02.06.2013 Views

Il Girasole 2010 - Scuola Italiana Eugenio Montale

Il Girasole 2010 - Scuola Italiana Eugenio Montale

Il Girasole 2010 - Scuola Italiana Eugenio Montale

SHOW MORE
SHOW LESS

Trasformi i suoi PDF in rivista online e aumenti il suo fatturato!

Ottimizzi le sue riviste online per SEO, utilizza backlink potenti e contenuti multimediali per aumentare la sua visibilità e il suo fatturato.

Sommario Editoriale<br />

• Apertura dell'Anno Scolastico <strong>2010</strong>-2011 ............................ 3<br />

• Sostenibilità ..................................................................... 5<br />

• Seminário "Direitos Humanos nas Empresas" .................. 6<br />

• <strong>Il</strong> Giorno della Memoria alla <strong>Montale</strong> ................................ 8<br />

• Eleições <strong>2010</strong> ............................................................... 10<br />

• Progetto <strong>Scuola</strong> - 150 Anni Grande Italia ..................... 13<br />

• I Bambini della V Primaria ................................................. 14<br />

• Un'avventura al Carroção .............................................. 1 4<br />

• Visita al MASP ................................................................. 15<br />

• Mostra Culturale alla <strong>Montale</strong> ........................................ 16<br />

• Olimpiadi ................................................................. 1 7<br />

• Dialogo tra la natura e un islandese nel <strong>2010</strong> ............... 18<br />

• Cinedidattica alla <strong>Montale</strong> ............................................. 18<br />

• Oscure acque, impervi percorsi e frecce volanti ............. 19<br />

• Recital dos Alunos da <strong>Montale</strong> ............................................ 20<br />

• Enjoy the silence .............................................................. 22<br />

• Recensione ................................................................... 22<br />

• De volta para casa... .................................................... 23<br />

• Estudo prova que a internet causa burrice aguda ....... 23<br />

• Escursione letteraria all'insegna dell'otium .................... 24<br />

• Jardim Botânico ...................................................... 2 5<br />

• Paradise Lost ................................................................... 26<br />

• Disegni di Pierluigi Papaiz ..................................................... 27<br />

• Progetti della <strong>Scuola</strong> dell'Infanzia ................................... 27<br />

• Economia italiana nel contesto globale ......................... 28<br />

• L'Italia in transito .......................................................... 29<br />

• La Settimana della Lingua <strong>Italiana</strong> nel Mondo ... 30<br />

• Instituto Norberto Bobbio ............................................ 31<br />

• Un anno con Rodari ........................................................ 32<br />

• Cultura e lingua dell'opera lirica italiana ................................. 35<br />

• Concorso di scrittura ........................................................ 36<br />

• Laboratório de Redação ................................................ 38<br />

• Insegnare è... .............................................................. 39<br />

• Un'attività diversa dal solito ................................. 4 0<br />

• Carpe diem ................................................................... 40<br />

• Homenagem póstuma à profa. Célia Seraidarian ............ 41<br />

• Poemas ............................................................................ 42<br />

• Consigli di Lettura ............................................................................... 43<br />

• Pompei, crolla la casa dei gladiatori ..................................................... 44<br />

• Lettere ............................................................................................... 44<br />

• Anno Nuovo ....................................................................................... 45<br />

Bollettino informativo e culturale della <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>"<br />

ANNO 8 – N. 16 – Dicembre <strong>2010</strong><br />

Direzione: Carlo Alberto Dastoli (dastoli@uol.com.br)<br />

Revisione dell'italiano: Carlo Alberto Dastoli<br />

Revisione del portoghese: Carlo Alberto Dastoli<br />

Correttore di bozze: Carlo Alberto Dastoli<br />

Giornalista Responsabile: Lizandra Magon de Almeida (MTb 23.006)<br />

Composizione grafica: www.casadartecomunicacao.com.br<br />

Copertina: Luciana Carranca<br />

Tiratura: 1000 copie<br />

2<br />

Fine anno!<br />

<strong>Il</strong> nuovo <strong>Girasole</strong>!<br />

Posso dire che questo è stato un<br />

anno molto proficuo.<br />

Dai vari lavori che il nostro caro<br />

Prof. Carlo Alberto Dastoli è riuscito<br />

a compilare potrete avere un<br />

piccolo panorama delle attività<br />

scolastiche del <strong>2010</strong>.<br />

La nostra <strong>Scuola</strong> continua ad essere<br />

molto forte nella missione di<br />

mantenere viva la lingua e la cultura<br />

italiana a San Paolo, per non parlare<br />

di un modello di gestione dove<br />

Fondatori e Genitori lavorano<br />

insieme, in ragionevole armonia.<br />

Sembra semplice? Ma è possibile!<br />

Nel 2011 saranno già ventinove gli<br />

anni di attività, rese possibili grazie<br />

alla collaborazione volontaria di tanti<br />

che hanno dedicato il loro tempo<br />

gratuitamente alla <strong>Scuola</strong>, l’impegno<br />

della Direzione, dei Professori e<br />

Collaboratori è innegabile.<br />

Non si tratta di una <strong>Scuola</strong> comune...<br />

Esiste un sogno che si è<br />

materializzato!<br />

Mantenere l’italianità ed assimilare,<br />

con rispetto, la cultura di questo bel<br />

Brasile, che accoglie tutti gli stranieiri<br />

a braccia aperte, è il lavoro giornaliero<br />

che impegna tutti noi.<br />

L’appoggio del Governo Italiano e<br />

Brasiliano, delle varie entità legate alla<br />

Comunità <strong>Italiana</strong> , delle famiglie,<br />

delle aziende è cio che mantiene la<br />

nostra <strong>Scuola</strong> sempre forte.<br />

GRAZIE A TUTTI!<br />

VIVA LA MONTALE!<br />

Sandra Papaiz<br />

Presidente del Comitato Gestore della<br />

<strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>


Apertura<br />

di apertura dell’anno scolastico <strong>2010</strong>-2011<br />

alla <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />

Un messaggio di augurio agli studenti, alle loro famiglie e ai docenti<br />

“Non può esserci dubbio sul fatto che le famiglie e la scuola sono impegnate nella stessa missione educativa; anche, voglio dire,<br />

nello stesso dovere di esempio morale e di severità.” (Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica <strong>Italiana</strong>)<br />

Si è svolta il 9 agosto a partire<br />

dalle 8 la cerimonia di apertura<br />

dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong><br />

nel Campo Poliesportivo della <strong>Scuola</strong><br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> a San Paolo.<br />

“<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>”<br />

L’ anno del rispetto<br />

di Attilio Fania*<br />

Nel suo dire iniziale la Dott.ssa Sandra<br />

Papaiz, presidente della “nostra” scuola ha<br />

sostenuto che oggi più che mai, una delle<br />

cose importanti è il rispetto. Sono andato<br />

a curiosare nello “Zingarelli minore”: a pagina<br />

902 c’è un’intera colonna sul verbo rispettare,<br />

a dimostrazione del rilievo di questo<br />

termine, forse un pochino in disuso.<br />

Rispetto dunque non come un termine<br />

d’altri tempi o come obiettivo da<br />

raggiungere, ma comportamento quotidiano<br />

dove l’obiettivo è la preparazione<br />

dei giovani alla vita, all’avvenire.<br />

Diamoci pure del “tu”, come fatto dello<br />

stare bene insieme, dove le cattedre non<br />

sono un gradino più alto dell’aula, abbat-<br />

Presenti il Presidente del Comitato<br />

Gestore Dott.ssa Sandra Papaiz, il viceconsole<br />

Dott. Marco Leone, il Dirigente<br />

Scolastico Prof. Augusto Bellon,<br />

l’addetto culturale dell’Istituto Italia-<br />

tendo falsi muri e false discipline quelle<br />

famose della “palmatoria” dando ad ognuno<br />

di noi la capacità di gestire il proprio<br />

“io” in forma consapevole, in una linea<br />

guida dove prevalgono i contenuti della<br />

costruzione e dello stare insieme.<br />

<strong>Il</strong> richiamo al rispetto è in realtà un<br />

richiamo alla volontà di capire di essere<br />

coinvolti, di non delegare. Abbiamo<br />

deciso, facendo anche qualche sacrificio,<br />

di mandare i nostri figli ad una scuola che<br />

è due volte particolare. Particolare non<br />

per il suo inquadramento legislativo o per<br />

il bilinguismo, ma per adottare metodi<br />

dell’apprendimento che forse hanno<br />

tempi più lunghi di quelli “tradizionali”<br />

ma certamente più pregiati.<br />

I vari interventi fatti alla cerimonia di<br />

apertura dell’anno scolastico hanno<br />

evidenziato, in qualche caso con la voce<br />

tremante, questi aspetti. “La mia scuola”,<br />

3<br />

no di Cultura Dott.ssa <strong>Il</strong>de Callocchia,<br />

le direttrici didattiche Dott.ssa Paola<br />

Capraro e la Prof.ssa Silvia Adrião, altre<br />

autorità di ogni ordine e grado della<br />

<strong>Scuola</strong>, genitori, docenti e alunni.<br />

termine utilizzato dal rappresentante<br />

consolare, è stata una sottolineatura del<br />

consenso che la <strong>Montale</strong> riceve anche nel<br />

confronto con il palinsesto italiano, e<br />

questo è un aspetto fortemente positivo.<br />

La scuola si è presentata all’inizio<br />

dell’anno con un abito nuovo, più colorito.<br />

Tutto ciò si è reso possibile grazie<br />

allo sforzo finanziario fatto da tutti gli<br />

interpreti, visto purtroppo il pesante taglio<br />

al bilancio prodotto al Ministero italiano<br />

competente, che si collega in forma ancora<br />

più negativa alla progressiva svalutazione<br />

dell’euro. Nonostante ciò i risultati<br />

fin qui raggiunti fanno ben sperare, sia<br />

sul piano didattico che in altri campi.<br />

Poco tempo fa durante la settimana<br />

della lingua italiana, che ogni anno<br />

ricorre, la <strong>Montale</strong> ha svolto un ruolo importante<br />

con dei lavori di ricerca e disegni.<br />

Personalmente ho partecipato


all’iniziativa dove le varie classi del liceo e le<br />

rimanenti medie ed elementare hanno<br />

presentato risultati di notevole spessore. <strong>Il</strong><br />

ruolo della lingua e cultura italiana si è<br />

espresso in forma intensiva, tanto che la<br />

stessa lingua portoghese ne ha ricevuto<br />

influssi che a tutt’oggi sono presenti.<br />

Possiamo definire questi ottimi lavori, un<br />

prezioso preambolo per le iniziative che la<br />

nostra comunità, con in testa i nostri gioielli,<br />

dovranno sostenere per il prossimo anno<br />

nella ricorrenza del centocinquantesimo<br />

anniversario della nostra Repubblica.<br />

<strong>Il</strong> rispetto dunque ci ha portato lontano,<br />

ci ha portato dentro un percorso dove gli<br />

allievi, non solo quelli di origine italiana,<br />

recuperano strada facendo, oltre alle<br />

conoscenze anche l’essere dei futuri cittadini<br />

che hanno alle spalle insieme a elementi<br />

tecnologici anche quelli umanistici, fondamentali<br />

nel mondo del sapere che non si<br />

ferma alle cose autentiche e ripetitive ma va<br />

alla loro fonte.<br />

<strong>Il</strong> rispetto alle persone, alle loro responsabilità,<br />

con la consapevolezza che ognuno<br />

di noi debba avere un ruolo che non si<br />

sovrapponga a quello degli altri.<br />

<strong>Scuola</strong> partecipata, societaria, non vuol<br />

dire assolutamente che si faccia di tutte le<br />

erbe un sol fascio. Le criticità dobbiamo<br />

usarle a partire da noi con un solo obiettivo:<br />

la formazione dei nostri figli, insieme al corpo<br />

insegnante.<br />

* Attilio Fania è responsabile del Centro<br />

Formativo della Camera Italo-Brasiliana di<br />

Commercio e Industria di San Paolo.<br />

Saluto dell’alunna Catalina Bergues, II Liceo<br />

L’ alunna rivolge un saluto a nome di tutto il corpo discente<br />

Prima di tutto vorrei ringraziare la presenza di tutti e leggervi una breve poesia di<br />

un autore cubano chiamato José Martí. La poesia s’intitola “ Coltivo una rosa<br />

bianca” e tratta dell’amicizia e ci insegna a rispettare sia gli amici che i nemici.<br />

Coltivo una rosa bianca<br />

in luglio come in gennaio,<br />

per l’amico sincero<br />

che mi dà la sua mano franca.<br />

Per chi mi v uol male e mi stanca<br />

questo cuore con cui vivo,<br />

cardi nè ortiche coltivo,<br />

coltivo una rosa bianca<br />

“Per avere un’Italia migliore – e noi possiamo aggiungere un<br />

Brasile migliore - abbiamo bisogno di una scuola migliore [...]”<br />

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica <strong>Italiana</strong>)<br />

Saluto del prof. Giacomo Cenci<br />

A nome di tutto il corpo docente<br />

dell’<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> un caloroso<br />

saluto a tutti i presenti. Mi rivolgo in<br />

particolar modo agli alunni, che rappresentano<br />

la ragione, direi di più, la<br />

passione che dà significato alla nostra<br />

presenza qui oggi. <strong>Il</strong> grande pensatore<br />

Kahlil Gibran ha scritto:<br />

Nessuno può<br />

insegnarvi nulla<br />

se non ciò che già<br />

sonnecchia<br />

nell’albeggiare della<br />

vostra conoscenza.<br />

<strong>Il</strong> maestro che<br />

cammina all’ombra<br />

del tempio<br />

tra i discepoli non elargisce<br />

la sua sapienza,<br />

ma piuttosto la sua fede<br />

e il suo amore.<br />

E se davvero è saggio,<br />

non vi invita ad entrare nella<br />

dimora del suo sapere,<br />

ma vi guida alla soglia della<br />

vostra mente.<br />

Ringraziamento<br />

4<br />

Spero che questa<br />

poesia serva come<br />

ispirazione per un<br />

anno senza conflitti.<br />

Vorrei desiderare ai<br />

miei amici, compagni<br />

e a tutti gli alunni<br />

un ottimo anno.<br />

Gli attori principali della scuola, cari alunni,<br />

siete voi. A noi insegnanti, insieme anche a<br />

tutto il personale non docente, spetta<br />

l’affascinante compito di guidarvi, di fornirvi<br />

degli strumenti, di mostrarvi delle strade da<br />

percorrere, ma sarete voi a camminare.<br />

Cogliete questa opportunità con entusiasmo,<br />

apritevi alla scoperta delle enormi risorse che<br />

ognuno di voi ha dentro di sé. Usate la scuola<br />

per diventare persone non appena istruite,<br />

ma colte, vale a dire persone che coltivano la<br />

propria umanità, persone sensibili, capaci di<br />

contemplare la bellezza di un fiore, di scoprire<br />

il significato profondo delle cose, di leggere<br />

la realtà che le circonda, di percepire la misteriosa<br />

bellezza di un incontro. <strong>Il</strong> nostro più grande<br />

desiderio, che diventa anche un augurio, è<br />

quello di aiutarvi a essere protagonisti<br />

consapevoli della vostra vita e a scoprire la<br />

vostra vocazione, ossia la strada, unica per ogni<br />

individuo, che vi farà vibrare di passione e vi<br />

permetterà, quindi, di partecipare attivamente<br />

alla costruzione di una società libera e giusta,<br />

in cui l’affermazione della dignità di ogni essere<br />

umano e l’attenzione per i suoi bisogni<br />

abbiano sempre il primo posto. Un grande in<br />

bocca al lupo a tutti noi. Grazie.<br />

<strong>Il</strong> Comitato Gestore ringrazia l'impegno, la dedizione, la tenacia e la competenza<br />

del Dott. Fabio Bordi, che dal 2006 al <strong>2010</strong> ha ricoperto la carica di direttore<br />

amministrativo e finanziario presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>,<br />

e gli augura molto successo nelle sue nuove attività.


Ecologia<br />

Sostenibilità è un termine molto<br />

di moda ultimamente. Tutti ne<br />

parlano, soprattutto le aziende,<br />

che apparentemente vogliono salvare il<br />

mondo dalle catastrofi. È proprio vero?<br />

Cos’è, in sintesi, la sostenibilità? La<br />

definizione più celebre (allora si parlava<br />

di “sviluppo sostenibile”) risale al 1987,<br />

contenuta nel “Rapporto Brundtland”:<br />

Lo Sviluppo Sostenibile è uno sviluppo<br />

che soddisfa i bisogni del presente senza<br />

compromettere la possibilità delle<br />

generazioni future di soddisfare i propri<br />

bisogni. Com’è la situazione dell’umanità<br />

in questo momento? Abbiamo da poco<br />

concluso il XX secolo, che forse un giorno<br />

sarà ricordato come il secolo degli sprechi<br />

e del consumo irrazionale di risorse. Per<br />

definire il XXI secolo è ancora un po’ presto,<br />

ma ci sono soltanto due opzioni: o<br />

sarà il secolo del buon senso, oppure sarà<br />

il secolo del collasso definitivo del<br />

pianeta. Da un punto di vista culturale<br />

siamo forse sulla buona strada: il fatto di<br />

menzionare così spesso l’importanza di<br />

preservare le risorse (foreste, acqua, energia...)<br />

è sicuramente un aspetto positivo.<br />

Ricordo che durante la mia infanzia se<br />

qualcuno affermava di impegnarsi per<br />

ridurre qualche consumo personale era<br />

quasi ridicolizzato (“poverino, non ha i<br />

soldi per comprare fogli di carta, così<br />

prende appunti sul retro di quelli già<br />

usati” oppure “va a scuola a piedi perché<br />

non vuole consumare benzina.”). Meno<br />

male che oggi questi atteggiamenti sono<br />

interpretati in modo più dignitoso, non<br />

c’è più necessità di nascondersi per fare<br />

la cosa ambientalmente corretta. Da un<br />

punto di vista pratico, tuttavia, c’è ancora<br />

moltissimo da cambiare. <strong>Il</strong> nostro<br />

modello di consumo è molto lontano da<br />

quello necessario per lasciare il pianeta<br />

utilizzabile da figli e nipoti. È stato così<br />

fin dalla Rivoluzione Industriale, che ha<br />

introdotto i consumi di massa e l’uso intensivo<br />

di energie e materie prime. La<br />

differenza è che oggi praticamente tutti<br />

sono consapevoli dell’insostenibilità di<br />

questo ritmo di consumo, ma pochi sono<br />

realmente disposti a ripensare il proprio<br />

stile di vita. Ovvero: predichiamo bene,<br />

ma razzoliamo male. Osserviamo la<br />

pubblicità commerciale, per avere un’idea.<br />

Alcune aziende si fanno pubblicità<br />

gareggiando per mostrarsi attente alle<br />

questioni ambientali e sociali (soprattutto<br />

le banche, che dicono di investire in<br />

progetti favolosi), ma parallelamente<br />

altre aziende stimolano al consumo impulsivo,<br />

facendo appello ai condizionamenti<br />

sociali e personali. Tipico è il caso<br />

delle automobili: i messaggi veicolati<br />

inducono a comprare l’auto più lussuosa,<br />

grande, potente della categoria, per<br />

potersi distaccare dal resto degli automo-<br />

di Daniele Filippetto *<br />

bilisti. Se vent’anni fa spostarsi a piedi o<br />

in bicicletta era considerata cosa da poveri,<br />

quanti anni dovremo ancora attendere<br />

prima che la società discrimini chi circola<br />

con un’auto troppo grande e troppo<br />

vorace di carburante?<br />

É sicuramente giusto pretendere e<br />

aspettarsi che le autorità politiche e le<br />

aziende si impegnino per creare leggi e<br />

strategie che possano ridurre l’impatto<br />

sull’equilibrio e sulle risorse del pianeta.<br />

É prima di tutto una questione di<br />

convenienza economica. Consideriamo,<br />

per esempio, le inondazioni che hanno<br />

colpito gravemente San Paolo tra dicembre<br />

e gennaio, oppure Rio de Janeiro in<br />

aprile. C’è un consenso abbastanza<br />

unanime sul fatto che eventi meteorologici<br />

di questa intensità siano una<br />

conseguenza dei cambiamenti climatici<br />

provocati dall’uomo. Ci dobbiamo aspettare<br />

altre gravi inondazioni, senza dubbio.<br />

Quanto costa rimediare ai danni? Per<br />

l’autorità pubblica si tratta di provvedere<br />

all’evacuazione di interi quartieri, fornire<br />

assistenza medica a persone ferite o<br />

contaminate dal contatto con l’acqua<br />

sporca; per i privati cittadini si tratta di<br />

case devastate, automobili distrutte,<br />

giornate di lavoro perse, o, peggio, lutti<br />

familiari. E le disgrazie non succedono<br />

solo nei quartieri più poveri, perché in<br />

quelle circostanze hanno sofferto anche<br />

zone ricche della città: molti semplicemente<br />

stavano circolando in macchina<br />

e all’improvviso si sono ritrovati immersi<br />

nell’acqua. La prossima volta potrebbe<br />

capitare anche a voi. Quindi, pensare a<br />

soluzioni di mitigazione e prevenzione<br />

può fare molto bene alle tasche e agli<br />

interessi di tutti. Le aziende che non<br />

sapranno rinnovarsi e proporsi come<br />

“sostenibili” saranno condannate a<br />

soccombere, perché la società sarà sempre<br />

più esigente su questo aspetto. Non<br />

saranno più tollerate imprese che inquinano,<br />

distruggono foreste o devastano<br />

le comunità in cui sono installate. Tuttavia<br />

è ugualmente fondamentale che ciascuno<br />

5<br />

Marginal<br />

Tietê, 21<br />

gennaio <strong>2010</strong>.<br />

Conviene<br />

pensarci.<br />

di noi faccia la sua parte. Qual è il nostro<br />

impatto personale nel pianeta? Esistono<br />

alcune metodologie che permettono di<br />

esprimere l’impatto ambientale in termini<br />

di superficie terrestre “consumata” per<br />

sostenere un determinato standard di<br />

vita. È la cosiddetta “impronta ecologica”.<br />

Quanti ettari ci servono per produrre la<br />

nostra alimentazione? Quanti ettari di<br />

foresta sarebbero necessari per assorbire<br />

le nostre emissioni di carbonio? O per<br />

costruire i nostri mobili, la nostra casa? E<br />

via dicendo. In internet si trovano vari siti<br />

che permettono di calcolare la nostra<br />

impronta ecologica. Per esempio, quello<br />

del WWF: www.pegadaecologica.org.br.<br />

La conclusione a cui perviene il test è che<br />

“se tutti gli abitanti del pianeta adottassero<br />

questo stesso regime di consumo,<br />

sarebbero necessari...” due o tre o quattro<br />

pianeti Terra per sostenerlo. Quindi, al<br />

lavoro! Ripensiamo le nostre abitudini, e,<br />

soprattutto, chiediamoci se i nostri consumi<br />

sono realmente richiesti dallo stile di<br />

vita che vogliamo. Vorrei fare una<br />

distinzione tra “stile” e “standard” di vita.<br />

Lo standard si riferisce a quello che<br />

abbiamo o usiamo per vivere; lo stile<br />

descrive il modo in cui gestiamo la nostra<br />

vita. È una distinzione analoga ai concetti<br />

di “avere” ed “essere”. Posso avere molti<br />

soldi e usarli male. Posso avere solo il<br />

necessario per vivere, ma usare la creatività<br />

per divertirmi ed essere molto felice. Posso<br />

aggiustare un oggetto danneggiato invece<br />

di comprarne uno nuovo. Posso comprare<br />

tutto quello che mi viene in mente, oppure<br />

posso valorizzare quello che ho già.<br />

Dipende da me.<br />

* Daniele Filippetto si è<br />

laureato in Ingegneria<br />

Meccanica presso l’Università<br />

degli Studi di Padova,<br />

è Dottore Magistrale<br />

in Ingegneria Meccanica<br />

Orientamento<br />

Impianti Energetici.


Seminário<br />

"Direitos Humanos<br />

nas Empresas"<br />

ABM&FBOVESPA e o Instituto Norberto<br />

Bobbio realizaram no dia 18<br />

de outubro de <strong>2010</strong> o seminário<br />

Direitos Humanos nas Empresas, das 14h<br />

às 18h, no auditório da Bolsa, no centro<br />

de São Paulo. Na ocasião, foi apresentada<br />

uma pesquisa que mostra como está<br />

o respeito aos direitos humanos nas empresas<br />

no Brasil.<br />

Foram entrevistados<br />

funcionários com<br />

carteira assinada de<br />

empresas de serviços<br />

financeiros, serviços<br />

não financeiros, comércio<br />

e indústria. A<br />

pesquisa entrevistou<br />

800 funcionários de<br />

empresas com mais de<br />

50 funcionários, no<br />

Rio de Janeiro e em<br />

São Paulo, entre junho<br />

e julho de <strong>2010</strong>.<br />

Boa parte das empresas adota um estilo rígido<br />

de gestão em que o funcionário não<br />

participa, os critérios de promoção não são<br />

evidentes e chegam a ocorrer situações de<br />

desrespeito e maus-tratos. De fato, uma elevada<br />

proporção de 43% dos entrevistados<br />

declarou que, nas empresas onde trabalham,<br />

ocorreram situações moderadas ou<br />

graves de violação dos direitos humanos<br />

no último ano.<br />

Um em cada três entrevistados declara<br />

ter experimentado algum tipo de violação<br />

grave nos últimos dez anos. Em 9% das<br />

empresas as violações graves correspondem<br />

da esq. Mauro Marsili (Cônsul Geral da<br />

Itália), Raymundo Magliano Filho<br />

(Diretor do Instituto Norberto Bobbio)<br />

a declarações explícitas<br />

de preconceito,<br />

agressões verbais e/ou<br />

físicas, roubo e assédio sexual. Já 11% dos<br />

entrevistados têm notícias de discriminação<br />

contra negros, mulheres, homossexuais ou<br />

idosos na organização em que trabalham e<br />

7% declaram já terem sido vítimas diretas<br />

de preconceito.<br />

Persiste um ambiente<br />

de desconforto<br />

e mal-estar<br />

nos locais de trabalho<br />

do Rio de<br />

Janeiro e São Paulo:<br />

38% dos entrevistados<br />

afirmam<br />

que as opiniões<br />

dos funcionários<br />

não são levadas<br />

em conta; 30% entendem<br />

que alguns<br />

chefes tratam<br />

os funcionários de maneira desrespeitosa;<br />

e 21% declaram que alguns funcionários<br />

chegam a ser maltratados.<br />

Os que mais observam a presença de<br />

tratamento desigual ou discriminatório<br />

são mulheres, negros e pessoas<br />

com renda inferior a R$ 3.000,00.<br />

De modo geral, o setor pior avaliado é o<br />

de serviços não financeiros (educação, saúde,<br />

telemarketing etc.), seguido do comércio<br />

e dos bancos (serviços financeiros). Já a<br />

indústria é o segmento melhor avaliado.*<br />

O evento foi aberto pelo diretor presidente<br />

da Bolsa, Edemir Pinto. Na sequência,<br />

Opinião dos alunos sobre o Seminário<br />

Quero destacar um<br />

ponto importante da<br />

pesquisa: mulheres, negros<br />

e pessoas que com renda<br />

inferior a R$ 3.000,00<br />

recebem um tratamento<br />

desigual e discriminatório nas<br />

empresas. É preciso proteger<br />

os direitos humanos."<br />

Maryá Francesconi (III Liceo)<br />

Valeu a pena. Foi muito<br />

interessante. Nosso querido<br />

e sempre participante prof. Dastoli fez<br />

três perguntas extremamente geniais."<br />

Fabio Piatti e Sabrina Mela (IV Liceo)<br />

6<br />

Durante o debate<br />

falou-se também<br />

sobre a existência<br />

de vários 'Brasis' e<br />

sobre a necessidade<br />

de melhorar a<br />

educação no país."<br />

Giuseppe Campana<br />

e Marta D'Aprile<br />

(IV Liceo)<br />

o presidente do Instituto Norberto Bobbio,<br />

Raymundo Magliano Filho, fez uma apresentação<br />

sobre o trabalho da entidade.<br />

Houve também palestras ministradas<br />

pelo jornalista Gilberto Dimenstein, pelo<br />

professor José Pas-<br />

Edemir Pinto<br />

tore e pelo diretor<br />

de recursos humanos<br />

da Natura, Marcelo<br />

Madaraz, relacionando<br />

os direitos<br />

humanos nas empresas<br />

ao ambiente<br />

de trabalho, à sociedade<br />

e à gestão de<br />

Raymundo Magliano pessoas.<br />

Os alunos do III e<br />

do IV Liceo da Escola<br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong> assistiram ao<br />

evento acompanhados<br />

pelos professores<br />

Carlo Alberto Dastoli<br />

e Helenice Schiavon.<br />

A Redação de <strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong><br />

agradece a colaboração<br />

de Bárbara Mayumi Pereira, BM&FBOVESPA S.A.<br />

- Bolsa de Valores, Mercadorias e Futuros – Diretoria<br />

de Comunicação<br />

* Dados extraídos da Pesquisa Direitos Humanos<br />

nas Empresas - Resultados da Etapa Quantitativa<br />

- Instituto Norberto Bobbio.<br />

Anche se troppo generica la<br />

ricerca svolta dall'Istituto<br />

Norberto Bobbio sui Diritti<br />

Umani nelle Imprese è stata molto<br />

importante, perché abbiamo<br />

imparato che molte aziende non<br />

contrattano lavoratori neri. Questo<br />

atteggiamento è assurdo. C'è<br />

ancora razzismo nel XXI secolo!!!<br />

Gianpaolo Papaiz (III Liceo)<br />

A segunda parte do Seminário foi mais legal<br />

que a primeira." Ricardo Valente (IV Liceo)<br />

O evento foi um sucesso."<br />

Matheus Nicolich (III Liceo)


Abbiamo assistito ad una<br />

conferenza che aveva come<br />

obiettivo discutere la tutela dei<br />

diritti umani all'interno delle<br />

imprese. Inoltre ci è stata fatta una<br />

presentazione contenente molti<br />

dati che rispecchiavano le opinioni<br />

dei lavoratori in un campione di<br />

imprese situate negli stati di San<br />

Paolo e Rio de Janeiro. [...] Tra le<br />

violazioni dei diritti umani riportati<br />

nei vari grafici della presentazione<br />

c'era la "discriminazione razziale,<br />

religiosa e sessuale." Ma considerare<br />

solo un piccolo campione non è<br />

forse attuare una sorta di discriminazione<br />

nei confronti del resto del Brasile?<br />

Ho trovato questa parte del dibattito<br />

inconcludente anche se utile come<br />

informazione. Nella seconda parte del<br />

dibattito abbiamo<br />

assistito ad un'altra<br />

presentazione che<br />

mostrava l'interesse<br />

delle famiglie per<br />

l'educazione dei figli.<br />

Credo che l'educazione<br />

sia un potente mezzo<br />

per rivendicare i propri<br />

diritti, perché altrimenti<br />

come potrei rivendicare i<br />

miei diritti se no so quali diritti ho? Ma una<br />

persona deve rivendicare i propri diritti<br />

perché essi le vengano dati? Poi siamo<br />

passati ad una discussione sull'origine delle<br />

disuguaglianze. Hanno affermato che le<br />

disuguaglianze sorgevano addirittura dalla<br />

legge." Giuliano Ziron (III Liceo)<br />

Nella seconda parte del<br />

Seminario, il giornalista<br />

Gilberto Dimenstein, ci ha<br />

informati, sempre in tono ironico<br />

e giocoso, che cosa potremmo<br />

fare per risolvere<br />

o migliorare i<br />

problemi dei<br />

diritti umani<br />

nella nostra<br />

società.<br />

L'educazione e<br />

l'insegnamento<br />

sono la<br />

principale<br />

soluzione a<br />

questi problemi , ed un azienda<br />

senza risorse umane non andrà<br />

avanti. È stata una esperienza<br />

fantastica perché mi ha fatto<br />

capire la vera importanza dei<br />

diritto umani nella società."<br />

<strong>Il</strong>aria Caputo (III Liceo)<br />

A pesquisa mostrou também como a população ignora os seus direitos."<br />

João Pedro Garcia (III Liceo)<br />

È stata una esperienza decisamente<br />

positiva. Bruno Dessi (III Liceo)<br />

Ad un certo punto della presentazione il<br />

sig. Haroldo Torres ha detto che le persone<br />

di colore erano ormai incluse nella società. Io<br />

mi sono guardato bene intorno per vedere se<br />

ci fossero delle persone di colore in aula e ne<br />

ho vista soltanto una. Ma le persone di colore<br />

sono veramente incluse nella società?!"<br />

Thiago Graziano (III Liceo)<br />

7<br />

<strong>Il</strong> 18 ottobre <strong>2010</strong>,<br />

noi della terza e<br />

la quarta liceo siamo andati alla<br />

"Bolsa de Valores". Eravamo stati<br />

invitati, assieme alla <strong>Scuola</strong> Dante<br />

Alighieri, a partecipare ad un<br />

seminario tenuto dall'Istituto<br />

Norberto Bobbio. Le presentazioni<br />

che mi hanno colpito di più, oltre ai<br />

dati forniti dal sig. Haroldo Torres,<br />

sono state quelle di José Pastore e di<br />

Gilberto Dimenstein. José Pastore mi<br />

è sembrato molto simpatico ed<br />

intelligente. Lui ha sostenuto che<br />

molte delle ineguaglianze e delle<br />

violazioni dei diritti civili sono create dalla<br />

stessa legge, ad esempio, "la pensione di un<br />

funzionario pubblico è dieci volte quella di<br />

un dipendente del settore privato". Questo<br />

fatto ci fa vedere che si deve attuare un<br />

cambiamento prima nella mentalità delle<br />

persone e poi sul piano legale.Abbiamo<br />

assistito la presentazione del giornalista<br />

della Folha de São Paulo, Gilberto<br />

Dimenstein sul tema dell'educazione.<br />

<strong>Il</strong> giornalista ci ha riportato alcuni dati in<br />

cui si vede che i genitori del ceto medio e<br />

basso hanno come obiettivo principale<br />

l'educazione. Infatti, su 5,5 milioni di<br />

studenti immatricolati nelle scuole private,<br />

3,7 milioni appartengono al ceto medio e<br />

basso. Questo vuol dire che i genitori<br />

risparmiano per mettere i loro figli in una<br />

scuola migliore. Infatti il sogno dei giovani<br />

del ceto medio è avere una carriera per<br />

ottenere suceso economico. Dimenstein<br />

ha sostenuto che la domanda di<br />

‘capitale umano’ è in aumento sia<br />

quantitativamente che qualificativamente,<br />

e che in futuro la qualificazione del capitale<br />

umano sarà molto elevata. In futuro ci sará<br />

una popolazione più consapevole dei suoi<br />

diritti. Siamo ormai nell'era degli educatori.<br />

Si può notare come l'educazione è<br />

collegata ai diritti umani, civili e<br />

socioeconomici." Paola Coccioli (III Liceo)<br />

A bolsa dos pobres<br />

A bolsa dos pobres não é de valor.<br />

Ninguém aplica na bolsa de valores<br />

dos pobres.<br />

Dos pobres embolsam a alma.<br />

Os pobres não entendem os valores<br />

da bolsa.<br />

Na bolsa dos pobres há sangue e suor.<br />

O suor e o sangue enfeitam as bolsas<br />

de valores dos pobres.<br />

A opressão cabe na bolsa.<br />

A injustiça cabe na bolsa.<br />

A exclusão cabe na bolsa.<br />

Os demônios todos habitam as bolsas<br />

de valores dos pobres.<br />

Pobres bolsas.<br />

Pobres pobres.<br />

Aluisius Saturninus Domenicus


Storia<br />

<strong>Il</strong> Giorno della Memoria alla <strong>Montale</strong><br />

<strong>Il</strong> Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la<br />

legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in<br />

tal modo aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27<br />

gennaio come giornata in commemorazione delle vittime del<br />

nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di<br />

coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.<br />

<strong>Il</strong> testo dell’articolo 1 della legge così definisce le finalità<br />

del Giorno della Memoria<br />

“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio,<br />

L’8 febbraio <strong>2010</strong>, con qualche<br />

giorno di ritardo rispetto alla<br />

data ufficiale delle celebrazioni<br />

del Giorno della Memoria, la <strong>Scuola</strong><br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> ha invitato<br />

il rabbino Alexandre Leone, studioso<br />

del pensiero ebraico medievale e<br />

moderno, a tenere una conferenza<br />

sull’Olocausto per gli alunni del<br />

Liceo e della classe III Secondaria di I<br />

Grado. Presenti anche la Dott.ssa<br />

Sandra Papaiz, presidente del<br />

Comitato Gestore, e le altre autorità<br />

scolastiche.<br />

Alla apertura della cerimonia il<br />

prof. Carlo Alberto Dastoli ha<br />

ricordato che da quest’anno la città<br />

di San Paolo ha istituito il giorno 27<br />

gennaio come giornata della<br />

memoria in omaggio alle vittime<br />

dell’Olocausto. <strong>Il</strong> disegno di legge n.<br />

129/2009 che istituisce questa<br />

giornata è stato presentato dal<br />

consigliere comunale (vereador) on.<br />

Floriano Pesaro (1968), politologo e<br />

autore di molti articoli e libri. La<br />

famiglia Pesaro è stata costretta a<br />

lasciare l’Italia a causa della<br />

proclamazione delle Leggi Razziali.<br />

I nonni ebrei di Pesaro (Humberto<br />

Pesaro e Gabriela Cohen Pesaro)<br />

sono sbarcati in Brasile nel 1939 col<br />

suo padre Giorgio, che all’epoca<br />

aveva solo tre anni.<br />

Prima di dare la parola al<br />

rabbino il pubblico ha visionato<br />

un documentario intitolato<br />

“Verninchtung-Baby” sulla Shoah.<br />

Dopo il filmato il rabbino ha tenuto<br />

una lezione molto interessante sulle<br />

tre interpretazioni che il mondo<br />

ebraico ha elaborato per<br />

comprendere l’Olocausto:<br />

l’approccio fondamentalista,<br />

l’approccio nazional-sionista e<br />

quello etico-filosofico.<br />

Riportiamo qui di<br />

seguito le riflessioni<br />

dei nostri allievi<br />

sulla giornata<br />

<strong>Il</strong> rabbino Alexandre Leone, su invito<br />

del prof. Carlo Alberto Dastoli, ha<br />

tenuto una conferenza sullo sterminio degli<br />

ebrei (in realtà anche dei neri, degli omosessuali,<br />

zingari...) da parte dei nazisti durante<br />

la Seconda guerra mondiale. Prima<br />

della conferenza noi abbiamo visionato un<br />

documentario intitolato Vernichtung Baby,<br />

che riportava alcune testimonianze di<br />

ebrei italiani vissuti all’epoca del regime<br />

fascista, spezzoni di filmati di Charles Chaplin,<br />

immagini di pubblicità contro i neri. <strong>Il</strong><br />

rabbino Leone ha presentato e commentato<br />

le tre risposte che il mondo ebraico ha<br />

elaborato per comprendere l’Olocausto.<br />

Leone preferisce usare l’espressione ebraica<br />

Shoah (sterminio/annientamento) anzichè<br />

Olocausto perché quest’ultima fa riferimento<br />

all’idea di sacrificio. <strong>Il</strong> rabbino ha<br />

commentato le tre risposte che il mondo<br />

ebraico ha dato sullo sterminio degli ebrei<br />

8<br />

data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno<br />

della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del<br />

popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana<br />

dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione,<br />

la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in<br />

campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di<br />

sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre<br />

vite e protetto i perseguitati. ”<br />

(fonte Wikipedia)<br />

ad opera dei nazisti. La prima risposta è di<br />

tipo nazionalistico e sostiene che la Shoah è<br />

avvenuta perché gli ebrei non avevano uno<br />

Stato. La seconda è tipo fondamentalistico<br />

e cioè lo sterminio sarebbe stato una sorta<br />

di punizione divina dovuta all’occidentalizzazione<br />

degli ebrei. La terza risposta è di<br />

stampo umanistico e analizza la guerra dal<br />

punto di vista antropologico e sociale e fa<br />

riferimento alla colpevolezza dell’intera<br />

umanità mettendo a salvo la divinità. Le<br />

prime due risposte sono state scartate dal<br />

rabbino perché escludevano tutti i morti in<br />

guerra che non fossero ebrei, come se essi<br />

fossero meno importanti. Last but not least<br />

alla domanda “dov’era Dio nella guerra” il<br />

rabbino ha presentato due risposte: la prima<br />

è del filosofo tedesco Hans Jonas (1903-<br />

1993) che sostiene la tesi dell’impotenza e<br />

del silenzio di Dio ad Auschwitz. La seconda<br />

è quella del filosofo e rabbino polacco Abraham<br />

J. Heschel (1907-1972), che alla domanda<br />

“dov’era DIO nell’Olocausto e come ha<br />

permesso che tutto ciò accadesse” risponde<br />

con un’altra domanda “dov’era l’UMANITÀ<br />

nell’Olocausto, e come NOI abbiamo permesso<br />

che tutto questo accadesse?”<br />

Tito Oliveira Jungmann


<strong>Il</strong> rabbino ha fatto un discorso molto<br />

interessante sull’indifferenza delle<br />

persone durante l’Olocausto. Questa<br />

indifferenza purtroppo esiste fino ad<br />

oggi. In Europa, e in Italia in particolare,<br />

il pregiudizio contro i cosiddetti extracomunitari<br />

è lampante.”<br />

Bruno Dessi<br />

<strong>Il</strong> rabbino Leone ci ha spiegato che il<br />

genocidio degli ebrei viene ricordato<br />

perché la barbarie è avvenuta<br />

proprio nel cuore della cività europea. Alla<br />

fine della sua conferenza abbiamo rivolto<br />

alcune domande al rabbino e dalle sue<br />

risposte mi sono accorto che si tratta di un<br />

rabbino liberale, che ha molto rispetto per<br />

le opinioni degli altri.”<br />

Giuseppe Campana<br />

<strong>Il</strong> rabbino Leone ritiene che sia importante<br />

ricordare tutti gli altri<br />

stermini della storia dell’umanità e non<br />

solo soffermarsi su quello ebraico.”<br />

Nicholas A. Galvez<br />

È importante uscire dai libri di storia<br />

e parlare direttamente con un<br />

rabbino che sa veramente quello che dice.<br />

Interessante le teorie che provano a<br />

spiegare il perché dell’Olocausto. <strong>Il</strong><br />

rabbino ci ha ricordato che tutti i genocidi<br />

hanno peso uguale e nessuno di essi<br />

va dimenticato.”<br />

Riccardo Valente<br />

Trovo assurda la tesi fondamentalista<br />

che sostiene che il genocidio<br />

è stato voluto da Dio. Lo scopo del<br />

giorno della memoria è quello di farci<br />

riflettere, pensare e ragionare su quanto<br />

è accaduto affinchè non possa mai<br />

più ripetersi nel futuro.”<br />

Gianpaolo Papaiz<br />

Tutto mi riporta al campo. Qualunque<br />

cosa faccia, qualunque cosa<br />

veda, il mio spirito torna sempre nello<br />

stesso posto... Non si esce mai, per davvero,<br />

dal crematorio”. Queste sono le parole<br />

di un sopravvisuto, Sholmo Veneza,<br />

che ha scritto un libro che la narra la sua<br />

storia nel Sonderkommando di Auschwitz,<br />

un corpo speciale che aveva il compito di<br />

cremare le persone uccise. Questo corpo<br />

speciale, come ha detto Primo Levi, è stato<br />

il delitto più demoniaco della storia, perché<br />

si è voluto rendere colpevoli le vittime,<br />

che oltre ad essere torturate psicologicamente<br />

a fare una cosa così terribile, erano<br />

uccise perché erano testimoni. Nonostante<br />

le varie testimonianze dei sopravvissuti,<br />

non riesco proprio ad immaginare tutto<br />

l’orrore; sentire parlare di uomini considerati<br />

dei ‘pezzi’, privati della propria libertà,<br />

dignità, rispetto e felicità mi dà<br />

tristezza e rabbia perché mi fa ricordare<br />

come i nazisti si consideravano superiori<br />

e uccidevano milioni di persone, non<br />

solo ebrei, ma anche altri esseri umani<br />

che potevano dare fastidio al regime.”<br />

Fabio Piatti<br />

L’idea di un dio ‘Babbo Natale’<br />

deve finire, perché anche se Lui ci<br />

ha creato, siamo noi i responsabili delle<br />

nostre azioni.”<br />

André Falanghe<br />

È stato un genocidio industriale. <strong>Il</strong><br />

genocidio degli ebrei non è stato<br />

l’unico, anche la bomba atomica fa parte<br />

di questo modo industriale di uccidere.<br />

Quello che è successo nella Germania nazista,<br />

nell’Italia fascista e negli altri genocidi,<br />

è perché le persone sono rimaste<br />

indifferenti e hanno appoggiato l’autoritarismo<br />

dello stato.”<br />

Marta D’Aprile<br />

Alla domanda del prof. Giacomo Cenci<br />

che ha citato l’opera di Elie Wiesel,<br />

La Notte, in cui Dio appare del tutto impotente,<br />

viene impiccato e muore assieme ad<br />

un ragazzino nel campo di sterminio, il<br />

rabbino Leone ha affermato che la concezione<br />

di un Dio come Essere Assoluto<br />

non può soppravvivere dopo Auschwitz.<br />

Dobbiamo cercare un Dio-umano, che<br />

abbia a che vedere con la realtà, col fulcro<br />

della realtà: forse lì lo incontreremo e ci incontreremo<br />

come esseri davvero umani.”<br />

Yuri Loyola<br />

La riflessione del rabbino ci ha<br />

aperti nuovi orizzonti e nuovi punti<br />

di vista sulla Shoah, proponendoci una<br />

visione teologica e non storica capace di<br />

9<br />

il rabbino<br />

Alexandre Leone<br />

farci intendere meglio le atrocità commesse<br />

dai nazisti.”<br />

Carlo Mazzaferro<br />

O rabino falou sobre a intolerância<br />

e a indiferença do ser humano.”<br />

Nicole De Angelis Paisani<br />

Secondo me, è stato un bel dibattito.<br />

Mi è piaciuto molto, perché ho imparato<br />

tante cose sul pensiero ebraico.”<br />

Fabrizio Fancio e Luigi Innocente<br />

Molti genocidi furono erroneamente<br />

dimenticati, cancellati dalla nostra<br />

storia. Milioni e milioni di morte scordati,<br />

come se quel popolo in questione non fosse<br />

mai esistito. L’assurdità di questo fatto<br />

mi stupisce, la rapidità con cui la società<br />

finisce per dare un’importanza quasi minima<br />

al valore di vite umane. Sinceramente,<br />

ho paura che entro qualche decina di<br />

anni, la Shoah venga dimenticata. Evitare<br />

che questo accada è imprescindibile; oltre<br />

a onorare tutte le vittime, possiamo evitare<br />

che tali tragedie si ripetano (perchè non è<br />

detto che non possa succedere nuovamente<br />

una strage del genere solo per il<br />

semplice fatto che ai giorni di oggi venga<br />

altamente condannata). Si impara dalla<br />

storia, e quanto più presto, meglio. Ed è<br />

difficile trovare un modo migliore per farlo<br />

che il Giorno della Memoria.<br />

Sabrina Mela<br />

<strong>Il</strong> giorno della memoria è stato un<br />

momento di riflessione. Abbiamo<br />

riflettuto sul perché e sul senso di uma<br />

delle maggiori atrocità mai compiute<br />

dall’umanità.”<br />

Giuliano Yara Ziron<br />

Dez milhões de pessoas foram brutalmente assassinadas nos campos de<br />

extermínio nazista durante a Segunda Guerra Mundial (1939-1945):<br />

seis milhões de judeus, quatro milhões de opositores políticos, dez mil<br />

homossexuais, dez mil Testemunhas de Jeová, quinhentos mil ciganos.<br />

De um total de 8.590 judeus italianos deportados para os campos de<br />

extermínio, apenas 1.000 se salvaram. O que esses números significam<br />

para nós, hoje? Por que, a despeito das “lições da história”, a intolerância<br />

corre solta pelo mundo continuando a semear novas vítimas?


Política<br />

Eleições <strong>2010</strong><br />

FAZENDO HISTÓRIA<br />

Por Yuri l Loyola – IV Liceo<br />

No Auditório da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong>, no dia 28 de setembro,<br />

o IV Liceo teve o prazer<br />

de protagonizar um evento diferente: a<br />

simulação de um debate político dos candidatos<br />

à presidência do Brasil para <strong>2010</strong>.<br />

Tudo começou com a análise de um convite<br />

proposto pelo Comitê do SiEM - Simulação<br />

para o Ensino Médio (http://www.<br />

siem.org.br/sobre.html), que propõe um<br />

evento em que alunos de diversas escolas<br />

simulam personagens historicamente relevantes.<br />

A proposta consiste também em<br />

ampliar a atividade de modo que os alunos<br />

tomem decisões para além do rumo<br />

“oficial” da história.<br />

Inspirados nesta ideia de simulação, o<br />

IV Liceo resolveu organizar um evento semelhante,<br />

para depois ser apresentado aos<br />

outros alunos do <strong>Montale</strong>. Como o clima<br />

era de primeiro turno decidiu-se por simular<br />

um debate entre os candidatos à presidência.<br />

A sala foi dividida de modo que<br />

cada grupo representasse um candidato;<br />

responsabilizando-se pela pesquisa de sua<br />

plataforma, biografia e propostas.<br />

Seguindo o modelo proposto pela mídia<br />

televisiva, a classe organizou o debate elaborando<br />

as perguntas e também solicitan-<br />

Elezioni Presidenziali <strong>2010</strong> - Dibattito alla <strong>Montale</strong><br />

di Giuseppe Campana, IV Liceo<br />

All’inizio dell’anno scolastico <strong>2010</strong>-<br />

2011 la nostra prof.ssa di storia e<br />

geografia del Brasile ci ha fatto<br />

conoscere una associazione chiamata SIEM,<br />

che ha lo scopo di insegnare la storia in<br />

modo ludico attraverso la ricostruzione degli<br />

eventi e dei personaggi storici. Temi,<br />

argomenti e testi vengono forniti agli alunni<br />

delle diverse scuole che partecipano a<br />

questo tipo di dibattito. Prendendo spunto<br />

da questa idea, noi, alunni della IV liceo,<br />

abbiamo pensato di riprodurre questo<br />

modello anche qui alla <strong>Montale</strong>. Così<br />

abbiamo deciso di organizzare un dibattito<br />

sul tema delle elezioni presidenziali rivolto<br />

alle altre classi del Liceo e alla III Media.<br />

Mancavano ormai tre settimane al primo<br />

turno delle elezioni presidenziali in<br />

Brasile. Con l’aiuto dei professori Helina<br />

Fernanda e Carlo Alberto Dastoli, abbiamo<br />

do a participação dos professores.<br />

Chegou o dia do debate: na plateia, vários<br />

professores e os alunos da III Media, I ,<br />

II e III Liceo. À frente, os alunos do IV Liceo,<br />

sentados na disposição usual dos debates<br />

da televisão. Começa a atividade: primeiro<br />

cada um expõe rapidamente seu percurso<br />

de vida, seu partido, suas propostas gerais.<br />

Depois, na segunda parte, sucederam-se<br />

duas rodadas de perguntas de candidato<br />

para candidato – e aqui já começaram os<br />

atritos ideológicos. Após isso, na terceira<br />

parte, as perguntas elaboradas pelos professores<br />

para cada um dos alunos foram<br />

comentadas por algum outro candidato escolhido<br />

também por eles. Após as considerações<br />

finais individuais, abriram-se as perguntas<br />

para a plateia. Foi quando o debate<br />

ficou muito mais dinâmico – os personagens<br />

realmente não esperavam tantas perguntas<br />

dos alunos...<br />

No final, foi organizada uma votação<br />

fictícia e todos os alunos que assistiram ao<br />

debate puderam votar. Até segundo turno<br />

ocorreu, entre Serra e Plínio, com a<br />

vitória do candidato do PSOL (por dois<br />

votos a mais)!<br />

Este minucioso trabalho de pesquisa sobre<br />

as propostas dos candidatos possibilitou<br />

que os alunos do IV Liceo se preparassem<br />

bastante. Talvez até não esperassem<br />

que o debate fosse tão interessante, e a<br />

atividade tão gratificante. O certo, entre-<br />

studiato i programmi politici dei principali<br />

candidati e ci siamo preparati al dibattito.<br />

L’evento è stato realizzato il 28 settembre<br />

dalle 8 alle 10:30 con la partecipazione non<br />

solo degli alunni ma anche di alcuni genitori.<br />

I “candidati” Marina Silva (PV), Plinio<br />

de Arruda Sampaio (PSOL), Dilma Rousseff<br />

(PT) e José Serra (PSDB), rappresentati da<br />

noi, hanno fatto in un primo momento una<br />

breve presentazione della loro biografia<br />

seguita dai loro progetti politici. In un<br />

secondo momento hanno formulato e risposto<br />

a delle domande che avevamo preparato.<br />

Nella terza parte del dibattito i professori<br />

Helina Fernanda e Carlo Dastoli hanno<br />

fatto due domande per ogni candidato<br />

(vedi “questões para o debate”). Prima di<br />

concludere l’evento il pubblico ha potuto<br />

porre delle questioni ai “candidati”. Questo<br />

secondo me, è stato un dei momenti più<br />

belli dell’evento, perché ha destato in noi<br />

una sorta di ispirazione politica che ci ha<br />

10<br />

tanto, é que sentiram-se<br />

ainda<br />

mais estimulados<br />

pelas questões<br />

relevantes e controversas<br />

da história<br />

nacional.<br />

Certamente,<br />

após esta valiosa<br />

atividade ficou a<br />

consciência de<br />

que é possível<br />

criar espaço para<br />

novas experiências<br />

na escola. É importante fomentar esse<br />

tipo de oportunidade dentro da instituição<br />

escolar: além do aprendizado, são experiências<br />

e reflexões que serão levadas e<br />

lembradas para o resto da vida e que podem<br />

representar um diferencial no futuro.<br />

Agora só resta estimular as outras classes<br />

a também realizarem alguma atividade<br />

desse tipo, pois, com certeza, vão aproveitar<br />

bastante. E espero que convidem todos<br />

a participar!<br />

permesso di dare delle risposte veramente<br />

come se fossimo i “candidati” alla presidenza<br />

della Repubblica. Al termine dell’attività<br />

ci sono state le considerazioni finali<br />

di ogni “candidato” e una votazione segreta,<br />

la quale è stata vinta dal “candidato”<br />

Plinio Arruda Sampaio del PSOL.<br />

Questo evento è stato molto divertente<br />

e si è rivelato un nuovo modo per imparare<br />

giocando, per trasmettere a tutti la<br />

nozione di quello che sta accadendo in<br />

Brasile, per chiarire i progetti politici dei 4<br />

(quattro) “candidati” presenti. Inoltre, ci<br />

tengo a sottolineare che il fatto che noi,<br />

giovani, siamo fondamentali per il futuro<br />

del Paese. Con il voto possiamo cambiare<br />

molte cose. Secondo me, vale la pena di<br />

imparare giocando. Noi, ragazzi della IV<br />

liceo, vorremmo realizzare un altro evento<br />

come questo, anche perché sarebbe una<br />

ulteriore opportunità di imparare e di<br />

insegnare in un modo divertente.


Opinião dos alunos<br />

sobre o debate<br />

Abbiamo assistito ad un dibattito<br />

tra gli alunni del quarto anno. Loro<br />

hanno simulato un dibattito politico tra i<br />

candidati alla presidenza del Brasile nel<br />

<strong>2010</strong>. È stato piacevole ed interessante<br />

perché gli alunni erano molto preparati<br />

non solo dal punto di vista delle informazioni<br />

ma hanno persino incorporato i<br />

personaggi in questione. Vedo in queste<br />

manifestazioni importanti e uniche opportunità<br />

per applicare i concetti studiati<br />

e per creare un tipo di coscienza civile e<br />

critica.” Giuliano Yara Ziron ( III Liceo)<br />

Secondo me, il dibattito ha aiutato<br />

gli alunni della scuola a conoscere<br />

meglio i candidati alla presidenza. È stato<br />

fatto così bene che sembrava un vero e<br />

proprio dibattito.” Gianpaolo Papaiz (III<br />

Liceo)<br />

È stato un momento molto divertente<br />

e ci ha aiutato a capire meglio<br />

le idee che verranno messe in atto dopo<br />

le elezioni. Tutti gli alunni si sono divertiti<br />

e hanno partecipato volentieri” <strong>Il</strong>aria<br />

Caputo (III Liceo)<br />

Oggi nella mia scuola c`è stato un<br />

dibattito come quelli fatti in tivù.<br />

Gli alunni della IV Liceo hanno rappresentato<br />

i quattro principali candidati alle<br />

elezioni presidenziali brasiliane; si sono<br />

suddivisi in quattro gruppi di tre alunni.<br />

Durante la presentazione, c`era uno che<br />

rappresentava il candidato mentre gli altri<br />

erano gli assessori. Questa è stata una<br />

iniziativa degli alunni della IV, la quale è<br />

stata ben accolta dai professori (Dastoli e<br />

Helina) che hanno orientato i ragazzi. <strong>Il</strong><br />

candidato Plinio Arruda Sampaio (PSOL)<br />

è stato rappresentato dall’alunno Yuri<br />

Loyola che rispettando le regole del<br />

dibatitto e estremamente aderente al<br />

personaggio ha risposto a tutte le domande<br />

in modo chiaro e sicuro, sempre seguendo<br />

i propri ideali popolari. La candidata<br />

Marina Silva (PV) è stata rappresen-<br />

tata dall’alunno Giuseppe<br />

Campana che seguendo gli<br />

ideali della candidata ha risposto<br />

educatamente a tutte le<br />

domande, sempre difendendo<br />

i propri principi con concetti<br />

legati all’ecologia. Dilma Rousseff<br />

(PT), candidata del presidente Lula, è<br />

stata rappresentata dall’alunno André<br />

Falanghe, che ha cercato di imitare persino<br />

lo stile dei cappelli della rappresentante<br />

che intende portare avanti la politica<br />

attuale del presidente Lula. Ricardo Valente<br />

ha personificato José Serra (PSDB)<br />

ripetendo anche la battute del “tucano”<br />

che aderisce e difende sempre più il capitalismo.<br />

Al termine del dibattito il pubblico<br />

ha votato, e tre ore dopo abbiamo avuto<br />

il risultato delle votazioni: Serra è stato<br />

eletto con il 38% e Plínio con il 29 %.<br />

Abbiamo diritto al ballottaggio. <strong>Il</strong> venerdì<br />

1º ottobre abbiamo eletto Plínio cioè<br />

“Plinio, il Giovane”, più conosciuto come<br />

Yuri Loyola!!! Angela Valdesoiro (III Liceo)<br />

Acho que hoje foi um grande dia<br />

na escola, um dia bem diferente de<br />

todos. Sinceramente não acho que exista<br />

nada do que reclamar, só elogios: conseguimos<br />

provar que é possível falar de política<br />

na escola de forma livre e que desperte<br />

o interesse em todos. Eu, por exemplo,<br />

realmente não esperava muitas perguntas<br />

do público e, pelo contrário, faltou<br />

tempo para tanta pergunta. Também<br />

não houve problemas de disciplina, justamente<br />

porque todos estavam interessados.<br />

Foi um grande dia com certeza, para mim,<br />

para nossa sala e imagino que para a escola.<br />

Ainda bem que foi filmado! Não vejo a<br />

hora de reassistir. Quando estamos lá na<br />

frente nos envolvemos em um tal nível<br />

com a coisa que fica até difícil evocar à<br />

memória tudo o que aconteceu.<br />

Mas acima de tudo é interessante analisar<br />

o depois. Acho que os números da votação<br />

e alguns comentários que alguns alunos<br />

fizeram mostram algumas coisas. Primeiro<br />

que existe uma mentalidade comum,<br />

de classe média, e que esta mentalidade<br />

vem de casa e que a escola dificilmente<br />

consegue contrastar,<br />

quando não acaba por apoiála<br />

(vide o comentário de um aluno<br />

criticando o governo Lula e<br />

os assistidos pelo Bolsa Familia,<br />

que “nao trabalham”). Mas<br />

acho que isso é perfeitamente<br />

compreensível se considerarmos<br />

as circunstâncias familiares<br />

e o circulo social dos alunos.<br />

Agora, o que foi mostrado também<br />

é que o novo sempre surpreende.<br />

Acredito que para a maioria dos alunos<br />

presentes a candidatura do Plínio era desconhecida.<br />

Acredito também que a visão<br />

que eles tinham sobre o socialismo é, e só<br />

11<br />

poderia ser, aquela da mentalidade<br />

comum da classe média. Mas<br />

como eu disse, o novo surpreende,<br />

e acredito que, mesmo não<br />

tendo se convertido ao socialismo,<br />

no mínimo a maioria dos alunos<br />

achou interessante o que o<br />

Plínio tinha a dizer, ou no mínimo provocativo.<br />

Isto é que é legal e eu fico muito feliz<br />

com isso, de termos dado essa possibilidade.<br />

Se um ou dois alunos entre todos aqueles,<br />

após essa experiência, se informarem<br />

mais sobre o socialismo, o comunismo, e se<br />

dedicarem a descobrir o que eles foram e<br />

são de verdade todo o debate já terá valido<br />

a pena. Acho que também a partir de hoje<br />

quando alguém disser “PSOL” eles poderão<br />

dizer algo além de “ah, aquele partido<br />

socialista”, e terão um mínimo de conhecimento<br />

sobre quais são as propostas efetivas,<br />

mesmo que não concordem. Não acredito<br />

que a exaltação que houve do Plínio<br />

signifique que algum aluno ali seja socialista,<br />

não são, e seria tolice acreditar nisso.<br />

Talvez o principal motivo desta exaltação é<br />

que o Plínio apela para a consciência das<br />

pessoas, e é impossível não ser atingido em<br />

algum nível pelo que ele diz. Mas acredito<br />

que esta exaltação, mesmo que talvez seja<br />

somente temporária, ainda assim, é o primeiro<br />

passo para a desmistificação do socialismo.<br />

Eu lembro quando tinha 16 anos (o<br />

que não faz muito tempo), a mesma idade<br />

da maioria dos alunos ali presentes, e socialismo<br />

para mim não significava muito mais<br />

do que um sonho de utopia que a história<br />

mostrou falida. E depois de uma conversa<br />

com um pai de um amigo meu, que é comunista,<br />

e que me explicou do outro ponto<br />

de vista a história do socialismo, eu fiquei<br />

embasbacado e fui descobrir mais sobre<br />

o tal socialismo, e percebi que a visão<br />

que sempre tinham me passado era deformada,<br />

propositalmente. E aos poucos fui<br />

me informando cada vez mais, até ter o<br />

mínimo de visão crítica em relação ao modelo<br />

que a sociedade nos oferece. Não sei<br />

se isto também acontecerá com algum aluno<br />

ali, mas é uma possibilidade, que pode<br />

derivar do debate de hoje. Se isso acontecer,<br />

será fantástico e tudo terá valido a<br />

pena. Se não, ainda assim foi<br />

possível mostrar quais são as<br />

propostas deste tal socialismo,<br />

ter trazido ele à tona para uma<br />

sociedade que insiste em escondê-lo.<br />

E isto também terá valido<br />

a pena.” Yuri Loyola, IV Liceo<br />

<strong>Il</strong> dibattito sulle elezioni è<br />

stato molto interessante.<br />

Ogni ‘candidato’ ha presentato<br />

le sue idee e quelle del suo partito.”<br />

Gabriela Soares (I Liceo)<br />

<strong>Il</strong> ‘candidato’ Plinio è stato il migliore.”<br />

Marcello Meale (I Liceo)


Alunos que representaram<br />

os candidatos à<br />

presidência, na seguinte<br />

ordem (de cima para<br />

baixo): Dilma, Plínio,<br />

Marina e Serra.<br />

<strong>Il</strong> dibattito è stato molto importante. È<br />

stato un modo nuovo di imparare un po’<br />

di più sul nostro paese. I risultati delle votazioni<br />

sono stati quelli che io speravo. <strong>Il</strong> ‘candidato’<br />

Serra è quello più interessante ed intelligente.<br />

Plínio vuole un paese socialista e non penso che<br />

questo sia giusto con il popolo”<br />

Luna Borelli (I Liceo)<br />

Mi è piaciuto. <strong>Il</strong> ‘candidato’ Plínio è stato<br />

il più interessante. Serra non ha convinto<br />

ma le sue proposte sono ottime.”<br />

Leonardo Perez (I Liceo)<br />

<strong>Il</strong> dibattito mi è piaciuto per vari motivi.<br />

Si vedeva che gli alunni erano preparati<br />

per rappresentare ogni candidato. I temi discussi<br />

erano interessanti,e le proposte presentate<br />

erano abbastanza convincenti”<br />

Beatriz Di Pilla (I Liceo)<br />

La simulazione delle elezioni fatta dai<br />

ragazzi di IV Liceo è stata molto interessante.<br />

I ragazzi sapevano quello che dicevano e<br />

sapevano discutere gli argomenti. Abbiamo<br />

potuto conoscere le idee dei candidati e le loro<br />

proposte. Spero che ci siano altri dibattiti come<br />

questo alla <strong>Montale</strong>!”<br />

Maria Clara R. Sosa (I Liceo)<br />

<strong>Il</strong> dibattito è stato molto bello ed interessante,<br />

perché ci ha fatto vedere e conoscere<br />

meglio la storia e l’opinione dei candidati.<br />

Questo è bello perché noi possiamo aprire la<br />

nostra mente. Gli alunni erano preparati e<br />

sapevano rispondere a tutte le nostre domande.”<br />

Bianca F. Sinno (I Liceo)<br />

È stata una esperienza molto interessante<br />

e mi ha aiutato ad informarmi di più riguardo<br />

la politica. È stato unico, istruttivo ed<br />

educativo” Matteo Tamburini (I Liceo)<br />

<strong>Il</strong> dibattio è stato molto interessante<br />

perché ci ha fatto capire meglio la vita e i<br />

progretti politici di Plinio, Marina, Dilma e Serra, che sono i principali candidati<br />

alla presidenza della Repubblica.” Michele Dessi (I Liceo)<br />

I candidati mi sono sembrati molto preparati e consapevoli. <strong>Il</strong> dibattito<br />

è stato suddiviso in tre tappe: le domande tra i candidati, le domande<br />

dei giornalisti e le domande del pubblico. Alla fine c’è stata la votazione.<br />

Serra ha riportato 38 voti, Plínio he ha avuti 28, Marina 15, Dilma 6 e voti nulli<br />

sono stati 6.” Giovanna Souza (I Liceo)<br />

12<br />

2<br />

Questões aos “candidatos”<br />

à presidência da República<br />

Os professores Carlo Alberto Dastoli<br />

e Hélina Fernandes dirigiram aos<br />

“candidatos” à presidência da República<br />

as questões abaixo relacionadas.<br />

1<br />

O Brasil é um país em que os latifúndios ocupam<br />

cerca da metade das terras agrícolas, o que caracteriza<br />

uma concentração fundiária, isto é, uma má<br />

distribuição de terras. Pergunta-se: Qual é a sua proposta<br />

para a reforma agrária no Brasil?<br />

No Brasil, apesar do aumento de negros, mestiços<br />

e índios nas universidades, a representação<br />

dos negros e mestiços é desproporcional à sua participação<br />

na população brasileira, sendo mais da metade<br />

das vagas ocupadas por brancos. Como seu governo<br />

pensa em resolver essa desproporção, garantindo<br />

a todo brasileiro, independente de sua cor, o acesso<br />

ao ensino superior?<br />

3<br />

A indústria brasileira enfrenta a concorrência da<br />

indústria estrangeira, especialmente da indústria<br />

chinesa. Porém, os produtos chineses têm livre<br />

acesso ao mercado brasileiro, o que afeta a indústria<br />

nacional. Como você fará para proteger a indústria<br />

nacional?<br />

4<br />

Qual é sua opinião sobre a anistia aos militares<br />

envolvidos na tortura e na repressão, durante o<br />

regime militar? A Lei da Anistia deve ser revogada para<br />

punir os torturadores? E qual é a sua opinião sobre as<br />

indenizações pagas às vítimas da ditadura militar?<br />

5<br />

Nos últimos anos, o CADE tem autorizado várias<br />

fusões e aquisições, como as fusões da Nestlé e<br />

da Garoto, da Brahma com a Antártica ou a aquisição<br />

da Sadia pela Perdigão. Sabendo-se que uma<br />

das atribuições do CADE é regular os monopólios,<br />

você concorda com suas resoluções, que vêm possibilitando<br />

a monopolização da economia? Qual é<br />

sua opinião sobre o tema?<br />

6<br />

A construção da usina hidrelétrica de Belo Monte<br />

vai inundar terras indígenas, entre outros impactos<br />

socioambientais. Considera-se que esta será a<br />

primeira de uma série de outras hidrelétricas a serem<br />

construídas na Bacia Amazônica. Qual será a posição<br />

de seu governo diante de Belo Monte e das demais<br />

hidrelétricas previstas?<br />

7<br />

A Petrobrás fez recentemente uma oferta pública<br />

de ações, o que lhe permitiu captar cerca de<br />

R$ 120 bilhões, que serão usados para viabilizar a<br />

exploração do pré-sal. Qual é sua posição em relação<br />

ao pré-sal? Como garantir que a extração do petróleo<br />

a grandes profundidades não provoque danos<br />

ao litoral brasileiro?<br />

8<br />

Um dos mais graves problemas do Brasil é a<br />

corrupção nos órgãos públicos. Se eleito, que<br />

ações pretende tomar e que posturas assumirá no<br />

enfrentamento desse mal?<br />

9<br />

Qual é sua avaliação da política externa do governo<br />

Lula? Se eleito, pretende manter ou alterar<br />

a condução da política externa?


<strong>Scuola</strong><br />

Progetti della<br />

<strong>Scuola</strong> dell'Infanzia<br />

SEZIONE A<br />

"Pianeta Terra"<br />

di Fulvia Paula Bianchi<br />

uesto quadrimeste i bambini della sezione A<br />

della <strong>Scuola</strong> dell'Infanzia hanno svolto un progetto<br />

sul pianeta Terra. L'idea è partita da una<br />

loro curiosità suscitata dalle mappe del Brasile e dell'Italia,<br />

trovate sul loro diario di classe, che ha portato ad una<br />

interessante discussione tra i bambini. Abbiamo allora presentato<br />

al gruppo una mappamondo mostrando i continenti<br />

e l'esatta localizzazione del Brasile e dell"Italia oltre<br />

ad iniziare una vera esplorazione dell'Universo per conoscere<br />

i pianeti che compongono il Sistema Solare tra cui la Terra.<br />

Attraverso ricerche su libri e internet il gruppo ha individuato<br />

e capito le diverse trasformazioni subite sin dall'inizio<br />

soffermandosi un po' di più sul periodo dei dinosauri, esseri<br />

che tanto affascinano i bambini, divisi in tre gruppi: carnivori,<br />

erbivori , volanti e marini per poi passare alla prestoria<br />

che concluderà questa prima parte del nostro progetto.<br />

O,<br />

13<br />

SEZIONE B<br />

"Gli animali acquatici"<br />

Carla Passeto<br />

Ogni quadrimestre i bambini dell'Infanzia svolgono<br />

un progetto di studio. I progetti nascono<br />

dall' interesse dimostrato dal gruppo.<br />

È un lavoro di ricerca, dove i bambini partecipano volentieri<br />

ed attivamente, portando a scuola dei materiali preziosi<br />

e formulando ipotesi per arricchire il progetto.<br />

Quest'anno la sezione B ha deciso di studiare gli animali<br />

acquatici.<br />

Hanno scoperto diverse particolarità sulla vita acquatica<br />

e le varie specie di animali di acqua dolce e salata come: i<br />

pesci; i rettili; i molluschi; i mammiferi e i crostacei.<br />

Per approfondire ancora di pìù il lavoro i bambini sono<br />

andati all'acquario di San Paolo dove hanno potuto confermare<br />

molte ipotesi lanciate durante il progetto.<br />

Alla fine del quadrimestre verrà fatta una mostra con il<br />

lavoro svolto alla quale tutti sono invitati a visitare.


Avventura<br />

I Bambini della V Primaria<br />

I bambini della classe V Primaria hanno concluso quest’anno scolastico<br />

[2009-<strong>2010</strong>] un ciclo e sono ormai alle medie. Tra le paure e il desiderio che<br />

vada tutto bene prevale il senso di appartenenza al gruppo e il sentimento<br />

di non essere soli in questo momento, come racconta Jasmine nel suo tema.<br />

Per l’occasione dell’In bocca ai Lupi (12/06/<strong>2010</strong>) hanno voluto raccontare<br />

a tutti il percorso fatto quest’anno e un po’ di sé.<br />

Yara Alberio, insegnante d’italiano della classe V Primaria<br />

San Paolo, 11 giugno <strong>2010</strong><br />

QUINTA PRIMARIA <strong>2010</strong><br />

NOI SIAMO I BAMBINI DI QUINTA<br />

E STUDIAMO SOLO PER FINTA<br />

L’ANNO PROSSIMO ANDREMO ALLE MEDIE<br />

E CI MANGEREMO ANCHE LE SEDIE<br />

VI STATE PREOCCUPANDO?<br />

MA NO, STIAMO SOLO SCHERZANDO!<br />

DURANTE L’ANNO ABBIAMO FATTO COSE<br />

DIVERTENTI<br />

E SIAMO DIVENTATI PIÙ INTELLIGENTI<br />

AL CARROÇÃO SIAMO ANDATI<br />

E UN PO’ MATTI SIAMO TORNATI<br />

ALICE ABBIAMO LETTO<br />

E TANTE COSE ABBIAMO SCOPERTO<br />

GEOMETRIA ABBIAMO IMPARATO<br />

E MOLTI CALCOLI ABBIAMO FATTO<br />

CON LA TEACHER ABBIAMO CANTATO<br />

E HOKEY COKEY ABBIAMO IMPARATO<br />

UNA NUOVA MAESTRA È ARRIVATA<br />

E UN PO’ MATTA L’ABBIAMO LASCIATA!<br />

LA TESINA È COMPLICATA<br />

PER FORTUNA È GIÀ PASSATA!<br />

IL CORREIO ELEGANTE FAREMO<br />

E MOLTI MESSAGGI SEGRETI<br />

CONSEGNEREMO<br />

<strong>Il</strong> gioco più bello del mondo<br />

La vita è come un videogioco e la scuola è una delle parti<br />

più difficili del gioco perché è piena di livelli.<br />

Se arrivi al 12° livello, più conosciuto come 4° liceo, senza essere bocciato,<br />

vuol dire che sei riuscito a finire una parte del gioco, una parte della tua vita.<br />

Io non ho paura di andare in prima media perché sto finendo<br />

un livello per iniziarne un altro.<br />

Tutti però hanno paura di qualcosa, e la mia è che alcuni miei<br />

compagni non vadano in prima media e debbano rifare lo stesso<br />

livello del gioco, che è il gioco più difficile del mondo.<br />

Jasmine Parodi (V Primaria)<br />

ALL’IN BOCCA AI LUPI ANDREMO<br />

ED ELEGANTI BALLEREMO<br />

ADESSO DI NOI PARLEREMO<br />

TRANQUILLI, NON VI ANNOIEREMO<br />

DI BEN 10 È UN AMANTE<br />

STIAMO PARLANDO DI JUAN DIEGO<br />

BARRANTES<br />

SEMPRE ATTENTA È ALE<br />

CHE A NESSUNO FA DEL MALE<br />

AD AGOSTO È ENTRATA ALINE<br />

CHE A LUGLIO SPEGNE LE CANDELINE<br />

IN FONDO ALLA CLASSE C’È LUCA<br />

CHE CADE SEMPRE NELLA BUCA<br />

DA TUTTI È CHIAMATO IANNO<br />

È MARCO, CHE VINCE A BASKET OGNI ANNO<br />

DALLA MATERNA C’È BRUNO<br />

CHE A LEGGERE È IL NUMERO UNO<br />

POCHE FOTO ABBIAMO DI FERNANDO<br />

CHE DAL FLASH STA SEMPRE SCAPPANDO<br />

DALL’ITALIA È TORNATO MARCO<br />

CHE MERITEREBBE UNA STATUA NEL PARCO<br />

DALLA PRIMA C’È RICARDO MEALE<br />

CHE CON TUTTI È SEMPRE LEALE<br />

LÌ DI FIANCO C’È LAURETTA<br />

CHE È SAGGIA COME UNA CIVETTA<br />

BIONDO E RICCIO È LORENZO<br />

CHE SEGUE IL CALCIO IN MODO INTENSO<br />

QUI VICINO C’È JASMINE<br />

CHE A SCRIVERE È UNA DELLE PRIME<br />

IMPEGNATA È GABRIELLA<br />

CHE AMA LA MORTADELLA<br />

IL PIÙ ALTO È GABRIELE<br />

CHE GUARDA IL CALCIO ALLA TELE<br />

SUA SORELLA È MALÚ<br />

CHE NON MANGIA MAI IL TOFU<br />

L’ANNO SCORSO È ARRIVATO REZENDE<br />

GRAN PITTORE, I QUADRI APPENDE<br />

PER ULTIMO C’È NUNES FERNANDO<br />

CHE IN ITALIANO STA GIÀ PARLANDO<br />

14<br />

Ogni anno gli alunni della classe<br />

V Primaria vanno in gita al sitio do<br />

Carroção, a Tatuí. Vero rito di passaggio<br />

dalle elementari alle medie, è un momento<br />

speciale, in cui i bambini possono<br />

sperimentare la ricchezza dell’amicizia e<br />

dello stare insieme per condividere scoperte.<br />

Quest’anno ho avuto il privilegio di<br />

accompagnarli in questa bella avventura.<br />

Yara Alberio, insegnante d’italiano della<br />

classe V Primaria<br />

Un’avventura<br />

di Lucas Graziano, V Primaria<br />

La quinta Elementare è partita mercoledì 3<br />

febbraio del <strong>2010</strong> per il Carroção. Dopo 2<br />

ore e mezza strada siamo finalmente<br />

arrivati. Per prima cosa abbiamo sistemato le cose<br />

in camera, abbiamo fatto un piccola colazione, e<br />

siamo andati a fare nostra prima avventura, che si<br />

chiamava “<strong>Il</strong> mistero della pietra”. Per arrivarci<br />

abbiamo dovuto attraversare un piccolo fiume, poi<br />

siamo entrati in una caverna dove c´era una laguna<br />

blu con uno scivolo naturale di 10 m.<br />

Dopo siamo andati alla seconda avventura,<br />

la “Spazukamonaring”: una piccola pista di kart<br />

dove però le macchine erano a pedali, come le<br />

biciclette, e io sono stato il campione della gara!<br />

Nel nostro orario libero potevamo giocare a<br />

calcio, andare in una sala giochi oppure in piscina.<br />

Di notte andavamo sempre in discoteca, dove


al Carroção<br />

abbiamo ballato MOLTO! Quando la musica finiva<br />

andavamo in mensa a bere un tè e mangiare alcuni<br />

biscotti e finalmente andavamo a letto a dormire.<br />

Negli altri giorni abbiamo fatto tante altre<br />

avventure, ad esempio quella in cui trovavamo<br />

un aereo DC3 caduto nella foresta e un DINO-<br />

SAURO! La nostra guida, che si chiamava Felipe,<br />

ci ha invitati a scavare in un sito archeologico e mi<br />

ha lasciato portare a casa il fossile che ho trovato<br />

scavando.<br />

Un’altra avventura molto bella è stata l´Indiana<br />

Jones, dove abbiamo dovuto schivare una pietra<br />

gigante che ruotava verso di noi! Alla fine<br />

dell’avventura abbiamo trovato uno scivolo<br />

naturale di 103 m e io ci sono sceso 10 volte.<br />

L’ultimo giorno della gita siamo andati al “Bio<br />

pianeta”, un piccolo zoo dove c’era un coccodrillo<br />

enorme e anche suo figlio, che era più piccolo, e<br />

io l´ho toccato. Abbiamo potuto dare da mangiare<br />

ai cuccioli di molti animali: papere, galline, oche,<br />

tartarughe, tatù e arare.<br />

Visita al<br />

MASP<br />

di Stefano Mazzaferro *<br />

Durante il nostro percorso<br />

scolastico, attraverso lo<br />

studio dell'arte abbiamo<br />

avuto la possibilità di conoscere<br />

i grandi personaggi delle arti<br />

figurative: Renoir (1841-1909),<br />

Monet (1840-1926), Van Gogh<br />

1853-1890), Gauguin (1848-<br />

1903) e molti altri. Nel giorno<br />

22 marzo per completare e<br />

approfondire tali studi ci è<br />

stato offerta l'opportunità<br />

unica di consolidare le nostre<br />

conoscenze visitando il MASP<br />

(Museo di Arte di San Paolo),<br />

il più importante museo del<br />

nostro emisfero. Esso possiede<br />

infatti più di 8000 opere di<br />

diverse scuole artistiche. Oltre<br />

all'uso dell'attrezzatissimo<br />

atelier, il museo ci ha offerto<br />

un immenso repertorio di<br />

capolavori tra cui le opere<br />

degli autori sopraccitati. In<br />

questo modo ci siamo staccati<br />

dai libri di testo e dall'ambiente<br />

scolastico per immergerci tra le<br />

opere originali. Veri capolavori<br />

di rara bellezza a poche decine<br />

di centimentri da noi, un privilegio<br />

unico per apprezzare<br />

ed interiorizzare concetti e<br />

conoscenze fino ad allora<br />

teoriche. Abbiamo riconosciuto<br />

e analizzato con entusiasmo<br />

i dipinti di vari autori<br />

potendo non solo studiarne le<br />

tecniche ma sopratutto scoprire<br />

le emozioni, i sentimenti e l' energia<br />

che tali opere trasmettono a<br />

noi comuni mortali.<br />

La visita al MASP ha senza<br />

dubbio avuto un effetto positivo<br />

sulla comprensione dell'arte<br />

attraverso la diretta osservazione<br />

delle opere. È molto più<br />

facile e stimolante lasciarsi<br />

invadere dall'emozione che si<br />

prova alla vista diretta di<br />

un'opera d'arte di Van Gogh,<br />

per esempio, che cercare di<br />

capirne il significato leggendo<br />

uno sterile testo scolastico.<br />

* Stefano Mazzafero ha superato<br />

brillantemente l'Esame di Stato a<br />

fine giugno del <strong>2010</strong>.<br />

15


Cultura<br />

alla <strong>Montale</strong>1 Mostra Culturale <strong>2010</strong><br />

di Giovanni S. Crisi *<br />

I<br />

l 27 marzo ha avuto luogo presso<br />

la <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> la<br />

Mostra Culturale <strong>2010</strong>. In questa<br />

Mostra, che si ripete tutti gli anni, gli<br />

alunni espongono i risultati delle loro<br />

ricerche (chiamate “pesquisas” in Brasile)<br />

sui temi più diversi, scelti da loro stessi<br />

o suggeriti dai loro professori.<br />

<strong>Il</strong> campo polisportivo coperto della<br />

<strong>Scuola</strong> era colmo dei lavori eseguiti dagli<br />

allievi, che spiegavano agli interessati tutti<br />

i dettagli e, dimostrando grande entusiasmo,<br />

chiamavano i presenti per invogliarli<br />

ad entrare nei loro stands.<br />

L’evento cominciò alle nove ore con<br />

l’Apertura Ufficiale, seguita da un concerto<br />

nel quale i cori formati dagli alunni<br />

delle elementari, accompagnati al piano<br />

dalla Professoressa Marcia Cattaruzzi,<br />

cantarono diverse pagine di musica<br />

classica e del folclore brasiliano.<br />

Poi, apertura del campo polisportivo<br />

per la visita del numeroso pubblico presente.<br />

Impossibile enumerare in poche righe<br />

tutti i lavori esposti, uno più interessante<br />

dell’altro. Quello che più chiamò l’attenzione<br />

di chi scrive<br />

per la sua originalità,<br />

è stato uno che<br />

potremmo chiamare<br />

“Variazioni sullo<br />

Sposalizio della Vergine<br />

Maria e San<br />

Giuseppe, di Raffaello”.<br />

Tutti noi<br />

conosciamo il quadro<br />

suddetto. Ebbene,<br />

prendendolo<br />

come modello, fu<br />

chiesto a un gruppo<br />

di alunni di interpretarlo<br />

alla maniera<br />

di ognuno.<br />

Molto interessante,<br />

sempre secondo<br />

16<br />

da sin.: Gianmarco Castro e Carlos Moreira<br />

chi scrive, il risultato. Non solo non ci<br />

sono state due interpretazioni al meno<br />

simili fra di loro, ma alcune solo lontanamente<br />

ricordavano il motivo iniziale,<br />

dimostrando l’immaginazione dei<br />

giovani alunni.<br />

Numeroso il pubblico presente, costituito<br />

nella maggior parte dai genitori<br />

e parenti degli alunni della <strong>Montale</strong>.<br />

Poi, oltre alle autorità e professori della<br />

scuola e giornalisti, c’era anche un personaggio<br />

della televisione conosciutissimo<br />

in Brasile: il “garoto propaganda”<br />

della Bombril, che vediamo nella<br />

seconda fotografia assieme ad un alunno<br />

amico suo.<br />

* L’Ing. Giovanni S. Crisi è Professore alla<br />

<strong>Scuola</strong> di Ingegneria Mackenzie, di San<br />

Paolo, ed è anche Commentarista del<br />

settimanale L’Italia del Popolo.<br />

1 Articolo riprodotto da L’Italia del<br />

Popolo del 16 aprile <strong>2010</strong>.


Esporte<br />

Olimpiadi colorate<br />

di Attilio Fania *<br />

Giungevano a grappoli vestiti con<br />

colori diversi: rosso, giallo, verde,<br />

azzurro. Colori che rappresentavano<br />

le varie formazioni. La cosa curiosa<br />

era che anche chi non partecipava direttamente<br />

alle gare vestiva i colori di coloro<br />

che sosteneva. Non pareva, anche<br />

solo dagli sguardi, una cosa da ridere,<br />

bisognava arrivare primi! Altri tempi<br />

quando si diceva: “alle Olimpiadi è importante<br />

partecipare non vincere”. Le<br />

più interessate parevano le mamme,<br />

anche per il sostegno tutt’altro che silenzioso<br />

che apportavano alle competizioni.<br />

Molto lavoro, anzi moltissimo per<br />

giudici e arbitri, che hanno dovuto<br />

esercitare al massimo il loro ruolo.<br />

Tutto si è svolto in due giornate e piccoli<br />

e grandi hanno fatto del vero agonismo.<br />

Seduto sulla panchina prendevo appunti<br />

quando dietro ad una colonna vedo un<br />

piccolino con tanto di maglia colorata<br />

piangere con il singhiozzo. Mi sono<br />

avvicinato, la causa era la sconfitta in<br />

un gioco di equilibrio con tanto di<br />

cucchiaio e pallina. Cerco di calmarlo, ma<br />

la risposta è stata durissima. “Tu parli così<br />

perchè la tua squadra sta<br />

vincendo”. Passione, convinzione,<br />

questione di prestigio.<br />

Offro una caramella, ma la<br />

fede non si compra. Dunque<br />

uno sdegnoso rifiuto.<br />

Ovunque gente che partecipa..<br />

Sono vicino alla corsa<br />

con i sacchi e mi passa nella<br />

memoria quando la facevamo<br />

durante le feste patronali,<br />

con la rottura delle pignatte.<br />

Ma qui no! Non è un divertimento,<br />

c’è un antagonismo<br />

di fondo che non lascia trasparire<br />

leggerezze. <strong>Il</strong> calcetto<br />

è lo sport che attrae più persone<br />

e più tifo.<br />

Si chiude la prima giornata<br />

iniziata con il canto degli inni<br />

nazionali. Alla ripresa della seconda<br />

giornata maglie lavate,<br />

più colorate e più cariche di<br />

tifo. La giornata altrettanto<br />

piena di competività scorre<br />

inesorabile e i risultati stanno<br />

per giungere. Mi informo, e mi<br />

viene voglia di cambiare maglia<br />

riprendendomi l’azzurro che in<br />

fondo è il nostro colore,<br />

ancora vincente.<br />

Stanchi ma felici, in<br />

fondo tutti hanno vinto,<br />

in particolare la nostra<br />

<strong>Montale</strong> che ha ancora<br />

una volta saputo aggregare<br />

l’insieme delle<br />

scuole dove tutti, ma<br />

proprio tutti, hanno potuto<br />

partecipare. Quando<br />

mi sono informato sulla<br />

classifica definitiva, sulla<br />

prima e sull’ultima squadra,<br />

la risposta è stata di<br />

17<br />

“sapore olimpionico”: la prima e la quarta,<br />

non l’ultima!<br />

Mi informo pure del colore e, guardandomi<br />

addosso, capii che le cose per<br />

la mia squadra non erano andate bene.<br />

Qualche secondo di sbandamento e poi<br />

un rapido allineamento all’allegria generale.<br />

Chi non aveva capito nulla delle<br />

Olimpiadi forse ero io. Chissà se un giorno<br />

la <strong>Montale</strong> aprirà le porte alla terza,<br />

ce n’è veramente bisogno.<br />

* Atttilio Fania è responsabile del Centro<br />

Formativo della Camera Italo-Brasiliana di<br />

Commercio e Industria di San Paolo


Racconto<br />

Dialogo tra la natura e<br />

un islandese nel <strong>2010</strong>*<br />

di Sabrina Mela, IV Liceo<br />

Èl’aprile <strong>2010</strong>, e un islandese è finalmente<br />

riuscito a comprare il<br />

biglietto aereo di un volo che<br />

potesse effettivamente uscire: durante gli<br />

ultimi giorni, il vulcano Eyjafjallajokull,<br />

entrato in eruzione, non ha dato tregua<br />

con la sua nube di fumo, interferendo<br />

sul traffico aereo di tutto l’emisfero Nord.<br />

Non vedeva l’ora di uscire dallo stress<br />

in cui era sempre vissuto. Comprò quindi<br />

un biglietto per le Hawaii, e lì arrivato,<br />

mentre era da solo su una di quelle spiaggie<br />

deserte e paradisiache, vide formarsi<br />

nel mare, proprio dinanzi a lui, una figura<br />

femminile peculiare, delicata, con<br />

capelli fatti di alghe marine. Come se si<br />

fosse appena svegliato da uno strano<br />

sogno, si strofinó gli occhi e guardó meglio.<br />

Non era sparita. Era ancora lì, e non<br />

solo. Improvvisamente, si mise a parlare,<br />

in una voce incredibilmente dolce.<br />

“Non sei di queste parti. O forse mi<br />

sbaglio? Guardando il colore della tua<br />

pelle, direi che vieni da molto lontano...”<br />

L’islandese, un pò troppo scioccato che<br />

la figura stesse parlando con lui, rispose: “<br />

Sono un islandese che sfugge alla Natura<br />

e ai suoi pericoli... Sai, da dove vengo io<br />

fa tanto freddo, e come se non bastasse,<br />

questi ultimi giorni un vulcano è entrato<br />

in eruzione, in modo da creare una serie<br />

di problemi non solo per il nostro paese,<br />

ma per tutto il pianeta.<br />

“Allora ho una cosa estremamente<br />

ironica da dirti. Sono io la Natura, e sinceramente,<br />

ti sbagli di grosso se sei veramente<br />

convinto di ciò che dici.”<br />

“Come potrei sbagliarmi? Se ogni<br />

giorno migliaia di disastri naturali succedono<br />

in tutto il mondo? Tra terremoti,<br />

valanghe, pioggie, eruzioni di vulcani,<br />

carestie, uragani.... Non saprei dire quale<br />

è peggio. Tutto dipende dalla tua volontà.<br />

Ogni posto ha i suoi svantaggi naturali,<br />

cosí come ogni stagione dell’anno. Nello<br />

spazio e nel tempo, ci segui sempre. Senza<br />

dire tutte le altre cose. Invecchiamo, sai?<br />

Non è una cosa bella... È triste! Siamo<br />

completamente dipendenti da te e dalle<br />

tue volontà, un sistema che non va per<br />

niente bene. Che cosa ti abbiamo fatto?<br />

Siamo completamente sottomessi a te.”<br />

La Natura non sapeva se ridere o piangere.<br />

Aveva veramente appena sentito<br />

quelle parole? Ridendo, disse: “Scusami.<br />

Ho veramente sentito questo? Perchè io<br />

la vedo molto diversa la cosa. ‘What goes<br />

around, comes around’, tesoro. Quello che<br />

fai a qualcuno, ti ritorna un bel giorno.<br />

Ecco.... No! Zitto. Non aprire bocca. So<br />

esattamente quello che stai per dire. Ti<br />

dimentichi di dettagli molto importanti. <strong>Il</strong><br />

tuo pianeta è malato, e non per colpa mia.<br />

Se c’è qualcuno qui che è sottomesso ad<br />

un altro, quel qualcuno sono io. Le mie<br />

azioni sono un riflesso alle vostre. Le carestie?<br />

Frutto di nient’altro che il disboscamento.<br />

Città litoranee distrutte dal<br />

mare? Colpa di chi ha accelerato lo scioglimento<br />

delle calotte polari. Senza dire<br />

l’aumento di temperatura. Che ci posso<br />

fare se semplicemente non riesco a sciogliere<br />

la nube di gas serra per liberare i<br />

riflessi dei raggi solari? Ah, scusate. Ci ho<br />

provato. E tanto. Sono paziente, sai. Ho<br />

dato dei segnali, ho avvisato. Sono anni<br />

che cerco di dirvi che il limite è arrivato. <strong>Il</strong><br />

vulcano è stato solo uno sui mille segnali<br />

che vi ho mandato. Ma non ve ne siete<br />

accorti. Adesso vedrete quanto sono belle<br />

le vostre fabbriche, le vostre macchine che<br />

camminano 10 m per ogni litro di benzina,<br />

i vostri sprechi assurdi, le vostre petroliere<br />

che scoppiano e finiscono con interi<br />

ecosistemi. Avete fatto veramente molto<br />

per stressarmi. Guarda un pò te stesso.<br />

Sdraiato qui, su una spiaggia del paese<br />

che ha più inquinato negli ultimi anni e<br />

che meno si assume delle responsabilità<br />

per i suoi atti. Quanta ipocrisia. Questo<br />

per fortuna è stato un male creato da voi,<br />

non da me. Imparate a conviverci da soli.”<br />

Dicono le voci che dopo una settimana<br />

una coppia di argentini trovò un corpo<br />

immobile, seduto su una sedia di spiaggia,<br />

con una piña colada in mano e la cannuccia<br />

ancora in bocca. Gli occhi spalancati. Arresto<br />

cardiaco, hanno detto i dottori.<br />

* Qualche tempo fa, in classe, il Prof. Victor<br />

Vallerini ha assegnato a ogni alunno della IV liceo<br />

un testo di Giacomo Leopardi (1798-1837) da<br />

interpretare, analizzare e presentare le proprie<br />

conclusioni alla classe; poi ognuno avrebbe dovuto<br />

rielaborare tale testo, inserendo le proprie<br />

interpretazioni e opinioni rigurado all’argomento<br />

in questione in una struttura simile. A me, Sabrina<br />

Mela, fu assegnato il ‘Dialogo della natura e di un<br />

islandese’, appartenente alle Operette Morali. <strong>Il</strong><br />

testo racconta, sotto forma di dialogo diretto,<br />

una conversazione fantastica tra, appunto, la<br />

Natura e un islandese. L’uomo si lamenta di aver<br />

sempre avuto una vita conturbata dalla Natura e<br />

essa, arrogantemente, dice di non importarsi,<br />

poiché le sue azioni non dipendono dalle conseguenze<br />

che hanno sugli uomini. Questa era la<br />

visione di 200 anni fa, l’uomo visto come vittima<br />

e la Natura come ‘la cattiva’. In pieno <strong>2010</strong>, il<br />

risultato fu ben diverso...<br />

18<br />

Cinema<br />

Cinedidattica<br />

alla <strong>Montale</strong><br />

Tra le strategie utilizzate per<br />

l’insegnamento della storia<br />

il cinema gioca un ruolo imprescindibile.<br />

Per approfondire la<br />

discussione su una possibile rinascita<br />

del pensiero nazista abbiamo<br />

proposto agli alunni della III Liceo<br />

dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong> la<br />

visione del film L’Onda (Die Welle,<br />

2008) regia di Dennis Gansel.<br />

Pubblichiamo di seguito alcune<br />

riflessioni dei nostri studenti sul<br />

film visionato.<br />

<strong>Il</strong> film l’Onda è ispirato al libro<br />

Die Welle di Morton Ruhe, un<br />

classico inserito nei programmi<br />

scolastici in Germania, basato a sua volta<br />

su un esperimento reale avvenuto in una<br />

scuola della California (1967). Gli studenti<br />

americani, non capendo come fossero<br />

nate le ideologie naziste e fasciste,<br />

chiedono spiegazioni al loro professore<br />

di storia che propone ai ragazzi un<br />

esperimento: creare in una settimana un<br />

movimento organizzato, basato sull’autorità<br />

di un solo individuo (il professore)<br />

che comanda il gruppo, che a sua volta<br />

comanda tutti quelli che stanno intorno,<br />

per cercare di spiegare come Hitler e il<br />

partito nazista siano saliti al potere in<br />

Germania.”<br />

Fabio Piatti<br />

<strong>Il</strong> film “L’Onda” racconta la<br />

storia di un professore che decide<br />

di fare una sorta di esperimento<br />

con la sua classe. Nel corso delle<br />

lezioni di autocrazia il docente propone<br />

agli alunni di seguire delle regole dettate<br />

da lui. Gli alunni obbediscono e creano<br />

una identità di gruppo. La situazione<br />

sfugge al controllo dell’insegnante<br />

quando gli alunni cominciano a escludere<br />

quelli che sono diversi o si rifiutano di<br />

adeguarsi all’ideologia dominante usando<br />

metodi violenti. <strong>Il</strong> film finisce con un<br />

suicidio e la prigione del professore, che<br />

è ritenuto il colpevole di tutta la tragedia.<br />

Io ritengo che il film sia uno studio dei<br />

meccanismi di gruppo: come le persone,<br />

soprattutto quando gli manca qualcosa,<br />

sono più facilmente coinvolte nell’apparato<br />

ideologico del gruppo. Quello<br />

che un determinato gruppo può offire è<br />

un’identità, un codice di comportamento<br />

che, se non è sempre corretto, rende<br />

almento le cose più facili e le personalità<br />

più omogenee.”<br />

Yuri Loyola


<strong>Il</strong> film L’Onda è indubbiamente<br />

una riflessione<br />

molto interessante su come<br />

funzionano i regimi autocratici. Lo<br />

scopo del film è quello di far vedere<br />

come è facile lasciarsi coinvolgere<br />

dal sentimento di gruppo e da un<br />

obiettivo comune.<br />

‘È possibile che un’altra dittatura<br />

si instauri in Germania?’ domanda<br />

il professore Wenger ad una<br />

classe di alunni liceali. Lui ottiene<br />

un ‘no’ corale come risposta. Gli<br />

alunni credono che non ci siano<br />

più tracce dell’ideologia nazista<br />

nel mondo contemporaeneo. Ma<br />

per attirare l’attenzione degli<br />

alunni, il professore comincia a<br />

comportarsi come un vero dittatore<br />

e crea una sorta di regime al quale<br />

viene dato il nome di Die Welle<br />

(L’Onda), un regime con regole e<br />

divisa ai soli fini didattici. Intolleranza,<br />

violenza, aggressione,<br />

esclusione, controllo delle coscienze<br />

sono alcuni degli elementi presentati<br />

dal film. Una semplice<br />

esperienza didattica trasforma una<br />

classe di liceali in piccoli despoti non<br />

consapevoli dell’assurdità del loro<br />

comportamento.”<br />

Tito Oliveira Jungmann<br />

È interessante notare<br />

come le persone, quando<br />

sono indipendenti e<br />

ragionano con la loro testa, sono<br />

contrarie a molte cose (in questo<br />

caso all’autocrazia) e poi quando<br />

entrano a far parte di un<br />

gruppo, perdono la loro capacità<br />

critica e obbediscono al leader<br />

senza fiatare.”<br />

Luca Castro<br />

<strong>Il</strong> film è incredibilmente efficiente<br />

nel mostrare quali siano<br />

stati i fattori fondamentali<br />

per la riproduzione di un movimento<br />

di massa simile a quello del Terzo Reich.<br />

È infatti incredibile pensare a come le<br />

atrocità messe in atto dal regime nazista<br />

non siano state contrastate dalla<br />

popolazione tedesca ma ne abbiano<br />

ricevuto appoggio e sostegno. <strong>Il</strong> film ci<br />

fa capire come il movimento di massa<br />

dà anche un senso all’esistenza anonima<br />

delle persone nella società moderna.”<br />

Carlo Mazzaferro<br />

Tutti i ragazzi coinvolti nel<br />

movimento sono state vittime.<br />

Vittime di loro stessi, vittime<br />

di un autosabotaggio. Neanche il<br />

professore è stato capace di rendersi<br />

conto della dimensione dell’onda di<br />

terrore che aveva creato; lui è stato preso<br />

dalla vanità; ancora una volta accade<br />

la storia del bel bambino che<br />

si innamora della propria<br />

immagine e si annega nel suo<br />

riflesso, la storia si ripete . <strong>Il</strong><br />

professore non ha fatto in tempo<br />

a capire che oltre a lui<br />

stesso, si stava portando al<br />

fiume una intera classe. [...]<br />

Sembra incredibile i danni che<br />

la mancanza di una famiglia<br />

bene strutturata possa provocare<br />

nella vita dei ragazzi.<br />

Tutti in quella classe avevano<br />

carenze di legami, di rispetto,<br />

di amicizia. Se quei ragazzi<br />

avessero avuto una relazione<br />

costruttiva e diversa con le<br />

loro famiglie, se i loro genitori<br />

li avessero veramente<br />

amati e rispettati e educati,<br />

il nuovo nazismo presentato<br />

dal film non sarebbe mai<br />

potuto succedere.”<br />

Marta D’Aprile<br />

19<br />

Oscure acque,<br />

impervi percorsi<br />

e frecce volanti<br />

di Sofia Carpinteri, Francesco Ghigo,<br />

Gabriella Fancio (5E)<br />

direttamente da Torino<br />

Dieci canoe si avventurano nel vasto lago<br />

di Candia, solo nove tornano indietro.<br />

<strong>Il</strong> prof. Pizzala, stupendoci ancora una<br />

volta con le sue eccezionali doti atletiche, sbarca<br />

per primo, seguito dai suoi studenti di V E, ma<br />

qualcuno manca all’appello: lo sguardo<br />

angosciato di Sofia C. ci preannuncia il tragico<br />

evento: una canoa si è ribaltata tra le “paludose”<br />

acque del lago; il naufrago è Roberto C.<br />

La preoccupazione si diffonde a macchia d’<br />

olio fra i superstiti, ma una speranza rinasce quando<br />

all’ orizzonte si scorge qualcuno che nuota<br />

nelle gelide acque del lago.<br />

“Presto, presto, soccorriamolo!!” si sente<br />

gridare e tre intrepidi eroi si lanciano in una corsa<br />

sfrenata contro il tempo, per soccorrere il<br />

gocciolante ed infreddolito malcapitato una<br />

volta approdato sano e salvo. Tutto si risolve per<br />

il meglio ed i ragazzi possono tranquillamente<br />

riprendere le loro attività.<br />

<strong>Il</strong> pomeriggio trascorre senza altri intoppi esclusa<br />

qualche freccia vagante scoccata da qualche<br />

arciere inesperto che si destreggia nel tiro con<br />

l’arco, terza e ultima attività della giornata.<br />

A questo punto la stanchezza comincia a<br />

sentirsi dopo un mattino impegnativo trascorso<br />

a combattere contro tre nemici: l’altezza, la<br />

gravità e i propri limiti. Infatti nella prima parte<br />

della giornata, i ragazzi hanno superato percorsi<br />

fra gli alberi del parco avventura, che li hanno messi<br />

alla prova con corde, ponti e carrucole sospesi a<br />

diversi metri d’altezza in base alla difficoltà.<br />

I partecipanti hanno dimostrato impegno,<br />

determinazione e spirito di gruppo divertendosi,<br />

e non sono mancate le situazioni esilaranti che<br />

hanno, più di una volta, strappato una risata.<br />

Memorabile il lancio con la carrucola dell’educatrice<br />

Maria seguito da un’ovazione generale,<br />

ed i “pendoli umani” di chi rimaneva bloccato a<br />

mezz’aria fra le due piattaforme.<br />

L’esperienza ha riscosso un grande successo a<br />

parte qualche rimpianto di coloro che non sono<br />

riusciti a terminare il percorso per mancanza di<br />

tempo ma gli sforzi sono stati ricompensati da<br />

un piacevole pranzo tutti insieme in riva al lago.<br />

Nei ritagli di tempo le classi sono anche riuscite<br />

a strappare qualche battuta di pallavolo (ma non<br />

solo) al prof. Pizzala che, come prevedibile, ha<br />

fatto il poker di vittorie.<br />

Così sono stati raggiunti i veri obbiettivi della<br />

giornata, lo spirito di gruppo e il superamento<br />

delle proprie paure.<br />

E infine soddisfatti, con il sorriso sulle labbra<br />

e doloranti dalla testa ai piedi si sono lasciati alle<br />

spalle le oscure acque, gli impervi percorsi e le<br />

frecce volanti.<br />

TANTISSIMI SALUTI DALL’AUGUSTA TAURINORUM.


Música<br />

Alunos fazem<br />

recital de flauta doce<br />

em homenagem às mães<br />

no auditório da Livraria Cultura<br />

No dia 8 de maio de <strong>2010</strong> os<br />

alunos da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong> de São Paulo<br />

realizaram um recital de flauta doce<br />

no Auditório da Livraria Cultura do<br />

Shopping Market Place em São Paulo.<br />

Mais do que um recital, foi um<br />

evento em que os alunos, de uma escola<br />

bilíngue e bicultural de São Paulo,<br />

divulgaram seu trabalho coordenados<br />

pela professora Renata Pereira.<br />

A <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />

tem em seu programa curricular a educação<br />

musical. A cultura italiana passa<br />

pela história das artes e principalmente<br />

pela história da música. Não é<br />

por acaso que termos musicais como<br />

ALLEGRO, ADAGIO, STACCATO, e<br />

tantos outros, soem tão ‘italianos’. É<br />

por isso que o prazer da escuta, aliado<br />

ao conhecimento histórico e ao<br />

prazer da prática musical através da<br />

flauta doce, estão presentes na vida<br />

escolar dos alunos da scuola primaria<br />

e media (ensino fundamental) da<br />

<strong>Montale</strong>.<br />

O trabalho de educação musical na<br />

escola faz surgir talentos. O talento<br />

do empenho, o talento do estudo, o<br />

talento do interesse e da curiosidade<br />

e, principalmente, o talento de gostar<br />

de fazer música! Os alunos da<br />

<strong>Montale</strong> apresentaram, no dia 8 de<br />

maio, pequenas peças que são resultados<br />

do trabalho realizado em sala<br />

de aula.<br />

Renata, flautista do Quinta Essentia<br />

quarteto, fez com que os alunos tivessem<br />

a oportunidade de tocar com<br />

um grupo profissional de flauta doce.<br />

O Quinta Essentia divulga a flauta<br />

doce e sua família de instrumentos<br />

através do projeto didático FLAUTA,<br />

FLAUTINHA, FLAUTÃO!, realizado em<br />

espaços culturais, escolas e universidades.<br />

Através desse projeto é possível<br />

tocar para crianças e adolescentes,<br />

fazendo com que eles descubram a<br />

flauta doce como instrumento artístico<br />

infinito de possibilidades. Nas escolas,<br />

que desenvolvem o trabalho<br />

com a flauta doce, o Quinta Essentia<br />

toca com os alunos afim de que eles<br />

experimentem a prática da sonoridade<br />

da formação quarteto. Além do<br />

Quinta Essentia quarteto, o recital<br />

contou com a participação da pianista<br />

Márcia Cattaruzzi que acompanhou<br />

todos os alunos.<br />

Alunas e Ex-Aluna da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong><br />

<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> são elogiadas no<br />

VIII Retiro de Primavera SUZUKI em Atibaia/SP<br />

No último fim de semana de Outubro de <strong>2010</strong>,<br />

aconteceu o VIII Retiro de Música Suzuki de<br />

Atibaia/SP organizado pelo Centro Suzuki de<br />

Campinas. A flautista Renata Pereira, que foi professora<br />

da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> até<br />

Setembro de <strong>2010</strong>, desenvolvia o Método Suzuki<br />

com os alunos da <strong>Scuola</strong>.<br />

O Método Suzuki, criado pelo violinista japonês<br />

Shinichi Suzuki, difere de todos os outros<br />

métodos de educação musical por desenvolver a<br />

habilidade da mesma forma que se aprende a língua<br />

materna. As crianças aprendem um instrumento<br />

musical através da percepção, repetição e<br />

prática até adquirir a fluência. O segundo passo é<br />

o aprendizado da linguagem propriamente dita,<br />

ou seja, aprender a ler e a escrever música. Essa<br />

metodologia ganhou professores, pais e alunos<br />

no mundo todo. Na Itália, o grande centro Suzuki<br />

fica em Turim. Vale a pena fazer uma pesquisa na<br />

Internet e achar um vídeo do Dr. Suzuki explicando<br />

sobre a sua metodologia de Educação Musical<br />

quando esteve em Turim.<br />

O Retiro de Música Suzuki acontece todos os<br />

anos para que alunos, pais e professores possam<br />

tocar juntos e conviver. A convivência em conjunto<br />

é o grande objetivo da filosofia Suzuki.<br />

As alunas Bianca Sinno do 1º Liceo e Bruna<br />

Aloise da 3ª Primaria participaram do curso de<br />

flauta doce. A ex-aluna da <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong>, Laura Oliva, também participou.<br />

Além das aulas de flauta doce, as alunas puderam<br />

assistir concertos, fazer oficinas de vivência<br />

corporal, percussão, conhecer outros alunos<br />

‘suzukis’ e ainda tocar em uma Orquestra.<br />

Temos a certeza de que o VIII Retiro de Música<br />

SUZUKI foi um grande momento musical<br />

para todos!<br />

Para quem quiser participar no próximo<br />

ano, já reserve na agenda o último fim de semana<br />

de Outubro de 2011, a flauta doce, as<br />

partituras, muita vontade<br />

de tocar e dar risadas e comece<br />

a praticar!!!!<br />

“Devemos praticar o<br />

nosso instrumento<br />

musical em todos os<br />

dias que comemos”<br />

Shinichi Suzuki<br />

(1898 - 1998)<br />

20<br />

Depoimentos das alu<br />

Alunas e ex-aluna da <strong>Montale</strong> na<br />

Orquestra do VIII Retiro de<br />

Música Suzuki em Atibaia/SP<br />

Partecipare al VIII Retiro de Primavera<br />

Suzuki è stata un’esperienza<br />

unica! <strong>Il</strong> contatto con persone venute da<br />

diverse parti del Brasile, professionisti,<br />

dilettanti, insegnanti di musica, giovani e<br />

bambini piccolissimi, di 4, 5, 6, oppure 7<br />

anni come mia figlia, che hanno avuto<br />

l’opportunità di scambiare esperienze e<br />

conoscenze. Certamente dovrei fare i<br />

complimenti ai responsabili dell’organizzazione<br />

dell’evento che offriva diversi<br />

tipi di attività oltre alle prove di studio<br />

del proprio strumento. Ci sono state<br />

attività di coscienza del proprio corpo, di<br />

percussione, di canto, importantissime per<br />

uno che intende dedicarsi alla musica. Dal<br />

punto di vista di chi ha partecipato attivamente,<br />

cioè mia figlia Bruna, “è stato<br />

molto bello perché ho visto altre persone<br />

suonare, ho fatto lezione di canto, e ho<br />

visto diversi tipi di fiori” (il posto era bellissimo!).<br />

A lei è dispiaciuto un po il fatto<br />

che non ci siano stati altri alunni della<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria. Secondo lei “quando<br />

andavo a fare lezione con Renata era<br />

ottimo perché la conosco come maestra<br />

e perché la lezione era molto tranquilla.”<br />

Ovviamente rivedere la maestra di musica<br />

è stata per lei una grande allegria e<br />

questo l’ha non solo dimostrato ma<br />

scritto, quando le ho chiesto di raccontare<br />

le emozioni che aveva sentito. E certamente<br />

ha confessato di essere un pó<br />

nervosa durante i concerti<br />

ma questo è stato<br />

un ingrediente in più<br />

aggiunto alla magia dello<br />

spettacolo!”<br />

Maestra Teresa della<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria (mamma<br />

di Bruna Aloise della<br />

III Primaria) raccontando<br />

l’esperienza del VIII<br />

Retiro Suzuki


nas...<br />

Quem nunca sonhou em um dia tocar um instrumento?<br />

Pois é, eu já, mas nunca imaginei<br />

que pudesse ser a flauta doce, principalmente por não<br />

ser tão popular e por sofrer com o preconceito (provado<br />

pelo violinista Fábio Saito no Retiro hahahahaha<br />

haahahahaha).<br />

Quando toco, nem lembro que estou tocando, viajo<br />

com meus pensamentos, reflito sobre os problemas e<br />

me acalmo. Lógico que isso só acontece quando a flauta<br />

está afinada, porque se não, ninguém merece, né?! Por<br />

gostar tanto desse instrumento, logo que a professora<br />

falou do Retiro, eu aceitei! Então minha mãe pagou, e<br />

eu, reservei o hotel. Por ser um convento, tinham algumas<br />

regras a serem seguidas, como não usar roupas muito<br />

curtas, falar baixo, fazer silêncio em alguns momentos.<br />

A viagem até o retiro foi um barato, não parávamos<br />

de rir e conversar, eu a Bianca, a profª Renata e o Gustavo! Chegando lá,<br />

vi que não era nada daquilo que tinha lido no e-mail, era super tranquilo,<br />

o pessoal super legal, simpático, e as ‘Freirinhas’ então, uns amores!<br />

As acomodações e a comida<br />

muito simples e caseiras, mas<br />

muito gostoso, nós mesmas<br />

cuidávamos do nosso quarto,<br />

arrumávamos as camas e pegávamos<br />

água para beber. O lugar<br />

era lindo, cheio de verde e<br />

de flores com um ar super puro.<br />

Até começarem as aulas, uma<br />

atrás da outra, super puxado!!!<br />

Mas felizmente, com a companhia<br />

da Bianca, mesmo nas aulas<br />

mais chatas era impossível<br />

não se divertir!<br />

As aulas de flautas eram um<br />

barato! Sempre nos divertíamos, além<br />

de aprendermos muuuiitto!!<br />

O mais legal de tudo é que tinha<br />

gente de 8 a mais de 60 anos, em uma<br />

sala só! A turma de flauta doce era pequena, com apenas 11 alunos, mas<br />

muito respeitada! Lá aprendi muitas coisas, como tocar em uma flauta de<br />

madeira ao invés da ‘humilde’ (flauta de plástico) e também tive a ótima<br />

experiência de tocar em uma orquestra!<br />

Não dá nem para explicar, é muito legal!!! Só<br />

vivenciando mesmo para entender!<br />

A sua primeira vez em uma orquestra é inesquecível!<br />

Um bando de violinos e violoncelos tocando<br />

sem parar super afinados e logo chega a<br />

parte do solo das flautas, fica tudo baixinho, só<br />

dá você e seu pequeno grupo, o centro das atenções<br />

e então, começa tudo de novo, os sons se<br />

misturam e a melodia vai se formando, até virar<br />

música! Bem que podia ter sido mais tempo, né?<br />

Uma pena que tudo o que é bom passa muito<br />

rápido!<br />

Mas se der tudo certo, o ano que vem estarei<br />

lá de novo e o grupo de flauta estará dobrado! Isso<br />

tudo se deve à profª Renata, porque se não fosse por<br />

ela nada disso teria acontecido!<br />

A base que ela nos deu em relação a flauta foi<br />

ótima, tenho certeza de que todos que tiveram a opor-<br />

Alunos da <strong>Montale</strong> nas<br />

vésperas do Recital da Livraria<br />

Cultura do Shopping Market<br />

Place em Maio de <strong>2010</strong>.<br />

A turma de<br />

flauta doce do<br />

VIII Retiro de<br />

Música SUZUKI<br />

de Atibaia/SP<br />

tunidade de um dia ter aula com a Profª Renata, nunca se esquecerão do<br />

que aprenderam e de como ele é uma ótima professora, para mim, muito<br />

especial! Por isso só tenho a agradecer, por tudo que ela fez! E espero em<br />

breve ter de novo o gosto de fazer uma aula com ela!”<br />

Laura C. Oliva.<br />

21<br />

Alunas e<br />

ex-aluna da<br />

<strong>Montale</strong> na<br />

aula de<br />

flauta doce<br />

do VIII<br />

Retiro de<br />

Música<br />

SUZUKI em<br />

Atibaia/SP<br />

No dia 29, 30 e 31 de Outubro eu, a Laura e a Professora<br />

Renata fomos ao Retiro de Música em Atibaia. No princípio<br />

pensei que seria uma coisa básica, no qual tocaríamos por diversão<br />

somente as músicas que conhecíamos, e que passaríamos a maior<br />

parte do tempo livre. Indo para lá o Gustavo (marido da Professora<br />

Renata) falou que a primeira vez que ele foi a um curso como<br />

aquele, a vida dele tinha mudado, e pensei: que profundo! Será<br />

que ele está brincando ou aconteceu de verdade? Chegamos<br />

lá, e no primeiro dia eu só escutava pessoas tocando,<br />

em todo o lugar, a toda hora, e pensei que jamais<br />

ficaria igual a eles.<br />

O primeiro dia se passou, e esse meu modo de pensar<br />

foi mudando, conheci muita gente nova, músicas novas<br />

e opiniões diferentes, o que pra mim foi realmente incrível.<br />

Foi então que tocamos na Orquestra, foi naquele<br />

momento que pensei “QUE MARAVILHOSO”!<br />

Fiquei fascinada e quando percebi, estava tocando a<br />

toda hora e em todo o lugar, como aquelas pessoas. Foi<br />

muito puxado, toda hora tinha atividade, coisa pra fazer,<br />

estudar, quase nem tinha tempo de tomar banho<br />

direito, acordávamos cedo e dormíamos tarde, mas cada<br />

segundo era único e incrível!<br />

No último dia acordei super feliz porque iríamos tocar muitas<br />

músicas e principalmente porque iríamos tocar com a Orquestra,<br />

mas ao mesmo tempo estava muito triste, porque, como já disse,<br />

era o último dia, e também porque daqui a pouco, iríamos embora<br />

e ainda demoraria um grande tempo para ver a Laura e a Professora<br />

Renata novamente. E cada vez que pensava nisso, ficava triste.<br />

No final tocamos na Orquestra, foi muito divertido e vi a minha<br />

família, da qual estava com muita saudade.<br />

Quando tudo acabou percebi como<br />

passou rápido, como me diverti, brinquei,<br />

ri muito e ao mesmo tempo, aprendi coisas<br />

novas e interessantes.<br />

Quando estava no carro retornando<br />

à São Paulo vi que o Gustavo não estava<br />

falando só por falar, mas sim porque realmente<br />

aconteceu. Esse Retiro me ensinou<br />

muitas coisas novas, mas principalmente<br />

mudou a minha vida. Quarta-feira<br />

na escola, eu só falava do Retiro, dos<br />

acontecimentos e das músicas e agora todos<br />

os dias, estou estudando com mais<br />

entusiasmo ainda, MÚSICA, recapitulando tudo o que já sabíamos<br />

e treinando o que aprendemos.<br />

Preciso dizer que já estou entusiasmada e me preparando para ir<br />

de novo ao Retiro em 2011 e quem sabe, se tudo der certo, em 2012<br />

para Minneapolis (Estados Unidos) no Encontro Internacional.<br />

Enfim, foi maravilhoso e o que eu já gostava de montão (tocar<br />

flauta doce) agora Amo ainda mais e pretendo que a música, a<br />

flauta e tudo o que gira em torno disso, nunca saia da minha vida,<br />

pelo contrário, faça parte cada vez mais de mim!”<br />

Bianca Sinno 1º Liceo


Leitura<br />

Enjoy<br />

the silence<br />

Di Giorgio Bianchini<br />

Si può usare il titolo di una<br />

canzone dei Depeche Mode<br />

per ricordare come il rumore a cui i nostri figli sono<br />

abituati e che si autosomministrano continuamente tra i banchi<br />

di scuola deriva anche e non solo dalla perdita di un’abitudine<br />

che sembra essere caduta in disgrazia: la lettura. Durante la<br />

lettura ci si immerge in un mondo fantastico e la nostra mente<br />

costruisce lo scenario e i personaggi sollevandoci al ruolo di<br />

architetti (Inception, <strong>2010</strong>) nel silenzio totale: ascoltiamo suoni<br />

che non ci sono, vediamo cose che non abbiamo davanti,<br />

annusiamo odori che non ci sono e assaporiamo cibo che non<br />

ci riempie la cavità gastrica.<br />

Per questo approfitto dello spazio che mi è concesso nel<br />

<strong>Girasole</strong> per parlare di un libro che ho letto tempo fa dal titolo<br />

Che la festa cominci, di Niccolò Ammaniti, biologo di<br />

formazione, scrittore di professione. La storia si intreccia a<br />

Roma e dintorni con ampie digressioni contenenti descrizioni<br />

di luoghi e fatti storici poco noti ai non romani; Ammaniti<br />

non resiste alla tentazione di creare personaggi che nonostante<br />

le possibilità non si elevano mai allo status di eroi, come<br />

Fabrizio Ciba, uno dei personaggi centrali del libro,<br />

combattuto tra i buoni propositi e le cattive intenzioni, rapido<br />

come la marea a cambiare idea quando la situazione si fa<br />

pericolosa. Sulla stessa linea Sasà Chiatti, palazzinaro arricchitosi<br />

più o meno legalmente, pensa che tutto al mondo possa<br />

accadere, basta pagare: la festa organizzata a Villa Ada<br />

rappresenta la sua idea di come si possa comprare l’eternità.<br />

Così non resta che a un appartenente a una setta satanica,<br />

Saverio Moneta, l’incarico di portare un minimo di umanità<br />

alla vicenda.<br />

<strong>Il</strong> racconto si svolge in un’atmosfera grottescamente<br />

ridondante e non risparmia colpi di scena continui; secondo<br />

me l’unica caduta di livello c’è nel finale, che sembra forzato<br />

e strapazza alcune leggi evolutive, riportando a galla ricordi<br />

di vecchi film (come ad esempio Bleeders). Nel suo insieme,<br />

però, l’opera si presenta generosa e dirompente, tesa e intricata<br />

nel modo giusto, gustosa e comica anche nei passaggi più<br />

tragici.<br />

Mi sia concesso ricordare che in questi giorni è uscito anche<br />

l’ultimo di Umberto Eco, <strong>Il</strong> cimitero di Praga, che si annuncia<br />

formidabile, come ci ha abituati il geniaccio alessandrino.<br />

Così come ho iniziato citando una canzone, termino con<br />

un invito alla calma, alla riflessione, all’introspezione e al<br />

rispetto verso noi stessi e gli altri usando le parole della stessa:<br />

All I ever wanted<br />

All I ever needed<br />

Is here in my arms<br />

Words are very unnecessary<br />

They can only do harm<br />

22<br />

Una donna,<br />

di Sibilla Aleramo:<br />

un libro sempre attuale per le<br />

giovani generazioni di lettrici<br />

(e di lettori) di oggi<br />

di Maria Cecilia Casini *<br />

C’è un libro che mi piacerebbe consigliare alle giovani<br />

lettrici (ma anche ai giovani lettori) che formano le nuove<br />

generazioni di oggi, specialmente in età scolare. Un libro<br />

che nonostante la grande distanza di tempo che ci separa dalla<br />

sua prima edizione (risalente al 1906) mantiene ancora intatta,<br />

almeno ai miei occhi, la carica di freschezza e di vitalità che<br />

contribuirono a farne un caso unico nel panorama editoriale<br />

italiano dell’inizio del secolo XX. Si tratta di Una donna, di<br />

Sibilla Aleramo, scrittrice piemontese (era nata ad Alessandria<br />

nel 1876) che consumò la sua parabola intellettuale quasi<br />

interamente ai margini della cultura ufficiale dell’epoca. A<br />

parte Una donna, che nel 2003 era giunta, per i tipi di Feltrinelli,<br />

alla quarantottesima edizione, nessun’altra opera della pur varia<br />

produzione dell’Aleramo ebbe mai veramente successo, né<br />

di critica né di pubblico; e la scrittrice, morta ultraottantenne<br />

nel 1960, cadde nel dimenticatoio fino agli anni ’70, quando<br />

venne recuperata in chiave ideologica dalla critica femminista<br />

(bellissimo lo sceneggiato televisivo tratto da Una donna<br />

prodotto all’epoca della R.A.I., con una giovanissima e strepitosa<br />

Giuliana De Sio). Nel 2002 il successo del film Un viaggio<br />

chiamato amore, sulla relazione dell’Aleramo col poeta Dino<br />

Campana, contribuì a riaccendere l’interesse per la scrittrice, di<br />

cui vennero riedite quasi tutte le opere e a cui vennero dedicati<br />

alcuni testi critici nuovi.<br />

Ma come mai, agli albori del XXI secolo, nell’epoca di internet<br />

e you tube, face book e twitter, ci dovremmo ancora interessare<br />

a una scrittrice non esattamente conosciutissima, non<br />

aggiornata dal punto di vista politico, totalmente superata<br />

stilisticamente? Che tipo di libro è Una donna, e perché mai<br />

dovrebbe ancora piacere, come mi auguro, alle giovani lettrici<br />

(e ai lettori) di oggi?<br />

Non si tratta esattamente di un romanzo, ma di una specie<br />

di biografia romanzata dell’autrice, che vi rievoca le vicende<br />

della sua vita a partire dall’infanzia, in Piemonte, fino al<br />

matrimonio forzato, alla nascita dell’unico figlio e al successivo<br />

abbandono del tetto coniugale. <strong>Il</strong> lettore è invitato a seguire le<br />

varie tappe del processo di rivelazione a se stessa della protagonista<br />

e messo in grado di percepire fortemente la realtà dei<br />

fatti. La tecnica di scrittura usata dall’Aleramo implica l’uso<br />

della prima persona per narrare gli eventi, il che permette la<br />

massima identificazione fra autore e personaggio; ma allo stesso<br />

tempo elimina qualsiasi nome che individui i personaggi,<br />

riuscendo così ad arrivare ad un alto livello di astrazione e di<br />

universalizzazione del tema.<br />

Sentiamo Sibilla nel brano d’inizio del libro: “La mia<br />

fanciullezza fu libera e gagliarda. Risuscitarla nel ricordo,<br />

farla riscintillare dinanzi alla mia coscienza, è un vano sforzo.<br />

Rivedo la bambina ch’io ero a sei, a dieci anni, ma come se<br />

l’avessi sognata. Un sogno bello, che il menomo richiamo<br />

della realtà presente può far dileguare. Una musica, fors’anche:<br />

un’armonia delicata e vibrante, e una luce che l’avvolge, e la<br />

gioia ancora grande nel ricordo. Per tanto tempo, nell’epoca<br />

buia della mia vita, ho guardato a quella mia alba come a<br />

qualcosa di perfetto, come alla vera felicità”. La bellezza di<br />

questa pagina colpisce ancor oggi, credo, e vi sono, nel libro,


tante pagine così; ma a volte lo stile si rivela eccessivamente<br />

debitore del dannunzianesimo allora imperante (e non a caso<br />

L’Immaginifico era uno degli autori prediletti dell’Aleramo),<br />

tanto da risultare enfatico, eccessivamente prezioso, espresso<br />

in una lingua amplificata e passionale. Si tratta del resto dello<br />

stile tipico della letteratura d’appendice (e già ‘classico’ di tanta<br />

letteratura femminile) dell’epoca, diretta discendenza<br />

dell’immaginario romantico popolare.<br />

In questa scoperta di sé ruolo determinante ha l’atto della<br />

scrittura, che riscatta la protagonista e la solleva dalla<br />

prostrazione: “Ma qualche giorno dopo [...] mi trovai con la<br />

penna sospesa in cima alla prima pagina del quaderno. Oh,<br />

dire, dire a qualcuno il mio dolore, la mia miseria; dirlo a me<br />

stessa anzi, solo a me stessa, in una forma nuova, decisa, che mi<br />

rivelasse qualche angolo ancora oscuro del mio destino! E scrissi,<br />

per un’ora, per due, non so. Le parole fluivano, gravi, quasi<br />

solenni: si delineava il mio momento psicologico; chiedevo al<br />

dolore se poteva divenire fecondo”. Dunque, siamo davanti a<br />

un libro che non vuole essere solo letteratura (e di fatto<br />

l’Aleramo, a torto o a ragione, si ribellò sempre ai giudizi di<br />

quanto accusavano il suo stile di eccesso di letterarietà), ma in<br />

cui la scrittura rende perfettamente avvertibile il trapasso della<br />

vita sulla pagina, e con una sincerità tale che all’epoca risultò<br />

estremamente scioccante. Fu proprio l’‘integrazione’ di realtà<br />

‘reale’ nel testo letterario, la forte e non capziosa ‘verità’ del<br />

libro, che ne determinò il successo, e che si può avvertire, credo,<br />

ancora oggi.<br />

Se il successo di pubblico fu enorme e immediato (fra l’altro,<br />

se ne fecero subito varie traduzioni, in francese, in tedesco, in<br />

inglese, in russo, in spagnolo, in svedese, in polacco; in Brasile<br />

esiste un’unica traduzione, di Marcella Mortara, del 1984; ma<br />

cominciano ad apparire degli studi a livello universitario<br />

sull’autrice), anche buona parte della critica mostrò di<br />

apprezzare il libro (Graf, Ojetti, Bontempelli, Pirandello ecc.).<br />

Ma vi furono pure reazioni fortemente contrarie, non solo di<br />

intellettuali meno sensibili alla questione dell’emancipazione<br />

delle donne (il libro venne fra l’altro accusato proprio di un<br />

“eccesso di realtà” che non si combinava con la classica scrittura<br />

femminile, sostanzialmente “di fantasia”), ma anche di alcune<br />

femministe storiche italiane, che non accettavano la radicalità<br />

del finale, cioè l’abbandono del bambino da parte della madre.<br />

Una donna si presenta dunque come uno dei documenti<br />

più importanti della letteratura italiana protofemminista (sono<br />

quegli gli anni, in Italia, dell’inizio delle lotte di riconoscimento<br />

dei diritti delle donne). La sua scandalosa carica polemica sta<br />

nella rivendicazione della possibilità di scelta della sua vita da<br />

parte della protagonista femminile, che diventa simbolo di tutte<br />

le donne. In questo senso il libro è un vero e proprio<br />

Bildungsroman (romanzo di formazione) al femminile; una delle<br />

sue novità più grandi, come abbiamo detto, è la totalità<br />

d’esposizione di una vita sofferta e spregiudicata, nell’Italietta<br />

provinciale e benpensante dell’epoca, e la franchezza della<br />

maniera in cui questa vita è messa sotto gli occhi di tutti. Così<br />

facendo l’Aleramo inaugura quel suo personaggio di scandalosa<br />

figura pubblica che non l’abbandonerà più (dai numerosi e<br />

celebri amanti, fino all’adesione al Partito Comunista Italiano<br />

subito dopo la Seconda Guerra Mondiale).<br />

Io lessi Una donna quando frequentavo la scuola media, e<br />

ne rimasi così fortemente colpita che ne ho fatto poi oggetto<br />

della mia tesi di dottorato; mi piacerebbe che anche le mie più<br />

giovani compagne di vita lo leggessero e ne traessero qualche<br />

forma di ispirazione.<br />

* Maria Cecilia Casini insegna Lingua e Letteratura <strong>Italiana</strong> presso il<br />

Dipartimento di Lettere Moderne della Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze<br />

Umane dell’Università di San Paolo (USP). È laureata in Lettere Moderne<br />

all’Università degli Studi di Firenze (UNIFI), Italia; è dottore in Teoria<br />

Letteraria e Letteratura Comparata presso l’USP.<br />

23<br />

Educação<br />

De volta para casa...<br />

Por Silvia Adrião *<br />

Meu interesse e admiração pelo Projeto da <strong>Montale</strong><br />

teve início no ano 2000. Ao ler um artigo em uma<br />

revista especializada em Educação, descobri que havia<br />

uma escola italiana em São Paulo que receberia uma exposição<br />

de Reggio Emilia. Pensei: "Nossa que escola interessante<br />

deve ser esta... trazer Reggio Emilia para o Brasil, que é<br />

até os dias de hoje, considerada a melhor abordagem de<br />

Educação Infantil do mundo! Preciso conhecê-la!"<br />

Desde este primeiro contato, foi só encantamento. Tratei<br />

logo de enviar um currículo, pois queria muito mergulhar<br />

neste universo e aprender mais sobre essa abordagem<br />

educativa. Então veio o convite e assumi as aulas de Língua<br />

Portuguesa na escola primária.<br />

Aprendi muito neste período e tive a oportunidade de<br />

trocar experiências neste espaço em que se respira a diversidade<br />

cultural. Em 2007, afastei-me da escola para ter meu<br />

filho, aproveitei este período para estudar mais e ter outras<br />

vivências na área da Educação.<br />

No início deste ano recebi a proposta de voltar à <strong>Montale</strong><br />

e não tive dúvida. Assumi em fevereiro a direção brasileira da<br />

escola e aqui estou. Aprendo todo dia um pouco mais, procuro<br />

desenvolver um trabalho sólido em parceria com a direção<br />

italiana. Esta escola traduz o verdadeiro significado da palavra<br />

Formação. Aqui eu vejo crianças e jovens rompendo muros<br />

e construindo pontes entre culturas, conhecimentos e línguas<br />

de forma intensa e significativa. Estejam certos de que os<br />

desafios não são poucos, mas a certeza da minha escolha profissional<br />

é hoje uma escolha de Vida que me inspira todos os<br />

dias. Ficarei orgulhosa em saber que pude contribuir, ao menos<br />

em parte, com a trajetória formativa de nossos alunos.<br />

*Silvia Adrião é Diretora Didática da Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>.<br />

Estudo prova que a internet<br />

ca usa burrice aguda<br />

Por Giovanni Episcopo<br />

Em uma resenha interessantíssima sobre o livro de<br />

NICHOLAS CARR, The Shallows: What the internet is<br />

doing to our brains, publicada na revista CartaCapital<br />

de 27 de outubro de <strong>2010</strong>, à p. 72, Thomaz Wood Jr. cita<br />

dados científicos e conclusões extremamente preocupantes<br />

sobre as mudanças substancias, físicas e funcionais, provocadas<br />

em nosso cérebro pelo uso indiscriminado da internet. CARR<br />

apresenta e comenta dezenas de estudos científicos sobre o<br />

funcionamento do cérebro humano. Ele conclui que a<br />

internet, afirma Wood Jr., “está provocando danos em partes<br />

do cérebro que constituem a base do que entendemos como<br />

inteligência, além de nos tornar menos sensíveis a sentimentos<br />

como compaixão e piedade.” Perdemos a capacidade de<br />

desenvolver a nossa memória e de estabelecer raciocínios<br />

mais sofisticados. Temos dificuldade de ler textos mais longos<br />

e elaborados, porque quando navegamos na rede, “nós entramos<br />

em um ambiente que promove uma leitura apressada,<br />

rasa e distraída, e um aprendizado superficial”. A internet<br />

reduz a nossa capacidade de concentração e de reflexão.<br />

Diante do exposto, temos de arregaçar as mangas para salvar<br />

do emburrecimento progressivo as atuais e as futuras gerações.<br />

O dado está lançado!


Passeio<br />

Escursione letteraria<br />

all'insegna dell'otium<br />

di Adriana Grasso * e<br />

Claudia Affonso **<br />

L’otium e il negotium erano due<br />

concetti chiave per la cultura latina.<br />

Per negotium gli antichi intendevano<br />

qualsiasi attività impegnata a servizio dello<br />

stato, per otium, invece, il riposo dall’attività<br />

pubblica, il tempo libero destinato alla vita<br />

privata o agli studi (otium literatum).<br />

L’otium literatum era tutt’altro che un<br />

tempo vuoto, una sosta fine a se stessa, era<br />

un tempo dedicato agli studi letterari e filosofici.<br />

Cicerone lo definiva lo spazio dell’incontro<br />

del soggetto con se stesso e aggiungeva:<br />

“Cosa c’è di più dolce dell’ozio letterario?<br />

Alludo a quegli studi per mezzo dei<br />

da sin. Campana, D'Aprie, Inglese,<br />

Pastore, Marins,Yasmin, Galvez<br />

Apertura<br />

dell’incontro letterario<br />

di Stefano Mazzaferro,<br />

IV Liceo a.s. 2009-<strong>2010</strong><br />

a nostra natura ha due facce, una<br />

L rivolta all’azione, l’altra, alla contemplazione.<br />

Seneca ritiene che affinché<br />

l’uomo possa esprimere il massimo della<br />

sua creatività debba esserci nella sua<br />

esistenza un’ integrazione fra dovere e<br />

piacere, valori identificabili con i due<br />

concetti chiave per la cultura latina di “negotium”<br />

e “otium”.<br />

L’ otium literatum, però, non deve essere<br />

inteso come uno stato improduttivo ma<br />

come un’ attività che mira al raggiungimento<br />

di un equilibrio psico-fisiologico,<br />

presupposto necessario per qualunque<br />

tipo di produzione filosofica o più in<br />

generale creativa.<br />

“La vita contemplativa è più che<br />

legittima, quando però derivi da una<br />

nostra libera scelta e non dall’adesione<br />

passiva ad uno stato d’inattività”.<br />

Seneca, De otio<br />

quali arriviamo a conoscere<br />

l’infinita natura, e il<br />

cielo e la terra e i mari,<br />

mentre siamo ancora nel<br />

mondo”.<br />

Partendo dal concetto<br />

di otium literatum è stata<br />

organizzata il giorno 10<br />

marzo <strong>2010</strong> un’ “escursione letteraria”<br />

all’orto botanico di San Paolo con il III e il<br />

IV liceo.<br />

Lo spazio naturale con la sua bellezza e<br />

il suo armonioso silenzio ha offerto uno<br />

scenario idillico favorevole agli studi e alla<br />

riflessione sui grandi temi della vita.<br />

Ogni alunno ha letto brani filosofici e<br />

poesie di autori latini, italiani e inglesi, stimolando<br />

la riflessione e l’introspezione in<br />

un bellissimo e suggestivo spazio<br />

naturale così differente dalle<br />

quotidiane pareti scolastiche.<br />

Seguono alcune righe del testo<br />

J<br />

Pensieri<br />

di Isadora Martins, IV Liceo<br />

a.s. 2009-<strong>2010</strong><br />

ust the idea of having a day to dedicate<br />

to literature involved by nature is, in<br />

itself, pleasant and drives me into a relaxing state. But after having this experience I can<br />

say it was much more than what I had expected. I started to feel relaxed on Tuesday<br />

evening just because I didn’t have any homework to do! The dream was just starting.<br />

Then, when I woke up on Wednesday and saw it was a beautiful day I was already<br />

enjoying this day out.<br />

At school, my friends and I were excited by this experience, trying to understand<br />

what it would be like. On the bus we started singing and soon we were at the Botanic<br />

Garden. It is a very beautiful place with a lot of greenery, obviously, and there was a<br />

sunny blue sky that completed the great scenery.<br />

We found a place on the lawn near the trees and had a snack, then we started the<br />

presentation. Mazzaferro opened the otium letteratio with an introduction and then<br />

we listened to a lot of poems and texts.<br />

Lying on the lawn with the warmth of the sun on our faces, the teacher put a<br />

melody that reflected the energy of the universe: a melody that put our minds into a<br />

state of calm. We were very relaxed. The teacher guided us to<br />

relax our bodies to get complete tranquility. At the end of this<br />

‘section’ we were different. We were quiet, in a state of<br />

contemplation. We were all one: one with nature, one with<br />

our friends. We were all together. I was much more attentive to<br />

details. I was able to perceive all the aspects of nature: the<br />

wind, the flowers, the little animals, the grass, the sun; everyday<br />

things that don’t usually have a chance to surprise us.<br />

All this presented to me a real and complete state of being<br />

one with nature that made me calm and happy bringing me<br />

a sense of well-being.<br />

L’Otium Letterario<br />

24<br />

III e IV Liceo con la prof. Affonso 2009-<strong>2010</strong><br />

che ha aperto l’incontro letterario dell’alunno<br />

Stefano Mazzaferro, e una riflessione,<br />

scritta dopo l’evento, dell’alunna Isadora<br />

Martins nonché l’elenco dei testi poetici che<br />

hanno ispirato l’immaginazione.<br />

* Adriana Grasso è insegnante di lingua e letteratura<br />

italiana e latina<br />

* * Claudia Affonso è insegnante di lingua e<br />

tetteratura inglese<br />

da sin. Yasmin, Martins, Prof.<br />

Grasso, Pastore eNahhat<br />

Bromélia Imperial


Estufa<br />

Elenco dei<br />

testi poetici<br />

L’Otium Letterario<br />

Corrispondenza<br />

di Baudelaire<br />

I wandered lonely as a cloud<br />

di Wordsworth<br />

To a Skylark<br />

di Shelley<br />

Infinito<br />

di Leopardi<br />

Annabel Lee<br />

di Edgar Allan Poe<br />

Aquela que Soube Amar<br />

trad. di F. Pessoa per il poema<br />

Annabel Lee<br />

The Tyger<br />

di Blake<br />

The Raven<br />

di Edgar Allan Poe<br />

O Corvo<br />

trad. di F. Pessoa per il<br />

poema The Raven<br />

Introduzione<br />

di Holderling<br />

A Song for St. Cecilia’s Day<br />

di Dryden<br />

La pioggia nel pineto<br />

di D’Annunzio<br />

<strong>Il</strong> piacere di vivere in campagna<br />

di Orazio<br />

Carpe Diem<br />

di Orazio<br />

Shall I compare thee to a<br />

Summer’s day<br />

di Shakespeare<br />

Yasmin e Dragone<br />

Jatobá<br />

Fundado em 1928 pelo botânico Frederico<br />

Carlos Hoehne, o Jardim Botânico<br />

da cidade de São Paulo possui 360 mil<br />

metros quadrados de área de vegetação remanescente<br />

de Mata Atlântica com ampla<br />

variedade de espécies típicas de São Paulo e<br />

do Brasil. Além da grande variedade de espécies<br />

da flora brasileira os visitantes também<br />

podem observar diversos animais que habitam<br />

o local.<br />

O Jardim Botânico está inserido em uma<br />

área de preservação e conservação chamada<br />

Parque Estadual das Fontes do Ipiranga (PEFI)<br />

e oferece um roteiro com belas paisagens e<br />

atrações tais como: Jardim de Lineu inspirado<br />

no Jardim Botânico de Upsala na Suécia,<br />

onde trabalhou um dos maiores botânicos:<br />

Carl Linnaeus, as estufas “Dr. Frederico Carlos<br />

Hoehne que simulam o ambiente natural de<br />

espécies como bromélias, orquídeas, palmeiras,<br />

marantas, filodendros, entre outras. Logo<br />

atrás das estufas encontra-se o palmeto histórico<br />

implantado por Carlos Hoehne em 1933<br />

com diversos exemplares de palmeiras como<br />

palmito-juçara Euterpe edulis e jerivá Syagrus<br />

romanzoffiana, além do orquidário e do<br />

bromeliário ambos<br />

com diversos<br />

exemplares belíssimos<br />

de orquídeas<br />

e bromélias.<br />

Os visitantes<br />

não podem deixar<br />

de conhecer o<br />

museu botânico<br />

que tem o objetivo<br />

de complementar<br />

o conhecimento<br />

dos estudantes,<br />

25<br />

Por Marcio De Oliveira*<br />

público e cientistas e a<br />

biblioteca científica<br />

que possui um acervo<br />

altamente especializado<br />

em botânica.<br />

O roteiro de visitas<br />

do Jardim Botânico inclui<br />

também o jardim<br />

dos sentidos em que os<br />

visitantes podem tocar<br />

nas plantas sentindo a<br />

Lago das<br />

Ninfeias<br />

sua textura e aroma. Outro lugar imperdível<br />

é a Trilha da Nascente que possui 360 metros<br />

de extensão com três pontos de observação<br />

de plantas nativas e nascentes. No final do<br />

percurso da trilha observamos uma das nascentes<br />

do Riacho do Ipiranga.<br />

Não podemos deixar de visitar outros lugares<br />

fascinantes do Jardim Botânico como<br />

o Bosque das Imbuias, o Brejo Natural, Bosque<br />

do Pau-Brasil, o Conjunto Escultural à<br />

Paz e à Liberdade, o Túnel de Bambu, Lago<br />

dos bugios e o apaixonante arboreto, local<br />

agradável, com vegetação nativa e que nos<br />

convida para uma boa leitura.<br />

Por fim, o Jardim Botânico tem por objetivo<br />

conscientizar os visitantes para que preservem<br />

o meio ambiente, a importância da<br />

biodiversidade e dos recursos hídricos de<br />

toda a costa litorânea do Brasil. Para isso,<br />

podemos contar com monitores que passam<br />

importantes informações sobre espécies de<br />

plantas da Mata Atlântica, plantas ameaçadas<br />

de extinção, plantas que são utilizadas pelo<br />

homem e por diversas espécies de animais<br />

como mamíferos, répteis, anfíbios e aves.<br />

* Marcio de Oliveira é biólogo e especialista em<br />

análises clínicas.


Livro Arte<br />

Paradise Lost<br />

by Luca Francesco Dello Preite Castro, IV Liceo<br />

Paradise Lost is a religious epic poem<br />

in blank verse written by John Milton,<br />

published in 1667 in twelve<br />

books, as Virgil’s Aeneid. This poem<br />

contains over ten thousand verses and<br />

most of it was written when Milton was<br />

already blind.<br />

This long, but very beautiful, poem<br />

concerns the famous Christian story of the<br />

fall of man, starting from the fall of Lucifer,<br />

later called Satan, the creation of man and<br />

the world, and Satan’s revenge against God,<br />

by tempting man (Adam and Eve) to eat<br />

the forbidden fruit, the original sin, and it<br />

ends with the expulsion of man from the<br />

Garden of Eden.<br />

Although it’s a Christian book, it<br />

contains a lot of references to paganism,<br />

especially Greek mythology; an example<br />

can be found in book 1, where Milton is<br />

cataloging the forces of hell, associating<br />

Greek divinities with one<br />

of the seven chiefs of hell,<br />

where each one is connected<br />

with one of the<br />

Seven Deadly Sins.<br />

In book 1, Milton states<br />

his purpose, which is to<br />

tell the story of the fall of<br />

man, then he begins narrating<br />

the fall of the rebel<br />

angels, whose leader was<br />

Satan, hurling in hell as a<br />

consequence of their<br />

defeat at the war of heaven<br />

against God. When<br />

they arrive in hell, there<br />

is one of the most famous<br />

speeches in the poem,<br />

which contains Satan’s<br />

famous line “Better to<br />

reign in Hell, than serve in Heav’n”<br />

(vv.262).<br />

In book 2, hell forces meet in a council<br />

in order to decide what is to be done. It’s<br />

here that Satan decides to take revenge<br />

against God by corrupting his new<br />

creation, man.<br />

In book 3 the scene switches to Heaven,<br />

where God gives man free will, the capacity<br />

to choose between good and evil. Then<br />

God’s Son offers himself as ransom for<br />

mankind.<br />

In book 4 Satan is in the Garden of Eden,<br />

after going through Heaven’s gate, and<br />

observes Adam and Eve. Here Satan envies<br />

the free will conceded by God to mankind.<br />

So he tries to tempt Eve while sleeping to<br />

eat the forbidden fruit, but is discovered<br />

and expelled from Eden by the angel<br />

Gabriel (later archangel).<br />

In book 5, Eve awakes and relates her<br />

dream to Adam. Here Raphael arrives, by<br />

God’s order, to warn and encourage Adam and<br />

then he tells the story of how Satan encouraged<br />

his followers to revolt against God.<br />

In book 6 Raphael goes on describing the<br />

war of Heaven and how the Son drove Satan<br />

and his followers away.<br />

In book 7 Raphael explains how God<br />

decided to create a new world (Earth). Here<br />

Raphael advises Adam not to eat the forbidden<br />

fruit saying “on the day thou eat’st, thou diest”.<br />

In book 8 Adam narrates the creation of<br />

man from his own perspective, providing a<br />

counterpoint to Raphael’s instruction.<br />

In book 9, Satan turns into in a serpent and<br />

enters Eden, where he succeeds in persuading<br />

Eve to eat the forbidden fruit: “Forth-reaching<br />

to the Fruit, she pluck’d, she ate:/Earth felt the<br />

wound, and Nature from her seat,/ Sighing<br />

through all her works, gave sings of woe,/That<br />

all was lost” (vv. 780-784). Here, Adam,<br />

determined to have the same destiny as his<br />

wife, eats the fruit too.<br />

In book 10, the Son goes<br />

to Eden to pronounce the<br />

sentence of expulsion to<br />

Adam and Eve, cursed to<br />

suffer in life that ends in<br />

death. Here Satan returns<br />

in triumph to hell, where<br />

all his followers have become<br />

serpents, and he<br />

himself turns into the<br />

greatest serpent.<br />

In books 11 and 12 there<br />

is the application of the<br />

sentence, where Adam and<br />

Eve leave Eden, paradise on<br />

Earth, that’s why the name<br />

Paradise Lost, because it tells<br />

The Temptation and Fall of Eve<br />

(1808) di Wlliam Blake (1757-1827) the story of the loss of<br />

Paradise by mankind.<br />

While reading the poem, as it is an epic<br />

poem, you may question yourself: “but who<br />

is the Hero of this story?” Well, it may look<br />

strange, but the epic Hero in the poem is Satan,<br />

because it’s he that has all the characteristics of<br />

the epic hero (leadership, initiative, courage<br />

in refusing to accept defeat). This happens,<br />

maybe because, analyzing all the character of<br />

the poem, Satan is the only one that is not<br />

static, always going after something, not like<br />

the angels and God, that are all static,<br />

conformed with their reality.<br />

Reading Paradise Lost was a pleasure, because<br />

after all it’s an epic, and the way Milton<br />

combines epic, mythology, with religion and<br />

the myth of the creation of man and earth is<br />

very beautiful. It’s interesting to see that Milton<br />

did not deny mythology. Instead he used<br />

it to make his poem even better than the<br />

previous epics, fusing it with religion and<br />

making all one, creating a new concept of<br />

literature.<br />

26<br />

Disegni di<br />

Pierluigi Papaiz<br />

Nel riportare la storia della NABA<br />

vogliamo soprattutto comunicare<br />

che il nostro ex-alunno<br />

Pierluigi Papaiz, che ha ottenuto la<br />

Maturità Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong><br />

<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> nell'anno scolastico<br />

2009-<strong>2010</strong>, si è immatricolato al<br />

primo anno della Naba (Nuova Accademia<br />

di Belle Arti di Milano). Pubblichiamo<br />

tre dei suoi disegni.<br />

NABA è un'Accademia di iniziativa<br />

privata che nasce a Milano nel 1980 per<br />

volontà di Ausonio Zappa, Guido Ballo<br />

e Tito Varisco, con l'obiettivo di contestare<br />

la rigidità della tradizione accademica<br />

e di introdurre visioni e linguaggi<br />

più vicini alle pratiche artistiche contemporanee<br />

e al sistema dell'arte e delle<br />

professioni creative. È riconosciuta dal<br />

Ministero alla Pubblica Istruzione (oggi<br />

MIUR Ministero dell'Istruzione dell'Università<br />

e della Ricerca). Intorno ad essa<br />

si attiva un nucleo di artisti di fama con<br />

forte vocazione alla didattica: fra questi<br />

Kengiro Azuma, Emilio Isgrò, Carlo Mo,<br />

Emilio Tadini, Gianni Colombo, Lucio<br />

Progetto<br />

<strong>Scuola</strong><br />

150 Anni<br />

Grande Italia<br />

L’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong> la classe<br />

terza della <strong>Scuola</strong> Secondaria di I Grado,<br />

attuale prima Liceo, ha partecipato<br />

ad un concorso fotografico indetto<br />

dalla Regione Piemonte in collaborazione<br />

con il Ministero dell’Istruzione italiano ed<br />

organizzato dall’agenzia “Fabbrica”. <strong>Il</strong><br />

concorso rientra nell’ambito di un più ampio<br />

progetto legato alle commemorazioni per i<br />

150 anni dell’unità d’Italia ed aveva lo scopo<br />

di cogliere lo sguardo dei giovani (italiani<br />

all’estero o in qualche modo legati all’Italia)<br />

sull’Italia e sull’italianità nel mondo.Sono<br />

state inviate più di quattromila fotografie<br />

che ritraggono frammenti di italianità di<br />

ogni angolo del mondo.<br />

È con molto orgoglio che comunichiamo<br />

che tra le duecento fotografie selezionate<br />

e che ora fanno parte di una pubblicazione,<br />

sono state scelte tre foto dei nostri alunni e<br />

una di queste “Bexiga, bairro afro-italiano”<br />

è tra le quattro foto vincitrici del concorso.


Del Pezzo, Franco Grignani, Mario Carieri,<br />

Umberto Mariani, Roberto Menghi, Aldo<br />

Montù, Waler Valentini, Gino Negri, Hidetoshi<br />

Nagasawa. E' in particolare Gianni Colombo,<br />

artista e progettista e direttore dal<br />

1985 al 1993, a definire la filosofia formativa<br />

della Accademia. Nell'84, ai precedenti indirizzi<br />

di Pittura, Scultura e Scenografia si<br />

aggiunge l'indirizzo di "Advertising / Graphic<br />

Design" e nell'88 quello di "Moda". Nel<br />

1995, NABA riceve dal Sindaco di Milano<br />

l'attestato di Benemerenza Civica: "NABA è<br />

cresciuta in prestigio e fama tanto da porsi<br />

quale interlocutrice italiana delle Accademie<br />

di Belle Arti in Europa e nel mondo". ?Nel<br />

1997 attiva un diploma in Product Design.<br />

Nel 2002 entra a far parte del Gruppo Bastogi<br />

e integra Futurarium, scuola post universitaria<br />

di estetica fondata da Alessandro<br />

Guerriero, oggi presidente di NABA. La<br />

direzione del nuovo corso é affidata ad<br />

Elisabetta Galasso. Fra il 2003 e il 2004 si<br />

insedia nella nuova e prestigiosa sede di via<br />

Darwin 20 a Milano. ?Dall'anno accademico<br />

2006/2007 sono stati attivati i primi programmi<br />

specialistici: il Biennio Specialistico<br />

in Arti Visive e Studi Curatoriali e i Master in<br />

Digital Exhibit and Set Design, Photography<br />

and Visual Design, in collaborazione con<br />

FORMA, Centro Internazionale di Fotografia,<br />

e con il Politecnico di Milano il Master<br />

internazionale in Landscape Design. Sono<br />

La foto è disponibile sul link:<br />

www.scuola.net/150anni<br />

Pubblichiamo qui di seguito la<br />

lettera che abbiamo ricevuto del<br />

Ministero dell’Istruzione<br />

dell’Università e della Ricerca.<br />

27<br />

partiti a gennaio 2008 il Master in Interior<br />

Design e i Bienni Specialistici in Design della<br />

Comunicazione, Design del Tessuto e dei<br />

Materiali.?Presso NABA è stato inoltre<br />

attivato un nodo del Planetary-Collegium,<br />

programma di PhD in arti e tecnologie<br />

dell'Università di Plymouth. ?A partire<br />

dall'anno accademico <strong>2010</strong>-2011 saranno<br />

attivi due nuovi Bienni Specialistici, in<br />

Design del Prodotto e Film e Video.?Dal 21<br />

dicembre 2009 NABA è entrata a far parte<br />

di Laureate Education, un network internazionale<br />

di università accreditate, che raccoglie<br />

una comunità di più di 550.000<br />

studenti in oltre 100 campus in Nord America,<br />

Sud America, Europa e Asia.<br />

Lettera della<br />

prof.ssa Raffaella Baratta,<br />

responsabile per il progetto<br />

alla <strong>Montale</strong><br />

Carissime colleghe e colleghi,<br />

non posso nascondere di essere emozionata e tanto fiera<br />

del lavoro svolto dai nostri ragazzi e dalla nostra scuola e<br />

vorrei chiedere a tutti voi, non soltanto di abbracciare i<br />

ragazzi da parte mia, ma soprattutto di divulgare questa<br />

notizia tra le famiglie e, ancor più importante, di non<br />

lasciare cadere questo progetto perché avrà un seguito,<br />

ossia vi sarà una seconda fase di scambi tra le scuole in<br />

Italia e le scuole all’estero in vista delle commemorazioni<br />

per l’Unità d’Italia che si terranno nel 2011. Vorrei in special<br />

modo ringraziare la collega Helenice che l’anno scorso<br />

gestiva le uscite formative e che è stata fondamentale<br />

per la realizzazione di questo piccolo progetto.<br />

Approfitto di questa mail per dirvi che mi mancate proprio<br />

moltissimo e che spero di potervi venire a trovare presto.<br />

Siete comunque invitati tutti, quando lo vorrete, a passare<br />

qualche giornata bucolica nelle Marche, a Camporotondo,<br />

in provincia di Macerata, dove sarò lietissima<br />

di ospitarvi: www.ilvolodelfalco.it<br />

Un abbraccio grandissimo a tutti voi,<br />

Raffaella Baratta


Economia<br />

Economia italiana nel contesto<br />

O,<br />

di Christian Vecchi *<br />

uando l'Italia nel 1957 come<br />

membro fondatore divenne<br />

membro dell'allora<br />

CEE con il Trattato di Roma, l'economia<br />

mondiale era diversissima da<br />

oggi nei numeri e negli equilibri<br />

geopolitici. Con l'Unione Europea<br />

ci si trova in una zona di collaborazione<br />

economica nell'ambito della<br />

quale interagiscono 27 paesi (di cui<br />

16 già aderenti all'euro) rispetto ai<br />

soli 6 fondatori di allora.<br />

La visione di una Europa unita contempla<br />

l'intento di fare emergere le sinergie<br />

e le complementarità di Paesi con storie,<br />

culture e modelli economici diversissimi<br />

attraverso il fulcro di una unica moneta<br />

supportata da strutture istituzionali<br />

e regolamenti condivisi, al fine di garantire<br />

pace, prosperità e libertà ad oltre 500<br />

milioni di persone.<br />

Questa ambiziosa interconnessione, che<br />

ha fatto del Vecchio Continente un esperimento<br />

di comunità federale, ha giovato a<br />

tutti i partecipanti in termini di libera circolazione<br />

di persone, merci e servizi, di stabilità<br />

monetaria e coordinamento giuridico.<br />

Ma dal punto di vista prettamente economico<br />

siamo lontani dall'ottimalità ed i<br />

problemi sono emersi ancora più gravi con<br />

l'inasprirsi della crisi globale.<br />

Se in un momento di vigore economico<br />

infatti è assai comodo beneficiarsi della<br />

libertà di commercio, di tassi di interesse<br />

bassi e di un tasso di cambio stabile, le<br />

maglie si fanno strette quando i problemi<br />

iniziano a mordere. Ogni paese della<br />

comunità ,in presenza di stuazioni di crisi<br />

economica soffre per la mancanza dei gradi<br />

di libertà di politica economica che era solito<br />

usare per ammortizzare le fasi difficili.<br />

L'Unione Europea non ha ancora<br />

maturato lo spirito di coordinamento politico<br />

necessario a far sì che le cose funzionino<br />

in modo armonico. Alcuni paesi<br />

presentano maggiore disciplina fiscale,<br />

ossia la macchina statale si impegna a<br />

spendere meno di quanto incassi con le<br />

tasse, mantenendo deficit pubblico sotto<br />

controllo ed amministrando il debito<br />

entro limiti accettabili. Altri faticano ad<br />

amministrare i conti pubblici nonstante i<br />

dichiarati impegni teorici per il rispetto<br />

dei vincoli del Patto di Stabilità.<br />

La recente vicenda della Grecia, sta<br />

ponendo l'Europa alle prese con problematiche<br />

da paesi emergenti. Un maggior<br />

coordinamento delle politiche econo-<br />

miche dovrebbe già essere<br />

in grado di garantire all'eurozona<br />

la stabilità necessaria a<br />

governarsi quasi come un<br />

paese unico. Evidentemente<br />

siamo ancora lontani anche da<br />

questo obiettivo.<br />

La Banca Centrale Europea<br />

(BCE) regola la base monetaria<br />

e stabilisce i tassi di interesse<br />

ritenuti adeguati al ciclo economico,<br />

mirando alla stabilità<br />

dei prezzi con un occhio alle<br />

dinamiche dell'euro sui mercati<br />

internazionali. Ma quando la crisi si fá<br />

più profonda come quella che stiamo vivendo,<br />

la leva monetaria da sola non basta.<br />

Sarebbe necessario poter intervenire<br />

con manovre che abbiano che fare con<br />

l'espansione della spesa pubblica, che<br />

però incontra limiti invalicabili proprio<br />

nelle diverse situazioni dei paesi, alcuni<br />

dei quali presentano fabbisogni finanziari<br />

superiori ai propri mezzi facendo<br />

lievitare i deficit e conseguentemente il<br />

debito pubblico coperto con l'emissione<br />

di nuovi titoli del debito pubblico.<br />

Queste problematiche, certamente<br />

non isolate alla sola Grecia, sono di difficile<br />

soluzione in un contesto di unione<br />

monetaria poichè è improponibile che<br />

tutti i paesi siano disponibili a pagare<br />

per gli squilibri altrui. La conseguenza<br />

è il disordine, la svalutazione della moneta<br />

unica e l'approfondirsi della crisi<br />

che finisce per penalizzare tutti.<br />

In questo contesto l'Italia ostenta innegabili<br />

virtù ma anche cronici vizi che ne<br />

minano drammaticamente il potenziale.<br />

Facendo una rapida carrellata sui vantaggi<br />

competitivi dell' economia del nostro paese<br />

e sui punti di grave scompenso si potrebbe<br />

sintetizzare che l'Italia ha una posizione<br />

geografica strategica e ricchezze culturali<br />

e del territorio; si distingue per imprenditorialità<br />

e creatività, vanta settori di<br />

eccellenza sul proscenio mondiale, ha<br />

una ottima propensione al commercio<br />

con l'estero (nono esportatore di beni e<br />

servizi al mondo). Ma queste importanti<br />

caratteristiche positive vengono inevitabilmente<br />

minate da problemi cronici<br />

che nemmeno a quasi 20 anni dal Trattato<br />

di Maastricht (1992) riesce a scrollarsi<br />

di dosso.<br />

L´economia italiana sta lentamente<br />

scivolando verso il basso nella classifica<br />

della ricchezza prodotta, (7° posto per PIL<br />

ma solo 26° per reddito pro-capite)<br />

condivide con il Giappone la popolazione<br />

28<br />

più vecchia del mondo (media di oltre 42<br />

anni) e non fa bella figura in qualunque<br />

graduatoria di competitivitá, di investimenti<br />

in infrastrutture, ricerca e sviluppo,<br />

deposito di nuovi brevetti. Insomma<br />

l'efficienza paese è soffribile.<br />

<strong>Il</strong> deficit fiscale negli ultimi anni è stato<br />

contenuto dentro la soglia di tolleranza<br />

del 3% del PIL, e oggi non è tra i peggiori<br />

dell'UE e del mondo, il debito<br />

pubblico invece dagli anni '60 resta tra i<br />

più elevati al mondo;, vicino al 120% del<br />

PIL. La crescita annua reale media negli<br />

ultimi 10 anni si è attestata ad un anemico<br />

1,7% (in compagnia della Germania, che<br />

ha però nel frattempo ha assorbito<br />

l'economia della vecchia Germania Est,<br />

e del Giappone, in stagnazione da oltre<br />

15 anni) contro una media dell'economia<br />

globale del 3,4%.<br />

I vincoli alla crescita sono risaputi.<br />

Strozzature delle infrastrutture, eccesso<br />

di costi generati dal sistema e asfissia<br />

provocata all´economia dalla pressione<br />

fiscale di circa il 44% sul PIL, tra le più<br />

alte al mondo.<br />

I vari governi che si sono avvicendati<br />

hanno evitato di affrontare i dolorosi e<br />

cronici problemi di fondo per non<br />

perdere consensi nelle continue convocazioni<br />

elettorali.<br />

Si profila pertanto una congiuntura<br />

che tutti gli italiani bene o male conoscono.<br />

Le aziende annaspano, cercano di<br />

eludere o evadere le tasse, non investono<br />

e non offrono lavoro ai giovani, che<br />

entrano sempre più tardi nel mondo del<br />

lavoro, oberato di regole per proteggere<br />

chi lavora ma che finiscono per danneggiare<br />

chi il lavoro non lo ha. Si va in pensione<br />

troppo presto, si vive di più (cosa<br />

bellissima) ma il sistema pensionistico<br />

langue e stenta a trovare un punto di<br />

equilibrio.<br />

Un gioco senza vincitori insomma,<br />

che alimenta il precariato, esaspera il<br />

conflitto sociale, amplifica l'individualismo<br />

e porta ad una penosa guerra<br />

dei poveri. Una nazione di gente arrabbiata,<br />

esasperata, insoddisfatta mentre<br />

la classe politica nuota nel fango soffocando<br />

le energie del rinnovamento.<br />

Purtroppo per ora il sistema Italia<br />

non è assolutamente all'altezza della<br />

sfida globale. Non si può pretendere di<br />

rimanere tra i grandi del mondo senza<br />

sacrifici. È necessaria una revisione delle<br />

regole che fanno funzionare la democrazia<br />

del nostro paese e una presa di<br />

coscienza degli italiani che debbono


globale<br />

sprovincializzare la loro politica e<br />

inserirsi nel mondo che vuole e deve<br />

cambiare.<br />

Se il precariato e l'abbandono<br />

dello stato sociale sicuramente non<br />

possono accettarsi come fatti inevitabili,<br />

le antiche logiche del posto<br />

fisso, dei sussidi, dei clientelismi, delle<br />

burocrazie bizantine, dei favori e della<br />

malcelata tolleranza verso la criminalità<br />

organizzata non sono compatibili<br />

con un paese che ambisce a crescere<br />

e a mantenersi protagonista del<br />

proscenio mondiale.<br />

Indipendentemente da bandiere<br />

politiche e polemiche di maniera, il<br />

paese deve riuscire a trovare la forza<br />

di reagire riattivando le forze caratteristiche<br />

di un popolo che conosce<br />

la sofferenza e deve capitalizzare tutte<br />

le proprie virtù.. L'Italia non deve<br />

distinguersi soltanto come paradiso<br />

di benessere orgoglioso delle proprie<br />

tradizioni, deve dimostrare nei<br />

fatti la capacità di essere padrona del<br />

proprio destino.<br />

L'auspicio è che a 150 anni dall'Unità,<br />

in un teatro globale sempre più<br />

complesso e mutevole, l'Italia riscatti i<br />

propri valori, investa sulle nuove generazioni<br />

e sappia trarre profitto di una<br />

realtà sociale sempre più multiculturale<br />

e foriera di energie nuove, per<br />

scardinare quanto di peggiore ne limita<br />

una evoluzione più armonica.<br />

* Christian Vecchi ha ottenuto la Maturità<br />

Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong> nel 1989. Si è laureato in Economia<br />

dei Mercati Finanziari presso l'Università di<br />

Bergamo (Italia) nel 1998 con una Tesi in Economia<br />

monetaria internazionale sulle<br />

politiche economiche brasiliane dagli anni '80<br />

al "Plano Real". Ha iniziato il percorso<br />

professionale come economista nella società<br />

di gestione patrimoniale di San Paolo "Hedging<br />

Griffo Asset Management" (1998 - 1999) per<br />

poi approdare alla società di consulenza<br />

macroeconomica di San Paolo "Tendencias<br />

Consultoria Integrada" (1999 - 2000) come<br />

economista dei mercati internazionali.<br />

Rientrato in Italia, diventa socio della società<br />

di gestione patrimoniale italiana "Independent<br />

Global Managers" di Milano, in qualità<br />

di Strategista e Gestore di Portafoglio,<br />

attività che svolge fino al 2007. Attualmente<br />

è Vice Presidente della società di famiglia<br />

"SCAC Fundações e Estruturas" di San Paolo,<br />

in cui svolge mansioni amministrativofinanziarie.<br />

christianvecchi@sodecoin.com.br<br />

Politica<br />

Italia in transito<br />

di Lorenzo Di Muro *<br />

direttamente da Roma<br />

Crisi economica e recessione. Questo è il tema che da<br />

mesi imperversa in ogni ramificazione del panorama<br />

politico-sociale europeo. La classe politica italiana<br />

cerca di farvi fronte attraverso un ridimensionamento generalizzato delle<br />

politiche pubbliche, non tenendo però conto dei molteplici effetti negativi<br />

generati, tra cui l’ormai galoppante indice di disoccupazione. La logica<br />

conseguenza di tale processo è evidente: inflazione alle stelle e famiglie che<br />

si vedono costrette a lottare per arrivare a fine mese. Le nuove leve sono<br />

ovviamente le più colpite da questo fenomeno.<br />

Ne costituiscono la riprova riforme annuali quali la finanziaria che tagliano<br />

fondi delegittimando gli atenei statali in favore di università private, in quanto<br />

tali non accessibili ai più. La realtà purtroppo è che l’istruzione pubblica<br />

superiore, un tempo vanto del Bel Paese, è diventata un lusso.<br />

Non a caso l’apertura del nuovo anno accademico è stato caratterizzato<br />

da proteste propagatesi in tutta Italia, che però non hanno sortito gli effetti<br />

sperati.<br />

Un altro dato preoccupante riguarda il precariato, che secondo i dati<br />

dell’Istat caratterizza oltre 2,5 milioni di italiani. Ci sono casi estremi ma<br />

purtroppo diffusi, di forza lavoro qualificata ma assunta con contratto a<br />

tempo determinato, precari da 15 anni. Con tutta probabilità queste persone<br />

andranno in pensione conservando l’attuale status contrattuale. La maggior<br />

parte dei neolaureati conosce la difficoltà di trovare un impiego consono alla<br />

propria preparazione e cerca quindi di ingegnarsi, adattandosi a svolgere<br />

qualsiasi tipo di attività remunerativa. Una volta si usava dire che prima di<br />

poter lavorare all’estero occorreva farsi un nome e costruirsi una carriera in<br />

patria, oggi accade l’esatto contrario. Non tutti però sono disposti a vendersi<br />

al “meno peggior” offerente e cercano altre strade per affermarsi dal punto<br />

di vista professionale.<br />

Sempre più giovani optano per la difficile scelta di abbandonare il proprio<br />

paese per cercare fortuna in altri lidi, originando il fenomeno denominato<br />

“fuga dei cervelli”. Questa situazione riguarda tutti gli strati della società e i<br />

più svariati impieghi occupazionali.<br />

Nel frattempo la maggioranza parlamentare che dovrebbe occuparsi di<br />

varare norme atte alla risoluzione di queste problematiche scricchiola sempre<br />

più pericolosamente, intenta a giungere all’approvazione della tanto discussa<br />

riforma del sistema giudiziario, su cui però lo scontro con il nascente partito<br />

di Fini (FLI) si fa sempre più acceso.<br />

La partita si gioca anche sul fronte del federalismo fiscale, il cui disegno<br />

solidale dovrebbe basarsi su principi quali l’uniformizzazione dei costi<br />

standard e l’istituzione di un fondo perequativo, che provvederebbe ad<br />

attenuare le differenziazioni mediante una distribuizione delle prestazioni<br />

sociali erogate dalle regioni. La Lega Nord, guidata dal longevo Bossi, spinge<br />

invece per un federalismo figlio di una politica chiaramente improntata sul<br />

regionalismo forte, che acuirebbe le differenze sociali e la discrepanza tra la<br />

situazione del Nord e quella Meridionale.<br />

In ultima analisi potremmo affermare che l’impianto costituzionale italiano,<br />

lo stato sociale il cui asse portante dal dopoguerra in poi è stato<br />

rappresentato da sanità ed istruzione pubblica, appare quanto mai idealmente<br />

superato. Si sta infatti andando verso una direzione incoerente con quella<br />

prospettata dalle forze costituenti.<br />

Trattasi di una scelta conforme alle esigenze di una società italiana in<br />

costante trasformazione?<br />

Ai posteri l’ardua sentenza, ciò che traspare ad oggi è un quadro per le<br />

nuove generazioni che assume contorni alquanto funesti.<br />

* Lorenzo Di Muro ha ottenuto la Maturità Scientifica presso la <strong>Scuola</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong>. Attualmente studia giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma.<br />

29


Lingua<br />

X Settimana della lingua italiana nel mondo<br />

Si è svolta il 9 agosto <strong>2010</strong> a partire<br />

dalle 10 la presentazione dei lavori<br />

degli alunni di I e II Liceo nell'ambito<br />

delle celebrazioni della decima edizione della<br />

Settimana della lingua italiana nel mondo.<br />

Presenti il Dirigente Scolastico Prof. Augusto<br />

Bellon, il vice presidente del Comitato<br />

Gestore Dott. Nelson Castro, le direttrici<br />

Paola Capraro e Silvia Adrião, la coordinatrice<br />

Cassia dos Santos, genitori, docenti<br />

e alunni. Gli alunni della II Liceo hanno<br />

presentato a grandi linee la storia delle prime<br />

immigrazioni italiane a San Paolo con<br />

particolare riguardo all'uso e le trasfor-<br />

<strong>Il</strong> linguaggio<br />

della devozione<br />

La festa di Nossa<br />

Senhora Achiropita<br />

di Beatriz Di Pilla, Bianca Sinno, Gabriela Soares,<br />

Gianmarco Castro, Giovanna Souza,<br />

Leonardo Ortigosa, Luna Borelli, Marcello Meale,<br />

Maria Clara Sosa, Michele Dessi.<br />

a cura di Giacomo Cenci *<br />

La nostra indagine si è concentrata sulla<br />

devozione alla Madonna dell’Achiropita, che<br />

i calabresi immigrati a San Paolo all’inizio del<br />

XX secolo hanno portato con loro.<br />

<strong>Il</strong> lavoro è stato condotto su due fronti: da<br />

una parte, una vera e propria ricerca di campo,<br />

che ci ha portato a visitare la parrocchia<br />

di “Nossa Senhora Achiropita”, situata nel<br />

quartiere Bixiga della nostra città, per<br />

conoscere personalmente i luoghi della<br />

devozione e conversare con il parroco e i<br />

responsabili dell’organizzazione degli eventi<br />

religiosi e culturali legati alla festa, la quale si<br />

celebra tutti gli anni in agosto. Tale visita ci<br />

ha permesso anche di toccare con mano come<br />

la spiritualità di cui è permeata la devozione<br />

a Maria si converta in azioni concrete a favore<br />

<strong>Il</strong> prof. Giacomo amorevolmente<br />

circondato dai suoi alunni della I Liceo.<br />

Una lingua per amica: l'italiano nostro e degli altri<br />

mazioni della lingua italiana nella megalopoli<br />

paulistana. Gli alunni della I Liceo hanno<br />

elaborato un piccolo documentario sul linguaggio<br />

della devozione avendo come elemento<br />

centrale la festa di Nossa Senhora Achiropita,<br />

che è stata introdotta<br />

dagli immigrati calabresi a<br />

San Paolo all'inizio del Novecento.<br />

Alle 11,20 è stata inaugurata<br />

la mostra "Giotto, un<br />

mondo nuovo" con l'esposizione<br />

artistica dei lavori degli<br />

alunni della classe III Liceo. Si<br />

tratta di un Giotto interpre-<br />

dei più poveri ed emarginati.<br />

Abbiamo conosciuto, infatti,<br />

parte del lavoro sociale che<br />

viene portato avanti proprio<br />

grazie a quanto viene ricavato<br />

con la festa: abbiamo<br />

visitato il doposcuola per i<br />

ragazzi appartenenenti alle<br />

famiglie più carenti della<br />

comunità, così come la mensa<br />

che tutti i giorni sfama più di<br />

un centinaio di persone meno<br />

abbienti. Abbiamo compreso,<br />

quindi, come non possa<br />

esistere contemplazione<br />

senza azione.<br />

L’altro fronte della nostra<br />

ricerca ha avuto un carattere<br />

più teorico. Abbiamo scelto tre aspetti concreti<br />

del linguaggio della devozione e abbiamo<br />

cercato di sviscerarne i significati. Tali aspetti<br />

sono la processione, la benedizione e la promessa.<br />

Quanto segue rappresenta la sintesi delle<br />

indagini svolte, le quali ci auguriamo che<br />

possano contribuire alla preservazione e alla<br />

divulgazione di un patrimonio culturale e<br />

linguistico di fondamentale importanza, che<br />

è quello della pietà popolare, espressione<br />

peculiare dell’italianità.<br />

La Madonna Achiropita<br />

Si narra che, nel 580 d.C., il capitano Maurizio,<br />

portato dai venti marittimi, arrivò in un<br />

villaggio calabrese chiamato Rossano Calabro.<br />

<strong>Il</strong> monaco Éfrem lo incontrò e gli disse che<br />

non erano stati i venti a portarlo lì, ma Nostra<br />

Signora, affinché, quando fosse diventato<br />

imperatore, le potesse costruire un tempio in<br />

suo onore.<br />

Nel 582 d.C. Maurizio diventò imperatore<br />

e iniziò la costruzione del tempio, che fu eretto<br />

30<br />

tato ai tropici. Gli alunni hanno svolto una<br />

ricerca artistica su come l'estetica europea non<br />

si fissa, ma si trasforma in suolo brasiliano. Da<br />

ultimo ma non meno importante è stata<br />

allestita una esposizione fotografica con le<br />

foto premiate dei nostri<br />

alunni che hanno partecipato<br />

al Progetto "150 anni -<br />

Grande Italia" promosso dal<br />

Ministero dell'Istruzione,<br />

dell'Università e della Ricerca<br />

Italiano - Ufficio Scolastico<br />

Regionale per il Piemonte -<br />

da La Fabbrica.<br />

in poco tempo. Un fatto<br />

strano destò l’attenzione<br />

della comunità: l’immagine<br />

di Nostra Signora, la quale<br />

veniva dipinta durante il<br />

giorno sulla parete principale<br />

della cappella, di notte<br />

scompariva.<br />

Una notte, all’improvviso,<br />

apparve una bellissima<br />

signora, che chiese al custode<br />

posto a guardia del<br />

tempio di potervi entrare.<br />

Così fu. Passate diverse ore,<br />

visto che la donna non<br />

usciva, preoccupato, il custode<br />

entrò, ma non incontrò<br />

nessuno. Vide, invece,<br />

che la donna con cui aveva parlato si trovava<br />

dipinta sulla parete, nelle bellissime sembianze<br />

di Nostra Signora. A quel punto, il popolo<br />

raggiunse il tempio e, tra lacrime e canti,<br />

cominciò a gridare: “Achiropita, Achiropita!”,<br />

termine dialettale calabrese di<br />

derivazione greca, che significa “non dipinta<br />

da mano d’uomo”.<br />

Le guancie di Nostra Signora Achiropta<br />

sono cicciottelle e rossastre e la madonna<br />

porta in braccio un bambino che le assomiglia<br />

molto. <strong>Il</strong> suo viso ha una tonalità scura,<br />

abbronzato dal sole. L’immagine, quindi, è<br />

di una donna tipicamente calabrese, normalmente<br />

robusta. Sia la mamma che il<br />

bambino usano corone dorate ed orecchini<br />

brillanti. Qualsiasi vestito indossi, la calabrese<br />

usa sempre degli orecchini.<br />

Nel corso degli anni la devozione alla<br />

Madonna Achiropita è cresciuta sempre di<br />

più nel sentimento dei fedeli, fino ad arrivare<br />

a San Paolo, all’inizio del XX secolo, per<br />

mano degli immigrati calabresi stabilitisi nel<br />

quartiere Bixiga.<br />

* Giacomo Cenci è docente di religione.


Dai bellissimi e vibranti versi di<br />

<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> trapela la ricerca<br />

inquieta dell’animo umano per il<br />

significato della propria esistenza.<br />

Ex voto<br />

Accade<br />

che le affinità d’anima non giungano<br />

ai gesti e alle parole ma rimangano<br />

effuse come un magnetismo. È raro<br />

ma accade.<br />

Può darsi<br />

che sia vera soltanto la lontananza,<br />

vero l’oblio, vera la foglia secca<br />

più del fresco germoglio. Tanto e altro<br />

può darsi o dirsi.<br />

Comprendo<br />

la tua caparbia volontà di essere<br />

sempre assente<br />

perché solo così si manifesta<br />

la tua magia. Innumeri le astuzie<br />

che intendo.<br />

Insisto<br />

nel ricercarti nel fuscello e mai<br />

nell’albero spiegato, mai nel pieno,<br />

sempre<br />

nel vuoto: in quello che anche al<br />

trapano<br />

resiste.<br />

Era o non era<br />

la volontà dei numi che presidiano<br />

il tuo lontano focolare, strani<br />

multiformi multanimi animali<br />

domestici;<br />

fors’era così come mi pareva<br />

o non era.<br />

Ignoro<br />

se la mia inesistenza appaga il tuo<br />

destino,<br />

se la tua colma il mio che ne trabocca,<br />

se l’innocenza é una colpa oppure<br />

si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,<br />

di te tutto conosco, tutto<br />

ignoro.<br />

Cultura<br />

Instituto Norberto Bobbio: em defesa<br />

da democracia e dos direitos humanos<br />

Por Raymundo Magliano Filho e Camila Perruso<br />

OInstituto Norberto Bobbio – Cultura,<br />

Democracia e Direitos Humanos tem<br />

como principal objetivo a promoção<br />

da cultura dos direitos humanos, com ênfase<br />

em ações para o desenvolvimento cultural,<br />

artístico, social e educacional, visando o fortalecimento<br />

da sociedade civil.<br />

Por meio das diretrizes oferecidas pelo<br />

pensamento do filósofo italiano Norberto<br />

Bobbio são realizadas diversas ações no sentido<br />

da efetivação dos direitos humanos e<br />

do fortalecimento da democracia. Assim, o<br />

Instituto Norberto Bobbio tem em suas vertentes<br />

de atuação:<br />

- Apoiar, realizar e promover cursos, congressos,<br />

estudos, palestras, simpósios, pesquisas,<br />

relacionados aos temas correlatos a cultura,<br />

democracia, direitos humanos e pensamento<br />

de Norberto Bobbio.<br />

- Constituir e manter acervo especializado no<br />

pensamento de Norberto Bobbio, bem como<br />

de temas afins aos objetivos do Instituto.<br />

- Apoiar e promover a democracia e os direitos<br />

humanos junto às empresas, com o fim<br />

de popularizar tais conceitos no ambiente<br />

corporativo.<br />

- Realizar e incentivar projetos de educação<br />

em direitos humanos junto às comunidades.<br />

Considera-se que a sociedade civil é ator<br />

fundamental para o desenvolvimento de uma<br />

cultura de direitos humanos, razão pela qual<br />

o Instituto Norberto Bobbio visa disseminar<br />

tais valores junto à sociedade, por meio de<br />

educação e ações de cidadania.<br />

Para Bobbio, há três formas de fundar os<br />

valores de direitos humanos, deduzindo-os<br />

de um objeto constante, da natureza humana;<br />

considerando-os como verdades evidentes<br />

em si mesmas; e que em um dado<br />

período histórico eles são aceitos e apoiados<br />

no consenso, “o que significa que um<br />

valor é tanto mais fundado quanto mais é<br />

aceito” 1 . Desta feita, já é provado que as<br />

duas primeiras maneiras não têm base racional<br />

e não se confirmaram – o autor aponta<br />

como o direito natural dos jusnaturalistas<br />

não sustentou a não violação de direitos<br />

humanos, assim como a evidência das verdades<br />

para um momento histórico pode ser<br />

diferente em outro, a exemplo da sacralidade<br />

da propriedade privada na Declaração<br />

Francesa que, hoje, não encontra mais<br />

amparo em termos de valores de direitos<br />

humanos. Resta então, a última forma de se<br />

consagrar valores, considerando que sua<br />

eleição a esta categoria depende exclusivamente<br />

daquilo que os homens decidiram.<br />

Assim, a Declaração Universal dos Direitos<br />

Humanos é o maior sistema de valores comuns<br />

universal na história da humanidade,<br />

porque baseada no consenso acerca de sua<br />

31<br />

validade. “[...] toda a humanidade partilha<br />

alguns valores comuns; [...] universal<br />

significa não algo dado objetivamente,<br />

mas algo subjetivamente acolhido pelo<br />

universo dos homens” 2 .<br />

Nessa dimensão, o Instituto visa qualificar<br />

o debate na sociedade em torno das<br />

questões da democracia e dos direitos humanos,<br />

justamente no sentido de fortalecêlas,<br />

tendo sempre como paradigma e princípio<br />

os valores da paz, da transparência e<br />

do acesso. Assim, a esse debate soma-se<br />

aquilo que Bobbio declarou acerca da<br />

interdependência dos direitos humanos,<br />

da democracia e da paz, que são três momentos<br />

necessários do mesmo movimento<br />

histórico: sem direitos do homem reconhecidos<br />

e efetivamente protegidos não<br />

existe democracia, sem democracia não<br />

existem as condições mínimas para a solução<br />

pacífica dos conflitos que surgem entre<br />

os indivíduos, entre grupos e entre as<br />

grandes coletividades tradicionalmente indóceis<br />

e tendencialmente autocráticas que<br />

são os Estados, apesar de serem democráticas<br />

com os próprios cidadãos 3 .<br />

HISTÓRICO<br />

Em 2005 foi criado, no âmbito da<br />

Bolsa de Valores de São Paulo – BOVES-<br />

PA, o Centro de Estudos Norberto Bobbio,<br />

idealizado para pesquisar e divulgar<br />

o legado do pensador italiano no<br />

Brasil, que dedicou sua vida a reflexões<br />

fundamentais sobre democracia, direitos<br />

humanos, sociedade civil. Desde sua<br />

fundação, o Centro promoveu diversos<br />

eventos científicos e a publicação de duas<br />

obras inéditas de Norberto Bobbio em<br />

português: Da estrutura à função e O<br />

terceiro ausente. Os projetos desenvolvidos<br />

pelo Centro de Estudos foram incorporados<br />

ao escopo de atuação do Instituto<br />

Norberto Bobbio no fim de 2009.<br />

O Centro de Estudos Norberto Bobbio<br />

nasceu inspirado no Centro Studi Piero<br />

Gobetti, organização que preserva o legado<br />

intelectual de Bobbio na Itália.<br />

O Instituto localiza-se na Av. Ipiranga,<br />

344, 2o andar, Edifício Itália –<br />

Circolo Italiano – Centro, e é aberto<br />

para visita de segunda a sexta-feira, das<br />

10h às 18h. Para mais informações visite<br />

o site: www.instituto norberto<br />

bobbio.org.br e o blog: www. nor<br />

bertobobbio. wordpress.com<br />

1 BOBBIO, Norberto. A Era dos Direitos. Rio de<br />

Janeiro: Campus, 2004, p. 47.; 2 Idem, p. 48.; 3 Idem,<br />

p. 223.


Letteratura<br />

O,<br />

Un anno con Rodari<br />

di Yara Alberio<br />

uesto è l'anno di Gianni<br />

Rodari! Novant'anni dalla<br />

sua nascita, trenta dalla sua<br />

morte e quaranta dal Premio Andersen.<br />

Per l'occasione gli amanti del<br />

maestro di Omegna hanno organizzato<br />

in tutta Italia convegni,<br />

spettacoli, mostre, concorsi... e<br />

tanti momenti di letture e giochi.<br />

Non poteva mancare un omaggio<br />

fatto dai nostri bambini ad uno dei<br />

più grandi autori della letteratura<br />

per l'infanzia.<br />

Da piccola ricordo che c'era a casa<br />

un'edizione de "Le favole al telefono"<br />

dalla copertina bianca e sgualcita.<br />

Letto e riletto, era uno dei miei<br />

libri preferiti, in cima alle richieste dei<br />

libri per la buona notte. Non aveva<br />

illustrazioni, eppure il ricordo dei personaggi<br />

di quelle favole ancora oggi<br />

è vivo nella mia memoria. Personaggi<br />

costruiti volta per<br />

volta, ad ogni nuova<br />

lettura, in un lavoro<br />

di cucitura degno<br />

dei grandi sarti.<br />

Quale meraviglia<br />

provo oggi nell'osservare<br />

dietro gli<br />

occhi lucidi e attenti<br />

dei miei alunni<br />

le stesse mani<br />

invisibili che tessono<br />

idee, immagini,<br />

poesie. Gianni<br />

Rodari continua a<br />

vivere nelle scuole proprio per la<br />

capacità che hanno le sue parole di<br />

suscitare altri racconti, stimolando<br />

un gioco dove non c'è posto per la<br />

paura di sbagliare, inventando,<br />

trasformando, costruendo<br />

e ricostruendo<br />

trame, personaggi e luoghi<br />

del pensiero.<br />

Con l'intento di farvi<br />

conoscere un grande riferimento<br />

della cultura italiana<br />

(tradotto anche in<br />

portoghese!) e di arricchire<br />

il repertorio di canzoni,<br />

filastrocche e racconti<br />

in italiano, dedichiamo<br />

questo spazio del<br />

<strong>Girasole</strong> a Gianni Rodari.<br />

Riportiamo inoltre alcuni<br />

lavori svolti dagli alunni della <strong>Scuola</strong><br />

Primaria ispirati al grande maestro<br />

della fantasia.<br />

Girotondo in tutto il mondo<br />

Per il Giorno dei Bambini gli alunni della classe<br />

quinta primaria, assieme all'insegnante Sonia<br />

Migliore, hanno voluto festeggiare tutti i bambini<br />

del mondo, illustrando la filastrocca "Girotondo<br />

in tutto il mondo", esposta in occasione della X<br />

Settimana della Lingua <strong>Italiana</strong>.<br />

Girotondo in tutto il mondo<br />

Filastrocca per tutti i bambini,<br />

per gli italiani e per gli abissini,<br />

per i russi e per gli inglesi,<br />

gli americani ed i francesi,<br />

per quelli neri come il carbone,<br />

per quelli rossi come il mattone,<br />

per quelli gialli che stanno in Cina<br />

dove è sera se qui è mattina,<br />

per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci<br />

e dormono dentro un sacco di stracci,<br />

per quelli che stanno nella foresta<br />

dove le scimmie fan sempre festa,<br />

per quelli che<br />

stanno di qua<br />

o di là,<br />

in campagna<br />

od in città,<br />

per i bambini di<br />

tutto il mondo<br />

che fanno<br />

un grande<br />

girotondo,<br />

con le mani<br />

nelle mani,<br />

sui paralleli e sui<br />

meridiani.<br />

Tante storie per giocare<br />

I bambini della classe seconda<br />

primaria si sono divertiti a leggere<br />

ed ascoltare le storie dai tanti finali<br />

contenute nel libro "Tante storie<br />

per giocare". Inoltre, facendo un<br />

esercizio di fantasia e di scrittura<br />

collettiva che sarebbe piaciuto<br />

molto a Rodari, hanno inventato<br />

un nuovo finale per il racconto "<strong>Il</strong><br />

cane che non sapeva abbaiare".<br />

Abbiamo preso come idea di<br />

partenza il finale scritto da Isabela,<br />

per poi giocarci, ribaltandolo,<br />

trasformandolo e creando infine<br />

un finale per tutti e di tutti. Vi<br />

proponiamo il racconto con i tre finali scritti da<br />

Rodari ed in più il nostro.<br />

32<br />

IL CANE CHE NON<br />

SAPEVA ABBAIARE<br />

C'era una volta un cane che non sapeva<br />

abbaiare. Non abbaiava, non miagolava,<br />

non muggiva, non nitriva, non sapeva<br />

fare nessun verso. Era un cagnetto solitario,<br />

chissà come era capitato in un paese senza<br />

cani. Per conto suo non si sarebbe nemmeno<br />

accorto che gli mancava qualcosa.<br />

Erano gli altri a farglielo capire. Gli<br />

dicevano:<br />

- Ma tu non abbai?<br />

- Non saprei... io sono forestiero...<br />

- Senti che risposta. Non lo sai che i cani<br />

abbaiano?<br />

- A che scopo?<br />

- Abbaiano perché sono cani. Abbaiano<br />

ai vagabondi di passaggio, ai gatti<br />

dispettosi, alla luna piena. Abbaiano quando<br />

sono contenti, quando sono nervosi,<br />

quando sono arrabbiati. Di giorno, per lo<br />

più, ma anche di notte.<br />

- Sarà, ma io...<br />

- Ma tu, cosa? Tu sei un fenomeno, va Ià:<br />

un giorno o l'altro ti metteranno sul<br />

giornale.<br />

<strong>Il</strong> cane non sapeva che cosa rispondere a<br />

queste critiche. Non sapeva abbaiare e<br />

Primo finale<br />

<strong>Il</strong> cane correva. Capitò in un prato nel<br />

quale pascolava tranquillamente una<br />

vaccherella.<br />

- Dove corri?<br />

- Non so.<br />

- Allora fermati. Qui c'è dell'ottima<br />

erba.<br />

- Eh, non è l'erba che mi può guarire...<br />

- Sei malato?<br />

- Altroché. Non so abbaiare.<br />

- Ma se è la cosa più semplice del<br />

mondo! Ascolta me: muuh... muuh...<br />

muuh... Non è un bel verso?<br />

- Non c'è male. Però non sono sicuro<br />

che sia il verso giusto. Tu sei una<br />

mucca...<br />

- Naturale che sono una mucca.<br />

- Io no, io sono un cane.<br />

- Naturale, che sei un cane. E con ciò?<br />

Niente ti impedisce di imparare il mio<br />

linguaggio.<br />

- Che idea! Che idea! - esclamò il cane.<br />

- Quale?<br />

- Quella che mi sta venendo in questo<br />

momento. Imparerò i versi di tutti gli<br />

animali e mi farò scritturare da un circo<br />

equestre. Avrò un successone,<br />

diventerò ricco e sposerò la figlia del re.<br />

Del re dei cani, s'intende.<br />

- Bravo, l'hai pensata bella. E allora,<br />

al lavoro. Ascolta bene:<br />

muuh...muuh...muuh...<br />

- Muuh... - fece il cane.<br />

Era un cane che non sapeva abbaiare, però<br />

aveva molta disposizione per le lingue.


non sapeva come fare per imparare.<br />

- Fa' come me, - gli disse una volta un galletto,<br />

che aveva compassione di lui. E lanciò due o<br />

tre sonori chicchirichi.<br />

- Mi sembra difficile, - disse il cagnetto.<br />

- Macché, è semplicissimo. Ascolta bene, fa<br />

attenzione al mio becco. lnsomma, osservami<br />

e cerca di imitarmi.<br />

II galletto fece un altro chicchirichi.<br />

<strong>Il</strong> cane si provò a fare lo stesso, ma gli uscì di<br />

bocca solo un "goffo checchè", che mise in<br />

fuga le galline spaventate.<br />

- Fa niente, - disse il galletto, - per la prima<br />

volta è anche troppo. Riprova, dai.<br />

<strong>Il</strong> cagnetto riprovò una volta, due, tre.<br />

Riprovò tutti i giorni. Si esercitava di nascosto,<br />

dalla mattina alla sera. Qualche volta, per<br />

esercitarsi con più libertà, andava nel bosco.<br />

Una mattina, mentre stava per l'appunto nel<br />

bosco, gli riuscì di fare un chicchirichi così<br />

vero, così bello e forte che la volpe lo sentì e<br />

pensò tra sé: "Finalmente il gallo è venuto a<br />

trovarmi. Correrò a ringraziarlo per la visita...".<br />

E difatti si mise a correre, ma non<br />

dimenticò di portarsi forchetta, coltello e<br />

tovagliolo perché per una volpe non c'è<br />

colazione più appetitosa di un bel galletto.<br />

Si può capire come rimase male quando, al<br />

posto del gallo, vide il cane che, accucciato<br />

sulla propria coda, lanciava uno dopo l'altro<br />

quei chicchirichi.<br />

- Ah, - disse la volpe, - così stanno le cose, mi<br />

Secondo<br />

finale<br />

<strong>Il</strong> cane correva,<br />

correva. Incontrò un<br />

contadino.<br />

- Dove scappi?<br />

- Non lo so<br />

nemmeno io.<br />

- Allora vieni a casa<br />

mia. Ho giusto<br />

bisogno di un cane<br />

che mi faccia la<br />

guardia al pollaio.<br />

- Io ci verrei, ma vi<br />

avviso: non so<br />

abbaiare.<br />

- Meglio. l cani che<br />

abbaiano fanno<br />

scappare i ladri. Te,<br />

invece, non ti<br />

sentiranno, si<br />

faranno vicini e tu<br />

potrai azzannarli,<br />

così avranno la<br />

punizione che si<br />

meritano.<br />

- Ci sto, - disse il cane.<br />

E fu così che iI cane<br />

che non sapeva<br />

abbaiare trovò un<br />

impiego, una catena<br />

e una scodella di<br />

zuppa tutti i giorni.<br />

Terzo finale<br />

avevi teso un tranello.<br />

- Un trane<strong>Il</strong>o?<br />

- Ma certo. Mi hai fatto credere che ci fosse<br />

un gallo sperduto neI bosco e ti sei nascosto<br />

per acchiapparmi. Meno male che ti ho visto<br />

in tempo. Questa, però, è caccia sleale. I cani,<br />

di solito, abbaiano per avvertirmi che<br />

arrivano i cacciatori.<br />

- Ti assicuro che io... Ecco, vedi, non pensavo<br />

mica alla caccia. Ero venuto qui per fare<br />

esercizi.<br />

- Esercizi? E di che genere?<br />

- Mi esercito per imparare ad abbaiare. Ho<br />

quasi imparato, senti come lo faccio bene.<br />

E giù un sonorissimo chicchirichi.<br />

La volpe voleva scoppiare dalle risate. Si rotolava<br />

per terra, si teneva la pancia, si mordeva i baffi<br />

e la coda. ll nostro cagnetto ne fu tanto<br />

mortificato che se ne andò via in silenzio, a<br />

muso basso, con le lacrime agli occhi.<br />

C'era, lì vicino, un cúculo. Vede passare il<br />

cane, si impietosisce.<br />

- Che cosa ti hanno fatto?<br />

- Niente.<br />

- E allora perché sei tanto triste?<br />

- Eh... così e così... è perché non riesco ad<br />

abbaiare. Nessuno mi insegna.<br />

- Se è solo per questo, ti insegno io. Ascolta<br />

bene come faccio e cerca di fare come me:<br />

cucù... cucù... cucù... Hai capito?<br />

- Mi sembra facile.<br />

- Facilissimo. Io Io sapevo fare anche<br />

<strong>Il</strong> cane correva, correva. A un tratto si fermò. Che<br />

strana voce, aveva sentito. Bau, bau, faceva, bau, bau.<br />

"Questo verso mi dice qualcosa, - pensò il cane, -<br />

eppure non riesco a capire che razza di animale sia<br />

quello che lo fa".<br />

- Bau, bau.<br />

"Sarà la giraffa? No, forse il coccodrillo. È un animale<br />

feroce, il coccodrillo. Dovrò avvicinarmi con cautela".<br />

Strisciando tra i cespugli il cagnetto si avviò nella<br />

direzione da cui giungeva quel bau, bau che, chissà<br />

perché, gli faceva battere tanto forte iI cuore sotto il<br />

pelo.<br />

- Bau, bau.<br />

- Toh, un altro cane.<br />

Sapete, era proprio il cane di quel cacciatore che<br />

poco prima aveva sparato quando aveva sentito<br />

cucù.<br />

- Ciao, cane.<br />

- Ciao, cane.<br />

- Mi sai dire che verso stai facendo?<br />

- Verso? Per tua norma e regola io non faccio versi, io<br />

abbaio.<br />

- Abbai?? Tu sai abbaiare??<br />

- Naturale. Non pretenderai che barrisca come un<br />

elefante o che ruggisca come un leone.<br />

- AIIora mi insegni?<br />

- Non sai abbaiare?<br />

- No.<br />

- Ascolta e guarda bene. Si fa così: bau, bau...<br />

- Bau, bau, - disse subito il nostro cagnetto. E tra sé<br />

pensava, commosso e felice: "Finalmente ho trovato<br />

il maestro giusto".<br />

33<br />

da piccolo. Prova: cucù... cucù...<br />

- Cu... - fece il cane. - Cu... Provò quel giorno,<br />

provò il giorno dopo. In capo a una<br />

settimana ci riusciva già abbastanza bene.<br />

Era proprio contento e pensava: "Finalmente,<br />

finalmente comincio ad abbaiare sul<br />

serio. Adesso non potranno più prendermi<br />

in giro".<br />

Proprio in quei giorni si aprì la caccia.<br />

Vennero nei boschi molti cacciatori, anche<br />

di quelli che sparano a tutto quello che<br />

sentono e vedono. Sparerebbero a un<br />

usignolo, sparerebbero. Passa un cacciatore<br />

di quel tipo lì, sente uscire da un<br />

cespuglio cucù... cucù..., punta il fucile e -<br />

pam! bang! - lascia partire due colpi. I<br />

pallini, per fortuna, non colpirono il cane.<br />

Gli sfiorarono soltanto le orecchie, facendo<br />

ziip ziip, come nei fumetti. II cane, via a<br />

gambe. Ma era molto meravigliato: "Quel<br />

cacciatore dev'essere impazzito, se spara<br />

anche ai cani che abbaiano...". <strong>Il</strong> cacciatore,<br />

intanto, cercava l'uccello. Era sicuro di<br />

averlo ammazzato.<br />

- Deve averlo portato via quel cagnaccio,<br />

chissà da dove è saltato fuori - brontolava.<br />

E per sfogare la sua rabbia sparò a un<br />

topolino che aveva messo la testa fuori della<br />

sua tana, ma non Io prese. <strong>Il</strong> cane correva,<br />

correva...<br />

Quarto finale!<br />

<strong>Il</strong> cane correva, correva finché incontrò quattro<br />

cani in una bella fattoria dove c'erano tanti<br />

fiori, alberi e un laghetto con i pesci. <strong>Il</strong> cane si<br />

emozionò davanti a tanta bellezza e pensò di<br />

aver finalmente trovato degli amici che<br />

potevano insegnargli ad abbaiare.<br />

<strong>Il</strong> cane si avvicinò un po' timidamente ai quattro<br />

cani e chiese: - Permesso, qualcuno di voi<br />

può insegnarmi ad abbaiare? - Nessuno di noi<br />

sa abbaiare - rispose il cane più vecchio - ma<br />

sappiamo la lingua di tutti gli animali che<br />

vivono in questa fattoria: quella delle papere,<br />

degli uccellini, dei maiali, delle rane, dei gatti<br />

e delle pecore. Abbiamo provato a imparare<br />

la lingua dei pesci ma loro non parlano!<br />

Improvvisamente arrivarono cinque cani: uno<br />

veniva dagli Stati Uniti, un altro dal Giappone,<br />

un altro ancora era inglese di Londra e gli altri<br />

due erano, uno brasiliano e uno italiano, ma<br />

nessuno di loro sapeva abbaiare!<br />

I cani, che erano diventati dieci, volevano<br />

imparare ad abbaiare, ma non sapevano come.<br />

Mentre discutevano per capire come fare, il<br />

cane più piccolino vide muoversi una cosa<br />

dietro a un cespuglio. Andò a vedere e trovò<br />

un altro cane, che sapeva abbaiare e finalmente<br />

insegnò a tutti come si faceva.<br />

Antonio Altieri<br />

Caio Altieri<br />

Enzo Gorga<br />

Filippo Traverso<br />

Gustavo Altieri<br />

Isabela Rososchansky<br />

Maddalena D'Ettorre<br />

Maria Aliberti<br />

Maria Eduarda Tarallo<br />

Maria Eduarda De Sá<br />

Mathias Porretti<br />

Matilde Barberis<br />

Paola Buoninfante<br />

Renata Poli<br />

Stefano Assef


Le Parole<br />

Testo di Gianni Rodari,<br />

musica di Sergio Endrigo e Bacalov<br />

[Compito: per domani scriverete dieci<br />

nomi comuni, dieci nomi propri,<br />

dieci nomi collettivi, dieci nomi astratti,<br />

dieci nomi concreti,<br />

dieci nomi primitivi, dieci nomi derivati,<br />

dieci diminutivi,<br />

dieci accrescitivi, dieci dispregiativi, dieci<br />

nomi composti,<br />

dieci nomi maschili, dieci nomi<br />

femminili, dieci dipendenti,<br />

dieci promiscui, dieci nomi difettivi, dieci<br />

Biografia di<br />

Gianni Rodari<br />

a cura di Sonia Migliore<br />

U<br />

omo semplice, schivo e riservato,<br />

Gianni Rodari ha lasciato nelle sue<br />

opere pochi ricordi della sua infanzia. Nasce<br />

in Piemonte, ad Omegna, nel novarese,<br />

il 14 aprile del 1920, da una modestissima<br />

famiglia: i suoi genitori erano un fornaio<br />

ed una casalinga. Rimasto orfano di padre<br />

all'età di nove anni, si trasferisce con<br />

la madre e il fratello in Lombardia, a Gavirate<br />

(Va), dove frequenta le elementari.<br />

Dopo le medie, si iscrive all'Istituto Magistrale<br />

di Varese e nel 1938 consegue il diploma<br />

di maestro con un anno di anticipo<br />

e con ottimi voti. Mentre insegna come<br />

supplente nelle scuole elementari del Varesotto<br />

fino al 1943, si iscrive a lingue<br />

all'Università Cattolica di Milano, senza<br />

tuttavia riuscire a laurearsi. Contemporaneamente<br />

studia musica e violino.<br />

In questo periodo della sua giovinezza<br />

povera e stentata forma con due amici un<br />

gruppo musicale e va a suonare nei cortili,<br />

nelle osterie e durante i matrimoni: in<br />

queste occasioni apprende dalla viva voce<br />

dei contadini racconti, proverbi, filastrocche<br />

e canzoni, facendo così i primi<br />

incontri con la cultura popolare.<br />

Oltre che da ristrettezze economiche,<br />

per lui come per molti giovani della<br />

generazione nata insieme al Fascismo,<br />

l'adolescenza e la giovinezza è stata<br />

caratterizzate da inquietudini e turbamenti,<br />

incertezze e contraddizioni, ma<br />

soprattutto dalla ricerca di valori diversi<br />

da quelli imposti dalla scuola e dalla cultura<br />

di regime. Timido, introverso, con<br />

pochissimi amici, fin dall'adolescenza è un<br />

ragazzo sensibile e piuttosto solitario,<br />

poco incline a stringere amicizia con i<br />

suoi coetanei; s'interessa di filosofia, di<br />

letteratura tedesca, di storia dell'arte e<br />

delle religioni. Tale è l'interiorità di<br />

Rodari e la sua intensa spiritualità.<br />

nomi indeclinabili,<br />

dieci sovrabbondanti, dieci arcaismi, dieci<br />

neologismi, dieci barbarismi, dieci...]<br />

Abbiamo parole per vendere,<br />

Parole per comprare,<br />

Parole per fare parole.<br />

Andiamo a cercare insieme<br />

Le parole per pensare.<br />

Andiamo a cercare insieme<br />

Le parole per pensare.<br />

Abbiamo parole per fingere,<br />

Parole per ferire,<br />

Parole per fare il solletico.<br />

Durante l'ultimo anno di guerra entra<br />

nella Resistenza e, subito dopo la Liberazione<br />

nazionale, lascia definitivamente l'insegnamento<br />

per il giornalismo e diventa<br />

dirigente del PCI a tempo pieno. Dal 1945<br />

dirige a Varese il settimanale "L'Ordine<br />

Nuovo" e agli inizi del 1947 passa all'edizione<br />

milanese del quotidiano "L'Unità".<br />

Trasferitosi a Roma nel 1950, riceve<br />

l'incarico di fondare e dirigere il settimanale<br />

per ragazzi "<strong>Il</strong> Pioniere", cui dà un<br />

significativo contributo come scrittore e<br />

come organizzatore di un progetto<br />

educativo. Contemporaneamente pubblica<br />

le sue prime opere in volume: nel '50<br />

"<strong>Il</strong> libro delle filastrocche", nel '51 "<strong>Il</strong><br />

romanzo di Cipollino", nel '52 "<strong>Il</strong> treno<br />

delle filastrocche" e "Le carte parlanti".<br />

Si sposa con Maria Teresa Ferretti dalla<br />

cui unione nasce la figlia Paola. Nel 1956<br />

rientra a "L'Unità" di Roma come capocronista,<br />

mentre nel 1958 è a "Paese Sera" in<br />

qualità di inviato speciale, commentatore<br />

e corsivista con lo pseudonimo di "Benelux",<br />

incarico che manterrà fino alla sua<br />

scomparsa.<br />

La svolta avviene agli inizi degli anni<br />

Sessanta, quando pubblica per un importante<br />

editore torinese, Giulio Einaudi, nel<br />

'60 le "Filastrocche in cielo e in terra" e nel<br />

'62 "<strong>Il</strong> pianeta degli alberi di Natale". Ad un<br />

Rodari ancora sperimentale e neorealista della<br />

produzione dei primi anni Cinquanta, ne<br />

subentra uno più raffinato, più fresco ed<br />

immediato, più spontaneo ed aperto,<br />

influenzato dalla poetica surrealista, uno<br />

scrittore che non si rivolge più soltanto alla<br />

34<br />

Andiamo a cercare insieme,<br />

Le parole per amare.<br />

Andiamo a cercare insieme<br />

Le parole per amare.<br />

Abbiamo parole per piangere,<br />

Parole per tacere,<br />

Parole per fare rumore.<br />

Andiamo a cercare insieme<br />

Le parole per parlare.<br />

Andiamo a cercare insieme<br />

Le parole per parlare.<br />

Per sentire la canzone: http://www.youtube.com/<br />

watch?v=Zpc8TE6J5Wo<br />

gioventù di un partito, ma a tutti i ragazzi<br />

dell'Italia repubblicana e democratica.<br />

Già conosciutissimo in Russia, nei primi<br />

anni Sessanta, lo scrittore di Omegna diventa<br />

improvvisamente famoso anche in Italia. Le<br />

sue opere sono ricercate da un pubblico sempre<br />

più vasto, mentre sue novelle, poesie e<br />

filastrocche sono riportate nei testi scolastici<br />

delle elementari e delle medie. Viene invitato<br />

dai docenti ad illustrare in dibattiti e<br />

convegni le sue "tecniche fantastiche"; dà<br />

inizio ad una serie di incontri con gli scolari<br />

di tutta la penisola durante i quali il temperamento<br />

di quest'uomo, normalmente di<br />

poche parole, si tramuta in un rapporto fresco,<br />

naturale, spontaneo.<br />

Vince nel 1970 il Premio Andersen, prestigioso<br />

riconoscimento alla sua opera di<br />

scrittore per l'infanzia.<br />

E' inoltre impegnato in alcuni programmi<br />

della RAI per bambini, ma anche in altre<br />

collaborazioni: per dieci anni pubblica<br />

racconti e favole sul "Corriere dei Piccoli" ,<br />

dal '68 al '77 dirige la rivista "<strong>Il</strong> giornale dei<br />

genitori", scrive sul settimanale "Rinascita" e<br />

su riviste pedagogiche quali "Riforma della<br />

<strong>Scuola</strong>" e "<strong>Scuola</strong> e città". Le opere pubblicate<br />

nel corso degli anni Settanta non sono<br />

rivolte soltanto all'infanzia, ma costituiscono<br />

proposte per tutti i lettori, senza distinzione<br />

di età: "Tante storie per giocare" nel '71, "Novelle<br />

fatte a macchina", "I viaggi di Giovannino<br />

Perdigiorno", la "Grammatica della fantasia"<br />

nel '73, la "Filastrocca di Pinocchio" e<br />

"Marionette in libertà" nel '74, "C'era due<br />

volte il barone Lamberto", nel '78.<br />

Gianni Rodari muore a Roma il 14 aprile<br />

1980 per collasso cardiocircolatorio, a seguito<br />

di un intervento operatorio per liberare una<br />

vena occlusa nella gamba sinistra.<br />

Saranno pubblicati postumi "<strong>Il</strong> gioco dei<br />

quattro cantoni" ('81)), "<strong>Il</strong> cane di Magonza"<br />

('84), "<strong>Il</strong> secondo libro delle filastrocche"<br />

('85), "Filastrocche per tutto l'anno" ('86),<br />

"Gli esami di Arlecchino" ('87), "<strong>Il</strong> giudice a<br />

dondolo" ('89), "<strong>Il</strong> cavallo saggio" ('90).<br />

Dal 1992 le opere di Rodari sono illustrate<br />

per la Einaudi Ragazzi dal fumettista Altan.


Opinione<br />

Cultura e lingua<br />

dell'opera lirica italiana<br />

di Loredana Caprara *<br />

L’opera lirica sta acquistando, o<br />

riacquistando, spazio a São Paulo, e<br />

non solo in teatri specializzati, come<br />

il São Pedro o il Municipal, ma anche in<br />

altri, come il Cultura Artistica o il Joâo Caetano<br />

che a volte presentano opere intere<br />

o in concerto. <strong>Il</strong> pubblico si interessa e<br />

applaude. Per non parlare poi di canali<br />

televisivi come Film & Arts che offre spesso<br />

messe in scena bellissime di spettacoli<br />

d’opera o di balletto esibiti nei maggiori<br />

teatri e festival mondiali. Anche in alcuni<br />

cinema e istituzioni culturali l’opera<br />

occupa spazi privilegiati. L’Istituto Italiano<br />

di Cultura presenta serie di opere<br />

italiane in video con pregevoli presentazioni<br />

del Prof. Sergio Casoy il quale, in<br />

questo primo semestre del <strong>2010</strong>, tiene un<br />

bellissimo corso al MUBE sullo stesso tema.<br />

La Cultura Inglese, a sua volta, ha presentato<br />

per un certo periodo video<br />

d’opera molto interessanti nel suo grande<br />

auditorium di Pinheiros.<br />

Esibizioni tutte che indicano un interesse<br />

rinnovato e diffuso per questo<br />

genere di spettacolo, da far risalire, forse,<br />

agli indimenticabili concerti che tre noti<br />

tenori con in testa Pavarotti avevano<br />

portato anni addietro nei principali centri<br />

d’Europa e d’America. In quei concerti la<br />

musica operistica italiana era al primo posto<br />

e riscuoteva applausi di folle oceaniche.<br />

Non di rado, rivedendoli in DVD, si nota<br />

l’emozione di molti spettatori e ci si chiede<br />

la ragione di tanto entusiasmo che presupporrebbe<br />

una precedente conoscenza<br />

della musica, della trama e del testo cantato.<br />

Anche se non ce ne accorgevamo,<br />

l’interesse per l’opera si era mantenuto<br />

vivo, benché durante lunghi anni non lo<br />

immaginassimo molto diffuso fuori<br />

dall’Italia. Invece un largo pubblico ancora<br />

ne apprezzava la musica, ne ricordava<br />

l’intreccio e persino le parole che<br />

ripeteva accompagnando i cantanti.<br />

La sufficienza di molti italiani di buona<br />

cultura per l’opera, vista come le telenovelas<br />

dell’Ottocento, per le sue melodie<br />

orecchiabili, le trame melodrammatiche e<br />

il fraseggio antiquato e retorico, non regge<br />

alla prova dei fatti. Non che in queste<br />

affermazioni non ci sia un po’ di verità,<br />

specie se partiamo da una visione elitistica,<br />

raffinata e aristocratica dello spettacolo<br />

teatrale. Ma se ci liberiamo dai vecchi<br />

pregiudizi e consideriamo l’opera lirica da<br />

un punto di vista musicale e comunicativo,<br />

dobbiamo riconoscere che la maggior<br />

parte delle opere continuano a risvegliare<br />

emozioni e a centrare in modo vivace<br />

l’aspetto culturale e linguistico del loro<br />

tempo. Ancora oggi, appena un po’<br />

sveltite e accorciate, reggono al confronto<br />

con spettacoli più attuali, per il fascino<br />

della musica e l’emozione delle parole.<br />

Per ovvii motivi di spazio ci limiteremo<br />

a considerare il repertorio operistico<br />

ottocentesco che più spesso appare sulle<br />

nostre scene, pur ricordando che l ’opera<br />

non si limita a questo periodo e che fin dal<br />

Settecento era stata al centro della cultura<br />

musicale europea. L’opera italiana ha<br />

origini ancora precedenti, secentesche, con<br />

l’Orfeo di Monteverdi (1607) quando<br />

fusione e concordanza di parole e musica<br />

si realizzano una prima volta in un<br />

capolavoro musicale. Ma l’Orfeo è una<br />

favola pastorale in cui l’eredità classicistica<br />

rinascimentale è dominante e rimarrà tale<br />

a lungo nella linea aulica e ricercata della<br />

tradizione italiana rivolta a un pubblico<br />

di elite. Una maggiore attualità di<br />

contenuti si nota solo nell’opera buffa<br />

napoletana del 700. Trascurata all’inizio<br />

come genere inferiore (risaliva a rozze farse<br />

accompagnate da musica popolare),<br />

l’opera buffa nelle mani di alcuni musicisti<br />

di talento produsse capolavori come La<br />

serva padrona di Pergolesi (1733) o <strong>Il</strong><br />

matrimonio segreto di Cimarosa (1792),<br />

opere che trascendono l’aspetto iniziale<br />

puramente comico, per il loro livello<br />

musicale e per riflettere, almeno la<br />

seconda, un po’ della malinconia del momento<br />

storico tra la Rivoluzione Francese<br />

e la successiva invasione e dominazione<br />

napoleonica di Napoli e dell’Italia.<br />

Prima di questi tragici avvenimenti<br />

l’opera aveva conquistato l’Europa. Da<br />

Madrid a Parigi e a Londra, da Amsterdam<br />

a Mosca e soprattutto a Vienna è incontestabile<br />

il trionfo dell’opera italiana, in<br />

lingua italiana. A Vienna, poeti di corte<br />

saranno gli italiani Apostolo Zeno e Metastasio.<br />

Molti melodrammi di quest’ultimo<br />

autore e poeta notevolissimo saranno<br />

35<br />

musicati da musicisti importanti tra cui<br />

Gluck. Tra i musicisti della corte viennese<br />

c’era Salieri, l’antagonista di Mozart,<br />

autore di decine di opere di successo cantate<br />

in italiano. Non c’è dunque da meravigliarsi<br />

se Mozart affida ad un librettista<br />

italiano, Lorenzo Da Ponte, grande artista<br />

della parola, la stesura dei libretti di tre<br />

delle sue maggiori opere: Le nozze di<br />

Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte.<br />

L’italiano dei libretti d’opera viaggiava<br />

attraverso l’Europa e spesso era una lingua<br />

più semplice e fruibile del contemporaneo<br />

italiano letterario.<br />

Così proprio la grande diffusione degli<br />

spettacoli d’opera in Italia - di cui fanno<br />

fede i numerosissimi teatri in tutta la<br />

penisola dal nord al sud, favorisce una prima<br />

diffusione o per lo meno una comprensione<br />

generalizzata della lingua nazionale,<br />

prima che si potesse parlare dell’Italia come<br />

nazione. Ci si può chiedere come mai nel<br />

Settecento sorgano tanti teatri d’opera in<br />

tutta l’Italia. La ragione forse va vista nella<br />

progressiva laicizzazione <strong>Il</strong>luminista della<br />

vita e della cultura, perciò la musica, che<br />

nel periodo della Controriforma era<br />

ascoltata dal popolo nelle chiese, da allora<br />

possiede uno spazio e forme proprie.<br />

Ma torniamo alla lingua. Nei versi<br />

manzoniani di Marzo 1821, la gente italiana<br />

appare una d’arme, di lingua, d’altare / di<br />

memorie, di sague e di cor. Un popolo che<br />

combatteva, parlava, pregava, ricordava<br />

e amava in modi simili o uguali. Versi non<br />

molto belli, ma è importante l’accenno<br />

all’unità della lingua da parte del Manzoni,<br />

un autore che di lingua se ne intendeva.<br />

Ma perché pensare alla lingua dell’opera<br />

e non alla lingua letteraria? Io direi che è<br />

per la sua maggior diffusione. Se cerchiamo<br />

di esaminare un po’ più a fondo la<br />

realtà linguistica italiana in quel tempo,<br />

troveremo molte sfaccettature. Nel mettere<br />

a fuoco la fruizione degli spettacoli<br />

d’opera, ad esempio, scopriamo che è<br />

attraverso la comprensione e la ripetizione<br />

cantata di arie e di brevi dialoghi che si<br />

stava creando in Italia una lingua comune.<br />

E la lingua è espressione di un immaginario<br />

popolare comune, composto da episodi<br />

storici, sentimenti, atteggiamenti diffusi in<br />

tutta la penisola.<br />

Nell’Ottocento, l’opera entra nel vivo<br />

della problematica del suo tempo. Una<br />

problematica all’inizio solo romantico<br />

sentimentale con Bellini e Donizetti, più<br />

tardi con Verdi anche politica e nazionale,<br />

in cui avrà gran parte l’idea della libertà<br />

da conquisatre e da mantenere. A questi<br />

contenuti l’opera presterà i suoi mezzi


espressivi: musica e parola. Se essere un<br />

popolo, significa avere la coscienza di un<br />

passato comune, indifferentemente se<br />

esistito di fatto o solo immaginato e creduto,<br />

l’opera ottocentesca contribuisce alla<br />

formazione del popolo italiano e lo associa<br />

alla lingua, altro elemento fondamentale<br />

dell’identità. Spesso è attraverso<br />

l’opera che molti italiani apprendono<br />

rudimenti di storia patria, si rendono conto<br />

di appartenere a uno stesso paese, in cui<br />

c’è un modo di vivere e di sentire non molto<br />

differente da regione a regione, dove ci<br />

sono valori familiari e costumi religiosi in<br />

cui tutti si riconoscono, espressi in una lingua<br />

non ancora parlata dalla maggioranza,<br />

ma in gran parte capita dagli spettatori.<br />

Si sta creando una prima forma di identità<br />

comune di popolo e non solo di elite.<br />

Forse non tutti sanno che nei loggioni<br />

dei teatri italiani, a poco prezzo, artigiani e<br />

lavoratori entravano spesso, col loro libretto<br />

in mano, aperto durante lo spettacolo, a<br />

seguire parola per parola il testo cantato,<br />

che poi ricantavano (magari limitandosi<br />

alle arie più orecchiabili), nelle lunghe ore<br />

del lavoro manuale. Naturalmente sto<br />

parlando di una realtà cittadina, diversa<br />

da quella delle campagne e delle regioni<br />

di montagna, portatrici di una diversa<br />

civiltà e cultura poplare, più tradizionale,<br />

arcaica e chiusa in se stessa, anche se questo<br />

è l’aspetto dell’Italia meglio conosciuto in<br />

Brasile attraverso l’immigrazione che ha<br />

portato fino qui molte migliaia di contadini<br />

analfabeti. Ma è interessante saper<br />

distinguere e riconoscere le differenti realtà<br />

che vivevano a fianco a fianco nella penisola,<br />

nelle città e nelle campagne, per non<br />

fare di ogni erba un fascio, immaginando<br />

fino quasi ai nostri giorni un’Italia solo<br />

dialettofona e analfabeta, come spesso ho<br />

sentito dire anche da persone di una certa<br />

cultura. Non voglio dire che nelle città<br />

italiane, grandi e piccole, non si parlasse<br />

dialetto fino a metà del secolo scorso ed<br />

anche un po’ più tardi. Dico soltanto che il<br />

quadro era spesso più sfumato di quanto<br />

non si creda e che spesso il bagaglio<br />

linguistico della maggioranza di quelli che<br />

non vivevano confinati in casa era abbastanza<br />

ampio da contenere, già nell’Ottocento,<br />

molte frasi ed espressioni della<br />

futura lingua nazionale.<br />

Senza voler sottovalutare l’importanza<br />

di altri musicisti insigni dell’inizio del secolo<br />

XIX, dal nostro punto di vista, si può<br />

senz’altro affermare che il grande artefice<br />

della diffusione culturale e linguistica in<br />

tutte le classi sociali cittadine dell’Italia<br />

ottocentesca fu senza alcun dubbio Giuseppe<br />

Verdi. La sua capacità comunicativa<br />

rende funzionale la musica all’azione<br />

drammatica con un tratto inconfondibile<br />

di passionalità e di umanità, rende veri i<br />

suoi personaggi e imprime nel cuore degli<br />

ascoltatori le parole da essi pronunciate in<br />

memorabili arie, duetti, dialoghi e cori.<br />

Parole che poi spesso vengono riusate, per<br />

lo meno in alcuni contesti: frasi d’amore,<br />

per esempio, o espressioni di sentimenti<br />

elevati ecc.<br />

L’amore trova accenti dolcissimi e<br />

universali: ...amor ch’è palpito / dell’universo<br />

intero, / misterioso, altero,/ croce e<br />

delizia / e delizia al cor. Non so se si possa<br />

ripetere ancor oggi qualcosa di simile, ma<br />

senza dubbio sono parole che rimangono<br />

impresse nella mente di molti e che alcuni<br />

osano, sì, ripetere, magari, perché no, con<br />

un lieve sorriso o una sottintesa ironia,<br />

come si conviene a ciò che ci tocca profondamente.<br />

Anche la fede religiosa, la<br />

fede in Dio, non nei suoi ministri, si esprime<br />

in parole che non dimentichiamo: ah, della<br />

traviata sorridi al desio;/ a lei, deh,<br />

perdona; tu accoglila o Dio. Inoltre Verdi<br />

dà agli spettatori del suo tempo e a noi<br />

tutti struggenti melodie che cantano<br />

l’amor di patria. Dal Nabucco (1842), il cui<br />

bellissimo coro fu spesso indicato come un<br />

possibile inno nazionale in cui il popolo<br />

potesse riconoscersi, all’Aida (1870),<br />

l’amore di patria e l’allusione all’esilio così<br />

comune in quei tempi, trovano voci indimenticabili:<br />

...l’aure dolci del suolo natal...<br />

oh mia patria sì bella e perduta ... le<br />

memorie nel petto riaccendi ... il sacro suol<br />

protegge ... nembo gentil di fiori / stenda<br />

sull’armi un vel ... per noi di gloria / sia<br />

l’avvenir segnato / né mai ci colga il fato /<br />

che i barbari colpì.../ O cieli azzurri...o dolci<br />

aure native../. o verdi colli, o profumate<br />

rive.../ O patria mia, mai più ti rivedrò.<br />

Anche molti immigrati, magari analfabeti,<br />

cantavano queste parole e si identificavano<br />

con tali concetti e sentimenti.<br />

Pochi esempi già ci hanno dato l’idea<br />

del pathos che il discorso verdiano risveglia<br />

negli animi degli italiani. Ed è naturale che<br />

espressioni cosí dense di significato e di<br />

emozione rimangano impresse e, all’occorrenza,<br />

vengano ripetute e non solo cantate<br />

in musica come allora molti facevano.<br />

Sono espressioni che, stereotipate a forza<br />

di venir ripetute, ritroviamo molte volte<br />

nel linguaggio degli italiani di quegli anni<br />

lontani, quando l’Italia conquistava passo<br />

dopo passo la sua libertà ed unità e la sua<br />

lingua di comunicazione.<br />

Vista sotto quest’angolo l’opera dell’Ottocento<br />

non è più puro divertimento,<br />

come era stata nel periodo precedente, ma<br />

ha una funzione educatrice, è scuola di<br />

nuovi valori e di una nuova lingua. E se le<br />

sue immagini mettono radici così profonde<br />

nell’anima è perché c’è in esse<br />

qualcosa di universale, condiviso da tutti,<br />

nella penisola intera e, come abbiamo visto,<br />

oltre la penisola.<br />

* Loredana Caprara è docente in pensione del<br />

Dipartimento di Lettere Moderne della Facoltà di<br />

Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell’Università<br />

di San Paolo (USP) e collabora col Programma di<br />

Pós-Graduação in Lingua <strong>Italiana</strong><br />

36<br />

Concurso<br />

Concor<br />

Due alunni della<br />

<strong>Montale</strong> vincono<br />

il primo e il<br />

secondo premio<br />

al Concorso<br />

Letterario<br />

Siamo orgogliosi di informare<br />

che l’allieva Paola<br />

Coccioli (III Liceo) e l’allievo<br />

Fabio Piatti (IV Liceo) hanno vinto<br />

rispettivamente il primo e il<br />

secondo posto del Concorso di<br />

Scrittura Letteraria nell’ambito<br />

della XX Settimana della Lingua<br />

nel Mondo. La premiazione ha<br />

avuto luogo il 21 ottobre, alle ore<br />

17,00, presso la Livraria Cultura<br />

all’interno dello Shopping Market<br />

Place. Dopo la premiazione ci è<br />

stato un incontro con la scrittrice<br />

di romanzi, racconti e testi teatrali<br />

Christiana de Caldas Brito, che ha<br />

scritto l’incipit [in corsivo] del<br />

racconto.<br />

Ideato dalla prof.ssa Maria Cecilia<br />

Casini, docente di Lingua e<br />

Letteratura <strong>Italiana</strong> presso il Dipartimento<br />

di Lettere Moderne della<br />

Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze<br />

Umane dell’Università di San<br />

Paolo (USP), al concorso hanno<br />

partecipato varie associazioni e<br />

enti locali come la <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong>, il Collegio Dante Alighieri,<br />

l’Instituto Cultural Ítalo-Brasile,<br />

il COMITES, la FECIBESP e l’A.E.D.A.<br />

(Associazione degli ex-alunni del<br />

Colégio Dante Alighieri). Oltre il<br />

40 quindi il numero dei lavori presentati<br />

e valutati da una apposita<br />

commissione esaminatrice.<br />

Pubblichiamo qui di seguito i<br />

testi dei vincitori del concorso,<br />

preceduti dal commento espresso<br />

dalla commissione esaminatrice<br />

Buona lettura!!!


o di scrittura<br />

La ragazza-bambina: <strong>Il</strong> testo cerca di ritrarre senza enfasi la difficile<br />

situazione di un’emigrante in Italia, mettendo in luce le difficoltà umane e<br />

sociali che anche il cosiddetto “primo mondo” può riservare. Traspare<br />

delicatamente la contenuta commozione del narratore; coinvolgente e<br />

drammatica la parte del racconto della ragazza.<br />

Tutti conserviamo intatto nella<br />

memoria un singolare incontro, un incontro<br />

che ci ha modificato e che tuttora<br />

ci accompagna, quasi mescolato<br />

alle cellule del nostro corpo, vigile e<br />

vittorioso su ogni altro ricordo.<br />

Oggi non vi parlerò delle mie ricerche<br />

scientifiche, ma di un incontro di<br />

questo tipo, avvenuto tanto tempo fa.<br />

Una notte mi svegliò il Dottor<br />

Parisio, ex compagno di Università. Mi<br />

telefonava per un caso urgente. Fu<br />

difficile uscire dalle coperte e dal<br />

sonno profondo. Mi abbigliai in fretta.<br />

Fuori, il vento d’ottobre soffiava impetuoso,<br />

staccando foglie e rami dagli<br />

alberi. Abbottonai il paltò e avvolsi una<br />

sciarpa intorno al collo, senza mettere<br />

fine alla strana sensazione di freddo<br />

che mi pulsava dentro.<br />

Io e Parisio, dopo un giorno normale<br />

di lavoro all’ospedale, offrivamo<br />

servizi sanitari agli immigrati illegali,<br />

che non potevano usare i servizi dello<br />

stato. Ci conoscevano e quando uno<br />

si sentiva male, ci chiamava.<br />

Quella notte Rocco mi chiamò per<br />

aiutare una cugina di un boliviano,<br />

Carlos Ramires. Presi la macchina<br />

assonnato e guidai per una Milano deserta,<br />

fino ad arrivare a Bicocca.<br />

Quando entrai nella palazzina, sentii<br />

un grido di dolore. Bussai alla porta e<br />

corsero ad aprire. La ragazza si chiamava<br />

Maria ed era sedicenne. Era incinta.<br />

Corsi ad aiutare Rocco, che mi spiegò<br />

che era una prostituta. Non chiesi<br />

altro, mi misi al lavoro immediatamente.<br />

Quando lavoravo la notte, pensavo<br />

alla persona come un corpo, senza una<br />

storia, pensieri o problemi. Ma quella<br />

ragazza-bambina mi colpì, volevo capire<br />

cosa l’aveva spinta a seguire quella<br />

“carriera”. La ragazza mi raccontò che<br />

era venuta a quattordici anni in Italia<br />

sperando di finire gli studi. Quando<br />

arrivò, sola, senza genitori nè amici,<br />

questa fu l’unica vita che trovò. La<br />

gente che circolava per questo mondo<br />

le faceva schifo, cosicché lei dovette<br />

La ragazza-bambina<br />

di Paola Coccioli<br />

usare le droghe per “lavorare”. Incinta<br />

era nei guai perché non poteva più<br />

lavorare. Non aveva soldi nè per cibo,<br />

nè per droga.<br />

Cercai di parlarle di cose belle e<br />

leggere. Le domandai cosa aveva<br />

pensato dell’Italia quando era arrivata,<br />

e lei aprì un sorriso tra le lacrime e mi<br />

disse con il suo italiano stentato:<br />

“Mi è piaciuto molto quando sono<br />

passata davanti alla scuola e i ragazzi<br />

stavano andando a casa. Sono rimasta<br />

dall’altro lato della strada a vederli sorridere<br />

e giocare, e speravo di diventare<br />

una di loro. Pensavo a un futuro felice.<br />

Poi sono andata al mercato e ho speso<br />

tutto quello che avevo, 10 euro, in<br />

dolci, biscotti e caramelle. Sono andata<br />

al parco e seduta su una panchina ho<br />

mangiato tutto da sola. È stato il giorno<br />

più bello che ho vissuto qui.”<br />

Aveva un sorriso di chi si ricorda dei<br />

bei tempi che sono già passati, come<br />

un nonno che racconta ai suoi nipotini<br />

com’era la sua vita da giovane. Mi colpì<br />

così fortemente che per un momento<br />

(o un eternità) rimasi completamente<br />

senza reazione.<br />

Sentii il pianto di un neonato, gli<br />

occhi della bambina, prima brillanti,<br />

persero ogni segno di vita, rimasero<br />

opachi, il sorriso ancora disegnato sulle<br />

labbra bagnate di lacrime.<br />

Tornando a casa, in macchina, mi misi<br />

a pensare a Maria, ascoltando una<br />

musica di Gershwin. Era triste pensare<br />

che una ragazza di sedici anni dovesse<br />

morire come una prostituta drogata,<br />

mentre avrebbe voluto giocare al parco,<br />

essere sgridata dalla madre, avere<br />

una camera con le pareti rosa, delle<br />

amiche. Non voleva altro. E noi, che<br />

abbiamo molto di più, ci crediamo<br />

infelici!<br />

Quell’incontro mi colpì così profondamente<br />

che dopo cinquant’anni di<br />

vita, trascorsa tranquillamente con la<br />

mia famiglia, ancora ricordo Maria e suo<br />

figlio Fernando, che abbiamo adottato,<br />

tutti i giorni.<br />

37<br />

L’attimo: Testo di contenuto molto<br />

semplice ma scritto con un certo garbo<br />

stilistico. Nonostante la conclusione un<br />

po’ troppo ‘affrettata’, l’autore dimostra<br />

abbastanza dominio delle modalità della<br />

scrittura narrativa.<br />

di Fabio Piatti<br />

L’ATTIMO<br />

Presi allora l’ascensore<br />

e andai fino al garage di<br />

casa. Avviai la macchina<br />

e accesi la radio per ascoltare<br />

le ultime notizie. <strong>Il</strong><br />

Dr. Parisio, quando mi<br />

aveva chiamato, mi aveva<br />

detto di andare fino a<br />

casa sua che si trovava nella via principale della<br />

cittá, non molto lontana dalla mia abitazione.<br />

Uscito dal garage entrai subito nella via giusta,<br />

il tempo di percorrere due chilometri, ed<br />

eccomi arrivato.<br />

Oltre al vento forte che sollevava le foglie,<br />

ora anche una pioggia intensa aveva reso ancora<br />

più fredda questa serata autunnale.<br />

Ero ancora in macchina quando squilló il<br />

mio cellulare. Risposi e la persona dall’altra<br />

parte incominció a parlare in modo affannato.<br />

Riconobbi il Dr. Parisio che improvvisamente<br />

si mise a piangere e tolse la comunicazione.<br />

Incominciai a preoccuparmi; non avevo<br />

mai visto il mio caro amico comportarsi cosí,<br />

sembrava non riuscisse a controllare le proprie<br />

emozioni.<br />

Scesi allora dalla macchina quando vidi<br />

avvicinarsi il dottore. Era molto agitato mentre<br />

mi diceva che dovevo andare con lui e mi<br />

diceva di non preoccuparmi, ma più mi diceva<br />

questo, più io mi preoccupavo.<br />

Arrivammo in una zona della periferia<br />

quando vidi da lontano luci intermittenti, le<br />

tipiche luci della polizia o delle ambulanze. <strong>Il</strong><br />

mio cuore batteva forte e la sensazione di<br />

freddo che mi pulsava dentro stava aumentando.<br />

Improvvisamente la vidi, la riconobbi, anche<br />

se era completamente distrutta; era la<br />

macchina di John, il mio amico fraterno, ma<br />

cosa era successo?<br />

Mi si avvicinó un uomo della polizia e mi<br />

chiese chi fossimo. Io ero impietrito, ma il mio<br />

amico dottore lo era ancora di piú. Ci aveva<br />

visto crescere e per lui eravamo come dei fratelli<br />

minori. Fu cosí che venni a sapere che la macchina<br />

si era schiantata ad alta velocitá contro<br />

un albero e che John non ce l’aveva fatta. Le<br />

ultime parole mi arrivarono alle orecchie come<br />

un colpo di fucile; quello che stavo vedendo<br />

era un fatto che avrebbe segnato la mia vita<br />

per sempre, tutti i miei comportamenti futuri<br />

sarebbero stati condizionati dal ricordo di<br />

John e da quella sua voglia di vivere persa in<br />

un attimo.


Redação<br />

Por Helenice Schiavon<br />

Laboratório<br />

de redação<br />

Semanalmente, os alunos da escola Media participam de um Laboratório<br />

de Redação em Língua Portuguesa. Neste dia, desenvolvem atividades de<br />

leitura, discussão e escrita e trabalham com diferentes gêneros textuais.<br />

A III Media está trabalhando com o gênero dissertativo. Os alunos escrevem<br />

textos argumentativos a respeito de temas polêmicos e também da atualidade,<br />

como desarmamento, drogas, conflitos de gerações etc. Todo o trabalho é<br />

minuciosamente estruturado: os alunos leem um texto motivador, discutem o<br />

tema e partem para a escrita individual ou em dupla; utilizando os conceitos de<br />

redação aprendidos – coesão, coerência, clareza, paralelismos, estratégias para<br />

a elaboração de teses consistentes, modelos dissertativos, entre outros.<br />

Confira dois textos produzidos durante estas aulas:<br />

Nada que o tempo<br />

não resolva<br />

A vida do adolescente não é tão fácil<br />

assim quanto parece. Principalmente nos<br />

dias de hoje, em que todos querem ser<br />

populares e ter tudo, ou simplesmente<br />

pertencer a algum grupo, para não se<br />

sentirem sós. Alguns, neste processo, até<br />

se esquecem das responsabilidades individuais;<br />

que só vêm com amadurecimento.<br />

Sempre é muito gratificante fazer<br />

parte de sites de relacionamento como<br />

Orkut, Facebook, Twitter, Formspring,<br />

mas isso não quer dizer que todas as<br />

pessoas que foram adicionadas são amigas<br />

e indivíduos agradáveis que muitas<br />

vezes pensam como você. Às vezes, elas<br />

apenas querem ter mais pessoas na conta<br />

e fazer novas amizades.<br />

O certo é que amizade é uma palavra<br />

muito forte para ficar dizendo por<br />

aí... Nem todos são seus amigos - não é<br />

tão fácil assim - pois uma amizade requer<br />

tempo, disposição, confiança, responsabilidade<br />

e dedicação. É preciso, sobretudo,<br />

se identificar com a pessoa.<br />

Além disso, muitos adolescentes são<br />

pouco conscientes daquilo que fazem.<br />

Isto é uma realidade, e muitos criam um<br />

mal estar familiar gigante, podendo até<br />

correr risco de morte devido à imprudência<br />

(corridas de carro ou motos, consumo<br />

de drogas e até mesmo a prática<br />

do sexo irresponsável, sem o uso de preservativos).<br />

Muitas vezes, os jovens ignoram as<br />

notícias de jornais, TV, e até mesmo a<br />

palavra dos pais. Os adolescentes são assim,<br />

talvez um pouco confusos e indecisos.<br />

Resta esperar, então, que cada um<br />

cresça e amadureça a seu tempo.<br />

Erika Ianovale - III Media<br />

Receita para<br />

realizar um sonho<br />

Na maioria das vezes não são<br />

suficientes a infinita vontade nem<br />

o máximo empenho para realizar<br />

um projeto ou um sonho. É preciso<br />

também certeza do que se quer,<br />

de sorte e de persistência.<br />

Antes de tudo é necessária a<br />

certeza do que se quer e saber o<br />

que fazer para consegui-lo, onde<br />

e o que procurar. Ter um mínimo<br />

de conhecimento sobre o desejo<br />

é fundamental, pois quando não<br />

se sabe o que fazer, talvez seja<br />

perda de tempo e sinal de que<br />

aquela enorme força de vontade<br />

e esforço terá sido usada à toa.<br />

Muitas pessoas trabalham a<br />

vida toda para alcançar os objetivos,<br />

mas nem todas têm a sorte<br />

de alcançá-los. O azar pode atrapalhar<br />

a conseguir oportunidades<br />

de se chegar mais perto do<br />

objetivo.<br />

E o que adianta ter força de<br />

vontade se não persistir? Não se<br />

pode desistir logo na primeira<br />

derrota; sempre terão pessoas<br />

querendo a mesma coisa, querendo<br />

“passar por cima”, competir.<br />

É preciso derrotar as dificuldades<br />

e estar sempre de “cabeça<br />

erguida”.<br />

Por isso tudo, quanto maior<br />

for o objetivo a ser alcançado,<br />

maior devem ser a certeza, a sorte<br />

e a persistência, o esforço e é<br />

claro, a força de vontade para<br />

alcançá-lo, pois um não anda sem<br />

o outro. Eis aqui a receita para se<br />

realizar um sonho.<br />

Barbara Marconi, III Media<br />

38<br />

O<br />

Heróis ou não:<br />

eis a questão<br />

Por Lygia Gutierrez B. A. Fontanezi<br />

mito do herói vem sendo um dos mais<br />

conhecidos e comuns em nossa História.<br />

Desde os primeiros escritos ou mesmo antes deles,<br />

o homem sente a necessidade de consagrar<br />

uma figura, ou seja, criar um símbolo que represente<br />

os mais elevados valores morais, éticos<br />

e sociais de um determinado grupo. Segundo<br />

Carl G. Jung, “os mitos heroicos teriam<br />

um papel determinante na psicologia humana,<br />

tanto na formação do indivíduo, quanto<br />

no modo pelo qual um corpo social (o herói)<br />

assume uma identidade coletiva.”<br />

BBB ou Grande<br />

Problema Brasileiro?<br />

‘Boa noite, meus heróis...’. É assim que<br />

começa muitas vezes um reality show no Brasil.<br />

O famoso Big Brother Brasil, conhecido<br />

por muita gente como BBB, e há inúmeras<br />

pessoas que se imobilizam para assistir este<br />

‘grande’ programa da televisão brasileira.<br />

(...)<br />

Sim, sim, eles são ‘heróis’. Heróis que estão<br />

de férias, fora do mundo em que vivemos,<br />

fora da verdadeira realidade, fora do<br />

mundo onde heróis de verdade são aqueles<br />

que conseguem sobreviver ao cotidiano: levantar<br />

cedo, ir para o trabalho para ganhar<br />

o pão de cada dia, sustentar-se e também<br />

ajudar a própria família a sobreviver.<br />

Giuseppe Campana<br />

O Circo de Horrores<br />

De classe média carioca, o jovenzinho<br />

carismático divertia-se a entreter, com truques<br />

de mágica, os passantes, enquanto matava<br />

o tempo apoiado em seu carrinho ambulante,<br />

com canetas tinteiros e capinhas de<br />

plástico protetoras para título de eleitor. Sendo<br />

reconhecido pelo seu talento até pelo<br />

guarda que apreendera suas mercadorias,<br />

conseguiu a sorte na rádio local. Seu pseudônimo<br />

de infância prometia uma melhor<br />

aceitação do público.<br />

(...)<br />

Na época da ditadura no Brasil, foi proibido<br />

todo o tipo de sorteio que não fosse promovido<br />

pelo governo (como a mega sena e similares).<br />

Porém, o único sorteio isento dessa lei<br />

fora o do Baú. Nada se diz a respeito disso nas<br />

biografias. A corrupção parece ser um dos dentes<br />

da engrenagem que move a história.<br />

(...)<br />

Próspera essa carreira do menino ambicioso,<br />

que de dono de uma ‘banquinha’ passa<br />

furtivamente a proprietário de um canal de te-


Sendo assim, o ser humano, em busca<br />

da verdade e significação para sua vida e<br />

atitudes, nomeou, em sua trajetória, inúmeras<br />

figuras “heroicas”. Algumas como<br />

Jesus Cristo e Madre Teresa, merecem destaque<br />

por permanecerem ainda tão vivas.<br />

Outras, como Dom Pedro I e os Bandeirantes,<br />

são mais valiosas se continuarem no<br />

esquecimento, ou até perdidas no tempo.<br />

Na Literatura, cada momento históricosocial<br />

é pintado como plano de fundo para<br />

o surgimento de muitos estereótipos. Em<br />

Os Lusiadas merecem destaque os bravos<br />

portugueses, em Iracema - a nossa virgem<br />

dos lábios de mel - é idolatrada por sua coragem<br />

e princípios. Mais tarde, eis que surgem<br />

personagens ainda mais intrigantes<br />

como protagonistas - os anti-heróis - que<br />

levisão! E muito grato aos seus cegos telespectadores,<br />

no final dos anos 80, anunciou sua<br />

intenção de retribuir à sociedade todas as suas<br />

conquistas como apresentador e homem de<br />

negócios, candidatando-se, primeiro como<br />

prefeito de São Paulo, e por que não, investir<br />

também em uma campanha eleitoral<br />

para presidente da República?!<br />

Seriam os resquícios de sua origem ambulante<br />

de vendas de capinhas para proteção<br />

do título de eleitor a inspirá-lo nessa<br />

investida democrática? Ou teria ele sido<br />

apanhado por uma atmosfera nostálgica,<br />

querendo voltar a narrar os espetáculos do<br />

circo? Quem é o palhaço aqui, afinal? O<br />

animador, ou o público? Teria tido a figura,<br />

o mito, o herói, tamanho sucesso em<br />

um país de maior igualdade social, de pessoas<br />

mais instruídas? Teria tido a coragem<br />

de tratar o povo como macacos treinados<br />

do circo? Maltratar, expor e humilhar.<br />

Marta D’Aprile<br />

Ai de ti<br />

Parece que o Haiti não tem sorte. Anos<br />

de ditadura encabeçando o país. Políticos<br />

que se diziam democráticos e se tornaram<br />

tiranos. Fome e miséria. E, quando parecia<br />

que as coisas não poderiam piorar, algo surpreendeu<br />

os haitianos: por decisão da ONU<br />

(Organização de que mesmo?) uma missão,<br />

composta por países porta-vozes da democracia<br />

mundial que amigavelmente se dispuseram<br />

aos mais fracos na defesa dos direitos<br />

humanos, de paz seria enviada ao país.<br />

(...)<br />

Até aí, talvez, tudo bem, devem ter pensado<br />

os haitianos. A tão sonhada paz finalmente!<br />

E, olha só, amigos da América do<br />

Sul, o pacífico Brasil para nos ajudar!<br />

(...)<br />

Mas afinal, ninguém melhor que o Brasil<br />

para ser escolhido em uma missão de<br />

paz. Quanta experiência não temos! Vinte<br />

e cinco anos de democracia legitimíssima<br />

alicerçam as suas conquistas com desonestidade<br />

e distorção de valores. Em Memórias<br />

de um Sargento de Milícias, Leonardo, malandro<br />

e desordeiro que retrata a sociedade<br />

do século XIX, merece destaque com seu<br />

“heroísmo”. E depois, Macunaíma - o herói<br />

de nossa gente - constrói sua trajetória com<br />

malícia e jeitinho. Afinal, quem são nossos<br />

célebres protagonistas? Que figura, hoje, em<br />

nosso mundo, assume uma identidade coletiva?<br />

Que pessoa resgata todos os nossos<br />

valores e os cristaliza num ser “sublime”?<br />

Foi com olhar crítico diante de nossa História<br />

e sociedade atual, que os alunos do III<br />

Liceo (2009/<strong>2010</strong>) engendraram um trabalho<br />

de produção textual ironizando nossos<br />

supostos heróis. Vejam parte do resultado<br />

deste trabalho engenhoso.<br />

(com apenas uma infeliz mancha de ditadura<br />

militar na nossa história, que durou pouquíssimo.<br />

Tomara que os nossos bravos militares<br />

ensinem aos haitianos o verdadeiro significado<br />

de democracia, afinal foi só com a saída<br />

deles do poder que pudemos descobrir o que<br />

ela realmente era!).<br />

(...)<br />

Além disso, é um dever do Brasil exportar<br />

um pouco do nosso bem-estar social para outros<br />

países. Uma mão lava a outra. E nada como<br />

o braço forte do exército e o peito amigo de<br />

Brasília para fazer isso – afinal, de lavagem<br />

eles são entendidos. E ai de ti se discordar!<br />

Yuri Loyola<br />

Che Guevara<br />

Hoje veem-se várias camisetas estampadas<br />

com o rosto de um herói comunista, Che<br />

Guevara, nas maiores grifes do mundo, gerando<br />

maiores lucros para as empresas que<br />

vendem ideais falsos. É um pouco paradoxal<br />

vermos um homem, que lutou e morreu pelos<br />

seus ideais comunistas, gerar grandes lucros<br />

dentro da sociedade capitalista moderna.<br />

Porém, Che Guevara está longe de ser o<br />

mito que nós o tornamos. Durante grande<br />

parte de sua vida ele lutou pelos seus ideais e<br />

tentou disseminá-los ao seu redor, algo bem<br />

compreensível para qualquer ser humano,<br />

contudo ao fazer isso, ele não estava tentando<br />

convencer os outros, e sim os obrigando,<br />

porque muitas vezes matava para que alcançasse<br />

o seu objetivo.<br />

(...)<br />

Foi isso que Che Guevara fez para tornarse<br />

um “herói”: assassinou muitos e, sedento<br />

por sangue, não soube a hora de parar, por<br />

isso; foi abandonado pelos seus companheiros<br />

e morreu sozinho. Che só é o que é hoje,<br />

porque as grifes necessitavam de uma figura<br />

carismática e famosa para colocar nas camisetas.<br />

Desta forma, elas destruíram a única coisa<br />

que Che teve de bom, seus ideais.<br />

Luca Castro<br />

39<br />

Insegnare è...<br />

di Carlo Alberto Dastoli<br />

Insegnare è un lavoro delicato e<br />

pieno di difficoltà, ma per farlo si<br />

deve essere senz'altro animati dal<br />

sacro fuoco, dall'entusiasmo di trasfondere<br />

sapere, di formare intelligenze,<br />

individui consapevoli. Ma non si ha un<br />

sistema educativo a priori, un metodo<br />

che va sempre bene e che resti statico<br />

negli anni. Non ci si può mettere su dei<br />

binari e, anno dopo anno, porgere allo<br />

stesso modo e in ogni classe dei contenuti.<br />

L'insegnante, nel suo percorso<br />

educativo, si arricchisce di esperienza e<br />

affronta l'insegnamento con la consapevolezza<br />

che bisogna partire dalla<br />

programmazione, ma che questa,<br />

giorno dopo giorno, va rivista, ritoccata,<br />

adattata alla classe e ai singoli<br />

alunni, di cui bisogna costantemente<br />

verificare le reazioni, i tempi di assimilazione<br />

e rielaborazione. Certo, gli<br />

obiettivi prefissi sono sempre gli stessi:<br />

il conseguimento di un sapere ragionato<br />

da parte di ogni allievo e il perseguimento<br />

della formazione della propria<br />

maturità e personalità, attraverso<br />

lo svolgimento del programma, e non<br />

solo. Oltre a quelli summenzionati, gli<br />

obiettivi che cerchiamo sempre di<br />

raggiungere, parallelamente a quelli<br />

culturali, sono quelli di lasciar "crescere"<br />

gli allievi, facendoli pervenire ad<br />

una capacità di "scegliere" (e, quindi,<br />

anche di "sbagliare"), stimolando sempre<br />

il loro senso critico e il loro potenziale.<br />

Determinante nel rapporto allievo/docente<br />

è la reciproca fiducia, in<br />

assenza della quale la barriera della<br />

"cattedra" non verrà mai superata e<br />

tutto il processo educativo si riduce da<br />

una parte al mero svolgimento del<br />

programma e dall'altra al conseguimento<br />

del voto sufficiente a passare alla<br />

classe successiva.<br />

Certo, non sono tutte rose e fiori, e<br />

non sempre e non con tutti si ottengono<br />

i risultati sperati, ma, con l'impegno<br />

costante e con una certa leggerezza<br />

metodologica, con l'attenzione<br />

costante ai singoli alunni, nel loro<br />

percorso di apprendimento e crescita,<br />

possiamo dire di essere abbastanza<br />

soddisfatti, nonostante qualche insuccesso<br />

da mettere sempre in conto, dei<br />

risultati raggiunti.<br />

Mi sembra più che mai attuale la<br />

domanda di Socrate al suo discepolo<br />

Teeteto: "Tu hai le doglie, caro Teeteto:<br />

segno che non sei vuoto, ma pieno."<br />

(Platone, Teeteto, 148).<br />

PARTORIAMO IL SAPERE E L'AMORE<br />

PER IL SAPERE!!!


Campagne<br />

Un'attività<br />

diversa dal solito<br />

di Irene Russo, II Liceo<br />

All’inizio del mese di settembre <strong>2010</strong> la classe II Liceo,<br />

avendo alla guida la professoressa di letteratura<br />

portoghese, Lygia Fontanezi, ha avviato cinque diverse<br />

campagne pubblicitarie, ossia, messaggi che aspirano a<br />

raggiungere un obiettivo prefissato, nel nostro caso mirati alla<br />

sensibilizzazione dei giovani riguardo alcuni temi attuali come il<br />

riciclaggio, l’uso coscienzioso dell’acqua, l’utilizzo di stupefacenti<br />

e alcolici da parte dei giovani e alcune collette di alimenti, abiti,<br />

libri e giocattoli alle persone meno fortunate.<br />

Inizialmente la classe è stata divisa in 5 gruppi, ognuno dei quali aveva il compito di<br />

informarsi, cercare un nome e un logo per la campagna a loro affidata. Successivamente<br />

abbiamo creato alcuni cartelloni per spiegare agli studenti della <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />

la causa e le motivazioni che dovrebbero spingere il pubblico lettore<br />

a seguire queste innovative iniziative, proprio per questo, ogni<br />

gruppo ha dato il meglio di sé per cercare di catturare il<br />

pubblico lettore mediante frasi accattivanti.<br />

Grazie alle ore che ci sono state cedute dalla<br />

professoressa che ha avviato il lavoro, ogni gruppo è<br />

riuscito a creare uno slogan che potesse spiegare lo scopo<br />

della campagna e una “divisa” utilizzata nei giorni in<br />

cui ogni squadra ha presentato la propria campagna<br />

Gianluca<br />

Petronio<br />

Giuliana<br />

Furlanetto<br />

agli altri compagni.<br />

Le presentazioni sono state lodevoli soprattutto per i<br />

temi toccati e affrontati dagli alunni, il gruppo contro<br />

l’alcol e gli stupefacenti ha portato esempi tangibili delle<br />

conseguenze della dipendenza, i gruppi dedicati alle donazioni<br />

di libri e vestiti hanno cercato di far capire ai<br />

ragazzi delle altre classi l’importanza di donare qualcosa<br />

che per noi può essere poco ma che per altri può essere<br />

un grande aiuto e, infine, i gruppi mirati all’ecologia ci hanno<br />

consigliato alcuni comportamenti da usare nei confronti della<br />

natura che ci ha dato tanto e in cambio non riceve lo stesso<br />

riguardo. Questo lavoro ha riscosso molto successo soprattutto<br />

tra i ragazzi partecipanti: ci ha uniti sempre di<br />

più in un gruppo, in una vera classe!<br />

Carpe diem<br />

di Giacomo Cenci<br />

“Andai nei boschi per vivere con saggezza,<br />

vivere con profondità e succhiare tutto il<br />

midollo della vita, per sbaragliare tutto ciò<br />

che non era vita e non scoprire, in punto di<br />

morte, di non essere vissuto.”<br />

Henry David Thoreau (1817-1862)<br />

Durante il secondo quadrimestre<br />

dell’anno scolastico 2009-<strong>2010</strong>, con gli<br />

alunni della IV Liceo abbiamo voluto<br />

approfondire il tema del “Carpe Diem”, il<br />

vibrante invito di Orazio a “cogliere l’attimo”<br />

della nostra fuggevole vita. A tale scopo ci<br />

siamo fatti guidare dall’opera “De Brevitatae<br />

Vitae”, in cui Seneca, filosofo stoico del I secolo<br />

d.c., elabora concettualmente l’esortazione<br />

espressa dall’illustre poeta. <strong>Il</strong> grande<br />

pensatore romano intende<br />

dimostrare ai suoi<br />

interlocutori che la vita<br />

non è affatto corta, ma,<br />

al contrario, ha una durata<br />

più che soddisfacente<br />

per coloro che la<br />

sanno vivere intensamente,<br />

affrontando ogni<br />

giorno come se fosse<br />

l’ultimo. Tutta l’opera è permeata dall’invito<br />

a non farsi assorbire dalle preoccupazioni<br />

della vita, ma a riservare le nostre energie<br />

alla Sapienza, intesa come il cammino che ci<br />

conduce alla scoperta del senso dell’Esistenza.<br />

Per Seneca in fondo si tratta di scegliere:<br />

o si vive in funzione del guadagno, della fama,<br />

del successo, lasciandosi travolgere dalle innumerevoli<br />

apprensioni che ne conseguono,<br />

oppure ci si apre alla dimensione contemplativa,<br />

che consente di acquisire uno sguardo<br />

diverso sul mondo e sulle persone con cui ci<br />

40<br />

Testimonianze<br />

Secondo me, questo lavoro è<br />

stata un’ottima opportunita’ per<br />

rendere le persone consapevoli di<br />

alcune problematiche dei nostri<br />

giorni.” Catalina Bergues II liceo<br />

Questa insolita attività e’ stata<br />

molto interessante perché abbiamo<br />

lavorato con argomenti differenti<br />

da quelli che di solito sono trattati in<br />

classe.” Henrique De Oliverira II liceo<br />

Questa campagna ha dimostrato<br />

alla scuola che tutti possono<br />

contribuire alle necessità e ai bisogni<br />

del paese in cui viviamo” Fabrizio<br />

Fancio, II liceo<br />

Penso sia stata un’ottima iniziativa<br />

da parte degli alunni della II<br />

liceo per migliorare il mondo che ci<br />

circonda” <strong>Il</strong>aria Caputo, III liceo<br />

si relaziona. Solo dando spazio al silenzio,<br />

alla riflessione, alla contemplazione, si è in<br />

grado di “cogliere l’attimo”, ossia di afferrare<br />

la Vita, di esserne protagonisti, evitando che<br />

la stessa ci passi davanti inutilmente.<br />

Gesù di Nazaret qualche tempo prima<br />

aveva affermato: “dov’è il tuo tesoro, lì sarà<br />

anche il tuo cuore” (Mt. 6, 21). Nel linguaggio<br />

biblico il cuore non è il luogo dei sentimenti,<br />

bensì rappresenta il centro unitario della persona,<br />

il luogo delle decisioni che ne determinano<br />

l’esistenza. Tradotto in altre parole:<br />

la maniera con cui conduci la tua vita – o<br />

non la conduci, venendone, invece, condotto<br />

- è determinata da ciò che consideri più<br />

importante, ossia dalle priorità che ti dai.<br />

Dove si trova il cuore dell’uomo di fede?<br />

Quest’ultimo vive in tensione tra due dinamiche.<br />

La prima è quella della relativizzazione<br />

del mondo terreno, in favore di quello celeste.<br />

Vale a dire la proiezione verso la vita ultraterrena,<br />

che, portata alle sue ultime conse


Omaggio<br />

Homenagem<br />

póstuma à professora<br />

Célia Hossana Seraidarian<br />

(1957-<strong>2010</strong>)<br />

“Os que são esclarecidos<br />

resplandecerão, como o<br />

resplendor do firmamento;<br />

e os que ensinam a muitos<br />

a justiça hão de ser como<br />

as estrelas, por toda a<br />

eternidade.” (Dn 12,3)<br />

ADireção, os professores e<br />

os alunos da Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> prestaram<br />

uma homenagem, no dia 22 de janeiro, à memória e à<br />

trajetória intelectual e profissional da professora Célia Seraidarian,<br />

falecida em 6 de janeiro de <strong>2010</strong>. Formada pela PUC (Pontifícia<br />

Universidade Católica) em História e Geografia do Brasil, Célia<br />

dedicou-se de corpo e alma à arte de educar. Suas aulas, projetos<br />

e realizações, durante mais de uma década como professora do<br />

<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>, marcaram a vida de centenas de estudantes.<br />

Ativa, dinâmica e empreendedora, Célia era também a responsável<br />

pelo Departamento Cultural da Escola e organizava visitas,<br />

excursões e passeios sócioeducativos. Seu sonho era escrever um<br />

livro sobre o genocídio armênio perpretado pela Turquia em<br />

1915. Infelizmente seus escritos ficaram apenas no rascunho.<br />

Sua mãe era descendente de italianos e seu pai, armênio. Essa<br />

dupla origem marcou profundamente a personalidade e a vocação<br />

da professora Célia Seraidarian, que soube conjugar essas<br />

duas culturas, a italiana e a armênia, com o rico caldo cultural de<br />

uma terceira cultura, a brasileira.<br />

Ao lado, trecho do livro que Celia estava escrevendo:<br />

guenze, conduce al disinteresse verso le<br />

vicende di questo mondo. Sebbene sia permeato<br />

da, diciamo così, buoni sentimenti, il<br />

fedele in realtà si chiude in un individualismo<br />

egocentrico, perché la sua priorità è la<br />

conquista del “paradiso” per sé. Quando ciò<br />

accade, la critica di Marx s’impone in tutta la<br />

sua evidenza: la religione diventa strumento<br />

di alienazione, oppio dei popoli, perché, in<br />

nome di una realtà “perfetta” di cui si anela<br />

il raggiungimento al temine della passeggera<br />

ed effimera esistenza terrena, conduce al più<br />

totale disinteresse per le sorti del mondo e<br />

dell’umanità.<br />

In contrapposizione a tale atteggiamento,<br />

troviamo il credente impegnato a<br />

edificare il Regno di Dio già su questa terra.<br />

Tutte le sue energie sono volte a costruire un<br />

mondo più umano e, di conseguenza, più<br />

divino. La religione si rivela, allora, strumento<br />

di liberazione, realizzazione e crescita,<br />

facendo sì che l’individuo assuma le proprie<br />

responsabilità verso se stesso e l’umanità. Ciò<br />

presuppone, tuttavia, una costante attenzione<br />

ai “segni dei tempi”, ossia la sensibilità, frutto<br />

di un atteggiamento vigilante e contemplativo,<br />

di cogliere la presenza del Regno che<br />

si manifesta qui e adesso.<br />

I testi evangelici sono pieni di richiami a<br />

quella che potremmo definire una contemplazione<br />

attiva. Diversi sono gli inviti a vegliare,<br />

vigilare. E vegliare significa innanzitutto<br />

fare silenzio, e farlo dentro di sé. <strong>Il</strong> silenzio interiore<br />

apre il passaggio dal sentire all’ascoltare,<br />

dal vedere al guardare, dal guardare al<br />

contemplare, dal contemplare all’agire rinnovato.<br />

Gesù comincia la sua predicazione con<br />

questa frase: “il tempo è compiuto e il Regno<br />

di Dio è vicino” (Mc. 1,15). È importante notare<br />

che il testo originale greco per esprimere il tempo<br />

non usa la parola “krónos” (êñüíò), bensì “kairós”<br />

(êáéñüò). <strong>Il</strong> primo è il tempo nel suo scorrere<br />

insesorabile, attimo dopo attimo, mente il<br />

secondo rappresenta il tempo dell’occasione,<br />

41<br />

Carta de Despedida, ou de Continuação...<br />

Era assim que eu ouvia seu chamado: “guzunum......” (carneirinho em<br />

armênio)<br />

E todo seu semblante, mistura de cansaço com doçura, sorria ao me ver.<br />

Criança como era às vezes estranhava suas mãos calejadas, seu jeito simples<br />

e rude de lidar com as situações da vida. A fé, marca fiel à sua<br />

personalidade, lhe atribuía uma serenidade encantadora aos desafios que a<br />

vida apresentava.<br />

Gamats, gamats, era assim que ele sugeria calma, fé, coragem e muita,<br />

muita determinação.<br />

Como todos os domingos, cheguei na igreja por volta das onze horas, e<br />

ao me deparar com os cartazes, senti uma emoção indescritível. Pela primeira<br />

vez sentia que iria chorar antes de adentrar à igreja. Tudo me<br />

comovia...<br />

Os dizeres dos cartazes fizeram-me recordar as histórias que o meu avô<br />

Babá contava. Histórias que mesclavam sofrimento com fatos curiosos, que<br />

não fazem parte da cultura brasileira. A descrição da perseguição dos<br />

turcos misturava-se a episódios curiosos de trabalho intenso no verão para<br />

preparar a sobrevivência do inverno. Desta forma, aprendi um pouco sobre<br />

meus tios avós, meus bisavós... Um deles havia sido guardião do Santo<br />

Sepulcro, outro tinha o hábito de curar doentes febris, com imersão na<br />

neve... e era desta maneira que eu me apropriava aos poucos de minhas<br />

raízes. Algumas características eram marcantes: o prazer com a fartura e<br />

abundância das frutas e verduras do Brasil, a gratidão pelo acolhimento<br />

em terras brasileiras e a necessidade de agradecer a Deus pela vida, ainda<br />

que sofrida, doída e difícil.<br />

A missa já havia começado, e conforme o ritual se processava, minha<br />

mente inquietava-se. Era um misto de emoção, felicidade, saudade e dor.<br />

Dor por saber que alguém tão especial como o Babá havia sofrido tanto.<br />

Dor pela saudade que sinto dele, do seu olhar sereno, do seu conforto<br />

espiritual silencioso, das suas mãos calejadas que transmitiam coragem, fé<br />

e gratidão. Saudade de ouvir o guzunum... , de ouvir suas trocas de vogais<br />

ao pronunciar algumas palavras, e de se deleitar com a abundância da<br />

natureza: terra, chuva, frutas etc.<br />

Neste mundo que descrevo, sinto que tenho algo a dar e agradecer.<br />

Perguntava-me enquanto o padre falava o que era tudo aquilo que sentia e<br />

sinto quando estou naquela igreja. Lá minhas ideias se fertilizam. Os meus<br />

sonhos desabrocham, a fé e a confiança são quase que inabaláveis...<br />

Senti-me grata aos armênios ou aos ensinamentos que meu avô me<br />

passou. Senti-me privilegiada por poder encontrar um lugar onde me sinto<br />

tão bem. Senti então necessidade de compreender este povo, de compreender<br />

a vida de meus antepassados, de compreender melhor minhas raízes............<br />

Célia Hossana Seraidarian<br />

Abril de 2005<br />

della possibilità, l’oggi in cui si realizza qualcosa<br />

di grande, di unico. <strong>Il</strong> credente non si<br />

pone nella dimensione cronologica, ma in<br />

quella del kairós, in cui il tempo vissuto rappresenta<br />

il momento in cui accade qualcosa<br />

di mistico, irripetibile. Così facendo, si apre<br />

all’eternità: vivere ogni momento della propria<br />

vita con intensità, cogliendone e realizzandone<br />

a pieno le potenzialità, significa renderlo<br />

eterno, superando i paradigmi dell’ordine<br />

cronologico. E allora tutto ciò che viviamo,<br />

dalle azioni della quotidianità alle grandi<br />

scelte, dal lavoro che svolgiamo agli incontri<br />

che facciamo, assume una valenza mistica.<br />

Per l’uomo di fede, dunque, “carpe diem”<br />

significa prima di tutto essere presente a se<br />

stesso, impostare la propria esistenza in base a<br />

delle priorità ben definite, assumere le proprie<br />

responsabilità davanti al mondo e all’umanità<br />

e, infine, far sì che da ogni momento della<br />

propria vita possa nascere qualcosa di bello,<br />

di grande, di divino.


Poemas<br />

Passero<br />

solitario<br />

di Fabio Piatti<br />

Oh passero, solitario<br />

te ne stai su un ramo in fiore,<br />

Ascolti il tuo canto<br />

Un canto che allegra chi intorno ti sta<br />

E quanto tu sia felice nessuno lo sa.<br />

Ma perche' non capisco questa tua solitudine,<br />

Io solo non so stare<br />

Con gli altri mi piace cantare.<br />

Passero solitario,goditi la vita<br />

Da vecchio rimpiagerai<br />

Quello che fatto non hai.<br />

<strong>Il</strong> tuo canto e' bellissimo, ma fai come me<br />

Canta con gli altri uccelli e ascolta la loro voce<br />

Divertiti, vola oltre quel tetto di paglia<br />

E sai come e' bello farsi una famiglia.<br />

Versos otimistas<br />

- Tire essa máscara repugnante!<br />

- Não sei de que máscara estás falando.<br />

- Falo da que te deforma o semblante.<br />

- Pois essa não sai nem suicidando!<br />

- Por que não queres deixar de ser falso!?<br />

Ele pensou e disse relutante:<br />

- Ora, como te revelas pedante!<br />

Por humano ser, no medo eu valso!<br />

O outro suspirou e lhe olhou nos olhos.<br />

Falou, então, com um fervor tocante:<br />

- Homem, repara na vida adiante:<br />

O caminho é sempre cheio de brilhos!<br />

O medo que tens também é disfarce...<br />

É um mal que só a alegria ressarce!<br />

Canto da Chuva<br />

Que tu sejas cantada, linda chuva.<br />

Soas para mim como sino d'ouro,<br />

Afastas d'alma minha cada agouro,<br />

Confortas o ânimo de quem te louva.<br />

Cinges o mundo com gotas e brilho<br />

Da mais suave e pura beleza<br />

Que vem ao mundo como correnteza<br />

Fluindo por entre a terra e o ladrilho.<br />

Como sonhador, espero que dures,<br />

Já que não és mais que um pranto do céu<br />

(Como todo pranto, hás de acabar).<br />

Caia, pois, para que toda dor cures<br />

Como um maravilhoso e doce mel<br />

Que embora acabando,<br />

faz-me sonhar.<br />

Tito Oliveira Jungmann - IV Liceo<br />

Testimonianza<br />

e poesie<br />

di Caterina Scali Esposito *<br />

H<br />

o lavorato alla <strong>Scuola</strong> <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong> dal 1982<br />

al 1987 assunta dalla preside Nicoletta<br />

Mattoli come assistente<br />

scolastica e collaboratrice sin dall’ inizio<br />

della sua fondazione. Con le mansioni di<br />

assistenza alle classi, traduzioni delle<br />

circolari, controllo degli orari, sostituzione<br />

delle lezioni di religione, appoggio<br />

alla segreteria nella didattica e<br />

alla biblioteca. Oltre al controllo di vendite<br />

delle merende.<br />

Tutto questo con molta dedicazione<br />

e amore ai nostri bimbi e ragazzi italiani<br />

e brasiliani.<br />

Come risultato di tutto sono stata<br />

omaggiata con una bellissima festa e tar-<br />

Estranhos<br />

na Calçada<br />

Os meus sentimentos<br />

são estranhos na calçada.<br />

Cruzamo-nos pouco,<br />

muito pouco...<br />

Estão por vezes ornados<br />

em jóias e sedas,<br />

estão por vezes vestindo<br />

ternos de pedra...<br />

Serão homens, serão ratos?<br />

Canto-os sem bem conhecê-los,<br />

falo deles e mal os vejo...<br />

Quem são?<br />

Serei eu uma sociedade<br />

de mim para comigo mesmo,<br />

de mim para com o amor que me<br />

pulsa dentro,<br />

de mim para com a raiva que move<br />

montanhas,<br />

de mim para com as lágrimas que<br />

não cabem em mim?<br />

42<br />

ga d’ argento dalla Sig.ra Nicoletta, da<br />

tutti i professori e alunni tanto cari che<br />

per me continuano nella mia memoria<br />

tutto questo affetto che ho ricevuto in<br />

cambio. Vorrei tanto continuare questa<br />

mia missione di donare ancor di più a<br />

questa scuola che per me è stata<br />

uno dei gioielli più indelebili<br />

della mia vita.<br />

Tutti i giorni prego Iddio che<br />

protegga questo nucleo educativo<br />

importantissimo per le<br />

due culture, che svolge una<br />

missione per la formazione al futuro<br />

della società italo-brasiliana.<br />

Quando si parla di poesia si<br />

pensa a qualcosa di estremamente<br />

difficile che solo poeti come<br />

Leopardi, Pascoli, <strong>Montale</strong>, possono fare.<br />

Ma questo non è vero. Tutti possiamo<br />

fare poesia, perchè tutti noi proviamo<br />

dei sentimenti, l’importante è saperli<br />

esprimere adeguatamente.<br />

La poesia può nascere da qualsiasi cosa:<br />

dall’osservazione di un paesaggio, da<br />

una riflessione, dai sentimenti che si provano<br />

per una persona, e da tante altre cose.<br />

Questa iniziativa ha come scopo di<br />

spingere tutti noi ad avventurarci nel mondo<br />

affascinante e misterioso della poesia.<br />

Serei eu apenas uma caixa de papelão<br />

destinada a transportá-los algures,<br />

ou serei seu Deus, seu criador?<br />

Qual homem escravo de si<br />

que vaga cabismeditado pela rua da lua,<br />

avisto seres algo humanos sem rosto.<br />

Não há olhos, mas me sinto observado.<br />

Não há bocas, mas sinto-me assunto.<br />

E eu, que talvez devesse curiosear<br />

e pôr-me a confabular com tais criaturas<br />

que despertam em mim estranha pulsação<br />

e levam consigo a minha pomba branca<br />

me ponho a correr, covarde.<br />

Os estranhos na calçada<br />

vão-se lentamente retirando.<br />

As ondas se acalmam,<br />

um cão ladra ao longe<br />

e logo ouço apenas o meu respirar<br />

de início arfante e logo calmo.<br />

Olho para trás: está preto<br />

Já não posso enxergar nada.<br />

Olho à frente, vejo a estrada<br />

mas não os estranhos na calçada...<br />

Tito Oliveira Jungmann - IV Liceo


Poesia estratta dal<br />

1º Bollettino della <strong>Scuola</strong><br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong><br />

25/06/86<br />

<strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong>, poeta e genio<br />

immortale,<br />

dal grande nome nacque un’ idea<br />

geniale,<br />

non si può dimenticare nella storia<br />

universale,<br />

la letteratura del grande poeta<br />

ideale.<br />

Tutti uniti per una sola meta,<br />

raggiungendo in cima alla grande<br />

vetta,<br />

con forza di volontà della Signora<br />

Nicolettta.<br />

Professori, alunni, amando questa<br />

scuola diletta,<br />

approfondendo, studiando la storia<br />

prediletta,<br />

con la formazione, col progresso al<br />

futuro.<br />

È qui la vita, che apre la porta<br />

educazionale,<br />

della grande scuola <strong>Eugenio</strong><br />

<strong>Montale</strong>.<br />

Hecatombe<br />

Que amanheça,<br />

e o Sol,<br />

como bola de sangue,<br />

despenque sobre nossa cabeça.<br />

Que anoiteça,<br />

e a Lua,<br />

como demônio errante,<br />

destrua a Terra,<br />

sorria,<br />

e desapareça.<br />

Jó<br />

Deus,<br />

cansado de lidar comigo,<br />

surrou-me,<br />

deixou-me só,<br />

sem abrigo.<br />

Perseguido,<br />

vago sem rumo,<br />

sem perdão,<br />

de alma suja,<br />

em busca do meu próprio<br />

coração.<br />

Aluisius Saturninus Domenicus<br />

Io voglio sottolineare un punto<br />

principale,<br />

dalle coordinatrici ai maestri<br />

professionali,<br />

dall’ italiano, alla matematica, che si<br />

creò, la grande preside Dehò<br />

e così formando il cerchio ideale,<br />

con grandi successi, è definita<br />

statale.<br />

è qui, dove si svolge cultura, studio<br />

e scuola teatrale.<br />

Là vengo io, assistente scolastica,<br />

alle circolari, la mia traduzione<br />

abituale.<br />

Dalle espressioni didattiche, agli<br />

avvisi informali,<br />

non dal francese, ma dall’ italiano al<br />

portoghese.<br />

Alla segreteria, tutto il personale, le<br />

iscrizioni,<br />

arrivano a firmare, l’ attività del 5º<br />

anno da iniziare,<br />

col ragioniere da ispezionare, il<br />

lavoro puntuale.<br />

*Caterina Scali Esposito è nata a Gioiosa Ionica<br />

– Reggio Calabria- Italia - il 13 aprile 1926<br />

Studio medio - Avviamento professionale e<br />

ammissione al Magistrale a Locri – RC.<br />

DRAGÃO<br />

desenho da aluna Luna Borelli<br />

43<br />

Livros<br />

Consigli di Lettura<br />

di Susanna Battaglio<br />

Stanno arrivando le vacanze di Natale,<br />

hai un regalo da fare oppure vuoi<br />

trascorrere qualche ora accompagnato<br />

da un bel libro, ecco tre suggerimenti.<br />

Criação Imperfeita, di Marcelo Gleiser<br />

La Fisica, come tutte le materie scientifiche,<br />

va sempre ristudiata, rielaborata<br />

insomma é in continua<br />

evoluzione, per<br />

questo é tanto affascinante.<br />

Gleiser, é un<br />

físico che sa anche scrivere<br />

bene, e questo<br />

libro va assaporito a<br />

bocconcini, se ne<br />

legge um capitolo,<br />

se ne discute con gli<br />

amici, con i prof e<br />

con i compagni di<br />

scuola e poi si va avanti, non é un libro da<br />

leggere tutto d’un fiato.<br />

La finestra rotta, di Jeffery Deaver<br />

Invece questo non lo molli più.<br />

”Sapere è potere… <strong>Il</strong> bene più prezioso<br />

del Ventunesimo secolo è l’informazione.”<br />

È davvero possibile che esista qualcuno in<br />

grado di conoscere ogni singolo dettaglio<br />

della nostra vita? È possibile che le nostre<br />

idee, le nostre abitudini, così come i nostri<br />

dati biologici e sensibili,<br />

siano a disposizione di<br />

qualcuno in grado di<br />

modificare il corso del<br />

nostro destino? Hai<br />

paura di girare la pagina<br />

!!!Jeffery Deaver,<br />

colui che viene definito<br />

dal Times il più<br />

grande autore di<br />

thriller vivente, con<br />

questo romanzo ci<br />

offre, ancora una volta, una prova inconfutabile<br />

della sua geniale vena creativa.<br />

Manuale del perfetto turista,<br />

di Beppe Severgnini<br />

Beppe Severgnin é ironico, intelligente e<br />

sensibile, questo giornalista riesce a dirti,<br />

in faccia, i tuoi difetti senza<br />

offenderti e ..... rimani<br />

pure contento!! Questo<br />

libro l’ho letto in Italia,<br />

durante le vacanze di<br />

luglio e ho imparato,<br />

nel libro e anche in<br />

pratica, che non esistono<br />

posti noiosi né<br />

viaggi senza intoppi.<br />

Ogni viaggio è uno<br />

spettacolo.


Vicende<br />

Pompei, crolla la casa dei gladiatori<br />

(Napoli 6/11/<strong>2010</strong>)<br />

L<br />

'edificio risalente al 79 d.C. è un cumulo di macerie. Forse il cedimento a causa di<br />

un'infiltrazione d'acqua. Grave il danno al sito archeologico che da tempo,<br />

denunciano gli amministratori locali, versa in condizioni di degrado.<br />

Forse a causa di infiltrazioni d'acqua, o forse è un cedimento strutturale delle mure<br />

risalenti al 79 dopo Cristo che non sono state puntellate e restaurate a dovere. La Domus<br />

dei Gladiatori, uno dei capolavori del sito di Pompei, si è sbriciolata. Una danno<br />

gravissimo al patrimonio archeologico italiano.<br />

L'intera Schola Armaturarum Iuventutis<br />

Pompeianae, un edificio risalente agli ultimi<br />

anni di vita della città romana prima che<br />

l'eruzione la seppellisse è ora ridotto a un cumulo<br />

di macerie. <strong>Il</strong> crollo è avvenuto intorno alle ore<br />

6 e ora l'area al momento è transennata e non è<br />

possibile accedere. Si trattava di uno di quei<br />

luoghi di Pompei visibili solo dall'esterno, ma<br />

che conteneva pitture e sculture di pregio come<br />

trofei di armi, foglie di palma, vittorie alate,<br />

candelabri con aquila e globi.<br />

Le condizioni di degrado in cui versano gli<br />

scavi di Pompei sono da tempo oggetto di<br />

diverse denunce degli amministratori locali.<br />

Secondo il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, il cedimento dell'edificio è un<br />

crollo annunciato: "Succede quando non c'è la dovuta attenzione e cura" per un<br />

patrimonio secolare che andrebbe "preservato da ogni tipo di sollecitazione, anche<br />

atmosferica. C'è il dispiacere tipico di una comunità - ha sottolineato D'Alessio - di un<br />

territorio su cui vi è il museo all'aperto più grande del mondo e che purtroppo viene<br />

trascurato.<br />

I<br />

[collaborazione di Carmela Celentano]<br />

n un trafiletto pubblicato sul quotidiano dell'UCEI (Unione delle Comunità<br />

Ebraiche Italiane) del 13/08/<strong>2010</strong>, la pedagogista Sonia Brunetti Luzzatti<br />

tesse un breve ma incisivo commento sullo stato di salute della scuola italiana con<br />

particolare riguardo alla scuola elementare (ora primaria). Mi permetto di citare<br />

testualmente le osservazioni della rinomata pedagogista affinchè possiamo tirarne<br />

le somme: "Fino a dieci anni fa gli esperti del ministero dell'istruzione del Sol<br />

Levante venivano da noi [in Italia] in pellegrinaggio per 'trovare ispirazione' nel<br />

nostro virtuoso modello di scuola elementare a tempo pieno, considerato un ottimo<br />

punto d'equilibrio tra livello di competenze e livello di integrazione degli alunni.<br />

Ancor oggi godiamo dei benefici di quel virtuoso periodo, ma ora i giapponesi<br />

non capiscono come un Paese avanzato come il nostro possa scegliere di tagliare i<br />

contributi all'istruzione anziché trovare altre soluzioni. Non trovando una risposta<br />

logica continuano a consideraci 'così creativi', ma adesso non ci copiano più."<br />

44<br />

<br />

<br />

Caro Redattore,<br />

complimenti per il lavoro titanico che anche<br />

questa volta hai dovuto fare: è sempre un<br />

gioiellino. Grazie anche per l’ospitalità che<br />

mi hai concessa. Risiamo a Natale.... <strong>Il</strong> mondo<br />

attuale, grazie al consumismo, ruota attorno<br />

a due date: Ferragosto e Natale; il resto è “prima”<br />

o “dopo “ e così se ne volano gli anni e la<br />

vita ... Che stolti che siamo a farci prendere da<br />

questi massacranti ingranaggi: e ci lamentiamo<br />

pure per la mancanza di tempo. Non è vero<br />

che non abbiamo tempo, ma è verissimo che<br />

ne sciupiamo tanto. Comunque tanti affettuosissimi<br />

auguri.<br />

Adele Zanni – Roma - Italia<br />

<br />

Caro Prof. Dastoli,<br />

mi ha commosso l’articolo da te scritto sul numero<br />

precedente per ricordare Socrate, dove<br />

sei riuscito a fondere il ricordo di una persona<br />

amica con una perfetta ricostruzione della sua<br />

intensa vita. La nostra ormai è una lunga<br />

amicizia basata su una comunità di idee e<br />

intenti che ci hanno portato a ad operare in<br />

una scuola nella quale abbiamo sempre<br />

creduto. Sono anche molto contenta che la<br />

scuola continui a rappresentare degnamente<br />

la cultura italiana nei suoi molteplici aspetti:<br />

la lingua, la filosofia e l’arte e perché no anche<br />

il modo di vita degli italiani.Grazie ancora.<br />

Un caro saluto,<br />

Nicoletta A. Mattoli – San Paolo - Brasile<br />

<br />

Lettere<br />

Ciao prof. Dastoli,<br />

Quest’anno mi laureo in biologia. Sembra<br />

ancora che sono seduta alla 4ª liceo... odo<br />

ancora le vostre voci e percepisco che ho<br />

conosciuto i migliori professori della mia vita<br />

circa 10 anni fa. È strano perché ho dimenticado<br />

buona parte del contenuto delle lezioni<br />

della scuola (soprattutto storia, rs.), ma<br />

qualcosa di indimenticabile è rimasto, uno<br />

sguardo all’orizzonte.<br />

Baci<br />

Gilda Silva


Caro Dastoli,<br />

sono tornato oggi dall´Italia. Grazie dei suoi<br />

graditi auguri che contraccambio con grande<br />

piacere. Ho dato per ora una rapida<br />

occhiata al numero de “<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong>” e desidero<br />

complimentarmi con lei per il livello qualitativo<br />

che riesce a mantenere nonostante tutte<br />

le difficoltá che deve superare per chiudere<br />

l’edizione di ogni numero.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong> è un importante termometro della<br />

vitalità della scuola e della sua comunità.<br />

Complimenti e tanti cari auguri.<br />

Angelo Vecchi – San Paolo – Brasile<br />

<br />

Egregio Direttore<br />

Dr. Carlo Alberto Dastoli,<br />

è con piacere che Le invio, su segnalazione di<br />

Padre Giorgio Cunial, alcune copie del<br />

“Messaggero di san’Antonio – edizione italiana<br />

per l’estero”. Mi congratulo per “<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong>”<br />

bollettino informativo e culturale della <strong>Scuola</strong><br />

<strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> di cui Lei è direttore.<br />

Colgo però l’occasione per presentarLe il<br />

“Messaggero di sant’Antonio” [...] che propone<br />

ai suoi abbonati pagine di riflessione sugli<br />

eventi politici, sociali e culturali di maggior<br />

rilievo oggi nel mondo; rivolge una particolare<br />

attenzione alle Associazioni italiane, ai<br />

problemi della donna, degli anziani, alle<br />

iniziative culturali delle Regioni italiane per le<br />

comunità all’estero, ponendosi in dialogo con<br />

le nuove generazioni, interessate a scoprire i<br />

valori della lingua e della cultura italiana. È un<br />

mensile dunque, che intende trasmettere un<br />

insieme di valori e di solidarietà,e per il Brasile<br />

ha un’attenzione tutta particolare.<br />

Le sono grato se farà conoscere la nostra rivista<br />

presso la Sua <strong>Scuola</strong>. La sede del Messaggero<br />

in Brasile per eventuali nuovi abbonamenti è<br />

la seguente: O Mensageiro de santo Antonio,<br />

Caixa Postal 200, - 09015-970 – Santo André –<br />

São Paulo.<br />

Con cordialità e stima.<br />

Padre Luciano Segafreddo – direttore<br />

“Messaggero di sant’Antonio – edizione italiana<br />

per l’estero” www.santantonio.org<br />

A Escola <strong>Italiana</strong> <strong>Eugenio</strong> <strong>Montale</strong> oferece, além dos<br />

cursos de Língua e Cultura <strong>Italiana</strong>, nos níveis Elementar,<br />

Intermediário, Avançado e Superior, cursos<br />

específicos para preparação aos exames CELI e CILS.<br />

Os certificados CELI e CILS, expedidos respectivamente<br />

pela Università per Stranieri di Perugia e pela<br />

Univesità per Stranieri di Siena, são títulos que declaram<br />

o grau de competência comunicativa em italiano,<br />

como língua estrangeira. Na foto, os professores<br />

Maria Sicilia, Marcílio e Cosimo com um grupo<br />

de alunos do período noturno.<br />

<strong>Il</strong> <strong>Girasole</strong> augura a tutti<br />

un felice Natale e un<br />

2011 ricco di soddisfazioni<br />

O último dia do ano<br />

Carlos Drummond de Andrade<br />

(1902-1987)<br />

O último dia do ano<br />

Não é o último dia do tempo.<br />

Outros dias virão<br />

E novas coxas e ventres te<br />

comunicarão o calor da vida.<br />

Beijarás bocas, rasgarás papéis,<br />

farás viagens e tantas celebrações<br />

de aniversário, formatura,<br />

promoção,glória, doce morte com<br />

sinfonia e coral,<br />

que o tempo ficará repleto e não<br />

ouvirás o clamor,<br />

os irreparáveis uivos<br />

do lobo, na solidão.<br />

O último dia do tempo<br />

não é o último dia de tudo.<br />

Fica sempre uma franja de vida<br />

onde se sentam dois homens.<br />

Um homem e seu contrário,<br />

uma mulher e seu pé,<br />

um corpo e sua memória<br />

um olho e seu brilho,<br />

uma voz e seu eco,<br />

e quem sabe até se Deus…<br />

Recebe com simplicidade este<br />

presente do acaso.<br />

Mereceste viver mais um ano.<br />

Desejarias viver sempre e esgotar a<br />

borra dos séculos.<br />

Teu pai morreu, teu avô também.<br />

Em ti mesmo muita coisa já expirou,<br />

outras espreitam a morte,<br />

mas estás vivo. Ainda uma vez estás vivo,<br />

e de copo na mão<br />

esperas amanhecer.<br />

O recurso de se embriagar.<br />

O recurso da dança e do grito,<br />

o recurso da bola colorida, o recurso<br />

de Kant e da poesia,<br />

todos eles… e nenhum resolve.<br />

Surge a manhã de um novo ano.<br />

As coisas estão limpas, ordenadas.<br />

O corpo gasto renova-se em espuma.<br />

Todos os sentidos alerta funcionam.<br />

A boca está comendo vida.<br />

A boca está entupida de vida.<br />

a vida escorre da boca,<br />

lambuza as mãos, a calçada.<br />

A vida é gorda, oleosa, mortal,<br />

sub-reptícia.<br />

45<br />

Anno Nuovo<br />

di Carlos Drummond de Andrade<br />

Traduzione di Sergio Romanelli *<br />

L'ultimo giorno dell'anno<br />

non è l'ultimo giorno del tempo.<br />

Altri giorni verranno<br />

ed altre cosce e ventri ti<br />

comunicheranno il calore della vita.<br />

Bacerai bocche, strapperai lettere,<br />

farai viaggi e tanti festeggiamenti<br />

di compleanni, laurea, promozioni,<br />

gloria, una morte dolce con sinfonie<br />

e cori,<br />

tanto che il tempo sarà colmo e non<br />

sentirai il clamore,<br />

gli irreparabili ululati<br />

del lupo, nella solitudine.<br />

L'ultimo giorno del tempo<br />

non è l'ultimo giorno di tutto.<br />

Avanza sempre una frangia di vita<br />

in cui si siedono due uomini.<br />

Un uomo e il suo contrario,<br />

una donna e il suo piede,<br />

un corpo e la sua memoria,<br />

un occhio e la sua luce,<br />

una voce e la sua eco,<br />

e chissà anche Dio...<br />

Accetta con semplicità questo dono del<br />

caso.<br />

Ti sei meritato un altro anno di vita.<br />

Vorresti vivere per sempre e<br />

consumare la feccia dei secoli.<br />

Tuo padre è morto, anche tuo nonno.<br />

Anche in te molto si è estinto, il resto<br />

sbircia la morte,<br />

ma sei vivo. Ancora una volta sei vivo,<br />

e col bicchiere in mano<br />

attendi l'alba.<br />

La risorsa del bere.<br />

La risorsa della danza e del grido,<br />

la risorsa della palla colorata,<br />

la risorsa di Kant e della poesia,<br />

tutte insieme... e nessuna serve.<br />

Sorge l´alba di un nuovo anno.<br />

É tutto pulito, in ordine.<br />

<strong>Il</strong> corpo esausto si rinnova nella schiuma.<br />

Tutti i sensi all'erta funzionano.<br />

La bocca sta masticando vita.<br />

La bocca s'ingozza di vita.<br />

La vita scorre dalla bocca,<br />

imbratta le mani, la strada.<br />

La vita è grassa, oleosa, mortale,<br />

surrettizia.<br />

*Sergio Romanelli è poeta, scrittore, traduttore e docente di Linguistica<br />

Applicata presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura Straniera<br />

dell'Università Federale di Santa Catarina - Florianópolis.


Autorità, Fondatori, Direzione e Rappresentanti<br />

CONSOLATO GENERALE D'ITALIA A SAN PAOLO<br />

MARSILI MAURO - Console Generale<br />

BELLON AUGUSTO - Dirigente dell'Ufficio Scolastico<br />

DIREZIONE DIDATTICA<br />

DIRIGENTE SCOLASTICA ITALIANA<br />

CAPRARO PAOLA<br />

DIRIGENTE SCOLASTICA BRASILIANA<br />

ADRIÃO SILVIA<br />

DIRETTORE AMMINISTRATIVO<br />

PARISI MARCIO<br />

ASSOCIATI BENEMERITI<br />

• A E D A<br />

ACETO - VIDROS E CRISTAIS<br />

AGIP DO BRASIL S.A.<br />

ALCAN ALUMINIO DO BRASIL<br />

ALITALIA<br />

ALUFER S.A.<br />

ANSALDO/COEMSA<br />

ARCAMONE M. NICOLETTA<br />

BANCA NAZIONALE DEL LAVORO<br />

BANCO BRADESCO S.A.<br />

BANCO SUDAMERIS BRASIL.<br />

BARRUCI ANNA MARIA<br />

BAUDUCCO & CIA LTDA<br />

BELFORT - GLASS C.A.<br />

BELLONZI LEONARDO<br />

BENEDETTI ISIDORI SANDRO<br />

BUSCAGLIA ANDREA<br />

CAMPARI DO BRASIL<br />

CIA. COM. AGRIC. IND. GRAMA<br />

CIMENTO TUPY S.A<br />

COMITATO GESTORE <strong>2010</strong>-2012<br />

PAPAIZ SANDRA - Presidente<br />

CASTRO NELSON - Vicepresidente<br />

Consiglieri<br />

Arcari Marzio - ICIB<br />

Pravadelli Carlo<br />

Junior Assef José Eduardo<br />

Santello Luiz José<br />

Santavicca Silva Silvana<br />

Funari Eduardo Paulo<br />

Papaiz Angela<br />

Capellano Giuseppe (Circolo Italiano)<br />

D'Anna Giuseppe (Udinese)<br />

Benedetti Isidori Sandro (Regione Umbria)<br />

CIRCOLO ITALIANO<br />

COMOLATTI EVARISTO<br />

CRAGNOTTI & PARTNERS<br />

FABIO PERINI S.A.<br />

FIAT AUTOMÓVEIS S. A.<br />

FIAT BRASIL S. A .<br />

FIRPAVI<br />

GD DO BRASIL<br />

GENERALI DO BRASIL<br />

GRAD-FER<br />

GRUPO MASINI<br />

IESA<br />

IMPREGILO S.p.A.<br />

INNOBRA INNOCENTI<br />

ISTITUTO CULT ITALO-BRASILEIRO<br />

ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA<br />

ITALIMPIANTI<br />

LEONETTI Conde RAFFAELE<br />

LEONINI COSTANZO<br />

MAGLIANO RAYMUNDO FILHO<br />

METALCO CONSTR. METAL.<br />

OLIVETTI DO BRASIL S.A.<br />

Elenco Rappresentanti di Classe - a.s. <strong>2010</strong> - 2011<br />

<strong>Scuola</strong> dell'Infanzia - Sez. A e B ...................................FRANCESCA CORDA<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 1ª ........................................... ADRIANA DI GIAIMO<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 2ª ......................... TATIANA MOSCHETTA ASSEF<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 3ª ........................ ELIANE B. COPPOS RUGGIERO<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 4ª ................................................................................ *<br />

<strong>Scuola</strong> Primaria - classe 5ª ...................................DAYSE ARAKAKI ALLODI<br />

Sc. Sec. I Grado - classe 1ª ............................................................................... *<br />

Sc. Sec. I Grado - classe 2ª ...........................MARCELO B. TORRES ALVES<br />

Sc. Sec. I Grado - classe 3ª .................................. ALESSANDRA O. LUGLIO<br />

Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 1ª ....... KATIA DOS S. GARABETTI SOUZA<br />

Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 2ª ................................................................ *<br />

Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 3ª .................................... ILARIA CAPUTO<br />

Sc. Sec. II Grado (Liceo) - classe 4ª .......................... RICCARDO VALENTE<br />

46<br />

ASSOCIATI FONDATORI<br />

BERTOLINI RICCARDO<br />

BERTOLINI ALFONSA<br />

CROSO EDGARDO<br />

GENTILINI PALMIRO<br />

GHERSI LORENZO<br />

MATTOLI SOCRATE<br />

ROBERTO ALBERTO<br />

ROBERTO PAOLA<br />

ORGADE<br />

PALUMBO ARNALDO<br />

PAPAIZ ANGELA<br />

PAPAIZ LUIGI<br />

PARMALAT BRASIL<br />

PATRONATO ASSIST. IMIGR. ITALIANOS<br />

PEDREIRA MARIUTTI LTDA<br />

PIRELLI S. A.<br />

POLLASTRI EDOARDO<br />

PRODEC<br />

REGIONE UMBRIA<br />

RIETER-ELLO<br />

RIVA CALZONI<br />

SBE- SOC. BRAS. DE ELETRIFICAÇÃO<br />

SCAC S.A.<br />

SINCERO ZANELLA<br />

SOALUM<br />

UDINESE<br />

UNICREDITO ITALIANO<br />

UNILEVER BRASIL LTDA<br />

VECCHI ANGELO<br />

VISAGIS S.A.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!