Novella Prima o di Ferrante - Origami Edizioni

con tutte le forze colpì più volte la bocca, i denti e le ossa di quella testa che ancora si
muoveva, spaccando in minutaglia e schegge tutto quello che faceva opponenza.
Ci guardammo intorno. Non giungevano altri di quei mostri dal recinto né da altre zone.
Il miserabile vecchio avea smesso di sbattere muraglia e legna e ora solo lanciava le proprie
lamentazioni verso il cielo. Privi di fiato e affannati com'eravamo, mentre riprendevamo
respiro e cercavamo di comprender cosa era accaduto, di nuovo prestammo orecchio alle
sue farneticazioni.
«Il gran giorno del Signore è vicino; Egli è vicino, e si affretta molto; la voce del giorno
del Signore sarà di persone che grideranno amaramente e quello sarà giorno di angoscia e
indignazione, di tumulto e di fracasso, giorno di tenebre e di caligine, di nebbia e di folta
oscurità, giorno di tromba e di stormo, sopra le città forti e sopra gli alti cantoni. Ed Egli
metterà gli uomini in distretta ed essi cammineranno come ciechi e il loro sangue sarà
sparso come polvere e la loro carne come sterchi e i cadaveri saranno come spazzatura in
mezzo alle vie. Con tutto ciò, la sua ira non si calmerà e la sua mano rimarrà distesa!»
I cani ancora latravano e il mastino di Tancredi abbaiava forte attorno al corpo riverso
del proprio padrone, su cui era piegato anche Ciardino.
Continua...