02.06.2013 Views

Giugno 2011 - Ristorante Quadri

Giugno 2011 - Ristorante Quadri

Giugno 2011 - Ristorante Quadri

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Ristorante</strong>LeCalandre<br />

lu c e fl u i d ainacqua<br />

Padova Venezia<br />

LUCEFLUIDA<br />

arte edibile,<br />

in dodici movimenti/portate.<br />

Performance gastronomica<br />

polisensoriale di Max Alajmo<br />

dedicata alla 54a Esposizione<br />

Internazionale d’Arte<br />

La Biennale di Venezia,<br />

al <strong>Ristorante</strong> <strong>Quadri</strong> (Venezia)<br />

e al <strong>Ristorante</strong> Le Calandre (Padova)<br />

dal 2 giugno al 26 novembre <strong>2011</strong>.<br />

LUCEFLUIDA è un evento d’arte commestibile.<br />

Si compone di due momenti, autonomi pur in<br />

stretta relazione tra loro: LUCEFLUIDAinACQUA,<br />

si svolge a Venezia, al <strong>Ristorante</strong> <strong>Quadri</strong> in Piazza<br />

San Marco; LUCEFLUIDAinTERRA, a Padova,<br />

al <strong>Ristorante</strong> Le Calandre a Sarmeola di Rubano.<br />

Si tratta di due percorsi liberi e giocosi, frutto di un’unica<br />

ricerca svolta in due diverse declinazioni, ognuna scandita<br />

da dodici momenti/portate. Percorsi, anche interattivi, in cui<br />

ogni esperienza polisensoriale è stata calibrata attentamente<br />

da Massimiliano e dal suo staff, ma che avrà sempre nel suo<br />

estrinsecarsi la freschezza della prima volta, con il necessario quid<br />

d’estemporaneità tipico d’ogni performance. Le pietanze, il ritmo, le<br />

bevande, le temperature, i modi di fruizione, tutto è stato organizzato<br />

da Massimiliano per lasciare spazio a un lieto abbandono che diventa<br />

interazione e perciò vera condivisione, un rispecchiarsi l’uno nell’altro<br />

nel tentativo di scandagliare a fondo, insieme, l’intima essenza degli<br />

ingredienti. “L’intento è quello di trasferire il concetto<br />

di luce nel cibo”, racconta lo chef. “Attraverso l’ironia<br />

e il gioco poter raccontare la mia sensazione, o meglio<br />

percezione, dell’energia fl uida che essa trasferisce<br />

e della reale necessità che abbiamo di viverla”.<br />

LUCEFLUIDA è introdotta da un video che racchiude<br />

i moventi concettuali che hanno portato Massimiliano<br />

a intraprendere questo originale percorso. Tutto<br />

nasce da una sua reazione al “chiacchiericcio”<br />

contemporaneo che, specie in Italia, ha omologato<br />

i cuochi a protagonisti della società dello spettacolo.<br />

Uno spettacolo troppo spesso privo di gusto<br />

e di memoria, perciò privo di futuro (inteso nel<br />

senso del “progredire”). Da questa reazione<br />

scaturisce la consapevolezza che invece la cucina<br />

creativa, quand’è creazione sincera, è fatta di<br />

ricerca di senso profondo, che porta a dialogare<br />

apertamente con la natura, a scavare nelle<br />

profondità del pensiero e del ricordo, nei simboli<br />

della freschezza primeva, nello stupore gratuito<br />

e meraviglioso, sigillo d’ogni vera scoperta. Uno<br />

scavo verso “l’essenza” (professionale, naturale,<br />

personale), che giunge alle soglie del Mistero, alle<br />

soglie di ciò ch’è indicibile. Con la leggerezza, la<br />

luminosità del fanciullo, che attenua qualsiasi zona<br />

d’ombra, pur senza negarla.<br />

(Filippo Maglione)<br />

www.lucefl uida.it<br />

I CONSIGLI DEL SOMMELIER ANGELO SABBADIN<br />

Pinot Noir<br />

Vieille Vignes 2007<br />

Maison Roche<br />

de Bellene<br />

Un Borgogna di personalità<br />

di Angelo Sabbadin<br />

Per molti appassionati la grandezza del vino di Borgogna è<br />

più una rivelazione che una scoperta. Non ci si accosta pian<br />

piano al Pinot Nero, anzi il più delle volte ci lascia quasi indifferenti.<br />

Prima o poi capiterà di assaggiarne una bottiglia che<br />

ci lascerà senza parole e da allora si andrà continuamente<br />

alla ricerca della stessa emozione. Questo mese presentiamo<br />

un Borgogna rosso prodotto dalla Maison Roche de Bellene,<br />

che colpisce soprattutto per la sua grande personalità. Il<br />

produttore è Nicolas Potel, che dopo la sua prima esperienza<br />

come winemaker nell’azienda di famiglia a Volnay, il Domaine<br />

de la Pousse d’Or, fondò nel 1996 a Beaune la propria<br />

azienda, la Maison Roche de Bellene, con 15 ettari di vigneto<br />

in regime di agricoltura biologica. L’origine del nome Bellene<br />

viene da Belenos, un antico dio gallico del sole e della<br />

bellezza, simile ad Apollo dei Greci. La fi losofi a dell’azienda<br />

è quella di produrre grandi vini ottenuti da vigne vecchie;<br />

la vinifi cazione e l’affi namento sono di conseguenza molto<br />

delicati per salvaguardare la materia prima. Il suo Pinot Noir<br />

Vieille Vignes è ricco e pieno, cosa molto inusuale per un<br />

Borgogna base e fa dunque pensare a un vino più prestigioso<br />

della Côte de Beaune. Dopo aver subito un affi namento di 12<br />

mesi in botti di rovere, il vino risulta essere molto bilanciato<br />

tra il frutto e la complessità delle note aromatiche. Al naso<br />

profuna di frutti rossi e neri, come la ciliegia e i mirtilli; in<br />

bocca si ritrovano tutte le caratteristiche dei rossi di Borgogna,<br />

equilibrio e ottima personalità, accompagnati da una<br />

piacevole freschezza e da un tannino elegante. Ne risulta un<br />

rosso che, servito leggermente fresco (a temperatura di cantina)<br />

si abbina a piatti a base di pesce oppure servito a temperatura<br />

sensibilmente più alta è perfetto con piatti di carne.<br />

Il Pinot noir Vieille Vignes 2007 Maison Roche de Bellene è<br />

in vendita da In.gredienti e al Calandrino a 16 euro.<br />

LA RUBRICA . LA PAROLA ALL’OSTE MAURO LORENZON<br />

Le forme del bere<br />

Arte, biccheri, calici e…bollicine<br />

di Mauro Silvestro Lorenzon<br />

È indubbio che bere, assaggiare un calice di vino in un bicchiere “giusto”,<br />

bello ed elegante, permetta di gustare aromi e profumi adeguati<br />

alla qualità del nettare di Bacco. È pur vero altresì che se un vino è<br />

pessimo, non è che un bel bicchiere lo potrà trasformare in ottimo. Si<br />

può, e posso affermare, che la forma del bicchiere può esaltare bouquet<br />

e sapori e dare ulteriore piacevolezza al rito dell’assaggio e della<br />

degustazione organolettica, nonchè della “beva”. Fra i primi in assoluto<br />

al mondo a creare e disegnare artisticamente le “forme del bere”, fu<br />

la famiglia Riedel di Kufstein, in Austria, maestri cristallieri e vetrai<br />

già da 250 anni, istruiti dai Maestri di Murano. Nel 1973 inaugurarono<br />

la collezione “Sommeliers”, con bicchieri di cristallo soffi ati a bocca<br />

e dedicati ad ogni tipologia di vino, che oltre a considerare l’estetica,<br />

tenevano conto della forma dell’uscita del vino verso le labbra e la bocca,<br />

con particolare attenzione a come la lingua si posizionava rispetto<br />

alla svasatura più o meno signifi cativa del bicchiere.<br />

I fratelli Alajmo, ad esempio, hanno recentemente disegnato le loro<br />

“forme del bere” partendo dal “goto”(bicchiere) e aumentando la capienza<br />

in base all’ossigeno necessitato dal vino servito; mentre per le<br />

bollicine hanno disegnato una meravigliosa fl ûte in vetro soffi ato di<br />

Murano, senza tralasciare il punto “perlage”.<br />

Adesso è già arrivata l’estate, il desiderio di bere bollicine è un fattore<br />

incondizionato… chi scrive consiglia di bere il PROSECCO COL FON-<br />

DO, leggero e genuino, il meglio che vi potete aspettare da questo<br />

genere. La fl ûte ha soppiantato l’amata coppa del periodo Liberty, per<br />

dare spazio al giusto contenitore, come tanti di noi hanno imparato ai<br />

corsi di sommeliers. Nonostante la fl ûte sia il bicchiere giusto, ultimamente,<br />

numerosi consumatori amano bere bollicine in bicchieri ampi<br />

e/o da vini rossi! Se non si può fare a meno si deve però sapere che si<br />

perde il piacere delle tanto agognate bollicine. Il calice senza punto<br />

perlage, dissolverà le bollicine e lo champagne o spumante vi sembreranno<br />

“svampiti o sgasati”, a causa del fondo liscio del bicchiere<br />

inadatto. Ma la cosa più “grave” è quando questo servizio viene fatto<br />

da colleghi osti… Senza presunzione, consiglio a tutti di bere sempre<br />

bollicine di vostro piacimento in qualsiasi bicchiere, ma almeno fatevi<br />

graffi are il bicchiere sul fondo per ottenere le bollicine! Se non ci<br />

credete, per ottenere il punto perlage aggiungete un sassolino o dei<br />

chicchi di riso sul fondo del calice: questa operazione, vi permetterà,<br />

di combinare e riattivare le bollicine che avevate fatto scomparire<br />

usando il bicchiere sbagliato… Un augurio… BEVETE UN BRUT…<br />

FATE UN RUT… CHE VA GIU’ TUT(to)…

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!