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sto; deve riconoscere l’autorità qual<br />
grazia per risalire e attuare il disegno<br />
divino e, insieme, impegnarsi nel promuoverla<br />
per renderla meno alienata<br />
dai voleri di Dio; avere fede che nella<br />
gerarchia è presente il Signore e,<br />
contemporaneamente, sapere che il<br />
volto di Dio in Cristo è ineffabile; abbandonarsi<br />
all’obbedienza come alla<br />
via per acquisire la libertà cristiana e,<br />
insieme, impegnarsi ad andare al di là<br />
della persona del superiore, per non<br />
cadere nel servilismo.<br />
■ Anche Giovanni Paolo II nell’esortazione<br />
apostolica Pastores dabo vobis<br />
(n. 28) suggerisce ai presbiteri di conformare<br />
la propria vita sacerdotale<br />
all’obbedienza di Cristo: «Tra le virtù<br />
che più sono necessarie nel ministero<br />
dei presbiteri, va ricordata quella<br />
disposizione d’animo per cui sempre<br />
sono pronti a cercare non la propria<br />
volontà, ma il compimento della volontà<br />
di Colui che li ha inviati». Il testo<br />
non usa esplicitamente la parola<br />
obbedienza ma la evoca con l’invito<br />
contenuto nella locuzione «cercare la<br />
volontà di Colui che li ha inviati». Il<br />
presbitero è chiamato a riconoscere<br />
la struttura gerarchica della Chiesa e a<br />
riservare “filiale rispetto e obbedienza”<br />
al sommo Pontefice, al Collegio<br />
episcopale e in particolare al suo Vescovo.<br />
La libera sottomissione all’autorità<br />
gerarchica non va confusa con<br />
scelte demagogiche, ma va esercitata<br />
con trasparenza evangelica. La divina<br />
rivelazione, l’esperienza umana e la<br />
sapienza popolare possono concordemente<br />
confermare che tra la virtù<br />
dell’obbedienza e il servizio dell’autorità<br />
o del comando c’è un legame<br />
inscindibile, che ci consente di richiamare<br />
la nota sentenza: «Chi non<br />
sa obbedire non sa comandare». Dio<br />
sorgente dell’amore assista i pastori<br />
e le comunità loro affidate, perché<br />
“non manchi al gregge la sollecitudine<br />
del pastore e al pastore la docilità<br />
del suo gregge”.<br />
Per accogliere, guidare e soprattutto<br />
far conoscere il Santuario<br />
di Pompei e la sua storia ai fedeli<br />
che vi giungono ogni giorno in<br />
pellegrinaggio, nasce nel 1998,<br />
l’Associazione “Pompei Tourist<br />
Tutors”. L’Associazione, come<br />
si legge nel suo atto costitutivo, è<br />
indipendente, apolitica e non ha<br />
fini di lucro. I 15 volontari che ne<br />
fanno parte sono tutti ragazzi di età<br />
compresa tra i 20 e i 30 anni che<br />
per passione, ma soprattutto per il<br />
grande amore che nutrono per la<br />
Vergine e il beato Bartolo Longo,<br />
si impegnano nella diffusione della<br />
conoscenza della storia del Longo e<br />
I Pompei Tourist Tutors<br />
Volontari del Santuario<br />
della sua opera fondatrice. Nel corso<br />
degli anni l’Associazione ha lavorato<br />
in stretto contatto con l’ufficio di<br />
Rettorato del Santuario di Pompei,<br />
per accompagnare i pellegrini in<br />
un dettagliato viaggio attraverso<br />
i tesori artistici del Santuario,<br />
senza dimenticare la dimensione<br />
spirituale, facendo rivivere ai fedeli<br />
il cammino di fede compiuto dal<br />
Beato, culminato nella nascita della<br />
Nuova Pompei e il suo santuario.<br />
L’Associazione, i cui responsabili<br />
sono Giuseppe Di Paola e Vincenzo<br />
Di Martino, periodicamente<br />
organizza incontri-studio sulla storia<br />
del fondatore Bartolo Longo.<br />
Roma: Papa Benedetto XVI<br />
con i Giudici della Rota Romana<br />
Il Tribunale della Rota Romana a Pompei<br />
S. E. Mons. Antoni Stankiewicz ,<br />
e Mons. Carlo Liberati<br />
sull’eccezionale figura di Santa<br />
È Caterina da Siena, Vergine e Dottore<br />
della Chiesa e Patrona d’Italia,<br />
che si è soffermato mons. Carlo Liberati,<br />
Arcivescovo Prelato e Delegato<br />
Pontificio di Pompei, durante l’omelia<br />
pronunciata il 29 aprile, festa del-<br />
la Santa, in occasione della visita al<br />
Santuario mariano del Tribunale della<br />
Rota Romana. «Amore per Dio,<br />
contemplazione di Cristo crocifisso,<br />
servizio della Chiesa: la liturgia - ha<br />
detto mons. Liberati - riassume in questi<br />
termini la vita e l’azione di Santa Ca-<br />
terina». Il Prelato ha, poi, sottolineato<br />
come Caterina da Siena sia la Santa<br />
della fedeltà e della concretezza, spiegando<br />
che la concretezza è il “giusto<br />
rapporto tra ascolto, decisione e azione,<br />
è equilibrio tra orecchio e occhio,<br />
cuore e mani”.<br />
Invitando tutti a riflettere sulla forza<br />
della concretezza, l’Arcivescovo ha<br />
esortato i presenti a “non rimandare,<br />
ad agire qui e ora”, così come ha fatto<br />
la Vergine Maria. «I rimandi - ha, infine,<br />
detto mons. Liberati - ci logorano,<br />
ci marciscono dentro. L’uomo che non<br />
è concreto, è diviso, è pervaso da segrete<br />
paure. È pericoloso non fare ciò<br />
che va fatto e che è giusto e vero».<br />
La messa è stata concelebrata da S. E.<br />
mons. Velasio De Paolis, Arcivescovo<br />
Presidente della Prefettura per gli Affari<br />
Economici della Santa Sede, e dal<br />
Vescovo mons. Antoni Stankiewicz,<br />
Decano del Tribunale della Rota Romana.<br />
■ Marida D'Amora<br />
S. E. mons. Stankiewicz, S. E. mons. Velasio De Paolis,<br />
Presidente dell'APSA, e i Rev.mi Prelati Uditori a Pompei<br />
Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
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Anno 126 - N. 5 - 2010 [214] Il Rosario e la Nuova Pompei<br />
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Anno 126 - N. 5 - 2010 [215]