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26. Curt del Bèrghem<br />
Tratto da: “<strong>Garlate</strong>, conoscere e inventare insieme un paese”<br />
<strong>di</strong> P. De Gra<strong>di</strong>.<br />
Da sempre si entra nella Corte da un sottoportico<br />
con soffitto ligneo, (tra l’’800 e il ‘900 sede <strong>di</strong> un<br />
mercato), e loggia sovrapposta. La struttura della<br />
Corte è quella caratteristica <strong>di</strong> cascina lombardachiusa,<br />
<strong>di</strong> forma quadrangolare, ad “U”. A nord,<br />
tutto denuncia l’epoca della costruzione del complesso<br />
originario: pare intorno al 1400. I lati posti<br />
a ovest e a sud, a pianoterra, erano a<strong>di</strong>biti a stalla;<br />
al piano superiore, a fienili.<br />
Su uno dei pilastri verso ovest, c’è una data: 1883,<br />
si pensa sia l’anno <strong>di</strong> costruzione della cascina e<br />
delle sottostanti stalle.<br />
A nord, lato delle abitazioni, abbiamo i classici<br />
ballatoi <strong>di</strong> legno (ora in parte in ferro), che servivano<br />
come corridoio per i locali che tuttora si<br />
affacciano ed anche per far essiccare i prodotti<br />
della campagna. “Ai tempi”, la vita qui, che era<br />
in gran parte simile a quella che si svolgeva nelle<br />
altre Corti, rappresentava la prima base <strong>di</strong> vita<br />
familiare e <strong>di</strong> sostentamento. Animali domestici,<br />
pollai nel centro, stalle ai lati con esternamente le<br />
cataste <strong>di</strong> letame, (“la méda de liàm”), lavoro <strong>di</strong><br />
adulti, giochi <strong>di</strong> bimbi, quiete operosa <strong>di</strong> vecchi…<br />
Caratteristiche de la “Curt del Bèrghem” tra’800<br />
e primo ‘900 erano: “la sculéta” e ”ul mercà”(la<br />
scuoletta, il centro <strong>di</strong> raccolta). La”sculéta” era una<br />
scuola per le ragazze che avevano le loro mamme<br />
che andavano in filanda. “Ul mercà”, in quanto era<br />
centro <strong>di</strong> raccolta dei prodotti dei campi e degli<br />
orti che qui venivano portati dai conta<strong>di</strong>ni per la<br />
successiva ven<strong>di</strong>ta. La fontana: l’acqua <strong>di</strong> questa<br />
fontana viene da “Mujaca”.<br />
A memoria d’uomo sempre servita come fonte per<br />
bere e per tutti gli usi domestici. Serviva per lavare<br />
a tutte le donne della Corte e a quelle delle Corti<br />
vicine; la sera poi <strong>di</strong>ventava bagno pubblico.<br />
Era punto <strong>di</strong> riferimento, soprattutto il lunedì<br />
mattina, e in occasione delle ore <strong>di</strong> punta; mentre<br />
si lavava, ci si scambiavano informazioni e “ultimissime”<br />
sulla vita del paese. In Corte c’erano due<br />
famiglie: “Chi del Còm” famiglia corrispondente<br />
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al cognome Polvara; “Chi del Bèrghem” famiglia<br />
corrispondente al cognome Longhi. Questi due<br />
cognomi sono ancora ricorrenti in paese; si pensa<br />
si riferiscano a gruppi familiari <strong>di</strong> antica origine<br />
settecentesca,provenienti da Como e da Bergamo.<br />
27. Cortile interno<br />
<strong>di</strong> Villa Pozzi<br />
Entrando dalla portina che dà su via Manzoni, si<br />
accede al cortile interno del grande complesso<br />
secentesco costituito dalla Villa Gadda (già Testori<br />
De Capitani) e dalle <strong>di</strong>pendenze strettamente legate<br />
al centro storico del paese, con l’ampio parco degradante<br />
verso il lago, con splen<strong>di</strong>da veduta dei monti<br />
oltre la riva bergamasca. La villa è un lungo e<strong>di</strong>ficio<br />
a due piani con finestre rettangolari ritagliate nella<br />
superficie degli intonaci con bel motivo a balaustra<br />
sopra l’ingresso, con parapetti in ferro battuto.<br />
Il lungo colonnato del portico accompagna chi entra<br />
nel cortile a scoprire mobili antichi e <strong>di</strong>pinti che testimoniano<br />
il gusto dei proprietari. Notevole il ciclo <strong>di</strong><br />
affreschi che Cherubino Cornienti realizzò nella volta<br />
del salone a pianterreno e raffiguranti 5 bozzetti sui<br />
fasti <strong>di</strong> Prometeo.<br />
Nel grande parco si trovano esemplari <strong>di</strong> cedri del<br />
Libano e Atlanticus, magnolie, sequoie, lecci, carpini,<br />
aceri. La portineria ottocentesca con belle decorazioni<br />
in cotto, è inserita all’estremo angolo a sud-ovest<br />
dello stesso.<br />
Forte è sempre stato il legame che ha unito i Testori<br />
a <strong>Garlate</strong>. Veneziani, tessitori della seta, nel 1671<br />
i Testori riscattarono <strong>Garlate</strong>, pagando 100 ducati<br />
d’oro al re <strong>di</strong> Spagna.<br />
28. Piazza Pierius<br />
Tratto da: “Testimonianze archeologiche a S. Stefano <strong>di</strong><br />
<strong>Garlate</strong>” 2002.<br />
E’ la nuova piazzetta del paese che è stata inaugurata<br />
il mese <strong>di</strong> aprile del 2008. Prende il suo nome<br />
dal “Vir illustris Pierius”, identificabile con il “Comes<br />
Domesticorum” <strong>di</strong> Odoacre, incaricato <strong>di</strong> organizzare<br />
l’evacuazione dal Norico all’Italia dei citta<strong>di</strong>ni romani<br />
e che fu ucciso nella Battaglia sull’Adda il 10 agosto