Il Girasole 2010 - Scuola Italiana Eugenio Montale
Il Girasole 2010 - Scuola Italiana Eugenio Montale
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Sommario Editoriale<br />
• Apertura dell'Anno Scolastico <strong>2010</strong>-2011 ............................ 3<br />
• Sostenibilità ..................................................................... 5<br />
• Seminário "Direitos Humanos nas Empresas" .................. 6<br />
• <strong>Il</strong> Giorno della Memoria alla <strong>Montale</strong> ................................ 8<br />
• Eleições <strong>2010</strong> ............................................................... 10<br />
• Progetto <strong>Scuola</strong> - 150 Anni Grande Italia ..................... 13<br />
• I Bambini della V Primaria ................................................. 14<br />
• Un'avventura al Carroção .............................................. 1 4<br />
• Visita al MASP ................................................................. 15<br />
• Mostra Culturale alla <strong>Montale</strong> ........................................ 16<br />
• Olimpiadi ................................................................. 1 7<br />
• Dialogo tra la natura e un islandese nel <strong>2010</strong> ............... 18<br />
• Cinedidattica alla <strong>Montale</strong> ............................................. 18<br />
• Oscure acque, impervi percorsi e frecce volanti ............. 19<br />
• Recital dos Alunos da <strong>Montale</strong> ............................................ 20<br />
• Enjoy the silence .............................................................. 22<br />
• Recensione ................................................................... 22<br />
• De volta para casa... .................................................... 23<br />
• Estudo prova que a internet causa burrice aguda ....... 23<br />
• Escursione letteraria all'insegna dell'otium .................... 24<br />
• Jardim Botânico ...................................................... 2 5<br />
• Paradise Lost ................................................................... 26<br />
• Disegni di Pierluigi Papaiz ..................................................... 27<br />
• Progetti della <strong>Scuola</strong> dell'Infanzia ................................... 27<br />
• Economia italiana nel contesto globale ......................... 28<br />
• L'Italia in transito .......................................................... 29<br />
• La Settimana della Lingua <strong>Italiana</strong> nel Mondo ... 30<br />
• Instituto Norberto Bobbio ............................................ 31<br />
• Un anno con Rodari ........................................................ 32<br />
• Cultura e lingua dell'opera lirica italiana ................................. 35<br />
• Concorso di scrittura ........................................................ 36<br />
• Laboratório de Redação ................................................ 38<br />
• Insegnare è... .............................................................. 39<br />
• Un'attività diversa dal solito ................................. 4 0<br />
• Carpe diem ................................................................... 40<br />
• Homenagem póstuma à profa. Célia Seraidarian ............ 41<br />
• Poemas ............................................................................ 42<br />
• Consigli di Lettura ............................................................................... 43<br />
• Pompei, crolla la casa dei gladiatori ..................................................... 44<br />
• Lettere ............................................................................................... 44<br />
• Anno Nuovo ....................................................................................... 45<br />
Bollettino informativo e culturale della <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>"<br />
ANNO 8 – N. 16 – Dicembre <strong>2010</strong><br />
Direzione: Carlo Alberto Dastoli (dastoli@uol.com.br)<br />
Revisione dell'italiano: Carlo Alberto Dastoli<br />
Revisione del portoghese: Carlo Alberto Dastoli<br />
Correttore di bozze: Carlo Alberto Dastoli<br />
Giornalista Responsabile: Lizandra Magon de Almeida (MTb 23.006)<br />
Composizione grafica: www.casadartecomunicacao.com.br<br />
Copertina: Luciana Carranca<br />
Tiratura: 1000 copie<br />
2<br />
Fine anno!<br />
<strong>Il</strong> nuovo <strong>Girasole</strong>!<br />
Posso dire che questo è stato un<br />
anno molto proficuo.<br />
Dai vari lavori che il nostro caro<br />
Prof. Carlo Alberto Dastoli è riuscito<br />
a compilare potrete avere un<br />
piccolo panorama delle attività<br />
scolastiche del <strong>2010</strong>.<br />
La nostra <strong>Scuola</strong> continua ad essere<br />
molto forte nella missione di<br />
mantenere viva la lingua e la cultura<br />
italiana a San Paolo, per non parlare<br />
di un modello di gestione dove<br />
Fondatori e Genitori lavorano<br />
insieme, in ragionevole armonia.<br />
Sembra semplice? Ma è possibile!<br />
Nel 2011 saranno già ventinove gli<br />
anni di attività, rese possibili grazie<br />
alla collaborazione volontaria di tanti<br />
che hanno dedicato il loro tempo<br />
gratuitamente alla <strong>Scuola</strong>, l’impegno<br />
della Direzione, dei Professori e<br />
Collaboratori è innegabile.<br />
Non si tratta di una <strong>Scuola</strong> comune...<br />
Esiste un sogno che si è<br />
materializzato!<br />
Mantenere l’italianità ed assimilare,<br />
con rispetto, la cultura di questo bel<br />
Brasile, che accoglie tutti gli stranieiri<br />
a braccia aperte, è il lavoro giornaliero<br />
che impegna tutti noi.<br />
L’appoggio del Governo Italiano e<br />
Brasiliano, delle varie entità legate alla<br />
Comunità <strong>Italiana</strong> , delle famiglie,<br />
delle aziende è cio che mantiene la<br />
nostra <strong>Scuola</strong> sempre forte.<br />
GRAZIE A TUTTI!<br />
VIVA LA MONTALE!<br />
Sandra Papaiz<br />
Presidente del Comitato Gestore della<br />
<strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>
Apertura<br />
di apertura dell’anno scolastico <strong>2010</strong>-2011<br />
alla <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />
Un messaggio di augurio agli studenti, alle loro famiglie e ai docenti<br />
“Non può esserci dubbio sul fatto che le famiglie e la scuola sono impegnate nella stessa missione educativa; anche, voglio dire,<br />
nello stesso dovere di esempio morale e di severità.” (Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica <strong>Italiana</strong>)<br />
Si è svolta il 9 agosto a partire<br />
dalle 8 la cerimonia di apertura<br />
dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong><br />
nel Campo Poliesportivo della <strong>Scuola</strong><br />
<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> a San Paolo.<br />
“<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>”<br />
L’ anno del rispetto<br />
di Attilio Fania*<br />
Nel suo dire iniziale la Dott.ssa Sandra<br />
Papaiz, presidente della “nostra” scuola ha<br />
sostenuto che oggi più che mai, una delle<br />
cose importanti è il rispetto. Sono andato<br />
a curiosare nello “Zingarelli minore”: a pagina<br />
902 c’è un’intera colonna sul verbo rispettare,<br />
a dimostrazione del rilievo di questo<br />
termine, forse un pochino in disuso.<br />
Rispetto dunque non come un termine<br />
d’altri tempi o come obiettivo da<br />
raggiungere, ma comportamento quotidiano<br />
dove l’obiettivo è la preparazione<br />
dei giovani alla vita, all’avvenire.<br />
Diamoci pure del “tu”, come fatto dello<br />
stare bene insieme, dove le cattedre non<br />
sono un gradino più alto dell’aula, abbat-<br />
Presenti il Presidente del Comitato<br />
Gestore Dott.ssa Sandra Papaiz, il viceconsole<br />
Dott. Marco Leone, il Dirigente<br />
Scolastico Prof. Augusto Bellon,<br />
l’addetto culturale dell’Istituto Italia-<br />
tendo falsi muri e false discipline quelle<br />
famose della “palmatoria” dando ad ognuno<br />
di noi la capacità di gestire il proprio<br />
“io” in forma consapevole, in una linea<br />
guida dove prevalgono i contenuti della<br />
costruzione e dello stare insieme.<br />
<strong>Il</strong> richiamo al rispetto è in realtà un<br />
richiamo alla volontà di capire di essere<br />
coinvolti, di non delegare. Abbiamo<br />
deciso, facendo anche qualche sacrificio,<br />
di mandare i nostri figli ad una scuola che<br />
è due volte particolare. Particolare non<br />
per il suo inquadramento legislativo o per<br />
il bilinguismo, ma per adottare metodi<br />
dell’apprendimento che forse hanno<br />
tempi più lunghi di quelli “tradizionali”<br />
ma certamente più pregiati.<br />
I vari interventi fatti alla cerimonia di<br />
apertura dell’anno scolastico hanno<br />
evidenziato, in qualche caso con la voce<br />
tremante, questi aspetti. “La mia scuola”,<br />
3<br />
no di Cultura Dott.ssa <strong>Il</strong>de Callocchia,<br />
le direttrici didattiche Dott.ssa Paola<br />
Capraro e la Prof.ssa Silvia Adrião, altre<br />
autorità di ogni ordine e grado della<br />
<strong>Scuola</strong>, genitori, docenti e alunni.<br />
termine utilizzato dal rappresentante<br />
consolare, è stata una sottolineatura del<br />
consenso che la <strong>Montale</strong> riceve anche nel<br />
confronto con il palinsesto italiano, e<br />
questo è un aspetto fortemente positivo.<br />
La scuola si è presentata all’inizio<br />
dell’anno con un abito nuovo, più colorito.<br />
Tutto ciò si è reso possibile grazie<br />
allo sforzo finanziario fatto da tutti gli<br />
interpreti, visto purtroppo il pesante taglio<br />
al bilancio prodotto al Ministero italiano<br />
competente, che si collega in forma ancora<br />
più negativa alla progressiva svalutazione<br />
dell’euro. Nonostante ciò i risultati<br />
fin qui raggiunti fanno ben sperare, sia<br />
sul piano didattico che in altri campi.<br />
Poco tempo fa durante la settimana<br />
della lingua italiana, che ogni anno<br />
ricorre, la <strong>Montale</strong> ha svolto un ruolo importante<br />
con dei lavori di ricerca e disegni.<br />
Personalmente ho partecipato
all’iniziativa dove le varie classi del liceo e le<br />
rimanenti medie ed elementare hanno<br />
presentato risultati di notevole spessore. <strong>Il</strong><br />
ruolo della lingua e cultura italiana si è<br />
espresso in forma intensiva, tanto che la<br />
stessa lingua portoghese ne ha ricevuto<br />
influssi che a tutt’oggi sono presenti.<br />
Possiamo definire questi ottimi lavori, un<br />
prezioso preambolo per le iniziative che la<br />
nostra comunità, con in testa i nostri gioielli,<br />
dovranno sostenere per il prossimo anno<br />
nella ricorrenza del centocinquantesimo<br />
anniversario della nostra Repubblica.<br />
<strong>Il</strong> rispetto dunque ci ha portato lontano,<br />
ci ha portato dentro un percorso dove gli<br />
allievi, non solo quelli di origine italiana,<br />
recuperano strada facendo, oltre alle<br />
conoscenze anche l’essere dei futuri cittadini<br />
che hanno alle spalle insieme a elementi<br />
tecnologici anche quelli umanistici, fondamentali<br />
nel mondo del sapere che non si<br />
ferma alle cose autentiche e ripetitive ma va<br />
alla loro fonte.<br />
<strong>Il</strong> rispetto alle persone, alle loro responsabilità,<br />
con la consapevolezza che ognuno<br />
di noi debba avere un ruolo che non si<br />
sovrapponga a quello degli altri.<br />
<strong>Scuola</strong> partecipata, societaria, non vuol<br />
dire assolutamente che si faccia di tutte le<br />
erbe un sol fascio. Le criticità dobbiamo<br />
usarle a partire da noi con un solo obiettivo:<br />
la formazione dei nostri figli, insieme al corpo<br />
insegnante.<br />
* Attilio Fania è responsabile del Centro<br />
Formativo della Camera Italo-Brasiliana di<br />
Commercio e Industria di San Paolo.<br />
Saluto dell’alunna Catalina Bergues, II Liceo<br />
L’ alunna rivolge un saluto a nome di tutto il corpo discente<br />
Prima di tutto vorrei ringraziare la presenza di tutti e leggervi una breve poesia di<br />
un autore cubano chiamato José Martí. La poesia s’intitola “ Coltivo una rosa<br />
bianca” e tratta dell’amicizia e ci insegna a rispettare sia gli amici che i nemici.<br />
Coltivo una rosa bianca<br />
in luglio come in gennaio,<br />
per l’amico sincero<br />
che mi dà la sua mano franca.<br />
Per chi mi v uol male e mi stanca<br />
questo cuore con cui vivo,<br />
cardi nè ortiche coltivo,<br />
coltivo una rosa bianca<br />
“Per avere un’Italia migliore – e noi possiamo aggiungere un<br />
Brasile migliore - abbiamo bisogno di una scuola migliore [...]”<br />
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica <strong>Italiana</strong>)<br />
Saluto del prof. Giacomo Cenci<br />
A nome di tutto il corpo docente<br />
dell’<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> un caloroso<br />
saluto a tutti i presenti. Mi rivolgo in<br />
particolar modo agli alunni, che rappresentano<br />
la ragione, direi di più, la<br />
passione che dà significato alla nostra<br />
presenza qui oggi. <strong>Il</strong> grande pensatore<br />
Kahlil Gibran ha scritto:<br />
Nessuno può<br />
insegnarvi nulla<br />
se non ciò che già<br />
sonnecchia<br />
nell’albeggiare della<br />
vostra conoscenza.<br />
<strong>Il</strong> maestro che<br />
cammina all’ombra<br />
del tempio<br />
tra i discepoli non elargisce<br />
la sua sapienza,<br />
ma piuttosto la sua fede<br />
e il suo amore.<br />
E se davvero è saggio,<br />
non vi invita ad entrare nella<br />
dimora del suo sapere,<br />
ma vi guida alla soglia della<br />
vostra mente.<br />
Ringraziamento<br />
4<br />
Spero che questa<br />
poesia serva come<br />
ispirazione per un<br />
anno senza conflitti.<br />
Vorrei desiderare ai<br />
miei amici, compagni<br />
e a tutti gli alunni<br />
un ottimo anno.<br />
Gli attori principali della scuola, cari alunni,<br />
siete voi. A noi insegnanti, insieme anche a<br />
tutto il personale non docente, spetta<br />
l’affascinante compito di guidarvi, di fornirvi<br />
degli strumenti, di mostrarvi delle strade da<br />
percorrere, ma sarete voi a camminare.<br />
Cogliete questa opportunità con entusiasmo,<br />
apritevi alla scoperta delle enormi risorse che<br />
ognuno di voi ha dentro di sé. Usate la scuola<br />
per diventare persone non appena istruite,<br />
ma colte, vale a dire persone che coltivano la<br />
propria umanità, persone sensibili, capaci di<br />
contemplare la bellezza di un fiore, di scoprire<br />
il significato profondo delle cose, di leggere<br />
la realtà che le circonda, di percepire la misteriosa<br />
bellezza di un incontro. <strong>Il</strong> nostro più grande<br />
desiderio, che diventa anche un augurio, è<br />
quello di aiutarvi a essere protagonisti<br />
consapevoli della vostra vita e a scoprire la<br />
vostra vocazione, ossia la strada, unica per ogni<br />
individuo, che vi farà vibrare di passione e vi<br />
permetterà, quindi, di partecipare attivamente<br />
alla costruzione di una società libera e giusta,<br />
in cui l’affermazione della dignità di ogni essere<br />
umano e l’attenzione per i suoi bisogni<br />
abbiano sempre il primo posto. Un grande in<br />
bocca al lupo a tutti noi. Grazie.<br />
<strong>Il</strong> Comitato Gestore ringrazia l'impegno, la dedizione, la tenacia e la competenza<br />
del Dott. Fabio Bordi, che dal 2006 al <strong>2010</strong> ha ricoperto la carica di direttore<br />
amministrativo e finanziario presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>,<br />
e gli augura molto successo nelle sue nuove attività.
Ecologia<br />
Sostenibilità è un termine molto<br />
di moda ultimamente. Tutti ne<br />
parlano, soprattutto le aziende,<br />
che apparentemente vogliono salvare il<br />
mondo dalle catastrofi. È proprio vero?<br />
Cos’è, in sintesi, la sostenibilità? La<br />
definizione più celebre (allora si parlava<br />
di “sviluppo sostenibile”) risale al 1987,<br />
contenuta nel “Rapporto Brundtland”:<br />
Lo Sviluppo Sostenibile è uno sviluppo<br />
che soddisfa i bisogni del presente senza<br />
compromettere la possibilità delle<br />
generazioni future di soddisfare i propri<br />
bisogni. Com’è la situazione dell’umanità<br />
in questo momento? Abbiamo da poco<br />
concluso il XX secolo, che forse un giorno<br />
sarà ricordato come il secolo degli sprechi<br />
e del consumo irrazionale di risorse. Per<br />
definire il XXI secolo è ancora un po’ presto,<br />
ma ci sono soltanto due opzioni: o<br />
sarà il secolo del buon senso, oppure sarà<br />
il secolo del collasso definitivo del<br />
pianeta. Da un punto di vista culturale<br />
siamo forse sulla buona strada: il fatto di<br />
menzionare così spesso l’importanza di<br />
preservare le risorse (foreste, acqua, energia...)<br />
è sicuramente un aspetto positivo.<br />
Ricordo che durante la mia infanzia se<br />
qualcuno affermava di impegnarsi per<br />
ridurre qualche consumo personale era<br />
quasi ridicolizzato (“poverino, non ha i<br />
soldi per comprare fogli di carta, così<br />
prende appunti sul retro di quelli già<br />
usati” oppure “va a scuola a piedi perché<br />
non vuole consumare benzina.”). Meno<br />
male che oggi questi atteggiamenti sono<br />
interpretati in modo più dignitoso, non<br />
c’è più necessità di nascondersi per fare<br />
la cosa ambientalmente corretta. Da un<br />
punto di vista pratico, tuttavia, c’è ancora<br />
moltissimo da cambiare. <strong>Il</strong> nostro<br />
modello di consumo è molto lontano da<br />
quello necessario per lasciare il pianeta<br />
utilizzabile da figli e nipoti. È stato così<br />
fin dalla Rivoluzione Industriale, che ha<br />
introdotto i consumi di massa e l’uso intensivo<br />
di energie e materie prime. La<br />
differenza è che oggi praticamente tutti<br />
sono consapevoli dell’insostenibilità di<br />
questo ritmo di consumo, ma pochi sono<br />
realmente disposti a ripensare il proprio<br />
stile di vita. Ovvero: predichiamo bene,<br />
ma razzoliamo male. Osserviamo la<br />
pubblicità commerciale, per avere un’idea.<br />
Alcune aziende si fanno pubblicità<br />
gareggiando per mostrarsi attente alle<br />
questioni ambientali e sociali (soprattutto<br />
le banche, che dicono di investire in<br />
progetti favolosi), ma parallelamente<br />
altre aziende stimolano al consumo impulsivo,<br />
facendo appello ai condizionamenti<br />
sociali e personali. Tipico è il caso<br />
delle automobili: i messaggi veicolati<br />
inducono a comprare l’auto più lussuosa,<br />
grande, potente della categoria, per<br />
potersi distaccare dal resto degli automo-<br />
di Daniele Filippetto *<br />
bilisti. Se vent’anni fa spostarsi a piedi o<br />
in bicicletta era considerata cosa da poveri,<br />
quanti anni dovremo ancora attendere<br />
prima che la società discrimini chi circola<br />
con un’auto troppo grande e troppo<br />
vorace di carburante?<br />
É sicuramente giusto pretendere e<br />
aspettarsi che le autorità politiche e le<br />
aziende si impegnino per creare leggi e<br />
strategie che possano ridurre l’impatto<br />
sull’equilibrio e sulle risorse del pianeta.<br />
É prima di tutto una questione di<br />
convenienza economica. Consideriamo,<br />
per esempio, le inondazioni che hanno<br />
colpito gravemente San Paolo tra dicembre<br />
e gennaio, oppure Rio de Janeiro in<br />
aprile. C’è un consenso abbastanza<br />
unanime sul fatto che eventi meteorologici<br />
di questa intensità siano una<br />
conseguenza dei cambiamenti climatici<br />
provocati dall’uomo. Ci dobbiamo aspettare<br />
altre gravi inondazioni, senza dubbio.<br />
Quanto costa rimediare ai danni? Per<br />
l’autorità pubblica si tratta di provvedere<br />
all’evacuazione di interi quartieri, fornire<br />
assistenza medica a persone ferite o<br />
contaminate dal contatto con l’acqua<br />
sporca; per i privati cittadini si tratta di<br />
case devastate, automobili distrutte,<br />
giornate di lavoro perse, o, peggio, lutti<br />
familiari. E le disgrazie non succedono<br />
solo nei quartieri più poveri, perché in<br />
quelle circostanze hanno sofferto anche<br />
zone ricche della città: molti semplicemente<br />
stavano circolando in macchina<br />
e all’improvviso si sono ritrovati immersi<br />
nell’acqua. La prossima volta potrebbe<br />
capitare anche a voi. Quindi, pensare a<br />
soluzioni di mitigazione e prevenzione<br />
può fare molto bene alle tasche e agli<br />
interessi di tutti. Le aziende che non<br />
sapranno rinnovarsi e proporsi come<br />
“sostenibili” saranno condannate a<br />
soccombere, perché la società sarà sempre<br />
più esigente su questo aspetto. Non<br />
saranno più tollerate imprese che inquinano,<br />
distruggono foreste o devastano<br />
le comunità in cui sono installate. Tuttavia<br />
è ugualmente fondamentale che ciascuno<br />
5<br />
Marginal<br />
Tietê, 21<br />
gennaio <strong>2010</strong>.<br />
Conviene<br />
pensarci.<br />
di noi faccia la sua parte. Qual è il nostro<br />
impatto personale nel pianeta? Esistono<br />
alcune metodologie che permettono di<br />
esprimere l’impatto ambientale in termini<br />
di superficie terrestre “consumata” per<br />
sostenere un determinato standard di<br />
vita. È la cosiddetta “impronta ecologica”.<br />
Quanti ettari ci servono per produrre la<br />
nostra alimentazione? Quanti ettari di<br />
foresta sarebbero necessari per assorbire<br />
le nostre emissioni di carbonio? O per<br />
costruire i nostri mobili, la nostra casa? E<br />
via dicendo. In internet si trovano vari siti<br />
che permettono di calcolare la nostra<br />
impronta ecologica. Per esempio, quello<br />
del WWF: www.pegadaecologica.org.br.<br />
La conclusione a cui perviene il test è che<br />
“se tutti gli abitanti del pianeta adottassero<br />
questo stesso regime di consumo,<br />
sarebbero necessari...” due o tre o quattro<br />
pianeti Terra per sostenerlo. Quindi, al<br />
lavoro! Ripensiamo le nostre abitudini, e,<br />
soprattutto, chiediamoci se i nostri consumi<br />
sono realmente richiesti dallo stile di<br />
vita che vogliamo. Vorrei fare una<br />
distinzione tra “stile” e “standard” di vita.<br />
Lo standard si riferisce a quello che<br />
abbiamo o usiamo per vivere; lo stile<br />
descrive il modo in cui gestiamo la nostra<br />
vita. È una distinzione analoga ai concetti<br />
di “avere” ed “essere”. Posso avere molti<br />
soldi e usarli male. Posso avere solo il<br />
necessario per vivere, ma usare la creatività<br />
per divertirmi ed essere molto felice. Posso<br />
aggiustare un oggetto danneggiato invece<br />
di comprarne uno nuovo. Posso comprare<br />
tutto quello che mi viene in mente, oppure<br />
posso valorizzare quello che ho già.<br />
Dipende da me.<br />
* Daniele Filippetto si è<br />
laureato in Ingegneria<br />
Meccanica presso l’Università<br />
degli Studi di Padova,<br />
è Dottore Magistrale<br />
in Ingegneria Meccanica<br />
Orientamento<br />
Impianti Energetici.
Seminário<br />
"Direitos Humanos<br />
nas Empresas"<br />
ABM&FBOVESPA e o Instituto Norberto<br />
Bobbio realizaram no dia 18<br />
de outubro de <strong>2010</strong> o seminário<br />
Direitos Humanos nas Empresas, das 14h<br />
às 18h, no auditório da Bolsa, no centro<br />
de São Paulo. Na ocasião, foi apresentada<br />
uma pesquisa que mostra como está<br />
o respeito aos direitos humanos nas empresas<br />
no Brasil.<br />
Foram entrevistados<br />
funcionários com<br />
carteira assinada de<br />
empresas de serviços<br />
financeiros, serviços<br />
não financeiros, comércio<br />
e indústria. A<br />
pesquisa entrevistou<br />
800 funcionários de<br />
empresas com mais de<br />
50 funcionários, no<br />
Rio de Janeiro e em<br />
São Paulo, entre junho<br />
e julho de <strong>2010</strong>.<br />
Boa parte das empresas adota um estilo rígido<br />
de gestão em que o funcionário não<br />
participa, os critérios de promoção não são<br />
evidentes e chegam a ocorrer situações de<br />
desrespeito e maus-tratos. De fato, uma elevada<br />
proporção de 43% dos entrevistados<br />
declarou que, nas empresas onde trabalham,<br />
ocorreram situações moderadas ou<br />
graves de violação dos direitos humanos<br />
no último ano.<br />
Um em cada três entrevistados declara<br />
ter experimentado algum tipo de violação<br />
grave nos últimos dez anos. Em 9% das<br />
empresas as violações graves correspondem<br />
da esq. Mauro Marsili (Cônsul Geral da<br />
Itália), Raymundo Magliano Filho<br />
(Diretor do Instituto Norberto Bobbio)<br />
a declarações explícitas<br />
de preconceito,<br />
agressões verbais e/ou<br />
físicas, roubo e assédio sexual. Já 11% dos<br />
entrevistados têm notícias de discriminação<br />
contra negros, mulheres, homossexuais ou<br />
idosos na organização em que trabalham e<br />
7% declaram já terem sido vítimas diretas<br />
de preconceito.<br />
Persiste um ambiente<br />
de desconforto<br />
e mal-estar<br />
nos locais de trabalho<br />
do Rio de<br />
Janeiro e São Paulo:<br />
38% dos entrevistados<br />
afirmam<br />
que as opiniões<br />
dos funcionários<br />
não são levadas<br />
em conta; 30% entendem<br />
que alguns<br />
chefes tratam<br />
os funcionários de maneira desrespeitosa;<br />
e 21% declaram que alguns funcionários<br />
chegam a ser maltratados.<br />
Os que mais observam a presença de<br />
tratamento desigual ou discriminatório<br />
são mulheres, negros e pessoas<br />
com renda inferior a R$ 3.000,00.<br />
De modo geral, o setor pior avaliado é o<br />
de serviços não financeiros (educação, saúde,<br />
telemarketing etc.), seguido do comércio<br />
e dos bancos (serviços financeiros). Já a<br />
indústria é o segmento melhor avaliado.*<br />
O evento foi aberto pelo diretor presidente<br />
da Bolsa, Edemir Pinto. Na sequência,<br />
Opinião dos alunos sobre o Seminário<br />
Quero destacar um<br />
ponto importante da<br />
pesquisa: mulheres, negros<br />
e pessoas que com renda<br />
inferior a R$ 3.000,00<br />
recebem um tratamento<br />
desigual e discriminatório nas<br />
empresas. É preciso proteger<br />
os direitos humanos."<br />
Maryá Francesconi (III Liceo)<br />
Valeu a pena. Foi muito<br />
interessante. Nosso querido<br />
e sempre participante prof. Dastoli fez<br />
três perguntas extremamente geniais."<br />
Fabio Piatti e Sabrina Mela (IV Liceo)<br />
6<br />
Durante o debate<br />
falou-se também<br />
sobre a existência<br />
de vários 'Brasis' e<br />
sobre a necessidade<br />
de melhorar a<br />
educação no país."<br />
Giuseppe Campana<br />
e Marta D'Aprile<br />
(IV Liceo)<br />
o presidente do Instituto Norberto Bobbio,<br />
Raymundo Magliano Filho, fez uma apresentação<br />
sobre o trabalho da entidade.<br />
Houve também palestras ministradas<br />
pelo jornalista Gilberto Dimenstein, pelo<br />
professor José Pas-<br />
Edemir Pinto<br />
tore e pelo diretor<br />
de recursos humanos<br />
da Natura, Marcelo<br />
Madaraz, relacionando<br />
os direitos<br />
humanos nas empresas<br />
ao ambiente<br />
de trabalho, à sociedade<br />
e à gestão de<br />
Raymundo Magliano pessoas.<br />
Os alunos do III e<br />
do IV Liceo da Escola<br />
<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong> assistiram ao<br />
evento acompanhados<br />
pelos professores<br />
Carlo Alberto Dastoli<br />
e Helenice Schiavon.<br />
A Redação de <strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong><br />
agradece a colaboração<br />
de Bárbara Mayumi Pereira, BM&FBOVESPA S.A.<br />
- Bolsa de Valores, Mercadorias e Futuros – Diretoria<br />
de Comunicação<br />
* Dados extraídos da Pesquisa Direitos Humanos<br />
nas Empresas - Resultados da Etapa Quantitativa<br />
- Instituto Norberto Bobbio.<br />
Anche se troppo generica la<br />
ricerca svolta dall'Istituto<br />
Norberto Bobbio sui Diritti<br />
Umani nelle Imprese è stata molto<br />
importante, perché abbiamo<br />
imparato che molte aziende non<br />
contrattano lavoratori neri. Questo<br />
atteggiamento è assurdo. C'è<br />
ancora razzismo nel XXI secolo!!!<br />
Gianpaolo Papaiz (III Liceo)<br />
A segunda parte do Seminário foi mais legal<br />
que a primeira." Ricardo Valente (IV Liceo)<br />
O evento foi um sucesso."<br />
Matheus Nicolich (III Liceo)
Abbiamo assistito ad una<br />
conferenza che aveva come<br />
obiettivo discutere la tutela dei<br />
diritti umani all'interno delle<br />
imprese. Inoltre ci è stata fatta una<br />
presentazione contenente molti<br />
dati che rispecchiavano le opinioni<br />
dei lavoratori in un campione di<br />
imprese situate negli stati di San<br />
Paolo e Rio de Janeiro. [...] Tra le<br />
violazioni dei diritti umani riportati<br />
nei vari grafici della presentazione<br />
c'era la "discriminazione razziale,<br />
religiosa e sessuale." Ma considerare<br />
solo un piccolo campione non è<br />
forse attuare una sorta di discriminazione<br />
nei confronti del resto del Brasile?<br />
Ho trovato questa parte del dibattito<br />
inconcludente anche se utile come<br />
informazione. Nella seconda parte del<br />
dibattito abbiamo<br />
assistito ad un'altra<br />
presentazione che<br />
mostrava l'interesse<br />
delle famiglie per<br />
l'educazione dei figli.<br />
Credo che l'educazione<br />
sia un potente mezzo<br />
per rivendicare i propri<br />
diritti, perché altrimenti<br />
come potrei rivendicare i<br />
miei diritti se no so quali diritti ho? Ma una<br />
persona deve rivendicare i propri diritti<br />
perché essi le vengano dati? Poi siamo<br />
passati ad una discussione sull'origine delle<br />
disuguaglianze. Hanno affermato che le<br />
disuguaglianze sorgevano addirittura dalla<br />
legge." Giuliano Ziron (III Liceo)<br />
Nella seconda parte del<br />
Seminario, il giornalista<br />
Gilberto Dimenstein, ci ha<br />
informati, sempre in tono ironico<br />
e giocoso, che cosa potremmo<br />
fare per risolvere<br />
o migliorare i<br />
problemi dei<br />
diritti umani<br />
nella nostra<br />
società.<br />
L'educazione e<br />
l'insegnamento<br />
sono la<br />
principale<br />
soluzione a<br />
questi problemi , ed un azienda<br />
senza risorse umane non andrà<br />
avanti. È stata una esperienza<br />
fantastica perché mi ha fatto<br />
capire la vera importanza dei<br />
diritto umani nella società."<br />
<strong>Il</strong>aria Caputo (III Liceo)<br />
A pesquisa mostrou também como a população ignora os seus direitos."<br />
João Pedro Garcia (III Liceo)<br />
È stata una esperienza decisamente<br />
positiva. Bruno Dessi (III Liceo)<br />
Ad un certo punto della presentazione il<br />
sig. Haroldo Torres ha detto che le persone<br />
di colore erano ormai incluse nella società. Io<br />
mi sono guardato bene intorno per vedere se<br />
ci fossero delle persone di colore in aula e ne<br />
ho vista soltanto una. Ma le persone di colore<br />
sono veramente incluse nella società?!"<br />
Thiago Graziano (III Liceo)<br />
7<br />
<strong>Il</strong> 18 ottobre <strong>2010</strong>,<br />
noi della terza e<br />
la quarta liceo siamo andati alla<br />
"Bolsa de Valores". Eravamo stati<br />
invitati, assieme alla <strong>Scuola</strong> Dante<br />
Alighieri, a partecipare ad un<br />
seminario tenuto dall'Istituto<br />
Norberto Bobbio. Le presentazioni<br />
che mi hanno colpito di più, oltre ai<br />
dati forniti dal sig. Haroldo Torres,<br />
sono state quelle di José Pastore e di<br />
Gilberto Dimenstein. José Pastore mi<br />
è sembrato molto simpatico ed<br />
intelligente. Lui ha sostenuto che<br />
molte delle ineguaglianze e delle<br />
violazioni dei diritti civili sono create dalla<br />
stessa legge, ad esempio, "la pensione di un<br />
funzionario pubblico è dieci volte quella di<br />
un dipendente del settore privato". Questo<br />
fatto ci fa vedere che si deve attuare un<br />
cambiamento prima nella mentalità delle<br />
persone e poi sul piano legale.Abbiamo<br />
assistito la presentazione del giornalista<br />
della Folha de São Paulo, Gilberto<br />
Dimenstein sul tema dell'educazione.<br />
<strong>Il</strong> giornalista ci ha riportato alcuni dati in<br />
cui si vede che i genitori del ceto medio e<br />
basso hanno come obiettivo principale<br />
l'educazione. Infatti, su 5,5 milioni di<br />
studenti immatricolati nelle scuole private,<br />
3,7 milioni appartengono al ceto medio e<br />
basso. Questo vuol dire che i genitori<br />
risparmiano per mettere i loro figli in una<br />
scuola migliore. Infatti il sogno dei giovani<br />
del ceto medio è avere una carriera per<br />
ottenere suceso economico. Dimenstein<br />
ha sostenuto che la domanda di<br />
‘capitale umano’ è in aumento sia<br />
quantitativamente che qualificativamente,<br />
e che in futuro la qualificazione del capitale<br />
umano sarà molto elevata. In futuro ci sará<br />
una popolazione più consapevole dei suoi<br />
diritti. Siamo ormai nell'era degli educatori.<br />
Si può notare come l'educazione è<br />
collegata ai diritti umani, civili e<br />
socioeconomici." Paola Coccioli (III Liceo)<br />
A bolsa dos pobres<br />
A bolsa dos pobres não é de valor.<br />
Ninguém aplica na bolsa de valores<br />
dos pobres.<br />
Dos pobres embolsam a alma.<br />
Os pobres não entendem os valores<br />
da bolsa.<br />
Na bolsa dos pobres há sangue e suor.<br />
O suor e o sangue enfeitam as bolsas<br />
de valores dos pobres.<br />
A opressão cabe na bolsa.<br />
A injustiça cabe na bolsa.<br />
A exclusão cabe na bolsa.<br />
Os demônios todos habitam as bolsas<br />
de valores dos pobres.<br />
Pobres bolsas.<br />
Pobres pobres.<br />
Aluisius Saturninus Domenicus
Storia<br />
<strong>Il</strong> Giorno della Memoria alla <strong>Montale</strong><br />
<strong>Il</strong> Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la<br />
legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in<br />
tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27<br />
gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del<br />
nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di<br />
coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.<br />
<strong>Il</strong> testo dell’articolo 1 della legge così definisce le finalità<br />
del Giorno della Memoria<br />
“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,<br />
L’8 febbraio <strong>2010</strong>, con qualche<br />
giorno di ritardo rispetto alla<br />
data ufficiale delle celebrazioni<br />
del Giorno della Memoria, la <strong>Scuola</strong><br />
<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> ha invitato<br />
il rabbino Alexandre Leone, studioso<br />
del pensiero ebraico medievale e<br />
moderno, a tenere una conferenza<br />
sull’Olocausto per gli alunni del<br />
Liceo e della classe III Secondaria di I<br />
Grado. Presenti anche la Dott.ssa<br />
Sandra Papaiz, presidente del<br />
Comitato Gestore, e le altre autorità<br />
scolastiche.<br />
Alla apertura della cerimonia il<br />
prof. Carlo Alberto Dastoli ha<br />
ricordato che da quest’anno la città<br />
di San Paolo ha istituito il giorno 27<br />
gennaio come giornata della<br />
memoria in omaggio alle vittime<br />
dell’Olocausto. <strong>Il</strong> disegno di legge n.<br />
129/2009 che istituisce questa<br />
giornata è stato presentato dal<br />
consigliere comunale (vereador) on.<br />
Floriano Pesaro (1968), politologo e<br />
autore di molti articoli e libri. La<br />
famiglia Pesaro è stata costretta a<br />
lasciare l’Italia a causa della<br />
proclamazione delle Leggi Razziali.<br />
I nonni ebrei di Pesaro (Humberto<br />
Pesaro e Gabriela Cohen Pesaro)<br />
sono sbarcati in Brasile nel 1939 col<br />
suo padre Giorgio, che all’epoca<br />
aveva solo tre anni.<br />
Prima di dare la parola al<br />
rabbino il pubblico ha visionato<br />
un documentario intitolato<br />
“Verninchtung-Baby” sulla Shoah.<br />
Dopo il filmato il rabbino ha tenuto<br />
una lezione molto interessante sulle<br />
tre interpretazioni che il mondo<br />
ebraico ha elaborato per<br />
comprendere l’Olocausto:<br />
l’approccio fondamentalista,<br />
l’approccio nazional-sionista e<br />
quello etico-filosofico.<br />
Riportiamo qui di<br />
seguito le riflessioni<br />
dei nostri allievi<br />
sulla giornata<br />
<strong>Il</strong> rabbino Alexandre Leone, su invito<br />
del prof. Carlo Alberto Dastoli, ha<br />
tenuto una conferenza sullo sterminio degli<br />
ebrei (in realtà anche dei neri, degli omosessuali,<br />
zingari...) da parte dei nazisti durante<br />
la Seconda guerra mondiale. Prima<br />
della conferenza noi abbiamo visionato un<br />
documentario intitolato Vernichtung Baby,<br />
che riportava alcune testimonianze di<br />
ebrei italiani vissuti all’epoca del regime<br />
fascista, spezzoni di filmati di Charles Chaplin,<br />
immagini di pubblicità contro i neri. <strong>Il</strong><br />
rabbino Leone ha presentato e commentato<br />
le tre risposte che il mondo ebraico ha<br />
elaborato per comprendere l’Olocausto.<br />
Leone preferisce usare l’espressione ebraica<br />
Shoah (sterminio/annientamento) anzichè<br />
Olocausto perché quest’ultima fa riferimento<br />
all’idea di sacrificio. <strong>Il</strong> rabbino ha<br />
commentato le tre risposte che il mondo<br />
ebraico ha dato sullo sterminio degli ebrei<br />
8<br />
data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno<br />
della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del<br />
popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana<br />
dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione,<br />
la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in<br />
campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di<br />
sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre<br />
vite e protetto i perseguitati. ”<br />
(fonte Wikipedia)<br />
ad opera dei nazisti. La prima risposta è di<br />
tipo nazionalistico e sostiene che la Shoah è<br />
avvenuta perché gli ebrei non avevano uno<br />
Stato. La seconda è tipo fondamentalistico<br />
e cioè lo sterminio sarebbe stato una sorta<br />
di punizione divina dovuta all’occidentalizzazione<br />
degli ebrei. La terza risposta è di<br />
stampo umanistico e analizza la guerra dal<br />
punto di vista antropologico e sociale e fa<br />
riferimento alla colpevolezza dell’intera<br />
umanità mettendo a salvo la divinità. Le<br />
prime due risposte sono state scartate dal<br />
rabbino perché escludevano tutti i morti in<br />
guerra che non fossero ebrei, come se essi<br />
fossero meno importanti. Last but not least<br />
alla domanda “dov’era Dio nella guerra” il<br />
rabbino ha presentato due risposte: la prima<br />
è del filosofo tedesco Hans Jonas (1903-<br />
1993) che sostiene la tesi dell’impotenza e<br />
del silenzio di Dio ad Auschwitz. La seconda<br />
è quella del filosofo e rabbino polacco Abraham<br />
J. Heschel (1907-1972), che alla domanda<br />
“dov’era DIO nell’Olocausto e come ha<br />
permesso che tutto ciò accadesse” risponde<br />
con un’altra domanda “dov’era l’UMANITÀ<br />
nell’Olocausto, e come NOI abbiamo permesso<br />
che tutto questo accadesse?”<br />
Tito Oliveira Jungmann
<strong>Il</strong> rabbino ha fatto un discorso molto<br />
interessante sull’indifferenza delle<br />
persone durante l’Olocausto. Questa<br />
indifferenza purtroppo esiste fino ad<br />
oggi. In Europa, e in Italia in particolare,<br />
il pregiudizio contro i cosiddetti extracomunitari<br />
è lampante.”<br />
Bruno Dessi<br />
<strong>Il</strong> rabbino Leone ci ha spiegato che il<br />
genocidio degli ebrei viene ricordato<br />
perché la barbarie è avvenuta<br />
proprio nel cuore della cività europea. Alla<br />
fine della sua conferenza abbiamo rivolto<br />
alcune domande al rabbino e dalle sue<br />
risposte mi sono accorto che si tratta di un<br />
rabbino liberale, che ha molto rispetto per<br />
le opinioni degli altri.”<br />
Giuseppe Campana<br />
<strong>Il</strong> rabbino Leone ritiene che sia importante<br />
ricordare tutti gli altri<br />
stermini della storia dell’umanità e non<br />
solo soffermarsi su quello ebraico.”<br />
Nicholas A. Galvez<br />
È importante uscire dai libri di storia<br />
e parlare direttamente con un<br />
rabbino che sa veramente quello che dice.<br />
Interessante le teorie che provano a<br />
spiegare il perché dell’Olocausto. <strong>Il</strong><br />
rabbino ci ha ricordato che tutti i genocidi<br />
hanno peso uguale e nessuno di essi<br />
va dimenticato.”<br />
Riccardo Valente<br />
Trovo assurda la tesi fondamentalista<br />
che sostiene che il genocidio<br />
è stato voluto da Dio. Lo scopo del<br />
giorno della memoria è quello di farci<br />
riflettere, pensare e ragionare su quanto<br />
è accaduto affinchè non possa mai<br />
più ripetersi nel futuro.”<br />
Gianpaolo Papaiz<br />
Tutto mi riporta al campo. Qualunque<br />
cosa faccia, qualunque cosa<br />
veda, il mio spirito torna sempre nello<br />
stesso posto... Non si esce mai, per davvero,<br />
dal crematorio”. Queste sono le parole<br />
di un sopravvisuto, Sholmo Veneza,<br />
che ha scritto un libro che la narra la sua<br />
storia nel Sonderkommando di Auschwitz,<br />
un corpo speciale che aveva il compito di<br />
cremare le persone uccise. Questo corpo<br />
speciale, come ha detto Primo Levi, è stato<br />
il delitto più demoniaco della storia, perché<br />
si è voluto rendere colpevoli le vittime,<br />
che oltre ad essere torturate psicologicamente<br />
a fare una cosa così terribile, erano<br />
uccise perché erano testimoni. Nonostante<br />
le varie testimonianze dei sopravvissuti,<br />
non riesco proprio ad immaginare tutto<br />
l’orrore; sentire parlare di uomini considerati<br />
dei ‘pezzi’, privati della propria libertà,<br />
dignità, rispetto e felicità mi dà<br />
tristezza e rabbia perché mi fa ricordare<br />
come i nazisti si consideravano superiori<br />
e uccidevano milioni di persone, non<br />
solo ebrei, ma anche altri esseri umani<br />
che potevano dare fastidio al regime.”<br />
Fabio Piatti<br />
L’idea di un dio ‘Babbo Natale’<br />
deve finire, perché anche se Lui ci<br />
ha creato, siamo noi i responsabili delle<br />
nostre azioni.”<br />
André Falanghe<br />
È stato un genocidio industriale. <strong>Il</strong><br />
genocidio degli ebrei non è stato<br />
l’unico, anche la bomba atomica fa parte<br />
di questo modo industriale di uccidere.<br />
Quello che è successo nella Germania nazista,<br />
nell’Italia fascista e negli altri genocidi,<br />
è perché le persone sono rimaste<br />
indifferenti e hanno appoggiato l’autoritarismo<br />
dello stato.”<br />
Marta D’Aprile<br />
Alla domanda del prof. Giacomo Cenci<br />
che ha citato l’opera di Elie Wiesel,<br />
La Notte, in cui Dio appare del tutto impotente,<br />
viene impiccato e muore assieme ad<br />
un ragazzino nel campo di sterminio, il<br />
rabbino Leone ha affermato che la concezione<br />
di un Dio come Essere Assoluto<br />
non può soppravvivere dopo Auschwitz.<br />
Dobbiamo cercare un Dio-umano, che<br />
abbia a che vedere con la realtà, col fulcro<br />
della realtà: forse lì lo incontreremo e ci incontreremo<br />
come esseri davvero umani.”<br />
Yuri Loyola<br />
La riflessione del rabbino ci ha<br />
aperti nuovi orizzonti e nuovi punti<br />
di vista sulla Shoah, proponendoci una<br />
visione teologica e non storica capace di<br />
9<br />
il rabbino<br />
Alexandre Leone<br />
farci intendere meglio le atrocità commesse<br />
dai nazisti.”<br />
Carlo Mazzaferro<br />
O rabino falou sobre a intolerância<br />
e a indiferença do ser humano.”<br />
Nicole De Angelis Paisani<br />
Secondo me, è stato un bel dibattito.<br />
Mi è piaciuto molto, perché ho imparato<br />
tante cose sul pensiero ebraico.”<br />
Fabrizio Fancio e Luigi Innocente<br />
Molti genocidi furono erroneamente<br />
dimenticati, cancellati dalla nostra<br />
storia. Milioni e milioni di morte scordati,<br />
come se quel popolo in questione non fosse<br />
mai esistito. L’assurdità di questo fatto<br />
mi stupisce, la rapidità con cui la società<br />
finisce per dare un’importanza quasi minima<br />
al valore di vite umane. Sinceramente,<br />
ho paura che entro qualche decina di<br />
anni, la Shoah venga dimenticata. Evitare<br />
che questo accada è imprescindibile; oltre<br />
a onorare tutte le vittime, possiamo evitare<br />
che tali tragedie si ripetano (perchè non è<br />
detto che non possa succedere nuovamente<br />
una strage del genere solo per il<br />
semplice fatto che ai giorni di oggi venga<br />
altamente condannata). Si impara dalla<br />
storia, e quanto più presto, meglio. Ed è<br />
difficile trovare un modo migliore per farlo<br />
che il Giorno della Memoria.<br />
Sabrina Mela<br />
<strong>Il</strong> giorno della memoria è stato un<br />
momento di riflessione. Abbiamo<br />
riflettuto sul perché e sul senso di uma<br />
delle maggiori atrocità mai compiute<br />
dall’umanità.”<br />
Giuliano Yara Ziron<br />
Dez milhões de pessoas foram brutalmente assassinadas nos campos de<br />
extermínio nazista durante a Segunda Guerra Mundial (1939-1945):<br />
seis milhões de judeus, quatro milhões de opositores políticos, dez mil<br />
homossexuais, dez mil Testemunhas de Jeová, quinhentos mil ciganos.<br />
De um total de 8.590 judeus italianos deportados para os campos de<br />
extermínio, apenas 1.000 se salvaram. O que esses números significam<br />
para nós, hoje? Por que, a despeito das “lições da história”, a intolerância<br />
corre solta pelo mundo continuando a semear novas vítimas?
Política<br />
Eleições <strong>2010</strong><br />
FAZENDO HISTÓRIA<br />
Por Yuri l Loyola – IV Liceo<br />
No Auditório da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong>, no dia 28 de setembro,<br />
o IV Liceo teve o prazer<br />
de protagonizar um evento diferente: a<br />
simulação de um debate político dos candidatos<br />
à presidência do Brasil para <strong>2010</strong>.<br />
Tudo começou com a análise de um convite<br />
proposto pelo Comitê do SiEM - Simulação<br />
para o Ensino Médio (http://www.<br />
siem.org.br/sobre.html), que propõe um<br />
evento em que alunos de diversas escolas<br />
simulam personagens historicamente relevantes.<br />
A proposta consiste também em<br />
ampliar a atividade de modo que os alunos<br />
tomem decisões para além do rumo<br />
“oficial” da história.<br />
Inspirados nesta ideia de simulação, o<br />
IV Liceo resolveu organizar um evento semelhante,<br />
para depois ser apresentado aos<br />
outros alunos do <strong>Montale</strong>. Como o clima<br />
era de primeiro turno decidiu-se por simular<br />
um debate entre os candidatos à presidência.<br />
A sala foi dividida de modo que<br />
cada grupo representasse um candidato;<br />
responsabilizando-se pela pesquisa de sua<br />
plataforma, biografia e propostas.<br />
Seguindo o modelo proposto pela mídia<br />
televisiva, a classe organizou o debate elaborando<br />
as perguntas e também solicitan-<br />
Elezioni Presidenziali <strong>2010</strong> - Dibattito alla <strong>Montale</strong><br />
di Giuseppe Campana, IV Liceo<br />
All’inizio dell’anno scolastico <strong>2010</strong>-<br />
2011 la nostra prof.ssa di storia e<br />
geografia del Brasile ci ha fatto<br />
conoscere una associazione chiamata SIEM,<br />
che ha lo scopo di insegnare la storia in<br />
modo ludico attraverso la ricostruzione degli<br />
eventi e dei personaggi storici. Temi,<br />
argomenti e testi vengono forniti agli alunni<br />
delle diverse scuole che partecipano a<br />
questo tipo di dibattito. Prendendo spunto<br />
da questa idea, noi, alunni della IV liceo,<br />
abbiamo pensato di riprodurre questo<br />
modello anche qui alla <strong>Montale</strong>. Così<br />
abbiamo deciso di organizzare un dibattito<br />
sul tema delle elezioni presidenziali rivolto<br />
alle altre classi del Liceo e alla III Media.<br />
Mancavano ormai tre settimane al primo<br />
turno delle elezioni presidenziali in<br />
Brasile. Con l’aiuto dei professori Helina<br />
Fernanda e Carlo Alberto Dastoli, abbiamo<br />
do a participação dos professores.<br />
Chegou o dia do debate: na plateia, vários<br />
professores e os alunos da III Media, I ,<br />
II e III Liceo. À frente, os alunos do IV Liceo,<br />
sentados na disposição usual dos debates<br />
da televisão. Começa a atividade: primeiro<br />
cada um expõe rapidamente seu percurso<br />
de vida, seu partido, suas propostas gerais.<br />
Depois, na segunda parte, sucederam-se<br />
duas rodadas de perguntas de candidato<br />
para candidato – e aqui já começaram os<br />
atritos ideológicos. Após isso, na terceira<br />
parte, as perguntas elaboradas pelos professores<br />
para cada um dos alunos foram<br />
comentadas por algum outro candidato escolhido<br />
também por eles. Após as considerações<br />
finais individuais, abriram-se as perguntas<br />
para a plateia. Foi quando o debate<br />
ficou muito mais dinâmico – os personagens<br />
realmente não esperavam tantas perguntas<br />
dos alunos...<br />
No final, foi organizada uma votação<br />
fictícia e todos os alunos que assistiram ao<br />
debate puderam votar. Até segundo turno<br />
ocorreu, entre Serra e Plínio, com a<br />
vitória do candidato do PSOL (por dois<br />
votos a mais)!<br />
Este minucioso trabalho de pesquisa sobre<br />
as propostas dos candidatos possibilitou<br />
que os alunos do IV Liceo se preparassem<br />
bastante. Talvez até não esperassem<br />
que o debate fosse tão interessante, e a<br />
atividade tão gratificante. O certo, entre-<br />
studiato i programmi politici dei principali<br />
candidati e ci siamo preparati al dibattito.<br />
L’evento è stato realizzato il 28 settembre<br />
dalle 8 alle 10:30 con la partecipazione non<br />
solo degli alunni ma anche di alcuni genitori.<br />
I “candidati” Marina Silva (PV), Plinio<br />
de Arruda Sampaio (PSOL), Dilma Rousseff<br />
(PT) e José Serra (PSDB), rappresentati da<br />
noi, hanno fatto in un primo momento una<br />
breve presentazione della loro biografia<br />
seguita dai loro progetti politici. In un<br />
secondo momento hanno formulato e risposto<br />
a delle domande che avevamo preparato.<br />
Nella terza parte del dibattito i professori<br />
Helina Fernanda e Carlo Dastoli hanno<br />
fatto due domande per ogni candidato<br />
(vedi “questões para o debate”). Prima di<br />
concludere l’evento il pubblico ha potuto<br />
porre delle questioni ai “candidati”. Questo<br />
secondo me, è stato un dei momenti più<br />
belli dell’evento, perché ha destato in noi<br />
una sorta di ispirazione politica che ci ha<br />
10<br />
tanto, é que sentiram-se<br />
ainda<br />
mais estimulados<br />
pelas questões<br />
relevantes e controversas<br />
da história<br />
nacional.<br />
Certamente,<br />
após esta valiosa<br />
atividade ficou a<br />
consciência de<br />
que é possível<br />
criar espaço para<br />
novas experiências<br />
na escola. É importante fomentar esse<br />
tipo de oportunidade dentro da instituição<br />
escolar: além do aprendizado, são experiências<br />
e reflexões que serão levadas e<br />
lembradas para o resto da vida e que podem<br />
representar um diferencial no futuro.<br />
Agora só resta estimular as outras classes<br />
a também realizarem alguma atividade<br />
desse tipo, pois, com certeza, vão aproveitar<br />
bastante. E espero que convidem todos<br />
a participar!<br />
permesso di dare delle risposte veramente<br />
come se fossimo i “candidati” alla presidenza<br />
della Repubblica. Al termine dell’attività<br />
ci sono state le considerazioni finali<br />
di ogni “candidato” e una votazione segreta,<br />
la quale è stata vinta dal “candidato”<br />
Plinio Arruda Sampaio del PSOL.<br />
Questo evento è stato molto divertente<br />
e si è rivelato un nuovo modo per imparare<br />
giocando, per trasmettere a tutti la<br />
nozione di quello che sta accadendo in<br />
Brasile, per chiarire i progetti politici dei 4<br />
(quattro) “candidati” presenti. Inoltre, ci<br />
tengo a sottolineare che il fatto che noi,<br />
giovani, siamo fondamentali per il futuro<br />
del Paese. Con il voto possiamo cambiare<br />
molte cose. Secondo me, vale la pena di<br />
imparare giocando. Noi, ragazzi della IV<br />
liceo, vorremmo realizzare un altro evento<br />
come questo, anche perché sarebbe una<br />
ulteriore opportunità di imparare e di<br />
insegnare in un modo divertente.
Opinião dos alunos<br />
sobre o debate<br />
Abbiamo assistito ad un dibattito<br />
tra gli alunni del quarto anno. Loro<br />
hanno simulato un dibattito politico tra i<br />
candidati alla presidenza del Brasile nel<br />
<strong>2010</strong>. È stato piacevole ed interessante<br />
perché gli alunni erano molto preparati<br />
non solo dal punto di vista delle informazioni<br />
ma hanno persino incorporato i<br />
personaggi in questione. Vedo in queste<br />
manifestazioni importanti e uniche opportunità<br />
per applicare i concetti studiati<br />
e per creare un tipo di coscienza civile e<br />
critica.” Giuliano Yara Ziron ( III Liceo)<br />
Secondo me, il dibattito ha aiutato<br />
gli alunni della scuola a conoscere<br />
meglio i candidati alla presidenza. È stato<br />
fatto così bene che sembrava un vero e<br />
proprio dibattito.” Gianpaolo Papaiz (III<br />
Liceo)<br />
È stato un momento molto divertente<br />
e ci ha aiutato a capire meglio<br />
le idee che verranno messe in atto dopo<br />
le elezioni. Tutti gli alunni si sono divertiti<br />
e hanno partecipato volentieri” <strong>Il</strong>aria<br />
Caputo (III Liceo)<br />
Oggi nella mia scuola c`è stato un<br />
dibattito come quelli fatti in tivù.<br />
Gli alunni della IV Liceo hanno rappresentato<br />
i quattro principali candidati alle<br />
elezioni presidenziali brasiliane; si sono<br />
suddivisi in quattro gruppi di tre alunni.<br />
Durante la presentazione, c`era uno che<br />
rappresentava il candidato mentre gli altri<br />
erano gli assessori. Questa è stata una<br />
iniziativa degli alunni della IV, la quale è<br />
stata ben accolta dai professori (Dastoli e<br />
Helina) che hanno orientato i ragazzi. <strong>Il</strong><br />
candidato Plinio Arruda Sampaio (PSOL)<br />
è stato rappresentato dall’alunno Yuri<br />
Loyola che rispettando le regole del<br />
dibatitto e estremamente aderente al<br />
personaggio ha risposto a tutte le domande<br />
in modo chiaro e sicuro, sempre seguendo<br />
i propri ideali popolari. La candidata<br />
Marina Silva (PV) è stata rappresen-<br />
tata dall’alunno Giuseppe<br />
Campana che seguendo gli<br />
ideali della candidata ha risposto<br />
educatamente a tutte le<br />
domande, sempre difendendo<br />
i propri principi con concetti<br />
legati all’ecologia. Dilma Rousseff<br />
(PT), candidata del presidente Lula, è<br />
stata rappresentata dall’alunno André<br />
Falanghe, che ha cercato di imitare persino<br />
lo stile dei cappelli della rappresentante<br />
che intende portare avanti la politica<br />
attuale del presidente Lula. Ricardo Valente<br />
ha personificato José Serra (PSDB)<br />
ripetendo anche la battute del “tucano”<br />
che aderisce e difende sempre più il capitalismo.<br />
Al termine del dibattito il pubblico<br />
ha votato, e tre ore dopo abbiamo avuto<br />
il risultato delle votazioni: Serra è stato<br />
eletto con il 38% e Plínio con il 29 %.<br />
Abbiamo diritto al ballottaggio. <strong>Il</strong> venerdì<br />
1º ottobre abbiamo eletto Plínio cioè<br />
“Plinio, il Giovane”, più conosciuto come<br />
Yuri Loyola!!! Angela Valdesoiro (III Liceo)<br />
Acho que hoje foi um grande dia<br />
na escola, um dia bem diferente de<br />
todos. Sinceramente não acho que exista<br />
nada do que reclamar, só elogios: conseguimos<br />
provar que é possível falar de política<br />
na escola de forma livre e que desperte<br />
o interesse em todos. Eu, por exemplo,<br />
realmente não esperava muitas perguntas<br />
do público e, pelo contrário, faltou<br />
tempo para tanta pergunta. Também<br />
não houve problemas de disciplina, justamente<br />
porque todos estavam interessados.<br />
Foi um grande dia com certeza, para mim,<br />
para nossa sala e imagino que para a escola.<br />
Ainda bem que foi filmado! Não vejo a<br />
hora de reassistir. Quando estamos lá na<br />
frente nos envolvemos em um tal nível<br />
com a coisa que fica até difícil evocar à<br />
memória tudo o que aconteceu.<br />
Mas acima de tudo é interessante analisar<br />
o depois. Acho que os números da votação<br />
e alguns comentários que alguns alunos<br />
fizeram mostram algumas coisas. Primeiro<br />
que existe uma mentalidade comum,<br />
de classe média, e que esta mentalidade<br />
vem de casa e que a escola dificilmente<br />
consegue contrastar,<br />
quando não acaba por apoiála<br />
(vide o comentário de um aluno<br />
criticando o governo Lula e<br />
os assistidos pelo Bolsa Familia,<br />
que “nao trabalham”). Mas<br />
acho que isso é perfeitamente<br />
compreensível se considerarmos<br />
as circunstâncias familiares<br />
e o circulo social dos alunos.<br />
Agora, o que foi mostrado também<br />
é que o novo sempre surpreende.<br />
Acredito que para a maioria dos alunos<br />
presentes a candidatura do Plínio era desconhecida.<br />
Acredito também que a visão<br />
que eles tinham sobre o socialismo é, e só<br />
11<br />
poderia ser, aquela da mentalidade<br />
comum da classe média. Mas<br />
como eu disse, o novo surpreende,<br />
e acredito que, mesmo não<br />
tendo se convertido ao socialismo,<br />
no mínimo a maioria dos alunos<br />
achou interessante o que o<br />
Plínio tinha a dizer, ou no mínimo provocativo.<br />
Isto é que é legal e eu fico muito feliz<br />
com isso, de termos dado essa possibilidade.<br />
Se um ou dois alunos entre todos aqueles,<br />
após essa experiência, se informarem<br />
mais sobre o socialismo, o comunismo, e se<br />
dedicarem a descobrir o que eles foram e<br />
são de verdade todo o debate já terá valido<br />
a pena. Acho que também a partir de hoje<br />
quando alguém disser “PSOL” eles poderão<br />
dizer algo além de “ah, aquele partido<br />
socialista”, e terão um mínimo de conhecimento<br />
sobre quais são as propostas efetivas,<br />
mesmo que não concordem. Não acredito<br />
que a exaltação que houve do Plínio<br />
signifique que algum aluno ali seja socialista,<br />
não são, e seria tolice acreditar nisso.<br />
Talvez o principal motivo desta exaltação é<br />
que o Plínio apela para a consciência das<br />
pessoas, e é impossível não ser atingido em<br />
algum nível pelo que ele diz. Mas acredito<br />
que esta exaltação, mesmo que talvez seja<br />
somente temporária, ainda assim, é o primeiro<br />
passo para a desmistificação do socialismo.<br />
Eu lembro quando tinha 16 anos (o<br />
que não faz muito tempo), a mesma idade<br />
da maioria dos alunos ali presentes, e socialismo<br />
para mim não significava muito mais<br />
do que um sonho de utopia que a história<br />
mostrou falida. E depois de uma conversa<br />
com um pai de um amigo meu, que é comunista,<br />
e que me explicou do outro ponto<br />
de vista a história do socialismo, eu fiquei<br />
embasbacado e fui descobrir mais sobre<br />
o tal socialismo, e percebi que a visão<br />
que sempre tinham me passado era deformada,<br />
propositalmente. E aos poucos fui<br />
me informando cada vez mais, até ter o<br />
mínimo de visão crítica em relação ao modelo<br />
que a sociedade nos oferece. Não sei<br />
se isto também acontecerá com algum aluno<br />
ali, mas é uma possibilidade, que pode<br />
derivar do debate de hoje. Se isso acontecer,<br />
será fantástico e tudo terá valido a<br />
pena. Se não, ainda assim foi<br />
possível mostrar quais são as<br />
propostas deste tal socialismo,<br />
ter trazido ele à tona para uma<br />
sociedade que insiste em escondê-lo.<br />
E isto também terá valido<br />
a pena.” Yuri Loyola, IV Liceo<br />
<strong>Il</strong> dibattito sulle elezioni è<br />
stato molto interessante.<br />
Ogni ‘candidato’ ha presentato<br />
le sue idee e quelle del suo partito.”<br />
Gabriela Soares (I Liceo)<br />
<strong>Il</strong> ‘candidato’ Plinio è stato il migliore.”<br />
Marcello Meale (I Liceo)
Alunos que representaram<br />
os candidatos à<br />
presidência, na seguinte<br />
ordem (de cima para<br />
baixo): Dilma, Plínio,<br />
Marina e Serra.<br />
<strong>Il</strong> dibattito è stato molto importante. È<br />
stato un modo nuovo di imparare un po’<br />
di più sul nostro paese. I risultati delle votazioni<br />
sono stati quelli che io speravo. <strong>Il</strong> ‘candidato’<br />
Serra è quello più interessante ed intelligente.<br />
Plínio vuole un paese socialista e non penso che<br />
questo sia giusto con il popolo”<br />
Luna Borelli (I Liceo)<br />
Mi è piaciuto. <strong>Il</strong> ‘candidato’ Plínio è stato<br />
il più interessante. Serra non ha convinto<br />
ma le sue proposte sono ottime.”<br />
Leonardo Perez (I Liceo)<br />
<strong>Il</strong> dibattito mi è piaciuto per vari motivi.<br />
Si vedeva che gli alunni erano preparati<br />
per rappresentare ogni candidato. I temi discussi<br />
erano interessanti,e le proposte presentate<br />
erano abbastanza convincenti”<br />
Beatriz Di Pilla (I Liceo)<br />
La simulazione delle elezioni fatta dai<br />
ragazzi di IV Liceo è stata molto interessante.<br />
I ragazzi sapevano quello che dicevano e<br />
sapevano discutere gli argomenti. Abbiamo<br />
potuto conoscere le idee dei candidati e le loro<br />
proposte. Spero che ci siano altri dibattiti come<br />
questo alla <strong>Montale</strong>!”<br />
Maria Clara R. Sosa (I Liceo)<br />
<strong>Il</strong> dibattito è stato molto bello ed interessante,<br />
perché ci ha fatto vedere e conoscere<br />
meglio la storia e l’opinione dei candidati.<br />
Questo è bello perché noi possiamo aprire la<br />
nostra mente. Gli alunni erano preparati e<br />
sapevano rispondere a tutte le nostre domande.”<br />
Bianca F. Sinno (I Liceo)<br />
È stata una esperienza molto interessante<br />
e mi ha aiutato ad informarmi di più riguardo<br />
la politica. È stato unico, istruttivo ed<br />
educativo” Matteo Tamburini (I Liceo)<br />
<strong>Il</strong> dibattio è stato molto interessante<br />
perché ci ha fatto capire meglio la vita e i<br />
progretti politici di Plinio, Marina, Dilma e Serra, che sono i principali candidati<br />
alla presidenza della Repubblica.” Michele Dessi (I Liceo)<br />
I candidati mi sono sembrati molto preparati e consapevoli. <strong>Il</strong> dibattito<br />
è stato suddiviso in tre tappe: le domande tra i candidati, le domande<br />
dei giornalisti e le domande del pubblico. Alla fine c’è stata la votazione.<br />
Serra ha riportato 38 voti, Plínio he ha avuti 28, Marina 15, Dilma 6 e voti nulli<br />
sono stati 6.” Giovanna Souza (I Liceo)<br />
12<br />
2<br />
Questões aos “candidatos”<br />
à presidência da República<br />
Os professores Carlo Alberto Dastoli<br />
e Hélina Fernandes dirigiram aos<br />
“candidatos” à presidência da República<br />
as questões abaixo relacionadas.<br />
1<br />
O Brasil é um país em que os latifúndios ocupam<br />
cerca da metade das terras agrícolas, o que caracteriza<br />
uma concentração fundiária, isto é, uma má<br />
distribuição de terras. Pergunta-se: Qual é a sua proposta<br />
para a reforma agrária no Brasil?<br />
No Brasil, apesar do aumento de negros, mestiços<br />
e índios nas universidades, a representação<br />
dos negros e mestiços é desproporcional à sua participação<br />
na população brasileira, sendo mais da metade<br />
das vagas ocupadas por brancos. Como seu governo<br />
pensa em resolver essa desproporção, garantindo<br />
a todo brasileiro, independente de sua cor, o acesso<br />
ao ensino superior?<br />
3<br />
A indústria brasileira enfrenta a concorrência da<br />
indústria estrangeira, especialmente da indústria<br />
chinesa. Porém, os produtos chineses têm livre<br />
acesso ao mercado brasileiro, o que afeta a indústria<br />
nacional. Como você fará para proteger a indústria<br />
nacional?<br />
4<br />
Qual é sua opinião sobre a anistia aos militares<br />
envolvidos na tortura e na repressão, durante o<br />
regime militar? A Lei da Anistia deve ser revogada para<br />
punir os torturadores? E qual é a sua opinião sobre as<br />
indenizações pagas às vítimas da ditadura militar?<br />
5<br />
Nos últimos anos, o CADE tem autorizado várias<br />
fusões e aquisições, como as fusões da Nestlé e<br />
da Garoto, da Brahma com a Antártica ou a aquisição<br />
da Sadia pela Perdigão. Sabendo-se que uma<br />
das atribuições do CADE é regular os monopólios,<br />
você concorda com suas resoluções, que vêm possibilitando<br />
a monopolização da economia? Qual é<br />
sua opinião sobre o tema?<br />
6<br />
A construção da usina hidrelétrica de Belo Monte<br />
vai inundar terras indígenas, entre outros impactos<br />
socioambientais. Considera-se que esta será a<br />
primeira de uma série de outras hidrelétricas a serem<br />
construídas na Bacia Amazônica. Qual será a posição<br />
de seu governo diante de Belo Monte e das demais<br />
hidrelétricas previstas?<br />
7<br />
A Petrobrás fez recentemente uma oferta pública<br />
de ações, o que lhe permitiu captar cerca de<br />
R$ 120 bilhões, que serão usados para viabilizar a<br />
exploração do pré-sal. Qual é sua posição em relação<br />
ao pré-sal? Como garantir que a extração do petróleo<br />
a grandes profundidades não provoque danos<br />
ao litoral brasileiro?<br />
8<br />
Um dos mais graves problemas do Brasil é a<br />
corrupção nos órgãos públicos. Se eleito, que<br />
ações pretende tomar e que posturas assumirá no<br />
enfrentamento desse mal?<br />
9<br />
Qual é sua avaliação da política externa do governo<br />
Lula? Se eleito, pretende manter ou alterar<br />
a condução da política externa?
<strong>Scuola</strong><br />
Progetti della<br />
<strong>Scuola</strong> dell'Infanzia<br />
SEZIONE A<br />
"Pianeta Terra"<br />
di Fulvia Paula Bianchi<br />
uesto quadrimeste i bambini della sezione A<br />
della <strong>Scuola</strong> dell'Infanzia hanno svolto un progetto<br />
sul pianeta Terra. L'idea è partita da una<br />
loro curiosità suscitata dalle mappe del Brasile e dell'Italia,<br />
trovate sul loro diario di classe, che ha portato ad una<br />
interessante discussione tra i bambini. Abbiamo allora presentato<br />
al gruppo una mappamondo mostrando i continenti<br />
e l'esatta localizzazione del Brasile e dell"Italia oltre<br />
ad iniziare una vera esplorazione dell'Universo per conoscere<br />
i pianeti che compongono il Sistema Solare tra cui la Terra.<br />
Attraverso ricerche su libri e internet il gruppo ha individuato<br />
e capito le diverse trasformazioni subite sin dall'inizio<br />
soffermandosi un po' di più sul periodo dei dinosauri, esseri<br />
che tanto affascinano i bambini, divisi in tre gruppi: carnivori,<br />
erbivori , volanti e marini per poi passare alla prestoria<br />
che concluderà questa prima parte del nostro progetto.<br />
O,<br />
13<br />
SEZIONE B<br />
"Gli animali acquatici"<br />
Carla Passeto<br />
Ogni quadrimestre i bambini dell'Infanzia svolgono<br />
un progetto di studio. I progetti nascono<br />
dall' interesse dimostrato dal gruppo.<br />
È un lavoro di ricerca, dove i bambini partecipano volentieri<br />
ed attivamente, portando a scuola dei materiali preziosi<br />
e formulando ipotesi per arricchire il progetto.<br />
Quest'anno la sezione B ha deciso di studiare gli animali<br />
acquatici.<br />
Hanno scoperto diverse particolarità sulla vita acquatica<br />
e le varie specie di animali di acqua dolce e salata come: i<br />
pesci; i rettili; i molluschi; i mammiferi e i crostacei.<br />
Per approfondire ancora di pìù il lavoro i bambini sono<br />
andati all'acquario di San Paolo dove hanno potuto confermare<br />
molte ipotesi lanciate durante il progetto.<br />
Alla fine del quadrimestre verrà fatta una mostra con il<br />
lavoro svolto alla quale tutti sono invitati a visitare.
Avventura<br />
I Bambini della V Primaria<br />
I bambini della classe V Primaria hanno concluso quest’anno scolastico<br />
[2009-<strong>2010</strong>] un ciclo e sono ormai alle medie. Tra le paure e il desiderio che<br />
vada tutto bene prevale il senso di appartenenza al gruppo e il sentimento<br />
di non essere soli in questo momento, come racconta Jasmine nel suo tema.<br />
Per l’occasione dell’In bocca ai Lupi (12/06/<strong>2010</strong>) hanno voluto raccontare<br />
a tutti il percorso fatto quest’anno e un po’ di sé.<br />
Yara Alberio, insegnante d’italiano della classe V Primaria<br />
San Paolo, 11 giugno <strong>2010</strong><br />
QUINTA PRIMARIA <strong>2010</strong><br />
NOI SIAMO I BAMBINI DI QUINTA<br />
E STUDIAMO SOLO PER FINTA<br />
L’ANNO PROSSIMO ANDREMO ALLE MEDIE<br />
E CI MANGEREMO ANCHE LE SEDIE<br />
VI STATE PREOCCUPANDO?<br />
MA NO, STIAMO SOLO SCHERZANDO!<br />
DURANTE L’ANNO ABBIAMO FATTO COSE<br />
DIVERTENTI<br />
E SIAMO DIVENTATI PIÙ INTELLIGENTI<br />
AL CARROÇÃO SIAMO ANDATI<br />
E UN PO’ MATTI SIAMO TORNATI<br />
ALICE ABBIAMO LETTO<br />
E TANTE COSE ABBIAMO SCOPERTO<br />
GEOMETRIA ABBIAMO IMPARATO<br />
E MOLTI CALCOLI ABBIAMO FATTO<br />
CON LA TEACHER ABBIAMO CANTATO<br />
E HOKEY COKEY ABBIAMO IMPARATO<br />
UNA NUOVA MAESTRA È ARRIVATA<br />
E UN PO’ MATTA L’ABBIAMO LASCIATA!<br />
LA TESINA È COMPLICATA<br />
PER FORTUNA È GIÀ PASSATA!<br />
IL CORREIO ELEGANTE FAREMO<br />
E MOLTI MESSAGGI SEGRETI<br />
CONSEGNEREMO<br />
<strong>Il</strong> gioco più bello del mondo<br />
La vita è come un videogioco e la scuola è una delle parti<br />
più difficili del gioco perché è piena di livelli.<br />
Se arrivi al 12° livello, più conosciuto come 4° liceo, senza essere bocciato,<br />
vuol dire che sei riuscito a finire una parte del gioco, una parte della tua vita.<br />
Io non ho paura di andare in prima media perché sto finendo<br />
un livello per iniziarne un altro.<br />
Tutti però hanno paura di qualcosa, e la mia è che alcuni miei<br />
compagni non vadano in prima media e debbano rifare lo stesso<br />
livello del gioco, che è il gioco più difficile del mondo.<br />
Jasmine Parodi (V Primaria)<br />
ALL’IN BOCCA AI LUPI ANDREMO<br />
ED ELEGANTI BALLEREMO<br />
ADESSO DI NOI PARLEREMO<br />
TRANQUILLI, NON VI ANNOIEREMO<br />
DI BEN 10 È UN AMANTE<br />
STIAMO PARLANDO DI JUAN DIEGO<br />
BARRANTES<br />
SEMPRE ATTENTA È ALE<br />
CHE A NESSUNO FA DEL MALE<br />
AD AGOSTO È ENTRATA ALINE<br />
CHE A LUGLIO SPEGNE LE CANDELINE<br />
IN FONDO ALLA CLASSE C’È LUCA<br />
CHE CADE SEMPRE NELLA BUCA<br />
DA TUTTI È CHIAMATO IANNO<br />
È MARCO, CHE VINCE A BASKET OGNI ANNO<br />
DALLA MATERNA C’È BRUNO<br />
CHE A LEGGERE È IL NUMERO UNO<br />
POCHE FOTO ABBIAMO DI FERNANDO<br />
CHE DAL FLASH STA SEMPRE SCAPPANDO<br />
DALL’ITALIA È TORNATO MARCO<br />
CHE MERITEREBBE UNA STATUA NEL PARCO<br />
DALLA PRIMA C’È RICARDO MEALE<br />
CHE CON TUTTI È SEMPRE LEALE<br />
LÌ DI FIANCO C’È LAURETTA<br />
CHE È SAGGIA COME UNA CIVETTA<br />
BIONDO E RICCIO È LORENZO<br />
CHE SEGUE IL CALCIO IN MODO INTENSO<br />
QUI VICINO C’È JASMINE<br />
CHE A SCRIVERE È UNA DELLE PRIME<br />
IMPEGNATA È GABRIELLA<br />
CHE AMA LA MORTADELLA<br />
IL PIÙ ALTO È GABRIELE<br />
CHE GUARDA IL CALCIO ALLA TELE<br />
SUA SORELLA È MALÚ<br />
CHE NON MANGIA MAI IL TOFU<br />
L’ANNO SCORSO È ARRIVATO REZENDE<br />
GRAN PITTORE, I QUADRI APPENDE<br />
PER ULTIMO C’È NUNES FERNANDO<br />
CHE IN ITALIANO STA GIÀ PARLANDO<br />
14<br />
Ogni anno gli alunni della classe<br />
V Primaria vanno in gita al sitio do<br />
Carroção, a Tatuí. Vero rito di passaggio<br />
dalle elementari alle medie, è un momento<br />
speciale, in cui i bambini possono<br />
sperimentare la ricchezza dell’amicizia e<br />
dello stare insieme per condividere scoperte.<br />
Quest’anno ho avuto il privilegio di<br />
accompagnarli in questa bella avventura.<br />
Yara Alberio, insegnante d’italiano della<br />
classe V Primaria<br />
Un’avventura<br />
di Lucas Graziano, V Primaria<br />
La quinta Elementare è partita mercoledì 3<br />
febbraio del <strong>2010</strong> per il Carroção. Dopo 2<br />
ore e mezza strada siamo finalmente<br />
arrivati. Per prima cosa abbiamo sistemato le cose<br />
in camera, abbiamo fatto un piccola colazione, e<br />
siamo andati a fare nostra prima avventura, che si<br />
chiamava “<strong>Il</strong> mistero della pietra”. Per arrivarci<br />
abbiamo dovuto attraversare un piccolo fiume, poi<br />
siamo entrati in una caverna dove c´era una laguna<br />
blu con uno scivolo naturale di 10 m.<br />
Dopo siamo andati alla seconda avventura,<br />
la “Spazukamonaring”: una piccola pista di kart<br />
dove però le macchine erano a pedali, come le<br />
biciclette, e io sono stato il campione della gara!<br />
Nel nostro orario libero potevamo giocare a<br />
calcio, andare in una sala giochi oppure in piscina.<br />
Di notte andavamo sempre in discoteca, dove
al Carroção<br />
abbiamo ballato MOLTO! Quando la musica finiva<br />
andavamo in mensa a bere un tè e mangiare alcuni<br />
biscotti e finalmente andavamo a letto a dormire.<br />
Negli altri giorni abbiamo fatto tante altre<br />
avventure, ad esempio quella in cui trovavamo<br />
un aereo DC3 caduto nella foresta e un DINO-<br />
SAURO! La nostra guida, che si chiamava Felipe,<br />
ci ha invitati a scavare in un sito archeologico e mi<br />
ha lasciato portare a casa il fossile che ho trovato<br />
scavando.<br />
Un’altra avventura molto bella è stata l´Indiana<br />
Jones, dove abbiamo dovuto schivare una pietra<br />
gigante che ruotava verso di noi! Alla fine<br />
dell’avventura abbiamo trovato uno scivolo<br />
naturale di 103 m e io ci sono sceso 10 volte.<br />
L’ultimo giorno della gita siamo andati al “Bio<br />
pianeta”, un piccolo zoo dove c’era un coccodrillo<br />
enorme e anche suo figlio, che era più piccolo, e<br />
io l´ho toccato. Abbiamo potuto dare da mangiare<br />
ai cuccioli di molti animali: papere, galline, oche,<br />
tartarughe, tatù e arare.<br />
Visita al<br />
MASP<br />
di Stefano Mazzaferro *<br />
Durante il nostro percorso<br />
scolastico, attraverso lo<br />
studio dell'arte abbiamo<br />
avuto la possibilità di conoscere<br />
i grandi personaggi delle arti<br />
figurative: Renoir (1841-1909),<br />
Monet (1840-1926), Van Gogh<br />
1853-1890), Gauguin (1848-<br />
1903) e molti altri. Nel giorno<br />
22 marzo per completare e<br />
approfondire tali studi ci è<br />
stato offerta l'opportunità<br />
unica di consolidare le nostre<br />
conoscenze visitando il MASP<br />
(Museo di Arte di San Paolo),<br />
il più importante museo del<br />
nostro emisfero. Esso possiede<br />
infatti più di 8000 opere di<br />
diverse scuole artistiche. Oltre<br />
all'uso dell'attrezzatissimo<br />
atelier, il museo ci ha offerto<br />
un immenso repertorio di<br />
capolavori tra cui le opere<br />
degli autori sopraccitati. In<br />
questo modo ci siamo staccati<br />
dai libri di testo e dall'ambiente<br />
scolastico per immergerci tra le<br />
opere originali. Veri capolavori<br />
di rara bellezza a poche decine<br />
di centimentri da noi, un privilegio<br />
unico per apprezzare<br />
ed interiorizzare concetti e<br />
conoscenze fino ad allora<br />
teoriche. Abbiamo riconosciuto<br />
e analizzato con entusiasmo<br />
i dipinti di vari autori<br />
potendo non solo studiarne le<br />
tecniche ma sopratutto scoprire<br />
le emozioni, i sentimenti e l' energia<br />
che tali opere trasmettono a<br />
noi comuni mortali.<br />
La visita al MASP ha senza<br />
dubbio avuto un effetto positivo<br />
sulla comprensione dell'arte<br />
attraverso la diretta osservazione<br />
delle opere. È molto più<br />
facile e stimolante lasciarsi<br />
invadere dall'emozione che si<br />
prova alla vista diretta di<br />
un'opera d'arte di Van Gogh,<br />
per esempio, che cercare di<br />
capirne il significato leggendo<br />
uno sterile testo scolastico.<br />
* Stefano Mazzafero ha superato<br />
brillantemente l'Esame di Stato a<br />
fine giugno del <strong>2010</strong>.<br />
15
Cultura<br />
alla <strong>Montale</strong>1 Mostra Culturale <strong>2010</strong><br />
di Giovanni S. Crisi *<br />
I<br />
l 27 marzo ha avuto luogo presso<br />
la <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> la<br />
Mostra Culturale <strong>2010</strong>. In questa<br />
Mostra, che si ripete tutti gli anni, gli<br />
alunni espongono i risultati delle loro<br />
ricerche (chiamate “pesquisas” in Brasile)<br />
sui temi più diversi, scelti da loro stessi<br />
o suggeriti dai loro professori.<br />
<strong>Il</strong> campo polisportivo coperto della<br />
<strong>Scuola</strong> era colmo dei lavori eseguiti dagli<br />
allievi, che spiegavano agli interessati tutti<br />
i dettagli e, dimostrando grande entusiasmo,<br />
chiamavano i presenti per invogliarli<br />
ad entrare nei loro stands.<br />
L’evento cominciò alle nove ore con<br />
l’Apertura Ufficiale, seguita da un concerto<br />
nel quale i cori formati dagli alunni<br />
delle elementari, accompagnati al piano<br />
dalla Professoressa Marcia Cattaruzzi,<br />
cantarono diverse pagine di musica<br />
classica e del folclore brasiliano.<br />
Poi, apertura del campo polisportivo<br />
per la visita del numeroso pubblico presente.<br />
Impossibile enumerare in poche righe<br />
tutti i lavori esposti, uno più interessante<br />
dell’altro. Quello che più chiamò l’attenzione<br />
di chi scrive<br />
per la sua originalità,<br />
è stato uno che<br />
potremmo chiamare<br />
“Variazioni sullo<br />
Sposalizio della Vergine<br />
Maria e San<br />
Giuseppe, di Raffaello”.<br />
Tutti noi<br />
conosciamo il quadro<br />
suddetto. Ebbene,<br />
prendendolo<br />
come modello, fu<br />
chiesto a un gruppo<br />
di alunni di interpretarlo<br />
alla maniera<br />
di ognuno.<br />
Molto interessante,<br />
sempre secondo<br />
16<br />
da sin.: Gianmarco Castro e Carlos Moreira<br />
chi scrive, il risultato. Non solo non ci<br />
sono state due interpretazioni al meno<br />
simili fra di loro, ma alcune solo lontanamente<br />
ricordavano il motivo iniziale,<br />
dimostrando l’immaginazione dei<br />
giovani alunni.<br />
Numeroso il pubblico presente, costituito<br />
nella maggior parte dai genitori<br />
e parenti degli alunni della <strong>Montale</strong>.<br />
Poi, oltre alle autorità e professori della<br />
scuola e giornalisti, c’era anche un personaggio<br />
della televisione conosciutissimo<br />
in Brasile: il “garoto propaganda”<br />
della Bombril, che vediamo nella<br />
seconda fotografia assieme ad un alunno<br />
amico suo.<br />
* L’Ing. Giovanni S. Crisi è Professore alla<br />
<strong>Scuola</strong> di Ingegneria Mackenzie, di San<br />
Paolo, ed è anche Commentarista del<br />
settimanale L’Italia del Popolo.<br />
1 Articolo riprodotto da L’Italia del<br />
Popolo del 16 aprile <strong>2010</strong>.
Esporte<br />
Olimpiadi colorate<br />
di Attilio Fania *<br />
Giungevano a grappoli vestiti con<br />
colori diversi: rosso, giallo, verde,<br />
azzurro. Colori che rappresentavano<br />
le varie formazioni. La cosa curiosa<br />
era che anche chi non partecipava direttamente<br />
alle gare vestiva i colori di coloro<br />
che sosteneva. Non pareva, anche<br />
solo dagli sguardi, una cosa da ridere,<br />
bisognava arrivare primi! Altri tempi<br />
quando si diceva: “alle Olimpiadi è importante<br />
partecipare non vincere”. Le<br />
più interessate parevano le mamme,<br />
anche per il sostegno tutt’altro che silenzioso<br />
che apportavano alle competizioni.<br />
Molto lavoro, anzi moltissimo per<br />
giudici e arbitri, che hanno dovuto<br />
esercitare al massimo il loro ruolo.<br />
Tutto si è svolto in due giornate e piccoli<br />
e grandi hanno fatto del vero agonismo.<br />
Seduto sulla panchina prendevo appunti<br />
quando dietro ad una colonna vedo un<br />
piccolino con tanto di maglia colorata<br />
piangere con il singhiozzo. Mi sono<br />
avvicinato, la causa era la sconfitta in<br />
un gioco di equilibrio con tanto di<br />
cucchiaio e pallina. Cerco di calmarlo, ma<br />
la risposta è stata durissima. “Tu parli così<br />
perchè la tua squadra sta<br />
vincendo”. Passione, convinzione,<br />
questione di prestigio.<br />
Offro una caramella, ma la<br />
fede non si compra. Dunque<br />
uno sdegnoso rifiuto.<br />
Ovunque gente che partecipa..<br />
Sono vicino alla corsa<br />
con i sacchi e mi passa nella<br />
memoria quando la facevamo<br />
durante le feste patronali,<br />
con la rottura delle pignatte.<br />
Ma qui no! Non è un divertimento,<br />
c’è un antagonismo<br />
di fondo che non lascia trasparire<br />
leggerezze. <strong>Il</strong> calcetto<br />
è lo sport che attrae più persone<br />
e più tifo.<br />
Si chiude la prima giornata<br />
iniziata con il canto degli inni<br />
nazionali. Alla ripresa della seconda<br />
giornata maglie lavate,<br />
più colorate e più cariche di<br />
tifo. La giornata altrettanto<br />
piena di competività scorre<br />
inesorabile e i risultati stanno<br />
per giungere. Mi informo, e mi<br />
viene voglia di cambiare maglia<br />
riprendendomi l’azzurro che in<br />
fondo è il nostro colore,<br />
ancora vincente.<br />
Stanchi ma felici, in<br />
fondo tutti hanno vinto,<br />
in particolare la nostra<br />
<strong>Montale</strong> che ha ancora<br />
una volta saputo aggregare<br />
l’insieme delle<br />
scuole dove tutti, ma<br />
proprio tutti, hanno potuto<br />
partecipare. Quando<br />
mi sono informato sulla<br />
classifica definitiva, sulla<br />
prima e sull’ultima squadra,<br />
la risposta è stata di<br />
17<br />
“sapore olimpionico”: la prima e la quarta,<br />
non l’ultima!<br />
Mi informo pure del colore e, guardandomi<br />
addosso, capii che le cose per<br />
la mia squadra non erano andate bene.<br />
Qualche secondo di sbandamento e poi<br />
un rapido allineamento all’allegria generale.<br />
Chi non aveva capito nulla delle<br />
Olimpiadi forse ero io. Chissà se un giorno<br />
la <strong>Montale</strong> aprirà le porte alla terza,<br />
ce n’è veramente bisogno.<br />
* Atttilio Fania è responsabile del Centro<br />
Formativo della Camera Italo-Brasiliana di<br />
Commercio e Industria di San Paolo
Racconto<br />
Dialogo tra la natura e<br />
un islandese nel <strong>2010</strong>*<br />
di Sabrina Mela, IV Liceo<br />
Èl’aprile <strong>2010</strong>, e un islandese è finalmente<br />
riuscito a comprare il<br />
biglietto aereo di un volo che<br />
potesse effettivamente uscire: durante gli<br />
ultimi giorni, il vulcano Eyjafjallajokull,<br />
entrato in eruzione, non ha dato tregua<br />
con la sua nube di fumo, interferendo<br />
sul traffico aereo di tutto l’emisfero Nord.<br />
Non vedeva l’ora di uscire dallo stress<br />
in cui era sempre vissuto. Comprò quindi<br />
un biglietto per le Hawaii, e lì arrivato,<br />
mentre era da solo su una di quelle spiaggie<br />
deserte e paradisiache, vide formarsi<br />
nel mare, proprio dinanzi a lui, una figura<br />
femminile peculiare, delicata, con<br />
capelli fatti di alghe marine. Come se si<br />
fosse appena svegliato da uno strano<br />
sogno, si strofinó gli occhi e guardó meglio.<br />
Non era sparita. Era ancora lì, e non<br />
solo. Improvvisamente, si mise a parlare,<br />
in una voce incredibilmente dolce.<br />
“Non sei di queste parti. O forse mi<br />
sbaglio? Guardando il colore della tua<br />
pelle, direi che vieni da molto lontano...”<br />
L’islandese, un pò troppo scioccato che<br />
la figura stesse parlando con lui, rispose: “<br />
Sono un islandese che sfugge alla Natura<br />
e ai suoi pericoli... Sai, da dove vengo io<br />
fa tanto freddo, e come se non bastasse,<br />
questi ultimi giorni un vulcano è entrato<br />
in eruzione, in modo da creare una serie<br />
di problemi non solo per il nostro paese,<br />
ma per tutto il pianeta.<br />
“Allora ho una cosa estremamente<br />
ironica da dirti. Sono io la Natura, e sinceramente,<br />
ti sbagli di grosso se sei veramente<br />
convinto di ciò che dici.”<br />
“Come potrei sbagliarmi? Se ogni<br />
giorno migliaia di disastri naturali succedono<br />
in tutto il mondo? Tra terremoti,<br />
valanghe, pioggie, eruzioni di vulcani,<br />
carestie, uragani.... Non saprei dire quale<br />
è peggio. Tutto dipende dalla tua volontà.<br />
Ogni posto ha i suoi svantaggi naturali,<br />
cosí come ogni stagione dell’anno. Nello<br />
spazio e nel tempo, ci segui sempre. Senza<br />
dire tutte le altre cose. Invecchiamo, sai?<br />
Non è una cosa bella... È triste! Siamo<br />
completamente dipendenti da te e dalle<br />
tue volontà, un sistema che non va per<br />
niente bene. Che cosa ti abbiamo fatto?<br />
Siamo completamente sottomessi a te.”<br />
La Natura non sapeva se ridere o piangere.<br />
Aveva veramente appena sentito<br />
quelle parole? Ridendo, disse: “Scusami.<br />
Ho veramente sentito questo? Perchè io<br />
la vedo molto diversa la cosa. ‘What goes<br />
around, comes around’, tesoro. Quello che<br />
fai a qualcuno, ti ritorna un bel giorno.<br />
Ecco.... No! Zitto. Non aprire bocca. So<br />
esattamente quello che stai per dire. Ti<br />
dimentichi di dettagli molto importanti. <strong>Il</strong><br />
tuo pianeta è malato, e non per colpa mia.<br />
Se c’è qualcuno qui che è sottomesso ad<br />
un altro, quel qualcuno sono io. Le mie<br />
azioni sono un riflesso alle vostre. Le carestie?<br />
Frutto di nient’altro che il disboscamento.<br />
Città litoranee distrutte dal<br />
mare? Colpa di chi ha accelerato lo scioglimento<br />
delle calotte polari. Senza dire<br />
l’aumento di temperatura. Che ci posso<br />
fare se semplicemente non riesco a sciogliere<br />
la nube di gas serra per liberare i<br />
riflessi dei raggi solari? Ah, scusate. Ci ho<br />
provato. E tanto. Sono paziente, sai. Ho<br />
dato dei segnali, ho avvisato. Sono anni<br />
che cerco di dirvi che il limite è arrivato. <strong>Il</strong><br />
vulcano è stato solo uno sui mille segnali<br />
che vi ho mandato. Ma non ve ne siete<br />
accorti. Adesso vedrete quanto sono belle<br />
le vostre fabbriche, le vostre macchine che<br />
camminano 10 m per ogni litro di benzina,<br />
i vostri sprechi assurdi, le vostre petroliere<br />
che scoppiano e finiscono con interi<br />
ecosistemi. Avete fatto veramente molto<br />
per stressarmi. Guarda un pò te stesso.<br />
Sdraiato qui, su una spiaggia del paese<br />
che ha più inquinato negli ultimi anni e<br />
che meno si assume delle responsabilità<br />
per i suoi atti. Quanta ipocrisia. Questo<br />
per fortuna è stato un male creato da voi,<br />
non da me. Imparate a conviverci da soli.”<br />
Dicono le voci che dopo una settimana<br />
una coppia di argentini trovò un corpo<br />
immobile, seduto su una sedia di spiaggia,<br />
con una piña colada in mano e la cannuccia<br />
ancora in bocca. Gli occhi spalancati. Arresto<br />
cardiaco, hanno detto i dottori.<br />
* Qualche tempo fa, in classe, il Prof. Victor<br />
Vallerini ha assegnato a ogni alunno della IV liceo<br />
un testo di Giacomo Leopardi (1798-1837) da<br />
interpretare, analizzare e presentare le proprie<br />
conclusioni alla classe; poi ognuno avrebbe dovuto<br />
rielaborare tale testo, inserendo le proprie<br />
interpretazioni e opinioni rigurado all’argomento<br />
in questione in una struttura simile. A me, Sabrina<br />
Mela, fu assegnato il ‘Dialogo della natura e di un<br />
islandese’, appartenente alle Operette Morali. <strong>Il</strong><br />
testo racconta, sotto forma di dialogo diretto,<br />
una conversazione fantastica tra, appunto, la<br />
Natura e un islandese. L’uomo si lamenta di aver<br />
sempre avuto una vita conturbata dalla Natura e<br />
essa, arrogantemente, dice di non importarsi,<br />
poiché le sue azioni non dipendono dalle conseguenze<br />
che hanno sugli uomini. Questa era la<br />
visione di 200 anni fa, l’uomo visto come vittima<br />
e la Natura come ‘la cattiva’. In pieno <strong>2010</strong>, il<br />
risultato fu ben diverso...<br />
18<br />
Cinema<br />
Cinedidattica<br />
alla <strong>Montale</strong><br />
Tra le strategie utilizzate per<br />
l’insegnamento della storia<br />
il cinema gioca un ruolo imprescindibile.<br />
Per approfondire la<br />
discussione su una possibile rinascita<br />
del pensiero nazista abbiamo<br />
proposto agli alunni della III Liceo<br />
dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong> la<br />
visione del film L’Onda (Die Welle,<br />
2008) regia di Dennis Gansel.<br />
Pubblichiamo di seguito alcune<br />
riflessioni dei nostri studenti sul<br />
film visionato.<br />
<strong>Il</strong> film l’Onda è ispirato al libro<br />
Die Welle di Morton Ruhe, un<br />
classico inserito nei programmi<br />
scolastici in Germania, basato a sua volta<br />
su un esperimento reale avvenuto in una<br />
scuola della California (1967). Gli studenti<br />
americani, non capendo come fossero<br />
nate le ideologie naziste e fasciste,<br />
chiedono spiegazioni al loro professore<br />
di storia che propone ai ragazzi un<br />
esperimento: creare in una settimana un<br />
movimento organizzato, basato sull’autorità<br />
di un solo individuo (il professore)<br />
che comanda il gruppo, che a sua volta<br />
comanda tutti quelli che stanno intorno,<br />
per cercare di spiegare come Hitler e il<br />
partito nazista siano saliti al potere in<br />
Germania.”<br />
Fabio Piatti<br />
<strong>Il</strong> film “L’Onda” racconta la<br />
storia di un professore che decide<br />
di fare una sorta di esperimento<br />
con la sua classe. Nel corso delle<br />
lezioni di autocrazia il docente propone<br />
agli alunni di seguire delle regole dettate<br />
da lui. Gli alunni obbediscono e creano<br />
una identità di gruppo. La situazione<br />
sfugge al controllo dell’insegnante<br />
quando gli alunni cominciano a escludere<br />
quelli che sono diversi o si rifiutano di<br />
adeguarsi all’ideologia dominante usando<br />
metodi violenti. <strong>Il</strong> film finisce con un<br />
suicidio e la prigione del professore, che<br />
è ritenuto il colpevole di tutta la tragedia.<br />
Io ritengo che il film sia uno studio dei<br />
meccanismi di gruppo: come le persone,<br />
soprattutto quando gli manca qualcosa,<br />
sono più facilmente coinvolte nell’apparato<br />
ideologico del gruppo. Quello<br />
che un determinato gruppo può offire è<br />
un’identità, un codice di comportamento<br />
che, se non è sempre corretto, rende<br />
almento le cose più facili e le personalità<br />
più omogenee.”<br />
Yuri Loyola
<strong>Il</strong> film L’Onda è indubbiamente<br />
una riflessione<br />
molto interessante su come<br />
funzionano i regimi autocratici. Lo<br />
scopo del film è quello di far vedere<br />
come è facile lasciarsi coinvolgere<br />
dal sentimento di gruppo e da un<br />
obiettivo comune.<br />
‘È possibile che un’altra dittatura<br />
si instauri in Germania?’ domanda<br />
il professore Wenger ad una<br />
classe di alunni liceali. Lui ottiene<br />
un ‘no’ corale come risposta. Gli<br />
alunni credono che non ci siano<br />
più tracce dell’ideologia nazista<br />
nel mondo contemporaeneo. Ma<br />
per attirare l’attenzione degli<br />
alunni, il professore comincia a<br />
comportarsi come un vero dittatore<br />
e crea una sorta di regime al quale<br />
viene dato il nome di Die Welle<br />
(L’Onda), un regime con regole e<br />
divisa ai soli fini didattici. Intolleranza,<br />
violenza, aggressione,<br />
esclusione, controllo delle coscienze<br />
sono alcuni degli elementi presentati<br />
dal film. Una semplice<br />
esperienza didattica trasforma una<br />
classe di liceali in piccoli despoti non<br />
consapevoli dell’assurdità del loro<br />
comportamento.”<br />
Tito Oliveira Jungmann<br />
È interessante notare<br />
come le persone, quando<br />
sono indipendenti e<br />
ragionano con la loro testa, sono<br />
contrarie a molte cose (in questo<br />
caso all’autocrazia) e poi quando<br />
entrano a far parte di un<br />
gruppo, perdono la loro capacità<br />
critica e obbediscono al leader<br />
senza fiatare.”<br />
Luca Castro<br />
<strong>Il</strong> film è incredibilmente efficiente<br />
nel mostrare quali siano<br />
stati i fattori fondamentali<br />
per la riproduzione di un movimento<br />
di massa simile a quello del Terzo Reich.<br />
È infatti incredibile pensare a come le<br />
atrocità messe in atto dal regime nazista<br />
non siano state contrastate dalla<br />
popolazione tedesca ma ne abbiano<br />
ricevuto appoggio e sostegno. <strong>Il</strong> film ci<br />
fa capire come il movimento di massa<br />
dà anche un senso all’esistenza anonima<br />
delle persone nella società moderna.”<br />
Carlo Mazzaferro<br />
Tutti i ragazzi coinvolti nel<br />
movimento sono state vittime.<br />
Vittime di loro stessi, vittime<br />
di un autosabotaggio. Neanche il<br />
professore è stato capace di rendersi<br />
conto della dimensione dell’onda di<br />
terrore che aveva creato; lui è stato preso<br />
dalla vanità; ancora una volta accade<br />
la storia del bel bambino che<br />
si innamora della propria<br />
immagine e si annega nel suo<br />
riflesso, la storia si ripete . <strong>Il</strong><br />
professore non ha fatto in tempo<br />
a capire che oltre a lui<br />
stesso, si stava portando al<br />
fiume una intera classe. [...]<br />
Sembra incredibile i danni che<br />
la mancanza di una famiglia<br />
bene strutturata possa provocare<br />
nella vita dei ragazzi.<br />
Tutti in quella classe avevano<br />
carenze di legami, di rispetto,<br />
di amicizia. Se quei ragazzi<br />
avessero avuto una relazione<br />
costruttiva e diversa con le<br />
loro famiglie, se i loro genitori<br />
li avessero veramente<br />
amati e rispettati e educati,<br />
il nuovo nazismo presentato<br />
dal film non sarebbe mai<br />
potuto succedere.”<br />
Marta D’Aprile<br />
19<br />
Oscure acque,<br />
impervi percorsi<br />
e frecce volanti<br />
di Sofia Carpinteri, Francesco Ghigo,<br />
Gabriella Fancio (5E)<br />
direttamente da Torino<br />
Dieci canoe si avventurano nel vasto lago<br />
di Candia, solo nove tornano indietro.<br />
<strong>Il</strong> prof. Pizzala, stupendoci ancora una<br />
volta con le sue eccezionali doti atletiche, sbarca<br />
per primo, seguito dai suoi studenti di V E, ma<br />
qualcuno manca all’appello: lo sguardo<br />
angosciato di Sofia C. ci preannuncia il tragico<br />
evento: una canoa si è ribaltata tra le “paludose”<br />
acque del lago; il naufrago è Roberto C.<br />
La preoccupazione si diffonde a macchia d’<br />
olio fra i superstiti, ma una speranza rinasce quando<br />
all’ orizzonte si scorge qualcuno che nuota<br />
nelle gelide acque del lago.<br />
“Presto, presto, soccorriamolo!!” si sente<br />
gridare e tre intrepidi eroi si lanciano in una corsa<br />
sfrenata contro il tempo, per soccorrere il<br />
gocciolante ed infreddolito malcapitato una<br />
volta approdato sano e salvo. Tutto si risolve per<br />
il meglio ed i ragazzi possono tranquillamente<br />
riprendere le loro attività.<br />
<strong>Il</strong> pomeriggio trascorre senza altri intoppi esclusa<br />
qualche freccia vagante scoccata da qualche<br />
arciere inesperto che si destreggia nel tiro con<br />
l’arco, terza e ultima attività della giornata.<br />
A questo punto la stanchezza comincia a<br />
sentirsi dopo un mattino impegnativo trascorso<br />
a combattere contro tre nemici: l’altezza, la<br />
gravità e i propri limiti. Infatti nella prima parte<br />
della giornata, i ragazzi hanno superato percorsi<br />
fra gli alberi del parco avventura, che li hanno messi<br />
alla prova con corde, ponti e carrucole sospesi a<br />
diversi metri d’altezza in base alla difficoltà.<br />
I partecipanti hanno dimostrato impegno,<br />
determinazione e spirito di gruppo divertendosi,<br />
e non sono mancate le situazioni esilaranti che<br />
hanno, più di una volta, strappato una risata.<br />
Memorabile il lancio con la carrucola dell’educatrice<br />
Maria seguito da un’ovazione generale,<br />
ed i “pendoli umani” di chi rimaneva bloccato a<br />
mezz’aria fra le due piattaforme.<br />
L’esperienza ha riscosso un grande successo a<br />
parte qualche rimpianto di coloro che non sono<br />
riusciti a terminare il percorso per mancanza di<br />
tempo ma gli sforzi sono stati ricompensati da<br />
un piacevole pranzo tutti insieme in riva al lago.<br />
Nei ritagli di tempo le classi sono anche riuscite<br />
a strappare qualche battuta di pallavolo (ma non<br />
solo) al prof. Pizzala che, come prevedibile, ha<br />
fatto il poker di vittorie.<br />
Così sono stati raggiunti i veri obbiettivi della<br />
giornata, lo spirito di gruppo e il superamento<br />
delle proprie paure.<br />
E infine soddisfatti, con il sorriso sulle labbra<br />
e doloranti dalla testa ai piedi si sono lasciati alle<br />
spalle le oscure acque, gli impervi percorsi e le<br />
frecce volanti.<br />
TANTISSIMI SALUTI DALL’AUGUSTA TAURINORUM.
Música<br />
Alunos fazem<br />
recital de flauta doce<br />
em homenagem às mães<br />
no auditório da Livraria Cultura<br />
No dia 8 de maio de <strong>2010</strong> os<br />
alunos da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong> de São Paulo<br />
realizaram um recital de flauta doce<br />
no Auditório da Livraria Cultura do<br />
Shopping Market Place em São Paulo.<br />
Mais do que um recital, foi um<br />
evento em que os alunos, de uma escola<br />
bilíngue e bicultural de São Paulo,<br />
divulgaram seu trabalho coordenados<br />
pela professora Renata Pereira.<br />
A <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />
tem em seu programa curricular a educação<br />
musical. A cultura italiana passa<br />
pela história das artes e principalmente<br />
pela história da música. Não é<br />
por acaso que termos musicais como<br />
ALLEGRO, ADAGIO, STACCATO, e<br />
tantos outros, soem tão ‘italianos’. É<br />
por isso que o prazer da escuta, aliado<br />
ao conhecimento histórico e ao<br />
prazer da prática musical através da<br />
flauta doce, estão presentes na vida<br />
escolar dos alunos da scuola primaria<br />
e media (ensino fundamental) da<br />
<strong>Montale</strong>.<br />
O trabalho de educação musical na<br />
escola faz surgir talentos. O talento<br />
do empenho, o talento do estudo, o<br />
talento do interesse e da curiosidade<br />
e, principalmente, o talento de gostar<br />
de fazer música! Os alunos da<br />
<strong>Montale</strong> apresentaram, no dia 8 de<br />
maio, pequenas peças que são resultados<br />
do trabalho realizado em sala<br />
de aula.<br />
Renata, flautista do Quinta Essentia<br />
quarteto, fez com que os alunos tivessem<br />
a oportunidade de tocar com<br />
um grupo profissional de flauta doce.<br />
O Quinta Essentia divulga a flauta<br />
doce e sua família de instrumentos<br />
através do projeto didático FLAUTA,<br />
FLAUTINHA, FLAUTÃO!, realizado em<br />
espaços culturais, escolas e universidades.<br />
Através desse projeto é possível<br />
tocar para crianças e adolescentes,<br />
fazendo com que eles descubram a<br />
flauta doce como instrumento artístico<br />
infinito de possibilidades. Nas escolas,<br />
que desenvolvem o trabalho<br />
com a flauta doce, o Quinta Essentia<br />
toca com os alunos afim de que eles<br />
experimentem a prática da sonoridade<br />
da formação quarteto. Além do<br />
Quinta Essentia quarteto, o recital<br />
contou com a participação da pianista<br />
Márcia Cattaruzzi que acompanhou<br />
todos os alunos.<br />
Alunas e Ex-Aluna da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong><br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> são elogiadas no<br />
VIII Retiro de Primavera SUZUKI em Atibaia/SP<br />
No último fim de semana de Outubro de <strong>2010</strong>,<br />
aconteceu o VIII Retiro de Música Suzuki de<br />
Atibaia/SP organizado pelo Centro Suzuki de<br />
Campinas. A flautista Renata Pereira, que foi professora<br />
da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> até<br />
Setembro de <strong>2010</strong>, desenvolvia o Método Suzuki<br />
com os alunos da <strong>Scuola</strong>.<br />
O Método Suzuki, criado pelo violinista japonês<br />
Shinichi Suzuki, difere de todos os outros<br />
métodos de educação musical por desenvolver a<br />
habilidade da mesma forma que se aprende a língua<br />
materna. As crianças aprendem um instrumento<br />
musical através da percepção, repetição e<br />
prática até adquirir a fluência. O segundo passo é<br />
o aprendizado da linguagem propriamente dita,<br />
ou seja, aprender a ler e a escrever música. Essa<br />
metodologia ganhou professores, pais e alunos<br />
no mundo todo. Na Itália, o grande centro Suzuki<br />
fica em Turim. Vale a pena fazer uma pesquisa na<br />
Internet e achar um vídeo do Dr. Suzuki explicando<br />
sobre a sua metodologia de Educação Musical<br />
quando esteve em Turim.<br />
O Retiro de Música Suzuki acontece todos os<br />
anos para que alunos, pais e professores possam<br />
tocar juntos e conviver. A convivência em conjunto<br />
é o grande objetivo da filosofia Suzuki.<br />
As alunas Bianca Sinno do 1º Liceo e Bruna<br />
Aloise da 3ª Primaria participaram do curso de<br />
flauta doce. A ex-aluna da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong>, Laura Oliva, também participou.<br />
Além das aulas de flauta doce, as alunas puderam<br />
assistir concertos, fazer oficinas de vivência<br />
corporal, percussão, conhecer outros alunos<br />
‘suzukis’ e ainda tocar em uma Orquestra.<br />
Temos a certeza de que o VIII Retiro de Música<br />
SUZUKI foi um grande momento musical<br />
para todos!<br />
Para quem quiser participar no próximo<br />
ano, já reserve na agenda o último fim de semana<br />
de Outubro de 2011, a flauta doce, as<br />
partituras, muita vontade<br />
de tocar e dar risadas e comece<br />
a praticar!!!!<br />
“Devemos praticar o<br />
nosso instrumento<br />
musical em todos os<br />
dias que comemos”<br />
Shinichi Suzuki<br />
(1898 - 1998)<br />
20<br />
Depoimentos das alu<br />
Alunas e ex-aluna da <strong>Montale</strong> na<br />
Orquestra do VIII Retiro de<br />
Música Suzuki em Atibaia/SP<br />
Partecipare al VIII Retiro de Primavera<br />
Suzuki è stata un’esperienza<br />
unica! <strong>Il</strong> contatto con persone venute da<br />
diverse parti del Brasile, professionisti,<br />
dilettanti, insegnanti di musica, giovani e<br />
bambini piccolissimi, di 4, 5, 6, oppure 7<br />
anni come mia figlia, che hanno avuto<br />
l’opportunità di scambiare esperienze e<br />
conoscenze. Certamente dovrei fare i<br />
complimenti ai responsabili dell’organizzazione<br />
dell’evento che offriva diversi<br />
tipi di attività oltre alle prove di studio<br />
del proprio strumento. Ci sono state<br />
attività di coscienza del proprio corpo, di<br />
percussione, di canto, importantissime per<br />
uno che intende dedicarsi alla musica. Dal<br />
punto di vista di chi ha partecipato attivamente,<br />
cioè mia figlia Bruna, “è stato<br />
molto bello perché ho visto altre persone<br />
suonare, ho fatto lezione di canto, e ho<br />
visto diversi tipi di fiori” (il posto era bellissimo!).<br />
A lei è dispiaciuto un po il fatto<br />
che non ci siano stati altri alunni della<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria. Secondo lei “quando<br />
andavo a fare lezione con Renata era<br />
ottimo perché la conosco come maestra<br />
e perché la lezione era molto tranquilla.”<br />
Ovviamente rivedere la maestra di musica<br />
è stata per lei una grande allegria e<br />
questo l’ha non solo dimostrato ma<br />
scritto, quando le ho chiesto di raccontare<br />
le emozioni che aveva sentito. E certamente<br />
ha confessato di essere un pó<br />
nervosa durante i concerti<br />
ma questo è stato<br />
un ingrediente in più<br />
aggiunto alla magia dello<br />
spettacolo!”<br />
Maestra Teresa della<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria (mamma<br />
di Bruna Aloise della<br />
III Primaria) raccontando<br />
l’esperienza del VIII<br />
Retiro Suzuki
nas...<br />
Quem nunca sonhou em um dia tocar um instrumento?<br />
Pois é, eu já, mas nunca imaginei<br />
que pudesse ser a flauta doce, principalmente por não<br />
ser tão popular e por sofrer com o preconceito (provado<br />
pelo violinista Fábio Saito no Retiro hahahahaha<br />
haahahahaha).<br />
Quando toco, nem lembro que estou tocando, viajo<br />
com meus pensamentos, reflito sobre os problemas e<br />
me acalmo. Lógico que isso só acontece quando a flauta<br />
está afinada, porque se não, ninguém merece, né?! Por<br />
gostar tanto desse instrumento, logo que a professora<br />
falou do Retiro, eu aceitei! Então minha mãe pagou, e<br />
eu, reservei o hotel. Por ser um convento, tinham algumas<br />
regras a serem seguidas, como não usar roupas muito<br />
curtas, falar baixo, fazer silêncio em alguns momentos.<br />
A viagem até o retiro foi um barato, não parávamos<br />
de rir e conversar, eu a Bianca, a profª Renata e o Gustavo! Chegando lá,<br />
vi que não era nada daquilo que tinha lido no e-mail, era super tranquilo,<br />
o pessoal super legal, simpático, e as ‘Freirinhas’ então, uns amores!<br />
As acomodações e a comida<br />
muito simples e caseiras, mas<br />
muito gostoso, nós mesmas<br />
cuidávamos do nosso quarto,<br />
arrumávamos as camas e pegávamos<br />
água para beber. O lugar<br />
era lindo, cheio de verde e<br />
de flores com um ar super puro.<br />
Até começarem as aulas, uma<br />
atrás da outra, super puxado!!!<br />
Mas felizmente, com a companhia<br />
da Bianca, mesmo nas aulas<br />
mais chatas era impossível<br />
não se divertir!<br />
As aulas de flautas eram um<br />
barato! Sempre nos divertíamos, além<br />
de aprendermos muuuiitto!!<br />
O mais legal de tudo é que tinha<br />
gente de 8 a mais de 60 anos, em uma<br />
sala só! A turma de flauta doce era pequena, com apenas 11 alunos, mas<br />
muito respeitada! Lá aprendi muitas coisas, como tocar em uma flauta de<br />
madeira ao invés da ‘humilde’ (flauta de plástico) e também tive a ótima<br />
experiência de tocar em uma orquestra!<br />
Não dá nem para explicar, é muito legal!!! Só<br />
vivenciando mesmo para entender!<br />
A sua primeira vez em uma orquestra é inesquecível!<br />
Um bando de violinos e violoncelos tocando<br />
sem parar super afinados e logo chega a<br />
parte do solo das flautas, fica tudo baixinho, só<br />
dá você e seu pequeno grupo, o centro das atenções<br />
e então, começa tudo de novo, os sons se<br />
misturam e a melodia vai se formando, até virar<br />
música! Bem que podia ter sido mais tempo, né?<br />
Uma pena que tudo o que é bom passa muito<br />
rápido!<br />
Mas se der tudo certo, o ano que vem estarei<br />
lá de novo e o grupo de flauta estará dobrado! Isso<br />
tudo se deve à profª Renata, porque se não fosse por<br />
ela nada disso teria acontecido!<br />
A base que ela nos deu em relação a flauta foi<br />
ótima, tenho certeza de que todos que tiveram a opor-<br />
Alunos da <strong>Montale</strong> nas<br />
vésperas do Recital da Livraria<br />
Cultura do Shopping Market<br />
Place em Maio de <strong>2010</strong>.<br />
A turma de<br />
flauta doce do<br />
VIII Retiro de<br />
Música SUZUKI<br />
de Atibaia/SP<br />
tunidade de um dia ter aula com a Profª Renata, nunca se esquecerão do<br />
que aprenderam e de como ele é uma ótima professora, para mim, muito<br />
especial! Por isso só tenho a agradecer, por tudo que ela fez! E espero em<br />
breve ter de novo o gosto de fazer uma aula com ela!”<br />
Laura C. Oliva.<br />
21<br />
Alunas e<br />
ex-aluna da<br />
<strong>Montale</strong> na<br />
aula de<br />
flauta doce<br />
do VIII<br />
Retiro de<br />
Música<br />
SUZUKI em<br />
Atibaia/SP<br />
No dia 29, 30 e 31 de Outubro eu, a Laura e a Professora<br />
Renata fomos ao Retiro de Música em Atibaia. No princípio<br />
pensei que seria uma coisa básica, no qual tocaríamos por diversão<br />
somente as músicas que conhecíamos, e que passaríamos a maior<br />
parte do tempo livre. Indo para lá o Gustavo (marido da Professora<br />
Renata) falou que a primeira vez que ele foi a um curso como<br />
aquele, a vida dele tinha mudado, e pensei: que profundo! Será<br />
que ele está brincando ou aconteceu de verdade? Chegamos<br />
lá, e no primeiro dia eu só escutava pessoas tocando,<br />
em todo o lugar, a toda hora, e pensei que jamais<br />
ficaria igual a eles.<br />
O primeiro dia se passou, e esse meu modo de pensar<br />
foi mudando, conheci muita gente nova, músicas novas<br />
e opiniões diferentes, o que pra mim foi realmente incrível.<br />
Foi então que tocamos na Orquestra, foi naquele<br />
momento que pensei “QUE MARAVILHOSO”!<br />
Fiquei fascinada e quando percebi, estava tocando a<br />
toda hora e em todo o lugar, como aquelas pessoas. Foi<br />
muito puxado, toda hora tinha atividade, coisa pra fazer,<br />
estudar, quase nem tinha tempo de tomar banho<br />
direito, acordávamos cedo e dormíamos tarde, mas cada<br />
segundo era único e incrível!<br />
No último dia acordei super feliz porque iríamos tocar muitas<br />
músicas e principalmente porque iríamos tocar com a Orquestra,<br />
mas ao mesmo tempo estava muito triste, porque, como já disse,<br />
era o último dia, e também porque daqui a pouco, iríamos embora<br />
e ainda demoraria um grande tempo para ver a Laura e a Professora<br />
Renata novamente. E cada vez que pensava nisso, ficava triste.<br />
No final tocamos na Orquestra, foi muito divertido e vi a minha<br />
família, da qual estava com muita saudade.<br />
Quando tudo acabou percebi como<br />
passou rápido, como me diverti, brinquei,<br />
ri muito e ao mesmo tempo, aprendi coisas<br />
novas e interessantes.<br />
Quando estava no carro retornando<br />
à São Paulo vi que o Gustavo não estava<br />
falando só por falar, mas sim porque realmente<br />
aconteceu. Esse Retiro me ensinou<br />
muitas coisas novas, mas principalmente<br />
mudou a minha vida. Quarta-feira<br />
na escola, eu só falava do Retiro, dos<br />
acontecimentos e das músicas e agora todos<br />
os dias, estou estudando com mais<br />
entusiasmo ainda, MÚSICA, recapitulando tudo o que já sabíamos<br />
e treinando o que aprendemos.<br />
Preciso dizer que já estou entusiasmada e me preparando para ir<br />
de novo ao Retiro em 2011 e quem sabe, se tudo der certo, em 2012<br />
para Minneapolis (Estados Unidos) no Encontro Internacional.<br />
Enfim, foi maravilhoso e o que eu já gostava de montão (tocar<br />
flauta doce) agora Amo ainda mais e pretendo que a música, a<br />
flauta e tudo o que gira em torno disso, nunca saia da minha vida,<br />
pelo contrário, faça parte cada vez mais de mim!”<br />
Bianca Sinno 1º Liceo
Leitura<br />
Enjoy<br />
the silence<br />
Di Giorgio Bianchini<br />
Si può usare il titolo di una<br />
canzone dei Depeche Mode<br />
per ricordare come il rumore a cui i nostri figli sono<br />
abituati e che si autosomministrano continuamente tra i banchi<br />
di scuola deriva anche e non solo dalla perdita di un’abitudine<br />
che sembra essere caduta in disgrazia: la lettura. Durante la<br />
lettura ci si immerge in un mondo fantastico e la nostra mente<br />
costruisce lo scenario e i personaggi sollevandoci al ruolo di<br />
architetti (Inception, <strong>2010</strong>) nel silenzio totale: ascoltiamo suoni<br />
che non ci sono, vediamo cose che non abbiamo davanti,<br />
annusiamo odori che non ci sono e assaporiamo cibo che non<br />
ci riempie la cavità gastrica.<br />
Per questo approfitto dello spazio che mi è concesso nel<br />
<strong>Girasole</strong> per parlare di un libro che ho letto tempo fa dal titolo<br />
Che la festa cominci, di Niccolò Ammaniti, biologo di<br />
formazione, scrittore di professione. La storia si intreccia a<br />
Roma e dintorni con ampie digressioni contenenti descrizioni<br />
di luoghi e fatti storici poco noti ai non romani; Ammaniti<br />
non resiste alla tentazione di creare personaggi che nonostante<br />
le possibilità non si elevano mai allo status di eroi, come<br />
Fabrizio Ciba, uno dei personaggi centrali del libro,<br />
combattuto tra i buoni propositi e le cattive intenzioni, rapido<br />
come la marea a cambiare idea quando la situazione si fa<br />
pericolosa. Sulla stessa linea Sasà Chiatti, palazzinaro arricchitosi<br />
più o meno legalmente, pensa che tutto al mondo possa<br />
accadere, basta pagare: la festa organizzata a Villa Ada<br />
rappresenta la sua idea di come si possa comprare l’eternità.<br />
Così non resta che a un appartenente a una setta satanica,<br />
Saverio Moneta, l’incarico di portare un minimo di umanità<br />
alla vicenda.<br />
<strong>Il</strong> racconto si svolge in un’atmosfera grottescamente<br />
ridondante e non risparmia colpi di scena continui; secondo<br />
me l’unica caduta di livello c’è nel finale, che sembra forzato<br />
e strapazza alcune leggi evolutive, riportando a galla ricordi<br />
di vecchi film (come ad esempio Bleeders). Nel suo insieme,<br />
però, l’opera si presenta generosa e dirompente, tesa e intricata<br />
nel modo giusto, gustosa e comica anche nei passaggi più<br />
tragici.<br />
Mi sia concesso ricordare che in questi giorni è uscito anche<br />
l’ultimo di Umberto Eco, <strong>Il</strong> cimitero di Praga, che si annuncia<br />
formidabile, come ci ha abituati il geniaccio alessandrino.<br />
Così come ho iniziato citando una canzone, termino con<br />
un invito alla calma, alla riflessione, all’introspezione e al<br />
rispetto verso noi stessi e gli altri usando le parole della stessa:<br />
All I ever wanted<br />
All I ever needed<br />
Is here in my arms<br />
Words are very unnecessary<br />
They can only do harm<br />
22<br />
Una donna,<br />
di Sibilla Aleramo:<br />
un libro sempre attuale per le<br />
giovani generazioni di lettrici<br />
(e di lettori) di oggi<br />
di Maria Cecilia Casini *<br />
C’è un libro che mi piacerebbe consigliare alle giovani<br />
lettrici (ma anche ai giovani lettori) che formano le nuove<br />
generazioni di oggi, specialmente in età scolare. Un libro<br />
che nonostante la grande distanza di tempo che ci separa dalla<br />
sua prima edizione (risalente al 1906) mantiene ancora intatta,<br />
almeno ai miei occhi, la carica di freschezza e di vitalità che<br />
contribuirono a farne un caso unico nel panorama editoriale<br />
italiano dell’inizio del secolo XX. Si tratta di Una donna, di<br />
Sibilla Aleramo, scrittrice piemontese (era nata ad Alessandria<br />
nel 1876) che consumò la sua parabola intellettuale quasi<br />
interamente ai margini della cultura ufficiale dell’epoca. A<br />
parte Una donna, che nel 2003 era giunta, per i tipi di Feltrinelli,<br />
alla quarantottesima edizione, nessun’altra opera della pur varia<br />
produzione dell’Aleramo ebbe mai veramente successo, né<br />
di critica né di pubblico; e la scrittrice, morta ultraottantenne<br />
nel 1960, cadde nel dimenticatoio fino agli anni ’70, quando<br />
venne recuperata in chiave ideologica dalla critica femminista<br />
(bellissimo lo sceneggiato televisivo tratto da Una donna<br />
prodotto all’epoca della R.A.I., con una giovanissima e strepitosa<br />
Giuliana De Sio). Nel 2002 il successo del film Un viaggio<br />
chiamato amore, sulla relazione dell’Aleramo col poeta Dino<br />
Campana, contribuì a riaccendere l’interesse per la scrittrice, di<br />
cui vennero riedite quasi tutte le opere e a cui vennero dedicati<br />
alcuni testi critici nuovi.<br />
Ma come mai, agli albori del XXI secolo, nell’epoca di internet<br />
e you tube, face book e twitter, ci dovremmo ancora interessare<br />
a una scrittrice non esattamente conosciutissima, non<br />
aggiornata dal punto di vista politico, totalmente superata<br />
stilisticamente? Che tipo di libro è Una donna, e perché mai<br />
dovrebbe ancora piacere, come mi auguro, alle giovani lettrici<br />
(e ai lettori) di oggi?<br />
Non si tratta esattamente di un romanzo, ma di una specie<br />
di biografia romanzata dell’autrice, che vi rievoca le vicende<br />
della sua vita a partire dall’infanzia, in Piemonte, fino al<br />
matrimonio forzato, alla nascita dell’unico figlio e al successivo<br />
abbandono del tetto coniugale. <strong>Il</strong> lettore è invitato a seguire le<br />
varie tappe del processo di rivelazione a se stessa della protagonista<br />
e messo in grado di percepire fortemente la realtà dei<br />
fatti. La tecnica di scrittura usata dall’Aleramo implica l’uso<br />
della prima persona per narrare gli eventi, il che permette la<br />
massima identificazione fra autore e personaggio; ma allo stesso<br />
tempo elimina qualsiasi nome che individui i personaggi,<br />
riuscendo così ad arrivare ad un alto livello di astrazione e di<br />
universalizzazione del tema.<br />
Sentiamo Sibilla nel brano d’inizio del libro: “La mia<br />
fanciullezza fu libera e gagliarda. Risuscitarla nel ricordo,<br />
farla riscintillare dinanzi alla mia coscienza, è un vano sforzo.<br />
Rivedo la bambina ch’io ero a sei, a dieci anni, ma come se<br />
l’avessi sognata. Un sogno bello, che il menomo richiamo<br />
della realtà presente può far dileguare. Una musica, fors’anche:<br />
un’armonia delicata e vibrante, e una luce che l’avvolge, e la<br />
gioia ancora grande nel ricordo. Per tanto tempo, nell’epoca<br />
buia della mia vita, ho guardato a quella mia alba come a<br />
qualcosa di perfetto, come alla vera felicità”. La bellezza di<br />
questa pagina colpisce ancor oggi, credo, e vi sono, nel libro,
tante pagine così; ma a volte lo stile si rivela eccessivamente<br />
debitore del dannunzianesimo allora imperante (e non a caso<br />
L’Immaginifico era uno degli autori prediletti dell’Aleramo),<br />
tanto da risultare enfatico, eccessivamente prezioso, espresso<br />
in una lingua amplificata e passionale. Si tratta del resto dello<br />
stile tipico della letteratura d’appendice (e già ‘classico’ di tanta<br />
letteratura femminile) dell’epoca, diretta discendenza<br />
dell’immaginario romantico popolare.<br />
In questa scoperta di sé ruolo determinante ha l’atto della<br />
scrittura, che riscatta la protagonista e la solleva dalla<br />
prostrazione: “Ma qualche giorno dopo [...] mi trovai con la<br />
penna sospesa in cima alla prima pagina del quaderno. Oh,<br />
dire, dire a qualcuno il mio dolore, la mia miseria; dirlo a me<br />
stessa anzi, solo a me stessa, in una forma nuova, decisa, che mi<br />
rivelasse qualche angolo ancora oscuro del mio destino! E scrissi,<br />
per un’ora, per due, non so. Le parole fluivano, gravi, quasi<br />
solenni: si delineava il mio momento psicologico; chiedevo al<br />
dolore se poteva divenire fecondo”. Dunque, siamo davanti a<br />
un libro che non vuole essere solo letteratura (e di fatto<br />
l’Aleramo, a torto o a ragione, si ribellò sempre ai giudizi di<br />
quanto accusavano il suo stile di eccesso di letterarietà), ma in<br />
cui la scrittura rende perfettamente avvertibile il trapasso della<br />
vita sulla pagina, e con una sincerità tale che all’epoca risultò<br />
estremamente scioccante. Fu proprio l’‘integrazione’ di realtà<br />
‘reale’ nel testo letterario, la forte e non capziosa ‘verità’ del<br />
libro, che ne determinò il successo, e che si può avvertire, credo,<br />
ancora oggi.<br />
Se il successo di pubblico fu enorme e immediato (fra l’altro,<br />
se ne fecero subito varie traduzioni, in francese, in tedesco, in<br />
inglese, in russo, in spagnolo, in svedese, in polacco; in Brasile<br />
esiste un’unica traduzione, di Marcella Mortara, del 1984; ma<br />
cominciano ad apparire degli studi a livello universitario<br />
sull’autrice), anche buona parte della critica mostrò di<br />
apprezzare il libro (Graf, Ojetti, Bontempelli, Pirandello ecc.).<br />
Ma vi furono pure reazioni fortemente contrarie, non solo di<br />
intellettuali meno sensibili alla questione dell’emancipazione<br />
delle donne (il libro venne fra l’altro accusato proprio di un<br />
“eccesso di realtà” che non si combinava con la classica scrittura<br />
femminile, sostanzialmente “di fantasia”), ma anche di alcune<br />
femministe storiche italiane, che non accettavano la radicalità<br />
del finale, cioè l’abbandono del bambino da parte della madre.<br />
Una donna si presenta dunque come uno dei documenti<br />
più importanti della letteratura italiana protofemminista (sono<br />
quegli gli anni, in Italia, dell’inizio delle lotte di riconoscimento<br />
dei diritti delle donne). La sua scandalosa carica polemica sta<br />
nella rivendicazione della possibilità di scelta della sua vita da<br />
parte della protagonista femminile, che diventa simbolo di tutte<br />
le donne. In questo senso il libro è un vero e proprio<br />
Bildungsroman (romanzo di formazione) al femminile; una delle<br />
sue novità più grandi, come abbiamo detto, è la totalità<br />
d’esposizione di una vita sofferta e spregiudicata, nell’Italietta<br />
provinciale e benpensante dell’epoca, e la franchezza della<br />
maniera in cui questa vita è messa sotto gli occhi di tutti. Così<br />
facendo l’Aleramo inaugura quel suo personaggio di scandalosa<br />
figura pubblica che non l’abbandonerà più (dai numerosi e<br />
celebri amanti, fino all’adesione al Partito Comunista Italiano<br />
subito dopo la Seconda Guerra Mondiale).<br />
Io lessi Una donna quando frequentavo la scuola media, e<br />
ne rimasi così fortemente colpita che ne ho fatto poi oggetto<br />
della mia tesi di dottorato; mi piacerebbe che anche le mie più<br />
giovani compagne di vita lo leggessero e ne traessero qualche<br />
forma di ispirazione.<br />
* Maria Cecilia Casini insegna Lingua e Letteratura <strong>Italiana</strong> presso il<br />
Dipartimento di Lettere Moderne della Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze<br />
Umane dell’Università di San Paolo (USP). È laureata in Lettere Moderne<br />
all’Università degli Studi di Firenze (UNIFI), Italia; è dottore in Teoria<br />
Letteraria e Letteratura Comparata presso l’USP.<br />
23<br />
Educação<br />
De volta para casa...<br />
Por Silvia Adrião *<br />
Meu interesse e admiração pelo Projeto da <strong>Montale</strong><br />
teve início no ano 2000. Ao ler um artigo em uma<br />
revista especializada em Educação, descobri que havia<br />
uma escola italiana em São Paulo que receberia uma exposição<br />
de Reggio Emilia. Pensei: "Nossa que escola interessante<br />
deve ser esta... trazer Reggio Emilia para o Brasil, que é<br />
até os dias de hoje, considerada a melhor abordagem de<br />
Educação Infantil do mundo! Preciso conhecê-la!"<br />
Desde este primeiro contato, foi só encantamento. Tratei<br />
logo de enviar um currículo, pois queria muito mergulhar<br />
neste universo e aprender mais sobre essa abordagem<br />
educativa. Então veio o convite e assumi as aulas de Língua<br />
Portuguesa na escola primária.<br />
Aprendi muito neste período e tive a oportunidade de<br />
trocar experiências neste espaço em que se respira a diversidade<br />
cultural. Em 2007, afastei-me da escola para ter meu<br />
filho, aproveitei este período para estudar mais e ter outras<br />
vivências na área da Educação.<br />
No início deste ano recebi a proposta de voltar à <strong>Montale</strong><br />
e não tive dúvida. Assumi em fevereiro a direção brasileira da<br />
escola e aqui estou. Aprendo todo dia um pouco mais, procuro<br />
desenvolver um trabalho sólido em parceria com a direção<br />
italiana. Esta escola traduz o verdadeiro significado da palavra<br />
Formação. Aqui eu vejo crianças e jovens rompendo muros<br />
e construindo pontes entre culturas, conhecimentos e línguas<br />
de forma intensa e significativa. Estejam certos de que os<br />
desafios não são poucos, mas a certeza da minha escolha profissional<br />
é hoje uma escolha de Vida que me inspira todos os<br />
dias. Ficarei orgulhosa em saber que pude contribuir, ao menos<br />
em parte, com a trajetória formativa de nossos alunos.<br />
*Silvia Adrião é Diretora Didática da Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>.<br />
Estudo prova que a internet<br />
ca usa burrice aguda<br />
Por Giovanni Episcopo<br />
Em uma resenha interessantíssima sobre o livro de<br />
NICHOLAS CARR, The Shallows: What the internet is<br />
doing to our brains, publicada na revista CartaCapital<br />
de 27 de outubro de <strong>2010</strong>, à p. 72, Thomaz Wood Jr. cita<br />
dados científicos e conclusões extremamente preocupantes<br />
sobre as mudanças substancias, físicas e funcionais, provocadas<br />
em nosso cérebro pelo uso indiscriminado da internet. CARR<br />
apresenta e comenta dezenas de estudos científicos sobre o<br />
funcionamento do cérebro humano. Ele conclui que a<br />
internet, afirma Wood Jr., “está provocando danos em partes<br />
do cérebro que constituem a base do que entendemos como<br />
inteligência, além de nos tornar menos sensíveis a sentimentos<br />
como compaixão e piedade.” Perdemos a capacidade de<br />
desenvolver a nossa memória e de estabelecer raciocínios<br />
mais sofisticados. Temos dificuldade de ler textos mais longos<br />
e elaborados, porque quando navegamos na rede, “nós entramos<br />
em um ambiente que promove uma leitura apressada,<br />
rasa e distraída, e um aprendizado superficial”. A internet<br />
reduz a nossa capacidade de concentração e de reflexão.<br />
Diante do exposto, temos de arregaçar as mangas para salvar<br />
do emburrecimento progressivo as atuais e as futuras gerações.<br />
O dado está lançado!
Passeio<br />
Escursione letteraria<br />
all'insegna dell'otium<br />
di Adriana Grasso * e<br />
Claudia Affonso **<br />
L’otium e il negotium erano due<br />
concetti chiave per la cultura latina.<br />
Per negotium gli antichi intendevano<br />
qualsiasi attività impegnata a servizio dello<br />
stato, per otium, invece, il riposo dall’attività<br />
pubblica, il tempo libero destinato alla vita<br />
privata o agli studi (otium literatum).<br />
L’otium literatum era tutt’altro che un<br />
tempo vuoto, una sosta fine a se stessa, era<br />
un tempo dedicato agli studi letterari e filosofici.<br />
Cicerone lo definiva lo spazio dell’incontro<br />
del soggetto con se stesso e aggiungeva:<br />
“Cosa c’è di più dolce dell’ozio letterario?<br />
Alludo a quegli studi per mezzo dei<br />
da sin. Campana, D'Aprie, Inglese,<br />
Pastore, Marins,Yasmin, Galvez<br />
Apertura<br />
dell’incontro letterario<br />
di Stefano Mazzaferro,<br />
IV Liceo a.s. 2009-<strong>2010</strong><br />
a nostra natura ha due facce, una<br />
L rivolta all’azione, l’altra, alla contemplazione.<br />
Seneca ritiene che affinché<br />
l’uomo possa esprimere il massimo della<br />
sua creatività debba esserci nella sua<br />
esistenza un’ integrazione fra dovere e<br />
piacere, valori identificabili con i due<br />
concetti chiave per la cultura latina di “negotium”<br />
e “otium”.<br />
L’ otium literatum, però, non deve essere<br />
inteso come uno stato improduttivo ma<br />
come un’ attività che mira al raggiungimento<br />
di un equilibrio psico-fisiologico,<br />
presupposto necessario per qualunque<br />
tipo di produzione filosofica o più in<br />
generale creativa.<br />
“La vita contemplativa è più che<br />
legittima, quando però derivi da una<br />
nostra libera scelta e non dall’adesione<br />
passiva ad uno stato d’inattività”.<br />
Seneca, De otio<br />
quali arriviamo a conoscere<br />
l’infinita natura, e il<br />
cielo e la terra e i mari,<br />
mentre siamo ancora nel<br />
mondo”.<br />
Partendo dal concetto<br />
di otium literatum è stata<br />
organizzata il giorno 10<br />
marzo <strong>2010</strong> un’ “escursione letteraria”<br />
all’orto botanico di San Paolo con il III e il<br />
IV liceo.<br />
Lo spazio naturale con la sua bellezza e<br />
il suo armonioso silenzio ha offerto uno<br />
scenario idillico favorevole agli studi e alla<br />
riflessione sui grandi temi della vita.<br />
Ogni alunno ha letto brani filosofici e<br />
poesie di autori latini, italiani e inglesi, stimolando<br />
la riflessione e l’introspezione in<br />
un bellissimo e suggestivo spazio<br />
naturale così differente dalle<br />
quotidiane pareti scolastiche.<br />
Seguono alcune righe del testo<br />
J<br />
Pensieri<br />
di Isadora Martins, IV Liceo<br />
a.s. 2009-<strong>2010</strong><br />
ust the idea of having a day to dedicate<br />
to literature involved by nature is, in<br />
itself, pleasant and drives me into a relaxing state. But after having this experience I can<br />
say it was much more than what I had expected. I started to feel relaxed on Tuesday<br />
evening just because I didn’t have any homework to do! The dream was just starting.<br />
Then, when I woke up on Wednesday and saw it was a beautiful day I was already<br />
enjoying this day out.<br />
At school, my friends and I were excited by this experience, trying to understand<br />
what it would be like. On the bus we started singing and soon we were at the Botanic<br />
Garden. It is a very beautiful place with a lot of greenery, obviously, and there was a<br />
sunny blue sky that completed the great scenery.<br />
We found a place on the lawn near the trees and had a snack, then we started the<br />
presentation. Mazzaferro opened the otium letteratio with an introduction and then<br />
we listened to a lot of poems and texts.<br />
Lying on the lawn with the warmth of the sun on our faces, the teacher put a<br />
melody that reflected the energy of the universe: a melody that put our minds into a<br />
state of calm. We were very relaxed. The teacher guided us to<br />
relax our bodies to get complete tranquility. At the end of this<br />
‘section’ we were different. We were quiet, in a state of<br />
contemplation. We were all one: one with nature, one with<br />
our friends. We were all together. I was much more attentive to<br />
details. I was able to perceive all the aspects of nature: the<br />
wind, the flowers, the little animals, the grass, the sun; everyday<br />
things that don’t usually have a chance to surprise us.<br />
All this presented to me a real and complete state of being<br />
one with nature that made me calm and happy bringing me<br />
a sense of well-being.<br />
L’Otium Letterario<br />
24<br />
III e IV Liceo con la prof. Affonso 2009-<strong>2010</strong><br />
che ha aperto l’incontro letterario dell’alunno<br />
Stefano Mazzaferro, e una riflessione,<br />
scritta dopo l’evento, dell’alunna Isadora<br />
Martins nonché l’elenco dei testi poetici che<br />
hanno ispirato l’immaginazione.<br />
* Adriana Grasso è insegnante di lingua e letteratura<br />
italiana e latina<br />
* * Claudia Affonso è insegnante di lingua e<br />
tetteratura inglese<br />
da sin. Yasmin, Martins, Prof.<br />
Grasso, Pastore eNahhat<br />
Bromélia Imperial
Estufa<br />
Elenco dei<br />
testi poetici<br />
L’Otium Letterario<br />
Corrispondenza<br />
di Baudelaire<br />
I wandered lonely as a cloud<br />
di Wordsworth<br />
To a Skylark<br />
di Shelley<br />
Infinito<br />
di Leopardi<br />
Annabel Lee<br />
di Edgar Allan Poe<br />
Aquela que Soube Amar<br />
trad. di F. Pessoa per il poema<br />
Annabel Lee<br />
The Tyger<br />
di Blake<br />
The Raven<br />
di Edgar Allan Poe<br />
O Corvo<br />
trad. di F. Pessoa per il<br />
poema The Raven<br />
Introduzione<br />
di Holderling<br />
A Song for St. Cecilia’s Day<br />
di Dryden<br />
La pioggia nel pineto<br />
di D’Annunzio<br />
<strong>Il</strong> piacere di vivere in campagna<br />
di Orazio<br />
Carpe Diem<br />
di Orazio<br />
Shall I compare thee to a<br />
Summer’s day<br />
di Shakespeare<br />
Yasmin e Dragone<br />
Jatobá<br />
Fundado em 1928 pelo botânico Frederico<br />
Carlos Hoehne, o Jardim Botânico<br />
da cidade de São Paulo possui 360 mil<br />
metros quadrados de área de vegetação remanescente<br />
de Mata Atlântica com ampla<br />
variedade de espécies típicas de São Paulo e<br />
do Brasil. Além da grande variedade de espécies<br />
da flora brasileira os visitantes também<br />
podem observar diversos animais que habitam<br />
o local.<br />
O Jardim Botânico está inserido em uma<br />
área de preservação e conservação chamada<br />
Parque Estadual das Fontes do Ipiranga (PEFI)<br />
e oferece um roteiro com belas paisagens e<br />
atrações tais como: Jardim de Lineu inspirado<br />
no Jardim Botânico de Upsala na Suécia,<br />
onde trabalhou um dos maiores botânicos:<br />
Carl Linnaeus, as estufas “Dr. Frederico Carlos<br />
Hoehne que simulam o ambiente natural de<br />
espécies como bromélias, orquídeas, palmeiras,<br />
marantas, filodendros, entre outras. Logo<br />
atrás das estufas encontra-se o palmeto histórico<br />
implantado por Carlos Hoehne em 1933<br />
com diversos exemplares de palmeiras como<br />
palmito-juçara Euterpe edulis e jerivá Syagrus<br />
romanzoffiana, além do orquidário e do<br />
bromeliário ambos<br />
com diversos<br />
exemplares belíssimos<br />
de orquídeas<br />
e bromélias.<br />
Os visitantes<br />
não podem deixar<br />
de conhecer o<br />
museu botânico<br />
que tem o objetivo<br />
de complementar<br />
o conhecimento<br />
dos estudantes,<br />
25<br />
Por Marcio De Oliveira*<br />
público e cientistas e a<br />
biblioteca científica<br />
que possui um acervo<br />
altamente especializado<br />
em botânica.<br />
O roteiro de visitas<br />
do Jardim Botânico inclui<br />
também o jardim<br />
dos sentidos em que os<br />
visitantes podem tocar<br />
nas plantas sentindo a<br />
Lago das<br />
Ninfeias<br />
sua textura e aroma. Outro lugar imperdível<br />
é a Trilha da Nascente que possui 360 metros<br />
de extensão com três pontos de observação<br />
de plantas nativas e nascentes. No final do<br />
percurso da trilha observamos uma das nascentes<br />
do Riacho do Ipiranga.<br />
Não podemos deixar de visitar outros lugares<br />
fascinantes do Jardim Botânico como<br />
o Bosque das Imbuias, o Brejo Natural, Bosque<br />
do Pau-Brasil, o Conjunto Escultural à<br />
Paz e à Liberdade, o Túnel de Bambu, Lago<br />
dos bugios e o apaixonante arboreto, local<br />
agradável, com vegetação nativa e que nos<br />
convida para uma boa leitura.<br />
Por fim, o Jardim Botânico tem por objetivo<br />
conscientizar os visitantes para que preservem<br />
o meio ambiente, a importância da<br />
biodiversidade e dos recursos hídricos de<br />
toda a costa litorânea do Brasil. Para isso,<br />
podemos contar com monitores que passam<br />
importantes informações sobre espécies de<br />
plantas da Mata Atlântica, plantas ameaçadas<br />
de extinção, plantas que são utilizadas pelo<br />
homem e por diversas espécies de animais<br />
como mamíferos, répteis, anfíbios e aves.<br />
* Marcio de Oliveira é biólogo e especialista em<br />
análises clínicas.
Livro Arte<br />
Paradise Lost<br />
by Luca Francesco Dello Preite Castro, IV Liceo<br />
Paradise Lost is a religious epic poem<br />
in blank verse written by John Milton,<br />
published in 1667 in twelve<br />
books, as Virgil’s Aeneid. This poem<br />
contains over ten thousand verses and<br />
most of it was written when Milton was<br />
already blind.<br />
This long, but very beautiful, poem<br />
concerns the famous Christian story of the<br />
fall of man, starting from the fall of Lucifer,<br />
later called Satan, the creation of man and<br />
the world, and Satan’s revenge against God,<br />
by tempting man (Adam and Eve) to eat<br />
the forbidden fruit, the original sin, and it<br />
ends with the expulsion of man from the<br />
Garden of Eden.<br />
Although it’s a Christian book, it<br />
contains a lot of references to paganism,<br />
especially Greek mythology; an example<br />
can be found in book 1, where Milton is<br />
cataloging the forces of hell, associating<br />
Greek divinities with one<br />
of the seven chiefs of hell,<br />
where each one is connected<br />
with one of the<br />
Seven Deadly Sins.<br />
In book 1, Milton states<br />
his purpose, which is to<br />
tell the story of the fall of<br />
man, then he begins narrating<br />
the fall of the rebel<br />
angels, whose leader was<br />
Satan, hurling in hell as a<br />
consequence of their<br />
defeat at the war of heaven<br />
against God. When<br />
they arrive in hell, there<br />
is one of the most famous<br />
speeches in the poem,<br />
which contains Satan’s<br />
famous line “Better to<br />
reign in Hell, than serve in Heav’n”<br />
(vv.262).<br />
In book 2, hell forces meet in a council<br />
in order to decide what is to be done. It’s<br />
here that Satan decides to take revenge<br />
against God by corrupting his new<br />
creation, man.<br />
In book 3 the scene switches to Heaven,<br />
where God gives man free will, the capacity<br />
to choose between good and evil. Then<br />
God’s Son offers himself as ransom for<br />
mankind.<br />
In book 4 Satan is in the Garden of Eden,<br />
after going through Heaven’s gate, and<br />
observes Adam and Eve. Here Satan envies<br />
the free will conceded by God to mankind.<br />
So he tries to tempt Eve while sleeping to<br />
eat the forbidden fruit, but is discovered<br />
and expelled from Eden by the angel<br />
Gabriel (later archangel).<br />
In book 5, Eve awakes and relates her<br />
dream to Adam. Here Raphael arrives, by<br />
God’s order, to warn and encourage Adam and<br />
then he tells the story of how Satan encouraged<br />
his followers to revolt against God.<br />
In book 6 Raphael goes on describing the<br />
war of Heaven and how the Son drove Satan<br />
and his followers away.<br />
In book 7 Raphael explains how God<br />
decided to create a new world (Earth). Here<br />
Raphael advises Adam not to eat the forbidden<br />
fruit saying “on the day thou eat’st, thou diest”.<br />
In book 8 Adam narrates the creation of<br />
man from his own perspective, providing a<br />
counterpoint to Raphael’s instruction.<br />
In book 9, Satan turns into in a serpent and<br />
enters Eden, where he succeeds in persuading<br />
Eve to eat the forbidden fruit: “Forth-reaching<br />
to the Fruit, she pluck’d, she ate:/Earth felt the<br />
wound, and Nature from her seat,/ Sighing<br />
through all her works, gave sings of woe,/That<br />
all was lost” (vv. 780-784). Here, Adam,<br />
determined to have the same destiny as his<br />
wife, eats the fruit too.<br />
In book 10, the Son goes<br />
to Eden to pronounce the<br />
sentence of expulsion to<br />
Adam and Eve, cursed to<br />
suffer in life that ends in<br />
death. Here Satan returns<br />
in triumph to hell, where<br />
all his followers have become<br />
serpents, and he<br />
himself turns into the<br />
greatest serpent.<br />
In books 11 and 12 there<br />
is the application of the<br />
sentence, where Adam and<br />
Eve leave Eden, paradise on<br />
Earth, that’s why the name<br />
Paradise Lost, because it tells<br />
The Temptation and Fall of Eve<br />
(1808) di Wlliam Blake (1757-1827) the story of the loss of<br />
Paradise by mankind.<br />
While reading the poem, as it is an epic<br />
poem, you may question yourself: “but who<br />
is the Hero of this story?” Well, it may look<br />
strange, but the epic Hero in the poem is Satan,<br />
because it’s he that has all the characteristics of<br />
the epic hero (leadership, initiative, courage<br />
in refusing to accept defeat). This happens,<br />
maybe because, analyzing all the character of<br />
the poem, Satan is the only one that is not<br />
static, always going after something, not like<br />
the angels and God, that are all static,<br />
conformed with their reality.<br />
Reading Paradise Lost was a pleasure, because<br />
after all it’s an epic, and the way Milton<br />
combines epic, mythology, with religion and<br />
the myth of the creation of man and earth is<br />
very beautiful. It’s interesting to see that Milton<br />
did not deny mythology. Instead he used<br />
it to make his poem even better than the<br />
previous epics, fusing it with religion and<br />
making all one, creating a new concept of<br />
literature.<br />
26<br />
Disegni di<br />
Pierluigi Papaiz<br />
Nel riportare la storia della NABA<br />
vogliamo soprattutto comunicare<br />
che il nostro ex-alunno<br />
Pierluigi Papaiz, che ha ottenuto la<br />
Maturità Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong><br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> nell'anno scolastico<br />
2009-<strong>2010</strong>, si è immatricolato al<br />
primo anno della Naba (Nuova Accademia<br />
di Belle Arti di Milano). Pubblichiamo<br />
tre dei suoi disegni.<br />
NABA è un'Accademia di iniziativa<br />
privata che nasce a Milano nel 1980 per<br />
volontà di Ausonio Zappa, Guido Ballo<br />
e Tito Varisco, con l'obiettivo di contestare<br />
la rigidità della tradizione accademica<br />
e di introdurre visioni e linguaggi<br />
più vicini alle pratiche artistiche contemporanee<br />
e al sistema dell'arte e delle<br />
professioni creative. È riconosciuta dal<br />
Ministero alla Pubblica Istruzione (oggi<br />
MIUR Ministero dell'Istruzione dell'Università<br />
e della Ricerca). Intorno ad essa<br />
si attiva un nucleo di artisti di fama con<br />
forte vocazione alla didattica: fra questi<br />
Kengiro Azuma, Emilio Isgrò, Carlo Mo,<br />
Emilio Tadini, Gianni Colombo, Lucio<br />
Progetto<br />
<strong>Scuola</strong><br />
150 Anni<br />
Grande Italia<br />
L’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong> la classe<br />
terza della <strong>Scuola</strong> Secondaria di I Grado,<br />
attuale prima Liceo, ha partecipato<br />
ad un concorso fotografico indetto<br />
dalla Regione Piemonte in collaborazione<br />
con il Ministero dell’Istruzione italiano ed<br />
organizzato dall’agenzia “Fabbrica”. <strong>Il</strong><br />
concorso rientra nell’ambito di un più ampio<br />
progetto legato alle commemorazioni per i<br />
150 anni dell’unità d’Italia ed aveva lo scopo<br />
di cogliere lo sguardo dei giovani (italiani<br />
all’estero o in qualche modo legati all’Italia)<br />
sull’Italia e sull’italianità nel mondo.Sono<br />
state inviate più di quattromila fotografie<br />
che ritraggono frammenti di italianità di<br />
ogni angolo del mondo.<br />
È con molto orgoglio che comunichiamo<br />
che tra le duecento fotografie selezionate<br />
e che ora fanno parte di una pubblicazione,<br />
sono state scelte tre foto dei nostri alunni e<br />
una di queste “Bexiga, bairro afro-italiano”<br />
è tra le quattro foto vincitrici del concorso.
Del Pezzo, Franco Grignani, Mario Carieri,<br />
Umberto Mariani, Roberto Menghi, Aldo<br />
Montù, Waler Valentini, Gino Negri, Hidetoshi<br />
Nagasawa. E' in particolare Gianni Colombo,<br />
artista e progettista e direttore dal<br />
1985 al 1993, a definire la filosofia formativa<br />
della Accademia. Nell'84, ai precedenti indirizzi<br />
di Pittura, Scultura e Scenografia si<br />
aggiunge l'indirizzo di "Advertising / Graphic<br />
Design" e nell'88 quello di "Moda". Nel<br />
1995, NABA riceve dal Sindaco di Milano<br />
l'attestato di Benemerenza Civica: "NABA è<br />
cresciuta in prestigio e fama tanto da porsi<br />
quale interlocutrice italiana delle Accademie<br />
di Belle Arti in Europa e nel mondo". ?Nel<br />
1997 attiva un diploma in Product Design.<br />
Nel 2002 entra a far parte del Gruppo Bastogi<br />
e integra Futurarium, scuola post universitaria<br />
di estetica fondata da Alessandro<br />
Guerriero, oggi presidente di NABA. La<br />
direzione del nuovo corso é affidata ad<br />
Elisabetta Galasso. Fra il 2003 e il 2004 si<br />
insedia nella nuova e prestigiosa sede di via<br />
Darwin 20 a Milano. ?Dall'anno accademico<br />
2006/2007 sono stati attivati i primi programmi<br />
specialistici: il Biennio Specialistico<br />
in Arti Visive e Studi Curatoriali e i Master in<br />
Digital Exhibit and Set Design, Photography<br />
and Visual Design, in collaborazione con<br />
FORMA, Centro Internazionale di Fotografia,<br />
e con il Politecnico di Milano il Master<br />
internazionale in Landscape Design. Sono<br />
La foto è disponibile sul link:<br />
www.scuola.net/150anni<br />
Pubblichiamo qui di seguito la<br />
lettera che abbiamo ricevuto del<br />
Ministero dell’Istruzione<br />
dell’Università e della Ricerca.<br />
27<br />
partiti a gennaio 2008 il Master in Interior<br />
Design e i Bienni Specialistici in Design della<br />
Comunicazione, Design del Tessuto e dei<br />
Materiali.?Presso NABA è stato inoltre<br />
attivato un nodo del Planetary-Collegium,<br />
programma di PhD in arti e tecnologie<br />
dell'Università di Plymouth. ?A partire<br />
dall'anno accademico <strong>2010</strong>-2011 saranno<br />
attivi due nuovi Bienni Specialistici, in<br />
Design del Prodotto e Film e Video.?Dal 21<br />
dicembre 2009 NABA è entrata a far parte<br />
di Laureate Education, un network internazionale<br />
di università accreditate, che raccoglie<br />
una comunità di più di 550.000<br />
studenti in oltre 100 campus in Nord America,<br />
Sud America, Europa e Asia.<br />
Lettera della<br />
prof.ssa Raffaella Baratta,<br />
responsabile per il progetto<br />
alla <strong>Montale</strong><br />
Carissime colleghe e colleghi,<br />
non posso nascondere di essere emozionata e tanto fiera<br />
del lavoro svolto dai nostri ragazzi e dalla nostra scuola e<br />
vorrei chiedere a tutti voi, non soltanto di abbracciare i<br />
ragazzi da parte mia, ma soprattutto di divulgare questa<br />
notizia tra le famiglie e, ancor più importante, di non<br />
lasciare cadere questo progetto perché avrà un seguito,<br />
ossia vi sarà una seconda fase di scambi tra le scuole in<br />
Italia e le scuole all’estero in vista delle commemorazioni<br />
per l’Unità d’Italia che si terranno nel 2011. Vorrei in special<br />
modo ringraziare la collega Helenice che l’anno scorso<br />
gestiva le uscite formative e che è stata fondamentale<br />
per la realizzazione di questo piccolo progetto.<br />
Approfitto di questa mail per dirvi che mi mancate proprio<br />
moltissimo e che spero di potervi venire a trovare presto.<br />
Siete comunque invitati tutti, quando lo vorrete, a passare<br />
qualche giornata bucolica nelle Marche, a Camporotondo,<br />
in provincia di Macerata, dove sarò lietissima<br />
di ospitarvi: www.ilvolodelfalco.it<br />
Un abbraccio grandissimo a tutti voi,<br />
Raffaella Baratta
Economia<br />
Economia italiana nel contesto<br />
O,<br />
di Christian Vecchi *<br />
uando l'Italia nel 1957 come<br />
membro fondatore divenne<br />
membro dell'allora<br />
CEE con il Trattato di Roma, l'economia<br />
mondiale era diversissima da<br />
oggi nei numeri e negli equilibri<br />
geopolitici. Con l'Unione Europea<br />
ci si trova in una zona di collaborazione<br />
economica nell'ambito della<br />
quale interagiscono 27 paesi (di cui<br />
16 già aderenti all'euro) rispetto ai<br />
soli 6 fondatori di allora.<br />
La visione di una Europa unita contempla<br />
l'intento di fare emergere le sinergie<br />
e le complementarità di Paesi con storie,<br />
culture e modelli economici diversissimi<br />
attraverso il fulcro di una unica moneta<br />
supportata da strutture istituzionali<br />
e regolamenti condivisi, al fine di garantire<br />
pace, prosperità e libertà ad oltre 500<br />
milioni di persone.<br />
Questa ambiziosa interconnessione, che<br />
ha fatto del Vecchio Continente un esperimento<br />
di comunità federale, ha giovato a<br />
tutti i partecipanti in termini di libera circolazione<br />
di persone, merci e servizi, di stabilità<br />
monetaria e coordinamento giuridico.<br />
Ma dal punto di vista prettamente economico<br />
siamo lontani dall'ottimalità ed i<br />
problemi sono emersi ancora più gravi con<br />
l'inasprirsi della crisi globale.<br />
Se in un momento di vigore economico<br />
infatti è assai comodo beneficiarsi della<br />
libertà di commercio, di tassi di interesse<br />
bassi e di un tasso di cambio stabile, le<br />
maglie si fanno strette quando i problemi<br />
iniziano a mordere. Ogni paese della<br />
comunità ,in presenza di stuazioni di crisi<br />
economica soffre per la mancanza dei gradi<br />
di libertà di politica economica che era solito<br />
usare per ammortizzare le fasi difficili.<br />
L'Unione Europea non ha ancora<br />
maturato lo spirito di coordinamento politico<br />
necessario a far sì che le cose funzionino<br />
in modo armonico. Alcuni paesi<br />
presentano maggiore disciplina fiscale,<br />
ossia la macchina statale si impegna a<br />
spendere meno di quanto incassi con le<br />
tasse, mantenendo deficit pubblico sotto<br />
controllo ed amministrando il debito<br />
entro limiti accettabili. Altri faticano ad<br />
amministrare i conti pubblici nonstante i<br />
dichiarati impegni teorici per il rispetto<br />
dei vincoli del Patto di Stabilità.<br />
La recente vicenda della Grecia, sta<br />
ponendo l'Europa alle prese con problematiche<br />
da paesi emergenti. Un maggior<br />
coordinamento delle politiche econo-<br />
miche dovrebbe già essere<br />
in grado di garantire all'eurozona<br />
la stabilità necessaria a<br />
governarsi quasi come un<br />
paese unico. Evidentemente<br />
siamo ancora lontani anche da<br />
questo obiettivo.<br />
La Banca Centrale Europea<br />
(BCE) regola la base monetaria<br />
e stabilisce i tassi di interesse<br />
ritenuti adeguati al ciclo economico,<br />
mirando alla stabilità<br />
dei prezzi con un occhio alle<br />
dinamiche dell'euro sui mercati<br />
internazionali. Ma quando la crisi si fá<br />
più profonda come quella che stiamo vivendo,<br />
la leva monetaria da sola non basta.<br />
Sarebbe necessario poter intervenire<br />
con manovre che abbiano che fare con<br />
l'espansione della spesa pubblica, che<br />
però incontra limiti invalicabili proprio<br />
nelle diverse situazioni dei paesi, alcuni<br />
dei quali presentano fabbisogni finanziari<br />
superiori ai propri mezzi facendo<br />
lievitare i deficit e conseguentemente il<br />
debito pubblico coperto con l'emissione<br />
di nuovi titoli del debito pubblico.<br />
Queste problematiche, certamente<br />
non isolate alla sola Grecia, sono di difficile<br />
soluzione in un contesto di unione<br />
monetaria poichè è improponibile che<br />
tutti i paesi siano disponibili a pagare<br />
per gli squilibri altrui. La conseguenza<br />
è il disordine, la svalutazione della moneta<br />
unica e l'approfondirsi della crisi<br />
che finisce per penalizzare tutti.<br />
In questo contesto l'Italia ostenta innegabili<br />
virtù ma anche cronici vizi che ne<br />
minano drammaticamente il potenziale.<br />
Facendo una rapida carrellata sui vantaggi<br />
competitivi dell' economia del nostro paese<br />
e sui punti di grave scompenso si potrebbe<br />
sintetizzare che l'Italia ha una posizione<br />
geografica strategica e ricchezze culturali<br />
e del territorio; si distingue per imprenditorialità<br />
e creatività, vanta settori di<br />
eccellenza sul proscenio mondiale, ha<br />
una ottima propensione al commercio<br />
con l'estero (nono esportatore di beni e<br />
servizi al mondo). Ma queste importanti<br />
caratteristiche positive vengono inevitabilmente<br />
minate da problemi cronici<br />
che nemmeno a quasi 20 anni dal Trattato<br />
di Maastricht (1992) riesce a scrollarsi<br />
di dosso.<br />
L´economia italiana sta lentamente<br />
scivolando verso il basso nella classifica<br />
della ricchezza prodotta, (7° posto per PIL<br />
ma solo 26° per reddito pro-capite)<br />
condivide con il Giappone la popolazione<br />
28<br />
più vecchia del mondo (media di oltre 42<br />
anni) e non fa bella figura in qualunque<br />
graduatoria di competitivitá, di investimenti<br />
in infrastrutture, ricerca e sviluppo,<br />
deposito di nuovi brevetti. Insomma<br />
l'efficienza paese è soffribile.<br />
<strong>Il</strong> deficit fiscale negli ultimi anni è stato<br />
contenuto dentro la soglia di tolleranza<br />
del 3% del PIL, e oggi non è tra i peggiori<br />
dell'UE e del mondo, il debito<br />
pubblico invece dagli anni '60 resta tra i<br />
più elevati al mondo;, vicino al 120% del<br />
PIL. La crescita annua reale media negli<br />
ultimi 10 anni si è attestata ad un anemico<br />
1,7% (in compagnia della Germania, che<br />
ha però nel frattempo ha assorbito<br />
l'economia della vecchia Germania Est,<br />
e del Giappone, in stagnazione da oltre<br />
15 anni) contro una media dell'economia<br />
globale del 3,4%.<br />
I vincoli alla crescita sono risaputi.<br />
Strozzature delle infrastrutture, eccesso<br />
di costi generati dal sistema e asfissia<br />
provocata all´economia dalla pressione<br />
fiscale di circa il 44% sul PIL, tra le più<br />
alte al mondo.<br />
I vari governi che si sono avvicendati<br />
hanno evitato di affrontare i dolorosi e<br />
cronici problemi di fondo per non<br />
perdere consensi nelle continue convocazioni<br />
elettorali.<br />
Si profila pertanto una congiuntura<br />
che tutti gli italiani bene o male conoscono.<br />
Le aziende annaspano, cercano di<br />
eludere o evadere le tasse, non investono<br />
e non offrono lavoro ai giovani, che<br />
entrano sempre più tardi nel mondo del<br />
lavoro, oberato di regole per proteggere<br />
chi lavora ma che finiscono per danneggiare<br />
chi il lavoro non lo ha. Si va in pensione<br />
troppo presto, si vive di più (cosa<br />
bellissima) ma il sistema pensionistico<br />
langue e stenta a trovare un punto di<br />
equilibrio.<br />
Un gioco senza vincitori insomma,<br />
che alimenta il precariato, esaspera il<br />
conflitto sociale, amplifica l'individualismo<br />
e porta ad una penosa guerra<br />
dei poveri. Una nazione di gente arrabbiata,<br />
esasperata, insoddisfatta mentre<br />
la classe politica nuota nel fango soffocando<br />
le energie del rinnovamento.<br />
Purtroppo per ora il sistema Italia<br />
non è assolutamente all'altezza della<br />
sfida globale. Non si può pretendere di<br />
rimanere tra i grandi del mondo senza<br />
sacrifici. È necessaria una revisione delle<br />
regole che fanno funzionare la democrazia<br />
del nostro paese e una presa di<br />
coscienza degli italiani che debbono
globale<br />
sprovincializzare la loro politica e<br />
inserirsi nel mondo che vuole e deve<br />
cambiare.<br />
Se il precariato e l'abbandono<br />
dello stato sociale sicuramente non<br />
possono accettarsi come fatti inevitabili,<br />
le antiche logiche del posto<br />
fisso, dei sussidi, dei clientelismi, delle<br />
burocrazie bizantine, dei favori e della<br />
malcelata tolleranza verso la criminalità<br />
organizzata non sono compatibili<br />
con un paese che ambisce a crescere<br />
e a mantenersi protagonista del<br />
proscenio mondiale.<br />
Indipendentemente da bandiere<br />
politiche e polemiche di maniera, il<br />
paese deve riuscire a trovare la forza<br />
di reagire riattivando le forze caratteristiche<br />
di un popolo che conosce<br />
la sofferenza e deve capitalizzare tutte<br />
le proprie virtù.. L'Italia non deve<br />
distinguersi soltanto come paradiso<br />
di benessere orgoglioso delle proprie<br />
tradizioni, deve dimostrare nei<br />
fatti la capacità di essere padrona del<br />
proprio destino.<br />
L'auspicio è che a 150 anni dall'Unità,<br />
in un teatro globale sempre più<br />
complesso e mutevole, l'Italia riscatti i<br />
propri valori, investa sulle nuove generazioni<br />
e sappia trarre profitto di una<br />
realtà sociale sempre più multiculturale<br />
e foriera di energie nuove, per<br />
scardinare quanto di peggiore ne limita<br />
una evoluzione più armonica.<br />
* Christian Vecchi ha ottenuto la Maturità<br />
Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong> nel 1989. Si è laureato in Economia<br />
dei Mercati Finanziari presso l'Università di<br />
Bergamo (Italia) nel 1998 con una Tesi in Economia<br />
monetaria internazionale sulle<br />
politiche economiche brasiliane dagli anni '80<br />
al "Plano Real". Ha iniziato il percorso<br />
professionale come economista nella società<br />
di gestione patrimoniale di San Paolo "Hedging<br />
Griffo Asset Management" (1998 - 1999) per<br />
poi approdare alla società di consulenza<br />
macroeconomica di San Paolo "Tendencias<br />
Consultoria Integrada" (1999 - 2000) come<br />
economista dei mercati internazionali.<br />
Rientrato in Italia, diventa socio della società<br />
di gestione patrimoniale italiana "Independent<br />
Global Managers" di Milano, in qualità<br />
di Strategista e Gestore di Portafoglio,<br />
attività che svolge fino al 2007. Attualmente<br />
è Vice Presidente della società di famiglia<br />
"SCAC Fundações e Estruturas" di San Paolo,<br />
in cui svolge mansioni amministrativofinanziarie.<br />
christianvecchi@sodecoin.com.br<br />
Politica<br />
Italia in transito<br />
di Lorenzo Di Muro *<br />
direttamente da Roma<br />
Crisi economica e recessione. Questo è il tema che da<br />
mesi imperversa in ogni ramificazione del panorama<br />
politico-sociale europeo. La classe politica italiana<br />
cerca di farvi fronte attraverso un ridimensionamento generalizzato delle<br />
politiche pubbliche, non tenendo però conto dei molteplici effetti negativi<br />
generati, tra cui l’ormai galoppante indice di disoccupazione. La logica<br />
conseguenza di tale processo è evidente: inflazione alle stelle e famiglie che<br />
si vedono costrette a lottare per arrivare a fine mese. Le nuove leve sono<br />
ovviamente le più colpite da questo fenomeno.<br />
Ne costituiscono la riprova riforme annuali quali la finanziaria che tagliano<br />
fondi delegittimando gli atenei statali in favore di università private, in quanto<br />
tali non accessibili ai più. La realtà purtroppo è che l’istruzione pubblica<br />
superiore, un tempo vanto del Bel Paese, è diventata un lusso.<br />
Non a caso l’apertura del nuovo anno accademico è stato caratterizzato<br />
da proteste propagatesi in tutta Italia, che però non hanno sortito gli effetti<br />
sperati.<br />
Un altro dato preoccupante riguarda il precariato, che secondo i dati<br />
dell’Istat caratterizza oltre 2,5 milioni di italiani. Ci sono casi estremi ma<br />
purtroppo diffusi, di forza lavoro qualificata ma assunta con contratto a<br />
tempo determinato, precari da 15 anni. Con tutta probabilità queste persone<br />
andranno in pensione conservando l’attuale status contrattuale. La maggior<br />
parte dei neolaureati conosce la difficoltà di trovare un impiego consono alla<br />
propria preparazione e cerca quindi di ingegnarsi, adattandosi a svolgere<br />
qualsiasi tipo di attività remunerativa. Una volta si usava dire che prima di<br />
poter lavorare all’estero occorreva farsi un nome e costruirsi una carriera in<br />
patria, oggi accade l’esatto contrario. Non tutti però sono disposti a vendersi<br />
al “meno peggior” offerente e cercano altre strade per affermarsi dal punto<br />
di vista professionale.<br />
Sempre più giovani optano per la difficile scelta di abbandonare il proprio<br />
paese per cercare fortuna in altri lidi, originando il fenomeno denominato<br />
“fuga dei cervelli”. Questa situazione riguarda tutti gli strati della società e i<br />
più svariati impieghi occupazionali.<br />
Nel frattempo la maggioranza parlamentare che dovrebbe occuparsi di<br />
varare norme atte alla risoluzione di queste problematiche scricchiola sempre<br />
più pericolosamente, intenta a giungere all’approvazione della tanto discussa<br />
riforma del sistema giudiziario, su cui però lo scontro con il nascente partito<br />
di Fini (FLI) si fa sempre più acceso.<br />
La partita si gioca anche sul fronte del federalismo fiscale, il cui disegno<br />
solidale dovrebbe basarsi su principi quali l’uniformizzazione dei costi<br />
standard e l’istituzione di un fondo perequativo, che provvederebbe ad<br />
attenuare le differenziazioni mediante una distribuizione delle prestazioni<br />
sociali erogate dalle regioni. La Lega Nord, guidata dal longevo Bossi, spinge<br />
invece per un federalismo figlio di una politica chiaramente improntata sul<br />
regionalismo forte, che acuirebbe le differenze sociali e la discrepanza tra la<br />
situazione del Nord e quella Meridionale.<br />
In ultima analisi potremmo affermare che l’impianto costituzionale italiano,<br />
lo stato sociale il cui asse portante dal dopoguerra in poi è stato<br />
rappresentato da sanità ed istruzione pubblica, appare quanto mai idealmente<br />
superato. Si sta infatti andando verso una direzione incoerente con quella<br />
prospettata dalle forze costituenti.<br />
Trattasi di una scelta conforme alle esigenze di una società italiana in<br />
costante trasformazione?<br />
Ai posteri l’ardua sentenza, ciò che traspare ad oggi è un quadro per le<br />
nuove generazioni che assume contorni alquanto funesti.<br />
* Lorenzo Di Muro ha ottenuto la Maturità Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong>. Attualmente studia giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma.<br />
29
Lingua<br />
X Settimana della lingua italiana nel mondo<br />
Si è svolta il 9 agosto <strong>2010</strong> a partire<br />
dalle 10 la presentazione dei lavori<br />
degli alunni di I e II Liceo nell'ambito<br />
delle celebrazioni della decima edizione della<br />
Settimana della lingua italiana nel mondo.<br />
Presenti il Dirigente Scolastico Prof. Augusto<br />
Bellon, il vice presidente del Comitato<br />
Gestore Dott. Nelson Castro, le direttrici<br />
Paola Capraro e Silvia Adrião, la coordinatrice<br />
Cassia dos Santos, genitori, docenti<br />
e alunni. Gli alunni della II Liceo hanno<br />
presentato a grandi linee la storia delle prime<br />
immigrazioni italiane a San Paolo con<br />
particolare riguardo all'uso e le trasfor-<br />
<strong>Il</strong> linguaggio<br />
della devozione<br />
La festa di Nossa<br />
Senhora Achiropita<br />
di Beatriz Di Pilla, Bianca Sinno, Gabriela Soares,<br />
Gianmarco Castro, Giovanna Souza,<br />
Leonardo Ortigosa, Luna Borelli, Marcello Meale,<br />
Maria Clara Sosa, Michele Dessi.<br />
a cura di Giacomo Cenci *<br />
La nostra indagine si è concentrata sulla<br />
devozione alla Madonna dell’Achiropita, che<br />
i calabresi immigrati a San Paolo all’inizio del<br />
XX secolo hanno portato con loro.<br />
<strong>Il</strong> lavoro è stato condotto su due fronti: da<br />
una parte, una vera e propria ricerca di campo,<br />
che ci ha portato a visitare la parrocchia<br />
di “Nossa Senhora Achiropita”, situata nel<br />
quartiere Bixiga della nostra città, per<br />
conoscere personalmente i luoghi della<br />
devozione e conversare con il parroco e i<br />
responsabili dell’organizzazione degli eventi<br />
religiosi e culturali legati alla festa, la quale si<br />
celebra tutti gli anni in agosto. Tale visita ci<br />
ha permesso anche di toccare con mano come<br />
la spiritualità di cui è permeata la devozione<br />
a Maria si converta in azioni concrete a favore<br />
<strong>Il</strong> prof. Giacomo amorevolmente<br />
circondato dai suoi alunni della I Liceo.<br />
Una lingua per amica: l'italiano nostro e degli altri<br />
mazioni della lingua italiana nella megalopoli<br />
paulistana. Gli alunni della I Liceo hanno<br />
elaborato un piccolo documentario sul linguaggio<br />
della devozione avendo come elemento<br />
centrale la festa di Nossa Senhora Achiropita,<br />
che è stata introdotta<br />
dagli immigrati calabresi a<br />
San Paolo all'inizio del Novecento.<br />
Alle 11,20 è stata inaugurata<br />
la mostra "Giotto, un<br />
mondo nuovo" con l'esposizione<br />
artistica dei lavori degli<br />
alunni della classe III Liceo. Si<br />
tratta di un Giotto interpre-<br />
dei più poveri ed emarginati.<br />
Abbiamo conosciuto, infatti,<br />
parte del lavoro sociale che<br />
viene portato avanti proprio<br />
grazie a quanto viene ricavato<br />
con la festa: abbiamo<br />
visitato il doposcuola per i<br />
ragazzi appartenenenti alle<br />
famiglie più carenti della<br />
comunità, così come la mensa<br />
che tutti i giorni sfama più di<br />
un centinaio di persone meno<br />
abbienti. Abbiamo compreso,<br />
quindi, come non possa<br />
esistere contemplazione<br />
senza azione.<br />
L’altro fronte della nostra<br />
ricerca ha avuto un carattere<br />
più teorico. Abbiamo scelto tre aspetti concreti<br />
del linguaggio della devozione e abbiamo<br />
cercato di sviscerarne i significati. Tali aspetti<br />
sono la processione, la benedizione e la promessa.<br />
Quanto segue rappresenta la sintesi delle<br />
indagini svolte, le quali ci auguriamo che<br />
possano contribuire alla preservazione e alla<br />
divulgazione di un patrimonio culturale e<br />
linguistico di fondamentale importanza, che<br />
è quello della pietà popolare, espressione<br />
peculiare dell’italianità.<br />
La Madonna Achiropita<br />
Si narra che, nel 580 d.C., il capitano Maurizio,<br />
portato dai venti marittimi, arrivò in un<br />
villaggio calabrese chiamato Rossano Calabro.<br />
<strong>Il</strong> monaco Éfrem lo incontrò e gli disse che<br />
non erano stati i venti a portarlo lì, ma Nostra<br />
Signora, affinché, quando fosse diventato<br />
imperatore, le potesse costruire un tempio in<br />
suo onore.<br />
Nel 582 d.C. Maurizio diventò imperatore<br />
e iniziò la costruzione del tempio, che fu eretto<br />
30<br />
tato ai tropici. Gli alunni hanno svolto una<br />
ricerca artistica su come l'estetica europea non<br />
si fissa, ma si trasforma in suolo brasiliano. Da<br />
ultimo ma non meno importante è stata<br />
allestita una esposizione fotografica con le<br />
foto premiate dei nostri<br />
alunni che hanno partecipato<br />
al Progetto "150 anni -<br />
Grande Italia" promosso dal<br />
Ministero dell'Istruzione,<br />
dell'Università e della Ricerca<br />
Italiano - Ufficio Scolastico<br />
Regionale per il Piemonte -<br />
da La Fabbrica.<br />
in poco tempo. Un fatto<br />
strano destò l’attenzione<br />
della comunità: l’immagine<br />
di Nostra Signora, la quale<br />
veniva dipinta durante il<br />
giorno sulla parete principale<br />
della cappella, di notte<br />
scompariva.<br />
Una notte, all’improvviso,<br />
apparve una bellissima<br />
signora, che chiese al custode<br />
posto a guardia del<br />
tempio di potervi entrare.<br />
Così fu. Passate diverse ore,<br />
visto che la donna non<br />
usciva, preoccupato, il custode<br />
entrò, ma non incontrò<br />
nessuno. Vide, invece,<br />
che la donna con cui aveva parlato si trovava<br />
dipinta sulla parete, nelle bellissime sembianze<br />
di Nostra Signora. A quel punto, il popolo<br />
raggiunse il tempio e, tra lacrime e canti,<br />
cominciò a gridare: “Achiropita, Achiropita!”,<br />
termine dialettale calabrese di<br />
derivazione greca, che significa “non dipinta<br />
da mano d’uomo”.<br />
Le guancie di Nostra Signora Achiropta<br />
sono cicciottelle e rossastre e la madonna<br />
porta in braccio un bambino che le assomiglia<br />
molto. <strong>Il</strong> suo viso ha una tonalità scura,<br />
abbronzato dal sole. L’immagine, quindi, è<br />
di una donna tipicamente calabrese, normalmente<br />
robusta. Sia la mamma che il<br />
bambino usano corone dorate ed orecchini<br />
brillanti. Qualsiasi vestito indossi, la calabrese<br />
usa sempre degli orecchini.<br />
Nel corso degli anni la devozione alla<br />
Madonna Achiropita è cresciuta sempre di<br />
più nel sentimento dei fedeli, fino ad arrivare<br />
a San Paolo, all’inizio del XX secolo, per<br />
mano degli immigrati calabresi stabilitisi nel<br />
quartiere Bixiga.<br />
* Giacomo Cenci è docente di religione.
Dai bellissimi e vibranti versi di<br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> trapela la ricerca<br />
inquieta dell’animo umano per il<br />
significato della propria esistenza.<br />
Ex voto<br />
Accade<br />
che le affinità d’anima non giungano<br />
ai gesti e alle parole ma rimangano<br />
effuse come un magnetismo. È raro<br />
ma accade.<br />
Può darsi<br />
che sia vera soltanto la lontananza,<br />
vero l’oblio, vera la foglia secca<br />
più del fresco germoglio. Tanto e altro<br />
può darsi o dirsi.<br />
Comprendo<br />
la tua caparbia volontà di essere<br />
sempre assente<br />
perché solo così si manifesta<br />
la tua magia. Innumeri le astuzie<br />
che intendo.<br />
Insisto<br />
nel ricercarti nel fuscello e mai<br />
nell’albero spiegato, mai nel pieno,<br />
sempre<br />
nel vuoto: in quello che anche al<br />
trapano<br />
resiste.<br />
Era o non era<br />
la volontà dei numi che presidiano<br />
il tuo lontano focolare, strani<br />
multiformi multanimi animali<br />
domestici;<br />
fors’era così come mi pareva<br />
o non era.<br />
Ignoro<br />
se la mia inesistenza appaga il tuo<br />
destino,<br />
se la tua colma il mio che ne trabocca,<br />
se l’innocenza é una colpa oppure<br />
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,<br />
di te tutto conosco, tutto<br />
ignoro.<br />
Cultura<br />
Instituto Norberto Bobbio: em defesa<br />
da democracia e dos direitos humanos<br />
Por Raymundo Magliano Filho e Camila Perruso<br />
OInstituto Norberto Bobbio – Cultura,<br />
Democracia e Direitos Humanos tem<br />
como principal objetivo a promoção<br />
da cultura dos direitos humanos, com ênfase<br />
em ações para o desenvolvimento cultural,<br />
artístico, social e educacional, visando o fortalecimento<br />
da sociedade civil.<br />
Por meio das diretrizes oferecidas pelo<br />
pensamento do filósofo italiano Norberto<br />
Bobbio são realizadas diversas ações no sentido<br />
da efetivação dos direitos humanos e<br />
do fortalecimento da democracia. Assim, o<br />
Instituto Norberto Bobbio tem em suas vertentes<br />
de atuação:<br />
- Apoiar, realizar e promover cursos, congressos,<br />
estudos, palestras, simpósios, pesquisas,<br />
relacionados aos temas correlatos a cultura,<br />
democracia, direitos humanos e pensamento<br />
de Norberto Bobbio.<br />
- Constituir e manter acervo especializado no<br />
pensamento de Norberto Bobbio, bem como<br />
de temas afins aos objetivos do Instituto.<br />
- Apoiar e promover a democracia e os direitos<br />
humanos junto às empresas, com o fim<br />
de popularizar tais conceitos no ambiente<br />
corporativo.<br />
- Realizar e incentivar projetos de educação<br />
em direitos humanos junto às comunidades.<br />
Considera-se que a sociedade civil é ator<br />
fundamental para o desenvolvimento de uma<br />
cultura de direitos humanos, razão pela qual<br />
o Instituto Norberto Bobbio visa disseminar<br />
tais valores junto à sociedade, por meio de<br />
educação e ações de cidadania.<br />
Para Bobbio, há três formas de fundar os<br />
valores de direitos humanos, deduzindo-os<br />
de um objeto constante, da natureza humana;<br />
considerando-os como verdades evidentes<br />
em si mesmas; e que em um dado<br />
período histórico eles são aceitos e apoiados<br />
no consenso, “o que significa que um<br />
valor é tanto mais fundado quanto mais é<br />
aceito” 1 . Desta feita, já é provado que as<br />
duas primeiras maneiras não têm base racional<br />
e não se confirmaram – o autor aponta<br />
como o direito natural dos jusnaturalistas<br />
não sustentou a não violação de direitos<br />
humanos, assim como a evidência das verdades<br />
para um momento histórico pode ser<br />
diferente em outro, a exemplo da sacralidade<br />
da propriedade privada na Declaração<br />
Francesa que, hoje, não encontra mais<br />
amparo em termos de valores de direitos<br />
humanos. Resta então, a última forma de se<br />
consagrar valores, considerando que sua<br />
eleição a esta categoria depende exclusivamente<br />
daquilo que os homens decidiram.<br />
Assim, a Declaração Universal dos Direitos<br />
Humanos é o maior sistema de valores comuns<br />
universal na história da humanidade,<br />
porque baseada no consenso acerca de sua<br />
31<br />
validade. “[...] toda a humanidade partilha<br />
alguns valores comuns; [...] universal<br />
significa não algo dado objetivamente,<br />
mas algo subjetivamente acolhido pelo<br />
universo dos homens” 2 .<br />
Nessa dimensão, o Instituto visa qualificar<br />
o debate na sociedade em torno das<br />
questões da democracia e dos direitos humanos,<br />
justamente no sentido de fortalecêlas,<br />
tendo sempre como paradigma e princípio<br />
os valores da paz, da transparência e<br />
do acesso. Assim, a esse debate soma-se<br />
aquilo que Bobbio declarou acerca da<br />
interdependência dos direitos humanos,<br />
da democracia e da paz, que são três momentos<br />
necessários do mesmo movimento<br />
histórico: sem direitos do homem reconhecidos<br />
e efetivamente protegidos não<br />
existe democracia, sem democracia não<br />
existem as condições mínimas para a solução<br />
pacífica dos conflitos que surgem entre<br />
os indivíduos, entre grupos e entre as<br />
grandes coletividades tradicionalmente indóceis<br />
e tendencialmente autocráticas que<br />
são os Estados, apesar de serem democráticas<br />
com os próprios cidadãos 3 .<br />
HISTÓRICO<br />
Em 2005 foi criado, no âmbito da<br />
Bolsa de Valores de São Paulo – BOVES-<br />
PA, o Centro de Estudos Norberto Bobbio,<br />
idealizado para pesquisar e divulgar<br />
o legado do pensador italiano no<br />
Brasil, que dedicou sua vida a reflexões<br />
fundamentais sobre democracia, direitos<br />
humanos, sociedade civil. Desde sua<br />
fundação, o Centro promoveu diversos<br />
eventos científicos e a publicação de duas<br />
obras inéditas de Norberto Bobbio em<br />
português: Da estrutura à função e O<br />
terceiro ausente. Os projetos desenvolvidos<br />
pelo Centro de Estudos foram incorporados<br />
ao escopo de atuação do Instituto<br />
Norberto Bobbio no fim de 2009.<br />
O Centro de Estudos Norberto Bobbio<br />
nasceu inspirado no Centro Studi Piero<br />
Gobetti, organização que preserva o legado<br />
intelectual de Bobbio na Itália.<br />
O Instituto localiza-se na Av. Ipiranga,<br />
344, 2o andar, Edifício Itália –<br />
Circolo Italiano – Centro, e é aberto<br />
para visita de segunda a sexta-feira, das<br />
10h às 18h. Para mais informações visite<br />
o site: www.instituto norberto<br />
bobbio.org.br e o blog: www. nor<br />
bertobobbio. wordpress.com<br />
1 BOBBIO, Norberto. A Era dos Direitos. Rio de<br />
Janeiro: Campus, 2004, p. 47.; 2 Idem, p. 48.; 3 Idem,<br />
p. 223.
Letteratura<br />
O,<br />
Un anno con Rodari<br />
di Yara Alberio<br />
uesto è l'anno di Gianni<br />
Rodari! Novant'anni dalla<br />
sua nascita, trenta dalla sua<br />
morte e quaranta dal Premio Andersen.<br />
Per l'occasione gli amanti del<br />
maestro di Omegna hanno organizzato<br />
in tutta Italia convegni,<br />
spettacoli, mostre, concorsi... e<br />
tanti momenti di letture e giochi.<br />
Non poteva mancare un omaggio<br />
fatto dai nostri bambini ad uno dei<br />
più grandi autori della letteratura<br />
per l'infanzia.<br />
Da piccola ricordo che c'era a casa<br />
un'edizione de "Le favole al telefono"<br />
dalla copertina bianca e sgualcita.<br />
Letto e riletto, era uno dei miei<br />
libri preferiti, in cima alle richieste dei<br />
libri per la buona notte. Non aveva<br />
illustrazioni, eppure il ricordo dei personaggi<br />
di quelle favole ancora oggi<br />
è vivo nella mia memoria. Personaggi<br />
costruiti volta per<br />
volta, ad ogni nuova<br />
lettura, in un lavoro<br />
di cucitura degno<br />
dei grandi sarti.<br />
Quale meraviglia<br />
provo oggi nell'osservare<br />
dietro gli<br />
occhi lucidi e attenti<br />
dei miei alunni<br />
le stesse mani<br />
invisibili che tessono<br />
idee, immagini,<br />
poesie. Gianni<br />
Rodari continua a<br />
vivere nelle scuole proprio per la<br />
capacità che hanno le sue parole di<br />
suscitare altri racconti, stimolando<br />
un gioco dove non c'è posto per la<br />
paura di sbagliare, inventando,<br />
trasformando, costruendo<br />
e ricostruendo<br />
trame, personaggi e luoghi<br />
del pensiero.<br />
Con l'intento di farvi<br />
conoscere un grande riferimento<br />
della cultura italiana<br />
(tradotto anche in<br />
portoghese!) e di arricchire<br />
il repertorio di canzoni,<br />
filastrocche e racconti<br />
in italiano, dedichiamo<br />
questo spazio del<br />
<strong>Girasole</strong> a Gianni Rodari.<br />
Riportiamo inoltre alcuni<br />
lavori svolti dagli alunni della <strong>Scuola</strong><br />
Primaria ispirati al grande maestro<br />
della fantasia.<br />
Girotondo in tutto il mondo<br />
Per il Giorno dei Bambini gli alunni della classe<br />
quinta primaria, assieme all'insegnante Sonia<br />
Migliore, hanno voluto festeggiare tutti i bambini<br />
del mondo, illustrando la filastrocca "Girotondo<br />
in tutto il mondo", esposta in occasione della X<br />
Settimana della Lingua <strong>Italiana</strong>.<br />
Girotondo in tutto il mondo<br />
Filastrocca per tutti i bambini,<br />
per gli italiani e per gli abissini,<br />
per i russi e per gli inglesi,<br />
gli americani ed i francesi,<br />
per quelli neri come il carbone,<br />
per quelli rossi come il mattone,<br />
per quelli gialli che stanno in Cina<br />
dove è sera se qui è mattina,<br />
per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci<br />
e dormono dentro un sacco di stracci,<br />
per quelli che stanno nella foresta<br />
dove le scimmie fan sempre festa,<br />
per quelli che<br />
stanno di qua<br />
o di là,<br />
in campagna<br />
od in città,<br />
per i bambini di<br />
tutto il mondo<br />
che fanno<br />
un grande<br />
girotondo,<br />
con le mani<br />
nelle mani,<br />
sui paralleli e sui<br />
meridiani.<br />
Tante storie per giocare<br />
I bambini della classe seconda<br />
primaria si sono divertiti a leggere<br />
ed ascoltare le storie dai tanti finali<br />
contenute nel libro "Tante storie<br />
per giocare". Inoltre, facendo un<br />
esercizio di fantasia e di scrittura<br />
collettiva che sarebbe piaciuto<br />
molto a Rodari, hanno inventato<br />
un nuovo finale per il racconto "<strong>Il</strong><br />
cane che non sapeva abbaiare".<br />
Abbiamo preso come idea di<br />
partenza il finale scritto da Isabela,<br />
per poi giocarci, ribaltandolo,<br />
trasformandolo e creando infine<br />
un finale per tutti e di tutti. Vi<br />
proponiamo il racconto con i tre finali scritti da<br />
Rodari ed in più il nostro.<br />
32<br />
IL CANE CHE NON<br />
SAPEVA ABBAIARE<br />
C'era una volta un cane che non sapeva<br />
abbaiare. Non abbaiava, non miagolava,<br />
non muggiva, non nitriva, non sapeva<br />
fare nessun verso. Era un cagnetto solitario,<br />
chissà come era capitato in un paese senza<br />
cani. Per conto suo non si sarebbe nemmeno<br />
accorto che gli mancava qualcosa.<br />
Erano gli altri a farglielo capire. Gli<br />
dicevano:<br />
- Ma tu non abbai?<br />
- Non saprei... io sono forestiero...<br />
- Senti che risposta. Non lo sai che i cani<br />
abbaiano?<br />
- A che scopo?<br />
- Abbaiano perché sono cani. Abbaiano<br />
ai vagabondi di passaggio, ai gatti<br />
dispettosi, alla luna piena. Abbaiano quando<br />
sono contenti, quando sono nervosi,<br />
quando sono arrabbiati. Di giorno, per lo<br />
più, ma anche di notte.<br />
- Sarà, ma io...<br />
- Ma tu, cosa? Tu sei un fenomeno, va Ià:<br />
un giorno o l'altro ti metteranno sul<br />
giornale.<br />
<strong>Il</strong> cane non sapeva che cosa rispondere a<br />
queste critiche. Non sapeva abbaiare e<br />
Primo finale<br />
<strong>Il</strong> cane correva. Capitò in un prato nel<br />
quale pascolava tranquillamente una<br />
vaccherella.<br />
- Dove corri?<br />
- Non so.<br />
- Allora fermati. Qui c'è dell'ottima<br />
erba.<br />
- Eh, non è l'erba che mi può guarire...<br />
- Sei malato?<br />
- Altroché. Non so abbaiare.<br />
- Ma se è la cosa più semplice del<br />
mondo! Ascolta me: muuh... muuh...<br />
muuh... Non è un bel verso?<br />
- Non c'è male. Però non sono sicuro<br />
che sia il verso giusto. Tu sei una<br />
mucca...<br />
- Naturale che sono una mucca.<br />
- Io no, io sono un cane.<br />
- Naturale, che sei un cane. E con ciò?<br />
Niente ti impedisce di imparare il mio<br />
linguaggio.<br />
- Che idea! Che idea! - esclamò il cane.<br />
- Quale?<br />
- Quella che mi sta venendo in questo<br />
momento. Imparerò i versi di tutti gli<br />
animali e mi farò scritturare da un circo<br />
equestre. Avrò un successone,<br />
diventerò ricco e sposerò la figlia del re.<br />
Del re dei cani, s'intende.<br />
- Bravo, l'hai pensata bella. E allora,<br />
al lavoro. Ascolta bene:<br />
muuh...muuh...muuh...<br />
- Muuh... - fece il cane.<br />
Era un cane che non sapeva abbaiare, però<br />
aveva molta disposizione per le lingue.
non sapeva come fare per imparare.<br />
- Fa' come me, - gli disse una volta un galletto,<br />
che aveva compassione di lui. E lanciò due o<br />
tre sonori chicchirichi.<br />
- Mi sembra difficile, - disse il cagnetto.<br />
- Macché, è semplicissimo. Ascolta bene, fa<br />
attenzione al mio becco. lnsomma, osservami<br />
e cerca di imitarmi.<br />
II galletto fece un altro chicchirichi.<br />
<strong>Il</strong> cane si provò a fare lo stesso, ma gli uscì di<br />
bocca solo un "goffo checchè", che mise in<br />
fuga le galline spaventate.<br />
- Fa niente, - disse il galletto, - per la prima<br />
volta è anche troppo. Riprova, dai.<br />
<strong>Il</strong> cagnetto riprovò una volta, due, tre.<br />
Riprovò tutti i giorni. Si esercitava di nascosto,<br />
dalla mattina alla sera. Qualche volta, per<br />
esercitarsi con più libertà, andava nel bosco.<br />
Una mattina, mentre stava per l'appunto nel<br />
bosco, gli riuscì di fare un chicchirichi così<br />
vero, così bello e forte che la volpe lo sentì e<br />
pensò tra sé: "Finalmente il gallo è venuto a<br />
trovarmi. Correrò a ringraziarlo per la visita...".<br />
E difatti si mise a correre, ma non<br />
dimenticò di portarsi forchetta, coltello e<br />
tovagliolo perché per una volpe non c'è<br />
colazione più appetitosa di un bel galletto.<br />
Si può capire come rimase male quando, al<br />
posto del gallo, vide il cane che, accucciato<br />
sulla propria coda, lanciava uno dopo l'altro<br />
quei chicchirichi.<br />
- Ah, - disse la volpe, - così stanno le cose, mi<br />
Secondo<br />
finale<br />
<strong>Il</strong> cane correva,<br />
correva. Incontrò un<br />
contadino.<br />
- Dove scappi?<br />
- Non lo so<br />
nemmeno io.<br />
- Allora vieni a casa<br />
mia. Ho giusto<br />
bisogno di un cane<br />
che mi faccia la<br />
guardia al pollaio.<br />
- Io ci verrei, ma vi<br />
avviso: non so<br />
abbaiare.<br />
- Meglio. l cani che<br />
abbaiano fanno<br />
scappare i ladri. Te,<br />
invece, non ti<br />
sentiranno, si<br />
faranno vicini e tu<br />
potrai azzannarli,<br />
così avranno la<br />
punizione che si<br />
meritano.<br />
- Ci sto, - disse il cane.<br />
E fu così che iI cane<br />
che non sapeva<br />
abbaiare trovò un<br />
impiego, una catena<br />
e una scodella di<br />
zuppa tutti i giorni.<br />
Terzo finale<br />
avevi teso un tranello.<br />
- Un trane<strong>Il</strong>o?<br />
- Ma certo. Mi hai fatto credere che ci fosse<br />
un gallo sperduto neI bosco e ti sei nascosto<br />
per acchiapparmi. Meno male che ti ho visto<br />
in tempo. Questa, però, è caccia sleale. I cani,<br />
di solito, abbaiano per avvertirmi che<br />
arrivano i cacciatori.<br />
- Ti assicuro che io... Ecco, vedi, non pensavo<br />
mica alla caccia. Ero venuto qui per fare<br />
esercizi.<br />
- Esercizi? E di che genere?<br />
- Mi esercito per imparare ad abbaiare. Ho<br />
quasi imparato, senti come lo faccio bene.<br />
E giù un sonorissimo chicchirichi.<br />
La volpe voleva scoppiare dalle risate. Si rotolava<br />
per terra, si teneva la pancia, si mordeva i baffi<br />
e la coda. ll nostro cagnetto ne fu tanto<br />
mortificato che se ne andò via in silenzio, a<br />
muso basso, con le lacrime agli occhi.<br />
C'era, lì vicino, un cúculo. Vede passare il<br />
cane, si impietosisce.<br />
- Che cosa ti hanno fatto?<br />
- Niente.<br />
- E allora perché sei tanto triste?<br />
- Eh... così e così... è perché non riesco ad<br />
abbaiare. Nessuno mi insegna.<br />
- Se è solo per questo, ti insegno io. Ascolta<br />
bene come faccio e cerca di fare come me:<br />
cucù... cucù... cucù... Hai capito?<br />
- Mi sembra facile.<br />
- Facilissimo. Io Io sapevo fare anche<br />
<strong>Il</strong> cane correva, correva. A un tratto si fermò. Che<br />
strana voce, aveva sentito. Bau, bau, faceva, bau, bau.<br />
"Questo verso mi dice qualcosa, - pensò il cane, -<br />
eppure non riesco a capire che razza di animale sia<br />
quello che lo fa".<br />
- Bau, bau.<br />
"Sarà la giraffa? No, forse il coccodrillo. È un animale<br />
feroce, il coccodrillo. Dovrò avvicinarmi con cautela".<br />
Strisciando tra i cespugli il cagnetto si avviò nella<br />
direzione da cui giungeva quel bau, bau che, chissà<br />
perché, gli faceva battere tanto forte iI cuore sotto il<br />
pelo.<br />
- Bau, bau.<br />
- Toh, un altro cane.<br />
Sapete, era proprio il cane di quel cacciatore che<br />
poco prima aveva sparato quando aveva sentito<br />
cucù.<br />
- Ciao, cane.<br />
- Ciao, cane.<br />
- Mi sai dire che verso stai facendo?<br />
- Verso? Per tua norma e regola io non faccio versi, io<br />
abbaio.<br />
- Abbai?? Tu sai abbaiare??<br />
- Naturale. Non pretenderai che barrisca come un<br />
elefante o che ruggisca come un leone.<br />
- AIIora mi insegni?<br />
- Non sai abbaiare?<br />
- No.<br />
- Ascolta e guarda bene. Si fa così: bau, bau...<br />
- Bau, bau, - disse subito il nostro cagnetto. E tra sé<br />
pensava, commosso e felice: "Finalmente ho trovato<br />
il maestro giusto".<br />
33<br />
da piccolo. Prova: cucù... cucù...<br />
- Cu... - fece il cane. - Cu... Provò quel giorno,<br />
provò il giorno dopo. In capo a una<br />
settimana ci riusciva già abbastanza bene.<br />
Era proprio contento e pensava: "Finalmente,<br />
finalmente comincio ad abbaiare sul<br />
serio. Adesso non potranno più prendermi<br />
in giro".<br />
Proprio in quei giorni si aprì la caccia.<br />
Vennero nei boschi molti cacciatori, anche<br />
di quelli che sparano a tutto quello che<br />
sentono e vedono. Sparerebbero a un<br />
usignolo, sparerebbero. Passa un cacciatore<br />
di quel tipo lì, sente uscire da un<br />
cespuglio cucù... cucù..., punta il fucile e -<br />
pam! bang! - lascia partire due colpi. I<br />
pallini, per fortuna, non colpirono il cane.<br />
Gli sfiorarono soltanto le orecchie, facendo<br />
ziip ziip, come nei fumetti. II cane, via a<br />
gambe. Ma era molto meravigliato: "Quel<br />
cacciatore dev'essere impazzito, se spara<br />
anche ai cani che abbaiano...". <strong>Il</strong> cacciatore,<br />
intanto, cercava l'uccello. Era sicuro di<br />
averlo ammazzato.<br />
- Deve averlo portato via quel cagnaccio,<br />
chissà da dove è saltato fuori - brontolava.<br />
E per sfogare la sua rabbia sparò a un<br />
topolino che aveva messo la testa fuori della<br />
sua tana, ma non Io prese. <strong>Il</strong> cane correva,<br />
correva...<br />
Quarto finale!<br />
<strong>Il</strong> cane correva, correva finché incontrò quattro<br />
cani in una bella fattoria dove c'erano tanti<br />
fiori, alberi e un laghetto con i pesci. <strong>Il</strong> cane si<br />
emozionò davanti a tanta bellezza e pensò di<br />
aver finalmente trovato degli amici che<br />
potevano insegnargli ad abbaiare.<br />
<strong>Il</strong> cane si avvicinò un po' timidamente ai quattro<br />
cani e chiese: - Permesso, qualcuno di voi<br />
può insegnarmi ad abbaiare? - Nessuno di noi<br />
sa abbaiare - rispose il cane più vecchio - ma<br />
sappiamo la lingua di tutti gli animali che<br />
vivono in questa fattoria: quella delle papere,<br />
degli uccellini, dei maiali, delle rane, dei gatti<br />
e delle pecore. Abbiamo provato a imparare<br />
la lingua dei pesci ma loro non parlano!<br />
Improvvisamente arrivarono cinque cani: uno<br />
veniva dagli Stati Uniti, un altro dal Giappone,<br />
un altro ancora era inglese di Londra e gli altri<br />
due erano, uno brasiliano e uno italiano, ma<br />
nessuno di loro sapeva abbaiare!<br />
I cani, che erano diventati dieci, volevano<br />
imparare ad abbaiare, ma non sapevano come.<br />
Mentre discutevano per capire come fare, il<br />
cane più piccolino vide muoversi una cosa<br />
dietro a un cespuglio. Andò a vedere e trovò<br />
un altro cane, che sapeva abbaiare e finalmente<br />
insegnò a tutti come si faceva.<br />
Antonio Altieri<br />
Caio Altieri<br />
Enzo Gorga<br />
Filippo Traverso<br />
Gustavo Altieri<br />
Isabela Rososchansky<br />
Maddalena D'Ettorre<br />
Maria Aliberti<br />
Maria Eduarda Tarallo<br />
Maria Eduarda De Sá<br />
Mathias Porretti<br />
Matilde Barberis<br />
Paola Buoninfante<br />
Renata Poli<br />
Stefano Assef
Le Parole<br />
Testo di Gianni Rodari,<br />
musica di Sergio Endrigo e Bacalov<br />
[Compito: per domani scriverete dieci<br />
nomi comuni, dieci nomi propri,<br />
dieci nomi collettivi, dieci nomi astratti,<br />
dieci nomi concreti,<br />
dieci nomi primitivi, dieci nomi derivati,<br />
dieci diminutivi,<br />
dieci accrescitivi, dieci dispregiativi, dieci<br />
nomi composti,<br />
dieci nomi maschili, dieci nomi<br />
femminili, dieci dipendenti,<br />
dieci promiscui, dieci nomi difettivi, dieci<br />
Biografia di<br />
Gianni Rodari<br />
a cura di Sonia Migliore<br />
U<br />
omo semplice, schivo e riservato,<br />
Gianni Rodari ha lasciato nelle sue<br />
opere pochi ricordi della sua infanzia. Nasce<br />
in Piemonte, ad Omegna, nel novarese,<br />
il 14 aprile del 1920, da una modestissima<br />
famiglia: i suoi genitori erano un fornaio<br />
ed una casalinga. Rimasto orfano di padre<br />
all'età di nove anni, si trasferisce con<br />
la madre e il fratello in Lombardia, a Gavirate<br />
(Va), dove frequenta le elementari.<br />
Dopo le medie, si iscrive all'Istituto Magistrale<br />
di Varese e nel 1938 consegue il diploma<br />
di maestro con un anno di anticipo<br />
e con ottimi voti. Mentre insegna come<br />
supplente nelle scuole elementari del Varesotto<br />
fino al 1943, si iscrive a lingue<br />
all'Università Cattolica di Milano, senza<br />
tuttavia riuscire a laurearsi. Contemporaneamente<br />
studia musica e violino.<br />
In questo periodo della sua giovinezza<br />
povera e stentata forma con due amici un<br />
gruppo musicale e va a suonare nei cortili,<br />
nelle osterie e durante i matrimoni: in<br />
queste occasioni apprende dalla viva voce<br />
dei contadini racconti, proverbi, filastrocche<br />
e canzoni, facendo così i primi<br />
incontri con la cultura popolare.<br />
Oltre che da ristrettezze economiche,<br />
per lui come per molti giovani della<br />
generazione nata insieme al Fascismo,<br />
l'adolescenza e la giovinezza è stata<br />
caratterizzate da inquietudini e turbamenti,<br />
incertezze e contraddizioni, ma<br />
soprattutto dalla ricerca di valori diversi<br />
da quelli imposti dalla scuola e dalla cultura<br />
di regime. Timido, introverso, con<br />
pochissimi amici, fin dall'adolescenza è un<br />
ragazzo sensibile e piuttosto solitario,<br />
poco incline a stringere amicizia con i<br />
suoi coetanei; s'interessa di filosofia, di<br />
letteratura tedesca, di storia dell'arte e<br />
delle religioni. Tale è l'interiorità di<br />
Rodari e la sua intensa spiritualità.<br />
nomi indeclinabili,<br />
dieci sovrabbondanti, dieci arcaismi, dieci<br />
neologismi, dieci barbarismi, dieci...]<br />
Abbiamo parole per vendere,<br />
Parole per comprare,<br />
Parole per fare parole.<br />
Andiamo a cercare insieme<br />
Le parole per pensare.<br />
Andiamo a cercare insieme<br />
Le parole per pensare.<br />
Abbiamo parole per fingere,<br />
Parole per ferire,<br />
Parole per fare il solletico.<br />
Durante l'ultimo anno di guerra entra<br />
nella Resistenza e, subito dopo la Liberazione<br />
nazionale, lascia definitivamente l'insegnamento<br />
per il giornalismo e diventa<br />
dirigente del PCI a tempo pieno. Dal 1945<br />
dirige a Varese il settimanale "L'Ordine<br />
Nuovo" e agli inizi del 1947 passa all'edizione<br />
milanese del quotidiano "L'Unità".<br />
Trasferitosi a Roma nel 1950, riceve<br />
l'incarico di fondare e dirigere il settimanale<br />
per ragazzi "<strong>Il</strong> Pioniere", cui dà un<br />
significativo contributo come scrittore e<br />
come organizzatore di un progetto<br />
educativo. Contemporaneamente pubblica<br />
le sue prime opere in volume: nel '50<br />
"<strong>Il</strong> libro delle filastrocche", nel '51 "<strong>Il</strong><br />
romanzo di Cipollino", nel '52 "<strong>Il</strong> treno<br />
delle filastrocche" e "Le carte parlanti".<br />
Si sposa con Maria Teresa Ferretti dalla<br />
cui unione nasce la figlia Paola. Nel 1956<br />
rientra a "L'Unità" di Roma come capocronista,<br />
mentre nel 1958 è a "Paese Sera" in<br />
qualità di inviato speciale, commentatore<br />
e corsivista con lo pseudonimo di "Benelux",<br />
incarico che manterrà fino alla sua<br />
scomparsa.<br />
La svolta avviene agli inizi degli anni<br />
Sessanta, quando pubblica per un importante<br />
editore torinese, Giulio Einaudi, nel<br />
'60 le "Filastrocche in cielo e in terra" e nel<br />
'62 "<strong>Il</strong> pianeta degli alberi di Natale". Ad un<br />
Rodari ancora sperimentale e neorealista della<br />
produzione dei primi anni Cinquanta, ne<br />
subentra uno più raffinato, più fresco ed<br />
immediato, più spontaneo ed aperto,<br />
influenzato dalla poetica surrealista, uno<br />
scrittore che non si rivolge più soltanto alla<br />
34<br />
Andiamo a cercare insieme,<br />
Le parole per amare.<br />
Andiamo a cercare insieme<br />
Le parole per amare.<br />
Abbiamo parole per piangere,<br />
Parole per tacere,<br />
Parole per fare rumore.<br />
Andiamo a cercare insieme<br />
Le parole per parlare.<br />
Andiamo a cercare insieme<br />
Le parole per parlare.<br />
Per sentire la canzone: http://www.youtube.com/<br />
watch?v=Zpc8TE6J5Wo<br />
gioventù di un partito, ma a tutti i ragazzi<br />
dell'Italia repubblicana e democratica.<br />
Già conosciutissimo in Russia, nei primi<br />
anni Sessanta, lo scrittore di Omegna diventa<br />
improvvisamente famoso anche in Italia. Le<br />
sue opere sono ricercate da un pubblico sempre<br />
più vasto, mentre sue novelle, poesie e<br />
filastrocche sono riportate nei testi scolastici<br />
delle elementari e delle medie. Viene invitato<br />
dai docenti ad illustrare in dibattiti e<br />
convegni le sue "tecniche fantastiche"; dà<br />
inizio ad una serie di incontri con gli scolari<br />
di tutta la penisola durante i quali il temperamento<br />
di quest'uomo, normalmente di<br />
poche parole, si tramuta in un rapporto fresco,<br />
naturale, spontaneo.<br />
Vince nel 1970 il Premio Andersen, prestigioso<br />
riconoscimento alla sua opera di<br />
scrittore per l'infanzia.<br />
E' inoltre impegnato in alcuni programmi<br />
della RAI per bambini, ma anche in altre<br />
collaborazioni: per dieci anni pubblica<br />
racconti e favole sul "Corriere dei Piccoli" ,<br />
dal '68 al '77 dirige la rivista "<strong>Il</strong> giornale dei<br />
genitori", scrive sul settimanale "Rinascita" e<br />
su riviste pedagogiche quali "Riforma della<br />
<strong>Scuola</strong>" e "<strong>Scuola</strong> e città". Le opere pubblicate<br />
nel corso degli anni Settanta non sono<br />
rivolte soltanto all'infanzia, ma costituiscono<br />
proposte per tutti i lettori, senza distinzione<br />
di età: "Tante storie per giocare" nel '71, "Novelle<br />
fatte a macchina", "I viaggi di Giovannino<br />
Perdigiorno", la "Grammatica della fantasia"<br />
nel '73, la "Filastrocca di Pinocchio" e<br />
"Marionette in libertà" nel '74, "C'era due<br />
volte il barone Lamberto", nel '78.<br />
Gianni Rodari muore a Roma il 14 aprile<br />
1980 per collasso cardiocircolatorio, a seguito<br />
di un intervento operatorio per liberare una<br />
vena occlusa nella gamba sinistra.<br />
Saranno pubblicati postumi "<strong>Il</strong> gioco dei<br />
quattro cantoni" ('81)), "<strong>Il</strong> cane di Magonza"<br />
('84), "<strong>Il</strong> secondo libro delle filastrocche"<br />
('85), "Filastrocche per tutto l'anno" ('86),<br />
"Gli esami di Arlecchino" ('87), "<strong>Il</strong> giudice a<br />
dondolo" ('89), "<strong>Il</strong> cavallo saggio" ('90).<br />
Dal 1992 le opere di Rodari sono illustrate<br />
per la Einaudi Ragazzi dal fumettista Altan.
Opinione<br />
Cultura e lingua<br />
dell'opera lirica italiana<br />
di Loredana Caprara *<br />
L’opera lirica sta acquistando, o<br />
riacquistando, spazio a São Paulo, e<br />
non solo in teatri specializzati, come<br />
il São Pedro o il Municipal, ma anche in<br />
altri, come il Cultura Artistica o il Joâo Caetano<br />
che a volte presentano opere intere<br />
o in concerto. <strong>Il</strong> pubblico si interessa e<br />
applaude. Per non parlare poi di canali<br />
televisivi come Film & Arts che offre spesso<br />
messe in scena bellissime di spettacoli<br />
d’opera o di balletto esibiti nei maggiori<br />
teatri e festival mondiali. Anche in alcuni<br />
cinema e istituzioni culturali l’opera<br />
occupa spazi privilegiati. L’Istituto Italiano<br />
di Cultura presenta serie di opere<br />
italiane in video con pregevoli presentazioni<br />
del Prof. Sergio Casoy il quale, in<br />
questo primo semestre del <strong>2010</strong>, tiene un<br />
bellissimo corso al MUBE sullo stesso tema.<br />
La Cultura Inglese, a sua volta, ha presentato<br />
per un certo periodo video<br />
d’opera molto interessanti nel suo grande<br />
auditorium di Pinheiros.<br />
Esibizioni tutte che indicano un interesse<br />
rinnovato e diffuso per questo<br />
genere di spettacolo, da far risalire, forse,<br />
agli indimenticabili concerti che tre noti<br />
tenori con in testa Pavarotti avevano<br />
portato anni addietro nei principali centri<br />
d’Europa e d’America. In quei concerti la<br />
musica operistica italiana era al primo posto<br />
e riscuoteva applausi di folle oceaniche.<br />
Non di rado, rivedendoli in DVD, si nota<br />
l’emozione di molti spettatori e ci si chiede<br />
la ragione di tanto entusiasmo che presupporrebbe<br />
una precedente conoscenza<br />
della musica, della trama e del testo cantato.<br />
Anche se non ce ne accorgevamo,<br />
l’interesse per l’opera si era mantenuto<br />
vivo, benché durante lunghi anni non lo<br />
immaginassimo molto diffuso fuori<br />
dall’Italia. Invece un largo pubblico ancora<br />
ne apprezzava la musica, ne ricordava<br />
l’intreccio e persino le parole che<br />
ripeteva accompagnando i cantanti.<br />
La sufficienza di molti italiani di buona<br />
cultura per l’opera, vista come le telenovelas<br />
dell’Ottocento, per le sue melodie<br />
orecchiabili, le trame melodrammatiche e<br />
il fraseggio antiquato e retorico, non regge<br />
alla prova dei fatti. Non che in queste<br />
affermazioni non ci sia un po’ di verità,<br />
specie se partiamo da una visione elitistica,<br />
raffinata e aristocratica dello spettacolo<br />
teatrale. Ma se ci liberiamo dai vecchi<br />
pregiudizi e consideriamo l’opera lirica da<br />
un punto di vista musicale e comunicativo,<br />
dobbiamo riconoscere che la maggior<br />
parte delle opere continuano a risvegliare<br />
emozioni e a centrare in modo vivace<br />
l’aspetto culturale e linguistico del loro<br />
tempo. Ancora oggi, appena un po’<br />
sveltite e accorciate, reggono al confronto<br />
con spettacoli più attuali, per il fascino<br />
della musica e l’emozione delle parole.<br />
Per ovvii motivi di spazio ci limiteremo<br />
a considerare il repertorio operistico<br />
ottocentesco che più spesso appare sulle<br />
nostre scene, pur ricordando che l ’opera<br />
non si limita a questo periodo e che fin dal<br />
Settecento era stata al centro della cultura<br />
musicale europea. L’opera italiana ha<br />
origini ancora precedenti, secentesche, con<br />
l’Orfeo di Monteverdi (1607) quando<br />
fusione e concordanza di parole e musica<br />
si realizzano una prima volta in un<br />
capolavoro musicale. Ma l’Orfeo è una<br />
favola pastorale in cui l’eredità classicistica<br />
rinascimentale è dominante e rimarrà tale<br />
a lungo nella linea aulica e ricercata della<br />
tradizione italiana rivolta a un pubblico<br />
di elite. Una maggiore attualità di<br />
contenuti si nota solo nell’opera buffa<br />
napoletana del 700. Trascurata all’inizio<br />
come genere inferiore (risaliva a rozze farse<br />
accompagnate da musica popolare),<br />
l’opera buffa nelle mani di alcuni musicisti<br />
di talento produsse capolavori come La<br />
serva padrona di Pergolesi (1733) o <strong>Il</strong><br />
matrimonio segreto di Cimarosa (1792),<br />
opere che trascendono l’aspetto iniziale<br />
puramente comico, per il loro livello<br />
musicale e per riflettere, almeno la<br />
seconda, un po’ della malinconia del momento<br />
storico tra la Rivoluzione Francese<br />
e la successiva invasione e dominazione<br />
napoleonica di Napoli e dell’Italia.<br />
Prima di questi tragici avvenimenti<br />
l’opera aveva conquistato l’Europa. Da<br />
Madrid a Parigi e a Londra, da Amsterdam<br />
a Mosca e soprattutto a Vienna è incontestabile<br />
il trionfo dell’opera italiana, in<br />
lingua italiana. A Vienna, poeti di corte<br />
saranno gli italiani Apostolo Zeno e Metastasio.<br />
Molti melodrammi di quest’ultimo<br />
autore e poeta notevolissimo saranno<br />
35<br />
musicati da musicisti importanti tra cui<br />
Gluck. Tra i musicisti della corte viennese<br />
c’era Salieri, l’antagonista di Mozart,<br />
autore di decine di opere di successo cantate<br />
in italiano. Non c’è dunque da meravigliarsi<br />
se Mozart affida ad un librettista<br />
italiano, Lorenzo Da Ponte, grande artista<br />
della parola, la stesura dei libretti di tre<br />
delle sue maggiori opere: Le nozze di<br />
Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte.<br />
L’italiano dei libretti d’opera viaggiava<br />
attraverso l’Europa e spesso era una lingua<br />
più semplice e fruibile del contemporaneo<br />
italiano letterario.<br />
Così proprio la grande diffusione degli<br />
spettacoli d’opera in Italia - di cui fanno<br />
fede i numerosissimi teatri in tutta la<br />
penisola dal nord al sud, favorisce una prima<br />
diffusione o per lo meno una comprensione<br />
generalizzata della lingua nazionale,<br />
prima che si potesse parlare dell’Italia come<br />
nazione. Ci si può chiedere come mai nel<br />
Settecento sorgano tanti teatri d’opera in<br />
tutta l’Italia. La ragione forse va vista nella<br />
progressiva laicizzazione <strong>Il</strong>luminista della<br />
vita e della cultura, perciò la musica, che<br />
nel periodo della Controriforma era<br />
ascoltata dal popolo nelle chiese, da allora<br />
possiede uno spazio e forme proprie.<br />
Ma torniamo alla lingua. Nei versi<br />
manzoniani di Marzo 1821, la gente italiana<br />
appare una d’arme, di lingua, d’altare / di<br />
memorie, di sague e di cor. Un popolo che<br />
combatteva, parlava, pregava, ricordava<br />
e amava in modi simili o uguali. Versi non<br />
molto belli, ma è importante l’accenno<br />
all’unità della lingua da parte del Manzoni,<br />
un autore che di lingua se ne intendeva.<br />
Ma perché pensare alla lingua dell’opera<br />
e non alla lingua letteraria? Io direi che è<br />
per la sua maggior diffusione. Se cerchiamo<br />
di esaminare un po’ più a fondo la<br />
realtà linguistica italiana in quel tempo,<br />
troveremo molte sfaccettature. Nel mettere<br />
a fuoco la fruizione degli spettacoli<br />
d’opera, ad esempio, scopriamo che è<br />
attraverso la comprensione e la ripetizione<br />
cantata di arie e di brevi dialoghi che si<br />
stava creando in Italia una lingua comune.<br />
E la lingua è espressione di un immaginario<br />
popolare comune, composto da episodi<br />
storici, sentimenti, atteggiamenti diffusi in<br />
tutta la penisola.<br />
Nell’Ottocento, l’opera entra nel vivo<br />
della problematica del suo tempo. Una<br />
problematica all’inizio solo romantico<br />
sentimentale con Bellini e Donizetti, più<br />
tardi con Verdi anche politica e nazionale,<br />
in cui avrà gran parte l’idea della libertà<br />
da conquisatre e da mantenere. A questi<br />
contenuti l’opera presterà i suoi mezzi
espressivi: musica e parola. Se essere un<br />
popolo, significa avere la coscienza di un<br />
passato comune, indifferentemente se<br />
esistito di fatto o solo immaginato e creduto,<br />
l’opera ottocentesca contribuisce alla<br />
formazione del popolo italiano e lo associa<br />
alla lingua, altro elemento fondamentale<br />
dell’identità. Spesso è attraverso<br />
l’opera che molti italiani apprendono<br />
rudimenti di storia patria, si rendono conto<br />
di appartenere a uno stesso paese, in cui<br />
c’è un modo di vivere e di sentire non molto<br />
differente da regione a regione, dove ci<br />
sono valori familiari e costumi religiosi in<br />
cui tutti si riconoscono, espressi in una lingua<br />
non ancora parlata dalla maggioranza,<br />
ma in gran parte capita dagli spettatori.<br />
Si sta creando una prima forma di identità<br />
comune di popolo e non solo di elite.<br />
Forse non tutti sanno che nei loggioni<br />
dei teatri italiani, a poco prezzo, artigiani e<br />
lavoratori entravano spesso, col loro libretto<br />
in mano, aperto durante lo spettacolo, a<br />
seguire parola per parola il testo cantato,<br />
che poi ricantavano (magari limitandosi<br />
alle arie più orecchiabili), nelle lunghe ore<br />
del lavoro manuale. Naturalmente sto<br />
parlando di una realtà cittadina, diversa<br />
da quella delle campagne e delle regioni<br />
di montagna, portatrici di una diversa<br />
civiltà e cultura poplare, più tradizionale,<br />
arcaica e chiusa in se stessa, anche se questo<br />
è l’aspetto dell’Italia meglio conosciuto in<br />
Brasile attraverso l’immigrazione che ha<br />
portato fino qui molte migliaia di contadini<br />
analfabeti. Ma è interessante saper<br />
distinguere e riconoscere le differenti realtà<br />
che vivevano a fianco a fianco nella penisola,<br />
nelle città e nelle campagne, per non<br />
fare di ogni erba un fascio, immaginando<br />
fino quasi ai nostri giorni un’Italia solo<br />
dialettofona e analfabeta, come spesso ho<br />
sentito dire anche da persone di una certa<br />
cultura. Non voglio dire che nelle città<br />
italiane, grandi e piccole, non si parlasse<br />
dialetto fino a metà del secolo scorso ed<br />
anche un po’ più tardi. Dico soltanto che il<br />
quadro era spesso più sfumato di quanto<br />
non si creda e che spesso il bagaglio<br />
linguistico della maggioranza di quelli che<br />
non vivevano confinati in casa era abbastanza<br />
ampio da contenere, già nell’Ottocento,<br />
molte frasi ed espressioni della<br />
futura lingua nazionale.<br />
Senza voler sottovalutare l’importanza<br />
di altri musicisti insigni dell’inizio del secolo<br />
XIX, dal nostro punto di vista, si può<br />
senz’altro affermare che il grande artefice<br />
della diffusione culturale e linguistica in<br />
tutte le classi sociali cittadine dell’Italia<br />
ottocentesca fu senza alcun dubbio Giuseppe<br />
Verdi. La sua capacità comunicativa<br />
rende funzionale la musica all’azione<br />
drammatica con un tratto inconfondibile<br />
di passionalità e di umanità, rende veri i<br />
suoi personaggi e imprime nel cuore degli<br />
ascoltatori le parole da essi pronunciate in<br />
memorabili arie, duetti, dialoghi e cori.<br />
Parole che poi spesso vengono riusate, per<br />
lo meno in alcuni contesti: frasi d’amore,<br />
per esempio, o espressioni di sentimenti<br />
elevati ecc.<br />
L’amore trova accenti dolcissimi e<br />
universali: ...amor ch’è palpito / dell’universo<br />
intero, / misterioso, altero,/ croce e<br />
delizia / e delizia al cor. Non so se si possa<br />
ripetere ancor oggi qualcosa di simile, ma<br />
senza dubbio sono parole che rimangono<br />
impresse nella mente di molti e che alcuni<br />
osano, sì, ripetere, magari, perché no, con<br />
un lieve sorriso o una sottintesa ironia,<br />
come si conviene a ciò che ci tocca profondamente.<br />
Anche la fede religiosa, la<br />
fede in Dio, non nei suoi ministri, si esprime<br />
in parole che non dimentichiamo: ah, della<br />
traviata sorridi al desio;/ a lei, deh,<br />
perdona; tu accoglila o Dio. Inoltre Verdi<br />
dà agli spettatori del suo tempo e a noi<br />
tutti struggenti melodie che cantano<br />
l’amor di patria. Dal Nabucco (1842), il cui<br />
bellissimo coro fu spesso indicato come un<br />
possibile inno nazionale in cui il popolo<br />
potesse riconoscersi, all’Aida (1870),<br />
l’amore di patria e l’allusione all’esilio così<br />
comune in quei tempi, trovano voci indimenticabili:<br />
...l’aure dolci del suolo natal...<br />
oh mia patria sì bella e perduta ... le<br />
memorie nel petto riaccendi ... il sacro suol<br />
protegge ... nembo gentil di fiori / stenda<br />
sull’armi un vel ... per noi di gloria / sia<br />
l’avvenir segnato / né mai ci colga il fato /<br />
che i barbari colpì.../ O cieli azzurri...o dolci<br />
aure native../. o verdi colli, o profumate<br />
rive.../ O patria mia, mai più ti rivedrò.<br />
Anche molti immigrati, magari analfabeti,<br />
cantavano queste parole e si identificavano<br />
con tali concetti e sentimenti.<br />
Pochi esempi già ci hanno dato l’idea<br />
del pathos che il discorso verdiano risveglia<br />
negli animi degli italiani. Ed è naturale che<br />
espressioni cosí dense di significato e di<br />
emozione rimangano impresse e, all’occorrenza,<br />
vengano ripetute e non solo cantate<br />
in musica come allora molti facevano.<br />
Sono espressioni che, stereotipate a forza<br />
di venir ripetute, ritroviamo molte volte<br />
nel linguaggio degli italiani di quegli anni<br />
lontani, quando l’Italia conquistava passo<br />
dopo passo la sua libertà ed unità e la sua<br />
lingua di comunicazione.<br />
Vista sotto quest’angolo l’opera dell’Ottocento<br />
non è più puro divertimento,<br />
come era stata nel periodo precedente, ma<br />
ha una funzione educatrice, è scuola di<br />
nuovi valori e di una nuova lingua. E se le<br />
sue immagini mettono radici così profonde<br />
nell’anima è perché c’è in esse<br />
qualcosa di universale, condiviso da tutti,<br />
nella penisola intera e, come abbiamo visto,<br />
oltre la penisola.<br />
* Loredana Caprara è docente in pensione del<br />
Dipartimento di Lettere Moderne della Facoltà di<br />
Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell’Università<br />
di San Paolo (USP) e collabora col Programma di<br />
Pós-Graduação in Lingua <strong>Italiana</strong><br />
36<br />
Concurso<br />
Concor<br />
Due alunni della<br />
<strong>Montale</strong> vincono<br />
il primo e il<br />
secondo premio<br />
al Concorso<br />
Letterario<br />
Siamo orgogliosi di informare<br />
che l’allieva Paola<br />
Coccioli (III Liceo) e l’allievo<br />
Fabio Piatti (IV Liceo) hanno vinto<br />
rispettivamente il primo e il<br />
secondo posto del Concorso di<br />
Scrittura Letteraria nell’ambito<br />
della XX Settimana della Lingua<br />
nel Mondo. La premiazione ha<br />
avuto luogo il 21 ottobre, alle ore<br />
17,00, presso la Livraria Cultura<br />
all’interno dello Shopping Market<br />
Place. Dopo la premiazione ci è<br />
stato un incontro con la scrittrice<br />
di romanzi, racconti e testi teatrali<br />
Christiana de Caldas Brito, che ha<br />
scritto l’incipit [in corsivo] del<br />
racconto.<br />
Ideato dalla prof.ssa Maria Cecilia<br />
Casini, docente di Lingua e<br />
Letteratura <strong>Italiana</strong> presso il Dipartimento<br />
di Lettere Moderne della<br />
Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze<br />
Umane dell’Università di San<br />
Paolo (USP), al concorso hanno<br />
partecipato varie associazioni e<br />
enti locali come la <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong>, il Collegio Dante Alighieri,<br />
l’Instituto Cultural Ítalo-Brasile,<br />
il COMITES, la FECIBESP e l’A.E.D.A.<br />
(Associazione degli ex-alunni del<br />
Colégio Dante Alighieri). Oltre il<br />
40 quindi il numero dei lavori presentati<br />
e valutati da una apposita<br />
commissione esaminatrice.<br />
Pubblichiamo qui di seguito i<br />
testi dei vincitori del concorso,<br />
preceduti dal commento espresso<br />
dalla commissione esaminatrice<br />
Buona lettura!!!
o di scrittura<br />
La ragazza-bambina: <strong>Il</strong> testo cerca di ritrarre senza enfasi la difficile<br />
situazione di un’emigrante in Italia, mettendo in luce le difficoltà umane e<br />
sociali che anche il cosiddetto “primo mondo” può riservare. Traspare<br />
delicatamente la contenuta commozione del narratore; coinvolgente e<br />
drammatica la parte del racconto della ragazza.<br />
Tutti conserviamo intatto nella<br />
memoria un singolare incontro, un incontro<br />
che ci ha modificato e che tuttora<br />
ci accompagna, quasi mescolato<br />
alle cellule del nostro corpo, vigile e<br />
vittorioso su ogni altro ricordo.<br />
Oggi non vi parlerò delle mie ricerche<br />
scientifiche, ma di un incontro di<br />
questo tipo, avvenuto tanto tempo fa.<br />
Una notte mi svegliò il Dottor<br />
Parisio, ex compagno di Università. Mi<br />
telefonava per un caso urgente. Fu<br />
difficile uscire dalle coperte e dal<br />
sonno profondo. Mi abbigliai in fretta.<br />
Fuori, il vento d’ottobre soffiava impetuoso,<br />
staccando foglie e rami dagli<br />
alberi. Abbottonai il paltò e avvolsi una<br />
sciarpa intorno al collo, senza mettere<br />
fine alla strana sensazione di freddo<br />
che mi pulsava dentro.<br />
Io e Parisio, dopo un giorno normale<br />
di lavoro all’ospedale, offrivamo<br />
servizi sanitari agli immigrati illegali,<br />
che non potevano usare i servizi dello<br />
stato. Ci conoscevano e quando uno<br />
si sentiva male, ci chiamava.<br />
Quella notte Rocco mi chiamò per<br />
aiutare una cugina di un boliviano,<br />
Carlos Ramires. Presi la macchina<br />
assonnato e guidai per una Milano deserta,<br />
fino ad arrivare a Bicocca.<br />
Quando entrai nella palazzina, sentii<br />
un grido di dolore. Bussai alla porta e<br />
corsero ad aprire. La ragazza si chiamava<br />
Maria ed era sedicenne. Era incinta.<br />
Corsi ad aiutare Rocco, che mi spiegò<br />
che era una prostituta. Non chiesi<br />
altro, mi misi al lavoro immediatamente.<br />
Quando lavoravo la notte, pensavo<br />
alla persona come un corpo, senza una<br />
storia, pensieri o problemi. Ma quella<br />
ragazza-bambina mi colpì, volevo capire<br />
cosa l’aveva spinta a seguire quella<br />
“carriera”. La ragazza mi raccontò che<br />
era venuta a quattordici anni in Italia<br />
sperando di finire gli studi. Quando<br />
arrivò, sola, senza genitori nè amici,<br />
questa fu l’unica vita che trovò. La<br />
gente che circolava per questo mondo<br />
le faceva schifo, cosicché lei dovette<br />
La ragazza-bambina<br />
di Paola Coccioli<br />
usare le droghe per “lavorare”. Incinta<br />
era nei guai perché non poteva più<br />
lavorare. Non aveva soldi nè per cibo,<br />
nè per droga.<br />
Cercai di parlarle di cose belle e<br />
leggere. Le domandai cosa aveva<br />
pensato dell’Italia quando era arrivata,<br />
e lei aprì un sorriso tra le lacrime e mi<br />
disse con il suo italiano stentato:<br />
“Mi è piaciuto molto quando sono<br />
passata davanti alla scuola e i ragazzi<br />
stavano andando a casa. Sono rimasta<br />
dall’altro lato della strada a vederli sorridere<br />
e giocare, e speravo di diventare<br />
una di loro. Pensavo a un futuro felice.<br />
Poi sono andata al mercato e ho speso<br />
tutto quello che avevo, 10 euro, in<br />
dolci, biscotti e caramelle. Sono andata<br />
al parco e seduta su una panchina ho<br />
mangiato tutto da sola. È stato il giorno<br />
più bello che ho vissuto qui.”<br />
Aveva un sorriso di chi si ricorda dei<br />
bei tempi che sono già passati, come<br />
un nonno che racconta ai suoi nipotini<br />
com’era la sua vita da giovane. Mi colpì<br />
così fortemente che per un momento<br />
(o un eternità) rimasi completamente<br />
senza reazione.<br />
Sentii il pianto di un neonato, gli<br />
occhi della bambina, prima brillanti,<br />
persero ogni segno di vita, rimasero<br />
opachi, il sorriso ancora disegnato sulle<br />
labbra bagnate di lacrime.<br />
Tornando a casa, in macchina, mi misi<br />
a pensare a Maria, ascoltando una<br />
musica di Gershwin. Era triste pensare<br />
che una ragazza di sedici anni dovesse<br />
morire come una prostituta drogata,<br />
mentre avrebbe voluto giocare al parco,<br />
essere sgridata dalla madre, avere<br />
una camera con le pareti rosa, delle<br />
amiche. Non voleva altro. E noi, che<br />
abbiamo molto di più, ci crediamo<br />
infelici!<br />
Quell’incontro mi colpì così profondamente<br />
che dopo cinquant’anni di<br />
vita, trascorsa tranquillamente con la<br />
mia famiglia, ancora ricordo Maria e suo<br />
figlio Fernando, che abbiamo adottato,<br />
tutti i giorni.<br />
37<br />
L’attimo: Testo di contenuto molto<br />
semplice ma scritto con un certo garbo<br />
stilistico. Nonostante la conclusione un<br />
po’ troppo ‘affrettata’, l’autore dimostra<br />
abbastanza dominio delle modalità della<br />
scrittura narrativa.<br />
di Fabio Piatti<br />
L’ATTIMO<br />
Presi allora l’ascensore<br />
e andai fino al garage di<br />
casa. Avviai la macchina<br />
e accesi la radio per ascoltare<br />
le ultime notizie. <strong>Il</strong><br />
Dr. Parisio, quando mi<br />
aveva chiamato, mi aveva<br />
detto di andare fino a<br />
casa sua che si trovava nella via principale della<br />
cittá, non molto lontana dalla mia abitazione.<br />
Uscito dal garage entrai subito nella via giusta,<br />
il tempo di percorrere due chilometri, ed<br />
eccomi arrivato.<br />
Oltre al vento forte che sollevava le foglie,<br />
ora anche una pioggia intensa aveva reso ancora<br />
più fredda questa serata autunnale.<br />
Ero ancora in macchina quando squilló il<br />
mio cellulare. Risposi e la persona dall’altra<br />
parte incominció a parlare in modo affannato.<br />
Riconobbi il Dr. Parisio che improvvisamente<br />
si mise a piangere e tolse la comunicazione.<br />
Incominciai a preoccuparmi; non avevo<br />
mai visto il mio caro amico comportarsi cosí,<br />
sembrava non riuscisse a controllare le proprie<br />
emozioni.<br />
Scesi allora dalla macchina quando vidi<br />
avvicinarsi il dottore. Era molto agitato mentre<br />
mi diceva che dovevo andare con lui e mi<br />
diceva di non preoccuparmi, ma più mi diceva<br />
questo, più io mi preoccupavo.<br />
Arrivammo in una zona della periferia<br />
quando vidi da lontano luci intermittenti, le<br />
tipiche luci della polizia o delle ambulanze. <strong>Il</strong><br />
mio cuore batteva forte e la sensazione di<br />
freddo che mi pulsava dentro stava aumentando.<br />
Improvvisamente la vidi, la riconobbi, anche<br />
se era completamente distrutta; era la<br />
macchina di John, il mio amico fraterno, ma<br />
cosa era successo?<br />
Mi si avvicinó un uomo della polizia e mi<br />
chiese chi fossimo. Io ero impietrito, ma il mio<br />
amico dottore lo era ancora di piú. Ci aveva<br />
visto crescere e per lui eravamo come dei fratelli<br />
minori. Fu cosí che venni a sapere che la macchina<br />
si era schiantata ad alta velocitá contro<br />
un albero e che John non ce l’aveva fatta. Le<br />
ultime parole mi arrivarono alle orecchie come<br />
un colpo di fucile; quello che stavo vedendo<br />
era un fatto che avrebbe segnato la mia vita<br />
per sempre, tutti i miei comportamenti futuri<br />
sarebbero stati condizionati dal ricordo di<br />
John e da quella sua voglia di vivere persa in<br />
un attimo.
Redação<br />
Por Helenice Schiavon<br />
Laboratório<br />
de redação<br />
Semanalmente, os alunos da escola Media participam de um Laboratório<br />
de Redação em Língua Portuguesa. Neste dia, desenvolvem atividades de<br />
leitura, discussão e escrita e trabalham com diferentes gêneros textuais.<br />
A III Media está trabalhando com o gênero dissertativo. Os alunos escrevem<br />
textos argumentativos a respeito de temas polêmicos e também da atualidade,<br />
como desarmamento, drogas, conflitos de gerações etc. Todo o trabalho é<br />
minuciosamente estruturado: os alunos leem um texto motivador, discutem o<br />
tema e partem para a escrita individual ou em dupla; utilizando os conceitos de<br />
redação aprendidos – coesão, coerência, clareza, paralelismos, estratégias para<br />
a elaboração de teses consistentes, modelos dissertativos, entre outros.<br />
Confira dois textos produzidos durante estas aulas:<br />
Nada que o tempo<br />
não resolva<br />
A vida do adolescente não é tão fácil<br />
assim quanto parece. Principalmente nos<br />
dias de hoje, em que todos querem ser<br />
populares e ter tudo, ou simplesmente<br />
pertencer a algum grupo, para não se<br />
sentirem sós. Alguns, neste processo, até<br />
se esquecem das responsabilidades individuais;<br />
que só vêm com amadurecimento.<br />
Sempre é muito gratificante fazer<br />
parte de sites de relacionamento como<br />
Orkut, Facebook, Twitter, Formspring,<br />
mas isso não quer dizer que todas as<br />
pessoas que foram adicionadas são amigas<br />
e indivíduos agradáveis que muitas<br />
vezes pensam como você. Às vezes, elas<br />
apenas querem ter mais pessoas na conta<br />
e fazer novas amizades.<br />
O certo é que amizade é uma palavra<br />
muito forte para ficar dizendo por<br />
aí... Nem todos são seus amigos - não é<br />
tão fácil assim - pois uma amizade requer<br />
tempo, disposição, confiança, responsabilidade<br />
e dedicação. É preciso, sobretudo,<br />
se identificar com a pessoa.<br />
Além disso, muitos adolescentes são<br />
pouco conscientes daquilo que fazem.<br />
Isto é uma realidade, e muitos criam um<br />
mal estar familiar gigante, podendo até<br />
correr risco de morte devido à imprudência<br />
(corridas de carro ou motos, consumo<br />
de drogas e até mesmo a prática<br />
do sexo irresponsável, sem o uso de preservativos).<br />
Muitas vezes, os jovens ignoram as<br />
notícias de jornais, TV, e até mesmo a<br />
palavra dos pais. Os adolescentes são assim,<br />
talvez um pouco confusos e indecisos.<br />
Resta esperar, então, que cada um<br />
cresça e amadureça a seu tempo.<br />
Erika Ianovale - III Media<br />
Receita para<br />
realizar um sonho<br />
Na maioria das vezes não são<br />
suficientes a infinita vontade nem<br />
o máximo empenho para realizar<br />
um projeto ou um sonho. É preciso<br />
também certeza do que se quer,<br />
de sorte e de persistência.<br />
Antes de tudo é necessária a<br />
certeza do que se quer e saber o<br />
que fazer para consegui-lo, onde<br />
e o que procurar. Ter um mínimo<br />
de conhecimento sobre o desejo<br />
é fundamental, pois quando não<br />
se sabe o que fazer, talvez seja<br />
perda de tempo e sinal de que<br />
aquela enorme força de vontade<br />
e esforço terá sido usada à toa.<br />
Muitas pessoas trabalham a<br />
vida toda para alcançar os objetivos,<br />
mas nem todas têm a sorte<br />
de alcançá-los. O azar pode atrapalhar<br />
a conseguir oportunidades<br />
de se chegar mais perto do<br />
objetivo.<br />
E o que adianta ter força de<br />
vontade se não persistir? Não se<br />
pode desistir logo na primeira<br />
derrota; sempre terão pessoas<br />
querendo a mesma coisa, querendo<br />
“passar por cima”, competir.<br />
É preciso derrotar as dificuldades<br />
e estar sempre de “cabeça<br />
erguida”.<br />
Por isso tudo, quanto maior<br />
for o objetivo a ser alcançado,<br />
maior devem ser a certeza, a sorte<br />
e a persistência, o esforço e é<br />
claro, a força de vontade para<br />
alcançá-lo, pois um não anda sem<br />
o outro. Eis aqui a receita para se<br />
realizar um sonho.<br />
Barbara Marconi, III Media<br />
38<br />
O<br />
Heróis ou não:<br />
eis a questão<br />
Por Lygia Gutierrez B. A. Fontanezi<br />
mito do herói vem sendo um dos mais<br />
conhecidos e comuns em nossa História.<br />
Desde os primeiros escritos ou mesmo antes deles,<br />
o homem sente a necessidade de consagrar<br />
uma figura, ou seja, criar um símbolo que represente<br />
os mais elevados valores morais, éticos<br />
e sociais de um determinado grupo. Segundo<br />
Carl G. Jung, “os mitos heroicos teriam<br />
um papel determinante na psicologia humana,<br />
tanto na formação do indivíduo, quanto<br />
no modo pelo qual um corpo social (o herói)<br />
assume uma identidade coletiva.”<br />
BBB ou Grande<br />
Problema Brasileiro?<br />
‘Boa noite, meus heróis...’. É assim que<br />
começa muitas vezes um reality show no Brasil.<br />
O famoso Big Brother Brasil, conhecido<br />
por muita gente como BBB, e há inúmeras<br />
pessoas que se imobilizam para assistir este<br />
‘grande’ programa da televisão brasileira.<br />
(...)<br />
Sim, sim, eles são ‘heróis’. Heróis que estão<br />
de férias, fora do mundo em que vivemos,<br />
fora da verdadeira realidade, fora do<br />
mundo onde heróis de verdade são aqueles<br />
que conseguem sobreviver ao cotidiano: levantar<br />
cedo, ir para o trabalho para ganhar<br />
o pão de cada dia, sustentar-se e também<br />
ajudar a própria família a sobreviver.<br />
Giuseppe Campana<br />
O Circo de Horrores<br />
De classe média carioca, o jovenzinho<br />
carismático divertia-se a entreter, com truques<br />
de mágica, os passantes, enquanto matava<br />
o tempo apoiado em seu carrinho ambulante,<br />
com canetas tinteiros e capinhas de<br />
plástico protetoras para título de eleitor. Sendo<br />
reconhecido pelo seu talento até pelo<br />
guarda que apreendera suas mercadorias,<br />
conseguiu a sorte na rádio local. Seu pseudônimo<br />
de infância prometia uma melhor<br />
aceitação do público.<br />
(...)<br />
Na época da ditadura no Brasil, foi proibido<br />
todo o tipo de sorteio que não fosse promovido<br />
pelo governo (como a mega sena e similares).<br />
Porém, o único sorteio isento dessa lei<br />
fora o do Baú. Nada se diz a respeito disso nas<br />
biografias. A corrupção parece ser um dos dentes<br />
da engrenagem que move a história.<br />
(...)<br />
Próspera essa carreira do menino ambicioso,<br />
que de dono de uma ‘banquinha’ passa<br />
furtivamente a proprietário de um canal de te-
Sendo assim, o ser humano, em busca<br />
da verdade e significação para sua vida e<br />
atitudes, nomeou, em sua trajetória, inúmeras<br />
figuras “heroicas”. Algumas como<br />
Jesus Cristo e Madre Teresa, merecem destaque<br />
por permanecerem ainda tão vivas.<br />
Outras, como Dom Pedro I e os Bandeirantes,<br />
são mais valiosas se continuarem no<br />
esquecimento, ou até perdidas no tempo.<br />
Na Literatura, cada momento históricosocial<br />
é pintado como plano de fundo para<br />
o surgimento de muitos estereótipos. Em<br />
Os Lusiadas merecem destaque os bravos<br />
portugueses, em Iracema - a nossa virgem<br />
dos lábios de mel - é idolatrada por sua coragem<br />
e princípios. Mais tarde, eis que surgem<br />
personagens ainda mais intrigantes<br />
como protagonistas - os anti-heróis - que<br />
levisão! E muito grato aos seus cegos telespectadores,<br />
no final dos anos 80, anunciou sua<br />
intenção de retribuir à sociedade todas as suas<br />
conquistas como apresentador e homem de<br />
negócios, candidatando-se, primeiro como<br />
prefeito de São Paulo, e por que não, investir<br />
também em uma campanha eleitoral<br />
para presidente da República?!<br />
Seriam os resquícios de sua origem ambulante<br />
de vendas de capinhas para proteção<br />
do título de eleitor a inspirá-lo nessa<br />
investida democrática? Ou teria ele sido<br />
apanhado por uma atmosfera nostálgica,<br />
querendo voltar a narrar os espetáculos do<br />
circo? Quem é o palhaço aqui, afinal? O<br />
animador, ou o público? Teria tido a figura,<br />
o mito, o herói, tamanho sucesso em<br />
um país de maior igualdade social, de pessoas<br />
mais instruídas? Teria tido a coragem<br />
de tratar o povo como macacos treinados<br />
do circo? Maltratar, expor e humilhar.<br />
Marta D’Aprile<br />
Ai de ti<br />
Parece que o Haiti não tem sorte. Anos<br />
de ditadura encabeçando o país. Políticos<br />
que se diziam democráticos e se tornaram<br />
tiranos. Fome e miséria. E, quando parecia<br />
que as coisas não poderiam piorar, algo surpreendeu<br />
os haitianos: por decisão da ONU<br />
(Organização de que mesmo?) uma missão,<br />
composta por países porta-vozes da democracia<br />
mundial que amigavelmente se dispuseram<br />
aos mais fracos na defesa dos direitos<br />
humanos, de paz seria enviada ao país.<br />
(...)<br />
Até aí, talvez, tudo bem, devem ter pensado<br />
os haitianos. A tão sonhada paz finalmente!<br />
E, olha só, amigos da América do<br />
Sul, o pacífico Brasil para nos ajudar!<br />
(...)<br />
Mas afinal, ninguém melhor que o Brasil<br />
para ser escolhido em uma missão de<br />
paz. Quanta experiência não temos! Vinte<br />
e cinco anos de democracia legitimíssima<br />
alicerçam as suas conquistas com desonestidade<br />
e distorção de valores. Em Memórias<br />
de um Sargento de Milícias, Leonardo, malandro<br />
e desordeiro que retrata a sociedade<br />
do século XIX, merece destaque com seu<br />
“heroísmo”. E depois, Macunaíma - o herói<br />
de nossa gente - constrói sua trajetória com<br />
malícia e jeitinho. Afinal, quem são nossos<br />
célebres protagonistas? Que figura, hoje, em<br />
nosso mundo, assume uma identidade coletiva?<br />
Que pessoa resgata todos os nossos<br />
valores e os cristaliza num ser “sublime”?<br />
Foi com olhar crítico diante de nossa História<br />
e sociedade atual, que os alunos do III<br />
Liceo (2009/<strong>2010</strong>) engendraram um trabalho<br />
de produção textual ironizando nossos<br />
supostos heróis. Vejam parte do resultado<br />
deste trabalho engenhoso.<br />
(com apenas uma infeliz mancha de ditadura<br />
militar na nossa história, que durou pouquíssimo.<br />
Tomara que os nossos bravos militares<br />
ensinem aos haitianos o verdadeiro significado<br />
de democracia, afinal foi só com a saída<br />
deles do poder que pudemos descobrir o que<br />
ela realmente era!).<br />
(...)<br />
Além disso, é um dever do Brasil exportar<br />
um pouco do nosso bem-estar social para outros<br />
países. Uma mão lava a outra. E nada como<br />
o braço forte do exército e o peito amigo de<br />
Brasília para fazer isso – afinal, de lavagem<br />
eles são entendidos. E ai de ti se discordar!<br />
Yuri Loyola<br />
Che Guevara<br />
Hoje veem-se várias camisetas estampadas<br />
com o rosto de um herói comunista, Che<br />
Guevara, nas maiores grifes do mundo, gerando<br />
maiores lucros para as empresas que<br />
vendem ideais falsos. É um pouco paradoxal<br />
vermos um homem, que lutou e morreu pelos<br />
seus ideais comunistas, gerar grandes lucros<br />
dentro da sociedade capitalista moderna.<br />
Porém, Che Guevara está longe de ser o<br />
mito que nós o tornamos. Durante grande<br />
parte de sua vida ele lutou pelos seus ideais e<br />
tentou disseminá-los ao seu redor, algo bem<br />
compreensível para qualquer ser humano,<br />
contudo ao fazer isso, ele não estava tentando<br />
convencer os outros, e sim os obrigando,<br />
porque muitas vezes matava para que alcançasse<br />
o seu objetivo.<br />
(...)<br />
Foi isso que Che Guevara fez para tornarse<br />
um “herói”: assassinou muitos e, sedento<br />
por sangue, não soube a hora de parar, por<br />
isso; foi abandonado pelos seus companheiros<br />
e morreu sozinho. Che só é o que é hoje,<br />
porque as grifes necessitavam de uma figura<br />
carismática e famosa para colocar nas camisetas.<br />
Desta forma, elas destruíram a única coisa<br />
que Che teve de bom, seus ideais.<br />
Luca Castro<br />
39<br />
Insegnare è...<br />
di Carlo Alberto Dastoli<br />
Insegnare è un lavoro delicato e<br />
pieno di difficoltà, ma per farlo si<br />
deve essere senz'altro animati dal<br />
sacro fuoco, dall'entusiasmo di trasfondere<br />
sapere, di formare intelligenze,<br />
individui consapevoli. Ma non si ha un<br />
sistema educativo a priori, un metodo<br />
che va sempre bene e che resti statico<br />
negli anni. Non ci si può mettere su dei<br />
binari e, anno dopo anno, porgere allo<br />
stesso modo e in ogni classe dei contenuti.<br />
L'insegnante, nel suo percorso<br />
educativo, si arricchisce di esperienza e<br />
affronta l'insegnamento con la consapevolezza<br />
che bisogna partire dalla<br />
programmazione, ma che questa,<br />
giorno dopo giorno, va rivista, ritoccata,<br />
adattata alla classe e ai singoli<br />
alunni, di cui bisogna costantemente<br />
verificare le reazioni, i tempi di assimilazione<br />
e rielaborazione. Certo, gli<br />
obiettivi prefissi sono sempre gli stessi:<br />
il conseguimento di un sapere ragionato<br />
da parte di ogni allievo e il perseguimento<br />
della formazione della propria<br />
maturità e personalità, attraverso<br />
lo svolgimento del programma, e non<br />
solo. Oltre a quelli summenzionati, gli<br />
obiettivi che cerchiamo sempre di<br />
raggiungere, parallelamente a quelli<br />
culturali, sono quelli di lasciar "crescere"<br />
gli allievi, facendoli pervenire ad<br />
una capacità di "scegliere" (e, quindi,<br />
anche di "sbagliare"), stimolando sempre<br />
il loro senso critico e il loro potenziale.<br />
Determinante nel rapporto allievo/docente<br />
è la reciproca fiducia, in<br />
assenza della quale la barriera della<br />
"cattedra" non verrà mai superata e<br />
tutto il processo educativo si riduce da<br />
una parte al mero svolgimento del<br />
programma e dall'altra al conseguimento<br />
del voto sufficiente a passare alla<br />
classe successiva.<br />
Certo, non sono tutte rose e fiori, e<br />
non sempre e non con tutti si ottengono<br />
i risultati sperati, ma, con l'impegno<br />
costante e con una certa leggerezza<br />
metodologica, con l'attenzione<br />
costante ai singoli alunni, nel loro<br />
percorso di apprendimento e crescita,<br />
possiamo dire di essere abbastanza<br />
soddisfatti, nonostante qualche insuccesso<br />
da mettere sempre in conto, dei<br />
risultati raggiunti.<br />
Mi sembra più che mai attuale la<br />
domanda di Socrate al suo discepolo<br />
Teeteto: "Tu hai le doglie, caro Teeteto:<br />
segno che non sei vuoto, ma pieno."<br />
(Platone, Teeteto, 148).<br />
PARTORIAMO IL SAPERE E L'AMORE<br />
PER IL SAPERE!!!
Campagne<br />
Un'attività<br />
diversa dal solito<br />
di Irene Russo, II Liceo<br />
All’inizio del mese di settembre <strong>2010</strong> la classe II Liceo,<br />
avendo alla guida la professoressa di letteratura<br />
portoghese, Lygia Fontanezi, ha avviato cinque diverse<br />
campagne pubblicitarie, ossia, messaggi che aspirano a<br />
raggiungere un obiettivo prefissato, nel nostro caso mirati alla<br />
sensibilizzazione dei giovani riguardo alcuni temi attuali come il<br />
riciclaggio, l’uso coscienzioso dell’acqua, l’utilizzo di stupefacenti<br />
e alcolici da parte dei giovani e alcune collette di alimenti, abiti,<br />
libri e giocattoli alle persone meno fortunate.<br />
Inizialmente la classe è stata divisa in 5 gruppi, ognuno dei quali aveva il compito di<br />
informarsi, cercare un nome e un logo per la campagna a loro affidata. Successivamente<br />
abbiamo creato alcuni cartelloni per spiegare agli studenti della <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />
la causa e le motivazioni che dovrebbero spingere il pubblico lettore<br />
a seguire queste innovative iniziative, proprio per questo, ogni<br />
gruppo ha dato il meglio di sé per cercare di catturare il<br />
pubblico lettore mediante frasi accattivanti.<br />
Grazie alle ore che ci sono state cedute dalla<br />
professoressa che ha avviato il lavoro, ogni gruppo è<br />
riuscito a creare uno slogan che potesse spiegare lo scopo<br />
della campagna e una “divisa” utilizzata nei giorni in<br />
cui ogni squadra ha presentato la propria campagna<br />
Gianluca<br />
Petronio<br />
Giuliana<br />
Furlanetto<br />
agli altri compagni.<br />
Le presentazioni sono state lodevoli soprattutto per i<br />
temi toccati e affrontati dagli alunni, il gruppo contro<br />
l’alcol e gli stupefacenti ha portato esempi tangibili delle<br />
conseguenze della dipendenza, i gruppi dedicati alle donazioni<br />
di libri e vestiti hanno cercato di far capire ai<br />
ragazzi delle altre classi l’importanza di donare qualcosa<br />
che per noi può essere poco ma che per altri può essere<br />
un grande aiuto e, infine, i gruppi mirati all’ecologia ci hanno<br />
consigliato alcuni comportamenti da usare nei confronti della<br />
natura che ci ha dato tanto e in cambio non riceve lo stesso<br />
riguardo. Questo lavoro ha riscosso molto successo soprattutto<br />
tra i ragazzi partecipanti: ci ha uniti sempre di<br />
più in un gruppo, in una vera classe!<br />
Carpe diem<br />
di Giacomo Cenci<br />
“Andai nei boschi per vivere con saggezza,<br />
vivere con profondità e succhiare tutto il<br />
midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò<br />
che non era vita e non scoprire, in punto di<br />
morte, di non essere vissuto.”<br />
Henry David Thoreau (1817-1862)<br />
Durante il secondo quadrimestre<br />
dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong>, con gli<br />
alunni della IV Liceo abbiamo voluto<br />
approfondire il tema del “Carpe Diem”, il<br />
vibrante invito di Orazio a “cogliere l’attimo”<br />
della nostra fuggevole vita. A tale scopo ci<br />
siamo fatti guidare dall’opera “De Brevitatae<br />
Vitae”, in cui Seneca, filosofo stoico del I secolo<br />
d.c., elabora concettualmente l’esortazione<br />
espressa dall’illustre poeta. <strong>Il</strong> grande<br />
pensatore romano intende<br />
dimostrare ai suoi<br />
interlocutori che la vita<br />
non è affatto corta, ma,<br />
al contrario, ha una durata<br />
più che soddisfacente<br />
per coloro che la<br />
sanno vivere intensamente,<br />
affrontando ogni<br />
giorno come se fosse<br />
l’ultimo. Tutta l’opera è permeata dall’invito<br />
a non farsi assorbire dalle preoccupazioni<br />
della vita, ma a riservare le nostre energie<br />
alla Sapienza, intesa come il cammino che ci<br />
conduce alla scoperta del senso dell’Esistenza.<br />
Per Seneca in fondo si tratta di scegliere:<br />
o si vive in funzione del guadagno, della fama,<br />
del successo, lasciandosi travolgere dalle innumerevoli<br />
apprensioni che ne conseguono,<br />
oppure ci si apre alla dimensione contemplativa,<br />
che consente di acquisire uno sguardo<br />
diverso sul mondo e sulle persone con cui ci<br />
40<br />
Testimonianze<br />
Secondo me, questo lavoro è<br />
stata un’ottima opportunita’ per<br />
rendere le persone consapevoli di<br />
alcune problematiche dei nostri<br />
giorni.” Catalina Bergues II liceo<br />
Questa insolita attività e’ stata<br />
molto interessante perché abbiamo<br />
lavorato con argomenti differenti<br />
da quelli che di solito sono trattati in<br />
classe.” Henrique De Oliverira II liceo<br />
Questa campagna ha dimostrato<br />
alla scuola che tutti possono<br />
contribuire alle necessità e ai bisogni<br />
del paese in cui viviamo” Fabrizio<br />
Fancio, II liceo<br />
Penso sia stata un’ottima iniziativa<br />
da parte degli alunni della II<br />
liceo per migliorare il mondo che ci<br />
circonda” <strong>Il</strong>aria Caputo, III liceo<br />
si relaziona. Solo dando spazio al silenzio,<br />
alla riflessione, alla contemplazione, si è in<br />
grado di “cogliere l’attimo”, ossia di afferrare<br />
la Vita, di esserne protagonisti, evitando che<br />
la stessa ci passi davanti inutilmente.<br />
Gesù di Nazaret qualche tempo prima<br />
aveva affermato: “dov’è il tuo tesoro, lì sarà<br />
anche il tuo cuore” (Mt. 6, 21). Nel linguaggio<br />
biblico il cuore non è il luogo dei sentimenti,<br />
bensì rappresenta il centro unitario della persona,<br />
il luogo delle decisioni che ne determinano<br />
l’esistenza. Tradotto in altre parole:<br />
la maniera con cui conduci la tua vita – o<br />
non la conduci, venendone, invece, condotto<br />
- è determinata da ciò che consideri più<br />
importante, ossia dalle priorità che ti dai.<br />
Dove si trova il cuore dell’uomo di fede?<br />
Quest’ultimo vive in tensione tra due dinamiche.<br />
La prima è quella della relativizzazione<br />
del mondo terreno, in favore di quello celeste.<br />
Vale a dire la proiezione verso la vita ultraterrena,<br />
che, portata alle sue ultime conse
Omaggio<br />
Homenagem<br />
póstuma à professora<br />
Célia Hossana Seraidarian<br />
(1957-<strong>2010</strong>)<br />
“Os que são esclarecidos<br />
resplandecerão, como o<br />
resplendor do firmamento;<br />
e os que ensinam a muitos<br />
a justiça hão de ser como<br />
as estrelas, por toda a<br />
eternidade.” (Dn 12,3)<br />
ADireção, os professores e<br />
os alunos da Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> prestaram<br />
uma homenagem, no dia 22 de janeiro, à memória e à<br />
trajetória intelectual e profissional da professora Célia Seraidarian,<br />
falecida em 6 de janeiro de <strong>2010</strong>. Formada pela PUC (Pontifícia<br />
Universidade Católica) em História e Geografia do Brasil, Célia<br />
dedicou-se de corpo e alma à arte de educar. Suas aulas, projetos<br />
e realizações, durante mais de uma década como professora do<br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>, marcaram a vida de centenas de estudantes.<br />
Ativa, dinâmica e empreendedora, Célia era também a responsável<br />
pelo Departamento Cultural da Escola e organizava visitas,<br />
excursões e passeios sócioeducativos. Seu sonho era escrever um<br />
livro sobre o genocídio armênio perpretado pela Turquia em<br />
1915. Infelizmente seus escritos ficaram apenas no rascunho.<br />
Sua mãe era descendente de italianos e seu pai, armênio. Essa<br />
dupla origem marcou profundamente a personalidade e a vocação<br />
da professora Célia Seraidarian, que soube conjugar essas<br />
duas culturas, a italiana e a armênia, com o rico caldo cultural de<br />
uma terceira cultura, a brasileira.<br />
Ao lado, trecho do livro que Celia estava escrevendo:<br />
guenze, conduce al disinteresse verso le<br />
vicende di questo mondo. Sebbene sia permeato<br />
da, diciamo così, buoni sentimenti, il<br />
fedele in realtà si chiude in un individualismo<br />
egocentrico, perché la sua priorità è la<br />
conquista del “paradiso” per sé. Quando ciò<br />
accade, la critica di Marx s’impone in tutta la<br />
sua evidenza: la religione diventa strumento<br />
di alienazione, oppio dei popoli, perché, in<br />
nome di una realtà “perfetta” di cui si anela<br />
il raggiungimento al temine della passeggera<br />
ed effimera esistenza terrena, conduce al più<br />
totale disinteresse per le sorti del mondo e<br />
dell’umanità.<br />
In contrapposizione a tale atteggiamento,<br />
troviamo il credente impegnato a<br />
edificare il Regno di Dio già su questa terra.<br />
Tutte le sue energie sono volte a costruire un<br />
mondo più umano e, di conseguenza, più<br />
divino. La religione si rivela, allora, strumento<br />
di liberazione, realizzazione e crescita,<br />
facendo sì che l’individuo assuma le proprie<br />
responsabilità verso se stesso e l’umanità. Ciò<br />
presuppone, tuttavia, una costante attenzione<br />
ai “segni dei tempi”, ossia la sensibilità, frutto<br />
di un atteggiamento vigilante e contemplativo,<br />
di cogliere la presenza del Regno che<br />
si manifesta qui e adesso.<br />
I testi evangelici sono pieni di richiami a<br />
quella che potremmo definire una contemplazione<br />
attiva. Diversi sono gli inviti a vegliare,<br />
vigilare. E vegliare significa innanzitutto<br />
fare silenzio, e farlo dentro di sé. <strong>Il</strong> silenzio interiore<br />
apre il passaggio dal sentire all’ascoltare,<br />
dal vedere al guardare, dal guardare al<br />
contemplare, dal contemplare all’agire rinnovato.<br />
Gesù comincia la sua predicazione con<br />
questa frase: “il tempo è compiuto e il Regno<br />
di Dio è vicino” (Mc. 1,15). È importante notare<br />
che il testo originale greco per esprimere il tempo<br />
non usa la parola “krónos” (êñüíò), bensì “kairós”<br />
(êáéñüò). <strong>Il</strong> primo è il tempo nel suo scorrere<br />
insesorabile, attimo dopo attimo, mente il<br />
secondo rappresenta il tempo dell’occasione,<br />
41<br />
Carta de Despedida, ou de Continuação...<br />
Era assim que eu ouvia seu chamado: “guzunum......” (carneirinho em<br />
armênio)<br />
E todo seu semblante, mistura de cansaço com doçura, sorria ao me ver.<br />
Criança como era às vezes estranhava suas mãos calejadas, seu jeito simples<br />
e rude de lidar com as situações da vida. A fé, marca fiel à sua<br />
personalidade, lhe atribuía uma serenidade encantadora aos desafios que a<br />
vida apresentava.<br />
Gamats, gamats, era assim que ele sugeria calma, fé, coragem e muita,<br />
muita determinação.<br />
Como todos os domingos, cheguei na igreja por volta das onze horas, e<br />
ao me deparar com os cartazes, senti uma emoção indescritível. Pela primeira<br />
vez sentia que iria chorar antes de adentrar à igreja. Tudo me<br />
comovia...<br />
Os dizeres dos cartazes fizeram-me recordar as histórias que o meu avô<br />
Babá contava. Histórias que mesclavam sofrimento com fatos curiosos, que<br />
não fazem parte da cultura brasileira. A descrição da perseguição dos<br />
turcos misturava-se a episódios curiosos de trabalho intenso no verão para<br />
preparar a sobrevivência do inverno. Desta forma, aprendi um pouco sobre<br />
meus tios avós, meus bisavós... Um deles havia sido guardião do Santo<br />
Sepulcro, outro tinha o hábito de curar doentes febris, com imersão na<br />
neve... e era desta maneira que eu me apropriava aos poucos de minhas<br />
raízes. Algumas características eram marcantes: o prazer com a fartura e<br />
abundância das frutas e verduras do Brasil, a gratidão pelo acolhimento<br />
em terras brasileiras e a necessidade de agradecer a Deus pela vida, ainda<br />
que sofrida, doída e difícil.<br />
A missa já havia começado, e conforme o ritual se processava, minha<br />
mente inquietava-se. Era um misto de emoção, felicidade, saudade e dor.<br />
Dor por saber que alguém tão especial como o Babá havia sofrido tanto.<br />
Dor pela saudade que sinto dele, do seu olhar sereno, do seu conforto<br />
espiritual silencioso, das suas mãos calejadas que transmitiam coragem, fé<br />
e gratidão. Saudade de ouvir o guzunum... , de ouvir suas trocas de vogais<br />
ao pronunciar algumas palavras, e de se deleitar com a abundância da<br />
natureza: terra, chuva, frutas etc.<br />
Neste mundo que descrevo, sinto que tenho algo a dar e agradecer.<br />
Perguntava-me enquanto o padre falava o que era tudo aquilo que sentia e<br />
sinto quando estou naquela igreja. Lá minhas ideias se fertilizam. Os meus<br />
sonhos desabrocham, a fé e a confiança são quase que inabaláveis...<br />
Senti-me grata aos armênios ou aos ensinamentos que meu avô me<br />
passou. Senti-me privilegiada por poder encontrar um lugar onde me sinto<br />
tão bem. Senti então necessidade de compreender este povo, de compreender<br />
a vida de meus antepassados, de compreender melhor minhas raízes............<br />
Célia Hossana Seraidarian<br />
Abril de 2005<br />
della possibilità, l’oggi in cui si realizza qualcosa<br />
di grande, di unico. <strong>Il</strong> credente non si<br />
pone nella dimensione cronologica, ma in<br />
quella del kairós, in cui il tempo vissuto rappresenta<br />
il momento in cui accade qualcosa<br />
di mistico, irripetibile. Così facendo, si apre<br />
all’eternità: vivere ogni momento della propria<br />
vita con intensità, cogliendone e realizzandone<br />
a pieno le potenzialità, significa renderlo<br />
eterno, superando i paradigmi dell’ordine<br />
cronologico. E allora tutto ciò che viviamo,<br />
dalle azioni della quotidianità alle grandi<br />
scelte, dal lavoro che svolgiamo agli incontri<br />
che facciamo, assume una valenza mistica.<br />
Per l’uomo di fede, dunque, “carpe diem”<br />
significa prima di tutto essere presente a se<br />
stesso, impostare la propria esistenza in base a<br />
delle priorità ben definite, assumere le proprie<br />
responsabilità davanti al mondo e all’umanità<br />
e, infine, far sì che da ogni momento della<br />
propria vita possa nascere qualcosa di bello,<br />
di grande, di divino.
Poemas<br />
Passero<br />
solitario<br />
di Fabio Piatti<br />
Oh passero, solitario<br />
te ne stai su un ramo in fiore,<br />
Ascolti il tuo canto<br />
Un canto che allegra chi intorno ti sta<br />
E quanto tu sia felice nessuno lo sa.<br />
Ma perche' non capisco questa tua solitudine,<br />
Io solo non so stare<br />
Con gli altri mi piace cantare.<br />
Passero solitario,goditi la vita<br />
Da vecchio rimpiagerai<br />
Quello che fatto non hai.<br />
<strong>Il</strong> tuo canto e' bellissimo, ma fai come me<br />
Canta con gli altri uccelli e ascolta la loro voce<br />
Divertiti, vola oltre quel tetto di paglia<br />
E sai come e' bello farsi una famiglia.<br />
Versos otimistas<br />
- Tire essa máscara repugnante!<br />
- Não sei de que máscara estás falando.<br />
- Falo da que te deforma o semblante.<br />
- Pois essa não sai nem suicidando!<br />
- Por que não queres deixar de ser falso!?<br />
Ele pensou e disse relutante:<br />
- Ora, como te revelas pedante!<br />
Por humano ser, no medo eu valso!<br />
O outro suspirou e lhe olhou nos olhos.<br />
Falou, então, com um fervor tocante:<br />
- Homem, repara na vida adiante:<br />
O caminho é sempre cheio de brilhos!<br />
O medo que tens também é disfarce...<br />
É um mal que só a alegria ressarce!<br />
Canto da Chuva<br />
Que tu sejas cantada, linda chuva.<br />
Soas para mim como sino d'ouro,<br />
Afastas d'alma minha cada agouro,<br />
Confortas o ânimo de quem te louva.<br />
Cinges o mundo com gotas e brilho<br />
Da mais suave e pura beleza<br />
Que vem ao mundo como correnteza<br />
Fluindo por entre a terra e o ladrilho.<br />
Como sonhador, espero que dures,<br />
Já que não és mais que um pranto do céu<br />
(Como todo pranto, hás de acabar).<br />
Caia, pois, para que toda dor cures<br />
Como um maravilhoso e doce mel<br />
Que embora acabando,<br />
faz-me sonhar.<br />
Tito Oliveira Jungmann - IV Liceo<br />
Testimonianza<br />
e poesie<br />
di Caterina Scali Esposito *<br />
H<br />
o lavorato alla <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong> dal 1982<br />
al 1987 assunta dalla preside Nicoletta<br />
Mattoli come assistente<br />
scolastica e collaboratrice sin dall’ inizio<br />
della sua fondazione. Con le mansioni di<br />
assistenza alle classi, traduzioni delle<br />
circolari, controllo degli orari, sostituzione<br />
delle lezioni di religione, appoggio<br />
alla segreteria nella didattica e<br />
alla biblioteca. Oltre al controllo di vendite<br />
delle merende.<br />
Tutto questo con molta dedicazione<br />
e amore ai nostri bimbi e ragazzi italiani<br />
e brasiliani.<br />
Come risultato di tutto sono stata<br />
omaggiata con una bellissima festa e tar-<br />
Estranhos<br />
na Calçada<br />
Os meus sentimentos<br />
são estranhos na calçada.<br />
Cruzamo-nos pouco,<br />
muito pouco...<br />
Estão por vezes ornados<br />
em jóias e sedas,<br />
estão por vezes vestindo<br />
ternos de pedra...<br />
Serão homens, serão ratos?<br />
Canto-os sem bem conhecê-los,<br />
falo deles e mal os vejo...<br />
Quem são?<br />
Serei eu uma sociedade<br />
de mim para comigo mesmo,<br />
de mim para com o amor que me<br />
pulsa dentro,<br />
de mim para com a raiva que move<br />
montanhas,<br />
de mim para com as lágrimas que<br />
não cabem em mim?<br />
42<br />
ga d’ argento dalla Sig.ra Nicoletta, da<br />
tutti i professori e alunni tanto cari che<br />
per me continuano nella mia memoria<br />
tutto questo affetto che ho ricevuto in<br />
cambio. Vorrei tanto continuare questa<br />
mia missione di donare ancor di più a<br />
questa scuola che per me è stata<br />
uno dei gioielli più indelebili<br />
della mia vita.<br />
Tutti i giorni prego Iddio che<br />
protegga questo nucleo educativo<br />
importantissimo per le<br />
due culture, che svolge una<br />
missione per la formazione al futuro<br />
della società italo-brasiliana.<br />
Quando si parla di poesia si<br />
pensa a qualcosa di estremamente<br />
difficile che solo poeti come<br />
Leopardi, Pascoli, <strong>Montale</strong>, possono fare.<br />
Ma questo non è vero. Tutti possiamo<br />
fare poesia, perchè tutti noi proviamo<br />
dei sentimenti, l’importante è saperli<br />
esprimere adeguatamente.<br />
La poesia può nascere da qualsiasi cosa:<br />
dall’osservazione di un paesaggio, da<br />
una riflessione, dai sentimenti che si provano<br />
per una persona, e da tante altre cose.<br />
Questa iniziativa ha come scopo di<br />
spingere tutti noi ad avventurarci nel mondo<br />
affascinante e misterioso della poesia.<br />
Serei eu apenas uma caixa de papelão<br />
destinada a transportá-los algures,<br />
ou serei seu Deus, seu criador?<br />
Qual homem escravo de si<br />
que vaga cabismeditado pela rua da lua,<br />
avisto seres algo humanos sem rosto.<br />
Não há olhos, mas me sinto observado.<br />
Não há bocas, mas sinto-me assunto.<br />
E eu, que talvez devesse curiosear<br />
e pôr-me a confabular com tais criaturas<br />
que despertam em mim estranha pulsação<br />
e levam consigo a minha pomba branca<br />
me ponho a correr, covarde.<br />
Os estranhos na calçada<br />
vão-se lentamente retirando.<br />
As ondas se acalmam,<br />
um cão ladra ao longe<br />
e logo ouço apenas o meu respirar<br />
de início arfante e logo calmo.<br />
Olho para trás: está preto<br />
Já não posso enxergar nada.<br />
Olho à frente, vejo a estrada<br />
mas não os estranhos na calçada...<br />
Tito Oliveira Jungmann - IV Liceo
Poesia estratta dal<br />
1º Bollettino della <strong>Scuola</strong><br />
<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />
25/06/86<br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>, poeta e genio<br />
immortale,<br />
dal grande nome nacque un’ idea<br />
geniale,<br />
non si può dimenticare nella storia<br />
universale,<br />
la letteratura del grande poeta<br />
ideale.<br />
Tutti uniti per una sola meta,<br />
raggiungendo in cima alla grande<br />
vetta,<br />
con forza di volontà della Signora<br />
Nicolettta.<br />
Professori, alunni, amando questa<br />
scuola diletta,<br />
approfondendo, studiando la storia<br />
prediletta,<br />
con la formazione, col progresso al<br />
futuro.<br />
È qui la vita, che apre la porta<br />
educazionale,<br />
della grande scuola <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Montale</strong>.<br />
Hecatombe<br />
Que amanheça,<br />
e o Sol,<br />
como bola de sangue,<br />
despenque sobre nossa cabeça.<br />
Que anoiteça,<br />
e a Lua,<br />
como demônio errante,<br />
destrua a Terra,<br />
sorria,<br />
e desapareça.<br />
Jó<br />
Deus,<br />
cansado de lidar comigo,<br />
surrou-me,<br />
deixou-me só,<br />
sem abrigo.<br />
Perseguido,<br />
vago sem rumo,<br />
sem perdão,<br />
de alma suja,<br />
em busca do meu próprio<br />
coração.<br />
Aluisius Saturninus Domenicus<br />
Io voglio sottolineare un punto<br />
principale,<br />
dalle coordinatrici ai maestri<br />
professionali,<br />
dall’ italiano, alla matematica, che si<br />
creò, la grande preside Dehò<br />
e così formando il cerchio ideale,<br />
con grandi successi, è definita<br />
statale.<br />
è qui, dove si svolge cultura, studio<br />
e scuola teatrale.<br />
Là vengo io, assistente scolastica,<br />
alle circolari, la mia traduzione<br />
abituale.<br />
Dalle espressioni didattiche, agli<br />
avvisi informali,<br />
non dal francese, ma dall’ italiano al<br />
portoghese.<br />
Alla segreteria, tutto il personale, le<br />
iscrizioni,<br />
arrivano a firmare, l’ attività del 5º<br />
anno da iniziare,<br />
col ragioniere da ispezionare, il<br />
lavoro puntuale.<br />
*Caterina Scali Esposito è nata a Gioiosa Ionica<br />
– Reggio Calabria- Italia - il 13 aprile 1926<br />
Studio medio - Avviamento professionale e<br />
ammissione al Magistrale a Locri – RC.<br />
DRAGÃO<br />
desenho da aluna Luna Borelli<br />
43<br />
Livros<br />
Consigli di Lettura<br />
di Susanna Battaglio<br />
Stanno arrivando le vacanze di Natale,<br />
hai un regalo da fare oppure vuoi<br />
trascorrere qualche ora accompagnato<br />
da un bel libro, ecco tre suggerimenti.<br />
Criação Imperfeita, di Marcelo Gleiser<br />
La Fisica, come tutte le materie scientifiche,<br />
va sempre ristudiata, rielaborata<br />
insomma é in continua<br />
evoluzione, per<br />
questo é tanto affascinante.<br />
Gleiser, é un<br />
físico che sa anche scrivere<br />
bene, e questo<br />
libro va assaporito a<br />
bocconcini, se ne<br />
legge um capitolo,<br />
se ne discute con gli<br />
amici, con i prof e<br />
con i compagni di<br />
scuola e poi si va avanti, non é un libro da<br />
leggere tutto d’un fiato.<br />
La finestra rotta, di Jeffery Deaver<br />
Invece questo non lo molli più.<br />
”Sapere è potere… <strong>Il</strong> bene più prezioso<br />
del Ventunesimo secolo è l’informazione.”<br />
È davvero possibile che esista qualcuno in<br />
grado di conoscere ogni singolo dettaglio<br />
della nostra vita? È possibile che le nostre<br />
idee, le nostre abitudini, così come i nostri<br />
dati biologici e sensibili,<br />
siano a disposizione di<br />
qualcuno in grado di<br />
modificare il corso del<br />
nostro destino? Hai<br />
paura di girare la pagina<br />
!!!Jeffery Deaver,<br />
colui che viene definito<br />
dal Times il più<br />
grande autore di<br />
thriller vivente, con<br />
questo romanzo ci<br />
offre, ancora una volta, una prova inconfutabile<br />
della sua geniale vena creativa.<br />
Manuale del perfetto turista,<br />
di Beppe Severgnini<br />
Beppe Severgnin é ironico, intelligente e<br />
sensibile, questo giornalista riesce a dirti,<br />
in faccia, i tuoi difetti senza<br />
offenderti e ..... rimani<br />
pure contento!! Questo<br />
libro l’ho letto in Italia,<br />
durante le vacanze di<br />
luglio e ho imparato,<br />
nel libro e anche in<br />
pratica, che non esistono<br />
posti noiosi né<br />
viaggi senza intoppi.<br />
Ogni viaggio è uno<br />
spettacolo.
Vicende<br />
Pompei, crolla la casa dei gladiatori<br />
(Napoli 6/11/<strong>2010</strong>)<br />
L<br />
'edificio risalente al 79 d.C. è un cumulo di macerie. Forse il cedimento a causa di<br />
un'infiltrazione d'acqua. Grave il danno al sito archeologico che da tempo,<br />
denunciano gli amministratori locali, versa in condizioni di degrado.<br />
Forse a causa di infiltrazioni d'acqua, o forse è un cedimento strutturale delle mure<br />
risalenti al 79 dopo Cristo che non sono state puntellate e restaurate a dovere. La Domus<br />
dei Gladiatori, uno dei capolavori del sito di Pompei, si è sbriciolata. Una danno<br />
gravissimo al patrimonio archeologico italiano.<br />
L'intera Schola Armaturarum Iuventutis<br />
Pompeianae, un edificio risalente agli ultimi<br />
anni di vita della città romana prima che<br />
l'eruzione la seppellisse è ora ridotto a un cumulo<br />
di macerie. <strong>Il</strong> crollo è avvenuto intorno alle ore<br />
6 e ora l'area al momento è transennata e non è<br />
possibile accedere. Si trattava di uno di quei<br />
luoghi di Pompei visibili solo dall'esterno, ma<br />
che conteneva pitture e sculture di pregio come<br />
trofei di armi, foglie di palma, vittorie alate,<br />
candelabri con aquila e globi.<br />
Le condizioni di degrado in cui versano gli<br />
scavi di Pompei sono da tempo oggetto di<br />
diverse denunce degli amministratori locali.<br />
Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, il cedimento dell'edificio è un<br />
crollo annunciato: "Succede quando non c'è la dovuta attenzione e cura" per un<br />
patrimonio secolare che andrebbe "preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche<br />
atmosferica. C'è il dispiacere tipico di una comunità - ha sottolineato D'Alessio - di un<br />
territorio su cui vi è il museo all'aperto più grande del mondo e che purtroppo viene<br />
trascurato.<br />
I<br />
[collaborazione di Carmela Celentano]<br />
n un trafiletto pubblicato sul quotidiano dell'UCEI (Unione delle Comunità<br />
Ebraiche Italiane) del 13/08/<strong>2010</strong>, la pedagogista Sonia Brunetti Luzzatti<br />
tesse un breve ma incisivo commento sullo stato di salute della scuola italiana con<br />
particolare riguardo alla scuola elementare (ora primaria). Mi permetto di citare<br />
testualmente le osservazioni della rinomata pedagogista affinchè possiamo tirarne<br />
le somme: "Fino a dieci anni fa gli esperti del ministero dell'istruzione del Sol<br />
Levante venivano da noi [in Italia] in pellegrinaggio per 'trovare ispirazione' nel<br />
nostro virtuoso modello di scuola elementare a tempo pieno, considerato un ottimo<br />
punto d'equilibrio tra livello di competenze e livello di integrazione degli alunni.<br />
Ancor oggi godiamo dei benefici di quel virtuoso periodo, ma ora i giapponesi<br />
non capiscono come un Paese avanzato come il nostro possa scegliere di tagliare i<br />
contributi all'istruzione anziché trovare altre soluzioni. Non trovando una risposta<br />
logica continuano a consideraci 'così creativi', ma adesso non ci copiano più."<br />
44<br />
<br />
<br />
Caro Redattore,<br />
complimenti per il lavoro titanico che anche<br />
questa volta hai dovuto fare: è sempre un<br />
gioiellino. Grazie anche per l’ospitalità che<br />
mi hai concessa. Risiamo a Natale.... <strong>Il</strong> mondo<br />
attuale, grazie al consumismo, ruota attorno<br />
a due date: Ferragosto e Natale; il resto è “prima”<br />
o “dopo “ e così se ne volano gli anni e la<br />
vita ... Che stolti che siamo a farci prendere da<br />
questi massacranti ingranaggi: e ci lamentiamo<br />
pure per la mancanza di tempo. Non è vero<br />
che non abbiamo tempo, ma è verissimo che<br />
ne sciupiamo tanto. Comunque tanti affettuosissimi<br />
auguri.<br />
Adele Zanni – Roma - Italia<br />
<br />
Caro Prof. Dastoli,<br />
mi ha commosso l’articolo da te scritto sul numero<br />
precedente per ricordare Socrate, dove<br />
sei riuscito a fondere il ricordo di una persona<br />
amica con una perfetta ricostruzione della sua<br />
intensa vita. La nostra ormai è una lunga<br />
amicizia basata su una comunità di idee e<br />
intenti che ci hanno portato a ad operare in<br />
una scuola nella quale abbiamo sempre<br />
creduto. Sono anche molto contenta che la<br />
scuola continui a rappresentare degnamente<br />
la cultura italiana nei suoi molteplici aspetti:<br />
la lingua, la filosofia e l’arte e perché no anche<br />
il modo di vita degli italiani.Grazie ancora.<br />
Un caro saluto,<br />
Nicoletta A. Mattoli – San Paolo - Brasile<br />
<br />
Lettere<br />
Ciao prof. Dastoli,<br />
Quest’anno mi laureo in biologia. Sembra<br />
ancora che sono seduta alla 4ª liceo... odo<br />
ancora le vostre voci e percepisco che ho<br />
conosciuto i migliori professori della mia vita<br />
circa 10 anni fa. È strano perché ho dimenticado<br />
buona parte del contenuto delle lezioni<br />
della scuola (soprattutto storia, rs.), ma<br />
qualcosa di indimenticabile è rimasto, uno<br />
sguardo all’orizzonte.<br />
Baci<br />
Gilda Silva
Caro Dastoli,<br />
sono tornato oggi dall´Italia. Grazie dei suoi<br />
graditi auguri che contraccambio con grande<br />
piacere. Ho dato per ora una rapida<br />
occhiata al numero de “<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong>” e desidero<br />
complimentarmi con lei per il livello qualitativo<br />
che riesce a mantenere nonostante tutte<br />
le difficoltá che deve superare per chiudere<br />
l’edizione di ogni numero.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong> è un importante termometro della<br />
vitalità della scuola e della sua comunità.<br />
Complimenti e tanti cari auguri.<br />
Angelo Vecchi – San Paolo – Brasile<br />
<br />
Egregio Direttore<br />
Dr. Carlo Alberto Dastoli,<br />
è con piacere che Le invio, su segnalazione di<br />
Padre Giorgio Cunial, alcune copie del<br />
“Messaggero di san’Antonio – edizione italiana<br />
per l’estero”. Mi congratulo per “<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong>”<br />
bollettino informativo e culturale della <strong>Scuola</strong><br />
<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> di cui Lei è direttore.<br />
Colgo però l’occasione per presentarLe il<br />
“Messaggero di sant’Antonio” [...] che propone<br />
ai suoi abbonati pagine di riflessione sugli<br />
eventi politici, sociali e culturali di maggior<br />
rilievo oggi nel mondo; rivolge una particolare<br />
attenzione alle Associazioni italiane, ai<br />
problemi della donna, degli anziani, alle<br />
iniziative culturali delle Regioni italiane per le<br />
comunità all’estero, ponendosi in dialogo con<br />
le nuove generazioni, interessate a scoprire i<br />
valori della lingua e della cultura italiana. È un<br />
mensile dunque, che intende trasmettere un<br />
insieme di valori e di solidarietà,e per il Brasile<br />
ha un’attenzione tutta particolare.<br />
Le sono grato se farà conoscere la nostra rivista<br />
presso la Sua <strong>Scuola</strong>. La sede del Messaggero<br />
in Brasile per eventuali nuovi abbonamenti è<br />
la seguente: O Mensageiro de santo Antonio,<br />
Caixa Postal 200, - 09015-970 – Santo André –<br />
São Paulo.<br />
Con cordialità e stima.<br />
Padre Luciano Segafreddo – direttore<br />
“Messaggero di sant’Antonio – edizione italiana<br />
per l’estero” www.santantonio.org<br />
A Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> oferece, além dos<br />
cursos de Língua e Cultura <strong>Italiana</strong>, nos níveis Elementar,<br />
Intermediário, Avançado e Superior, cursos<br />
específicos para preparação aos exames CELI e CILS.<br />
Os certificados CELI e CILS, expedidos respectivamente<br />
pela Università per Stranieri di Perugia e pela<br />
Univesità per Stranieri di Siena, são títulos que declaram<br />
o grau de competência comunicativa em italiano,<br />
como língua estrangeira. Na foto, os professores<br />
Maria Sicilia, Marcílio e Cosimo com um grupo<br />
de alunos do período noturno.<br />
<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong> augura a tutti<br />
un felice Natale e un<br />
2011 ricco di soddisfazioni<br />
O último dia do ano<br />
Carlos Drummond de Andrade<br />
(1902-1987)<br />
O último dia do ano<br />
Não é o último dia do tempo.<br />
Outros dias virão<br />
E novas coxas e ventres te<br />
comunicarão o calor da vida.<br />
Beijarás bocas, rasgarás papéis,<br />
farás viagens e tantas celebrações<br />
de aniversário, formatura,<br />
promoção,glória, doce morte com<br />
sinfonia e coral,<br />
que o tempo ficará repleto e não<br />
ouvirás o clamor,<br />
os irreparáveis uivos<br />
do lobo, na solidão.<br />
O último dia do tempo<br />
não é o último dia de tudo.<br />
Fica sempre uma franja de vida<br />
onde se sentam dois homens.<br />
Um homem e seu contrário,<br />
uma mulher e seu pé,<br />
um corpo e sua memória<br />
um olho e seu brilho,<br />
uma voz e seu eco,<br />
e quem sabe até se Deus…<br />
Recebe com simplicidade este<br />
presente do acaso.<br />
Mereceste viver mais um ano.<br />
Desejarias viver sempre e esgotar a<br />
borra dos séculos.<br />
Teu pai morreu, teu avô também.<br />
Em ti mesmo muita coisa já expirou,<br />
outras espreitam a morte,<br />
mas estás vivo. Ainda uma vez estás vivo,<br />
e de copo na mão<br />
esperas amanhecer.<br />
O recurso de se embriagar.<br />
O recurso da dança e do grito,<br />
o recurso da bola colorida, o recurso<br />
de Kant e da poesia,<br />
todos eles… e nenhum resolve.<br />
Surge a manhã de um novo ano.<br />
As coisas estão limpas, ordenadas.<br />
O corpo gasto renova-se em espuma.<br />
Todos os sentidos alerta funcionam.<br />
A boca está comendo vida.<br />
A boca está entupida de vida.<br />
a vida escorre da boca,<br />
lambuza as mãos, a calçada.<br />
A vida é gorda, oleosa, mortal,<br />
sub-reptícia.<br />
45<br />
Anno Nuovo<br />
di Carlos Drummond de Andrade<br />
Traduzione di Sergio Romanelli *<br />
L'ultimo giorno dell'anno<br />
non è l'ultimo giorno del tempo.<br />
Altri giorni verranno<br />
ed altre cosce e ventri ti<br />
comunicheranno il calore della vita.<br />
Bacerai bocche, strapperai lettere,<br />
farai viaggi e tanti festeggiamenti<br />
di compleanni, laurea, promozioni,<br />
gloria, una morte dolce con sinfonie<br />
e cori,<br />
tanto che il tempo sarà colmo e non<br />
sentirai il clamore,<br />
gli irreparabili ululati<br />
del lupo, nella solitudine.<br />
L'ultimo giorno del tempo<br />
non è l'ultimo giorno di tutto.<br />
Avanza sempre una frangia di vita<br />
in cui si siedono due uomini.<br />
Un uomo e il suo contrario,<br />
una donna e il suo piede,<br />
un corpo e la sua memoria,<br />
un occhio e la sua luce,<br />
una voce e la sua eco,<br />
e chissà anche Dio...<br />
Accetta con semplicità questo dono del<br />
caso.<br />
Ti sei meritato un altro anno di vita.<br />
Vorresti vivere per sempre e<br />
consumare la feccia dei secoli.<br />
Tuo padre è morto, anche tuo nonno.<br />
Anche in te molto si è estinto, il resto<br />
sbircia la morte,<br />
ma sei vivo. Ancora una volta sei vivo,<br />
e col bicchiere in mano<br />
attendi l'alba.<br />
La risorsa del bere.<br />
La risorsa della danza e del grido,<br />
la risorsa della palla colorata,<br />
la risorsa di Kant e della poesia,<br />
tutte insieme... e nessuna serve.<br />
Sorge l´alba di un nuovo anno.<br />
É tutto pulito, in ordine.<br />
<strong>Il</strong> corpo esausto si rinnova nella schiuma.<br />
Tutti i sensi all'erta funzionano.<br />
La bocca sta masticando vita.<br />
La bocca s'ingozza di vita.<br />
La vita scorre dalla bocca,<br />
imbratta le mani, la strada.<br />
La vita è grassa, oleosa, mortale,<br />
surrettizia.<br />
*Sergio Romanelli è poeta, scrittore, traduttore e docente di Linguistica<br />
Applicata presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura Straniera<br />
dell'Università Federale di Santa Catarina - Florianópolis.
Autorità, Fondatori, Direzione e Rappresentanti<br />
CONSOLATO GENERALE D'ITALIA A SAN PAOLO<br />
MARSILI MAURO - Console Generale<br />
BELLON AUGUSTO - Dirigente dell'Ufficio Scolastico<br />
DIREZIONE DIDATTICA<br />
DIRIGENTE SCOLASTICA ITALIANA<br />
CAPRARO PAOLA<br />
DIRIGENTE SCOLASTICA BRASILIANA<br />
ADRIÃO SILVIA<br />
DIRETTORE AMMINISTRATIVO<br />
PARISI MARCIO<br />
ASSOCIATI BENEMERITI<br />
• A E D A<br />
ACETO - VIDROS E CRISTAIS<br />
AGIP DO BRASIL S.A.<br />
ALCAN ALUMINIO DO BRASIL<br />
ALITALIA<br />
ALUFER S.A.<br />
ANSALDO/COEMSA<br />
ARCAMONE M. NICOLETTA<br />
BANCA NAZIONALE DEL LAVORO<br />
BANCO BRADESCO S.A.<br />
BANCO SUDAMERIS BRASIL.<br />
BARRUCI ANNA MARIA<br />
BAUDUCCO & CIA LTDA<br />
BELFORT - GLASS C.A.<br />
BELLONZI LEONARDO<br />
BENEDETTI ISIDORI SANDRO<br />
BUSCAGLIA ANDREA<br />
CAMPARI DO BRASIL<br />
CIA. COM. AGRIC. IND. GRAMA<br />
CIMENTO TUPY S.A<br />
COMITATO GESTORE <strong>2010</strong>-2012<br />
PAPAIZ SANDRA - Presidente<br />
CASTRO NELSON - Vicepresidente<br />
Consiglieri<br />
Arcari Marzio - ICIB<br />
Pravadelli Carlo<br />
Junior Assef José Eduardo<br />
Santello Luiz José<br />
Santavicca Silva Silvana<br />
Funari Eduardo Paulo<br />
Papaiz Angela<br />
Capellano Giuseppe (Circolo Italiano)<br />
D'Anna Giuseppe (Udinese)<br />
Benedetti Isidori Sandro (Regione Umbria)<br />
CIRCOLO ITALIANO<br />
COMOLATTI EVARISTO<br />
CRAGNOTTI & PARTNERS<br />
FABIO PERINI S.A.<br />
FIAT AUTOMÓVEIS S. A.<br />
FIAT BRASIL S. A .<br />
FIRPAVI<br />
GD DO BRASIL<br />
GENERALI DO BRASIL<br />
GRAD-FER<br />
GRUPO MASINI<br />
IESA<br />
IMPREGILO S.p.A.<br />
INNOBRA INNOCENTI<br />
ISTITUTO CULT ITALO-BRASILEIRO<br />
ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA<br />
ITALIMPIANTI<br />
LEONETTI Conde RAFFAELE<br />
LEONINI COSTANZO<br />
MAGLIANO RAYMUNDO FILHO<br />
METALCO CONSTR. METAL.<br />
OLIVETTI DO BRASIL S.A.<br />
Elenco Rappresentanti di Classe - a.s. <strong>2010</strong> - 2011<br />
<strong>Scuola</strong> dell'Infanzia - Sez. A e B ...................................FRANCESCA CORDA<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 1ª ........................................... ADRIANA DI GIAIMO<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 2ª ......................... TATIANA MOSCHETTA ASSEF<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 3ª ........................ ELIANE B. COPPOS RUGGIERO<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 4ª ................................................................................ *<br />
<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 5ª ...................................DAYSE ARAKAKI ALLODI<br />
Sc. Sec. I Grado - classe 1ª ............................................................................... *<br />
Sc. Sec. I Grado - classe 2ª ...........................MARCELO B. TORRES ALVES<br />
Sc. Sec. I Grado - classe 3ª .................................. ALESSANDRA O. LUGLIO<br />
Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 1ª ....... KATIA DOS S. GARABETTI SOUZA<br />
Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 2ª ................................................................ *<br />
Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 3ª .................................... ILARIA CAPUTO<br />
Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 4ª .......................... RICCARDO VALENTE<br />
46<br />
ASSOCIATI FONDATORI<br />
BERTOLINI RICCARDO<br />
BERTOLINI ALFONSA<br />
CROSO EDGARDO<br />
GENTILINI PALMIRO<br />
GHERSI LORENZO<br />
MATTOLI SOCRATE<br />
ROBERTO ALBERTO<br />
ROBERTO PAOLA<br />
ORGADE<br />
PALUMBO ARNALDO<br />
PAPAIZ ANGELA<br />
PAPAIZ LUIGI<br />
PARMALAT BRASIL<br />
PATRONATO ASSIST. IMIGR. ITALIANOS<br />
PEDREIRA MARIUTTI LTDA<br />
PIRELLI S. A.<br />
POLLASTRI EDOARDO<br />
PRODEC<br />
REGIONE UMBRIA<br />
RIETER-ELLO<br />
RIVA CALZONI<br />
SBE- SOC. BRAS. DE ELETRIFICAÇÃO<br />
SCAC S.A.<br />
SINCERO ZANELLA<br />
SOALUM<br />
UDINESE<br />
UNICREDITO ITALIANO<br />
UNILEVER BRASIL LTDA<br />
VECCHI ANGELO<br />
VISAGIS S.A.