29 marzo - Comune di Oderzo
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E questo mi fa piacere ricollegarlo a quella che è la chiusura <strong>di</strong> quello che io considero ormai il nostro<br />
mandato che si volge verso la fine, perché deve essere un insegnamento proprio a trattare le persone con<br />
<strong>di</strong>gnità, senza mai offenderle. E questo è sintomo proprio <strong>di</strong> una cultura che forse in qualche modo ci sta<br />
abbandonando. Quin<strong>di</strong>, io ringrazio loro della loro presenza, naturalmente anche le loro famiglie che gli sono<br />
molto vicine. Gli auguro tutto il bene che posso augurare loro e, come mi ha detto Can<strong>di</strong>do, quegli anni che<br />
arrivano io li prendo. Quin<strong>di</strong> tutti quelli che il Signore le vorrà dare, a lei e anche alla signora, soprattutto che<br />
possiate viverli serenamente come state vivendo adesso e con l’amore della vostra famiglia. Grazie.<br />
PRESIDENTE:<br />
La parola al Consigliere <strong>di</strong> <strong>Oderzo</strong> Sicura, Dell’Aica.<br />
CONS. DALL’AICA:<br />
Grazie, Presidente. Solo per accodarmi anch’io a questi auguri che vengono fatti a questi due concitta<strong>di</strong>ni, in<br />
special modo a quello che conosco personalmente perché fin da bambino lo vedevo passare per Piavon<br />
essendo compaesano. Devo <strong>di</strong>re che da allora in poi lo vedo sempre uguale, sempre deciso, sempre fermo,<br />
sempre <strong>di</strong>ciamo sicuro <strong>di</strong> quello che fa, però d’altro canto ti infonde sempre questa tranquillità, questa pace<br />
quando lo ve<strong>di</strong> e quando ci parli assieme, che è un qualcosa veramente <strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nario. E devo <strong>di</strong>re che<br />
questa peculiarità la trovo poi anche trasmessa ai figli, quelli che perlomeno conosco personalmente, e anche<br />
con Ulderico che ho avuto modo <strong>di</strong> conoscere in particolar modo giocando a calcio, la pazienza che ha e<br />
penso che abbia ere<strong>di</strong>tato appunto dal padre. Per questo gli faccio sinceramente i miei complimenti e,<br />
pubblicamente ancora, ho il piacere <strong>di</strong> fare e rinnovare gli auguri per questi cento anni e forza per altri<br />
ancora eh! Grazie.<br />
PRESIDENTE:<br />
Dico due parole anch’io riguardo i nostri due ospiti centenari qua, perché anch’io essendo <strong>di</strong> Piavon conosco<br />
in special modo Can<strong>di</strong>do Zanardo, non solo siamo compaesani ma abitando lui in via Ronche <strong>di</strong> Sotto siamo<br />
anche vicini <strong>di</strong> casa. Quin<strong>di</strong>, io sono abituato a vederlo fin da quando ero bambino. Sì, <strong>di</strong> solito si <strong>di</strong>ce i<br />
bambini basta che vedano una persona <strong>di</strong> trent’anni e subito la giu<strong>di</strong>cano <strong>di</strong> chissà quale età. Ma quand’ero<br />
bambino io, io credo che non si offenda, lui era veramente anziano e quin<strong>di</strong> anch’io, come <strong>di</strong>ceva il collega<br />
Dell’Aica, negli anni lo vedo sempre uguale, me lo ricordo come un vecchio saggio, sempre pronto a darti<br />
qualche consiglio, sempre pronto alla battuta. Sapeva veramente trattare con i bambini, e quin<strong>di</strong> in tutti<br />
questi anni io l’ho sempre visto così. Poi da ultimo vorrei <strong>di</strong>re che io spero che nella ricetta per arrivare a<br />
cent’anni così, il motivo principale sia appunto l’aria che si respira in via Ronche <strong>di</strong> Sotto, ecco. Va bene,<br />
auguri ancora e complimenti!<br />
Proseguiamo con la cerimonia, <strong>di</strong>rei che possiamo passare alle firme nel libro d’onore del <strong>Comune</strong>, poi la<br />
foto. Allora adesso facciamo la foto, la facciamo magari accanto alla torta, e poi brevemente ci sposteremo<br />
nella saletta accanto alla sala consiliare per brindare in onore dei nostri concitta<strong>di</strong>ni centenari, una fettina <strong>di</strong><br />
torta per tutti. Siete tutti invitati, naturalmente anche gli studenti della quarta ginnasio.<br />
La parola al Sindaco.<br />
SINDACO:<br />
Io sono stato molto vicino ai due centenari perché magari penso che, se essere centenari si può pensare a<br />
qualcosa <strong>di</strong> contagioso, mi prendo subito questa malattia e pensare <strong>di</strong> poter arrivare a cento anch’io, e poi<br />
anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>vulgarla agli altri. Avete visto che hanno firmato, e hanno firmato anche senza occhiali e hanno<br />
letto quello che hanno firmato. Quin<strong>di</strong> bene. Adesso io, compiacendomi ancora con voi per la vostra età, per<br />
come la portate e per la vostra esperienza e la vostra saggezza, <strong>di</strong>rei <strong>di</strong> seguire l’in<strong>di</strong>cazione che ha dato il<br />
Presidente e <strong>di</strong> passare alla foto e al taglio della torta.<br />
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