vita nostra vita nostra - Parrocchia di Bedizzole

Periodico Aprile - Maggio 2013 vita
nostra
Giornale Parrocchiale
della comunità
S. Stefano - Bedizzole

orario S. Messe
FESTIVI
in Parrocchia:
Messa festiva della Vigilia Sabato ore 18,30
DOMENICA ore 8 - 10 - 11,15
ore 18,15 Vespro e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,30 Suore Canossiane
ore 8,30 Frazioni
ore 9,00 Casa di Riposo
ore 9,30 Pontenove
ore 16,30 Santuario di Masciaga
FERIALI
in Parrocchia:
ore 8.30 - 18 Rosario e S. Messa
nelle contrade:
ore 7,00 Suore Canossiane
ore 9,00 Santuario di Masciaga
ore16,00 Casa di Riposo
CONFESSIONI Prima e dopo ogni celebrazione
Sabato ore 17 - 19
Le celebrazioni dei Battesimi sono fissate solo
la prima domenica di ogni mese.
catechesi per adulti
Ogni Martedi ore 8.30:
S. Messa e riflessione in parrocchia
Ogni Domenica ore 18:
Vespro - Breve catechesi - S. Messa
Ogni Lunedi 20.30: Lectio Divina in oratorio
IN AVVENTO E QUARESIMA:
Centri di Ascolto nelle Contrade
Incontro per genitori dei bambini I.C.R.F.
indirizzi utili
PARROCCHIA Don Franco Dagani
030 674112 - cell. 339 6924826
ORATORIO Don Vincenzo Arici
030 674842 - cell. 328 2866104
SANTUARIO di MASCIAGA Don Roberto Soncina
030 6870706 - cell. 338 2722653
ISTITUTO MISSIONARI DELLA CONSOLATA 030674041
ISTITUTO SUORE CANOSSIANE 030 674000
COMUNITÀ BACHITA INFERMERIA 030 6871419
SCUOLA DELL’ INFANZIA S. FAMIGLIA 030 674025
SCUOLA STATALE 030 674568
SCUOLA DELL’ INFANZIA A. VOLPI 030 674375
PARROCCHIA S. VITO 030 674524
CASA DI SOGGIORNO PER ANZIANI 030 674213
PALAZZO MUNICIPALE 030 6872711
CARABINIERI 030 674222
POLIZIA LOCALE 030 6872925
conosci e segui la Vita
della tua Parrocchia
Radio: 94,00 Mhz collegata con E.C.Z.
Sito: www.parrocchiadibedizzole.it
e-mail: parrocchia.bedizzole@alice.it
redazione
Editore e Redattore: Don Franco Dagani
Direttore Responsabile: Don Adriano Bianchi
In redazione: Don Franco Dagani
Don Roberto Soncina - Don Vincenzo Arici
Raffaella Berardi - Giovanni De Marco
Carlo Bresciani - Vittorio Boniotti
Realizzazione:TIPOLITOGRAFIA BERARDI Bedizzole
Costo € 3,00 a copia. Disponibile con offerta libera.
In copertina: Città del Vaticano - 13 marzo 2013
La nomina di Papa Francesco
sommario
La Parola del Parroco 3
Ma il terzo giorno
Alleluia
Papa Francesco
Una scelta profetica
Biblia Paperum
L’Italia non ci sta
Settimana Santa Programma
Consiglio Pastorale
Vita della
Chiesa
Tutta la vita per gli ammalati
Vita della
Parrocchia
Dal Santuario di Masciaga
Dalla Scuola Maddalena di Canossa
Dalla Scuola Materna Sacra Famiglia
50° dalla morte di Mons Melchiori
La diocesi festeggia il 1 Maggio
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Vita
dell’Oratorio
ICFR una scelta esemplare
Gruppo Nazareth
Cinefurum
Agenda oratorio
Carnevale
Vita
della Comunità
Dalla biblioteca Comunale
Gemellaggio con Rouen
Associazione “Il Faro”
La Polisportiva
Lo splendore della Fede
Pellegrinaggio Croazia
e Medjugorie
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Anagrafe Parrocchiale 31

Carissimi,
anche in occasione della Pasqua
la nostra riflessione sulla
prima pagina del Giornale della
Parrocchia non può non riguardare
la Fede.
E l’augurio del Parroco ai Bedizzolesi
è che abbiano “una Fede
da Risorti”, una fede cioè che
esprime gioia, che manifesta
contentezza ... È questa la fede
che hanno manifestato le donne
andate al sepolcro la mattina
di Pasqua quando lo hanno
visto vuoto e Gesù ha fatto sapere
che era risorto; è la fede
di Pietro e Giovanni quando si
sono resi conto che le donne
non avevano raccontato loro
una favola, è la fede dei discepoli
di Emmaus quando hanno
riconosciuto Gesù nello spezzare
il pane nella locanda di Emmaus.
Chi ha incontrato il Risorto
ha una fede che sprizza gioia,
chi è convinto che Gesù ha vinto
la morte è davvero contento.
E la gioia è quanto di più necessario
ha bisogno il mondo oggi:
c’è in giro troppa tristezza, siamo
troppo angosciati, depressi,
c’è paura, vediamo troppo
nero, guardiamo al futuro con
incertezza.
La Parola del Parroco
Una Fede da Risorti
una fede che esprima gioia
Quella dei cristiani deve essere
una fede da risorti, da persone
che credono in un Vittorioso, in
un Dio che ha in mano le redini
della storia, in un Signore che
ha sconfitto la morte, in un Gesù
che ha schiacciato le forze del
male.
Fede da risorti vuol dire “fede”,
in un Dio vivo, in un Dio presente,
in un Dio che accompagna
passo passo l’uomo, in un Dio
che sostiene l’uomo nella sua
avventura.
Quella dei Cristiani non è spesso
una fede da risorti perchè è una
fede ritualistica, devozionale,
che si limita a segni, a precetti,
a cose da fare, ad azioni da evitare,
ad obblighi da affrontare.
È dominata dalla paura la fede
di molti: paura di Dio, paura dei
castighi, paura dell’inferno, paura
di fare peccato.
Dobbiamo invece riscoprire ciò
che è bello nel Cristianesimo: è
bello ciò che libera, ciò che salva,
ciò che ci rende grandi, ciò
che dà senso alla nostra vita, ciò
che riempie il cuore di ognuno.
Il Cristianesimo non è la Religione
del “non fare ...”, dell’evitare
... è la religione dell’Amore, della
Carità, del Servizio, della Condivisione,
del riconoscere in ogni
uomo un fratello da servire.
Ecco perchè i Credenti devono
sprigionare gioia, devono manifestare
la loro felicità di aver
scelto Uno che li invita a seminare
amore.
Le prime Comunità Cristiane
erano composte da persone
che con il loro entusiasmo,
la loro convinzione sapevano
coinvolgere e trascinare.
La nostra freddezza, la nostra
paura, la nostra poca convinzione,
non trascina più nessuno.
Facciamo fatica a dire che siamo
discepoli del Risorto.
Ci manca gioia ed entusiasmo!!!
La Chiesa sta vivendo momenti
straordinari, si prepara all’elezione
di un nuovo Papa: è la certezza
che lo Spirito Santo continua
a suscitare la Pentecoste.
Auguri di Buona Pasqua, auguri
di portare ovunque la presenza
del Risorto.
don Franco
vita nostra
3

Vita della Chiesa
Ma il terzo giorno...
Forse non tutti sanno quanto sia
interessante e curioso che nella
cultura ebraica le parole e
i numeri siano legati da un misterioso
significato, ogni lettera
dell’alfabeto corrisponde a un
numero, così ogni parola formata
dalle diverse lettere ha anche
un valore numerico, ottenuto
dalla somma delle singole lettere.
Per esempio la parola «vita»
in ebraico è khai, composta da
due lettere che valgono rispettivamente
8 e 10, quindi la loro
somma: 18 è un numero importante
e considerato di buon augurio.
Una riflessione sui numeri mi
è parsa coerente con la fine
dell’anno appena trascorso che
è stato caratterizzato, a volte in
modo esagerato, dalla preoccupazione
per i numeri e le date,
alla ricerca della conoscenza
esatta del giorno della fine del
mondo; numeri e combinazioni
di cifre su cui molti si sono scervellati.
In particolare vorrei soffermarmi
su un particolare numero che mi
ha incuriosito a proposito dell’esperienza
terrena di Gesù nei
suoi ultimi giorni di vita e così anche
nel grande mistero della sua
Risurrezione.
Si tratta del numero tre, che ultimamente
è stato per me occasione
di meditazione per le
tante volte in cui ricorre come
un ritornello nel periodo che
precede la Pasqua e nella vita
e nella Passione di Gesù. Vorrei
così condividere con voi alcuni
pensieri per lasciarvi poi i miei
auguri pasquali.
Tutti sappiamo che dopo tre
giorni Cristo è risorto, come era
4 vita nostra
stato predetto dai profeti e l’esempio
più chiaro nell’Antico
Testamento è quello del profeta
Giona, che rimase tre giorni e tre
notti nel ventre del pesce che lo
aveva inghiottito per comando
di Dio e poi «rigettato all’asciutto»
(Giona 2,1.11). Durante la sua
vita Gesù usò altre immagini per
descrivere se stesso, oltre a quella
di Giona, ne segnalo alcune
che compaiono nei Vangeli: il
pane (vivo disceso dal cielo), la
sorgente (di acqua viva), la luce
(che splende nelle tenebre),
la via, la verità e la vita. Proprio
Lui che è il pane della vita ha
iniziato la sua missione con un
lungo digiuno e dopo quaranta
giorni «ebbe fame». Lui che è la
sorgente della vita, sulla croce
ebbe sete. Lui che è la luce, «si
spense» … e «si fece buio su tutta
la terra fino alle tre del pomeriggio».
Che interessanti simboli
antitetici.
Ed ecco le tre parole che hanno
attirato la mia attenzione negli
ultimi giorni: via, verità e vita.
Sant’Agostino mi ha dato l’ispirazione
per cercare queste corrispondenze;
è proprio lui che
riflette sull’immagine di Gesù
come «via», la strada, il sentiero
per arrivare al Padre, e si chiede
come può una «via» cadere?
di fra Alberto Joan Pari ofm,
Jaffa
Come può inciampare? Eppure
Gesù è caduto tre volte sulla
via del calvario, è caduto per
noi, per dirci che non dobbiamo
meravigliarci quando «cadiamo»,
ma come ha fatto Lui, dobbiamo
rialzarci con coraggio.
Lui che è verità, che la contiene
tutta e ce l’ha partecipata, è
stato tradito tre volte da tre rinnegamenti
del primo papa. Tuttavia
dopo essere risorto darà a
Pietro l’occasione per affermare
il suo amore per il maestro tre
volte: «Mi ami tu?» (Gv 21, 15-17).
Che esempio perfetto di umiltà
e perdono!
Ed infine, Lui che è la vita, è stato
crocifisso inchiodato con tre
chiodi al legno della croce. Sul
calvario a decretare la fine della
«vita» sono in tre i condannati.
Ma poteva finire tutto così? Certamente
no, anche se spesso noi
uomini ci fermiamo qui: al calvario,
alla croce e al sepolcro. La
Pasqua è la festa delle feste, è
la celebrazione dell’incredibile...
Pietro, Giacomo e Giovanni,
scendendo dal Tabor (erano anche
loro in tre) si chiedono «cosa
volesse dire risuscitare dai morti»
(Mc 9,10). Anche noi ce lo chiediamo,
ma la fede ci viene in
aiuto superando i nostri pensieri
limitati: «è risorto, non è qui!»
Allora, quando ci assaliranno gli
eventi che sconfortano e fanno
smarrire la strada, ricordiamoci
che Lui è la via. Quando avremo
solo dubbi ed incertezze, aggrappiamoci
alla Verità che salva
e, quando saremo di fronte
alle tante situazioni di morte che
ci circondano, non fermiamoci
lì, ma pensiamo alla Vita che è
il premio che ci attende con la
Risurrezione!

“ Alleluia ”
Il canto della lode e del trionfo Pasquale
in terra e in cielo!
Come “Amen”, “Alleluia” è una
parola di cui la liturgia e la preghiera
cristiana fanno largo uso.
Alleluia significa “lodate Dio”
perché la sua etimologia risale
a due radici ebraiche: “hallelu”
(-lodate) e “jah” (-Dio). Ma questa
semplice traduzione non riesce a
rendere tutto il ricco significato del
termine ebraico perciò come si è
fatto per l’“amen” anche l’alleluia
è rimasto non tradotto, non per
nascondere il senso, ma per non
impoverirlo.
Alleluia è stata l’espressione
stupefatta quando Tobia e suo
figlio, meravigliati per tutto ciò
che il Signore aveva fatto per loro
attraverso il suo angelo, vollero
esprimere la loro lode ammirata:
“Tu sei grande o Signore... e non
c’è Dio più potente all’infuori di
Te... Per questo nelle strade di
Gerusalemme si canterà: Alleluia!”
(Tob 13). La stessa preghiera ebraica
comprendeva molti salmi che
celebrano le meraviglie compiute
da Dio nel mondo specialmente per
il suo popolo. Essi comportavano un
ritornello: il termine alleluia. Cantare
o pregare con l’alleluia significa
lodare Dio per la sua potenza e
per la sua bontà.
Ben presto l’alleluia è diventato il
canto trionfale per eccellenza a tal
punto che l’autore dell’Apocalisse
lo fa ripetere ai santi quando
acclamano il Cristo vittorioso sul
male. “Alleluia! Salvezza gloria
e potenza sono del nostro Dio.
Alleluia ha preso possesso del suo
Regno il Signore. Rallegriamoci ed
esultiamo rendiamo a lui gloria!”.
Cantare e lodare Dio con l’alleluia
significa lodarlo per la sua vittoria
sul mondo, sul male, sulla morte!
Grido di lode di ringraziamento
e di vittoria, l’alleluia trova per
il cristiano il suo momento di
massima espressione il sabato
santo nella notte di Pasqua
quando si dà l’annuncio di Cristo
risorto, con la sua vittoria della
risurrezione così: “Vi annuncio una
grande gioia: ecco l’Alleluia!
La gioia era talmente grande che
l’alleluia segnava e caratterizzava
tutto il tempo liturgico pasquale
come ben spiega S. Agostino:
Vita della Chiesa
“Questo tempo di gioia e di trionfo
che viviamo in questi giorni lo
esprimiamo con questo canto:
Alleluia!”. Cantare e lodare Dio
con l’alleluia significa per il cristiano
lodarlo per la vittoria sul male per
mezzo della risurrezione di Gesù
Cristo: il vero Alleluia!
La fede cristiana non è solo la
religione dell’amen, che può essere
tradotto con:” così è”, “sì è proprio
così”, cioè la religione della verità
della fedeltà e dell’entusiasmo, ma
è anche la religione dell’alleluia,
cioè della gioia della lode del
trionfo, poiché Cristo con la sua
morte e risurrezione ha vinto il
peccato e la morte e ci ha resi
partecipi della vittoria. Per questo
la chiesa ci fa proclamare l’alleluia
non solo nel tempo pasquale,
ma anche in tutte le domeniche
poiché la domenica è il giorno del
Signore Gesù, una celebrazione
della Pasqua cioè del trionfo di
Cristo sulla morte e sul peccato
che noi rinnoviamo nella S. Messa.
Poiché il cristianesimo è la religione
dell’alleluia, il cristiano, come scrive
S. Agostino, è invitato a fare di tutta
la sua vita un “alleluia”: “Lodiamo
il Signore con la nostra condotta
e con la nostra parola; con i nostri
sentimenti e i nostri discorsi, con il
nostro linguaggio e la nostra vita.
Dio non vuole alcun disaccordo
in chi ripete: Alleluia!”. Cercando
di fare della sua vita un alleluia,
ognuno di noi, qui in terra canta
alleluia anche nella prova, poiché
la vittoria di Cristo ci ha ha dato un
solido fondamento di speranza per
partecipare un giorno alla sua lode
eterna: “Dio ci ha predestinati alla
sua lode, noi che abbiamo posto la
nostra speranza in Cristo”.
E infatti come l’Amen anche
l’Alleluia sarà il canto dell’eterna
liturgia del cielo: “Allora
contempleremo Dio senza veli e
con una gioia eterna potremo
cantare la sua lode dicendo:
Alleluia” (Sant’Agostino).
Don Roberto
vita nostra
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Vita della Parrocchia
6 vita nostra
SETTIMANA SANTA
24 marzo Domenica delle Palme
La Domenica delle palme «della Passione del Signore», nella quale la Chiesa da inizio alla celebrazione del
mistero del suo Signore morto, sepolto e risorto, unisce insieme il trionfo regale di Cristo e l’annuncio della sua
gloriosa passione. L’ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato con la solenne processione, con
cui i cristiani, imitando le acclamazioni dei fanciulli ebrei, vanno incontro al Signore con il canto dell’«Osanna.»
Ore 10 Benedizione degli ulivi, processione e Santa Messa
(partendo dal Piazzale Alpini per giungere alla chiesa parrocchiale)
Ore 16,15 Benedizione degli Ulivi e S. Messa al Santuario di Masciaga
Ore 18,30 S. Messa solenne di apertura delle Giornate Eucaristiche
Ore 20,00 Liturgia Penitenziale per adolescenti dell’unità pastorale presso la Parrocchia di Calvagese
ORARI delle SANTE QUARANTORE
LUNEDI 25 marzo
Ore 8,30 S. Messa ed Esposizione dell’Eucaristia
Ore 10,00 Ador. Scuola Elementare Canossiane
Ore 10,30 Ador. Scuola Elementare Canossiane
Ore 11,00 Adorazione Libera
Reposizione dalle 12,00 alle 15,00
Ore 15,00 Ador. Masciaga, Cantrina, S. Tommaso
Ore 16,15 Ador. Gruppi di Catechismo Elementari
Confessioni
Ore 17,30 Ador. Pontenove, Sedesina, Salago
Bagatte
Ore 18,00 Canto del Vespro con i religiosi
e le religiose
Ore 18,30 Adorazione Libera
Ore 20,30 Ador. Comunitaria per Centri di Ascol-
to e gruppi parrocchiali - Confessioni
MARTEDI 26 marzo
Ore 8,30 S. Messa ed Esposizione dell’Eucaristia
Ore 10,00 Ador. Scuola Materna A. Volpi
Ore 10,30 Ador. Scuola Materna Sacra Famiglia
Ore 11,00 Adorazione Libera
Reposizione dalle ore 12 alle 15,00
Ore 15,00 Ador. San Rocco - Piazza
Ore 16,15 Ador. Gruppi Catechismo Medie
Confessioni
Ore 17,00 Ador. Macesina - Cogozzo
Ore 18,00 Canto del Vespro con i religiosi
e le religiose
Ore 19,30 Adorazione Libera
Ore 20,30 Solenne Compieta.
Processione Eucaristica e benedizione
(Via XX Settembre - Via Valpiana - Viale Libertà)
Durante l’esposizione del Santissimo è sempre a disposizione un sacerdote per le confessioni.
TRIDUO PASQUALE
Avendo Cristo compiuto l’opera della nostra redenzione e della perfetta glorificazione di Dio, soprattutto attraverso
il suo mistero pasquale, in cui morendo ha distrutto la nostra morte e risorgendo ha ridato a noi la vita, il
triduo Pasquale della passione e Resurrezione del Signore risplende al vertice di tutto l’anno liturgico.
28 marzo - GIOVEDÌ SANTO della “CENA DEL SIGNORE”
E’ un giorno solenne e Santo questo giovedì:
a Cristo stesso e li rende strumenti di salvezza e dispensatori dei beni di Dio;
more
della preghiera di Cristo che intensamente la chieda al Padre per la sua Chiesa: la benedizione degli olii
santi che serviranno per l’amministrazione dei sacramenti;
-
Ore 8,00 Liturgia delle Ore in Coretto
Ore 9,30 in Cattedrale a Brescia il Vescovo concelebra con tutti i sacerdoti nella Messa Crismale
Ore 20,30 SANTA MESSA “IN COENA DOMINI” - Lavanda dei piedi - V a elementare
Consegna cassettine della Quaresima
Reposizione del SS. Sacramento e adorazione fino alle 22,30 nel Coretto
Dalle ore 16,00 è a disposizione un sacerdote per le confessioni.

Vita della Parrocchia
29 marzo - VENERDÌ SANTO della “PASSIONE E MORTE DEL SIGNORE”
la risurrezione della Pasqua e si incontra nel cammino che fa nascere la chiesa. Da questo momento tutti noi
possibile il mistero della morte di Cristo, la sua assurda condanna, l’atroce passione e la sua ignominiosa morte
sul patibolo.
Ore 8,00 Liturgia delle Ore in Coretto
Confessioni in Parrocchia dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19
Ore 10,30 Adorazione al luogo della Reposizione per tutti i ragazzi e genitori
Ore 15,00 Via Crucis in Chiesa Parrocchiale
Ore 20,30 Azione Liturgica della Passione e Processione della Croce
(Chiesa, Piazza XXV Aprile, Castello, Viale Libertà, Chiesa)
30 marzo - SABATO SANTO della “SEPOLTURA DEL SIGNORE”
sia finita. Ma come recita il «Credo» - egli discese agli inferi: a premiare la speranza degli antichi giusti.
Una lunga veglia notturna, la grande veglia, un fuoco che arde nella notte, un cero che squarcia le tenebre, la
Ore 8,00 Liturgia delle Lodi in Chiesa
Confessioni in Parrocchia dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19
Ore 10,30 Adorazione alla Croce per tutti i ragazzi e genitori
Ore 21,00 SOLENNE VEGLIA PASQUALE - Celebrazione dei Battesimi
31 marzo - DOMENICA DI PASQUA della “RISURREZIONE DEL SIGNORE”
terra, la fratellanza riscoperta con il dono della vita, e le lacrime asciugate con il sorriso del vivente.
Ss. Messe in Parrocchia ore 8 - 10 - 11,15 - 18,30
Ss. Messe nelle contrade ore 7,30 Convento
ore 9,00 Casa di Riposo
ore 16,00 Vespro e S. Messa Solenne in Santuario
ore 17,00 Pontenove: celebra P. Orlini
ore 18,00 VESPRI E BENEDIZIONE EUCARISTICA in Parrocchia
S. Messa
Non si celebra a Cogozzo, Macesina e Monteroseo
1 aprile - LUNEDÌ DELL’ANGELO
Ss. Messe in Parrocchia ore 8 - 10 - 18,30
Al Santuario ore 16,00 Vespro e Santa Messa
vita nostra
7

Vita della Chiesa
“Fratelli e sorelle buonasera, voi
sapete che il dovere del Conclave
era di dare un vescovo a Roma e
sembra che i miei fratelli cardinali
siano andati a prenderlo quasi alla
fine del mondo, ma siamo qui. Vi
ringrazio per l’accoglienza. La comunità
diocesana di Roma ha il suo
Vescovo e prima di tutto vorrei fare
una preghiera per il nostro Vescovo
emerito Benedetto XVI. Preghiamo
tutti insieme per lui perché il Signore
lo benedica e la Madonna lo custodisca.
E adesso incominciamo
questo cammino, Vescovo e popolo.
Questo cammino della Chiesa
di Roma che è quella che presiede
nella carità tutte le Chiese. Un cammino
di fratellanza, di amore e di
fiducia tra noi. Preghiamo sempre
per noi, l’uno per l’altro, per tutto il
mondo perché ci sia una grande
fratellanza. Vi auguro che questo
cammino di Chiesa che oggi incominciamo
sia fruttuoso per l’evangelizzazione
di questa santa e
bella città. E adesso vorrei dare la
benedizione. Ma prima vi chiedo
un favore, prima che il Vescovo benedica
il popolo, vi chiedo che voi
preghiate il Signore perché mi benedica”
La fumata bianca dal comignolo
della Cappella Sistina dove i cardinali
sono riuniti da ieri ha segnalato
che il nuovo Papa è stato eletto. Il
Pontefice è stato eletto al quinto
scrutinio dopo le fumate nere di ieri
sera e di questa mattina. E’ il 266°
Papa della storia. Le campane della
basilica di San Pietro suonano a
festa per annunciare. “Viva il Papa,
viva il Papa”, è il grido che proviene
dalla Piazza.Il nuovo papa è Jorge
Mario Bergoglio, arcivescovo di
Buenos Aires (Argentina), Ordinario
8 vita nostra
Annuntio vobis gaudium magnum
Habemus Papam
Georgium Marium Bergoglio
qui sibi nomen imposuit
Franciscum
Francesco: ripara la mia casa
per i fedeli di rito orientale residenti
in Argentina e sprovvisti di Ordinario
del proprio rito. Ha scelto il nome
di Francesco. Il nuovo Papa è nato
a Buenos Aires il 17 dicembre 1936.
Ha studiato e si è diplomato come
tecnico chimico, ma poi ha scelto
il sacerdozio ed è entrato nel seminario
di Villa Devoto. L’11 marzo
1958 è passato al noviziato della
Compagnia di Gesù, ha compiuto
studi umanistici in Cile e nel 1963,
di ritorno a Buenos Aires, ha conseguito
la laurea in filosofia presso
la Facoltà di Filosofia del collegio
massimo «San José» di San Miguel.
Fra il 1964 e il 1965 è stato professore
di letteratura e di psicologia nel
collegio dell’Immacolata di Santa
Fe e nel 1966 ha insegnato le stesse
materie nel collegio del Salvatore
di Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 ha
studiato teologia presso la Facoltà
di Teologia del collegio massimo
«San José», di San Miguel, dove ha
conseguito la laurea. Il 13 dicembre
1969 è stato ordinato sacerdote.
Nel 1970-71 ha compiuto il terzo
probandato ad Alcalá de Henares
(Spagna) e il 22 aprile 1973 ha fatto
la sua professione perpetua. È stato
maestro di novizi a Villa Barilari,
San Miguel (1972-1973), professore
presso la Facoltà di Teologia, Consultore
della Provincia e Rettore del
collegio massimo. Il 31 luglio 1973 è
stato eletto Provinciale dell’Argentina,
incarico che ha esercitato per
sei anni. Fra il 1980 e il 1986 è stato
rettore del collegio massimo e
delle Facoltà di Filosofia e Teologia
della stessa Casa e parroco della
parrocchia del Patriarca San José,
nella Diocesi di San Miguel. Nel marzo
1986 si è recato in Germania per
ultimare la sua tesi dottorale; quin-
di i superiori lo hanno destinato al
collegio del Salvatore, da dove è
passato alla chiesa della Compagnia
nella città di Cordoba come
direttore spirituale e confessore. Il
20 maggio 1992 Giovanni Paolo II
lo ha nominato Vescovo titolare di
Auca e Ausiliare di Buenos Aires. Il 27
giugno dello stesso anno ha ricevuto
nella cattedrale di Buenos Aires
l’ordinazione episcopale dalle mani
del Cardinale Antonio Quarracino,
del Nunzio Apostolico Monsignor
Ubaldo Calabresi e del Vescovo di
Mercedes-Luján, Monsignor Emilio
Ogñénovich. Il 3 giugno 1997 è
stato nominato Arcivescovo Coadiutore
di Buenos Aires e il 28 febbraio
1998 Arcivescovo di Buenos
Aires per successione, alla morte del
Cardinale Quarracino. È autore dei
libri: «Meditaciones para religiosos»
del 1982, «Reflexiones sobre la vida
apostólica» del 1986 e «Reflexiones
de esperanza» del 1992. È Ordinario
per i fedeli di rito orientale residenti
in Argentina che non possono
contare su un Ordinario del loro
rito. Gran Cancelliere dell’Università
Cattolica Argentina. Relatore Generale
aggiunto alla 10ª Assemblea
Generale Ordinaria del Sinodo dei
Vescovi (ottobre 2001). Dal novembre
2005 al novembre 2011 è stato
Presidente della Conferenza Episcopale
Argentina. È stato creato
cardinale da Giovanni Paolo II nel
Concistoro del 21 febbraio 2001.
Prima dell’elezione è stato membro
delle Congregazioni: per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti;
per il Clero; per gli Istituti di vita consacrata
e le Società di vita apostolica;
del Pontificio Consiglio per la
Famigliadella Pontificia Commissione
per l’America Latina.

Dopo le dimissioni di Ratzinger,
la Chiesa non è più la stessa. E
lui continuerà a servirla nella
preghiera.
Un gesto, quello di Benedetto XVI,
davvero rivoluzionario e profetico,
per un Papa considerato
tradizionalista e conservatore. E
per una Chiesa, oggi, immobile,
in difficoltà di fronte a un
mondo in continua evoluzione.
Ma anche indifferente –
che è peggio dell’ostilità –
all’annuncio del Vangelo. Dopo
le dimissioni di papa Ratzinger,
la Chiesa già non è più la stessa.
Né, a maggior ragione, potrà
esserlo dal prossimo Conclave. Il
nuovo eletto dovrà pensare alla
Chiesa del futuro e alle sfide del
mondo contemporaneo.
Anche se il Codice di diritto
canonico prevede la possibilità
delle dimissioni, Benedetto XVI
ha rotto una tradizione secolare.
Ha fatto il gesto più significativo
del suo ministero “petrino”.
Una scelta coraggiosa, che
sollecita la Chiesa a rinnovarsi e
purificarsi dalle incrostazioni del
tempo e dai “peccati” dei suoi
rappresentanti. A ogni livello.
È stata una scossa salutare
Vita della Chiesa
Il Senso profondo del gesto di Benedetto XVI
Una scelta Profetica
per tutti, quasi una sferzata. Un
richiamo all’umiltà evangelica,
in una logica di servizio, lontana
da lotte di potere e ambizioni di
carriera.
Benedetto XVI non è “sceso
dalla croce” per “viltà”, ma
perché impossibilitato fisicamente
a svolgere al meglio il
ministero per il quale era stato
chiamato. Continuerà a servire
ugualmente la Chiesa con la
preghiera, stando vicino alla
tomba di Pietro, nascosto al
mondo all’interno delle mura
vaticane. Chi gli succederà avrà
la strada segnata dal richiamo
all’unità e alla testimonianza
evangelica. In più occasioni,
e con coraggio, Ratzinger ha
denunciato le tante “sporcizie”
nella Chiesa, già da cardinale.
La sofferta decisione di Benedetto
XVI ha sorpreso il mondo
cattolico, ma anche i non
credenti. Il Papa delle “grandi
parole” passerà alla storia
per un “grande gesto”, che
rilancerà il Concilio e il suo spirito
più genuino, affievolitosi nei
cinquant’anni che ci separano
dal suo inizio.
Il nuovo Papa, più che indire
un nuovo Concilio, dovrà dare
piena attuazione al Vaticano II,
rimasto incompiuto. E, in alcuni
casi, interrotto, per non dire
regredito. Dovrà affrontare, tra
le grandi sfide d’oggi, quelle
del secolarismo, del relativismo
etico e dei nuovi confini
della vita, con un’effettiva
collegialità dei vescovi e una
piena corresponsabilità dei
laici. E rilanciare la Chiesa
come “popolo di Dio”, dove la
gerarchia è al servizio dei fedeli,
non il contrario.
Il tutto in uno spirito di profonda
conversione. L’11 ottobre scorso,
ricordando l’anniversario dell’
inizio del Concilio, Benedetto
XVI ha detto: «Abbiamo esperito
che il peccato originale esiste e
si traduce in peccati personali
che possono diventare strutture
di peccato, che nel campo del
Signore c’è sempre zizzania, che
nella rete di Pietro si trovano
anche pesci cattivi, che la nave
della Chiesa sta navigando
anche con vento contrario
in tempesta. E qualche volta
abbiamo pensato: il Signore
dorme e ci ha dimenticato».
Concetti ripresi e ribaditi,
nell’omelia del rito delle Ceneri,
mercoledì 13 febbraio scorso,
denunciando l’individualismo
e le divisioni, come l’«ipocrisia
religiosa», chi «vuole apparire»
e chi «cerca l’applauso e
l’approvazione». «Le divisioni
ecclesiali», ha ammonito il Papa,
«deturpano la Chiesa, bisogna
superare le rivalità».
Tutti, oggi, siamo tristi e disorientati
per le dimissioni di Benedetto
XVI. Ma la sua fragilità e umiltà
ci riconciliano con una Chiesa
più evangelica, più vicina e in
cammino con gli uomini del
nostro tempo, per condividerne
«gioie e speranze», ma anche
«tristezze e angosce», come
ricorda la Gaudium et spes.
Ora, davvero, Benedetto XVI è
entrato nel cuore della gente. E
vi resterà per sempre, come un
grande Papa.
Antonio Sciortino
(Famiglia Cristiana)
vita nostra
9

Vita della Chiesa
BIBLIA PAUPERUM
catechesi con l’arte
Passo dopo passo, come novelli
Dante, abbiamo scarpinato nelle
rienza
umana. I nostri Virgilio e
Beatrice si sono rivelati il Catechi-
re,
autore delle tele in questione. Ci
innegabilmente quello più suggestivo
dal punto di vista della fantasia
cristiana rappresenta il fallimento
della vita dell’uomo; possibilità
tremendamente concreta e reale che
una certa mentalità moderna ha ridotto
ad una invenzione ormai sorpassata.
E così la tragica realtà della
condanna eterna descritta nei Vangeli
si è trasformata sino a diventare
una favola per i bambini e purtroppo
anche per gli adulti.
L’INFERNO
10 vita nostra
di DonArVi
infernum),
cioè quel mondo sotterraneo nel
quale in origine tutti i morti scendevano,
sia buoni che cattivi. Solo in
seguito si penserà a separare gli uni
tano
liberamente il progetto di Dio e
il Catechismo ne esplicita con chia-
“Gesù parla ripetutamente della
«geenna», del «fuoco inestinguibile»,
che è riservato a chi sino alla
convertirsi, e dove possono perire
sia l’anima che il corpo. Gesù annunzia
con parole severe: «Il Figlio
dell’uomo manderà i suoi angeli, i
quali raccoglieranno [...] tutti gli
operatori di iniquità e li getteranno
nella fornace ardente» (Mt 13,41-42),
ed egli pronunzierà la condanna:
«Via, lontano da me, maledetti, nel
fuoco eterno!» (Mt 25,41).
Già, il fuoco eterno…è lì che occupa
lo spazio di quella enorme bocca
felina spalancata su tutta la tela. È
te;
tuttavia non riesce a rallegrare
la faccenda, anzi ne aumenta la
drammaticità, mostrando tra le sue
i dannati tormentati da ca-
ra
lugubre e pesante. Si direbbe che
qualche bontempone abbia avuto
la triste idea di sottrarre al nostro
lizzati
per le altre tele, lasciandolo
alle prese solo con verdi, marroni
ed altre tinte terree. È ovvio che la
che restano appunto tali; proviamo
-
un antro spaventoso pronto a divorare
chi vi fosse entrato, pullulante
di diavoli e altre creature viscide e
dalla Tradizione della Chiesa e ancor
più dalla tradizione popolare
che aveva nella Divina Commedia
di Dante la sua fonte più gustosa.
Il numero 1035 del Catechismo lo
“La Chiesa nel suo
insegnamento afferma l’esistenza
dell’inferno e la sua eternità. Le
anime di coloro che muoiono in
stato di peccato mortale, dopo la
morte discendono immediatamente
negli inferi, dove subiscono le pene
dell’inferno”. Ma quali sono que

logia
lasciando questo compito più
-
piuttosto la volontà e, diciamolo
pure, un compiacente sadismo nella
il nostro artista è vissuto imparando
a memoria i sette vizi capitali
-
di altri mistici, o anche lasciandosi
catturare da un poemetto circolan-
“I dieci tormenti che
i dannati subiscono all’inferno
opera di un autore del XVI seco-
-
risultato di realizzare una vera e
ta
la vanità
con una vistosa gorgiera di pizzo e
con tre piume di pavone sulla testa
offre uno specchio ad una donna
piangente costringendola a rimirarsi
non più bella ma lacerata dai
demoni. In basso a sinistra ecco la
pena per l’avariziacatenato
e sbeffeggiato da un diavolo
che brandisce davanti a lui un
irraggiungibile sacchetto colmo di
monete, mentre una bestia infernale
sottrae, con i suoi unghioni, il resto
delle ricchezze accumulate du-
troviamo la punizione per la gola;
e in che modo potrebbe essere se
è sempre concesso prelibatezze in
vita) una mistura di scorpioni e altre
schifezze versate in bocca con
dovizia dal diavolo incaricato del
lauto banchetto? E per chi durante
la propria esistenza non ha fatto
altro che diffondere calunnie sul
prossimo è riservata la tortura di
vedersi strappata la lingua a forza
se poteva mancare) un lussurioso,
non a caso trattenuto in catene da
mentre senza alcun pudore un altro
mostro gli divora i genitali.
-
in un ceppo, impedendogli qualsiasi
movimento. Probabilmente è la
condanna degli accidiosi, ovvero di
quelle persone che durante la vita se
la sono sempre presa comoda senza
uno si tura
le orecchie per non udire il rumore
assordante di una tromba, l’altro si
chiude il nasoribile
olezzo proveniente da quel
serpenti e
mostri alati. Troviamo una spiegazione
di queste immagini nelle vi-
-
“In un tratto, mi
trovai in un luogo oscuro, profondo
Vita della Chiesa
e puzzolente; vi sentii urli di tori,
di serpi, confusioni di voci spaventevoli,
e tuoni grandi che apportavano
terrore e spaventi. Vidi anche
lampi di fuoco e fumo densissimo.
Mi Parve di vedere una grande
montagna tutta coperta di vipere,
di serpi e di basilischi intrecciati
insieme. Stavano le anime attaccate
insieme come se fossero una
cosa sola; ed i demoni le tengono
così legate, con catene di fuoco, a
se stessi, che anime e demoni sono
una cosa stessa, e ciascun anima ha
tanti demoni addosso, che appena
si discerne. Il modo nel quale le ho
vedute non posso descriverlo; solo
ho detto così per farmi capire, ma
non dico niente di quello che è”.
legrarsi
ed il Catechismo esprime
con parole forti la gravità di questa
Non possiamo essere uniti a
Dio se non scegliamo liberamente
di amarlo. Ma non possiamo amare
Dio se pecchiamo gravemente contro
di Lui, contro il nostro prossimo
o contro noi stessi: «Chi non ama
rimane nella morte. Chiunque odia
il proprio fratello è omicida, e voi
sapete che nessun omicida possiede
in se stesso la vita eterna» (1 Gv
3,14-15). Nostro Signore ci avverte
che saremo separati da lui se non
soccorriamo nei loro gravi bisogni
i poveri e i piccoli che sono suoi
fratelli. Morire in peccato mortale
senza essersene pentiti e senza accogliere
l’amore misericordioso di
vita nostra
11

Vita della Chiesa
sempre da lui per una nostra libera
scelta”
Ed è proprio questa ultima frase che
ni
più o meno ingenue, più o meno
vere. La condanna più grande
sarà quella di non poter vedere
Quello del 3 marzo è stato un
Consiglio Pastorale del tutto
speciale: non discussioni, non
programmazioni, non verifiche,
ma solo preghiera e silenzio.
Don Franco è stato chiarissimo
nel suo intervento iniziale:
“dobbiamo oggi provare a
fare Chiesa, a stare insieme,
a gustare la bellezza della
preghiera, a confrontarci con la
parola di Dio”.
Il parroco ci ha presentato
come guida di riflessione Mt.20,
il brano che parla del servizio.
Ha sottolineato parecchio che a
differenza dello spirito di potere
che serpeggia nella società, noi
dobbiamo incentivare lo spirito
di servizio.
Nella Chiesa deve prevalere
12 vita nostra
Dio, di essere per sempre separati
da lui, dal suo amore; e questo
non per una decisione crudele del
sbagliato che avremo fatto di uno
la libertà di
scegliere!
mette in guardia dal renderci totalmente
incapaci di amare e ci ricorda
che siamo in grado di crearci
un mondo nel quale la convivenza
con gli altri diventa un tormento.
-
sofferenza immaginabile.
ma non possiamo dire che crediamo
La
fede è fondamentalmente speranza
nella vita, ma questa speranza si
capisce meglio sullo sfondo del fallimento,
che rimane una possibilità
questa terra.
“Un Dio solamente misericordioso
sarebbe per tutti una bella pacchia;
un Dio solamente giusto sarebbe un
terrore; e Dio non è né una pacchia
né un terrore per noi. È un Padre,
vivi è sempre disposto ad accoglie-
della giornata, dà a tutti il giusto
salario meritato”.
Consiglio Pastorale a Maguzzano: Un pomeriggio insieme
soprattutto lo spirito di servizio!
Più il Cristiano occupa posizioni
di rilievo e più è servo.
Le ore del ritiro sono passate
veloci, ci si è promessi di
incontrarci ancora per una
esperienza simile prima
dell’estate.
Si è tutti convinti che il C.P.P.
deve dare esempio di fraternità
e di Chiesa.
Al termine dell’incontro don
Franco ha dato comunicazione
sulla Festa del Lavoro che
sarà celebrato a Bedizzole
il 1 maggio, inoltre ha dato
comunicazione del programma
per la celebrazione del 50° della
morte di Mons. Melchiori.
Il Segretario

A proposito di Elezioni Politiche
L’Italia non ci sta
Chiuse le urne si sprecano le analisi. Un modo forse più per
riflettere ad alta voce che per commentare su un voto che ci ha
consegnato un’Italia spaccata in tre forze di minoranza (Pd, Pdl e
M5s) e sostanzialmente a rischio ingovernabilità.
Qualche titolo del giorno dopo:
“Un voto strano”; “Un Paese
ingovernabile”. E ora un nuovo
adagio: “Chi ci sta, ci sta”.
Chiuse le urne si sprecano le
analisi. Un modo forse più per
riflettere ad alta voce che per
commentare su un voto che ci ha
consegnato un’Italia spaccata
in tre forze di minoranza (Pd,
Pdl e M5s) e sostanzialmente a
rischio ingovernabilità. Quella
che doveva essere la favolosa
cavalcata del Pd, è diventata
la rimonta di un Pdl Silviodipendente
in accoppiata con
una Lega tutt’altro che defunta
in Lombardia e che incorona
Maroni presidente. E poi il botto
del M5s con tutte le domande
che ne seguono e che Grillo non
ama (forse a ragione) sentirsi
fare dai giornalisti: chi siete? Da
dove venite? Siete più di destra
o di sinistra? Con chi farete
alleanza? Ora che siete nel
Palazzo vi assumerete qualche
responsabilità? Infine Monti i
cui numeri non permettono
nemmeno di giocare il ruolo di
ago della bilancia. Il professore
ha sbagliato la campagna
elettorale inseguendo Berlusconi
e Bersani, non è stato capito,
ma potrà essere comunque una
risorsa.
Certo è che metà degli elettori
ha detto al sistema politico
italiano: “Io non ci sto!”. Il 25%
non ha votato e un altro 25%
votando Grillo ha coalizzato
tutta la protesta italiana. Nel
nuovo Parlamento, infatti, spariscono
altre forme di protesta.
Spariscono i Radicali, ma anche
la protesta di destra, quella
dipietrista, confluita in Rivoluzione
civile che però non raggiunge il
quorum, e consegna alla storia
parlamentare personaggi come
Fini, Marini, Miccichè, Crosetto
e Bocchino insieme agli autoesclusisi
D’Alema, Veltroni e
Turco.
Parlamento più giovane, con un
terzo di donne. Nuovo in buona
parte. E ora? Il tiro d’inizio spetta
a Bersani, vincitore sconfitto
condannato a governare,
con poche ipotesi tra le mani:
un governo con Grillo che
ribadisce e non protesta, un
governissimo con Berlusconi, un
governo Pd in solitaria o il ritorno
al voto. Cosi pare, a meno di
qualche creatività istituzionale
di Napolitano.
Davanti a questo scenario, da
credenti e da cittadini, cosa
dire? Anzitutto riflettere molto
e accettare anche il fatto
che un sistema politico ormai
in tilt avrà bisogno di più di
un passaggio per uscire da
questa stasi. La legislatura che
si apre durerà finché durerà e
comunque sarà probabilmente
breve. Non si dovrebbe dire,
ma l’avevamo detto anche noi
che senza una nuova legge
elettorale, il dimezzamento dei
parlamentari e l’eliminazione
Vita della Chiesa
Don Adriano Bianchi
del finanziamento pubblico
dei partiti, una legge anticorruzione
forte e, magari, quella
sul conflitto d’interessi, lo scollamento
col Paese sarebbe
stato irreparabile.
Al nuovo governo quest’agenda
s’impone. Forse potrà fare
solo questo, oltre, si spera, a
impedire il tracollo definitivo
dell’economia reale modello-
Grecia, e poi tornare al voto.
Una seconda nota è circa il
voto dei cattolici.
Nuovamente si è dimostrato
che non sono i vescovi o i preti
dal pulpito che spostano i voti,
e nemmeno i giornalisti cattolici
con buona pace di tutti, semmai
ora per gli eletti cattolici di tutti
gli schieramenti si apre una sfida
di responsabilità in vista del
bene possibile. Quindi darsi una
calmata è d’obbligo. Ora tocca
al voto di Brescia, ma di questo
avremo modo di parlarne
ancora.
vita nostra
13

Vita della Chiesa
MONSIGNOR LUIGI
NOVARESE
(1914-1984)
Fondatore dei Silenziosi Operai della Croce
e del Centro Volontari della Sofferenza
11 maggio
20
14 vita nostra
!
eato
ROMA
Basilica San Paolo fuori le mura
Luigi Novarese, ultimo di nove
figli, nacque a Casale
Monferrato il 29 luglio del 1914
da Giusto Carlo Novarese e
Teresa Sassone.
Le condizioni sociali della sua
famiglia erano più che discrete.
Il padre, però, morì nell’aprile
del 1915, pochi mesi dopo la sua
nascita; era stato un fervente
cattolico e devoto della
Madonna,
Aveva lavorato la sua terra, un
esteso vigneto, insieme alla
moglie e ai suoi sette fratelli.
Luigi Novarese, fin da piccolo,
partecipò ogni giorno alla
Celebrazione Eucaristica, servendo
la Messa stessa ed
imparando il catechismo per
proprio conto. Anzi, come
amava raccontare, aveva “anticipato”
per così dire i tempi
della sua Prima Comunione:
un giorno infatti, desideroso di
ricevere Gesù come vedeva
fare agli adulti,
mentre la mamma si era
inginocchiata alla balaustra, lui
di nascosto si recò dalla parte
opposta e, alzatosi sui piedi,
riuscì a ricevere la sua Prima
Comunione.
La sua educazione scolastica,
invece, ebbe inizio frequentando
le suore domenicane, che contribuirono
a gettare solide basi
anche per la crescita spirituale
del bambino.
Sarà Beatificato l’11 maggio
TUTTA LA VITA
per gli ammalati
La malattia All’età di 9 anni,
giocando con i ragazzi della
scuola, il piccolo Luigino cadde
da un muricciolo.
In un primo momento si collegò
l’evento alla sua vivacità;
passarono i giorni, ma il dolore
alla gamba persisteva. Portato
dal medico, questi diagnosticò
una coxite tubercolare all’anca
destra.
La patologia, comunque, non gli
impedì di frequentare la scuola.
Il male, però, si aggravò e fu
consigliato alla mamma di farlo
ricoverare in sanatorio. Così
ebbe inizio la sua via crucis da
un ospedale all’altro. I medici
non avevano neppure fiducia
nella sua guarigione e dissero
con schiettezza alla signora
Teresa di non sprecare altro
denaro per lui. La mamma però
non li ascoltò e vendette la
cascina “La Serniola”, e, poco
alla volta, tutto il vigneto che
circondava la collina.
Si trasferì in città e prese un
portierato.
Nonostante queste vicissitudini,
il giovane Novarese non abbandonò
la sua educazione:
studiò anche in sanatorio e si
preparò per gli esami magistrali
ottenendo buoni voti.
Il male gli si rivelò incurabile
quando venne ricoverato a
Pietra Ligure: i medici esclusero
ogni speranza. Luigi intensificò
ancor di più le sue preghiere:
iniziò una novena alla Madonna
per ottenere la sua guarigione
e la chiese per intercessione
di Don Bosco, scrivendo al suo
successore in questi termini: “So
che i giovani erano i prediletti
del suo Fondatore, preghi
e faccia pregare i giovani
dell’oratorio per fare ottenere
la mia guarigione”. La risposta
gli giunse a stretto giro di posta:
“Noi inizieremo una novena, si
unisca a noi”.
Egli non perse coraggio; la sua
fiducia era grande e una notte
sognò la Madonna Ausiliatrice,
che si trova nella chiesa dei
Salesiani in Corso Valentino
di Casale Monferrato, che gli
prediceva la guarigione.
Di lì a poco, esattamente il
17 maggio 1931 guarì dalla
coxite tubercolare destra
ed i suoi 21 ascessi si ri
chiusero definitivamente (ed
inspiegabilmente).
Del fatto prodigioso si occupò
anche il Bollettino dei Salesiani
che ne pubblicò la storia nel
numero di ottobre dello stesso
anno.
Il peregrinare fra sanatori ed
ospedali aveva fatto maturare
in Novarese il desiderio di
dedicarsi ai malati e di trovare
il modo di una loro elevazione
spirituale. Dapprima pensò
di divenire medico, poi dopo
poche settimane fece marcia
indietro: “Se divento medico –
diceva – curo soltanto i corpi,
mentre io voglio aiutare gli
ammalati a valorizzare la loro
sofferenza, perciò farò un passo
avanti, diventerò sacerdote e
medico delle anime”.

Fratelli carissimi,
alla luce del confronto con alcuni
sacerdoti, mi pare opportuno offrire
dei chiarimenti circa alcuni aspetti
relativi al cammino di iniziazione
cristiana dei fanciulli e dei ragazzi
(ICFR).
L’ICFR è una «scelta esemplare»,
«perché ha impostato il cammino
di iniziazione dei ragazzi facendo
perno sull’impegno responsabile
dei genitori», da cui passa in modo
decisivo la trasmissione della fede
alle nuove generazioni. Si tratta
quindi anzitutto di una scelta di
evangelizzazione degli adulti,
in un contesto culturale in cui
la fede cristiana non può essere
presupposta e appare sempre più
marginale rispetto alla vita.
All’intemo di questa prospettiva
di fondo, è da comprendere anche
un’altra scelta fondamentale: il
passaggio, cioè, da una catechesi
di preparazione ai sacramenti
per i ragazzi a un itinerario di
tipo catecumenale. Deve essere
chiaro che tale scelta non è un
capriccio della Chiesa bresciana,
ma risponde alle determinazioni
del RICA e del Direttorio Generale
per la Catechesi (quindi della
Chiesa universale), oltre che alle
sollecitazione dei vescovi italiani.
Quando, perciò, mons. Sanguineti
ha promulgato I’ICFR lo ha
fatto in piena sintonia col resto
della Chiesa italiana, cercando
di rispondere a esigenze che più
volte sono state richiamate nelle
assemblee dei vescovi. Di fatto,
esperimenti diversi sono stati
impostati da molte diocesi in Italia;
all’interno di questo decennio
dedicato all’educazione, i vescovi
Lettera del Vescovo Monari
Vita in Oratorio
L’ICFR
UNA SCELTA ESEMPLARE
italiani hanno in programma
raccogliendo la documentazione
tema.
La differenza tra il cammino
catechistico tradizionale e un
cammino catecumenale è profonda.
Il cammino catechistico intende
trasmettere al meglio i contenuti
della fede cristiana secondo l’età e
la capacità di comprensione delle
persone; al termine di un cammino
di catechesi, se il cammino è stato
fatto bene, si raggiunge il livello di
conoscenza previsto («che cosa sai
della fede cristiana?»). Un cammino
catecumenale consiste in un
insieme di incontri, celebrazioni ed
esperienze di servizio e di carità allo
scopo di introdurre a un’esperienza
globale della vita cristiana, in
modo da fare comprendere non solo
intellettualmente ma in modo vitale
Oratorio di Bedizzole Anni 1940
e, in concreto, appartenere a una
comunità cristiana. Proprio per
questo un cammino catecumenale
è scandito in tappe, ciascuna delle
quali ha un obiettivo particolare:
non solo di conoscenza, ma di
vita. Al termine del cammino si
ha una decisione di fede («vuoi
essere cristiano?»). I sacramenti
rispondono a questa decisione di
fede, sebbene per un ragazzo non
possa ancora essere considerata
Per quanto ho detto, un cammino
di tipo catecumenale suppone
comunità cristiana; si tratta,
infatti, di inserire una persona
all’interno della comunità in modo
che viva i valori operanti nella
comunità stessa, stabilisca dei
rapporti con altri credenti, possa
una comunità viva e consapevole
di sé, ogni iniziazione si mostrerà
vita nostra
15

Vita in Oratorio
debole. Ed è questa la nostra
cristiane hanno un debole senso
di appartenenza e quindi fanno
fatica a far sentire a un ragazzo
titolo nella comunità stessa. Spesso
siamo individualisti anche nel
modo di pensare e di vivere la fede.
catecumenato è pensato per
chi non è battezzato e desidera
esserlo. I nostri ragazzi sono già
battezzati; per questo si parla di
itinerario «di tipo catecumenale».
Vuol dire un itinerario che assume
dal vero e proprio catecumenato
gli obiettivi e l’articolazione del
cammino, ma che viene proposto
a ragazzi che hanno già ricevuto
il battesimo e sono quindi a pieno
titolo ‘cristiani’. Viene ripetuta
spesso, in questi anni, l’espressione
di Tertulliano: «Cristiani non si
nasce, ma si diventa»; e viene
ripetuta perché la società in cui
viviamo la rende di nuovo attuale.
Il contesto sociale e culturale in cui
viviamo non dà per scontato che uno
debba essere cristiano e nemmeno
che debba essere credente. È un
cambiamento profondo, una vera
e propria rivoluzione culturale
rispetto a quando ero ragazzo io.
andare avanti ripetendo la logica
catechistica di qualche decennio
non fanno più le esperienze che
facevamo noi, anche solo qualche
anno fa; non hanno più un contesto
sociale che li accompagni e li
orienti.
Corso Fidanzati
16 vita nostra
Certo, non possiamo nemmeno
illuderci che la semplice adozione
di questo modello di iniziazione
cristiana porti in pochi anni a
un profondo cambiamento di
mentalità e di pratica religiosa.
Sarebbe davvero un miracolo!
Abbiamo un 20% degli adulti
(educati con la vecchia scuola
di catechismo) che partecipano
regolarmente all’eucaristia
domenicale; possiamo immaginare
verranno a Messa contro tutte
il modo familiare di organizzare
la domenica, distinguendosi dal
gruppo dominante degli amici?
Fino a poco tempo fa, le donne
frequentavano in massa la chiesa;
adesso le giovani fanno fatica a
riconoscersi nella fede e quindi
fanno fatica a portare avanti
una pratica religiosa regolare.
Possiamo pensare che se le mamme
non vengono a Messa potranno
venire i bambini? Ci vorrebbe
un’esperienza di Dio personale e
profonda, di tipo mistico che non
altri vescovi ci illudiamo di poter
raggiungere questo traguardo.
Desideriamo però che l’accesso
all’eucaristia sia preparato con
un cammino serio, che porti i
ragazzi a rendersi conto che essere
cristiani chiede una loro scelta,
un coinvolgimento personale. Poi
molti abbandoneranno la pratica
religiosa regolare. Mi dispiace
molto, soprattutto per loro, perché
questo fatto li renderà più poveri e
vita; ma non abbiamo gli strumenti
e la possibilità per impedirlo. E
d’altra parte il Signore vuole che chi
crede in lui lo faccia nella libertà,
non sotto pressione sociale. Va
anche detto che una fase di dubbio
e distacco dalla pratica religiosa
nel periodo dell’adolescenza non
va vista necessariamente come un
fallimento totale della formazione
catechistica precedente; rappresenta
talvolta un momento
matura, una riappropriazione della
fede ricevuta durante l’infanzia.
E questo potrà avvenire con
maggiore probabilità se esiste uno
sforzo reale nel curare la qualità
del cammino d’iniziazione: perché
la proposta di fede appaia credibile
e desiderabile, entro prospettive
di senso capaci di intercettare il
vissuto, in una logica di libertà e
gratuità, in un ambiente che vive
ciò che proclama.
‘perfetto’. Sarebbe strano che
dovendo rispondere a un problema
nuovo e complesso si fosse riusciti
a trovare subito la soluzione
perché impariamo a rispondere
ricca e ‘liquida’ come quella in
cui viviamo. Per ora dobbiamo
accontentarci di fare qualche passo
nella direzione giusta. E su questo
non ho dubbi: l’ICFR va nella
direzione giusta.
All’interno dell’orientamento catecumenale,
è stata fatta una scelta
ben precisa anche in merito ai

sacramenti della cresima e della
prima comunione. La cresima ha
ritrovato la sua collocazione e
la sua funzione tradizionale, in
quanto sacramento che conferma
e rafforza la grazia battesimale
e introduce alla partecipazione
al banchetto eucaristico, culmine
dell’iniziazione e sacramento della
maturità cristiana. In merito
alla celebrazione unitaria dei
sacramenti, è stata evidenziata
conferire la cresima c’è il vescovo
del vescovo sembra dare maggiore
importanza alla cresima che alla
prima comunione. Per questo
alcune parrocchie hanno accettato
la proposta di celebrale il sabato
sera la cresima (col vescovo o con
un suo delegato) e la domenica
mattina la prima comunione (col
parroco); in questo modo i due
sacramenti sono celebrati lo stesso
giorno (liturgico) e si capisce bene
che il traguardo è l’eucaristia.
Anche su questo punto, non dico
che la soluzione sia perfetta, ma
al momento non ne intravedo di
migliori.
Per questo non mi sento di
permettere cammini diversi. So
bene che vi sono parroci che non
‘obbediscono’. E non ho intenzione
di scomunicare o di punire nessuno.
Bisogna però che sia chiaro
che la scelta della diocesi di
Brescia attorno al vescovo è quella
dell’ICFR (così come è delineata
dal ‘documento’ del 2003), e
che chi fa diversamente lo fa
disobbedendo e quindi assumendosi
la responsabilità di disobbedire
con gli effetti che questo fatto
inevitabilmente produce.
temente chiaro, pur rimanendo
naturalmente disposto a continuare
vi benedica e benedica le vostre
comunità cristiane; vi doni di
vivere con gioia la fede e l’impegno
nel testimoniarla. Con affetto, nel
Signore.
Gruppo NAZARETH
L’iniziazione cristiana
dei bambini del
secondo anno
Ai bambini di seconda
elementare in genere non
viene riconosciuta la capacità
di comprendere la figura di
Gesù e di metterne in pratica il
messaggio evangelico. Invece,
è proprio l’innocenza, presente
nei primi anni di scuola, il modo
di essere che meglio predispone
alla comprensione della parola
di Dio.
Nel Nuovo Testamento
troviamo un frammento di
questa verità nascosta in un
passo del Vangelo di Matteo
che così scriveva: «Allora Gesù
chiamò a sé un bambino, lo pose
in mezzo a loro e disse: se non vi
convertirete e non diventerete
come i bambini, non entrerete
nel Regno dei cieli». (Mt. 18, 3).
Il modello che viene
suggerito per intraprendere
il percorso dell’iniziazione cristiana
è il cammino di Gesù,
dalla vita familiare di Nazareth
alla vita pubblica di Cafàrnao
e Gerusalemme, fino ad
arrivare alla prima apparizione
del Cristo risorto a Emmaus e
infine all’evangelizzazione dei
discepoli, chiamati “cristiani”,
per la prima volta, ad Antiochia.
È così che è iniziato
domenica 11 novembre 2012
il cammino dei frequentanti
la seconda elementare della
parrocchia di Santo Stefano
di Bedizzole, con uno dei nostri
bambini che portava sull’altare,
presentandolo alla comunità, lo
zaino del viaggiatore contenente
l’attrezzatura indispensabile
a conservare l’orientamento
della fede durante
l’anno liturgico.
L’iniziazione cristiana
del gruppo Nazareth è poi
Vita in Oratorio
entrata nel vivo dell’esperienza
spirituale che i bambini hanno
vissuto attraverso il racconto
dei personaggi biblici, la visione
di cortometraggi, l’ascolto
della Parola, la lettura di
parabole e la spiegazione dei
miracoli, l’esecuzione di canti
liturgici, l’insegnamento delle
preghiere bibliche tradizionali,
la condivisione della gioia del
gioco.
Un percorso, quello fin qui
svolto, che si è contraddistinto
per l’interesse e la costante
partecipazione dei bambini,
ma anche per la dedizione
dei sacerdoti e dei catechisti,
impegnati a trasmettere l’amore
per Cristo. Anche i genitori sono
stati chiamati a risvegliare la
loro fede perché primi testimoni
di Gesù nella famiglia.
Il rinnovo delle promesse
battesimali, infine, segnerà la
conclusione del cammino di
iniziazione, e se negli occhi dei
più piccoli saremo in grado
di scovare quel frammento
di verità nascosta narrata
dall’evangelista Matteo, vorrà
dire, senza forse, che è iniziato
quel rinnovamento della catechesi
che ha in Dio Padre il vero
protagonista.
Per i catechisti e i genitori
e per tutti i giovani catecumeni in
cammino l’amore di Dio Padre,
invero, costituisce l’inesauribile
speranza di rigenerazione della
comunità.
don Roberto e le catechiste
vita nostra
17

Vita in Oratorio
LA FAMIGLIA
CRITICO DOTT. DANESI ENRICO
18 vita nostra
Agenda
Oratorio
ARTE & SPIRITUALITA’
25 aprile
Gita-Pellegrinaggio a Villa
Pisani di Stra e Padova
Iscrizioni entro il 15 aprile
presso le madri Canossiane.
9 giugno
Gita-Pellegrinaggio a
Roncole Verdi e Fontanellato
Iscrizioni entro il 31 maggio
presso le madri Canossiane.
GREST
19 aprile
Incontro illustrativo del
“Grest 2013” e del corso per
tutti gli animatori
(dalla I a superiore).
Ore 18,00 presso l’oratorio.
Il Grest si terrà dal
24 giugno al 13 luglio
GIOVANI
“GMG Rio 2013”
27 e 28 luglio
Parteciperemo all’incontro
dei giovani di Lombardia
presso il santuario
di Caravaggio.
Iscrizioni presso
don Vincenzo.
XIV PELLEGRINAGGIO
A PIEDI
dal Santuario di Masciaga
alla Madonna di Valverde
“Maria, Porta Fidei”
19 Maggio 2013
per info: www.ccfrassatibs.it

Vita in Oratorio
vita nostra
19

Vita della Parrocchia
Dal Santuario
di Masciaga
TEMPO DI ELEZIONI
Domenica 17 febbraio si è svolta
un’importante assemblea che
ha riunito molti collaboratori del
Santuario. Usciamo da poco
dalle elezioni politiche e mentre
sto scrivendo sono collegato
in attesa di fumata bianca dal
comignolo della Cappella Sistina,
perciò siamo in tema (certo
meno importante) anche per
quanto riguarda l’elezione del
consiglio direttivo del gruppo
Masciaga. In questi anni attorno
alle attività del santuario si sono
raccolti tanti generosi collaboratori
che rendono possibili belle e
partecipate iniziative, nonché una
cura del Santuario e del mandorlo
davvero invidiabili. Come si sa,
più sono le attività, più serve
organizzazione e coordinamento
e perciò abbiamo riflettuto sulla
possibilità di costituire un consiglio
direttivo con dei responsabili
per ogni area d’intervento.
L’assemblea ha avuto una buona
20 vita nostra
partecipazione di collaboratori,
circa una cinquantina, che hanno
votato il coordinatore e coloro
che sono entrati a far parte del
consiglio. Insieme al sacerdote
responsabile del Santuario, il
consiglio è composto dal coordinatore
delle attività (Maggi
Massimo); responsabile delle
attrezzature (Sbaraini Colombo);
responsabile acquisti (Rebecchi
Franco); responsabile accoglienza
(Rebecchi Daniela); responsabile
laboratorio (Papa Maddalena –
Stretti Teresa); responsabile chiesa
(Moretti Anna); responsabile cassa
(Moreni Raffaella); responsabile
verde (Bruno Scaroni).
Questa è l’occasione per ringraziare
tutti coloro che offrono
il loro tempo per il santuario e le
sue attività, inoltre per augurare a
tutti coloro che saranno impegnati
nel consiglio un buon cammino
nell’impegno loro affidato.
Don Roberto
FESTA DI PRIMAVERA
al Mandorlo GIOVEDI 25 APRILE
Programma della giornata
10.00 accoglienza
11.45 aperitivo offerto
“dalla casa”
12.00 PIC NIC
(saranno messi a disposizione
anche dei tavoli)
Pranzo al sacco
Oppure per i più pigri ci
sarà un servizio griglia
con pane e salamina e ...
spiedo!!!
Nel pomeriggio
GONFIABILI per bambini
... merenda e gelato per i più piccoli
Per partecipare non serve
alcuna iscrizione ... VI ASPETTIAMO!!!
VARIAZIONE D’ORARIO
In Santuario
da aprile a settembre
la S. Messa del mercoledì
verrà celebrata alle ore 20,30

DALLA SCUOLA MADDALENA DI CANOSSA
INCONTRI FORMATIVI PER I GENITORI
Giovedì 17 gennaio alla Scuola
primaria “ Maddalena di Canossa”
ha avuto inizio il corso di laboratorio
tenuto dalla Dottoressa Zanelli
Sandra “ Genitori che si ascoltano
per saper ascoltare”. Riproposto
anche quest’ anno il progetto, non
nuovo alla scuola, visto il successo
di affluenza da parte dei genitori
negli scorsi anni, prevedeva
cinque incontri formativi di due
ore ciascuno, per le mamme ed i
papà delle classi prima e seconda.
Ogni serata ci ha visti partecipi
ad affrontare argomenti che, pur
essendo diversi tra loro, avevano in
comune un filo conduttore:
l’ascolto di sé per poter essere
maggiormente in grado di
ascoltare i nostri figli e crescere
insieme a loro.
Grazie alla condivisione di situazioni
che ci si presentano nel quotidiano
(con i nostri figli o comunque in famiglia)
abbiamo veramente potuto confrontarci,
ascoltarci e anche porci
dei quesiti che, ci hanno talvolta
incuriositi, talvolta rassicurati e forse
qualche volta anche fatti tornare a
casa con la testa piena di pensieri.
Sono state cinque serate molto
interessanti e anche divertenti.
Si alternavano infatti momenti
di ascolto, per qualcuno anche
seguiti da commozione, a momenti
di battute e risate vista la bella
armonia venutasi a creare nel
gruppo composto sia da mamme
che papà.
Sottolineo questo perché, come
ci ha fatto notare la Dottoressa
Sandra Zanelli, l’approccio che noi
mamme abbiamo nei confronti dei
figli è sicuramente diverso da quello
dei papà ( nel bene e nel male).
Quindi sederci in una stanza ed
ascoltarci ha dato la possibilità a
tutti noi di aprirci a vedute nuove
su di noi e sui nostri figli. Ho già
partecipato ad incontri di questo
tipo e posso dire che ogni volta
si porta a casa “qualcosa” che
spero servirà ad arricchire il lungo
e impegnativo, ma entusiasmante
lavoro di noi genitori: quello di
educare.
DALLA SCUOLA MATERNA SACRA FAMIGLIA
Centro Estivo 2013
Come già avvenuto lo scorso
anno scolastico, per venire
incontro alle necessità delle
famiglie che si trovassero in
difficoltà per affidare i propri
figli nei mesi estivi, ma anche
per impegnare i nostri bambini
con attività ludico/educative,
piuttosto che poltrire in casa, si
propone il CENTRO ESTIVO, da
tenersi nel mese di Luglio.
Il servizio sarà attivo nel
mese di LUGLIO, dal 1 al 27 e
l’orario normale è fissato lunedì
al venerdì dalle ore 9.00 alle ore
16.00.
Il costo del servizio, è pari
all’attuale retta mensile più i
pasti.
Sarà possibile attivare
un servizio anticipato (7,30
-9,00) qualora vi siano sufficienti
richieste.
Al Centro Estivo possono
partecipare anche bambini non
frequentanti la nostra scuola
ma in età di scuola materna o
di nido, in questo caso affrettarsi
a chiedere informazioni presso
la scuola materna.
I nostri obbiettivi:
socializzazione, alla condivi-
Vita della Parrocchia
Sabato 23 marzo 2013
alle ore 9
gli alunni, gli insegnanti e i genitori
della scuola primaria “Maddalena
di Canossa” si recheranno alla
Pieve di Pontenove per un momento
di preghiera e di riflessione
sul Battesimo “PORTA DELLA FEDE”
e della vita cristiana a conclusione
del cammino fatto in Quaresima.
Seguiranno gli auguri dei bambini.
Voglio sottolineare anche, perché lo
ritengo molto positivo, l’aver deciso
tutti insieme di ritrovarci ancora da
soli, senza la coordinatrice, per
continuare ad allenarci all’ascolto
e alla condivisione delle gioie e
della fatiche.
Una mamma
sione delle esperienze extrascolastiche,
alla formazione
di un senso di “Comunità
aggregante”.
all’esplorazione dell’ambiente,
alla costruzione di esperienze
attraverso il gioco, a
riflessioni sul creato e sullo
stare insieme.
rispondendo alle necessità
lavorative delle famiglie
Vi aspettiamo !!!
Continuano le iscrizioni al nido,
alla sez. Primavera e alla Scuola
Materna.
Don Franco
vita nostra
21

Vita della Parrocchia
Bedizzole ha tra i suoi figli un personaggio
illustre, ben conosciuto
e stimato nella Chiesa italiana per
parecchi decenni nel secolo scorso,
il vescovo mons. Egisto Melchiori.
Nacque nella contrada di Sedesina,
il 16 febbraio 1879. Era figlio
di una famiglia povera; suo padre,
Faustino, era maniscalco e la
mamma, Cecilia Landi, casalinga
cucitrice. Nella sua famiglia non
c’era patrimonio di denaro, ma di
fede, tanto che, dei sei fratelli, tre
diventarono preti, Egisto, Domenico
e Bruno. Dell’educazione ricevuta
dalla mamma mons. Melchiori
fu sempre riconoscente. Ne 1956
scriveva: “Anche adesso che sono
vecchio e vescovo, mi augurerei,
nelle circostanze più difficili, di essere
sorretto dal consiglio della mia
povera mamma, che a stento sapeva
scrivere il suo nome, ma che
alla scuola delle Madri Canossiane,
aveva attinto tanta sapienza pratica
che nessun professore di Università
saprebbe comunicare”.
Il piccolo Egisto aveva desiderio di
entrare in seminario; si presentò ai
superiori con la mamma nel 1889,
ma dovette ritirarsi perché la famiglia
non poteva pagare la retta; si
ripresentò allora l’anno successivo,
raccomandato caldamente dal
parroco d. Giovanni Gregorini e fu
accettato. Si segnalò subito tra i
compagni per le ottime capacità
intellettuali, ma anche per particolare
vivacità. Nel 1894, in quinta
ginnasio, doveva indossare la veste
22 vita nostra
La Fondazione Melchiori
e la Scuola Materna S. Famiglia
ricordano il fondatore a 50°anni dalla morte
talare di chierico; ma il superiore
disse alla mamma che bisognava
sospenderla, perché suo figlio era
troppo irrequieto. La mamma dovette
riportarsi a casa, tristissima,
quel primo abito sacro da lei cucito
con tanto sacrificio. Il figlio Egisto,
vedendola così accasciata, rimase
profondamente colpito e capì il dispiacere
che le aveva recato: “Mai
quella donna m’è parsa vecchia
come allora», egli raccontava poi
e aggiungeva: “Io sono diventato
prete quel giorno!”.
Il giovane Egisto migliorò finalmente
la condotta e non ebbe più bisogno
di correzioni, tanto che diventò
uno dei primi della classe. Fu ordinato
sacerdote nel 1901 da mons.
Corna Pellegrini, vescovo di Brescia
e fu destinato all’insegnamento: divenne
vicerettore nel seminario minore
di S. Cristo nel 1902 e nel 1908
professore di teologia morale nel
seminario maggiore Santangelo.
Tra gli alunni teologi ebbe Giovanni
Battista Montini, il futuro Paolo VI.
Mentre era professore in seminario
fu nominato prevosto di S. Afra,
nel 1910. Nel 1919 diventò abate
di Pontevico, abbandonando l’insegnamento
in seminario. Nelle
due parrocchie riorganizzò il catechismo
in classi, istituì l’’oratorio, il
centro ricreativo, il circolo operaio,
una scuola di canto, una biblioteca,
il bollettino parrocchiale. Nella
zona fuori porta Cremona, verso
la ferrovia, dove abitavano famiglie
di operai, iniziò un orfanotrofio
per bambini, che avevano perso il
papà nella prima guerra. Avviò anche
a Pontevico un orfanotrofio.
Nel 1924 fu nominato vescovo a
Nola. Dopo la consacrazione a
Pontevico (15 giugno 1924) ricevuta
da mons. Giacinto Gaggia, egli
partì con entusiasmo per il suo nuovo
ministero. Nola contava 250 mila
abitanti, un centinaio di parrocchie
e circa 200 sacerdoti. Era una dio-
Mario Trebeschi
cesi dove non c’erano gli oratori,
né l’Azione Cattolica, né le classi
di catechismo; i sacerdoti restavano
nelle loro famiglie, le canoniche
erano poche, e non c’erano case
per i curati. L’attività religiosa consisteva
in riti, devozioni, manifestazioni
di musiche e luminarie. Il vescovo
Melchiori dovette rimboccarsi le
maniche, per fornire le parrocchie
di oratori, catechismo, gruppi cattolici
e sacerdoti preparati. Incontrò
per questo non lievi ostacoli. A
Nola iniziò un orfanotrofio femminile
(1928), tenuto dalle Canossiane, e
uno maschile (1933).
Nel 1934 fu trasferito vescovo a Tortona,
dove entrò il 6 marzo 1935.
Qui trovò una diocesi più simile a
quella bresciana: vi erano attività
avviate, anche se solo abbozzate,
come gli oratori, il catechismo, i
gruppi del movimento cattolico, la
buona stampa. Egli, che era stato
accolto come un “vescovo catechista”,
lavorò come vero pastore
in mezzo al suo popolo e fu in perenne
visita pastorale; compì, infatti,
cinque visite in trent’anni.
Le sue iniziative non si contarono
più: riattivò il convitto ecclesiastico
dei sacerdoti novelli (1935); avviò
la Casa del Sacro Cuore per gli
esercizi spirituale dei preti e dei laici
(1936), iniziò l’Ufficio Catechistico
Diocesano (1935), volle la fondazione
degli oratori in ogni parrocchia,
favorì la devozione alla Madonna
e la partecipazione ai sacramenti
(Anno Mariano nel 1954, Anno Lourdiano
nel 1958), organizzò convegni
per i gruppi di Azione Cattolica
e vari congressi catechistici. Tenne il
Sinodo diocesano nel 1948. In riconoscenza
di tanta attività, la Santa
Sede gli attribuì i titolo di arcivescovo
(1949).
Un suo collaboratore, mons. Aldo
del Monte, poi vescovo di Novara,
nel 1955 elencava i risultati di
questa intensa attività di Melchiori:

l’Azione Cattolica, al suo ingresso,
contava un numero esiguo di iscritti,
ora 30 mila; gli oratori erano cinque
o sei, ora c’erano in tutte le parrocchie;
il catechismo era tenuto solo
in Quaresima e Avvento, ora si svolgeva
in tutte le domeniche, diviso
in classi e con specifici programmi.
Anche se tanto impegnato, il vescovo
bedizzolese non dimenticò
mai la propria parrocchia di origine.
Vi ritornò spesso, per qualche periodo
di riposo, o invitato dal parroco
don Antonio Bontacchio e dai sacerdoti,
per amministrare le cresime
e per particolari celebrazioni. Circa
due mila ragazzi di Bedizzole furono
cresimati da lui. Egli venne nel suo
paese in occasione del bicentenario
della traslazione della Madonna
del Lazzaretto al santuario di Masciaga
(1941); nel settembre 1942,
a ricordare la beatificazione della
Canossa, avvenuta il 7 dicembre
1941; nel 1951, per la Peregrinatioo
Mariae, il suo 50° di messa, il 25° di
parrocchiato di don Bontacchio e
il bicentenario della parrocchiale;
nel 1952 per il Congresso eucaristico
vicariale (7-14 settembre); nel
1955, per ordinare sacerdote d.
Francesco Soncina; nel 1956, nel
centenario della fondazione delle
Canossiane; nel 1957, per il quinquennale
della Peregrinatio Mariae.
A Bedizzole, mons. Melchiori volle
dare un’opera importante, che
aveva iniziato in altre diocesi e
parrocchie, l’orfanotrofio, che intitolò
alla S. Famiglia. Egli vendette
la casa di Brescia, in cui aveva
aperto un orfanotrofio e comperò
una casa a Bedizzole dalla famiglia
Lorenzoni, a Sedesina, nel 1932, e la
adattò ad orfanotrofio per fanciulle.
L’orfanotrofio era sostenuto da
monsignore stesso, dai fratelli don
Domenico e don Bruno, dal fratello
Leopoldo, come amministratore.
Alla direzione fu chiamata, all’inizio,
la benemerita signorina Domenica
Pezzaioli di Novagli. Nell’aprile 1934
vi entrarono tre suore Antoniane di
Nola. Quando Melchiori fu trasferito
a Tortona, invitò le suore Piccole
Figlie del S. Cuore, di Sale, a prenderne
la direzione. Quando l’orfanotrofio
smise la sua attività, l’istituto
si orientò verso la scuola materna e
il doposcuola, rimanendo tuttavia
ente “Orfanotrofio S. Famiglia”, costituito
in Fondazione Onlus “Mons.
Egisto Melchiori”, nel 2001.
Mons. Melchiori espresse il suo affetto
per Bedizzole anche nel suo
stemma episcopale, in cui è riportata
la lettera “M” di Maria. Nella
sua prima lettera alla diocesi di
Nola (Immacolata 1924) scriveva.
“Avrete notato che sullo stemma, in
alto vi è il monogramma di Maria.
Esso dice tutta la fiducia ch’io pongo
nel suo patrocinio. Quante memorie
rievoca in me il nome di Maria!
Mi ricorda il caro santuario di
Masciaga del paese natio, al quale
guidato dalla mamma rivolgevo i
primi passi,e dove nei momenti più
difficili della mia giovinezza andavo
ad attingere forza per corrispondere
alla grazia della vocazione ecclesiastica”.
Il vescovo Melchiori morì alla sera
del 2 marzo 1963; durante la malattia
era stato visitato più volte dal
suo antico alunno, ora arcivescovo
di Milano, Giovanni Battista Montini.
I funerali si svolsero il 6 marzo 1963,
lo stesso giorno in cui aveva fatto
l’ingresso a Tortona nel 1935; allora
aveva detto: “L’episcopato che
inizio in mezzo a voi sarà veramente
fecondo, se di esso potrò essere
contento nel momento della morte”.
Mons. Egisto Melchiori fu un vescovo
pastore, sempre in visita alla
sua diocesi; fu un vescovo padre,
come dimostrano gli orfanotrofi da
lui aperti; fu un vescovo catechista
e predicatore, convinto della necessità
della parola di Dio per una
degna vita cristiana e parrocchiale;
nel 1949 scriveva: “Le parrocchie
che mancano di catechismo, sono
esposte al pericolo di veder domani
le chiese deserte”.
Mons. Martino Canessa
Vescovo di Tortona
Vita della Parrocchia
Venerdi 3 maggio ore 20,30
Conferenza
su Mons. Melchiori
presso la Fondazione Melchiori
(Scuola Materna Sacra Famiglia)
Sabato 4 maggio ore 20,30
in Parrocchia
Concerto *
a cura del coro del
Conservatorio di Brescia
Mercoledì 8 maggio ore 20,30
in Parrocchia
Solenne Concelebrazione
presieduta da
S. E. Mons. Martino Canessa
Vescovo di Tortona
(città dove fu Vescovo
Mons. Melchiori per 28 anni)
* Programma Concerto
L’incanto
delle Voci
brani proposti di
W.A. Mozart - A. Caplet
Lo splendore
delle trombe
brani proposti di
G.F. Handel - A. Vivaldi
G.A. Aldrovandini
Bob Chilcott
Ensemble vocale
“I solisti” del
Conservatorio di Brescia
Direttore: Silvio Baracco
Soprano: Claudia Muschio
Trombe: Sergio Malacarne,
Carlo Sufflico, Riccardo Baracco,
Valentino Recalcati
Tastiera: Alessandro Costantini
Contrabasso: Paolo Mantini
vita nostra
23

Vita della Parrocchia
Questo è il tema che è stato scelto
per la 47ª Settimana Sociale dei
Cattolici Italiani che si terrà a Torino
nei giorni 12-15 settembre di
quest’anno. Tema che accompagna
le iniziative nella nostra zona
pastorale Morenica del Garda, a
fine aprile, fino alla S.Messa col Vescovo,
il giorno 1 maggio.
Il tema della famiglia è stato scelto
nella ferma convinzione che si tratti
di un tema centrale per il bene
comune del Paese, ricordando che
tale tema era già presente nei vari
punti dell’agenda proposta alla
Settimana Sociale di Reggio Calabria:
l’attualità di quell’agenda
è stata confermata dal dibattito
proseguito in questi due anni ai vari
livelli istituzionali del Paese e dallo
sviluppo stesso degli avvenimenti.
Il lavoro di preparazione, di studio
e di discernimento – che proponiamo
a tutti, famiglie, singoli, associazioni,
movimenti e istituzioni, potrà
svilupparsi in molte direzioni, tra le
quali ci sembrano particolarmente
importanti le seguenti.
1. In primo luogo invitiamo a riprendere,
nella prospettiva della famiglia,
come soggetto di speranza e
futuro per la società italiana, i punti
già ricordati dell’agenda di Reggio
Calabria e riportati nel documento
conclusivo di quella Settimana
Sociale (nn. 12 – 17): intraprendere,
educare, includere, slegare la mobilità
sociale, completare la transizione
istituzionale.
Mi pare utile ricordarlo e invitare a
riprendere in considerazione il frutto
di quella corale riflessione del
mondo cattolico. Proprio di lì nasce
l’esigenza di mettere a tema la famiglia
in modo diretto e
centrale, come concreta continuità
con le riflessioni già fatte, nel
desiderio di declinare il tema del
24 vita nostra
La famiglia, speranza e
futuro per la società italiana
La diocesi celebra il 1° Maggio a Bedizzole con il Vescovo Luciano
bene comune su problemi particolarmente
urgenti per il Paese.
2. Sempre nella prospettiva della ricerca
continua del bene comune,
qui e ora, il tema della famiglia appare
quanto mai importante: tocca
i nodi antropologici essenziali
per il futuro della persona umana;
costituisce un pilastro fondamentale
per costruire una società civile
davvero libera, a cominciare dalla
libertà religiosa e da quella educativa;
è dunque condizione fondamentale
per una società dove i
diritti di tutti siano realmente rispettati.
Diritto alla casa, al lavoro, al sostegno
delle fragilità, della natalità.
3. La via della famiglia nel Matrimonio
è via esigente e affascinante,
fonte di gioia e di crescita;
per i cristiani poi il sacramento del
Matrimonio, con la sua grazia, diviene
sacramento di amore pieno e di
speranza.
4. Il tema della famiglia – e il ruolo
che la gran maggioranza delle famiglie
ha svolto e continua a svolgere
nella nostra società – chiama
in causa anche diversi aspetti economici
e ci aiuta a considerarli anzitutto
in rapporto al primato della
persona. Una fiscalità equa della
famiglia è un sogno che da decenni
è vanificato dai vari governi.
5. Tenendo presenti tutti gli aspetti
sopra ricordati, nella prossima Settimana
Sociale vorremmo parlare
di famiglia in modo speciale nella
prospettiva specifica e propria
delle Settimane Sociali, che oggi
significa ad esempio: ascoltare la
speranza che ci viene dal vissuto
di tantissime famiglie; riconoscere
la famiglia come luogo naturale
e insostituibile di generazione e di
rigenerazione della persona, della
società e del suo sviluppo anche
materiale; essere concretamen-
te vicini ed essere percepiti come
vicini dalle famiglie – genitori e figli
– che soffrono per i motivi più
diversi; valorizzare la prospettiva
presente nella nostra Costituzione
Repubblicana in favore della famiglia
fondata sul matrimonio di un
uomo e una donna; riconoscere e
tutelare sempre e in primo luogo i
diritti dei figli; considerare ritardi e
inadempienze politiche, legislative
e organizzative cui non sono stati
estranei purtroppo in alcuni casi gli
stessi cattolici e le istituzioni; mettere
in evidenza il legame che unisce
il “favor familiae” con il bene comune
e lo sviluppo del Paese, al di là di
pregiudizi e ideologie, per cogliere
le tante ragioni condivisibili da molti,
ben oltre gli schieramenti, le posizioni
culturali e religiose.
Nei prossimi mesi sarà pubblicato,
com’è ormai tradizione delle Settimane
Sociali italiane, il documento
preparatorio per la Settimana di Torino,
nel quale saranno offerti alcuni
approfondimenti che ci aiutino a
giungere a tale evento portando i
frutti di un discernimento veramente
corale ed espressivo della fede,
dell’impegno e dell’esperienza
positiva del vasto mondo–famiglia
che vive ed opera in Italia.
Ci affidiamo fin d’ora alla preghiera
di tutti e all’intercessione di Maria,
Regina della famiglia, Vergine
Consolata e Madre della Consolazione;
dei numerosi Santi che negli
ultimi due secoli hanno esercitato
in modo meraviglioso la carità sociale
a Torino e in tante parti del
mondo.
Accanto a noi sentiamo anche la
presenza e la preghiera dei Santi e
Beati laici che la Chiesa ci propone
come preziosi punti di riferimento
per il nostro tempo: Santa Gianna
Beretta Molla, il Beato Giuseppe

Tovini, i Beati coniugi Luigi e Maria
Beltrame Quattrocchi, il Beato Alberto
Marvelli, il Servo di Dio Rosario
Livatino e tutti gli altri che hanno
vissuto la chiamata alla santità
vivendo ogni giorno il loro impegno
familiare e sociale percorrendo
le strade delle nostre città.
Cari amici, vi invitiamo a compiere
insieme a noi questo percorso.
Il vostro contributo è importante.
Accrescerà l’energia e l’entusiasmo
che raccoglieremo lungo il
cammino di preparazione della
47ª Settimana Sociale: in questo
modo da Torino potranno giungere
segnali forti, proposte argomentate
e risposte chiare in questa
stagione di ricostruzione che ha
fame di fiducia e di futuro. Una
fame che la famiglia può contribuire
a soddisfare.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Gruppo Famiglie e Giovani Coppie
17 marzo
Ritiro Spirituale
in preparazione
alla Pasqua
“Centro Mericianum”
Desenzano
domenica 7 aprile
Giornata Zonale
delle FAMIGLIE
domenica 5 maggio
Pellegrinaggio
per tutte le famiglie
1 MAGGIO 2013 FESTA DEL LAVORO
LA FAMIGLIA E IL LAVORO - C’è Futuro
Martedì 16 aprile ore 20.30
Teatro dell’oratorio, Nuvolera
“FAMIGLIA E LAVORO OGGI”
Intervengono: Giovanna Mantelli
(Cisl) - suor Pia Pellucchi,
suora operaia, e Marco Lancini
Mercoledì 17 aprile ore 20.30
Cinema Paolo VI
Parrocchia S. Michele – Prevalle
CINEFORUM “LAVORO OGGI?”
a cura di Falco sr Raffaella,
Suora operaia
Giovedì 18 aprile – ore 20.30
Parrocchia Carzago Riviera
“NUOVA ECONOMIA FAMIGLIARE:
G.A.S E NUOVI STILI DI VITA ”
Interviene Giacomo Mantelli,
Responsabile Ambiente Acli Brescia
Venerdì 19 aprile ore 20.30 -
Auditorium S. Maria, Gavardo
“LA FISCALITÀ SULLA FAMIGLIA”
On. Mario Sberna – parlamentare
Venerdì 19 aprile ore 20.45
Teatro Oratorio, Villanuova sul Clisi
“DA LE SES A LE DO, DA LE
DO A LE DES” – atto unico di
Silvio Gandellini ed Enrico Re
– Quando il teatro racconta
il lavoro. Ingresso gratuito
Martedì 23 aprile - ore 20,45
Santuario di Paitone
Veglia di preghiera
Mercoledì 24 aprile – ore 20.30
presso Centro Parrocchiale,
Bedizzole
“IMPRESA - LAVORO - FAMIGLIA”
- Incontro per imprenditori
Intervengono: Torri Enzo (Cisl)
Daniela Bandera (Imprenditrice)
Vita della Parrocchia
CAMPO FAMIGLIE
14 - 15 - 16
giugno 2013
domenica 28 aprile
Incontro Giovani
Coppie
domenica 26 maggio
Festa a conclusione del
Cammino Giovani Coppie
ore 16,00 Messa
al Santuario di Masciaga
e Merenda insieme
al Mandorlo
Diocesi di Brescia – Ufficio
per l’impegno sociale
Zona Pastorale XV
“Morenica del Garda”
1 MAGGIO 2013 –
FESTA DEL LAVORO
Ore 16 presso
“Meccanica PI.ERRE”
Via Borello – Bedizzole
S. Messa del Vescovo
Mons. Luciano Monari
IN PREPARAZIONE ALLA
47° SETTIMANA SOCIALE DEI
CATTOLICI
TORINO - SETTEMBRE 2013
vita nostra
25

Vita della Comunità
Dalla Biblioteca
Comunale
Colgo questa opportunità che, con
l’invito a svolgere alcune considerazioni
sulla biblioteca, mi viene offerta
dal notiziario parrocchiale “Vita
Nostra” per portare all’attenzione
dei lettori il preambolo del “Manifesto
UNESCO sulle biblioteche pubbliche”.
Si tratta, com’è facile intuire, di un
documento di fondamentale importanza
per quanti, a diverso titolo,
si occupano di biblioteche pubbliche,
che fornisce un quadro di riferimento
al quale ispirarsi e con il quale
confrontare scelte ed operato,
ma che al tempo stesso, proprio per
la sua natura di manifesto, si rivolge
ad ognuno di noi.
Così esordisce il “Manifesto”:
-
sono valori umani fondamentali.
Essi potranno essere raggiunti solo
ni
ben informati di esercitare i loro
diritti democratici e di giocare un
cipazione
costruttiva e lo sviluppo
della democrazia dipendono da
un’istruzione soddisfacente, così
come da un accesso libero e senza
limitazioni alla conoscenza, al pensiero,
alla cultura e all’informazione.
La biblioteca pubblica, via di accesso
locale alla conoscenza,
costituisce una condizione essenziale
per l’apprendimento
permanente, l’indipendenza nelle
decisioni, lo sviluppo culturale
dell’individuo e dei gruppi sociali.
Questo Manifesto dichiara la fede
26 vita nostra
dell’UNESCO nella biblioteca pubblica
come forza vitale per l’istruzione,
la cultura del’informazione e come
agente indispensabile per promuovere
la pace e il benessere spirituale
delle menti di uomini e donne.
ni
nazionali e locali a sostenere le biblioteche
pubbliche e a impegnarsi
attivamente nel loro sviluppo. […]
Con estrema chiarezza queste parole
ci presentano la biblioteca
pubblica nel suo ruolo di istituto della
democrazia. La sua funzione assume
qui un significato ed una rilevanza
che vanno ben al di là di quelli
che potrebbero venire ad essa attribuiti
sulla base di valutazioni esclusivamente
di ordine pratico, quali,
ad esempio, l’utilità momentanea,
la convenienza economica o la
personale propensione alla lettura.
Tutti criteri che non vanno ignorati,
sia chiaro, ma che non bastano, da
soli, a restituirci pienamente il senso
della biblioteca in quanto istituzione
pubblica, il suo essere espressione
e garanzia di fondamentali diritti di
ogni cittadino. Similmente, a coloro
che si trovano ad amministrare o
a gestire una biblioteca pubblica,
queste stesse parole aprono un orizzonte
decisamente più ampio verso
il quale guardare e dirigersi e fanno
intravvedere un percorso più impegnativo,
ma certamente più ricco di
significato.
Guardando ora alla nostra realtà, è
possibile affermare, pur senza ignorare
quanto ancora rimane da fare
per un armonico sviluppo del servizio
ed il suo pieno radicamento nel
territorio, che la biblioteca di Bedizzole,
nell’anno appena trascorso,
ha confermato la sua capacità di rispondere
concretamente ai bisogni
della cittadinanza e di essere per la
propria comunità un solido punto di
riferimento .
In base ai principali indicatori di funzionamento
riguardanti l’attività del
2012, si rileva che si sono iscritte alla
biblioteca oltre 1.600 persone (con
un incremento di oltre il 5% rispetto
al 2011), di cui 1.550 circa hanno
usufruito del servizio di prestito. 283
utenti (dei 1.626 che si sono iscritti
nel corso del 2012) hanno utilizzato
le postazioni informatiche al pubblico,
per un totale di oltre 2.170 accessi.
Complessivamente sono stati dati in
prestito 14.416 volumi (+ 3% rispetto
al 2011), in massima parte appartenenti
al patrimonio dalla biblioteca,
tranne una quota del 15% circa, proveniente,
attraverso il prestito interbibliotecario,
da altre biblioteche,
per lo più appartenenti alla Rete
Bibliotecaria Bresciana.
Complessivamente le presenze in
biblioteca nel corso del 2012, calcolate
attraverso tre rilevazioni eseguite
in altrettante settimane campione,
sono state oltre 14.000.
Nel corso del 2012 sono stati acquistati
quasi 800 nuovi volumi, mentre
un centinaio (133 per l’esattezza)
sono stati acquisti in seguito a dono
da parte di enti, istituzioni o privati
cittadini. E’ stato inoltre sottoscritto
l’abbonamento a 33 pubblicazioni
periodiche (tra cui 3 quotidiani).
Il tutto è andato ad incrementare
una dotazione documentaria che
attualmente supera le 24.000 unità.
Questi, molto sinteticamente, i numeri
che caratterizzano un anno di
attività. Numeri che mostrano una
sensibile crescita del servizio in termini
di offerta, sia pure in un contesto
in cui le difficoltà economiche
si sono fatte sentire ad ogni livello,
comprese le finanze degli enti locali.
Ricordo, a conclusione di queste
poche righe, che nel settembre
2012 , a cura della Provincia di Brescia,
che coordina l’attività della
Rete Bibliotecaria Bresciana (rete
di cooperazione comprendente le
biblioteche di quasi tutti i Comuni
della Provincia, alcune biblioteche

speciali – scolastiche e non – e che
ha un solido rapporto di partenariato
con la rete bibliotecaria della
provincia di Cremona), è stato sostituito
il programma informatico di
gestione della biblioteca. Questa
operazione ha introdotto interessanti
novità nel catalogo pubblico
(OPAC) della Rete bibliotecaria
Bresciana, raggiungibile all’indirizzo:
http://opac.provincia.brescia.it
Si tratta di un sito completamente
rinnovato che non si presenta più
come un semplice catalogo per la
localizzazione dei documenti (libri,
audio, dvd, ecc.), ma come un vero
e proprio portale delle biblioteche
della Rete Bibliotecaria Bresciana e
Cremonese, da cui è possibile, oltre
ad eseguire la ricerca a catalogo,
prenotare direttamente da casa libri
o altre tipologie di documenti di
qualsiasi biblioteca appartenente
all’area di cooperazione, chiedendone
l’invio presso la propria biblioteca
di ritiro, partecipare alle discussioni
del forum dei lettori, prendere
visione delle iniziative organizzate
dalle biblioteche per promuovere la
lettura ed il proprio territorio, inoltrare
alla propria biblioteca proposte
di acquisto.
Concludo ringraziando quanti hanno
avuto la compiacenza di seguirmi
in questa breve esposizione ed
invitando coloro che ancora non la
conoscono a scoprire la loro biblioteca.
GEMELLAGGIO BEDIZZOLE – ROUEN:
Bedizzole - Rouen: 1000 kilometri
per due cittadine distanti ma, a breve,
unite da un patto di reciprocità
fatto di scambi interculturali, sociali
ed economici il cui obbiettivo è l’azione
comune per la pace e la solidarietà.
Un legame ben saldo che
diventerà realtà grazie al comitato
pro gemellaggio: una delegazione,
composta dai sindaci di Bedizzole,
Manerba e Polpenazze, da tre consiglieri
del Comune di Bedizzole ed
altri due membri, partirà domenica
17 marzo alla volta dell’Alta Normandia.
La delegazione getterà le
basi istituzionali utili alla realizzazione
di un gemellaggio tra i Comuni
di Bedizzole, Manerba, Polpenazze,
Moniga, Padenghe e Soiano. Tra i
principali obbiettivi della missione
vi sono la creazione di nuovi rapporti
di scambio con le popola-
IN MISSIONE
zioni locali coinvolte nel progetto
a livello linguistico, sportivo e musicale,
nonché la costruzione della
futura rete tecnica - operativa del
progetto. È un progetto quello del
gemellaggio stellare che prende
vita aldilà di qualsiasi bandiera politica
e vuole sopravvivere alle amministrazione
future del paese, il cui
scopo è quello di promuovere un
“Distretto Valtenesi allargato” ovvero
un territorio simile per morfologia
ed assetto economico - turistico.
Bedizzole, grazie alla posizione geografica
ideale che permette di
raggiungere comodamente innumerevoli
mete turistiche e culturali
del Lago di Garda, ha come motore
centrale della sua economia
l’agricoltura e l’industria: punti di
incontro questi che uniscono Bedizzole
al capoluogo della Senna
Vita della Comunità
BIBLIOTECA COMUNALE PRIMO LEVI
via Alcide De Gasperi, 2 – Bedizzole
Tel.: 030.675323 - Fax: 030.6876665
biblioteca@comunebedizzole.it
(vedi: servizi del territorio >
servizi culturali, biblioteca)
Orario: da mar. a ven. 14,30-19;
I nostri servizi:
Prenotazione on-line dei libri della
Rete Bibliotecaria Bresciana e
Cremonese (richiedere abilitazione)
Accesso a Media Library On Line
(richiedere abilitazione)
Internet
Consulenza ed informazione
Visite guidate di presentazione del
servizio (su richiesta)
Corsi
Marittima francese. Rouen è situata
all’incrocio di importanti vie di comunicazione
stradali e ferroviarie, e
vanta importanti industrie nel settore
alimentare, petrolchimico, automobilistico
e cantieristico. Insignita
della légion d’honneur nel 1949, a
Rouen storia e cultura si intrecciano:
qui venne arsa viva la pulzella
d’Orléans Giovanna d’Arco e vi
nacquero il drammaturgo Corneille,
lo scrittore Flaubert e l’attuale presidente
della Repubblica francese
François Hollande.
Giovanni De Marco
vita nostra
27

Vita della Comunità
Nel precedente numero avete
potuto conoscere, attraverso
la nostra locandina, la nostra
associazione.
Per chi già ci conosce è stato un
approfondimento dei servizi che
possiamo offrire ma, per chi non
ha mai sentito parlare di noi, siamo
qui ora a raccontare un po’ della
nostra storia.
L’associazione “Il Faro” nasce una
decina di anni fa dall’iniziativa di un
gruppo di famiglie che convivono
con la disabilità di un famigliare.
Tutto è iniziato per il desiderio di
condividere esperienze, problemi,
dubbi, ostacoli da superare e
quanto comporta vivere una vita
nella diversità.
Dopo un inizio liberatorio fatto
di scambi, impressioni, parole,
desideri si è pensato di occuparsi
concretamente del benessere dei
nostri figli “inventando “ per loro
tutto ciò che poteva servire per
migliorare la loro vita all’interno
della comunità.
Sono nati perciò i vari corsi di
piscina, cavallo, linguaggio, musica,
danza, teatro; gli incontri in oratorio,
le uscite con gli educatori e quanto
può servire per l’integrazione dei
nostri ragazzi o semplicemente per
rendere più felice la loro vita.
Il progetto più ambizioso che
abbiamo in cantiere è la
realizzazione di una Casa Famiglia:
ora, dopo anni di progettazione,
stiamo finalmente iniziando i lavori.
La casa sorgerà a San Vito, tra
la scuola materna, la scuola
elementare e l’oratorio.
In questo progetto sono previsti
alloggi in camere per 4 persone,
un mini appartamento completo,
una sala da pranzo con soggiorno
e cucina.
La casa sarà anche circondata da
un ampio e luminoso giardino che
ci darà la possibilità di realizzare
un orto mirato alla vendita diretta
28 vita nostra
Associazione “ IL FARO ”
di ortaggi biologici. Il giardino darà
anche l’opportunità di ospitare degli
animali, molto utili per l’attuazione
della pet terapy, terapia attraverso
la quale si ottengono ottimi risultati.
Oltre a diventare sede operativa del
Faro, ospiterà i corsi ora già in atto
nella sede provvisoria; in particolare
sono attualmente attivi i corsi di
teatro danza, floricoltura, barman,
hobbystica, il sabato insieme e lo
sportello disabilità in collaborazione
con i Servizi Sociali del Comune di
Bedizzole e con i volontari ai quali
rivolgiamo sempre molta gratitudine.
L’Associazione Il Faro, con la
realizzazione di questa Casa,
desidera dare un aiuto concreto
alle famiglie che vivono la disabilità
nella vita di tutti i giorni. Questa
struttura, fortemente voluta dalla
nostra Associazione, è anche
pensata per il “Dopo di noi”, cioè
quando le famiglie non saranno
più in grado di occuparsi del loro
famigliare disabile.
Il sostegno si concretizza in primo
luogo con la proposta di giornate
di sollievo; queste consistono nel
dare ospitalità ai ragazzi per alcuni
periodi ( di solito il fine settimana)
per lavorare sul miglioramento della
loro autonomia e dare alle famiglie
un po’ di meritato riposo.
In tutto questo verranno coinvolte
altre realtà del territorio che
porteranno la loro competenza
quali i Servizi Sociali, enti che
hanno la possibilità di avere una
visione completa delle situazioni
di necessità e Cooperative che
operano nel settore della disabilità.
Gli spazi della struttura saranno
quindi a disposizione per realizzare
percorsi formativi/informativi,
diventando così una risorsa per
l’intera comunità.
Il nostro desiderio è di conoscere
le tante famiglie che, come noi,
vivono una condizione di diversità
e probabilmente hanno poche
possibilità di confidare i propri
problemi.
Uscire allo scoperto ed aprirsi
al prossimo, quando si vive una
situazione difficile come la disabilità
di un nostro caro, non è sempre
facile ma siamo sicuri, testimoni
della nostra esperienza e dei
risultati ottenuti, che condividere
un sentiero tanto in salita sia
più semplice se chi ci cammina
accanto può capire fino in fondo
le nostre emozioni

La Polisportiva
una realtà
che ha bisogno
anche di te
Anche quest’anno la Polisportiva
Bedizzolese è riuscita, tra
mille difficoltà, a portare a termine la
29° edizione della Rassegna Provinciale
del Carnevale Bresciano, che
ha portato a BEDIZZOLE più di duemila
persone a godere, per un giorno,
la spensieratezza del carnevale,
liberi, un giorno, dalle preoccupazioni
e difficoltà della vita quotidiana.
I carri non sono solo svago e basta,
ognuno rappresenta allegoricamente
un tema e lancia un messaggio
preciso. Basti pensare al titolo di
uno dei carri più belli che hanno sfilato
per le nostre vie domenica, proveniente
da Visano, “si spera in un
mondo migliore”. Titolo che è tutto
un programma e una denuncia verso
il mondo attuale. Il carro di Castenedolo,
invece, ha proposto “madre
natura”, mentre quello di Travagliato
“il ritorno alle origini”. Un bel spettacolo
molto partecipato.
Giusto il tempo di una piccola
sosta, ed ecco che dopo qualche
giorno gli infaticabili soci della Polisportiva
saranno di nuovo in campo
per collaborare alla buona riuscita
della manifestazione dell’8 marzo,
festa della donna, organizzata dal
Circolo Ippico Parco del Chiese
Agriturismo, che prevede l’esibizione
di audaci amazzoni destreggiarsi in
sella ai loro destrieri. Anche in questo
caso il divertimento è assicurato.
Il fitto calendario delle manifestazioni
che la Polisportiva ha in
programma prevede: - il primo maggio
il 5° Raduno delle auto d’epoca;
- il 9 giugno, la “Giornata Rosa Azzurra”,
giornata ciclistica dedicata alle
ragazze e ai ragazzi, manifestazione
giunta ormai alla 6° edizione; - il 16
giugno “la Ciclo Passeggiata” libera
a tutti e sempre il 16 giugno “ il Ciclo
Raduno” dei tesserati ACSI/UDACE.
Queste sono solo alcune delle manifestazioni
in programma per il 2013.
Una nota di biasimo. Sabato
2 marzo, presso il teatro dell’Oratorio,
abbiamo organizzato una bellissima
manifestazione: “Una Serata di Ricordi”,
che i Bedizzolesi si pentiranno
di aver perso. E’ stata senza ombra
di dubbio una magnifica manifestazione,
dove si è esibito un grande
pianista M°. Marco Paderni, dell’Orchestra
del Teatro alla Scala e di
grande showman, Gigi Franchini.
In questa occasione rivolgiamo
un rinnovato invito a tutti i Bedizzolesi
perchè si avvicinino alla Polisportiva.
La Polisportiva, Associazione
libera, ha bisogno di forze nuove. La
nostra sede è aperta tutti i giovedì
sera dalle 20.30 in via Montegrappa
(Ex Scuole Elementari), per informazioni
contattare Virgilio 3478286849,
oppure visita il NS sito www.polisportivabedizzolese.it.
Infine rivolgiamo un sentito
ringraziamento alla Parrocchia per
la disponibilità e la collaborazione,
al gruppo di ristoratori e tutti coloro
che collaborano con noi per la buona
riuscita delle nostre manifestazioni
in primo luogo l’Amministrazione
Comunale e tutte le Forze dell’ordine.
Vigilio Bazzoli
Vita della Comunità
DIOCESI DI BRESCIA
Ucio per la Catechesi
Commissione Catechesi attraverso l’arte
Lo splendore della fede
“Ci è spontaneo riconoscere in queste manifestazioni del genio umano
un qualche luminoso riflesso dello Spirito di Dio”
Giovanni Paolo II
Nell’Anno della Fede, “Lo Splendore della Fede” è l’iniziativa
che vuole orire uno spazio d’incontro con l’arte alla luce del
testo fondamentale della fede cristiana, il Simbolo degli apostoli.
Il progetto procede lungo il Credo con quattro tappe, in quattro
luoghi tra i più suggestivi del patrimonio artistico bresciano.
Martedi 14 maggio
ore 20,45
La Luminosa Presenza
Et in Spiritum Sanctum ...
Pieve di Pontenove
(Bedizzole)
Testo introduttivo:
Giacomo Canobbio
Commento Artistico:
Andrea Crescini
Voce recitante: Paolo Djago
Laboratorio di Canto
gregoriano della scuola
“Santa Cecilia” di Brescia
Direttore: Alberto Donini
Scelta testi letterari:
Paola Bandolfini
vita nostra
29

Vita della Comunità
Ultimo libro di
VIRGINIA
SORRENTINO
“M’incanta Serle”
Quinto libro di poesie
novembre 2012
La quota comprende:
30 vita nostra
dal 16 al 20 Settembre 2013
QUOTA di adesione euro 540,00
Hotel KATARINA**** - HOTEL MEDJUGORIE**** - HOTEL KOLOVARE**** camere doppie con servizi privati
Pensione Completa
Tassa di soggiorno dove richiesta
Visita GUIDATA 2 ore Trogir, Spalato, Medjugorie e Zara
Trasporto in pullman G.T.
Non comprende:
Bevande extra, entrate ai siti e musei, extra in genere
Supplementi:
camera singola suplemento 65,00
Programma dettagliato: vedi volantino in distribuzione
Per informazioni: don Franco e Madre Bruna
Riappare la luna
tra un tetto e l’altro
e grande
e splendente
sull’abito blu del cielo
illumina i miei passi
volutamente lenti
e mi tiene compagnia
PELLEGRINAGGIO IN
CROAZIA E MEDJUGORIE
1° Bedizzole/Spalato - 2° Spalato/Trogir - 3° Medjugorie
4° Medjugorie/Zara - 5° Zara/Bedizzole
1° Giorno BEDIZZOLE - SPALATO
Breve sosta per il pranzo a Fiume - Arrivo a Dugopolje in serata
2° Giorno SPALATO - TROGIR
Visita al centro storico di Spalato - il nucleo della città vecchia si raccoglie intorno al
porto. La principale attrazione è il palazzo Diocleziano costruito tra il 295 e il 305 d.C.
con la pietra bianca dell’isola di Brac.
3° Giorno MEDJUGORIE
Partenza per Mostar e visita del centro storico. Arrivo a Medjugorie e visita guida a
questo importante luogo di pellegrinaggi e tempo per assistere alle funzioni religiose.
4° Giorno MEDJUGORIE - ZARA
Mattinata per assistere alle funzioni religiose. Nel pomeriggio in partenza per Zara con
arrivo in serata.
5° Giorno Zara - Bedizzole
Mattina visita di Zara - Nel pomeriggio viaggio di ritorno
Iscrizioni presso le Madri Canossiane
entro il 30 giugno versando Euro 200,00.

La generosità Anagrafe Parrocchiale
MACELLERIA
Benedizione delle Ambulanze e dei Volontari del COSP
PER CERIMONIE
PASETTI GIANFRANCO
Piazza V. Emanuele II, 13
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Antica Trattoria
Loc. Bettoletto
“Al Mulino”
specialità di pesce
Grazie per ogni gesto
di generosità
Offerte dal 1 febbraio al 11 marzo 2013
Offerte settimanali
Candele
Funerali
Stampa Cattolica
Abbonamenti Giornale
Parrocchiale
Sponsor Giornale Parrocchiale
Corso Fidanzati
€
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€
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€
Offerte Pro Oratorio
1° domenica di febbraio
1° domenica di marzo
Gruppo Alpini
Contributo Comune
Oneri urbanizzazione
€
€
€
€
TAGLIANI
RINALDO
vita nostra
3.375,37
1.115,10
1.230,00
53,00
12.702,00
3.480,00
625,00
875,34
937,47
100,00
3.292,52
Sono tornati alla Casa del Padre
Lanfranchi Francesca di anni 86
Ferraresi Angelo di anni 84
Soncina Maria di anni 90
Bianchi Santa di anni 87
Cacace Renato di anni 81
Zanotti Fabrizio di anni 48
Zamboni Giulia di anni 89
Zanetti Felice di anni 89
Braga Alberto di anni 79
31

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