabile» e che è necessario<br />

un intervento urgente. Le riunioni successive<br />

<strong>del</strong> gruppo degli otto maggiori paesi industrializzati<br />

(G8) hanno confermato la necessità di<br />

adottare provvedimenti concreti, riconoscendo<br />

che la nave è in rotta di collisione con un ostacolo<br />

che assomiglia paurosamente a un iceberg.<br />

Purtroppo, non hanno ancora intrapreso manovre<br />

evasive risolute, al fine di tracciare una<br />

nuova rotta per le emissioni di gas serra.<br />

Vi è la sensazione palpabile che il tempo si<br />

stia esaurendo. I cambiamenti <strong>clima</strong>tici rappresentano<br />

una <strong>sfida</strong> da affrontare durante tutto<br />

il xxi <strong>secolo</strong>. Non esistono rimedi tecnologici<br />

rapidi, ma il lungo orizzonte temporale non<br />

dev’essere una giustificazione per tergiversare<br />

e mostrarsi indecisi. Nell’elaborare una soluzione,<br />

i governi devono affrontare problemi di<br />

depositi e di flussi <strong>nel</strong> bilancio globale <strong>del</strong> carbonio.<br />

I depositi di gas serra crescono, trainati<br />

dall’aumento <strong>del</strong>le emissioni. Tuttavia, anche<br />

se ponessimo fine a tutte le emissioni domani,<br />

i depositi diminuirebbero solo molto lentamente.<br />

Il motivo: una volta emessa, la co 2 rimane<br />

<strong>nel</strong>l’atmosfera a lungo e la risposta dei

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