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DIZIONARIO<br />
DI ERUDIZIONE<br />
STORICO-ECCLESIASTICA<br />
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI<br />
SPECIALMENTE INTORNO<br />
AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI<br />
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA<br />
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E<br />
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,<br />
Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E<br />
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON<br />
CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.<br />
COMPILAZIONE<br />
DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO<br />
SECONDO AIUTANTE DI CAMERA<br />
DI SUA SANTITÀ PIO IX.<br />
YOL. LXXXIX.<br />
IN VENEZIA<br />
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA<br />
MDCCCL VI 11.
La presente e<strong>di</strong>zione e posta sotto la salvaguar<strong>di</strong>a delle leggi<br />
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, <strong>di</strong> cui<br />
l'Autore intende godere il <strong>di</strong>ritto, giusta le Convenzioni<br />
relative.
DIZIONARIO<br />
DI ERUDIZIONE<br />
STORICO -ECCLESIASTICA<br />
VEI<br />
V,EIO o VEII, Fej'us. Antichissima<br />
citlà già vescovile, e già forte, polente e<br />
ricca, una delle 12 principali dell'Etru-<br />
ria o Toscana (F".). L'ampio suo terri-<br />
torio, detto ampia regio, confinava al-<br />
l'oriente col Tevere {?.), a settentrione<br />
con quello de' Falisci, de'Capenati e de'<br />
Sulrini ; ad occidente con Ceri; ed a mez-<br />
zogiorno con Lorio (fra Bonaccia e Castel<br />
<strong>di</strong> Guido dell' Ospedale <strong>di</strong> s. Spirito, secondo<br />
Commanville sede vescovile nel V<br />
secolo, de'quali luoghi parlai anche nel<br />
voi. LI, p. 88, degli altri l'andrò <strong>di</strong>cendo),<br />
Bebiana (fra Lorio, e Alsium oggi Palo,<br />
<strong>di</strong> cui ancora parlai in più luoghi), Fre-<br />
gene (ora tenuta <strong>di</strong> Maccarese óe'Rospi-<br />
gliosi, confinante con Castel <strong>di</strong> Guido,<br />
poi colonia romana marittima, <strong>di</strong>versa da<br />
Fregella) e forse col mare Me<strong>di</strong>terraneo.<br />
Circa il 4° miglio da Roma, <strong>di</strong>ce il cav.<br />
Coppi, si vedono a destra vestigia d'an-<br />
tica strada, che talvolta fu delta Veien-<br />
tana. Venne paragonata ad Atene, la più<br />
celebre città <strong>di</strong> Grecia (/"'.), per la gran-<br />
dezza. Quale, Del Tosco impero già Capo<br />
e Regina, non che Ilclruriae Propu-<br />
VEI<br />
gnaculum, resistette per quasi 3 secoli e<br />
mezzo a Roma sua rivale, ad onta che<br />
non ne fosse <strong>di</strong>stante al più 1 2 miglia e<br />
mezzo circa, poiché nella tavola Peutingeriana<br />
è la <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> Veio da Roma<br />
<strong>di</strong> 12 miglia, e presentemente circa 11<br />
miglia per la via Cassia, alle quali aggiun-<br />
te l'una e mezzo della porla anticasi a-<br />
vi anno 12 miglia e mezzo. Presso il silo<br />
ove surse se ne vedono ancora le rovine,<br />
ed elevasi sopra una rupe, tagliata all'in-<br />
torno a picco, il castello che dalla sua li-<br />
brazione romantica ebbe il nome d'Iso-<br />
la unito a quello <strong>di</strong> Farnese, non forse<br />
perchè Paolo III Farnese ne <strong>di</strong>e il pos-<br />
sesso alla sua famiglia, il che secondo al-<br />
cuni si suppone senza potersi accertare;<br />
derivando piuttosto secondo me la più<br />
ragionevole congettura dalle vaste possidenze<br />
godute nelle vicinanze dalla medesima<br />
famiglia, come rilevai nel voi.<br />
XXXIII, p. 20i, me<strong>di</strong>ante lo stato <strong>di</strong> Caslro<br />
e <strong>di</strong> Ronciglione (V.) che dominò.<br />
Trovo bensì nel p. Eschinar<strong>di</strong>, Descri-<br />
zione <strong>di</strong> Roma e dell' Agro Romano, a<br />
p. 2o4>che il castello dell'Isola, era giù de'
4<br />
V E I<br />
ducili <strong>di</strong> Panna, e perciò dello Farnese,<br />
fortezza dell'antico Veio, circondala da<br />
un gran fosso; e <strong>di</strong> poi parlando dell'o-<br />
pere dotte del Piazza, del cav. Coppi e <strong>di</strong><br />
mg. r<br />
Nicolai, si vedrà <strong>di</strong>e questi l'affer-<br />
mano esplicitamente, non però che tale<br />
proprietà derivasse da Paolo III, essendone<br />
l'acquisto posteriore. L'Isola Farnese<br />
è una frazione del <strong>di</strong>stretto e Co-<br />
inarca <strong>di</strong> Roma (J^.), nella <strong>di</strong>ocesi sub-<br />
urbicaria <strong>di</strong> Porlo e s. Ruffino., e nel-<br />
la Statistica dell'anno i853 è registrata<br />
sotto Roma, soltanto essa e Fiumicino, e<br />
contenere 19 case, 20 famiglie, 7 5 abi-<br />
tanti, a motivo della cattiva aria nell'e-<br />
state, nella quale stagione si riducono a<br />
quasi 3o, e malgrado il sottostante fertile<br />
territorio : ma I' Isola Farnese non<br />
più figura nella successiva rettificata Sta-<br />
tistica numerativa delle popolazioni,<br />
del ministero dell'interno, de'i4 novembre<br />
1807, perchè le frazioni si compre-<br />
sero ne' comuni o appo<strong>di</strong>ali, <strong>di</strong> cui fanno<br />
parte, per non avere ammiuistrazione<br />
separata. Può vedersene il prospet-<br />
to nell'incisione prodotta daìV Albani <strong>di</strong><br />
Roma, t. i,p. 345. Ne'teojpi bassi però<br />
era molto più popolata e più vasta, come<br />
apparisce dalla rovina delle case a<br />
settentrione ov' è la porta delta Porto-<br />
naccio. Finché Veio fu nel suo florido<br />
stato ebbe il titolo giustamente <strong>di</strong> capo<br />
e frontiera sopra tutte le città dell' Etruria,<br />
la vera e unica metropoli della me-<br />
desima, mentre dopo la sua <strong>di</strong>struzione<br />
altre città etnische andarono fregiate del<br />
grado <strong>di</strong> capitale, come Perugia, Corto-<br />
na, Arezzo ec. Plutarco chiama Veio re-<br />
gina e capo, ossia metropoli della Tosca-<br />
na, d'armi e d' armate non punto infe-<br />
riore a Roma, s' intende alla Ptoma <strong>di</strong><br />
sua epoca. Che Veio fosse la più forte <strong>di</strong><br />
Toscana e d'Italia ancora, la più capa-<br />
ce a far fronte a' romani non tanto per-<br />
la sua vantaggiosa posizione, che per la<br />
sua celebre rocca, in excelsa et prerup/a<br />
Rupe, come la chiama Dionisio d' Ali-<br />
carnasso, l'asserisce Tito Livio. Che Veio<br />
V E I<br />
fosse fra tutte le altre della Toscana e<br />
dell'Italia antichissima e ricchissima, l'af-<br />
fermano Eutropio, Oliverio, Alier, Li-<br />
vio e altri. Veio era una città per testimonianza<br />
degli slessi romani piti bella <strong>di</strong><br />
Roma per la situazione, per la magnifi-<br />
cenza degli e<strong>di</strong>lìzi pubblici e privati, de'<br />
quali non ne vantava maggiori qualunque<br />
città in Europa, e per tante altre ra-<br />
gioni che si ponno rilevare nello stesso<br />
romano <strong>storico</strong> Livio, il quale parlando<br />
in persona de' romani che sdegnavano<br />
portarsi come relegati a fondar colonie<br />
uè' volsci, si contentavano <strong>di</strong> preferenza<br />
d'andare in Veio, benché allora ridotto<br />
da loro medesimi quasi un mucchio <strong>di</strong><br />
sassi e del tutto <strong>di</strong>sfatto. Non è quin<strong>di</strong> a<br />
meravigliare il gran numero degli scrit-<br />
tori che celebrarono i fasti <strong>di</strong> Veio e de'<br />
veienti, i quali affrontarono i romani va-<br />
lorosamente con varia vicenda, or vinci-<br />
tori e or vinti. I veienti più prossimi a<br />
Roma <strong>di</strong> frequente la danneggiarono, e<br />
tra' popoli confinanti forse mostrarono<br />
maggiore animosità nella vendetta, siccome<br />
<strong>di</strong>fesi da una città ben munita, po-<br />
tevano ad ogni opportunità invadere sac-<br />
cheggiando il territorio nemico, e ritirar-<br />
si sicuri dentro le proprie mura. I roma-<br />
ni, biasimando in altri ciò che alla loro<br />
volta praticarono,chiamavano questa ter-<br />
ribile forma <strong>di</strong> guerra ladroneccio, ed i<br />
veienti predatori, giungendo spesso le<br />
loro improvvise scorrerie, a modo <strong>di</strong> lam-<br />
po, fino alle porte <strong>di</strong> Roma. Quin<strong>di</strong> per-<br />
petuo rancore fra' romani e i veienti.<br />
Dichiara il eh. Campanari : Sopra una<br />
rupe alla e scoscesa, alle cui ra<strong>di</strong>ci scorrono<br />
T acque del fiume Cremerà, e dove<br />
sorgono oggi umili avanzi <strong>di</strong> povere fab-<br />
bricherà ri casolari e tugurii per vecchiez-<br />
za cadenti, sorgeva un ih la potente cit-<br />
tà <strong>di</strong> Veio, la feroce rivale <strong>di</strong> Roma, che<br />
per lo spazio <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 3 secoli resisten-<br />
do con ostinale e sanguinose battaglie al-<br />
la prepotente forza <strong>di</strong> lei, cedendo poscia<br />
al destino che minacciava già le altre cit-<br />
tà deli' Eli uria, a lei pure miseramente
VEI<br />
soggiacque. Era Veio la più forte della<br />
gente etnisca, della grandezza <strong>di</strong> Ateue<br />
(<strong>di</strong>ce il Zanclii che avea una circonval-<br />
lazione <strong>di</strong> 5 in 6 miglia; e il Nibby, che<br />
ne misurò 1' estensione, <strong>di</strong>chiara y mi-<br />
glia), e <strong>di</strong>stante non più che ioo sta<strong>di</strong><br />
da l'ionia, i 2 miglia e mezzo romane;<br />
ed è precisamente ad una tale <strong>di</strong>stanza,<br />
che nel luogo oggi chiamato Isola Far-<br />
O DO<br />
nf.se vuoisi riconoscere l' antica Veio.<br />
Quivi si vedono ancora a poca <strong>di</strong>stanza<br />
dalla città antichissimi sepolcri scavati<br />
da 1<br />
1 1 iti* primi abitatori nel vivo masso<br />
tlt-lle roccie, e avanzi <strong>di</strong> mura colossali,<br />
e resti d' antiche strade che accennano<br />
ove una volta fu la famosa Veio. Fu già<br />
gran <strong>di</strong>sputa fra gli archeologi de'lempi<br />
andati, se il luogo <strong>di</strong> Veio fosse questo,<br />
o se altrove fosse situata quella celebre<br />
città ; ma dopo le scoperte ivi fatte <strong>di</strong> la-<br />
pi<strong>di</strong> importantissime nel i 8 io e negli al-<br />
tii successivi anni, non è più questione<br />
fra'dotti, che il sito <strong>di</strong> Veio non sia quel-<br />
lo «teli' Isola Farnese. Fra'molti scrittori<br />
e illustratori <strong>di</strong> Veio e sue antichità, preferisco<br />
<strong>di</strong> scegliere a guida <strong>di</strong> questo mio<br />
cenno il dotto Nibby, Analisi <strong>storico</strong>-<br />
to/jografìco-anticf uaria della Cartarie'<br />
<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Roma, t. 3,p. 38o, non sen-<br />
za giovarmi all'opportunità <strong>di</strong> que' che<br />
ricorderò. Chiunque ha un'idea della stona<br />
romana, al nome <strong>di</strong> Veii entra nella<br />
curiosità <strong>di</strong> conoscere il sito <strong>di</strong> sì poten-<br />
te città degli etrusci, rivale <strong>di</strong> Roma lin<br />
da'tempi del suo fondatore, la quale con-<br />
tese a palmo a palmo il terreno a quel<br />
popolo invasore per 3 secoli e mezzo cir-<br />
ca, e lini coll'essere deserta. Questa bra-<br />
ni, i poi ha ben altra forza in coloro, che<br />
s'occupano della storia antica de'popoli<br />
italiani e de'monuoienti superstiti; im-<br />
perocché riconoscere il sito <strong>di</strong> Veii etnisca<br />
e le vestigia che ne rimangono,porta <strong>di</strong> ne-<br />
ce*silà l'incontrastabile conseguenza, che<br />
la storia romana de' primi 3 secoli non è<br />
una favola, come da alcuni si pretende<br />
con audacia sostenere ; e che trovando<br />
concorde lo stato delle cose esisteuli con<br />
VEI 5<br />
quello che narrano Dionisio, Livio e al-<br />
tri scrittori autorevoli, ragion vuole che<br />
si concluda essere questi scrittori veri-<br />
<strong>di</strong>ci ancora ne' fatti che più non esisto-<br />
no. Ora essendo il soggetto <strong>di</strong> tanta im-<br />
portanza da potersi dedurre conseguenza<br />
<strong>di</strong> tanto peso, non deve recar meraviglia,<br />
se i dotti de' secoli passati, come<br />
quelli del presente, s'affaticarono in rin-<br />
tracciar il sito della città con que' mez-<br />
zi eh' erano in loro poterete convien <strong>di</strong>-<br />
re a gloria <strong>di</strong> Veii, che niuna città antica<br />
dopo Roma abbia avuto tanti ingegni<br />
che ne abbiano indagato il sito, i monu-<br />
menti e la storia. Nel voi. XIII, p. 296,<br />
parlando <strong>di</strong> Civita Castellana^ registrai<br />
ad hoc l'opere <strong>di</strong> Cesarò, Corso, Maria-<br />
ni, Mazzocchi con 3 opere, Castiglione,<br />
Famiano Nard'mi, Perazzi, Zauchi, Mo-<br />
relli, oltre quelli ricordati negli articoli<br />
Ne pi e Sutri, e <strong>di</strong> altre città vescovili e-<br />
trusche, nelle quali non poco ragionai <strong>di</strong><br />
Veio e de'veienti. Si devono pure tenere<br />
presenti gli articoli Toscana, nella par-<br />
te che ragiono dell'antica Etruria ; e Vi-<br />
TERBOjSiccome capitale dell'Etruriao To-<br />
scana pontificia, nella descrizione ezian*<br />
<strong>di</strong>o de'luoghi che compongono la sua va-<br />
sta provincia e delegazione. Zanchi in ta-<br />
le provincia, detta pure Patri/nonio <strong>di</strong><br />
s. Pietro, vi riconosce il dominio <strong>di</strong> Ve-<br />
io; e aggiunge che nel dominio veientano<br />
si comprendeva ancora il Campo<br />
Faticano, <strong>di</strong>poi <strong>di</strong>venuto tanto celebre.<br />
E osserva mg. r<br />
Nicolai che il tratto <strong>di</strong><br />
campagna che chiamasi Campo Vatica-<br />
no, comprendendo i colli Vaticani, ov'è<br />
oggi la basilica <strong>di</strong> s. Pietro, insieme alle<br />
colline da ponte Molle al Gianicolo, tut-<br />
to era territorio veientano e denominato<br />
Settepagio forse perchè comprendeva<br />
7 castelli o ville de' veienti (<strong>di</strong> essi riparlai<br />
nel voi. LI V, p. 206, e ne' parecchi artico-<br />
li che vi hanno relazione). Loda anch'e-<br />
gli la bellezza e fecon<strong>di</strong>tà delle vistose<br />
campagne veieuti, che invogliarono i romani<br />
a conquistarle, eccellenti pel grano<br />
e altri usi, ma uon già pel vino uou già.
6 VEI<br />
<strong>di</strong>to da' romani, forse perchè feccioso e<br />
grosso. Dall'altro canto, essendo Veio la<br />
città etnisca più vicina a Roma, fu tra le<br />
prime a concepir gelosia della sua nascen-<br />
te e quin<strong>di</strong> sempre crescente grandezza,<br />
e perciò fu la sia principale nemica. Ma<br />
patte de'summentovati e altri scrittoli,<br />
per mancanza <strong>di</strong> que' lumi, che fornisce<br />
la critica archeologica d'oggidì; parte per<br />
un soverchio amore <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezione mu-<br />
nicipale, tutti volendo tirar Veio alle pro-<br />
prie patrie; parte per una specie <strong>di</strong> gara<br />
intemperante e urto personale, si allon-<br />
tanarono dal sito in modo che non vi è<br />
quasi luogo fra Martignano, l'Isola Far-<br />
nese, Ponzano (eli cui nel voi. LV11I, p.<br />
ia4)> Civita Castellana (<strong>di</strong>stante meno<strong>di</strong><br />
38 miglia da Roma per l'o<strong>di</strong>erna strada<br />
postale), Gallese, Baccano (<strong>di</strong> cui nel<br />
voi. LVIII, p. 1 17), che non sia stato cre-<br />
duto il sito <strong>di</strong> Veio, cioè nel pretendere<br />
<strong>di</strong> volerlo stabilire si andò vagando en-<br />
tro una circonferenza <strong>di</strong> sopra 60 mi-<br />
glia. Le ricerche fatte espressamente in<br />
proposito,cominciarono nel secolo XV, e<br />
continuarono fino ad oggi.HNibby ripor-<br />
ta semplicemente le principali seguenti<br />
opinioni, senza confutarle, e poi <strong>di</strong>chiara<br />
la sua autorevole. Biondo seguendo quel-<br />
la del poeta Francesco Fiano,collocò Veii<br />
a Ponzano; Volaterrano seguito dal Fulvio,<br />
alla Meana, presso la terra <strong>di</strong> Fiano<br />
(presso <strong>di</strong> essa, <strong>di</strong> cui parlai nel voi. L, p.<br />
p. 7 i,e nel luogo denominato Lago Puz-<br />
zo, 3*28 ottobre i856 dopo forte deto-<br />
nazione si manifestò un'eruzione vulca-<br />
nica, e quin<strong>di</strong> si formò nel centro un cra-<br />
tere e nuovo lago d'acqua sulfurea; pa-<br />
re riproduzione <strong>di</strong> preesistente vulcano,<br />
attesa la denominazione del vocabolo, seb-<br />
bene a memoria d'uomini non si conosca.<br />
Ne parla l'///2>u/H <strong>di</strong> Roma,t. 23, p. 332);<br />
Giovanni Annio,CesareNiccolini e Leandro<br />
Alberti, a Martignano; Cluverio, ne'<br />
<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong>Scrofano(e seguito dal moderno<br />
Calindri, come rilevai nel descriver-<br />
lo nel voi. LVIII, p. 128); il Castiglione<br />
e il Mico, sostenuti poi dal Mazzocchi, e<br />
VEI<br />
più recentemente dui Morelli, a Civita<br />
Castellana (per cui fu scolpito nel fron-<br />
tespizio del palazzo pubblico : Qui sle-<br />
terunt Vejos } nunc renovare licet); ed<br />
il Degli Effetti a Belmonte (monte <strong>di</strong>rupato<br />
<strong>di</strong> tufa vulcanica fra Castel Nuovo<br />
e Scrofano, nel territorio <strong>di</strong> questo, ma<br />
più vicino a quello, a sinistra della via<br />
Flaminia, nella cui sommità fu già il<br />
castello omonimo con sua chiesa della<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Porto ). Tutti questi scrittori<br />
sostennero la loro opinione in modo cha<br />
fa pietà (sic) vedere sopra quali frivole<br />
circostanze si appoggiassero, quanto po-<br />
co conoscessero il criterio archeologico,<br />
e come trascurassero, travolgessero, e mutilassero<br />
ancora l'autorità de' classici. Fa<br />
miano Nar<strong>di</strong>ni con quell'acutezza d'ingegno<br />
che lo <strong>di</strong>stingue, e riconobbe l'emulo<br />
Mazzocchi, malgrado la scarsezza<br />
de' lumi che a suo tempo si a ve. ino su que<br />
sta materia, ne <strong>di</strong>mostrò vittoriosamen-<br />
te il sito all'Isola Farnese (con Discor-<br />
so ira'estigath'OfSlainpalo nel 1 647 in Roma<br />
con figure) e ne' <strong>di</strong>ntorni, appoggia-<br />
to strettamente all'autorità de' classici ed<br />
alle ispezioni locali, e fu seguito da Lu-<br />
ca Olstenio e dal Fabretti : l'osservazio-<br />
ni e le scoperte fatte iu questo nostro se-<br />
colo, hanno <strong>di</strong>mostrato con quantogiu<strong>di</strong>zio<br />
e criterio avesse colto nel segno. La<br />
sua opera, che modestamente intitolò:<br />
L'antico Velo, andò esposta a 3 insolen-<br />
ti repliche del Mazzocchi. Il Perazzi ni-<br />
pote del Nar<strong>di</strong>ni nel 1 654 espose all'os-<br />
servazioni, ossia alla Lettera ed apolo'<br />
già, ch'è lai." produzione ueli653 pub-<br />
blicata dal Mazzocchi, da Nibby qualifi-<br />
cato inetto scrittore, coli' operetta intito-<br />
lata : La Scopetta. Nel secolo seguente,<br />
cioè neli768,l'avv. Zauchicon un'altra<br />
opinione (che rimarcai nel voi. LVIII, p,<br />
1 16 e 1 17, parlando <strong>di</strong> Formello e <strong>di</strong><br />
Baccano, e rilevando il meraviglioso spa-<br />
zio <strong>di</strong> pianura <strong>di</strong>stinto in liste <strong>di</strong>ritte a<br />
guisa <strong>di</strong> scanalature cui sono <strong>di</strong>visi i cam-<br />
pi, da Formello all'Isola Farnese e da<br />
questa verso Roma, com'era formulo pi e-
V E I<br />
Giumente il territorio Veiente), che Veii<br />
fu nel Munte Lupoli, nel suolo e territo-<br />
rio <strong>di</strong> sua patria Campagnano, parte del<br />
ciglio orientale del cratere e del bosco<br />
<strong>di</strong> Baccano, 18 miglia lungi da Roma,<br />
appoggiandosi principalmente a' cuoi»<br />
coli antichi e moderni fatti pel <strong>di</strong>seccamelo<br />
del cratere, ch'egli prese balordamente<br />
(sic) pel cunicolo celebre <strong>di</strong><br />
M. Furio Camillo. Lasciando da canto<br />
tutti i raziocini de' moderni, il Nibby<br />
seguendo strettamente a ciò che gli scrii*<br />
tori antichi ci hanno lasciato <strong>di</strong> positivo<br />
sulla situazione <strong>di</strong> questa città, colla scor-<br />
ta <strong>di</strong> questi ne indagò il sito; e siccome<br />
questo per la <strong>di</strong>stauza da Roma, le cir-<br />
costanze topografiche, l'estensione del pe-<br />
rimetro, e gli avanzi esistenti corrispon-<br />
deva a ciò che si legge <strong>di</strong> Veii etrusca<br />
piesso gli antichi scrittori, concluse che<br />
ivi fu quella città. Dopo avere osservato<br />
che ingiustamente gli scrittori moderni<br />
<strong>di</strong> sovente tacciarono in globo quegli an-<br />
tichi <strong>di</strong> trascuranza nel determinare le<br />
<strong>di</strong>stanze de' luoghi, per le varianti che<br />
alle volte s'incontrano fra uno scrittore<br />
e l'altro; ricorda che la critica insegna<br />
doversi accordare maggior cre<strong>di</strong>to ad<br />
uno scrittore, piuttosto che ad un altro,<br />
secondo la qualità del soggetto che trat-<br />
tano, l'epoca in cui fiorirono e lo scopo<br />
ch'ebbero nello scrivere. Quin<strong>di</strong> in una<br />
questione, come questa, del sito d'una<br />
città, i geografi e gli storici debbousi pre-<br />
ferire agli oratori e a' poeti ; e fra gli sto-<br />
rici que' che vissero in epoche anteriori,<br />
a quelli che scrissero quando le traccie<br />
e le tra<strong>di</strong>zioni si erano o <strong>di</strong>leguate o almeno<br />
illangui<strong>di</strong>te. Così Dionisio, che vis-<br />
se 22 anni in Roma e lasciò una storia<br />
tanto accurata, che visitò i luoghi che<br />
descrive, che fiori sotto Augusto, quando<br />
Veii non solo non era stata <strong>di</strong>men-<br />
ticata, ma era risorta come municipio<br />
romano, devesi per ogni riguardo, trat-<br />
tandosi <strong>di</strong> Veii, anteporre ad Eutropio,<br />
sofista e trascurato compen<strong>di</strong>atole della<br />
storia romaua da lui de<strong>di</strong>cala a Valeu-<br />
VEI 7<br />
te, che visse sempre in oriente, ed ebbe<br />
inoltre la <strong>di</strong>sgrazia d'essere stato il suo<br />
lavoro stranamente interpolato con ag-<br />
giunte da Paolo Diacono nel secolo IX.<br />
A tuttociò deve aggiungersi che le cifre<br />
de' numeri sono andate soggette ad alterazioni<br />
per l'ignorau/.a de' copisti, onde<br />
tali varianti piuttosto che attribuirle alla<br />
trascuratezza degli scrittori, debbonsi<br />
riconoscere per negligenze degli ama-<br />
nuensi. Dionisio descrive Veii nella gia-<br />
citura, nella <strong>di</strong>stanza e nella grandez-<br />
za, come <strong>di</strong>ssi in principio, <strong>di</strong>chiaran-<br />
dola la città etrusca più potente e più<br />
vicina a Roma. Nell'epitome pubblica-<br />
ta dal car<strong>di</strong>nale Mai si legge: » Essere<br />
la città de' veienti per nulla inferiore a<br />
Roma, ontl' essere abitata, possedendo<br />
un territorio vasto e fertile, io parte<br />
montuoso, in parte piano, <strong>di</strong> aria purissima<br />
ed ottima per la salute degli uo-<br />
mini, come quella che non aveva pa-<br />
lu<strong>di</strong> vicino, donde si alzassero esalazioni<br />
gravi, né alcun fiume che tramandas-<br />
se aure fredde <strong>di</strong> buon mattino, uè scar-<br />
seggiatile d'acque e queste non condotte,<br />
ma sorgenti, copiose e ottime a bersi ".<br />
Dionisio pertanto positivamente porta a<br />
100 sta<strong>di</strong> incirca la <strong>di</strong>stanza fra Roma e<br />
Veii, i quali calcolati 8 a miglio, ne se-<br />
gue che Veii era 12 miglia e mezzo <strong>di</strong>-<br />
stante da Roma; e con lui s'accorda la<br />
carta Feutingeriana, la quale in<strong>di</strong>cando<br />
le stazioni della via Cassia, ed ommetteudo<br />
per sistema le frazioni, pone Veii 12<br />
miglia lontano da Roma. Questi due documenti<br />
sono precisi. Ma coloro che non<br />
vollero veder chiaro in una cosa da per se<br />
stessa chiarissima, ricorsero a Livio, il<br />
quale pone in bocca ad Appio Clau<strong>di</strong>o,<br />
nell'orazione per eccitar il popolo alla<br />
guerra contro Veii, esser <strong>di</strong>stante vicesi-<br />
inu/11 lapidali, in conspectu propc Urbis<br />
nostrae aiimuiin oppugiialionetn perfer-<br />
re piget. Per cui conclusero i sostenitori<br />
dell'altre opinioni coulra il Nar<strong>di</strong> ni e i<br />
seguaci suoi, che Veii fu circa 20 miglia<br />
luDgi da Roma. L'espressione <strong>di</strong> Livio fu
8<br />
VEI<br />
vaga e il suo senso non fu compreso. Egli<br />
non parlò della <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> Veii, ma de'<br />
combattimenti, che intorno a quella cit-<br />
tà avvenivano fra' i vali corpi dell'eser-<br />
cito romano attendali ad una certa <strong>di</strong>-<br />
stanza, ed i veienti; ed alcuni <strong>di</strong> essi era-<br />
no certamente 3 e più miglia <strong>di</strong> là da Veii,<br />
onde tenere in soggezione gli etrusci e spe-<br />
cialmente i capenati ed i falisci. D'altron-<br />
de Veii stando quasi a vista <strong>di</strong> Roma, e<br />
dentro il raggio <strong>di</strong> 20 miglia, la proposi-<br />
zione <strong>di</strong> Appio regge sempre, senza che<br />
ne segua che Veii dovesse intendersi si-<br />
tuato alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 20 miglia.<br />
Soggiungono però che Eutropio la colloca<br />
18 miglia <strong>di</strong>stante; ma Entropio non<br />
deve preferirsi a Dionisio, pegli errori dal<br />
i.° fatti nel descrivere altre <strong>di</strong>stanze, ed<br />
enumerati dal critico Nibby, e perciò non<br />
doversene far conto. Dionisio non in<strong>di</strong>ca<br />
soltanto la <strong>di</strong>stanza, ma descrive minu-<br />
tamente il sito <strong>di</strong> Veii; e la carta Peutin-<br />
geriana, oltre la <strong>di</strong>stanza, la <strong>di</strong>rezione<br />
rispetto a Roma, cioè la via Cassiajquin<strong>di</strong><br />
se seguendo tale antica Strada <strong>di</strong> Ro-<br />
tila (P'.), alla <strong>di</strong>stanza da Roma <strong>di</strong> circa<br />
i 2 o 1 3 miglia esiste un luogo, che corri-<br />
sponde alla descrizione <strong>di</strong> Dionisio; se<br />
oltre questo vi rimangono avanzi visibi-<br />
li <strong>di</strong> sepolcri, recinto <strong>di</strong> mura, e nodo <strong>di</strong><br />
molte vie che ivi mettono da varie <strong>di</strong>re-<br />
zioni, crede il dotto Nibby che bastereb-<br />
be per <strong>di</strong>mostrare che ivi fu la città <strong>di</strong><br />
Veii. A compimento poi <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>mo-<br />
strazione, si aggiungano le memorate sco-<br />
perte fatte nel 181 o presso l'Isola Farne-<br />
se, cioè 1 2 miglia e mezzo lontano da Ro -<br />
ma sulla via Cassia, <strong>di</strong>lapi<strong>di</strong> importan-<br />
tissime, nelle quali <strong>di</strong> altro non si parla<br />
che <strong>di</strong> Veii e de' Veienti ; quin<strong>di</strong> oggi è<br />
un fatto <strong>di</strong>mostrato che ivi fu quella fa-<br />
migerata città, e dalla descrizione dello<br />
stalo presente de'luoghi, che toccherò poi,<br />
si vedrà quanto esatta sia la descrizione<br />
<strong>di</strong> Dionisio, e per conseguenza quanto cre-<br />
<strong>di</strong>to egli meriti in queste ricerche a pre-<br />
ferenza <strong>di</strong> qualunque altro.<br />
L'etimologia del nome <strong>di</strong> questa cit-<br />
VEI<br />
tàdeve rintracciarsi nella lingua etrusca,<br />
e non nella voce Vela <strong>di</strong> Feslo o Paolo<br />
suo compen<strong>di</strong>atore, poiché questi forse<br />
con allusione agli eccellenti veienti arti-<br />
sti <strong>di</strong> cocchi ed a' valenti loro conduttori<br />
de'medesimi, <strong>di</strong>ce tutt'altro : Veia apud<br />
Oscos (o tuscos) <strong>di</strong>cebatur plaustru/n,<br />
unde velarti slìpiles in plaustro et vectu-<br />
ra, veitura (0 velatura.) Così è ignoto il<br />
suo fondatore, che alcuni suppongono<br />
Properzio, il quale fu certamente re de*<br />
veienti, secondo Servio, scoliaste o com-<br />
mentatore <strong>di</strong> Virgilio, che <strong>di</strong>ce il luco e<br />
famoso tempio <strong>di</strong> Feronia presso Capena<br />
(della quale feci cenno nel voi. LV1II,<br />
p. i2ie seg., <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> Ci vitella, Lepriguano<br />
e Morlupo,ed altrove con Gallet-<br />
ti ancora),fu e<strong>di</strong>ficato coll'aiuto de' veien-<br />
ti da' figli del re Properzio mandati a<br />
Capena, non però che fondassero questa,<br />
la quale può essere stata fondata da' veienti<br />
a misura che estesero il loro domi-<br />
nio fino alla riva del Tevere. Delle città<br />
etrusche vicine a tal fiume, Capena non<br />
fu certamente delle più oscure, quantunque<br />
non si contasse mai come una lucumonia<br />
particolare (cioè una delle prin-<br />
cipali città etrusche, e il cui principe o<br />
capo particolare si <strong>di</strong>sse lucumone), e si<br />
riguardò piuttosto come una <strong>di</strong>pendenza<br />
<strong>di</strong> Veii, colla quale fu sempre strettamente<br />
unita (nella carta topografica <strong>di</strong><br />
Capena e sue a<strong>di</strong>acenze, che osservo nel<br />
Galletti, nel suo Discorso <strong>di</strong> Capena<br />
municìpio de* romani e del castello dì<br />
Civilucula, i territori! de'capenati e de'<br />
veienti sono separati dalla via Flaminia).<br />
Il medesimo Servio, chiosando le paro-<br />
le dell'Eneide: Tuin Salii ad canlusj<br />
ci ha conservata la tra<strong>di</strong>zione, che alcu-<br />
ni credevano essere stati i salii istituiti<br />
da Morrio re de' veienti, perchè venisse<br />
co' loro canti lodato Aleso figlio <strong>di</strong> Net-<br />
tuno, stipite della famiglia <strong>di</strong> quel re. I<br />
due re Properzio e Morrio appartengono<br />
all'epoca primitiva della storia <strong>di</strong> Veii,<br />
in qual tempo però particolarmente fio-<br />
rissero uou è uoto al Nibby, uè chi <strong>di</strong>
V E I<br />
loro fosse il più antico. Ma il nome ili<br />
Moi rio o Morio pare identico a quel <strong>di</strong><br />
Mamurio, che secondo la tra<strong>di</strong>zione più<br />
comune era stato il fabbro degli allei-<br />
li o scu<strong>di</strong> sagri, de' quali i salii servivansi<br />
nelle loro danze sagre, <strong>di</strong> cui il nome<br />
era sovente ripetuto nel carmen saliare.<br />
De' sacerdoti salii parlai ne' voi. LX, p.<br />
i3o,LXXXlII,p.3i4eallrove. Nel Ve-<br />
to illustralo dal Zanchi, parlando egli<br />
sull'origine della città, secondo l'insinua-<br />
zione del Theuli, Teatro hi<strong>storico</strong> <strong>di</strong>Veltetri,<br />
non trovo i nominati re veienti, ma<br />
bensì un re O<strong>di</strong>o o Veio figlio <strong>di</strong> Gome-<br />
ro o Cornerò re d'Italia, nato da Jafet e<br />
perciò nipote <strong>di</strong> Noè, al quale Veio dà 5o<br />
anni ili regno. Crede quin<strong>di</strong> che Veio fu<br />
fondata da Gomero e le <strong>di</strong>e il nome del<br />
figlio Veio, ovvero che questi slesso ne<br />
fu il fondatore e le <strong>di</strong>e il proprio nome,<br />
<strong>di</strong>cendolo fiorito ai 06 anni avanti<br />
la nostra era, e che dal padre <strong>di</strong> lui tras-<br />
se la denominazione il piccolo fiume <strong>di</strong><br />
Cremerà, che nasce nella valle <strong>di</strong> Bacca-<br />
no, dove prima era un piccolo lago <strong>di</strong>-<br />
seccato dal principe <strong>di</strong>Campagnano Ago-<br />
stino Chigi, essendo già stato <strong>di</strong>minuito<br />
per mezzo <strong>di</strong> emissari particolari, i quali<br />
furono presi dal Zanchi pe' cunicoli fo-<br />
rati da' romani per espugnar Veli. Nel-<br />
1' ultimo <strong>di</strong>seccamento, eseguito versoi!<br />
1 738, lo scolo si scaricò nel Cremerà og-<br />
gi Valca o Varca. Quanto all'etimologia,<br />
riporta il parere dell'Alberti, che seguen-<br />
do Ceroso, narra essere costume degli sci-<br />
ti <strong>di</strong> fabbricar le città con de Vejo carri,<br />
così chiamati forse da Vehendo, come at-<br />
ti al trasporto delle cose. Tali Fej uniti<br />
insieme sembravano mura ,<br />
e servivano<br />
a 'citta<strong>di</strong>ni non meno <strong>di</strong> fortificazioni che<br />
d'abitazioni. Laonde da'earri co'quali for-<br />
inossi la città, questa si<strong>di</strong>sse Veio. Il Boli-<br />
<strong>di</strong> nelle Memorie storiche del lago Sab-<br />
batino, <strong>di</strong> Trevigiana, Slitti ec, seguendo<br />
l'opinioni del Zanchi, ignorando quel-<br />
le del Nibby, conclude che perciò la città<br />
<strong>di</strong> Veio vanta per la sua origine una pri-<br />
mazia su tulle l'altre città etrusche clje<br />
VEI 9<br />
le stavano per <strong>di</strong>r così alle spalle. All'e-<br />
poca della fondazione <strong>di</strong> /Ionia, j53 an-<br />
ni innanzi l'era corrente, Veii certamen-<br />
te esisteva e il suo territorio era vasto;<br />
imperocché escludendo quello de'ca pena-<br />
ti, de' nepesini e de' sulrini, che sicura-<br />
mente un tempo furono <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong><br />
Veii , occupava tutto il tratto sulla riva<br />
destra del Tevere, fra il confluente del ri-<br />
vo oggi detto <strong>di</strong> Frocoio nuovo, e la fo-<br />
ce sinistra del Tevere nel mare. E den-<br />
tro terra risalendo il corso <strong>di</strong> detto rivo<br />
e <strong>di</strong> là in linea retta pe'cappuccini <strong>di</strong> Bia-<br />
110, e Belmonte e Campagnano chiudeva<br />
dentro il cratere <strong>di</strong> Baccano , i laghi <strong>di</strong><br />
Stracciacappe già Fapirano, e quello <strong>di</strong><br />
Martignano già Alsietino, e così andava<br />
a raggiungere la riva del gran lago Sab-<br />
batino oggi <strong>di</strong> Bracciano fino al suo emis-<br />
sario naturale, ossia al corso dell'Arrone,<br />
il quale da quel punto fino al mare ser-<br />
viva <strong>di</strong> confine fra' veienti eCeri oggi Cer-<br />
veteri (V.), <strong>di</strong> cui anche nel voi. XLI, p.<br />
189 e 190 e altrove. Il Tevere lungo tut-<br />
to il tratto soprain<strong>di</strong>cato era il confine<br />
naturale fra'veienti e il Lazio (V.), confinechefusanziouato<br />
dopo lamoited'Enea.<br />
Quin<strong>di</strong> il Alo/ite Gianicolo ed il Va-<br />
ticano (/'.), sebbene al presente in parte<br />
siano chiusi eulro le Mura <strong>di</strong> Roiiia[P^.),<br />
all' epoca della sua fondazione non solo<br />
non facevano parte della città, ma nep-<br />
pure del suo territorio, come narrai in ta-<br />
li articoli. La prima volta che i veienti<br />
compariscono nella storia è sotto Romo-<br />
.'<br />
lo i re e fondatore <strong>di</strong> Roma, quando cioè<br />
dopo la morte <strong>di</strong> Tazio re<strong>di</strong> Sabina (V.),<br />
avendo gli abitanti della città sabina <strong>di</strong><br />
Fidate V.), consangui nei de' veienti, pre-<br />
[<br />
date alcune barche cariche <strong>di</strong> viveri, che<br />
Crustumeri colonia <strong>di</strong> Roma (laqualecolonia<br />
avea due agri ubertosi, uno <strong>di</strong> qua<br />
dal Tevere ne'posse<strong>di</strong>menti latini, uno ili<br />
là ne'posse<strong>di</strong>menti etruschi) a questa in-<br />
viava pel fiume per la carestia che l'af-<br />
fliggeva; perciò attirarono contro <strong>di</strong> loro<br />
lo sdegno <strong>di</strong> Romolo, il quale corse ad as<br />
salirli, li viuse e s'impadronì della loro
io YEI V E I<br />
città, che multò d'una parte del terrilo- nicolensi), costituirono il patrimonio dei-<br />
rio, e fece presi<strong>di</strong>ale da 3oo soldati. I ve- la tribù perciò appellata Rurnulia o Ro-<br />
ìenti non potevano vedere <strong>di</strong> buon animo milia, ." e questa fu la i delle romane Trie<br />
senza gelosia questo posto avanzato de' bu rustiche. Il eh. cav. A. Coppi lesse due<br />
romani, posto importantissimo riguardo Dissertazioni nell'accademia romana <strong>di</strong><br />
a loro, poiché <strong>di</strong>rimpetto a Fidene è la Archeologia, che le pubblicò nel t. 5 delle<br />
valle<strong>di</strong> Cremerà, perla quale dopo 6 mi- Dissertazioni della medesima, cioè a p.<br />
glia circa <strong>di</strong> cammino si giunge a Veii, 285 quella su Vejo, ed a p. 3i3 l'altra<br />
.senz'aleuti ostacolo naturale. Quin<strong>di</strong> in- dt'Settcpagì. Parlando de'confini del suo<br />
limarono a Romolo <strong>di</strong> ritirare il presi<strong>di</strong>o territorio, <strong>di</strong>ce che avea un'estensione <strong>di</strong><br />
da Fideue e <strong>di</strong> restituire a'fidenati le ter- circa 3oo miglia quadrate, ossia <strong>di</strong> circa<br />
re. Il bellicoso re <strong>di</strong> Roma non <strong>di</strong>e peso 36,ooo rubbia. Conviene che presso le<br />
a tali domande, e perciò essi passato il rovine <strong>di</strong> Veio si costrinse ne' tempi <strong>di</strong><br />
Tevere presso Fidenes'accamparouo eoo mezzo un castellodetto Isola, il quale nel-<br />
esercito poderoso in luogo appartato. Ilo- la decadenza della famiglia Orsini che lo<br />
molo si recò tosto a porre i suoi allog- possedeva, sembra che sia passato nel do-<br />
giamenli inFidene stessa. Venuti allema- minio della Farnese, dalla quale prese<br />
ni, lai. 3<br />
battaglia restò indecisa; però nel- nuova denomiuazioue.Quanto a Sette Pa-<br />
la 2." per un'imboscata i veieuli furono gi, egli <strong>di</strong>ce ignorarsi precisamente dove<br />
<strong>di</strong>sfatti, e sebbene nel combattimento pò- fossero tali regioni de' veienti; ma sicco-<br />
chi pei isserò, i superstiti nel passare il Te- me erano contigui al Tevere, con qual-<br />
vere a nuoto si annegarono nella più par- che probabilità gli assegnò in territorio<br />
te. Ardendo i veienti <strong>di</strong> vendetta, toma- le seguenti tenute, che sono appunto sul»<br />
rono in campo e furono <strong>di</strong> nuovo scon- la destra del fiume nell'antico territorio<br />
fitti, perdendo inoltre il campo e tutte le de'veienti, e <strong>di</strong> tutto ne fece l'ili ustrazio-<br />
bagaglie. I veienti perciò costretti a do- ne storica ed eru<strong>di</strong>talo' rispettivi proprie-<br />
uuandar la pace, l'ottennero con tregua tari, fra'quali <strong>di</strong>verse spettano al capitoperi<br />
oo anni, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> cedere a'ro- lo Vaticano. Torricella , Prati <strong>di</strong> Tor<strong>di</strong><br />
mani tutta quella partedel territorio pros- Quinto, Tor <strong>di</strong> Quinto (ove si crede fosse<br />
sima a Roma sulla riva destra delTeve- il baluardo meri<strong>di</strong>onale veicolano), Cre-<br />
se, che designavasi col nome <strong>di</strong> Sette Pa- scenza, Inviolata, Inviolatella, Muratella,<br />
gi, probabilmente per 7 villaggi e forse Valca e Valchetla, Prima Porta e Frasmuniti<br />
ch'erano sparsi nella contrada, e sineto, Pietra Pertusa,ÌVLilborghetto, Ca-<br />
d'astenersi dalle Saline (/'.) che aveano sai delle Grotte, Procojo nuovo, Procojo<br />
alla foce del fiume, e dessero 5o ostaggi vecchio. Sommano le medesime a rubbia<br />
per sicurezza. Questo trattato fu scolpito 342. La regione è attraversata dali'anti-<br />
a perenne memoria sulle colonne. I pri- ca via Flaminia, e ne'tempi <strong>di</strong> mezzo fu<br />
gionieri vennero restituiti; e quelli che talvolta detta Collina. Avverte poi nella<br />
preferirono <strong>di</strong> rimanere in Roma ebbero Dissertazione <strong>di</strong> f^ejo, che del territorio<br />
da Romolo la citta<strong>di</strong>nanza, e terre sulla veiente una porzione è fuori dell'o<strong>di</strong>erno<br />
riva sinistra del fiume. Tutto narrano Li- Agro Romano, e che in quello erano per<br />
vio e Dionisio. Paolo poi compen<strong>di</strong>atole avventura compresi i territorii <strong>di</strong> Riauo,<br />
<strong>di</strong> Festo racconta, che le terre da Piomo- <strong>di</strong> Castel Nuovo <strong>di</strong> Porto, <strong>di</strong> Scrofano,<br />
lo in quella circostanza acquistale sulla <strong>di</strong> Formello, <strong>di</strong> Cesano, <strong>di</strong> Campagnano<br />
sponda destra del Tevere, cioè pri net pai-<br />
e <strong>di</strong> Anguillaia, luoghi tutti esistenti nel-<br />
inente la catena de'monti Gianicoleusi e la Co tu a rea <strong>di</strong> Roma, perciò in quest'ai'-<br />
Vaticani, nella quale erano quelle 7 boi- ticolo brevemente li descrissi. Egli trattò<br />
gale (delle ancora Iacinteo estremila Già- quin<strong>di</strong> della porzione che prubabilmcn-
VE I<br />
(e era compresa nell' attuale Agro Romano,<br />
cioè: i.° Dell'Isola Farnese e delle<br />
tenute ad essa più vicine sino alle vigne<br />
<strong>di</strong> Rouia , che enumera e descrive, so-<br />
pra un territorio <strong>di</strong> rubbia 5 190; giun-<br />
ge sino alla via Cassia, e comprende tra'<br />
suoi confitti l'albergo e la posta della Stor-<br />
ta, della quale parlai nel voi. LYIII, p.<br />
1 1 7. 2. De'Sette Pagi. 3.° Di Galera. 4.<br />
Di s. Rullino. Deh.° e del 2.° trattò nel<br />
tomo citato, del 3." e del 4-° nel t. 7, p.<br />
347 e 387. Di tutte le tenute comprese<br />
in tali lerritorii egualmente il dolio cav.<br />
Coppi ne fece l'illustrazione slorica ed e-<br />
ru<strong>di</strong>ta.Si può anche vedere mg.' Nicolai,<br />
AIemorie sulle Campagne <strong>di</strong> lìoina , il<br />
quale nel t.i principalmente ne ragiona,<br />
in uno all'ubicazione <strong>di</strong> Veiu nell'o<strong>di</strong>er-<br />
na tenuta dell'Isola Farnese, già proprie-<br />
tà dell'antica e chiara famiglia de' Far-<br />
nesi duchi <strong>di</strong> Parma, e perciò ne prese<br />
il nome, o piuttosto ella lo prese dal luogo<br />
chiamato cosi da' boschi <strong>di</strong> Fargue<br />
(Fargna lo stesso che Faruia ,<br />
Quercus<br />
latifolia, sorte d'albero che non dà frutto,<br />
il cui legno è molto duro e leggiero. E<br />
una specie <strong>di</strong> quercia a foglie larghe. Di-<br />
cesi Farneto il luogo piantato <strong>di</strong> Farnie.<br />
Altre notizie analoghe riporterò parlan-<br />
do nell'articolo Viterbo, ilei comune <strong>di</strong><br />
Farnese, detto già anche Farneto, altra<br />
antichissima proprietà dell'illustre fami-<br />
glia, dalla quale essa più probabilmente<br />
assunse il cognome, e non dall'Isola Far-<br />
nese, il cui acquisto lo fece quando già lo<br />
portava, per cui dal suo cognome derivò<br />
all'Isola l'aggiunto <strong>di</strong> Farnese); non che<br />
del territorio Veieutano,quale fosse e del-<br />
la qualità delle sue terre. Ritorno alla<br />
storia de'veienti col Nibby. La pace tra<br />
essi e i romani durò quasi 70 anni; poi-<br />
ché l'anno 88 <strong>di</strong> Roma sotto il suo 3.° re<br />
Tulio Ostilio si ruppe nuovamente a ca-<br />
gione de'iìdenati. A questi avendo quel<br />
re iutimato<strong>di</strong> reudergli conto della con-<br />
dotta tenuta da loro durante la <strong>di</strong>fferenza<br />
insorta fra'romani egli albani, i fidenati<br />
invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>scolparsi, chiusero le porte<br />
VEI 11<br />
della città, ed armatisi introdussero trup-<br />
pe ausiliarie per parte de'veienti, rispondendo<br />
agli arnbasciatori.che dopo la mor-<br />
te <strong>di</strong> Romolo nulla aveano da fare co'romani,<br />
essendosi a quell'epoca sciolto qua-<br />
lunque impegno contralto. Tulio quin<strong>di</strong><br />
preparossi alla guerra e chiamò in aiuto<br />
gli albani, secondo il trattato conci uso do-<br />
po il famoso combattimento degli Orazi<br />
e de'Curiazi. Fu da' fidenati invocato il<br />
soccorso de'veienti, e questi passato il Te-<br />
vere presso Fidene si unirono con loro.<br />
Usciti in campo si schierarono nella de-<br />
stra, ed i fidenati nella sinistra; dall'al-<br />
tro canto Tulio co' romani si oppose a'<br />
veienti, e Mezio Suffezio cogli albani a'<br />
fidenati. Seguì la battaglia fra I' Aniene<br />
e Fidene; il re <strong>di</strong> Roma malgrado il tra<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> Mezio e degli albani riportò<br />
una segnalata vittoria, prima rovesciando<br />
i fidenati e poi i veienti , come si ha<br />
da Livio e da Dionisio. La morte <strong>di</strong> Tul-<br />
io seguila circa 12 anni dopo non mise<br />
fine a questa guerra fra' romani e i ve-<br />
ienti, poiché si riaccese sotto il suo succes-<br />
sore Anco Marzio, il quale dopo aver rac-<br />
colto un esercito poderoso <strong>di</strong> romani e<br />
d'alleati uscì in campagna e cominciò dal<br />
mettere a guasto le terre de'veienti, on-<br />
de ven<strong>di</strong>car i danni ch'essi aveano reca-<br />
to nell'anno precedente alle terre devo-<br />
niani. I veienti passato il Tevere s'accam-<br />
parono sotto le mura<strong>di</strong>Fidene: Anco, come<br />
superiore in cavalleria, troncò a' ve-<br />
ienti la ritirata, e poi li forzò a combattere<br />
e li sconfisse. Concluse con loro una<br />
tregua, che ben presto fu rotta da' veien-<br />
ti coli' animo <strong>di</strong> ricuperare i Sette Pagi<br />
perduti sotto <strong>di</strong> Romolo: la battaglia fu<br />
data presso le Saline, e finì colla sconfit-<br />
ta totiile de'veienti, che perderono allo-<br />
ra la Selva Mesia (leggo in mg.' Nicolai,<br />
parlando delle tenute Salsare o Campo<br />
Salino, confinanti col territorio <strong>di</strong> Porlo<br />
e altre tenute, che in questi luoghi do*<br />
vea continuare la Selva Mesia e parte e*<br />
rano le Saline che Anco tolse a' veienti,<br />
con altre iu vicinanza d'Ostia; e leggo nel
il V E I<br />
cav. Coppi, ragionando della Selva Me-<br />
sia e <strong>di</strong> Selva Can<strong>di</strong>da, che non si co-<br />
nosce precisamente ove fosse, sapersi ben-<br />
sì che una porzione dell'antico territorio<br />
etrusco, e probabilmente veiente,ne'tem-<br />
pi dell'impero fu detto Selva Nera e quia-<br />
<strong>di</strong> Can<strong>di</strong>da, pel da me narrato a Porto.<br />
In questa contrada nel secolo XII trovasi<br />
una selva detta Magia, che (orse ha ana-<br />
logia col vocabolo Mesia. In<strong>di</strong> il Coppi<br />
passa a trattare d'alcune tenute, comin-<br />
ciando da s. Ruffino t che sono presso la<br />
via Cornelia alla destra dell' Amelia , e<br />
ad occidente delle vigne <strong>di</strong> Roma. Il nome<br />
ili s. Raffina lo prese dal sepolcro della<br />
martire, fu sede vescovile e col nome<br />
pure <strong>di</strong> Silva Can<strong>di</strong>da, in<strong>di</strong> riunita a<br />
quella <strong>di</strong> Porto), e lutto il tratto <strong>di</strong> terreno,<br />
che avevano fra 'Sette Pagi e il ma-<br />
re. Fu allora che Anco per conservare le<br />
sue conquiste sulla riva destra del Teve-<br />
re, dominare la navigazione <strong>di</strong> questo fiume<br />
e <strong>di</strong>fendere la spiaggia, non che to-<br />
gliere a'veienti ogni speranza <strong>di</strong> mai più<br />
posseder le saline, e<strong>di</strong>ficò la colonia romana<br />
d' Ostia alla foce del Tevere nel<br />
Me<strong>di</strong>terraneo sulla riva sinistra, ed apri<br />
in quella parte nuove saline (in<strong>di</strong> <strong>di</strong>venne<br />
sede vescovile e la i.' suburbicaria unita<br />
poi a quella <strong>di</strong> / tlletri, nel cpiale articolo<br />
i ilei ii ole recenti e importanti sue notizie).<br />
Cosi,(\\ceL\y\o:Usq ne ad3Jare Imperinrn<br />
jirolalnm, et in ore Tyberis Ostia Urbs<br />
eon<strong>di</strong>la. Osserva Dionisio, che costruendo<br />
Anco tal città : Effìcit ut Roma non<br />
Me<strong>di</strong>terranei* tantum sed etiam marim's<br />
palens Transmarina quoque bona<br />
degustarci. Nuova guerra si accese fra'<br />
romani e i veienti sotto Tarquinio Prisco<br />
etrusco tarquiniese e re <strong>di</strong> Roma, che come<br />
capitano della cavalleria erasi principalmente<br />
<strong>di</strong>stinto nella battaglia delle Sa-<br />
lme, regnando ii predecessore. Di questa<br />
guerra Livio non fa menzione, sibbene<br />
Dionisio. In essa al solilo i veienti furono<br />
sconfìtti (perciò vanno corretti Zanchi ed<br />
altri illustratori <strong>di</strong> Veio, che franca meo-<br />
le asserirono; Veio niauteuue la guerra<br />
VEI<br />
contro i romani per 90 anni; ha più da-<br />
te, che ricevute sconfitte da' romani) in<br />
modo da non osar più d'uscire dalla cit-<br />
tà, ed essere costretti a rimanere spetta-<br />
tori de'guasti enormi, che i romani facevano<br />
alle loro terre. Quella guerra firn<br />
colla battaglia d' Erelo (<strong>di</strong> cui nel voi.<br />
LXX.VI, p. 47 eseg.), la (piale pose Tar-<br />
quinio in grado d'essere riconosciuto come<br />
signore <strong>di</strong> tutte le città dell'Etruria,<br />
lasciando nel resto adesse la libertà <strong>di</strong> go-<br />
vernarsi a modo loro, e non ritenendo che<br />
una specie d'alto dominio. Gli etruschi in<br />
riconoscimento dell'alto dominio gli por-<br />
tarono in dono l'insegne colle quali solevano<br />
ornare i loro re, cioè la corona d'o-<br />
ro, il trono d'avorio, lo scettro sovrastato<br />
dall'aquila, la tunica <strong>di</strong> porpora ricamata<br />
d'oro, il manto <strong>di</strong> porpora varialo. E<br />
siccome ogni re delle XII città etrusche<br />
era accompagnato da un littore con fascio<br />
<strong>di</strong> verghe e scure, perciò a Tarquinio Pri -<br />
sco fu concesso <strong>di</strong> farsi accompagnare da<br />
12 <strong>di</strong> delti littori, già istituiti da Romo-<br />
lo. Pare che gli etruschi si assoggettaro-<br />
no a questo re come loro connazionale,<br />
per cui dopo la sua morte non vollero ri-<br />
conoscere il successore. Livio parla <strong>di</strong><br />
un' altra guerra, ch'ebbero a sostenere i<br />
veienti contro re Servio Tullio, successore<br />
<strong>di</strong> Tarquinio Prisco, che nella battaglia<br />
d'Ereto avea dato prove <strong>di</strong> gran valore;<br />
guerra che però sembra essere stata quel-<br />
la slessa che Dionisio attribuisce al detto<br />
Tarcpiinio. Questa fu l'ultima guerra fra<br />
Veio e Roma durante il governo de' 7<br />
suoi re. Tuttavolta Servio Tullio volendo<br />
ingran<strong>di</strong>re il territorio <strong>di</strong> Roma, tol-<br />
se una parte del veiente , e vi stabilì la<br />
nuova Tribù rustica Veientina, come no-<br />
tai in quell'articolo. Io qui devo ricordale,<br />
quanto in più luoghi narrai. La Quadriga<br />
<strong>di</strong> creta de' veienti fu stimata una<br />
delle 7 cose fatali <strong>di</strong> Roma antica , alla<br />
<strong>di</strong> cui conservazione nella medesima era<br />
attaccata la salute e la gloria dell' eterna<br />
città; argomento svolto eru<strong>di</strong>tissimamente<br />
da Caucellieii.Aveudo Tarquinio il Su-
VEI<br />
pcrbo, ultimo re <strong>di</strong> Roma, intrapreso il<br />
compimento del Tempio <strong>di</strong> Giove Capi-<br />
tolino (l.), per ornarne il fastigio or<strong>di</strong>nò<br />
a un vasaio <strong>di</strong> Veio (oa più artefici, come<br />
<strong>di</strong>ssi nel voi. LXXV11I, p. 88), unti qua-<br />
driga <strong>di</strong> creta rappresentante il cervo <strong>di</strong><br />
quel Nume. La quadriga posta nella for-<br />
nace a cuocersi meravigliosamente s'in-<br />
grandì tanto, che convenne romperla per<br />
cavarla fuori. Con superstizione i<br />
veienti<br />
riguardarono questo portento, come un<br />
evidente presagio della futura grandezza<br />
del popolo, <strong>di</strong>e sarebbe rimasto posses-<br />
sore del carro, e perciò ricusarono <strong>di</strong> con-<br />
segnarlo a'romani, i quali però colla for-<br />
za se ne impadronirono e lo collocarono<br />
sul detto tempio. Tutto il fatto viene nar-<br />
ralo da Festo parlando della romana Por-<br />
ta Ratumena, <strong>di</strong>cendo che un auriga <strong>di</strong><br />
\ eio, stando gareggiando nella corsa de'<br />
carri , fu dall' indomita fu«a de' corsieri<br />
rapito fluo ad essa, e ivi venne rovesciato.<br />
Altrettanto raccontano Plutarco e Solino.<br />
Giuseppe Lorenzi, Varia sacra Genti-<br />
Unni, nel t. 7 del Thes. <strong>di</strong> Gronovio, p.<br />
i5o, lesse il passo <strong>di</strong> Servio in questo modo,<br />
sulle 7 cose fatali <strong>di</strong> Roma. Acns Ma-<br />
tris Deiiin; Quadriga ficlilis; f'ejentorum<br />
cineresjOrestissceptriim, sive Priami;<br />
liioneij Palla<strong>di</strong>ani; Ancilia. Onde<br />
avendolo malamente interpunto (poiché<br />
non sono nominate da Servio le ceneri<br />
de' veienti, ma solo Quadriga fictilìs Ve-<br />
Jorum), erroneamente attribuisce al Pon-<br />
tefice Massimo l'uso <strong>di</strong> questa quadriga <strong>di</strong><br />
creta, che mai non ebbe. Frattanto spen-<br />
ta in Roma da L. Giunio Drillo la tiran-<br />
nia <strong>di</strong> Tarquinio il Superbo, gli etrusci a<br />
cui ricorse, condotti da Porsenna lucumone<br />
o re <strong>di</strong> Chiusi, lo vollero riporre sul<br />
trono. 1 primi ad entrare in quella lega e<br />
ad uscire in campagna, secondo Dionisio<br />
e Livio, furono i veienti e que'<strong>di</strong> Tarqui-<br />
nia (V.). La battaglia si <strong>di</strong>e presso la sel-<br />
va Arsia (pare ov'èal presente la tenuta<br />
Insugherata presso la via Cassia, circa 3<br />
miglia fuori dell'o<strong>di</strong>erna Porta del Popo-<br />
lo, poiché ebbe luogo prima che i colle-<br />
VEI i3<br />
gali traversassero il fiume): essa fu acca-<br />
nita, sanguinosa eindecisa (<strong>di</strong>ce Livioche<br />
nella notte seguente si udì una gran vo-<br />
ce dalla selva Arsia, che si credette quel-<br />
la dello stesso nume Silvano, che nella<br />
battaglia era morto un etrusco <strong>di</strong> piìi, e<br />
che perciò la vittoria era de' romani), e<br />
vi perirono dal canto de'romani il 1 ,° con-<br />
sole stesso L. Giunio Tìruto, da quello de-<br />
gli etruschi Arunte Tarquinio figlio ilei<br />
re Tarquinio Superbo cacciato da Roma.<br />
L'esercito de'veienli e de'tarqniniesi riti-<br />
rossi nelle loro terre rispettive. Nella pa-<br />
ce fatta fra Roma e Porsenna , fu resti-<br />
tuito a' veienti lutto il territorio, eh' era<br />
stato conquistalo da Romolo e da Anco<br />
Marzio; ma dopo la rotta avuta da A mu-<br />
le figlio <strong>di</strong> Porsenna sotto la città d'Aricia,<br />
oggi Riccia f/^, ette il re avea man-<br />
dato a occupare colla metà dell'esercito<br />
(il quale in gran parte perì con Arunte<br />
sepolto nel monumento che si vede in Al-<br />
bano, e invece <strong>di</strong>cesi degli Oiazi e Curia-<br />
zi), e l'ospitalità accordata da'romaiti agli<br />
avanzi dell' esercito etrusco (e per quegli<br />
episo<strong>di</strong> famosi d'ar<strong>di</strong>re e <strong>di</strong> valore ripetu-<br />
tamente narrati altrove), Porsenna resti-<br />
luì a'romani questo stesso territorio, per<br />
testimonianza <strong>di</strong> Dionisio e Livio. Finché<br />
durò l'influenza <strong>di</strong> Porsenna e della sua<br />
famiglia sullecose della confederazione etrusca,i<br />
veienti rimasero tranquilli; mor-<br />
to lui gli affari cambiarono aspetto. I ve-<br />
ienti non potevano <strong>di</strong>menticar la per<strong>di</strong>ta<br />
della parte più ricca del loro territorio,<br />
che mentre erano sul punto <strong>di</strong> ricuperare<br />
eia stala <strong>di</strong> nuovo ceduta a' romani<br />
da Porsenna con atto arbitrario e <strong>di</strong> pu-<br />
ro potere, giacché sebbene egli avesse po-<br />
tuto allegare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conquista sopra<br />
quella terra, i veienti non<strong>di</strong>meno aveano<br />
contribuito con tutte le loro forze alla<br />
guerra contro Roma. Durò la tregua 23<br />
anni; finalmente nell'anno 271 <strong>di</strong> Roma,<br />
profittando delle turbolenze inlestinede'<br />
romani , i veienti si mossero. Fu contro lo-<br />
ro spe<strong>di</strong>to il console Cornelio Cosso, che<br />
ricuperò la preda, che aveano falla nel-
4 VE I VE I<br />
le terre romane; ed avendo i veienti man- altrettante truppe richieste alle colonie e<br />
data un'ambasceria, restituì loro i prigio- alle città soggette: i latini e gli eroici som-<br />
DÌ, me<strong>di</strong>ante un riscatto, accordando lo- ministrarono il doppio <strong>di</strong> gente <strong>di</strong> quella<br />
io un anno <strong>di</strong> tregua. Tuttavolta i veienti a loro richiesta; ma i romani rendendo<br />
tornarono a fare scorrerie nell'agro roma* grazie alla loro buona volontà, accettano<br />
3 anni dopo: il senato mandò loroam- rono soltanto la metà de'soccorsi. Per ri-<br />
bascialori a ripeter lecose tolte; essi scher* serva <strong>di</strong>nanzi la città ea guar<strong>di</strong>a delle lo-<br />
mironsi <strong>di</strong>cendo non essere veienti i sac- roteile levarono due altre legioni <strong>di</strong> gio-<br />
cheggiatori, ma etrusci d'altri cantoni;*** vani, onde potessero opporsi a qualche<br />
tanto nel tornare a Roma gli ambasciato- scorreria nemica improvvisa. Di più,que'<br />
ri, s'imbatterono in altri veienti che por- che aveano oltrepassalo gli auni dell' età<br />
tavano via la preda dell'agro romano. U- militare, ma che potevano ancora portar<br />
dendo questo il senato decretò sdegnato 1' armi, furono lasciati in Roma a <strong>di</strong>fesa<br />
la guerra contro i veienli, e or<strong>di</strong>nò a'due delle mura e della fortezza. I due consoli<br />
consoli d'uscir in campagna. Malgrado condussero l'esercito presso Veii, e si at-<br />
l'opposizionede'tribuniji due consoli mar- tendarono separatamente sopra due colli<br />
ciarono, e posero il campo separatamente non molto <strong>di</strong>stanti fra loro. I veienti eranun<br />
dall' altro non lungi da Veii. Non o- si accampati fuori della città, con un eser*<br />
sando i veienti d' uscire, essi <strong>di</strong>edero il cito forte e valoroso formato cogli aiuti<br />
guasto alle terre quanto più poterono, e giunti da tutta l'Elruria, dove i più ri-<br />
tornarono a Roma pe'quartieri d'inver- chi aveano assoldato ipoveri, onde era più.<br />
no. Nell'anno seguente 2y.5 essendo con- numeroso <strong>di</strong> molto del romauo esercito,<br />
soli Cesone Fabio e Spurio Furio, gli e- Pertanto i consoli giu<strong>di</strong>carono non esser<br />
trusci si posero in movimento e tennero opportuno venire alle mani, e più pruun<br />
congresso generale per decidere se do- dente il temporeggiare; onde siconten*<br />
vesserò muoversi contro Roma; i veienti ^<br />
tarono rimaner chiusi nel campo e <strong>di</strong> far<br />
implorarono caldamente l'aiuto <strong>di</strong> tutta scaramuccie. Gli etrusci mal soffrendo<br />
la nazione contro <strong>di</strong> Roma, e finalmente trarre a lungo la guerra, stimolavano i<br />
si decise, che a ciascuno fosse lecito d'ar- romani con tutti i mo<strong>di</strong> e rampognava-<br />
rolarsi volontariamente in aiuto de' ve- no la loro viltà, per non uscir a combat*<br />
ienti, e si presentò una buona mano <strong>di</strong> vo- tcre: essi dall'altro canto vedendosi pa-<br />
lontari. In Roma dopo vivi <strong>di</strong>i>attimenli droni dell'aperto salivano ogni dì più in<br />
e opposizioni per parte d' Icilio tribuno orgoglio. Avvenne frattanto, che un fui*<br />
della plebe, fu deciso che Cesone Fabio mine caduto sulla tenda <strong>di</strong> Manlio, speznssumesse<br />
il comandodell'esercilo contro zolla , rovesciò i lari e il focolare , mac*<br />
i veienti. Questo consoleo<strong>di</strong>ato da'soldati chiò, arse e consumò l'armi, uccise il più<br />
per la parte avuta nella morte <strong>di</strong> Spu- bello de' cavalli, che il console montava<br />
rio Cassio, si vide lo scandalo d'un'insu- nelle battaglie, ed alcuni servi. Questo<br />
bor<strong>di</strong>nazione militare,poichè abbandona- fatto riguardato come un pro<strong>di</strong>gio infau-<br />
rono il campo circa la mezzanotte e tor- sto, mosse il console a consultar gli au«<br />
itarono in Roma, i veienli conosciuta la guri, i quali <strong>di</strong>chiararono, che ciòannun-<br />
partenza de' romani spogliarono il cam- ziava la presa del campo, e la morte de<br />
pò, e si portarono a depredatele tene li- capitaui principali. Manlio a evitare le<br />
mitrofe del territorio nemico. Nell'anno conseguenze dell'avvenimento <strong>di</strong> questa<br />
seguente in Roma i nuovi consoli Caio pre<strong>di</strong>zione,o l'effetto morale prodottone<br />
Manlio e Marco Fabio per senatus-con- soldati , sulla mezzanotte abbandonò il<br />
sullo levarono un nuovo esercito compo- campo, e condusse l'esercito a quello del<br />
sto ciascuno <strong>di</strong> due legioni romane e <strong>di</strong> collega Fabio. Nel dì seguente gli elru-
V E f<br />
sci nppresero da alcuni prigionieri l' acca<br />
dulo,econfortati lia'loro aruspici mon-<br />
tarono in gran<strong>di</strong> spei anze,giu<strong>di</strong>cando <strong>di</strong>e<br />
i numi erari per loro. Essi perciò andarono<br />
a occupare il campo abbandonato<br />
da'romani, e se ne servirono come d'un<br />
punto d'attacco contro il campo supersti-<br />
te , ponendo lutto in opera per fare risolverei<br />
romani a un'azione decisiva. Ma<br />
i consoli quanluuque fossero pieni <strong>di</strong> co-<br />
raggio, poca fiducia a veano ne'soldati che<br />
<strong>di</strong> malavoglia eransi armati, come mal-<br />
coutenti della condotta de' patrizi nelle<br />
leggi agrarie. Laonde risolsero <strong>di</strong> restar<br />
chiusi nel campo, acciò i nemici <strong>di</strong>venis-<br />
sero vieppiù insolenti e pungessero I' a-<br />
inor propriode'soldali, perchè questi in-<br />
sorgessero in massa e domandassero d'an-<br />
dar contro il nemico; e così appunto av-<br />
venne. Imperocché gli etrusci non contenti<br />
<strong>di</strong> provocar audacemente i romani<br />
con ogni sorta <strong>di</strong> contumelie, chiamando-<br />
li vigliacchi e codar<strong>di</strong>, che tenevansi rin-<br />
chiusi e non osavano mostrarsi, comincia-<br />
rono a formar una specie <strong>di</strong> controvalla-<br />
zione per cingerli e quin<strong>di</strong> forzarli alla<br />
resa. Allora i soldati romani corsero con<br />
alte grida alle tende de'consoli, per esser<br />
condotti alla battaglia. Fabio li chiamò a<br />
conclone, e co' rimproveri e colle promes-<br />
se gl'infiammò in modo che giurarono <strong>di</strong><br />
non tornar a Roma, se non dopo vinto<br />
il nemico. Uscirono pertanto dal campo,<br />
e gli etrusci fecero altrettanto; giunti in<br />
luogo opportuno si schierarono io or<strong>di</strong>ne<br />
<strong>di</strong> battaglia: l'ala destra era comandala<br />
dal console Manlio, la sinistra da<br />
Quinto Fabio già due volle console, e ab<br />
loia legato consolare e pro-pretore; il cen-<br />
tro dal console M. Fabio. L' urto fu ter-<br />
ribile, l'ala destra fece piegar gli etrusci;<br />
la sinistra fu sul punto d'erser circonda-<br />
ta, e perde il suo capitano Q. Fabio, che<br />
cadde coperto <strong>di</strong> ferite. A soccorso <strong>di</strong> que-<br />
sl' ala corse il console Fabio colle coorli<br />
scelte del centro e respinse i nemici. Mentre<br />
così <strong>di</strong> nuovo si equilibrava la pugna,<br />
il console Maulio fu mortalmente ferito e<br />
VEI i5<br />
trasportato al campo, onde venne lo semn-<br />
piglìo ne' suoi : a frenarlo corse il collega<br />
Fabio, e gli etrusci desistettero dall'assa-<br />
lire quest'ala; concentratisi però continuarono<br />
a combattere con gran furore, e<br />
molti perdettero de'loro, ma molti anco-<br />
ra uccisero de' romani. Gli etrusci che a-<br />
veano occupalo il campo abbandonato da<br />
Manlio, erano fino allora rimasti sempli-<br />
ci spettatori della pugna; peròa quel pun-<br />
to uscirono, e credendo che il presi<strong>di</strong>o la-<br />
sciato nel campo romano da Fabio fosse<br />
debole, andarono ad assalirlo. Essi non<br />
s'ingannarono: il campo non era guarda-<br />
to che da pochi soldati pro<strong>di</strong>, il rimanen-<br />
te consisteva in mercanti, vivan<strong>di</strong>eri, fab-<br />
bri ec.,gente poco alta a combattere. I romani<br />
non<strong>di</strong>meno fecero una resistenza o-<br />
stinata; ma allorché il console Manlioben-<br />
che ferito gravemente, volle accorrere col-<br />
la cavalleria a soccorso de'suoi, cadde da<br />
cavallo e per l'acerbità delle ferite non po-<br />
tè rialzarsi e morì, ed insieme con lui pe-<br />
rirono i più valorosi, onde gli etrusci liberamente<br />
penetrarono nel campo. An-<br />
nunziala a Fabio tale sciagura, volò a li-<br />
berare il campo e vi pervenne pel valore<br />
<strong>di</strong> Tito Siccio legato e pro-pretore; quin<strong>di</strong><br />
instancabile tornò <strong>di</strong> nuovo a combat-<br />
tere, finché il tramontar del sole pose termine<br />
a quella terribile giornata. Osserva<br />
Dionisio, a cui devonsi tutti questi particolari,<br />
che l'esercito romano era compo-<br />
sto <strong>di</strong> 20,000 legionari e <strong>di</strong> 1200 cavalli;<br />
e che le truppe degli alleati ammontavano<br />
ad altrettanti soldati, cosicché in tutti<br />
ascende vano a 42,400 uomini; che la bat-<br />
taglia ebbe principio poco prima <strong>di</strong> mez-<br />
zodì e si prolungò fino al tramontar del<br />
sole; che vi perirono dal canto de'roma-<br />
ni i detti console e pio pretore, e molti tri-<br />
buni e centurioni, quanti mai forse non<br />
erano periti in altri gran<strong>di</strong> combattimen-<br />
ti. Tuttavia la battaglia restò indecisa, e<br />
i romani cantarono vittoria , perchè la<br />
notte seguente gli etrusci si ritirarono abbandonando<br />
il campo: l'indomani questo<br />
fu saccheggiato da' romani, e dopo aver
16 VEI<br />
dato sepoltura a "loro morti tornarono al<br />
proprio campo, dove Fabio chiamò a con*<br />
cione I' esercito, e rese le lo<strong>di</strong> dovute a'<br />
pro<strong>di</strong>. Dopo qualche giorno ritornò col-<br />
l'esercito in Roma, ricusò il trionfo e ab<strong>di</strong>-<br />
cò il consolato, non polendo più agire per<br />
la gravità delle ferite riportale. L'anno<br />
seguente che fu il 277<br />
dell'era <strong>di</strong> Vario-<br />
ne, furono eletti consoli Cesone Fabio per<br />
la 3." volta, e Tito Virginio Tricosto : al<br />
2. toccò in sorte la guerra contro i veien-<br />
ti. La campagna si apri alsolito colle scor-<br />
rerie; ina queste costarono carea'romani,<br />
i quali furono colti all'improvviso, e sen-<br />
za il valore <strong>di</strong> Tito Siccio sarebbero stati<br />
tutti spenti. I soldati sparpagliati si riunirono<br />
insieme sul far della sera sopra un<br />
colle, dove passarono la notle. I veienti ve<br />
li asse<strong>di</strong>arono. In tal frangente il console<br />
non trovò allro scampo, che quello <strong>di</strong><br />
chiamare in soccorso il collega. Questi<br />
giunse in tempo: i veienti posti in rotta<br />
si ritirarono a Veii, dove furono insegui-<br />
ti da' romani, che posero il campo sopra<br />
un luogo forte vicino alla città. Di là sac-<br />
cheggiarono le terre veientane, e carichi<br />
<strong>di</strong> spoglie tornarono in Roma. Da quell'e-<br />
poca cominciò per parte de'veienli un sistema<br />
<strong>di</strong> guerra ladroneccia incomo<strong>di</strong>s-<br />
sima per Roma : uscivano le legioni romane<br />
in campagna, essi chiudevausi nel-<br />
la città: partivano le legioni, essi scorre-<br />
vano e saccheggiavano le campagne lino<br />
alle porte <strong>di</strong> Roma. Questo mise in ansie-<br />
tà il senato, dalla quale l'amor patrio del-<br />
la gente Fabia lo tolse. Dappoiché Del-<br />
l' anno 276 <strong>di</strong> Roma presentatisi i Fabii<br />
al senato, per organo <strong>di</strong> Cesone Fabio <strong>di</strong>-<br />
chiararono: Aver la guerra veienle bisogno<br />
piuttosto d' un presi<strong>di</strong>o permanente<br />
che d'uno grande; quin<strong>di</strong> che il senato<br />
prendesse pur cura dell'altre guerre, la-<br />
sciasse i veienti a'Fabii: ch'essi avrebbero<br />
mantenuta sicura la maestà del nome<br />
romano; essere questa una guerra per lo-<br />
ro, come<strong>di</strong> famiglia, ed aver intenzione<br />
<strong>di</strong> farla a spese proprie; che la repubblica<br />
andasse per questa esente da sommi-<br />
V E I<br />
nistrar soldati e da spese. A queste magnanime<br />
offerte, il senato rese loro grazie<br />
insigni, ed accettò con un senatus-consul-<br />
to l'offerta generosa: i Fabii ebbero l'or-<br />
<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> trovarsi pronti l'indomani coll'armi<br />
nel vestibolo della casa del console. In-<br />
fatti ivi si raccolsero, e in numero <strong>di</strong> 3o(><br />
scorrendo la città col console alla testa,<br />
accompagnati da una gran turba <strong>di</strong> co-<br />
noscenze e d* amici, e dal popolo, e pas-<br />
sando <strong>di</strong>nanzi il Campidoglio fecero voti<br />
a'Nurni per la felicità della loro impresa.<br />
Uscirono <strong>di</strong> Roma per l'arco destro della<br />
porla Carmcnlale.e si portarono al Cre-<br />
merà, dove parve loro opportuno il sito<br />
per esser munito, e <strong>di</strong> servir da castello al<br />
presi<strong>di</strong>o. Il Cremerà, oggi Valca, in quel<br />
punto separava il territorio romano dal<br />
veienle: il luogo <strong>di</strong>cesi da Dionisio taglia-<br />
to a picco, quin<strong>di</strong> sembra a Nibby dover-<br />
si riconoscere in quel monte <strong>di</strong>rupato a<br />
sinistra della via Flaminia, dove questa<br />
è attraversata dal Cremerà circa G miglia<br />
lungi da Roma sulla ripa destra <strong>di</strong> quel<br />
rivo, e precisamente dominante l'osteria<br />
della Valchelta. Essi non potevano sce-<br />
gliere luogo più acconcio per tener a freno<br />
i veienti, per dominar tutta la valle<br />
del Cremerà fino a Veii, per guardare<br />
tutto il tratto dell'agro romano, ch'essendo<br />
il più vicinoal veienleera il più espo-<br />
sto alle loro scorrerie, e finalmente per-<br />
chè posto ad egual <strong>di</strong>stanza fra Veii e Roma,<br />
e prossimo al Tevere. Vi fabbricarono<br />
un castello, che prese il nome <strong>di</strong> Cremerà.<br />
Da quel momento i veienti trova-<br />
ronsi paralizzati nelle loro scorrerie; i Fa-<br />
bii però aveano sotto gli occhi la parte<br />
più ubertosa del territorio veienle che<br />
scorrevano e depredavano da ogni Iato,<br />
massime gli armenti. I veienti procurarono<strong>di</strong><br />
snidarli, ma non potendo riuscir-<br />
vi colle sole loro forze, invocarono il soc-<br />
corso degli altri etrusci, e li assalirono:<br />
i Fabii furono soccorsi da Roma pel con-<br />
sole Emilio, e pervennero a mettere in<br />
rotta gli etrusci a' Sassi Rossi, luogo co-<br />
sì dello dalle rupi <strong>di</strong> tufa rossa, stazione
VE I<br />
oggi detta Prima Porta. Questa vittoria<br />
lese i Fabii più baldanzosi: dopo esser<br />
<strong>di</strong>morali due anni iu quel loro castello,<br />
ed aver fatto scorrerie ad una determi-<br />
nala <strong>di</strong>stanza, cominciarono ogni giorno<br />
più ad allontanarsi, e i veicoli dal canto<br />
loro cercarono <strong>di</strong> attirarli, finché un gior-<br />
no, fìngendo <strong>di</strong> fuggire, li attirarono in<br />
un'imboscata e li trucidarono lutti l'anno<br />
279 <strong>di</strong> Roma a'i3 <strong>di</strong> febbraio (secondo<br />
Ovi<strong>di</strong>o, e nel mese <strong>di</strong> giugno al riferire <strong>di</strong><br />
Plutarco). Sembra inverosimile che tutti<br />
i 3o6 Fabii fossero spenti iu uu punto e<br />
in luogo ov'eransi recati per un sagiifizio,<br />
come altri vogliono, avendo lascialo in<strong>di</strong>-<br />
feso il castello <strong>di</strong> Cremerà. Sembra che il<br />
racconto più veri<strong>di</strong>co sia, che gli eli usci<br />
avendo <strong>di</strong> nascosto preparato uu nume-<br />
roso esercito, allettati i Fabii a inoltrarsi<br />
lontani dal presi<strong>di</strong>o per inseguire e pre-<br />
dare greggi <strong>di</strong> pecore, ed armenti <strong>di</strong> bovi<br />
e cavalli appositamente mandali da' veicoli<br />
fuori de' castelli spesse volte; in una<br />
notte collocarono in luoghi opportuni le<br />
insi<strong>di</strong>e per piombare sui romani, e in-<br />
viando a scorta <strong>di</strong> molto bestiame alcu-<br />
ni armati. Scopertosi il bestiame da' Fa-<br />
bii, lasciato al castello uu presi<strong>di</strong>o suffi-<br />
ciente, si gettarono su' custo<strong>di</strong> del bestiame<br />
che fìnsero fuggire. Ma mentre i Fa-<br />
bii senza sospetti riconduce vano il bestia-<br />
me,d'ogni parte furono circondati da' ne-<br />
mici, e comechè sbandati ne restarono fa-<br />
cili vittime.In<strong>di</strong> i veienti corsero ad assali-<br />
re il castello, e dopo valorosa <strong>di</strong>fesa con-<br />
venne a' Fabii cedere al numero e tutti<br />
perirono, vendendo care le loro vite, per<br />
avere i veienti perduto un 3.° dell'eser-<br />
cito. Della gente Fabia vuoisi che restas-<br />
se un sol fanciullo lasciato in Roma, dal<br />
quale provenne Fabio Massimo (che van-<br />
ta a stipite l'o<strong>di</strong>erna nobilissima famiglia<br />
de' Massimo, come notai ne' voi. L, p.<br />
3og, LXX V I, p. 1 2, e altrove) ; ma ere-<br />
desi ch'esistessero altri Fabii, anco pel<br />
riflesso, che le leggi romane astringeva-<br />
no ogni pubere al matrimonio. La stra-<br />
ge de'Fabii rese il luogo e il piccolo iìu-<br />
VOL. LXXXIX.<br />
VEI 17<br />
me Cremerà famosi. Tale giorno della<br />
sconfitta de' Fabii fu da' romani anno-<br />
verato tra' nefasti, e la porta per la qua-<br />
le erano usciti da Roma i Fabii fu chiamala<br />
scellerata. I veienti uniti agli altri<br />
elrusci, ebbri per tal vittoria, andarono<br />
in massa alla volta <strong>di</strong> Roma, e posero il<br />
campo sul Gianicolo, 16 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong>stante<br />
dalla città, cioè in quella parte de' colli<br />
Gianicolensi oggidì denominati colli Va-<br />
ticani. Di là passando il Tevere si por-<br />
tarono fino al tempio della Speranza vec-<br />
chia, ch'era nelle vicinanze dell'o<strong>di</strong>erna<br />
Porta Maggiorerà ivi si venne alle mani<br />
con esilo dubbio: si combattè nuovamente<br />
presso la porta Collina, quasi col-<br />
lo stesso risultalo. Finalmente due balta-<br />
glie più decisive si <strong>di</strong>edero, l'ultima del-<br />
le quali sul Gianicolo stesso; allora i ve-<br />
ienti e gli etrusci dopo gravi per<strong>di</strong>te do-<br />
vettero ritirarsi. L'anno seguente i veien-<br />
ti si collegarono co' sabini, ma furono in-<br />
teramente <strong>di</strong>sfatti sotto le mura <strong>di</strong> Veii<br />
dal console Publio Valerio. Questa guer-<br />
ra ebbe fine nell'anno appresso, essendo<br />
console C. Manlio: questi concluse con<br />
loro una tregua <strong>di</strong> \o unni, me<strong>di</strong>ante un<br />
tributo iu grano e in denaro. Tale tregua<br />
non durò tanto tempo, poiché fìu dal 3 1 1<br />
i veienti commisero depredazioni nell'e-<br />
stremità dell'agro romano : la guerra pe-<br />
rò non cominciò formalmente che 7 an-<br />
ni dopo. 1 veienti erano allora governati<br />
da un re, denominato lars Toluinnius<br />
(sulla voce Lars si può vedere il voi.<br />
LXXVIU, p. 85), cioè il re Tolumnio.<br />
Questi fece ribellar la colonia romana <strong>di</strong><br />
Fidene,e per comprometterla interamen-<br />
te or<strong>di</strong>nò loro d'ucciderei legati romani,<br />
ch'erano stali spe<strong>di</strong>ti per chiedere ragio-<br />
ne <strong>di</strong> tal novità. Dopo questo misfatto, i<br />
veienti ei fìdenati prevedendo le conse-<br />
guenze nou aspettarono i romani, ma pas-<br />
sarono l'Auieue- Si venne ad una zuffii<br />
ostinala, nella quale sebbeue i romani ri-<br />
manessero vincitori perderono non<strong>di</strong>meno<br />
molta gente. Quin<strong>di</strong> i romani determinarono<br />
d'eleggere un <strong>di</strong>ttatore, e lu
i8 V EI<br />
scelta cadde su Mamerco Emilio. Sua<br />
prima cura fu <strong>di</strong> liberare il territorio romano<br />
dalle devastazioni nemiche, e per-<br />
ciò respinse i collegali <strong>di</strong> là dall'Amene.<br />
Egli slesso passò quel fiume, ed accani -<br />
possi in quella specie <strong>di</strong> penisola, che tro-<br />
vasi al confluente <strong>di</strong> questo fiume col Te-<br />
vere. Frattanto un nuovo soccorso era<br />
giunto a' collegati, cioè i falisci. Teuuto<br />
consiglio, i veieuti e i fìdenati erano <strong>di</strong><br />
parere <strong>di</strong> trarre in lungo la guerra: i fa-<br />
lisci però, essendo più lontani, espressero<br />
il desiderio <strong>di</strong> venir prontamente ad una<br />
battaglia decisiva; onde Tolumnio per<br />
non <strong>di</strong>sgustarli l'intimò pel dì seguente.<br />
Questa si <strong>di</strong>e sotto le mura <strong>di</strong> Fidene :<br />
l'ala destra fu occupata da' veieuti, la si-<br />
nistra da' falisci, ed il centro da' fidatati;<br />
inolile essendo i veieuti più numerosi,<br />
spe<strong>di</strong>rono <strong>di</strong>etro i colli che aveano sulla<br />
sinistra, un corpo <strong>di</strong> truppe che dovea attaccar<br />
il campo romano durante la mi-<br />
schia e far così una potente <strong>di</strong>versione.<br />
Ma ben altrimenti andò la faccenda : la<br />
battaglia fu decisa all'istante; l'infante-<br />
ria etrucca non potè sostener l'urto deb<br />
le legioni romane; uon così la cavalle-<br />
ria, ch'era comandala da Tolumnio stes-<br />
so ; essa resisteva ancora, quando Aulo<br />
Cornelio Cosso tribuno militare, o secondo<br />
altri console, vedendo che i romani<br />
cedevano dovunque portavasi il re <strong>di</strong>Veii,<br />
corse ad investirlo e l'uccise (onde le sue<br />
spoglie opime depose nel tempio <strong>di</strong> Gio-<br />
ve Ferelrio, come notai nel voi. LV III,<br />
p. i84)- Questo fatto terminò la sconfit-<br />
ta dell'esercito collegato. Cosso passato<br />
il Tevere colla cavalleria <strong>di</strong>e il guasto<br />
al territorio veiente, e l'esercito romano<br />
al suo ritorno nel campo apprese che il<br />
corpo veiente spe<strong>di</strong>to per assalirlo era<br />
stato ezian<strong>di</strong>o compiutamente <strong>di</strong>sfatto.<br />
Malgrado questa rotta i veieuti, invitati<br />
<strong>di</strong> nuovo da' loro costanti alleati i fìdena-<br />
ti, passarono 3 anni dopo l'Aniene e si<br />
accamparono <strong>di</strong>nanzi la porta Collina <strong>di</strong><br />
iloma, profittando della circostanza d'u-<br />
na fiera pestilenza che affliggeva la città.<br />
V E I<br />
1 romani per nulla sgomentali, crearono<br />
<strong>di</strong>ttatore Aulo Ser\ilio, il quale or<strong>di</strong>nò<br />
<strong>di</strong> slar pronti sul far del giorno ad uscir<br />
in campo, e tutti quelli ch'erano in ista-<br />
to <strong>di</strong> portar l'armi le presero. 1 collega-<br />
li non li aspettarono, ma ritirarono sul-<br />
l'allure verso Nomcnlo (F.) t dove il <strong>di</strong>t-<br />
tatore li raggiunse e sconfisse. Di ritor-<br />
no si volse a Fidene; non potendo pren-<br />
derla d'assalto, se ne impadronì scavan-<br />
do un cunicolo. Dopo la presa <strong>di</strong> Fidene<br />
i veienti ottennero una tregua, ma<br />
cominciando a temer seriamente per lo-<br />
ro stessi spe<strong>di</strong>rono ambasciatori agli al-<br />
tri popoli dell'Elruria, perchè si convo-<br />
casse una <strong>di</strong>eta nazionale al fano <strong>di</strong> Voltumna<br />
(secondo il costume degli etru-<br />
sci che notai nel voi. LXXV11I, p. 92:<br />
Voltumna o Volumna era la dea della<br />
benevolenza degli elrusci. Alcuni <strong>di</strong>cono<br />
che il tempio <strong>di</strong> Volturna, Volumnae<br />
Forimi, era situato nel medesimo luogo<br />
ove presentemente \.vo\a%\Filcrbo. L'A-<br />
mati nella Storia <strong>di</strong>/'olscno, t.i,p. 1 12,<br />
riferisce che gli antichi elrusci per promulgar<br />
leggi e trattar gli affari più ar-<br />
dui e rilevanti della repubblica, si adunavano<br />
in Yolseno, centro della vecchia<br />
Toscana, e per essere stalo il suo lucumone<br />
anticamente il più ragguardevole<br />
della nazione ; ma quando la potenza<br />
de' falisci e de' veienti grandemente/ si<br />
aumentò, sicché potevano contendere co-<br />
gli etrusci trascinimi, cioè dopo la fon-<br />
dazione <strong>di</strong> homa, non vollero più recarsi<br />
a Volseno ora Bolsena, scelsero un<br />
luogo in<strong>di</strong>fferente, qual fu il fano <strong>di</strong> Vol-<br />
turna o Volcurna, posto nel bosco Cimino<br />
tra' confini de' volsenesi e <strong>di</strong> Monte<br />
Fiasconc, e quivi in ogni nuova luna<br />
per molto tempo si tenne la <strong>di</strong>eta gene-<br />
rale degli stali <strong>di</strong> Toscana). Si tenne<br />
questo congresso, nel quale gli altri popoli<br />
<strong>di</strong>chiararono formalmente <strong>di</strong> non<br />
voler prender parte in una guerra ch'e-<br />
ra stala mossa da' veienti <strong>di</strong> lor capric-<br />
cio senza consultare il voto della nazio-<br />
ne. Istigali però da alcuni fìdenati, pri-
VEI<br />
ma ancora che spirasse la contenuta tre-<br />
gua, depredarono le romane terre. I romani<br />
non polendo ottenerne riparazio-<br />
ne, spe<strong>di</strong>rono 3 tribuni militari contro<br />
Veii, che per le loro <strong>di</strong>ssensioni furono<br />
<strong>di</strong>sfatti. Dopo questa vittoria i veienti<br />
tentarono <strong>di</strong> nuovo l'animo degli altri<br />
popoli etruschi, ma non poterono muo-<br />
vere alcun comune ad unirsi con loro, e<br />
solo ottennero che i volontari potessero<br />
accorrere in loro aiuto, e molli ne attras-<br />
sero colla speranza <strong>di</strong> Dottino. Trovarono<br />
però corrispondenza negli alleati fi-<br />
denati, che massacrarono tutti i coloni<br />
1 umani, e strinsero vieppiù gli antichi<br />
legami con loro. La rotta <strong>di</strong> recente ri-<br />
portata, e la nuova ribellione <strong>di</strong> Fide-<br />
ne mise i romani in forti apprensioni <strong>di</strong><br />
veder ad ogni istante i due popoli colle-<br />
gati alle porte <strong>di</strong> Roma; onde si accam-<br />
parono alla porla Collina, posero la cit-<br />
tà in istato d'asse<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>sposero le truppe<br />
sulle mura e chiusero le botteghe. Era<br />
stato scelto <strong>di</strong> nuovo a <strong>di</strong>ttatore Mamer-<br />
co Emilio: questi fece avanzar le legio-<br />
ni fino ad un miglio e mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />
da Fidene, cioè <strong>di</strong> là dall'Aniene nella<br />
suddetta penisola, come avea fattola i."<br />
volta. La battaglia seguì fra questo luo-<br />
go e Fidene: i fidenali usarono lo stratagemma<br />
<strong>di</strong> comparire all'improvviso<br />
quali furie, armati <strong>di</strong> faci ; ma indarno. Il<br />
<strong>di</strong>ttatore spedì un corpo contro Fidene,<br />
<strong>di</strong>etro i colli,che verso oriente coronavano<br />
il campo<strong>di</strong> battaglia. La città fu presa,<br />
messa a sacco e <strong>di</strong>strutta, ed i citta<strong>di</strong>ni<br />
furono come schiavi venduti. A* veienti<br />
fu accordata una tregua <strong>di</strong> 20 anni. Non<br />
n'erano scorsilo, che <strong>di</strong> nuovo gl'irre-<br />
quieti veienti si <strong>di</strong>sponevano ad attac-<br />
car la guerra, ma ne furono <strong>di</strong>stolli da'<br />
magnali <strong>di</strong>e videro le loro ville devasta-<br />
te da una grande inondazione del Tevere.<br />
Allo spirar <strong>di</strong> quella tregua i roma-<br />
ni decisero <strong>di</strong> domar Veii loro implaca-<br />
bile nemica col suo eslerminio, come aveano^<br />
fatto <strong>di</strong> Fidene, e per levarsi una<br />
volta per sempre quello stecco dagli oc-<br />
V E I 19<br />
chi, sopra frivoli pretesti <strong>di</strong>chiararono<br />
la guerra a'veienti, i quali ormai datisi<br />
a una vita eccessivamente tutta molle e<br />
oziosa, si esercitavano in continue rube-<br />
rie, onde Livio non dubitò qualificarli,<br />
praedonem Vejenlem. I tribuni milita-<br />
ri, a'qnali fu affidata quest'impresa, leva-<br />
rono un esercito numeroso, composto in<br />
gran parte <strong>di</strong> volontari romani, Ialini ed<br />
eroici, peregrina Juventus. Essi furono :<br />
Tito Quinzio Capitolino, Quinto Quinzio<br />
Cincinnalo, Caio Giulio Iu!o, Aulo<br />
Manlio,Lucio Furio Medullino, e Manio<br />
Emilio Marneremo; e pe' primi cinsero<br />
Veii <strong>di</strong> blocco e d'asse<strong>di</strong>o regolare. All'annunzio<br />
<strong>di</strong> questo gli etrusci si adunarono<br />
in gran numero alla <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> Voltumna,<br />
onde provvedere all'urgenza. I veienti<br />
dopo la morte <strong>di</strong> Tolumuio aveano adot-<br />
tato una forma <strong>di</strong> governo nuova, ed e-<br />
letto un magistrato annuale: questi avea<br />
suscitato <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e civili,onde a rime<strong>di</strong>ar-<br />
vi scelsero <strong>di</strong> nuovo un re. La persona<br />
su cui cadde la scelta era ricca, ma o<strong>di</strong>a-<br />
ta da tutta quanta la nazione etrusca, pe'<br />
suoi mo<strong>di</strong> imperiosi e per le sue soper-<br />
chierie, e soprattutto abbominata per<br />
over impe<strong>di</strong>to certi giuochi sagri. Que-<br />
st'elezione fu causa della rovina <strong>di</strong> Veii;<br />
dappoiché essendo gli etrusci un popolo<br />
sommamente religioso, <strong>di</strong>chiararono <strong>di</strong><br />
non voler affatto accordar soccorsi a've-<br />
ienti, se prima non deponevano il re.<br />
Questa risoluzione fu soppressa in Veii<br />
per timore del re medesimo, il quale a-<br />
vrebbe fatto morire chi l'avesse propa-<br />
gata, come motore <strong>di</strong> se<strong>di</strong>zioni. Così i<br />
ve-<br />
ienti si trovarono abbandonati a loro stes-<br />
si. L'asse<strong>di</strong>o duròi o anni, e fu il più glo-<br />
rioso pe' veienti; duratile questo periodo i<br />
romani riportarono parecchie sconfitte,<br />
a segno, che una legge or<strong>di</strong>nò che i nu-<br />
bili dovessero sposare le vedove degli ucci-<br />
si. Fu allora che per la 1. "volta, e dopo se-<br />
ri <strong>di</strong>battimenti fra il senato e i tribuni, i<br />
soldati romani riceverono finalmente uno<br />
stipen<strong>di</strong>o fìsso, e svernarono fuori <strong>di</strong> Roma<br />
; e dando mirabile saggio <strong>di</strong> costante
20 VEI<br />
sofferenza, persuasi <strong>di</strong> non poter soggio-<br />
gare l'inespugnabile città per la sua van-<br />
taggiosa situazione colla forza, si lusingavano<br />
<strong>di</strong> sottometterla colla fame e col»<br />
la sete. Nella ferma risoluzione <strong>di</strong> non<br />
mai sciogliere l'asse<strong>di</strong>o fino alla riduzione<br />
<strong>di</strong> Veii ubbi<strong>di</strong>ente a Roma , sofferen-<br />
ti i romani nell'intemperie delle stagioni,<br />
formarono stabili alloggiamenti, non<br />
mai praticati prima, e né dopo, secondo<br />
alcuni. I capenati e i falisci si mossero<br />
indarno in favore <strong>di</strong> Veii : i tarquiniesi<br />
tentarono una <strong>di</strong>versione in suo favore,<br />
ma restarono sconfìtti. L'asse<strong>di</strong>o traendo<br />
tanto in lungo cominciava a stancare<br />
i romani, quando l'accrescimento im-<br />
provviso del lago Albano, ora <strong>di</strong> Castel<br />
Gandolfo (V.), <strong>di</strong>e luogo a consultar<br />
l'oracolo <strong>di</strong> Apollo in Delfo,il quale rispose:<br />
<strong>di</strong>e Veii sarebbe stato preso, quando<br />
l'acqua del lago Albano fosse stata fatta<br />
uscire, senza farla scorrere <strong>di</strong>rettamente<br />
al mare, ma <strong>di</strong>ssiparla nelle campagne<br />
con rivi per la loro fecondazione. Questa<br />
risposta trovossi d'accordo con quella che<br />
nell'intervallo dell'ambasceria a Delfo a-<br />
vea rivelato un aruspice veiente. Allora<br />
dunque si cominciò il lavoro dell'emissario<br />
del lago, che può riguardarsi come<br />
un ammaestramento del modo con cui<br />
avrebbero potuto i romani prendere la<br />
città, cioè per mezzo d'un cunicolo sot-<br />
terraneo, come in fatti fu presa. Si osserva<br />
ancoraché la consulta dell'oracolo <strong>di</strong>Del-<br />
fo fu ezian<strong>di</strong>o per lo straripamento por-<br />
tentoso del lago A lbano,<strong>di</strong> cui riparlai ne'<br />
\ol.L,p.2i i,LII,p.22i ealtrove,il quale<br />
cagionò la Pestilenza (P.), del 355, e ne<br />
fu attaccato lo stesso campo romano sotto<br />
le mura <strong>di</strong> Veio. E <strong>di</strong>esi fece <strong>di</strong>re all'ora-<br />
colo Delfico, che mai i romani avrebbe-<br />
ro soggiogato i veienti, se prima non a-<br />
vessero compito il gran<strong>di</strong>oso traforo. Si<br />
<strong>di</strong>ce, che cos'i sagacemente si ottenne la<br />
deviazione dell'acqua, per la campagna<br />
che ne avea bisogno, e determinato i romani<br />
risolutamente alla meravigliosa im-<br />
presa, e così pure rimuovere i pericoli<br />
VEI<br />
dell'inondazione e peste; operazione ar-<br />
dua, che altrimenti forse si sarebbe ri-<br />
tardala o non fatta,e in vece tanta fu l'ala-<br />
crità dell'esecuzione, che cominciata uel<br />
356fu compita nel 35y in un anno.Strin-<br />
gendosi intanto sempre più l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Veii, molliplicavansi i congressi nazionali<br />
degli etrusci al fano <strong>di</strong> Voltumna,<br />
dove i capenati ed i falisci peroravano la<br />
causa de' veienti, e forse sarebbero per-<br />
venuti a stringere una lega generale per<br />
liberarli, se l'improvvisa irruzione de'<br />
galli cisalpini non avesse <strong>di</strong>stolto le cure<br />
degli etrusci, siccome il congresso <strong>di</strong>chia-<br />
rò a' deputati de' mentovati due popoli.<br />
I romani avendo già terminalo il lavoro<br />
laborioso e celere imposto dall' oracolo<br />
al lago Albano, e scelto a <strong>di</strong>ttatore Marco<br />
Furio Camillo, si posero con più calore<br />
a spingere oltre l'asse<strong>di</strong>o. Nel 358 <strong>di</strong> Roma<br />
i falisci, uniti a' capenati e a' veienti,<br />
osarono <strong>di</strong> dare un assalto al campo romano;<br />
ma furono respinti con grave per-<br />
<strong>di</strong>ta. Due anni dopo Camillo sorprese i<br />
falisci e i capenati nelle campagne <strong>di</strong> Ne-<br />
pi, li mise in rotta, e s'impadronì del<br />
campo, dove trovò un bottino immenso,<br />
che consegnò per la massima parte al<br />
questore, e il rimanente <strong>di</strong>stribuì a' sol-<br />
dati. Camillo <strong>di</strong>sfatti dunque tali popoli,<br />
ch'erano venuti a soccorrere gli asse<strong>di</strong>ati,<br />
cinse più strettamente la città fabbricando<br />
castelli intorno in modo da recarsi vi-<br />
cendevol mente soccorso,ed impe<strong>di</strong> re ogni<br />
comunicazione a'nemici. Quin<strong>di</strong> Camillo<br />
fece emanare un decreto dal senato, col<br />
quale si promise tutta la preda da farsi<br />
nella città <strong>di</strong> Veio alla sua espugnazione,<br />
a tutti i soldati che vi avessero contribui-<br />
to, tranne la io. a<br />
parte che votò ad Apol-<br />
lo, per cui notabilmente aumentò l'eser-<br />
cito asse<strong>di</strong>atile. Frattanto impiegò gen-<br />
te a scavare il cclebratissimo e mirabile<br />
cunicolo (benché la pietra venne ricono-<br />
sciuta fragile e perciò facile l'apertura, e<br />
appunto per la sua fragilità il cunicolo si<br />
scoscese poi da se stesso, e probabilmen-<br />
te <strong>di</strong>e luogo alla strada che conduce al-
VEI<br />
l'Isola Farnese), che conducesse <strong>di</strong>rettamente<br />
alla cittadella o fortezza, che sor-<br />
geva nella parte più emineute <strong>di</strong> Veio ;<br />
rocca assai vasta, poiché oltre quelle par-<br />
ti che costituiscono una buona fortezza,<br />
nel suo centro era situato l'ampio e su-<br />
perbissimo tempio <strong>di</strong> Giunone, il cui cul-<br />
to era in gran venerazione ne' veienti.<br />
Allorché il cunicolo fu presso alla fine,<br />
Camillo prevenne il senato della prossimi-<br />
tà della presa <strong>di</strong> Veii per assalto, scelse i<br />
più valorosi per penetrare nella cittadel-<br />
la per mezzo del cunicolo, ed egli con<br />
un finto attacco attrasse l'attenzione degli<br />
abitanti da un'altra parte. 1 romani<br />
api irono il cunicolo e sboccarono nel<br />
tempio <strong>di</strong> Giunone; tanto bene era stata<br />
presa la <strong>di</strong>rezione da' minatori. In tal<br />
guisa i soldati che guardavano le mura<br />
furono presi alle spalle, le porte furono<br />
aperte, e la città fu tosto inondata da'<br />
romani. La strage de' veienti fu grande,<br />
e non cessò se non che quando il <strong>di</strong>tta-<br />
tore or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> perdonare agl'inermi. L'o-<br />
pulentissima e già formidabile Veio fu<br />
data iu preda al saccheggio, ed i feroci<br />
veienti che sopravvissero furono vendu-<br />
ti come schiavi. Il simulacro <strong>di</strong> Giunone,<br />
dea tutelare della città, fu trasportato in<br />
Roma e collocato con pompa sul mou-<br />
te Aventino, dove Camillo gl'iunalzò il<br />
magnifico Tempio <strong>di</strong> Giunone Regina<br />
(/ .), cui successe la sussistente Chiesa<br />
<strong>di</strong> s. Sabina {V.) t ed il busto è nel Mii'<br />
seo Faticano, douato da Gregorio XVI,<br />
come <strong>di</strong>ssi nel voi. XLVII, p. 99. Cosi<br />
Camillo ebbe la gloria nel 3590 nel 36o<br />
<strong>di</strong> Roma <strong>di</strong> preudere il famoso Veio, dopo<br />
io anni <strong>di</strong> perseverante e memorabi-<br />
le asse<strong>di</strong>o per parte de' romani, e d'osti-<br />
nata e valorosa <strong>di</strong>lèsa per parte de' ve-<br />
ienti, cornei troiaui peno anni sosten-<br />
nero l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Troia. Insorse quin<strong>di</strong><br />
un gran <strong>di</strong>battimento fra il senato e il<br />
popolo, se Veii dovesse ripopolarsi <strong>di</strong><br />
lontani e fare così due capitali dello stes-<br />
so popolo; ma per le persuasioni <strong>di</strong>Camil-<br />
lo questo progetto veuue abbandonato.<br />
VEI 21<br />
Pare chela città non sia rimasta del tutto<br />
deserta, altrimenti per la vicinanza <strong>di</strong> Ca-<br />
pena, Nepi, Sutri ed altre città etrusche<br />
avrebbesi potuto ripopolarla, profittando<br />
del luogo per la sua postura natura-<br />
le inespugnabile, e sembra probabile, se-<br />
condo alcuno, il congetturare che i romani<br />
vi ponessero uu presi<strong>di</strong>o. Però Li-<br />
vio <strong>di</strong>ce recisamente, la città rimase de-<br />
serta. Non<strong>di</strong>meno molti e<strong>di</strong>lìzi non furono<br />
abbattuti, e solo restarono abban-<br />
donati. Livio tratta a lungo <strong>di</strong> questi<br />
fatti. Dirò solamente, che formando Ve-<br />
io il più orrendo spettacolo, in cui nep-<br />
pure i templi andarono esenti dal furo-<br />
re militare, portatosi Camillo sull'alto<br />
del colle, ov' era la rocca, al vedere co'<br />
propri occhi il risultato dell'espugnazio-<br />
ne, i superbi e<strong>di</strong>lizi in parte <strong>di</strong>roccali e<br />
iu parte consumati dal fuoco, il sangue<br />
umano scorrere iu gran copia per ogni<br />
lato della città, fra tanti cadaveri, la pre-<br />
ziosità incre<strong>di</strong>bile delle prede fatte da*<br />
soldati, e al vedere lo stato lagrimevole<br />
de' superstiti veienti oppressi dalle cate-<br />
ne, non potè contenere il pianto per la<br />
coni passione del terribile ecci<strong>di</strong>o. Immenso<br />
fu il bottino <strong>di</strong>stribuito a' soldati, ed<br />
agli altri volontariamente intervenuti al-<br />
l'azione; e l'erario romano non poco pro-<br />
fittò sul prezzo de* citta<strong>di</strong>ni veienti ven-<br />
duti come schiavi. Il senato accordò a<br />
Camillo gli onori <strong>di</strong> magnifico trionfo,<br />
che prese sopra splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssimo carro ti-<br />
rato da 4 bianchi cavalli, fra gl'incessan-<br />
ti viva e acclamazioni de' romani e de'<br />
popoli circostanti accorsi in Roma, e pieno<br />
<strong>di</strong> palme andò al Campidoglio, rice-<br />
vuto e festeggiato come un nume. Il car-<br />
ro fu consagrato al padre degli Dei, in<strong>di</strong><br />
tenuto in somma venerazione da' roma-<br />
ni. Il re veiente sunnominato, che resi-<br />
stette da forte ne' due lustri dell'asse<strong>di</strong>o,<br />
e che sagrificava nel tempio <strong>di</strong> Giunone<br />
al momento dell'ingresso insi<strong>di</strong>oso in es-<br />
so de' romani, incatenato servi d'ornamento<br />
al trionfo. Furono fatte pubbli-<br />
che preghiere, ringraziamenti e sagrili-
22 VE1<br />
zi a' Numi ; il senato or<strong>di</strong>nando alle ma-<br />
trone, che con esso per 4 giorni solen-<br />
nizzassero il giubilante avvenimento. Di-<br />
ce Zanchi, che Arezzo, dopo soggiogato<br />
Veio, <strong>di</strong>venne capo della Toscana. Di poi<br />
Camillo condusse l'esercito contro ifali-<br />
sci, e mentre ne asse<strong>di</strong>ava la mctiopoli<br />
Folcria, <strong>di</strong> cui riparlai nel voi. LV111,<br />
p. 196, l'ottenne per avere generosamente<br />
rimandalo nella città i figli che<br />
il tra<strong>di</strong>tore loro maestro avea a lui con-<br />
dotti. Dopo aver salvato Roma da' gal-<br />
li, Camillo ottenne pure che entrassero<br />
nella dominazione romana Kepi e Suiti,<br />
Jletruria Claustra, e poi validamen-<br />
te li <strong>di</strong>fese contro il reslo della nazione<br />
elrusca, sdegnata dell' espugnazione <strong>di</strong><br />
Veio e della romana politica, cui loro<br />
toglieva coli' alleanze floride e valorose<br />
città.<br />
Intanto si <strong>di</strong>scusse in Roma cosa doves-<br />
se farsi <strong>di</strong> Veio, e siccome la sua caduta<br />
non poco intimorì gli altri popoli , spe-<br />
cialmente i bellicosi volsci ed equi, altri<br />
acerrimi nemici de' romani, fecero pace<br />
tosto con essi , e si <strong>di</strong>sposero a ricevere<br />
nelle loro contrade le colonie romane, al<br />
quale efletto già il senato avea stabilito<br />
inandarvi 3ooo citta<strong>di</strong>ni romani. Ciò pe-<br />
rò pose in tumulto la plebe in Roma, pre-<br />
ferendo d' andare più volontieri a Veio,<br />
città bellissima, prossima a Roma, capace<br />
<strong>di</strong> contenere gran moltitu<strong>di</strong>ned'abitanli,<br />
oltre ii dolce clima, la fertilità eampiezza<br />
delle campagne veientane,cheandare nel<br />
paese de' volsci e degli equicoli. Camillo<br />
fu quello che ne <strong>di</strong>ssuase il senato e a<br />
stento il popolo, e la determinazione non<br />
si effettuò; però <strong>di</strong>venuto o<strong>di</strong>oso a'rouia-<br />
ni, indegimmente l'esiliarono. Ritenendo<br />
Nibby che Veii rimanese deserta dopo il<br />
suo ecci<strong>di</strong>o, tuttavia conviene che sembra<br />
le fabbriche non fossero demolite, ma so-<br />
lo abbandonate, poiché dopo la battaglia<br />
infausta dell' Allia, fiume celebre anco per<br />
tale combattimento, seguito a' 18 luglio<br />
del 363 o meglio 364 <strong>di</strong> Roma contro<br />
13renno conduttore de' galli reduci dal-<br />
VE I<br />
l'Etruria, i romani dell'ala destra fuggi-<br />
rono a Roma e senza chiuderne le por-<br />
te si ritirarono in Campidoglio, e quelli<br />
della sinistra, <strong>di</strong>menticando la patria, le<br />
donne e i figli che vi aveano lasciato , si<br />
portarono in Veii e ivi si fortificarono. Egualmente<br />
in Veii, <strong>di</strong> venuto luogo <strong>di</strong> riu-<br />
nione a' romani , si recò Camillo da Ardeada<br />
lui scelta a luogo del suo esilio (come<br />
nativo <strong>di</strong> essa, secondo alcuni scritto-<br />
ri), mentre Brenoo entrato in Roma as-<br />
se<strong>di</strong>ava il Campidoglio, ed ivi si tenne il<br />
consiglio circa i mezzi <strong>di</strong> potersi liberare<br />
da'barbari: e <strong>di</strong> là si mantenevano lecor-<br />
rispondenze cogli asse<strong>di</strong>ati per mezzo <strong>di</strong><br />
Ponzio Cominio; e <strong>di</strong> là Camillo, <strong>di</strong>men-<br />
ticata la patria ingratitu<strong>di</strong>ne, parli con<br />
l'esercitoa liberare Roma. Fu allora e per<br />
tulio questo, Veio considerala una secon-<br />
da Roma, perchè scrisse Luciano, lib. 5,<br />
ver. 28: Vcjos hahitante Camillo, Illi-<br />
co Romafuit. Ma dopo aver Camillo ob-<br />
bligato i galli a partire da Roma e quin-<br />
<strong>di</strong> sconfitti, tornò in campo la questione<br />
d'abbaudouarRoma incen<strong>di</strong>ata dagli stes-<br />
si galli, e stabilirsi in Veii, su <strong>di</strong> che ga-<br />
gliardamente .insisteva la plebe: altro in-<br />
<strong>di</strong>zio è questo che le fabbriche non erano<br />
in rovina; ma anco allora l'eloquenza e<br />
l'autorità <strong>di</strong> Camillo la vinse, <strong>di</strong>cendo che<br />
sarebbe stato meglio assai non aver sog-<br />
giogato Veio, quando a sì gran costo d'abbandonar<br />
Roma avesse dovuto ottenersi<br />
quella vittoria; e questo ignobile progetto<br />
nel 365 venne giuslamenteabbandonato<br />
pei sempre. Anzi volendo Camillo che da'<br />
romani si deponesse aifutto tale vitupere-<br />
vole pensiero, ma che piuttosto si rie<strong>di</strong>fi-<br />
casse Roma <strong>di</strong>strutta dal fuoco, ottenne<br />
dal senato, che si <strong>di</strong>stribuissero le cam-<br />
pagne veientane alla plebe in lante por-<br />
zioni <strong>di</strong> 7 jugeri per ogni capo, il che <strong>di</strong>moslra<br />
la sua vastità e ampiezza. Nel 368<br />
essendosi all'antiche aggiunte 4 nuove tri-<br />
bù, furono loro assegnale le lene conqui-<br />
state sui veienti , i falisci ed i capenali.<br />
Osserva Degli Effetti , che un pigerò è<br />
quanto può arare un paio <strong>di</strong> bovi in uu
VE I<br />
giorno, e forma 240 pie<strong>di</strong> per lungo e i io<br />
per largo, ossia passi 48 lunghi e 24 !•*"<br />
ghi. Un miglio contiene < ooo passi,e 5ooo<br />
pie<strong>di</strong>, che riquadrati fanno un milione <strong>di</strong><br />
passi e 25 milioni <strong>di</strong> pie<strong>di</strong> ; onde in uà<br />
pigerò entrano 28,800 pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> terreno,<br />
e per formare un miglio quadrato occor-<br />
rono 868 jugeri <strong>di</strong> terra e 1600 pie<strong>di</strong>.<br />
Non<strong>di</strong>meno vi furono per un momento de<br />
ripugnanti, i quali invaghiti <strong>di</strong> Veio ed avendone<br />
occupato le vuote case, per pi-<br />
grizia non volendo rifabbricar le loro ca-<br />
se in Roma, si erano ricoverati nelle case<br />
vuote <strong>di</strong> Veii; il senato con decreto li ri-<br />
chiamò, ma vedendo che questi ricalcitravano<br />
prefisse loro uu termine sotto pena<br />
<strong>di</strong> morte, onde loro malgrado furono co-<br />
stretti a ripatriare. Da quell' epoca fino<br />
al 708 <strong>di</strong> Roma , cioè pel tratto <strong>di</strong> 343<br />
anni, Veii rimase deserta, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Nib-<br />
by, e per conseguenza da se stessa si <strong>di</strong>-<br />
strusse. Alcuni credono verosimile , che<br />
Camillo col consenso del senato facesse<br />
abbàttere da'fondamenti quel non tenue<br />
avanzo d'abitazioni, che tuttavia restava<br />
in pie<strong>di</strong>, acciocché in avvenire non fosse<br />
più venuta voglia a'romani d'abbandonar<br />
Roma per trasferirsi in Veio, <strong>di</strong> cui si mo-<br />
stravano tanto innamorati. Si vuole an-<br />
che probabile, che Camillo coll'autorità<br />
del senato, or<strong>di</strong>nasse ezian<strong>di</strong>o, che co' ni a-<br />
teriali <strong>di</strong> Veio trasportati altrove si fabbri-<br />
cassero castelli per nuove colonie, e così<br />
la rovina <strong>di</strong> Veio <strong>di</strong>venne totale. Nel sud-<br />
detto 708, Giulio Cesare, essendo scorso<br />
l'anno in cui era stato <strong>di</strong>ttatore per la 2.*<br />
volta, fu <strong>di</strong>chiarato console; ed avendo<br />
saputo che i soldati eransi ammutinati e<br />
aveano ucciso i pretori CosconioeGalba,<br />
li rimproverò, e invece <strong>di</strong> soldati li chiamò<br />
nell'allocuzione citta<strong>di</strong>ni, daudo così<br />
loro una specie <strong>di</strong> congedo: <strong>di</strong>stribuì 1 000<br />
dramme a ciascuno, e fece una sorlizione<br />
delle terre d' Italia fra loro. Tra queste<br />
tene vi furono quelle dell'agro veiente e<br />
capenate. Iu tale circostanza e in forza<br />
della legge Giulia dedusse pure una co-<br />
louia a Veii, e così ebbe principio la se-<br />
V E I 23<br />
conda Veii,o la Veii romana. Questa co-<br />
lonia andò soggetta ad un assalto nella<br />
guerra civile triumvirale : gli abitanti si<br />
<strong>di</strong>spersero, per cui Lucano rappresentò le<br />
rovine <strong>di</strong> Veio coperte <strong>di</strong> polvere, Proper-<br />
zio lo <strong>di</strong>pinse miserabile ricettacolo <strong>di</strong> pa-<br />
stori, e giunse l'altiero Floro a <strong>di</strong>re, gonfio<br />
della grandezza <strong>di</strong> Roma de'suoi tempi e<br />
guardando Veio nello stato cui erasi ri-<br />
dotto , essere stata una vergogna l' aver<br />
trionfato <strong>di</strong> Veio! Essendo in tal con<strong>di</strong>-<br />
zione la colonia veiente, Augustoda principio<br />
<strong>di</strong>visò d'incorporarla a Roma, ma<br />
poi la popolò <strong>di</strong> nuovo, e Veii assunse il<br />
nome <strong>di</strong> Manicipiurn Augustum Pejens t<br />
siccome fanno fede Frontino o l'autore<br />
dell' opuscolo de Coloniis, chiamandola<br />
Colonia Fejciis t e <strong>di</strong>verse iscrizioni che<br />
riporta Nibby, in quel luogo in più tem-<br />
pi rinvenute negli scavi, e da lui eru<strong>di</strong>tamente<br />
illustrate, per cui ne farò poi menzione<br />
breve. Il municipio <strong>di</strong> Veii venne<br />
murato, come Veii primitivo, e colle pro-<br />
prie forze ezian<strong>di</strong>o risorse. Di tale rifio-<br />
rimento <strong>di</strong> Veii romano sul finire del regno<br />
d'Augusto, e sotto il suo successore<br />
Tiberio ne fanno altresì prova i moltepli-<br />
ci monumenti appartenenti a quell'epoca<br />
e scoperti nelle rovine della Veii roma-<br />
na, parte de'quali sono sculture, che rap-<br />
presentano l'immagini d'Augusto, <strong>di</strong> Tiberio<br />
e <strong>di</strong> altri soggetti <strong>di</strong> quella fimi-<br />
glia; parte iscrizioni, fra le quali primeg-<br />
gia la riprodotta da Nibby, che ora si vede<br />
affissa nella camera delle lapi<strong>di</strong> nel museo<br />
Capitolino , proveniente dal museo<br />
Ciampini, già trovata nel ripiano a settentrione<br />
dell' IsolaFarnese,do ve fu il municipio<br />
romano Veiense e il foro, ed appartenente<br />
al 776 <strong>di</strong> Roma o anno 26<br />
dell'era volgare. Da questo monumento<br />
si apprende, che Veii romauo avea il suo<br />
consiglio composto <strong>di</strong> 100 membri, per-<br />
ciò chiamati centumviri, 1 3 de'quali fu-<br />
rono presenti alla deliberazione fatta nel<br />
tempio <strong>di</strong> VeuereGenitrice nel foro<strong>di</strong>Ce-<br />
sare in Roma: che avea i suoi duumviri,<br />
i suoi questori; che volendo ricompensa-
24<br />
VE I<br />
re i benefizi ricevuti da Caio Giulio Ge-<br />
Jote licerlo d'Augusto, lo promossero al<br />
grado degli atigustnli, collegio equivalen-<br />
te a quello de'Pontefici in Pioma; e <strong>di</strong>ede-<br />
ro a lui ed a'figli suoi il privilegio del bi-<br />
sellio in mezzo agli auguslali nell'assiste-<br />
re agli spettacoli, ed in mezzo a'cenlum-<br />
•viri nelle cene pubbliche, e l'esenzione da'<br />
dazi municipali. Fra'nominati centumvi-<br />
ri in tale decreto vie M. Tarquizio Sa-<br />
turnino, <strong>di</strong> cui si ha una lapide scoperta<br />
nel 18 12 negli scavi veienti, dalla quale<br />
apparisce ch'egli ebbe l'onore d'una sta-<br />
tua in Veii, della cui ragguardevole fami-<br />
glia ivi furono trovate altre memorie, la<br />
quale pare oriunda <strong>di</strong> Veii anche per l'i-<br />
dei izione eh' era in quella parte detta la<br />
Piazza d'armi, e poi annoverala alla tribù<br />
Tromenlina, così denominata a campo<br />
Tromekto, parte del territorio veien-<br />
le; cioè derivante da una dell'antiche famiglie<br />
veienti che defezionarono aroma-<br />
11 i durante l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Veii, e furono do-<br />
po la presa della città premiate col <strong>di</strong>ritto<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, e con terre l'anno 366<br />
<strong>di</strong> Roma. Di Cneo Cesio Aticto, che rial-<br />
zò la statua <strong>di</strong> Tarquizio Saturnino, ca-<br />
duta per terremoto o altra cagione, per<br />
le rovine del tempio <strong>di</strong> Marte, molte la-<br />
pi<strong>di</strong> sono state scoperte in Veii, parte nel<br />
secolo passato e parte negli ultimi scavi,<br />
riferite da Nibby; dalle quali apparisce,<br />
che fu aggregato fra'centumviri veienti,<br />
che riscosse ogni sorte <strong>di</strong> onori, ch'ebbe<br />
statue dagli auguslali e da tulta la popo-<br />
lazione nel 2 56 <strong>di</strong> nostra era, per la sua<br />
munificenza , avendo rifatta la schola o<br />
sala della Fortuna Forte e l'ornò <strong>di</strong> sta-<br />
tue; e ch'ebbe in moglie Cesia Sabina sa-<br />
cerdotessa della Fortuna Reduce, la qua-<br />
le si mostrò munifica colie donne del comune<br />
<strong>di</strong> tutte le classi ad esempio del suo<br />
marito. Da un' altra lapide scavata nel<br />
18 12, si ricava che nel 784 <strong>di</strong> Roma il<br />
municipio eresse un monumento ad ono-<br />
re <strong>di</strong> Tiberio e <strong>di</strong> Druso cesare suo figlio;<br />
e da altra che M. Erennio Picente conso-<br />
le era patrono del municipio, a lui eret-<br />
VE I<br />
ta per benefizi ricevuti da'municipali in-<br />
tramuranei, altra testimonianza che Veii<br />
romana pure era circuita <strong>di</strong> mura. Plinio<br />
fra le popolazioni che a'tempi <strong>di</strong> Vespasiano<br />
occupavano l'Elruria, nomina<br />
i veientani. Dell' esistenza del municipio<br />
<strong>di</strong> Veii sotto gli Antonini e Settimio Se-<br />
vero sonovi lapi<strong>di</strong> che l'affermano. Il pie-<br />
<strong>di</strong>stallo della statua della Vittoria esistente<br />
nella chiesa <strong>di</strong> s. Lucia nell'Isola Farnese,<br />
de<strong>di</strong>cata nel 249 <strong>di</strong> nostra era, mo-<br />
stra che sotto i Filippi , Veii continuava<br />
ad esistere,chesi restauravano monumen-<br />
ti cadenti per vetustà, che conservava il<br />
suo Ordo,e che n'erano allora duumviri<br />
quinquennali P. Sergio Massimo e M.<br />
Lollio Sabiniano. Dalla lapide scoperta<br />
nel 1 774 apparisce che Veii avea ancora<br />
il suo Ondo sul principio del secolo IV;<br />
è in onore <strong>di</strong> F. Valerio Costanzo padre<br />
<strong>di</strong> Costantino I allora nobilissimo cesare.<br />
Essa chiude la serie de' monumenti ve-<br />
ienti conosciuti da Nibby. Dopo l'era Co-<br />
stantiniana altra memoria esso non incon-<br />
trò <strong>di</strong> Veii, se non nell'Itinerario o carta<br />
Peutingeriana, nella quale al XII miglio<br />
della via Cassia o Clau<strong>di</strong>a trovasi in<strong>di</strong>-<br />
cata Veios, dall'anonimo Ravennate det-<br />
ta Beios per analogia <strong>di</strong> pronuncia. Dice<br />
Nibby: questi mi sembrano in<strong>di</strong>zi mol-<br />
to forti per credere che Veii nel secolo<br />
Vili non era ancora <strong>di</strong>menticata. Ma do-<br />
po sparisce alfatto dalla storia , e perciò<br />
puòsupporsi checaduta in isquallore come<br />
tant'altre terre del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Roma<br />
perisse alfa Ito nella scorreria mici<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />
Astolfo re de' longobar<strong>di</strong>, che marciò su<br />
Roma verso il 753 per asse<strong>di</strong>arla e mi-<br />
nacciandola d'impadronirsene. Prima <strong>di</strong><br />
questo tempo pare che in Veio vi fosse<br />
piantata la sede vescovile,e nel vol.LVIII,<br />
p.128, notai, che il Calindri ne <strong>di</strong>sse i.°<br />
vescovo Andrea nel 680. LaNotiliaEpiscopatuum<br />
del p. Mi reo <strong>di</strong>ce a p. 4' 1 •"<br />
Veientes seu Veii t vetusti Etruriae po-<br />
puli: quorum Urbs quo loco posila fuerit,<br />
iam olim fuit ignoratum. Civita-<br />
lem Castellana, quae Episcopatugau-
VE T<br />
det, non Veientium, sed Falìscorum esseoppidum,docet<br />
Antonini Massa in li-<br />
bro deOrigine Faliscorum. Nel 1. 1 o del-<br />
Y Italia sacra, fra gli Episcopatus Antiquati,<br />
a p. 182 si pone J'ejens Episco-<br />
patus. Dopo riferite le notizie dell'antico<br />
Veio o Veii, si legge. Sunt etiam, qui illud<br />
inter Episcopales sedes antiquatas<br />
recen seatj cuj'us rei testitnonium profertur<br />
Andreas Vejentanae Ecclesiae Epi-<br />
scopio, qui sententi :arn suam <strong>di</strong>xit in Romano<br />
concilio subAgathone
a6 V E I<br />
«letto Vejentanus provinciae Histriae,<br />
perchè una delle principali colonie <strong>di</strong> Ve-<br />
io, cioè i campi <strong>di</strong> Veio furono assegnali<br />
alle legioni illiriche ed a' veterani dalma-<br />
tini, e perciò detti Dalmalia elHistria.<br />
Degli Effetti produce <strong>di</strong>verse notizie su<br />
Veio e il suo territorio, su' veienti anti-<br />
chi e nuovi. Anche il Borgia, faticanti<br />
Confessio B. Petri, a p. 1 88 parla <strong>di</strong> Capracorum<br />
oblatum Ecclesiae Romanae,<br />
prae<strong>di</strong>um sciliect rusticani in territorio<br />
t 7 ridanoseli Vegetano. Nel l.i^ùtW Album<br />
<strong>di</strong> Roma, a p. 28, si riporta il Di'<br />
scorso sopra Capracoro colonia fonda-<br />
ta da s. Adriano I, del eli. Coppi, col-<br />
la pianta corografica delle vicinanze <strong>di</strong><br />
Capracoro. E nel t. 9, p. 5i 1 degli Atti<br />
dell' accademia romana d'Archeo-<br />
logia, si legge il medesimo Discorso.<br />
Dice che alla sua assunzione al ponti-<br />
ficalo il dominio temporale della s. Se-<br />
de era angusto (cioè in proporzione delle<br />
posteriori ampliazioni), ed i longobar<strong>di</strong><br />
facevano correrie sino a Otricoli. Fra le<br />
tante opere insigni <strong>di</strong> quel gran Papa, pro-<br />
mosse l'agricoltura. Nell'agro romano fondò<br />
4 domoculte o villaggi, cioè Galera nel-<br />
la via Amelia o Cornelia, altra Galera nel<br />
Portese.s. E<strong>di</strong>sto e Calvisiano nell'Ar-<br />
deatina. Altra docuoculta stabilì nel ter-<br />
ritorio veiente, a' confini del Nepesino,<br />
nel luogo detto Capracoro, e sembra nel<br />
territorio <strong>di</strong> Campagnano presso il fiume<br />
Treia. Possedeva egli colà molti terreni<br />
ere<strong>di</strong>tati da'suoi maggiori nobilissimi romani<br />
(da'qnali, secondo alcuni, <strong>di</strong>scese-<br />
ro poi i conti del Tuscolo ei Colonna).<br />
A que' fon<strong>di</strong> ne unì altri che acquistò da<br />
vari particolari, co' quali fece delle per-<br />
mute, e formò una sola tenuta, nella quale<br />
fondò Una colonia. E<strong>di</strong>ficò nella mede-<br />
sima una magnifica chiesa, e terminato il<br />
tutto, egli stesso accompagnato dal clero<br />
e senato romano si recò con gran pompa<br />
a Capracoro , e trasferì nella nuova<br />
chiesa i corpi de' ss. Pontefici Cornelio,<br />
Lucio, Felice e Innocenzo I, suoi protet-<br />
tori particolari. Dispose poi, che tutto il<br />
V E I<br />
rumente, l'orzo, i legumi, ed il vino che<br />
in quella colonia si fosse raccolto, si ri-<br />
ponesse separatamente ne'granai e nelle<br />
cantine della chiesa Lateranense-, si uccidessero<br />
inoltre ogni anno 100 grossi ma-<br />
iali, e se ne riponesse similmente la car-<br />
ne nelle <strong>di</strong>spense del Laterano (ove al-<br />
lora i Papi facevano l'or<strong>di</strong>naria loro <strong>di</strong>-<br />
mora), quin<strong>di</strong> il lutto si erogasse in sov-<br />
venzione de'poveri; per tal effetto si ra-<br />
dunassero ogni giorno, sotto il portico <strong>di</strong><br />
quel patriarchio, almeno 100 <strong>di</strong> essi, e un<br />
<strong>di</strong>spensiere fedelissimo <strong>di</strong>stribuisse a cia-<br />
scuno una libbra <strong>di</strong> pane, due bicchieri<br />
<strong>di</strong> vino, ed una zuppa con porzione <strong>di</strong><br />
carne. Capracoro passò <strong>di</strong>poi fra'beni del-<br />
la basilica Vaticana, e fu per vari secoli<br />
abitato. Difatti s. Leone IV verso T848<br />
chiamati da vari luoghi uomini per co-<br />
struir le mura della Città Leonina (f.)<br />
borgo aggiacente a detta basilica, concorse<br />
all'opera anche la milizia <strong>di</strong> Capracoro.<br />
G io vauniXX confermando nel 1027<br />
i beni al vescovo <strong>di</strong> Portoe <strong>di</strong> Selva Can-<br />
<strong>di</strong>da, ne nomina alcuni esistenti nel terri-<br />
torio Nepesino, confinanti con una strada<br />
ch'era fra la milizia della torre e un ter-<br />
reno <strong>di</strong> s. Pietro. Benedetto IX in una si-<br />
mile conferma delio37 in<strong>di</strong>ca Capraco-<br />
ro col titolo <strong>di</strong> Corte (anticamente signi-<br />
ficava, unione <strong>di</strong> molti poderi, anzi un ca-<br />
stello o terra). Nel 1 o53 s. Leone IX con-<br />
fermò a Giovanni arciprete della basili-<br />
ca Vaticana e a'eanonici <strong>di</strong> essa, ch'era-<br />
no nel monastero <strong>di</strong> s. Stefano maggio-<br />
re, vari fon<strong>di</strong>, e fra gli altri que'<strong>di</strong> Tre-<br />
quata e Macorano accinto a Capracoro.<br />
In altra bolla dello stesso anno, s. Leone<br />
IX confermò al medesimo arciprete e a*<br />
servitori della chiesa <strong>di</strong> s. Pietro, il castel-<br />
lo <strong>di</strong> Capracoro con tutti i suoi fon<strong>di</strong>, col<br />
molino e la chiesa <strong>di</strong> s. Giovanni della Tre-<br />
gia, esistente nel territorio veiente lungi<br />
circa 27 miglia da Roma. Adriano IV nel<br />
1 f 58 confermò la 2/ bolla <strong>di</strong> s. Leone<br />
IX, in<strong>di</strong>cando che la nominata chiesa era<br />
<strong>di</strong>roccata, che dovea alla basilica Vatica-<br />
na annue 3 libbre <strong>di</strong> cera lavorata; lo stes-
VE I<br />
so ripeterono Innocenzo III ne) no", e<br />
Gregorio IX nel 1:128. Col decorso degli<br />
anni la basilica Vaticana perdette i beui<br />
<strong>di</strong> Capi-acoro. Questo castello dopo il secolo<br />
XI II, come tanti altri, fu abbandona-<br />
to e <strong>di</strong>strutto, pel sito alquanto infelice,<br />
cioè sorgeva in una valle circondati d
a8 VE I<br />
«<strong>di</strong>ri personaggi; et! all'incontro restasse<br />
presso Enrico V il potente romano Pier<br />
Leone co'suoi figli. Nel i 166 venne con-<br />
fermala l.i locazione falla <strong>di</strong> questo ca-<br />
stello dal predecessore, da Ildebrando<br />
abbate benedetlino <strong>di</strong> s. Cosma e Damiano<br />
in Mica Aurea (oggi s. Cosimato<br />
<strong>di</strong> Roma delle Francescane, alle quali<br />
già nel 1288 era passala la proprietà <strong>di</strong><br />
Isola, forse allora chiamata Castello <strong>di</strong><br />
.«. Pietro), a Pietro Obicione,e gli cedette<br />
inoltre alcuni beni che avea in Albano,<br />
ricevendone in compenso i <strong>di</strong>ritti che il<br />
medesimo aveva sopra 6 chiese esistenti<br />
in Isola. L'n alto del 1286 ricorda fra'<br />
i confini <strong>di</strong> Galera il castello dell' Isola<br />
<strong>di</strong> Ponte Veneno. Sul principio del secolo<br />
XIV questa terra passò dal monastero<br />
delle monache <strong>di</strong> s. Cosimato in ma-<br />
no <strong>di</strong> particolari; e nel 1 346 un in<strong>di</strong>viduo<br />
della famiglia Muti ne vendette una<br />
palle ad Andrea Orsini. Nel i36o Fran-<br />
cesco Veneto notaio lasciò a Vecchiarel-<br />
Jo Sabba due oncie del castello dell'Iso-<br />
la colle tenute, la rocca, il cassero ed i<br />
vassalli. Nel 1 368 Lello figlio <strong>di</strong> Vene-<br />
to ne ipotecò la 3." parie d' un'oncia a<br />
favore <strong>di</strong> Pietro figlio <strong>di</strong> Marino. Nel se<br />
colo XV questa terra era in uno stato <strong>di</strong><br />
floridezza e molto popolata; imperocché<br />
nella mossa del perugino Nicolò Fortebraccio<br />
minacciante Roma, nel 1 4^4<br />
venne lassata da Papa Eugenio IV <strong>di</strong><br />
mandare a Bracciano 10 uomini armati<br />
per unirsi al corpo che ivi il Papa faceva<br />
raccogliere per opporglisi. Sembra<br />
poi che in questo tempo passasse interamente<br />
in potere degli Orsini, i quali fino<br />
dal i346 ne possedevano una parte,<br />
e molto del fabbricato attuale appartie-<br />
ne a qiiell' epoca. Nel 1480 con l'aiuto<br />
<strong>di</strong> Fabrizio e Nicolò signori <strong>di</strong> Scrinone-<br />
ta, nella correria contro gli Orsini, Iso-<br />
la pure fu presa da Prospero Colonna,<br />
che menò seco prigione parecchi abitanti<br />
e portò via mollo bestiame. Nel i486<br />
il car<strong>di</strong>nal Borgia, poi Alessandro VI, e<br />
il car<strong>di</strong>nal Ascanio Sforza si portarono<br />
VE1<br />
in questa terra e cenarono insieme, on-<br />
de si sparse voce che avessero trattato <strong>di</strong><br />
pace. Dipoi Alessandro VI avendo stabi-<br />
lito ili abbattere la potenza degli Orsini,<br />
perciò tentò d'occupare tutte le loro ter-<br />
re cominciando dall' Isola, che il suo figlio<br />
Cesare Borgia poi duca <strong>di</strong> Valenza<br />
(F.) o Valentinois, nel 1 497<br />
circa pre-<br />
se dopo 12 giorni d'asse<strong>di</strong>o, ed allora<br />
oltre altri guasti, una parte della rocca<br />
venne <strong>di</strong>sfatta : nello slesso anno gli Or-<br />
sini ne alienarono una parte in favore<br />
del 11 ucel lai mercante fiorentino. Morto<br />
però nell'agosto i5o3 Alessandro VI, e<br />
caduta la potenza del duca Borgia, l'Iso-<br />
la naturalmente ritornò proprietà degli<br />
Orsini, onde allorché Pio IV nel i56o<br />
con bolla eresse Bracciano (<strong>di</strong> cui pure<br />
nel voi. LV1II, p. 121) in ducato, vi<br />
comprese con altre terre ancora questa.<br />
Rilevai nel voi. XX1H, p. 201C0I Nibby,<br />
il nome che tultora ritiene d'Isola Farncse<br />
è un forte in<strong>di</strong>zio, che un qualche<br />
tempo sia stala <strong>di</strong> quella famiglia, e che<br />
poscia nell' incamerazione del ducato <strong>di</strong><br />
Castro e Ronciglione, ancora questa ter-<br />
ra venisse compresa. Egli è certo che fino<br />
dal 1667 era della Camera apostolica ,<br />
e che fu allora affittata per i45o scu<strong>di</strong>.<br />
Anche il Coppi conviene, che nella de-<br />
cadenza della famiglia Orsini, Isola fu<br />
fra' primi fon<strong>di</strong> alienali ; e sembra che<br />
sia passata in dominio della famiglia Farnese,<br />
dalla quale prese nuova denominazione,<br />
e quin<strong>di</strong> incamerala col detto du-<br />
cato, pare nel 1 64 * n nel 1 64
vec<br />
topografiche da lui verificate sul luogo.<br />
Afferma d'aver trovato sul piano dell'i-<br />
stesso silo ov'era la città i residui dell'an-<br />
tichissime mura e delle sostruzioni ; che<br />
ne' cavi si trovarono pie<strong>di</strong>stalli, cornicio-<br />
ni, statue e altri maravigliosi rottami <strong>di</strong><br />
marmi antichi. Nel piano della valle os-<br />
servò il cunicolo pel cui mezzo seguì le-<br />
sterminio della gran Veio. Nell'antica via<br />
Veientana, che <strong>di</strong>ramandosi dalla Cassia<br />
conduceva a Veio, trovò i vestigi <strong>di</strong> gros-<br />
si selci, e allora pure conducevano al col-<br />
le e all' Isola Farnese; e parte dell'anti-<br />
ca città <strong>di</strong>chiaiò che surse ov'è il castel-<br />
lo o rocca dell' Isola stessa, nella quale<br />
con Lilj <strong>di</strong>ce che terminò i suoi giorni<br />
Gismondo Varani. In l'atti leggo nell'///-<br />
storia <strong>di</strong> Camerino, che nelle vertenze<br />
fra Francesco RI.' I duca d'Urbino e Sigismondo<br />
Varani suo nipote e duca <strong>di</strong><br />
Camerino, questi tornando da Viterbo<br />
a Roma, ov'era andato ad assoldar gen-<br />
ti, d' or<strong>di</strong>ne dello zio giunto alla Storta<br />
a' 25 giugno 1022 fu passato con uno<br />
spiedo nel corpo e portato, nel castello<br />
dell'Isola Farnese ivi morì <strong>di</strong> 21 anni,<br />
in<strong>di</strong> condotto in Roma il cadavere fu tu-<br />
mulato in s. Maria del Popolo. Quin<strong>di</strong><br />
il Piazza passando a ragionare dell'o<strong>di</strong>er-<br />
no castello, <strong>di</strong>ce che dagli Orsini passò<br />
in proprietà de'Farnesi, unito collo sta-<br />
to <strong>di</strong> Castro e Ronciglione, e pe' quali<br />
s' intitolò Isola Farnese, in<strong>di</strong> proprietà<br />
della camera apostolica col rimanente<br />
del dominio Famesiano. Trovò nella vi-<br />
sita apostolica la chiesa <strong>di</strong> s. Pancrazio<br />
parrocchiale (e lo è tuttora, de<strong>di</strong>cata pu-<br />
re alla D. Vergine Coronata), assai anti-<br />
ca e <strong>di</strong> conveniente fabbrica (il Nibby la<br />
crede e<strong>di</strong>ficata nel secolo XV e proba-<br />
bilmente rifabbricata dopo i guasti soffer-<br />
ti dalla terra nella "'presa del duca Bor-<br />
gia : dello slesso tempo è la pittura a fre-<br />
sco dell'aitine maggiore, che rappresen-<br />
ta la Coronazione della ss. Vergine. 11<br />
vaso per 1' acqua santa è formato con<br />
frammenti antichi d'architettura), in cui<br />
venerasi una segnalata reliquia del san-<br />
V EI 29<br />
to titolare. La chiesa fu consagrata dal<br />
vescovo Teipolitano a'20 aprile i55g,<br />
riponendovi neh' altare le reliquie <strong>di</strong> s.<br />
Pancrazio, <strong>di</strong> s. Andrea apostolo e <strong>di</strong> s.<br />
Lucia, concedendo un anno d'indulgen-<br />
za perpetua nell'anniversario della de<strong>di</strong>-<br />
cazione, <strong>di</strong> che trovò memoria nel de-<br />
creto della visita fatta nel i63o dal car-<br />
<strong>di</strong>nal Ginnasi vescovo <strong>di</strong> Porto. La chiesa<br />
era mantenuta nel culto<strong>di</strong>vino da una<br />
confraternita canonicamente eretta, coi<br />
frulli <strong>di</strong> pii legati. Pegli infortuni! patiti<br />
dal castello allora contava 1 3o anime,<br />
l'arciprete godeva scu<strong>di</strong> 200 <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta.<br />
La chiesa <strong>di</strong> s. Maria Castellana, così del-<br />
ta perchè vicina alla rocca t> castello an-<br />
tico, de<strong>di</strong>cata ancora a s. Lucia, ora<br />
smantellata, era governata da un cap-<br />
pellano perpetuo obbligato a coa<strong>di</strong>uvare<br />
l'arciprete nella cura d'anime, e <strong>di</strong> sup-<br />
plire per lui a' bisogni della parroc-<br />
chia, venendo nominato liberamente dal-<br />
l' or<strong>di</strong>nario colla ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 80.<br />
Crede Piazza che in questo e<strong>di</strong>lìzio, prima<br />
che fosse ridotto a chiesa, venisse a-<br />
dorato da'gentili un Nume. Certo è che<br />
ivi 1' ara marmorea della Vittoria Au-<br />
gusta, serve per vaso dell' acqua bene-<br />
delta, e l'iscrizione Ordo Vejenlium fe-<br />
ce trarre argomento al Nar<strong>di</strong>ni della vicinanza<br />
<strong>di</strong> Veio, mentre osservò il Piazza<br />
che per la sua grandezza non poteva es-<br />
sere stala trasportala da luogo lontano.<br />
L' Isola Farnese fu <strong>di</strong> poi concessa in en-<br />
fiteusi dalla camera apostolica, la quale<br />
nel 1820 ne vendette anche il dominio<br />
<strong>di</strong>retto, che fu acquistato dalla principes-<br />
sa Marianna <strong>di</strong> Savoia duchessa del Chia-<br />
blese, nel suo soggiorno in Roma (<strong>di</strong> che<br />
ne'vol.XXlII,p.2oi,XLVH,p. 95,LXI,<br />
p. 174 e altrove); dominio che passato<br />
per sua morte nel 1823 in retaggio alla<br />
regina <strong>di</strong>SardegnaM.'Cr'ìtiin* <strong>di</strong> Borbo-<br />
ne (insieme alla Villa del Tuscolo ossia la<br />
Rufiinella <strong>di</strong> Frascati, <strong>di</strong> che parlai nel<br />
vol.XXVII,p. j 65 e i66,ma ricordandolo<br />
nel voi. LIX, p. 73, il detto voi. per man-<br />
canza d'uu 1 <strong>di</strong>ce erroneamente XX\ 1; e<br />
e
3o VE I VEI<br />
siccome ivi tlissi che In regina collocò gli rupe che guarda mezzogiorno e levante,<br />
oggetti antichi d'arte trovati ne'suoi sca- e si ravvisano come sepolcri etruschi;<br />
vi <strong>di</strong> Tuscolo, nel magnifico e reale ca- una <strong>di</strong> esse è <strong>di</strong> forma quadrata e piena<br />
stello d' Agliè nella provincia d'Ivrea, <strong>di</strong> piccole nicchie, come i colombari ro-<br />
e suo soggiorno <strong>di</strong> villeggiatura <strong>di</strong> quan- mani. Il luogo presenta d'ogni parte l'ado<br />
in quando, qui aggiungo che vi col- spetto dello squallore e della decadenza,<br />
locò pure la pregevole collezione de'vasi e mostra nel fabbricato essere stalo riefittili<br />
veienti, <strong>di</strong> cui vado a parlare. Il <strong>di</strong>ficato nel XV secolo. La terra ebbe un<br />
castello d' Agliè è <strong>di</strong> proprietà del reale soloaccesso interno, e dalla parte del Por-<br />
principe Tommaso <strong>di</strong> Savoia duca <strong>di</strong> Gè- lonaccio era la comunicazione fra la cit-<br />
nova), e morendo la regina nel 1 847, la- là e la cittadella. L'antica via essendo insciò<br />
1' Isola Farnese, con altri fon<strong>di</strong> che terrotta, come la detta comunicazione,<br />
possedeva nelle vicinanze <strong>di</strong> Roma, alla si segue una nuova strada, posteriore a<br />
nipote regnante imperatrice del Rrasile Veii etrusca,che torce a sinistra per chi<br />
Teresa Cristina, comenotai nel vol.LXI, va da Roma all'Isola, fino alla mola; la<br />
p. 181. L'imperiosa brevità m'impe<strong>di</strong>- quale a sinistra è dominata da rupi pit-<br />
sce seguire il iNibby nella dotta descri- toresche, e a destra da una specie <strong>di</strong> ba-<br />
zione della topografia della celebre Veii, ratio, sotto il quale scorre il fosso. Alla<br />
e degli avanzi esistenti tanto dell' epoca mola è il precipizio terribile, e poco do-<br />
etrusca, quanto ancora dell'epoca 10- pò una cataratta: il sito è de'più pittomana,<br />
e dovrò contentarmi a ricordare reschi, e pare servito a' veienti per luogo<br />
solamente qualche principale in<strong>di</strong>cazio- <strong>di</strong> supplizio, come a Roma la rupe Tar-<br />
ile, oltre quelle già riferite. Sir William pea. Dalla cataratta si sale per giungere<br />
Geli pei 1 .° pubblicò la pianta esatta <strong>di</strong> alla città antica, ove forse fu la porta oc-<br />
Veii, che somiglia ad una vasta peniso- cidentale o de'Selte Pagi. S'incontra poi<br />
la, nel t. 1 delle Memorie dall' Istillilo una sorgente d'acqua minerale, e il sito<br />
<strong>di</strong> corrispondenza a rcheo logica,con os- dell'altre porle, che ponno designarsi, seservazioni,<br />
ed anco nella Topografia <strong>di</strong> condo la loro <strong>di</strong>rezione, co'nomi <strong>di</strong> Cam-<br />
Rorna e suoi <strong>di</strong>ntorni: Le mura primi- pana, Fidenate, Arce, Are Muzie, Ponte<br />
live erano <strong>di</strong> massi irregolari quadrila- Sodo oCapenate, Sutrina, Pietra Perlu-<br />
Ieri <strong>di</strong> lufa locale, lunghi fino 1 1 pie<strong>di</strong>, sa, Colombario. Visibilmente si ricono-<br />
Gli antichi sepolcri sono incavati nella scono a fior <strong>di</strong> terra le fondamenta dei-<br />
rupe dell'Isola. 11 suo fosso e il rivo Cre- le 5 porte, oltre quella per a Sette Pagi,<br />
mera determinano il sito <strong>di</strong> Veii in gui- Sembra però clie 9 fossero le porte, sensa<br />
che si può facilmente misurarne il cir- za coniar la porta della cittadella eh' e-<br />
cuito. A Veii romana anticamente si an- ra interna. Oltre le mura, il sito delle<br />
dava da Roma perle vie Flaminia e Cas- porte, il ponte della porta <strong>di</strong> Pietra Per-<br />
sia ; oggi più. or<strong>di</strong>nariamente si segue la tusa, il Ponte Sodo, i tumuli e le grotte<br />
strada detta dell'Isola, che <strong>di</strong>rama dalla sepolcrali, altri avanzi non rimangono <strong>di</strong><br />
Cassia verso il X miglio a destra. Il ca- Veii etnisca. Del municipio <strong>di</strong> Veii ro-<br />
stello dell'Isola si presenta come sopra mana altro non rimane che il colombauno<br />
scoglio spiccato dalla catena <strong>di</strong> pa- rio, da'eonta<strong>di</strong>ni chiamato il Cemeterio;<br />
lecchi colli <strong>di</strong>rupati, <strong>di</strong> forma oblunga fu trovalo intallo, ornato <strong>di</strong> stucchi <strong>di</strong><br />
da occidente a oriente. Quel <strong>di</strong>rupo è un bello stile e <strong>di</strong> pitture, ma oggi è tutto<br />
ammasso <strong>di</strong> ceneri vulcaniche indurite spogliato, parte per l'incuria e parte pel<br />
dall'acqua, perciò fragile e facile a fra- vandalismo de' visitanti. Esso è condo-<br />
narsi, per cui anticamente era più alto, sto <strong>di</strong> 3 camere, delle quali una sola è ac-<br />
Molte caverne souo aperte nel lato della cessibile. Lungo la strada romana fra le
VEI<br />
porle Siili ina e Fidennte, furono scoper-<br />
te negli scavi varie lapi<strong>di</strong> sepolcrali, ri-<br />
ferite e <strong>di</strong>chiarate dal Nibby. Nel centro<br />
ove fu il municipio veiente furono tro-<br />
vate le teste colossali d'Augusto e Tibe-<br />
rio, ora nel corridore del Musco Glia»<br />
ramonti, molte altre statue frammenta-<br />
te, molte teste, una statua mutile <strong>di</strong> Germanico,<br />
molli pezzi d'architettura e 24<br />
colonne giacenti e non ancor messe in o-<br />
pera, cioè 12 <strong>di</strong> marmo bianco lunense<br />
<strong>di</strong> circa i3 palmi d'altezza e 3 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ame-<br />
tro, d'or<strong>di</strong>ne ionico, con basi e capitelli<br />
<strong>di</strong> forma singolare; e 12 <strong>di</strong> marmo bi-<br />
gio <strong>di</strong> 1 3 palmi d'altezza e d'un palmo e<br />
mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, con basi e capitelli<br />
d'or<strong>di</strong>ne composito. Colle prime Grego-<br />
rio XVI fece ornate il portico dell'anti-<br />
co e<strong>di</strong>lìzio delle Poste pontifìcie a piazza<br />
Colonna (come narrai nel voi. LlV, p.<br />
3 1 4-> mentre il nuovo ledescrissi nel voi.<br />
LXXIV, p. 36o) ; colle seconde il medesimo<br />
Papa fece decorare la cappella <strong>di</strong><br />
s. Benedetto della nuova basilica <strong>di</strong> s.Pao-<br />
lo (il che notai nel voi. XII, p. 223, ed<br />
avendo terminato la descrizione <strong>di</strong> quel<br />
tempio splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssimo ne' voi. LXXIII,<br />
p. 352, LXXV, p. 2 i4). Queste 24 colonne<br />
sembra che fossero in origine de-<br />
stinale ad abbellire la basilica <strong>di</strong> Veii, e<br />
per conseguenza presso il luogo dove esse<br />
furono trovate, in uno alle summen-<br />
lovate sculture, e fu probabilmente il fo-<br />
ro. Le lapi<strong>di</strong> pubblicale dalJNibby ricor-<br />
dano il tempio <strong>di</strong> Marte, la scuola della<br />
Fortuna Forte, il teatro, il bagno, il cul-<br />
to alla dea Vittoria, quello a Castore e<br />
Polluce, alla Pietà, ed al Genio de' ve-<br />
ienti. Anche il Coppi <strong>di</strong>scorre de'monu-<br />
menli rinvenuti negli scavi <strong>di</strong> Veio, in<strong>di</strong><br />
acquistali dal governo pontificio, e col-<br />
locati nel museo Vaticano. Nel secolocor-<br />
iente,a spese della famiglia Giorgi e sotto<br />
hi <strong>di</strong>rezione dell'avv. Galli, nel 1 8 1 o s'in-<br />
(ominciarono gli scavi, continuali negli<br />
anni seguenti, sulla spianala d'una col-<br />
lina esistente a settentrione dell' Isola<br />
Farnese, come ricavo da Coppi e da JNib-<br />
VEI 3t<br />
by, quest'ultimo deplorando che gli oggetti<br />
trovali de'magnifici avanzi del mu-<br />
nicipio veiente, quando poi Pio VII li fe-<br />
ce acquistare pel Vaticano, non furono<br />
tutti collocali nella stessa sala, e che nello<br />
scavo fu trascurata affatto la topografia<br />
delle fabbriche rinvenute. Ne fece <strong>di</strong>ver-<br />
se relazioni all'accademia romana d'ar-<br />
cheologia Alessandro Visconti, i cui e-<br />
stralti si pubblicarono nel Giornale <strong>di</strong>-<br />
partimentale <strong>di</strong> Roma, in tempo del governo<br />
francese. Divenuta l'Isola Farne-<br />
se proprietà della regina <strong>di</strong> Sardegna M.*<br />
Cristina, riprese le escavazioni a'26 feb-<br />
braio 1 838 ei83g nell' antica necropoli<br />
<strong>di</strong> Veio sotlo la <strong>di</strong>rezione dell'intelligen-<br />
tissimo marchese Luigi Bion<strong>di</strong>, il quale<br />
a' 1 g aprile i 838 lesse nell' Accademia<br />
d'Archeologia il Ragionamento intorno<br />
alla tabella votiva in marmo, trovata<br />
nell' escavazioni veienli. Si pubblicò nel<br />
t. 9, p. 2o5 de' summentovali Alti. In-<br />
<strong>di</strong> il marchese commise la descrizione<br />
de'vasi fìttili trovati ne' sepolcri dell'antica<br />
Veio, al dotto archeologo Campa-<br />
nari <strong>di</strong> Toscanclla, il quale vi corrispo-<br />
se con quella illustrazione stampala con<br />
tavole incise nel i83q,che lodai nel voi.<br />
LXXVIII, p. 269, de<strong>di</strong>cata al conte Avogadro<br />
<strong>di</strong> Colobiano gran maestro e con-<br />
servatore generale della casa della stessa<br />
regina. Da par suo descrisse tali sepolcri<br />
veienli ed i<br />
vasi. Dice i sepolcri <strong>di</strong> due<br />
specie, altri gran<strong>di</strong> e più antichi, forma-<br />
ti <strong>di</strong> una o più camere co' letti funebri<br />
scolpiti all'intorno, su de'quali venivano<br />
deposti o interrati i cadaveri ; altri meno<br />
antichi e piccolissimi, consistenti in<br />
una o più nicchie scavate parimente nel<br />
tufo e capaci a contenere non più che un<br />
vaso, e talvolta uua piccola urna <strong>di</strong> ter-<br />
ra cotta coperchiala, dove riponevansi le<br />
ossa bruciate del morto ; e presso tali nic-<br />
chie erigevasi il rogo per bruciare i ca-<br />
daveri. 1 vasi neri, quegli altri <strong>di</strong> gran 9<br />
mole con rappresentazioni d' animali, e<br />
gli altri tutti <strong>di</strong> più antica opera e fattu-<br />
ra Uovaronsi sempre <strong>di</strong>sposti intorno a'
32 VEI<br />
cadaveri nelle gran<strong>di</strong> camere sepolcrali.<br />
] vasi <strong>di</strong> miglior stile ed elegante, e quel-<br />
li altresì più. belli per <strong>di</strong>ligenza e bontà<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>segno, non che gli specchi <strong>di</strong> metal-<br />
lo, le tazze e altre gentili stoviglie, furono<br />
tutte rinvenute entro queste nicchie,<br />
dove fra le ceneri e le ossa brustolile eìano<br />
ancora talvolta anelli d' oro, pen-<br />
denti, armiile, aghi crinali <strong>di</strong> osso o <strong>di</strong><br />
metallo, ed altri ornamenti muliebri, se<br />
<strong>di</strong> donna racchiudevansi 1' ossa dentro i<br />
vasi. Gli etruschi prima interrarono i lo-<br />
ro cadaveri, posteriormente li bruciarono<br />
riponendone gli avanzi entro vasi <strong>di</strong><br />
bronzo o <strong>di</strong> terra cotta, o in urne cine-<br />
rarie, che fu T ultimo uso della nazione,<br />
praticato pure da' romani. La maggiore<br />
o minore antichità <strong>di</strong> siffatti sepolcri, re-<br />
sta <strong>di</strong>mostrata dalle stoviglie se rozze,<br />
migliori o perfette. Comunque nella col-<br />
lezione de' vasi veienti trovati nel!' esca-<br />
vazioni in <strong>di</strong>scorso, molli sono con belle<br />
ed eccellenti pitture, tutti più o meno<br />
sentono del rigido fare della vecchia<br />
scuola, riè ve n'ha uno <strong>di</strong> sì finito e per-<br />
fetto<strong>di</strong>segno <strong>di</strong>esi possa assegnare a que-<br />
si' ultima epoca, il perchè deve ritener-<br />
si, che venisse meno la fabbricazione<br />
tli tali fittili in Veio nel 35g <strong>di</strong> l'ionia,<br />
quando appunto la città fu domata e <strong>di</strong>-<br />
strutta dall'armi vincitrici romane. 1 va-<br />
si neri <strong>di</strong> terra lisci o ornati <strong>di</strong> bassi ri-<br />
lievi elegantissimijche in tanta copia tro-<br />
varonsi ne' più antichi sepolcri <strong>di</strong> Veio,<br />
non hanno molta durezza e soli<strong>di</strong>tà a<br />
proporzione degli altri, perchè la loro<br />
cottura non è portata a quel grado <strong>di</strong> per-<br />
fezione delle stoviglie <strong>di</strong>pinte, per cui<br />
crede il Campanari che poco o nulla servissero<br />
ad altri usi della vita civile, ma<br />
sibhene unicamente alle funebri pompe<br />
e ceremonie degli antichi. Degli altri va-<br />
si le stesse pitture iusegnano l* uso cui<br />
erano destinati. Furono primieramente<br />
adoperati ad uso de'sagrifizi verso i Nu-<br />
mi, non che <strong>di</strong> premio a* vincitori negli<br />
atletici combattimenti, e in altre feste e<br />
giucchi, ed ancora secondo l'argomento<br />
VEI<br />
delle pitture, <strong>di</strong> donativi fra gli amanti,<br />
od a causa <strong>di</strong> matrimonio, d' ospitalità<br />
e d'amicizia. In fine servivano a tutti gli<br />
usi domestici e ci vili,che del pari rappre-<br />
sentati vi sono. Fu costume degli antichi<br />
<strong>di</strong> conservare nella Sepoltura (f.) gli og-<br />
getti che in vita s'ebbero cari i defunti,<br />
per la credenza che I' anime dei beali<br />
conservando dopo morte il proprio abi«<br />
to eie proprie loro costituzioni, prendes-<br />
sero <strong>di</strong>letto delle cose che vivendo ebbe-<br />
ro care e affezionate, massime dalla nazione<br />
Toscana (/'.) antica. Anche il mar-<br />
chese Campana intraprese <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose<br />
ricerche e intelligenti scavi in alcune<br />
colline che formano parte dell'antica necropoli<br />
veiente, ri m petto al luogo ove<br />
già brillò questa fortissima città etnisca.<br />
Trovò fra le molte altre quella tomba o<br />
grotta sepolcrale, la sola intatta dell'an-<br />
tichissima Veti, il cui <strong>di</strong>segno e sua eru-<br />
<strong>di</strong>ta illustrazione pubblicò 1' Album <strong>di</strong><br />
Roma nel 1 843, col 1. 1 o , p. 249. La re-<br />
gina <strong>di</strong> Sardegna fece riprendere gli sca-<br />
vi colla <strong>di</strong>rezione del valentissimo archeo-<br />
logo commend. Luigi Canina, il quale<br />
pose in più chiara luce 1' ubicazione <strong>di</strong><br />
Veio, e quin<strong>di</strong> pubblicò con 4^ belle ta-<br />
vole e alcune colorite, L'antica città dì<br />
Vej descritta e <strong>di</strong>mostrata con i monu'<br />
menti, Roma 1 847. Quest'opera non fa<br />
posta in commercio, siccome <strong>di</strong> pochi<br />
esemplari. Del sepolcro denominato dal-<br />
lo scopritore e illustratorecWyjo/croCa/npana,<br />
e dai conta<strong>di</strong>ni locali Porta <strong>di</strong><br />
ferro, e dell' opera del Canina, risultato<br />
degli scavi <strong>di</strong> più <strong>di</strong> mille sepolcri, nel<br />
1837 ne <strong>di</strong>e contezza nel t. 3 della nuova<br />
serie del Giornale Arca<strong>di</strong>co a p. 5g<br />
e seg. il eh. Fabio Gori nella sua eru<strong>di</strong>ta<br />
e interessante : Scorsa a Veii una<br />
delle capitali d' Etruria, 1 2 miglia<br />
lungi da Roma. Quanto allo scopritore<br />
del Sepolcro Campanaio celebra come<br />
lo scrittore dell' Opere in plastica.Quan-<br />
to a'vasi trovali dal Canina, <strong>di</strong>ce che sono<br />
<strong>di</strong> tre generi. Il i.° è il più particola-<br />
re de' veieuti, perchè raramente si trovò
VEI<br />
negli al<strong>di</strong> sepolcri etruschi, consistenti in<br />
vosi <strong>di</strong> bella vernice nera, sottile, e <strong>di</strong><br />
mirabile artifizio. Altri hanno geni ala-<br />
ti, o fasciature semplici, o animali con<br />
due soli colori, ed effigie <strong>di</strong> animali inci-<br />
si solo a contorno. Il 2. <strong>di</strong> vasi <strong>di</strong> gran-<br />
<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>mensione, ove <strong>di</strong>pinti sono<br />
con colori a corpo, geni aligeri e anima-<br />
li. Il 3.° mostra T ultimo genere <strong>di</strong> va-<br />
si, ma rarissimi fra le tombe veienti, <strong>di</strong>-<br />
pinti con vernice fina. Dirò per ultimo,<br />
che si legge nel n.° 1 o5 del Giornale <strong>di</strong><br />
lìoma del 1 853, che l'imperatrice del<br />
Brasile Teresa Cristina M." <strong>di</strong> Borbone,<br />
avendo ere<strong>di</strong>tato la maggior parte dei<br />
fon<strong>di</strong>, che possedeva nelle vicinanze <strong>di</strong><br />
Boma la sullodata sua zia regina <strong>di</strong> Sardegna,<br />
non volle trascurare <strong>di</strong> prosegui-<br />
re quanto si soleva praticare da quella<br />
benefica sovrana proleggilrice delle an-<br />
tichità e delle belle arti, a vantaggio del-<br />
le medesime. Commise pertanto al coni-<br />
menci. De Figueiredo incaricalo d' alfa-<br />
li dell' imperatore consorte presso la s.<br />
Sede e la corte <strong>di</strong> Toscana, e suo pro-<br />
curatore per 1' amministrazione del det-<br />
to pati imonio,d'imprendere alcune esca-<br />
vazioni nel territorio dell' Isola Farnese<br />
dove esisteva l'antica Veii. L'escavazio-<br />
ni intraprese nel <strong>di</strong>cembre 1 852, ebbero<br />
luogo primieramente nella parte selten-<br />
tuonale dell'antica città, ove esisteva la<br />
principale sua necropoli; e si scavarono<br />
più <strong>di</strong> 120 vetusti sepolcri, in cui si rin-<br />
venne una ragguardevole quantità <strong>di</strong> sto-<br />
viglie per più gran parte nere, e pochis-<br />
sime <strong>di</strong>pinte. Siffatta particolarità si ren-<br />
de importante per la storia <strong>di</strong> tali ogget-<br />
ti; poiché tra le città principali dell'an-<br />
tica Etruria, <strong>di</strong> quella de' veienti essendo<br />
più cognito il principio della sua pro-<br />
sperità ed il suo territorio alla pertinen-<br />
za <strong>di</strong> tale antico popolo, si trova così in<br />
modo più convincente confermata la pre-<br />
cedenza dell' uso delle stoviglie dell'in-<br />
<strong>di</strong>cala semplice specie, su quello delle <strong>di</strong>-<br />
pinte, ed essersi quest' ultime introdot-<br />
te in piìi gran numero solamente non<br />
VOL. LXXXIX.<br />
VEI 33<br />
prima dell' 8.° secolo avanti l'era nostra.<br />
Quin<strong>di</strong> nel fine <strong>di</strong> febbraio 1 853 si ri-<br />
volsero le ricerche nella parte occupata<br />
propriamente dalla città antica, ove si<br />
scopersero a poca profon<strong>di</strong>tà le reliquie<br />
<strong>di</strong> varie case stabilite incirca ne'primi anni<br />
dell'impero romano sulle fondamenta<br />
<strong>di</strong> ùmili fabbriche assai più antiche, che<br />
si trovarono corrispondere lungo una via<br />
interna che metteva alla porta occiden-<br />
tale, da cui usciva la via esterna che si ri-<br />
volgeva verso la via Cassia. E tra le stes-<br />
se reliquie si rinvennero <strong>di</strong>versi oggetti<br />
<strong>di</strong> scultura romana in marmo, che servono<br />
principalmente a <strong>di</strong>mostrare avere<br />
la città stessa continuato a prosperare anche<br />
dopo d'essere stala ridotta a municipio<br />
romano. Tra'medesimi oggetti me-<br />
rita considerazione una statua muliebre,<br />
che si crede essere una Pomona, <strong>di</strong> poco<br />
inferiore del vero, e quasi per intero con-<br />
servata; e <strong>di</strong>verse piccole figure per Io<br />
più <strong>di</strong> rappresentanza Bacchica con una<br />
piccola Cariatide scolpita in marmo gial-<br />
lo detto numi<strong>di</strong>co. Fa ri mente si rinvenne-<br />
ro frammenti d'una Vittoria alata scol-<br />
pila in bassorilievo per onorare alcuna<br />
vittoria riportata da qualche imperatore<br />
romano che protesse il medesimo muni-<br />
cipio. Si sono inoltre rinvenuti <strong>di</strong>versi<br />
pavimenti <strong>di</strong> camere composti con varie-<br />
tà <strong>di</strong> marmo delle più scelte specie, fra'<br />
pochi marmi scrini, rinvenuti nelle stan-<br />
ze scoperte, meritano considerazione 3<br />
frammenti appartenenti ad un' iscrizio-<br />
ne monumentale dell' imperatore Tibe-<br />
rio, scoperti da vicino al luogo in cui nel<br />
18 j 4 si rinvenne la bella statua summeritovata,<br />
poiché da tali reliquie conoscen-<br />
dosi essere stata l'iscrizione stessa collo-<br />
cala in Veii per alcuna concessione otte-<br />
nuta da quel principe, si viene più formalmente<br />
a convalidare la corrisponden-<br />
za in tal luogo dell'antica città <strong>di</strong> Veii,<br />
come fu ampiamente <strong>di</strong>mostrato anche<br />
nella suencomiala opera <strong>di</strong> Canina; men-<br />
tre <strong>di</strong> tutte le altre iscrizioni in cui leg-<br />
gest il nome de'veienti e della loro città,<br />
3
34<br />
VEL<br />
non si conservò precisa memoria del lo<br />
ro ritrovamento, donde n'era derivata<br />
l'incertezza sulla vera corrispondenza <strong>di</strong><br />
posizione della città stessa.<br />
VELIA, Elea, li<strong>di</strong>a, Heyla. Antica<br />
sede vescovile d'Italia, nella Lucania, la<br />
quale si <strong>di</strong>vide nelle provincie ecclesia-<br />
stiche <strong>di</strong> Rossano e Cosenza. Neil' Ita-<br />
lia sacra } \.. io,p. 1 83, Velinus Epi-<br />
scopati^, s\ <strong>di</strong>ce che esisteva nel VI seco-<br />
lo, essendo vacata nel pontificato <strong>di</strong> s.<br />
Gregorio I, che fiorì nel declinare <strong>di</strong> ta-<br />
le secolo; il quale Papa incaricò Feli-<br />
ce vescovo Agropolitano per fare la vi-<br />
sita della chiesa <strong>di</strong> Velia nel 5cj2. Igno-<br />
ransi i nomi de' vescovi che ne occupa-<br />
rono la sede. La città si vuole e<strong>di</strong>ficata<br />
a tempo <strong>di</strong> Servio Tullio re <strong>di</strong> Roma<br />
da'focesi, perciò stimata colonia greca, e<br />
si vuole patria de' filosofi Parmenide e<br />
Zenone seguaci <strong>di</strong> Pitagora. Sorgeva cir-<br />
ca 200 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong>stante da Possìdonia. I<br />
geografi sono <strong>di</strong>screpanti nell'assegnarne<br />
la località : l'Holstenio vuole che sia a Ve-<br />
lia succeduta Castello a Mare della Truc-<br />
ca, come opina pure il Nibby ; Barrio,<br />
s. Bonifacio; Nigro, Ulastra ; Ligorio,<br />
Policastroj Paudolfo, Scalaj Cluverio<br />
e altri, Pisciotta. Quest'ultimo è un borgo<br />
del regno <strong>di</strong> Napoli del Principato<br />
Citeriore, capoluogo <strong>di</strong> cantone a 3 leghe<br />
da Vallo e 17 da Salerno, presso al ma-<br />
re Tirreno. Ha bellissima chiesa parroc-<br />
chiale e un convento, palazzo e parecchie<br />
case ben fabbricate. Vi si fa abbondan-<br />
te pesca, e il territorio produce squisiti<br />
frutti, vini e olio ricercati.<br />
VEL1KA-PERMIA. Sede vescovile<br />
<strong>di</strong> Moscovia, unita all' arcivescovato <strong>di</strong><br />
Fiatka (V.).<br />
VEL1K1E-LUR1. Città vescovile <strong>di</strong><br />
Russia in Europa e governo, a 47 leghe<br />
da Pskov, sulle due sponde del Lo-<br />
vat. Il quartiere della città che trovasi<br />
sulla sponda sinistra <strong>di</strong> tal fiume è for-<br />
tificato da un terrapieno, da bastioni e<br />
palizzate, e possiede 7 chiese. Quello che<br />
fciace sulla sponda destra, viene conside-<br />
V EL<br />
rato come sobborgo, e vi sono un monastero<br />
<strong>di</strong> monache e tre chiese. I due<br />
quartieri sono riuniti per mezzo <strong>di</strong> un<br />
ponte, e insieme posseggono molte fab-<br />
briche <strong>di</strong> corami. Questa città è molto<br />
antica, e fu <strong>di</strong> sovente presa nelle <strong>di</strong>verse<br />
guerre che accaddero tra' principi russi<br />
neh 198:1 lituani aiutati dagli abitanti <strong>di</strong><br />
Polotzk furono ad attaccarli, ma non po-<br />
terono impadronirsene. Nel 1 4-4-8 t nov-<br />
goro<strong>di</strong> la cedettero al gran principe <strong>di</strong><br />
Mosca Ivan Basilio III. Nel 1 58o il re <strong>di</strong><br />
Polonia Stefano Batori se ne insignorì,<br />
ma la rese alla Russia dopo due anni al-<br />
la pace. Nel 1611 fu presa e arsa da'par-<br />
titanti de' falsi Dmilri, e rimase vuota<br />
per 9 anni. Lo czar Michele Fedorovitz<br />
la ripopolò inviandovi una colonia<br />
<strong>di</strong> cosacchi Uralii e del Don, che a casti-<br />
go <strong>di</strong> una ribellione erano slati spe<strong>di</strong>li<br />
ad una fazione in Polonia e in Livonia,<br />
nella quale aveano meritato il perdono<br />
me<strong>di</strong>ante una buona condotta; le quali<br />
genti piò non curandosi <strong>di</strong> ripatriare, ot-<br />
tennero la permissione <strong>di</strong> stabilirsi in Ve-<br />
like. L'antico suo vescovato venne uni-<br />
to a quello <strong>di</strong> Novgorod-Veliki (V.).<br />
VEL1K1-OUST10UG, o USTIUG<br />
o USTING. V. Oustioug-Veliki.<br />
VELLETRI (Feliterncn). Città con<br />
residenza vescovilesuburbicaria dello sta-<br />
to pontificio, antichissima del famigerato<br />
Lazio (? •), già una delle nobilissime e<br />
celebri capitali de bellicosi e possenti vol-<br />
sci; in<strong>di</strong> e successivamente capoluogo del<br />
privativo governo del car<strong>di</strong>nal vescovo,poi<br />
della legazione <strong>di</strong> Velletri,edal i85o del-<br />
la delegazione apostolica <strong>di</strong> Marittima, e<br />
facente parte della legazione apostolica <strong>di</strong><br />
Marittima e Campagna, per <strong>di</strong>sposizione<br />
del regnante Papa Pio IX^P.). La nuo-<br />
va legazione la formò colle provincie <strong>di</strong><br />
EellctrioMav\ll\aìa,
VEL<br />
resi ragione del vocabolo Marittima e<br />
Campagna , in generale corrispondente<br />
quest'ultimo alla provincia <strong>di</strong> Fresinone,<br />
esistente in contrada piana e montuosa,<br />
denominala per antonomasia Campagna<br />
<strong>di</strong> Romaje\'a\Ua a quella <strong>di</strong> Vel-<br />
htri, esistente in suolo piano e litoraneo<br />
che confina al mare. Abbiamo d'Antonio<br />
Sanfelici, De origine et sita Campa-<br />
nia!', Nenpoli 1 636. Nell'antichità sono<br />
fiimose le forti e bellicose provincie abi-<br />
tale dagli ernici e da'volsci, ricche delle<br />
dovizie e fertilità de'monti, ed abbondan-<br />
ti della grassezza e copia de'campi e prati.<br />
Nel voi. LXXIV, p. 1 76, ricordai i luoghi<br />
ove descrissi i famosi e clamorosi giuochi<br />
d'Agone e <strong>di</strong> Testaccio celebrati inPioroa<br />
nel me<strong>di</strong>o evo, a' quali le due provincie<br />
dovevano mandare giostratori esperti e<br />
giovani, cioè le comuni <strong>di</strong> Terracina, Piperno,<br />
Velletri , Anagni , Sezze , Acqua<br />
Putrida e altre. La catena degli elevati<br />
monti Lepini, molto estesa fra le vie La-<br />
tina e Appia, <strong>di</strong>stingue la Campagna <strong>di</strong><br />
Roma nelle due provincie <strong>di</strong> Marittima<br />
e <strong>di</strong> Campagna, come <strong>di</strong>chiara il corano<br />
Marchiafava. Il veliterno car<strong>di</strong>nal Borgia<br />
nella Breve istoria del dominio tempo-<br />
rale della Sede apostolica, a p. 256, riferisce<br />
al secolo XI la <strong>di</strong>visione della Campania<br />
in Campania, poi detta volgarmen-<br />
te Campagna, e Marittima. Pertanto os-<br />
serva, che quelle terre, le quali circa il se-<br />
colo XI si <strong>di</strong>visero in Campania e Marittima,<br />
in antico col solo nome <strong>di</strong> Campa-<br />
nia venivano considerate. Posta questa <strong>di</strong>-<br />
stinzione, si ponderino i luoghi de' quali<br />
parla il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Lodovico I, nella con-<br />
ferma del possesso de'dominii alla s. Se-<br />
de (conferma corrispondente all' obbligo<br />
non solamente <strong>di</strong> non molestarne il pos-<br />
sesso, ina anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderlo; ecco pro-<br />
priamente quanto imporla vano le conferme<br />
imperiali, del resto gì' imperatori per<br />
mera prolezione e avvocazia, come Pa-<br />
trizi <strong>di</strong> Roma, giuravano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere e<br />
proteggere la Chiesa romana e il suo prin-<br />
cipato temporale, ed a tale effetto un teni-<br />
VEL 3?<br />
pò giurarono i romani fedeltà all'imperatore),<br />
e sono: Seg/iiam, Anagniam, Furenti'man<br />
seti Ferenlinum, Alalrum, Pa-<br />
tricum, Frisilunam velFrisilìmam, cimi<br />
omnibus finìlus Campaniae. Da questo<br />
si vede che il ducato <strong>di</strong> Roma (/'.) ab-<br />
bracciò le terre dell'o<strong>di</strong>erna Campania o<br />
Campagna, ma non già quelle conosciu-<br />
te ora col noine<strong>di</strong> Marittima, chesono Albano<br />
(ora con altri luoghi <strong>di</strong> Marittima<br />
sotto la Co ni a rea <strong>di</strong> Roma, ed in tale ar-<br />
ticolo descritti), Velletri, Cori e altre; il<br />
che fece credere dal non vedersi nominate<br />
ne'<strong>di</strong>plomi <strong>di</strong> Lodovico I, degli Ot-<br />
toni e <strong>di</strong> s. Enrico II, fra'lnoghi del ducato<br />
Romano. Nola pure il Borgia , mau-<br />
carsi <strong>di</strong> documenti per in<strong>di</strong>care con chia-<br />
rezza a chi inque'tempi rimanessero sog-<br />
gette le ultime mentovate città, se a' du-<br />
chi <strong>di</strong> Benevento, ovvero a que'<strong>di</strong> Spole-<br />
to. Il ducato Romano mentre maggior-<br />
mente estendevasi dalla parie <strong>di</strong> Toscana<br />
o Pa trùnonio <strong>di</strong> s. Pietro, avea minore<br />
estensione nella parie <strong>di</strong>Campania^quin-<br />
<strong>di</strong> pare che dalla parte d'Albano, Velletri<br />
ec. dovesse fissarsi quel ristretto confine,<br />
del quale scrisse s. Gregorio II nel 727<br />
all'imperatore greco Leone III, del quale<br />
non poteva temere 24 sta<strong>di</strong> da Roma<br />
o 3 miglia. E se Terracina, ch'è dell' o-<br />
<strong>di</strong>ernaMariltima, ubbi<strong>di</strong>va a Papa A<strong>di</strong> inno<br />
I del 772, non per questo può dedur-<br />
sene che al ducato Romano appartenes-<br />
se, giacché questa città fu de'greci ossia<br />
del ducato <strong>di</strong> Napoli, ed il Papa I' avea<br />
presa e la riteneva in compenso del Pa-<br />
tri/nonio JYapoletano,che i medesimi gre-<br />
ci avevano alla Chiesa romana violentemente<br />
usurpato, a ciò istigati da Arigiso<br />
li duca <strong>di</strong> Benevento. Ne'tempi bassi in-<br />
tralciata e oscura è la corografia dell'Ita-<br />
lia, onde nelle ricerche de'luoghi che ap-<br />
partennero al ducatoRomanOjil Borgia si<br />
appoggiò alle memorie più sicure, rilevando<br />
che senza buon fondamento Le Colute<br />
scrisse neW'Epist. 65 del Cod. CaroL,<br />
t.i, che le città <strong>di</strong> Pipemo,d\ Terracina<br />
e <strong>di</strong> Sezze entrassero io qucslo duca-
36 V E L<br />
to. Per Terracina si è detto come allora<br />
era dominata dal Papa; quanto poi a Piperno<br />
e Sezze, il silenzio degli antichi monumenti<br />
fa sì che la cosa rimanga assai<br />
incerta. La denominazione <strong>di</strong> ducato Romano<br />
non fu sempre costante, mentre tal-<br />
volta parte delle sue lene vennero in<strong>di</strong>-<br />
cate sotto i nomi <strong>di</strong> Territorium e Terra<br />
s. Pelri, nel secolo IX; e tal'allra furono<br />
tutte comprese sotto i nomi <strong>di</strong> Campania<br />
, <strong>di</strong> Toscana e <strong>di</strong> Romania, come<br />
nel<strong>di</strong>plomadell'877 <strong>di</strong>Carlomanno. Del-<br />
l' origine del dominio temporale della s.<br />
Sede nelle città e luoghi delle provincie<br />
<strong>di</strong> Marittima e Campagna, meglio ragio-<br />
nai a'Ioro articoli; avendo detto altrove<br />
che quando Innocenzo VI nel 1 353 co-<br />
stituì vicario generale <strong>di</strong> tutto lo stato<br />
pontificio il celebre car<strong>di</strong>nal Albornoz,<br />
coniò 6 proviucie, fra le quali la Campagna<br />
e la Maremma. Di più il Borgia nar-<br />
ra a p. 292, come Carlo Maguo restituì al<br />
ducato Romano alcune città della Cam-<br />
pania, tolte già dal duca <strong>di</strong> Benevento,<br />
cioè Soia, Arce , Arpino e Aquino, e vi<br />
aggiunse ancora Teano e Capùa, staccan-<br />
dole dal ducato <strong>di</strong> Benevento, il quale pu-<br />
re olhì a s. Pietro, per allora riserban-<br />
dosene la sovranità, e così <strong>di</strong> quello <strong>di</strong><br />
Spoleto. Perciò separò dette città della<br />
Campania dal ducato Beneventano, onde<br />
ne fosse subito dato il possesso al Pa-<br />
pa. Inoltre apprendo dal medesimo Bor-<br />
gia, Memorie isteriche della pontificia<br />
città <strong>di</strong> Benevento, t. 2, p. 1 94, che il go-<br />
verno <strong>di</strong> Beneveuto fu già unito con quel-<br />
lo <strong>di</strong> Marittima e Campagna, e <strong>di</strong> tale<br />
mnone lai.' 1<br />
memoria la trovò in un mo-<br />
numento marmoreo del 1 3a f , in cui si<br />
legge il titolo <strong>di</strong> Rettore <strong>di</strong> Benevento e<br />
della Campagna attribuito a Guglielmo<br />
<strong>di</strong> Balaeto, com'è pure la 1." memoria <strong>di</strong><br />
così fatta unione <strong>di</strong> rettorie, della quale<br />
pel rimanente del secolo XI V, e ne'piin-<br />
cipii del secolo XV si hanno più esempi ;<br />
ma perchè poi si considerò- che un medesimo<br />
rettore non poteva agevolmente<br />
accu<strong>di</strong>re al governo <strong>di</strong> lene talmente fra<br />
VE L<br />
loro segregate e <strong>di</strong>stinte, senza grave incomodo<br />
non meno de' pontificii rettori,<br />
che de'sud<strong>di</strong>li della s. Sede, tornarono a<br />
separarsi queste rettorie, e a darsi a ciascuna<br />
il suo rettore. Dopo il rettore Gu-<br />
glielmo <strong>di</strong> Balaeto, nella cronologia de'<br />
governatori <strong>di</strong> Benevento tessuta dal Borgia,<br />
vengono i seguenti. Nel 1 32 5 Gerardo<br />
della Valle priore della chiesa <strong>di</strong> s.<br />
Tommaso <strong>di</strong> Montpellier, intitolato rettore<br />
<strong>di</strong> Benevento e delle provincie <strong>di</strong> Ma-<br />
rittima e Campagna. Neh 336 Ruggieri<br />
<strong>di</strong> Vintrano rettore <strong>di</strong> Benevento , e <strong>di</strong><br />
Marittima e Campagna, ma non risiede-<br />
va in detto anno iu Benevento, lenendovi<br />
in sua vece Raimondo abbate del mo-<br />
nastero <strong>di</strong> Casanova con titolo <strong>di</strong> luogote-<br />
nente. Ugouo Guidar<strong>di</strong> neh 365 arci ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Benevento, è nominato assolutamente<br />
rettore <strong>di</strong> Benevento. Gli successe<br />
nel 1<br />
3<br />
7 1 Daniello de'marchesi del Car-<br />
retto cavaliere gerosolimitano e priore <strong>di</strong><br />
Lombar<strong>di</strong>a, rettore <strong>di</strong> Benevento: Grego-<br />
rio XI con breve del 1 3j^ lo <strong>di</strong>chiarò ca-<br />
pitano generale <strong>di</strong> tutto il territorio Pia-<br />
centino, uel quale è chiamato rettore del-<br />
le provincie<strong>di</strong> Campagna e Marittima; ed<br />
il Borgia crede, che in un medésimo tem-<br />
po avesse ancora la rettoria <strong>di</strong> Benevento.<br />
Raimondello del Balzo Orsini rettore <strong>di</strong><br />
Benevento a vitaj della quale città s' im -<br />
padroni La<strong>di</strong>slao re<strong>di</strong> Napolie Giovanna<br />
lì <strong>di</strong> lui sorella, la quale nel 1 4 18 col con-<br />
senso <strong>di</strong> Martino V uè investì Sforza, che<br />
ne tramandò in retaggio il dominio a<br />
Francesco suo figlio neh 424 conferma-<br />
togli dallo stesso Martino V , sotto del<br />
quale Benevento tornò ad essere gover-<br />
nato da'ponliljcii rettori, leggendosi che<br />
neh 428 vi era rettore Giacomo vescovo<br />
<strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Alferia, e nel i43o Giovanni<br />
<strong>di</strong> Vico detto Peroltino da Viterbo. In-<br />
<strong>di</strong> si riunì questa rettoria <strong>di</strong> Marittima e<br />
Campagna, essendo succeduto a Perolli-<br />
110 Arrigo Scara rapo d' Asti vescovo <strong>di</strong><br />
Felli* e Belluno, rettore <strong>di</strong> Benevento,<br />
e <strong>di</strong> Marittima e Campagna. In tempo «li<br />
Eugenio IV <strong>di</strong>morava per lui iu Bene veti-
VE L<br />
|« il suo vicario Benedetto da Gualdo, il<br />
quale compilò alcuni statuti per la città<br />
in suo nome. Inoltre Arrigo era stato se-<br />
gretario <strong>di</strong> .Sigismondo imperatole, e nel<br />
l4«6 intervenuto al concilio <strong>di</strong> Costanza;<br />
morto in Fellre a'29 settembre 1 44°<br />
in odore <strong>di</strong> santità, onde il corpo si conserva<br />
incorrotto in quella cattedrale. Do-<br />
po Scarampo, il Borgia non trovò altro<br />
rettore ili Benevento, <strong>di</strong>e nello stesso tem-<br />
po avesse unita ancora la rettoria delle<br />
Provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna. Le<br />
Provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna eb-<br />
bero moltissimi governatori generali col<br />
titolo <strong>di</strong> rettori, cioè Rcclores provincine<br />
Maritimele et Campaniàe , ovvero<br />
Campania* et Maritimae, e <strong>di</strong> non po-<br />
chi ne parlai descrivendo i luoghi delle me-<br />
desime, come <strong>di</strong> Petronio Conte (antico<br />
titolo óe governatori) della Cam pugna e<br />
<strong>di</strong> Ceprano (I •), il cui figlio Onorio I,<br />
forse ivi nato, fu Papa nel 620, e vi pos-<br />
sedeva un fondo o patrimonio della Chie-<br />
sa, come notai nel voi. Lll, p. 5; la qual<br />
città com'altre ebbe de'car<strong>di</strong>nuli per spe-<br />
ciali governatori. Nelle biografie de'car-<br />
< li ilei li si ponno vedere que'reltori <strong>di</strong>poi<br />
elevati al car<strong>di</strong>nalato; e tra' più antichi<br />
ricorderò il bealo Berardo Berar<strong>di</strong>, ile'<br />
gran conti <strong>di</strong> Marsi,\valo nel 1 080, e Pie-<br />
tro Galluzzi creato car<strong>di</strong>nale nel 1190.<br />
Anticamente l'abbate <strong>di</strong> Monte Cassino<br />
(/ .), ove già sorgeva la città volsca <strong>di</strong><br />
Cassino Cassiua, tra' suoi titoli usava<br />
quello ili Comes et Rcctor Campatane<br />
Marini/nacque provinciarum. Ebbero<br />
pure moltissimi car<strong>di</strong>nali legati, i quali<br />
risiederono in varie città delle provincie<br />
si esse, come Atingiti , A latri , Piperno,<br />
Ferentino ove fu la curia generale ec, e<br />
lo rilevai nelle loro biografie, e per rammentarne<br />
alcuni, tali furono i car<strong>di</strong>nali<br />
/ go (VA latri, Gregorio Teùdali, Stefa-<br />
no Norman<strong>di</strong>s, Giordano Pirunlo o Pe-<br />
tonti Contida Tcrracina, Francesco Te-<br />
buldeschi , Francesco Prignaui , Pietro<br />
Sasso, Ugo <strong>di</strong> Lusignano, <strong>di</strong> Casa, For-<br />
cole Gonzaga, Francesco Gonzaga 3 0ìq-<br />
V E L 3 7<br />
vanni Moles, Agostino Trivulzi, Vitel-<br />
lozzo Vitellozzi ec. ec. Di altri ne farò ri-<br />
cordo nel progresso <strong>di</strong> quest'articolo: l'ul-<br />
tima fu il car<strong>di</strong>nal Antonio Pallolta, del-<br />
la cui legazione alla sua volta parlerò. Il<br />
i.° legato <strong>di</strong> Velletri fu il car<strong>di</strong>nal Pac-<br />
ca, ed il nuovo r.° legato <strong>di</strong> Marittima e<br />
Campagna, vale a <strong>di</strong>re dell'ampliala le-<br />
gazione già in<strong>di</strong>cata, è il car<strong>di</strong>nal Macchi.<br />
De' presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Velletri <strong>di</strong> poi ne riferirò<br />
le notizie. Nelle Notizie <strong>di</strong> Roma, de' prelati<br />
governatori <strong>di</strong> Marittima e Campa-<br />
gna residenti a Frosinone, se ne può leg-<br />
gere la serie dal 1717 al 1808, ossia da<br />
mg. r<br />
Gio. Francesco Leonini romano, a<br />
mg/ Fabrizio Turiozzi <strong>di</strong> Toscanella,poi<br />
car<strong>di</strong>nale; come pure il novero de' delegati<br />
apostolici <strong>di</strong> Prosinone, da mg. r<br />
Onorato<br />
Bres nel 18 16, all' o<strong>di</strong>erno mg/<br />
Fer<strong>di</strong>naudoScapitta,per la qual ciltàLeo-<br />
ne XII col breve Roma nis Pontifi.cibus i<br />
de'9 <strong>di</strong>cembrei828, Bull. Rom.cont. t.<br />
1 7, p. 4^o: Rcslitutio titilli civitatis cimi<br />
nspondenlibus privilegiis, et honoribus<br />
prò oppido Frusinonis apud Volscos e-<br />
xistenlis. Nel quale si legge ; Praeterea<br />
non <strong>di</strong>ssimile ventati omnino videtur episcoporum<br />
sedem olim fuisse postea<br />
,<br />
tornea Ecclesiae Verulanae adjunctum,<br />
Sed omnibus nolum, tic perspe<strong>di</strong>mi cstt longa ab hinc minorimi serie ibi ponti-<br />
ficiae Se<strong>di</strong>s praefectos Maritimae et<br />
Campaniae provinciae juisse , atque e-<br />
tiam nunc esse, Ne'miei cenni su Frosinone<br />
e sua illustre delegazione apostolica,<br />
giovandomi ancora del Saggio i<strong>storico</strong> <strong>di</strong><br />
Frosinone del celebre e dotto frusinate<br />
cav. Giuseppe de Matlheis (sommo pro-<br />
fessore <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, le cui notizie necro*<br />
logiche riporta il Giornale <strong>di</strong> Roma dei<br />
1807 a p. 989, quin<strong>di</strong> ['Album <strong>di</strong> Roma<br />
e col suo ritratto nel t. 24 j P- 4°9 > d<br />
<strong>di</strong>ede !a bellissima biografia del eh. Qui^<br />
tino Leoni), già compilai ut] elenco d'al-<br />
cuni car<strong>di</strong>nali legati della provincia <strong>di</strong><br />
Marittima e Campagna, de'prelati gover-<br />
natori generali della medesima ede'dele-<br />
gati<strong>di</strong>Frosiuoue poscia car<strong>di</strong>nale qui col-
33 VEL<br />
le Notizie <strong>di</strong> Roma vi aggiungo il prelato<br />
e: ora car<strong>di</strong>nal Domenico Sa velli, che nel<br />
1 833 successe a mg." Gioacchino Proven-<br />
zali, al quale porporato fu sostituito nel<br />
1 838 n>g. r<br />
Marcello Orlan<strong>di</strong>ni della pro-<br />
vincia <strong>di</strong>Perugia, ora da giu<strong>di</strong>ce deputato<br />
per le cause ecclesiastiche nel civile Tribu-<br />
nale ili Roma, promosso a vice-presiden-<br />
te del medesimo tribunale: questi ebbe a<br />
Andrea Pila <strong>di</strong><br />
successori, nel 1 843 mg. r<br />
Spoleto, attualmente niitiistrodell'inter-<br />
no; nel 1 848 mg. r<br />
Pa.»quale Ba<strong>di</strong>a, al pre-<br />
sente delegato d' Urbino e Pesaro; nel<br />
i852 mg.' Lorenzo Dialti (degno nipo-<br />
te del car<strong>di</strong>nal Benvenuti benemerentis-<br />
simo preside contro il brigantaggio <strong>di</strong> que-<br />
ste provincie, per le quali fece stampare:<br />
Istruzioni e Regolamenti nelle provincie<br />
<strong>di</strong> Marittima e Campagna), ora votante<br />
<strong>di</strong> segnatura; e nel marzo 1 858 l'o<strong>di</strong>er-<br />
no mg/ Fer<strong>di</strong>nando Scapitta. Nel 1849<br />
nella tipografia <strong>di</strong> Ferentino de' fratelli<br />
Bono fu pubblicato: Lettere slorico-topograjìco-archeologiche<br />
sopra alcuni<br />
luoghi della provincia <strong>di</strong> Prosinone , a<br />
cui si unisce la nota de* car<strong>di</strong>nali legati<br />
e delegati <strong>di</strong> questa provincia non de-<br />
scritti nell'elenco dato alla luce dal eh.<br />
sig. De Malthaeis nella sua storia Fru-<br />
sinate, e vi si unisce pure un saggio sto-<br />
rico <strong>di</strong> Vallecorsa una voltaVallisCur-<br />
tia, opera <strong>di</strong> M. D. M. Egli è questi il eh.<br />
Michele de Mallhias <strong>di</strong> Vallecorsa auto-<br />
re <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opere pubblicale, e nel de-<br />
corso <strong>di</strong> questa mia in buona parte ono-<br />
revolmente ricordate, persino negli ultimi<br />
volumi, ed anche con riprodurne al-<br />
cuni estratti delle medesime; il quale<br />
scrittore si compiacque inviarmi il det-<br />
to suo libro con l'epigrafe: In segno<br />
della più cor<strong>di</strong>ale stima e rispetto. Le<br />
mentovate sue Lettere si contengono in<br />
un libro d' 88 pagine. Siccome mi riguardano<br />
, e del contenuto dovendone<br />
poi ragionare all' opportunità, conviene<br />
che qui ne <strong>di</strong>a un cenno fugace. La<br />
1/ lettera, <strong>di</strong>retta al sig/Sebastiaui, è so-<br />
pra Allena: la 2/ in<strong>di</strong>rizzata al uiaixhe-<br />
VE L<br />
se Tani <strong>di</strong> Ferentino, è su l'antica Ver-<br />
rugine, in<strong>di</strong> Vallis Carità presso Vallecorsa.<br />
Segue alla pag. 1 1 del medesimo<br />
opuscolo questo frontespizio. Saggio <strong>storico</strong><br />
<strong>di</strong> 1 allecorsa per Michele de Mal-<br />
thias collaboratore <strong>di</strong> vari giornali<br />
scientifici, socio d'onore dell'accademia<br />
dell'Immacolata Concezione <strong>di</strong> Maria<br />
santissima in Roma, Ferentino 1 85o,uel-<br />
la tipografia de'fratelli Bono. Riporta per<br />
testo la seguente proposizione cavata dal<br />
Gioberti, nell' Introduzione allo stu<strong>di</strong>o<br />
della Filosofia.» Nelle questioni riguar-<br />
danti I' antichità e le origini raro è che si<br />
possa avere piena certezza, e chi ottenga<br />
una certa vero somiglianza, deve stimar-<br />
si aver fatto molto". Termina l'eru<strong>di</strong>tis-<br />
simo patrio Saggio <strong>storico</strong> a p. 5 1 , e nel-<br />
la seguente trovasi la lettera 3. "con questo<br />
in<strong>di</strong>rizzo: » Al sig. r<br />
cav. Gaetano Mo-<br />
roni. Su li luoghi montuosi della provin-<br />
cia <strong>di</strong> Frosinone, ove se li medesimi abbiati<br />
dato comodo agualoa'briganli. Cenno<br />
i<strong>storico</strong> <strong>di</strong> questi ultimi, con confuta-<br />
zione delle proposizioni del eh. sig. r<br />
Pie-<br />
tro Castellani (autore del Quadro geo-<br />
grafico dello stalo pontifìcio), e del sig/<br />
cav. M01 oni (autore del <strong>Dizionario</strong> <strong>di</strong> E-<br />
ru<strong>di</strong>zione storica <strong>ecclesiastica</strong>), i quali<br />
hanno opinato per 1'allerma li va nella que-<br />
stione surriferita. Vallecorsa 27 agosto<br />
1 846". In<strong>di</strong> a p. 57 è la lettera 4-* al no-<br />
bile d. r<br />
Solis. » Sulla storia dell'industrie<br />
della nostra provincia detta per auto/io-<br />
masiain Campagna <strong>di</strong> Roma, ove la<br />
descrizione della sua posizione commer-<br />
ciale". A p. 64, si legge la lettera 5." e<br />
ultima scritta all'avv. Belli <strong>di</strong>rettore del<br />
giornale del Foro <strong>di</strong> Roma; » Sopra l'accademia<br />
scientifica esistente nella delega-<br />
zione <strong>di</strong> Frosinone, ove un colpo d'occhio<br />
della storia <strong>di</strong> detta accademia (Eroica),<br />
e de' suoi lavori ". Finalmente a p. 74 è<br />
la Nola de'legali e delegati della provin-<br />
cia <strong>di</strong> Frosinone, cominciando da A titolilo<br />
Tuscùlano nel 7 t4 rettore della Cam-<br />
pagna <strong>di</strong> Roma fino a Gaeta, sino al sol-<br />
lodato mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato apostolico, lu
V E L<br />
<strong>di</strong>versi tempi le proviucie <strong>di</strong> Marittima e<br />
Campagna, e le Palu<strong>di</strong> Pontine, furono<br />
infestate da'malviventi, il cui ultimo pe-<br />
riodo cominciato dall'epoca repubblicana<br />
del 1798, terminò felicemente nel i825;<br />
perciò nell'articolo Prosinone ripetei il<br />
riferito nella descrizione della delegazione<br />
<strong>di</strong> Frosinone dall'avv. Castellano: Lo<br />
Stalo Pontificio, Homa 1837, p. 206. » I<br />
monti selvosi però hanno talvolta (paro-<br />
la restrittiva da me aggiunta) fatalmente<br />
offerto a' malfattori comodo aguato per<br />
darsi alla rapina ed a' più atroci delitti.<br />
Ricordasi fin da' tempi dell' imperatore<br />
Severo lo scempio che gli assassini facevano<br />
de'pas
4o V E L<br />
Imperocché Frosinone co'suoi contorni a-<br />
limenta piuttosto (ìgii <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong><br />
grazia, al <strong>di</strong>re del Pontefice esimio istitu-<br />
tore del Sesto delle Decretali; rilenendo<br />
egli che le bolle pontifìcie esprimono sem-<br />
pre proposizioni ineccezionabili, e perciò<br />
la riferita esporre una verità incriticabi-<br />
le. Quin<strong>di</strong> celebiò vari illustri della pro-<br />
vincia, cioè Gregorio da Pofi segretario<br />
d'Alessandro IV, <strong>di</strong>cendo che col suo sa-<br />
pere liberò l'Italia da Ezelino; il dotlissi-<br />
mosonninese Petticca; l'avv. Cecio <strong>di</strong>sua<br />
patria Vallecorsa, <strong>di</strong> rari talenti e luogo-<br />
tenente generale alla ricupera <strong>di</strong> Ferrara;<br />
non che la vallecorsana da cui nacque la<br />
madre <strong>di</strong> Gio. Francesco Aldobran<strong>di</strong>tii<br />
generale contro Tunisi. Per ultimo, ap-<br />
plicò alcuni versi <strong>di</strong> Dante (che poi rife-<br />
rirò) a qualcuno che aveva, secondo es-<br />
so , vituperato la provincia medesima,<br />
mentre dovea lodarla; dovendo allora tut-<br />
to cangiar d'aspetto sotto i raggi del Sol<br />
<strong>di</strong> Ceccano (il car<strong>di</strong>nal Gizzi segretario<br />
<strong>di</strong> stalo). Terminò la lettera con nuovamente<br />
piegarmi a porre una breve nota<br />
al <strong>Dizionario</strong> mio per l'oggetto. Risposi<br />
a' i5 del susseguente ottobre colla lette-<br />
ra che qui riproduco; e la ricavo dalla<br />
mia bozza, e probabilmente l'origina-<br />
le sarà limalo e più cortese, sebbene in-<br />
teramente confidenziale e senza affatto<br />
stu<strong>di</strong>o, neppur per sogno immaginando<br />
che dovesse stamparsi. » Ill.mosig/ Mi-<br />
chele de Matthias. Domando scusa se per<br />
impotenza cosi tar<strong>di</strong> rispondo alla rive-<br />
rita sua lettera del 27 agosto. In essa Ella<br />
ancora mi <strong>di</strong>ce che la provincia Frusina-<br />
te intese con piacere le lo<strong>di</strong> che gli <strong>di</strong>e<strong>di</strong><br />
nel mio <strong>Dizionario</strong>, e la ringrazio <strong>di</strong> cuo-<br />
re. Ai rilievi da Lei fatti, non intendo <strong>di</strong><br />
rispondere in dettaglio, ma solo sulle co-<br />
se principali <strong>di</strong> fare qualche osservazio-<br />
ne. Pei tanto V. S. III.ma incomincia col<br />
farmi osservare <strong>di</strong> aver io detto (cioè<br />
quello che appresi da <strong>di</strong>versi autori, poi-<br />
ché i latti non si ponno inventare), che i<br />
inolili,selvosi hanno talvolta fatalmente<br />
oliato a'malfattori comodo agnato per<br />
VEL<br />
darsi alla rapina ed aipia atroci delit-<br />
ti, in<strong>di</strong>cando i tempi <strong>di</strong> Severo, <strong>di</strong> Sisto<br />
V e de primi 5 lustri del secolo corren-<br />
tejmerilare una nota, comegli piace chiamare<br />
il molto che ha detto, non ricordan-<br />
dosi delle qualità de' Dizionari che non<br />
entrano poi in tante minimissime <strong>di</strong>scus-<br />
sioni , anzi parlando genericamente non<br />
si viene espressamente che <strong>di</strong> rado a sta-<br />
bilire i<br />
tempi, solo riportando quanto più<br />
scrittori ci <strong>di</strong>ssero. Lei ha voluto analiz-<br />
zare il detto punto, e secondo la sua nar-<br />
razione i monti non hanno concesso comodo<br />
agnato a' briganti, contro il fatto<br />
in generale. Lei affaccia l'autorità <strong>di</strong> Mu-<br />
ratori pe'tempi <strong>di</strong> Sisto V, <strong>di</strong> gran peso<br />
ma non <strong>di</strong> fede, avendo parlato egli so-<br />
lo <strong>di</strong> alcuni luoghi senza escludere gli al-<br />
tri: giacché leggo nella vita <strong>di</strong> Gregorio<br />
XIII (imme<strong>di</strong>ato predecessore <strong>di</strong> Sisto V)<br />
<strong>di</strong> MafFei e Novaes gesuiti che se ne oc-<br />
cuparono con precisione in<strong>di</strong>viduale, per<br />
que'benefizi <strong>di</strong> cui fu largo colla loroCom-<br />
pagnia, senza venir al dettaglio, che Gio-<br />
vanni Valenti famoso capo de'tnalviven-<br />
li s'intitolava Re della Campagna <strong>di</strong> Ho-<br />
via, e qual reo d'atroci delitti fu deca-<br />
pitato. Leggo poi nella vita <strong>di</strong> Sisto V del<br />
Novaes e del suo correligioso p. Tempe-<br />
sti (anco su ciò mi limito ad un'in<strong>di</strong>cazione),<br />
ch'egli fu aTerracina,PipernoeSer-<br />
moneta, non solo pel prosciugamento del-<br />
le Palu<strong>di</strong> ed altro, ma per liberare i luo-<br />
ghi infestati da'mal viventi. Trova anco da<br />
ri<strong>di</strong>re su<strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti fatti dal gover-<br />
no francese e pontificio. Io li trassi dagli o-<br />
riginali e non feci che in<strong>di</strong>carli pe' motivi<br />
da me addotti. Se alcuno ve ne manca<br />
altro non è specificato non mi pare erro-<br />
re, perchè io uon intesi far il computista<br />
de'malviventi, ma darne un breve cenno.<br />
Qualefu il mio Cine sull'articolo Frosinone?<br />
Rispettando e venerando persino le<br />
zolle della provinciaj e i suoi gran<strong>di</strong> uo-<br />
mini illustri che vi fiorirono e fioriscono,<br />
ammirando la costante fedeltà e la- reli-<br />
gione degli abitanti, in<strong>di</strong>spettito <strong>di</strong> legge-<br />
re negli biotici, anche moderni, <strong>di</strong> venire
V E L<br />
spesso spesso denominato ilparse de bri-<br />
gami, per verace .simpatia, per giustizia,<br />
per affeziona <strong>di</strong> sangue, perchè alcuni pa-<br />
tenti miei vi derivarono, e per l'e<strong>di</strong>ficazione<br />
ricevuta nel viaggio <strong>di</strong> Gregorio XVI,<br />
mi proposi fare un onorevole articolo, e<br />
riuscì per amore mollo lungo, contro le<br />
basi ilei <strong>Dizionario</strong>, non valutando che<br />
per la lungaggine mi esponevo con altri<br />
articoli, con tutte le conseguenze che ne<br />
derivano. Fatto l'articolo (come faccio <strong>di</strong><br />
ognuno che li rimetto alle parti che pos-<br />
sono giu<strong>di</strong>carne) lo sottoposi alla revisio-<br />
ne dello <strong>storico</strong> <strong>di</strong> Prosinone prof, de<br />
Mattheis; e siccome mi accorsi che i fru-<br />
sinati avevano emuli nella provincia, per<br />
correttivo l'umiliai ancora alla revisione<br />
del rispettabilissimo sig. r<br />
Car<strong>di</strong>nal Gizzi;<br />
e quanto alle provvidenze sul brigantag-<br />
gio lo sottoposi all'approvazione dell'; vv.<br />
Del Grande assessore straor<strong>di</strong>nario all'estirpazione<br />
del medesimo. Ecco dunque<br />
esaurita la critica per la verità istorica.<br />
Conservo i biglietti autografi de'nomina-<br />
li revisori, pronto ad esibirli a chi Ella<br />
deputasse a leggerli. Il professore lodò e<br />
approvò l'articolo, e solo rispose alla domanda<br />
che gli feci circa un preside, e sul-<br />
la nascita <strong>di</strong> s. Silverio. L'incomparabi-<br />
le Porporato, qualificato per ottimo il Di-<br />
zionario, <strong>di</strong>sse : Dalla lettura dell'ar-<br />
ticolo Fresinone ho potuto convincermi<br />
che Ella ha attinto a buone sorgenti, ed<br />
ho rimarcalo che. in qualche punto controversofra<br />
due paesi ha mostrato quel-<br />
V imparzialità che conviene al sodo isto-<br />
rica. Corresse il campo Tr^jana in Tro-<br />
pi no, ed Cancello io TorriceWo. L'avv.<br />
Del Grande, mi scrisse: fio letto con vera<br />
compiacenza l'articolo sopra Frasi-<br />
nonc. Tutte le circostanze sono rilevale<br />
con chiarezza, e precisione somma.Il bre-<br />
ve racconto del brigantaggio è stalo trat-<br />
tato con moltissima accortezza. Tale pu-<br />
re fu il sentimento <strong>di</strong> mg.' Antonelli(ora<br />
qui a»»inngo,della provincia, cioèdella cit-<br />
tà <strong>di</strong> Terracina,enato in Sonniuo, ed at-<br />
tuale Car<strong>di</strong>nal segretario <strong>di</strong>stato). Usser-<br />
VEL 4i<br />
vero qui <strong>di</strong> passaggio, che dopo la pubbli-<br />
ca/ione dell'articolo, molteplici furono le<br />
lettere che <strong>di</strong> moto-proprio ricevetti, da<br />
mg. r<br />
Pila delegato e da molti provinciali,<br />
senza ninno de'rimarchi da Lei prodotti,<br />
come niuno li fece de' nominati. Inoltre<br />
l'articolo prima <strong>di</strong> stamparsi lo <strong>di</strong>e<strong>di</strong> pu-<br />
re a leggere al p. Meueguzzi procurato-<br />
re de'certosini, pei; le notizie che <strong>di</strong> loro<br />
riportai, e ri'ehhi approvazione e lode: a'<br />
marchesi Longhi (de'signori<strong>di</strong> Fumone),<br />
ed al p. Illuminalo da Pofi, per ciò che<br />
li riguardava, e ad altri, niuno affatto <strong>di</strong><br />
essi rimarcandomi il da Lei osservato.<br />
Mentre mi era riuscito a furia <strong>di</strong> libri, <strong>di</strong><br />
cui sono dovizioso possessore, parlare <strong>di</strong><br />
tutti i luoghi della provincia , non potei<br />
rinvenir notizie <strong>di</strong> Vallecorsa j <strong>di</strong>spia-<br />
cente che su Castro e s. Lorenzo pubbli-<br />
cava qualche cosa , mentre della prima<br />
benché sede <strong>di</strong> governo nulla poteva <strong>di</strong>-<br />
re, contro il mio sistema cercai notizie,<br />
le quali sempre volli procurarmele a for-<br />
za <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, per non vestirmi delle penne<br />
altrui, e per non espormi. Mg. r<br />
Santucci<br />
(ora qui aggiungo, in quell'epoca sosti-<br />
tuto della segreteria <strong>di</strong> stato, e <strong>di</strong> pre-<br />
sente car<strong>di</strong>nal prefetto degli stu<strong>di</strong> , anch'esso<br />
della provincia comechè <strong>di</strong> Gor-<br />
ga) mi offrì l'ottimo sig. 1<br />
prof. Rossi (ora<br />
aggiungo <strong>di</strong> Vallecorsa), ed egli gentilmente<br />
mi procurò le notizie da V/ Sig."<br />
Nell'atto che le riceveva, <strong>di</strong>cendomi egli<br />
che Lei opinava corrispondere all'antica<br />
ibernica o Ferrugine, tosto gli mostrai<br />
gli autori che parlavano <strong>di</strong> Verruca. Mi<br />
posi subito al lavoro, e vedendo a Lei con-<br />
trarie le testimonianze degli storici che<br />
pubblicai, procurai estenderle con gar-<br />
bo e con riguardo e riconoscenza a Lei.<br />
Tuttavolta non volendo ciò fare all'insa-<br />
puta del sig. r<br />
Rossi, per delicatezza e circospezione<br />
, nel dì seguente gli mandai<br />
l'articolo Vallecorsa, invitandolo francamente<br />
a cambiar frasi e cose, a <strong>di</strong>rmi liberamente<br />
se andava bene , e se poteva<br />
Ella menomamente offendersi del modo<br />
da me tenuto. Mi favorì la sera, e mi <strong>di</strong>s-
4*<br />
VEL<br />
se <strong>di</strong>e avea anzi ammiralo moderazione<br />
e riguardo; e ch'Ella certamente non si<br />
sarebbe lagnato. Invece dalla sua lettera<br />
vedo col fatto i gravami avanzatimi. Io<br />
non pronunziai contrario giu<strong>di</strong>zio, esposi<br />
solo per verità itterica i <strong>di</strong>versi sentimen-<br />
ti, lasciando il giu<strong>di</strong>carne ai critici, senza<br />
il menomo fine <strong>di</strong> farle cosa spiacevole.<br />
Lei ini fa il novero <strong>di</strong> molti uomini il-<br />
lustri della provincia; ed io ai rispettivi<br />
luoghi non mancai né mancherò parlar-<br />
ne con <strong>di</strong>verse Io<strong>di</strong>. E sia certa che ai de-<br />
biti luoghi terrò presenti le sue osserva-<br />
zioni (il che vado eseguendo). Spero ave-<br />
re rettificato l'idea etterati formata su <strong>di</strong><br />
ine circa all'articolo Frosinone. gli con-<br />
fermo la mia affettuosa propensione per<br />
tutta la provincia, ove ho moltissimi miei<br />
benevoli. Dichiaro a V." Sig. a<br />
la mia <strong>di</strong>-<br />
stinta stima per le sue dotte cognizioni,<br />
gli esibisco la mia qualunque servitù, , e<br />
ini riuscirà infinitamente gra<strong>di</strong>to un suo<br />
cortese riscontro , passando intanto con<br />
tutto il rispetto all' onore <strong>di</strong> protestarmi<br />
". Il sig.' De Malthias, imme<strong>di</strong>atamente<br />
e colla maggior gentilezza rispose<br />
a'ig ottobre i 84^.<br />
«Eccellenza. La mia<br />
perduto agosto ultimo<br />
umilissima
V E L V E L 43<br />
sia il sopra Iodato suo libro: Lettere ec. sa, s. Lorenzo e Castro. Volle ezian<strong>di</strong>o ri-<br />
Saggio <strong>storico</strong> <strong>di</strong> f'allecorsa, dopo il conlare in detta nota, che nel 1208 Innoquale<br />
trovai la Lettera 3." a me <strong>di</strong>retta, cenzolll da Fossanova si recò a s. Loren-<br />
però con <strong>di</strong>verse varianti e note <strong>di</strong>e non zo e poi in Castro ed in Cepium, pernot«<br />
esistono allatto nell'originale; e con mio tandoin tutte le nominate terre. Da Cenolubile<br />
stupore, senza <strong>di</strong>e egli vi ripro- prano, per Aquino si portò a s. Germa-<br />
ducesse la mia replica giustifieativa.<strong>di</strong> che no e Monte Cassino, in<strong>di</strong> a Soia e al ino-<br />
n ine sembra fosse cosceuziosa niente e in- nastero <strong>di</strong> Casamiri , e per Ferentino si<br />
<strong>di</strong>spensabilmente tenuto <strong>di</strong> fare, anche restituì a Homo. Dicendo de' ban<strong>di</strong>ti <strong>di</strong><br />
ad onore della provincia <strong>di</strong> coi si mostra Sciarra, aggiunse in nota. »> Non neghiaamoroso<br />
e geloso propugnatore. Ed è per- ino <strong>di</strong>e in queste contrade si trovarono<br />
ciò che volli qui ripararealla sua omissio- alcuni ban<strong>di</strong>ti ne' nostri tempi. Mi non<br />
ne, nel tempo stesso che vado esaurendo ebbero comodo aguato. Furono sempre<br />
il da me promesso, ed il tutto per deco- perseguitati e <strong>di</strong>strutti. Un bravo capita-<br />
cav. Giusep-<br />
io della medesima provincia e per scoi- do contro <strong>di</strong> essi fu il sig. r<br />
parmi da qualunque ombra che abbia peSabbatini domiciliato in s. Lorenzo, che<br />
potuto ingerire la Lettera stampata del presto riportò <strong>di</strong> essi completa vittoria".<br />
sig. r<br />
De Matlhias, aumentata colle dette Egualmente non trovo nell'originale q
44<br />
V E L<br />
Dandole brasino a torto , e mala voce.<br />
Il fine della lettera stampata .essendo mor-<br />
to a quell'epoca il car<strong>di</strong>nal Gizzi, termi-<br />
na colla variante. >» Ma orsù ossi il tutto<br />
Do<br />
dee cangiar <strong>di</strong> aspetto sotto i raggi del-<br />
l'immoilal Pio IX". I nominati Car<strong>di</strong>nali,<br />
meritano schiarimento, e «li tutti mi<br />
glorio <strong>di</strong> averne goduto la benevolenza,<br />
come ho a vanto d'onorarmi del patro-<br />
cinio del superstite vivente. Il car<strong>di</strong>nal<br />
Belli era morto a 'g settembre i844> v '"<br />
veva il car<strong>di</strong>nal Simonetti e poi morì a'<br />
5gennaioi 855; il car<strong>di</strong>nal Gizzi era mor-<br />
to a'3 giugnoi849; il car<strong>di</strong>nal Antonelli<br />
è stalo creato car<strong>di</strong>nale l'i i giugno 1847;<br />
il car<strong>di</strong>nal Vizzardelli creato car<strong>di</strong>nale in<br />
«letto giorno, morì poi >'%4 maggie f 85 1<br />
Circa a'se<strong>di</strong>cenli miei parenti, il sig/ Da<br />
Mailhias amplificò le mie parole; alcuni<br />
parenti mici vi derivarono. Le scrissi per<br />
sapere, che la mia ava paterna era nata<br />
in Roma da Sebastiano morto d'anni 07,<br />
della ricca famiglia de'Recchia <strong>di</strong> Guar-<br />
<strong>di</strong>lo. Me ne pregio; ma ignoro chi siano,<br />
e ninno mai per parente mi si fece cono-<br />
scere, uè della provincia <strong>di</strong> Frosinone, né<br />
<strong>di</strong> Velletri. L'allusione specificatamente<br />
affibbiatami nella lettera stampala, la re-<br />
spingo come inesatta, ed ezian<strong>di</strong>o reputo<br />
non dovermisi all'alto, per tutto il riferito<br />
colla massima ingenuità e semplicità.<br />
Da ppoichè,lenendo sempre per fermo che<br />
io Dell'articolo Frosinone parlai con <strong>di</strong>le-<br />
zione della provincia, anzi reputando non<br />
mai abbisognare <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni, non<strong>di</strong>meno<br />
fedele alle mie promesse, non cre-<br />
dei meglio corrispondere a' tlesiderii del<br />
sig. r<br />
De Mailhias, <strong>di</strong>e col riportato ampiamente<br />
in questo articolo. Penetrandomi<br />
del suo spìrito lodevole d'amor patrio,<br />
torno a <strong>di</strong>re, che credei vantaggioso alla<br />
nobilissima Provincia il pubblicare la<br />
pi onla e franca mia risposta; (lessa fu fat-<br />
ta pelò alla lettera anteriormente scritta<br />
dal suo riverito pugno, oud'era in<strong>di</strong>spen-<br />
sabile e necessario che facessi l'esposte av-<br />
vertenze, per le <strong>di</strong>chiarate varianti e note<br />
che si leggouo solamente uella posteriore*<br />
.<br />
VEL<br />
stampata <strong>di</strong>versamente e alla mia insa-<br />
puta. Tuttavolta ho evitato e mi sonoa-<br />
steiiulo da qualunque commento o cita-<br />
zioni analoghe <strong>di</strong> mia opera, e da quanto<br />
altro cagionar potesse neppure l'apparen-<br />
za d'animo in<strong>di</strong>sposto. Arroge il pronunziato<br />
<strong>di</strong> recente nel parlamentod'ln-<br />
ghil terra sull'infume attenta tu de' 1 4 gen-<br />
naio i858 pel progetto da convertirti in<br />
bill legge relativo alla cospirazione d'as-<br />
sassinio, dalla magniloquenza <strong>di</strong> lord Pal-<br />
mellimi, che <strong>di</strong>sse.»Di versi oratori si sono<br />
olliesi <strong>di</strong> ciò che si è dello, essere que-<br />
sto paese l'asilo degli assassini e de' co-<br />
spiratori. Sventuratamente non possiamo<br />
negare che così sia. Non è però vero il <strong>di</strong>-<br />
re che colla costituzione del paese il go-<br />
verno e popolo inglese incoraggia e pro-<br />
tegge gli uomini che tramano questi a-<br />
troci delitti e che li commettono, ma sven-<br />
turatamente è vero che simili delitti sono<br />
stali preparati in Inghilterra e che dall'Inghilterra<br />
sono usciti incaricati <strong>di</strong> com-<br />
metterli". L'applicazione che faccio io al<br />
caso nostro, è in quanto alla topografica<br />
con<strong>di</strong>zione del paese, che questo soltanto<br />
per natura può porgere rifugio e asilo, e<br />
ciò all'atto non mai olfeude 1 generosi a-<br />
bitanti; che invece per tale stato <strong>di</strong> locali-<br />
tà (urono esposti <strong>di</strong> tanto in tanto a sog-<br />
giacere vittime <strong>di</strong> deplorabili spogliameli-<br />
li , atroci uccisioni e altre abboiuinevoli<br />
nefandezze, lo <strong>di</strong>stinsi e <strong>di</strong>stinguo gli a-<br />
Dilatiti dall'abitato. Questo è un fallo im-<br />
possibile a negarsi, ed è noto a tutto il<br />
mondo. Lo proverà <strong>di</strong>versi brani storici<br />
che in progresso dovrò riferire, anco col-<br />
lo stesso Muratori e suo continuatore, e<br />
co'medesimi scrittori provinciali e delle<br />
vite de' Papi, come i meglio informali in<br />
argomento, e perciò li preferirò ad altri.<br />
La provincia <strong>di</strong> Marittima ossia la legazione<br />
propriamente <strong>di</strong> Velletri, come<br />
la costituì Gregorio XVI, abbracciò nel<br />
nuovo compartimento l'antica provincia<br />
<strong>di</strong> Marittima del Lazio, e ne forma il con-<br />
fine meri<strong>di</strong>onale la spiaggia Me<strong>di</strong>terra-<br />
nea dulia foce dell'Astuta siuo oltre all'i u-
VEL<br />
nontorio Circeo, e precisamente alla tor-<br />
re Gregoriana <strong>di</strong> Terrarina t che tocca il<br />
limite napoletano, al moilo descritto iti<br />
quell'articolo. All'est ed al nord le fanno<br />
cerchio i paesi della Campania o Campagna<br />
Romana, che forma oggi la dele-<br />
gazione <strong>di</strong> Prosinone ; all'ovest poi è li-<br />
mitrofa alla Comarca <strong>di</strong> Iloma, e più si<br />
avvicina al <strong>di</strong>stretto d'Albano. Le monta-<br />
gne Lepine formano per lungo I ratto la<br />
linea <strong>di</strong> demarcazione fra il litorale e la<br />
Volle del Sacco, e sono quin<strong>di</strong> la bar-<br />
riera fra le dueprovincie, ed il suolo Er-<br />
nico-VoUco. Ad evitare ripetizioni,
46 V E L<br />
gionarne a' loro articoli o luoghi. Provin-<br />
cia in somma, che il gran Bonifacio Vili,<br />
una delle tante glorie della medesima, <strong>di</strong>-<br />
chiarò:» Haec est enim Provincia, praedarà<br />
Campaniae Mariliuiaeqne, quaefe-<br />
licis hene<strong>di</strong>ctionis, et gratia gratilu<strong>di</strong>nis,<br />
clohe<strong>di</strong>enliae producilalumiios,el in qua<br />
semper erga Ecclesiam supra<strong>di</strong>clam Gelei<br />
constantia viguit, claruit devotiouis iute-<br />
gritas, splenduil revereutiae plenitudo.<br />
Haec est profecto columua fidclitatis, im-<br />
nicbilis, super firmati) Petra ni Fidei con-<br />
sultila, quae uullius unquam conculi pòlui!<br />
frangenti* fremilu tempestati*. Haec<br />
est Provincia, quae semper ipsiusEccle-<br />
siae virili ter, et conslanter in necessitatibusastilil<br />
personaruni perieula, ti, mina<br />
rerum, et lahorum onera non evitati*, cu-<br />
jusque prompto, et patenti auxilio Ter-<br />
rassibisubjectas regi* <strong>di</strong>rigitque Provin-<br />
cia*, ipsarum compescit excessus , ausus<br />
temerarios reprimit, illiei Los motus frae-<br />
nat. Hic est utique prae<strong>di</strong>lectus, et deli-<br />
ciosusHoi tusEcclesiae. In quo ipsa repe-<br />
rii, quo»! delectat, culligli, quoti blan<strong>di</strong>-<br />
tili" alfeclui,guslat, et perequi dolce* fru-<br />
ctos". Tarilo leggo nella bolla <strong>di</strong> Bonifacio<br />
Vili, Romana jìlalcr Ecclesia, da lui emaoala<br />
nella sua nobilissima patria Ada-<br />
gili, metropoli degli eroici, a' 28 settem-<br />
bre 1 290, pubblicala da Bonifacio IX col-<br />
la bolla Iluinilibus, de' 12 giugno i4oo,<br />
Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 395: Con/irmalio<br />
Slatuloriim, ci Or<strong>di</strong>nationum<br />
Pi ovinciarum Campaniae , et Mariti-<br />
viae per Bonifacìum PP. T III e<strong>di</strong>lo-<br />
i'uìiì. Ivi è pure la bolla Ad*a <strong>di</strong> Boni-<br />
facio IX: Stallila pio Tcrracinensibus<br />
telila firmat.UDe Matlhias, oltre i sum-<br />
meutovati car<strong>di</strong>nali (a' quali aggiungo il<br />
car<strong>di</strong>nal Gioacchino Pecci vescovo <strong>di</strong> Pe-<br />
rugia, e il car<strong>di</strong>nal Vincenzo Santucci pre-<br />
fetto della congregazione degli stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>-<br />
poi elevali alla s. porpora) della provin-<br />
cia, <strong>di</strong>ce questa contare circa 4° prelati<br />
((ra'quali almeno 5 che Dominerò iu se-<br />
guito a cagione d'onore, sono prossimi al-<br />
lu<strong>di</strong>guilà car<strong>di</strong>nalizia; e <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> tali pre-<br />
VEL<br />
lati sono insigniti del grado episcopale),<br />
molli professori dell'università romana,<br />
tanti giu<strong>di</strong>ci de'triburiali <strong>di</strong> Roma, e vati<br />
altri uomini eccelsi, essendo genio della<br />
scienza musicale il Colelli d'Anagni.ed un<br />
genio de' panegiristi romani il carmelita-<br />
no scalzo p. Teodoro <strong>di</strong> Maria Santissima<br />
vallecorsano. Narra <strong>di</strong> più, clic in À-<br />
cuto ebbe origine l'istituto delle pie don-<br />
ne e monache Adoratoci del Divin San-<br />
gue (<strong>di</strong> quello stabilito in Orte , idea-<br />
to dal ven. cau. Del. Bufalo istitutore del-<br />
la congregazione del Sangue preziosissimo<br />
, e posto in pratica da Maria De<br />
Mattia* iu Acuto, ne feci parola nel voi.<br />
XL1X, p. 1 83. Nel ricordato articolo<br />
tomai a far menzione delle Adorati ici<br />
del Di vili Sangue, menile nel voi. LXUI,<br />
p. 123, celebrai lo stabilimento a loro a-<br />
perto in Roma per l' educazione mora-<br />
le e religiosa delle fanciulle, del <strong>di</strong> cui<br />
prospero successo può vedersi il riferito<br />
nel ii.° i47 del Giornale <strong>di</strong> Roma del<br />
18J7. E in quanto alla congregazionedei<br />
sacerdoti, <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong>e Pio VII nel 182 1 or-<br />
<strong>di</strong>nò al medesimo servo <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> aprir<br />
le caie <strong>di</strong> Terraciua, Sminino, Semionda,<br />
Velletri, Frosiuone e Vallecorsa, e della<br />
medesima riparlai nel voi. LXXX1V, p.<br />
198), fondato per la civile e religiosa educazione<br />
delle donzelle, già propagate<br />
iti Francia, Germania, America ec, e poi<br />
ne ragionò pure nel suo libro Della Pedagogia<br />
necessaria alle donne, Feren-<br />
tino 1 85 1 (leggo nella Topografia stati'<br />
slica dello slato pontificio del cav. A-<br />
doue Palmieri, Roma 1857, a p. 87.<br />
» In Roma le pie educatrici, ed Adorati<br />
ici del Divin Sangue , in via Avignonesi,<br />
11.' 80, iu casa della principessa Wol-<br />
konsky, ammaestrano ne lavori ed istru-<br />
zione cristiana le fanciulle, ed auebe le<br />
maritale. Institulrice fu la pia Maria de<br />
Matiis <strong>di</strong> Acuto verso ili 833 sotlo la <strong>di</strong>-<br />
rezione del ven. canonico Del Bufalo, e<br />
già conta 1 6 case per lo stato pontifìcio").<br />
Aggiunge che nella provincia esistono col-<br />
legi fionlisiiiiii, biblioteche, seminari, li-
V E L<br />
pogra fie, musei numismatici en. L'acca-<br />
demia Etnica la ilice fondata nel decli-<br />
n.ir del secolo passalo dal sommo nelle<br />
scienze e nelle lettere mg. r<br />
Giovanni De-<br />
voti vescovo d'Anagni in questa città, la<br />
quale per essere l'antichissima capitalede*<br />
gli einici prese il detto nome; alterata nel<br />
suo progresso pegli sconvolgimenti repub-<br />
blicani deli yqg, in<strong>di</strong> il vescovo d'Anagni<br />
nig. r<br />
Gioacchino Tosi potè stabilirla. Nel<br />
suo i.° lustro l'accademia fiorì in modo,<br />
che poco mancò non vi dasse il suo nome<br />
l'imperatore Napoleone 1, il quale avendo<br />
molta propensione pel Tosi, gli sottomise<br />
le <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Paleslrina, Terracina,<br />
Sezze, Piperno, Ostia, Velletri, Alati i,<br />
Albano, Frascati, Porto e s. lAullina, e Tivoli.<br />
Per le vicende cui soggiacque mg. r<br />
Tosi, l'accademia fu <strong>di</strong>menticata, ma nel<br />
i843 quando l'immorlal Gregorio XVI<br />
degnò <strong>di</strong> sua presenza la città d'Alain,<br />
si pensò con energìa a ristabilii la. 11 me-<br />
rito della nuova fondazione dell' accademia<br />
Etnica si deve amg. r<br />
Adriano Giani-<br />
pe<strong>di</strong> zelante, facondo e dotto vescovo d'A-<br />
lati i in questa città, e ne ottenne l'appro-<br />
vazione dalla congregazione degli stu<strong>di</strong>a'<br />
3o luglio 1 844- Et'ggo "el supplemento<br />
al n.°i4 del Diario <strong>di</strong> Roma del 1 845,<br />
che l'accademia fu fondata a'2 febbraio<br />
1 844» anniversario dell'elezione <strong>di</strong> Gre-<br />
gorio XVI, che perciò essendosi propo-<br />
sto <strong>di</strong> celebrarlo, e insieme quello del-<br />
1 accademia con solenne straor<strong>di</strong>naria tor-<br />
nala, a cagione del mal tempo si <strong>di</strong>fferì<br />
a'9 e celebrossi il letleiario esercizio nel<br />
modo ivi narrato. Apprendo poi duW'dl-<br />
burn <strong>di</strong> Roma, t. 24, p. 1 46, che contri-<br />
buì alla fondazione dell'accademia il pa-<br />
trizio alatrino e cauouico della cai te<strong>di</strong>a-<br />
le d. Agostino prof. Caporilli prefetto de-<br />
gli stu<strong>di</strong> nel seminario, la <strong>di</strong> cui biografia<br />
del prof. Giuseppe Tancre<strong>di</strong> ivi si ripor-<br />
ta, coli' encomio del suo sapere e parti-<br />
colari pregi. Inten<strong>di</strong>mento dell'accademia<br />
è la coltura dell'umane lettere e de-<br />
gli utili stu<strong>di</strong>. Dopo i misteri <strong>di</strong> nostra ss.<br />
Religione, cui souo sagre le sue più so-<br />
VEL 47<br />
lenni lornale,per lo più imprende a tratta-<br />
re argomenti riguardanti le cose patrie.<br />
Tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> soci compongono 1' accade-<br />
mia, residenti, corrispondenti, onorari: fra<br />
i secon<strong>di</strong> mi pregio <strong>di</strong> appartenervi. A'27<br />
giugno i845 mi fu spe<strong>di</strong>lo il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />
socio corrispondente, cogli Statuti dell'accademia<br />
Erràca eretta inA latriloma<br />
i845. In<strong>di</strong> ricevei il Catalogo de*soci<br />
della accademia Erniea fondata sotto<br />
gli auspicii della sa. me. <strong>di</strong> PapaGre-<br />
gorio XF1 che drgnossi fregiarla, del-<br />
l'augusto suo nome, Roma 1847- Egua-<br />
le onore ha compartito all'accademia il<br />
regnante Papa Pio IX. Notai già che il<br />
De Mallhias colla Lettera 4-' ragiona<br />
sulla storia dell'industrie della provincia<br />
e <strong>di</strong> sua posizione commerciale. Egli <strong>di</strong>ce.<br />
L'antico commercio si vuole ben grande,<br />
perchè il solo <strong>di</strong>stretto d'Anagni contava<br />
60,000 abitanti, e Virgilio appellò ricca<br />
Anagni non per la semplice coltura cam-<br />
pestre, ma ezian<strong>di</strong>o pel traffico, poiché il<br />
suolo in parte è sas-oso. Del vetustissimo<br />
commercio degli ernico-volsci n'è prova<br />
la staterà della prisca Campagna del La-<br />
zio. Un'iuvenzione de' pesi de' tempi re-<br />
motissimi, decide de' famosi mercati d'e-<br />
poche lontanissime. La staterà ne'campa-<br />
ni del Lazio, ove souo i contorni <strong>di</strong> Erosi-<br />
none, Milli cii ni emenle attesta quanto i primi<br />
frusinati felicemente commerciassero<br />
colle loro produzioni e industrie. Di pre-<br />
sente la delegazione <strong>di</strong>Frosinone nell'agri-<br />
coltura mantiene aperti traffichi non solo<br />
colle principali parli dello stato pontificio,<br />
ma ancora al <strong>di</strong> là dei Me<strong>di</strong>terraneo e del<br />
Tirreno, e persino in Africa. Anagni e<br />
Ferentino producono abbondanti grana-<br />
glie, Veroli e Vallecorsa moltissimo olio,<br />
Allena e s. Lorenzo copiosa seta, Supino<br />
moltissimo legname. Gli opificii <strong>di</strong> panni<br />
d'Ala'.ri e <strong>di</strong> tappeti <strong>di</strong> Veroli sono rino-<br />
mati. In Frosiuone si migliorò ne' lavori<br />
agricoli e industriali. Eccellenti sono le<br />
piante <strong>di</strong> tabacco <strong>di</strong> Vallecorsa e Ponte<br />
Corvo. Termina il De Mallhias con os-<br />
servare; Che se Terracina avesse una
48 V R L<br />
fiera, come quella ili Sinigaglia, ed aves-<br />
se pure una strada ferrata che l'unissi; a<br />
Roma, la delegazione Frusinate <strong>di</strong>verrebbe<br />
la i." provincia dell' Italia. Bensì<br />
narrai in tale articolo, pel cui porlo tan-<br />
to fece Gregorio XVI a vantaggio <strong>di</strong> que-<br />
ste provincie, clie vi è la stazione e l'offi-<br />
cio per la telegrafia elettrica; mentre sono<br />
lieto <strong>di</strong> potere qui ripetere, <strong>di</strong>e il ti on<br />
co <strong>di</strong> ferrovia da Roma al Tuscolo (/ '.),<br />
dovrà continuarsi per Velletri e Cepra-<br />
no, per congiungerlo a quello <strong>di</strong> IN tipo-<br />
li, come accennai ne' voi. LXX, p. 1 63,<br />
LXXXIV, p. i5; ed intanto il governo<br />
del florido regno delle due Sicilie spinge<br />
con massima alacrità la strada ferrata<br />
perCeprano, anzi si può <strong>di</strong>re giunta qua-<br />
si alle frontiere pontificie, destinata a riunire<br />
le nostre vie all'altre Europee, men-<br />
tre accosta a Sanseverino per proprio<br />
conto la strada <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si. Sulla linea<br />
della ferrovia Pio-Latina si formeranno<br />
due primarie stazionala t .'inVelletri, l'al-<br />
tra probabilmente in Ceccano. Nel Gior-<br />
nale <strong>di</strong> Roma del 1 858, n. 56 e 5
\ E L<br />
no largaineule, e più ancora i castagni,<br />
le cui titilla porgonsi ad un commercio<br />
rilevante. Da' molti boschi traesi a dovi-<br />
zia ili legname da fuoco e da costruzione.<br />
Ricchissima cava <strong>di</strong> gesso. Acque minerali<br />
ferruginose non per anco illustrate. Pro-<br />
dotti manifatturieri. In Velletri abhiaojo<br />
una fabbrica <strong>di</strong> cappelli ed una <strong>di</strong> cera.<br />
Terracina presenta una fabbrica <strong>di</strong> cap-<br />
pelli or<strong>di</strong>nari, e Ronco (?) una cereria; nel<br />
restante della provincia veggonsi attive le<br />
lavorazioni delle botti, delle doghe, del<br />
carbone, e <strong>di</strong> notabile quantità <strong>di</strong> potassa.<br />
Delegazione <strong>di</strong> Frosinone. Fiorente l'a-<br />
gricoltura, non ispregievoli le industrie.<br />
Prodotti naturali. Ricchezza <strong>di</strong> buoi, mag-<br />
giore <strong>di</strong> bufali, utile spaccio con Roma e<br />
con Napoli: le carni salate de' bufali si<br />
acquistano dalla marina napoletana. Ca-<br />
valli in abbondanza, spesse mandrie <strong>di</strong><br />
porci ; notevoli <strong>di</strong> pecore e <strong>di</strong> capre.<br />
Questo bestiame trafficasi con Roma e<br />
con Napoli. Minimo il raccolto dell' api<br />
e de' Augelli, tenuissima pure la pesca-<br />
gione. Vistoso scambio <strong>di</strong> grano e <strong>di</strong><br />
granone con Roma, non lieve de' pomi<br />
<strong>di</strong> terra, dell'avena e dell'orzo colle<br />
terre vicine. I vini e l'olio gra<strong>di</strong>ti, e i ca-<br />
stagni mantengono utile spe<strong>di</strong>zione alla<br />
dominante. Piuttosto scarsi i gelsi; do-<br />
vizia <strong>di</strong> ghiande, e <strong>di</strong> legname ottimo da'<br />
molti boschi, che esita insieme colle cor-<br />
leccie de' sugheri anche all'estero. Ric-<br />
che cave d'alabastro in Salvaterra (non<br />
la conosco, forse Falv.aterra), ed in Fe-<br />
rentino, <strong>di</strong> stucco in Guarciuo. A Collepardo,<br />
abbondanti gessaie, in Trevi un<br />
minerale ferruginoso che presto sarà uti-<br />
lizzato. A Polì miniere ubertose <strong>di</strong> pozzolana<br />
e relitti vulcanici; a Castro una<br />
quantità <strong>di</strong> pece, che ne ha il nome, come<br />
altresì buona argilla. La ven<strong>di</strong>ta de'<br />
minerali predetti estendesi al Napoleta-<br />
no. L'acqua d'Anlicoli tiensi in gran cre-<br />
<strong>di</strong>to; poi vengono quelle <strong>di</strong> Ferentino e<br />
d'Anagni. Prodotti manifatturieri. In A-<br />
latri, eccellenti la niti<strong>di</strong>, donde un traffi-<br />
co ragguardevole coll'interuo. A Monte<br />
VOL. LXXXIX.<br />
V EL 49<br />
s. Giovanni, nitriere, fabbriche <strong>di</strong> polveri<br />
sulfuree, ed una cartiera, le cui inanità It u-<br />
re spe<strong>di</strong>scousi a Roma insieme ad ingen-<br />
te quantità d'olio <strong>di</strong> ricino che prepa-<br />
rasi in Ceprano. A Guarciuo una cartie-<br />
re, una concia <strong>di</strong> pellami; nel contado<br />
poi abbondanti lavorazioni <strong>di</strong> candela-<br />
bri, <strong>di</strong> cucchiai <strong>di</strong> /aggio. Le carte ed i<br />
pellami negoziatisi colle prossime tene,<br />
gli oggetti <strong>di</strong> legno anche con Roma, la<br />
altre comuni fabbriche <strong>di</strong> cappelli, <strong>di</strong> te-<br />
le, <strong>di</strong> stoviglie, <strong>di</strong> mattoni, <strong>di</strong>stillerie da<br />
spirito e da rosoli i. Ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tali mani-<br />
fatture in provincia e fuori. Distretto <strong>di</strong><br />
Ponte Corvo. Vaccini e pecorini in bel<br />
numero, in maggiore i porcini: lo smer-<br />
cio de' medesimi è utile co'luoghi vicini<br />
e col Napoletano. Trasandata l'educazio-<br />
ne dell'api e de'flugelli. Dovizioso raccol-<br />
to <strong>di</strong> grano, <strong>di</strong> spelta, <strong>di</strong> granone, <strong>di</strong> pa-<br />
late, <strong>di</strong> legumi, che negoziansi pure col<br />
Napoletano. Ristretta la semina della ca-<br />
nepa e del lino; vastissima de'tabacchi, le<br />
cui foglie si mandano alla Regia <strong>di</strong> Na-<br />
poli(?). Abbondanza <strong>di</strong> vini squisiti, che<br />
trafficatisi colle terre limitrofe. Escava-<br />
zioni <strong>di</strong> argilla per vasellami e materia-<br />
li da fabbriche. Prodotti manifatturieri.<br />
In Ponte Corvo, filatura notabile <strong>di</strong> ca-<br />
nepa e <strong>di</strong> lino, lavorazione <strong>di</strong> tessuti or-<br />
<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> cauepa, fabbrica <strong>di</strong> paste da mi-<br />
nestra, concie <strong>di</strong> pellami, moli ni da gra-<br />
naglie ec, fabbriche <strong>di</strong> stoviglie, <strong>di</strong> mat-<br />
toni ec. Tali manifatture si esitano alle<br />
terre limitrofe e al Napoletano. Delega-<br />
zione <strong>di</strong> Benevento. L' agricoltura è in<br />
assai florida situazione, non cosi le altre<br />
industrie. Prodotti naturali. Torme <strong>di</strong><br />
buoi e <strong>di</strong> cavalli, più numerose <strong>di</strong> bufa-<br />
li. Anche le pecore ed i suiui sono in<br />
qualche abbondanza; negoziasi il detto<br />
bestiame col regno <strong>di</strong> Napoli. Le api ed i<br />
bachi da seta si educano con impegno, e se<br />
ne hanno prodotti eccellenti. Raccolto u-<br />
bertoso<strong>di</strong> grano e <strong>di</strong> granone. Vasta col-<br />
tura della canepa e del lino; dovizia <strong>di</strong><br />
erbaggi e <strong>di</strong> frutta, <strong>di</strong> cedri, <strong>di</strong> limoni e<br />
d'aranci. Questi prodotti insieme ad una<br />
4
5o VEL<br />
grande quantità <strong>di</strong> tabacchi si vendono<br />
a' luoghi vicini ed al Napoletano. 1 vini<br />
mantengono un' interessante estrazione<br />
al pari dell'olio d'oliva con Napoli. Ap-<br />
prezzabile il prodotto delle ghiande, e<br />
delle legna principalmente delle selve.<br />
Non sonosi fin qui escavali minerali, né<br />
scoperte acque me<strong>di</strong>cinali. Prodotti ma-<br />
nifatturieri. In Benevento, fabbrica <strong>di</strong><br />
cappelli fini e or<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong> corde armoni-<br />
che, <strong>di</strong> pettini <strong>di</strong> bufalo, avendo questa<br />
la privativa per la delegazione. Sono ce-<br />
lebri i torroni o ammandorlati, che s'in-<br />
viano a Roma ed a Napoli, come anche le<br />
corde armoniche e i pettini. A s. Ange-<br />
lo, filatoi <strong>di</strong> seta, fabbrica <strong>di</strong> tessuti or-<br />
<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> lana, in alcuni luoghi concie <strong>di</strong><br />
pellami e moliui da granaglie. Nel 1782<br />
si stampò in Napoli, Carte corografiche<br />
e memorie riguardanti le pietre , le mi-<br />
niere e i fossili per servire alla storia<br />
naturale delle provincie del Patrimonio,<br />
Sabina, Lazio,Marittima e Campa-<br />
gna, e dell' Agro Romano, abbozzate e<br />
raccolte dal prefetto degli slu<strong>di</strong> del real<br />
collegio Fernandìano alla Nunziatella.<br />
Riportano le ufficiali Notizie <strong>di</strong> Roma<br />
del 1 858 le seguenti nozioni. Legazione<br />
<strong>di</strong> Marittima e Campagna. Em." car<strong>di</strong>-<br />
nal Vincenzo Macchi decano del sagro<br />
collegio, legato. In Velletri risiedono : il<br />
prelato delegato apostolico <strong>di</strong> Marittima<br />
mg. r<br />
Luigi Giordani, 4 consultori, il se-<br />
gretario generale, il presidente del tri-<br />
bunale <strong>di</strong> 1.' istanza, 3 giu<strong>di</strong>ci, il procu-<br />
ratore fiscale, il cancelliere, l'assessore<br />
legale, l'ingegnere d'acque e strade, il capitano<br />
comandante de' gendarmi. Que-<br />
sta provincia è <strong>di</strong>visa in 5 governi (oltre<br />
i due vice-governi <strong>di</strong> Carpinetoe Sei mo-<br />
neta), e contiene 62,01 3 abitanti. In<br />
Frosinone risiedono: il prelato delegalo<br />
apostolico <strong>di</strong> Campagna mg/ Fer<strong>di</strong>nando<br />
Scapilta, 4 consultori, il segretario<br />
generale, il presidente del tribunale <strong>di</strong><br />
1. istanza, 3 giu<strong>di</strong>ci olire un aggiunto,<br />
il cancelliere, l'assessore, il capitano co-<br />
mandante de' geodanni. La provincia<br />
VEL<br />
<strong>di</strong>visa in 1 3 governi (imperocché sebbe-<br />
ne nel comune <strong>di</strong> Sonnino non risieda<br />
propriamente un governatore, ma un<br />
commissario straor<strong>di</strong>nario colle medesime<br />
attribuzioni, viene considerato come<br />
un governo) ha 1 54,55g abitanti. In Be-<br />
nevento risiedono: il prelato delegato apostolico<br />
della medesima provincia mg. r<br />
Odoardo Agnelli, 4consultori, il segreta-<br />
rio generale, il presidente del tribunale<br />
<strong>di</strong> i. a istanza, 1 giu<strong>di</strong>ci, il procuratore<br />
fiscale, il cancelliere, l'assessore legale, il<br />
tenente comandante de' gendarmi. La<br />
provincia, oltre la città, contiene 7 co-<br />
muni, ed ha a3, 1 76 abitanti. Negli altri<br />
articoli componenti la legazione <strong>di</strong> Ma-<br />
rittima e Campagna ne descrissi le par-<br />
ticolarità, in uno alla temperatura, con<br />
quella brevità rhedebbo seguire, per supplire<br />
alla quale <strong>di</strong>chiarai un buon nume-<br />
ro degli scrittori che <strong>di</strong> proposito ne trat-<br />
tano. Innanzi <strong>di</strong> compen<strong>di</strong>osamente de-<br />
scrivere Velletri e suo vescovato subur-<br />
bicario, ch'è 1' argomento dell' articolo,<br />
i) rimanente non essendo quasi che un<br />
accessorio ad ornatimi del capoluogo <strong>di</strong><br />
sua legazione, mi propongo <strong>di</strong> riferire al-<br />
cune notizie <strong>di</strong> que'luoghi della medesima,<br />
<strong>di</strong> cui ancora non parlai, per le qua-<br />
li procederò principalmente co'seguenti<br />
auton, oltre il Riparto territoriale del<br />
1 833, pubblicato dal governo nel 1 836,<br />
profittando ezian<strong>di</strong>o della Statistica del'<br />
lo Stalo Pontificio del 1 853, dal me-<br />
desimo governo fatta stampai e nel 18^7,<br />
e tenendo presente la Statistica nume-<br />
raliva delle popolazioni dello stalo pon-<br />
tifìcio alla fine del 1 853 col Ripartimento<br />
territoriale mo<strong>di</strong>ficato secondo<br />
i cambiamenti cui e andato soggetto dopo<br />
il l833 fino all'epoca presente, Roma<br />
1857. Quest'ultimo Ripartimento e<br />
Censo della popolazione, <strong>di</strong>chiara il mi-<br />
nistro dell'interno con circolare de' i4<br />
novembre 1807, viene surrogato a quel-<br />
lo del 1 833, dovendo cominciare ad ave-<br />
re effetto il i.° gennaio 1 858. Nel Ripar-<br />
timento si avverte, che le frazioui co-
VEL<br />
me<strong>di</strong>e fanno parte de' loro comuni o<br />
appo<strong>di</strong>ali, non fu stimalo necessario <strong>di</strong><br />
riportarle, non avendo amministrazione<br />
separata ; <strong>di</strong>esi è rettificata la popolazio-<br />
ne stabile e mutabile della Statistica del<br />
i853; e cbe oltre gli antichi vice-gover-<br />
ni, altri ne furono istituiti. Pe'vice-gover-<br />
ni conviene tener presente la legge de'3o<br />
ottobre i856, riferita dal n.° i5o del<br />
Giornale <strong>di</strong> Roma, dalla quale viene<br />
specificata la giuris<strong>di</strong>zione e le attribu-<br />
eìoiiì de' vice-governatori, che in sostan-<br />
ra esercitano quelle de'governatori. Ecco<br />
poi gli accennati autori. Fr. Bonaven-<br />
tura Theuli velletrano e minore conven-<br />
tuale, Teatro hi<strong>storico</strong> <strong>di</strong> Velletri insigne<br />
città e capo de' volscì, Velletri per<br />
Alfonso dell' Isola 1 644* Carlo Ambro-<br />
gio Piazza, La Gerarchia car<strong>di</strong>nalìzia,<br />
Roma i 703 : Ostia e Velletri vescovati<br />
suburbicari. Antonio Ricchi corano, La<br />
Reggia dc'Volsci) ove si tratta dell' o-<br />
rigine, stato antico e moderno delle<br />
città, terre e castella del regno de' voi-<br />
sci nel Lazio, e specialmente <strong>di</strong> Cora,<br />
città volsca, sua patria, Napoli i 7 1 3.<br />
Del medesimo: Teatro degli uomini il-<br />
lustri nelle armi, lettere e <strong>di</strong>gnità, che<br />
Jiorirono nel regno antichissimo de'<br />
volsci, esistente nel Lazio, parte dell'I-<br />
talia, ove frapponesi il Discorso sovra<br />
le <strong>di</strong>fferenze insorte intorno al celebre<br />
taglio delle famose Selve <strong>di</strong> Cisterna<br />
e Sermoneta ^de<strong>di</strong>cato all'Illm." ed Eccell."<br />
Signore d. Michel' Angelo Caetani<br />
duca <strong>di</strong> Sermoneta e <strong>di</strong> s. Marco,<br />
principe del sagro Romano Impero e <strong>di</strong><br />
Caserta, marchese <strong>di</strong> Cisterna, signore<br />
<strong>di</strong> Bassiano, Ninfa e s. Donalo, came-<br />
riere della chiave d'oro <strong>di</strong> S. M. Cesarea<br />
Cattolica, barone rumano, e grande<br />
<strong>di</strong> Spagna ec, Roma 1721. Alessan-<br />
dro Borgia vescovo <strong>di</strong> Nocera poi arci-<br />
vescovo <strong>di</strong> Fermo veliterno, Istoria del'<br />
la Chiesa e città <strong>di</strong> Velletri, Nocera<br />
1723. Fr. Casimiro da Roma, Memorie<br />
(storiche delle chiese e de'conventi del-<br />
la provincia romana, Roma 1744* ^s '<br />
VEL 5i<br />
trantouio Petrini, Memorie Prenestine,<br />
Roma 179?. Mg/ Nicola Nicolai, De'<br />
bonificamenti delle Terre Pontine, Homa<br />
1800. Gabriele Calindri , Saggio<br />
statistico <strong>storico</strong> del Pontificio Stato.<br />
Pietro Castellano, Lo Stato Pontificio.<br />
A. Nibby, Analisi <strong>storico</strong>-topograjìcoantiquaria<br />
della carta de' <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong><br />
Roma. G. Marocco, Monumenti dello<br />
Slato Pontificio. Storia della città <strong>di</strong><br />
Velletri scritta dal canonico Tommaso<br />
Banco, 2." c<strong>di</strong>zionc,Ve\\elr\ tipografia <strong>di</strong><br />
L. Cappellacci i85i. Quando questo benemerito<br />
defunto veliterno me la donò<br />
graziosamente, io già possedeva la i/e-<br />
<strong>di</strong>zione da lui de<strong>di</strong>cata a' suoi <strong>di</strong>lettissimi<br />
concitta<strong>di</strong>ni (l'altra essendolo al car-<br />
<strong>di</strong>nal Macchi) con questo titolo: Conipen<strong>di</strong>o<br />
della storia Veliterna,R.oaìa ti-<br />
pografia Mugnoz a spese dell'e<strong>di</strong>tore Lui-<br />
gi Cappellacci 1 84- » • Inoltre mi è noto<br />
eh' egli lasciò compilato un Almanacco<br />
o Notiziario della provincia e <strong>di</strong>ocesi<br />
Veliterna, e che lo pubblicò il <strong>di</strong> lui ni-<br />
pote succedutogli nel canouicato della<br />
cattedrale <strong>di</strong> cui era coa<strong>di</strong>utore. Aduu-<br />
que vado a scrivere co' nominati e altri<br />
che poi <strong>di</strong>rò, e quin<strong>di</strong> da' poco <strong>di</strong>screti<br />
non si pretenda da me responsabilità e<br />
solidarietà d'ogni detto, poiché quanto<br />
ho raccolto non intendo darlo né per <strong>di</strong>mostrazione<br />
matematica, e molto meno<br />
per definizione <strong>di</strong> fede. Rammentino gli<br />
esigenti: Chi narra, <strong>di</strong>ce un fatto e non<br />
conferma una sentenza. E quanto alle<br />
pretensioni <strong>di</strong> dettaglio, secondo le viste<br />
particolari, ed a me vietato dalla natu-<br />
ra dell' opera, anco qui debbo ricordare<br />
il protestalo nel voi. LXXV1, p. 5j e 58,<br />
e quanl'altro <strong>di</strong> relativo franca niente <strong>di</strong>-<br />
chiarai a'Iuoghi opportuni. A tali eru<strong>di</strong>-<br />
zieni però credo opportuno primieramente<br />
<strong>di</strong> premettere alquante parole sui<br />
Papi che alcun tempo risiederono nelle<br />
provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna, o le<br />
visitarono personalmente.<br />
Le provincie che compongono questa<br />
nobilissima legazione apostolica furono
52 V E L<br />
onorate ne' Piaggi de Papi, <strong>di</strong> loro veneranda<br />
e sempre gra<strong>di</strong>la e benefica presenza^<br />
<strong>di</strong>e nelle loro biografie e negli ar-<br />
ticoli riguardanti i luoghi della legazione<br />
feci cenno, come farò ne' seguenti. Ne'se-<br />
coli antichi, per le turbolenze delle fazio-<br />
ni e degli scismi,molti Papi vi si rifugiaro-<br />
no e fecero <strong>di</strong>mora colla cuiia e corte romana,<br />
evi accolsero sovrani, ambasciato-<br />
ri e vescovi stranieri, e s. Gregorio VII<br />
nel 1080 io Ccprano in vestì col vessillo<br />
<strong>di</strong>s. Pietro della Puglia, Calabria e Sicilia<br />
il duca Roberto Guiscardo, il che me-<br />
glio narrai nel voi. LXV, p. 1 70. Talvol-<br />
ta risiederono in Fellelri, Segni ai Alla-<br />
gai principalmente; anzi nelle due ultime<br />
città vi ebbero il palazzo apostolico.<br />
J benedettini <strong>di</strong> s. Pietro <strong>di</strong> Villa Magna<br />
ogni sabato offrivano 7 pani o focaccie<br />
o pizze, a' Papi che recavansi nella pro-<br />
vincia <strong>di</strong> Marittima e Campagna, per cui<br />
Bonifacio Vili nel donare alla mensa ve-<br />
scovile, e al capitolo e cattedrale d'Anagni<br />
il monastero, abbazia e beni <strong>di</strong> Villa Magna,<br />
colla bolla Inter cacteras Orbis Ec-<br />
clesias, impose il tributo e l'omaggio de'<br />
7<br />
pani al vescovo e al capitolo, a favore<br />
<strong>di</strong> se e successori, sotto pena <strong>di</strong> caducità<br />
dal possesso de' beni, e tuttora puntualmente<br />
si osserva. Nel secolo passato due<br />
Papi onorarono <strong>di</strong> loro presenza la provincia<br />
<strong>di</strong> Marittima e Campagna,cioè Be-<br />
nedetto XIII per due volle nel recarsi<br />
alla sua antica chiesa <strong>di</strong> Benevento, che<br />
ritenne nel pontificato e nominando a co-<br />
a<strong>di</strong>utore il car<strong>di</strong>nal Coscia ; e Pio VI per<br />
<strong>di</strong>versi anni nel portarsi a Terracina,ove<br />
soggiornava per curare il <strong>di</strong>seccamento<br />
delle Palu<strong>di</strong> Pontine. Nel secolo corren-<br />
te compartirono eguale onore alla pro-<br />
vincia i Papi Gregorio XVI e Pio IX re-<br />
gnante; il i.° oltre una gita a Velletii<br />
nel 1 83 1, in<strong>di</strong> due volte nel i83genel<br />
i843; il 2. nel i85o. ed in ciascuna si<br />
fece l'oblazione de' 7 pani. Gregorio XVI<br />
li ricevette in Terraciua e in Anagni,<br />
Pio IX in Frosinone, e lo notai pure a<br />
Pane. I tre viaggi furono egregiamente<br />
V EL<br />
descritlida'seguenli. Relazione del viag-<br />
gio <strong>di</strong> Sua Santità Gregorio Papa XI [<br />
da /Ionia a s. Felice, scritta dalprincU<br />
ped'Arsoli (d. Vittorio Massimo), Roma<br />
1839. Del medesimo abbiamo: Relazione<br />
del viaggio fatto da N. S. PP. Gregorio<br />
XVPalle provincie <strong>di</strong> Marittima<br />
e Campania nel maggio 1 843, icritta<br />
dal principe Massimo sopraintendente<br />
generale delle poste <strong>di</strong> Sua Santità,<br />
Roma 1<br />
843<br />
. Relazione storica del viag*<br />
gio <strong>di</strong> Sua Santità Papa Pio IX da Por-<br />
tici a Roma nell'aprile dell'anno 1 85o,<br />
Roma i85o. Questa fu compilata dal<br />
commend. Giulio Barluzzi, giovandosi<br />
deN'opera dell'avv. Angelo Carnevalati,<br />
e de<strong>di</strong>candola al car<strong>di</strong>nal Autonelli. Con<br />
tali Relazioni, e tenendo presenti il Dia-<br />
rio <strong>di</strong> Roma,\eNotizie del giorno, il Giornale<br />
<strong>di</strong> Roma e 1' Osservatore Roma-<br />
no ; ove potei parlarne il feci, e il simile<br />
eseguirò ne' seguenti paragrafi de* luo-<br />
ghi della delegazione <strong>di</strong> Frosinone e del<br />
<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Velletri e ragionando <strong>di</strong> tal<br />
città. A supplire quanto finora non mi<br />
fu dato <strong>di</strong> fare, perchè già stampati gli<br />
articoli, co' medesimi qui adesso l'adempirò<br />
e con alcune mie aggiunte. Avendo<br />
determinato il Papa Gregorio XVI <strong>di</strong> re-<br />
carsi a visitare il castello <strong>di</strong> s. Felice{l y .),<br />
situato alle falde del famoso monte Cir-<br />
ceo, parti da Roma a' 22 aprile i83q, e<br />
per Albano, la Riccia e Genzano (/ '.),<br />
giunse in Velletri, da dove passò a Terraciua<br />
e s. Felicej e ripassando pe' me-<br />
desimi luoghi si restituì al Valicano a'<br />
29 dello stesso mese. Nel i843 il medesimo<br />
Gregorio XVI, desiderando con-<br />
solare colla sua presenza una parte de'<br />
suoi felicissimi stati, alcuni luoghi de'<br />
quali da più secoli non avevano goduto<br />
della patèrna visita de' Sommi Ponte-<br />
fici, determinò d'impiegare i primi gior-<br />
ni del bel mese <strong>di</strong> maggio a percorrere<br />
un buon tratto del Lazio e degli antichi<br />
Ernico-Volsci, visitando le antichissime<br />
e importanti città d'Anagni, <strong>di</strong> Ferenti-<br />
no, eli Frosinone e <strong>di</strong> Alatri, e passando
VE L<br />
per Piperno a Terrari na, e in<strong>di</strong> a Velie-<br />
Iti, Genzano, Riccia e Albano, dopo visi-<br />
tale le provincie<strong>di</strong> Marittima eCampania<br />
e parte della Comarca <strong>di</strong> Roma, ritorna-<br />
re alla sua maestosa capitale e residenza.<br />
Parli da questa il i.° maggio, ed uscito<br />
dalla Porla Maggiore per la via Labica-<br />
na, che conduceva all'antica Labico^P.),<br />
festeggialo anche sotto Zagarolo (/"''.) e<br />
Pale strina (f y .) da quelle popolazioni,<br />
clero e magistrati sulla viaCasilinajequin<strong>di</strong><br />
da Lagnano e P'almontone , al modo<br />
che <strong>di</strong>rò a que' paragrafi. Continuando il<br />
viaggio sulla via Casilina nel territorio <strong>di</strong><br />
largiti (/ .), la quale antichissima città, in<br />
contrassegno d'esultanza, fra le altre <strong>di</strong>-<br />
mostrazioni eresse sulla pubblica via pro-<br />
vinciale un magnifico arco <strong>di</strong> trionfo(men-<br />
tre il eh. d. Alessandro Atli era professo-<br />
re
54<br />
VEL<br />
avvenimenti d'Ita Ha, Roma 1749) fab-<br />
bricala in cima alla medesima, ove si fermò<br />
sulla piazza avarili il suo ingresso la-<br />
terale, sulla quale trova fasi mg/ Vin-<br />
cenzo Annovazzi <strong>di</strong> Civitavecchia (della<br />
quale ci <strong>di</strong>ede la bellissima Storia <strong>di</strong> Ci-<br />
vitavecchia dalla sua origine fino all'anno<br />
1 848 scritta da mg.' F. Annovazzi<br />
arcivescovo d'Iconio, Roma 1 853) ve-<br />
scovo d'Anagni alla lesta del suo clero,<br />
che ricevendo il Pontefice sotto al bal-<br />
dacchino, l'accompagnò all'ingresso prin-<br />
cipale della cattedrale, in cui venne data<br />
la trina bene<strong>di</strong>zione da mg. r<br />
Carlo Gigli<br />
d'Anagni vescovo <strong>di</strong> Tivoli (7 ''.), espressamente<br />
recatosi alla sua patria per que-<br />
sta fausta circostanza. Gregorio XVI, dopo<br />
aver poi ammesso al bacio del piede<br />
tulli i canonici nella stanza del vestiario,<br />
ascese alla loggia <strong>di</strong> pietra esistente sulla<br />
parte laterale della medesima cattedrale,<br />
e parata tutta <strong>di</strong> rosso, ed ivi <strong>di</strong>ede la<br />
solenne bene<strong>di</strong>zione al popolo sotto una<br />
statua marmorea dell'anagninoBonifacio<br />
Vili, seduto parimente in atto<strong>di</strong> bene<strong>di</strong>-<br />
re i suoi concitta<strong>di</strong>ni, colla Tiara in testa<br />
ornata d'una semplice corona, mentre altra<br />
sua figura con tiara senza corona, ma<br />
semplicemente ornata <strong>di</strong> ricami e <strong>di</strong> linee<br />
intrecciate, vedesi rilevata nel bronzo del-<br />
le campane della stessa cattedrale, fuse<br />
nel 1295 d'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quel magnanimo<br />
Papa, le <strong>di</strong> cui armi in musaico, apparte-<br />
nenti all'antica sua nubilissima famiglia<br />
Caetani, ancora esistono a' lati della detta<br />
sua statua. 11 suono <strong>di</strong> quelle campa-<br />
ne, unito agli applausi dell'innumerevole<br />
moltitu<strong>di</strong>ne, ed al giubilo che vedevasi<br />
regnare in tutta la città, produsse un com -<br />
movente complesso da uon potersi <strong>di</strong>re<br />
in breve. Imperocché dopo il memorabile<br />
e nefando oltraggio ricevuto da Bo-<br />
nifacio Vili in quel suo palazzo dal par-<br />
tilo <strong>di</strong> Francia, che in tanti luoghi de-<br />
plorai, come nel vol.LXXXI, p. 45, propugnando<br />
l'animo grande e la dottrina<br />
<strong>di</strong> quel Sommo Pontefice, l'illustre cit-<br />
tà decadde dal suo splendore, e ueliSaS<br />
VEL<br />
era già perfino <strong>di</strong>strutto il memorabile<br />
palazzo <strong>di</strong> Bonifacio Vili, <strong>di</strong> cui si credono<br />
vestigia le sostruzioni del palazzo<br />
del marchese <strong>di</strong> Trajetto, il quale a tal<br />
uopo fece porre nelle sue scale raarmorea-<br />
i scrizione, riportata nella Relazione , in -<br />
sieme a tulle le altre <strong>di</strong> cui farò menzio-<br />
ne. Il principe Massimo nella sua bellis-<br />
sima Relazione, colla sua vasta eru<strong>di</strong>zio-<br />
ne illustrò ancora i luoghi onorati dalla<br />
benevola presenza <strong>di</strong> Gregorio XVI, come<br />
avea fatto egregiamente nella prece-<br />
dente, laonde osserva che esistono però<br />
della famiglia <strong>di</strong> Bonifacio Vili in Ana-<br />
nagni tuttora i <strong>di</strong>retti <strong>di</strong>scendenti in per-<br />
sona del conte Loffredo Caetani e suoi<br />
fratelli, provenienti dallo stesso stipile<br />
de' Caetani <strong>di</strong> Roma; e sebbene decadu-<br />
ti dalla loro antica grandezza, conserv?<br />
no per altro con gelosia in loro casa unj<br />
cassetta piena d'antichissime pergamene,<br />
nelle quali è ora unicamente riposta l'il-<br />
lustrazione della celebre loro famiglia,<br />
una delle do<strong>di</strong>ci stelle d' Anagni, o prin<br />
ci pali famiglie nobili. Era dunque riservato,<br />
<strong>di</strong>ce il principe <strong>storico</strong>, al Sommo<br />
Gerarca Gregorio XVI il trarre d(<br />
pò tanti secoli Anagni dal suo avvitimeli<br />
to, consolandola colla sua presenza, che<br />
eccitò i più vivi segni d'entusiasmo delln<br />
moltitu<strong>di</strong>ne, particolarmente quando fu<br />
veduto scendere a pie<strong>di</strong> col suo seguite<br />
dalla cattedrale, e traversare quasi l'in-<br />
tera città, le <strong>di</strong> cui antichissime fabbri-<br />
che imbrunite dal tempo erano ravvivate<br />
da' colori de' drappi pendenti dalle fine-<br />
stre, sino al palazzo Giannuzzi destina-<br />
to per la sua residenza, e situato sopra<br />
una vasta piazza aperta nel mezzo della<br />
città nel 1 557, dopo la sua espugnazione<br />
fatta dall'armata spagnuola, comandata<br />
dall'acerbo duca d'Alba, nella famosa e<br />
desolante guerra della Campagna Roma-<br />
na contro Paolo IV, che descrissi nel<br />
voi. LXV, p. 234 e seg-5 dalla quale si<br />
scopre verso mezzogiorno una vista ameuissima<br />
<strong>di</strong> tutto il territorio Anaguiuoe:<br />
delle vicine città e castella. Ivi in mezzo 1
VE L V E L 55<br />
a due ale della schierala truppa con sua luce produceva un mirabile effetto. Su <strong>di</strong><br />
banda, e dell'alludalo popolo, prostrato» essi posa altipiano un immenso salone,<br />
ti mg/ Francesco M. a<br />
Giannuzzi in man* <strong>di</strong>e prima serviva all'adunanze consiliari,<br />
felicita, ora U<strong>di</strong>tore generale della rev. e un angolo del quale mette in una piccola<br />
Camera apostolica (F.), ed i suoi nobi- loggia, che serviva al ban<strong>di</strong>tore per pro-<br />
li fratelli in abito ili spada, baciarono i mulgare i decreti del popolo, e che essenpie<strong>di</strong><br />
al Papa, e l'accompagnarono ali. °<br />
do costruita in modo da non potersi spie-<br />
piano <strong>di</strong> quel loro palazzo, dove fu allog- gare, sembra reggersi in aria; tanto è<br />
giata anche porzione del corteggio, aven- bene formata la volticella <strong>di</strong> pietra, che<br />
do il rimanente preso stanza nelle vicine la sostiene nell'angolo del palazzo, alle<br />
abitazioni. Dalla loggia il Papa compar- cui pareti vedonsi in vari luoghi scolpi-<br />
ti l'apostolica bene<strong>di</strong>zione in mezzo alle te in marmo le armi della città, cousi-<br />
grida <strong>di</strong> sincera esultanza <strong>di</strong> quel popolo, stenti in un leone sormontato da un'a-<br />
c!ie seguitò a stare sulla piazza in tutto quila,col verso dell'Eneide <strong>di</strong> Virgilio ...<br />
il rimanente del giorno. Nella sera poi fu Et roscida rivis Hernica saxa colutit<br />
incen<strong>di</strong>ato un vago fuoco d'artificio sul- qnos <strong>di</strong>ves Anagnia pascit. Il seguente<br />
la medesima piazza, <strong>di</strong>e oltre l'essere son- giorno 2 non fu meno avventuroso per<br />
illusamente illuminata, come pure tutto Auagni <strong>di</strong> quel che lo fosse stato il i .", a-<br />
il resto della città e delle vicine campa- vendolo impiegato Sua Santità a visita-<br />
gne e colline, risplendenti pe' fuochi <strong>di</strong> re le cose più degne da vedersi in quelgioia,<br />
veilevasi ornata cun finto obelisco, l'illustre città, e rilevandone così sempre<br />
e con un arco trionfale, su <strong>di</strong> cui legge- maggiormente i pregi. Imperocché, dovami<br />
4 iscrizioni composte da d. Giovan- pò avere ricevuto in dono dalla magici<br />
Capri Galanti <strong>di</strong> Valmontone, profes- stralura una statuelta d'argento col suo<br />
«ore <strong>di</strong> reltorica in quel seminario, <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>stallo, rappresentante s. Oliva ver-<br />
presenle prelato ponente <strong>di</strong> Consulta, gine e martire compatrona d'Anagni, si<br />
Esse celebravano le virtù del Papa, Tu- recò in carrozza col suo seguito all' epiui<br />
versale gioia della città e <strong>di</strong> tulli gli scopio, ove mg. r<br />
Annovazzi fattale tro-<br />
traici, le beneficenze elargite ad Anagni "are imban<strong>di</strong>ta una lauta colazione, eb-<br />
e suo capitolo, e le promozioni <strong>di</strong> Sii ve- be altresì l'onoie, unitamente a due ca-<br />
stro Belli al car<strong>di</strong>nalato e al vescovato <strong>di</strong> nonici e al preposto (della Stola papale<br />
Jesi (F.), e de'prelati Gigli e Giannuzzi che prima usava riparlai a tale articolo,<br />
auagniui, e che avea rinnovato i glorio- come dell'insegne presenti sue e de'cano-<br />
si tempi d'Innocenzo III, Gregorio IX, ilici ; fio VI al medesimo preposto con-<br />
Alessandro 1F e Bonifacio FUI (F.), fermò l'uso dell'abito prelatizio, e glie-<br />
i quali fecero più volte soggiorno nella lo concesse <strong>di</strong> colore paonazzo, con fa-<br />
loro patria Anagni. Oltre tali iscrizioni colta <strong>di</strong> usarlo anche in Roma, <strong>di</strong>chia-<br />
leggevansi altrettante del sacerdote Au- raudolo prelato domestico), <strong>di</strong> presenta-<br />
touio Cipraui, egualmente riprodotte re al Santo Padre, seduto sul trono, a se-<br />
dalia Relazione, sullo slesso argomento, conda del già ricordato, uu bacile con 7<br />
insieme ad un sonetto del uobile anagni- pani ossia pizze lavorate con zucchero e<br />
no Francesco Belli allusivo al risorgimeli- cioccolata, su alcune delle quali vedeasi<br />
lo d'Anagni, JNe' <strong>di</strong>versi generi <strong>di</strong> lumi- il simbolo dell'Agnello, e sopra altre era<br />
narie,che nella sera e nella segueute re- effigialo il Pastoie coll'epigrafe: CognO'<br />
sero brillante Anagni, si <strong>di</strong>stiuse quella scunt me rneae. Nell'uscire dall' episco-<br />
dell ingresso del tuo palazzo comunale, pio, il P.ipa lesse l'iscrizione in quel punformato<br />
da un antro spazioso con gran- to posta dall'ottimo vescovo per memo-<br />
<strong>di</strong>s»imi archi <strong>di</strong> sesto tondo, ne' quali la ria d'averlo onorato <strong>di</strong> persona. In<strong>di</strong> iu
56 VEL<br />
carrozza passò a visitar <strong>di</strong> nuovo la cat-<br />
tedrale, antichissimo e<strong>di</strong>lìzio gotico a 3<br />
navi <strong>di</strong>vise da colonne, che <strong>di</strong>cesi rico-<br />
struita in tal forma verso il 1078 da s.<br />
Pietro vescovo d'Anagni (il <strong>di</strong> cui corpo<br />
ivi si venera, e Filippo Giammaria scris-<br />
se : Santuario Anagnino dove si leggo-<br />
no l'istorie de' ss. Corpi, i quali riposa-<br />
no nella cattedrale d'Anagni, con l'isto-<br />
ria del b. Andrea Conti anagnino, Vel-<br />
letri per Onofrio Piccini 1704), e consa-<br />
crata 106 anni dopo da Alessandro III.<br />
Fattavi breve orazione, il Papa calò per<br />
la scala marmorea nella chiesa sotterra-<br />
nea, che al pari della superiore ha il ti-<br />
tolo <strong>di</strong> basilica, e sebbene più piccola me-<br />
rita questo titolo non solo per la sua an-<br />
tichità contemporanea a quella, ma an-<br />
che per la costruzione a 3 navi con 3 or-<br />
<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> colonne, e colla sua apsicle nel co-<br />
ro, e due cori laterali, conformi in tutto<br />
.'<strong>di</strong>e primitive chiese. Sotto l'altare mag-<br />
giore <strong>di</strong> questa basilica sotterranea ri-<br />
posa il corpo <strong>di</strong> s. Magno patrono d'A-<br />
nagni, de'<strong>di</strong> cui Acta pubblicali feci pa-<br />
iola al suo articolo, ove sono incise la<br />
più parte delle singolarissime pitture <strong>di</strong><br />
quel secolo, che ne adornano le pareti,<br />
rappresentanti vari fatti del martirio e<br />
della traslazione del corpo <strong>di</strong> quel santo<br />
vescovo <strong>di</strong> Tram', colle relative iscrizio-<br />
ni. In essi è pure delineata I' antica pit-<br />
tura <strong>di</strong> s. Oliva, che parimenti ornava<br />
un lato <strong>di</strong> detto sotterraneo, ove si con-<br />
serva il <strong>di</strong> lei corpo, e fu tolta nel decor-<br />
so secolo per aprire una finestra onde<br />
dar lume ad un altare costruitosi per <strong>di</strong>-<br />
vozione d'un p. abbate polacco, a cui erano<br />
stale donate reliquie della santa.<br />
Merita particola!' menzione in questa ba-<br />
silica sotterranea non solo la rozza se<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> marmo rialzata da un sol gra<strong>di</strong>no e<br />
circondala da se<strong>di</strong>li canonicali parimen-<br />
ti <strong>di</strong> marmo nell'apside incontro al det-<br />
to altare <strong>di</strong> s. Magno ( le pitture della<br />
cui volta, illuminate da finestra lunga<br />
e stretta, rappresentano il simbolo del-<br />
l'Agnello circondato da' 24 seniori del-<br />
VEL<br />
l'Apocalisse, e che al pari delle già no-<br />
minate, e dell' altre relative alla storia<br />
delle sanie Secon<strong>di</strong>na, Aurelia e Neorni-<br />
sia martiri, espressa neh' apside della<br />
3/ navata, rimontano al ricordato XI<br />
secolo), ma ancora il suo pavimento ver-<br />
nacolato in pietre dure come nella ba-<br />
silica superiore, e fregiato de' nomi de'<br />
celebri musaicisti romani maestro Cosmato<br />
co'suoi figli Luca e Giacomo, che<br />
hanno lasciato tante memorie dell'aite<br />
loro in quell'epoca. Gregorio XVI sod-<br />
<strong>di</strong>sfatto al sommo d' aver veduto tutti<br />
questi pregevoli monumenti dell'arte, ri-<br />
salendo alla cattedrale si recò alla canonica,<br />
nel <strong>di</strong> cui archivio gliene furono mo-<br />
strati altri interessantissimi, consistenti<br />
in alcuni arre<strong>di</strong> sagri <strong>di</strong> veneranda an-<br />
tichità per aver appartenuto a' Papi a-<br />
nagnini. Nella Relazione sono <strong>di</strong>ligentemente<br />
descritti, ma a me non è permesso<br />
che accennarli. Prima <strong>di</strong> tutti vide un<br />
paliotto d'altare <strong>di</strong> fondo bianco con bel-<br />
lissimo tessuto d'oro e <strong>di</strong> seta <strong>di</strong> vari co*<br />
lori, e con 3 or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> medaglioni circo*<br />
lari, contenenti ciascuno una figura in<br />
campo d'oro, in<strong>di</strong>viduata da un'Ucrizio-<br />
ne scritturale ricamata intorno ad ogni<br />
medaglione in caratteri gotici; prezioso<br />
lavoro del secolo XII e dono d'Innocen-<br />
zo ili. Dopo <strong>di</strong> questo fu mostrato al Pa-<br />
pa altro bellissimo paliotto, che credesi<br />
pure della stessa epoca e donatore, da al-<br />
tri però BtlribuilQ a Bonifacio VI li, es-<br />
sendo probabilmente quello descritto<br />
nell' inventario de' doni da lui falli alla<br />
basilica, <strong>di</strong> cui poi parlerò, pubblicalo dal<br />
Boldetti nell' Osservazioni sui cimiteri<br />
de S*. Martiri. In<strong>di</strong> gli fu mostrala una<br />
pianeta lunghissima e amplissima <strong>di</strong> fondo<br />
bianco, con simile dalmatica e Inni-<br />
cella, ed un piviale amplissimo, paramen-<br />
ti tutti ricamati e figurati, ornati ezian-<br />
<strong>di</strong>o con minute perle, <strong>di</strong> cui se ne vedo-<br />
no alcuni, lavori pregevolissimi del seco-<br />
lo XII fortunatamente salvati dal sac-<br />
cheggio patito dalla città nel 1 556 nella<br />
suddetta funesta guerra degli spagnuoli.
V E L V E L 5 7<br />
Da quel lagrimevole <strong>di</strong>sastro e poslerio- (?'•), che abitò ed ebbe cattedra nel con-<br />
ri <strong>di</strong>sgraziate vicende mirabilmente re- tigno convento, il cui facsimile è riprostò<br />
preservato un incensiere d' argento dotto nella Relazione. Tornato Grego-<br />
dorato <strong>di</strong> forma ottangolare gotica, rap- gorio XVI alla sua residenza, dalla cui<br />
presentante un porticheltocon archi acn- loggia bene<strong>di</strong>sse i postiglioni schierali ih<br />
ti e torrette triangolari, da cui partono 5 buon or<strong>di</strong>ne colle loro pariglie <strong>di</strong> i 5o ca-<br />
lunghecatene. Prezioso monnmentod'ar- valli e col corriere alla testa, i (piali do-<br />
te, dono d' Innocenzo III, minutamente Teano proseguire nell' onore <strong>di</strong> servirlo<br />
osservato da Gregorio XVI, siccome in partire d' Anagni. Si compiacque poi<br />
grande e intelligente amotore «le'lavori ricevere varie deputazioni e corporazio-<br />
d' arti, massime se antichi. Ebbe inoltre ni, che si erano a tal effetto recate ad os-<br />
la piacevole sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vederne al- seqniarlo, come pure mg. r<br />
Luigi Parisio<br />
tri due d'epoca più remota, cioè due pa- vescovo <strong>di</strong> Gaeta (e poi i.° arcivescovo<br />
librali creduti giu<strong>di</strong> s. Pietro vescovo pel notato nei voi. LIII,p. 206), partitosi<br />
d' Anagni nel secolo XI, uno d'avorio espressamente dalla sua <strong>di</strong>ocesi per avere<br />
ma rotto, l'altro d'argento dorato e soial- questa consolazione. Terminò la serata<br />
tato a squame; ed alcune mitre antiche col vedere un fuoco d'artificio e l'innal-<br />
<strong>di</strong> fondo bianco alte men d'un palmo, zamento d'nnglobo areostatico, su <strong>di</strong> cui<br />
pia adorne <strong>di</strong> pietre preziose, oltre altre era <strong>di</strong>pinto il pontifìcio stemma con albi-<br />
ill ostiate dal Marangoni nella sua ChrO' sive iscrizioni. Volle poi dare alla nobile<br />
nologia. Di Bonifacio Vili erano anco- famiglia Gianuuzzi un segno del suo gra-<br />
ia altra mitra e paramenti, che con al- <strong>di</strong>mento per l'accoglienza <strong>di</strong> vota usatagli<br />
cimi co<strong>di</strong>ci estratti dall'archivio in tem- nel proprio palazzo, col donare a mg. r<br />
pò d' Alessandro VII, non furono più Giannuzzi il suo ritratto su <strong>di</strong> preziosa<br />
restituiti. Inoltre <strong>di</strong> tal Papa conservasi scatola brillantata, e col decorare il <strong>di</strong> lui<br />
nella sagrestia un piviale, una pianeta e fi alello della croce egrado <strong>di</strong> commenda-<br />
due dalmatiche con fiocchi, <strong>di</strong> fondo ros- tore dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> s. Gregorio Magno da<br />
so ricamate in oro, una volta ornati con lui istituito. Giunta finalmente la 3. 'mat-<br />
perle e pietre preziose, altro avanzo de' tina del maggio, all'ore 12 Anagni vide<br />
tanti doni co' quali Bonifacio Vili volle con <strong>di</strong>spiacere partire l'amato Gregorio<br />
arricchire la patria basilica,clte ne conser- XVI con lutto il suo seguito (del soggior-<br />
va interessante e minuto inventario in no <strong>di</strong> Gregorio XVI in Anagni, e delle<br />
pergamena. Appagato il suo genio per le <strong>di</strong>mostrazioni affettuose e festive della<br />
belle cose, colla vista <strong>di</strong> tanti preziosi mo- città, ragionano pure i n. 36 e 4' del<br />
minienti <strong>di</strong> sagra e veneranda antichità, Diario <strong>di</strong> Roma, e il n. 18 delle Notizie<br />
Gregorio XVI uscendo dalla cattedrale, del giorno del i843), e scendendo con<br />
si recò a pie<strong>di</strong> col suo seguilo a visitare i somma velocità per le <strong>di</strong>fficili voltate che<br />
monasteri dell'oblate cistercensi e delle s'incontrano nella via, non ostante che o-<br />
clarisse, che paternamente confortò e ara- gni legno fosse tiralo da 8 cavalli, traver-<br />
ai ise al bacio del piede. Restituitosi al so poi una magnifica pianura <strong>di</strong> circa 5><br />
palazzo, sempre preceduto dalla banda, miglia, che <strong>di</strong>vide Anagni da Ferentino<br />
pomeriggio il Papa si recò in carroz- no (parlando <strong>di</strong> filarino, che vuoisi suc-<br />
za a visitare le suburbane chiese de'do- ceduta all'antica Firenlo, che alcuni con-<br />
nienicani e de' cappuccini, nella i.'del- fusero con Ferentino ernico, riportai in<br />
le quali, de<strong>di</strong>cata a s. Giacomo e costruì- proposilo le autorevoli opinioni del dot-<br />
ta a croce greca, con elegante pavimen- tissimo Nibby), e verso le ore i3 e mez-<br />
to <strong>di</strong> musaico verni icolato, si venera la 7.0 giunse in quest'altra celebre città ve-<br />
celebre croce <strong>di</strong> s. Tommaso d'/faitino scovile del Lazio, che circondata <strong>di</strong> siili-
53 V E L<br />
ni ciclopee (trovo nella Civiltà Cattoli-<br />
ca, serie 2/, t. 4, p. 38o, I* articolo im-<br />
portante e intitolato: I due Teronì e U Ac-<br />
quedotto pelasgico <strong>di</strong> Ferentino ntll'Er-<br />
nico. I «lue leeoni, o aie sagre, o altari<br />
de'pelasgi sono in una valle ili Ferenti-<br />
no, i quali eretti da quegli antichissimi na-<br />
vigatoli, che tanta parte <strong>di</strong> civiltà recaro-<br />
no in Italia prima ancora (.Iella fondazio*<br />
ne <strong>di</strong> Troia, reggono alla potenza strug-<br />
gilrice d'oltre 3o secoli. In capo alla stes-<br />
sa valle è pure un altro Ieroue interis-<br />
simo sotto il monte ili Porciano, forma-<br />
to <strong>di</strong> massi poligoni anche più granili <strong>di</strong><br />
quelli che formano gli altri due, come<br />
assicura l'eruil ito ferenti nate A IfonsoGior-<br />
gi,che stava scrivendo un dotto libro in-<br />
tuì noa'primi abitatori dell'Ei nico.Quan-<br />
to all'acquedotto, tenuto forse il più an-<br />
tico d'occidente, siccome eietto da quel-<br />
le remotissime genti, esiste al <strong>di</strong> là della<br />
foresta del marchese Tatù, monumento<br />
insigne che pochi visitano e pochi cono-<br />
scono. Mi piace inoltre riportare questo<br />
brano de' rispettabili compilatori. » Noi<br />
vorremmo, che sì quelli che ridono del-<br />
le nebiiloseanlichilà pelasgiche, esi quel-<br />
li che <strong>di</strong> tante ipotesi e tante favole le cir-<br />
condano, visitassero stu<strong>di</strong>osamente I' Er-<br />
nico, e massime Alati i, Ferentino e i suoi<br />
contorni; in<strong>di</strong> sul preciso e spassionato<br />
esame de'nionumenti giu<strong>di</strong>cassero a sag-<br />
gio <strong>di</strong> scienza in quali remotissimi tempi<br />
ascendono così fatti e<strong>di</strong>lizi, per illustrar-<br />
ne la storia de'popoli primitivi che abi-<br />
tarono cjuesta nostra I talia". Anche il dot-<br />
to autore dell'articolo ritiene che le co-<br />
lonie pelasgiche d'occidente derivarono<br />
dalle genti fenicie e cananee), s' innalza<br />
sopra un ripido colle, superba per la sua<br />
antica potenza, che la rese formidabile a-<br />
gli stessi romani. Ne! suo articolo, colle<br />
proporzióni volute da questa mia opera,<br />
celebrai la magnifica accoglienza fatta da<br />
Ferentino al Papa, che la Relazione minulamente<br />
descrive, riportando tutte le<br />
copiose composizioni poetiche e iscrizioni<br />
celebranti il fausto avvenimento, inclusi-<br />
V E L<br />
vameute al carme del patrizio ferentina-<br />
te Tancre<strong>di</strong> Bella, che per onor patria<br />
specialmente ricordo, poiché è un illustre<br />
prelato, che dopo aver governato con ze-<br />
lo le provincie <strong>di</strong> Rieti e <strong>di</strong> Spoleto, ora<br />
è delegato apostolico <strong>di</strong> Perugia. Gregorio<br />
XVI proseguendo il viaggio per Fro-<br />
sinone, che n'è <strong>di</strong>stante 7 miglia, e aulicamente<br />
apparteneva a'volsci, in quell'ar-<br />
ticolo mi fu dato descriverne il lietissimo<br />
soggiorno che vi fece, ripetendo perciò<br />
l'avvertenza fatta per Ferentino; uon co-<br />
sì posso fare per Alatri, il cui articolo,<br />
come quello d' Attaglii, era stato pubblicato<br />
nel 1 840. Dimoraudo Gregorio XV£<br />
nella giubilante Frosinone, a' 4 'na So 10<br />
volle appositamente rallegrare l'antichis-<br />
sima città vescovile d'Alatri,de'<strong>di</strong> cui cele-<br />
bri car<strong>di</strong>nali scrissi le biografie. Sebbene<br />
fuori <strong>di</strong> via, meritava quest'onore pe'suoi<br />
monumenti famosi, e per l'inviolabile suo<br />
attaccamento alla s. Sede ed a' Papi. Di-<br />
ce il principe Massimo: Alatri vetusta cit-<br />
tà degli eroici non tanto gloriosa per la<br />
sua favolosa origine attribuita a Saturno,<br />
e per le superbe mura ciclopee, che formandole<br />
uri doppio recinto sono l'orse uno<br />
de' più belli monumenti dello stato pon-<br />
tificio, quanto per la costante fedeltà de'<br />
suoi abitanti al paterno governo pontifi-<br />
cio, sperimentata in ogni tempo e in più<br />
occasioni, la storia ne registrò questo vanto.confermato<br />
e autenticato da'brevi pon-<br />
tifìcii, principalmente d' Alessandro IV,<br />
luuocenzo IV, Bonifacio IX ec, che affidarono<br />
agli alatriui gl'interessi <strong>di</strong> s.Chie-<br />
sa. Gli o<strong>di</strong>erni uon volendosi mostrare de-<br />
generi da' loro antenati nel fire una degna<br />
accoglienza all'amatissimo sovrano e<br />
supremo Gerarca, che recavasi a visitar-<br />
li, appena ricevutoli lieto avviso si <strong>di</strong>e-<br />
dero indescrivibile premura per presentargli<br />
la loro città co'pregevoli suoi mo-<br />
numenti nel suo più bell'aspetto; e per-<br />
ciò il comune assumendo a se il pensiero<br />
<strong>di</strong> far sgombrare e rendere per ogni lato<br />
accessibili gli ammirabili avanzi dell'auli-<br />
chissitaa cittadella Ala Irina, comuueuieu«
VEL<br />
le conoicinli sotto il nome <strong>di</strong> muraciclo-<br />
pee,fece sì, che al semplice invito de'par-<br />
roi'hi, la popolazione vi accorse con tale<br />
entusiasmo, che in alcun giorno oltrepas-<br />
sava le duemila persone, e tutte gratuitamente,<br />
stimandosi sufficientemente com-<br />
pensate dal piacere <strong>di</strong> rendere un attesta-<br />
to <strong>di</strong> <strong>di</strong>vozione all'ottimo loro sovrano e<br />
comune padre de'fedeli. Da sì bella e unanime<br />
gara risultò, che nel hi e vissimo spa-<br />
zio <strong>di</strong> solilo giorni si videro atterrate e<br />
rimosse le macerie che impe<strong>di</strong>vano 1' ac-<br />
cesso, spianate le casupole che deturpava-<br />
no il monumento, livellato il suolo, aperta<br />
intorno al circuito dell'acropoli una<br />
strada lunga quasi iooo metri e larga 5,<br />
e riattato interamente e abbellito il gran<br />
piazzale che sta sull'alto della cittadella,<br />
e nel cui mezzo elevasi la cattedrale.Spuntata<br />
dualmente l'alba aspettata de'4 mag-<br />
gio, mentre lutti i cuori battevano d'ar-<br />
dente ansietà <strong>di</strong> vedere appagati i loro vo-<br />
ti, a'quali però sembrava voler fare osta-<br />
colo il tempo, che fattosi scuro e nuvo-<br />
loso minacciava d' impe<strong>di</strong>re la partenza<br />
del Santo Padre da Frosinone, rasserena-<br />
tosi poi improvvisamente il cielo arrise<br />
con un limpido sole a'voti de'fedeli ala-<br />
trini e delle numerose famiglie coloniche<br />
poste lungo la via ; d'8 miglia che met .;<br />
da Frosinone ad Alatri, le quali fecero a<br />
gara nel festeggiare il suo passaggio con<br />
archi <strong>di</strong> verdura e con vari campestri ap-<br />
parati. Sul portone della villeggiatura de'<br />
pp.scolopi,ergevasi analoga iscrizione sor-<br />
montata da uua corona <strong>di</strong> quercia, d' al-<br />
loro e d'olivo, da cui partivano de'festo-<br />
ui <strong>di</strong> mortella e <strong>di</strong> fiori, che si estendeva-<br />
no in bella simmetria pe' muri laterali.<br />
In altra parte i coltivatori <strong>di</strong> ortaglie avevano<br />
intrecciato un grazioso arco co*<br />
prodotti de'loro sudori, sul quale si leggevano<br />
due iscrizioni. Appena dall'alto<br />
della cittadella d' Alalri videsi spuntare<br />
il treno pontificio nella sottoposta cam-<br />
pagna, che il suo arrivo venne annunzia-<br />
lo da replicati colpi <strong>di</strong> grossi mortali e<br />
dall'innalzamento <strong>di</strong> due steudar<strong>di</strong> <strong>di</strong>piu •<br />
VEL 5 9<br />
ti colle armi del Papa e della città, che si<br />
videro sventolare su quell'eminente altu-<br />
ra. Quasi al principio del territorio ala-<br />
trino venne una schiera numerosa <strong>di</strong> con-<br />
ta<strong>di</strong>ni, che accesi d'entusiasmo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vo-<br />
zione avevano voluto santificare quel giorno<br />
col ricevere la s. Eucaristia, coll'inlen-<br />
zione <strong>di</strong> tirare a mano la pontificia car-<br />
rozza, il che pretendevano con mirabile<br />
zelo eseguire a pie<strong>di</strong> scalzi (come in tutto<br />
così praticano nel portare in processione<br />
la macchina colla statua <strong>di</strong> s. Sisto 1); ma<br />
questo essendo stato impe<strong>di</strong>to dal savio<br />
e ottimo vescovo mg. r<br />
Giampe<strong>di</strong>, si fe-<br />
cero trovare sulla pubblica via in ernico<br />
nazionale costume, nel quale è osservabi-<br />
le quella loro antichissima specie <strong>di</strong> cal-<br />
zari detti volgarmente ciocia, ed è formata<br />
d'una striscia <strong>di</strong> cuoio che cuopre<br />
la sola pianta del piede, legata al <strong>di</strong> sopra<br />
per mezzo <strong>di</strong> cor<strong>di</strong>celle, e raccomandata<br />
alle gambe con molte legature, e non sen-<br />
za grazia, alle quali cor<strong>di</strong>celle avevano iti<br />
quel giorno sostituito feltuccie <strong>di</strong> colori<br />
rosso e giallo, avendo anche surrogato al<br />
solito cappello accumulato un fazzoletto<br />
accomodato sul capo all'orientale con un<br />
ramoscello d'oliva. Così schierati sulla<br />
strada implorarono la grazia <strong>di</strong> poter ti-<br />
rare a mano la carrozza del Pana, ma e-<br />
gli accogliendo benignamente la loro buo-<br />
na intenzione non lo permise attesa la <strong>di</strong>-<br />
stanza d'oltre 6 miglia, non ostante la qua-<br />
le per altro que'buoni e fedeli sud<strong>di</strong>ti eb-<br />
bero la forza e la costanza d'accompagnai*<br />
il suo legno sempre correndo sino ad A-<br />
latri. Nelle vicinanze della città fu però<br />
quell'onore concesso ad un iscelto drap-<br />
pello de'più <strong>di</strong>stinti citta<strong>di</strong>ni, tutti uniformemente<br />
vestiti <strong>di</strong> nero, i quali noti badarono<br />
né al <strong>di</strong>sagio della ripida salita, né<br />
all'angustia della porta, adornata d' un<br />
arco trionfale d'or<strong>di</strong>ne corintio con sagri<br />
emblemi eseguiti dal pittore de Angelis,<br />
e sul la facciata leggevasi felicitaloria iscri-<br />
zione. Non potendovi passare la carrozza,<br />
ivi si fermarono, ed essendo il Papa smon-<br />
tato eoa alquanta <strong>di</strong>fficoltà attesa la fui-
(io V E L<br />
In del popolo, co'soldati e clero, fu rice-<br />
vuto fra'plausi <strong>di</strong> tutta la moltitu<strong>di</strong>ne da<br />
mg. 1<br />
Giampe<strong>di</strong> alla testa <strong>di</strong> lutto il det-<br />
to clero secolare e regolare, a cui era usi<br />
pure anco riuniti i certosini <strong>di</strong> s. Bartolomeo<br />
<strong>di</strong> Trisulli, celebre monastero firn*<br />
ciato neli2 i i da Innocenzo ili alle fal-<br />
de dell'Apennino 7 miglia <strong>di</strong>stante d'A-<br />
latri. Fu egualmente accollo Gregorio<br />
XVI da uno stuolo <strong>di</strong> donzelle, che vesti-<br />
te <strong>di</strong> bianco e sotto forme d'angeli spar-<br />
gevano fiori, da mg.' l J ila delegato della<br />
provincia, e dalla magistratura, che gli<br />
rassegnò secondo il costume, per mezzo<br />
del gonfaloniere Carlo Feronti, le chiavi<br />
della città su d' un bacile sostenuto dal<br />
giovinetto Vincenzo Gaetani, il quale re-<br />
citò analogo <strong>di</strong>stico. Al mostrarsi in pub-<br />
blico il Sommo Pontefice facendo il suo<br />
ingresso a pie<strong>di</strong> nella porta <strong>di</strong> quella fe-<br />
delissima città, preparatami nuove sce-<br />
ne d'entusiasmo a misura che procedeva<br />
sotto il baldacchino, le cui aste erano so-<br />
stenute dal magistrato, preceduto proces-<br />
sionalmente dal clero, fra il festivo suono<br />
delle campane e <strong>di</strong> due bande civiche nel-<br />
la strada principale della città , sebbene<br />
in salita comoda e ben lastricata, ma an-<br />
gusta e lateralmente guarnita d'alte fab-<br />
briche de'bassi tempi e colle porte <strong>di</strong> se-<br />
sto gotico, le mura annerite dall'antichi-<br />
tà e alcune delle quali munite d' altissime<br />
torri, come in un palazzo sulla via del<br />
Trivio formato <strong>di</strong> tutte pietre scalpellate,<br />
spettante nel secolo XIII colla sua torre<br />
<strong>di</strong> 6 piani all'illustre famiglia del car<strong>di</strong>-<br />
nal Goffredo o Goltifredo d' Alatri , che<br />
dopo aver ivi fondata la bella chiesa <strong>di</strong> s.<br />
Stefano morì nel 1 287 (il De Mallhias af-<br />
ferma, che in tale palazzoaìcuna volta ri-<br />
siedè il car<strong>di</strong>nal legato <strong>di</strong> Frosinone, edè<br />
formato <strong>di</strong> muraglia ciclopee; corruzioni<br />
somiglianti all'egizie, secondo il Micali,<br />
come tutti i muri pelasgici ciclopei). Tut-<br />
te quelle fabbriche erano vagamente tap-<br />
pezzate d'arazzi che co'ioro colori ne fa-<br />
cevano risaltare l'antichità , le finestre<br />
piene d' ogni celo <strong>di</strong> persone spargendo<br />
V E L<br />
fiori in abbondanza sopra il Papa e suo<br />
corteggio; i quali fiori poi unendosi per<br />
aria a quelli che venivano lanciati dalle<br />
donzelle che lo precedevano, adombravano<br />
l'atmosfera a lai segno, che sembra-<br />
va nevigasse, e venivano raccolti per <strong>di</strong>-<br />
vozione dal popolo. Per <strong>di</strong>vozione parimente<br />
erano accesi lumi nelle botteghe,<br />
e candele avanti i ritratti <strong>di</strong> Sua Santità,<br />
ardendo incensi in apposite bragiere <strong>di</strong>-<br />
sposte <strong>di</strong> tratto in tratto avanti le case,<br />
imbalsamando l'aria. In breve, non era-<br />
vi senso che non provasse un in<strong>di</strong>cibile<br />
<strong>di</strong>letto a tante espressioni <strong>di</strong> viva gioia e<br />
<strong>di</strong> venerazione, onde Gregorio XVI e la<br />
corte ne restarono inteneriti e commossi,<br />
benché eravamo abituati all'immense e<br />
continue voci <strong>di</strong> sincero giubilo e ad ogni<br />
sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazioni dell'erniche popolazioni,<br />
anzi e<strong>di</strong>ficati e ricolmi d'ammi-<br />
razione per sì universale e mirabile filia-<br />
le all'etto. Non è a potersi ri<strong>di</strong>re le grida<br />
<strong>di</strong> plauso che assordavano l'aria, perchè<br />
frammiste a quelle delle numerose popolazioni<br />
accorse da tutti i vicini paesi. Im-<br />
perocché quella folta massa <strong>di</strong> popolo inginocchiata<br />
al passaggio <strong>di</strong> GregorioXVI,<br />
senza produrre il minimo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne , e<br />
senza che vi abbisognasse un solo solda-<br />
ti per reprimerla, non cessava d'implo-<br />
rare con altissime voci la sua bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne, ripetendo con sonore voci nel loro <strong>di</strong>aletto<br />
: Grazia, Saulo Padrol Grazia<br />
Santo Padrol E se alcuno domandava lo-<br />
ro qual grazia chiedessero, rispondevano<br />
con santa semplicità: La grazia dell'anima!<br />
Le donne piangevano, e vestite tut-<br />
te ne'loro nazionali costumi bellissimi per<br />
la loro varietà in quelle felici montagne,<br />
ove ancora non penetrò la corruttrice moda<br />
del secolo col suo codazzo, stavano im-<br />
mobili inginocchiate sui giganteschi rude-<br />
ri delle mura ciclopee,che servivano <strong>di</strong> su-<br />
bì ime trofeo alla vera Religione, motrice <strong>di</strong><br />
tutto quell'entusiasmo delle popolazioni<br />
alla vista del / icario <strong>di</strong> Gesù Cristo. E-<br />
gli stesso non poteva trattenere le lagrime<br />
alla imponente vista <strong>di</strong> tanta fede, e
V E L V E L «t<br />
con effusione d'animo bene<strong>di</strong>cendo quel- bene<strong>di</strong>zione, una delle più solenni date,<br />
la <strong>di</strong>vola moltitu<strong>di</strong>ne, giunse dopo una a tutto il vastissimo orizzonte che sode-<br />
Leu lunga salita al vti lice del monte ov'e- si da quell'altura, da cui vedesi a mezzo-<br />
ra collocata l'antica cittadella d'Ai» Uri ,cul giorno la città <strong>di</strong> Prosinone, Amara, Foli,<br />
cui maschio fu fondala l'o<strong>di</strong>erna basilica Torrice. Pupi, Vnllecoi sa e Castro; nd o-<br />
cattedrale, in mezzo ad un vasto prezzale, riente Falvalerra, Bauco e Verolij a set-<br />
a'<strong>di</strong> cui angoli sventolavano i memorati Unii ione Vico, Guar<strong>di</strong>lo, Torre e Tri-<br />
stendar<strong>di</strong> sull'altissime mura ciclopee che vigliano; ed a ponente in <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3<br />
lo sostengono, ed in mezzo al quale ar- miglia la celebie rocca <strong>di</strong> Fumone, ove '<br />
devano incenso e profumi sopì a due gran- morì s. Celestino V dopo la Rinunzia al<br />
<strong>di</strong> candelabri innalzati avanti al sagro<br />
><br />
/ o«////V\'7/o, nel quale articolo riparlai del<br />
tempio, Del cui portico leggevansi espres- luogo. Quell'ampio e pittoresco spettasi<br />
gl'ingenui voti della fedelissima popò- colo, reso ancora più magico e imponen-<br />
lazione nell'iscrizione pubblicala dalla Ile- tedal suono <strong>di</strong> tulle le campa ne della cit-<br />
lazione, ed in cui venne dello Gregorio là, dal rimbombo de'mortari, da'concer-<br />
XVI, L.cr.lcsiae ac pcpulorum tono <strong>di</strong>- li delle bande, dalla serenila dell'aria, e<br />
vinitus datimi , Auclorem fi liei ta tis ac più <strong>di</strong> lutto da'reilerati cor<strong>di</strong>alissimi ap-<br />
laetitiae pubi icae. &l\\u\ravxi venne can- plausi della moltitu<strong>di</strong>ne, produsse tale u-<br />
talo il Tu cs Petrus con musica del mae- na sensazione ne'circoslanli e nel bel cuostro<br />
Adrizza, Bollo la <strong>di</strong>rezione del mae- re<strong>di</strong> Gregorio XVI, chepel suocomplcs.<br />
stro <strong>di</strong> cappella della città Geminiani, e so si può provaie non descrivere. Dalla<br />
venne poi compar li la la bene<strong>di</strong>zione col loggia il Papa, tra il tumulto degli affetti<br />
Santissimo da mg. r<br />
Castellani sagi isla,do- da cui era penetrato, passò nel contiguo<br />
pò la quale fu scoperta la statua d'argen- episcopio, che per cura <strong>di</strong> mg. r<br />
vescovo<br />
to <strong>di</strong> Papa s. Sii lo /martire e proietto- ed a carico del comune era stalo conve-<br />
le d'Alalri, posta sull'allar maggiore, ove nienlemente adornato, ed ivi siedulo in<br />
anche si venera il suo corpo per quanlo trono benignamente ammise al bacio del<br />
narrai nella sua biografìa, riportandone piede i due elei i, la magisti alma, isigno-<br />
lequeslioni(qui aggiungeiò,cbe nel i 854, •' f' e " a città che conia molte <strong>di</strong>stinte facome<br />
leggesi a p. 21 e 5i (iti Giornale miglie, e lutti quelli ch'ebbero l'onoi e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Roma, i valentissimi fabbricatori d'or- tiiarela carrozza^ quali riceverono ognu-<br />
gani Angelo e Nicola Morettini perugini, noin dono unacoronacon medaglia d'ar-<br />
vi fecero un organo cosi eccellente e per- genlob( nedetledal Papa. Intanto la car-<br />
tello, che superata la generale espetlazio- rozza pontificia rimasta fuori della citlà,<br />
ne, prese il primato su tulli quelli della era stala trascutata per <strong>di</strong>vozione dal pòprovincia,<br />
oltre la capacità <strong>di</strong> competere polo denlro le vie d'Alalri, dopo demo-<br />
con quelli della capitale. Noti minore ap- lito un pezzo dell'arco trionfale <strong>di</strong> legno<br />
plauso ebbero i lodati artisti per l'orga- che ne impe<strong>di</strong>va l'ingresso, e condotta a<br />
no <strong>di</strong> mezzana <strong>di</strong>mensione costruito per mano fino all'alio del monle pi esso la cal-<br />
la chiesa degli scolopi, riuscito anch' es- ledrale,aflìnchèognunopolessebenecon-<br />
so <strong>di</strong> felicissimo elicilo). Salendo quin<strong>di</strong> templarla, onde appagarne la pia curio*<br />
il Papa alla maestosa loggia che sorge silà. Si compiacque quin<strong>di</strong> il Santo Pa-<br />
sulla fronte della cattedrale , <strong>di</strong> là Egli <strong>di</strong>e <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re una copiosa raccolta <strong>di</strong> v e -<br />
non solamente bene<strong>di</strong>sse l'affollatissima dule acquarellale colle rispettive piante<br />
moltitu<strong>di</strong>ne, che in numero <strong>di</strong> i5,ooo e esprimenti i più belli punii delle stupeu-<br />
più persone (ulta ingombrava la vasta de mura della cittadella e del recinto del-<br />
piazza ed ambo le vie che vi conducono, la città d'Alalri, tutte <strong>di</strong> costruzione cosi<br />
ma ancora estese questa sua apostolica detta ciclope», latte eseguire dal valente
62 VEL<br />
architetto e pittore Antonio Moretti ro^<br />
mano, ed illustrate tlal rev. p. Luigi Re-<br />
velli scolopo e professore eli filosofia nel<br />
collegio d' A latri. Il Papa dopoaverlecia-<br />
scuna esaminatealteulamente,se ne con-<br />
gratulò coll'artista e <strong>di</strong>chiarò il suo gra-<br />
<strong>di</strong>mento all'encomiato gonfaloniere Pe-<br />
l onti, che in nome della città le avea of-<br />
ferte , il quale meritò poi con onorevole<br />
breve de' iG dello slesso mese, d'essere<br />
creato cavaliere dello speron d' oro. Es-<br />
sendosi poi compiaciuto il Papa <strong>di</strong> passa-<br />
re nell'attigua sala per gustare il sontuo-<br />
so rinfresco preparato, si assise in posto<br />
più elevalo e sotto baldacchino a capo <strong>di</strong><br />
nobile mensa, alla quale ammise oltre i<br />
principali <strong>di</strong> sua corte e della nobile co-<br />
mitiva che l'accompagna va, <strong>di</strong>stinguendo<br />
il vescovo <strong>di</strong>ocesano e quello <strong>di</strong> Veroli<br />
mg. r<br />
Cipriani,mg. r<br />
Pila delegato, il gon-<br />
faloniere, il rev. p. Uosani generale degli<br />
scolopi, ora vescovo d'Erilrea e vicario del<br />
capitolo Vaticano, e Filippo Jacovacci che<br />
faceva le veci del governatore infermo.<br />
Fu allora che i canonici della basilica cat-<br />
tedrale Nicola Trulli e AgoslinoCaporilli<br />
sullodalo, presentarono al Papa un' ele-<br />
gante raccolta <strong>di</strong> poesie italiane e latine<br />
da essi composte, inserite poi nella Rela-<br />
zione. Uscendo il Papa dall'episcopio, si<br />
trattenne ad osservare nel suo atrio l'e-<br />
sposizione delle carte damascate da appa-<br />
rato ad uso <strong>di</strong> Francia colorite e vellu-<br />
tate, la cui fabbrica da pochi anni intro-<br />
dotta in Alalri dal defunto Pietro Molella,<br />
si proseguiva per cura del nominato<br />
Jacovacci, che uè riportò benigne parole<br />
<strong>di</strong> lode e d'incoraggimento, e contribuiva<br />
a farvi fiorire il commercio non meno <strong>di</strong><br />
quella del lanifìcio pel quale Alatri è tan-<br />
to rinomata. Appena il Papa ricomparve<br />
sulla gran piazza si rinnovarono con mag-<br />
gior fervore i<br />
segni del cornuti giubilo, che<br />
ne accompagnarono incessantemente il<br />
cammino <strong>di</strong>retto a visitare le parti più<br />
rilevatili dell'antico monumento, su due<br />
lati del quale leggevansi due iscrizioni<br />
composte come l'altreddll'auieaeloqueu'<br />
VEL<br />
za del lodato p. Rosoni, a cui pur si de-<br />
ve la pubblicazione d'una veduta del me-<br />
desimo colla rispettiva pianta della citta-<br />
della, parte del lato che guarda mezzo-<br />
giorno, incisa e riportata a p. 97<br />
del t.<br />
1 o deWAlbum <strong>di</strong> Roma, e corredala del-<br />
l'analoga elegantissima relazione (fu pub-<br />
blicata in Roma separatamente con que-<br />
sto titolo: Relazione della faustissima<br />
venula in Alatri <strong>di</strong> Sua Santità PP.<br />
Gregorio XVI felicemente regnante il<br />
dì 4 maggio 1 843) della venula <strong>di</strong> Gre-<br />
gorio XVI in Alalri , insieme a tolte le<br />
iscrizioni, che in gran parte servi al prin-<br />
cipe Massimo alla compilazione del suo<br />
bel racconto. In unadelledueultime iscri-<br />
zioni egregiamente si fece allusione alle<br />
muraciclopee,che al pari della fedeltà de'<br />
loro abitanti ponno <strong>di</strong>rsi sfidare Peterni-<br />
tà, poiché dopo più <strong>di</strong> 3ooo anni che sus-<br />
sistono, non portano alcun' impronta <strong>di</strong><br />
vecchiezza, ma per la giu<strong>di</strong>ziosa conca-<br />
tenazione degli enormi poligoni che le<br />
compongono (leggo nella Breve narrazione<br />
<strong>di</strong> G.G. D. R. riguardante le mura<br />
Ciclopee, Pisa 1 827. » Poni attorno<br />
ad esse de'forti arieti, se i colpi <strong>di</strong> questi<br />
battono su pietre posle a linea, risente<br />
l'impressione del colpo tutta lalinea,e for-<br />
masi quello sconcatenamento,che poi produce<br />
la <strong>di</strong>struzione del muro assalilo. Or<br />
fallo, che i colpi colgano sopra questi ir-<br />
regolari poligoni, la piaga dal colpo non<br />
si <strong>di</strong>ffonde, perchè i risalii superiori e in-<br />
feriori de'massi non risentono <strong>di</strong> quel col-<br />
po, e mentre la pietra è battuta al <strong>di</strong> so-<br />
pra e al <strong>di</strong> sotto, non soffrono l'altre par-<br />
ti il colpo della pietra, che ferisce uii pun-<br />
to solo. Non può seguire lo stesso nella<br />
costruzione regolare, perchè la percussio-<br />
ne si <strong>di</strong>ffonde per tutta la linea, e tutta<br />
la scollega"), e per la militare architet-<br />
tura superiori in bellezza a quante altre<br />
mura <strong>di</strong> quel geuere si conoscono , mo-<br />
strano l'elevatezza dell' umano ingegno,<br />
che in un' epoca sì remota qual è quella<br />
de'pelasgi, a cui se ne attribuisce la fon-<br />
dazioue,aulerioi meule alla guerra <strong>di</strong> Tro-
VEL<br />
ia,seppe muovere e geometricamentecol-<br />
locare un sì gran numero <strong>di</strong> smisurali ma-<br />
cigni con una facilità e perfezione , che<br />
metterebbe pensiero a'più ar<strong>di</strong>ti ingegni<br />
del nostro secolo tanto perfezionato ne'<br />
meccanismi e che sormonta ogni <strong>di</strong>fficol-<br />
tà con eseguire le operazioni più ardue.<br />
Ma ciò che attrasse l'attenzione <strong>di</strong> Gre-<br />
gorio XVI amatore della veneranda an-<br />
tichità, nel giro che ne fece, si fu la por-<br />
ta maggiore della cittadella ove passò nel-<br />
l'uscire dall'episcopio, e il <strong>di</strong> cui architra-<br />
ve viene costituito da un masso solo lun-<br />
go 27 palmi e largo 8 e un'oncia; la por-<br />
la minore, che alcuni vogliono destinala<br />
a sortile militari, la cui volta e scala, composta<br />
<strong>di</strong> massi che si sormontano I' un<br />
l'altro, non ha per quanto si conosca al-<br />
tra simile, tranne quella dell'ingresso al-<br />
la piramide <strong>di</strong> Mernjì riportata da Nor-<br />
den ne'suoi Viaggi in Egittoj e l'angolo<br />
principale formato da'due gran<strong>di</strong> mura-<br />
glioni orientale e australe, alti palmi il,<br />
e composto <strong>di</strong> soli 1 5 massi, concatenali<br />
senza cemento come il resto delle mura.<br />
Per la celebrità <strong>di</strong> siffatte gigantesche co-<br />
struzioni, rammentando la già celebrata<br />
opera della Dionigi, che ne pubblicò i<strong>di</strong>-<br />
segni, mi si condoni che io riporti qui un<br />
relativo cenno tratto da altra donna illu-<br />
stre che le stu<strong>di</strong>ò, Marianna Starke, Travels<br />
in Europe, Parisi 836, p. ^02. » La<br />
città <strong>di</strong> Alatri, posta sopra una rupe e-<br />
n)inenle,circondatada mura gigantesche<br />
ed apparentemente più auliche delle mu-<br />
nì dell'altre città <strong>di</strong> quella provincia, ha<br />
un giusto titolo al nome che porta, cioè<br />
<strong>di</strong>fortezza Saturnina. Plauto ne fa men-<br />
zione nella comme<strong>di</strong>a de'delenuti, ossia<br />
carcerati, sotto la forma greca Alatrion.<br />
In Slrabone è scritta Alctrion. Cicero-<br />
ne la chiama municipio, e Frontino la<br />
descrive come una colonia. La sua Acro-<br />
poli, cioè cima e sommità, corona l'alta<br />
montagna, sul pen<strong>di</strong>o della quale sta que-<br />
sta città, circondata dagli avanzi delle<br />
mura dell'estensione <strong>di</strong> due miglia, e co-<br />
struii* da nmujassi <strong>di</strong> pietre calcaree soni-<br />
VEL 63<br />
maronite grosse, ben compatte dal loro<br />
semplice immenso peso ,<br />
ed in forma o-<br />
blonga poligonare. Sopra 3 <strong>di</strong> queste pie-<br />
tre sono scolpiti rozzamente 3 bassirilie-<br />
vi; uno rappresenta un putto con un vaso<br />
sulla sua testa, un altro probabilmente<br />
fu scolpito per personificare la protettri-<br />
ce <strong>di</strong>vinità <strong>di</strong> Alatri, ed il 3.° che fa par-<br />
te del muro pelasgico nella porta Bello-<br />
na , ora porla s. Pietro (il <strong>di</strong>segno della<br />
quale pubblicò YAlbum <strong>di</strong> Roma, t. 1 7,<br />
p. 257, con eru<strong>di</strong>to articolo del conven-<br />
tuale p. F. Lombar<strong>di</strong>. Egli narra, secondo<br />
gli scrittori delle cose d' Alatri , che<br />
venuto l'Apostolo delle genti a <strong>di</strong>ffonde-<br />
re la luce del Vangelo in questa cillà,<br />
fossero i<br />
primi a seguirlo gli abitanti del-<br />
la parte meri<strong>di</strong>onale detta Le Piaggio,<br />
mentre quelli della settentrionale detta<br />
Civita vetere durarono nell'idolatria mol-<br />
ti anni, finché i primi non gl'indussero ad<br />
abbracciare il cristianesimo, e perciò con-<br />
segnarono ad essi i loro idoli per essere at-<br />
terrali e infranti. Questo pare ch'abbia da-<br />
to origineaH'usanza,per la quale gli 1 1 ca-<br />
popopoli eletti da'rioni della cillà a signo-<br />
ri dellafesta <strong>di</strong> s. Sisto 1, nella sua vigilia<br />
gli abitanti delle pinggit' unitisi co' con-<br />
signori <strong>di</strong> Civita vetere scagliavano una<br />
gran<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ciottoli e <strong>di</strong> figuline contro<br />
l'informe e ricordalo bassorilievo esisten-<br />
te al fianco sinistro della porta s. Pietro,<br />
e chiamato dal volgo Marzo. Dopo poi i<br />
primi vesperi, menile il vescovo nella cat-<br />
tedrale era ancora in trono, dando egli<br />
co' pie<strong>di</strong> il segnale con alcune movenze,<br />
i detti signori assistenti facevano iti cer-<br />
chio per un quarto d'oro una danza sagro-<br />
fesliva, <strong>di</strong>spensando ciambelle alla folla.<br />
Crede il p. Lombar<strong>di</strong> che la danza ab-<br />
bia avulo origine neh i32 per la trasla-<br />
zione in Alatri delle reliquie <strong>di</strong> s. Sisto !,<br />
intorno alle quali il popolo tripu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong><br />
santa letizia per averlo liberato dalla pe-<br />
ste che 1' affliggeva , e prorompendo io<br />
quelle <strong>di</strong>mostrazioni festive. Nel pontifi-<br />
cato <strong>di</strong> Benedetto XIV e nel vescovato <strong>di</strong><br />
mg." Savaceri, <strong>di</strong>venuto il ballo iudecen-
H V E L<br />
tea luogo sagro, fu trasportalo nella pro-<br />
pinqua piazza, e ivi durò sino al i 84^) co "<br />
assumere il municipio tulio il carico del-<br />
la pompa festiva. Di simili sagre danze<br />
parlai altrove, come nel voi. LXXIII, p.<br />
i 72, e nel voi. XLIX,|). 249, per quel-<br />
la che avea luogo in Osinio per la fesla<br />
popolare del Carro <strong>di</strong> s. Vittore), merita<br />
particolare notizia, perchè è formalo<br />
in una <strong>di</strong> quelle gigantesche pietre che<br />
compongono il muro, ed evidentemente<br />
coevo al medesimo. Sulla lunga salita al-<br />
la città si presenta porta s. Pietro, ed a<br />
questa porta i viaggiatori or<strong>di</strong>nariamente<br />
scendono dalle carrozze affine <strong>di</strong> cam-<br />
minare su alla sommità, non essendo ivi<br />
strada carrozzabile. La torre sulla sinistra<br />
<strong>di</strong> della porla ha il marchio o segno del-<br />
l' eia oscure, ma la suddetta porla e le<br />
altre porte della città sono antiche. La<br />
sommità sembra essere stata <strong>di</strong> forma<br />
quadrilatera. Fu encomiata da doppie<br />
mura, le quali calcolate dalla loro colos-<br />
sale grandezza e soli<strong>di</strong>tà danno a sospet-<br />
tare del tempo della loro costruzione; e<br />
sebbene varie circostanze concorrano ad<br />
in<strong>di</strong>cale che fossero erette da' tirreni pe-<br />
lasgici prima della guerra Troiana , ciò<br />
non ostante un angolo dell'esterno muro<br />
alto y4 palmi rimane intero ed ancora<br />
intatto da lungo lasso <strong>di</strong> secoli. Questo<br />
muro angolare è composto <strong>di</strong> 4o pietre<br />
soltanto, e non può essere contemplato<br />
senz'ammirazione e sorpresa, siccome im-<br />
possibile a concepire come queste pietre<br />
fossero state innalzale alla loro presente<br />
posizione ed unite cosi assieme senza cemento,<br />
e con una graziosita adatto im-<br />
pareggiabile. Le suddette mura si <strong>di</strong>ce<br />
che rassomiglino a quelle <strong>di</strong> Tini nel Pe-<br />
loponneso: desse presentano una super-<br />
ficie liscia formata da irregolari pietre po-<br />
ligone. Il principale ingresso alla cittadel-<br />
la è ammirabile in pùnto <strong>di</strong> fortezza, ed<br />
è simile nella costruzione alle porte delle<br />
pirami<strong>di</strong> a Menati. Gli architravi, che so-<br />
no 3, giacciono piani sulla vasta estensio-<br />
ne delle mura da formare un coperto cor-<br />
V EL<br />
ridoio, ed ogni architrave è alto 11 pal-<br />
mi. Ivi evidentemente si osserva che vi<br />
furono due porte, una interna ed esterna<br />
l'altra, ed il corridore esleso tra loro. La<br />
presente strada all'Acropoli, sommità,<br />
opposta all'antico ingresso, e sembra <strong>di</strong><br />
essere stata fatta da'uioderui alatimi per<br />
facilitare la loro comunicazione col vesco-<br />
vato, il quale è fabbricalo sulla parte del-<br />
le mura interiori della fortezza. Un cor-<br />
ridoio dell'esteriori mura situato sulla de-<br />
stra della moderna strada contiene un pas-<br />
saggio costruito come il principale ingres-<br />
so già descritto, il quale porta in un pas-<br />
saggio sotterraneo dell'altezza <strong>di</strong> 6 pie<strong>di</strong><br />
con una bellissima circolare volta; questo<br />
passaggio penetra al centro della fortez-<br />
za, e dopo aver esaminato il detto pas-<br />
saggio, all'esterno del quale trovatisi gli<br />
avanzi <strong>di</strong> due bassirilievi, i viaggiatori<br />
passano da una piccola moderna porla<br />
che conduce ad un giar<strong>di</strong>no, dove il mu-<br />
ro angolare, degno <strong>di</strong> particolare notizia,<br />
puòessere veduto tutto interamente. La-<br />
sciando il giar<strong>di</strong>no suddetto, i viaggiatori<br />
dovranno salire alla piazza, dove il vesco-<br />
vato e la cattedrale è stata eretta; la qua-<br />
le piazza spiega il principale ingresso all'<br />
Acropoli, sommità. L'eminenza mon-<br />
tuosa sulla quale trovasi posta questa for-<br />
tezza è piena <strong>di</strong> vasti sotterranei passag-<br />
gi , oltre i già descritti , de' quali alcuni<br />
servirono <strong>di</strong> acquedotli, mentre altri fa-<br />
cilitavano l'ingresso del necessario perla<br />
guarnigione. Le volte <strong>di</strong> questi passaggi<br />
sono semicircolari, ed in alcuni <strong>di</strong> essi (se-<br />
condo l'informazioni avute e l'indagini<br />
fatte) possono trovarsi le vestigia de'pa-<br />
vimenti <strong>di</strong> musaico, sebbene è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong><br />
esplorare queste sotteranee strade, siccome<br />
non souoesenli da aria mefitica e no-<br />
ci va". Segue la descrizione in succinto d'A-<br />
lalri moderna. Gregorio XVI non sazian-<br />
dosi <strong>di</strong> ammirare questi pro<strong>di</strong>gi dell'ar-<br />
te antica, e <strong>di</strong> lodare Io zelo della magi-<br />
stratura d' A latri, che aveva saputo così<br />
bene rendere il pristino splendore a un<br />
sì rispettabile monumento, unico nel suo<br />
è
VEL<br />
genere, il Sanlo Padre avea quasi com-<br />
piuto il suo giro, quando alla richiesta<br />
fattagli dallo stesso magistrato, volendo<br />
secondare il pubblico desiderio, e rende-<br />
re eterna la memoria <strong>di</strong> sua venula in A-<br />
latri, graziosamente permise che la nuo-<br />
va strada, quasi sorta per incanto d'in-<br />
torno alle mura dell'Acropoli, portasse<br />
d'allora in poi il nome <strong>di</strong> Gregorianaja<br />
quale concessione venne accolta con comune<br />
applauso, e sull'istante pubblica-<br />
la con l'iscrizione affissa alle mura stesse.<br />
Quin<strong>di</strong> il Papa passò nel monastero della<br />
ss. Annunziata delle benedettine, fonda-<br />
to nel 1 56 1 da mg/ Camillo Perusco romano<br />
vescovo d'A latri, che vi fece venire<br />
per istitutrici 4 monache da Guard-<br />
ilo; e<strong>di</strong>lizio assai vasto e <strong>di</strong> elegante strut-<br />
tura me<strong>di</strong>ante aggiunte fattevi nello scor-<br />
so secolo. Ivi ammise al bacio del piede<br />
le 5o religiose circa, e varie signore del-<br />
la città, che in sì fausta circostanza eb-<br />
bero il permesso <strong>di</strong> entrarvi; non che le<br />
monache della Carità con voti semplici<br />
sotto la regola <strong>di</strong> s. Chiara, introdotte io<br />
Ahitri nel 1806 da mg. r<br />
Giuseppe della<br />
Casa vescovod'Alatri, che ottenne da Pio<br />
VII <strong>di</strong> potervi traslocate dal monastero<br />
d' Anticoli due religiose perchè si occu-<br />
passero della fondazione, la quale ha per<br />
scopo la cristiana educazione delle fanciulle,<br />
della quale si sono rese beneme-<br />
rite. Prima d'entrare col suo seguito in<br />
detto monasteiOjil Santo Padre aveva e-<br />
gualmente onorato <strong>di</strong> sua presenza il vi-<br />
cino collegio Calasanzio degli scolopi , il<br />
quale riconosce per fondatrice la nobile<br />
Innocenza Gentili vedova Conti, che con<br />
suo testamento del 1 ."novembre 1 72 1 isti-<br />
tuì ere<strong>di</strong> universali de' suoi beni i delti<br />
padri, colla con<strong>di</strong>zione che vi tenessero<br />
scuola e convitto. Il p. Giuseppe 01iva,che<br />
nefui.° rettore, poi generale dell'or<strong>di</strong>ne,<br />
colla sua attività accrebbe il locale, fab-<br />
bricò l'annessa chiesa in onore dello Spo-<br />
salizio <strong>di</strong> Maria Vergine, con facciata <strong>di</strong><br />
buon <strong>di</strong>segno in pieti a calcare scalpellata<br />
con maestria e nell'interno a croce greca<br />
VOL. LXXXIX.<br />
VEL 65<br />
con ragguardevole cupola, vi or<strong>di</strong>nò le<br />
scuole e vi apri il convitto con tale ripu-<br />
tazione,cbedblb provincia e da altri luoghi<br />
dello stato, come dal regno <strong>di</strong> Napo-<br />
li , vi concorse sempre buon numero <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stinti giovani ad attingervi l'istruzione<br />
letteraria, morale e civile. Nel 1824 con<br />
piano fatto da mg. r<br />
Benvenuti, poi car-<br />
<strong>di</strong>nale, delegato straor<strong>di</strong>nario della prò-<br />
v incia, il cui nome sarà in eterna bene<strong>di</strong>-<br />
zione presso gli eroici, piano che fu san-<br />
zionato da Leone XII, l'istituto religioso<br />
aumentò il collegio <strong>di</strong> due scuole, mentre<br />
la città a sue spese vi aggiunse un pro-<br />
fessore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto civile e canonico, oltre<br />
l'assortimento d'un gabinetto fisico, l'ingran<strong>di</strong>mento<br />
delle scuole, delle camera-<br />
te e del casino <strong>di</strong> villeggiatura. Così que-<br />
sto ampio, comodo e salubre stabilimen-<br />
to viene ad apprestare un mezzo opportuno<br />
d' istruzione a lutti i citta<strong>di</strong>ni non<br />
meno, che alla provincia intera. Grego-<br />
rio XVI vi fu ricevuto dal generale ze-<br />
lantissimo dell'or<strong>di</strong>ne Ii.mop. Rosani al-<br />
la testa della religiosa famiglia e della nu-<br />
merosa scolaresca <strong>di</strong>visa in due ale, e <strong>di</strong><br />
là consolò nuovamente <strong>di</strong> sua bene<strong>di</strong>zio-<br />
ne l'esultante popolo, onde tutta era ri-<br />
piena la sottoposta piazza <strong>di</strong> s. Maria, <strong>di</strong><br />
figura assai quadrata e ben vasta , così<br />
denominata perchè sta avanti alla chie-<br />
sa collegiata de<strong>di</strong>cala alla B. Vergine <strong>di</strong><br />
gotica costruzione , con atrio <strong>di</strong>nanzi , e<br />
con vaghissimo occhialone <strong>di</strong> marmo al<br />
<strong>di</strong> sopra , contigua al palazzo comunale<br />
(questa è la chiesa <strong>di</strong> s. Maria Maggiore,<br />
<strong>di</strong> cui nel i852 X Album <strong>di</strong> Roma nel I.<br />
19, p. 289 e 326, ne pubblicò il <strong>di</strong>segno,<br />
le notizie e la descrizione <strong>di</strong> L., il quale<br />
la <strong>di</strong>ce dello stile e del fare bisa olino e<br />
sembrare rimontare 1' erezione al secolo<br />
XI; il grand' occhio finestrale della fac-<br />
ciata, arabescato de' solili fregi tricu>pi-<br />
dali e <strong>di</strong> ghiribizzi bizzarri, offrire un ca-<br />
rattere <strong>di</strong>verso dall'interno e perciò forse<br />
posteriore alquanto e d'epoca gotica, cioè<br />
quanto allo stile. La Ione campanaria<br />
venne innalzata sul declinar del secolo<br />
5
66 V E L<br />
XIV, come rilevasi dall'iscrizione eoll'annoi3c)4,<br />
in tempo <strong>di</strong> Do. MaJJiolì Epi.<br />
Plocen. vicari ctRcclor. Camp ., rilevando<br />
l'articolista clie tal vicario e rettore non<br />
fu conosciuto né da De Mattheis, né da De<br />
Matthias, ne'loro esatti cataloghi. Il tempio<br />
racchiude, oltre altri pregi, una gemma<br />
preziosissima, cioè l'antichissima e mi-<br />
racolosa immagine <strong>di</strong> Nostra Donna det-<br />
ta della Libera, effigiata in affresco sul<br />
corpo d' una colonna quasi all'ingresso,<br />
ed avente in grembo il suo <strong>di</strong>vin Pargo-<br />
letto. Avendo Giotto, nel suo ritorno da<br />
Napoli,lavorato in molte chiese dellaCarapagua<br />
, fa crederla opera sua. E poi indubitato<br />
che la bella e <strong>di</strong>vota Immagine<br />
sempre èstata larga <strong>di</strong>spensatrice<strong>di</strong> favori<br />
a'suoi <strong>di</strong>voti, ond'è iu gran venerazione<br />
presso pure gli stranieri; la quale è inoltre<br />
sì antica, che nel i324 Giovanni XXII<br />
da Avignone vi concesse indulgenza a'vi-<br />
sitanti : altri Papi accordarono grazie e<br />
privilegi all'abbate e canonici della medesima^<br />
ne'primi del corrente secolo l'ab-<br />
bate fu insignito della mantellelta nera e<br />
del titolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità capitolare. Riparata<br />
più. volte per la sua vetustà, nel 1 85<br />
s'incominciò a rinnovarla conservandone<br />
il tipo caratteristico, e per conservare sì<br />
interessante monumento cristiano si fe-<br />
ce un appello all'oblazioni de'fedeli. Leggo<br />
poi nel Giornale <strong>di</strong> Roma de' 3o ot-<br />
tobre 1 856, che dopo 5 anni <strong>di</strong> restauro,<br />
la chiesa <strong>di</strong> s. Maria Maggiore d' Alatri<br />
d'antichissima gotica costruzione, era sta-<br />
ta riaperta al pubblico culto. Ritenendo<br />
interamente la sua forma primiera, pre-<br />
senta ora quella magnifica eleganza pro-<br />
pria delle chiese <strong>di</strong> siffatto genere, tutta<br />
abbellita e istoriata da sagre pitture a<br />
fresco <strong>di</strong> Domenico Monacelli. A conser-<br />
vare meglio la celebrata ss. Immagine, fu<br />
trasportata in apposita cappella vagamen-<br />
te ornata, siccome oggetto <strong>di</strong>votissimo <strong>di</strong><br />
tutta la provincia. 1 canonici che aveano<br />
sostenuto il grave <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o colle loro te-<br />
nui prebende, furono consolati dal Papa<br />
Pio IX col dono d'un paralo iu terzo. Ac-<br />
1<br />
VE L<br />
endemico Etnico, mi si conce<strong>di</strong>no queste<br />
giuntai elle che vado ficendo in onore <strong>di</strong><br />
Ahtri) Sulla facciata del collegio eravi<br />
un'iscrizione <strong>di</strong>chiarante l'immenso giu-<br />
bilo degli scolopi. 11 R.mo p. Rosani, dopo<br />
avere ragguagliato Gregorio XVI <strong>di</strong><br />
tuttociò che riguarda quel locale e l' i-<br />
slruzione pubblica, gli rese grazie a nome<br />
della città col l'ottava che pubblicala nella<br />
Relazione, Padre e Signor 3 che col tuo<br />
dolce aspetto, ec, meriterebbe scolpirsi<br />
sulla ciclopea mole. Dopo aver il Papa <strong>di</strong><br />
nuovo percorsa, e sempre a pie<strong>di</strong>, la via<br />
principale d'Alatri, in sembianza e in at-<br />
to non tanto <strong>di</strong> principe in mezzo a'suoi<br />
fedeli sud<strong>di</strong>ti, nelle cui vene ancora scor-<br />
re l'antico sangue de'valorosi eroici, quan-<br />
to <strong>di</strong> padre lieto e amoroso circondato da*<br />
suoi cari figli, che non si saziavano <strong>di</strong> pa-<br />
lesare in tutti i mo<strong>di</strong> il loro affettuoso tripu<strong>di</strong>o,<br />
arrivato alla porta della città, manifestò<br />
benignissimamente a mg. r<br />
Giani-<br />
pe<strong>di</strong> vescovo e alla magistratura (ogni<br />
membro della quale ebbe in dono una<br />
medaglia d'argento) il sovrano suo cor-<br />
<strong>di</strong>ale gra<strong>di</strong>mento, per tutte le <strong>di</strong>mostra-<br />
zioni ricevute nelle sole 4 ore del suo sog-<br />
giorno in Alatri, cioè dalle i 3 alle i 7, e<br />
lasciando un centinaio <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> per limo-<br />
sina a'poveri (i quali hanno il monte fi lamentano,<br />
e Pio VII col breve In sum-<br />
, de' 25 gennaio i8o5,<br />
mo Ape stola tu<br />
s<br />
Bull. Rom. cont. t. 12, p. 258 : Erectio<br />
Montisfrumentarii infavorem. ISosoco-<br />
ìuii civi tatis Alalrinae) e agl'infermi, ri*<br />
salito nella carrozza, che dallo stesso ze-<br />
lo del popolo era stala ricondotta alla por-<br />
la, partì per tornare a Prosinone, accom-<br />
pagnato da'più fervi<strong>di</strong> voti <strong>di</strong> tutta quel-<br />
la foltissima popolazione, che in segno d'e-<br />
sultanza in quella sera, come nell'ante-<br />
cedente, accese de' gran<strong>di</strong>ssimi fuochi a-<br />
vanii alle case, sulle vicine montagne e<br />
colline, ed illuminò a <strong>di</strong>segno lacitladel<br />
la, che fece <strong>di</strong> se bellissima mostra. Dt<br />
v laudo circa due miglia dalla via prov'u<br />
ciale dopo Alalri, il Sanlo Padrevolle<br />
sitar* la ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Ticchiena, ricchissimo
VEL<br />
monastero e Grangia (/'.) della celebre<br />
abbazia ili Trisulli (P .) dc'eerlosiui, an-<br />
nesso ad un castello ebe ne' tempi bassi<br />
pagava il tributo <strong>di</strong> vassallaggio agli ala<br />
ti ini (infatti Clemente XIII emanò il bre-<br />
ve Exponi Nobis, de' 22 giugno 1763,<br />
Bull. Rom. cord. t. 2, p. 355: Approba-<br />
tioConcor<strong>di</strong>ac inter monasterium s.Dar-<br />
tholonui TrisulU or<strong>di</strong>nis Carthusiensis,<br />
et communilatem, atque homines civita-<br />
tu Alatrii super pracfìxioneconfinium<br />
Castri <strong>di</strong>rutinuncupati Tccclaena ad <strong>di</strong>-<br />
etimi monasterium spectantis.lvì è ripor-<br />
tato tutto Tatto della concordata controversia<br />
sul confine territoriale, e quanto<br />
al possesso della certosa del feudo <strong>di</strong> Tic-<br />
chi ena, si <strong>di</strong>ce ebe questo confiscato già<br />
dalla camera apostolica nel 1248 circa<br />
sotto Innocenzo IV alla comuuità d'Ala-<br />
t ri per delitto pro<strong>di</strong>torio commesso con-<br />
tro icitta<strong>di</strong>ui <strong>di</strong> Ferentino, <strong>di</strong>poi neli3oy5<br />
nel pontificato <strong>di</strong> Bonifacio IX la mede-<br />
sima camera lo vendè cou tutte le sue ra-<br />
gioni e pertinenze al monastero <strong>di</strong> Trisul-<br />
ti, certosa cb'è unita a quella <strong>di</strong> Ruma); e<br />
fattavi orazione nella chiesa pubblica e<br />
nella cappella interna del monastero, ove<br />
si conserva il ss. Sagramento, ammise al<br />
bacio del piede quella religiosa famiglia,<br />
<strong>di</strong>e volle trattarlo <strong>di</strong> lauto rinfresco cou<br />
lutto il suo seguito, e proseguì il suo viag-<br />
gio riprendendo la strada maestra verso<br />
Prosinone, al quale articolo avendo io ri-<br />
ferito il resto, <strong>di</strong>rò solamente. >'ella mat-<br />
tina de"5 maggio Gregorio XVI partì per<br />
Piperuo (V.) per la via omonima, una del-<br />
le 3 che si riuniscono sul ponte del Co-<br />
sa sottoFrosinone.come auche quella d'A-<br />
lain e quella che conduce a Roma per Fe-<br />
rentino. Trovandosi su quella linea <strong>di</strong><br />
strada provinciale vari paesi a destra ed<br />
a sinistra della valle del Sacco , ognuuo<br />
<strong>di</strong> essi procurò <strong>di</strong> fare le migliori <strong>di</strong>mo-<br />
strazioni possibili <strong>di</strong> giubilo per il passag-<br />
gio <strong>di</strong> Sua Santità sul loro territorio, e<br />
in breve descrivendoli nell'articolo FroiiflONE<br />
lo narrai, pel dettaglio più minu-<br />
to poteudo supplire la bellissima Relazio*<br />
VEL G 7<br />
ne <strong>di</strong> cui mi vado giovando, e vi aggiun<br />
gerò quanto non <strong>di</strong>ssi nel ricordalo aiti<br />
colo per non renderlo <strong>di</strong> soverchio prò<br />
lisso. Cominciò il 1 .° Ceccano (nel segue<br />
te anno dai Papa fatta città, la quale si<br />
onora del suo illustre concitta<strong>di</strong>no mg.'<br />
Giuseppe Berar<strong>di</strong> Sostituto della segre-<br />
teria <strong>di</strong> stato e Segretario della Cifra) j<br />
in<strong>di</strong> il Papa valicato sopra un bel ponte<br />
eretto da Pio VI il fiume Sacco, che in<br />
quel luogo forma una caduta veramente<br />
pittoresca, entrò nel territorio <strong>di</strong> Falli-<br />
ca, a cui appartiene il poco <strong>di</strong>stante cele-<br />
bre monte Cacume, il più alto <strong>di</strong> quella<br />
catena degli Apennini chiamati i monti<br />
Lepi<strong>di</strong>, il quale alza la sua lesta orgoglio-<br />
sa (069 metri sopra il livello del mare.<br />
Seguitando il viaggio si trovò uel terri-<br />
torio <strong>di</strong> Giuliano già fetido de' Colonna,<br />
ietti abitanti vollero pure mostrare la lo-<br />
ro <strong>di</strong>vozione con arco trionfale sulla pub-<br />
blica via,a'cui lati si fecero tutti trovato<br />
chiedendo al Papa con fervore la sua be-<br />
ne<strong>di</strong>zione, gii uomini da ima parte, e le<br />
donne dall'altra, ognuna delle quali por-<br />
tava sulla lesta uno schifo con piante <strong>di</strong><br />
busso, il che unito al nazionale loro costume<br />
da va loro la bella apparenza <strong>di</strong> ca-<br />
riati<strong>di</strong>. Finalmente dopo aver percorso<br />
seuza fermarsi da Frosiuoue iu poi circa<br />
i5 miglia della via Casilina, il Sauto Pa-<br />
dre giunse a Prosse<strong>di</strong>, regione de'volsci,<br />
e vi ricevè la bene<strong>di</strong>zione col Santissimo.<br />
Cambiati frattanto a tutti i legni dei tre-<br />
no i cavalli, che iu quel luogo erano stati<br />
radunati dalle stazioni postali de' vicini<br />
stradali, il Papa proseguì rapidamente il<br />
viaggio verso Piperuo io una delle più fer-<br />
tili e pittoresche vallate dello stato pon-<br />
tificio, fiaucheggiata da montagne, e sul<br />
le <strong>di</strong> cui alte cime ergevansi tauli castelli<br />
e villaggi, che coll'aspetto <strong>di</strong> fortificazio-<br />
ni richiamavano la meutea'tempi del me-<br />
<strong>di</strong>o evo. Fra questi <strong>di</strong>slinguevausi a sini-<br />
stra i castelli <strong>di</strong> Pislerzo nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Ferentino , e <strong>di</strong> Roccasecca (<strong>di</strong>versa da<br />
quella <strong>di</strong> Sora, <strong>di</strong> cui ragionai in quel-<br />
l'articolo) in quella <strong>di</strong> Piperuo. A deatra<br />
u
68 V E L<br />
poi della via Casilinn vedevansi altri pae-<br />
si e castelli sorgere nella gola de' munti,<br />
e rispondere co'replicali spari <strong>di</strong> morta-<br />
ri e co'festivi suoni <strong>di</strong> campane, che ral-<br />
legra vano tutte quelle coutrade,ed altret-<br />
tanti segni <strong>di</strong> giubilo dati dall'opposta ca-<br />
tena <strong>di</strong> monti, e fra'quuli <strong>di</strong>stingue vansi<br />
i castelli <strong>di</strong> Maenza (riporta il n.° 92 del<br />
Giornale <strong>di</strong> Roma del i858, come il<br />
Papa Pio IX colle sue elargizioni contri-<br />
bui all'eseguile gran<strong>di</strong> riparazioni <strong>di</strong> cui<br />
abbisognava l' insigne chiesa collegiata<br />
<strong>di</strong> Maenza, e la gratitu<strong>di</strong>ne del popolo<br />
maentino) e Roccagorga, già spettan-<br />
ti alla famiglia Caetani, potentissima in<br />
queste contrade ; la popolazione del 2.<br />
si fece trovare genuflessa sulla via presso<br />
l'arco che avea eretto. Altre <strong>di</strong>mostrazio-<br />
ni ricevè dagli abitanti <strong>di</strong> Pioccagorga, i<br />
quali nel quadrivio delle strade <strong>di</strong> Pro-<br />
sinone, Piperno, Sezzee Roccagorga formarono<br />
uu piano regolare<strong>di</strong> circa /jo palmi<br />
nel luogo detto la Cona Romana, e vi<br />
eressero un obelisco a finto granilo orien-<br />
tale, <strong>di</strong>pinto a geroglifici tratti da antico<br />
monumento egizio, .sormontalo dalle chia-<br />
vi e dal triregno, dalla cui estremità tutta<br />
la mole era alta da terra palmi 53, com-<br />
preso il pie<strong>di</strong>stallo d'or<strong>di</strong>ne dorico a fin-<br />
to marmo <strong>di</strong> Carrara, sui <strong>di</strong> cui specchi,<br />
circondati da 4 statue esprimenti le Virtù,<br />
car<strong>di</strong>nali parimente a finto marmo<br />
chiaroscurate <strong>di</strong> grandezza sopra al na-<br />
turale colle loro basi d'or<strong>di</strong>ne toscano,leg-<br />
gevansi 5 analoghe iscrizioni italiane, la-<br />
tina e greca. Fermatosi nel suo passaggio<br />
il Papa a veder l'obelisco, ne espresse dal-<br />
la carrozza la sua benigna sod<strong>di</strong>sfazione<br />
e lodandone l'artefice che ammise al ba-<br />
cio del piede, unitamente al clero, alla<br />
magistratura e ad altre <strong>di</strong>stinte persone<br />
della terra , che fra gli applausi <strong>di</strong> tutta<br />
la popolazione gli offrirono due sonetti,<br />
anch'essi come tutte le altre poetiche com-<br />
pubblicati dall'accuratissimo<br />
posizioni ,<br />
principe Massimo. Continuando il viag-<br />
gio , dopo poche altre miglia Gregorio<br />
XY1 giunse versole ore 1 4 alla città ve-<br />
V EL<br />
scovile <strong>di</strong> Pijierno, già celebre capitale de'<br />
volsci e municipio romano. Ad ore 18 rimontato<br />
il Papa in carrozza fra gli ap-<br />
plausi <strong>di</strong> tutta la popolazione, e celere*<br />
mente scendendo da Piperno verso le Pa-<br />
lu<strong>di</strong> Pontine, costeggiò col suo seguito il<br />
fiume Amaseno, le <strong>di</strong> cui acque scorrono<br />
nel mezzo <strong>di</strong> folta selva presso le mura<br />
merlate della celebre ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Fossanuova<br />
(F.), della quale riparlai nel voi.<br />
LXXVIl.p. 1 1, y5 e 76. Dopo altre 5 mi-<br />
glia il Papa entrando con lutto il suo tre-<br />
no nella via corriera delle Palu<strong>di</strong> Ponti-<br />
ne al miglio 49 dell' Appia, e passando<br />
senza cambiar cavalli avanti la posta <strong>di</strong><br />
Ponte Maggiore, proseguì il viaggio per<br />
la città vescovile <strong>di</strong> Terracina,ove giun-<br />
se circa le 19 ore ricevuto da mg. 1<br />
Lolli<br />
vice-legato <strong>di</strong> Velletri ec. Nella mattina<br />
degli 8 maggio ne partì per la via Appia,<br />
trapassando la posta <strong>di</strong> Ponte Maggiore<br />
e fermandosi a cambiari cavalli a quella<br />
<strong>di</strong> Mesa. Giunto a Tor Tre Ponti, venne<br />
ossequialo dal vescovo e da'cleri <strong>di</strong> Sezze<br />
e Sermoneta. In<strong>di</strong> proseguì il viaggio per<br />
Cisterna e per la città vescovile <strong>di</strong> Vel-<br />
letri , da dove partendone a' 9 maggio,<br />
trapassando per Genzano, per la Riccia<br />
e per la città vescovile d'Albano, fece il<br />
suo trionfale ingresso in Roma verso le<br />
ore 2 3. Così ebbe termine il viaggio <strong>di</strong><br />
Gregorio XVI, il quale non poteva desi-<br />
derarsi migliore sì per la prospera salu-<br />
te <strong>di</strong> cui sempre godette, come per l'en-<br />
tusiasmo che risvegliò, e perla felicità che<br />
<strong>di</strong>ffuse la <strong>di</strong> lui presenza nelle due avven-<br />
turate provincie <strong>di</strong> Campania e Marittima,<br />
le quali per il loro inalterabile attaccamento<br />
all'altare e al trono pontificio<br />
giammai lo <strong>di</strong>menticheranno, avendolo<br />
pure successivamente descritto il Diario<br />
<strong>di</strong> Roma compen<strong>di</strong>osamente.<br />
Nell'articoloPio IXraccontai,come per<br />
la nequizia d' una fazione ribelle fu co*<br />
stretto allontanarsi da Roma in forma in-<br />
cognita la notte de'>4 novembre 1848,<br />
ed in compagnia del conte <strong>di</strong> Spani- mi-<br />
nistro <strong>di</strong> baviera, per la porta s. Giovai»-
VEL<br />
ni traversandola galleria <strong>di</strong> Castel Gan-<br />
(lolfo, evitando Albano, passando <strong>di</strong>etro<br />
l.i Riccia , per Genzano, Velletri e Ter-<br />
racina.senza mai fermarsi, felicemente entrò<br />
nel regno <strong>di</strong> Napoli. Si condusse aGaela,<br />
ove venne magnili camenteospilalo con<br />
ogni venerazione per oltre 9 mesi dalla<br />
generosa liberalità del religiosissimo monarca<br />
delle due Sicilie Fer<strong>di</strong>nando II, non<br />
meno nella real villa <strong>di</strong> Portici presso Er-<br />
colano per altri 8, avendo pure narrato<br />
Je cose principali che fece in que'soggior-<br />
ni, e le gite pe'luoghi e città circostanti,<br />
inclusi vaiueiite e sino a Benevento. Dissi<br />
come dopo la partenza del Papa da Roma<br />
ivi si formò la giunta suprema <strong>di</strong> sta-<br />
to per governarlo, seguila dalla commis-<br />
sione <strong>di</strong> governo.Promulgataa'9 febbraio<br />
1849 '<br />
a repubblica romana per tutto lo<br />
stalo papale, la rivoluzione fu compiuta;<br />
però non andò guari che fu domata la ri-<br />
bellione negli stati pontifìcii per l'interven-<br />
to dell'anni cattoliche francesi, napoleta-<br />
ne,austriache e spagnuole. I napoletani a'<br />
17 giugno 1849 occuparono Prosinone,<br />
Veroli, Anagni, Ferentino e altri luoghi,<br />
della provincia <strong>di</strong> Campagna. L'8 giugno<br />
le truppe spagnuole approdarono in Ter-<br />
racina, e per Sezze a' 1 7 luglio si recarono<br />
in Velletri con mg. r<br />
Giuseppe Berar<strong>di</strong>, già<br />
vice-presidente del tribunalecivile<strong>di</strong> Ro-<br />
lli:) /piale coni missario slraord inario pontiQciodelle<br />
provincie<strong>di</strong> Marittima eCam-<br />
p-igna, nella qual città fin da'4 erasi ri-<br />
tirato il preside repubblicano, subentran-<br />
do a occuparla gli spagnuoli, A' 16 lu-<br />
glio mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato apostolico <strong>di</strong>Fro-<br />
siuone ristabilì in quella città e provin-<br />
cia la sovranità pontificia. Questa in tut-<br />
to lo stato della s. Sede erasi successivamente<br />
ristorata. Dappertutto essendosi ri-<br />
stabilito l'or<strong>di</strong>ne, il sommo Pontefice Pio<br />
IV si determinò a ritornare a Roma sua<br />
sede nell'aprile i85o, accompagnato a'6<br />
dal re delle due Sicilie sino all'Epitaffio.,<br />
teimine del regno e degli stati <strong>di</strong> s. Chiesa.<br />
11 Papa ivi venne incontrato da mg/ Be-<br />
rar<strong>di</strong> commissario straor<strong>di</strong>uariodelle due<br />
VEL 69<br />
provinole <strong>di</strong> Marittima e Campagna , in-<br />
sieme alla deputazione de'consiglieri pro-<br />
vinciali della legazione <strong>di</strong> Velletri, felici-<br />
tandolo e tributandogli l'omaggio d'in-<br />
alterabile fedeltà delle due provincie, av-<br />
venturose e liete per aver la sorte d' es-<br />
ser le prime a riceverlo, il che meglio no-<br />
tai nel voi. LXXIV, p. 200. Ed eccomi a<br />
procedere col coramend/ Barluzzi nella<br />
Relazione slorica del viaggio, e con<br />
quanto altro ne pubblicarono il Giorna-<br />
le <strong>di</strong> Roma, e l' Osservatore Romano ne-<br />
gli articoli <strong>di</strong>visi in 9 giornate e intitolati;<br />
Viaggio del Sommo Pontefice daNa~<br />
poli a Roma; però tacendo quanto già<br />
pubblicai a'Ioro luoghi e quanto dovrò <strong>di</strong>-<br />
re <strong>di</strong> altri in quest'articolo, come praticai<br />
<strong>di</strong> sopra pel viaggio <strong>di</strong>Gregorio XVI. Ter-<br />
racini! per la r /ebbe la consolazione d'ac-<br />
cogliere il suo sovrano e padre, e lo fe-<br />
ce con quelle solenni <strong>di</strong>mostrazioni, che<br />
celebrai nel suo articolo. Siccome erano<br />
state sciolte tutte le autorità municipali,<br />
e nominate provvisoriamente commissio-<br />
ni municipali con un presidente per ca-<br />
po d'ognuna, ciò avverto per dovere nominare<br />
le unee gli altri delle comuni delle<br />
provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna.<br />
Tra le deputazioni ricevute dal Papa in<br />
Terracina, conviene qui ripetere la com-<br />
missione provvisoria municipale col go-<br />
vernatore della città, la deputazione della<br />
provincia <strong>di</strong> Frosinone condotta da<br />
mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato della provincia medesima,<br />
quella del capitolo <strong>di</strong> Ferentino<br />
con mg/ vescovo Tirabassi (<strong>di</strong> cui riparlai<br />
nel vol.LXXVIU,p.22Q e 3a3),quella del<br />
clero <strong>di</strong> Veroli col proprio mg/ vescovo<br />
Venturi similmente, e molte altre d'al-<br />
tre parti che troppo lungo sarebbe il no-<br />
minare, L' 8 aprile Sua Santità partissi<br />
col suo corteggio da Terracina, precedu-<br />
ta dal principe Massimo soprintendente<br />
generale delle poste pontificie , scortati!<br />
da un plotone d'ussari napoletani, ed accompagnata<br />
da' car<strong>di</strong>nali Asquini, Du<br />
Pont e Antonelli, non che dal conte Lu-<br />
do! f' ministro plenipotenziario del re Fer-
7 o V E L<br />
<strong>di</strong>ttatalo II presso Ja s. Sede. Terracina è<br />
lungi 63 miglia Ja Roma, laonde passando<br />
il Papa per le Palu<strong>di</strong> Pontine e via Ap-<br />
pia, Velletri, Genzano, la Riccia e Alba-<br />
no poteva essere in Roma nel giorno stes-<br />
so. Ma benignamente volle prima <strong>di</strong> ri-<br />
tornare alla sua capitale e sede, allieta-<br />
re ili sua presenza anche la provincia <strong>di</strong><br />
Campagna, e venir quin<strong>di</strong> a Velletri per<br />
altra parte rientrando nella via Appia; e<br />
ciò perchè quella provincia presa com-<br />
plessivamente ne' passali sconvolgimen-<br />
ti, come sempre, erasi mostrata la più fe-<br />
dele al governo legittimo della s. Sede.<br />
Giunto il treno vicino a Ponte Maggiore,<br />
lasciala la via Appia, prese a sinistra la<br />
provinciale, la quale entrando nella ca-<br />
tena de'monti Lepini, e serpeggiando pel-<br />
le sinuosità dell' anguste loro valli, va a<br />
terminare nell'aperta vallala <strong>di</strong> Prosino-<br />
ne. Riferisce la Relazione." Al lernpoche<br />
que'monti erano abitati da' Volsci e da-<br />
gli Equi (ne riparlai a Subiaco), tanto<br />
dalla parte che guarda tramontana e a<br />
ponente l'agro Pontino ed il mare, quan-<br />
to nell'interno a levante ed a mezzogiorno,<br />
ebbero la loro fama e Core, e Pome-<br />
zia o Sezia con le sue ?.3 città, e Segni e<br />
Piperno, co'fiumicclli Ufente ed Auiase-<br />
uo, ricordate ne'primi secoli della storia<br />
romana , e celebrate altresì ne' versi <strong>di</strong><br />
Virgilio, d'Orazio e d,i Silio Italico. Og-<br />
gi sono dello slato pontificio una delle<br />
parli meno popolate. Pur tuttavia per<br />
quelle valli e le pen<strong>di</strong>ci per cui passa la<br />
della strada sono alcune città e castella:<br />
Piperno, Maenza, Sonnino,Patrica,Pros-<br />
se<strong>di</strong>, s. Stefano, Giuliano, Morolo, Valle-<br />
corsa, Ceccano ec". Poco prima <strong>di</strong> giun-<br />
gere a Piperno è l'antica abbazia <strong>di</strong> Fos-<br />
sanuova,la cui origine risole al secolo XI,<br />
già de'monaci cistcrciensi e ricca, la qua-<br />
le <strong>di</strong>e alla Chiesa ne'secoli XII e XI 11 ce-<br />
lebri abbati, vescovi e car<strong>di</strong>nali: ora non<br />
le rimane che il nome e gli avanzi de'<br />
suoi magnifici tempio e chiostro <strong>di</strong> gu-<br />
sto gotico, famosa anche per la morie <strong>di</strong><br />
s. Tommaso d'Aquino. Bramando il Fa-<br />
VEL<br />
pa <strong>di</strong> visitare si illustri memorie , ed es-<br />
sendo fuori <strong>di</strong> strada, il proprietario <strong>di</strong> es-<br />
se e del latifondo Luigi Polverosi fece tro-<br />
var pronte all'uopo carrozze e carrettel-<br />
le, e vi si condusse, inchinato per la via<br />
dal clero <strong>di</strong> Sormino (terra non lontana<br />
sulla montagna), che ammise al bacio del<br />
piede. Nel ritorno onorò <strong>di</strong> sua presenza<br />
Piperno, tra gli Evviva il Papa, Viva<br />
il Santo Padre, Santo Padre la bene-<br />
<strong>di</strong>zione. Osserva il commend/ Barluzzi,<br />
che faceva parte del corteggio. » E qui<br />
valga il <strong>di</strong>rlo una volta per sempre: do-<br />
vunque, sia nel regno <strong>di</strong> Napoli, sia nello<br />
stato.legrida popolarla lui <strong>di</strong>rette non sono<br />
stale mai altre che queste, come le più<br />
<strong>di</strong>cevoli al Vicario <strong>di</strong> Gesù Cristo". Da<br />
Piperno dopo 6 miglia, il Papa giunse a<br />
Prosse<strong>di</strong>,situala similmentesulla via prin-<br />
cipale, ed atlraversolla senza farvi <strong>di</strong>mo-<br />
ra, tra' più clamorosi e festevoli evviva.<br />
Dopo Prosse<strong>di</strong> non entrò in alcun altro<br />
paese. Ma al <strong>di</strong> qua cai <strong>di</strong> là <strong>di</strong> Prosse-<br />
<strong>di</strong> convenne sostare 1 4 volte per via, poi-<br />
ché trovaronsi a vari intervalli i4 archi<br />
trionfali, eretti da altrettanti municipii;<br />
i quali comechè fuori <strong>di</strong> strada,e non potendo<br />
perciò accogliere nelle loro mura<br />
l'augusto Viaggiatore, erano <strong>di</strong>scesi tulli<br />
'confini de'territorii rispettivi sulla stra-<br />
da per la quale dovea passare, e vi avea-<br />
no innalzato ciascuno archi con <strong>di</strong>verse<br />
forme, e colle iscrizioni italiane o latine,<br />
riportate con or<strong>di</strong>ne progressivo al fine<br />
della Relazione. Presso i quali archi al<br />
giungere del Santo Padre , i rappresen-<br />
tanti <strong>di</strong> ciascun municipio si stavano ge-<br />
nuflessi, e intorno in tale atteggiamento<br />
ossequiosi e giulivi erano i popolante se-<br />
condo il costume lodevole del paese nel-<br />
le ceremonie religiose/la una parte ledon-<br />
ne e dall' altra gli uomini, tutti con ra-<br />
moscelli d'olivo in mani, e chiedenti ad<br />
alta voce la bene<strong>di</strong>zione. E il Papa in tut-<br />
te lei 4 stazioni fermandosi, graziosamen-<br />
te la compartiva. Benché espressamente<br />
non nominati dalla Relazione, trovo ben-<br />
sì nella collezioue dell'iscrizioni, a secon-
V E L<br />
da dell'avvertito, quelle ancora <strong>di</strong> Maen-<br />
ta, Sonnino, Fallica, s. Stefano, Giulia-<br />
no, Morolo; le due degli uniti Vallecor-<br />
rj, s. Lorenzo e Castro; quelle <strong>di</strong> Rocca-<br />
corga ,<br />
Roccasecca, Supino, Ceccano ec.<br />
Nel Giornale dì Roma, tra' luoghi non<br />
ricordati espi essamente dalla Relazione,<br />
si pubblicarono articoli celebranti l'av-<br />
venimento, ovvero se ne parla; cioè a p.<br />
3a3 <strong>di</strong> Prosse<strong>di</strong> si <strong>di</strong>ce, che nella chiesa<br />
il Papa vi ricevè la bene<strong>di</strong>zione col San-<br />
tissimo. A p. 362 Roccasecca <strong>di</strong>chiarò d'a-<br />
ver innalzato un sontuoso arco d'alloro<br />
e <strong>di</strong> paline, e che il Pontefice molle <strong>di</strong><br />
pianto benedì con affezioue <strong>di</strong> cuore il cle-<br />
ro, la magistratura e la popolazione. A p.<br />
370 è detto che il governo <strong>di</strong> Vallecorsa,<br />
coMue comuni <strong>di</strong> s. Lorenzo e Castro, si<br />
unirono in consorzio, e sebbene <strong>di</strong>stacca-<br />
ti e segregati dalla via provinciale, al <strong>di</strong><br />
là <strong>di</strong> Prosse<strong>di</strong> ove sbocca la strada rota-<br />
bile <strong>di</strong> s. Lorenzo nella provinciale, i 3<br />
cleri colle loro ecclesiastiche <strong>di</strong>vise furo-<br />
no presentati al Papa da mg/ vescovo <strong>di</strong><br />
Ferentino, ed il ministero governativo e<br />
le 3 commissioni municipali furono pre-<br />
sentate al medesimo da mg.' Ba<strong>di</strong>a, ivi<br />
appositamente erasi innalzato un trofeo<br />
rappresentante la Religione,<strong>di</strong> delicato la-<br />
voro, con l'iscrizione italiana ivi riportata,<br />
insieme alla latina scolpita in marmo<br />
a memoria eterna dell'avvenimento; e che<br />
il Papa gra<strong>di</strong>te siffatte <strong>di</strong>mostrazioni, am-<br />
mise al bacio del piede i funzionari e tan-<br />
ti altri , soccorrendo la classe in<strong>di</strong>gente<br />
splen<strong>di</strong>damente. Nella Relazione poi leggo,<br />
che nell'arco erano le statue della Religione<br />
e della Fortezza , nel basamento<br />
delle quali erano due epigrafi che ripro-<br />
dusse. A p. 396 del Giornale vi è l'arti-<br />
colo <strong>di</strong> CepranOjChesi onora d'averacon-<br />
cttta<strong>di</strong>no mg. r<br />
Giuseppe de'inarchesi Fer-<br />
rari Tesoriere generale (^.), e ne ripar-<br />
lai nel voi. LXXX, p. 199. Ivi si <strong>di</strong>ce,che<br />
ne'passali sconvolgimenti e ne' giorni <strong>di</strong><br />
confusione fu abbastanza risoluta per im-<br />
porre all'autorità e truppa de'faziosi, u-<br />
prire le porte <strong>di</strong> quel poute, <strong>di</strong>sollerruie<br />
V EL 7 i<br />
le mine, togliere le barricate, ed ogni al-<br />
tro impe<strong>di</strong>mento ostile per accogliere nel<br />
dì seguente amiche, e fra gli evviva, le<br />
truppe napoletane; il che gli riportò la<br />
sovrana approvazione esternata dall' ottimo<br />
mg.' Ba<strong>di</strong>a. Ne' giorni <strong>di</strong> pace eoa<br />
in<strong>di</strong>cibile entusiasmo solennizzò il glo-<br />
rioso e felice ingresso del Papa ne' suoi<br />
dominii, con quelle pubbliche festive <strong>di</strong>-<br />
mostrazioni ivi narrate, <strong>di</strong> che furono<br />
spettatori ed encomiatori i car<strong>di</strong>nali Mal-<br />
ici e Cagiano. Inoltre si descrivono i fe-<br />
steggiamenti <strong>di</strong> Sgurgola nel passaggio<br />
del Papa, 1' arco trionfale innalzato con<br />
due iscrizioni pubblicate, non che il trono<br />
eretto pel medesimo e la benigna ac-<br />
coglienza fatta ai clero, al magistrato e al<br />
popolo, presentali da mg. r<br />
Ba<strong>di</strong>a. Per ce-<br />
lebrare l'awenimeuto, i più facoltosi <strong>di</strong>-<br />
spensarono vino e pane a' poveri, i quali<br />
furono pure soccorsi dalla munificenza<br />
pontificia. Mi piace inoltre rimarcare, che<br />
la città vescovile <strong>di</strong> Veroli , situata fuori<br />
<strong>di</strong> via, in quella per andare ad Alatri, e-<br />
resse un arco trionfale con 4 iscrizioni,<br />
<strong>di</strong>chiaranti la sua esultanza e fedeltà, ed<br />
esternando il voto <strong>di</strong> potere accogliere il<br />
Pontefice fra le sue mura , felicitandolo<br />
il clero , il patriziato e il popolo. Faccio<br />
ritorno alla descrizione del viaggio. Era-<br />
no circa le 4 pomeri<strong>di</strong>ane, allorché lasciato<br />
a destra Morolo, a sinistra Cecca-<br />
nò, uscendoda'monti Lepini,il Santo Padre<br />
col suo corteggio, sempre accompa-<br />
gnato da'3 sullodati car<strong>di</strong>nali, entrò nel<br />
territorio <strong>di</strong> Frosiuone, ossequiato da una<br />
deputazione del municipio. Avvicinando-<br />
si il treno alla città, la moltitu<strong>di</strong>ne dal-<br />
l'alto del monte, a guisa d'anfiteatro, ov'è<br />
situataFrosinone capo della provincia (os-<br />
serva il commeud.' Barluzzi, che le città,<br />
e castella della medesima, conservando<br />
la situazione <strong>di</strong> loro origine antichissima,<br />
o de' primi tempi <strong>di</strong> Roma o anteriore,<br />
sono quasi tutte sui monti), cominciò ad<br />
agitare i fazzoletti, i cappelli e de' rami<br />
d'ulivo, ed a levare da tutte parti un gri-<br />
do <strong>di</strong> Viva il Santo Padre j che misto
7<br />
a VEL<br />
a! suono delle campane e delle bande as-<br />
sordava l'aere. Al primo ingresso nella<br />
ci I là , sotto un grande arco costruito ivi<br />
appositamente a foggia <strong>di</strong> tempio, la ma-<br />
gistratura municipale gli esibì le chiavi<br />
della ciltà in segno <strong>di</strong> dominio, con pa-<br />
role convenienti. Il tenente colonnello Vi-<br />
glia comandante il 6/ battaglione de'cac-<br />
ciatori napoletani, in nome <strong>di</strong> tutta l'ar-<br />
mata, rappresentata dal battaglione stes-<br />
so, <strong>di</strong>resse al Papa parole d'omaggio e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>vozione. Come in Terracina la strada<br />
era abbellita da file d'arboscelli, così qui<br />
<strong>di</strong> colonne <strong>di</strong> legno in forma <strong>di</strong> candela-<br />
bii vestite <strong>di</strong> fronde <strong>di</strong> bosso e fiori, con<br />
simili festoni pendenti lateralmente era<br />
adorna la via; e le finestie lo erano da<br />
damaschi e drappi a vario colore; l'ima<br />
e 1' altre stipate <strong>di</strong> popolo, accorso pure<br />
in gran numero da'luoghi circostanti. I<br />
due prospetti dell' arco aveano ciascuno<br />
la loro iscrizione; narrando poi il Gior-<br />
nale <strong>di</strong> Roma del 1 85o a p. 354, con ar *<br />
ticolo <strong>di</strong> Frosinone nel descrivere in dettaglio<br />
come festeggiò la venuta del Papa<br />
Pio IX, <strong>di</strong>ce che dov'era 1' arco sarà col-<br />
locala come un monumento stabile l'i-<br />
scrizione allora fatta e dal medesimo pub-<br />
blicata (il monumento poi eretto è la va-<br />
sta caserma de'gendarmi, <strong>di</strong>etro il palazzo<br />
delegatizio, nella forma quasi come<br />
quella <strong>di</strong> Roma, collo stemma pontificio<br />
e 1' iscrizione: si costruì con un fondo <strong>di</strong>-<br />
sponibile, e con approvazione del Pa-<br />
pa), insieme all'altra iscrizione che pu-<br />
re in esso si legge , e questa da porsi<br />
sopra l'ingresso della residenza munici-<br />
pale dal municipio, per riconoscenza al-<br />
l'impegno dell'ottimo delegato mg/ Ba-<br />
<strong>di</strong>a nel coa<strong>di</strong>uvare gli ardenti desideri!<br />
de'fi usinati presso Sua Santità, onde ot-<br />
tenere un così segnalato beneficio. Oltre<br />
l'arco eravi un obelisco eretto sulla piaz-<br />
za del palazzo apostolico , avente ezian-<br />
<strong>di</strong>o la sua iscrizione. Un' altra leggevasi<br />
nella caserma de' veliti pontificii, che stavano<br />
<strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o in Frosinone, quelli che<br />
duFrusiuoiie e da'paesi limitrofi, nel teru-<br />
VE L<br />
pò della ribellione fedeli al proprio sovrano,<br />
si recarono dal Papa a Pontecor-<br />
vo, a Benevento e in Gaeta; e questo stes-<br />
so <strong>di</strong>ceva la scritta con brevi ed elegan-<br />
ti parole. Il battaglione napoletano avea<br />
posto a modo <strong>di</strong> trofeo le insegne <strong>di</strong><br />
Pio IX e <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II, con in mez-<br />
zo ciascuna la propria epigrafe. E finalmente<br />
ve n' era una sulla porta del pa-<br />
lazzo apostolico, per contestare la grati-<br />
tu<strong>di</strong>ne de' fiosinonesi verso mg. r<br />
delega-<br />
to, perchè molto si adoperò in prepararlo<br />
degno del So vrano Pontefice. Nella chiesa<br />
principale <strong>di</strong> s. Maria Assunta il Papa<br />
vi si recò sotto baldacchino magnifico, le<br />
cui aste sostenevano i membri della com-<br />
missione municipale, accompagnato dal-<br />
l'or<strong>di</strong>nario mg/ Venturi zelantissimo vescovo<br />
<strong>di</strong> Veroli col suo clero; il tempio<br />
era vagamente addobbato, e colle espo-<br />
ste immagini de'ss.OrmisdaeSilverio Pa-<br />
pi, particolari protettori e concitta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
Frosinone. Prima <strong>di</strong> ricevere la bene<strong>di</strong>-<br />
zione da mg/ Ricci vescovo <strong>di</strong> Segna,<br />
col ss. Sacramento esposto, dopo aver<br />
questo venerato,Pio I X con eloquente, te-<br />
nera e maestosa allocuzione riepilogò in<br />
brevi parole le trascorse vicende, le cala-<br />
mità eccitate dal nemico dell'uman ge-<br />
nere, cessate per volere <strong>di</strong>vino, esortando<br />
l'immensa popolazione a porger calde<br />
preghiere all'Altissimo pel ravve<strong>di</strong>mento<br />
de'traviati, e per la pace della Chiesa u-<br />
ni versale. Dichiara il commend/ Barluz-<br />
zi. » In questi <strong>di</strong>scorsi estemporanei del-<br />
l'immortale* Pio IX, sia ch'Egli parli come<br />
Pontefice, sia come Sovrano, è sta-<br />
ta sempre tale una facilità e <strong>di</strong>gnità,<br />
congiunte a tanto <strong>di</strong> dolcezza, da <strong>di</strong>sgra-<br />
darne gli oratori più rinomati". Uscendo<br />
dalla chiesa, nel progre<strong>di</strong>re al palaz-<br />
zo apostolico a pie<strong>di</strong>, andavagli innan-<br />
zi un drappelletto <strong>di</strong> fanciulli vestiti al-<br />
l' angelica, ed appartenenti alle prima-<br />
rie famiglie, spargendo fiori sul suo pas-<br />
saggio, rallegrato dalle voci <strong>di</strong> gioia e dal-<br />
le più animate acclamazioni dell'immen-<br />
so popolo. Il Papa era accompagnato, ol-
VE L<br />
tre da' 3 car<strong>di</strong>noli, anche dal car<strong>di</strong>nal<br />
Vizzardelli prefetto della congregazione<br />
degli stu<strong>di</strong>, della città (tale <strong>di</strong>chiarata da<br />
Gregorio XVI) <strong>di</strong> Monte s. Giovanni,<br />
venuto nel dì innanzi da Roma per far-<br />
gli onore, avendolo preceduto nel ritorno<br />
da Portici, dove come in Gaeta avea aiu-<br />
tato il Santo Padre nelle fatiche ecclesia-<br />
stiche. Giunto nel palazzo apostolico, il<br />
Papa comparve sulla gran loggia a com-<br />
partire la pontificale bene<strong>di</strong>zione, che si<br />
<strong>di</strong>ffuse sui cuori lutti ardenti per spi-<br />
rilo <strong>di</strong> religione, ed esultanti per l'augu-<br />
sta presenza del Vicario <strong>di</strong> Cristo. Degnos-<br />
si quin<strong>di</strong> d'ammettere al bacio del piede<br />
il clero secolare e regolare.il corpo muni-<br />
cipale, l'autorità giu<strong>di</strong>ziarie, amministra-<br />
tive e militari, varie civiche deputazioni;<br />
i più <strong>di</strong>stinti frusinati, i singoli uflìziali<br />
della benemerita guarnigione napoleta-<br />
na che eseguiva il servizio della piazza, ed<br />
il marchese De Gustine francese, noto pel<br />
suo attaccamento a'principii d'or<strong>di</strong>ne re-<br />
ligioso e politico, e chiaro per le sue ope-<br />
re letterarie. 'Ammesso inoltre il consi-<br />
glio provinciale a particolare u<strong>di</strong>enza, d<br />
Papa ricevè dal medesimo in attestalo<br />
<strong>di</strong> perpetua straor<strong>di</strong>naria rimembran-<br />
za e gratitu<strong>di</strong>ne della provincia, l' of-<br />
ferta delle medaglie in oro, in argento e<br />
in bronzo d'apposito conio, ritraenti nel<br />
<strong>di</strong>ritto la pontificia effigie, e nel rovescio<br />
l'epigrafe; Quem - SedeRomana - Impie<br />
Exturbatimi - Provincia Campaniae<br />
Ingemebat - Foedere Catholico Redaclimi<br />
- ExultabundaGratatur - mdcccc.<br />
Viene riportata anche dal n. 82 del Gior-<br />
nale <strong>di</strong> Roma; il quale narra ancora la<br />
presentazione del consueto tributo de'<br />
pani fatta al Papa, da mg. r<br />
Trucchi ve-<br />
scovo d'AnagnijCon una deputazione del<br />
capitolo. Apprendo poi dall' Osservatore<br />
Romano n. 48, che le commissioni pro-<br />
vinciali della provincia <strong>di</strong> Campagna col<br />
car<strong>di</strong>nal legalo <strong>di</strong> Marittima e Campagna<br />
inviarono una lettera al presidente della<br />
repubblica francese con tre esemplari<br />
della descritta medaglia, in oro, in ar-<br />
VEL 73<br />
genio e io bronzo. Sull'imbrunir della<br />
sera l'abitazioni tutte della città vagamente<br />
s'illumiuarono.Gli archi <strong>di</strong> verdu-<br />
ra e <strong>di</strong> fiori del giorno si adornarono nel-<br />
la sera <strong>di</strong> faci risplendenti e <strong>di</strong> variato co-<br />
lore, terminati con bella piramide egizia,<br />
che dava colla sua trasparente luce risal-<br />
to all'illuminazione, resa più. piacevole<br />
da due trofei militari elevati <strong>di</strong>rimpetto<br />
al palazzo dalla truppa napoletana. Le<br />
campagne tutte erano sfolgoranti d'innu-<br />
merevoli fuochi.e le montagne checircondano<br />
da lungi Frosinone rassomigliavano<br />
co' gran<strong>di</strong>osi e quasi simmetrici incen-<br />
<strong>di</strong> alle maestose eruzioni de'vulcani. Fini<br />
la festa serale in un bel fuoco d'artificio.<br />
Nella mattina seguente 9 aprile, il Papa<br />
Pio IX cogli encomiati car<strong>di</strong>nali Asqui-<br />
ni, Vizzardelli e Antonelli (poiché il car-<br />
<strong>di</strong>nal Du Pont per la gotta era rimasto<br />
a Frosinone), e cogli altri del suo segui-<br />
to si portò in Alatri, che sebbene vici-<br />
nissima all'infausta Vico (sic), patria <strong>di</strong><br />
Pietro Sterbini ! fu nelle passate vicende<br />
Sopra le altre città dello stato pontificio<br />
la più fedele e affezionata al Pontefice<br />
(non si vuol defraudare della stessa lode<br />
la città pur vescovile <strong>di</strong> Norcia in su gli<br />
Apennini, che può gareggiare <strong>di</strong> vanto<br />
con Alatri; ne altre città che seguirono<br />
l'esempio d'Alatri e Norcia, nel mostrarsi<br />
avverse, (piale con più, quale con me-<br />
no coraggio, all' usurpazionede' ribelli).<br />
Quivi non parlari o scritti se<strong>di</strong>ziosi, non<br />
persecuzioni o ingiurie contro il clero,<br />
non unioni popolari, non voti per la co-<br />
stituente, non proclamazioni per la se<strong>di</strong>-<br />
cente repubblica romana ; ma preci in-<br />
nalzate pubblicamente a Dio dopo i gior-<br />
ni sanguinosi de' i 5 e 1 6 novembre 1 848,<br />
e dopo quello della partenza del sommo<br />
Pontefice da Roma partili da Alatri ; per<br />
andare a gittarsi a' suoi pie<strong>di</strong> a Gaeta<br />
fin da' primi <strong>di</strong> gennaio 1849 il vescovo<br />
mg. r<br />
Giampe<strong>di</strong> e il gonfaloniere Filippo<br />
Jacovacci; conservati a' posti dov'erano<br />
gli stemmi pontificii; ornato <strong>di</strong> ghirlande<br />
e <strong>di</strong> fiori il monitorio della scomunica,
7 4<br />
V E L<br />
ed accesevi davanti le candele sulla pub-<br />
blica via; messa per tali fatti la città a<br />
pericolo <strong>di</strong> saccheggio due volte, la l,"<br />
dalle bande <strong>di</strong> Masi, la 2. a<br />
da quelle <strong>di</strong><br />
Garibal<strong>di</strong>. Fu questa la condotta <strong>di</strong> A-<br />
latri nelle passate lagrimevoli vicende. Il<br />
Santo Padre volle darle per questo un<br />
argomento palese del suo sovrano gra<strong>di</strong>mento<br />
e della sua benevolenza; recan-<br />
dovisi <strong>di</strong> persona, prima <strong>di</strong> tornare in<br />
Roma, sebbene A latri sia situata buon<br />
tratto fuori <strong>di</strong> strada. » Chi può ri<strong>di</strong>re<br />
la esultanza degli alatimi quando vide-<br />
ro entrare nella loro città e incedere<br />
maestoso e benigno per la via che con-<br />
duce alla cattedrale l'adorato Pontefice<br />
Pio IX, per cui aveano fatto sì fervi<strong>di</strong><br />
voti, sostenutosi dure prove? Le vie<br />
giuncate<strong>di</strong> fronde e<strong>di</strong> fiori: adorne <strong>di</strong> a-<br />
i azzi le finestre e le pareti : <strong>di</strong> tratto in<br />
tratto archi vestiti <strong>di</strong> verdure con iscrizioni.<br />
Lo che invero, poco più, poco me-<br />
no, si era veduto anche negli altri paesi.<br />
Ma quello che negli altri paesi non si era<br />
vernilo, furono de'busti ingesso del Pori»<br />
tefìce qua e là sulle finestre o sulle porle<br />
delle case coronati <strong>di</strong> fiori, contornati <strong>di</strong><br />
lampade e <strong>di</strong> cerei; e in alcuni luoghi al-<br />
tresì turiboli d'incenso e <strong>di</strong> altri odori. Sul-<br />
le fi nest re poi o sul le porte <strong>di</strong> altre case erano<br />
iscrizioni, fatte dagli abitanti <strong>di</strong> essi in<br />
lingua volgare,anzi nel vernacolo proprio<br />
tli que'paesi ; quali iscrizioni era assai pia-<br />
cevole il leggere per la semplicità de'con-<br />
cetti, e per la spontaneità dell'espressioni<br />
avvegnaché con i<strong>di</strong>otismi e solecismi, così<br />
naturali com'erano usciti dalla mente e<br />
dal cuore <strong>di</strong> que'buoni uomini, senz'arte,<br />
senza stu<strong>di</strong>o; ma nella loro semplicità e<br />
rozzezza più eloquenti che se fossero sla-<br />
te inforniate ed espolite da lima <strong>di</strong> reto-<br />
re e <strong>di</strong> grammatico. Così gli ala trini,<br />
mentre intendevano a festeggiare il ritorno<br />
dell'adorato Pontefice, e a dargli no-<br />
velli argomenti <strong>di</strong> loro fedele soggezione<br />
ed alletto, più e più meritavano del suo".<br />
] particolari della gita in Alatri del Papa<br />
Pio IX si pouno leggere ocH'arlicolo ivi<br />
V1ÌL<br />
scritto e pubblicato nel Giornale dì Roma<br />
a p. 370, in uno alle iscrizioni fatte<br />
per la lieta circostanza. Ne ricaverò un<br />
estratto. All'entrare del territorio, i con-<br />
ta<strong>di</strong>ni lo festeggiarono con rami <strong>di</strong> uli-<br />
vi nelle mani e con evviva fino alla cit-<br />
tà. Nel casino <strong>di</strong> villeggiatura degli sco-<br />
lopi era vi un arco <strong>di</strong> verzura, sul quale<br />
era un'iscrizione del p. Pietro Taggiasco<br />
professore d'eloquenza <strong>di</strong> quel collegio.<br />
Allei?, meri<strong>di</strong>ane giunse Pio IX nella cit-<br />
tà, e sotto magnifico arco trionfale, deco-<br />
rato con iscrizione dell'encomiato scolopo,<br />
fu ricevuto dall'egregio vescovo mg/<br />
Giampe<strong>di</strong> alla testa del clero secolaree re-<br />
golare, a cui erasi unita la monastica fa«<br />
miglia certosina <strong>di</strong> Trisulli; nonché dalla<br />
commissione municipale, il <strong>di</strong> cui pre-<br />
sidente F<strong>di</strong>ppoJacovacci presentò le chiavi<br />
al Santo Padre, e fu lieto d'aver con<br />
lui colloquio sull'indole de' citta<strong>di</strong>ni. Al<br />
nome <strong>di</strong> tal commissione il membro <strong>di</strong><br />
essa can. d. Luigi Francesco Pmssi reci-<br />
tò un'iscrizione, a cui il Papa rispose.<br />
»» Questoè il vero e più adatto elogio che<br />
si possa fare al Papa in una città religio-<br />
sa e fedele ". Disceso il Santo Padre dal-<br />
la carrozza, percorse a pie<strong>di</strong> la lunga<br />
strada fino alla cattedrale, preceduto da<br />
tutto il clero processiona finente, ed accompagnato<br />
da' car<strong>di</strong>nali, da mg/ Be-<br />
rar<strong>di</strong> commissario pontificio <strong>di</strong> Marittima<br />
e Campagna, e da mg. r<br />
Ba<strong>di</strong>a delegato<br />
apostolico <strong>di</strong> Frosinone. Non si può<br />
esprimere l'entusiasmo in<strong>di</strong>cibile dell'immensa<br />
moltitu<strong>di</strong>ne, che dalle finestre, da'<br />
terrazzi e balconi costruiti a bella posta,<br />
e lungo le strade applau<strong>di</strong>va al tanto so-<br />
spirato ritorno del Sovrano Pontefice, ed<br />
esprimeva con religiosa lealtà i voti <strong>di</strong><br />
sua felicitazione. In fronte della catte-<br />
drale eravi l'iscrizione del can. d. Paci-<br />
fico Latini professore d'eloquenza del seminario.<br />
Dopo il canto dell'antifona Tu<br />
es Petrus, il Papa adorò il ss. Sagraraento<br />
e con esso fu benedetto dal car<strong>di</strong>nal Viz-<br />
zardelli; in<strong>di</strong> orò avanti la statua d'ar-<br />
gento del patrono s. Sisto I, scoperta do-
V E L<br />
no riposto la ss. Eucaristin. Avendo il<br />
l'api appreso dal vescovo che la catte-<br />
drale non godeva la prerogativa e privi-<br />
legi <strong>di</strong> basilica, si degnò <strong>di</strong>chiararla basilica<br />
<strong>di</strong> quel grado ed or<strong>di</strong>ne che gode<br />
la basilica <strong>di</strong> s. Maria in Trastevere in<br />
Roma (<strong>di</strong> cui era stato canonico esso ve-<br />
scovo), la quale segnala tissi ma grazia fu<br />
immantinente pubblicata coli' iscrizione<br />
dell'encomiato can. Rossi. Asceso il Papa<br />
sulla loggia della cattedrale, ivi compartì<br />
l' apostolica bene<strong>di</strong>zione all'immenso po-<br />
polo, che ricopriva la vastissima piazza<br />
dell'Acropoli, il quale dopo quelle <strong>di</strong>vi-<br />
ne parole, reiterò gli evviva, che assordarono<br />
l'aere. Passò quin<strong>di</strong> al contigno<br />
episcopio, ove nella sala del trono ammise<br />
al bacio del piede il capitolo della me-<br />
desima cattedrale, quello della collegia-<br />
ta, la commissione municipale alatrina,<br />
e quella <strong>di</strong> Guarcino concorsa anch'esca<br />
n tributare i suoi omaggi <strong>di</strong> <strong>di</strong>vozione e<br />
fedeltà, e finalmente i primari citta<strong>di</strong>ni,<br />
<strong>di</strong>spensando a ciascuna classe parole <strong>di</strong><br />
benignità ; e conferì al presidente Jaco-<br />
vacci il nobile titolo <strong>di</strong> cavaliere dell'or-<br />
<strong>di</strong>ne Piano <strong>di</strong> a." classe, volendo così u-<br />
sare considerazione a'meriti <strong>di</strong> lui, e rimunerare<br />
<strong>di</strong>stintamente la fedele costan-<br />
za della città. Partito dall'episcopio, il<br />
Papa si fermò innanzi al collegio Calasan-<br />
zio, sulla cui facciata era altra iscrizione<br />
del p. Taggiasco, e sulla porta ammise<br />
graziosamente al bacio del piede i pp.<br />
scolopi, ed i convittori che infiammò alla<br />
virtù e allo stu<strong>di</strong>o delle lettere. In<strong>di</strong> si re-<br />
cò al monastero della ss. Annunziata, ricevendo<br />
al bacio del piede le monache,<br />
ed anche le religiose figlie della Carità<br />
ivi appositamente convenute, avendo ri-<br />
colmato le figlie <strong>di</strong> s. Benedetto <strong>di</strong> spiri-<br />
tuali favori. Consolato così ogni ceto <strong>di</strong><br />
persone, sempre applau<strong>di</strong>to, benedetto e<br />
festeggiato, il Papa lasciò Alatri <strong>di</strong> per-<br />
sona, ma vi rimase col cuore, e nell'uscir<br />
della poita ricevè un altro attestato <strong>di</strong><br />
gratitu<strong>di</strong>ne espresso dall'iscrizione det-<br />
tata da d. Carlo Ferrazzoli. Altre parti-<br />
VE L<br />
7"<br />
colarilà le riferisce Y Osservatore Romano<br />
nel n. 47> <strong>di</strong>cendo Alatri 6 miglia da<br />
Frosinone e racchiudere una popolazio-<br />
ne d'intorno a t *x,ooo anime, e che occu-<br />
pa il luogo d' un'antica piazza forte de*<br />
volsci (o meglio ernici), la più importante<br />
fortezza <strong>di</strong> questi antichi popoli. Crede<br />
che sia stata necessariamente l'opera de*<br />
giganti per rompere quelle rupi, e sovr-<br />
imporre e collegare, senza veruni specie<br />
<strong>di</strong> cemento, gli uni sugli altri quella<br />
quantità pro<strong>di</strong>giosa d'enormi massi, ed<br />
in un'epoca che non si adoperava ne la<br />
polvere per le mine, né la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong>sponeva<br />
de'mezzi che oggi sono a nostra<br />
cognizione. Loda Alatri pel suo forte con-<br />
tegno col non volere riconoscere la re-<br />
pubblica romana, esempio forse unico<br />
nella storia delle rivoluzioni moderne,<br />
mantenendo immobilesempresulla cima<br />
del campanile la ban<strong>di</strong>era papale.»» Do-<br />
po molti tentativi infruttuosi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>zio-<br />
ne e <strong>di</strong> guerra, Mazzini finì col risolvere<br />
<strong>di</strong> lasciare i citta<strong>di</strong>ni d' A latri nella loro<br />
libertà. S'intende quin<strong>di</strong> la gioia, l'entu-<br />
siasmo straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> que' bravi abi-<br />
tanti all'avvicinarsi del Santo Padre. Il<br />
trionfo era molto minore pel SommoPon-<br />
tefice che per loro stessi ; e quin<strong>di</strong> egli è<br />
impossibile <strong>di</strong> descrivere l'aspetto della<br />
città nel momento in cui Papa Pio IX<br />
traversò a pie<strong>di</strong> le sue lunghe e anguste<br />
strade". Nel tornare a Frosinone, il Pa-<br />
pa si fermò alquanto nella grangia <strong>di</strong>Ticchiena<br />
de' certosini <strong>di</strong> Trisulti, ammettendo<br />
al bacio del piede i monaci. Avvicinandosi<br />
a Frosinone fu incontrato con<br />
nuove <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> giubilo dalla popolazione.<br />
Nella sera si ripetè la luminaria<br />
della città e della provincia, non me-<br />
no del fuoco artificiale; ammettendo benignamente<br />
il Papa al bacio del piede al-<br />
tri <strong>di</strong>stinti citta<strong>di</strong>ni e le signore del pae-<br />
se. La strada che mena da Frosinone a<br />
Roma è quella che viene dal regno <strong>di</strong><br />
Napoli per Ceprano, la <strong>di</strong>scorsa antica via<br />
Casilina, consolare come l'altra per Ter-<br />
racina,eche va a congiungersi alla Labi-
76 V E L V E L<br />
cana presso Valmontone. Per questa fu arcivescovo <strong>di</strong> Filippi, segretario della s.<br />
ripreso dal Papa il viaggio, partendo la congregazione de' vescovi e regolari), che<br />
mattina de' i o aprile da Prosinone. Dopo sta alquanto più remoto dalla via a'mou-<br />
9 miglia s'incontra I' ernica Ferentino,<br />
ma a destra della via in sul colle. Però i<br />
ti snb-Apennini, ed anch'esso con due<br />
iscrizioni, in una delle quali il popolo ben<br />
ferentiuati, invi<strong>di</strong>ando agli alatrini Tono- a ragione vanta vasi <strong>di</strong> non essersi lascia-<br />
re d'accogliere, sebbene per poche ore, il lo prendere alle minacce e alle lusinghe<br />
Sommo Pontefice fra le loro mura, ne a- de'ribelli. Un altro arco finalmente troveano<br />
fatto già pregare Sua Santità. Due vossi sulla via, ed era della città vescovi-<br />
deputazioni, l'ima <strong>ecclesiastica</strong> l'altra ci- le<strong>di</strong> Segni,con corrispondente iscrizione<br />
vile, stavano presso un arco trionfale ad dell'Orbo et populus Signinus. Gran<br />
aspettarne l'arrivo, con l'epigrafe che de- parte <strong>di</strong> quella popolazione unita a quel-<br />
corando il cornicione si legge nella Rela- la de' vicini castelli <strong>di</strong> Gavignano e <strong>di</strong><br />
zione. In questa è pure l'iscrizione posta Montellanico stavano anch' essi tuli' in-<br />
sulla porta d'ingresso della città, la qua- torno all'arco ad aspettare il Santo L'ale<br />
termina colle parole: Ferentinate.s <strong>di</strong>e che in passando li bene<strong>di</strong>sse. Quanto<br />
i del Giornale <strong>di</strong> Ro'<br />
Pontifici et Principi- Fel maxima in- ad Anagni,a p. 3j<br />
ter pcricula- ConstantiJide ad<strong>di</strong>clissi- ma fu pubblicalo un articolo sul festeg-<br />
gi/'. Giunto il Papa e fattagli la consueta giamento fatto al Papa nel transitare pel<br />
pileria delle chiavi della città, vi entrò e suo territorio. Si <strong>di</strong>ce il magnifico arco<br />
salito all'episcopio, ch'é nella sommità trionfale adorno <strong>di</strong> belle pitture, degli<br />
del colle sugli avanzi dell'antica rocca emblemi delle 4 potenze cattoliche che<br />
Ferentina, <strong>di</strong>ede dall'ulto del medesimo concorsero coli' armi alla restaurazione<br />
la bene<strong>di</strong>zione. Impiegò quin<strong>di</strong> circa tre del dominio temporale della s. Sede, del-<br />
pre nel visitare la cattedrale e il semina- lo stemma della città e d' iscrizioni ana-<br />
i io (e secondo il Giornale <strong>di</strong> Roma, an- loghe alla circostanza, e riferite nella /teche<br />
i due monasteri e il collegio de' gè- lazione in uno a quelle degli altri me-<br />
ntili), nell'ammettere al bacio del piede morati archi. Fu preparato ancora un eil<br />
capitolo, e le solile deputazioni e ab legante e ampio pa<strong>di</strong>glione con sotto un<br />
tri. Dopo <strong>di</strong> che il Santo Padre tra le ac- maestoso ti Orio, nella speranza che il<br />
coniazioni, ripassando per l'arco, partì. Santo Padre salilo su <strong>di</strong> esso si degnereb-<br />
Da Ferentino, proseguendo per la sol- he compartire la sua bene<strong>di</strong>zione. Presloposta<br />
pianura verso Valmontone, si la- so l'arco si trovarono ad attenderlo mg. r<br />
scia ad<strong>di</strong>etro a sinistra il comune <strong>di</strong>Sgur- Pietro Paolo Trucchi vescovo d'Anagni<br />
gola lontano sui monti Lepi<strong>di</strong>; i cui a- (poi a'a r <strong>di</strong>cembre 1807 traslato a For-<br />
bitane però avevano innalzato il suddet- h, succedendolo nello stesso giorno nella<br />
to arco a'eonfini del loro territorio pres- sede anagnina mg. r<br />
Clemente Pagliari<br />
so la via Casilina, ed erano convenuti ivi dell' arci<strong>di</strong>ocesi d' Urbino e preposto <strong>di</strong><br />
in gran numero per essere benedetti. Pq- quella metropolitana: nel medesimo<br />
p'ollre si lascia a destra sur una delle col- concistoro il predecessore vescovo <strong>di</strong><br />
line che fiancheggiano la strada Anagni, Forlì monsignor Falcinelli fu promos<<br />
la quale costruì un arco sulla via con due so ad arcivescovo d' Atene, e in<strong>di</strong> nun-<br />
lunghe iscrizioni per festeggiare il pas- zio nel Brasile), il capitolo della cat-<br />
saggio del Papa pel suo territorio. Un al- tedrale, i capitoli dflla collegiata del-<br />
iro arco dove si estende il proprio leni- la città stessa e d'alcuni paesi della <strong>di</strong>o-<br />
torio, avea innalzato anche Paliano (la cesi più vicini, i corpi religiosi, il semi-<br />
quale, come <strong>di</strong>ssi al suo articolo, si ono- nario <strong>di</strong>ocesano, tulli in abili <strong>di</strong> chiesa;<br />
la, del concit Lutino mg. r<br />
Andrea Bizzarri la commissione municipale, eia popola-
NEL<br />
rione d' ogni con<strong>di</strong>zione sì d'Anngni che<br />
de' luoghi circostanti. Giunto il Sommo<br />
Pontefice, venne accolto con istrepitosis-<br />
simi applausi e tra 1' alternativo suono<br />
delle bande musicali. Il Papa sceso dalla<br />
carrozza e accompagnato da' car<strong>di</strong>nali<br />
Asquini e A ntonelli salì sul trono, da dove<br />
subito compartì l'apostolica bene<strong>di</strong>zione<br />
all' affollata moltitu<strong>di</strong>ne con espansione<br />
<strong>di</strong> cuore tale che commosse tutti. Mg. r<br />
vescovo e il marchese Nicola Trajelto<br />
presidente municipale, interpreti de'sen-<br />
timenti <strong>di</strong> tutta la città, umiliarono al<br />
Santo Padre gli omaggi sinceri <strong>di</strong> <strong>di</strong>vo-<br />
zione e <strong>di</strong> fedeltà. Il Papa esternò la sua<br />
sod<strong>di</strong>sfazione, e gli ammise al bacio del<br />
piede, in uno a 'cleri secolare e regolare,<br />
alla commissione municipale, ed a molte<br />
altre persone. 1 cantori beneficiati della<br />
cattedrale cantarono l' antifona Tu es<br />
Petrus, le bande tornarono a suonare, e<br />
le prossime colline echeggiarono <strong>di</strong> ite-<br />
rati evviva. Altre <strong>di</strong>mostrazioni il popo-<br />
lo anagnino celebrò tornato nella città.<br />
Dipoi il sullodato anagnino d. Antonio<br />
Cipriani nel Supplemento al n. 68 del*<br />
X Osservatore Romano dello stesso 1 85o,<br />
pubblicò ad omaggio solenne della veri-<br />
tà, un eru<strong>di</strong>to articolo riguardante A Ma-<br />
gnesia per rettificare alcune nozioni con»<br />
tro la storica verità contenute nel n. 47<br />
del medesimo giornale, nel dar contezza<br />
delle feste e degli onori tributati da'po-<br />
poli al Papa ; sia specialmente per con-<br />
futare la supposta rivalila tra Anagni e<br />
Ferentino, provandolo colla storia de'fat-<br />
ti, non meno degli antichi tempi de' romani,<br />
che <strong>di</strong> que'del cristianesimo. Che<br />
la pretesa enorme muraglia che <strong>di</strong>vide<br />
i dueterritorii, non esser altro che un ca-<br />
nale del piccolo fiume <strong>di</strong> Tufano. Quin-<br />
<strong>di</strong> enumerò le principali prerogative <strong>di</strong><br />
Anagni, madre feconda d'illustri eroi e<br />
<strong>di</strong> 4 Papi, 28 de'quali vi ebbero un gra-<br />
to albergo, ed asilo contro le persecuzio-<br />
ni a Gelasio li, Adriano IV, Alessandro<br />
III e Lucio III. E che <strong>di</strong>versi Papi atte-<br />
starono le prove luminose <strong>di</strong> sincera <strong>di</strong>-<br />
V E L 77<br />
vozione e fedeltà date da Anagni alla j.<br />
Sede. Riprodusse per ultimo le 4 U<strong>di</strong>-<br />
zioni del suddetto arco. Così ven<strong>di</strong>cò l'o-<br />
nor patrio leso ad Anagni Caput Iler-<br />
nicorum. Riprendo il filo del pontificio<br />
viaggio.Neldescrittomodocorsa nellospa-<br />
zio <strong>di</strong> circa 3 ore quell'ampia valle che ha<br />
i monti Lepi<strong>di</strong> a sinistra e i sub-A penni-<br />
ni a desila, giunse dopo mezzodì a Val-<br />
montone, <strong>di</strong> che parlerò al suo paragra-<br />
fo. Dissi <strong>di</strong> sopra che il Papa, dopo aver<br />
visitato la provincia <strong>di</strong> Campagna sareb-<br />
be ritornalo nella Marittima rientrando<br />
nella via Appia per condursi a \ elicti i<br />
e in<strong>di</strong> a Roma. Da Valmontone a Vel-<br />
letri si va per una strada provinciale, che<br />
<strong>di</strong>ramando dalla Casilina presso Valmon-<br />
tone corre e volge a ponente, costellando<br />
le falde degli Algi<strong>di</strong> e dell'Artemisio<br />
da una parte, de'Lepini dall'altra, e pas-<br />
sando sotto Montefòrtino, del quale poi<br />
<strong>di</strong>rò al suo paragrafo il festeggiamento<br />
tributato a Pio IX. Proseguendo il viag-<br />
gio, alla pieve <strong>di</strong> Lariano il Papa fu in-<br />
contrato da una deputazione della città<br />
<strong>di</strong> Velletri, e dal suo vescovo car<strong>di</strong>nal<br />
Macchi decano del sagro collegio, che fe-<br />
ce salire nella propria carrozza, perciò <strong>di</strong>-<br />
scendendone mg/Me<strong>di</strong>ci maggiordomo e<br />
mg. 'Borromeo maestro <strong>di</strong> camera, ed en-<br />
trò in Velletri con quelle solennità che<br />
poi celebrerò, insieme al soggiorno che<br />
vi fece sino alla mattina de'i 2 del mede-<br />
simo aprile, in cui Pio IX, nel modo che<br />
in breve narrai in quell' articolo, per<br />
Genzano, la Riccia e Albano fece il suo<br />
desiderato, trionfale e lietissimo ingres-<br />
so in Roma. Ora passo a parlare ne'se-<br />
guenti paragrafi delle provincie e de'co-<br />
in uni che compongono la legazione <strong>di</strong><br />
Marittima e Campagna, principalmente<br />
della delegazione apostolica <strong>di</strong> Marittima<br />
o Velletri ; e pe'già descritti altrove<br />
ne in<strong>di</strong>cherò dove lo sono, riferendo in<br />
alcuni nozioni che se non del tutto ap-<br />
pai tengono al paragrafo,riguardano ben-<br />
sì l'encomiate provincie e si rannodano<br />
ad esse per la storia.
7» VEL<br />
DlSTOETTO DI VELtETRI.<br />
Governo <strong>di</strong> Velletri.<br />
Cisterna. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
V elicli i, <strong>di</strong> cui ragionai al suo articolo,<br />
oude non ini resta che aggiungere alcuu<br />
altro cenno clic ricavo da' molti che<br />
ne scrissero. E <strong>di</strong>statile 33 miglia da Roma<br />
e 8 da Velletri, con territorio in piano<br />
e colle, con molli fabbricati, marchesaio<br />
della nobilissima famiglia Caelani<br />
(A- .), e già suo feudo. Questa terra è sul-<br />
l'ultime pen<strong>di</strong>ci de'monti Veliterni, sulla<br />
sponda destra del lumie denominato<br />
Aulico, perchè è un canale artificiale in<br />
gran parte, tendente a raccogliere le acque<br />
che scendono da Giuliano edaTori<br />
cecilia, e darle altra verso le Palu<strong>di</strong> Pou-<br />
liue al mare. Essa è I' ultima terra da<br />
questa parte che sia entrata nella map-<br />
pa. Narra Marocco, che da Vellelri a<br />
Cisterna alcuni traili <strong>di</strong> strada sono fian-<br />
cheggiati da lunghe e folte macchie <strong>di</strong><br />
roveri auuose e <strong>di</strong> elei, che <strong>di</strong>llicilmcu-<br />
te piegano i furiosi venti, appellandosi<br />
volgarmente quelle foreste la macchia<br />
<strong>di</strong> Cisterna, ch'è vastissima ; ed aggiun-<br />
ge essere non solo ricovero <strong>di</strong> cinghiali,<br />
<strong>di</strong> capri e <strong>di</strong> lupi, ma uu tempo rifugio<br />
tli crudeli assassini, prima che fosse in<br />
gran parie svelta o <strong>di</strong>radata per la sicu-<br />
rezza pubblica presso la strada. Del più<br />
aulico taglio che si dovea fare <strong>di</strong> sua sel-<br />
va, parlerò nel paragrafo <strong>di</strong> Sei-moneta.<br />
A litichi ruderi <strong>di</strong> una torre o forte al de-<br />
stro lato della via nominata le Castella<br />
risvegliano l'idea del primiero loro esse-<br />
re, e souo il domicilio del gufo lamen-<br />
tevole, dell' upupa melanconica, e della<br />
nottola o vipistrello che <strong>di</strong> giorno sta<br />
nascosto. A levante del borgo è il palazzo<br />
ducale, che costituisce l'ingresso nella ter-<br />
ra me<strong>di</strong>ante un grande arco che <strong>di</strong>cesi<br />
la porta, sebbene vi si eutri da ogni par-<br />
te uun avendo mura castellane, il <strong>di</strong>seguo<br />
del quale fabbricato è decoroso e alquan-<br />
to vasto, uè manca <strong>di</strong> quella soli<strong>di</strong>tà che<br />
n e<strong>di</strong>ficio signorile conviene. Questo è<br />
1' uuico fabbricato ragguardevole, tran»<br />
VEL<br />
ne la chiesa collegiata, e alcune case <strong>di</strong><br />
civili famiglie. Tale chiesa, de<strong>di</strong>cata alla<br />
B. Vergine Assunta in cielo, è bella e <strong>di</strong><br />
moderna architettura, rinnovala da'fon-<br />
daineuti in guisa <strong>di</strong>versa dall' antica, <strong>di</strong><br />
cui parla il Piazza e sotto i'istessa invocazione,<br />
con <strong>di</strong>segno del celebre cav. Mo-<br />
relli architetto del palazzo B raschi <strong>di</strong><br />
Imma, ma non eseguilo fedelmente. Non<br />
ostante nell'interno l'aliare del ss. Sagramento<br />
merita osservazioue pe' suoi sem-<br />
plici ma vaghi ornali e pe' inarmi che lo<br />
compongono. Nella i.* cappella a destra<br />
si venera I' elligie del Redentore <strong>di</strong>pinta<br />
in tela dal valente Cavallucci <strong>di</strong> Sei mo-<br />
neta. Dice il Rauco che questa chiesa è<br />
capitolare eon arciprete, 7 canonici e 3<br />
beneficiali, ed ha il baltisterio essendo<br />
1 unica parrocchia. Inoltre vi sono altre<br />
4 chiese con 3 confra temile secolari. Vi<br />
esisteva il convento <strong>di</strong> s. Antonio abba-<br />
te de'minori osservanti riformati, espulsi<br />
nuli' invasione francese, né più ripristi-<br />
nali. Trovo nel Piazza, che la chiesa e il<br />
eoo vento furono creiti dal car<strong>di</strong>nal Boni-<br />
facio Gaetaui o Caelani, nel i5y2, con<br />
facoltà <strong>di</strong> Gregorio X11I, il quale nel<br />
giorno del santo concesse indulgenza ple-<br />
naria. Vi esistono, l'ospedale per gì' in-<br />
fermi, la casa delle maestre pie Venerine<br />
per l' istruzione delle fanciulle, e la pub-<br />
blica scuola per ammaestrare i giova-<br />
netti. 11 popolo venera per principale<br />
protettore s. Rocco confessore. Dinanzi<br />
alla collegiata è uu vasto piazzale abbel-<br />
lito da uu granaio fabbricato da'fonda-<br />
ineiiti nel 1772 da Francesco Caelani du-<br />
ca <strong>di</strong> Semionda, come si legge uell' i-<br />
scrizione. Cisterna era più eslesa e popo-<br />
lala prima che fosse bruciata e saccheggiala<br />
dallo scismatico Lodovico V il Ba-<br />
varo. 11 Nibby parlaudo <strong>di</strong> questa terra<br />
crede, che finché fu io qualche modo<br />
praticabile la via Appia, abbia molto sof-<br />
ferto, trovandosi sulla gran strada in luo-<br />
go poco <strong>di</strong>feu<strong>di</strong>bile,esposla a tulle le scor-<br />
rerie, che narrai uel suo articolo; ma do-<br />
po, lino cioè al riuUivameuto <strong>di</strong> quella
VEL<br />
nel secolo passato, rimase troppo fuor <strong>di</strong><br />
Mano e quasi <strong>di</strong>menticata, come dall'al-<br />
tro canto dopo il <strong>di</strong>seccamelo delle<br />
Palu<strong>di</strong> Pontine e il riapriroento dell'Ap-<br />
pia, questa terra ha molto migliorato<br />
nell'aria, la popolazione si è accresciuta,<br />
ed i fabbricati sono stali anch'essi amplia-<br />
ti e abbelliti. Dichiara il Marocco, che<br />
l'origine del nome <strong>di</strong> Cisterna proviene<br />
da alcune cisterne esistenti, ovvero dal-<br />
la forma totale del paese piuttosto esisten-<br />
te in basso; e che varie sono le cisterne<br />
d'acque piovane per uso della popolazio-<br />
ne, la i.' essendo innanzi al palazzo ba-<br />
ronale, ottimamente costruita e profonda<br />
1G0 palmi, la i. 3<br />
dentro lo stesso palazzo<br />
e della medesima profon<strong>di</strong>tà, la 3."<br />
fuori la porta delta Agrippara. Alcuni<br />
<strong>di</strong>ssero questo luogo Cisterna JYeronis,<br />
e lo ripetei al suo articolo, ed il Marocco<br />
riflettendo alla derivazione <strong>di</strong> porta A-<br />
grippara non è lontano da credere che<br />
tragga origine tal nome da alcuna memo-<br />
ria <strong>di</strong> Agrippina madre dell'imperatore<br />
Nerone. Dice inoltre, opinare molti eru-<br />
<strong>di</strong>ti, che da due gran<strong>di</strong> cisterne antiche<br />
il suo nome derivasse, e che fossero falle<br />
per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Nerone, onde provvedere<br />
Anzio d'acque salubri me<strong>di</strong>ante acque-<br />
dotti, de'quali non mancò chi asserì d'a-<br />
verne riconosciuti <strong>di</strong>versi avanzi. Nel più<br />
volte ricordato articolo Cisterna <strong>di</strong>ssi<br />
col Nibby e altri, ch'essa non occupa il si-<br />
to dell' antica sede vescovile <strong>di</strong> Tre Ta-<br />
berne, Cwitas Trium Tabernarum 3<br />
Tre* Tabernae, città de' volsci, la qua-<br />
le piullosto surse nel suddetto lenimen-<br />
lo delle Castella, nel luogo chiamato<br />
Civitona, sulla sponda destra della via<br />
Appia, silo abbandonato e ove si vede<br />
un e<strong>di</strong>ficio semi<strong>di</strong>ruto de' tempi bassi co-<br />
struito sopra avanzi d'una fabbrica d'o-<br />
pera incerta, a'quali si dà il dello nome,<br />
circa 11 miglia lungi da Roma, ed ap-<br />
partengono alla stazione <strong>di</strong> Trcs Taber-<br />
nac, come vuole Nibby, esistendo uu mi-<br />
glio <strong>di</strong>stante gli avanzi d'una conserva<br />
antica e d'un acquedotto, che vi porta-<br />
VEL 70<br />
vn l'acqua da' colli veliterni. Con PU-<br />
ghelli, Italia sacra, l. io, p. 177, ripor-<br />
tai i 7 suoi vescovi, il quale però avverte,<br />
che la città <strong>di</strong> Tre Tabcrne non è da<br />
confondersi con Tabernae seti Palaeopoli,<br />
vel Treschines in Magna Grac-<br />
cia. Il i.° vescovo che si conosca è del<br />
3 1 3: a' tempi <strong>di</strong> s. Gregorio 1 v'era pure<br />
un vescovo, <strong>di</strong> cui s'ignora il nome, o<br />
meglio era vacante, il quale'Papa vedendo<br />
ridotta a nulla e devastata la città<br />
delle Tre Tabeine da' longobar<strong>di</strong>, eoa<br />
lettera riprodotta da Ughelli e in<strong>di</strong>riz-<br />
zata a Johannis Episcopo <strong>di</strong> Vellelri, al-<br />
la sua ne unì canonicamente la cattedra<br />
vescovile. Questa chiesa rimase per vari<br />
anni unita alla Veliterna, ma poscia ri-<br />
fabbricala o restaurata e ripopolata la<br />
città <strong>di</strong> Tre Tabeine, nuovamente fu<br />
separata da Vèlletri ed ebbe i propri ve-<br />
scovi, tra' quali quello del 761 o 762,<br />
l'ultimo conosciuto è dell' 868 o 869,<br />
ed in seguilo non si hanno più memorie<br />
de' suoi pastori e della sede vescovile,<br />
probabilmente per la totale <strong>di</strong>struzione<br />
della città. Quin<strong>di</strong> in conseguenza del<br />
precedente statuito da s. Gregorio I, pas-<br />
sò <strong>di</strong> poi la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tre Taberne sotto<br />
la giuris<strong>di</strong>zione del vescovo <strong>di</strong> Vellelri,<br />
parlando del quale riferirò l'opinioni del<br />
can. Dauco su Tre Taverne. Tutti gli<br />
storici poi couvengonoche <strong>di</strong>strutta Tre<br />
Taverne, Cisterna crescesse d'abitalo, <strong>di</strong><br />
territorio e <strong>di</strong> popolazione, e forse allo-<br />
ra ne prese la denominazione latina Tres<br />
Tabernae. Altri poi credono, essere Cisterna<br />
succeduta ad Vlubra, e che dopo<br />
la sua <strong>di</strong>struzione e <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Tre Ta-<br />
berne, quivi si rannodò la popolazione<br />
e formò l'o<strong>di</strong>erno paese. Di Ulubra trat-<br />
ta il Nicolai, De' bonificamenti delle<br />
Terre Pontine a p. 38, la <strong>di</strong> cui posi-<br />
zione è contrastala, forse all'ingresso del-<br />
le Palu<strong>di</strong> Pontine, o nouloulaua da Vel-<br />
lelri, e perciò forse comprese la piccola<br />
villa ove fu allevato Augusto oriundo <strong>di</strong><br />
Vellelri e nato in Roma. Il Marocco la<br />
crede presso il castello <strong>di</strong> Giuliano, co-
8o VEL<br />
me <strong>di</strong>rò in quel paragrafo. Non ebbe rinomanza<br />
per la sua aria pessima e quan-<br />
tità delle rane della palude, non però<br />
Pontina, perchè questa mai giunse a Yel-<br />
letri, qualora si voglia supporta presso<br />
tal città. La villa della famiglia d'Angu-<br />
sto era come un magazzino ove si depositavano<br />
le grascie necessarie per la me-<br />
desima, Diverse opinioni riferirò ragionando<br />
<strong>di</strong> Velletri e d'Augusto; e quanto<br />
a' sognali ranocchi, oltre le palu<strong>di</strong>, ponno<br />
stare anche in peschiere artefatte o in<br />
piccole fosse d'acque stagnanti, come ve<strong>di</strong>amo<br />
in tanti luoghi. La celebre sta-<br />
zione <strong>di</strong> Tre Taverne sulla via Appia<br />
e poscia città vescovile, <strong>di</strong> cui tanto si<br />
questionò dagli eru<strong>di</strong>ti per la confusio-<br />
ne che si osserva dal Nibby negli itinerari<br />
antichi circa la sua <strong>di</strong>stanza da Roma,<br />
giacché il nome fu comime a varie sta-<br />
zioni sulle vie antiche, come quella pres-<br />
so Laus Pompe/a nella Gallia Cisalpi-<br />
na, e quella presso Interamna sulla Fla-<br />
minia, derivando da tre osterie erette per<br />
comodo de' viandanti, particolarmente<br />
nella unione <strong>di</strong> più strade (del vocabolo<br />
Talerna riparlai nel voi. LXXXfV.p.<br />
iq4) come appunto accadeva nella sta-<br />
zione in questione, dove a destra <strong>di</strong>ramava<br />
la strada ad Anzio, ed a sinistra<br />
un'altra quasi continuazione della pre-<br />
cedente portava a Velilrae. Altri luoghi<br />
della stessa denominazione si ponno ve-<br />
dere nel Ricchi, Reggia de f'olsci. Ta-<br />
le unione <strong>di</strong> vie mentre rendeva neces-<br />
sari i luoghi <strong>di</strong> ricovero e gli alberghi,<br />
andava per la frequenza de' viandanti<br />
raccogliendo a poco a poco gente nello<br />
stesso sito, onde da semplice stazione in-<br />
sensibilmente <strong>di</strong>veniva borgata, e delle<br />
volte ancora città. E molte terre moderne<br />
potrebbero alleluisi in esempio come<br />
sorte dalla medesima origine. Le prime<br />
memorie riferite da Nibhy della stazione<br />
<strong>di</strong> Tres Tabernae sub' Appia rimon-<br />
tano al decimare del secolo VII <strong>di</strong> Pioma,<br />
poiché Cicerone la ricorda l'anno 692,<br />
nella lettera che scrisse ad Attico a' 27<br />
VEL<br />
gennaio. Di nuovo la nomina in quella<br />
scritta due anni dopo a' 9 aprile del G94<br />
<strong>di</strong> Roma, iu cui pare decisivo per determinare<br />
il sito <strong>di</strong> Tres Tabernae, mostrando<br />
che una strada <strong>di</strong>retta da An-<br />
zio raggiungeva l' Appia presso quella<br />
stazione: aggiungasi a questo i memo-<br />
rati ruderi esistenti, l'acquedotto, il nome<br />
volgare <strong>di</strong> Civilona, e la questione è<br />
decisa. Memorabile però sopra tutti gli<br />
altri fatti riguardanti Tre Taberne, è<br />
quello ricordato dagli Atti Apostolici, e.<br />
28, § i5, che avendo i fedeli <strong>di</strong> Roma<br />
u<strong>di</strong>to l'arrivo dell'apostolo s. Paolo a<br />
Pozzuoli, ed essendosi posto in viaggio<br />
verso Roma, per essere giu<strong>di</strong>cato dall'im-<br />
peratore a cui erasi appellato, gli an-<br />
darono incontro fino al Foro Appio, <strong>di</strong><br />
cui riparlai ne' voi. LV, p. 65, LXXIV,<br />
p. 2o3, ed a Tres Tabernae: e Paolo<br />
vedendoli, dopo avere reso grazie a Dio,<br />
ne prese fiducia. Questo avvenimento è<br />
<strong>di</strong> grave importanza, come quello che si<br />
rannoda alla venuta dell'Apostolo delle<br />
genti in Roma nell'anno 5y <strong>di</strong> nostra<br />
era, a promulgarvi con s. Pietro la dot-<br />
trina <strong>di</strong> Gesù Cristo. Un altro grande<br />
avvenimento è pur quello ivi avvenuto<br />
l'anno 3oj <strong>di</strong> della era. Dopoché Mas-<br />
senzio ebbe assunto la porpora imperia-<br />
le nel 3o6, Galerio, che mai volle rico-<br />
noscere, alfulò a Severo cesare la guerra<br />
contro <strong>di</strong> lui, e questi vinto più dall'oro<br />
che dal valore del suo rivale, tra<strong>di</strong>to da'<br />
suoi dovè ritirarsi in Ravenna, dove as-<br />
se<strong>di</strong>ato da Massimiano Ercole padre <strong>di</strong><br />
Massenzio, né potendo facilmente esse-<br />
re forzalo alla resa, fu persuaso da quel<br />
vecchio astuto a portarsi in Roma, assicurato<br />
co' più. forti giuramenti. Sem-<br />
bra ch'egli per maggior sicurezza seguis-<br />
se la via <strong>di</strong> mare, fino a Brin<strong>di</strong>si : quin<strong>di</strong><br />
per l'Appia, giunto a Tres Tabernae<br />
cadde in un'imboscata tesagli da Mas-<br />
senzio, e fu strangolato da Eraclio, come<br />
<strong>di</strong>ce il Theuli. Lo <strong>storico</strong> greco Zc<br />
simo chiama il luogo, le Tre Osterit<br />
Tres Tabernae, e lo designa come
VE L<br />
villaggio. L'autore della Miscelici nar-<br />
raudo lo slesso fatto, <strong>di</strong>ce che dopo es^e-<br />
re stato spento Severo ad Tres Tabernas,<br />
il suo corpo veune sepolto nel monumento<br />
<strong>di</strong> Gallieno 9 miglia <strong>di</strong>starne<br />
da Roma sull'Appia. Pertanto circa i<br />
tempi <strong>di</strong> Costantino I questa stazione era<br />
un villaggio. Al progresso della religione<br />
cristiana si deve il passaggio dallo stato<br />
<strong>di</strong> villaggio a quello <strong>di</strong> città, per la memo-<br />
ria insigne della presenza <strong>di</strong> s. Paolo che<br />
ne avea santificato il luogo, allorquando<br />
Costantino 1 <strong>di</strong>venuto cristiano, ridonò<br />
la péce alla Chiesa, ed accordò a.'<br />
cristiani il libero esercizio <strong>di</strong> loro reli-<br />
gione, onde subito vi fu eretta le sede<br />
vescovile <strong>di</strong> Tre Taberne, al qual arti-<br />
colo <strong>di</strong> rinvio in questo mi proposi <strong>di</strong><br />
riparlarne. Il Ricchi nel suo Teatro, è<br />
uno <strong>di</strong> quelli che crede succeduta Cisterna<br />
a Tre Taberne, la chiama splen<strong>di</strong>da<br />
terra e nobile <strong>di</strong>porto <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>; e ritie-<br />
ne ancora che quivi s. Paolo fu incon-<br />
trato dalla grau turba de' romani (anche<br />
non cristiani, come vuole il Piazza), che<br />
anelando la <strong>di</strong> lui venuta pel grido <strong>di</strong><br />
sua dottrina e santità, l'accompagnaro-<br />
no in Roma in guisa <strong>di</strong> triofaute, piut-<br />
tosto che <strong>di</strong> prigioniere. Dice essere fama,<br />
ch'egli stasse racchiuso ne' latiboli<br />
<strong>di</strong> quella torre, che si vede alzata in Ci-<br />
sterna in argomento <strong>di</strong> sue glorie sul<br />
mezzo della nobile residenza de' princi-<br />
pi Caetaui, il che rende ancor più cele-<br />
bre il luogo. Di Cisterna il Ricchi ne<br />
tratta ancora nella Reggia de' Volsci,<br />
ricordando che in compagnia <strong>di</strong> s. Pao-<br />
lo era l'evangelista s. Luca descrittore del<br />
suo pellegrinaggio, e dell'incontro giu-<br />
bilante e <strong>di</strong> voto ch'ebbero a Tre Taber-<br />
ne, ed i più fervorosi erausi portati fino<br />
a Foro Appio. Anch'esso fu nella delta<br />
opera dello stesso sentimento e dell'opi-<br />
nione che Cisterna fu fabbricata sopra<br />
la città vescovile<strong>di</strong> Tre Taberne, e ripor-<br />
ta gli autori che ciò sostennero, l'identi-<br />
tà cioè <strong>di</strong> Cisterna con Tre Taberne. Os-<br />
serva inoltre il Ricchi, che lungo la via<br />
VOI. LXXXiX.<br />
VEL 8t<br />
Appia i fedeli eressero <strong>di</strong>verse chiese a'<br />
ss. Apostoli e massime a' ss. Pietro e Paolo,<br />
che per tale strada recaronsi a Roma<br />
a piantarvi la fede. Presso Tre Taberne<br />
fu già la sontuosa chiesa <strong>di</strong> s. Pietro in<br />
Selce, la quale poi restaurò la pia [Ir*<br />
beralità <strong>di</strong> Papa Adriano I, e da essa<br />
non era mol to lontana la chiesa <strong>di</strong> s. Tommaso.<br />
Aggiunge che la vastità del campo<br />
<strong>di</strong> Cisterna era tanta anticamente,<br />
unito alla giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Pomezia, che<br />
verso il mare includeva ancora la peni-<br />
sola <strong>di</strong> Cuccio; e nel <strong>di</strong> cui lenimento si<br />
rinvennero sparse le antiche iscrizioni<br />
che riprodusse, tutte illustranti le memorie<br />
volsche e Sessa Pomezia. Ora fa<br />
d'uopo <strong>di</strong> chiarire un punto interessan-<br />
te <strong>di</strong> storia <strong>ecclesiastica</strong>, riguardante Ci-<br />
sterna. Ivi <strong>di</strong>ssi col Baronio, col Ricchi,<br />
colNibby e altroché neli i5g eletto Alessandro<br />
HI in Roma a'7 settembre, donde<br />
fu costretto parti re, in Cisterna prese l'insegne<br />
papali, eifettuandosi a' 20 del medesimo<br />
mese la Consagrazìone e Coronazione<br />
(V.) nella vicina Ninfa, a mo-<br />
tivo che nell'elezione stessa insorse con-<br />
tro <strong>di</strong> lui l'antipapa Vittore IV detto<br />
V, non potendosi eseguire in Roma per<br />
la prevalenza degli scismatici; in<strong>di</strong> recan-<br />
dosi a Terracina (V.) t per non trovar-<br />
si sicuro neppure in Ninfa. L. Agnello<br />
Anastasio neh' Istoria degli Antipapi<br />
t. 2, p. 5j e 59, parlando <strong>di</strong> Vittore V<br />
narra. Morto Adriano IV in Anagni il<br />
i.° settembre, a' 7 i car<strong>di</strong>nali in Roma<br />
concordemente elessero Alessandro IH,<br />
che fu costretto co' suoi elettori rinser-<br />
rarsi nella basilica Vaticana dalla po-<br />
tente fazione <strong>di</strong> Vittore V, finché il po-<br />
polo mal soffrendo tanta prepotenza, u-<br />
nito con Ettore Frangipani lo rimise in<br />
libertà insieme co' car<strong>di</strong>nali. Portatosi<br />
in Ninfa a' 20 settembre fu consagrato<br />
da Ubaldo vescovo d'Ostia, assistito da<br />
5 vescovi, e da altri car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>a-<br />
coni ; mentre Vittore V a grande stento<br />
potè accozzare 3 vescovi che in Farfa<br />
\V.) l' or<strong>di</strong>narono vescovo nella 1*<br />
6
82 VEL<br />
domenica ili ottobre, cioè Immaro <strong>di</strong><br />
Frascati e quelli <strong>di</strong> Molfetta o Melfi o<br />
Amalfi allora governata da Giovanni, e<br />
<strong>di</strong> Ferentino Ubaldo <strong>di</strong> Prato, da' qua-<br />
li lo scismatico ricevè la male<strong>di</strong>zione in<br />
vece della bene<strong>di</strong>zione. Marocco tra le<br />
iscrizioni esistenti in Cisterna riporta<br />
quella del palazzo ducale eretta dopo<br />
625 anni dal duca Francesco Caetani per<br />
rinnovarne la memoria, in cui leggo cbe<br />
a' 20 settembre ii5g Alexander III<br />
P. M. ex Urbis tumulili post renimela,'<br />
tionem heic reccplus etconsecralus insignia<br />
rile accessit. La trovo pure pub-<br />
blicala dal Bauco colla seguente avver-<br />
tenza e necessaria <strong>di</strong>scussione. Presso<br />
tutti gli storici ecclesiastici leggesi essere<br />
avvenuta la consagrazione nella città <strong>di</strong><br />
Ninfa,<strong>di</strong>stante daCisterna 5 miglia. L'au-<br />
tore della lapide prestò fede ad una let-<br />
tera enciclica dell'antipapa Vittore, <strong>di</strong>-<br />
retta a' vescovi e principi, in cui <strong>di</strong>ce se-<br />
guita la consagrazione d' Alessandro in<br />
castro nomine Cisternae. Doveva l'au-<br />
tore prestare fede piuttosto allo stesso<br />
legittimo Alessandro che a' suoi nemici.<br />
Egli <strong>di</strong>falto scrisse <strong>di</strong> se a Gerardo ve-<br />
scovo e a'eanonici <strong>di</strong> Bologna : Seguenti<br />
<strong>di</strong>e dantinico venerabilibus fralribus<br />
no s tris Gregorius Sabinensi, Hubaldo<br />
Ostiensi .... apud Nympham non longe<br />
ab Urbe insimul consecrationis acce-<br />
pimus. E negli atti dello stesso Alessan-<br />
dro 111 presi da un co<strong>di</strong>ce Valicano leg-<br />
gesi. In vigìlia B. Mai<strong>di</strong>ci apostoli prospere<br />
ad Nympham per Dei gratiam<br />
pervencrunt. Ubi ipsa dominica <strong>di</strong>e. . .<br />
Alexander, praeeunte Spirilus Sancti<br />
grada consccratus est insummum Pon-<br />
tificali. Il Ciacconio, Ilist. Boni. Pont.<br />
riferisce altrettanto. Poco o niente è da fi-<br />
darsi de' fautori e dello stesso antipapa,come<br />
seri ve ilBaronio,per l'immenso cumulo<br />
<strong>di</strong> bugie dettate dal padre della men-<br />
zogna. Essere ciò vero rilevasi dallo scrit-<br />
to da' fautori dell'antipapa e inviato al<br />
suo sostenitore lo scismatico imperatore<br />
Federico I, in cui <strong>di</strong>cono : » Cbe Alessau-<br />
.<br />
VE L<br />
<strong>di</strong>o co' suoi seguaci pervennero alla Ci"<br />
sterna <strong>di</strong> Nerone, nella quale Nerone s'<br />
nascose fuggendo i romani, cbe lo segui-<br />
tavano. Giustamente andarono in Cister-<br />
na quelli cbe aveano abbandonato il fon-<br />
te d'acqua viva, e si erano fabbricale ci-<br />
sterne, ma cisterne <strong>di</strong>ssipate, che l'acqua<br />
contenere non possono." Rimarca il can.<br />
Bauco, cbe siffatte frasi de' parlitanti eli<br />
Vittore sono irrisorie, dettate dall'astio<br />
e dall'ambizione, per porre in ri<strong>di</strong>colo<br />
il Papa legittimo. Di più soggiunge, la<br />
prova piùconvincentechela consagrazio-<br />
ne non si fece in Cisterna, è il saccheg-<br />
gio, 1' incen<strong>di</strong>o e la totale devastazione<br />
<strong>di</strong> Ninfa eseguila da Federico 1, circa il<br />
1 1 56 (è anacronismo perchè la consa-<br />
grazione si fece nel 1 1 5g ),<br />
per ven<strong>di</strong>car-<br />
si <strong>di</strong> que' citta<strong>di</strong>ni, cbe aveano ricevuto<br />
e favorito Alessandro MI. Infortunio che<br />
sarebbe avvenuto a Cisterna, se qui fosse<br />
stata realmente effettuata la consagrazio-<br />
ne. Ma io nel suo articolo, col Nibby, no-<br />
tai che Cisterna fu nel 1 1 65 incen<strong>di</strong>ata<br />
dal cancelliere imperiale, come avversa<br />
aH'imperalore,secondugli scrittori che ri-<br />
tengono ivi seguita la consagrazione pon-<br />
tificia, presso il Muratori, Rerum Itali-<br />
carimi Scriptores, t. 3, p. 2, p. 522 e<br />
seg. Ma l'antipapa Pasquale II nominato<br />
nell'articolo deve leggersi III. Del sac-<br />
cheggio e incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Lodovico V il Ba-<br />
varo riparlerò a Vei.letbi. Nominai più<br />
volte la Cisterna <strong>di</strong> Nerone che <strong>di</strong>e nome<br />
al paese : ecco il riferito da mg. r<br />
Nicolai.<br />
» Dopo Velletri viene Cisterna, donde<br />
calando dolcemeutesi scende a'piaui Pon-<br />
tini. Sulla sua origine variano assai le<br />
opinioni degli eru<strong>di</strong>ti, alcuni confondendola<br />
con Tres Tabcrnae, cambiamento<br />
<strong>di</strong> nome poco cre<strong>di</strong>bile ed errore deri-<br />
vato dagl'inesatti itinerari. In altro tem-<br />
po la terra ebbe il nome <strong>di</strong> Cisterna <strong>di</strong><br />
Nerone, e così fu chiamala non solo dal<br />
volgo, ma da Federico II (dee <strong>di</strong>re I), nel<br />
suddetto passo. Se allora era così cbia<br />
mata Cisterna, ritenendosi volgarmcnl<br />
esservisi nascosto Nerone, i' errore e
V E L<br />
falsila è troppo evidente per la testimo-<br />
nianza <strong>di</strong> Svelonio. Questi racconta, che<br />
Nerone per campar la vita, travestito e<br />
incappucciato lutto, fuggi <strong>di</strong> corsa da Roma<br />
ad appiattarsi nella villa del suo li-<br />
berto Faonte, la quale era situala presso<br />
Roma fra la via Salaria e la Nomentana,<br />
4 miglia circa lungi dalla cititi, e che ivi<br />
fu ucciso da'congiurali che lo inseguiva-<br />
no, ciò che fu pure osservato dal ricordato<br />
Ricchi. Non<strong>di</strong>meno può ben essere, che<br />
la terra si chiamasse la Cisterna <strong>di</strong> Ne-<br />
rone, e che da questa denominazione il<br />
volgo per ignoranza le attribuisse il falto<br />
altrove succeduto. Il Corra<strong>di</strong>ni nel Ve-<br />
tu» La tinnì opina che il luogo avesse quel<br />
nome, perchè Nerone fin là continuò la<br />
fossa cominciata da Augusto nel territo-<br />
rio Pontino. Ma il Corra<strong>di</strong>ni, d'altronde<br />
eru<strong>di</strong>tissimo, prese in ciò due abbagli,<br />
poiché né Augusto imprese alcun lavoro<br />
nel Pontino, né la fossa che Nerone avea<br />
designato <strong>di</strong> condurre dal Ingo d'Averno<br />
fino ad Ostia, non fu mai tirata avanti<br />
<strong>di</strong> qua da Terracina. Ivi per altro anco<br />
a tempo del Nicolai si osservavano due<br />
cisterne così gran<strong>di</strong> e magnifiche che sem-<br />
brano opera de' romani imperatori. Si<br />
potrebbero credere fabbricate da Nerone<br />
per provvedere abbondantemente An-<br />
zio d' acque salubri, portandovele cogli<br />
acquedotti, i cui avanzi esistono presen-<br />
temente ; poiché gli storici tutti concordemente<br />
notano, che Nerone si stu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong><br />
nobilitare in ogni maniera la città d'An-<br />
sio, ove avea sortito i natali. Supposta la<br />
verità dell'esposto, si ha la ragione del<br />
nome <strong>di</strong> Cisterna <strong>di</strong> Nerone, che fu poi<br />
dato a tulio il castello fabbricato in ap-<br />
presso nel medesimo luogo. Il Pacchi re-<br />
gistrò tra' soggetti illustri <strong>di</strong> Cisterna primieramente<br />
il duca d. MichelangeloCae-<br />
tani, a cui intitolò il Theatro degli uo-<br />
mini illustri volsci, che quivi educato<br />
spiccò fin dalla fanciullezza il suo viva-<br />
cissimospirito, tutto intento alla pietà, al<br />
governo fioritissimo <strong>di</strong> tutto il suo slato,<br />
con facile vena alle muse. Alzò ivi da'fon-<br />
V EL 83<br />
damenti una splen<strong>di</strong>da chiesa, adorna <strong>di</strong><br />
decorosi altari, arricchita da sagre sup-<br />
pellettili e da insigni reliquie, in onore<br />
delle ss. Stimmate <strong>di</strong> S.Francesco, custo-<br />
<strong>di</strong>ta con venerazione da' conflati aggre-<br />
gati sotto il suo nome. Di più e<strong>di</strong>ficò non<br />
lungi da Cisterna una nobilissima villa,<br />
deliziosa e amena. Di Cisterna fu fr. Fran-<br />
Peroni riformato francescano,<br />
in vari tempi guar<strong>di</strong>ano, com-<br />
cesco Angelo M. a<br />
missario, custode e prefetto apostolico in<br />
Costantinopoli, inviato da Innocenzo XI<br />
in Albania procuratore delle missioni, e<br />
per modestia ricusò il vescovato <strong>di</strong> Smir-<br />
ne, offertogli nel 1710. Dello stesso 01 <strong>di</strong>-<br />
ne fu fr. Fortunato Setini coa<strong>di</strong>utore mis-<br />
sionario in Tripoli <strong>di</strong> Barbaria, morto nel<br />
patrio convento <strong>di</strong> s. Antonio in concetto<br />
<strong>di</strong> bontà singolare. Francesco Pala<strong>di</strong>ni<br />
laureato nelle leggi scrisse in Roma sull'interpretazione,<br />
De fìdeicomniisso , ma<br />
dopo la <strong>di</strong> lui morte gli fu involata da<br />
un imitatore della cornacchia <strong>di</strong> Esopo,<br />
che si fregiò delle altrui penne. Ce-<br />
lebra la famosa selva <strong>di</strong> Cisterna, le cac-<br />
ce riservate, l'amenità de'li<strong>di</strong> del mare,<br />
de'fonti e fiumi, specialmente del Ninfeo,<br />
celebre per le favole de' poeti. Fra que'<br />
che signoreggiarono Cisterna, ricorderò<br />
Giovanni Ceccareili domicello <strong>di</strong> Sezze<br />
{VRinvestilo del feudo da Bonifacio IX,<br />
per seguire i Caetani gli antipapi. E secondo<br />
il Novaes, vi fu il celebre car<strong>di</strong>-<br />
nal Guglielmo d' Estoulevìlle, che l' ac-<br />
quistò da Onorato Caetani con Caslelve-<br />
tere per 5200 scu<strong>di</strong>. In Cisterna vi si fermarono<br />
più Papi, per esservi la stazione<br />
postale; e <strong>di</strong> Benedettogli riparlerò nel<br />
paragrafo Sermoneta. Oltre i<br />
nominati<br />
al suo articolo, qui aggiungo col p. Gal-<br />
lico, De Itineribus Rorn. Pont., p. icp,<br />
anche Clemente Vili. Annoi 5^ <strong>di</strong>e i4<br />
februarii Ponti/ex ivit Neptunium una<br />
cuin Renrico car<strong>di</strong>nali Gaetano S.R.E.<br />
camerario, et duobus car<strong>di</strong>nalibus nepotibus.<br />
Die. 10 accessit ad oppidum<br />
Cislernae. Post pran<strong>di</strong>uni Papa veni!<br />
versus cìvitatem Veliternensem. Grego-
84<br />
VE L<br />
rio XVI ne visitò la chiesa collegiata nel<br />
i83q a' 23 e 29 aprile, e ripassandovi<br />
nel i843 T8 maggio, egualmente reduce<br />
da Terracina, fu ricevuto sulla piazza<br />
principale dalla magistratura e dal ca-<br />
pitolo colla Croce astata. Aderì alle loro<br />
istanze coll'entrare nella stessa collegia-<br />
ta, ove ricevuta all'altare laterale la be-<br />
ne<strong>di</strong>zione del Santissimo data da mg/ Ca-<br />
stellani sagrista, si condusse all' altare<br />
maggiore, avanti al quale, da un trono<br />
appositamente preparato, ammise al ba-<br />
cio del piede la magistratura <strong>di</strong> Cister-<br />
na ccl suo priore Domenico Vita, ed il<br />
clero della collegiata medesima; poscia<br />
ritraversandola in mezzo a foltissimo po-<br />
polo, e preceduto da due fanciulle elegantemente<br />
vestite che andavano spargendo<br />
fiori, risalì in carrozza in mezzo<br />
agli spari reiterati de'mortari, al suono<br />
delle campane, ed agli evviva degli abi-<br />
tanti per proseguire il suo viaggio verso<br />
Velletri. Il territorio dà grano, vino, poco<br />
olio, moltissime legna da lavoro e da<br />
costruzione ; i suoi pascoli producono eccellenti<br />
latti <strong>di</strong> bufale, che vi abbonda-<br />
no, co'quali si formano saporiti formag-<br />
gi, provature e marzoline. Nel medesimo<br />
territorio si vedono i ruderi della<br />
chiesa <strong>di</strong> s. Eleuterio vescovo dell'Illirico,<br />
ove furono rinvenute le sue venerabili<br />
ossa, trasportate nella cattedrale <strong>di</strong> Vel-<br />
letri, ed il Banco <strong>di</strong>ce che si trovarono<br />
in Tivera. Lungi 3 miglia è il castello <strong>di</strong><br />
Torrecchia, signoria del principe Bor-<br />
ghese, situato sopra un'eminenza in aria<br />
non buona, circondato da fosse, fra colli<br />
e selve, nella via che conduce a Giuliano.<br />
Vi sono avanzi <strong>di</strong> mitra castellane appar-<br />
tenenti all'antico forte e <strong>di</strong> vari torroncioi,<br />
vestigia <strong>di</strong> grotte sotterranee, ed una<br />
cisterna riempita <strong>di</strong> terra e frammenti,<br />
che doveva servire alla guarnigione mi-<br />
litare, che anticamente vi stanziava per<br />
sicurezza del luogo. Ora sonovi moderni<br />
fabbricati ad uso <strong>di</strong> granai, un casale per<br />
abitazione, e una piccola chiesuola della<br />
B. Vergine. Poco prima <strong>di</strong> salire a Tor-<br />
V EL<br />
recchia trovasi una copiosa fonte d'acqua<br />
leggera, la cui sorgente è lontana mezzo<br />
miglio, forma un laghetto e sarebbe ca-<br />
pace <strong>di</strong> far agire una macina da grano.<br />
Confina con Torrecchia l'altro lenimen-<br />
to <strong>di</strong> Torrecchiola, dal Nibby chiamato<br />
ancheCasal Ginnetti, ora de'principi Lan-<br />
cellotti.Esso è quel medesimo Castel Gin-<br />
netti, <strong>di</strong> cui parla il Piazza a p. 5i, che<br />
<strong>di</strong>ce nuova e piccola colonia <strong>di</strong> Velletri,<br />
chiamato così dal nome del suoi." fondatore<br />
il celebre car<strong>di</strong>nal Marzio Gin-<br />
netti, che sontuosamente cominciò la fab-<br />
brica della chiesa, oltre le abitazioni civili<br />
e rurali, morendo in questa sua amena<br />
villa nel 1670.I suoi ere<strong>di</strong>aveano il domi-<br />
nio temporale del luogo, e ilgiuspatronato<br />
della chiesa ,a I tempo dei Piazza con-<br />
tando 100 abitanti in incremento. Poco<br />
<strong>di</strong>stante in una vaga collina e vicino al-<br />
la Teppia eravi Tivera, Tiberia o Castel<br />
Tiberio, borgata già fiorente, e secondo<br />
Theuli già villa <strong>di</strong> Tiberio imperatore,<br />
dove riposavano le reliquie <strong>di</strong> s. Ponziano<br />
Papa, trasferite nella cattedrale <strong>di</strong><br />
Velletri. Fu posseduta da'<strong>di</strong>scendenli <strong>di</strong><br />
Onorato Caetani, e venne demolita da'<br />
corani, o <strong>di</strong>strutta da'saraceni secondo il<br />
Theuli, al presente chiamata dal volgo<br />
Cd-stellone. Di questo Caslellone ne par-<br />
la Ricchi nella Reggia de' Volscì, degli<br />
avanzi de'suoi e<strong>di</strong>lìzi antichi che ne attestano<br />
la sua vastità, ma ignora come<br />
prima si denominasse. Due miglia daTorrecchia<br />
è la tenuta <strong>di</strong> Conca della Con-<br />
gregazione car<strong>di</strong>nalizia del s. Offìzio<br />
(I 7 -), secondoNibby luogo ove surse Sa-<br />
trienni de'volsci; e 5 miglia lungi è la<br />
tenuta <strong>di</strong> Campo Morto, già Castris.Pe-<br />
tri in Formis, della Chiesa <strong>di</strong> s. Pietro<br />
in Faticano (V.), in ambedue è l'asilo<br />
pe'delinquenti. Leone XII col breve Jt<br />
inde, de' 1 5 settembre 1 826, Bull. Roz<br />
va ii<br />
cont. t. : 16, p. 474 Reintegratio privi<br />
tive juris<strong>di</strong>ctionis supremae congrega-<br />
tionis s. Jnquisitionis, super iis, quia-<br />
syli privilegium quaerunt in lati/un<strong>di</strong>o<br />
nuncupato Conca, in Agro romano
VEL<br />
E col breve Inter plura dello stesso gioì*no,<br />
loco cit. : p. 47^ Reintegrano privilegii<br />
competenti* capìtolo l citiamo primaevam<br />
exercen<strong>di</strong> juris<strong>di</strong>ctionem in<br />
causi* oriminalibus super iis quiasyli<br />
beneficium quaerunt in latifunàio nunrupiilo<br />
Castrimi s. Petri Formis, vulgo<br />
Campo Diorto. Appreudo dal Baucoche<br />
appartengono alla <strong>di</strong>ocesi Veliteina, ol-<br />
tre Cisterna, i castelli <strong>di</strong> Toi recchia, <strong>di</strong><br />
Ginnetti, <strong>di</strong> s. Pietro iu Forum in Cam-<br />
po Morto e <strong>di</strong> Castella, cou chiese e cap-<br />
pellani amovibili.<br />
.Ninfa. Annesso <strong>di</strong> Cisterna nella <strong>di</strong>o-<br />
cesi <strong>di</strong> Velletri, già illustre e antica cit-<br />
ili, onde <strong>di</strong>versi scrittori de'voUci ne ri-<br />
feriscono le notizie, ed anch'io già in più<br />
luoghi ne parlai, ezian<strong>di</strong>o per giacere alle<br />
ra<strong>di</strong>ci del monte <strong>di</strong> Norma o Norba<br />
(P .) (pianilo esisteva. Per la sua posizio-<br />
ne, Marocco lo <strong>di</strong>ce luogo deliziosissimo,<br />
pe'ruscelli chela bagnano all'intorno, per<br />
la veduta amena delle circostanti colline,<br />
e pel bel laghetto d' acqua limpi<strong>di</strong>ssima,<br />
abbondante <strong>di</strong> dotte, secondo il Contato-<br />
re. Da questo comincia il fiume Ninfeo e<br />
va placidamente al mare, e del quale e<br />
dell'omonimo antichissimo e magnifico<br />
tempio de<strong>di</strong>cato alle Ninfe, feci parola al<br />
citato articolo. Il lago era singolarmente<br />
venerato da'noi bani a motivo <strong>di</strong> due pro-<br />
<strong>di</strong>giosi fenomeni narrali da Plinio con <strong>di</strong>-<br />
rebbe nel lago Ninfeo sporgevano in fuori<br />
due ì&oklle^etleSaltuareSfquoà in symphoniae<br />
canto* aà ictus moàulantiuin<br />
fiedum moverenlur j e che inoltre eravi<br />
una sorte <strong>di</strong> selce,cr qua pro<strong>di</strong>bantjlammae<br />
, quae pluviis infitti* accenàeban-<br />
tur. Osserva il Nicolai, forse erano que-<br />
sti portenti dell'arte più che della natu-<br />
ra; e quanto al fiume, <strong>di</strong>ce che nel V se-<br />
colo, coli' Ast ura e la Teppia, concorreva<br />
a formar la Palude. Pontina (F.), cioè<br />
ad accrescerla perchè già era formata da'<br />
fiumi Auiasenoe Ufente. In<strong>di</strong> col Corra-<br />
<strong>di</strong>ui ragiona del corso del Ninfeo. Lo celebra<br />
pure il Ricchi nella Reggia de' Poi-<br />
sci, reso fjuiosu da'poeti magnificandolo<br />
VEL 85<br />
(piai ricco fonte <strong>di</strong> natura , e per le sue<br />
chiarissime acque denominato il fiume<br />
Ninfeo, avente la sua sorgente nelle ra<strong>di</strong>ci<br />
de'vicini monti <strong>di</strong> Norma, luogo ame-<br />
no per le pescagioni <strong>di</strong> trutte e riserva-<br />
te caccie, ed utile perle molte macine <strong>di</strong><br />
frumento per comodode'<strong>di</strong>ntorni. Si <strong>di</strong>s-<br />
se Giostra il castello vicino alla bocca del<br />
fiume Ninfeo, come racconta ilTheuli,ed<br />
io ne parlai nel voi. LIV,p. 201. Riporta<br />
il Marocco, il quale visitò i luoghi che va-<br />
do descrivendo, che <strong>di</strong> Ninfa esistono le<br />
vestigia delle mura castellane, formando<br />
una penisola circondata dalle acque del<br />
fiume Ninfeo , avanzi <strong>di</strong> chiese , ed una<br />
torre <strong>di</strong> forma quadrilatera circuita an-<br />
ch'essa da alte mura. Si osserva un bel<br />
giar<strong>di</strong>no con in mezzo una fonte peren-<br />
tiecui passa l'acqua dal laghetto, e vi stanno<br />
due vaghe peschiere per conservare il<br />
pesce. Inoltre contiene quel recinto vari<br />
piccoli terreni lavorativi, formati a fog-<br />
gia d'orti, e vi sono 3 mulini. Fu Ninfa<br />
città ragguardevole e popolosa, come <strong>di</strong>-<br />
mostrano le sue molte rovine e <strong>di</strong>mezza-<br />
le torri, una delle quali già altissima; il<br />
lutto scheletro compassionevole <strong>di</strong> sua<br />
antica magnificenza. Narra Ricchi, ripe-<br />
tendo il riferito da Piazza , essere argomento<br />
che Ninfa fu ampia e popolata pei*<br />
le 5 collegiate chetativi erette, arricchi-<br />
te <strong>di</strong> 24 pingui benefizi con titolo <strong>di</strong> ca-<br />
nonicali. La 1/ sotto l'invocazione <strong>di</strong> s.<br />
Maria Maggiore, uffiziata dall'arciprete e<br />
da 9 canonici. La 2/ <strong>di</strong> s. Biagio con 4<br />
canonici e un priore. La 3/ <strong>di</strong> s. Pietro<br />
con altri 4 canonicati e un priore. La 4-'<br />
<strong>di</strong> s. Salvatore con 3 chiericati e uu prio-<br />
rato, oltre la chiesa <strong>di</strong> s. Leone con uu be-<br />
neficio solo. Tutti i benefizi furono riu-<br />
niti nell'unica superstite chiesa in onore<br />
della B. Vergine, risarcita in forma rura-<br />
le, per comodo de'pochi abitanti, de' pa-<br />
stori e de'ministri delle mole. Tale riu-<br />
nione <strong>di</strong> benefizi segui cou decreto della<br />
visita apostolica falla nel 1 635 da mg.'<br />
Gio. Battista Altieri, e quando il Piazza<br />
visitò la <strong>di</strong>ocesi trovò trascurata la cine-
86 VE L<br />
sa da que'che ne godevano le prebende,<br />
perciò canonicamente rimproverati. Adunque<br />
non vi esiste che la chiesa della<br />
B. Vergine, ove si celebra la messa ne'soli<br />
dì festivi. Dell'aulico e celebre monastero<br />
benedettino fiorito supra Niinpham,<br />
denominato <strong>di</strong> s. Angelo o <strong>di</strong> s. Maria <strong>di</strong><br />
Monte Mirteto, parlerò nel paragrafo <strong>di</strong><br />
Cori. Nel casamento appartenente a'duchi<br />
Caetani signori <strong>di</strong> Ninfa, si legge una<br />
lapide pubblicata da Marocco, eretta nel<br />
i 765 al duca d. Francesco, per l'opera-<br />
to a vautaggio del paese e ivi ricordato.<br />
Crede il Nicolai che Ninfa e la suinmeutovata<br />
Tiberia siano d'origine moderna.<br />
Anche egli racconta il già da me riferito<br />
altrove, ed è questo. Mentre i longobar-<br />
<strong>di</strong> tenevano occupala quasi tutta l'Italia,<br />
il Papa s. Zaccaria nel 7^ presso il loro<br />
re Luitprando si adoperò a tutto potere<br />
per otteuere la restituzione d'alcune cit-<br />
tà d'Italia a 'greci imperatori; e colla for-<br />
za <strong>di</strong> quella eloquenza in cui tanto vale-<br />
va, si guadagnò l'animo del barbaro prìn-<br />
cipe <strong>di</strong> maniera che con giubilo univer-<br />
sale l'impero ricuperò la nobilissima cit-<br />
tà <strong>di</strong> Ravenna (J 7 .), con alcune altre dal<br />
re restituite a 'greci. Presentò inoltre il Pa-<br />
pa al re le suppliche della Pentapoli, del-<br />
l'Emilia, dell'Esarcato e pressoché <strong>di</strong> tut-<br />
ta Italia, perchè Luitpraudo volesse con-<br />
cedere a questi stati la pace , che subito<br />
gli fu accordata per 20 anni , con pro-<br />
messa speciale, eh' esso re sarebbe slato<br />
in avvenire il <strong>di</strong>fensore della Chiesa e del-<br />
le suddette provincie. Per questo grande<br />
servigio, circa l'Esarcato, reso da s. Zaccaria<br />
all'imperatore greco Costantino IV<br />
Copronimo, egli per gratitu<strong>di</strong>ne donò al<br />
Papa, o a sua richiesta, postulaverat, le<br />
due nuove città del paese Pontino Ninfa<br />
e Norba co' loro amplissimi territorii o<br />
masse. Questa donazione alla romana<br />
Chiesa l'attesta Anastasio Bibliotecario,<br />
ed anche Cencio Camerario presso il Mu-<br />
ra tori .ZacharìasPoh tifex accepit a Con-<br />
stantinoprincipe donalionemin scriplìs<br />
perpetuo jure de duabus Maisis,auac<br />
VE L<br />
Nymphas et Nonnias appellantur, quae<br />
juris pallici erant. I Papi però non ne<br />
goderono tranquillamente, né per molto<br />
tempo il possesso, poiché Astolfo <strong>di</strong>venu-<br />
to nel 749 re de'longobar<strong>di</strong>, portatosi poi<br />
all'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Roma, saccheggiando e depredando<br />
il territorio latiuo, l' impoverì<br />
stranamente. Non avendo i romani da lo-<br />
ro slessi forze da respingere tale podero-<br />
so nemico, il Papa Stefano HI non otte-<br />
nuti dall'imperatore CostantinolV i soc-<br />
corsi con replicate istanze implorati, nel<br />
7.53 ricorse in persona a Pipino re de'<br />
franchi , e colle più. efficaci maniere raccomandando<br />
alla sua pietà e valore il<br />
principato della s. Sede, e il popolo romano<br />
dalle barbarie de'nemici; il re ac-<br />
colte rispettosamente le pontificie pre-<br />
ghiere, fece passare in Italia una possen-<br />
te armata , e in poco tempo abbassò la<br />
prepotenza de' longobar<strong>di</strong> e ne punì la<br />
soperchieria,ed ampliò la Sovranità del-<br />
la s. Sede. Molestalo in seguito terri-<br />
bilmente il Papa Adriano 1 da Desiderio<br />
re de'longobar<strong>di</strong>, ricorse a Carlo Magno,<br />
il quale nel 773 sconfisse e imprigionò<br />
Desiderio e liberò d'Italia dalla schiavi-<br />
tù longobarda. In<strong>di</strong> confermò le paterne<br />
donazioni <strong>di</strong> Pipino, e I' accrebbe ancora<br />
aggiungendo al dominio pontificio la bel-<br />
lissima provincia <strong>di</strong> Campania con tu.tto<br />
il territorio Pontino , <strong>di</strong> cui già ne posse-<br />
deva buona parte come notai nel voi,<br />
LV, p. 68. Norma essendo stata onorata<br />
della sede vescovile, e n'era vescovo Gio-<br />
vanni nel 963, soffrì poi una 2. a<br />
<strong>di</strong>stru-<br />
zione , e il vescovo trasportò la sua sede<br />
alla vicina Ninfa, come afferma il Nicolai.<br />
Questi inoltre racconta, che nelle succes-<br />
sive calamità de'lempi, il patrimonio del-<br />
la s. Sede soggiacque a <strong>di</strong>verse usurpa-<br />
zioni; tra le ciltà Pontine peraltro se ne<br />
coniano alcune, le quali nel secolo XII si<br />
mantenevano religiosamente fedeli e ub-<br />
In<strong>di</strong>enti sotto il dominio del Papa. Nin-<br />
fa principalmente, che in qtiell' età avea<br />
una giuris<strong>di</strong>zione assai estesa, favoriva a<br />
tutto potere il partilo papale in prova che
1 duca<br />
VEL<br />
il Pontefice n'era patitone. Presso il Mu-<br />
ratori, Anlìq. hai. Med. aevi, t. 2, p. 1 l,<br />
esiste un insigne monumento delle tasse<br />
imposte nel principio <strong>di</strong> detto secolo da<br />
Pasquale II agli abitanti <strong>di</strong> Ninfa: Ilacc<br />
situi, (juacjiicicul Nimphesinì; fidelita-<br />
temfacere B. Petto, et Donino Pascilali<br />
Pi/pae , ejusque successoribus , quos<br />
meliores Car<strong>di</strong>nales et romani elege-<br />
rint. Jloslem et parlamenluni curii cu-<br />
ria praeeeperit. Servitinnì quod assue-<br />
ti suntfacere, et piaciutili et baunum furiant<br />
B. Peti et Papae. Quartata red-<br />
dent admensuram romani mo<strong>di</strong>ì, et conut<br />
eani usque Tiberiam vel Cis ter-<br />
nani. Glandaticum solvant infesto s.<br />
Martini ... De carico cujusque sandali<br />
solvant denarios sex. Fidantiam in unoquoque<br />
anno ... ìllolen<strong>di</strong>na, quae Papa<br />
mine tenet, duodecim quae sunt extra,<br />
et unum qtiodeit supra laeutn, quiete<br />
<strong>di</strong>miltant. Murumcivitalis deslruentsecun<strong>di</strong>nn<br />
praeceptum euriae,nec sine e-<br />
jus licen da eiini ae<strong>di</strong>jicent. Ma in bre-<br />
ve le cose cambiarono d' aspetto , e nel<br />
pontificato dello stesso Pasquale II non<br />
solo Ninfa, ma ancora Semionda e Tiferà<br />
o Tiheria, e quasi tutto il paese Pon-<br />
tino, regionali AJaritimaui, venue tolto<br />
alla s. Sede da Tolomeo conte Tuscola-<br />
uo. Alla metà dello stesso secolo XII, Pa-<br />
pa Eugenio III ricevè per composizione<br />
Terracina,Norba, Sezze ealtre città Pon-<br />
tine colla rocca <strong>di</strong> Fumone. Non molto<br />
dopo Adriano IV <strong>di</strong>ede il possesso del ca-<br />
stello d'Acqua Puzza o Putrida (<strong>di</strong> cui a<br />
Sezze enei voi. LXX.IV, p. 176) ad A<strong>di</strong>nolfo,<br />
il quale prima ribelle alla Sede<br />
apostolica, erane <strong>di</strong>venuto poi ubbi<strong>di</strong>en-<br />
lissiino. Nel 1 109 a detto Papa gli successe<br />
Alessandro 111, il qualequautuuque<br />
eletto in Roma secondo tulle le leggi ca-<br />
noniche da'car<strong>di</strong>uali, fu costretto <strong>di</strong> sot-<br />
trarsi da quella città con precipitosa fu-<br />
ga, temendo de' Colonuesi e de'faziosi, i<br />
(piali eransi uniti in lega col clero della<br />
basilica Vaticana, per seguire le parti del-<br />
l' iulruso antipapa Vittore IV detto V,<br />
VEL 87<br />
sostenuto colle armi dall'imperatore Fe-<br />
derico I. Alessandro 111 insieme colla più<br />
sana parte de' car<strong>di</strong>nali, i quali sostene-<br />
vano la legittima elezione sua, si ritirò<br />
nel paese Pontino, e in Ninfa nella vigi-<br />
lia <strong>di</strong> s. Matteo, ossia a'20 settembre del-<br />
lo stesso 1 i5g, e non altrimenti come erroneamente<br />
molti scrissero copiandosi,<br />
venne con solenne rito consagrato e co-<br />
ronato, al modo narrato al paragrafo Ci-<br />
sterna, per confutare que'non pocbi ebe<br />
asserirono ivi seguite tali sagre funzioni;<br />
dappoiché i nemici <strong>di</strong> quel magnanimo<br />
Papa , per concitargli l'o<strong>di</strong>o e l'orrore<br />
pubblico, andarono spargendo comunemente<br />
<strong>di</strong>e quelle solenni funzioni eransi<br />
celebrale alla Cisterna ci i Nerone, menzogna<br />
che avea qualche simigliami col ve-<br />
ro perchè Ninfa era assai vicina a Cister-<br />
na , pretendendo goffamente <strong>di</strong> fare reputare<br />
Alessandro III qual altro Nerone<br />
il più. fiero <strong>di</strong> tutti i tiranni. Non essendo<br />
poi il Papa ben sicuro in Ninfa, si portò<br />
a Tenaci uà, e <strong>di</strong> là passò negli stati <strong>di</strong><br />
Guglielmo I re <strong>di</strong> Sicilia, e finalmente si<br />
lifugiò iu Francia. Dipoi Federico I per<br />
ven<strong>di</strong>carsi d' Alessandro Ili che 1' avea<br />
scomunicato, <strong>di</strong>strusse Ninfa, come rac-<br />
conta il Piazza, anch' egli errando nel-<br />
l'anno in che vi si recò Alessandro III,<br />
anzi con altro fallo la <strong>di</strong>sse forse l'antica<br />
Astura, <strong>di</strong> cui riparlai ne' voi. LIV,p. 201,<br />
LXX[V, p. 276. Verso la fine dello stes-<br />
so secolo Leone Frangipani impegnò per<br />
i5o libbre il castello d' Astura a Celestino<br />
HI; il cui successore Innocenzo III comprò<br />
la 3." parte totius Castri Nympharum<br />
cimi teniinentis et pertinentiis suis<br />
ìnlus et deforis, prò quingentis triginta<br />
libris provisiiiorum, da'fralelli Filippo e<br />
Bartolomeo Lombar<strong>di</strong>, e dalla sorella Aidruda<br />
vedova <strong>di</strong> Scotti, i quali n' erano<br />
padroni. Osservai! Marini negli Archiatri,<br />
che il castello <strong>di</strong> Ninfa assai rinoma-<br />
to ue'bassi secoli, fu successivamente pos-<br />
seduto da vari padroui, i quali però sem-<br />
pre riconobbero il dominio della Chiesa<br />
romana su <strong>di</strong> esso. Nicolò 111 nel 1279
88 V E L<br />
assegnò ari nualmen te ahuoai'chiatroG io-<br />
vanni <strong>di</strong> Luca 55 lire <strong>di</strong> provesiui sopra<br />
Je ren<strong>di</strong>te del castello <strong>di</strong> Ninfa, e ne scris-<br />
se al suo podestà, consiglio e comune. Di-<br />
rocca taNinfa per l'in<strong>di</strong>cato ecci<strong>di</strong>o,in pro-<br />
gresso <strong>di</strong> tempo i suoi citta<strong>di</strong>ni passarono<br />
ad abitare in Norma, castello fabbricato<br />
<strong>di</strong> nuovo presso 1' antica Norba. Trovo<br />
in Novaes, che il castello <strong>di</strong> Ninfa appar-<br />
tenente alla camera apostolica , fu dato<br />
da Bonifacio Vili a'2 ottobre i3oo a Pie-<br />
tro Gaelani suo nipote, ed a'suoi succes-<br />
sori, per un annuo canone, e la cessione<br />
d'alcuni effetti che essi possedevano nel-<br />
I Orvietano. Tutta volta afferma Piazza,<br />
apparire dagli alti del notaio Pietro Fer-<br />
raccia, de'i5 luglio 1 337, che il castello<br />
tli Ninfa ne' volsci spettasse alla chiesa e<br />
ospedale de'pellegrini <strong>di</strong> s. Matteo (V.)<br />
in Merulana <strong>di</strong> Roma, e della quale ne<br />
rifeci cenno nel voi. LXXV , p. 65. In<br />
tempo d'Urbano VI ribellatosi Onorato<br />
Caetani conte <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong> (F.), fautoredel-<br />
1' antipapa, fu scomunicato e privato <strong>di</strong><br />
IVinfa, Bassiano e Sermoneta, confiscan-<br />
doli e incamerandoli. In<strong>di</strong> Bonifacio IX,<br />
che gli successe nel i 389, assolse il figlio<br />
conte Giacomello e gli restituì i 3 castelli.<br />
II Nicolai a p. 1 1 3 riporta la lite de'con-<br />
fini de'territorii tra Ninfa e Sezze (P.),<br />
ed altre signorie de' Caetani, ed inoltre<br />
narra, che il suddetto Pietro Gaelani per<br />
<strong>di</strong>venir padrone del castello e del terri-<br />
torio <strong>di</strong> Ninfa, spese 200,000 fiorini d'o-<br />
ro, con istromento <strong>di</strong> comprila dell'8 set-<br />
tembreisgS. E siccome una porzione <strong>di</strong><br />
quel castello e territorio da molto tempo<br />
spettava alla camera apostolica, perchè<br />
comprata da Innocenzo III, cosi Pietro la<br />
ricevè a titolo <strong>di</strong> feudo da Bonifacio Vili<br />
neh3oo. Riferisce Marocco, che in Nin-<br />
fa si fa molta caccia <strong>di</strong> anitre selvatiche<br />
e <strong>di</strong> altri volatili, e vi si trovano utilissime<br />
erbe botaniche.<br />
Bocca Massima. Comune della <strong>di</strong>oce-<br />
si <strong>di</strong> Velletri, eoo territorio in monte, a<br />
sinistra della via che da quella città con-<br />
duce a Cori, da Velletri <strong>di</strong>stante io mi-<br />
VEL<br />
glia e da Roma 35, secondo Bauco, men-<br />
ti eNibby le accorcia, nell'Analisi de <strong>di</strong>n-<br />
torni <strong>di</strong> Roma, t. 3, p. 1 7. Essa è situata<br />
sopra un monte scosceso, ultimo contrafforte<br />
del dorso detto volgarmente mon-<br />
te Lanteria, in luogo <strong>di</strong> monte d' Artena,<br />
contrafforte anch'esso della cima del mon-<br />
te Lepino, oggi detta monte Nero. A pri»<br />
mo aspetto, <strong>di</strong>ce il Nibby, ravvisasi per<br />
la posizione d'un'anlica fortezza, la qua-<br />
le non potè essere se non quella detta dagli<br />
antichi scrittori Carventum, ed Arx<br />
CtfAWrttà/jtf.IlsullodatoDeMatthias nel<br />
suo Saggio <strong>storico</strong> <strong>di</strong> Vallecorsa, sostiene<br />
che l'Arx Carvcntana, ossia la Rocca<br />
Carventana, fosse piuttosto nel comune<br />
<strong>di</strong> Castro soggetto al governo <strong>di</strong> Val-<br />
lecorsa; e che probabilmente Castro successe<br />
all'antico Caslrimonium oppìdum<br />
F olscorum in Latio , il quale era <strong>di</strong>feso<br />
dall'^rx Carventana. Narra esistere nel'<br />
le vicinanze del territorio <strong>di</strong> Castro una<br />
collina denominata da'eastrensi Calvento,<br />
forse corruzione <strong>di</strong> Carvento, Mons<br />
Carventum. Però il Nicolai parlando <strong>di</strong><br />
Ecetra la <strong>di</strong>ce vicina a Ferentino, non la<br />
città etnica, ma Ferentino <strong>di</strong> monte Albano;<br />
ed il Nibby collocandola a Marino,<br />
la <strong>di</strong>ce succeduta alla colonia <strong>di</strong> Castrimonium,<br />
ed a pie <strong>di</strong> tal città <strong>di</strong>ce che fu<br />
\\ Ferentinum, luogo destinato all'assem-<br />
blee nazionali durante l'in<strong>di</strong>pendenza del<br />
Lazio per gli affari della confederazione.<br />
AggiungeNibby,cheSlefano,citando Dio-<br />
nisio, credette X Arx Carventana, città<br />
latina. E fabbricata Rocca Massima sulla<br />
vetta d'elevato monte, con antichi avanzi<br />
<strong>di</strong> fortificazioni militari, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Bau-<br />
co, il quale soggiunge: Massima fu questa<br />
Rocca appellata, perchè ne'remoti tempi<br />
era massima in elevatezza e in fortezza. Il<br />
Piazza parlando della Rocca de' Massi-<br />
mi, la <strong>di</strong>ce posta sulla cima ben erta d'un<br />
monte circondato <strong>di</strong> selve e boschi, il più<br />
alto abitato che per avventura si trovi in<br />
tutta la Campagna, fabbricato con anti-<br />
chissimi testimoni <strong>di</strong> gelosie militari io<br />
forma <strong>di</strong> fortissima Rocca, col recinto <strong>di</strong>
V EL<br />
olle e ben munite muraglie; della declas-<br />
simi o perchè quivi si ricovrii o n'ebbe il<br />
dominio la nobilissima e mitica famiglia<br />
<strong>di</strong> queslo nome, o perchè fosse la Massima<br />
in altezza e fortezza tra' circostanti<br />
paesi. Certo è, soggiunge, che per natu-<br />
ra del sito e per Ja struttura della Rocca<br />
ella riesce sopra modo inespugnabile per<br />
qualunque assalto. Anche il Ricchi nella<br />
Reggia de' Volsci > cap. 3g: RoccaMassima<br />
} la <strong>di</strong>ce situata nella maggior sommità<br />
<strong>di</strong> erto e precipitoso monle, fra Giu-<br />
liano o Giugliano e Segni, la più. alta Rocca<br />
della Campagna de* volsci, forse me-<br />
ritando il suo titolo <strong>di</strong> Massima per la sua<br />
grande eminenza, ovvero per aver avuto<br />
il suo essere dalla nobile famiglia Mas-<br />
simo. La <strong>di</strong>chiara pure inespugnabile a<br />
qualunque assalto <strong>di</strong> guerra, per l'asprez-<br />
za e scabrosità del monte che impe<strong>di</strong>sce<br />
l'accesso in qualunque parte alle squadre<br />
nemiche, che però <strong>di</strong>cesi Arx ab arcen-<br />
do. Riesce molto forte e invincibile ezian-<br />
<strong>di</strong>o per artificio d'arte nella struttura de-<br />
gli antichi baloar<strong>di</strong> e altre fortissime inu-<br />
la, con occhi e gelosie militari da'quali<br />
viene recinta. Ha questa terra la chiesa<br />
parrocchiale de<strong>di</strong>cata a Dio, come tutte,<br />
in onore <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo, con ar-<br />
cipretee un cappellano. Fuori del suo re-<br />
cinto poi ha altra chiesa con ospedale: il<br />
suo protettore è s. Isidoro agricoltore, e<br />
vi sono due confraternite secolari. A 'tem-<br />
pi del Piazza e del Ricchi, poco <strong>di</strong>stante<br />
dalla terra pravi il collegio de' sacerdoti<br />
dottrinari, applicati al ministero de' sa-<br />
gramenti,a promuovere l'istruzione del-<br />
la dottrina cristiana , e per sussi<strong>di</strong>o non<br />
solamente del parroco del castello, ma an-<br />
cora <strong>di</strong> que'contorni che lo richiedevano.<br />
Quella comoda casa fu dotata colle pro-<br />
prie sostanze <strong>di</strong> convenienti entrate, pel<br />
mantenimento de'sacerdoti e altri operai,<br />
dalla nobile matrona romana Massima<br />
de' Conti, virtuosa pel zelo delle anime.<br />
Leggo inoltre nel Nibby , che T. Livio<br />
racconta le gesta avvenute presso quella<br />
città o fortezza, ch'egli chiama Arx Cai-<br />
VEL 89<br />
venlana. Nel 247 <strong>di</strong> Roma i volsci occuparono<br />
l'arce Carventana, e l'esercito romano<br />
la riprese profittando d'un momen-<br />
to <strong>di</strong> negligenza <strong>di</strong> quelli che l'occupa-<br />
vano, usciti per saccheggiare; l'anno se-<br />
guente una negligenza simile per parte<br />
de'romani ne fece padroni gli equi alleati<br />
de' volsci, ne per quanto facessero onde<br />
ritoglierla i romani la poterono riavere;<br />
e nel 34g era ancora in potere degli e-<br />
qui e de' volsci collegati. Queste sono le<br />
poche notizie, che <strong>di</strong> quella rocca ci rimangono,<br />
le quali però, se non <strong>di</strong>mo-<br />
strano pienamente essere l'Arce Carven-<br />
tana nel sito <strong>di</strong> Rocca Massima, non si oppongono<br />
nemmeno a tale congettura. Im-<br />
perocché era l'Arce Carventana d'origine<br />
latina, come <strong>di</strong>mostra Dionisio citato da<br />
Stefano: era nel tempo medesimo sul li-<br />
mite <strong>di</strong> quel territorio a contatto co' vol-<br />
sci , e soggetta alle scorrerie degli equi,<br />
come mostra Livio: era finalmente cosi<br />
forte, che non si poteva prendere se non<br />
per sorpresa, e che potè resistere a due<br />
eserciti consolari, circostanze, che in Roc-<br />
ca Massima si trovano a segno che il fat-<br />
to si rinnovò nel i55y quando per sor-<br />
presa e con istratagemma militare veli-<br />
ne occupata dalle genti del duca d'Alba,<br />
nella guerra <strong>di</strong> Campagna contro Paolo<br />
IV, benché questo avea posto in istato<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa le provincie <strong>di</strong> Marittima e Cam-<br />
pagna; alla quale occupazione segui il de-<br />
plorabile ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Segni (f.). Racconta<br />
Bauco, che non sembra priva <strong>di</strong> fondamento<br />
1' opinione d'avere avuto Rocca<br />
Massima il suo principio da'veliterni, che<br />
per evitare la crudeltà e barbarie de'goti<br />
nel 4 IO > e quella de' vandali nel 4^><br />
furono costretti ad abbandonare la pro-<br />
pria patria, ed a rifugiarsi e nascondersi<br />
fra le balze e i <strong>di</strong>rupi de'monti più inac-<br />
cessibili , ove fortificarsi per loro <strong>di</strong>fesa.<br />
Vuole Calindri , seguendo la tra<strong>di</strong>zione<br />
de'corani, che questo castello fu fondato<br />
daQuepio Massimo da Cori, verso il 608<br />
<strong>di</strong> nostra era. Ciò sostengono i corani an-<br />
che per la coufederazioae immemorabile
f)o V E L V E L<br />
e durevole tra Cori e il vicino paese <strong>di</strong> nino, è pure conlrafforle del monte A-<br />
llocca Massima. Marocco non l'afferma, culo che separa il bacino dell'Amene <strong>di</strong>t<br />
perchè semplice tra<strong>di</strong>zione; ed il Bauco quello del TrerooTotero oggiSacco.L'ab<strong>di</strong>ce<br />
soltanto ritenerne i corani fondatore bondanza de'carpini in quelle montagne<br />
Quinzio Massimo loro concitta<strong>di</strong>no. Ri- moltiplicò la denominazione <strong>di</strong> Carpine-<br />
ferisce inoltre Dauco, che Rocca Massi- to a varie punte. Il monte Carpineto im-<br />
n»a fu già feudo della principesca casa me<strong>di</strong>atamente domina sulla riva destra<br />
Pamphilj-Doria;ed il Piazza <strong>di</strong>chiara che dell'Amene. Fra gli altri luoghi ouaoni»<br />
a suo tempo era posseduta dal duca Sai- mi vi è Carpineto <strong>di</strong> Reggio <strong>di</strong> Modena,<br />
viali, altrettanto confermando Ricchi e ove si recò s. Gregorio V II), alberi che<br />
il moderno Nibby; per ere<strong>di</strong>tà de'Salvia- ivi abbondano, e <strong>di</strong>cesi che fosse in due<br />
li essendo passata ne'principi Borghese, villaggi <strong>di</strong>viso e <strong>di</strong>stinto, e quin<strong>di</strong> insie-<br />
uno de'quali educa Salviati,a cui appar- me uniti è in tal modo generalmente<br />
iiene. Il suo territorio produce viiio, gra- chiamato. Auche Marocco <strong>di</strong>ce che il fab-<br />
uo, olio, ghianda e pascoli. bricato del castello <strong>di</strong> Carpineto siede so-<br />
Governo <strong>di</strong> Segni. pra un colle eminente in mezzo ad alti<br />
Segni (F.), città vescovile, con residea- monti , che gli formano un anfiteatrale<br />
za del vescovo e del governatore. contorno, dove saluberrimo è il clima, e<br />
Carpineto. Comune della <strong>di</strong>ocesi d'A- luogo a proposito per chi amasse un' a-<br />
(lagni e vice-governo, cou territorio in mena solitu<strong>di</strong>ne, sembrando quasi <strong>di</strong>morile,<br />
con molti e buoni fabbricati cinti sgiunto dal mon<strong>di</strong>ale consorzio. Le mon-<br />
<strong>di</strong> mura , con bel borgo, secondo il Ca- tagneda cui è circondato gli rendono <strong>di</strong>-<br />
stellano <strong>di</strong>stantei6 leghe da Roma, 6 da gnitoso ornamento per essere vestite <strong>di</strong><br />
Anagnie 3 da Segni. Lo chiama cospicuo folli castagneti e d' altre piante fruttifeborgo<br />
che da remoti tempi ha il titolo <strong>di</strong> re, avendo anche pascoli salubri, perchè<br />
ducato,egià si noverò fra'muuiti forti d'I- non ha alcun terreno paludoso, e molte<br />
talia uel me<strong>di</strong>o evo. Giace su ridente col- erbe che trovatisi sui colli olezzano soa-<br />
Jina superala all'intorno dalle più eleva- veniente, e molte sono botaniche. Conta<br />
te vette Lepine, e gode <strong>di</strong> sanissimo eli- una popolazione <strong>di</strong> oltre 34 1 6, tale cifra<br />
ina. Si vedono gl'imponenti ruderi del- registrando la Statistica deli 853; i quali<br />
l'antico castello costruito ue'bassi tempi, abitanti sono applicati a'Iavori rurali, al<br />
ove sono le carceri, elevalo su <strong>di</strong> arduo trallico ed all'arti meccaniche, ed ivi si<br />
e precipitoso macigno, e circondato <strong>di</strong> tor- esercitano le più necessarie. Il paese è <strong>di</strong><br />
regalanti mura, che deperirono per l'ab- figura quasi rettilinea, seguitando le falde<br />
baudouo dopo la cessazione dell'italiche delcolle su cui è posto. Le interne vie so-<br />
fazioui de'guelfi e ghibellini, sorgendovi no scoscese, meno quella che comincia<br />
ora la torre comunale dell' orologio pub- dall'antica porta <strong>di</strong> s. Sebastiano fino al-<br />
blico sopra una parte del maschio. La più la vaga piazza, e l'altra che dalla chiesa<br />
alta cima de'Lepini, che <strong>di</strong>cesi Semper- <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo, antica e <strong>di</strong> sti-<br />
visa, offre uno de' più magnifici punti legotico, già abbaziale, conduce parimeli-<br />
<strong>di</strong> vista, onde abbonda il suolo italiano, te alla piazza medesima. Il fabbricato è<br />
Apprendo- da Marocco, che la derivazio- piuttosto altoe visiono buone abitazioni,<br />
ne del nome <strong>di</strong> Carpineto si pretende da Ha 4 interne chiese parrocchiali, che no-<br />
unaselva <strong>di</strong>carpani (o carpini, Carpinus minerò con Marocco. La collegiata ittsi-<br />
Betulus <strong>di</strong> Linneo, specie <strong>di</strong> frassino, il gue sotto l' invocazione de' ss. Giovanni<br />
monte Carpineto, ultimocontraffurtedel- Battista ed Evangelista, sulla detta piaz-<br />
I Arcinazzo, nella ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Subiaco, puu- za situata, eretta uel 1770 al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Ca-<br />
lo culminante <strong>di</strong> quella caleuadell'Apea- lindri, e perciò <strong>di</strong> moderna e ben inlesa
VEL<br />
costruzione, con suo capitolo « la <strong>di</strong>gni-<br />
tà del preposto. L'arciprettira <strong>di</strong> s. Gio-<br />
vanni. La chiesa <strong>di</strong> s. Nicola <strong>di</strong> Bari , e<br />
quella <strong>di</strong> s. Giacomo apostolo, ambedue<br />
col titolo abbaziale. Nel i 749 io cm s ><br />
pubblicò l' Istoria della cattedrale d' Anagni<br />
<strong>di</strong> De Magistris , le 4 chiese par-<br />
rocchiali erano l'arcipretile <strong>di</strong> s. Giovanni<br />
Evangelista, e le 3 abbaziali <strong>di</strong> s. Ma-<br />
ria Maggiore, <strong>di</strong> s. Angelo, e <strong>di</strong> s. Nico-<br />
la vescovo. Vi sono anche due conventi<br />
siibiu bani colle loro chiese. Uno è quel-<br />
lo <strong>di</strong> s. Agostino protettore del luogo, lun-<br />
gi mi 4-° <strong>di</strong> miglio da Carpineto, degli a-<br />
gostiniani che nelle vicende politiche de'<br />
primi anni del secolo coi lente doverono<br />
lasciare, e poi vi tornarono in minor nu-<br />
mero. La vetustissima chiesa è <strong>di</strong> gotica<br />
architettura, e<strong>di</strong>ficala con massi quadrati<br />
neh 35odafr. Gregorio Sii vestii del medesimo<br />
luogo, e coperta d'un tetto che<br />
ricorda quello mirabile della basilica O-<br />
stiense eonsumatodallefiamme nel 1 823.<br />
I <strong>di</strong>pinti della tribuna fauno fede cuine<br />
la chiesa e l'annesso ampio convento ap-<br />
partenessero all'oi<strong>di</strong> ne de'templari. L'in-<br />
gresso è magnifico <strong>di</strong> prospetto a Carpineto,<br />
fiancheggiato da due leoni. Sopra<br />
l'arco è la B. Vergine avente a' lati i ss.<br />
Paolo i.° eremita e Antonio abbate; e più<br />
sotto i simboli de' 4 Evangelisti, in mez-<br />
zo a'quali è collocato l'Agnello pasqua-<br />
le. L'altro convento è <strong>di</strong>stante da Carpi-<br />
neto dopo brevissimo e ameno passeggio,<br />
ad esso pure <strong>di</strong> prospetto e situato alle<br />
falde del monte Capreo, uno de'Lepini<br />
colla vetta più. alta degli altri. Questo bel<br />
convento de'minori osservanti riformati,<br />
che vi stanziano numerosi, fu fabbrica-<br />
lo colla chiesa dalla munificenza del car-<br />
<strong>di</strong>nal Pietro Aldobran<strong>di</strong>no come accen-<br />
nai nel voi. XXV 11, p.i58, con annesso<br />
palazzo abitato dal car<strong>di</strong>nale ne'tempi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>porta 11 Ricchi celebra il fioritissimo<br />
stu<strong>di</strong>o che nel convento vi tenevano i re-<br />
ligiosi, nelle filosofiche e teologiche <strong>di</strong>sci-<br />
pline. 1 contigui orti, i prati e la macchia<br />
souo ciuli da mura, essendo tutto il lab-<br />
VEL D i<br />
bricato <strong>di</strong>gnitoso e vasto, degno del ma-<br />
gnifico nipote <strong>di</strong> Clemente Vili. 11 chiostro<br />
perfettamente quadrato ha nel mez-<br />
zo la cisterna, e al <strong>di</strong> sopra da due parti<br />
vedesi una loggia graziosissiraa collo stemma<br />
marmoreo del car<strong>di</strong>nale. Sul fronto-<br />
ne dell' ingresso principale della chiesa<br />
ammirasi il busto marmoreo d'eccellen-<br />
te scalpello <strong>di</strong> s. Pietro apostolo, a cui è<br />
sagra, dono del medesimo porporato. Vi<br />
sono buoni quadri, e quello <strong>di</strong> s. Fran-<br />
cesco che riceve le s. Stimmate, alla sini-<br />
stra della cappella del ss. Crocefisso , è<br />
stupendo lavoro <strong>di</strong> classico pennelIo:grau-<br />
<strong>di</strong>osa è la sagrestia. Antica è l'altra chie-<br />
sa suburbana <strong>di</strong> s. Maria del Popolo, presso<br />
la quale era 1* ospedale de' poveri. La<br />
sua fronte è gotica, con bell'atrio, <strong>di</strong> cui<br />
due pilastri si vedono ornati <strong>di</strong> due teste<br />
<strong>di</strong> cavallo, e sulla stessa facciata vi sono<br />
varie croci <strong>di</strong> pietra. L' ingresso è mar-<br />
moreo,abbellito<strong>di</strong> bassorilievi a fogliami,<br />
colla ss. Vergine sedente sopra <strong>di</strong> esso <strong>di</strong><br />
bel lavoro, essendo l'occhialone formato<br />
con molta maestria <strong>di</strong> scalpello d'un so-<br />
lo pezzo. Nell'interno è rimarchevole l'al-<br />
tare <strong>di</strong> s. Rocco con due Angeli laterali e<br />
la B. Vergine sedente in alto; a' fianchi<br />
dell' altare si vedono i ss. Pietro e Paolo,<br />
e più sotto s. Bartolomeo e s. Simone.<br />
La pietra che forma l'altare e i bassori-<br />
lievi, è delle vicine cave <strong>di</strong> Carpineto. Al-<br />
le falde del paese è la chiesa <strong>di</strong> s. Miche-<br />
le Arcangelo de'confrati della Morte, ove<br />
s' ammira la Crocefissione <strong>di</strong> Giulio Romano,<br />
e si rimarca la tomba del celebre<br />
Lorenzo Porta dottissimo (non però ar-<br />
chiatro pon lificio, come vuole Castellano,<br />
non trovandolo tra' me<strong>di</strong>ci archiatri nel<br />
Marini), riportandone l'onorifica e pro-<br />
lissa iscrizione Marocco, insieme alle la-<br />
pidarie <strong>di</strong> Carpineto, due delle quali con<br />
morali sentimenti nel <strong>di</strong>aletto del paese.<br />
Esistono pubbliche scuole che insegnano<br />
da'primi ru<strong>di</strong>menti giammai icaii sino al-<br />
la rettorica, e per le fanciulle vi sono le<br />
maestre pie. Manca Carpineto d' acque<br />
perenni neh' interno , e delle piovane si
9*<br />
VE L<br />
servono i popolani , ma due pubbliche<br />
limpi<strong>di</strong>ssime fonti trovatisi però a poea<br />
<strong>di</strong>stanza, una cioè vicino alla chiesa della<br />
t>. Annunziata, l'altra <strong>di</strong>etro la chiesa <strong>di</strong><br />
s. Sebastiano che viene detta ilfonte <strong>di</strong><br />
Pandolfo. Il Ricchi, il De Magistris e il<br />
Calindri parlano dell'origine <strong>di</strong> Carpine-<br />
to.Secorulo l'autore dell' Aquila volante,<br />
lib. 2, cap. 6g, fu fabbricata da Carpeto<br />
Silvio re de'latini, figlio del re Capys <strong>di</strong>-<br />
scendente d'Enea che fondò Capua, e fra-<br />
tello <strong>di</strong> Tiberino che s'annegò nel (ìume<br />
Albulaegli <strong>di</strong>e il nome <strong>di</strong> ZeveTUj per cui<br />
credesiciò avvenuto g23 anni prima del-<br />
l'era nostra. Altri opinano che Carpine-<br />
to sia derivato da alcuni pastori che tenevano<br />
il gregge fra' molti carpini <strong>di</strong> cui<br />
sono ricoperti i suoi monti, opinione ri-<br />
ferita come I' altra da Calindri, il quale<br />
aggiunge, formarsi il suo stemma comu-<br />
nale da 3 Carpini. Dice ancora che fu <strong>di</strong>-<br />
strutta da'romani dopo 3oo anni <strong>di</strong> con*<br />
tinnii guerra fatta da'popoli ch'erano iu<br />
Carpineto; e che nel i (ìlio sotto Alessan-<br />
dro VII deperì quasi intera la popolazio-<br />
ne, epoca che forse devesi anticipare al<br />
i656. Fu posseduto qua! feudo nobile,<br />
dopo la camera apostolica, da vari signo-<br />
ri, prima da'Caetaui, poi da'Conti, a'quali<br />
nel 1428 lo confermò Martino V, e Ca-<br />
millo Conti n'era duca nella metà del se-<br />
colo XVII, come notai nel voi. XVII, p.<br />
74 e 7^. Tuttavolta leggo nelle Memorie<br />
Colonnesi del cav. Coppi, che Martino<br />
V Colonna nel <strong>di</strong>videre tra'suoi paren-<br />
ti nel 1427 i beni, attribuì ad Antonio il<br />
<strong>di</strong>ritto su Carpineto. Dipoi fu ducato de-<br />
gli Aldobrandmi , in<strong>di</strong> de' Pamphilj, ed<br />
ora de' principi Borghese Aldobran<strong>di</strong>ni,<br />
gli stemmi de'quali si vedono sparsi nel<br />
paese. Marocco <strong>di</strong>ce che fu feudo anche<br />
de'Caraffa, e Calindri notò che il suo duca<br />
nel 1750 donò a Benedetto XI V uno<br />
storione <strong>di</strong> libbre 55o preso ne'nostri ma-<br />
ri. 11 Ricchi nella Reggia de' Voh ci trat-<br />
ta uel cap. 9: De'soggetti illustri, <strong>di</strong> Car-<br />
pineto, con breve descrizione della tèrra.<br />
Francesco Leopar<strong>di</strong> fu iutimo familiare<br />
V EL<br />
d'Alessandro VII, e decorò l'aula conci-<br />
storiale, non però avvocato concistoriale,<br />
non trovandolo nel Syllabum Advoca-<br />
tortini s. Consistoriideì Cartari; può dar-<br />
si non<strong>di</strong>meno che lo fosse dopo pubblica-<br />
ta l'opera, stampata uel 1 656 e de<strong>di</strong>cata<br />
a detto Papa. Sebastiano Leopar<strong>di</strong> arci<strong>di</strong>acono<br />
<strong>di</strong> Sezze e poi vescovo <strong>di</strong> Vena-<br />
fio. Alessandro Porcari eccellente fisico<br />
ed egregio poeta; pubblicò nel i638 in<br />
Napoli un' opera poetica iu lode del car-<br />
<strong>di</strong>nal Ippolito Aldobran<strong>di</strong>ni , al quale il<br />
Ricchi attribuisce la biblioteca <strong>di</strong> Carpi-<br />
neto, e l'erezione del convento e chiesa <strong>di</strong><br />
s. Pietro. Fr. Angelo Seneca 1." custode<br />
ueli6i8 della riforma romana de'aiino-<br />
ri osservanti, de'quali era stato ministro<br />
provinciale e procuratore generale, poi<br />
defiuitore generale. Fr. Giacomo da Car-<br />
pineto de'riformati, celebre pre<strong>di</strong>catore e<br />
teologo i nsigne.profondo eru<strong>di</strong>to come <strong>di</strong>-<br />
mostrò nel suo poema epitalamico stam-<br />
pato neh 638. Altri religiosi riformali il-<br />
lustri furono gli Automi, i Gabrielli, i Leo-<br />
ni, i Baldassari, i Paoli, i Giacomi. Fra i<br />
pro<strong>di</strong> militari si <strong>di</strong>stinsero FrancescoCon-<br />
li colonnello de' veneziani nella guerra <strong>di</strong><br />
Cm<strong>di</strong>a; il nipote Alessandro Conti al ser-<br />
vizio della stessa repubblica nella guerra<br />
<strong>di</strong> Godìi; <strong>di</strong> essa inoltre fu capitano e in-<br />
gegnere in Levante Pietro Paolo Briganti<br />
de Conti parente de'precedenti. Aggiungerò<br />
che Marocco celebra Antonio Gozzi<br />
protome<strong>di</strong>co nel 1570 e archiatro pon-<br />
tifìcio, ma il Marini non lo noverò tra gli<br />
Archiatri pontificii. Il Calindri <strong>di</strong>ce che<br />
Carpineto ha dato i natali a molti insigni<br />
uomini d'ogni scienza, e ad un Pecci ve-<br />
scovo <strong>di</strong> Segni, ma nella serie che formai<br />
<strong>di</strong> que' vescovi non lo trovai. Bensì è de-<br />
gnissimo arcivescovo vescovo della nobi-<br />
lissima città <strong>di</strong> Perugia, il car<strong>di</strong>nal Gioac-<br />
chino Pecci <strong>di</strong> Carpineto del titolo <strong>di</strong> s.<br />
Grisogono (del quale, e del possesso che<br />
vi prese il car<strong>di</strong>nale, riparlai nel voi.<br />
LXXX, p. 322), elevato alla s. porpora<br />
a' 19 <strong>di</strong>cembre 1 853 dal Papa regnante.<br />
Riporta il u.° 8 del Giornale <strong>di</strong> Roma del
VE L<br />
18T4. <strong>di</strong>e il comune <strong>di</strong> Carpi lieto lieto<br />
della gloria che gli derivò per l'esaltazione<br />
dell'illustre e tanto benemerito concitta<strong>di</strong>no,<br />
già arcivescovo <strong>di</strong> Dannata e nun-<br />
zio apostolico <strong>di</strong> Brusselles, inviò al Pa-<br />
pa un'apposita deputazione composta <strong>di</strong><br />
parte del capitolo e del municipio , per<br />
significargli i sentimenti <strong>di</strong> riconoscenza.<br />
E nel n.°i45 riferisce un articolo <strong>di</strong> Car-<br />
pineta, ove è descritto come il comune a'<br />
i3 ei4 giugno, per dare all'illustre con-<br />
citta<strong>di</strong>no un solenne attestato della gioia<br />
provata nel <strong>di</strong> lui innalzamento alla s.<br />
porpora, da tutti gli abitanti messo tut-<br />
to a festa il maggior tempio, sulla porta<br />
collocò l'iscrizione che riporta. I vescovi<br />
d' Anagni e <strong>di</strong> Segni amarono prendervi<br />
parte alle sagre funzioni che si celebra-<br />
rono. 1 poveri ebbero larghi soccorsi da'<br />
nobili fratelli del car<strong>di</strong>nal Pecci e dal municipio,<br />
il quale volle pure conferire due<br />
doti a zitelle bisognose. Tutto il paese poi<br />
manifestò la più sentita esultanza, ralle-<br />
grato dall'armonie della banda citta<strong>di</strong>na.<br />
Un arco trionfale, sormontato dallo slemma<br />
gentilizio del car<strong>di</strong>nale, fu eretto al-<br />
l'ingresso <strong>di</strong> Carpineta con corrisponden-<br />
te epigrafe. In ambedue le sere si fecero<br />
brillanti illuminazioni, con fuochi artifi-<br />
ciali, ed elevazione <strong>di</strong> globi 01 eostatici. I<br />
signori Pecci invitarono i vescovi, la mu-<br />
nicipalità, e altre <strong>di</strong>stinte persone ac-<br />
corse al festeggiameuto ad un serale trattenimento,<br />
in cui furono letti vari compo-<br />
nimenti analoghi alla circostanza. L' in-<br />
dustria degli abitanti merita encomio, ed<br />
il commercio <strong>di</strong> bestiame è notabile. Ol-<br />
tre il mercato settimanale del sabato, si<br />
fanno due annue fiere, lai." per la festa<br />
del protettore s.Agostino,l'altra per quel-<br />
la <strong>di</strong> S.Francesco <strong>di</strong> Asisi. Narra Ricchi,<br />
a<br />
che siccome la 1 . si solennizza per 1 5 gior-<br />
niavanti, così viene proseguita conaltiet-<br />
tanti dopo , con fiera libera dal peso <strong>di</strong><br />
qualunque dazio, giusta l'indulto <strong>di</strong> Pao-<br />
lo IV, confermato poi da Gregorio XIII.<br />
Dice Calindri che nel territorio sorgeva la<br />
citià volsca <strong>di</strong> Cuetra (dubito errata il<br />
V E L 9 3<br />
vocabolo, non conoscendola con tal no-<br />
me), e varie castella, delle quali non esi-<br />
ste orma. Negli scavi tentati si trovarono<br />
monete de'primi tempi della repubblica<br />
romana. Sulla più alta delle sue montagne<br />
vi sono i pozzi camerali della neve,<br />
e da un lato la grottta che merita <strong>di</strong> es-<br />
sere visitata, denominata da' locali For-<br />
male. Castellano la qualifica meraviglio-<br />
sa, offrendo eru<strong>di</strong>to pascolo a' naturali-<br />
sti. L' ingresso è angusto e rovinose rupi<br />
lo circondano, destando raccapriccio nel-<br />
l'entrarvi. Sembra che la natura sia sta-<br />
ta gelosa <strong>di</strong> schiudere libero varco alle<br />
sue ascose bellezze. Spazia per entro in<br />
gran<strong>di</strong> sale, sostenuteda sorprendenti vol-<br />
te, in ampi corridoi, ed i segreti della mi-<br />
neralogia vi si mettono in luce. I <strong>di</strong>ntorni<br />
sono sparsi de'i uderi dell'abbazia <strong>di</strong> Val-<br />
visciolo,e de'<strong>di</strong>strutti paesi <strong>di</strong>Collemezzo,<br />
<strong>di</strong> Pruni e <strong>di</strong> Montacuto. Il territorio produce<br />
legname <strong>di</strong> faggio, olio e grano a<br />
sufficienza; frutta, castagne e ghiande in<br />
abbondanza , granturco e vino in poca<br />
quantità, ed abbonda per tutto d'acque<br />
per abbeverare il bestiame, e per l'uso<br />
de'popolani, oltre i pascoli.<br />
Gavignano. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Segni con territorio in piano, <strong>di</strong>stante 36<br />
miglia da Roma, chiamato Gavignano <strong>di</strong><br />
Campagna, per <strong>di</strong>stinguerlo da'paesi omonimi<br />
<strong>di</strong> Bologna a <strong>di</strong> Sabina. E' situa-<br />
to presso i monti Lepini nelle vicinanze<br />
e <strong>di</strong>rimpetto a Segni, sopra un'amena<br />
collina isolata, ferace e <strong>di</strong> belle vigne e<br />
<strong>di</strong> albereti vestita, non che <strong>di</strong> ulivi, in<br />
clima temperato, come esposta a mezzodì,<br />
la cui aria è molto salubre. Le mura<br />
castellane vengono costituite dalle abita-<br />
zioni, restando chiuse da due porte. Sot-<br />
to la collina passa l'antica via Latina, <strong>di</strong><br />
cui tuttora vi è il piano stradale. Fuori<br />
porta Romana è una deliziosa passeggia-<br />
ta. Da essa si gode la pittoresca veduta <strong>di</strong><br />
circa 4° paesi, e conduce alla chiesa fuo-<br />
ri <strong>di</strong> Gavignano un 4-° <strong>di</strong> miglio, <strong>di</strong> buo-<br />
na e moderna architettura, detta il Cal-<br />
vario dal rappresentarsi nel <strong>di</strong>voto qua-
94<br />
V E L<br />
<strong>di</strong>o dell'aliare maggiore la Croeefìssione<br />
<strong>di</strong> Gesù Cristo. In questa chiesa nel 1837,<br />
e al moilo riferito dal n.° 89 del Diario<br />
dì Roma, ai'j ottobre mg. 1<br />
Luciani ve*<br />
scovo <strong>di</strong> Segni solennemente bene<strong>di</strong>sse la<br />
cappella, l'altare e l'immagine <strong>di</strong> s. Fi-<br />
lomena vergine e martire, eretta a destra<br />
della medesima dal capitanoVincenzo Ba-<br />
iocco priore del comune, per grazia rice-<br />
vuta, fra le acclamazioni e le festive <strong>di</strong>mostrazioni<br />
della popolazione, avendo<br />
Gregorio XVI concesso l'indulgenza ple-<br />
naria. In<strong>di</strong> con lodevole emulazione , il<br />
me<strong>di</strong>co romano d." Pietro Paolo Azzoc-<br />
cbi, la cui famiglia è originaria <strong>di</strong> questo<br />
luogo (il suodegno fratello mg.' Tommaso<br />
Azzoccbi cappellano segreto già <strong>di</strong><br />
Gregorio XVI e ora del Papa regnante,<br />
del quale è pure cameriere d'onore, be-<br />
neficiato Vaticano, è benemerito autore<br />
ne " a stessa<br />
chiesa eresse nel sinistro lato la cappella<br />
<strong>di</strong> s.Rosalia vergine palermitana, per es-<br />
sere stata la provincia libera dalla pesti-<br />
lenza del cholera nel 1837. Seguì la be-<br />
ne<strong>di</strong>zione della cappella, dell'altare e del<br />
quadro, come l'altro <strong>di</strong> egregio pittore,<br />
da mg. r<br />
Annoverai vescovo d'Anagni a'<br />
9.5 settembre 1840, per essere in<strong>di</strong>sposto<br />
il vescovo <strong>di</strong>ocesano, con quella straor<strong>di</strong>-<br />
naria pompa descritta dal n.83 del Dia-<br />
rio <strong>di</strong> Roma. In questa lieta circostanza,<br />
avendo l'encomialo dottore ottenuto che<br />
VE L<br />
nccetlasse la prolettoria <strong>di</strong> Gavignano il<br />
celebre car<strong>di</strong>nal Giuseppe Mezzofante,<br />
nominato da Gregorio XVI, volle pren-<br />
derne il solenne possesso a'27 ottobre nel-<br />
la sala del comune,con quelle formalità e<br />
particolari riferiti nel citato Diario. Dirò<br />
solo, che gli fu eretto un arco trionfale con<br />
iscrizione dell'aurea penna <strong>di</strong> mg. r<br />
Luca<br />
Pacifici (già Segretario delle Lettere lati-<br />
ne ,ei\ ora Segretario de' Brevi a'principi,<br />
canonico Liberiano e <strong>di</strong> presente Vatica-<br />
no), dal quale pure furono scritte le altre<br />
fatte in questa occasione. Tra'personag-<br />
gi che recaronsi a ossequiarel'illustre por-<br />
porato, nominerò mg. r<br />
<strong>di</strong> Velletri e mg. 1<br />
Lolli vice-legato<br />
Pecci delegalo <strong>di</strong> Bene-<br />
vento e ora car<strong>di</strong>nale. Luminarie, fuochi<br />
artificiali e l'elevazione <strong>di</strong> globo areosla-<br />
lico, accompagnarono l'esultanza de'gavi-<br />
gnanesi; mentre il capitan Baiocco, ch'eb-<br />
be l' onore <strong>di</strong> dare decoroso alloggio al<br />
car<strong>di</strong>nale e ad altri personaggi, celebrò<br />
l'avvenimento con accademia, e <strong>di</strong>spensò<br />
limosinea'poveri. Inoltre il car<strong>di</strong>nale vol-<br />
le onorare la cappella domestica del zelantissimo<br />
ed encomiato arciprete d. Do-<br />
menico Gorga Cenciarelli, con recarsi a<br />
celebrarvi 3 volle la messa. I patroni <strong>di</strong><br />
dette cappelle Baiocchi e Azzocchi otten-<br />
nerol'erezionedella confraternita delle ss.<br />
Rosalia eFilomena,e pel 1. "volle ascriversi<br />
tra' fratelli l'esimioporporato. Nel piano<br />
verso il nord e precisamente sulla via La-<br />
tina, sopra i ruderi d'una villa degli antichi<br />
romani e forse <strong>di</strong> Pompeo Magno,<br />
esiste un convento con chiesa <strong>di</strong> sempli-<br />
ce <strong>di</strong>segno delta <strong>di</strong> Rossilli, ove è in gran<br />
venerazione una <strong>di</strong>votae antichissima immagine<br />
dellaB.Vergine;e siccome qui vi fu<br />
già un'abbazia <strong>di</strong> monaci basiliani <strong>di</strong>Grotta<br />
ferrata, essi anni ad<strong>di</strong>etro ne doman-<br />
darono l'effigie incisa, accorrendovi a in-<br />
vocarne il patrocinio ezian<strong>di</strong>o da lontani<br />
paesi, ed i gavignanesi vi ricorrono in lat-<br />
ti i loro bisogni e con pubbliche proces-<br />
sioni. I monaci <strong>di</strong> Rossilli possedevano<br />
l'istoria mss. <strong>di</strong> Gavignano, roa per le vi-<br />
cende politiche alcun secolo ad<strong>di</strong>etro ab-
V E L V E L 9 5<br />
bandonando il monastero e ritirandosi in so o favore de* primogeniti <strong>di</strong> sua fami-<br />
quello celebre <strong>di</strong> Fai fa, onde pare che glia della signoria <strong>di</strong> l'ahnontone e Ri-<br />
fossero benedettini, si vuole che seco por- tri feu<strong>di</strong>, e vi comprese Gabiniano ossia<br />
tasserò tale scritto <strong>storico</strong> e lo deposilas- Gavignano. Tra' suoi legati, or<strong>di</strong>nò che<br />
sero in quel prezioso archivio, ove si ere- si fondasse un monastero <strong>di</strong> monache in<br />
de esistere. Il monastero da' Papi fu <strong>di</strong>- Valmontone, suo principale feudo , <strong>di</strong>-<br />
chiarato commenda ahbaziale, e da loro sponendo. Reliquit tria ìivllìa Jloreno-<br />
conferita a vari car<strong>di</strong>nali , gli ultimi de' rum due. expendenda infabnca,ete<strong>di</strong>quali<br />
furono i car<strong>di</strong>nali Borgia e Fonta- ficiismonaslerii,quodappellari manda-<br />
Da. In<strong>di</strong> Ui unita alla mensa vescovile <strong>di</strong> vitmonaslerium s. Crucis, quo<strong>di</strong>pse. Do-<br />
Segni. Le altre chiese <strong>di</strong> Ga vignano sono, minns caepit construere in eastro Valle-<br />
La chiesa parrocchiale de<strong>di</strong>cata a s. Ma- montonis , et compicci mandavit in ho-<br />
ria Assunta in cielo, <strong>di</strong> moderna costru- norem, elreverentiam s. Crucis prò fo-<br />
llone, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Marocco; essa è elegan- Iute animae snae et reme<strong>di</strong>opecca tornili<br />
te, con buon organo, e ben fornita <strong>di</strong> sa- suorum. Itera reliquit ipsi monasferio<br />
gre suppellettili: bello è l'altare inaggio- prò vita, et alinìentis quatuor domina-<br />
re lutto <strong>di</strong> marmi, come la balaustrata, rum,duarum serventiwn,et unius sacer-<br />
con ornamenti <strong>di</strong> metallo dorali. La cine- dotis fructus sui manualis, de quo ipse<br />
sa <strong>di</strong> s. Hocco, patrono principale <strong>di</strong> Ga- testator'vivebat tempore, quo praesen*<br />
vignano , in cui si venera la miracolosa con<strong>di</strong><strong>di</strong>l testamentum, quousque per iimmagine<br />
della Madonna delle Grazie, <strong>di</strong> psum ci. Adynulphum possessione^ congrande<br />
<strong>di</strong>vozione anche de'convicini pae- decentes emantur de propria pecunia <strong>di</strong>-<br />
si. Di s. Tommaso apostolo. Di s. Maria cti d. Adynulphi extra ejus dominiuni<br />
del Carmine, giuspadronato de'Trajelli- ad opus, et utilitalem <strong>di</strong>rli monasteri*<br />
Paggi. Gavignano U\ già feudo possedu- vivere possintcommode.l\\spe\\.oa\\ah\ìlo<br />
da vari signori. Leggo nelle Memorie brica summentovata, Papa Nicolò IV ad<br />
Colonnesi del cav. Coppi. Di tale fami- istanza del nominalo A<strong>di</strong>nolfo Conti li-<br />
glia celebratissimae potente, nel i 171 fio- glio <strong>di</strong> Giovanni, concesse monasteriuni<br />
ri uu Giordano signore<strong>di</strong> Gavignano, na- de Hoscillis or<strong>di</strong>nis s. Bene<strong>di</strong>cli Segnili.<br />
to da un Tolomeo conte del Tuscolo: fi- <strong>di</strong>oec, comechè adeo in spiritualibus.et<br />
gli <strong>di</strong> Giordano furono Giovanni e To- temporalibus collapsum , quod nonnisi<br />
lomeo, che venderono a Papa Lucio 111 duo in eo monaci reinanserunt,el veriun<br />
casale del territorio <strong>di</strong> Lariano. Di similiter non praesumitur, quod mona-<br />
lullociò e con qualche variante ne feci sterilirli ipsum in suo possit or<strong>di</strong>ne' salu-<br />
cenno nel voi. XXV 11, p. 199, e notando briter reformari, onde il medesimo fosse<br />
ancora che da questo 2. ramo de'conli sostituito a quello che A<strong>di</strong>nolfo era in oh-<br />
Tusculanie da detto signore <strong>di</strong> Gavigna- bligo <strong>di</strong> fabbricar <strong>di</strong> nuovo per adempieno<br />
potè derivare lo stipite iW Conti (F.) re al pio legato del padre. Trovo altresì<br />
<strong>di</strong> Segni, celebre e potente famiglia. Nel nel Coppi, che Giulio Colonna, unito al<br />
declinardel secolo XII vivevano Giovali- genero Napoleone Orsini e Giambattista<br />
ni, Tolomeo, Giordano e Andrea , tulli Conti, malconlenlidel governo <strong>di</strong>Clemen-<br />
Colonnesi figli <strong>di</strong> Giordano signore <strong>di</strong> Ga- te VII, verso il 1 53o occuparono Carpi-<br />
vignano. Quanloalla signoria de'Conli su neto, Gavignano, Torricella e altre terre<br />
Gavignano, narra il Ratti, Della fami- convicine. Sembra dunque che a quell'e-<br />
glia Sforza, t. 1, p. 234> che Giovanni poca Gavignano appartenesse alla carne-<br />
Conti nipote <strong>di</strong> Riccardo Conti fratello<strong>di</strong> ra apostolica. In seguito Gavignano <strong>di</strong>-<br />
Papa Innocenzo IH, con suo testamento venne feudo de' principi Pamphilj, da'<br />
del 1287 istituì il perpetuo fìdeicomiuis- quali passò a' priucipi Borghese Aldo-
c)6 V E L<br />
bion<strong>di</strong>ni. Riporta il u.° <strong>di</strong>ce che la città o castello<br />
<strong>di</strong> Sacriporto esisteva vicino a Segni , e<br />
forse colle sue rovine si fabbricò Gavi-<br />
gnano. In Sacriporto seguì la sanguinosa<br />
battaglia tra Siila e il console Mario il<br />
giovaue figlio del famoso console <strong>di</strong> tal<br />
nome, incaricato dal senato<strong>di</strong> combatterlo<br />
, e vi morirono 25,ooo soldati <strong>di</strong> Ma-<br />
rio. Il Ricchi nella Reggia de Volsci trat-<br />
ta al cap. 22 <strong>di</strong> Sacriporto, ed a neh 'egli<br />
ritiene che dalle sue non ignobili rovine<br />
fosse e<strong>di</strong>ficata la terra <strong>di</strong>Gavignano,dopo<br />
essere rimasta <strong>di</strong>strutta interamente nel-<br />
le guerre civili. Afferma eh' era vicina a<br />
Segni, e racconta la memorata mici<strong>di</strong>ale<br />
battaglia. Però il Pettini nelle Memorie<br />