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03.06.2013 Views

DIZIONARIO<br />

DI ERUDIZIONE<br />

STORICO-ECCLESIASTICA<br />

DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI<br />

SPECIALMENTE INTORNO<br />

AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI<br />

E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA<br />

DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA* PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E<br />

VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,<br />

Al RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E<br />

PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI, EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON<br />

CHE ALLA CORTE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.<br />

COMPILAZIONE<br />

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO<br />

SECONDO AIUTANTE DI CAMERA<br />

DI SUA SANTITÀ PIO IX.<br />

YOL. LXXXIX.<br />

IN VENEZIA<br />

DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA<br />

MDCCCL VI 11.


La presente e<strong>di</strong>zione e posta sotto la salvaguar<strong>di</strong>a delle leggi<br />

vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, <strong>di</strong> cui<br />

l'Autore intende godere il <strong>di</strong>ritto, giusta le Convenzioni<br />

relative.


DIZIONARIO<br />

DI ERUDIZIONE<br />

STORICO -ECCLESIASTICA<br />

VEI<br />

V,EIO o VEII, Fej'us. Antichissima<br />

citlà già vescovile, e già forte, polente e<br />

ricca, una delle 12 principali dell'Etru-<br />

ria o Toscana (F".). L'ampio suo terri-<br />

torio, detto ampia regio, confinava al-<br />

l'oriente col Tevere {?.), a settentrione<br />

con quello de' Falisci, de'Capenati e de'<br />

Sulrini ; ad occidente con Ceri; ed a mez-<br />

zogiorno con Lorio (fra Bonaccia e Castel<br />

<strong>di</strong> Guido dell' Ospedale <strong>di</strong> s. Spirito, secondo<br />

Commanville sede vescovile nel V<br />

secolo, de'quali luoghi parlai anche nel<br />

voi. LI, p. 88, degli altri l'andrò <strong>di</strong>cendo),<br />

Bebiana (fra Lorio, e Alsium oggi Palo,<br />

<strong>di</strong> cui ancora parlai in più luoghi), Fre-<br />

gene (ora tenuta <strong>di</strong> Maccarese óe'Rospi-<br />

gliosi, confinante con Castel <strong>di</strong> Guido,<br />

poi colonia romana marittima, <strong>di</strong>versa da<br />

Fregella) e forse col mare Me<strong>di</strong>terraneo.<br />

Circa il 4° miglio da Roma, <strong>di</strong>ce il cav.<br />

Coppi, si vedono a destra vestigia d'an-<br />

tica strada, che talvolta fu delta Veien-<br />

tana. Venne paragonata ad Atene, la più<br />

celebre città <strong>di</strong> Grecia (/"'.), per la gran-<br />

dezza. Quale, Del Tosco impero già Capo<br />

e Regina, non che Ilclruriae Propu-<br />

VEI<br />

gnaculum, resistette per quasi 3 secoli e<br />

mezzo a Roma sua rivale, ad onta che<br />

non ne fosse <strong>di</strong>stante al più 1 2 miglia e<br />

mezzo circa, poiché nella tavola Peutingeriana<br />

è la <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> Veio da Roma<br />

<strong>di</strong> 12 miglia, e presentemente circa 11<br />

miglia per la via Cassia, alle quali aggiun-<br />

te l'una e mezzo della porla anticasi a-<br />

vi anno 12 miglia e mezzo. Presso il silo<br />

ove surse se ne vedono ancora le rovine,<br />

ed elevasi sopra una rupe, tagliata all'in-<br />

torno a picco, il castello che dalla sua li-<br />

brazione romantica ebbe il nome d'Iso-<br />

la unito a quello <strong>di</strong> Farnese, non forse<br />

perchè Paolo III Farnese ne <strong>di</strong>e il pos-<br />

sesso alla sua famiglia, il che secondo al-<br />

cuni si suppone senza potersi accertare;<br />

derivando piuttosto secondo me la più<br />

ragionevole congettura dalle vaste possidenze<br />

godute nelle vicinanze dalla medesima<br />

famiglia, come rilevai nel voi.<br />

XXXIII, p. 20i, me<strong>di</strong>ante lo stato <strong>di</strong> Caslro<br />

e <strong>di</strong> Ronciglione (V.) che dominò.<br />

Trovo bensì nel p. Eschinar<strong>di</strong>, Descri-<br />

zione <strong>di</strong> Roma e dell' Agro Romano, a<br />

p. 2o4>che il castello dell'Isola, era giù de'


4<br />

V E I<br />

ducili <strong>di</strong> Panna, e perciò dello Farnese,<br />

fortezza dell'antico Veio, circondala da<br />

un gran fosso; e <strong>di</strong> poi parlando dell'o-<br />

pere dotte del Piazza, del cav. Coppi e <strong>di</strong><br />

mg. r<br />

Nicolai, si vedrà <strong>di</strong>e questi l'affer-<br />

mano esplicitamente, non però che tale<br />

proprietà derivasse da Paolo III, essendone<br />

l'acquisto posteriore. L'Isola Farnese<br />

è una frazione del <strong>di</strong>stretto e Co-<br />

inarca <strong>di</strong> Roma (J^.), nella <strong>di</strong>ocesi sub-<br />

urbicaria <strong>di</strong> Porlo e s. Ruffino., e nel-<br />

la Statistica dell'anno i853 è registrata<br />

sotto Roma, soltanto essa e Fiumicino, e<br />

contenere 19 case, 20 famiglie, 7 5 abi-<br />

tanti, a motivo della cattiva aria nell'e-<br />

state, nella quale stagione si riducono a<br />

quasi 3o, e malgrado il sottostante fertile<br />

territorio : ma I' Isola Farnese non<br />

più figura nella successiva rettificata Sta-<br />

tistica numerativa delle popolazioni,<br />

del ministero dell'interno, de'i4 novembre<br />

1807, perchè le frazioni si compre-<br />

sero ne' comuni o appo<strong>di</strong>ali, <strong>di</strong> cui fanno<br />

parte, per non avere ammiuistrazione<br />

separata. Può vedersene il prospet-<br />

to nell'incisione prodotta daìV Albani <strong>di</strong><br />

Roma, t. i,p. 345. Ne'teojpi bassi però<br />

era molto più popolata e più vasta, come<br />

apparisce dalla rovina delle case a<br />

settentrione ov' è la porta delta Porto-<br />

naccio. Finché Veio fu nel suo florido<br />

stato ebbe il titolo giustamente <strong>di</strong> capo<br />

e frontiera sopra tutte le città dell' Etruria,<br />

la vera e unica metropoli della me-<br />

desima, mentre dopo la sua <strong>di</strong>struzione<br />

altre città etnische andarono fregiate del<br />

grado <strong>di</strong> capitale, come Perugia, Corto-<br />

na, Arezzo ec. Plutarco chiama Veio re-<br />

gina e capo, ossia metropoli della Tosca-<br />

na, d'armi e d' armate non punto infe-<br />

riore a Roma, s' intende alla Ptoma <strong>di</strong><br />

sua epoca. Che Veio fosse la più forte <strong>di</strong><br />

Toscana e d'Italia ancora, la più capa-<br />

ce a far fronte a' romani non tanto per-<br />

la sua vantaggiosa posizione, che per la<br />

sua celebre rocca, in excelsa et prerup/a<br />

Rupe, come la chiama Dionisio d' Ali-<br />

carnasso, l'asserisce Tito Livio. Che Veio<br />

V E I<br />

fosse fra tutte le altre della Toscana e<br />

dell'Italia antichissima e ricchissima, l'af-<br />

fermano Eutropio, Oliverio, Alier, Li-<br />

vio e altri. Veio era una città per testimonianza<br />

degli slessi romani piti bella <strong>di</strong><br />

Roma per la situazione, per la magnifi-<br />

cenza degli e<strong>di</strong>lìzi pubblici e privati, de'<br />

quali non ne vantava maggiori qualunque<br />

città in Europa, e per tante altre ra-<br />

gioni che si ponno rilevare nello stesso<br />

romano <strong>storico</strong> Livio, il quale parlando<br />

in persona de' romani che sdegnavano<br />

portarsi come relegati a fondar colonie<br />

uè' volsci, si contentavano <strong>di</strong> preferenza<br />

d'andare in Veio, benché allora ridotto<br />

da loro medesimi quasi un mucchio <strong>di</strong><br />

sassi e del tutto <strong>di</strong>sfatto. Non è quin<strong>di</strong> a<br />

meravigliare il gran numero degli scrit-<br />

tori che celebrarono i fasti <strong>di</strong> Veio e de'<br />

veienti, i quali affrontarono i romani va-<br />

lorosamente con varia vicenda, or vinci-<br />

tori e or vinti. I veienti più prossimi a<br />

Roma <strong>di</strong> frequente la danneggiarono, e<br />

tra' popoli confinanti forse mostrarono<br />

maggiore animosità nella vendetta, siccome<br />

<strong>di</strong>fesi da una città ben munita, po-<br />

tevano ad ogni opportunità invadere sac-<br />

cheggiando il territorio nemico, e ritirar-<br />

si sicuri dentro le proprie mura. I roma-<br />

ni, biasimando in altri ciò che alla loro<br />

volta praticarono,chiamavano questa ter-<br />

ribile forma <strong>di</strong> guerra ladroneccio, ed i<br />

veienti predatori, giungendo spesso le<br />

loro improvvise scorrerie, a modo <strong>di</strong> lam-<br />

po, fino alle porte <strong>di</strong> Roma. Quin<strong>di</strong> per-<br />

petuo rancore fra' romani e i veienti.<br />

Dichiara il eh. Campanari : Sopra una<br />

rupe alla e scoscesa, alle cui ra<strong>di</strong>ci scorrono<br />

T acque del fiume Cremerà, e dove<br />

sorgono oggi umili avanzi <strong>di</strong> povere fab-<br />

bricherà ri casolari e tugurii per vecchiez-<br />

za cadenti, sorgeva un ih la potente cit-<br />

tà <strong>di</strong> Veio, la feroce rivale <strong>di</strong> Roma, che<br />

per lo spazio <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 3 secoli resisten-<br />

do con ostinale e sanguinose battaglie al-<br />

la prepotente forza <strong>di</strong> lei, cedendo poscia<br />

al destino che minacciava già le altre cit-<br />

tà deli' Eli uria, a lei pure miseramente


VEI<br />

soggiacque. Era Veio la più forte della<br />

gente etnisca, della grandezza <strong>di</strong> Ateue<br />

(<strong>di</strong>ce il Zanclii che avea una circonval-<br />

lazione <strong>di</strong> 5 in 6 miglia; e il Nibby, che<br />

ne misurò 1' estensione, <strong>di</strong>chiara y mi-<br />

glia), e <strong>di</strong>stante non più che ioo sta<strong>di</strong><br />

da l'ionia, i 2 miglia e mezzo romane;<br />

ed è precisamente ad una tale <strong>di</strong>stanza,<br />

che nel luogo oggi chiamato Isola Far-<br />

O DO<br />

nf.se vuoisi riconoscere l' antica Veio.<br />

Quivi si vedono ancora a poca <strong>di</strong>stanza<br />

dalla città antichissimi sepolcri scavati<br />

da 1<br />

1 1 iti* primi abitatori nel vivo masso<br />

tlt-lle roccie, e avanzi <strong>di</strong> mura colossali,<br />

e resti d' antiche strade che accennano<br />

ove una volta fu la famosa Veio. Fu già<br />

gran <strong>di</strong>sputa fra gli archeologi de'lempi<br />

andati, se il luogo <strong>di</strong> Veio fosse questo,<br />

o se altrove fosse situata quella celebre<br />

città ; ma dopo le scoperte ivi fatte <strong>di</strong> la-<br />

pi<strong>di</strong> importantissime nel i 8 io e negli al-<br />

tii successivi anni, non è più questione<br />

fra'dotti, che il sito <strong>di</strong> Veio non sia quel-<br />

lo «teli' Isola Farnese. Fra'molti scrittori<br />

e illustratori <strong>di</strong> Veio e sue antichità, preferisco<br />

<strong>di</strong> scegliere a guida <strong>di</strong> questo mio<br />

cenno il dotto Nibby, Analisi <strong>storico</strong>-<br />

to/jografìco-anticf uaria della Cartarie'<br />

<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Roma, t. 3,p. 38o, non sen-<br />

za giovarmi all'opportunità <strong>di</strong> que' che<br />

ricorderò. Chiunque ha un'idea della stona<br />

romana, al nome <strong>di</strong> Veii entra nella<br />

curiosità <strong>di</strong> conoscere il sito <strong>di</strong> sì poten-<br />

te città degli etrusci, rivale <strong>di</strong> Roma lin<br />

da'tempi del suo fondatore, la quale con-<br />

tese a palmo a palmo il terreno a quel<br />

popolo invasore per 3 secoli e mezzo cir-<br />

ca, e lini coll'essere deserta. Questa bra-<br />

ni, i poi ha ben altra forza in coloro, che<br />

s'occupano della storia antica de'popoli<br />

italiani e de'monuoienti superstiti; im-<br />

perocché riconoscere il sito <strong>di</strong> Veii etnisca<br />

e le vestigia che ne rimangono,porta <strong>di</strong> ne-<br />

ce*silà l'incontrastabile conseguenza, che<br />

la storia romana de' primi 3 secoli non è<br />

una favola, come da alcuni si pretende<br />

con audacia sostenere ; e che trovando<br />

concorde lo stato delle cose esisteuli con<br />

VEI 5<br />

quello che narrano Dionisio, Livio e al-<br />

tri scrittori autorevoli, ragion vuole che<br />

si concluda essere questi scrittori veri-<br />

<strong>di</strong>ci ancora ne' fatti che più non esisto-<br />

no. Ora essendo il soggetto <strong>di</strong> tanta im-<br />

portanza da potersi dedurre conseguenza<br />

<strong>di</strong> tanto peso, non deve recar meraviglia,<br />

se i dotti de' secoli passati, come<br />

quelli del presente, s'affaticarono in rin-<br />

tracciar il sito della città con que' mez-<br />

zi eh' erano in loro poterete convien <strong>di</strong>-<br />

re a gloria <strong>di</strong> Veii, che niuna città antica<br />

dopo Roma abbia avuto tanti ingegni<br />

che ne abbiano indagato il sito, i monu-<br />

menti e la storia. Nel voi. XIII, p. 296,<br />

parlando <strong>di</strong> Civita Castellana^ registrai<br />

ad hoc l'opere <strong>di</strong> Cesarò, Corso, Maria-<br />

ni, Mazzocchi con 3 opere, Castiglione,<br />

Famiano Nard'mi, Perazzi, Zauchi, Mo-<br />

relli, oltre quelli ricordati negli articoli<br />

Ne pi e Sutri, e <strong>di</strong> altre città vescovili e-<br />

trusche, nelle quali non poco ragionai <strong>di</strong><br />

Veio e de'veienti. Si devono pure tenere<br />

presenti gli articoli Toscana, nella par-<br />

te che ragiono dell'antica Etruria ; e Vi-<br />

TERBOjSiccome capitale dell'Etruriao To-<br />

scana pontificia, nella descrizione ezian*<br />

<strong>di</strong>o de'luoghi che compongono la sua va-<br />

sta provincia e delegazione. Zanchi in ta-<br />

le provincia, detta pure Patri/nonio <strong>di</strong><br />

s. Pietro, vi riconosce il dominio <strong>di</strong> Ve-<br />

io; e aggiunge che nel dominio veientano<br />

si comprendeva ancora il Campo<br />

Faticano, <strong>di</strong>poi <strong>di</strong>venuto tanto celebre.<br />

E osserva mg. r<br />

Nicolai che il tratto <strong>di</strong><br />

campagna che chiamasi Campo Vatica-<br />

no, comprendendo i colli Vaticani, ov'è<br />

oggi la basilica <strong>di</strong> s. Pietro, insieme alle<br />

colline da ponte Molle al Gianicolo, tut-<br />

to era territorio veientano e denominato<br />

Settepagio forse perchè comprendeva<br />

7 castelli o ville de' veienti (<strong>di</strong> essi riparlai<br />

nel voi. LI V, p. 206, e ne' parecchi artico-<br />

li che vi hanno relazione). Loda anch'e-<br />

gli la bellezza e fecon<strong>di</strong>tà delle vistose<br />

campagne veieuti, che invogliarono i romani<br />

a conquistarle, eccellenti pel grano<br />

e altri usi, ma uon già pel vino uou già.


6 VEI<br />

<strong>di</strong>to da' romani, forse perchè feccioso e<br />

grosso. Dall'altro canto, essendo Veio la<br />

città etnisca più vicina a Roma, fu tra le<br />

prime a concepir gelosia della sua nascen-<br />

te e quin<strong>di</strong> sempre crescente grandezza,<br />

e perciò fu la sia principale nemica. Ma<br />

patte de'summentovati e altri scrittoli,<br />

per mancanza <strong>di</strong> que' lumi, che fornisce<br />

la critica archeologica d'oggidì; parte per<br />

un soverchio amore <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>lezione mu-<br />

nicipale, tutti volendo tirar Veio alle pro-<br />

prie patrie; parte per una specie <strong>di</strong> gara<br />

intemperante e urto personale, si allon-<br />

tanarono dal sito in modo che non vi è<br />

quasi luogo fra Martignano, l'Isola Far-<br />

nese, Ponzano (eli cui nel voi. LV11I, p.<br />

ia4)> Civita Castellana (<strong>di</strong>stante meno<strong>di</strong><br />

38 miglia da Roma per l'o<strong>di</strong>erna strada<br />

postale), Gallese, Baccano (<strong>di</strong> cui nel<br />

voi. LVIII, p. 1 17), che non sia stato cre-<br />

duto il sito <strong>di</strong> Veio, cioè nel pretendere<br />

<strong>di</strong> volerlo stabilire si andò vagando en-<br />

tro una circonferenza <strong>di</strong> sopra 60 mi-<br />

glia. Le ricerche fatte espressamente in<br />

proposito,cominciarono nel secolo XV, e<br />

continuarono fino ad oggi.HNibby ripor-<br />

ta semplicemente le principali seguenti<br />

opinioni, senza confutarle, e poi <strong>di</strong>chiara<br />

la sua autorevole. Biondo seguendo quel-<br />

la del poeta Francesco Fiano,collocò Veii<br />

a Ponzano; Volaterrano seguito dal Fulvio,<br />

alla Meana, presso la terra <strong>di</strong> Fiano<br />

(presso <strong>di</strong> essa, <strong>di</strong> cui parlai nel voi. L, p.<br />

p. 7 i,e nel luogo denominato Lago Puz-<br />

zo, 3*28 ottobre i856 dopo forte deto-<br />

nazione si manifestò un'eruzione vulca-<br />

nica, e quin<strong>di</strong> si formò nel centro un cra-<br />

tere e nuovo lago d'acqua sulfurea; pa-<br />

re riproduzione <strong>di</strong> preesistente vulcano,<br />

attesa la denominazione del vocabolo, seb-<br />

bene a memoria d'uomini non si conosca.<br />

Ne parla l'///2>u/H <strong>di</strong> Roma,t. 23, p. 332);<br />

Giovanni Annio,CesareNiccolini e Leandro<br />

Alberti, a Martignano; Cluverio, ne'<br />

<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong>Scrofano(e seguito dal moderno<br />

Calindri, come rilevai nel descriver-<br />

lo nel voi. LVIII, p. 128); il Castiglione<br />

e il Mico, sostenuti poi dal Mazzocchi, e<br />

VEI<br />

più recentemente dui Morelli, a Civita<br />

Castellana (per cui fu scolpito nel fron-<br />

tespizio del palazzo pubblico : Qui sle-<br />

terunt Vejos } nunc renovare licet); ed<br />

il Degli Effetti a Belmonte (monte <strong>di</strong>rupato<br />

<strong>di</strong> tufa vulcanica fra Castel Nuovo<br />

e Scrofano, nel territorio <strong>di</strong> questo, ma<br />

più vicino a quello, a sinistra della via<br />

Flaminia, nella cui sommità fu già il<br />

castello omonimo con sua chiesa della<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Porto ). Tutti questi scrittori<br />

sostennero la loro opinione in modo cha<br />

fa pietà (sic) vedere sopra quali frivole<br />

circostanze si appoggiassero, quanto po-<br />

co conoscessero il criterio archeologico,<br />

e come trascurassero, travolgessero, e mutilassero<br />

ancora l'autorità de' classici. Fa<br />

miano Nar<strong>di</strong>ni con quell'acutezza d'ingegno<br />

che lo <strong>di</strong>stingue, e riconobbe l'emulo<br />

Mazzocchi, malgrado la scarsezza<br />

de' lumi che a suo tempo si a ve. ino su que<br />

sta materia, ne <strong>di</strong>mostrò vittoriosamen-<br />

te il sito all'Isola Farnese (con Discor-<br />

so ira'estigath'OfSlainpalo nel 1 647 in Roma<br />

con figure) e ne' <strong>di</strong>ntorni, appoggia-<br />

to strettamente all'autorità de' classici ed<br />

alle ispezioni locali, e fu seguito da Lu-<br />

ca Olstenio e dal Fabretti : l'osservazio-<br />

ni e le scoperte fatte iu questo nostro se-<br />

colo, hanno <strong>di</strong>mostrato con quantogiu<strong>di</strong>zio<br />

e criterio avesse colto nel segno. La<br />

sua opera, che modestamente intitolò:<br />

L'antico Velo, andò esposta a 3 insolen-<br />

ti repliche del Mazzocchi. Il Perazzi ni-<br />

pote del Nar<strong>di</strong>ni nel 1 654 espose all'os-<br />

servazioni, ossia alla Lettera ed apolo'<br />

già, ch'è lai." produzione ueli653 pub-<br />

blicata dal Mazzocchi, da Nibby qualifi-<br />

cato inetto scrittore, coli' operetta intito-<br />

lata : La Scopetta. Nel secolo seguente,<br />

cioè neli768,l'avv. Zauchicon un'altra<br />

opinione (che rimarcai nel voi. LVIII, p,<br />

1 16 e 1 17, parlando <strong>di</strong> Formello e <strong>di</strong><br />

Baccano, e rilevando il meraviglioso spa-<br />

zio <strong>di</strong> pianura <strong>di</strong>stinto in liste <strong>di</strong>ritte a<br />

guisa <strong>di</strong> scanalature cui sono <strong>di</strong>visi i cam-<br />

pi, da Formello all'Isola Farnese e da<br />

questa verso Roma, com'era formulo pi e-


V E I<br />

Giumente il territorio Veiente), che Veii<br />

fu nel Munte Lupoli, nel suolo e territo-<br />

rio <strong>di</strong> sua patria Campagnano, parte del<br />

ciglio orientale del cratere e del bosco<br />

<strong>di</strong> Baccano, 18 miglia lungi da Roma,<br />

appoggiandosi principalmente a' cuoi»<br />

coli antichi e moderni fatti pel <strong>di</strong>seccamelo<br />

del cratere, ch'egli prese balordamente<br />

(sic) pel cunicolo celebre <strong>di</strong><br />

M. Furio Camillo. Lasciando da canto<br />

tutti i raziocini de' moderni, il Nibby<br />

seguendo strettamente a ciò che gli scrii*<br />

tori antichi ci hanno lasciato <strong>di</strong> positivo<br />

sulla situazione <strong>di</strong> questa città, colla scor-<br />

ta <strong>di</strong> questi ne indagò il sito; e siccome<br />

questo per la <strong>di</strong>stauza da Roma, le cir-<br />

costanze topografiche, l'estensione del pe-<br />

rimetro, e gli avanzi esistenti corrispon-<br />

deva a ciò che si legge <strong>di</strong> Veii etrusca<br />

piesso gli antichi scrittori, concluse che<br />

ivi fu quella città. Dopo avere osservato<br />

che ingiustamente gli scrittori moderni<br />

<strong>di</strong> sovente tacciarono in globo quegli an-<br />

tichi <strong>di</strong> trascuranza nel determinare le<br />

<strong>di</strong>stanze de' luoghi, per le varianti che<br />

alle volte s'incontrano fra uno scrittore<br />

e l'altro; ricorda che la critica insegna<br />

doversi accordare maggior cre<strong>di</strong>to ad<br />

uno scrittore, piuttosto che ad un altro,<br />

secondo la qualità del soggetto che trat-<br />

tano, l'epoca in cui fiorirono e lo scopo<br />

ch'ebbero nello scrivere. Quin<strong>di</strong> in una<br />

questione, come questa, del sito d'una<br />

città, i geografi e gli storici debbousi pre-<br />

ferire agli oratori e a' poeti ; e fra gli sto-<br />

rici que' che vissero in epoche anteriori,<br />

a quelli che scrissero quando le traccie<br />

e le tra<strong>di</strong>zioni si erano o <strong>di</strong>leguate o almeno<br />

illangui<strong>di</strong>te. Così Dionisio, che vis-<br />

se 22 anni in Roma e lasciò una storia<br />

tanto accurata, che visitò i luoghi che<br />

descrive, che fiori sotto Augusto, quando<br />

Veii non solo non era stata <strong>di</strong>men-<br />

ticata, ma era risorta come municipio<br />

romano, devesi per ogni riguardo, trat-<br />

tandosi <strong>di</strong> Veii, anteporre ad Eutropio,<br />

sofista e trascurato compen<strong>di</strong>atole della<br />

storia romaua da lui de<strong>di</strong>cala a Valeu-<br />

VEI 7<br />

te, che visse sempre in oriente, ed ebbe<br />

inoltre la <strong>di</strong>sgrazia d'essere stato il suo<br />

lavoro stranamente interpolato con ag-<br />

giunte da Paolo Diacono nel secolo IX.<br />

A tuttociò deve aggiungersi che le cifre<br />

de' numeri sono andate soggette ad alterazioni<br />

per l'ignorau/.a de' copisti, onde<br />

tali varianti piuttosto che attribuirle alla<br />

trascuratezza degli scrittori, debbonsi<br />

riconoscere per negligenze degli ama-<br />

nuensi. Dionisio descrive Veii nella gia-<br />

citura, nella <strong>di</strong>stanza e nella grandez-<br />

za, come <strong>di</strong>ssi in principio, <strong>di</strong>chiaran-<br />

dola la città etrusca più potente e più<br />

vicina a Roma. Nell'epitome pubblica-<br />

ta dal car<strong>di</strong>nale Mai si legge: » Essere<br />

la città de' veienti per nulla inferiore a<br />

Roma, ontl' essere abitata, possedendo<br />

un territorio vasto e fertile, io parte<br />

montuoso, in parte piano, <strong>di</strong> aria purissima<br />

ed ottima per la salute degli uo-<br />

mini, come quella che non aveva pa-<br />

lu<strong>di</strong> vicino, donde si alzassero esalazioni<br />

gravi, né alcun fiume che tramandas-<br />

se aure fredde <strong>di</strong> buon mattino, uè scar-<br />

seggiatile d'acque e queste non condotte,<br />

ma sorgenti, copiose e ottime a bersi ".<br />

Dionisio pertanto positivamente porta a<br />

100 sta<strong>di</strong> incirca la <strong>di</strong>stanza fra Roma e<br />

Veii, i quali calcolati 8 a miglio, ne se-<br />

gue che Veii era 12 miglia e mezzo <strong>di</strong>-<br />

stante da Roma; e con lui s'accorda la<br />

carta Feutingeriana, la quale in<strong>di</strong>cando<br />

le stazioni della via Cassia, ed ommetteudo<br />

per sistema le frazioni, pone Veii 12<br />

miglia lontano da Roma. Questi due documenti<br />

sono precisi. Ma coloro che non<br />

vollero veder chiaro in una cosa da per se<br />

stessa chiarissima, ricorsero a Livio, il<br />

quale pone in bocca ad Appio Clau<strong>di</strong>o,<br />

nell'orazione per eccitar il popolo alla<br />

guerra contro Veii, esser <strong>di</strong>stante vicesi-<br />

inu/11 lapidali, in conspectu propc Urbis<br />

nostrae aiimuiin oppugiialionetn perfer-<br />

re piget. Per cui conclusero i sostenitori<br />

dell'altre opinioni coulra il Nar<strong>di</strong> ni e i<br />

seguaci suoi, che Veii fu circa 20 miglia<br />

luDgi da Roma. L'espressione <strong>di</strong> Livio fu


8<br />

VEI<br />

vaga e il suo senso non fu compreso. Egli<br />

non parlò della <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> Veii, ma de'<br />

combattimenti, che intorno a quella cit-<br />

tà avvenivano fra' i vali corpi dell'eser-<br />

cito romano attendali ad una certa <strong>di</strong>-<br />

stanza, ed i veienti; ed alcuni <strong>di</strong> essi era-<br />

no certamente 3 e più miglia <strong>di</strong> là da Veii,<br />

onde tenere in soggezione gli etrusci e spe-<br />

cialmente i capenati ed i falisci. D'altron-<br />

de Veii stando quasi a vista <strong>di</strong> Roma, e<br />

dentro il raggio <strong>di</strong> 20 miglia, la proposi-<br />

zione <strong>di</strong> Appio regge sempre, senza che<br />

ne segua che Veii dovesse intendersi si-<br />

tuato alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> circa 20 miglia.<br />

Soggiungono però che Eutropio la colloca<br />

18 miglia <strong>di</strong>stante; ma Entropio non<br />

deve preferirsi a Dionisio, pegli errori dal<br />

i.° fatti nel descrivere altre <strong>di</strong>stanze, ed<br />

enumerati dal critico Nibby, e perciò non<br />

doversene far conto. Dionisio non in<strong>di</strong>ca<br />

soltanto la <strong>di</strong>stanza, ma descrive minu-<br />

tamente il sito <strong>di</strong> Veii; e la carta Peutin-<br />

geriana, oltre la <strong>di</strong>stanza, la <strong>di</strong>rezione<br />

rispetto a Roma, cioè la via Cassiajquin<strong>di</strong><br />

se seguendo tale antica Strada <strong>di</strong> Ro-<br />

tila (P'.), alla <strong>di</strong>stanza da Roma <strong>di</strong> circa<br />

i 2 o 1 3 miglia esiste un luogo, che corri-<br />

sponde alla descrizione <strong>di</strong> Dionisio; se<br />

oltre questo vi rimangono avanzi visibi-<br />

li <strong>di</strong> sepolcri, recinto <strong>di</strong> mura, e nodo <strong>di</strong><br />

molte vie che ivi mettono da varie <strong>di</strong>re-<br />

zioni, crede il dotto Nibby che bastereb-<br />

be per <strong>di</strong>mostrare che ivi fu la città <strong>di</strong><br />

Veii. A compimento poi <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>mo-<br />

strazione, si aggiungano le memorate sco-<br />

perte fatte nel 181 o presso l'Isola Farne-<br />

se, cioè 1 2 miglia e mezzo lontano da Ro -<br />

ma sulla via Cassia, <strong>di</strong>lapi<strong>di</strong> importan-<br />

tissime, nelle quali <strong>di</strong> altro non si parla<br />

che <strong>di</strong> Veii e de' Veienti ; quin<strong>di</strong> oggi è<br />

un fatto <strong>di</strong>mostrato che ivi fu quella fa-<br />

migerata città, e dalla descrizione dello<br />

stalo presente de'luoghi, che toccherò poi,<br />

si vedrà quanto esatta sia la descrizione<br />

<strong>di</strong> Dionisio, e per conseguenza quanto cre-<br />

<strong>di</strong>to egli meriti in queste ricerche a pre-<br />

ferenza <strong>di</strong> qualunque altro.<br />

L'etimologia del nome <strong>di</strong> questa cit-<br />

VEI<br />

tàdeve rintracciarsi nella lingua etrusca,<br />

e non nella voce Vela <strong>di</strong> Feslo o Paolo<br />

suo compen<strong>di</strong>atore, poiché questi forse<br />

con allusione agli eccellenti veienti arti-<br />

sti <strong>di</strong> cocchi ed a' valenti loro conduttori<br />

de'medesimi, <strong>di</strong>ce tutt'altro : Veia apud<br />

Oscos (o tuscos) <strong>di</strong>cebatur plaustru/n,<br />

unde velarti slìpiles in plaustro et vectu-<br />

ra, veitura (0 velatura.) Così è ignoto il<br />

suo fondatore, che alcuni suppongono<br />

Properzio, il quale fu certamente re de*<br />

veienti, secondo Servio, scoliaste o com-<br />

mentatore <strong>di</strong> Virgilio, che <strong>di</strong>ce il luco e<br />

famoso tempio <strong>di</strong> Feronia presso Capena<br />

(della quale feci cenno nel voi. LV1II,<br />

p. i2ie seg., <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong> Ci vitella, Lepriguano<br />

e Morlupo,ed altrove con Gallet-<br />

ti ancora),fu e<strong>di</strong>ficato coll'aiuto de' veien-<br />

ti da' figli del re Properzio mandati a<br />

Capena, non però che fondassero questa,<br />

la quale può essere stata fondata da' veienti<br />

a misura che estesero il loro domi-<br />

nio fino alla riva del Tevere. Delle città<br />

etrusche vicine a tal fiume, Capena non<br />

fu certamente delle più oscure, quantunque<br />

non si contasse mai come una lucumonia<br />

particolare (cioè una delle prin-<br />

cipali città etrusche, e il cui principe o<br />

capo particolare si <strong>di</strong>sse lucumone), e si<br />

riguardò piuttosto come una <strong>di</strong>pendenza<br />

<strong>di</strong> Veii, colla quale fu sempre strettamente<br />

unita (nella carta topografica <strong>di</strong><br />

Capena e sue a<strong>di</strong>acenze, che osservo nel<br />

Galletti, nel suo Discorso <strong>di</strong> Capena<br />

municìpio de* romani e del castello dì<br />

Civilucula, i territori! de'capenati e de'<br />

veienti sono separati dalla via Flaminia).<br />

Il medesimo Servio, chiosando le paro-<br />

le dell'Eneide: Tuin Salii ad canlusj<br />

ci ha conservata la tra<strong>di</strong>zione, che alcu-<br />

ni credevano essere stati i salii istituiti<br />

da Morrio re de' veienti, perchè venisse<br />

co' loro canti lodato Aleso figlio <strong>di</strong> Net-<br />

tuno, stipite della famiglia <strong>di</strong> quel re. I<br />

due re Properzio e Morrio appartengono<br />

all'epoca primitiva della storia <strong>di</strong> Veii,<br />

in qual tempo però particolarmente fio-<br />

rissero uou è uoto al Nibby, uè chi <strong>di</strong>


V E I<br />

loro fosse il più antico. Ma il nome ili<br />

Moi rio o Morio pare identico a quel <strong>di</strong><br />

Mamurio, che secondo la tra<strong>di</strong>zione più<br />

comune era stato il fabbro degli allei-<br />

li o scu<strong>di</strong> sagri, de' quali i salii servivansi<br />

nelle loro danze sagre, <strong>di</strong> cui il nome<br />

era sovente ripetuto nel carmen saliare.<br />

De' sacerdoti salii parlai ne' voi. LX, p.<br />

i3o,LXXXlII,p.3i4eallrove. Nel Ve-<br />

to illustralo dal Zanchi, parlando egli<br />

sull'origine della città, secondo l'insinua-<br />

zione del Theuli, Teatro hi<strong>storico</strong> <strong>di</strong>Veltetri,<br />

non trovo i nominati re veienti, ma<br />

bensì un re O<strong>di</strong>o o Veio figlio <strong>di</strong> Gome-<br />

ro o Cornerò re d'Italia, nato da Jafet e<br />

perciò nipote <strong>di</strong> Noè, al quale Veio dà 5o<br />

anni ili regno. Crede quin<strong>di</strong> che Veio fu<br />

fondata da Gomero e le <strong>di</strong>e il nome del<br />

figlio Veio, ovvero che questi slesso ne<br />

fu il fondatore e le <strong>di</strong>e il proprio nome,<br />

<strong>di</strong>cendolo fiorito ai 06 anni avanti<br />

la nostra era, e che dal padre <strong>di</strong> lui tras-<br />

se la denominazione il piccolo fiume <strong>di</strong><br />

Cremerà, che nasce nella valle <strong>di</strong> Bacca-<br />

no, dove prima era un piccolo lago <strong>di</strong>-<br />

seccato dal principe <strong>di</strong>Campagnano Ago-<br />

stino Chigi, essendo già stato <strong>di</strong>minuito<br />

per mezzo <strong>di</strong> emissari particolari, i quali<br />

furono presi dal Zanchi pe' cunicoli fo-<br />

rati da' romani per espugnar Veli. Nel-<br />

1' ultimo <strong>di</strong>seccamento, eseguito versoi!<br />

1 738, lo scolo si scaricò nel Cremerà og-<br />

gi Valca o Varca. Quanto all'etimologia,<br />

riporta il parere dell'Alberti, che seguen-<br />

do Ceroso, narra essere costume degli sci-<br />

ti <strong>di</strong> fabbricar le città con de Vejo carri,<br />

così chiamati forse da Vehendo, come at-<br />

ti al trasporto delle cose. Tali Fej uniti<br />

insieme sembravano mura ,<br />

e servivano<br />

a 'citta<strong>di</strong>ni non meno <strong>di</strong> fortificazioni che<br />

d'abitazioni. Laonde da'earri co'quali for-<br />

inossi la città, questa si<strong>di</strong>sse Veio. Il Boli-<br />

<strong>di</strong> nelle Memorie storiche del lago Sab-<br />

batino, <strong>di</strong> Trevigiana, Slitti ec, seguendo<br />

l'opinioni del Zanchi, ignorando quel-<br />

le del Nibby, conclude che perciò la città<br />

<strong>di</strong> Veio vanta per la sua origine una pri-<br />

mazia su tulle l'altre città etrusche clje<br />

VEI 9<br />

le stavano per <strong>di</strong>r così alle spalle. All'e-<br />

poca della fondazione <strong>di</strong> /Ionia, j53 an-<br />

ni innanzi l'era corrente, Veii certamen-<br />

te esisteva e il suo territorio era vasto;<br />

imperocché escludendo quello de'ca pena-<br />

ti, de' nepesini e de' sulrini, che sicura-<br />

mente un tempo furono <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong><br />

Veii , occupava tutto il tratto sulla riva<br />

destra del Tevere, fra il confluente del ri-<br />

vo oggi detto <strong>di</strong> Frocoio nuovo, e la fo-<br />

ce sinistra del Tevere nel mare. E den-<br />

tro terra risalendo il corso <strong>di</strong> detto rivo<br />

e <strong>di</strong> là in linea retta pe'cappuccini <strong>di</strong> Bia-<br />

110, e Belmonte e Campagnano chiudeva<br />

dentro il cratere <strong>di</strong> Baccano , i laghi <strong>di</strong><br />

Stracciacappe già Fapirano, e quello <strong>di</strong><br />

Martignano già Alsietino, e così andava<br />

a raggiungere la riva del gran lago Sab-<br />

batino oggi <strong>di</strong> Bracciano fino al suo emis-<br />

sario naturale, ossia al corso dell'Arrone,<br />

il quale da quel punto fino al mare ser-<br />

viva <strong>di</strong> confine fra' veienti eCeri oggi Cer-<br />

veteri (V.), <strong>di</strong> cui anche nel voi. XLI, p.<br />

189 e 190 e altrove. Il Tevere lungo tut-<br />

to il tratto soprain<strong>di</strong>cato era il confine<br />

naturale fra'veienti e il Lazio (V.), confinechefusanziouato<br />

dopo lamoited'Enea.<br />

Quin<strong>di</strong> il Alo/ite Gianicolo ed il Va-<br />

ticano (/'.), sebbene al presente in parte<br />

siano chiusi eulro le Mura <strong>di</strong> Roiiia[P^.),<br />

all' epoca della sua fondazione non solo<br />

non facevano parte della città, ma nep-<br />

pure del suo territorio, come narrai in ta-<br />

li articoli. La prima volta che i veienti<br />

compariscono nella storia è sotto Romo-<br />

.'<br />

lo i re e fondatore <strong>di</strong> Roma, quando cioè<br />

dopo la morte <strong>di</strong> Tazio re<strong>di</strong> Sabina (V.),<br />

avendo gli abitanti della città sabina <strong>di</strong><br />

Fidate V.), consangui nei de' veienti, pre-<br />

[<br />

date alcune barche cariche <strong>di</strong> viveri, che<br />

Crustumeri colonia <strong>di</strong> Roma (laqualecolonia<br />

avea due agri ubertosi, uno <strong>di</strong> qua<br />

dal Tevere ne'posse<strong>di</strong>menti latini, uno ili<br />

là ne'posse<strong>di</strong>menti etruschi) a questa in-<br />

viava pel fiume per la carestia che l'af-<br />

fliggeva; perciò attirarono contro <strong>di</strong> loro<br />

lo sdegno <strong>di</strong> Romolo, il quale corse ad as<br />

salirli, li viuse e s'impadronì della loro


io YEI V E I<br />

città, che multò d'una parte del terrilo- nicolensi), costituirono il patrimonio dei-<br />

rio, e fece presi<strong>di</strong>ale da 3oo soldati. I ve- la tribù perciò appellata Rurnulia o Ro-<br />

ìenti non potevano vedere <strong>di</strong> buon animo milia, ." e questa fu la i delle romane Trie<br />

senza gelosia questo posto avanzato de' bu rustiche. Il eh. cav. A. Coppi lesse due<br />

romani, posto importantissimo riguardo Dissertazioni nell'accademia romana <strong>di</strong><br />

a loro, poiché <strong>di</strong>rimpetto a Fidene è la Archeologia, che le pubblicò nel t. 5 delle<br />

valle<strong>di</strong> Cremerà, perla quale dopo 6 mi- Dissertazioni della medesima, cioè a p.<br />

glia circa <strong>di</strong> cammino si giunge a Veii, 285 quella su Vejo, ed a p. 3i3 l'altra<br />

.senz'aleuti ostacolo naturale. Quin<strong>di</strong> in- dt'Settcpagì. Parlando de'confini del suo<br />

limarono a Romolo <strong>di</strong> ritirare il presi<strong>di</strong>o territorio, <strong>di</strong>ce che avea un'estensione <strong>di</strong><br />

da Fideue e <strong>di</strong> restituire a'fidenati le ter- circa 3oo miglia quadrate, ossia <strong>di</strong> circa<br />

re. Il bellicoso re <strong>di</strong> Roma non <strong>di</strong>e peso 36,ooo rubbia. Conviene che presso le<br />

a tali domande, e perciò essi passato il rovine <strong>di</strong> Veio si costrinse ne' tempi <strong>di</strong><br />

Tevere presso Fidenes'accamparouo eoo mezzo un castellodetto Isola, il quale nel-<br />

esercito poderoso in luogo appartato. Ilo- la decadenza della famiglia Orsini che lo<br />

molo si recò tosto a porre i suoi allog- possedeva, sembra che sia passato nel do-<br />

giamenli inFidene stessa. Venuti allema- minio della Farnese, dalla quale prese<br />

ni, lai. 3<br />

battaglia restò indecisa; però nel- nuova denomiuazioue.Quanto a Sette Pa-<br />

la 2." per un'imboscata i veieuli furono gi, egli <strong>di</strong>ce ignorarsi precisamente dove<br />

<strong>di</strong>sfatti, e sebbene nel combattimento pò- fossero tali regioni de' veienti; ma sicco-<br />

chi pei isserò, i superstiti nel passare il Te- me erano contigui al Tevere, con qual-<br />

vere a nuoto si annegarono nella più par- che probabilità gli assegnò in territorio<br />

te. Ardendo i veienti <strong>di</strong> vendetta, toma- le seguenti tenute, che sono appunto sul»<br />

rono in campo e furono <strong>di</strong> nuovo scon- la destra del fiume nell'antico territorio<br />

fitti, perdendo inoltre il campo e tutte le de'veienti, e <strong>di</strong> tutto ne fece l'ili ustrazio-<br />

bagaglie. I veienti perciò costretti a do- ne storica ed eru<strong>di</strong>talo' rispettivi proprie-<br />

uuandar la pace, l'ottennero con tregua tari, fra'quali <strong>di</strong>verse spettano al capitoperi<br />

oo anni, a con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> cedere a'ro- lo Vaticano. Torricella , Prati <strong>di</strong> Tor<strong>di</strong><br />

mani tutta quella partedel territorio pros- Quinto, Tor <strong>di</strong> Quinto (ove si crede fosse<br />

sima a Roma sulla riva destra delTeve- il baluardo meri<strong>di</strong>onale veicolano), Cre-<br />

se, che designavasi col nome <strong>di</strong> Sette Pa- scenza, Inviolata, Inviolatella, Muratella,<br />

gi, probabilmente per 7 villaggi e forse Valca e Valchetla, Prima Porta e Frasmuniti<br />

ch'erano sparsi nella contrada, e sineto, Pietra Pertusa,ÌVLilborghetto, Ca-<br />

d'astenersi dalle Saline (/'.) che aveano sai delle Grotte, Procojo nuovo, Procojo<br />

alla foce del fiume, e dessero 5o ostaggi vecchio. Sommano le medesime a rubbia<br />

per sicurezza. Questo trattato fu scolpito 342. La regione è attraversata dali'anti-<br />

a perenne memoria sulle colonne. I pri- ca via Flaminia, e ne'tempi <strong>di</strong> mezzo fu<br />

gionieri vennero restituiti; e quelli che talvolta detta Collina. Avverte poi nella<br />

preferirono <strong>di</strong> rimanere in Roma ebbero Dissertazione <strong>di</strong> f^ejo, che del territorio<br />

da Romolo la citta<strong>di</strong>nanza, e terre sulla veiente una porzione è fuori dell'o<strong>di</strong>erno<br />

riva sinistra del fiume. Tutto narrano Li- Agro Romano, e che in quello erano per<br />

vio e Dionisio. Paolo poi compen<strong>di</strong>atole avventura compresi i territorii <strong>di</strong> Riauo,<br />

<strong>di</strong> Festo racconta, che le terre da Piomo- <strong>di</strong> Castel Nuovo <strong>di</strong> Porto, <strong>di</strong> Scrofano,<br />

lo in quella circostanza acquistale sulla <strong>di</strong> Formello, <strong>di</strong> Cesano, <strong>di</strong> Campagnano<br />

sponda destra del Tevere, cioè pri net pai-<br />

e <strong>di</strong> Anguillaia, luoghi tutti esistenti nel-<br />

inente la catena de'monti Gianicoleusi e la Co tu a rea <strong>di</strong> Roma, perciò in quest'ai'-<br />

Vaticani, nella quale erano quelle 7 boi- ticolo brevemente li descrissi. Egli trattò<br />

gale (delle ancora Iacinteo estremila Già- quin<strong>di</strong> della porzione che prubabilmcn-


VE I<br />

(e era compresa nell' attuale Agro Romano,<br />

cioè: i.° Dell'Isola Farnese e delle<br />

tenute ad essa più vicine sino alle vigne<br />

<strong>di</strong> Rouia , che enumera e descrive, so-<br />

pra un territorio <strong>di</strong> rubbia 5 190; giun-<br />

ge sino alla via Cassia, e comprende tra'<br />

suoi confitti l'albergo e la posta della Stor-<br />

ta, della quale parlai nel voi. LYIII, p.<br />

1 1 7. 2. De'Sette Pagi. 3.° Di Galera. 4.<br />

Di s. Rullino. Deh.° e del 2.° trattò nel<br />

tomo citato, del 3." e del 4-° nel t. 7, p.<br />

347 e 387. Di tutte le tenute comprese<br />

in tali lerritorii egualmente il dolio cav.<br />

Coppi ne fece l'illustrazione slorica ed e-<br />

ru<strong>di</strong>ta.Si può anche vedere mg.' Nicolai,<br />

AIemorie sulle Campagne <strong>di</strong> lìoina , il<br />

quale nel t.i principalmente ne ragiona,<br />

in uno all'ubicazione <strong>di</strong> Veiu nell'o<strong>di</strong>er-<br />

na tenuta dell'Isola Farnese, già proprie-<br />

tà dell'antica e chiara famiglia de' Far-<br />

nesi duchi <strong>di</strong> Parma, e perciò ne prese<br />

il nome, o piuttosto ella lo prese dal luogo<br />

chiamato cosi da' boschi <strong>di</strong> Fargue<br />

(Fargna lo stesso che Faruia ,<br />

Quercus<br />

latifolia, sorte d'albero che non dà frutto,<br />

il cui legno è molto duro e leggiero. E<br />

una specie <strong>di</strong> quercia a foglie larghe. Di-<br />

cesi Farneto il luogo piantato <strong>di</strong> Farnie.<br />

Altre notizie analoghe riporterò parlan-<br />

do nell'articolo Viterbo, ilei comune <strong>di</strong><br />

Farnese, detto già anche Farneto, altra<br />

antichissima proprietà dell'illustre fami-<br />

glia, dalla quale essa più probabilmente<br />

assunse il cognome, e non dall'Isola Far-<br />

nese, il cui acquisto lo fece quando già lo<br />

portava, per cui dal suo cognome derivò<br />

all'Isola l'aggiunto <strong>di</strong> Farnese); non che<br />

del territorio Veieutano,quale fosse e del-<br />

la qualità delle sue terre. Ritorno alla<br />

storia de'veienti col Nibby. La pace tra<br />

essi e i romani durò quasi 70 anni; poi-<br />

ché l'anno 88 <strong>di</strong> Roma sotto il suo 3.° re<br />

Tulio Ostilio si ruppe nuovamente a ca-<br />

gione de'iìdenati. A questi avendo quel<br />

re iutimato<strong>di</strong> reudergli conto della con-<br />

dotta tenuta da loro durante la <strong>di</strong>fferenza<br />

insorta fra'romani egli albani, i fidenati<br />

invece <strong>di</strong> <strong>di</strong>scolparsi, chiusero le porte<br />

VEI 11<br />

della città, ed armatisi introdussero trup-<br />

pe ausiliarie per parte de'veienti, rispondendo<br />

agli arnbasciatori.che dopo la mor-<br />

te <strong>di</strong> Romolo nulla aveano da fare co'romani,<br />

essendosi a quell'epoca sciolto qua-<br />

lunque impegno contralto. Tulio quin<strong>di</strong><br />

preparossi alla guerra e chiamò in aiuto<br />

gli albani, secondo il trattato conci uso do-<br />

po il famoso combattimento degli Orazi<br />

e de'Curiazi. Fu da' fidenati invocato il<br />

soccorso de'veienti, e questi passato il Te-<br />

vere presso Fidene si unirono con loro.<br />

Usciti in campo si schierarono nella de-<br />

stra, ed i fidenati nella sinistra; dall'al-<br />

tro canto Tulio co' romani si oppose a'<br />

veienti, e Mezio Suffezio cogli albani a'<br />

fidenati. Seguì la battaglia fra I' Aniene<br />

e Fidene; il re <strong>di</strong> Roma malgrado il tra<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> Mezio e degli albani riportò<br />

una segnalata vittoria, prima rovesciando<br />

i fidenati e poi i veienti , come si ha<br />

da Livio e da Dionisio. La morte <strong>di</strong> Tul-<br />

io seguila circa 12 anni dopo non mise<br />

fine a questa guerra fra' romani e i ve-<br />

ienti, poiché si riaccese sotto il suo succes-<br />

sore Anco Marzio, il quale dopo aver rac-<br />

colto un esercito poderoso <strong>di</strong> romani e<br />

d'alleati uscì in campagna e cominciò dal<br />

mettere a guasto le terre de'veienti, on-<br />

de ven<strong>di</strong>car i danni ch'essi aveano reca-<br />

to nell'anno precedente alle terre devo-<br />

niani. I veienti passato il Tevere s'accam-<br />

parono sotto le mura<strong>di</strong>Fidene: Anco, come<br />

superiore in cavalleria, troncò a' ve-<br />

ienti la ritirata, e poi li forzò a combattere<br />

e li sconfisse. Concluse con loro una<br />

tregua, che ben presto fu rotta da' veien-<br />

ti coli' animo <strong>di</strong> ricuperare i Sette Pagi<br />

perduti sotto <strong>di</strong> Romolo: la battaglia fu<br />

data presso le Saline, e finì colla sconfit-<br />

ta totiile de'veienti, che perderono allo-<br />

ra la Selva Mesia (leggo in mg.' Nicolai,<br />

parlando delle tenute Salsare o Campo<br />

Salino, confinanti col territorio <strong>di</strong> Porlo<br />

e altre tenute, che in questi luoghi do*<br />

vea continuare la Selva Mesia e parte e*<br />

rano le Saline che Anco tolse a' veienti,<br />

con altre iu vicinanza d'Ostia; e leggo nel


il V E I<br />

cav. Coppi, ragionando della Selva Me-<br />

sia e <strong>di</strong> Selva Can<strong>di</strong>da, che non si co-<br />

nosce precisamente ove fosse, sapersi ben-<br />

sì che una porzione dell'antico territorio<br />

etrusco, e probabilmente veiente,ne'tem-<br />

pi dell'impero fu detto Selva Nera e quia-<br />

<strong>di</strong> Can<strong>di</strong>da, pel da me narrato a Porto.<br />

In questa contrada nel secolo XII trovasi<br />

una selva detta Magia, che (orse ha ana-<br />

logia col vocabolo Mesia. In<strong>di</strong> il Coppi<br />

passa a trattare d'alcune tenute, comin-<br />

ciando da s. Ruffino t che sono presso la<br />

via Cornelia alla destra dell' Amelia , e<br />

ad occidente delle vigne <strong>di</strong> Roma. Il nome<br />

ili s. Raffina lo prese dal sepolcro della<br />

martire, fu sede vescovile e col nome<br />

pure <strong>di</strong> Silva Can<strong>di</strong>da, in<strong>di</strong> riunita a<br />

quella <strong>di</strong> Porto), e lutto il tratto <strong>di</strong> terreno,<br />

che avevano fra 'Sette Pagi e il ma-<br />

re. Fu allora che Anco per conservare le<br />

sue conquiste sulla riva destra del Teve-<br />

re, dominare la navigazione <strong>di</strong> questo fiume<br />

e <strong>di</strong>fendere la spiaggia, non che to-<br />

gliere a'veienti ogni speranza <strong>di</strong> mai più<br />

posseder le saline, e<strong>di</strong>ficò la colonia romana<br />

d' Ostia alla foce del Tevere nel<br />

Me<strong>di</strong>terraneo sulla riva sinistra, ed apri<br />

in quella parte nuove saline (in<strong>di</strong> <strong>di</strong>venne<br />

sede vescovile e la i.' suburbicaria unita<br />

poi a quella <strong>di</strong> / tlletri, nel cpiale articolo<br />

i ilei ii ole recenti e importanti sue notizie).<br />

Cosi,(\\ceL\y\o:Usq ne ad3Jare Imperinrn<br />

jirolalnm, et in ore Tyberis Ostia Urbs<br />

eon<strong>di</strong>la. Osserva Dionisio, che costruendo<br />

Anco tal città : Effìcit ut Roma non<br />

Me<strong>di</strong>terranei* tantum sed etiam marim's<br />

palens Transmarina quoque bona<br />

degustarci. Nuova guerra si accese fra'<br />

romani e i veienti sotto Tarquinio Prisco<br />

etrusco tarquiniese e re <strong>di</strong> Roma, che come<br />

capitano della cavalleria erasi principalmente<br />

<strong>di</strong>stinto nella battaglia delle Sa-<br />

lme, regnando ii predecessore. Di questa<br />

guerra Livio non fa menzione, sibbene<br />

Dionisio. In essa al solilo i veienti furono<br />

sconfìtti (perciò vanno corretti Zanchi ed<br />

altri illustratori <strong>di</strong> Veio, che franca meo-<br />

le asserirono; Veio niauteuue la guerra<br />

VEI<br />

contro i romani per 90 anni; ha più da-<br />

te, che ricevute sconfitte da' romani) in<br />

modo da non osar più d'uscire dalla cit-<br />

tà, ed essere costretti a rimanere spetta-<br />

tori de'guasti enormi, che i romani facevano<br />

alle loro terre. Quella guerra firn<br />

colla battaglia d' Erelo (<strong>di</strong> cui nel voi.<br />

LXX.VI, p. 47 eseg.), la (piale pose Tar-<br />

quinio in grado d'essere riconosciuto come<br />

signore <strong>di</strong> tutte le città dell'Etruria,<br />

lasciando nel resto adesse la libertà <strong>di</strong> go-<br />

vernarsi a modo loro, e non ritenendo che<br />

una specie d'alto dominio. Gli etruschi in<br />

riconoscimento dell'alto dominio gli por-<br />

tarono in dono l'insegne colle quali solevano<br />

ornare i loro re, cioè la corona d'o-<br />

ro, il trono d'avorio, lo scettro sovrastato<br />

dall'aquila, la tunica <strong>di</strong> porpora ricamata<br />

d'oro, il manto <strong>di</strong> porpora varialo. E<br />

siccome ogni re delle XII città etrusche<br />

era accompagnato da un littore con fascio<br />

<strong>di</strong> verghe e scure, perciò a Tarquinio Pri -<br />

sco fu concesso <strong>di</strong> farsi accompagnare da<br />

12 <strong>di</strong> delti littori, già istituiti da Romo-<br />

lo. Pare che gli etruschi si assoggettaro-<br />

no a questo re come loro connazionale,<br />

per cui dopo la sua morte non vollero ri-<br />

conoscere il successore. Livio parla <strong>di</strong><br />

un' altra guerra, ch'ebbero a sostenere i<br />

veienti contro re Servio Tullio, successore<br />

<strong>di</strong> Tarquinio Prisco, che nella battaglia<br />

d'Ereto avea dato prove <strong>di</strong> gran valore;<br />

guerra che però sembra essere stata quel-<br />

la slessa che Dionisio attribuisce al detto<br />

Tarcpiinio. Questa fu l'ultima guerra fra<br />

Veio e Roma durante il governo de' 7<br />

suoi re. Tuttavolta Servio Tullio volendo<br />

ingran<strong>di</strong>re il territorio <strong>di</strong> Roma, tol-<br />

se una parte del veiente , e vi stabilì la<br />

nuova Tribù rustica Veientina, come no-<br />

tai in quell'articolo. Io qui devo ricordale,<br />

quanto in più luoghi narrai. La Quadriga<br />

<strong>di</strong> creta de' veienti fu stimata una<br />

delle 7 cose fatali <strong>di</strong> Roma antica , alla<br />

<strong>di</strong> cui conservazione nella medesima era<br />

attaccata la salute e la gloria dell' eterna<br />

città; argomento svolto eru<strong>di</strong>tissimamente<br />

da Caucellieii.Aveudo Tarquinio il Su-


VEI<br />

pcrbo, ultimo re <strong>di</strong> Roma, intrapreso il<br />

compimento del Tempio <strong>di</strong> Giove Capi-<br />

tolino (l.), per ornarne il fastigio or<strong>di</strong>nò<br />

a un vasaio <strong>di</strong> Veio (oa più artefici, come<br />

<strong>di</strong>ssi nel voi. LXXV11I, p. 88), unti qua-<br />

driga <strong>di</strong> creta rappresentante il cervo <strong>di</strong><br />

quel Nume. La quadriga posta nella for-<br />

nace a cuocersi meravigliosamente s'in-<br />

grandì tanto, che convenne romperla per<br />

cavarla fuori. Con superstizione i<br />

veienti<br />

riguardarono questo portento, come un<br />

evidente presagio della futura grandezza<br />

del popolo, <strong>di</strong>e sarebbe rimasto posses-<br />

sore del carro, e perciò ricusarono <strong>di</strong> con-<br />

segnarlo a'romani, i quali però colla for-<br />

za se ne impadronirono e lo collocarono<br />

sul detto tempio. Tutto il fatto viene nar-<br />

ralo da Festo parlando della romana Por-<br />

ta Ratumena, <strong>di</strong>cendo che un auriga <strong>di</strong><br />

\ eio, stando gareggiando nella corsa de'<br />

carri , fu dall' indomita fu«a de' corsieri<br />

rapito fluo ad essa, e ivi venne rovesciato.<br />

Altrettanto raccontano Plutarco e Solino.<br />

Giuseppe Lorenzi, Varia sacra Genti-<br />

Unni, nel t. 7 del Thes. <strong>di</strong> Gronovio, p.<br />

i5o, lesse il passo <strong>di</strong> Servio in questo modo,<br />

sulle 7 cose fatali <strong>di</strong> Roma. Acns Ma-<br />

tris Deiiin; Quadriga ficlilis; f'ejentorum<br />

cineresjOrestissceptriim, sive Priami;<br />

liioneij Palla<strong>di</strong>ani; Ancilia. Onde<br />

avendolo malamente interpunto (poiché<br />

non sono nominate da Servio le ceneri<br />

de' veienti, ma solo Quadriga fictilìs Ve-<br />

Jorum), erroneamente attribuisce al Pon-<br />

tefice Massimo l'uso <strong>di</strong> questa quadriga <strong>di</strong><br />

creta, che mai non ebbe. Frattanto spen-<br />

ta in Roma da L. Giunio Drillo la tiran-<br />

nia <strong>di</strong> Tarquinio il Superbo, gli etrusci a<br />

cui ricorse, condotti da Porsenna lucumone<br />

o re <strong>di</strong> Chiusi, lo vollero riporre sul<br />

trono. 1 primi ad entrare in quella lega e<br />

ad uscire in campagna, secondo Dionisio<br />

e Livio, furono i veienti e que'<strong>di</strong> Tarqui-<br />

nia (V.). La battaglia si <strong>di</strong>e presso la sel-<br />

va Arsia (pare ov'èal presente la tenuta<br />

Insugherata presso la via Cassia, circa 3<br />

miglia fuori dell'o<strong>di</strong>erna Porta del Popo-<br />

lo, poiché ebbe luogo prima che i colle-<br />

VEI i3<br />

gali traversassero il fiume): essa fu acca-<br />

nita, sanguinosa eindecisa (<strong>di</strong>ce Livioche<br />

nella notte seguente si udì una gran vo-<br />

ce dalla selva Arsia, che si credette quel-<br />

la dello stesso nume Silvano, che nella<br />

battaglia era morto un etrusco <strong>di</strong> piìi, e<br />

che perciò la vittoria era de' romani), e<br />

vi perirono dal canto de'romani il 1 ,° con-<br />

sole stesso L. Giunio Tìruto, da quello de-<br />

gli etruschi Arunte Tarquinio figlio ilei<br />

re Tarquinio Superbo cacciato da Roma.<br />

L'esercito de'veienli e de'tarqniniesi riti-<br />

rossi nelle loro terre rispettive. Nella pa-<br />

ce fatta fra Roma e Porsenna , fu resti-<br />

tuito a' veienti lutto il territorio, eh' era<br />

stato conquistalo da Romolo e da Anco<br />

Marzio; ma dopo la rotta avuta da A mu-<br />

le figlio <strong>di</strong> Porsenna sotto la città d'Aricia,<br />

oggi Riccia f/^, ette il re avea man-<br />

dato a occupare colla metà dell'esercito<br />

(il quale in gran parte perì con Arunte<br />

sepolto nel monumento che si vede in Al-<br />

bano, e invece <strong>di</strong>cesi degli Oiazi e Curia-<br />

zi), e l'ospitalità accordata da'romaiti agli<br />

avanzi dell' esercito etrusco (e per quegli<br />

episo<strong>di</strong> famosi d'ar<strong>di</strong>re e <strong>di</strong> valore ripetu-<br />

tamente narrati altrove), Porsenna resti-<br />

luì a'romani questo stesso territorio, per<br />

testimonianza <strong>di</strong> Dionisio e Livio. Finché<br />

durò l'influenza <strong>di</strong> Porsenna e della sua<br />

famiglia sullecose della confederazione etrusca,i<br />

veienti rimasero tranquilli; mor-<br />

to lui gli affari cambiarono aspetto. I ve-<br />

ienti non potevano <strong>di</strong>menticar la per<strong>di</strong>ta<br />

della parte più ricca del loro territorio,<br />

che mentre erano sul punto <strong>di</strong> ricuperare<br />

eia stala <strong>di</strong> nuovo ceduta a' romani<br />

da Porsenna con atto arbitrario e <strong>di</strong> pu-<br />

ro potere, giacché sebbene egli avesse po-<br />

tuto allegare il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conquista sopra<br />

quella terra, i veienti non<strong>di</strong>meno aveano<br />

contribuito con tutte le loro forze alla<br />

guerra contro Roma. Durò la tregua 23<br />

anni; finalmente nell'anno 271 <strong>di</strong> Roma,<br />

profittando delle turbolenze inlestinede'<br />

romani , i veienti si mossero. Fu contro lo-<br />

ro spe<strong>di</strong>to il console Cornelio Cosso, che<br />

ricuperò la preda, che aveano falla nel-


4 VE I VE I<br />

le terre romane; ed avendo i veienti man- altrettante truppe richieste alle colonie e<br />

data un'ambasceria, restituì loro i prigio- alle città soggette: i latini e gli eroici som-<br />

DÌ, me<strong>di</strong>ante un riscatto, accordando lo- ministrarono il doppio <strong>di</strong> gente <strong>di</strong> quella<br />

io un anno <strong>di</strong> tregua. Tuttavolta i veienti a loro richiesta; ma i romani rendendo<br />

tornarono a fare scorrerie nell'agro roma* grazie alla loro buona volontà, accettano<br />

3 anni dopo: il senato mandò loroam- rono soltanto la metà de'soccorsi. Per ri-<br />

bascialori a ripeter lecose tolte; essi scher* serva <strong>di</strong>nanzi la città ea guar<strong>di</strong>a delle lo-<br />

mironsi <strong>di</strong>cendo non essere veienti i sac- roteile levarono due altre legioni <strong>di</strong> gio-<br />

cheggiatori, ma etrusci d'altri cantoni;*** vani, onde potessero opporsi a qualche<br />

tanto nel tornare a Roma gli ambasciato- scorreria nemica improvvisa. Di più,que'<br />

ri, s'imbatterono in altri veienti che por- che aveano oltrepassalo gli auni dell' età<br />

tavano via la preda dell'agro romano. U- militare, ma che potevano ancora portar<br />

dendo questo il senato decretò sdegnato 1' armi, furono lasciati in Roma a <strong>di</strong>fesa<br />

la guerra contro i veienli, e or<strong>di</strong>nò a'due delle mura e della fortezza. I due consoli<br />

consoli d'uscir in campagna. Malgrado condussero l'esercito presso Veii, e si at-<br />

l'opposizionede'tribuniji due consoli mar- tendarono separatamente sopra due colli<br />

ciarono, e posero il campo separatamente non molto <strong>di</strong>stanti fra loro. I veienti eranun<br />

dall' altro non lungi da Veii. Non o- si accampati fuori della città, con un eser*<br />

sando i veienti d' uscire, essi <strong>di</strong>edero il cito forte e valoroso formato cogli aiuti<br />

guasto alle terre quanto più poterono, e giunti da tutta l'Elruria, dove i più ri-<br />

tornarono a Roma pe'quartieri d'inver- chi aveano assoldato ipoveri, onde era più.<br />

no. Nell'anno seguente 2y.5 essendo con- numeroso <strong>di</strong> molto del romauo esercito,<br />

soli Cesone Fabio e Spurio Furio, gli e- Pertanto i consoli giu<strong>di</strong>carono non esser<br />

trusci si posero in movimento e tennero opportuno venire alle mani, e più pruun<br />

congresso generale per decidere se do- dente il temporeggiare; onde siconten*<br />

vesserò muoversi contro Roma; i veienti ^<br />

tarono rimaner chiusi nel campo e <strong>di</strong> far<br />

implorarono caldamente l'aiuto <strong>di</strong> tutta scaramuccie. Gli etrusci mal soffrendo<br />

la nazione contro <strong>di</strong> Roma, e finalmente trarre a lungo la guerra, stimolavano i<br />

si decise, che a ciascuno fosse lecito d'ar- romani con tutti i mo<strong>di</strong> e rampognava-<br />

rolarsi volontariamente in aiuto de' ve- no la loro viltà, per non uscir a combat*<br />

ienti, e si presentò una buona mano <strong>di</strong> vo- tcre: essi dall'altro canto vedendosi pa-<br />

lontari. In Roma dopo vivi <strong>di</strong>i>attimenli droni dell'aperto salivano ogni dì più in<br />

e opposizioni per parte d' Icilio tribuno orgoglio. Avvenne frattanto, che un fui*<br />

della plebe, fu deciso che Cesone Fabio mine caduto sulla tenda <strong>di</strong> Manlio, speznssumesse<br />

il comandodell'esercilo contro zolla , rovesciò i lari e il focolare , mac*<br />

i veienti. Questo consoleo<strong>di</strong>ato da'soldati chiò, arse e consumò l'armi, uccise il più<br />

per la parte avuta nella morte <strong>di</strong> Spu- bello de' cavalli, che il console montava<br />

rio Cassio, si vide lo scandalo d'un'insu- nelle battaglie, ed alcuni servi. Questo<br />

bor<strong>di</strong>nazione militare,poichè abbandona- fatto riguardato come un pro<strong>di</strong>gio infau-<br />

rono il campo circa la mezzanotte e tor- sto, mosse il console a consultar gli au«<br />

itarono in Roma, i veienli conosciuta la guri, i quali <strong>di</strong>chiararono, che ciòannun-<br />

partenza de' romani spogliarono il cam- ziava la presa del campo, e la morte de<br />

pò, e si portarono a depredatele tene li- capitaui principali. Manlio a evitare le<br />

mitrofe del territorio nemico. Nell'anno conseguenze dell'avvenimento <strong>di</strong> questa<br />

seguente in Roma i nuovi consoli Caio pre<strong>di</strong>zione,o l'effetto morale prodottone<br />

Manlio e Marco Fabio per senatus-con- soldati , sulla mezzanotte abbandonò il<br />

sullo levarono un nuovo esercito compo- campo, e condusse l'esercito a quello del<br />

sto ciascuno <strong>di</strong> due legioni romane e <strong>di</strong> collega Fabio. Nel dì seguente gli elru-


V E f<br />

sci nppresero da alcuni prigionieri l' acca<br />

dulo,econfortati lia'loro aruspici mon-<br />

tarono in gran<strong>di</strong> spei anze,giu<strong>di</strong>cando <strong>di</strong>e<br />

i numi erari per loro. Essi perciò andarono<br />

a occupare il campo abbandonato<br />

da'romani, e se ne servirono come d'un<br />

punto d'attacco contro il campo supersti-<br />

te , ponendo lutto in opera per fare risolverei<br />

romani a un'azione decisiva. Ma<br />

i consoli quanluuque fossero pieni <strong>di</strong> co-<br />

raggio, poca fiducia a veano ne'soldati che<br />

<strong>di</strong> malavoglia eransi armati, come mal-<br />

coutenti della condotta de' patrizi nelle<br />

leggi agrarie. Laonde risolsero <strong>di</strong> restar<br />

chiusi nel campo, acciò i nemici <strong>di</strong>venis-<br />

sero vieppiù insolenti e pungessero I' a-<br />

inor propriode'soldali, perchè questi in-<br />

sorgessero in massa e domandassero d'an-<br />

dar contro il nemico; e così appunto av-<br />

venne. Imperocché gli etrusci non contenti<br />

<strong>di</strong> provocar audacemente i romani<br />

con ogni sorta <strong>di</strong> contumelie, chiamando-<br />

li vigliacchi e codar<strong>di</strong>, che tenevansi rin-<br />

chiusi e non osavano mostrarsi, comincia-<br />

rono a formar una specie <strong>di</strong> controvalla-<br />

zione per cingerli e quin<strong>di</strong> forzarli alla<br />

resa. Allora i soldati romani corsero con<br />

alte grida alle tende de'consoli, per esser<br />

condotti alla battaglia. Fabio li chiamò a<br />

conclone, e co' rimproveri e colle promes-<br />

se gl'infiammò in modo che giurarono <strong>di</strong><br />

non tornar a Roma, se non dopo vinto<br />

il nemico. Uscirono pertanto dal campo,<br />

e gli etrusci fecero altrettanto; giunti in<br />

luogo opportuno si schierarono io or<strong>di</strong>ne<br />

<strong>di</strong> battaglia: l'ala destra era comandala<br />

dal console Manlio, la sinistra da<br />

Quinto Fabio già due volle console, e ab<br />

loia legato consolare e pro-pretore; il cen-<br />

tro dal console M. Fabio. L' urto fu ter-<br />

ribile, l'ala destra fece piegar gli etrusci;<br />

la sinistra fu sul punto d'erser circonda-<br />

ta, e perde il suo capitano Q. Fabio, che<br />

cadde coperto <strong>di</strong> ferite. A soccorso <strong>di</strong> que-<br />

sl' ala corse il console Fabio colle coorli<br />

scelte del centro e respinse i nemici. Mentre<br />

così <strong>di</strong> nuovo si equilibrava la pugna,<br />

il console Maulio fu mortalmente ferito e<br />

VEI i5<br />

trasportato al campo, onde venne lo semn-<br />

piglìo ne' suoi : a frenarlo corse il collega<br />

Fabio, e gli etrusci desistettero dall'assa-<br />

lire quest'ala; concentratisi però continuarono<br />

a combattere con gran furore, e<br />

molti perdettero de'loro, ma molti anco-<br />

ra uccisero de' romani. Gli etrusci che a-<br />

veano occupalo il campo abbandonato da<br />

Manlio, erano fino allora rimasti sempli-<br />

ci spettatori della pugna; peròa quel pun-<br />

to uscirono, e credendo che il presi<strong>di</strong>o la-<br />

sciato nel campo romano da Fabio fosse<br />

debole, andarono ad assalirlo. Essi non<br />

s'ingannarono: il campo non era guarda-<br />

to che da pochi soldati pro<strong>di</strong>, il rimanen-<br />

te consisteva in mercanti, vivan<strong>di</strong>eri, fab-<br />

bri ec.,gente poco alta a combattere. I romani<br />

non<strong>di</strong>meno fecero una resistenza o-<br />

stinata; ma allorché il console Manlioben-<br />

che ferito gravemente, volle accorrere col-<br />

la cavalleria a soccorso de'suoi, cadde da<br />

cavallo e per l'acerbità delle ferite non po-<br />

tè rialzarsi e morì, ed insieme con lui pe-<br />

rirono i più valorosi, onde gli etrusci liberamente<br />

penetrarono nel campo. An-<br />

nunziala a Fabio tale sciagura, volò a li-<br />

berare il campo e vi pervenne pel valore<br />

<strong>di</strong> Tito Siccio legato e pro-pretore; quin<strong>di</strong><br />

instancabile tornò <strong>di</strong> nuovo a combat-<br />

tere, finché il tramontar del sole pose termine<br />

a quella terribile giornata. Osserva<br />

Dionisio, a cui devonsi tutti questi particolari,<br />

che l'esercito romano era compo-<br />

sto <strong>di</strong> 20,000 legionari e <strong>di</strong> 1200 cavalli;<br />

e che le truppe degli alleati ammontavano<br />

ad altrettanti soldati, cosicché in tutti<br />

ascende vano a 42,400 uomini; che la bat-<br />

taglia ebbe principio poco prima <strong>di</strong> mez-<br />

zodì e si prolungò fino al tramontar del<br />

sole; che vi perirono dal canto de'roma-<br />

ni i detti console e pio pretore, e molti tri-<br />

buni e centurioni, quanti mai forse non<br />

erano periti in altri gran<strong>di</strong> combattimen-<br />

ti. Tuttavia la battaglia restò indecisa, e<br />

i romani cantarono vittoria , perchè la<br />

notte seguente gli etrusci si ritirarono abbandonando<br />

il campo: l'indomani questo<br />

fu saccheggiato da' romani, e dopo aver


16 VEI<br />

dato sepoltura a "loro morti tornarono al<br />

proprio campo, dove Fabio chiamò a con*<br />

cione I' esercito, e rese le lo<strong>di</strong> dovute a'<br />

pro<strong>di</strong>. Dopo qualche giorno ritornò col-<br />

l'esercito in Roma, ricusò il trionfo e ab<strong>di</strong>-<br />

cò il consolato, non polendo più agire per<br />

la gravità delle ferite riportale. L'anno<br />

seguente che fu il 277<br />

dell'era <strong>di</strong> Vario-<br />

ne, furono eletti consoli Cesone Fabio per<br />

la 3." volta, e Tito Virginio Tricosto : al<br />

2. toccò in sorte la guerra contro i veien-<br />

ti. La campagna si apri alsolito colle scor-<br />

rerie; ina queste costarono carea'romani,<br />

i quali furono colti all'improvviso, e sen-<br />

za il valore <strong>di</strong> Tito Siccio sarebbero stati<br />

tutti spenti. I soldati sparpagliati si riunirono<br />

insieme sul far della sera sopra un<br />

colle, dove passarono la notle. I veienti ve<br />

li asse<strong>di</strong>arono. In tal frangente il console<br />

non trovò allro scampo, che quello <strong>di</strong><br />

chiamare in soccorso il collega. Questi<br />

giunse in tempo: i veienti posti in rotta<br />

si ritirarono a Veii, dove furono insegui-<br />

ti da' romani, che posero il campo sopra<br />

un luogo forte vicino alla città. Di là sac-<br />

cheggiarono le terre veientane, e carichi<br />

<strong>di</strong> spoglie tornarono in Roma. Da quell'e-<br />

poca cominciò per parte de'veienli un sistema<br />

<strong>di</strong> guerra ladroneccia incomo<strong>di</strong>s-<br />

sima per Roma : uscivano le legioni romane<br />

in campagna, essi chiudevausi nel-<br />

la città: partivano le legioni, essi scorre-<br />

vano e saccheggiavano le campagne lino<br />

alle porte <strong>di</strong> Roma. Questo mise in ansie-<br />

tà il senato, dalla quale l'amor patrio del-<br />

la gente Fabia lo tolse. Dappoiché Del-<br />

l' anno 276 <strong>di</strong> Roma presentatisi i Fabii<br />

al senato, per organo <strong>di</strong> Cesone Fabio <strong>di</strong>-<br />

chiararono: Aver la guerra veienle bisogno<br />

piuttosto d' un presi<strong>di</strong>o permanente<br />

che d'uno grande; quin<strong>di</strong> che il senato<br />

prendesse pur cura dell'altre guerre, la-<br />

sciasse i veienti a'Fabii: ch'essi avrebbero<br />

mantenuta sicura la maestà del nome<br />

romano; essere questa una guerra per lo-<br />

ro, come<strong>di</strong> famiglia, ed aver intenzione<br />

<strong>di</strong> farla a spese proprie; che la repubblica<br />

andasse per questa esente da sommi-<br />

V E I<br />

nistrar soldati e da spese. A queste magnanime<br />

offerte, il senato rese loro grazie<br />

insigni, ed accettò con un senatus-consul-<br />

to l'offerta generosa: i Fabii ebbero l'or-<br />

<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> trovarsi pronti l'indomani coll'armi<br />

nel vestibolo della casa del console. In-<br />

fatti ivi si raccolsero, e in numero <strong>di</strong> 3o(><br />

scorrendo la città col console alla testa,<br />

accompagnati da una gran turba <strong>di</strong> co-<br />

noscenze e d* amici, e dal popolo, e pas-<br />

sando <strong>di</strong>nanzi il Campidoglio fecero voti<br />

a'Nurni per la felicità della loro impresa.<br />

Uscirono <strong>di</strong> Roma per l'arco destro della<br />

porla Carmcnlale.e si portarono al Cre-<br />

merà, dove parve loro opportuno il sito<br />

per esser munito, e <strong>di</strong> servir da castello al<br />

presi<strong>di</strong>o. Il Cremerà, oggi Valca, in quel<br />

punto separava il territorio romano dal<br />

veienle: il luogo <strong>di</strong>cesi da Dionisio taglia-<br />

to a picco, quin<strong>di</strong> sembra a Nibby dover-<br />

si riconoscere in quel monte <strong>di</strong>rupato a<br />

sinistra della via Flaminia, dove questa<br />

è attraversata dal Cremerà circa G miglia<br />

lungi da Roma sulla ripa destra <strong>di</strong> quel<br />

rivo, e precisamente dominante l'osteria<br />

della Valchelta. Essi non potevano sce-<br />

gliere luogo più acconcio per tener a freno<br />

i veienti, per dominar tutta la valle<br />

del Cremerà fino a Veii, per guardare<br />

tutto il tratto dell'agro romano, ch'essendo<br />

il più vicinoal veienleera il più espo-<br />

sto alle loro scorrerie, e finalmente per-<br />

chè posto ad egual <strong>di</strong>stanza fra Veii e Roma,<br />

e prossimo al Tevere. Vi fabbricarono<br />

un castello, che prese il nome <strong>di</strong> Cremerà.<br />

Da quel momento i veienti trova-<br />

ronsi paralizzati nelle loro scorrerie; i Fa-<br />

bii però aveano sotto gli occhi la parte<br />

più ubertosa del territorio veienle che<br />

scorrevano e depredavano da ogni Iato,<br />

massime gli armenti. I veienti procurarono<strong>di</strong><br />

snidarli, ma non potendo riuscir-<br />

vi colle sole loro forze, invocarono il soc-<br />

corso degli altri etrusci, e li assalirono:<br />

i Fabii furono soccorsi da Roma pel con-<br />

sole Emilio, e pervennero a mettere in<br />

rotta gli etrusci a' Sassi Rossi, luogo co-<br />

sì dello dalle rupi <strong>di</strong> tufa rossa, stazione


VE I<br />

oggi detta Prima Porta. Questa vittoria<br />

lese i Fabii più baldanzosi: dopo esser<br />

<strong>di</strong>morali due anni iu quel loro castello,<br />

ed aver fatto scorrerie ad una determi-<br />

nala <strong>di</strong>stanza, cominciarono ogni giorno<br />

più ad allontanarsi, e i veicoli dal canto<br />

loro cercarono <strong>di</strong> attirarli, finché un gior-<br />

no, fìngendo <strong>di</strong> fuggire, li attirarono in<br />

un'imboscata e li trucidarono lutti l'anno<br />

279 <strong>di</strong> Roma a'i3 <strong>di</strong> febbraio (secondo<br />

Ovi<strong>di</strong>o, e nel mese <strong>di</strong> giugno al riferire <strong>di</strong><br />

Plutarco). Sembra inverosimile che tutti<br />

i 3o6 Fabii fossero spenti iu uu punto e<br />

in luogo ov'eransi recati per un sagiifizio,<br />

come altri vogliono, avendo lascialo in<strong>di</strong>-<br />

feso il castello <strong>di</strong> Cremerà. Sembra che il<br />

racconto più veri<strong>di</strong>co sia, che gli eli usci<br />

avendo <strong>di</strong> nascosto preparato uu nume-<br />

roso esercito, allettati i Fabii a inoltrarsi<br />

lontani dal presi<strong>di</strong>o per inseguire e pre-<br />

dare greggi <strong>di</strong> pecore, ed armenti <strong>di</strong> bovi<br />

e cavalli appositamente mandali da' veicoli<br />

fuori de' castelli spesse volte; in una<br />

notte collocarono in luoghi opportuni le<br />

insi<strong>di</strong>e per piombare sui romani, e in-<br />

viando a scorta <strong>di</strong> molto bestiame alcu-<br />

ni armati. Scopertosi il bestiame da' Fa-<br />

bii, lasciato al castello uu presi<strong>di</strong>o suffi-<br />

ciente, si gettarono su' custo<strong>di</strong> del bestiame<br />

che fìnsero fuggire. Ma mentre i Fa-<br />

bii senza sospetti riconduce vano il bestia-<br />

me,d'ogni parte furono circondati da' ne-<br />

mici, e comechè sbandati ne restarono fa-<br />

cili vittime.In<strong>di</strong> i veienti corsero ad assali-<br />

re il castello, e dopo valorosa <strong>di</strong>fesa con-<br />

venne a' Fabii cedere al numero e tutti<br />

perirono, vendendo care le loro vite, per<br />

avere i veienti perduto un 3.° dell'eser-<br />

cito. Della gente Fabia vuoisi che restas-<br />

se un sol fanciullo lasciato in Roma, dal<br />

quale provenne Fabio Massimo (che van-<br />

ta a stipite l'o<strong>di</strong>erna nobilissima famiglia<br />

de' Massimo, come notai ne' voi. L, p.<br />

3og, LXX V I, p. 1 2, e altrove) ; ma ere-<br />

desi ch'esistessero altri Fabii, anco pel<br />

riflesso, che le leggi romane astringeva-<br />

no ogni pubere al matrimonio. La stra-<br />

ge de'Fabii rese il luogo e il piccolo iìu-<br />

VOL. LXXXIX.<br />

VEI 17<br />

me Cremerà famosi. Tale giorno della<br />

sconfitta de' Fabii fu da' romani anno-<br />

verato tra' nefasti, e la porta per la qua-<br />

le erano usciti da Roma i Fabii fu chiamala<br />

scellerata. I veienti uniti agli altri<br />

elrusci, ebbri per tal vittoria, andarono<br />

in massa alla volta <strong>di</strong> Roma, e posero il<br />

campo sul Gianicolo, 16 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong>stante<br />

dalla città, cioè in quella parte de' colli<br />

Gianicolensi oggidì denominati colli Va-<br />

ticani. Di là passando il Tevere si por-<br />

tarono fino al tempio della Speranza vec-<br />

chia, ch'era nelle vicinanze dell'o<strong>di</strong>erna<br />

Porta Maggiorerà ivi si venne alle mani<br />

con esilo dubbio: si combattè nuovamente<br />

presso la porta Collina, quasi col-<br />

lo stesso risultalo. Finalmente due balta-<br />

glie più decisive si <strong>di</strong>edero, l'ultima del-<br />

le quali sul Gianicolo stesso; allora i ve-<br />

ienti e gli etrusci dopo gravi per<strong>di</strong>te do-<br />

vettero ritirarsi. L'anno seguente i veien-<br />

ti si collegarono co' sabini, ma furono in-<br />

teramente <strong>di</strong>sfatti sotto le mura <strong>di</strong> Veii<br />

dal console Publio Valerio. Questa guer-<br />

ra ebbe fine nell'anno appresso, essendo<br />

console C. Manlio: questi concluse con<br />

loro una tregua <strong>di</strong> \o unni, me<strong>di</strong>ante un<br />

tributo iu grano e in denaro. Tale tregua<br />

non durò tanto tempo, poiché fìu dal 3 1 1<br />

i veienti commisero depredazioni nell'e-<br />

stremità dell'agro romano : la guerra pe-<br />

rò non cominciò formalmente che 7 an-<br />

ni dopo. 1 veienti erano allora governati<br />

da un re, denominato lars Toluinnius<br />

(sulla voce Lars si può vedere il voi.<br />

LXXVIU, p. 85), cioè il re Tolumnio.<br />

Questi fece ribellar la colonia romana <strong>di</strong><br />

Fidene,e per comprometterla interamen-<br />

te or<strong>di</strong>nò loro d'ucciderei legati romani,<br />

ch'erano stali spe<strong>di</strong>ti per chiedere ragio-<br />

ne <strong>di</strong> tal novità. Dopo questo misfatto, i<br />

veienti ei fìdenati prevedendo le conse-<br />

guenze nou aspettarono i romani, ma pas-<br />

sarono l'Auieue- Si venne ad una zuffii<br />

ostinala, nella quale sebbeue i romani ri-<br />

manessero vincitori perderono non<strong>di</strong>meno<br />

molta gente. Quin<strong>di</strong> i romani determinarono<br />

d'eleggere un <strong>di</strong>ttatore, e lu


i8 V EI<br />

scelta cadde su Mamerco Emilio. Sua<br />

prima cura fu <strong>di</strong> liberare il territorio romano<br />

dalle devastazioni nemiche, e per-<br />

ciò respinse i collegali <strong>di</strong> là dall'Amene.<br />

Egli slesso passò quel fiume, ed accani -<br />

possi in quella specie <strong>di</strong> penisola, che tro-<br />

vasi al confluente <strong>di</strong> questo fiume col Te-<br />

vere. Frattanto un nuovo soccorso era<br />

giunto a' collegati, cioè i falisci. Teuuto<br />

consiglio, i veieuti e i fìdenati erano <strong>di</strong><br />

parere <strong>di</strong> trarre in lungo la guerra: i fa-<br />

lisci però, essendo più lontani, espressero<br />

il desiderio <strong>di</strong> venir prontamente ad una<br />

battaglia decisiva; onde Tolumnio per<br />

non <strong>di</strong>sgustarli l'intimò pel dì seguente.<br />

Questa si <strong>di</strong>e sotto le mura <strong>di</strong> Fidene :<br />

l'ala destra fu occupata da' veieuti, la si-<br />

nistra da' falisci, ed il centro da' fidatati;<br />

inolile essendo i veieuti più numerosi,<br />

spe<strong>di</strong>rono <strong>di</strong>etro i colli che aveano sulla<br />

sinistra, un corpo <strong>di</strong> truppe che dovea attaccar<br />

il campo romano durante la mi-<br />

schia e far così una potente <strong>di</strong>versione.<br />

Ma ben altrimenti andò la faccenda : la<br />

battaglia fu decisa all'istante; l'infante-<br />

ria etrucca non potè sostener l'urto deb<br />

le legioni romane; uon così la cavalle-<br />

ria, ch'era comandala da Tolumnio stes-<br />

so ; essa resisteva ancora, quando Aulo<br />

Cornelio Cosso tribuno militare, o secondo<br />

altri console, vedendo che i romani<br />

cedevano dovunque portavasi il re <strong>di</strong>Veii,<br />

corse ad investirlo e l'uccise (onde le sue<br />

spoglie opime depose nel tempio <strong>di</strong> Gio-<br />

ve Ferelrio, come notai nel voi. LV III,<br />

p. i84)- Questo fatto terminò la sconfit-<br />

ta dell'esercito collegato. Cosso passato<br />

il Tevere colla cavalleria <strong>di</strong>e il guasto<br />

al territorio veiente, e l'esercito romano<br />

al suo ritorno nel campo apprese che il<br />

corpo veiente spe<strong>di</strong>to per assalirlo era<br />

stato ezian<strong>di</strong>o compiutamente <strong>di</strong>sfatto.<br />

Malgrado questa rotta i veieuti, invitati<br />

<strong>di</strong> nuovo da' loro costanti alleati i fìdena-<br />

ti, passarono 3 anni dopo l'Aniene e si<br />

accamparono <strong>di</strong>nanzi la porta Collina <strong>di</strong><br />

iloma, profittando della circostanza d'u-<br />

na fiera pestilenza che affliggeva la città.<br />

V E I<br />

1 romani per nulla sgomentali, crearono<br />

<strong>di</strong>ttatore Aulo Ser\ilio, il quale or<strong>di</strong>nò<br />

<strong>di</strong> slar pronti sul far del giorno ad uscir<br />

in campo, e tutti quelli ch'erano in ista-<br />

to <strong>di</strong> portar l'armi le presero. 1 collega-<br />

li non li aspettarono, ma ritirarono sul-<br />

l'allure verso Nomcnlo (F.) t dove il <strong>di</strong>t-<br />

tatore li raggiunse e sconfisse. Di ritor-<br />

no si volse a Fidene; non potendo pren-<br />

derla d'assalto, se ne impadronì scavan-<br />

do un cunicolo. Dopo la presa <strong>di</strong> Fidene<br />

i veienti ottennero una tregua, ma<br />

cominciando a temer seriamente per lo-<br />

ro stessi spe<strong>di</strong>rono ambasciatori agli al-<br />

tri popoli dell'Elruria, perchè si convo-<br />

casse una <strong>di</strong>eta nazionale al fano <strong>di</strong> Voltumna<br />

(secondo il costume degli etru-<br />

sci che notai nel voi. LXXV11I, p. 92:<br />

Voltumna o Volumna era la dea della<br />

benevolenza degli elrusci. Alcuni <strong>di</strong>cono<br />

che il tempio <strong>di</strong> Volturna, Volumnae<br />

Forimi, era situato nel medesimo luogo<br />

ove presentemente \.vo\a%\Filcrbo. L'A-<br />

mati nella Storia <strong>di</strong>/'olscno, t.i,p. 1 12,<br />

riferisce che gli antichi elrusci per promulgar<br />

leggi e trattar gli affari più ar-<br />

dui e rilevanti della repubblica, si adunavano<br />

in Yolseno, centro della vecchia<br />

Toscana, e per essere stalo il suo lucumone<br />

anticamente il più ragguardevole<br />

della nazione ; ma quando la potenza<br />

de' falisci e de' veienti grandemente/ si<br />

aumentò, sicché potevano contendere co-<br />

gli etrusci trascinimi, cioè dopo la fon-<br />

dazione <strong>di</strong> homa, non vollero più recarsi<br />

a Volseno ora Bolsena, scelsero un<br />

luogo in<strong>di</strong>fferente, qual fu il fano <strong>di</strong> Vol-<br />

turna o Volcurna, posto nel bosco Cimino<br />

tra' confini de' volsenesi e <strong>di</strong> Monte<br />

Fiasconc, e quivi in ogni nuova luna<br />

per molto tempo si tenne la <strong>di</strong>eta gene-<br />

rale degli stali <strong>di</strong> Toscana). Si tenne<br />

questo congresso, nel quale gli altri popoli<br />

<strong>di</strong>chiararono formalmente <strong>di</strong> non<br />

voler prender parte in una guerra ch'e-<br />

ra stala mossa da' veienti <strong>di</strong> lor capric-<br />

cio senza consultare il voto della nazio-<br />

ne. Istigali però da alcuni fìdenati, pri-


VEI<br />

ma ancora che spirasse la contenuta tre-<br />

gua, depredarono le romane terre. I romani<br />

non polendo ottenerne riparazio-<br />

ne, spe<strong>di</strong>rono 3 tribuni militari contro<br />

Veii, che per le loro <strong>di</strong>ssensioni furono<br />

<strong>di</strong>sfatti. Dopo questa vittoria i veienti<br />

tentarono <strong>di</strong> nuovo l'animo degli altri<br />

popoli etruschi, ma non poterono muo-<br />

vere alcun comune ad unirsi con loro, e<br />

solo ottennero che i volontari potessero<br />

accorrere in loro aiuto, e molli ne attras-<br />

sero colla speranza <strong>di</strong> Dottino. Trovarono<br />

però corrispondenza negli alleati fi-<br />

denati, che massacrarono tutti i coloni<br />

1 umani, e strinsero vieppiù gli antichi<br />

legami con loro. La rotta <strong>di</strong> recente ri-<br />

portata, e la nuova ribellione <strong>di</strong> Fide-<br />

ne mise i romani in forti apprensioni <strong>di</strong><br />

veder ad ogni istante i due popoli colle-<br />

gati alle porte <strong>di</strong> Roma; onde si accam-<br />

parono alla porla Collina, posero la cit-<br />

tà in istato d'asse<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>sposero le truppe<br />

sulle mura e chiusero le botteghe. Era<br />

stato scelto <strong>di</strong> nuovo a <strong>di</strong>ttatore Mamer-<br />

co Emilio: questi fece avanzar le legio-<br />

ni fino ad un miglio e mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza<br />

da Fidene, cioè <strong>di</strong> là dall'Aniene nella<br />

suddetta penisola, come avea fattola i."<br />

volta. La battaglia seguì fra questo luo-<br />

go e Fidene: i fidenali usarono lo stratagemma<br />

<strong>di</strong> comparire all'improvviso<br />

quali furie, armati <strong>di</strong> faci ; ma indarno. Il<br />

<strong>di</strong>ttatore spedì un corpo contro Fidene,<br />

<strong>di</strong>etro i colli,che verso oriente coronavano<br />

il campo<strong>di</strong> battaglia. La città fu presa,<br />

messa a sacco e <strong>di</strong>strutta, ed i citta<strong>di</strong>ni<br />

furono come schiavi venduti. A* veienti<br />

fu accordata una tregua <strong>di</strong> 20 anni. Non<br />

n'erano scorsilo, che <strong>di</strong> nuovo gl'irre-<br />

quieti veienti si <strong>di</strong>sponevano ad attac-<br />

car la guerra, ma ne furono <strong>di</strong>stolli da'<br />

magnali <strong>di</strong>e videro le loro ville devasta-<br />

te da una grande inondazione del Tevere.<br />

Allo spirar <strong>di</strong> quella tregua i roma-<br />

ni decisero <strong>di</strong> domar Veii loro implaca-<br />

bile nemica col suo eslerminio, come aveano^<br />

fatto <strong>di</strong> Fidene, e per levarsi una<br />

volta per sempre quello stecco dagli oc-<br />

V E I 19<br />

chi, sopra frivoli pretesti <strong>di</strong>chiararono<br />

la guerra a'veienti, i quali ormai datisi<br />

a una vita eccessivamente tutta molle e<br />

oziosa, si esercitavano in continue rube-<br />

rie, onde Livio non dubitò qualificarli,<br />

praedonem Vejenlem. I tribuni milita-<br />

ri, a'qnali fu affidata quest'impresa, leva-<br />

rono un esercito numeroso, composto in<br />

gran parte <strong>di</strong> volontari romani, Ialini ed<br />

eroici, peregrina Juventus. Essi furono :<br />

Tito Quinzio Capitolino, Quinto Quinzio<br />

Cincinnalo, Caio Giulio Iu!o, Aulo<br />

Manlio,Lucio Furio Medullino, e Manio<br />

Emilio Marneremo; e pe' primi cinsero<br />

Veii <strong>di</strong> blocco e d'asse<strong>di</strong>o regolare. All'annunzio<br />

<strong>di</strong> questo gli etrusci si adunarono<br />

in gran numero alla <strong>di</strong>eta <strong>di</strong> Voltumna,<br />

onde provvedere all'urgenza. I veienti<br />

dopo la morte <strong>di</strong> Tolumuio aveano adot-<br />

tato una forma <strong>di</strong> governo nuova, ed e-<br />

letto un magistrato annuale: questi avea<br />

suscitato <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e civili,onde a rime<strong>di</strong>ar-<br />

vi scelsero <strong>di</strong> nuovo un re. La persona<br />

su cui cadde la scelta era ricca, ma o<strong>di</strong>a-<br />

ta da tutta quanta la nazione etrusca, pe'<br />

suoi mo<strong>di</strong> imperiosi e per le sue soper-<br />

chierie, e soprattutto abbominata per<br />

over impe<strong>di</strong>to certi giuochi sagri. Que-<br />

st'elezione fu causa della rovina <strong>di</strong> Veii;<br />

dappoiché essendo gli etrusci un popolo<br />

sommamente religioso, <strong>di</strong>chiararono <strong>di</strong><br />

non voler affatto accordar soccorsi a've-<br />

ienti, se prima non deponevano il re.<br />

Questa risoluzione fu soppressa in Veii<br />

per timore del re medesimo, il quale a-<br />

vrebbe fatto morire chi l'avesse propa-<br />

gata, come motore <strong>di</strong> se<strong>di</strong>zioni. Così i<br />

ve-<br />

ienti si trovarono abbandonati a loro stes-<br />

si. L'asse<strong>di</strong>o duròi o anni, e fu il più glo-<br />

rioso pe' veienti; duratile questo periodo i<br />

romani riportarono parecchie sconfitte,<br />

a segno, che una legge or<strong>di</strong>nò che i nu-<br />

bili dovessero sposare le vedove degli ucci-<br />

si. Fu allora che per la 1. "volta, e dopo se-<br />

ri <strong>di</strong>battimenti fra il senato e i tribuni, i<br />

soldati romani riceverono finalmente uno<br />

stipen<strong>di</strong>o fìsso, e svernarono fuori <strong>di</strong> Roma<br />

; e dando mirabile saggio <strong>di</strong> costante


20 VEI<br />

sofferenza, persuasi <strong>di</strong> non poter soggio-<br />

gare l'inespugnabile città per la sua van-<br />

taggiosa situazione colla forza, si lusingavano<br />

<strong>di</strong> sottometterla colla fame e col»<br />

la sete. Nella ferma risoluzione <strong>di</strong> non<br />

mai sciogliere l'asse<strong>di</strong>o fino alla riduzione<br />

<strong>di</strong> Veii ubbi<strong>di</strong>ente a Roma , sofferen-<br />

ti i romani nell'intemperie delle stagioni,<br />

formarono stabili alloggiamenti, non<br />

mai praticati prima, e né dopo, secondo<br />

alcuni. I capenati e i falisci si mossero<br />

indarno in favore <strong>di</strong> Veii : i tarquiniesi<br />

tentarono una <strong>di</strong>versione in suo favore,<br />

ma restarono sconfìtti. L'asse<strong>di</strong>o traendo<br />

tanto in lungo cominciava a stancare<br />

i romani, quando l'accrescimento im-<br />

provviso del lago Albano, ora <strong>di</strong> Castel<br />

Gandolfo (V.), <strong>di</strong>e luogo a consultar<br />

l'oracolo <strong>di</strong> Apollo in Delfo,il quale rispose:<br />

<strong>di</strong>e Veii sarebbe stato preso, quando<br />

l'acqua del lago Albano fosse stata fatta<br />

uscire, senza farla scorrere <strong>di</strong>rettamente<br />

al mare, ma <strong>di</strong>ssiparla nelle campagne<br />

con rivi per la loro fecondazione. Questa<br />

risposta trovossi d'accordo con quella che<br />

nell'intervallo dell'ambasceria a Delfo a-<br />

vea rivelato un aruspice veiente. Allora<br />

dunque si cominciò il lavoro dell'emissario<br />

del lago, che può riguardarsi come<br />

un ammaestramento del modo con cui<br />

avrebbero potuto i romani prendere la<br />

città, cioè per mezzo d'un cunicolo sot-<br />

terraneo, come in fatti fu presa. Si osserva<br />

ancoraché la consulta dell'oracolo <strong>di</strong>Del-<br />

fo fu ezian<strong>di</strong>o per lo straripamento por-<br />

tentoso del lago A lbano,<strong>di</strong> cui riparlai ne'<br />

\ol.L,p.2i i,LII,p.22i ealtrove,il quale<br />

cagionò la Pestilenza (P.), del 355, e ne<br />

fu attaccato lo stesso campo romano sotto<br />

le mura <strong>di</strong> Veio. E <strong>di</strong>esi fece <strong>di</strong>re all'ora-<br />

colo Delfico, che mai i romani avrebbe-<br />

ro soggiogato i veienti, se prima non a-<br />

vessero compito il gran<strong>di</strong>oso traforo. Si<br />

<strong>di</strong>ce, che cos'i sagacemente si ottenne la<br />

deviazione dell'acqua, per la campagna<br />

che ne avea bisogno, e determinato i romani<br />

risolutamente alla meravigliosa im-<br />

presa, e così pure rimuovere i pericoli<br />

VEI<br />

dell'inondazione e peste; operazione ar-<br />

dua, che altrimenti forse si sarebbe ri-<br />

tardala o non fatta,e in vece tanta fu l'ala-<br />

crità dell'esecuzione, che cominciata uel<br />

356fu compita nel 35y in un anno.Strin-<br />

gendosi intanto sempre più l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />

Veii, molliplicavansi i congressi nazionali<br />

degli etrusci al fano <strong>di</strong> Voltumna,<br />

dove i capenati ed i falisci peroravano la<br />

causa de' veienti, e forse sarebbero per-<br />

venuti a stringere una lega generale per<br />

liberarli, se l'improvvisa irruzione de'<br />

galli cisalpini non avesse <strong>di</strong>stolto le cure<br />

degli etrusci, siccome il congresso <strong>di</strong>chia-<br />

rò a' deputati de' mentovati due popoli.<br />

I romani avendo già terminalo il lavoro<br />

laborioso e celere imposto dall' oracolo<br />

al lago Albano, e scelto a <strong>di</strong>ttatore Marco<br />

Furio Camillo, si posero con più calore<br />

a spingere oltre l'asse<strong>di</strong>o. Nel 358 <strong>di</strong> Roma<br />

i falisci, uniti a' capenati e a' veienti,<br />

osarono <strong>di</strong> dare un assalto al campo romano;<br />

ma furono respinti con grave per-<br />

<strong>di</strong>ta. Due anni dopo Camillo sorprese i<br />

falisci e i capenati nelle campagne <strong>di</strong> Ne-<br />

pi, li mise in rotta, e s'impadronì del<br />

campo, dove trovò un bottino immenso,<br />

che consegnò per la massima parte al<br />

questore, e il rimanente <strong>di</strong>stribuì a' sol-<br />

dati. Camillo <strong>di</strong>sfatti dunque tali popoli,<br />

ch'erano venuti a soccorrere gli asse<strong>di</strong>ati,<br />

cinse più strettamente la città fabbricando<br />

castelli intorno in modo da recarsi vi-<br />

cendevol mente soccorso,ed impe<strong>di</strong> re ogni<br />

comunicazione a'nemici. Quin<strong>di</strong> Camillo<br />

fece emanare un decreto dal senato, col<br />

quale si promise tutta la preda da farsi<br />

nella città <strong>di</strong> Veio alla sua espugnazione,<br />

a tutti i soldati che vi avessero contribui-<br />

to, tranne la io. a<br />

parte che votò ad Apol-<br />

lo, per cui notabilmente aumentò l'eser-<br />

cito asse<strong>di</strong>atile. Frattanto impiegò gen-<br />

te a scavare il cclebratissimo e mirabile<br />

cunicolo (benché la pietra venne ricono-<br />

sciuta fragile e perciò facile l'apertura, e<br />

appunto per la sua fragilità il cunicolo si<br />

scoscese poi da se stesso, e probabilmen-<br />

te <strong>di</strong>e luogo alla strada che conduce al-


VEI<br />

l'Isola Farnese), che conducesse <strong>di</strong>rettamente<br />

alla cittadella o fortezza, che sor-<br />

geva nella parte più emineute <strong>di</strong> Veio ;<br />

rocca assai vasta, poiché oltre quelle par-<br />

ti che costituiscono una buona fortezza,<br />

nel suo centro era situato l'ampio e su-<br />

perbissimo tempio <strong>di</strong> Giunone, il cui cul-<br />

to era in gran venerazione ne' veienti.<br />

Allorché il cunicolo fu presso alla fine,<br />

Camillo prevenne il senato della prossimi-<br />

tà della presa <strong>di</strong> Veii per assalto, scelse i<br />

più valorosi per penetrare nella cittadel-<br />

la per mezzo del cunicolo, ed egli con<br />

un finto attacco attrasse l'attenzione degli<br />

abitanti da un'altra parte. 1 romani<br />

api irono il cunicolo e sboccarono nel<br />

tempio <strong>di</strong> Giunone; tanto bene era stata<br />

presa la <strong>di</strong>rezione da' minatori. In tal<br />

guisa i soldati che guardavano le mura<br />

furono presi alle spalle, le porte furono<br />

aperte, e la città fu tosto inondata da'<br />

romani. La strage de' veienti fu grande,<br />

e non cessò se non che quando il <strong>di</strong>tta-<br />

tore or<strong>di</strong>nò <strong>di</strong> perdonare agl'inermi. L'o-<br />

pulentissima e già formidabile Veio fu<br />

data iu preda al saccheggio, ed i feroci<br />

veienti che sopravvissero furono vendu-<br />

ti come schiavi. Il simulacro <strong>di</strong> Giunone,<br />

dea tutelare della città, fu trasportato in<br />

Roma e collocato con pompa sul mou-<br />

te Aventino, dove Camillo gl'iunalzò il<br />

magnifico Tempio <strong>di</strong> Giunone Regina<br />

(/ .), cui successe la sussistente Chiesa<br />

<strong>di</strong> s. Sabina {V.) t ed il busto è nel Mii'<br />

seo Faticano, douato da Gregorio XVI,<br />

come <strong>di</strong>ssi nel voi. XLVII, p. 99. Cosi<br />

Camillo ebbe la gloria nel 3590 nel 36o<br />

<strong>di</strong> Roma <strong>di</strong> preudere il famoso Veio, dopo<br />

io anni <strong>di</strong> perseverante e memorabi-<br />

le asse<strong>di</strong>o per parte de' romani, e d'osti-<br />

nata e valorosa <strong>di</strong>lèsa per parte de' ve-<br />

ienti, cornei troiaui peno anni sosten-<br />

nero l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Troia. Insorse quin<strong>di</strong><br />

un gran <strong>di</strong>battimento fra il senato e il<br />

popolo, se Veii dovesse ripopolarsi <strong>di</strong><br />

lontani e fare così due capitali dello stes-<br />

so popolo; ma per le persuasioni <strong>di</strong>Camil-<br />

lo questo progetto veuue abbandonato.<br />

VEI 21<br />

Pare chela città non sia rimasta del tutto<br />

deserta, altrimenti per la vicinanza <strong>di</strong> Ca-<br />

pena, Nepi, Sutri ed altre città etrusche<br />

avrebbesi potuto ripopolarla, profittando<br />

del luogo per la sua postura natura-<br />

le inespugnabile, e sembra probabile, se-<br />

condo alcuno, il congetturare che i romani<br />

vi ponessero uu presi<strong>di</strong>o. Però Li-<br />

vio <strong>di</strong>ce recisamente, la città rimase de-<br />

serta. Non<strong>di</strong>meno molti e<strong>di</strong>lìzi non furono<br />

abbattuti, e solo restarono abban-<br />

donati. Livio tratta a lungo <strong>di</strong> questi<br />

fatti. Dirò solamente, che formando Ve-<br />

io il più orrendo spettacolo, in cui nep-<br />

pure i templi andarono esenti dal furo-<br />

re militare, portatosi Camillo sull'alto<br />

del colle, ov' era la rocca, al vedere co'<br />

propri occhi il risultato dell'espugnazio-<br />

ne, i superbi e<strong>di</strong>lizi in parte <strong>di</strong>roccali e<br />

iu parte consumati dal fuoco, il sangue<br />

umano scorrere iu gran copia per ogni<br />

lato della città, fra tanti cadaveri, la pre-<br />

ziosità incre<strong>di</strong>bile delle prede fatte da*<br />

soldati, e al vedere lo stato lagrimevole<br />

de' superstiti veienti oppressi dalle cate-<br />

ne, non potè contenere il pianto per la<br />

coni passione del terribile ecci<strong>di</strong>o. Immenso<br />

fu il bottino <strong>di</strong>stribuito a' soldati, ed<br />

agli altri volontariamente intervenuti al-<br />

l'azione; e l'erario romano non poco pro-<br />

fittò sul prezzo de* citta<strong>di</strong>ni veienti ven-<br />

duti come schiavi. Il senato accordò a<br />

Camillo gli onori <strong>di</strong> magnifico trionfo,<br />

che prese sopra splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssimo carro ti-<br />

rato da 4 bianchi cavalli, fra gl'incessan-<br />

ti viva e acclamazioni de' romani e de'<br />

popoli circostanti accorsi in Roma, e pieno<br />

<strong>di</strong> palme andò al Campidoglio, rice-<br />

vuto e festeggiato come un nume. Il car-<br />

ro fu consagrato al padre degli Dei, in<strong>di</strong><br />

tenuto in somma venerazione da' roma-<br />

ni. Il re veiente sunnominato, che resi-<br />

stette da forte ne' due lustri dell'asse<strong>di</strong>o,<br />

e che sagrificava nel tempio <strong>di</strong> Giunone<br />

al momento dell'ingresso insi<strong>di</strong>oso in es-<br />

so de' romani, incatenato servi d'ornamento<br />

al trionfo. Furono fatte pubbli-<br />

che preghiere, ringraziamenti e sagrili-


22 VE1<br />

zi a' Numi ; il senato or<strong>di</strong>nando alle ma-<br />

trone, che con esso per 4 giorni solen-<br />

nizzassero il giubilante avvenimento. Di-<br />

ce Zanchi, che Arezzo, dopo soggiogato<br />

Veio, <strong>di</strong>venne capo della Toscana. Di poi<br />

Camillo condusse l'esercito contro ifali-<br />

sci, e mentre ne asse<strong>di</strong>ava la mctiopoli<br />

Folcria, <strong>di</strong> cui riparlai nel voi. LV111,<br />

p. 196, l'ottenne per avere generosamente<br />

rimandalo nella città i figli che<br />

il tra<strong>di</strong>tore loro maestro avea a lui con-<br />

dotti. Dopo aver salvato Roma da' gal-<br />

li, Camillo ottenne pure che entrassero<br />

nella dominazione romana Kepi e Suiti,<br />

Jletruria Claustra, e poi validamen-<br />

te li <strong>di</strong>fese contro il reslo della nazione<br />

elrusca, sdegnata dell' espugnazione <strong>di</strong><br />

Veio e della romana politica, cui loro<br />

toglieva coli' alleanze floride e valorose<br />

città.<br />

Intanto si <strong>di</strong>scusse in Roma cosa doves-<br />

se farsi <strong>di</strong> Veio, e siccome la sua caduta<br />

non poco intimorì gli altri popoli , spe-<br />

cialmente i bellicosi volsci ed equi, altri<br />

acerrimi nemici de' romani, fecero pace<br />

tosto con essi , e si <strong>di</strong>sposero a ricevere<br />

nelle loro contrade le colonie romane, al<br />

quale efletto già il senato avea stabilito<br />

inandarvi 3ooo citta<strong>di</strong>ni romani. Ciò pe-<br />

rò pose in tumulto la plebe in Roma, pre-<br />

ferendo d' andare più volontieri a Veio,<br />

città bellissima, prossima a Roma, capace<br />

<strong>di</strong> contenere gran moltitu<strong>di</strong>ned'abitanli,<br />

oltre ii dolce clima, la fertilità eampiezza<br />

delle campagne veientane,cheandare nel<br />

paese de' volsci e degli equicoli. Camillo<br />

fu quello che ne <strong>di</strong>ssuase il senato e a<br />

stento il popolo, e la determinazione non<br />

si effettuò; però <strong>di</strong>venuto o<strong>di</strong>oso a'rouia-<br />

ni, indegimmente l'esiliarono. Ritenendo<br />

Nibby che Veii rimanese deserta dopo il<br />

suo ecci<strong>di</strong>o, tuttavia conviene che sembra<br />

le fabbriche non fossero demolite, ma so-<br />

lo abbandonate, poiché dopo la battaglia<br />

infausta dell' Allia, fiume celebre anco per<br />

tale combattimento, seguito a' 18 luglio<br />

del 363 o meglio 364 <strong>di</strong> Roma contro<br />

13renno conduttore de' galli reduci dal-<br />

VE I<br />

l'Etruria, i romani dell'ala destra fuggi-<br />

rono a Roma e senza chiuderne le por-<br />

te si ritirarono in Campidoglio, e quelli<br />

della sinistra, <strong>di</strong>menticando la patria, le<br />

donne e i figli che vi aveano lasciato , si<br />

portarono in Veii e ivi si fortificarono. Egualmente<br />

in Veii, <strong>di</strong> venuto luogo <strong>di</strong> riu-<br />

nione a' romani , si recò Camillo da Ardeada<br />

lui scelta a luogo del suo esilio (come<br />

nativo <strong>di</strong> essa, secondo alcuni scritto-<br />

ri), mentre Brenoo entrato in Roma as-<br />

se<strong>di</strong>ava il Campidoglio, ed ivi si tenne il<br />

consiglio circa i mezzi <strong>di</strong> potersi liberare<br />

da'barbari: e <strong>di</strong> là si mantenevano lecor-<br />

rispondenze cogli asse<strong>di</strong>ati per mezzo <strong>di</strong><br />

Ponzio Cominio; e <strong>di</strong> là Camillo, <strong>di</strong>men-<br />

ticata la patria ingratitu<strong>di</strong>ne, parli con<br />

l'esercitoa liberare Roma. Fu allora e per<br />

tulio questo, Veio considerala una secon-<br />

da Roma, perchè scrisse Luciano, lib. 5,<br />

ver. 28: Vcjos hahitante Camillo, Illi-<br />

co Romafuit. Ma dopo aver Camillo ob-<br />

bligato i galli a partire da Roma e quin-<br />

<strong>di</strong> sconfitti, tornò in campo la questione<br />

d'abbaudouarRoma incen<strong>di</strong>ata dagli stes-<br />

si galli, e stabilirsi in Veii, su <strong>di</strong> che ga-<br />

gliardamente .insisteva la plebe: altro in-<br />

<strong>di</strong>zio è questo che le fabbriche non erano<br />

in rovina; ma anco allora l'eloquenza e<br />

l'autorità <strong>di</strong> Camillo la vinse, <strong>di</strong>cendo che<br />

sarebbe stato meglio assai non aver sog-<br />

giogato Veio, quando a sì gran costo d'abbandonar<br />

Roma avesse dovuto ottenersi<br />

quella vittoria; e questo ignobile progetto<br />

nel 365 venne giuslamenteabbandonato<br />

pei sempre. Anzi volendo Camillo che da'<br />

romani si deponesse aifutto tale vitupere-<br />

vole pensiero, ma che piuttosto si rie<strong>di</strong>fi-<br />

casse Roma <strong>di</strong>strutta dal fuoco, ottenne<br />

dal senato, che si <strong>di</strong>stribuissero le cam-<br />

pagne veientane alla plebe in lante por-<br />

zioni <strong>di</strong> 7 jugeri per ogni capo, il che <strong>di</strong>moslra<br />

la sua vastità e ampiezza. Nel 368<br />

essendosi all'antiche aggiunte 4 nuove tri-<br />

bù, furono loro assegnale le lene conqui-<br />

state sui veienti , i falisci ed i capenali.<br />

Osserva Degli Effetti , che un pigerò è<br />

quanto può arare un paio <strong>di</strong> bovi in uu


VE I<br />

giorno, e forma 240 pie<strong>di</strong> per lungo e i io<br />

per largo, ossia passi 48 lunghi e 24 !•*"<br />

ghi. Un miglio contiene < ooo passi,e 5ooo<br />

pie<strong>di</strong>, che riquadrati fanno un milione <strong>di</strong><br />

passi e 25 milioni <strong>di</strong> pie<strong>di</strong> ; onde in uà<br />

pigerò entrano 28,800 pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> terreno,<br />

e per formare un miglio quadrato occor-<br />

rono 868 jugeri <strong>di</strong> terra e 1600 pie<strong>di</strong>.<br />

Non<strong>di</strong>meno vi furono per un momento de<br />

ripugnanti, i quali invaghiti <strong>di</strong> Veio ed avendone<br />

occupato le vuote case, per pi-<br />

grizia non volendo rifabbricar le loro ca-<br />

se in Roma, si erano ricoverati nelle case<br />

vuote <strong>di</strong> Veii; il senato con decreto li ri-<br />

chiamò, ma vedendo che questi ricalcitravano<br />

prefisse loro uu termine sotto pena<br />

<strong>di</strong> morte, onde loro malgrado furono co-<br />

stretti a ripatriare. Da quell' epoca fino<br />

al 708 <strong>di</strong> Roma , cioè pel tratto <strong>di</strong> 343<br />

anni, Veii rimase deserta, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Nib-<br />

by, e per conseguenza da se stessa si <strong>di</strong>-<br />

strusse. Alcuni credono verosimile , che<br />

Camillo col consenso del senato facesse<br />

abbàttere da'fondamenti quel non tenue<br />

avanzo d'abitazioni, che tuttavia restava<br />

in pie<strong>di</strong>, acciocché in avvenire non fosse<br />

più venuta voglia a'romani d'abbandonar<br />

Roma per trasferirsi in Veio, <strong>di</strong> cui si mo-<br />

stravano tanto innamorati. Si vuole an-<br />

che probabile, che Camillo coll'autorità<br />

del senato, or<strong>di</strong>nasse ezian<strong>di</strong>o, che co' ni a-<br />

teriali <strong>di</strong> Veio trasportati altrove si fabbri-<br />

cassero castelli per nuove colonie, e così<br />

la rovina <strong>di</strong> Veio <strong>di</strong>venne totale. Nel sud-<br />

detto 708, Giulio Cesare, essendo scorso<br />

l'anno in cui era stato <strong>di</strong>ttatore per la 2.*<br />

volta, fu <strong>di</strong>chiarato console; ed avendo<br />

saputo che i soldati eransi ammutinati e<br />

aveano ucciso i pretori CosconioeGalba,<br />

li rimproverò, e invece <strong>di</strong> soldati li chiamò<br />

nell'allocuzione citta<strong>di</strong>ni, daudo così<br />

loro una specie <strong>di</strong> congedo: <strong>di</strong>stribuì 1 000<br />

dramme a ciascuno, e fece una sorlizione<br />

delle terre d' Italia fra loro. Tra queste<br />

tene vi furono quelle dell'agro veiente e<br />

capenate. Iu tale circostanza e in forza<br />

della legge Giulia dedusse pure una co-<br />

louia a Veii, e così ebbe principio la se-<br />

V E I 23<br />

conda Veii,o la Veii romana. Questa co-<br />

lonia andò soggetta ad un assalto nella<br />

guerra civile triumvirale : gli abitanti si<br />

<strong>di</strong>spersero, per cui Lucano rappresentò le<br />

rovine <strong>di</strong> Veio coperte <strong>di</strong> polvere, Proper-<br />

zio lo <strong>di</strong>pinse miserabile ricettacolo <strong>di</strong> pa-<br />

stori, e giunse l'altiero Floro a <strong>di</strong>re, gonfio<br />

della grandezza <strong>di</strong> Roma de'suoi tempi e<br />

guardando Veio nello stato cui erasi ri-<br />

dotto , essere stata una vergogna l' aver<br />

trionfato <strong>di</strong> Veio! Essendo in tal con<strong>di</strong>-<br />

zione la colonia veiente, Augustoda principio<br />

<strong>di</strong>visò d'incorporarla a Roma, ma<br />

poi la popolò <strong>di</strong> nuovo, e Veii assunse il<br />

nome <strong>di</strong> Manicipiurn Augustum Pejens t<br />

siccome fanno fede Frontino o l'autore<br />

dell' opuscolo de Coloniis, chiamandola<br />

Colonia Fejciis t e <strong>di</strong>verse iscrizioni che<br />

riporta Nibby, in quel luogo in più tem-<br />

pi rinvenute negli scavi, e da lui eru<strong>di</strong>tamente<br />

illustrate, per cui ne farò poi menzione<br />

breve. Il municipio <strong>di</strong> Veii venne<br />

murato, come Veii primitivo, e colle pro-<br />

prie forze ezian<strong>di</strong>o risorse. Di tale rifio-<br />

rimento <strong>di</strong> Veii romano sul finire del regno<br />

d'Augusto, e sotto il suo successore<br />

Tiberio ne fanno altresì prova i moltepli-<br />

ci monumenti appartenenti a quell'epoca<br />

e scoperti nelle rovine della Veii roma-<br />

na, parte de'quali sono sculture, che rap-<br />

presentano l'immagini d'Augusto, <strong>di</strong> Tiberio<br />

e <strong>di</strong> altri soggetti <strong>di</strong> quella fimi-<br />

glia; parte iscrizioni, fra le quali primeg-<br />

gia la riprodotta da Nibby, che ora si vede<br />

affissa nella camera delle lapi<strong>di</strong> nel museo<br />

Capitolino , proveniente dal museo<br />

Ciampini, già trovata nel ripiano a settentrione<br />

dell' IsolaFarnese,do ve fu il municipio<br />

romano Veiense e il foro, ed appartenente<br />

al 776 <strong>di</strong> Roma o anno 26<br />

dell'era volgare. Da questo monumento<br />

si apprende, che Veii romauo avea il suo<br />

consiglio composto <strong>di</strong> 100 membri, per-<br />

ciò chiamati centumviri, 1 3 de'quali fu-<br />

rono presenti alla deliberazione fatta nel<br />

tempio <strong>di</strong> VeuereGenitrice nel foro<strong>di</strong>Ce-<br />

sare in Roma: che avea i suoi duumviri,<br />

i suoi questori; che volendo ricompensa-


24<br />

VE I<br />

re i benefizi ricevuti da Caio Giulio Ge-<br />

Jote licerlo d'Augusto, lo promossero al<br />

grado degli atigustnli, collegio equivalen-<br />

te a quello de'Pontefici in Pioma; e <strong>di</strong>ede-<br />

ro a lui ed a'figli suoi il privilegio del bi-<br />

sellio in mezzo agli auguslali nell'assiste-<br />

re agli spettacoli, ed in mezzo a'cenlum-<br />

•viri nelle cene pubbliche, e l'esenzione da'<br />

dazi municipali. Fra'nominati centumvi-<br />

ri in tale decreto vie M. Tarquizio Sa-<br />

turnino, <strong>di</strong> cui si ha una lapide scoperta<br />

nel 18 12 negli scavi veienti, dalla quale<br />

apparisce ch'egli ebbe l'onore d'una sta-<br />

tua in Veii, della cui ragguardevole fami-<br />

glia ivi furono trovate altre memorie, la<br />

quale pare oriunda <strong>di</strong> Veii anche per l'i-<br />

dei izione eh' era in quella parte detta la<br />

Piazza d'armi, e poi annoverala alla tribù<br />

Tromenlina, così denominata a campo<br />

Tromekto, parte del territorio veien-<br />

le; cioè derivante da una dell'antiche famiglie<br />

veienti che defezionarono aroma-<br />

11 i durante l'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Veii, e furono do-<br />

po la presa della città premiate col <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza, e con terre l'anno 366<br />

<strong>di</strong> Roma. Di Cneo Cesio Aticto, che rial-<br />

zò la statua <strong>di</strong> Tarquizio Saturnino, ca-<br />

duta per terremoto o altra cagione, per<br />

le rovine del tempio <strong>di</strong> Marte, molte la-<br />

pi<strong>di</strong> sono state scoperte in Veii, parte nel<br />

secolo passato e parte negli ultimi scavi,<br />

riferite da Nibby; dalle quali apparisce,<br />

che fu aggregato fra'centumviri veienti,<br />

che riscosse ogni sorte <strong>di</strong> onori, ch'ebbe<br />

statue dagli auguslali e da tulta la popo-<br />

lazione nel 2 56 <strong>di</strong> nostra era, per la sua<br />

munificenza , avendo rifatta la schola o<br />

sala della Fortuna Forte e l'ornò <strong>di</strong> sta-<br />

tue; e ch'ebbe in moglie Cesia Sabina sa-<br />

cerdotessa della Fortuna Reduce, la qua-<br />

le si mostrò munifica colie donne del comune<br />

<strong>di</strong> tutte le classi ad esempio del suo<br />

marito. Da un' altra lapide scavata nel<br />

18 12, si ricava che nel 784 <strong>di</strong> Roma il<br />

municipio eresse un monumento ad ono-<br />

re <strong>di</strong> Tiberio e <strong>di</strong> Druso cesare suo figlio;<br />

e da altra che M. Erennio Picente conso-<br />

le era patrono del municipio, a lui eret-<br />

VE I<br />

ta per benefizi ricevuti da'municipali in-<br />

tramuranei, altra testimonianza che Veii<br />

romana pure era circuita <strong>di</strong> mura. Plinio<br />

fra le popolazioni che a'tempi <strong>di</strong> Vespasiano<br />

occupavano l'Elruria, nomina<br />

i veientani. Dell' esistenza del municipio<br />

<strong>di</strong> Veii sotto gli Antonini e Settimio Se-<br />

vero sonovi lapi<strong>di</strong> che l'affermano. Il pie-<br />

<strong>di</strong>stallo della statua della Vittoria esistente<br />

nella chiesa <strong>di</strong> s. Lucia nell'Isola Farnese,<br />

de<strong>di</strong>cata nel 249 <strong>di</strong> nostra era, mo-<br />

stra che sotto i Filippi , Veii continuava<br />

ad esistere,chesi restauravano monumen-<br />

ti cadenti per vetustà, che conservava il<br />

suo Ordo,e che n'erano allora duumviri<br />

quinquennali P. Sergio Massimo e M.<br />

Lollio Sabiniano. Dalla lapide scoperta<br />

nel 1 774 apparisce che Veii avea ancora<br />

il suo Ondo sul principio del secolo IV;<br />

è in onore <strong>di</strong> F. Valerio Costanzo padre<br />

<strong>di</strong> Costantino I allora nobilissimo cesare.<br />

Essa chiude la serie de' monumenti ve-<br />

ienti conosciuti da Nibby. Dopo l'era Co-<br />

stantiniana altra memoria esso non incon-<br />

trò <strong>di</strong> Veii, se non nell'Itinerario o carta<br />

Peutingeriana, nella quale al XII miglio<br />

della via Cassia o Clau<strong>di</strong>a trovasi in<strong>di</strong>-<br />

cata Veios, dall'anonimo Ravennate det-<br />

ta Beios per analogia <strong>di</strong> pronuncia. Dice<br />

Nibby: questi mi sembrano in<strong>di</strong>zi mol-<br />

to forti per credere che Veii nel secolo<br />

Vili non era ancora <strong>di</strong>menticata. Ma do-<br />

po sparisce alfatto dalla storia , e perciò<br />

puòsupporsi checaduta in isquallore come<br />

tant'altre terre del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Roma<br />

perisse alfa Ito nella scorreria mici<strong>di</strong>ale <strong>di</strong><br />

Astolfo re de' longobar<strong>di</strong>, che marciò su<br />

Roma verso il 753 per asse<strong>di</strong>arla e mi-<br />

nacciandola d'impadronirsene. Prima <strong>di</strong><br />

questo tempo pare che in Veio vi fosse<br />

piantata la sede vescovile,e nel vol.LVIII,<br />

p.128, notai, che il Calindri ne <strong>di</strong>sse i.°<br />

vescovo Andrea nel 680. LaNotiliaEpiscopatuum<br />

del p. Mi reo <strong>di</strong>ce a p. 4' 1 •"<br />

Veientes seu Veii t vetusti Etruriae po-<br />

puli: quorum Urbs quo loco posila fuerit,<br />

iam olim fuit ignoratum. Civita-<br />

lem Castellana, quae Episcopatugau-


VE T<br />

det, non Veientium, sed Falìscorum esseoppidum,docet<br />

Antonini Massa in li-<br />

bro deOrigine Faliscorum. Nel 1. 1 o del-<br />

Y Italia sacra, fra gli Episcopatus Antiquati,<br />

a p. 182 si pone J'ejens Episco-<br />

patus. Dopo riferite le notizie dell'antico<br />

Veio o Veii, si legge. Sunt etiam, qui illud<br />

inter Episcopales sedes antiquatas<br />

recen seatj cuj'us rei testitnonium profertur<br />

Andreas Vejentanae Ecclesiae Epi-<br />

scopio, qui sententi :arn suam <strong>di</strong>xit in Romano<br />

concilio subAgathone


a6 V E I<br />

«letto Vejentanus provinciae Histriae,<br />

perchè una delle principali colonie <strong>di</strong> Ve-<br />

io, cioè i campi <strong>di</strong> Veio furono assegnali<br />

alle legioni illiriche ed a' veterani dalma-<br />

tini, e perciò detti Dalmalia elHistria.<br />

Degli Effetti produce <strong>di</strong>verse notizie su<br />

Veio e il suo territorio, su' veienti anti-<br />

chi e nuovi. Anche il Borgia, faticanti<br />

Confessio B. Petri, a p. 1 88 parla <strong>di</strong> Capracorum<br />

oblatum Ecclesiae Romanae,<br />

prae<strong>di</strong>um sciliect rusticani in territorio<br />

t 7 ridanoseli Vegetano. Nel l.i^ùtW Album<br />

<strong>di</strong> Roma, a p. 28, si riporta il Di'<br />

scorso sopra Capracoro colonia fonda-<br />

ta da s. Adriano I, del eli. Coppi, col-<br />

la pianta corografica delle vicinanze <strong>di</strong><br />

Capracoro. E nel t. 9, p. 5i 1 degli Atti<br />

dell' accademia romana d'Archeo-<br />

logia, si legge il medesimo Discorso.<br />

Dice che alla sua assunzione al ponti-<br />

ficalo il dominio temporale della s. Se-<br />

de era angusto (cioè in proporzione delle<br />

posteriori ampliazioni), ed i longobar<strong>di</strong><br />

facevano correrie sino a Otricoli. Fra le<br />

tante opere insigni <strong>di</strong> quel gran Papa, pro-<br />

mosse l'agricoltura. Nell'agro romano fondò<br />

4 domoculte o villaggi, cioè Galera nel-<br />

la via Amelia o Cornelia, altra Galera nel<br />

Portese.s. E<strong>di</strong>sto e Calvisiano nell'Ar-<br />

deatina. Altra docuoculta stabilì nel ter-<br />

ritorio veiente, a' confini del Nepesino,<br />

nel luogo detto Capracoro, e sembra nel<br />

territorio <strong>di</strong> Campagnano presso il fiume<br />

Treia. Possedeva egli colà molti terreni<br />

ere<strong>di</strong>tati da'suoi maggiori nobilissimi romani<br />

(da'qnali, secondo alcuni, <strong>di</strong>scese-<br />

ro poi i conti del Tuscolo ei Colonna).<br />

A que' fon<strong>di</strong> ne unì altri che acquistò da<br />

vari particolari, co' quali fece delle per-<br />

mute, e formò una sola tenuta, nella quale<br />

fondò Una colonia. E<strong>di</strong>ficò nella mede-<br />

sima una magnifica chiesa, e terminato il<br />

tutto, egli stesso accompagnato dal clero<br />

e senato romano si recò con gran pompa<br />

a Capracoro , e trasferì nella nuova<br />

chiesa i corpi de' ss. Pontefici Cornelio,<br />

Lucio, Felice e Innocenzo I, suoi protet-<br />

tori particolari. Dispose poi, che tutto il<br />

V E I<br />

rumente, l'orzo, i legumi, ed il vino che<br />

in quella colonia si fosse raccolto, si ri-<br />

ponesse separatamente ne'granai e nelle<br />

cantine della chiesa Lateranense-, si uccidessero<br />

inoltre ogni anno 100 grossi ma-<br />

iali, e se ne riponesse similmente la car-<br />

ne nelle <strong>di</strong>spense del Laterano (ove al-<br />

lora i Papi facevano l'or<strong>di</strong>naria loro <strong>di</strong>-<br />

mora), quin<strong>di</strong> il lutto si erogasse in sov-<br />

venzione de'poveri; per tal effetto si ra-<br />

dunassero ogni giorno, sotto il portico <strong>di</strong><br />

quel patriarchio, almeno 100 <strong>di</strong> essi, e un<br />

<strong>di</strong>spensiere fedelissimo <strong>di</strong>stribuisse a cia-<br />

scuno una libbra <strong>di</strong> pane, due bicchieri<br />

<strong>di</strong> vino, ed una zuppa con porzione <strong>di</strong><br />

carne. Capracoro passò <strong>di</strong>poi fra'beni del-<br />

la basilica Vaticana, e fu per vari secoli<br />

abitato. Difatti s. Leone IV verso T848<br />

chiamati da vari luoghi uomini per co-<br />

struir le mura della Città Leonina (f.)<br />

borgo aggiacente a detta basilica, concorse<br />

all'opera anche la milizia <strong>di</strong> Capracoro.<br />

G io vauniXX confermando nel 1027<br />

i beni al vescovo <strong>di</strong> Portoe <strong>di</strong> Selva Can-<br />

<strong>di</strong>da, ne nomina alcuni esistenti nel terri-<br />

torio Nepesino, confinanti con una strada<br />

ch'era fra la milizia della torre e un ter-<br />

reno <strong>di</strong> s. Pietro. Benedetto IX in una si-<br />

mile conferma delio37 in<strong>di</strong>ca Capraco-<br />

ro col titolo <strong>di</strong> Corte (anticamente signi-<br />

ficava, unione <strong>di</strong> molti poderi, anzi un ca-<br />

stello o terra). Nel 1 o53 s. Leone IX con-<br />

fermò a Giovanni arciprete della basili-<br />

ca Vaticana e a'eanonici <strong>di</strong> essa, ch'era-<br />

no nel monastero <strong>di</strong> s. Stefano maggio-<br />

re, vari fon<strong>di</strong>, e fra gli altri que'<strong>di</strong> Tre-<br />

quata e Macorano accinto a Capracoro.<br />

In altra bolla dello stesso anno, s. Leone<br />

IX confermò al medesimo arciprete e a*<br />

servitori della chiesa <strong>di</strong> s. Pietro, il castel-<br />

lo <strong>di</strong> Capracoro con tutti i suoi fon<strong>di</strong>, col<br />

molino e la chiesa <strong>di</strong> s. Giovanni della Tre-<br />

gia, esistente nel territorio veiente lungi<br />

circa 27 miglia da Roma. Adriano IV nel<br />

1 f 58 confermò la 2/ bolla <strong>di</strong> s. Leone<br />

IX, in<strong>di</strong>cando che la nominata chiesa era<br />

<strong>di</strong>roccata, che dovea alla basilica Vatica-<br />

na annue 3 libbre <strong>di</strong> cera lavorata; lo stes-


VE I<br />

so ripeterono Innocenzo III ne) no", e<br />

Gregorio IX nel 1:128. Col decorso degli<br />

anni la basilica Vaticana perdette i beui<br />

<strong>di</strong> Capi-acoro. Questo castello dopo il secolo<br />

XI II, come tanti altri, fu abbandona-<br />

to e <strong>di</strong>strutto, pel sito alquanto infelice,<br />

cioè sorgeva in una valle circondati d


a8 VE I<br />

«<strong>di</strong>ri personaggi; et! all'incontro restasse<br />

presso Enrico V il potente romano Pier<br />

Leone co'suoi figli. Nel i 166 venne con-<br />

fermala l.i locazione falla <strong>di</strong> questo ca-<br />

stello dal predecessore, da Ildebrando<br />

abbate benedetlino <strong>di</strong> s. Cosma e Damiano<br />

in Mica Aurea (oggi s. Cosimato<br />

<strong>di</strong> Roma delle Francescane, alle quali<br />

già nel 1288 era passala la proprietà <strong>di</strong><br />

Isola, forse allora chiamata Castello <strong>di</strong><br />

.«. Pietro), a Pietro Obicione,e gli cedette<br />

inoltre alcuni beni che avea in Albano,<br />

ricevendone in compenso i <strong>di</strong>ritti che il<br />

medesimo aveva sopra 6 chiese esistenti<br />

in Isola. L'n alto del 1286 ricorda fra'<br />

i confini <strong>di</strong> Galera il castello dell' Isola<br />

<strong>di</strong> Ponte Veneno. Sul principio del secolo<br />

XIV questa terra passò dal monastero<br />

delle monache <strong>di</strong> s. Cosimato in ma-<br />

no <strong>di</strong> particolari; e nel 1 346 un in<strong>di</strong>viduo<br />

della famiglia Muti ne vendette una<br />

palle ad Andrea Orsini. Nel i36o Fran-<br />

cesco Veneto notaio lasciò a Vecchiarel-<br />

Jo Sabba due oncie del castello dell'Iso-<br />

la colle tenute, la rocca, il cassero ed i<br />

vassalli. Nel 1 368 Lello figlio <strong>di</strong> Vene-<br />

to ne ipotecò la 3." parie d' un'oncia a<br />

favore <strong>di</strong> Pietro figlio <strong>di</strong> Marino. Nel se<br />

colo XV questa terra era in uno stato <strong>di</strong><br />

floridezza e molto popolata; imperocché<br />

nella mossa del perugino Nicolò Fortebraccio<br />

minacciante Roma, nel 1 4^4<br />

venne lassata da Papa Eugenio IV <strong>di</strong><br />

mandare a Bracciano 10 uomini armati<br />

per unirsi al corpo che ivi il Papa faceva<br />

raccogliere per opporglisi. Sembra<br />

poi che in questo tempo passasse interamente<br />

in potere degli Orsini, i quali fino<br />

dal i346 ne possedevano una parte,<br />

e molto del fabbricato attuale appartie-<br />

ne a qiiell' epoca. Nel 1480 con l'aiuto<br />

<strong>di</strong> Fabrizio e Nicolò signori <strong>di</strong> Scrinone-<br />

ta, nella correria contro gli Orsini, Iso-<br />

la pure fu presa da Prospero Colonna,<br />

che menò seco prigione parecchi abitanti<br />

e portò via mollo bestiame. Nel i486<br />

il car<strong>di</strong>nal Borgia, poi Alessandro VI, e<br />

il car<strong>di</strong>nal Ascanio Sforza si portarono<br />

VE1<br />

in questa terra e cenarono insieme, on-<br />

de si sparse voce che avessero trattato <strong>di</strong><br />

pace. Dipoi Alessandro VI avendo stabi-<br />

lito ili abbattere la potenza degli Orsini,<br />

perciò tentò d'occupare tutte le loro ter-<br />

re cominciando dall' Isola, che il suo figlio<br />

Cesare Borgia poi duca <strong>di</strong> Valenza<br />

(F.) o Valentinois, nel 1 497<br />

circa pre-<br />

se dopo 12 giorni d'asse<strong>di</strong>o, ed allora<br />

oltre altri guasti, una parte della rocca<br />

venne <strong>di</strong>sfatta : nello slesso anno gli Or-<br />

sini ne alienarono una parte in favore<br />

del 11 ucel lai mercante fiorentino. Morto<br />

però nell'agosto i5o3 Alessandro VI, e<br />

caduta la potenza del duca Borgia, l'Iso-<br />

la naturalmente ritornò proprietà degli<br />

Orsini, onde allorché Pio IV nel i56o<br />

con bolla eresse Bracciano (<strong>di</strong> cui pure<br />

nel voi. LV1II, p. 121) in ducato, vi<br />

comprese con altre terre ancora questa.<br />

Rilevai nel voi. XX1H, p. 201C0I Nibby,<br />

il nome che tultora ritiene d'Isola Farncse<br />

è un forte in<strong>di</strong>zio, che un qualche<br />

tempo sia stala <strong>di</strong> quella famiglia, e che<br />

poscia nell' incamerazione del ducato <strong>di</strong><br />

Castro e Ronciglione, ancora questa ter-<br />

ra venisse compresa. Egli è certo che fino<br />

dal 1667 era della Camera apostolica ,<br />

e che fu allora affittata per i45o scu<strong>di</strong>.<br />

Anche il Coppi conviene, che nella de-<br />

cadenza della famiglia Orsini, Isola fu<br />

fra' primi fon<strong>di</strong> alienali ; e sembra che<br />

sia passata in dominio della famiglia Farnese,<br />

dalla quale prese nuova denominazione,<br />

e quin<strong>di</strong> incamerala col detto du-<br />

cato, pare nel 1 64 * n nel 1 64


vec<br />

topografiche da lui verificate sul luogo.<br />

Afferma d'aver trovato sul piano dell'i-<br />

stesso silo ov'era la città i residui dell'an-<br />

tichissime mura e delle sostruzioni ; che<br />

ne' cavi si trovarono pie<strong>di</strong>stalli, cornicio-<br />

ni, statue e altri maravigliosi rottami <strong>di</strong><br />

marmi antichi. Nel piano della valle os-<br />

servò il cunicolo pel cui mezzo seguì le-<br />

sterminio della gran Veio. Nell'antica via<br />

Veientana, che <strong>di</strong>ramandosi dalla Cassia<br />

conduceva a Veio, trovò i vestigi <strong>di</strong> gros-<br />

si selci, e allora pure conducevano al col-<br />

le e all' Isola Farnese; e parte dell'anti-<br />

ca città <strong>di</strong>chiaiò che surse ov'è il castel-<br />

lo o rocca dell' Isola stessa, nella quale<br />

con Lilj <strong>di</strong>ce che terminò i suoi giorni<br />

Gismondo Varani. In l'atti leggo nell'///-<br />

storia <strong>di</strong> Camerino, che nelle vertenze<br />

fra Francesco RI.' I duca d'Urbino e Sigismondo<br />

Varani suo nipote e duca <strong>di</strong><br />

Camerino, questi tornando da Viterbo<br />

a Roma, ov'era andato ad assoldar gen-<br />

ti, d' or<strong>di</strong>ne dello zio giunto alla Storta<br />

a' 25 giugno 1022 fu passato con uno<br />

spiedo nel corpo e portato, nel castello<br />

dell'Isola Farnese ivi morì <strong>di</strong> 21 anni,<br />

in<strong>di</strong> condotto in Roma il cadavere fu tu-<br />

mulato in s. Maria del Popolo. Quin<strong>di</strong><br />

il Piazza passando a ragionare dell'o<strong>di</strong>er-<br />

no castello, <strong>di</strong>ce che dagli Orsini passò<br />

in proprietà de'Farnesi, unito collo sta-<br />

to <strong>di</strong> Castro e Ronciglione, e pe' quali<br />

s' intitolò Isola Farnese, in<strong>di</strong> proprietà<br />

della camera apostolica col rimanente<br />

del dominio Famesiano. Trovò nella vi-<br />

sita apostolica la chiesa <strong>di</strong> s. Pancrazio<br />

parrocchiale (e lo è tuttora, de<strong>di</strong>cata pu-<br />

re alla D. Vergine Coronata), assai anti-<br />

ca e <strong>di</strong> conveniente fabbrica (il Nibby la<br />

crede e<strong>di</strong>ficata nel secolo XV e proba-<br />

bilmente rifabbricata dopo i guasti soffer-<br />

ti dalla terra nella "'presa del duca Bor-<br />

gia : dello slesso tempo è la pittura a fre-<br />

sco dell'aitine maggiore, che rappresen-<br />

ta la Coronazione della ss. Vergine. 11<br />

vaso per 1' acqua santa è formato con<br />

frammenti antichi d'architettura), in cui<br />

venerasi una segnalata reliquia del san-<br />

V EI 29<br />

to titolare. La chiesa fu consagrata dal<br />

vescovo Teipolitano a'20 aprile i55g,<br />

riponendovi neh' altare le reliquie <strong>di</strong> s.<br />

Pancrazio, <strong>di</strong> s. Andrea apostolo e <strong>di</strong> s.<br />

Lucia, concedendo un anno d'indulgen-<br />

za perpetua nell'anniversario della de<strong>di</strong>-<br />

cazione, <strong>di</strong> che trovò memoria nel de-<br />

creto della visita fatta nel i63o dal car-<br />

<strong>di</strong>nal Ginnasi vescovo <strong>di</strong> Porto. La chiesa<br />

era mantenuta nel culto<strong>di</strong>vino da una<br />

confraternita canonicamente eretta, coi<br />

frulli <strong>di</strong> pii legati. Pegli infortuni! patiti<br />

dal castello allora contava 1 3o anime,<br />

l'arciprete godeva scu<strong>di</strong> 200 <strong>di</strong> ren<strong>di</strong>ta.<br />

La chiesa <strong>di</strong> s. Maria Castellana, così del-<br />

ta perchè vicina alla rocca t> castello an-<br />

tico, de<strong>di</strong>cata ancora a s. Lucia, ora<br />

smantellata, era governata da un cap-<br />

pellano perpetuo obbligato a coa<strong>di</strong>uvare<br />

l'arciprete nella cura d'anime, e <strong>di</strong> sup-<br />

plire per lui a' bisogni della parroc-<br />

chia, venendo nominato liberamente dal-<br />

l' or<strong>di</strong>nario colla ren<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> 80.<br />

Crede Piazza che in questo e<strong>di</strong>lìzio, prima<br />

che fosse ridotto a chiesa, venisse a-<br />

dorato da'gentili un Nume. Certo è che<br />

ivi 1' ara marmorea della Vittoria Au-<br />

gusta, serve per vaso dell' acqua bene-<br />

delta, e l'iscrizione Ordo Vejenlium fe-<br />

ce trarre argomento al Nar<strong>di</strong>ni della vicinanza<br />

<strong>di</strong> Veio, mentre osservò il Piazza<br />

che per la sua grandezza non poteva es-<br />

sere stala trasportala da luogo lontano.<br />

L' Isola Farnese fu <strong>di</strong> poi concessa in en-<br />

fiteusi dalla camera apostolica, la quale<br />

nel 1820 ne vendette anche il dominio<br />

<strong>di</strong>retto, che fu acquistato dalla principes-<br />

sa Marianna <strong>di</strong> Savoia duchessa del Chia-<br />

blese, nel suo soggiorno in Roma (<strong>di</strong> che<br />

ne'vol.XXlII,p.2oi,XLVH,p. 95,LXI,<br />

p. 174 e altrove); dominio che passato<br />

per sua morte nel 1823 in retaggio alla<br />

regina <strong>di</strong>SardegnaM.'Cr'ìtiin* <strong>di</strong> Borbo-<br />

ne (insieme alla Villa del Tuscolo ossia la<br />

Rufiinella <strong>di</strong> Frascati, <strong>di</strong> che parlai nel<br />

vol.XXVII,p. j 65 e i66,ma ricordandolo<br />

nel voi. LIX, p. 73, il detto voi. per man-<br />

canza d'uu 1 <strong>di</strong>ce erroneamente XX\ 1; e<br />

e


3o VE I VEI<br />

siccome ivi tlissi che In regina collocò gli rupe che guarda mezzogiorno e levante,<br />

oggetti antichi d'arte trovati ne'suoi sca- e si ravvisano come sepolcri etruschi;<br />

vi <strong>di</strong> Tuscolo, nel magnifico e reale ca- una <strong>di</strong> esse è <strong>di</strong> forma quadrata e piena<br />

stello d' Agliè nella provincia d'Ivrea, <strong>di</strong> piccole nicchie, come i colombari ro-<br />

e suo soggiorno <strong>di</strong> villeggiatura <strong>di</strong> quan- mani. Il luogo presenta d'ogni parte l'ado<br />

in quando, qui aggiungo che vi col- spetto dello squallore e della decadenza,<br />

locò pure la pregevole collezione de'vasi e mostra nel fabbricato essere stalo riefittili<br />

veienti, <strong>di</strong> cui vado a parlare. Il <strong>di</strong>ficato nel XV secolo. La terra ebbe un<br />

castello d' Agliè è <strong>di</strong> proprietà del reale soloaccesso interno, e dalla parte del Por-<br />

principe Tommaso <strong>di</strong> Savoia duca <strong>di</strong> Gè- lonaccio era la comunicazione fra la cit-<br />

nova), e morendo la regina nel 1 847, la- là e la cittadella. L'antica via essendo insciò<br />

1' Isola Farnese, con altri fon<strong>di</strong> che terrotta, come la detta comunicazione,<br />

possedeva nelle vicinanze <strong>di</strong> Roma, alla si segue una nuova strada, posteriore a<br />

nipote regnante imperatrice del Rrasile Veii etrusca,che torce a sinistra per chi<br />

Teresa Cristina, comenotai nel vol.LXI, va da Roma all'Isola, fino alla mola; la<br />

p. 181. L'imperiosa brevità m'impe<strong>di</strong>- quale a sinistra è dominata da rupi pit-<br />

sce seguire il iNibby nella dotta descri- toresche, e a destra da una specie <strong>di</strong> ba-<br />

zione della topografia della celebre Veii, ratio, sotto il quale scorre il fosso. Alla<br />

e degli avanzi esistenti tanto dell' epoca mola è il precipizio terribile, e poco do-<br />

etrusca, quanto ancora dell'epoca 10- pò una cataratta: il sito è de'più pittomana,<br />

e dovrò contentarmi a ricordare reschi, e pare servito a' veienti per luogo<br />

solamente qualche principale in<strong>di</strong>cazio- <strong>di</strong> supplizio, come a Roma la rupe Tar-<br />

ile, oltre quelle già riferite. Sir William pea. Dalla cataratta si sale per giungere<br />

Geli pei 1 .° pubblicò la pianta esatta <strong>di</strong> alla città antica, ove forse fu la porta oc-<br />

Veii, che somiglia ad una vasta peniso- cidentale o de'Selte Pagi. S'incontra poi<br />

la, nel t. 1 delle Memorie dall' Istillilo una sorgente d'acqua minerale, e il sito<br />

<strong>di</strong> corrispondenza a rcheo logica,con os- dell'altre porle, che ponno designarsi, seservazioni,<br />

ed anco nella Topografia <strong>di</strong> condo la loro <strong>di</strong>rezione, co'nomi <strong>di</strong> Cam-<br />

Rorna e suoi <strong>di</strong>ntorni: Le mura primi- pana, Fidenate, Arce, Are Muzie, Ponte<br />

live erano <strong>di</strong> massi irregolari quadrila- Sodo oCapenate, Sutrina, Pietra Perlu-<br />

Ieri <strong>di</strong> lufa locale, lunghi fino 1 1 pie<strong>di</strong>, sa, Colombario. Visibilmente si ricono-<br />

Gli antichi sepolcri sono incavati nella scono a fior <strong>di</strong> terra le fondamenta dei-<br />

rupe dell'Isola. 11 suo fosso e il rivo Cre- le 5 porte, oltre quella per a Sette Pagi,<br />

mera determinano il sito <strong>di</strong> Veii in gui- Sembra però clie 9 fossero le porte, sensa<br />

che si può facilmente misurarne il cir- za coniar la porta della cittadella eh' e-<br />

cuito. A Veii romana anticamente si an- ra interna. Oltre le mura, il sito delle<br />

dava da Roma perle vie Flaminia e Cas- porte, il ponte della porta <strong>di</strong> Pietra Per-<br />

sia ; oggi più. or<strong>di</strong>nariamente si segue la tusa, il Ponte Sodo, i tumuli e le grotte<br />

strada detta dell'Isola, che <strong>di</strong>rama dalla sepolcrali, altri avanzi non rimangono <strong>di</strong><br />

Cassia verso il X miglio a destra. Il ca- Veii etnisca. Del municipio <strong>di</strong> Veii ro-<br />

stello dell'Isola si presenta come sopra mana altro non rimane che il colombauno<br />

scoglio spiccato dalla catena <strong>di</strong> pa- rio, da'eonta<strong>di</strong>ni chiamato il Cemeterio;<br />

lecchi colli <strong>di</strong>rupati, <strong>di</strong> forma oblunga fu trovalo intallo, ornato <strong>di</strong> stucchi <strong>di</strong><br />

da occidente a oriente. Quel <strong>di</strong>rupo è un bello stile e <strong>di</strong> pitture, ma oggi è tutto<br />

ammasso <strong>di</strong> ceneri vulcaniche indurite spogliato, parte per l'incuria e parte pel<br />

dall'acqua, perciò fragile e facile a fra- vandalismo de' visitanti. Esso è condo-<br />

narsi, per cui anticamente era più alto, sto <strong>di</strong> 3 camere, delle quali una sola è ac-<br />

Molte caverne souo aperte nel lato della cessibile. Lungo la strada romana fra le


VEI<br />

porle Siili ina e Fidennte, furono scoper-<br />

te negli scavi varie lapi<strong>di</strong> sepolcrali, ri-<br />

ferite e <strong>di</strong>chiarate dal Nibby. Nel centro<br />

ove fu il municipio veiente furono tro-<br />

vate le teste colossali d'Augusto e Tibe-<br />

rio, ora nel corridore del Musco Glia»<br />

ramonti, molte altre statue frammenta-<br />

te, molte teste, una statua mutile <strong>di</strong> Germanico,<br />

molli pezzi d'architettura e 24<br />

colonne giacenti e non ancor messe in o-<br />

pera, cioè 12 <strong>di</strong> marmo bianco lunense<br />

<strong>di</strong> circa i3 palmi d'altezza e 3 <strong>di</strong> <strong>di</strong>ame-<br />

tro, d'or<strong>di</strong>ne ionico, con basi e capitelli<br />

<strong>di</strong> forma singolare; e 12 <strong>di</strong> marmo bi-<br />

gio <strong>di</strong> 1 3 palmi d'altezza e d'un palmo e<br />

mezzo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro, con basi e capitelli<br />

d'or<strong>di</strong>ne composito. Colle prime Grego-<br />

rio XVI fece ornate il portico dell'anti-<br />

co e<strong>di</strong>lìzio delle Poste pontifìcie a piazza<br />

Colonna (come narrai nel voi. LlV, p.<br />

3 1 4-> mentre il nuovo ledescrissi nel voi.<br />

LXXIV, p. 36o) ; colle seconde il medesimo<br />

Papa fece decorare la cappella <strong>di</strong><br />

s. Benedetto della nuova basilica <strong>di</strong> s.Pao-<br />

lo (il che notai nel voi. XII, p. 223, ed<br />

avendo terminato la descrizione <strong>di</strong> quel<br />

tempio splen<strong>di</strong><strong>di</strong>ssimo ne' voi. LXXIII,<br />

p. 352, LXXV, p. 2 i4). Queste 24 colonne<br />

sembra che fossero in origine de-<br />

stinale ad abbellire la basilica <strong>di</strong> Veii, e<br />

per conseguenza presso il luogo dove esse<br />

furono trovate, in uno alle summen-<br />

lovate sculture, e fu probabilmente il fo-<br />

ro. Le lapi<strong>di</strong> pubblicale dalJNibby ricor-<br />

dano il tempio <strong>di</strong> Marte, la scuola della<br />

Fortuna Forte, il teatro, il bagno, il cul-<br />

to alla dea Vittoria, quello a Castore e<br />

Polluce, alla Pietà, ed al Genio de' ve-<br />

ienti. Anche il Coppi <strong>di</strong>scorre de'monu-<br />

menli rinvenuti negli scavi <strong>di</strong> Veio, in<strong>di</strong><br />

acquistali dal governo pontificio, e col-<br />

locati nel museo Vaticano. Nel secolocor-<br />

iente,a spese della famiglia Giorgi e sotto<br />

hi <strong>di</strong>rezione dell'avv. Galli, nel 1 8 1 o s'in-<br />

(ominciarono gli scavi, continuali negli<br />

anni seguenti, sulla spianala d'una col-<br />

lina esistente a settentrione dell' Isola<br />

Farnese, come ricavo da Coppi e da JNib-<br />

VEI 3t<br />

by, quest'ultimo deplorando che gli oggetti<br />

trovali de'magnifici avanzi del mu-<br />

nicipio veiente, quando poi Pio VII li fe-<br />

ce acquistare pel Vaticano, non furono<br />

tutti collocali nella stessa sala, e che nello<br />

scavo fu trascurata affatto la topografia<br />

delle fabbriche rinvenute. Ne fece <strong>di</strong>ver-<br />

se relazioni all'accademia romana d'ar-<br />

cheologia Alessandro Visconti, i cui e-<br />

stralti si pubblicarono nel Giornale <strong>di</strong>-<br />

partimentale <strong>di</strong> Roma, in tempo del governo<br />

francese. Divenuta l'Isola Farne-<br />

se proprietà della regina <strong>di</strong> Sardegna M.*<br />

Cristina, riprese le escavazioni a'26 feb-<br />

braio 1 838 ei83g nell' antica necropoli<br />

<strong>di</strong> Veio sotlo la <strong>di</strong>rezione dell'intelligen-<br />

tissimo marchese Luigi Bion<strong>di</strong>, il quale<br />

a' 1 g aprile i 838 lesse nell' Accademia<br />

d'Archeologia il Ragionamento intorno<br />

alla tabella votiva in marmo, trovata<br />

nell' escavazioni veienli. Si pubblicò nel<br />

t. 9, p. 2o5 de' summentovali Alti. In-<br />

<strong>di</strong> il marchese commise la descrizione<br />

de'vasi fìttili trovati ne' sepolcri dell'antica<br />

Veio, al dotto archeologo Campa-<br />

nari <strong>di</strong> Toscanclla, il quale vi corrispo-<br />

se con quella illustrazione stampala con<br />

tavole incise nel i83q,che lodai nel voi.<br />

LXXVIII, p. 269, de<strong>di</strong>cata al conte Avogadro<br />

<strong>di</strong> Colobiano gran maestro e con-<br />

servatore generale della casa della stessa<br />

regina. Da par suo descrisse tali sepolcri<br />

veienli ed i<br />

vasi. Dice i sepolcri <strong>di</strong> due<br />

specie, altri gran<strong>di</strong> e più antichi, forma-<br />

ti <strong>di</strong> una o più camere co' letti funebri<br />

scolpiti all'intorno, su de'quali venivano<br />

deposti o interrati i cadaveri ; altri meno<br />

antichi e piccolissimi, consistenti in<br />

una o più nicchie scavate parimente nel<br />

tufo e capaci a contenere non più che un<br />

vaso, e talvolta uua piccola urna <strong>di</strong> ter-<br />

ra cotta coperchiala, dove riponevansi le<br />

ossa bruciate del morto ; e presso tali nic-<br />

chie erigevasi il rogo per bruciare i ca-<br />

daveri. 1 vasi neri, quegli altri <strong>di</strong> gran 9<br />

mole con rappresentazioni d' animali, e<br />

gli altri tutti <strong>di</strong> più antica opera e fattu-<br />

ra Uovaronsi sempre <strong>di</strong>sposti intorno a'


32 VEI<br />

cadaveri nelle gran<strong>di</strong> camere sepolcrali.<br />

] vasi <strong>di</strong> miglior stile ed elegante, e quel-<br />

li altresì più. belli per <strong>di</strong>ligenza e bontà<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>segno, non che gli specchi <strong>di</strong> metal-<br />

lo, le tazze e altre gentili stoviglie, furono<br />

tutte rinvenute entro queste nicchie,<br />

dove fra le ceneri e le ossa brustolile eìano<br />

ancora talvolta anelli d' oro, pen-<br />

denti, armiile, aghi crinali <strong>di</strong> osso o <strong>di</strong><br />

metallo, ed altri ornamenti muliebri, se<br />

<strong>di</strong> donna racchiudevansi 1' ossa dentro i<br />

vasi. Gli etruschi prima interrarono i lo-<br />

ro cadaveri, posteriormente li bruciarono<br />

riponendone gli avanzi entro vasi <strong>di</strong><br />

bronzo o <strong>di</strong> terra cotta, o in urne cine-<br />

rarie, che fu T ultimo uso della nazione,<br />

praticato pure da' romani. La maggiore<br />

o minore antichità <strong>di</strong> siffatti sepolcri, re-<br />

sta <strong>di</strong>mostrata dalle stoviglie se rozze,<br />

migliori o perfette. Comunque nella col-<br />

lezione de' vasi veienti trovati nel!' esca-<br />

vazioni in <strong>di</strong>scorso, molli sono con belle<br />

ed eccellenti pitture, tutti più o meno<br />

sentono del rigido fare della vecchia<br />

scuola, riè ve n'ha uno <strong>di</strong> sì finito e per-<br />

fetto<strong>di</strong>segno <strong>di</strong>esi possa assegnare a que-<br />

si' ultima epoca, il perchè deve ritener-<br />

si, che venisse meno la fabbricazione<br />

tli tali fittili in Veio nel 35g <strong>di</strong> l'ionia,<br />

quando appunto la città fu domata e <strong>di</strong>-<br />

strutta dall'armi vincitrici romane. 1 va-<br />

si neri <strong>di</strong> terra lisci o ornati <strong>di</strong> bassi ri-<br />

lievi elegantissimijche in tanta copia tro-<br />

varonsi ne' più antichi sepolcri <strong>di</strong> Veio,<br />

non hanno molta durezza e soli<strong>di</strong>tà a<br />

proporzione degli altri, perchè la loro<br />

cottura non è portata a quel grado <strong>di</strong> per-<br />

fezione delle stoviglie <strong>di</strong>pinte, per cui<br />

crede il Campanari che poco o nulla servissero<br />

ad altri usi della vita civile, ma<br />

sibhene unicamente alle funebri pompe<br />

e ceremonie degli antichi. Degli altri va-<br />

si le stesse pitture iusegnano l* uso cui<br />

erano destinati. Furono primieramente<br />

adoperati ad uso de'sagrifizi verso i Nu-<br />

mi, non che <strong>di</strong> premio a* vincitori negli<br />

atletici combattimenti, e in altre feste e<br />

giucchi, ed ancora secondo l'argomento<br />

VEI<br />

delle pitture, <strong>di</strong> donativi fra gli amanti,<br />

od a causa <strong>di</strong> matrimonio, d' ospitalità<br />

e d'amicizia. In fine servivano a tutti gli<br />

usi domestici e ci vili,che del pari rappre-<br />

sentati vi sono. Fu costume degli antichi<br />

<strong>di</strong> conservare nella Sepoltura (f.) gli og-<br />

getti che in vita s'ebbero cari i defunti,<br />

per la credenza che I' anime dei beali<br />

conservando dopo morte il proprio abi«<br />

to eie proprie loro costituzioni, prendes-<br />

sero <strong>di</strong>letto delle cose che vivendo ebbe-<br />

ro care e affezionate, massime dalla nazione<br />

Toscana (/'.) antica. Anche il mar-<br />

chese Campana intraprese <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>ose<br />

ricerche e intelligenti scavi in alcune<br />

colline che formano parte dell'antica necropoli<br />

veiente, ri m petto al luogo ove<br />

già brillò questa fortissima città etnisca.<br />

Trovò fra le molte altre quella tomba o<br />

grotta sepolcrale, la sola intatta dell'an-<br />

tichissima Veti, il cui <strong>di</strong>segno e sua eru-<br />

<strong>di</strong>ta illustrazione pubblicò 1' Album <strong>di</strong><br />

Roma nel 1 843, col 1. 1 o , p. 249. La re-<br />

gina <strong>di</strong> Sardegna fece riprendere gli sca-<br />

vi colla <strong>di</strong>rezione del valentissimo archeo-<br />

logo commend. Luigi Canina, il quale<br />

pose in più chiara luce 1' ubicazione <strong>di</strong><br />

Veio, e quin<strong>di</strong> pubblicò con 4^ belle ta-<br />

vole e alcune colorite, L'antica città dì<br />

Vej descritta e <strong>di</strong>mostrata con i monu'<br />

menti, Roma 1 847. Quest'opera non fa<br />

posta in commercio, siccome <strong>di</strong> pochi<br />

esemplari. Del sepolcro denominato dal-<br />

lo scopritore e illustratorecWyjo/croCa/npana,<br />

e dai conta<strong>di</strong>ni locali Porta <strong>di</strong><br />

ferro, e dell' opera del Canina, risultato<br />

degli scavi <strong>di</strong> più <strong>di</strong> mille sepolcri, nel<br />

1837 ne <strong>di</strong>e contezza nel t. 3 della nuova<br />

serie del Giornale Arca<strong>di</strong>co a p. 5g<br />

e seg. il eh. Fabio Gori nella sua eru<strong>di</strong>ta<br />

e interessante : Scorsa a Veii una<br />

delle capitali d' Etruria, 1 2 miglia<br />

lungi da Roma. Quanto allo scopritore<br />

del Sepolcro Campanaio celebra come<br />

lo scrittore dell' Opere in plastica.Quan-<br />

to a'vasi trovali dal Canina, <strong>di</strong>ce che sono<br />

<strong>di</strong> tre generi. Il i.° è il più particola-<br />

re de' veieuti, perchè raramente si trovò


VEI<br />

negli al<strong>di</strong> sepolcri etruschi, consistenti in<br />

vosi <strong>di</strong> bella vernice nera, sottile, e <strong>di</strong><br />

mirabile artifizio. Altri hanno geni ala-<br />

ti, o fasciature semplici, o animali con<br />

due soli colori, ed effigie <strong>di</strong> animali inci-<br />

si solo a contorno. Il 2. <strong>di</strong> vasi <strong>di</strong> gran-<br />

<strong>di</strong>ssima <strong>di</strong>mensione, ove <strong>di</strong>pinti sono<br />

con colori a corpo, geni aligeri e anima-<br />

li. Il 3.° mostra T ultimo genere <strong>di</strong> va-<br />

si, ma rarissimi fra le tombe veienti, <strong>di</strong>-<br />

pinti con vernice fina. Dirò per ultimo,<br />

che si legge nel n.° 1 o5 del Giornale <strong>di</strong><br />

lìoma del 1 853, che l'imperatrice del<br />

Brasile Teresa Cristina M." <strong>di</strong> Borbone,<br />

avendo ere<strong>di</strong>tato la maggior parte dei<br />

fon<strong>di</strong>, che possedeva nelle vicinanze <strong>di</strong><br />

Boma la sullodata sua zia regina <strong>di</strong> Sardegna,<br />

non volle trascurare <strong>di</strong> prosegui-<br />

re quanto si soleva praticare da quella<br />

benefica sovrana proleggilrice delle an-<br />

tichità e delle belle arti, a vantaggio del-<br />

le medesime. Commise pertanto al coni-<br />

menci. De Figueiredo incaricalo d' alfa-<br />

li dell' imperatore consorte presso la s.<br />

Sede e la corte <strong>di</strong> Toscana, e suo pro-<br />

curatore per 1' amministrazione del det-<br />

to pati imonio,d'imprendere alcune esca-<br />

vazioni nel territorio dell' Isola Farnese<br />

dove esisteva l'antica Veii. L'escavazio-<br />

ni intraprese nel <strong>di</strong>cembre 1 852, ebbero<br />

luogo primieramente nella parte selten-<br />

tuonale dell'antica città, ove esisteva la<br />

principale sua necropoli; e si scavarono<br />

più <strong>di</strong> 120 vetusti sepolcri, in cui si rin-<br />

venne una ragguardevole quantità <strong>di</strong> sto-<br />

viglie per più gran parte nere, e pochis-<br />

sime <strong>di</strong>pinte. Siffatta particolarità si ren-<br />

de importante per la storia <strong>di</strong> tali ogget-<br />

ti; poiché tra le città principali dell'an-<br />

tica Etruria, <strong>di</strong> quella de' veienti essendo<br />

più cognito il principio della sua pro-<br />

sperità ed il suo territorio alla pertinen-<br />

za <strong>di</strong> tale antico popolo, si trova così in<br />

modo più convincente confermata la pre-<br />

cedenza dell' uso delle stoviglie dell'in-<br />

<strong>di</strong>cala semplice specie, su quello delle <strong>di</strong>-<br />

pinte, ed essersi quest' ultime introdot-<br />

te in piìi gran numero solamente non<br />

VOL. LXXXIX.<br />

VEI 33<br />

prima dell' 8.° secolo avanti l'era nostra.<br />

Quin<strong>di</strong> nel fine <strong>di</strong> febbraio 1 853 si ri-<br />

volsero le ricerche nella parte occupata<br />

propriamente dalla città antica, ove si<br />

scopersero a poca profon<strong>di</strong>tà le reliquie<br />

<strong>di</strong> varie case stabilite incirca ne'primi anni<br />

dell'impero romano sulle fondamenta<br />

<strong>di</strong> ùmili fabbriche assai più antiche, che<br />

si trovarono corrispondere lungo una via<br />

interna che metteva alla porta occiden-<br />

tale, da cui usciva la via esterna che si ri-<br />

volgeva verso la via Cassia. E tra le stes-<br />

se reliquie si rinvennero <strong>di</strong>versi oggetti<br />

<strong>di</strong> scultura romana in marmo, che servono<br />

principalmente a <strong>di</strong>mostrare avere<br />

la città stessa continuato a prosperare anche<br />

dopo d'essere stala ridotta a municipio<br />

romano. Tra'medesimi oggetti me-<br />

rita considerazione una statua muliebre,<br />

che si crede essere una Pomona, <strong>di</strong> poco<br />

inferiore del vero, e quasi per intero con-<br />

servata; e <strong>di</strong>verse piccole figure per Io<br />

più <strong>di</strong> rappresentanza Bacchica con una<br />

piccola Cariatide scolpita in marmo gial-<br />

lo detto numi<strong>di</strong>co. Fa ri mente si rinvenne-<br />

ro frammenti d'una Vittoria alata scol-<br />

pila in bassorilievo per onorare alcuna<br />

vittoria riportata da qualche imperatore<br />

romano che protesse il medesimo muni-<br />

cipio. Si sono inoltre rinvenuti <strong>di</strong>versi<br />

pavimenti <strong>di</strong> camere composti con varie-<br />

tà <strong>di</strong> marmo delle più scelte specie, fra'<br />

pochi marmi scrini, rinvenuti nelle stan-<br />

ze scoperte, meritano considerazione 3<br />

frammenti appartenenti ad un' iscrizio-<br />

ne monumentale dell' imperatore Tibe-<br />

rio, scoperti da vicino al luogo in cui nel<br />

18 j 4 si rinvenne la bella statua summeritovata,<br />

poiché da tali reliquie conoscen-<br />

dosi essere stata l'iscrizione stessa collo-<br />

cala in Veii per alcuna concessione otte-<br />

nuta da quel principe, si viene più formalmente<br />

a convalidare la corrisponden-<br />

za in tal luogo dell'antica città <strong>di</strong> Veii,<br />

come fu ampiamente <strong>di</strong>mostrato anche<br />

nella suencomiala opera <strong>di</strong> Canina; men-<br />

tre <strong>di</strong> tutte le altre iscrizioni in cui leg-<br />

gest il nome de'veienti e della loro città,<br />

3


34<br />

VEL<br />

non si conservò precisa memoria del lo<br />

ro ritrovamento, donde n'era derivata<br />

l'incertezza sulla vera corrispondenza <strong>di</strong><br />

posizione della città stessa.<br />

VELIA, Elea, li<strong>di</strong>a, Heyla. Antica<br />

sede vescovile d'Italia, nella Lucania, la<br />

quale si <strong>di</strong>vide nelle provincie ecclesia-<br />

stiche <strong>di</strong> Rossano e Cosenza. Neil' Ita-<br />

lia sacra } \.. io,p. 1 83, Velinus Epi-<br />

scopati^, s\ <strong>di</strong>ce che esisteva nel VI seco-<br />

lo, essendo vacata nel pontificato <strong>di</strong> s.<br />

Gregorio I, che fiorì nel declinare <strong>di</strong> ta-<br />

le secolo; il quale Papa incaricò Feli-<br />

ce vescovo Agropolitano per fare la vi-<br />

sita della chiesa <strong>di</strong> Velia nel 5cj2. Igno-<br />

ransi i nomi de' vescovi che ne occupa-<br />

rono la sede. La città si vuole e<strong>di</strong>ficata<br />

a tempo <strong>di</strong> Servio Tullio re <strong>di</strong> Roma<br />

da'focesi, perciò stimata colonia greca, e<br />

si vuole patria de' filosofi Parmenide e<br />

Zenone seguaci <strong>di</strong> Pitagora. Sorgeva cir-<br />

ca 200 sta<strong>di</strong> <strong>di</strong>stante da Possìdonia. I<br />

geografi sono <strong>di</strong>screpanti nell'assegnarne<br />

la località : l'Holstenio vuole che sia a Ve-<br />

lia succeduta Castello a Mare della Truc-<br />

ca, come opina pure il Nibby ; Barrio,<br />

s. Bonifacio; Nigro, Ulastra ; Ligorio,<br />

Policastroj Paudolfo, Scalaj Cluverio<br />

e altri, Pisciotta. Quest'ultimo è un borgo<br />

del regno <strong>di</strong> Napoli del Principato<br />

Citeriore, capoluogo <strong>di</strong> cantone a 3 leghe<br />

da Vallo e 17 da Salerno, presso al ma-<br />

re Tirreno. Ha bellissima chiesa parroc-<br />

chiale e un convento, palazzo e parecchie<br />

case ben fabbricate. Vi si fa abbondan-<br />

te pesca, e il territorio produce squisiti<br />

frutti, vini e olio ricercati.<br />

VEL1KA-PERMIA. Sede vescovile<br />

<strong>di</strong> Moscovia, unita all' arcivescovato <strong>di</strong><br />

Fiatka (V.).<br />

VEL1K1E-LUR1. Città vescovile <strong>di</strong><br />

Russia in Europa e governo, a 47 leghe<br />

da Pskov, sulle due sponde del Lo-<br />

vat. Il quartiere della città che trovasi<br />

sulla sponda sinistra <strong>di</strong> tal fiume è for-<br />

tificato da un terrapieno, da bastioni e<br />

palizzate, e possiede 7 chiese. Quello che<br />

fciace sulla sponda destra, viene conside-<br />

V EL<br />

rato come sobborgo, e vi sono un monastero<br />

<strong>di</strong> monache e tre chiese. I due<br />

quartieri sono riuniti per mezzo <strong>di</strong> un<br />

ponte, e insieme posseggono molte fab-<br />

briche <strong>di</strong> corami. Questa città è molto<br />

antica, e fu <strong>di</strong> sovente presa nelle <strong>di</strong>verse<br />

guerre che accaddero tra' principi russi<br />

neh 198:1 lituani aiutati dagli abitanti <strong>di</strong><br />

Polotzk furono ad attaccarli, ma non po-<br />

terono impadronirsene. Nel 1 4-4-8 t nov-<br />

goro<strong>di</strong> la cedettero al gran principe <strong>di</strong><br />

Mosca Ivan Basilio III. Nel 1 58o il re <strong>di</strong><br />

Polonia Stefano Batori se ne insignorì,<br />

ma la rese alla Russia dopo due anni al-<br />

la pace. Nel 1611 fu presa e arsa da'par-<br />

titanti de' falsi Dmilri, e rimase vuota<br />

per 9 anni. Lo czar Michele Fedorovitz<br />

la ripopolò inviandovi una colonia<br />

<strong>di</strong> cosacchi Uralii e del Don, che a casti-<br />

go <strong>di</strong> una ribellione erano slati spe<strong>di</strong>li<br />

ad una fazione in Polonia e in Livonia,<br />

nella quale aveano meritato il perdono<br />

me<strong>di</strong>ante una buona condotta; le quali<br />

genti piò non curandosi <strong>di</strong> ripatriare, ot-<br />

tennero la permissione <strong>di</strong> stabilirsi in Ve-<br />

like. L'antico suo vescovato venne uni-<br />

to a quello <strong>di</strong> Novgorod-Veliki (V.).<br />

VEL1K1-OUST10UG, o USTIUG<br />

o USTING. V. Oustioug-Veliki.<br />

VELLETRI (Feliterncn). Città con<br />

residenza vescovilesuburbicaria dello sta-<br />

to pontificio, antichissima del famigerato<br />

Lazio (? •), già una delle nobilissime e<br />

celebri capitali de bellicosi e possenti vol-<br />

sci; in<strong>di</strong> e successivamente capoluogo del<br />

privativo governo del car<strong>di</strong>nal vescovo,poi<br />

della legazione <strong>di</strong> Velletri,edal i85o del-<br />

la delegazione apostolica <strong>di</strong> Marittima, e<br />

facente parte della legazione apostolica <strong>di</strong><br />

Marittima e Campagna, per <strong>di</strong>sposizione<br />

del regnante Papa Pio IX^P.). La nuo-<br />

va legazione la formò colle provincie <strong>di</strong><br />

EellctrioMav\ll\aìa,


VEL<br />

resi ragione del vocabolo Marittima e<br />

Campagna , in generale corrispondente<br />

quest'ultimo alla provincia <strong>di</strong> Fresinone,<br />

esistente in contrada piana e montuosa,<br />

denominala per antonomasia Campagna<br />

<strong>di</strong> Romaje\'a\Ua a quella <strong>di</strong> Vel-<br />

htri, esistente in suolo piano e litoraneo<br />

che confina al mare. Abbiamo d'Antonio<br />

Sanfelici, De origine et sita Campa-<br />

nia!', Nenpoli 1 636. Nell'antichità sono<br />

fiimose le forti e bellicose provincie abi-<br />

tale dagli ernici e da'volsci, ricche delle<br />

dovizie e fertilità de'monti, ed abbondan-<br />

ti della grassezza e copia de'campi e prati.<br />

Nel voi. LXXIV, p. 1 76, ricordai i luoghi<br />

ove descrissi i famosi e clamorosi giuochi<br />

d'Agone e <strong>di</strong> Testaccio celebrati inPioroa<br />

nel me<strong>di</strong>o evo, a' quali le due provincie<br />

dovevano mandare giostratori esperti e<br />

giovani, cioè le comuni <strong>di</strong> Terracina, Piperno,<br />

Velletri , Anagni , Sezze , Acqua<br />

Putrida e altre. La catena degli elevati<br />

monti Lepini, molto estesa fra le vie La-<br />

tina e Appia, <strong>di</strong>stingue la Campagna <strong>di</strong><br />

Roma nelle due provincie <strong>di</strong> Marittima<br />

e <strong>di</strong> Campagna, come <strong>di</strong>chiara il corano<br />

Marchiafava. Il veliterno car<strong>di</strong>nal Borgia<br />

nella Breve istoria del dominio tempo-<br />

rale della Sede apostolica, a p. 256, riferisce<br />

al secolo XI la <strong>di</strong>visione della Campania<br />

in Campania, poi detta volgarmen-<br />

te Campagna, e Marittima. Pertanto os-<br />

serva, che quelle terre, le quali circa il se-<br />

colo XI si <strong>di</strong>visero in Campania e Marittima,<br />

in antico col solo nome <strong>di</strong> Campa-<br />

nia venivano considerate. Posta questa <strong>di</strong>-<br />

stinzione, si ponderino i luoghi de' quali<br />

parla il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> Lodovico I, nella con-<br />

ferma del possesso de'dominii alla s. Se-<br />

de (conferma corrispondente all' obbligo<br />

non solamente <strong>di</strong> non molestarne il pos-<br />

sesso, ina anche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderlo; ecco pro-<br />

priamente quanto imporla vano le conferme<br />

imperiali, del resto gì' imperatori per<br />

mera prolezione e avvocazia, come Pa-<br />

trizi <strong>di</strong> Roma, giuravano <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere e<br />

proteggere la Chiesa romana e il suo prin-<br />

cipato temporale, ed a tale effetto un teni-<br />

VEL 3?<br />

pò giurarono i romani fedeltà all'imperatore),<br />

e sono: Seg/iiam, Anagniam, Furenti'man<br />

seti Ferenlinum, Alalrum, Pa-<br />

tricum, Frisilunam velFrisilìmam, cimi<br />

omnibus finìlus Campaniae. Da questo<br />

si vede che il ducato <strong>di</strong> Roma (/'.) ab-<br />

bracciò le terre dell'o<strong>di</strong>erna Campania o<br />

Campagna, ma non già quelle conosciu-<br />

te ora col noine<strong>di</strong> Marittima, chesono Albano<br />

(ora con altri luoghi <strong>di</strong> Marittima<br />

sotto la Co ni a rea <strong>di</strong> Roma, ed in tale ar-<br />

ticolo descritti), Velletri, Cori e altre; il<br />

che fece credere dal non vedersi nominate<br />

ne'<strong>di</strong>plomi <strong>di</strong> Lodovico I, degli Ot-<br />

toni e <strong>di</strong> s. Enrico II, fra'lnoghi del ducato<br />

Romano. Nola pure il Borgia , mau-<br />

carsi <strong>di</strong> documenti per in<strong>di</strong>care con chia-<br />

rezza a chi inque'tempi rimanessero sog-<br />

gette le ultime mentovate città, se a' du-<br />

chi <strong>di</strong> Benevento, ovvero a que'<strong>di</strong> Spole-<br />

to. Il ducato Romano mentre maggior-<br />

mente estendevasi dalla parie <strong>di</strong> Toscana<br />

o Pa trùnonio <strong>di</strong> s. Pietro, avea minore<br />

estensione nella parie <strong>di</strong>Campania^quin-<br />

<strong>di</strong> pare che dalla parte d'Albano, Velletri<br />

ec. dovesse fissarsi quel ristretto confine,<br />

del quale scrisse s. Gregorio II nel 727<br />

all'imperatore greco Leone III, del quale<br />

non poteva temere 24 sta<strong>di</strong> da Roma<br />

o 3 miglia. E se Terracina, ch'è dell' o-<br />

<strong>di</strong>ernaMariltima, ubbi<strong>di</strong>va a Papa A<strong>di</strong> inno<br />

I del 772, non per questo può dedur-<br />

sene che al ducato Romano appartenes-<br />

se, giacché questa città fu de'greci ossia<br />

del ducato <strong>di</strong> Napoli, ed il Papa I' avea<br />

presa e la riteneva in compenso del Pa-<br />

tri/nonio JYapoletano,che i medesimi gre-<br />

ci avevano alla Chiesa romana violentemente<br />

usurpato, a ciò istigati da Arigiso<br />

li duca <strong>di</strong> Benevento. Ne'tempi bassi in-<br />

tralciata e oscura è la corografia dell'Ita-<br />

lia, onde nelle ricerche de'luoghi che ap-<br />

partennero al ducatoRomanOjil Borgia si<br />

appoggiò alle memorie più sicure, rilevando<br />

che senza buon fondamento Le Colute<br />

scrisse neW'Epist. 65 del Cod. CaroL,<br />

t.i, che le città <strong>di</strong> Pipemo,d\ Terracina<br />

e <strong>di</strong> Sezze entrassero io qucslo duca-


36 V E L<br />

to. Per Terracina si è detto come allora<br />

era dominata dal Papa; quanto poi a Piperno<br />

e Sezze, il silenzio degli antichi monumenti<br />

fa sì che la cosa rimanga assai<br />

incerta. La denominazione <strong>di</strong> ducato Romano<br />

non fu sempre costante, mentre tal-<br />

volta parte delle sue lene vennero in<strong>di</strong>-<br />

cate sotto i nomi <strong>di</strong> Territorium e Terra<br />

s. Pelri, nel secolo IX; e tal'allra furono<br />

tutte comprese sotto i nomi <strong>di</strong> Campania<br />

, <strong>di</strong> Toscana e <strong>di</strong> Romania, come<br />

nel<strong>di</strong>plomadell'877 <strong>di</strong>Carlomanno. Del-<br />

l' origine del dominio temporale della s.<br />

Sede nelle città e luoghi delle provincie<br />

<strong>di</strong> Marittima e Campagna, meglio ragio-<br />

nai a'Ioro articoli; avendo detto altrove<br />

che quando Innocenzo VI nel 1 353 co-<br />

stituì vicario generale <strong>di</strong> tutto lo stato<br />

pontificio il celebre car<strong>di</strong>nal Albornoz,<br />

coniò 6 proviucie, fra le quali la Campagna<br />

e la Maremma. Di più il Borgia nar-<br />

ra a p. 292, come Carlo Maguo restituì al<br />

ducato Romano alcune città della Cam-<br />

pania, tolte già dal duca <strong>di</strong> Benevento,<br />

cioè Soia, Arce , Arpino e Aquino, e vi<br />

aggiunse ancora Teano e Capùa, staccan-<br />

dole dal ducato <strong>di</strong> Benevento, il quale pu-<br />

re olhì a s. Pietro, per allora riserban-<br />

dosene la sovranità, e così <strong>di</strong> quello <strong>di</strong><br />

Spoleto. Perciò separò dette città della<br />

Campania dal ducato Beneventano, onde<br />

ne fosse subito dato il possesso al Pa-<br />

pa. Inoltre apprendo dal medesimo Bor-<br />

gia, Memorie isteriche della pontificia<br />

città <strong>di</strong> Benevento, t. 2, p. 1 94, che il go-<br />

verno <strong>di</strong> Beneveuto fu già unito con quel-<br />

lo <strong>di</strong> Marittima e Campagna, e <strong>di</strong> tale<br />

mnone lai.' 1<br />

memoria la trovò in un mo-<br />

numento marmoreo del 1 3a f , in cui si<br />

legge il titolo <strong>di</strong> Rettore <strong>di</strong> Benevento e<br />

della Campagna attribuito a Guglielmo<br />

<strong>di</strong> Balaeto, com'è pure la 1." memoria <strong>di</strong><br />

così fatta unione <strong>di</strong> rettorie, della quale<br />

pel rimanente del secolo XI V, e ne'piin-<br />

cipii del secolo XV si hanno più esempi ;<br />

ma perchè poi si considerò- che un medesimo<br />

rettore non poteva agevolmente<br />

accu<strong>di</strong>re al governo <strong>di</strong> lene talmente fra<br />

VE L<br />

loro segregate e <strong>di</strong>stinte, senza grave incomodo<br />

non meno de' pontificii rettori,<br />

che de'sud<strong>di</strong>li della s. Sede, tornarono a<br />

separarsi queste rettorie, e a darsi a ciascuna<br />

il suo rettore. Dopo il rettore Gu-<br />

glielmo <strong>di</strong> Balaeto, nella cronologia de'<br />

governatori <strong>di</strong> Benevento tessuta dal Borgia,<br />

vengono i seguenti. Nel 1 32 5 Gerardo<br />

della Valle priore della chiesa <strong>di</strong> s.<br />

Tommaso <strong>di</strong> Montpellier, intitolato rettore<br />

<strong>di</strong> Benevento e delle provincie <strong>di</strong> Ma-<br />

rittima e Campagna. Neh 336 Ruggieri<br />

<strong>di</strong> Vintrano rettore <strong>di</strong> Benevento , e <strong>di</strong><br />

Marittima e Campagna, ma non risiede-<br />

va in detto anno iu Benevento, lenendovi<br />

in sua vece Raimondo abbate del mo-<br />

nastero <strong>di</strong> Casanova con titolo <strong>di</strong> luogote-<br />

nente. Ugouo Guidar<strong>di</strong> neh 365 arci ve-<br />

scovo <strong>di</strong> Benevento, è nominato assolutamente<br />

rettore <strong>di</strong> Benevento. Gli successe<br />

nel 1<br />

3<br />

7 1 Daniello de'marchesi del Car-<br />

retto cavaliere gerosolimitano e priore <strong>di</strong><br />

Lombar<strong>di</strong>a, rettore <strong>di</strong> Benevento: Grego-<br />

rio XI con breve del 1 3j^ lo <strong>di</strong>chiarò ca-<br />

pitano generale <strong>di</strong> tutto il territorio Pia-<br />

centino, uel quale è chiamato rettore del-<br />

le provincie<strong>di</strong> Campagna e Marittima; ed<br />

il Borgia crede, che in un medésimo tem-<br />

po avesse ancora la rettoria <strong>di</strong> Benevento.<br />

Raimondello del Balzo Orsini rettore <strong>di</strong><br />

Benevento a vitaj della quale città s' im -<br />

padroni La<strong>di</strong>slao re<strong>di</strong> Napolie Giovanna<br />

lì <strong>di</strong> lui sorella, la quale nel 1 4 18 col con-<br />

senso <strong>di</strong> Martino V uè investì Sforza, che<br />

ne tramandò in retaggio il dominio a<br />

Francesco suo figlio neh 424 conferma-<br />

togli dallo stesso Martino V , sotto del<br />

quale Benevento tornò ad essere gover-<br />

nato da'ponliljcii rettori, leggendosi che<br />

neh 428 vi era rettore Giacomo vescovo<br />

<strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a Alferia, e nel i43o Giovanni<br />

<strong>di</strong> Vico detto Peroltino da Viterbo. In-<br />

<strong>di</strong> si riunì questa rettoria <strong>di</strong> Marittima e<br />

Campagna, essendo succeduto a Perolli-<br />

110 Arrigo Scara rapo d' Asti vescovo <strong>di</strong><br />

Felli* e Belluno, rettore <strong>di</strong> Benevento,<br />

e <strong>di</strong> Marittima e Campagna. In tempo «li<br />

Eugenio IV <strong>di</strong>morava per lui iu Bene veti-


VE L<br />

|« il suo vicario Benedetto da Gualdo, il<br />

quale compilò alcuni statuti per la città<br />

in suo nome. Inoltre Arrigo era stato se-<br />

gretario <strong>di</strong> .Sigismondo imperatole, e nel<br />

l4«6 intervenuto al concilio <strong>di</strong> Costanza;<br />

morto in Fellre a'29 settembre 1 44°<br />

in odore <strong>di</strong> santità, onde il corpo si conserva<br />

incorrotto in quella cattedrale. Do-<br />

po Scarampo, il Borgia non trovò altro<br />

rettore ili Benevento, <strong>di</strong>e nello stesso tem-<br />

po avesse unita ancora la rettoria delle<br />

Provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna. Le<br />

Provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna eb-<br />

bero moltissimi governatori generali col<br />

titolo <strong>di</strong> rettori, cioè Rcclores provincine<br />

Maritimele et Campaniàe , ovvero<br />

Campania* et Maritimae, e <strong>di</strong> non po-<br />

chi ne parlai descrivendo i luoghi delle me-<br />

desime, come <strong>di</strong> Petronio Conte (antico<br />

titolo óe governatori) della Cam pugna e<br />

<strong>di</strong> Ceprano (I •), il cui figlio Onorio I,<br />

forse ivi nato, fu Papa nel 620, e vi pos-<br />

sedeva un fondo o patrimonio della Chie-<br />

sa, come notai nel voi. Lll, p. 5; la qual<br />

città com'altre ebbe de'car<strong>di</strong>nuli per spe-<br />

ciali governatori. Nelle biografie de'car-<br />

< li ilei li si ponno vedere que'reltori <strong>di</strong>poi<br />

elevati al car<strong>di</strong>nalato; e tra' più antichi<br />

ricorderò il bealo Berardo Berar<strong>di</strong>, ile'<br />

gran conti <strong>di</strong> Marsi,\valo nel 1 080, e Pie-<br />

tro Galluzzi creato car<strong>di</strong>nale nel 1190.<br />

Anticamente l'abbate <strong>di</strong> Monte Cassino<br />

(/ .), ove già sorgeva la città volsca <strong>di</strong><br />

Cassino Cassiua, tra' suoi titoli usava<br />

quello ili Comes et Rcctor Campatane<br />

Marini/nacque provinciarum. Ebbero<br />

pure moltissimi car<strong>di</strong>nali legati, i quali<br />

risiederono in varie città delle provincie<br />

si esse, come Atingiti , A latri , Piperno,<br />

Ferentino ove fu la curia generale ec, e<br />

lo rilevai nelle loro biografie, e per rammentarne<br />

alcuni, tali furono i car<strong>di</strong>nali<br />

/ go (VA latri, Gregorio Teùdali, Stefa-<br />

no Norman<strong>di</strong>s, Giordano Pirunlo o Pe-<br />

tonti Contida Tcrracina, Francesco Te-<br />

buldeschi , Francesco Prignaui , Pietro<br />

Sasso, Ugo <strong>di</strong> Lusignano, <strong>di</strong> Casa, For-<br />

cole Gonzaga, Francesco Gonzaga 3 0ìq-<br />

V E L 3 7<br />

vanni Moles, Agostino Trivulzi, Vitel-<br />

lozzo Vitellozzi ec. ec. Di altri ne farò ri-<br />

cordo nel progresso <strong>di</strong> quest'articolo: l'ul-<br />

tima fu il car<strong>di</strong>nal Antonio Pallolta, del-<br />

la cui legazione alla sua volta parlerò. Il<br />

i.° legato <strong>di</strong> Velletri fu il car<strong>di</strong>nal Pac-<br />

ca, ed il nuovo r.° legato <strong>di</strong> Marittima e<br />

Campagna, vale a <strong>di</strong>re dell'ampliala le-<br />

gazione già in<strong>di</strong>cata, è il car<strong>di</strong>nal Macchi.<br />

De' presi<strong>di</strong> <strong>di</strong> Velletri <strong>di</strong> poi ne riferirò<br />

le notizie. Nelle Notizie <strong>di</strong> Roma, de' prelati<br />

governatori <strong>di</strong> Marittima e Campa-<br />

gna residenti a Frosinone, se ne può leg-<br />

gere la serie dal 1717 al 1808, ossia da<br />

mg. r<br />

Gio. Francesco Leonini romano, a<br />

mg/ Fabrizio Turiozzi <strong>di</strong> Toscanella,poi<br />

car<strong>di</strong>nale; come pure il novero de' delegati<br />

apostolici <strong>di</strong> Prosinone, da mg. r<br />

Onorato<br />

Bres nel 18 16, all' o<strong>di</strong>erno mg/<br />

Fer<strong>di</strong>naudoScapitta,per la qual ciltàLeo-<br />

ne XII col breve Roma nis Pontifi.cibus i<br />

de'9 <strong>di</strong>cembrei828, Bull. Rom.cont. t.<br />

1 7, p. 4^o: Rcslitutio titilli civitatis cimi<br />

nspondenlibus privilegiis, et honoribus<br />

prò oppido Frusinonis apud Volscos e-<br />

xistenlis. Nel quale si legge ; Praeterea<br />

non <strong>di</strong>ssimile ventati omnino videtur episcoporum<br />

sedem olim fuisse postea<br />

,<br />

tornea Ecclesiae Verulanae adjunctum,<br />

Sed omnibus nolum, tic perspe<strong>di</strong>mi cstt longa ab hinc minorimi serie ibi ponti-<br />

ficiae Se<strong>di</strong>s praefectos Maritimae et<br />

Campaniae provinciae juisse , atque e-<br />

tiam nunc esse, Ne'miei cenni su Frosinone<br />

e sua illustre delegazione apostolica,<br />

giovandomi ancora del Saggio i<strong>storico</strong> <strong>di</strong><br />

Frosinone del celebre e dotto frusinate<br />

cav. Giuseppe de Matlheis (sommo pro-<br />

fessore <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina, le cui notizie necro*<br />

logiche riporta il Giornale <strong>di</strong> Roma dei<br />

1807 a p. 989, quin<strong>di</strong> ['Album <strong>di</strong> Roma<br />

e col suo ritratto nel t. 24 j P- 4°9 > d<br />

<strong>di</strong>ede !a bellissima biografia del eh. Qui^<br />

tino Leoni), già compilai ut] elenco d'al-<br />

cuni car<strong>di</strong>nali legati della provincia <strong>di</strong><br />

Marittima e Campagna, de'prelati gover-<br />

natori generali della medesima ede'dele-<br />

gati<strong>di</strong>Frosiuoue poscia car<strong>di</strong>nale qui col-


33 VEL<br />

le Notizie <strong>di</strong> Roma vi aggiungo il prelato<br />

e: ora car<strong>di</strong>nal Domenico Sa velli, che nel<br />

1 833 successe a mg." Gioacchino Proven-<br />

zali, al quale porporato fu sostituito nel<br />

1 838 n>g. r<br />

Marcello Orlan<strong>di</strong>ni della pro-<br />

vincia <strong>di</strong>Perugia, ora da giu<strong>di</strong>ce deputato<br />

per le cause ecclesiastiche nel civile Tribu-<br />

nale ili Roma, promosso a vice-presiden-<br />

te del medesimo tribunale: questi ebbe a<br />

Andrea Pila <strong>di</strong><br />

successori, nel 1 843 mg. r<br />

Spoleto, attualmente niitiistrodell'inter-<br />

no; nel 1 848 mg. r<br />

Pa.»quale Ba<strong>di</strong>a, al pre-<br />

sente delegato d' Urbino e Pesaro; nel<br />

i852 mg.' Lorenzo Dialti (degno nipo-<br />

te del car<strong>di</strong>nal Benvenuti benemerentis-<br />

simo preside contro il brigantaggio <strong>di</strong> que-<br />

ste provincie, per le quali fece stampare:<br />

Istruzioni e Regolamenti nelle provincie<br />

<strong>di</strong> Marittima e Campagna), ora votante<br />

<strong>di</strong> segnatura; e nel marzo 1 858 l'o<strong>di</strong>er-<br />

no mg/ Fer<strong>di</strong>nando Scapitta. Nel 1849<br />

nella tipografia <strong>di</strong> Ferentino de' fratelli<br />

Bono fu pubblicato: Lettere slorico-topograjìco-archeologiche<br />

sopra alcuni<br />

luoghi della provincia <strong>di</strong> Prosinone , a<br />

cui si unisce la nota de* car<strong>di</strong>nali legati<br />

e delegati <strong>di</strong> questa provincia non de-<br />

scritti nell'elenco dato alla luce dal eh.<br />

sig. De Malthaeis nella sua storia Fru-<br />

sinate, e vi si unisce pure un saggio sto-<br />

rico <strong>di</strong> Vallecorsa una voltaVallisCur-<br />

tia, opera <strong>di</strong> M. D. M. Egli è questi il eh.<br />

Michele de Mallhias <strong>di</strong> Vallecorsa auto-<br />

re <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse opere pubblicale, e nel de-<br />

corso <strong>di</strong> questa mia in buona parte ono-<br />

revolmente ricordate, persino negli ultimi<br />

volumi, ed anche con riprodurne al-<br />

cuni estratti delle medesime; il quale<br />

scrittore si compiacque inviarmi il det-<br />

to suo libro con l'epigrafe: In segno<br />

della più cor<strong>di</strong>ale stima e rispetto. Le<br />

mentovate sue Lettere si contengono in<br />

un libro d' 88 pagine. Siccome mi riguardano<br />

, e del contenuto dovendone<br />

poi ragionare all' opportunità, conviene<br />

che qui ne <strong>di</strong>a un cenno fugace. La<br />

1/ lettera, <strong>di</strong>retta al sig/Sebastiaui, è so-<br />

pra Allena: la 2/ in<strong>di</strong>rizzata al uiaixhe-<br />

VE L<br />

se Tani <strong>di</strong> Ferentino, è su l'antica Ver-<br />

rugine, in<strong>di</strong> Vallis Carità presso Vallecorsa.<br />

Segue alla pag. 1 1 del medesimo<br />

opuscolo questo frontespizio. Saggio <strong>storico</strong><br />

<strong>di</strong> 1 allecorsa per Michele de Mal-<br />

thias collaboratore <strong>di</strong> vari giornali<br />

scientifici, socio d'onore dell'accademia<br />

dell'Immacolata Concezione <strong>di</strong> Maria<br />

santissima in Roma, Ferentino 1 85o,uel-<br />

la tipografia de'fratelli Bono. Riporta per<br />

testo la seguente proposizione cavata dal<br />

Gioberti, nell' Introduzione allo stu<strong>di</strong>o<br />

della Filosofia.» Nelle questioni riguar-<br />

danti I' antichità e le origini raro è che si<br />

possa avere piena certezza, e chi ottenga<br />

una certa vero somiglianza, deve stimar-<br />

si aver fatto molto". Termina l'eru<strong>di</strong>tis-<br />

simo patrio Saggio <strong>storico</strong> a p. 5 1 , e nel-<br />

la seguente trovasi la lettera 3. "con questo<br />

in<strong>di</strong>rizzo: » Al sig. r<br />

cav. Gaetano Mo-<br />

roni. Su li luoghi montuosi della provin-<br />

cia <strong>di</strong> Frosinone, ove se li medesimi abbiati<br />

dato comodo agualoa'briganli. Cenno<br />

i<strong>storico</strong> <strong>di</strong> questi ultimi, con confuta-<br />

zione delle proposizioni del eh. sig. r<br />

Pie-<br />

tro Castellani (autore del Quadro geo-<br />

grafico dello stalo pontifìcio), e del sig/<br />

cav. M01 oni (autore del <strong>Dizionario</strong> <strong>di</strong> E-<br />

ru<strong>di</strong>zione storica <strong>ecclesiastica</strong>), i quali<br />

hanno opinato per 1'allerma li va nella que-<br />

stione surriferita. Vallecorsa 27 agosto<br />

1 846". In<strong>di</strong> a p. 57 è la lettera 4-* al no-<br />

bile d. r<br />

Solis. » Sulla storia dell'industrie<br />

della nostra provincia detta per auto/io-<br />

masiain Campagna <strong>di</strong> Roma, ove la<br />

descrizione della sua posizione commer-<br />

ciale". A p. 64, si legge la lettera 5." e<br />

ultima scritta all'avv. Belli <strong>di</strong>rettore del<br />

giornale del Foro <strong>di</strong> Roma; » Sopra l'accademia<br />

scientifica esistente nella delega-<br />

zione <strong>di</strong> Frosinone, ove un colpo d'occhio<br />

della storia <strong>di</strong> detta accademia (Eroica),<br />

e de' suoi lavori ". Finalmente a p. 74 è<br />

la Nola de'legali e delegati della provin-<br />

cia <strong>di</strong> Frosinone, cominciando da A titolilo<br />

Tuscùlano nel 7 t4 rettore della Cam-<br />

pagna <strong>di</strong> Roma fino a Gaeta, sino al sol-<br />

lodato mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato apostolico, lu


V E L<br />

<strong>di</strong>versi tempi le proviucie <strong>di</strong> Marittima e<br />

Campagna, e le Palu<strong>di</strong> Pontine, furono<br />

infestate da'malviventi, il cui ultimo pe-<br />

riodo cominciato dall'epoca repubblicana<br />

del 1798, terminò felicemente nel i825;<br />

perciò nell'articolo Prosinone ripetei il<br />

riferito nella descrizione della delegazione<br />

<strong>di</strong> Frosinone dall'avv. Castellano: Lo<br />

Stalo Pontificio, Homa 1837, p. 206. » I<br />

monti selvosi però hanno talvolta (paro-<br />

la restrittiva da me aggiunta) fatalmente<br />

offerto a' malfattori comodo aguato per<br />

darsi alla rapina ed a' più atroci delitti.<br />

Ricordasi fin da' tempi dell' imperatore<br />

Severo lo scempio che gli assassini facevano<br />

de'pas


4o V E L<br />

Imperocché Frosinone co'suoi contorni a-<br />

limenta piuttosto (ìgii <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong><br />

grazia, al <strong>di</strong>re del Pontefice esimio istitu-<br />

tore del Sesto delle Decretali; rilenendo<br />

egli che le bolle pontifìcie esprimono sem-<br />

pre proposizioni ineccezionabili, e perciò<br />

la riferita esporre una verità incriticabi-<br />

le. Quin<strong>di</strong> celebiò vari illustri della pro-<br />

vincia, cioè Gregorio da Pofi segretario<br />

d'Alessandro IV, <strong>di</strong>cendo che col suo sa-<br />

pere liberò l'Italia da Ezelino; il dotlissi-<br />

mosonninese Petticca; l'avv. Cecio <strong>di</strong>sua<br />

patria Vallecorsa, <strong>di</strong> rari talenti e luogo-<br />

tenente generale alla ricupera <strong>di</strong> Ferrara;<br />

non che la vallecorsana da cui nacque la<br />

madre <strong>di</strong> Gio. Francesco Aldobran<strong>di</strong>tii<br />

generale contro Tunisi. Per ultimo, ap-<br />

plicò alcuni versi <strong>di</strong> Dante (che poi rife-<br />

rirò) a qualcuno che aveva, secondo es-<br />

so , vituperato la provincia medesima,<br />

mentre dovea lodarla; dovendo allora tut-<br />

to cangiar d'aspetto sotto i raggi del Sol<br />

<strong>di</strong> Ceccano (il car<strong>di</strong>nal Gizzi segretario<br />

<strong>di</strong> stalo). Terminò la lettera con nuovamente<br />

piegarmi a porre una breve nota<br />

al <strong>Dizionario</strong> mio per l'oggetto. Risposi<br />

a' i5 del susseguente ottobre colla lette-<br />

ra che qui riproduco; e la ricavo dalla<br />

mia bozza, e probabilmente l'origina-<br />

le sarà limalo e più cortese, sebbene in-<br />

teramente confidenziale e senza affatto<br />

stu<strong>di</strong>o, neppur per sogno immaginando<br />

che dovesse stamparsi. » Ill.mosig/ Mi-<br />

chele de Matthias. Domando scusa se per<br />

impotenza cosi tar<strong>di</strong> rispondo alla rive-<br />

rita sua lettera del 27 agosto. In essa Ella<br />

ancora mi <strong>di</strong>ce che la provincia Frusina-<br />

te intese con piacere le lo<strong>di</strong> che gli <strong>di</strong>e<strong>di</strong><br />

nel mio <strong>Dizionario</strong>, e la ringrazio <strong>di</strong> cuo-<br />

re. Ai rilievi da Lei fatti, non intendo <strong>di</strong><br />

rispondere in dettaglio, ma solo sulle co-<br />

se principali <strong>di</strong> fare qualche osservazio-<br />

ne. Pei tanto V. S. III.ma incomincia col<br />

farmi osservare <strong>di</strong> aver io detto (cioè<br />

quello che appresi da <strong>di</strong>versi autori, poi-<br />

ché i latti non si ponno inventare), che i<br />

inolili,selvosi hanno talvolta fatalmente<br />

oliato a'malfattori comodo agnato per<br />

VEL<br />

darsi alla rapina ed aipia atroci delit-<br />

ti, in<strong>di</strong>cando i tempi <strong>di</strong> Severo, <strong>di</strong> Sisto<br />

V e de primi 5 lustri del secolo corren-<br />

tejmerilare una nota, comegli piace chiamare<br />

il molto che ha detto, non ricordan-<br />

dosi delle qualità de' Dizionari che non<br />

entrano poi in tante minimissime <strong>di</strong>scus-<br />

sioni , anzi parlando genericamente non<br />

si viene espressamente che <strong>di</strong> rado a sta-<br />

bilire i<br />

tempi, solo riportando quanto più<br />

scrittori ci <strong>di</strong>ssero. Lei ha voluto analiz-<br />

zare il detto punto, e secondo la sua nar-<br />

razione i monti non hanno concesso comodo<br />

agnato a' briganti, contro il fatto<br />

in generale. Lei affaccia l'autorità <strong>di</strong> Mu-<br />

ratori pe'tempi <strong>di</strong> Sisto V, <strong>di</strong> gran peso<br />

ma non <strong>di</strong> fede, avendo parlato egli so-<br />

lo <strong>di</strong> alcuni luoghi senza escludere gli al-<br />

tri: giacché leggo nella vita <strong>di</strong> Gregorio<br />

XIII (imme<strong>di</strong>ato predecessore <strong>di</strong> Sisto V)<br />

<strong>di</strong> MafFei e Novaes gesuiti che se ne oc-<br />

cuparono con precisione in<strong>di</strong>viduale, per<br />

que'benefizi <strong>di</strong> cui fu largo colla loroCom-<br />

pagnia, senza venir al dettaglio, che Gio-<br />

vanni Valenti famoso capo de'tnalviven-<br />

li s'intitolava Re della Campagna <strong>di</strong> Ho-<br />

via, e qual reo d'atroci delitti fu deca-<br />

pitato. Leggo poi nella vita <strong>di</strong> Sisto V del<br />

Novaes e del suo correligioso p. Tempe-<br />

sti (anco su ciò mi limito ad un'in<strong>di</strong>cazione),<br />

ch'egli fu aTerracina,PipernoeSer-<br />

moneta, non solo pel prosciugamento del-<br />

le Palu<strong>di</strong> ed altro, ma per liberare i luo-<br />

ghi infestati da'mal viventi. Trova anco da<br />

ri<strong>di</strong>re su<strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti fatti dal gover-<br />

no francese e pontificio. Io li trassi dagli o-<br />

riginali e non feci che in<strong>di</strong>carli pe' motivi<br />

da me addotti. Se alcuno ve ne manca<br />

altro non è specificato non mi pare erro-<br />

re, perchè io uon intesi far il computista<br />

de'malviventi, ma darne un breve cenno.<br />

Qualefu il mio Cine sull'articolo Frosinone?<br />

Rispettando e venerando persino le<br />

zolle della provinciaj e i suoi gran<strong>di</strong> uo-<br />

mini illustri che vi fiorirono e fioriscono,<br />

ammirando la costante fedeltà e la- reli-<br />

gione degli abitanti, in<strong>di</strong>spettito <strong>di</strong> legge-<br />

re negli biotici, anche moderni, <strong>di</strong> venire


V E L<br />

spesso spesso denominato ilparse de bri-<br />

gami, per verace .simpatia, per giustizia,<br />

per affeziona <strong>di</strong> sangue, perchè alcuni pa-<br />

tenti miei vi derivarono, e per l'e<strong>di</strong>ficazione<br />

ricevuta nel viaggio <strong>di</strong> Gregorio XVI,<br />

mi proposi fare un onorevole articolo, e<br />

riuscì per amore mollo lungo, contro le<br />

basi ilei <strong>Dizionario</strong>, non valutando che<br />

per la lungaggine mi esponevo con altri<br />

articoli, con tutte le conseguenze che ne<br />

derivano. Fatto l'articolo (come faccio <strong>di</strong><br />

ognuno che li rimetto alle parti che pos-<br />

sono giu<strong>di</strong>carne) lo sottoposi alla revisio-<br />

ne dello <strong>storico</strong> <strong>di</strong> Prosinone prof, de<br />

Mattheis; e siccome mi accorsi che i fru-<br />

sinati avevano emuli nella provincia, per<br />

correttivo l'umiliai ancora alla revisione<br />

del rispettabilissimo sig. r<br />

Car<strong>di</strong>nal Gizzi;<br />

e quanto alle provvidenze sul brigantag-<br />

gio lo sottoposi all'approvazione dell'; vv.<br />

Del Grande assessore straor<strong>di</strong>nario all'estirpazione<br />

del medesimo. Ecco dunque<br />

esaurita la critica per la verità istorica.<br />

Conservo i biglietti autografi de'nomina-<br />

li revisori, pronto ad esibirli a chi Ella<br />

deputasse a leggerli. Il professore lodò e<br />

approvò l'articolo, e solo rispose alla domanda<br />

che gli feci circa un preside, e sul-<br />

la nascita <strong>di</strong> s. Silverio. L'incomparabi-<br />

le Porporato, qualificato per ottimo il Di-<br />

zionario, <strong>di</strong>sse : Dalla lettura dell'ar-<br />

ticolo Fresinone ho potuto convincermi<br />

che Ella ha attinto a buone sorgenti, ed<br />

ho rimarcalo che. in qualche punto controversofra<br />

due paesi ha mostrato quel-<br />

V imparzialità che conviene al sodo isto-<br />

rica. Corresse il campo Tr^jana in Tro-<br />

pi no, ed Cancello io TorriceWo. L'avv.<br />

Del Grande, mi scrisse: fio letto con vera<br />

compiacenza l'articolo sopra Frasi-<br />

nonc. Tutte le circostanze sono rilevale<br />

con chiarezza, e precisione somma.Il bre-<br />

ve racconto del brigantaggio è stalo trat-<br />

tato con moltissima accortezza. Tale pu-<br />

re fu il sentimento <strong>di</strong> mg.' Antonelli(ora<br />

qui a»»inngo,della provincia, cioèdella cit-<br />

tà <strong>di</strong> Terracina,enato in Sonniuo, ed at-<br />

tuale Car<strong>di</strong>nal segretario <strong>di</strong>stato). Usser-<br />

VEL 4i<br />

vero qui <strong>di</strong> passaggio, che dopo la pubbli-<br />

ca/ione dell'articolo, molteplici furono le<br />

lettere che <strong>di</strong> moto-proprio ricevetti, da<br />

mg. r<br />

Pila delegato e da molti provinciali,<br />

senza ninno de'rimarchi da Lei prodotti,<br />

come niuno li fece de' nominati. Inoltre<br />

l'articolo prima <strong>di</strong> stamparsi lo <strong>di</strong>e<strong>di</strong> pu-<br />

re a leggere al p. Meueguzzi procurato-<br />

re de'certosini, pei; le notizie che <strong>di</strong> loro<br />

riportai, e ri'ehhi approvazione e lode: a'<br />

marchesi Longhi (de'signori<strong>di</strong> Fumone),<br />

ed al p. Illuminalo da Pofi, per ciò che<br />

li riguardava, e ad altri, niuno affatto <strong>di</strong><br />

essi rimarcandomi il da Lei osservato.<br />

Mentre mi era riuscito a furia <strong>di</strong> libri, <strong>di</strong><br />

cui sono dovizioso possessore, parlare <strong>di</strong><br />

tutti i luoghi della provincia , non potei<br />

rinvenir notizie <strong>di</strong> Vallecorsa j <strong>di</strong>spia-<br />

cente che su Castro e s. Lorenzo pubbli-<br />

cava qualche cosa , mentre della prima<br />

benché sede <strong>di</strong> governo nulla poteva <strong>di</strong>-<br />

re, contro il mio sistema cercai notizie,<br />

le quali sempre volli procurarmele a for-<br />

za <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>, per non vestirmi delle penne<br />

altrui, e per non espormi. Mg. r<br />

Santucci<br />

(ora qui aggiungo, in quell'epoca sosti-<br />

tuto della segreteria <strong>di</strong> stato, e <strong>di</strong> pre-<br />

sente car<strong>di</strong>nal prefetto degli stu<strong>di</strong> , anch'esso<br />

della provincia comechè <strong>di</strong> Gor-<br />

ga) mi offrì l'ottimo sig. 1<br />

prof. Rossi (ora<br />

aggiungo <strong>di</strong> Vallecorsa), ed egli gentilmente<br />

mi procurò le notizie da V/ Sig."<br />

Nell'atto che le riceveva, <strong>di</strong>cendomi egli<br />

che Lei opinava corrispondere all'antica<br />

ibernica o Ferrugine, tosto gli mostrai<br />

gli autori che parlavano <strong>di</strong> Verruca. Mi<br />

posi subito al lavoro, e vedendo a Lei con-<br />

trarie le testimonianze degli storici che<br />

pubblicai, procurai estenderle con gar-<br />

bo e con riguardo e riconoscenza a Lei.<br />

Tuttavolta non volendo ciò fare all'insa-<br />

puta del sig. r<br />

Rossi, per delicatezza e circospezione<br />

, nel dì seguente gli mandai<br />

l'articolo Vallecorsa, invitandolo francamente<br />

a cambiar frasi e cose, a <strong>di</strong>rmi liberamente<br />

se andava bene , e se poteva<br />

Ella menomamente offendersi del modo<br />

da me tenuto. Mi favorì la sera, e mi <strong>di</strong>s-


4*<br />

VEL<br />

se <strong>di</strong>e avea anzi ammiralo moderazione<br />

e riguardo; e ch'Ella certamente non si<br />

sarebbe lagnato. Invece dalla sua lettera<br />

vedo col fatto i gravami avanzatimi. Io<br />

non pronunziai contrario giu<strong>di</strong>zio, esposi<br />

solo per verità itterica i <strong>di</strong>versi sentimen-<br />

ti, lasciando il giu<strong>di</strong>carne ai critici, senza<br />

il menomo fine <strong>di</strong> farle cosa spiacevole.<br />

Lei ini fa il novero <strong>di</strong> molti uomini il-<br />

lustri della provincia; ed io ai rispettivi<br />

luoghi non mancai né mancherò parlar-<br />

ne con <strong>di</strong>verse Io<strong>di</strong>. E sia certa che ai de-<br />

biti luoghi terrò presenti le sue osserva-<br />

zioni (il che vado eseguendo). Spero ave-<br />

re rettificato l'idea etterati formata su <strong>di</strong><br />

ine circa all'articolo Frosinone. gli con-<br />

fermo la mia affettuosa propensione per<br />

tutta la provincia, ove ho moltissimi miei<br />

benevoli. Dichiaro a V." Sig. a<br />

la mia <strong>di</strong>-<br />

stinta stima per le sue dotte cognizioni,<br />

gli esibisco la mia qualunque servitù, , e<br />

ini riuscirà infinitamente gra<strong>di</strong>to un suo<br />

cortese riscontro , passando intanto con<br />

tutto il rispetto all' onore <strong>di</strong> protestarmi<br />

". Il sig.' De Malthias, imme<strong>di</strong>atamente<br />

e colla maggior gentilezza rispose<br />

a'ig ottobre i 84^.<br />

«Eccellenza. La mia<br />

perduto agosto ultimo<br />

umilissima


V E L V E L 43<br />

sia il sopra Iodato suo libro: Lettere ec. sa, s. Lorenzo e Castro. Volle ezian<strong>di</strong>o ri-<br />

Saggio <strong>storico</strong> <strong>di</strong> f'allecorsa, dopo il conlare in detta nota, che nel 1208 Innoquale<br />

trovai la Lettera 3." a me <strong>di</strong>retta, cenzolll da Fossanova si recò a s. Loren-<br />

però con <strong>di</strong>verse varianti e note <strong>di</strong>e non zo e poi in Castro ed in Cepium, pernot«<br />

esistono allatto nell'originale; e con mio tandoin tutte le nominate terre. Da Cenolubile<br />

stupore, senza <strong>di</strong>e egli vi ripro- prano, per Aquino si portò a s. Germa-<br />

ducesse la mia replica giustifieativa.<strong>di</strong> che no e Monte Cassino, in<strong>di</strong> a Soia e al ino-<br />

n ine sembra fosse cosceuziosa niente e in- nastero <strong>di</strong> Casamiri , e per Ferentino si<br />

<strong>di</strong>spensabilmente tenuto <strong>di</strong> fare, anche restituì a Homo. Dicendo de' ban<strong>di</strong>ti <strong>di</strong><br />

ad onore della provincia <strong>di</strong> coi si mostra Sciarra, aggiunse in nota. »> Non neghiaamoroso<br />

e geloso propugnatore. Ed è per- ino <strong>di</strong>e in queste contrade si trovarono<br />

ciò che volli qui ripararealla sua omissio- alcuni ban<strong>di</strong>ti ne' nostri tempi. Mi non<br />

ne, nel tempo stesso che vado esaurendo ebbero comodo aguato. Furono sempre<br />

il da me promesso, ed il tutto per deco- perseguitati e <strong>di</strong>strutti. Un bravo capita-<br />

cav. Giusep-<br />

io della medesima provincia e per scoi- do contro <strong>di</strong> essi fu il sig. r<br />

parmi da qualunque ombra che abbia peSabbatini domiciliato in s. Lorenzo, che<br />

potuto ingerire la Lettera stampata del presto riportò <strong>di</strong> essi completa vittoria".<br />

sig. r<br />

De Matlhias, aumentata colle dette Egualmente non trovo nell'originale q


44<br />

V E L<br />

Dandole brasino a torto , e mala voce.<br />

Il fine della lettera stampata .essendo mor-<br />

to a quell'epoca il car<strong>di</strong>nal Gizzi, termi-<br />

na colla variante. >» Ma orsù ossi il tutto<br />

Do<br />

dee cangiar <strong>di</strong> aspetto sotto i raggi del-<br />

l'immoilal Pio IX". I nominati Car<strong>di</strong>nali,<br />

meritano schiarimento, e «li tutti mi<br />

glorio <strong>di</strong> averne goduto la benevolenza,<br />

come ho a vanto d'onorarmi del patro-<br />

cinio del superstite vivente. Il car<strong>di</strong>nal<br />

Belli era morto a 'g settembre i844> v '"<br />

veva il car<strong>di</strong>nal Simonetti e poi morì a'<br />

5gennaioi 855; il car<strong>di</strong>nal Gizzi era mor-<br />

to a'3 giugnoi849; il car<strong>di</strong>nal Antonelli<br />

è stalo creato car<strong>di</strong>nale l'i i giugno 1847;<br />

il car<strong>di</strong>nal Vizzardelli creato car<strong>di</strong>nale in<br />

«letto giorno, morì poi >'%4 maggie f 85 1<br />

Circa a'se<strong>di</strong>cenli miei parenti, il sig/ Da<br />

Mailhias amplificò le mie parole; alcuni<br />

parenti mici vi derivarono. Le scrissi per<br />

sapere, che la mia ava paterna era nata<br />

in Roma da Sebastiano morto d'anni 07,<br />

della ricca famiglia de'Recchia <strong>di</strong> Guar-<br />

<strong>di</strong>lo. Me ne pregio; ma ignoro chi siano,<br />

e ninno mai per parente mi si fece cono-<br />

scere, uè della provincia <strong>di</strong> Frosinone, né<br />

<strong>di</strong> Velletri. L'allusione specificatamente<br />

affibbiatami nella lettera stampala, la re-<br />

spingo come inesatta, ed ezian<strong>di</strong>o reputo<br />

non dovermisi all'alto, per tutto il riferito<br />

colla massima ingenuità e semplicità.<br />

Da ppoichè,lenendo sempre per fermo che<br />

io Dell'articolo Frosinone parlai con <strong>di</strong>le-<br />

zione della provincia, anzi reputando non<br />

mai abbisognare <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazioni, non<strong>di</strong>meno<br />

fedele alle mie promesse, non cre-<br />

dei meglio corrispondere a' tlesiderii del<br />

sig. r<br />

De Mailhias, <strong>di</strong>e col riportato ampiamente<br />

in questo articolo. Penetrandomi<br />

del suo spìrito lodevole d'amor patrio,<br />

torno a <strong>di</strong>re, che credei vantaggioso alla<br />

nobilissima Provincia il pubblicare la<br />

pi onla e franca mia risposta; (lessa fu fat-<br />

ta pelò alla lettera anteriormente scritta<br />

dal suo riverito pugno, oud'era in<strong>di</strong>spen-<br />

sabile e necessario che facessi l'esposte av-<br />

vertenze, per le <strong>di</strong>chiarate varianti e note<br />

che si leggouo solamente uella posteriore*<br />

.<br />

VEL<br />

stampata <strong>di</strong>versamente e alla mia insa-<br />

puta. Tuttavolta ho evitato e mi sonoa-<br />

steiiulo da qualunque commento o cita-<br />

zioni analoghe <strong>di</strong> mia opera, e da quanto<br />

altro cagionar potesse neppure l'apparen-<br />

za d'animo in<strong>di</strong>sposto. Arroge il pronunziato<br />

<strong>di</strong> recente nel parlamentod'ln-<br />

ghil terra sull'infume attenta tu de' 1 4 gen-<br />

naio i858 pel progetto da convertirti in<br />

bill legge relativo alla cospirazione d'as-<br />

sassinio, dalla magniloquenza <strong>di</strong> lord Pal-<br />

mellimi, che <strong>di</strong>sse.»Di versi oratori si sono<br />

olliesi <strong>di</strong> ciò che si è dello, essere que-<br />

sto paese l'asilo degli assassini e de' co-<br />

spiratori. Sventuratamente non possiamo<br />

negare che così sia. Non è però vero il <strong>di</strong>-<br />

re che colla costituzione del paese il go-<br />

verno e popolo inglese incoraggia e pro-<br />

tegge gli uomini che tramano questi a-<br />

troci delitti e che li commettono, ma sven-<br />

turatamente è vero che simili delitti sono<br />

stali preparati in Inghilterra e che dall'Inghilterra<br />

sono usciti incaricati <strong>di</strong> com-<br />

metterli". L'applicazione che faccio io al<br />

caso nostro, è in quanto alla topografica<br />

con<strong>di</strong>zione del paese, che questo soltanto<br />

per natura può porgere rifugio e asilo, e<br />

ciò all'atto non mai olfeude 1 generosi a-<br />

bitanti; che invece per tale stato <strong>di</strong> locali-<br />

tà (urono esposti <strong>di</strong> tanto in tanto a sog-<br />

giacere vittime <strong>di</strong> deplorabili spogliameli-<br />

li , atroci uccisioni e altre abboiuinevoli<br />

nefandezze, lo <strong>di</strong>stinsi e <strong>di</strong>stinguo gli a-<br />

Dilatiti dall'abitato. Questo è un fallo im-<br />

possibile a negarsi, ed è noto a tutto il<br />

mondo. Lo proverà <strong>di</strong>versi brani storici<br />

che in progresso dovrò riferire, anco col-<br />

lo stesso Muratori e suo continuatore, e<br />

co'medesimi scrittori provinciali e delle<br />

vite de' Papi, come i meglio informali in<br />

argomento, e perciò li preferirò ad altri.<br />

La provincia <strong>di</strong> Marittima ossia la legazione<br />

propriamente <strong>di</strong> Velletri, come<br />

la costituì Gregorio XVI, abbracciò nel<br />

nuovo compartimento l'antica provincia<br />

<strong>di</strong> Marittima del Lazio, e ne forma il con-<br />

fine meri<strong>di</strong>onale la spiaggia Me<strong>di</strong>terra-<br />

nea dulia foce dell'Astuta siuo oltre all'i u-


VEL<br />

nontorio Circeo, e precisamente alla tor-<br />

re Gregoriana <strong>di</strong> Terrarina t che tocca il<br />

limite napoletano, al moilo descritto iti<br />

quell'articolo. All'est ed al nord le fanno<br />

cerchio i paesi della Campania o Campagna<br />

Romana, che forma oggi la dele-<br />

gazione <strong>di</strong> Prosinone ; all'ovest poi è li-<br />

mitrofa alla Comarca <strong>di</strong> Iloma, e più si<br />

avvicina al <strong>di</strong>stretto d'Albano. Le monta-<br />

gne Lepine formano per lungo I ratto la<br />

linea <strong>di</strong> demarcazione fra il litorale e la<br />

Volle del Sacco, e sono quin<strong>di</strong> la bar-<br />

riera fra le dueprovincie, ed il suolo Er-<br />

nico-VoUco. Ad evitare ripetizioni,


46 V E L<br />

gionarne a' loro articoli o luoghi. Provin-<br />

cia in somma, che il gran Bonifacio Vili,<br />

una delle tante glorie della medesima, <strong>di</strong>-<br />

chiarò:» Haec est enim Provincia, praedarà<br />

Campaniae Mariliuiaeqne, quaefe-<br />

licis hene<strong>di</strong>ctionis, et gratia gratilu<strong>di</strong>nis,<br />

clohe<strong>di</strong>enliae producilalumiios,el in qua<br />

semper erga Ecclesiam supra<strong>di</strong>clam Gelei<br />

constantia viguit, claruit devotiouis iute-<br />

gritas, splenduil revereutiae plenitudo.<br />

Haec est profecto columua fidclitatis, im-<br />

nicbilis, super firmati) Petra ni Fidei con-<br />

sultila, quae uullius unquam conculi pòlui!<br />

frangenti* fremilu tempestati*. Haec<br />

est Provincia, quae semper ipsiusEccle-<br />

siae virili ter, et conslanter in necessitatibusastilil<br />

personaruni perieula, ti, mina<br />

rerum, et lahorum onera non evitati*, cu-<br />

jusque prompto, et patenti auxilio Ter-<br />

rassibisubjectas regi* <strong>di</strong>rigitque Provin-<br />

cia*, ipsarum compescit excessus , ausus<br />

temerarios reprimit, illiei Los motus frae-<br />

nat. Hic est utique prae<strong>di</strong>lectus, et deli-<br />

ciosusHoi tusEcclesiae. In quo ipsa repe-<br />

rii, quo»! delectat, culligli, quoti blan<strong>di</strong>-<br />

tili" alfeclui,guslat, et perequi dolce* fru-<br />

ctos". Tarilo leggo nella bolla <strong>di</strong> Bonifacio<br />

Vili, Romana jìlalcr Ecclesia, da lui emaoala<br />

nella sua nobilissima patria Ada-<br />

gili, metropoli degli eroici, a' 28 settem-<br />

bre 1 290, pubblicala da Bonifacio IX col-<br />

la bolla Iluinilibus, de' 12 giugno i4oo,<br />

Bull. Rom. t. 3, par. 2, p. 395: Con/irmalio<br />

Slatuloriim, ci Or<strong>di</strong>nationum<br />

Pi ovinciarum Campaniae , et Mariti-<br />

viae per Bonifacìum PP. T III e<strong>di</strong>lo-<br />

i'uìiì. Ivi è pure la bolla Ad*a <strong>di</strong> Boni-<br />

facio IX: Stallila pio Tcrracinensibus<br />

telila firmat.UDe Matlhias, oltre i sum-<br />

meutovati car<strong>di</strong>nali (a' quali aggiungo il<br />

car<strong>di</strong>nal Gioacchino Pecci vescovo <strong>di</strong> Pe-<br />

rugia, e il car<strong>di</strong>nal Vincenzo Santucci pre-<br />

fetto della congregazione degli stu<strong>di</strong>, <strong>di</strong>-<br />

poi elevali alla s. porpora) della provin-<br />

cia, <strong>di</strong>ce questa contare circa 4° prelati<br />

((ra'quali almeno 5 che Dominerò iu se-<br />

guito a cagione d'onore, sono prossimi al-<br />

lu<strong>di</strong>guilà car<strong>di</strong>nalizia; e <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> tali pre-<br />

VEL<br />

lati sono insigniti del grado episcopale),<br />

molli professori dell'università romana,<br />

tanti giu<strong>di</strong>ci de'triburiali <strong>di</strong> Roma, e vati<br />

altri uomini eccelsi, essendo genio della<br />

scienza musicale il Colelli d'Anagni.ed un<br />

genio de' panegiristi romani il carmelita-<br />

no scalzo p. Teodoro <strong>di</strong> Maria Santissima<br />

vallecorsano. Narra <strong>di</strong> più, clic in À-<br />

cuto ebbe origine l'istituto delle pie don-<br />

ne e monache Adoratoci del Divin San-<br />

gue (<strong>di</strong> quello stabilito in Orte , idea-<br />

to dal ven. cau. Del. Bufalo istitutore del-<br />

la congregazione del Sangue preziosissimo<br />

, e posto in pratica da Maria De<br />

Mattia* iu Acuto, ne feci parola nel voi.<br />

XL1X, p. 1 83. Nel ricordato articolo<br />

tomai a far menzione delle Adorati ici<br />

del Di vili Sangue, menile nel voi. LXUI,<br />

p. 123, celebrai lo stabilimento a loro a-<br />

perto in Roma per l' educazione mora-<br />

le e religiosa delle fanciulle, del <strong>di</strong> cui<br />

prospero successo può vedersi il riferito<br />

nel ii.° i47 del Giornale <strong>di</strong> Roma del<br />

18J7. E in quanto alla congregazionedei<br />

sacerdoti, <strong>di</strong>ssi <strong>di</strong>e Pio VII nel 182 1 or-<br />

<strong>di</strong>nò al medesimo servo <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> aprir<br />

le caie <strong>di</strong> Terraciua, Sminino, Semionda,<br />

Velletri, Frosiuone e Vallecorsa, e della<br />

medesima riparlai nel voi. LXXX1V, p.<br />

198), fondato per la civile e religiosa educazione<br />

delle donzelle, già propagate<br />

iti Francia, Germania, America ec, e poi<br />

ne ragionò pure nel suo libro Della Pedagogia<br />

necessaria alle donne, Feren-<br />

tino 1 85 1 (leggo nella Topografia stati'<br />

slica dello slato pontificio del cav. A-<br />

doue Palmieri, Roma 1857, a p. 87.<br />

» In Roma le pie educatrici, ed Adorati<br />

ici del Divin Sangue , in via Avignonesi,<br />

11.' 80, iu casa della principessa Wol-<br />

konsky, ammaestrano ne lavori ed istru-<br />

zione cristiana le fanciulle, ed auebe le<br />

maritale. Institulrice fu la pia Maria de<br />

Matiis <strong>di</strong> Acuto verso ili 833 sotlo la <strong>di</strong>-<br />

rezione del ven. canonico Del Bufalo, e<br />

già conta 1 6 case per lo stato pontifìcio").<br />

Aggiunge che nella provincia esistono col-<br />

legi fionlisiiiiii, biblioteche, seminari, li-


V E L<br />

pogra fie, musei numismatici en. L'acca-<br />

demia Etnica la ilice fondata nel decli-<br />

n.ir del secolo passalo dal sommo nelle<br />

scienze e nelle lettere mg. r<br />

Giovanni De-<br />

voti vescovo d'Anagni in questa città, la<br />

quale per essere l'antichissima capitalede*<br />

gli einici prese il detto nome; alterata nel<br />

suo progresso pegli sconvolgimenti repub-<br />

blicani deli yqg, in<strong>di</strong> il vescovo d'Anagni<br />

nig. r<br />

Gioacchino Tosi potè stabilirla. Nel<br />

suo i.° lustro l'accademia fiorì in modo,<br />

che poco mancò non vi dasse il suo nome<br />

l'imperatore Napoleone 1, il quale avendo<br />

molta propensione pel Tosi, gli sottomise<br />

le <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Paleslrina, Terracina,<br />

Sezze, Piperno, Ostia, Velletri, Alati i,<br />

Albano, Frascati, Porto e s. lAullina, e Tivoli.<br />

Per le vicende cui soggiacque mg. r<br />

Tosi, l'accademia fu <strong>di</strong>menticata, ma nel<br />

i843 quando l'immorlal Gregorio XVI<br />

degnò <strong>di</strong> sua presenza la città d'Alain,<br />

si pensò con energìa a ristabilii la. 11 me-<br />

rito della nuova fondazione dell' accademia<br />

Etnica si deve amg. r<br />

Adriano Giani-<br />

pe<strong>di</strong> zelante, facondo e dotto vescovo d'A-<br />

lati i in questa città, e ne ottenne l'appro-<br />

vazione dalla congregazione degli stu<strong>di</strong>a'<br />

3o luglio 1 844- Et'ggo "el supplemento<br />

al n.°i4 del Diario <strong>di</strong> Roma del 1 845,<br />

che l'accademia fu fondata a'2 febbraio<br />

1 844» anniversario dell'elezione <strong>di</strong> Gre-<br />

gorio XVI, che perciò essendosi propo-<br />

sto <strong>di</strong> celebrarlo, e insieme quello del-<br />

1 accademia con solenne straor<strong>di</strong>naria tor-<br />

nala, a cagione del mal tempo si <strong>di</strong>fferì<br />

a'9 e celebrossi il letleiario esercizio nel<br />

modo ivi narrato. Apprendo poi duW'dl-<br />

burn <strong>di</strong> Roma, t. 24, p. 1 46, che contri-<br />

buì alla fondazione dell'accademia il pa-<br />

trizio alatrino e cauouico della cai te<strong>di</strong>a-<br />

le d. Agostino prof. Caporilli prefetto de-<br />

gli stu<strong>di</strong> nel seminario, la <strong>di</strong> cui biografia<br />

del prof. Giuseppe Tancre<strong>di</strong> ivi si ripor-<br />

ta, coli' encomio del suo sapere e parti-<br />

colari pregi. Inten<strong>di</strong>mento dell'accademia<br />

è la coltura dell'umane lettere e de-<br />

gli utili stu<strong>di</strong>. Dopo i misteri <strong>di</strong> nostra ss.<br />

Religione, cui souo sagre le sue più so-<br />

VEL 47<br />

lenni lornale,per lo più imprende a tratta-<br />

re argomenti riguardanti le cose patrie.<br />

Tre or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> soci compongono 1' accade-<br />

mia, residenti, corrispondenti, onorari: fra<br />

i secon<strong>di</strong> mi pregio <strong>di</strong> appartenervi. A'27<br />

giugno i845 mi fu spe<strong>di</strong>lo il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

socio corrispondente, cogli Statuti dell'accademia<br />

Erràca eretta inA latriloma<br />

i845. In<strong>di</strong> ricevei il Catalogo de*soci<br />

della accademia Erniea fondata sotto<br />

gli auspicii della sa. me. <strong>di</strong> PapaGre-<br />

gorio XF1 che drgnossi fregiarla, del-<br />

l'augusto suo nome, Roma 1847- Egua-<br />

le onore ha compartito all'accademia il<br />

regnante Papa Pio IX. Notai già che il<br />

De Mallhias colla Lettera 4-' ragiona<br />

sulla storia dell'industrie della provincia<br />

e <strong>di</strong> sua posizione commerciale. Egli <strong>di</strong>ce.<br />

L'antico commercio si vuole ben grande,<br />

perchè il solo <strong>di</strong>stretto d'Anagni contava<br />

60,000 abitanti, e Virgilio appellò ricca<br />

Anagni non per la semplice coltura cam-<br />

pestre, ma ezian<strong>di</strong>o pel traffico, poiché il<br />

suolo in parte è sas-oso. Del vetustissimo<br />

commercio degli ernico-volsci n'è prova<br />

la staterà della prisca Campagna del La-<br />

zio. Un'iuvenzione de' pesi de' tempi re-<br />

motissimi, decide de' famosi mercati d'e-<br />

poche lontanissime. La staterà ne'campa-<br />

ni del Lazio, ove souo i contorni <strong>di</strong> Erosi-<br />

none, Milli cii ni emenle attesta quanto i primi<br />

frusinati felicemente commerciassero<br />

colle loro produzioni e industrie. Di pre-<br />

sente la delegazione <strong>di</strong>Frosinone nell'agri-<br />

coltura mantiene aperti traffichi non solo<br />

colle principali parli dello stato pontificio,<br />

ma ancora al <strong>di</strong> là dei Me<strong>di</strong>terraneo e del<br />

Tirreno, e persino in Africa. Anagni e<br />

Ferentino producono abbondanti grana-<br />

glie, Veroli e Vallecorsa moltissimo olio,<br />

Allena e s. Lorenzo copiosa seta, Supino<br />

moltissimo legname. Gli opificii <strong>di</strong> panni<br />

d'Ala'.ri e <strong>di</strong> tappeti <strong>di</strong> Veroli sono rino-<br />

mati. In Frosiuone si migliorò ne' lavori<br />

agricoli e industriali. Eccellenti sono le<br />

piante <strong>di</strong> tabacco <strong>di</strong> Vallecorsa e Ponte<br />

Corvo. Termina il De Mallhias con os-<br />

servare; Che se Terracina avesse una


48 V R L<br />

fiera, come quella ili Sinigaglia, ed aves-<br />

se pure una strada ferrata che l'unissi; a<br />

Roma, la delegazione Frusinate <strong>di</strong>verrebbe<br />

la i." provincia dell' Italia. Bensì<br />

narrai in tale articolo, pel cui porlo tan-<br />

to fece Gregorio XVI a vantaggio <strong>di</strong> que-<br />

ste provincie, clie vi è la stazione e l'offi-<br />

cio per la telegrafia elettrica; mentre sono<br />

lieto <strong>di</strong> potere qui ripetere, <strong>di</strong>e il ti on<br />

co <strong>di</strong> ferrovia da Roma al Tuscolo (/ '.),<br />

dovrà continuarsi per Velletri e Cepra-<br />

no, per congiungerlo a quello <strong>di</strong> IN tipo-<br />

li, come accennai ne' voi. LXX, p. 1 63,<br />

LXXXIV, p. i5; ed intanto il governo<br />

del florido regno delle due Sicilie spinge<br />

con massima alacrità la strada ferrata<br />

perCeprano, anzi si può <strong>di</strong>re giunta qua-<br />

si alle frontiere pontificie, destinata a riunire<br />

le nostre vie all'altre Europee, men-<br />

tre accosta a Sanseverino per proprio<br />

conto la strada <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si. Sulla linea<br />

della ferrovia Pio-Latina si formeranno<br />

due primarie stazionala t .'inVelletri, l'al-<br />

tra probabilmente in Ceccano. Nel Gior-<br />

nale <strong>di</strong> Roma del 1 858, n. 56 e 5


\ E L<br />

no largaineule, e più ancora i castagni,<br />

le cui titilla porgonsi ad un commercio<br />

rilevante. Da' molti boschi traesi a dovi-<br />

zia ili legname da fuoco e da costruzione.<br />

Ricchissima cava <strong>di</strong> gesso. Acque minerali<br />

ferruginose non per anco illustrate. Pro-<br />

dotti manifatturieri. In Velletri abhiaojo<br />

una fabbrica <strong>di</strong> cappelli ed una <strong>di</strong> cera.<br />

Terracina presenta una fabbrica <strong>di</strong> cap-<br />

pelli or<strong>di</strong>nari, e Ronco (?) una cereria; nel<br />

restante della provincia veggonsi attive le<br />

lavorazioni delle botti, delle doghe, del<br />

carbone, e <strong>di</strong> notabile quantità <strong>di</strong> potassa.<br />

Delegazione <strong>di</strong> Frosinone. Fiorente l'a-<br />

gricoltura, non ispregievoli le industrie.<br />

Prodotti naturali. Ricchezza <strong>di</strong> buoi, mag-<br />

giore <strong>di</strong> bufali, utile spaccio con Roma e<br />

con Napoli: le carni salate de' bufali si<br />

acquistano dalla marina napoletana. Ca-<br />

valli in abbondanza, spesse mandrie <strong>di</strong><br />

porci ; notevoli <strong>di</strong> pecore e <strong>di</strong> capre.<br />

Questo bestiame trafficasi con Roma e<br />

con Napoli. Minimo il raccolto dell' api<br />

e de' Augelli, tenuissima pure la pesca-<br />

gione. Vistoso scambio <strong>di</strong> grano e <strong>di</strong><br />

granone con Roma, non lieve de' pomi<br />

<strong>di</strong> terra, dell'avena e dell'orzo colle<br />

terre vicine. I vini e l'olio gra<strong>di</strong>ti, e i ca-<br />

stagni mantengono utile spe<strong>di</strong>zione alla<br />

dominante. Piuttosto scarsi i gelsi; do-<br />

vizia <strong>di</strong> ghiande, e <strong>di</strong> legname ottimo da'<br />

molti boschi, che esita insieme colle cor-<br />

leccie de' sugheri anche all'estero. Ric-<br />

che cave d'alabastro in Salvaterra (non<br />

la conosco, forse Falv.aterra), ed in Fe-<br />

rentino, <strong>di</strong> stucco in Guarciuo. A Collepardo,<br />

abbondanti gessaie, in Trevi un<br />

minerale ferruginoso che presto sarà uti-<br />

lizzato. A Polì miniere ubertose <strong>di</strong> pozzolana<br />

e relitti vulcanici; a Castro una<br />

quantità <strong>di</strong> pece, che ne ha il nome, come<br />

altresì buona argilla. La ven<strong>di</strong>ta de'<br />

minerali predetti estendesi al Napoleta-<br />

no. L'acqua d'Anlicoli tiensi in gran cre-<br />

<strong>di</strong>to; poi vengono quelle <strong>di</strong> Ferentino e<br />

d'Anagni. Prodotti manifatturieri. In A-<br />

latri, eccellenti la niti<strong>di</strong>, donde un traffi-<br />

co ragguardevole coll'interuo. A Monte<br />

VOL. LXXXIX.<br />

V EL 49<br />

s. Giovanni, nitriere, fabbriche <strong>di</strong> polveri<br />

sulfuree, ed una cartiera, le cui inanità It u-<br />

re spe<strong>di</strong>scousi a Roma insieme ad ingen-<br />

te quantità d'olio <strong>di</strong> ricino che prepa-<br />

rasi in Ceprano. A Guarciuo una cartie-<br />

re, una concia <strong>di</strong> pellami; nel contado<br />

poi abbondanti lavorazioni <strong>di</strong> candela-<br />

bri, <strong>di</strong> cucchiai <strong>di</strong> /aggio. Le carte ed i<br />

pellami negoziatisi colle prossime tene,<br />

gli oggetti <strong>di</strong> legno anche con Roma, la<br />

altre comuni fabbriche <strong>di</strong> cappelli, <strong>di</strong> te-<br />

le, <strong>di</strong> stoviglie, <strong>di</strong> mattoni, <strong>di</strong>stillerie da<br />

spirito e da rosoli i. Ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> tali mani-<br />

fatture in provincia e fuori. Distretto <strong>di</strong><br />

Ponte Corvo. Vaccini e pecorini in bel<br />

numero, in maggiore i porcini: lo smer-<br />

cio de' medesimi è utile co'luoghi vicini<br />

e col Napoletano. Trasandata l'educazio-<br />

ne dell'api e de'flugelli. Dovizioso raccol-<br />

to <strong>di</strong> grano, <strong>di</strong> spelta, <strong>di</strong> granone, <strong>di</strong> pa-<br />

late, <strong>di</strong> legumi, che negoziansi pure col<br />

Napoletano. Ristretta la semina della ca-<br />

nepa e del lino; vastissima de'tabacchi, le<br />

cui foglie si mandano alla Regia <strong>di</strong> Na-<br />

poli(?). Abbondanza <strong>di</strong> vini squisiti, che<br />

trafficatisi colle terre limitrofe. Escava-<br />

zioni <strong>di</strong> argilla per vasellami e materia-<br />

li da fabbriche. Prodotti manifatturieri.<br />

In Ponte Corvo, filatura notabile <strong>di</strong> ca-<br />

nepa e <strong>di</strong> lino, lavorazione <strong>di</strong> tessuti or-<br />

<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> cauepa, fabbrica <strong>di</strong> paste da mi-<br />

nestra, concie <strong>di</strong> pellami, moli ni da gra-<br />

naglie ec, fabbriche <strong>di</strong> stoviglie, <strong>di</strong> mat-<br />

toni ec. Tali manifatture si esitano alle<br />

terre limitrofe e al Napoletano. Delega-<br />

zione <strong>di</strong> Benevento. L' agricoltura è in<br />

assai florida situazione, non cosi le altre<br />

industrie. Prodotti naturali. Torme <strong>di</strong><br />

buoi e <strong>di</strong> cavalli, più numerose <strong>di</strong> bufa-<br />

li. Anche le pecore ed i suiui sono in<br />

qualche abbondanza; negoziasi il detto<br />

bestiame col regno <strong>di</strong> Napoli. Le api ed i<br />

bachi da seta si educano con impegno, e se<br />

ne hanno prodotti eccellenti. Raccolto u-<br />

bertoso<strong>di</strong> grano e <strong>di</strong> granone. Vasta col-<br />

tura della canepa e del lino; dovizia <strong>di</strong><br />

erbaggi e <strong>di</strong> frutta, <strong>di</strong> cedri, <strong>di</strong> limoni e<br />

d'aranci. Questi prodotti insieme ad una<br />

4


5o VEL<br />

grande quantità <strong>di</strong> tabacchi si vendono<br />

a' luoghi vicini ed al Napoletano. 1 vini<br />

mantengono un' interessante estrazione<br />

al pari dell'olio d'oliva con Napoli. Ap-<br />

prezzabile il prodotto delle ghiande, e<br />

delle legna principalmente delle selve.<br />

Non sonosi fin qui escavali minerali, né<br />

scoperte acque me<strong>di</strong>cinali. Prodotti ma-<br />

nifatturieri. In Benevento, fabbrica <strong>di</strong><br />

cappelli fini e or<strong>di</strong>nari, <strong>di</strong> corde armoni-<br />

che, <strong>di</strong> pettini <strong>di</strong> bufalo, avendo questa<br />

la privativa per la delegazione. Sono ce-<br />

lebri i torroni o ammandorlati, che s'in-<br />

viano a Roma ed a Napoli, come anche le<br />

corde armoniche e i pettini. A s. Ange-<br />

lo, filatoi <strong>di</strong> seta, fabbrica <strong>di</strong> tessuti or-<br />

<strong>di</strong>nari <strong>di</strong> lana, in alcuni luoghi concie <strong>di</strong><br />

pellami e moliui da granaglie. Nel 1782<br />

si stampò in Napoli, Carte corografiche<br />

e memorie riguardanti le pietre , le mi-<br />

niere e i fossili per servire alla storia<br />

naturale delle provincie del Patrimonio,<br />

Sabina, Lazio,Marittima e Campa-<br />

gna, e dell' Agro Romano, abbozzate e<br />

raccolte dal prefetto degli slu<strong>di</strong> del real<br />

collegio Fernandìano alla Nunziatella.<br />

Riportano le ufficiali Notizie <strong>di</strong> Roma<br />

del 1 858 le seguenti nozioni. Legazione<br />

<strong>di</strong> Marittima e Campagna. Em." car<strong>di</strong>-<br />

nal Vincenzo Macchi decano del sagro<br />

collegio, legato. In Velletri risiedono : il<br />

prelato delegato apostolico <strong>di</strong> Marittima<br />

mg. r<br />

Luigi Giordani, 4 consultori, il se-<br />

gretario generale, il presidente del tri-<br />

bunale <strong>di</strong> 1.' istanza, 3 giu<strong>di</strong>ci, il procu-<br />

ratore fiscale, il cancelliere, l'assessore<br />

legale, l'ingegnere d'acque e strade, il capitano<br />

comandante de' gendarmi. Que-<br />

sta provincia è <strong>di</strong>visa in 5 governi (oltre<br />

i due vice-governi <strong>di</strong> Carpinetoe Sei mo-<br />

neta), e contiene 62,01 3 abitanti. In<br />

Frosinone risiedono: il prelato delegalo<br />

apostolico <strong>di</strong> Campagna mg/ Fer<strong>di</strong>nando<br />

Scapilta, 4 consultori, il segretario<br />

generale, il presidente del tribunale <strong>di</strong><br />

1. istanza, 3 giu<strong>di</strong>ci olire un aggiunto,<br />

il cancelliere, l'assessore, il capitano co-<br />

mandante de' geodanni. La provincia<br />

VEL<br />

<strong>di</strong>visa in 1 3 governi (imperocché sebbe-<br />

ne nel comune <strong>di</strong> Sonnino non risieda<br />

propriamente un governatore, ma un<br />

commissario straor<strong>di</strong>nario colle medesime<br />

attribuzioni, viene considerato come<br />

un governo) ha 1 54,55g abitanti. In Be-<br />

nevento risiedono: il prelato delegato apostolico<br />

della medesima provincia mg. r<br />

Odoardo Agnelli, 4consultori, il segreta-<br />

rio generale, il presidente del tribunale<br />

<strong>di</strong> i. a istanza, 1 giu<strong>di</strong>ci, il procuratore<br />

fiscale, il cancelliere, l'assessore legale, il<br />

tenente comandante de' gendarmi. La<br />

provincia, oltre la città, contiene 7 co-<br />

muni, ed ha a3, 1 76 abitanti. Negli altri<br />

articoli componenti la legazione <strong>di</strong> Ma-<br />

rittima e Campagna ne descrissi le par-<br />

ticolarità, in uno alla temperatura, con<br />

quella brevità rhedebbo seguire, per supplire<br />

alla quale <strong>di</strong>chiarai un buon nume-<br />

ro degli scrittori che <strong>di</strong> proposito ne trat-<br />

tano. Innanzi <strong>di</strong> compen<strong>di</strong>osamente de-<br />

scrivere Velletri e suo vescovato subur-<br />

bicario, ch'è 1' argomento dell' articolo,<br />

i) rimanente non essendo quasi che un<br />

accessorio ad ornatimi del capoluogo <strong>di</strong><br />

sua legazione, mi propongo <strong>di</strong> riferire al-<br />

cune notizie <strong>di</strong> que'luoghi della medesima,<br />

<strong>di</strong> cui ancora non parlai, per le qua-<br />

li procederò principalmente co'seguenti<br />

auton, oltre il Riparto territoriale del<br />

1 833, pubblicato dal governo nel 1 836,<br />

profittando ezian<strong>di</strong>o della Statistica del'<br />

lo Stalo Pontificio del 1 853, dal me-<br />

desimo governo fatta stampai e nel 18^7,<br />

e tenendo presente la Statistica nume-<br />

raliva delle popolazioni dello stalo pon-<br />

tifìcio alla fine del 1 853 col Ripartimento<br />

territoriale mo<strong>di</strong>ficato secondo<br />

i cambiamenti cui e andato soggetto dopo<br />

il l833 fino all'epoca presente, Roma<br />

1857. Quest'ultimo Ripartimento e<br />

Censo della popolazione, <strong>di</strong>chiara il mi-<br />

nistro dell'interno con circolare de' i4<br />

novembre 1807, viene surrogato a quel-<br />

lo del 1 833, dovendo cominciare ad ave-<br />

re effetto il i.° gennaio 1 858. Nel Ripar-<br />

timento si avverte, che le frazioui co-


VEL<br />

me<strong>di</strong>e fanno parte de' loro comuni o<br />

appo<strong>di</strong>ali, non fu stimalo necessario <strong>di</strong><br />

riportarle, non avendo amministrazione<br />

separata ; <strong>di</strong>esi è rettificata la popolazio-<br />

ne stabile e mutabile della Statistica del<br />

i853; e cbe oltre gli antichi vice-gover-<br />

ni, altri ne furono istituiti. Pe'vice-gover-<br />

ni conviene tener presente la legge de'3o<br />

ottobre i856, riferita dal n.° i5o del<br />

Giornale <strong>di</strong> Roma, dalla quale viene<br />

specificata la giuris<strong>di</strong>zione e le attribu-<br />

eìoiiì de' vice-governatori, che in sostan-<br />

ra esercitano quelle de'governatori. Ecco<br />

poi gli accennati autori. Fr. Bonaven-<br />

tura Theuli velletrano e minore conven-<br />

tuale, Teatro hi<strong>storico</strong> <strong>di</strong> Velletri insigne<br />

città e capo de' volscì, Velletri per<br />

Alfonso dell' Isola 1 644* Carlo Ambro-<br />

gio Piazza, La Gerarchia car<strong>di</strong>nalìzia,<br />

Roma i 703 : Ostia e Velletri vescovati<br />

suburbicari. Antonio Ricchi corano, La<br />

Reggia dc'Volsci) ove si tratta dell' o-<br />

rigine, stato antico e moderno delle<br />

città, terre e castella del regno de' voi-<br />

sci nel Lazio, e specialmente <strong>di</strong> Cora,<br />

città volsca, sua patria, Napoli i 7 1 3.<br />

Del medesimo: Teatro degli uomini il-<br />

lustri nelle armi, lettere e <strong>di</strong>gnità, che<br />

Jiorirono nel regno antichissimo de'<br />

volsci, esistente nel Lazio, parte dell'I-<br />

talia, ove frapponesi il Discorso sovra<br />

le <strong>di</strong>fferenze insorte intorno al celebre<br />

taglio delle famose Selve <strong>di</strong> Cisterna<br />

e Sermoneta ^de<strong>di</strong>cato all'Illm." ed Eccell."<br />

Signore d. Michel' Angelo Caetani<br />

duca <strong>di</strong> Sermoneta e <strong>di</strong> s. Marco,<br />

principe del sagro Romano Impero e <strong>di</strong><br />

Caserta, marchese <strong>di</strong> Cisterna, signore<br />

<strong>di</strong> Bassiano, Ninfa e s. Donalo, came-<br />

riere della chiave d'oro <strong>di</strong> S. M. Cesarea<br />

Cattolica, barone rumano, e grande<br />

<strong>di</strong> Spagna ec, Roma 1721. Alessan-<br />

dro Borgia vescovo <strong>di</strong> Nocera poi arci-<br />

vescovo <strong>di</strong> Fermo veliterno, Istoria del'<br />

la Chiesa e città <strong>di</strong> Velletri, Nocera<br />

1723. Fr. Casimiro da Roma, Memorie<br />

(storiche delle chiese e de'conventi del-<br />

la provincia romana, Roma 1744* ^s '<br />

VEL 5i<br />

trantouio Petrini, Memorie Prenestine,<br />

Roma 179?. Mg/ Nicola Nicolai, De'<br />

bonificamenti delle Terre Pontine, Homa<br />

1800. Gabriele Calindri , Saggio<br />

statistico <strong>storico</strong> del Pontificio Stato.<br />

Pietro Castellano, Lo Stato Pontificio.<br />

A. Nibby, Analisi <strong>storico</strong>-topograjìcoantiquaria<br />

della carta de' <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong><br />

Roma. G. Marocco, Monumenti dello<br />

Slato Pontificio. Storia della città <strong>di</strong><br />

Velletri scritta dal canonico Tommaso<br />

Banco, 2." c<strong>di</strong>zionc,Ve\\elr\ tipografia <strong>di</strong><br />

L. Cappellacci i85i. Quando questo benemerito<br />

defunto veliterno me la donò<br />

graziosamente, io già possedeva la i/e-<br />

<strong>di</strong>zione da lui de<strong>di</strong>cata a' suoi <strong>di</strong>lettissimi<br />

concitta<strong>di</strong>ni (l'altra essendolo al car-<br />

<strong>di</strong>nal Macchi) con questo titolo: Conipen<strong>di</strong>o<br />

della storia Veliterna,R.oaìa ti-<br />

pografia Mugnoz a spese dell'e<strong>di</strong>tore Lui-<br />

gi Cappellacci 1 84- » • Inoltre mi è noto<br />

eh' egli lasciò compilato un Almanacco<br />

o Notiziario della provincia e <strong>di</strong>ocesi<br />

Veliterna, e che lo pubblicò il <strong>di</strong> lui ni-<br />

pote succedutogli nel canouicato della<br />

cattedrale <strong>di</strong> cui era coa<strong>di</strong>utore. Aduu-<br />

que vado a scrivere co' nominati e altri<br />

che poi <strong>di</strong>rò, e quin<strong>di</strong> da' poco <strong>di</strong>screti<br />

non si pretenda da me responsabilità e<br />

solidarietà d'ogni detto, poiché quanto<br />

ho raccolto non intendo darlo né per <strong>di</strong>mostrazione<br />

matematica, e molto meno<br />

per definizione <strong>di</strong> fede. Rammentino gli<br />

esigenti: Chi narra, <strong>di</strong>ce un fatto e non<br />

conferma una sentenza. E quanto alle<br />

pretensioni <strong>di</strong> dettaglio, secondo le viste<br />

particolari, ed a me vietato dalla natu-<br />

ra dell' opera, anco qui debbo ricordare<br />

il protestalo nel voi. LXXV1, p. 5j e 58,<br />

e quanl'altro <strong>di</strong> relativo franca niente <strong>di</strong>-<br />

chiarai a'Iuoghi opportuni. A tali eru<strong>di</strong>-<br />

zieni però credo opportuno primieramente<br />

<strong>di</strong> premettere alquante parole sui<br />

Papi che alcun tempo risiederono nelle<br />

provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna, o le<br />

visitarono personalmente.<br />

Le provincie che compongono questa<br />

nobilissima legazione apostolica furono


52 V E L<br />

onorate ne' Piaggi de Papi, <strong>di</strong> loro veneranda<br />

e sempre gra<strong>di</strong>la e benefica presenza^<br />

<strong>di</strong>e nelle loro biografie e negli ar-<br />

ticoli riguardanti i luoghi della legazione<br />

feci cenno, come farò ne' seguenti. Ne'se-<br />

coli antichi, per le turbolenze delle fazio-<br />

ni e degli scismi,molti Papi vi si rifugiaro-<br />

no e fecero <strong>di</strong>mora colla cuiia e corte romana,<br />

evi accolsero sovrani, ambasciato-<br />

ri e vescovi stranieri, e s. Gregorio VII<br />

nel 1080 io Ccprano in vestì col vessillo<br />

<strong>di</strong>s. Pietro della Puglia, Calabria e Sicilia<br />

il duca Roberto Guiscardo, il che me-<br />

glio narrai nel voi. LXV, p. 1 70. Talvol-<br />

ta risiederono in Fellelri, Segni ai Alla-<br />

gai principalmente; anzi nelle due ultime<br />

città vi ebbero il palazzo apostolico.<br />

J benedettini <strong>di</strong> s. Pietro <strong>di</strong> Villa Magna<br />

ogni sabato offrivano 7 pani o focaccie<br />

o pizze, a' Papi che recavansi nella pro-<br />

vincia <strong>di</strong> Marittima e Campagna, per cui<br />

Bonifacio Vili nel donare alla mensa ve-<br />

scovile, e al capitolo e cattedrale d'Anagni<br />

il monastero, abbazia e beni <strong>di</strong> Villa Magna,<br />

colla bolla Inter cacteras Orbis Ec-<br />

clesias, impose il tributo e l'omaggio de'<br />

7<br />

pani al vescovo e al capitolo, a favore<br />

<strong>di</strong> se e successori, sotto pena <strong>di</strong> caducità<br />

dal possesso de' beni, e tuttora puntualmente<br />

si osserva. Nel secolo passato due<br />

Papi onorarono <strong>di</strong> loro presenza la provincia<br />

<strong>di</strong> Marittima e Campagna,cioè Be-<br />

nedetto XIII per due volle nel recarsi<br />

alla sua antica chiesa <strong>di</strong> Benevento, che<br />

ritenne nel pontificato e nominando a co-<br />

a<strong>di</strong>utore il car<strong>di</strong>nal Coscia ; e Pio VI per<br />

<strong>di</strong>versi anni nel portarsi a Terracina,ove<br />

soggiornava per curare il <strong>di</strong>seccamento<br />

delle Palu<strong>di</strong> Pontine. Nel secolo corren-<br />

te compartirono eguale onore alla pro-<br />

vincia i Papi Gregorio XVI e Pio IX re-<br />

gnante; il i.° oltre una gita a Velletii<br />

nel 1 83 1, in<strong>di</strong> due volte nel i83genel<br />

i843; il 2. nel i85o. ed in ciascuna si<br />

fece l'oblazione de' 7 pani. Gregorio XVI<br />

li ricevette in Terraciua e in Anagni,<br />

Pio IX in Frosinone, e lo notai pure a<br />

Pane. I tre viaggi furono egregiamente<br />

V EL<br />

descritlida'seguenli. Relazione del viag-<br />

gio <strong>di</strong> Sua Santità Gregorio Papa XI [<br />

da /Ionia a s. Felice, scritta dalprincU<br />

ped'Arsoli (d. Vittorio Massimo), Roma<br />

1839. Del medesimo abbiamo: Relazione<br />

del viaggio fatto da N. S. PP. Gregorio<br />

XVPalle provincie <strong>di</strong> Marittima<br />

e Campania nel maggio 1 843, icritta<br />

dal principe Massimo sopraintendente<br />

generale delle poste <strong>di</strong> Sua Santità,<br />

Roma 1<br />

843<br />

. Relazione storica del viag*<br />

gio <strong>di</strong> Sua Santità Papa Pio IX da Por-<br />

tici a Roma nell'aprile dell'anno 1 85o,<br />

Roma i85o. Questa fu compilata dal<br />

commend. Giulio Barluzzi, giovandosi<br />

deN'opera dell'avv. Angelo Carnevalati,<br />

e de<strong>di</strong>candola al car<strong>di</strong>nal Autonelli. Con<br />

tali Relazioni, e tenendo presenti il Dia-<br />

rio <strong>di</strong> Roma,\eNotizie del giorno, il Giornale<br />

<strong>di</strong> Roma e 1' Osservatore Roma-<br />

no ; ove potei parlarne il feci, e il simile<br />

eseguirò ne' seguenti paragrafi de* luo-<br />

ghi della delegazione <strong>di</strong> Frosinone e del<br />

<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Velletri e ragionando <strong>di</strong> tal<br />

città. A supplire quanto finora non mi<br />

fu dato <strong>di</strong> fare, perchè già stampati gli<br />

articoli, co' medesimi qui adesso l'adempirò<br />

e con alcune mie aggiunte. Avendo<br />

determinato il Papa Gregorio XVI <strong>di</strong> re-<br />

carsi a visitare il castello <strong>di</strong> s. Felice{l y .),<br />

situato alle falde del famoso monte Cir-<br />

ceo, parti da Roma a' 22 aprile i83q, e<br />

per Albano, la Riccia e Genzano (/ '.),<br />

giunse in Velletri, da dove passò a Terraciua<br />

e s. Felicej e ripassando pe' me-<br />

desimi luoghi si restituì al Valicano a'<br />

29 dello stesso mese. Nel i843 il medesimo<br />

Gregorio XVI, desiderando con-<br />

solare colla sua presenza una parte de'<br />

suoi felicissimi stati, alcuni luoghi de'<br />

quali da più secoli non avevano goduto<br />

della patèrna visita de' Sommi Ponte-<br />

fici, determinò d'impiegare i primi gior-<br />

ni del bel mese <strong>di</strong> maggio a percorrere<br />

un buon tratto del Lazio e degli antichi<br />

Ernico-Volsci, visitando le antichissime<br />

e importanti città d'Anagni, <strong>di</strong> Ferenti-<br />

no, eli Frosinone e <strong>di</strong> Alatri, e passando


VE L<br />

per Piperno a Terrari na, e in<strong>di</strong> a Velie-<br />

Iti, Genzano, Riccia e Albano, dopo visi-<br />

tale le provincie<strong>di</strong> Marittima eCampania<br />

e parte della Comarca <strong>di</strong> Roma, ritorna-<br />

re alla sua maestosa capitale e residenza.<br />

Parli da questa il i.° maggio, ed uscito<br />

dalla Porla Maggiore per la via Labica-<br />

na, che conduceva all'antica Labico^P.),<br />

festeggialo anche sotto Zagarolo (/"''.) e<br />

Pale strina (f y .) da quelle popolazioni,<br />

clero e magistrati sulla viaCasilinajequin<strong>di</strong><br />

da Lagnano e P'almontone , al modo<br />

che <strong>di</strong>rò a que' paragrafi. Continuando il<br />

viaggio sulla via Casilina nel territorio <strong>di</strong><br />

largiti (/ .), la quale antichissima città, in<br />

contrassegno d'esultanza, fra le altre <strong>di</strong>-<br />

mostrazioni eresse sulla pubblica via pro-<br />

vinciale un magnifico arco <strong>di</strong> trionfo(men-<br />

tre il eh. d. Alessandro Atli era professo-<br />

re


54<br />

VEL<br />

avvenimenti d'Ita Ha, Roma 1749) fab-<br />

bricala in cima alla medesima, ove si fermò<br />

sulla piazza avarili il suo ingresso la-<br />

terale, sulla quale trova fasi mg/ Vin-<br />

cenzo Annovazzi <strong>di</strong> Civitavecchia (della<br />

quale ci <strong>di</strong>ede la bellissima Storia <strong>di</strong> Ci-<br />

vitavecchia dalla sua origine fino all'anno<br />

1 848 scritta da mg.' F. Annovazzi<br />

arcivescovo d'Iconio, Roma 1 853) ve-<br />

scovo d'Anagni alla lesta del suo clero,<br />

che ricevendo il Pontefice sotto al bal-<br />

dacchino, l'accompagnò all'ingresso prin-<br />

cipale della cattedrale, in cui venne data<br />

la trina bene<strong>di</strong>zione da mg. r<br />

Carlo Gigli<br />

d'Anagni vescovo <strong>di</strong> Tivoli (7 ''.), espressamente<br />

recatosi alla sua patria per que-<br />

sta fausta circostanza. Gregorio XVI, dopo<br />

aver poi ammesso al bacio del piede<br />

tulli i canonici nella stanza del vestiario,<br />

ascese alla loggia <strong>di</strong> pietra esistente sulla<br />

parte laterale della medesima cattedrale,<br />

e parata tutta <strong>di</strong> rosso, ed ivi <strong>di</strong>ede la<br />

solenne bene<strong>di</strong>zione al popolo sotto una<br />

statua marmorea dell'anagninoBonifacio<br />

Vili, seduto parimente in atto<strong>di</strong> bene<strong>di</strong>-<br />

re i suoi concitta<strong>di</strong>ni, colla Tiara in testa<br />

ornata d'una semplice corona, mentre altra<br />

sua figura con tiara senza corona, ma<br />

semplicemente ornata <strong>di</strong> ricami e <strong>di</strong> linee<br />

intrecciate, vedesi rilevata nel bronzo del-<br />

le campane della stessa cattedrale, fuse<br />

nel 1295 d'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quel magnanimo<br />

Papa, le <strong>di</strong> cui armi in musaico, apparte-<br />

nenti all'antica sua nubilissima famiglia<br />

Caetani, ancora esistono a' lati della detta<br />

sua statua. 11 suono <strong>di</strong> quelle campa-<br />

ne, unito agli applausi dell'innumerevole<br />

moltitu<strong>di</strong>ne, ed al giubilo che vedevasi<br />

regnare in tutta la città, produsse un com -<br />

movente complesso da uon potersi <strong>di</strong>re<br />

in breve. Imperocché dopo il memorabile<br />

e nefando oltraggio ricevuto da Bo-<br />

nifacio Vili in quel suo palazzo dal par-<br />

tilo <strong>di</strong> Francia, che in tanti luoghi de-<br />

plorai, come nel vol.LXXXI, p. 45, propugnando<br />

l'animo grande e la dottrina<br />

<strong>di</strong> quel Sommo Pontefice, l'illustre cit-<br />

tà decadde dal suo splendore, e ueliSaS<br />

VEL<br />

era già perfino <strong>di</strong>strutto il memorabile<br />

palazzo <strong>di</strong> Bonifacio Vili, <strong>di</strong> cui si credono<br />

vestigia le sostruzioni del palazzo<br />

del marchese <strong>di</strong> Trajetto, il quale a tal<br />

uopo fece porre nelle sue scale raarmorea-<br />

i scrizione, riportata nella Relazione , in -<br />

sieme a tulle le altre <strong>di</strong> cui farò menzio-<br />

ne. Il principe Massimo nella sua bellis-<br />

sima Relazione, colla sua vasta eru<strong>di</strong>zio-<br />

ne illustrò ancora i luoghi onorati dalla<br />

benevola presenza <strong>di</strong> Gregorio XVI, come<br />

avea fatto egregiamente nella prece-<br />

dente, laonde osserva che esistono però<br />

della famiglia <strong>di</strong> Bonifacio Vili in Ana-<br />

nagni tuttora i <strong>di</strong>retti <strong>di</strong>scendenti in per-<br />

sona del conte Loffredo Caetani e suoi<br />

fratelli, provenienti dallo stesso stipile<br />

de' Caetani <strong>di</strong> Roma; e sebbene decadu-<br />

ti dalla loro antica grandezza, conserv?<br />

no per altro con gelosia in loro casa unj<br />

cassetta piena d'antichissime pergamene,<br />

nelle quali è ora unicamente riposta l'il-<br />

lustrazione della celebre loro famiglia,<br />

una delle do<strong>di</strong>ci stelle d' Anagni, o prin<br />

ci pali famiglie nobili. Era dunque riservato,<br />

<strong>di</strong>ce il principe <strong>storico</strong>, al Sommo<br />

Gerarca Gregorio XVI il trarre d(<br />

pò tanti secoli Anagni dal suo avvitimeli<br />

to, consolandola colla sua presenza, che<br />

eccitò i più vivi segni d'entusiasmo delln<br />

moltitu<strong>di</strong>ne, particolarmente quando fu<br />

veduto scendere a pie<strong>di</strong> col suo seguite<br />

dalla cattedrale, e traversare quasi l'in-<br />

tera città, le <strong>di</strong> cui antichissime fabbri-<br />

che imbrunite dal tempo erano ravvivate<br />

da' colori de' drappi pendenti dalle fine-<br />

stre, sino al palazzo Giannuzzi destina-<br />

to per la sua residenza, e situato sopra<br />

una vasta piazza aperta nel mezzo della<br />

città nel 1 557, dopo la sua espugnazione<br />

fatta dall'armata spagnuola, comandata<br />

dall'acerbo duca d'Alba, nella famosa e<br />

desolante guerra della Campagna Roma-<br />

na contro Paolo IV, che descrissi nel<br />

voi. LXV, p. 234 e seg-5 dalla quale si<br />

scopre verso mezzogiorno una vista ameuissima<br />

<strong>di</strong> tutto il territorio Anaguiuoe:<br />

delle vicine città e castella. Ivi in mezzo 1


VE L V E L 55<br />

a due ale della schierala truppa con sua luce produceva un mirabile effetto. Su <strong>di</strong><br />

banda, e dell'alludalo popolo, prostrato» essi posa altipiano un immenso salone,<br />

ti mg/ Francesco M. a<br />

Giannuzzi in man* <strong>di</strong>e prima serviva all'adunanze consiliari,<br />

felicita, ora U<strong>di</strong>tore generale della rev. e un angolo del quale mette in una piccola<br />

Camera apostolica (F.), ed i suoi nobi- loggia, che serviva al ban<strong>di</strong>tore per pro-<br />

li fratelli in abito ili spada, baciarono i mulgare i decreti del popolo, e che essenpie<strong>di</strong><br />

al Papa, e l'accompagnarono ali. °<br />

do costruita in modo da non potersi spie-<br />

piano <strong>di</strong> quel loro palazzo, dove fu allog- gare, sembra reggersi in aria; tanto è<br />

giata anche porzione del corteggio, aven- bene formata la volticella <strong>di</strong> pietra, che<br />

do il rimanente preso stanza nelle vicine la sostiene nell'angolo del palazzo, alle<br />

abitazioni. Dalla loggia il Papa compar- cui pareti vedonsi in vari luoghi scolpi-<br />

ti l'apostolica bene<strong>di</strong>zione in mezzo alle te in marmo le armi della città, cousi-<br />

grida <strong>di</strong> sincera esultanza <strong>di</strong> quel popolo, stenti in un leone sormontato da un'a-<br />

c!ie seguitò a stare sulla piazza in tutto quila,col verso dell'Eneide <strong>di</strong> Virgilio ...<br />

il rimanente del giorno. Nella sera poi fu Et roscida rivis Hernica saxa colutit<br />

incen<strong>di</strong>ato un vago fuoco d'artificio sul- qnos <strong>di</strong>ves Anagnia pascit. Il seguente<br />

la medesima piazza, <strong>di</strong>e oltre l'essere son- giorno 2 non fu meno avventuroso per<br />

illusamente illuminata, come pure tutto Auagni <strong>di</strong> quel che lo fosse stato il i .", a-<br />

il resto della città e delle vicine campa- vendolo impiegato Sua Santità a visita-<br />

gne e colline, risplendenti pe' fuochi <strong>di</strong> re le cose più degne da vedersi in quelgioia,<br />

veilevasi ornata cun finto obelisco, l'illustre città, e rilevandone così sempre<br />

e con un arco trionfale, su <strong>di</strong> cui legge- maggiormente i pregi. Imperocché, dovami<br />

4 iscrizioni composte da d. Giovan- pò avere ricevuto in dono dalla magici<br />

Capri Galanti <strong>di</strong> Valmontone, profes- stralura una statuelta d'argento col suo<br />

«ore <strong>di</strong> reltorica in quel seminario, <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>stallo, rappresentante s. Oliva ver-<br />

presenle prelato ponente <strong>di</strong> Consulta, gine e martire compatrona d'Anagni, si<br />

Esse celebravano le virtù del Papa, Tu- recò in carrozza col suo seguito all' epiui<br />

versale gioia della città e <strong>di</strong> tulli gli scopio, ove mg. r<br />

Annovazzi fattale tro-<br />

traici, le beneficenze elargite ad Anagni "are imban<strong>di</strong>ta una lauta colazione, eb-<br />

e suo capitolo, e le promozioni <strong>di</strong> Sii ve- be altresì l'onoie, unitamente a due ca-<br />

stro Belli al car<strong>di</strong>nalato e al vescovato <strong>di</strong> nonici e al preposto (della Stola papale<br />

Jesi (F.), e de'prelati Gigli e Giannuzzi che prima usava riparlai a tale articolo,<br />

auagniui, e che avea rinnovato i glorio- come dell'insegne presenti sue e de'cano-<br />

si tempi d'Innocenzo III, Gregorio IX, ilici ; fio VI al medesimo preposto con-<br />

Alessandro 1F e Bonifacio FUI (F.), fermò l'uso dell'abito prelatizio, e glie-<br />

i quali fecero più volte soggiorno nella lo concesse <strong>di</strong> colore paonazzo, con fa-<br />

loro patria Anagni. Oltre tali iscrizioni colta <strong>di</strong> usarlo anche in Roma, <strong>di</strong>chia-<br />

leggevansi altrettante del sacerdote Au- raudolo prelato domestico), <strong>di</strong> presenta-<br />

touio Cipraui, egualmente riprodotte re al Santo Padre, seduto sul trono, a se-<br />

dalia Relazione, sullo slesso argomento, conda del già ricordato, uu bacile con 7<br />

insieme ad un sonetto del uobile anagni- pani ossia pizze lavorate con zucchero e<br />

no Francesco Belli allusivo al risorgimeli- cioccolata, su alcune delle quali vedeasi<br />

lo d'Anagni, JNe' <strong>di</strong>versi generi <strong>di</strong> lumi- il simbolo dell'Agnello, e sopra altre era<br />

narie,che nella sera e nella segueute re- effigialo il Pastoie coll'epigrafe: CognO'<br />

sero brillante Anagni, si <strong>di</strong>stiuse quella scunt me rneae. Nell'uscire dall' episco-<br />

dell ingresso del tuo palazzo comunale, pio, il P.ipa lesse l'iscrizione in quel punformato<br />

da un antro spazioso con gran- to posta dall'ottimo vescovo per memo-<br />

<strong>di</strong>s»imi archi <strong>di</strong> sesto tondo, ne' quali la ria d'averlo onorato <strong>di</strong> persona. In<strong>di</strong> iu


56 VEL<br />

carrozza passò a visitar <strong>di</strong> nuovo la cat-<br />

tedrale, antichissimo e<strong>di</strong>lìzio gotico a 3<br />

navi <strong>di</strong>vise da colonne, che <strong>di</strong>cesi rico-<br />

struita in tal forma verso il 1078 da s.<br />

Pietro vescovo d'Anagni (il <strong>di</strong> cui corpo<br />

ivi si venera, e Filippo Giammaria scris-<br />

se : Santuario Anagnino dove si leggo-<br />

no l'istorie de' ss. Corpi, i quali riposa-<br />

no nella cattedrale d'Anagni, con l'isto-<br />

ria del b. Andrea Conti anagnino, Vel-<br />

letri per Onofrio Piccini 1704), e consa-<br />

crata 106 anni dopo da Alessandro III.<br />

Fattavi breve orazione, il Papa calò per<br />

la scala marmorea nella chiesa sotterra-<br />

nea, che al pari della superiore ha il ti-<br />

tolo <strong>di</strong> basilica, e sebbene più piccola me-<br />

rita questo titolo non solo per la sua an-<br />

tichità contemporanea a quella, ma an-<br />

che per la costruzione a 3 navi con 3 or-<br />

<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> colonne, e colla sua apsicle nel co-<br />

ro, e due cori laterali, conformi in tutto<br />

.'<strong>di</strong>e primitive chiese. Sotto l'altare mag-<br />

giore <strong>di</strong> questa basilica sotterranea ri-<br />

posa il corpo <strong>di</strong> s. Magno patrono d'A-<br />

nagni, de'<strong>di</strong> cui Acta pubblicali feci pa-<br />

iola al suo articolo, ove sono incise la<br />

più parte delle singolarissime pitture <strong>di</strong><br />

quel secolo, che ne adornano le pareti,<br />

rappresentanti vari fatti del martirio e<br />

della traslazione del corpo <strong>di</strong> quel santo<br />

vescovo <strong>di</strong> Tram', colle relative iscrizio-<br />

ni. In essi è pure delineata I' antica pit-<br />

tura <strong>di</strong> s. Oliva, che parimenti ornava<br />

un lato <strong>di</strong> detto sotterraneo, ove si con-<br />

serva il <strong>di</strong> lei corpo, e fu tolta nel decor-<br />

so secolo per aprire una finestra onde<br />

dar lume ad un altare costruitosi per <strong>di</strong>-<br />

vozione d'un p. abbate polacco, a cui erano<br />

stale donate reliquie della santa.<br />

Merita particola!' menzione in questa ba-<br />

silica sotterranea non solo la rozza se<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> marmo rialzata da un sol gra<strong>di</strong>no e<br />

circondala da se<strong>di</strong>li canonicali parimen-<br />

ti <strong>di</strong> marmo nell'apside incontro al det-<br />

to altare <strong>di</strong> s. Magno ( le pitture della<br />

cui volta, illuminate da finestra lunga<br />

e stretta, rappresentano il simbolo del-<br />

l'Agnello circondato da' 24 seniori del-<br />

VEL<br />

l'Apocalisse, e che al pari delle già no-<br />

minate, e dell' altre relative alla storia<br />

delle sanie Secon<strong>di</strong>na, Aurelia e Neorni-<br />

sia martiri, espressa neh' apside della<br />

3/ navata, rimontano al ricordato XI<br />

secolo), ma ancora il suo pavimento ver-<br />

nacolato in pietre dure come nella ba-<br />

silica superiore, e fregiato de' nomi de'<br />

celebri musaicisti romani maestro Cosmato<br />

co'suoi figli Luca e Giacomo, che<br />

hanno lasciato tante memorie dell'aite<br />

loro in quell'epoca. Gregorio XVI sod-<br />

<strong>di</strong>sfatto al sommo d' aver veduto tutti<br />

questi pregevoli monumenti dell'arte, ri-<br />

salendo alla cattedrale si recò alla canonica,<br />

nel <strong>di</strong> cui archivio gliene furono mo-<br />

strati altri interessantissimi, consistenti<br />

in alcuni arre<strong>di</strong> sagri <strong>di</strong> veneranda an-<br />

tichità per aver appartenuto a' Papi a-<br />

nagnini. Nella Relazione sono <strong>di</strong>ligentemente<br />

descritti, ma a me non è permesso<br />

che accennarli. Prima <strong>di</strong> tutti vide un<br />

paliotto d'altare <strong>di</strong> fondo bianco con bel-<br />

lissimo tessuto d'oro e <strong>di</strong> seta <strong>di</strong> vari co*<br />

lori, e con 3 or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> medaglioni circo*<br />

lari, contenenti ciascuno una figura in<br />

campo d'oro, in<strong>di</strong>viduata da un'Ucrizio-<br />

ne scritturale ricamata intorno ad ogni<br />

medaglione in caratteri gotici; prezioso<br />

lavoro del secolo XII e dono d'Innocen-<br />

zo ili. Dopo <strong>di</strong> questo fu mostrato al Pa-<br />

pa altro bellissimo paliotto, che credesi<br />

pure della stessa epoca e donatore, da al-<br />

tri però BtlribuilQ a Bonifacio VI li, es-<br />

sendo probabilmente quello descritto<br />

nell' inventario de' doni da lui falli alla<br />

basilica, <strong>di</strong> cui poi parlerò, pubblicalo dal<br />

Boldetti nell' Osservazioni sui cimiteri<br />

de S*. Martiri. In<strong>di</strong> gli fu mostrala una<br />

pianeta lunghissima e amplissima <strong>di</strong> fondo<br />

bianco, con simile dalmatica e Inni-<br />

cella, ed un piviale amplissimo, paramen-<br />

ti tutti ricamati e figurati, ornati ezian-<br />

<strong>di</strong>o con minute perle, <strong>di</strong> cui se ne vedo-<br />

no alcuni, lavori pregevolissimi del seco-<br />

lo XII fortunatamente salvati dal sac-<br />

cheggio patito dalla città nel 1 556 nella<br />

suddetta funesta guerra degli spagnuoli.


V E L V E L 5 7<br />

Da quel lagrimevole <strong>di</strong>sastro e poslerio- (?'•), che abitò ed ebbe cattedra nel con-<br />

ri <strong>di</strong>sgraziate vicende mirabilmente re- tigno convento, il cui facsimile è riprostò<br />

preservato un incensiere d' argento dotto nella Relazione. Tornato Grego-<br />

dorato <strong>di</strong> forma ottangolare gotica, rap- gorio XVI alla sua residenza, dalla cui<br />

presentante un porticheltocon archi acn- loggia bene<strong>di</strong>sse i postiglioni schierali ih<br />

ti e torrette triangolari, da cui partono 5 buon or<strong>di</strong>ne colle loro pariglie <strong>di</strong> i 5o ca-<br />

lunghecatene. Prezioso monnmentod'ar- valli e col corriere alla testa, i (piali do-<br />

te, dono d' Innocenzo III, minutamente Teano proseguire nell' onore <strong>di</strong> servirlo<br />

osservato da Gregorio XVI, siccome in partire d' Anagni. Si compiacque poi<br />

grande e intelligente amotore «le'lavori ricevere varie deputazioni e corporazio-<br />

d' arti, massime se antichi. Ebbe inoltre ni, che si erano a tal effetto recate ad os-<br />

la piacevole sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> vederne al- seqniarlo, come pure mg. r<br />

Luigi Parisio<br />

tri due d'epoca più remota, cioè due pa- vescovo <strong>di</strong> Gaeta (e poi i.° arcivescovo<br />

librali creduti giu<strong>di</strong> s. Pietro vescovo pel notato nei voi. LIII,p. 206), partitosi<br />

d' Anagni nel secolo XI, uno d'avorio espressamente dalla sua <strong>di</strong>ocesi per avere<br />

ma rotto, l'altro d'argento dorato e soial- questa consolazione. Terminò la serata<br />

tato a squame; ed alcune mitre antiche col vedere un fuoco d'artificio e l'innal-<br />

<strong>di</strong> fondo bianco alte men d'un palmo, zamento d'nnglobo areostatico, su <strong>di</strong> cui<br />

pia adorne <strong>di</strong> pietre preziose, oltre altre era <strong>di</strong>pinto il pontifìcio stemma con albi-<br />

ill ostiate dal Marangoni nella sua ChrO' sive iscrizioni. Volle poi dare alla nobile<br />

nologia. Di Bonifacio Vili erano anco- famiglia Gianuuzzi un segno del suo gra-<br />

ia altra mitra e paramenti, che con al- <strong>di</strong>mento per l'accoglienza <strong>di</strong> vota usatagli<br />

cimi co<strong>di</strong>ci estratti dall'archivio in tem- nel proprio palazzo, col donare a mg. r<br />

pò d' Alessandro VII, non furono più Giannuzzi il suo ritratto su <strong>di</strong> preziosa<br />

restituiti. Inoltre <strong>di</strong> tal Papa conservasi scatola brillantata, e col decorare il <strong>di</strong> lui<br />

nella sagrestia un piviale, una pianeta e fi alello della croce egrado <strong>di</strong> commenda-<br />

due dalmatiche con fiocchi, <strong>di</strong> fondo ros- tore dell'or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> s. Gregorio Magno da<br />

so ricamate in oro, una volta ornati con lui istituito. Giunta finalmente la 3. 'mat-<br />

perle e pietre preziose, altro avanzo de' tina del maggio, all'ore 12 Anagni vide<br />

tanti doni co' quali Bonifacio Vili volle con <strong>di</strong>spiacere partire l'amato Gregorio<br />

arricchire la patria basilica,clte ne conser- XVI con lutto il suo seguito (del soggior-<br />

va interessante e minuto inventario in no <strong>di</strong> Gregorio XVI in Anagni, e delle<br />

pergamena. Appagato il suo genio per le <strong>di</strong>mostrazioni affettuose e festive della<br />

belle cose, colla vista <strong>di</strong> tanti preziosi mo- città, ragionano pure i n. 36 e 4' del<br />

minienti <strong>di</strong> sagra e veneranda antichità, Diario <strong>di</strong> Roma, e il n. 18 delle Notizie<br />

Gregorio XVI uscendo dalla cattedrale, del giorno del i843), e scendendo con<br />

si recò a pie<strong>di</strong> col suo seguilo a visitare i somma velocità per le <strong>di</strong>fficili voltate che<br />

monasteri dell'oblate cistercensi e delle s'incontrano nella via, non ostante che o-<br />

clarisse, che paternamente confortò e ara- gni legno fosse tiralo da 8 cavalli, traver-<br />

ai ise al bacio del piede. Restituitosi al so poi una magnifica pianura <strong>di</strong> circa 5><br />

palazzo, sempre preceduto dalla banda, miglia, che <strong>di</strong>vide Anagni da Ferentino<br />

pomeriggio il Papa si recò in carroz- no (parlando <strong>di</strong> filarino, che vuoisi suc-<br />

za a visitare le suburbane chiese de'do- ceduta all'antica Firenlo, che alcuni con-<br />

nienicani e de' cappuccini, nella i.'del- fusero con Ferentino ernico, riportai in<br />

le quali, de<strong>di</strong>cata a s. Giacomo e costruì- proposilo le autorevoli opinioni del dot-<br />

ta a croce greca, con elegante pavimen- tissimo Nibby), e verso le ore i3 e mez-<br />

to <strong>di</strong> musaico verni icolato, si venera la 7.0 giunse in quest'altra celebre città ve-<br />

celebre croce <strong>di</strong> s. Tommaso d'/faitino scovile del Lazio, che circondata <strong>di</strong> siili-


53 V E L<br />

ni ciclopee (trovo nella Civiltà Cattoli-<br />

ca, serie 2/, t. 4, p. 38o, I* articolo im-<br />

portante e intitolato: I due Teronì e U Ac-<br />

quedotto pelasgico <strong>di</strong> Ferentino ntll'Er-<br />

nico. I «lue leeoni, o aie sagre, o altari<br />

de'pelasgi sono in una valle ili Ferenti-<br />

no, i quali eretti da quegli antichissimi na-<br />

vigatoli, che tanta parte <strong>di</strong> civiltà recaro-<br />

no in Italia prima ancora (.Iella fondazio*<br />

ne <strong>di</strong> Troia, reggono alla potenza strug-<br />

gilrice d'oltre 3o secoli. In capo alla stes-<br />

sa valle è pure un altro Ieroue interis-<br />

simo sotto il monte ili Porciano, forma-<br />

to <strong>di</strong> massi poligoni anche più granili <strong>di</strong><br />

quelli che formano gli altri due, come<br />

assicura l'eruil ito ferenti nate A IfonsoGior-<br />

gi,che stava scrivendo un dotto libro in-<br />

tuì noa'primi abitatori dell'Ei nico.Quan-<br />

to all'acquedotto, tenuto forse il più an-<br />

tico d'occidente, siccome eietto da quel-<br />

le remotissime genti, esiste al <strong>di</strong> là della<br />

foresta del marchese Tatù, monumento<br />

insigne che pochi visitano e pochi cono-<br />

scono. Mi piace inoltre riportare questo<br />

brano de' rispettabili compilatori. » Noi<br />

vorremmo, che sì quelli che ridono del-<br />

le nebiiloseanlichilà pelasgiche, esi quel-<br />

li che <strong>di</strong> tante ipotesi e tante favole le cir-<br />

condano, visitassero stu<strong>di</strong>osamente I' Er-<br />

nico, e massime Alati i, Ferentino e i suoi<br />

contorni; in<strong>di</strong> sul preciso e spassionato<br />

esame de'nionumenti giu<strong>di</strong>cassero a sag-<br />

gio <strong>di</strong> scienza in quali remotissimi tempi<br />

ascendono così fatti e<strong>di</strong>lizi, per illustrar-<br />

ne la storia de'popoli primitivi che abi-<br />

tarono cjuesta nostra I talia". Anche il dot-<br />

to autore dell'articolo ritiene che le co-<br />

lonie pelasgiche d'occidente derivarono<br />

dalle genti fenicie e cananee), s' innalza<br />

sopra un ripido colle, superba per la sua<br />

antica potenza, che la rese formidabile a-<br />

gli stessi romani. Ne! suo articolo, colle<br />

proporzióni volute da questa mia opera,<br />

celebrai la magnifica accoglienza fatta da<br />

Ferentino al Papa, che la Relazione minulamente<br />

descrive, riportando tutte le<br />

copiose composizioni poetiche e iscrizioni<br />

celebranti il fausto avvenimento, inclusi-<br />

V E L<br />

vameute al carme del patrizio ferentina-<br />

te Tancre<strong>di</strong> Bella, che per onor patria<br />

specialmente ricordo, poiché è un illustre<br />

prelato, che dopo aver governato con ze-<br />

lo le provincie <strong>di</strong> Rieti e <strong>di</strong> Spoleto, ora<br />

è delegato apostolico <strong>di</strong> Perugia. Gregorio<br />

XVI proseguendo il viaggio per Fro-<br />

sinone, che n'è <strong>di</strong>stante 7 miglia, e aulicamente<br />

apparteneva a'volsci, in quell'ar-<br />

ticolo mi fu dato descriverne il lietissimo<br />

soggiorno che vi fece, ripetendo perciò<br />

l'avvertenza fatta per Ferentino; uon co-<br />

sì posso fare per Alatri, il cui articolo,<br />

come quello d' Attaglii, era stato pubblicato<br />

nel 1 840. Dimoraudo Gregorio XV£<br />

nella giubilante Frosinone, a' 4 'na So 10<br />

volle appositamente rallegrare l'antichis-<br />

sima città vescovile d'Alatri,de'<strong>di</strong> cui cele-<br />

bri car<strong>di</strong>nali scrissi le biografie. Sebbene<br />

fuori <strong>di</strong> via, meritava quest'onore pe'suoi<br />

monumenti famosi, e per l'inviolabile suo<br />

attaccamento alla s. Sede ed a' Papi. Di-<br />

ce il principe Massimo: Alatri vetusta cit-<br />

tà degli eroici non tanto gloriosa per la<br />

sua favolosa origine attribuita a Saturno,<br />

e per le superbe mura ciclopee, che formandole<br />

uri doppio recinto sono l'orse uno<br />

de' più belli monumenti dello stato pon-<br />

tificio, quanto per la costante fedeltà de'<br />

suoi abitanti al paterno governo pontifi-<br />

cio, sperimentata in ogni tempo e in più<br />

occasioni, la storia ne registrò questo vanto.confermato<br />

e autenticato da'brevi pon-<br />

tifìcii, principalmente d' Alessandro IV,<br />

luuocenzo IV, Bonifacio IX ec, che affidarono<br />

agli alatriui gl'interessi <strong>di</strong> s.Chie-<br />

sa. Gli o<strong>di</strong>erni uon volendosi mostrare de-<br />

generi da' loro antenati nel fire una degna<br />

accoglienza all'amatissimo sovrano e<br />

supremo Gerarca, che recavasi a visitar-<br />

li, appena ricevutoli lieto avviso si <strong>di</strong>e-<br />

dero indescrivibile premura per presentargli<br />

la loro città co'pregevoli suoi mo-<br />

numenti nel suo più bell'aspetto; e per-<br />

ciò il comune assumendo a se il pensiero<br />

<strong>di</strong> far sgombrare e rendere per ogni lato<br />

accessibili gli ammirabili avanzi dell'auli-<br />

chissitaa cittadella Ala Irina, comuueuieu«


VEL<br />

le conoicinli sotto il nome <strong>di</strong> muraciclo-<br />

pee,fece sì, che al semplice invito de'par-<br />

roi'hi, la popolazione vi accorse con tale<br />

entusiasmo, che in alcun giorno oltrepas-<br />

sava le duemila persone, e tutte gratuitamente,<br />

stimandosi sufficientemente com-<br />

pensate dal piacere <strong>di</strong> rendere un attesta-<br />

to <strong>di</strong> <strong>di</strong>vozione all'ottimo loro sovrano e<br />

comune padre de'fedeli. Da sì bella e unanime<br />

gara risultò, che nel hi e vissimo spa-<br />

zio <strong>di</strong> solilo giorni si videro atterrate e<br />

rimosse le macerie che impe<strong>di</strong>vano 1' ac-<br />

cesso, spianate le casupole che deturpava-<br />

no il monumento, livellato il suolo, aperta<br />

intorno al circuito dell'acropoli una<br />

strada lunga quasi iooo metri e larga 5,<br />

e riattato interamente e abbellito il gran<br />

piazzale che sta sull'alto della cittadella,<br />

e nel cui mezzo elevasi la cattedrale.Spuntata<br />

dualmente l'alba aspettata de'4 mag-<br />

gio, mentre lutti i cuori battevano d'ar-<br />

dente ansietà <strong>di</strong> vedere appagati i loro vo-<br />

ti, a'quali però sembrava voler fare osta-<br />

colo il tempo, che fattosi scuro e nuvo-<br />

loso minacciava d' impe<strong>di</strong>re la partenza<br />

del Santo Padre da Frosinone, rasserena-<br />

tosi poi improvvisamente il cielo arrise<br />

con un limpido sole a'voti de'fedeli ala-<br />

trini e delle numerose famiglie coloniche<br />

poste lungo la via ; d'8 miglia che met .;<br />

da Frosinone ad Alatri, le quali fecero a<br />

gara nel festeggiare il suo passaggio con<br />

archi <strong>di</strong> verdura e con vari campestri ap-<br />

parati. Sul portone della villeggiatura de'<br />

pp.scolopi,ergevasi analoga iscrizione sor-<br />

montata da uua corona <strong>di</strong> quercia, d' al-<br />

loro e d'olivo, da cui partivano de'festo-<br />

ui <strong>di</strong> mortella e <strong>di</strong> fiori, che si estendeva-<br />

no in bella simmetria pe' muri laterali.<br />

In altra parte i coltivatori <strong>di</strong> ortaglie avevano<br />

intrecciato un grazioso arco co*<br />

prodotti de'loro sudori, sul quale si leggevano<br />

due iscrizioni. Appena dall'alto<br />

della cittadella d' Alalri videsi spuntare<br />

il treno pontificio nella sottoposta cam-<br />

pagna, che il suo arrivo venne annunzia-<br />

lo da replicati colpi <strong>di</strong> grossi mortali e<br />

dall'innalzamento <strong>di</strong> due steudar<strong>di</strong> <strong>di</strong>piu •<br />

VEL 5 9<br />

ti colle armi del Papa e della città, che si<br />

videro sventolare su quell'eminente altu-<br />

ra. Quasi al principio del territorio ala-<br />

trino venne una schiera numerosa <strong>di</strong> con-<br />

ta<strong>di</strong>ni, che accesi d'entusiasmo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>vo-<br />

zione avevano voluto santificare quel giorno<br />

col ricevere la s. Eucaristia, coll'inlen-<br />

zione <strong>di</strong> tirare a mano la pontificia car-<br />

rozza, il che pretendevano con mirabile<br />

zelo eseguire a pie<strong>di</strong> scalzi (come in tutto<br />

così praticano nel portare in processione<br />

la macchina colla statua <strong>di</strong> s. Sisto 1); ma<br />

questo essendo stato impe<strong>di</strong>to dal savio<br />

e ottimo vescovo mg. r<br />

Giampe<strong>di</strong>, si fe-<br />

cero trovare sulla pubblica via in ernico<br />

nazionale costume, nel quale è osservabi-<br />

le quella loro antichissima specie <strong>di</strong> cal-<br />

zari detti volgarmente ciocia, ed è formata<br />

d'una striscia <strong>di</strong> cuoio che cuopre<br />

la sola pianta del piede, legata al <strong>di</strong> sopra<br />

per mezzo <strong>di</strong> cor<strong>di</strong>celle, e raccomandata<br />

alle gambe con molte legature, e non sen-<br />

za grazia, alle quali cor<strong>di</strong>celle avevano iti<br />

quel giorno sostituito feltuccie <strong>di</strong> colori<br />

rosso e giallo, avendo anche surrogato al<br />

solito cappello accumulato un fazzoletto<br />

accomodato sul capo all'orientale con un<br />

ramoscello d'oliva. Così schierati sulla<br />

strada implorarono la grazia <strong>di</strong> poter ti-<br />

rare a mano la carrozza del Pana, ma e-<br />

gli accogliendo benignamente la loro buo-<br />

na intenzione non lo permise attesa la <strong>di</strong>-<br />

stanza d'oltre 6 miglia, non ostante la qua-<br />

le per altro que'buoni e fedeli sud<strong>di</strong>ti eb-<br />

bero la forza e la costanza d'accompagnai*<br />

il suo legno sempre correndo sino ad A-<br />

latri. Nelle vicinanze della città fu però<br />

quell'onore concesso ad un iscelto drap-<br />

pello de'più <strong>di</strong>stinti citta<strong>di</strong>ni, tutti uniformemente<br />

vestiti <strong>di</strong> nero, i quali noti badarono<br />

né al <strong>di</strong>sagio della ripida salita, né<br />

all'angustia della porta, adornata d' un<br />

arco trionfale d'or<strong>di</strong>ne corintio con sagri<br />

emblemi eseguiti dal pittore de Angelis,<br />

e sul la facciata leggevasi felicitaloria iscri-<br />

zione. Non potendovi passare la carrozza,<br />

ivi si fermarono, ed essendo il Papa smon-<br />

tato eoa alquanta <strong>di</strong>fficoltà attesa la fui-


(io V E L<br />

In del popolo, co'soldati e clero, fu rice-<br />

vuto fra'plausi <strong>di</strong> tutta la moltitu<strong>di</strong>ne da<br />

mg. 1<br />

Giampe<strong>di</strong> alla testa <strong>di</strong> lutto il det-<br />

to clero secolare e regolare, a cui era usi<br />

pure anco riuniti i certosini <strong>di</strong> s. Bartolomeo<br />

<strong>di</strong> Trisulli, celebre monastero firn*<br />

ciato neli2 i i da Innocenzo ili alle fal-<br />

de dell'Apennino 7 miglia <strong>di</strong>stante d'A-<br />

latri. Fu egualmente accollo Gregorio<br />

XVI da uno stuolo <strong>di</strong> donzelle, che vesti-<br />

te <strong>di</strong> bianco e sotto forme d'angeli spar-<br />

gevano fiori, da mg.' l J ila delegato della<br />

provincia, e dalla magistratura, che gli<br />

rassegnò secondo il costume, per mezzo<br />

del gonfaloniere Carlo Feronti, le chiavi<br />

della città su d' un bacile sostenuto dal<br />

giovinetto Vincenzo Gaetani, il quale re-<br />

citò analogo <strong>di</strong>stico. Al mostrarsi in pub-<br />

blico il Sommo Pontefice facendo il suo<br />

ingresso a pie<strong>di</strong> nella porta <strong>di</strong> quella fe-<br />

delissima città, preparatami nuove sce-<br />

ne d'entusiasmo a misura che procedeva<br />

sotto il baldacchino, le cui aste erano so-<br />

stenute dal magistrato, preceduto proces-<br />

sionalmente dal clero, fra il festivo suono<br />

delle campane e <strong>di</strong> due bande civiche nel-<br />

la strada principale della città , sebbene<br />

in salita comoda e ben lastricata, ma an-<br />

gusta e lateralmente guarnita d'alte fab-<br />

briche de'bassi tempi e colle porte <strong>di</strong> se-<br />

sto gotico, le mura annerite dall'antichi-<br />

tà e alcune delle quali munite d' altissime<br />

torri, come in un palazzo sulla via del<br />

Trivio formato <strong>di</strong> tutte pietre scalpellate,<br />

spettante nel secolo XIII colla sua torre<br />

<strong>di</strong> 6 piani all'illustre famiglia del car<strong>di</strong>-<br />

nal Goffredo o Goltifredo d' Alatri , che<br />

dopo aver ivi fondata la bella chiesa <strong>di</strong> s.<br />

Stefano morì nel 1 287 (il De Mallhias af-<br />

ferma, che in tale palazzoaìcuna volta ri-<br />

siedè il car<strong>di</strong>nal legato <strong>di</strong> Frosinone, edè<br />

formato <strong>di</strong> muraglia ciclopee; corruzioni<br />

somiglianti all'egizie, secondo il Micali,<br />

come tutti i muri pelasgici ciclopei). Tut-<br />

te quelle fabbriche erano vagamente tap-<br />

pezzate d'arazzi che co'ioro colori ne fa-<br />

cevano risaltare l'antichità , le finestre<br />

piene d' ogni celo <strong>di</strong> persone spargendo<br />

V E L<br />

fiori in abbondanza sopra il Papa e suo<br />

corteggio; i quali fiori poi unendosi per<br />

aria a quelli che venivano lanciati dalle<br />

donzelle che lo precedevano, adombravano<br />

l'atmosfera a lai segno, che sembra-<br />

va nevigasse, e venivano raccolti per <strong>di</strong>-<br />

vozione dal popolo. Per <strong>di</strong>vozione parimente<br />

erano accesi lumi nelle botteghe,<br />

e candele avanti i ritratti <strong>di</strong> Sua Santità,<br />

ardendo incensi in apposite bragiere <strong>di</strong>-<br />

sposte <strong>di</strong> tratto in tratto avanti le case,<br />

imbalsamando l'aria. In breve, non era-<br />

vi senso che non provasse un in<strong>di</strong>cibile<br />

<strong>di</strong>letto a tante espressioni <strong>di</strong> viva gioia e<br />

<strong>di</strong> venerazione, onde Gregorio XVI e la<br />

corte ne restarono inteneriti e commossi,<br />

benché eravamo abituati all'immense e<br />

continue voci <strong>di</strong> sincero giubilo e ad ogni<br />

sorta <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrazioni dell'erniche popolazioni,<br />

anzi e<strong>di</strong>ficati e ricolmi d'ammi-<br />

razione per sì universale e mirabile filia-<br />

le all'etto. Non è a potersi ri<strong>di</strong>re le grida<br />

<strong>di</strong> plauso che assordavano l'aria, perchè<br />

frammiste a quelle delle numerose popolazioni<br />

accorse da tutti i vicini paesi. Im-<br />

perocché quella folta massa <strong>di</strong> popolo inginocchiata<br />

al passaggio <strong>di</strong> GregorioXVI,<br />

senza produrre il minimo <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne , e<br />

senza che vi abbisognasse un solo solda-<br />

ti per reprimerla, non cessava d'implo-<br />

rare con altissime voci la sua bene<strong>di</strong>zio-<br />

ne, ripetendo con sonore voci nel loro <strong>di</strong>aletto<br />

: Grazia, Saulo Padrol Grazia<br />

Santo Padrol E se alcuno domandava lo-<br />

ro qual grazia chiedessero, rispondevano<br />

con santa semplicità: La grazia dell'anima!<br />

Le donne piangevano, e vestite tut-<br />

te ne'loro nazionali costumi bellissimi per<br />

la loro varietà in quelle felici montagne,<br />

ove ancora non penetrò la corruttrice moda<br />

del secolo col suo codazzo, stavano im-<br />

mobili inginocchiate sui giganteschi rude-<br />

ri delle mura ciclopee,che servivano <strong>di</strong> su-<br />

bì ime trofeo alla vera Religione, motrice <strong>di</strong><br />

tutto quell'entusiasmo delle popolazioni<br />

alla vista del / icario <strong>di</strong> Gesù Cristo. E-<br />

gli stesso non poteva trattenere le lagrime<br />

alla imponente vista <strong>di</strong> tanta fede, e


V E L V E L «t<br />

con effusione d'animo bene<strong>di</strong>cendo quel- bene<strong>di</strong>zione, una delle più solenni date,<br />

la <strong>di</strong>vola moltitu<strong>di</strong>ne, giunse dopo una a tutto il vastissimo orizzonte che sode-<br />

Leu lunga salita al vti lice del monte ov'e- si da quell'altura, da cui vedesi a mezzo-<br />

ra collocata l'antica cittadella d'Ai» Uri ,cul giorno la città <strong>di</strong> Prosinone, Amara, Foli,<br />

cui maschio fu fondala l'o<strong>di</strong>erna basilica Torrice. Pupi, Vnllecoi sa e Castro; nd o-<br />

cattedrale, in mezzo ad un vasto prezzale, riente Falvalerra, Bauco e Verolij a set-<br />

a'<strong>di</strong> cui angoli sventolavano i memorati Unii ione Vico, Guar<strong>di</strong>lo, Torre e Tri-<br />

stendar<strong>di</strong> sull'altissime mura ciclopee che vigliano; ed a ponente in <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 3<br />

lo sostengono, ed in mezzo al quale ar- miglia la celebie rocca <strong>di</strong> Fumone, ove '<br />

devano incenso e profumi sopì a due gran- morì s. Celestino V dopo la Rinunzia al<br />

<strong>di</strong> candelabri innalzati avanti al sagro<br />

><br />

/ o«////V\'7/o, nel quale articolo riparlai del<br />

tempio, Del cui portico leggevansi espres- luogo. Quell'ampio e pittoresco spettasi<br />

gl'ingenui voti della fedelissima popò- colo, reso ancora più magico e imponen-<br />

lazione nell'iscrizione pubblicala dalla Ile- tedal suono <strong>di</strong> tulle le campa ne della cit-<br />

lazione, ed in cui venne dello Gregorio là, dal rimbombo de'mortari, da'concer-<br />

XVI, L.cr.lcsiae ac pcpulorum tono <strong>di</strong>- li delle bande, dalla serenila dell'aria, e<br />

vinitus datimi , Auclorem fi liei ta tis ac più <strong>di</strong> lutto da'reilerati cor<strong>di</strong>alissimi ap-<br />

laetitiae pubi icae. &l\\u\ravxi venne can- plausi della moltitu<strong>di</strong>ne, produsse tale u-<br />

talo il Tu cs Petrus con musica del mae- na sensazione ne'circoslanli e nel bel cuostro<br />

Adrizza, Bollo la <strong>di</strong>rezione del mae- re<strong>di</strong> Gregorio XVI, chepel suocomplcs.<br />

stro <strong>di</strong> cappella della città Geminiani, e so si può provaie non descrivere. Dalla<br />

venne poi compar li la la bene<strong>di</strong>zione col loggia il Papa, tra il tumulto degli affetti<br />

Santissimo da mg. r<br />

Castellani sagi isla,do- da cui era penetrato, passò nel contiguo<br />

pò la quale fu scoperta la statua d'argen- episcopio, che per cura <strong>di</strong> mg. r<br />

vescovo<br />

to <strong>di</strong> Papa s. Sii lo /martire e proietto- ed a carico del comune era stalo conve-<br />

le d'Alalri, posta sull'allar maggiore, ove nienlemente adornato, ed ivi siedulo in<br />

anche si venera il suo corpo per quanlo trono benignamente ammise al bacio del<br />

narrai nella sua biografìa, riportandone piede i due elei i, la magisti alma, isigno-<br />

lequeslioni(qui aggiungeiò,cbe nel i 854, •' f' e " a città che conia molte <strong>di</strong>stinte facome<br />

leggesi a p. 21 e 5i (iti Giornale miglie, e lutti quelli ch'ebbero l'onoi e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Roma, i valentissimi fabbricatori d'or- tiiarela carrozza^ quali riceverono ognu-<br />

gani Angelo e Nicola Morettini perugini, noin dono unacoronacon medaglia d'ar-<br />

vi fecero un organo cosi eccellente e per- genlob( nedetledal Papa. Intanto la car-<br />

tello, che superata la generale espetlazio- rozza pontificia rimasta fuori della citlà,<br />

ne, prese il primato su tulli quelli della era stala trascutata per <strong>di</strong>vozione dal pòprovincia,<br />

oltre la capacità <strong>di</strong> competere polo denlro le vie d'Alalri, dopo demo-<br />

con quelli della capitale. Noti minore ap- lito un pezzo dell'arco trionfale <strong>di</strong> legno<br />

plauso ebbero i lodati artisti per l'orga- che ne impe<strong>di</strong>va l'ingresso, e condotta a<br />

no <strong>di</strong> mezzana <strong>di</strong>mensione costruito per mano fino all'alio del monle pi esso la cal-<br />

la chiesa degli scolopi, riuscito anch' es- ledrale,aflìnchèognunopolessebenecon-<br />

so <strong>di</strong> felicissimo elicilo). Salendo quin<strong>di</strong> templarla, onde appagarne la pia curio*<br />

il Papa alla maestosa loggia che sorge silà. Si compiacque quin<strong>di</strong> il Santo Pa-<br />

sulla fronte della cattedrale , <strong>di</strong> là Egli <strong>di</strong>e <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>re una copiosa raccolta <strong>di</strong> v e -<br />

non solamente bene<strong>di</strong>sse l'affollatissima dule acquarellale colle rispettive piante<br />

moltitu<strong>di</strong>ne, che in numero <strong>di</strong> i5,ooo e esprimenti i più belli punii delle stupeu-<br />

più persone (ulta ingombrava la vasta de mura della cittadella e del recinto del-<br />

piazza ed ambo le vie che vi conducono, la città d'Alalri, tutte <strong>di</strong> costruzione cosi<br />

ma ancora estese questa sua apostolica detta ciclope», latte eseguire dal valente


62 VEL<br />

architetto e pittore Antonio Moretti ro^<br />

mano, ed illustrate tlal rev. p. Luigi Re-<br />

velli scolopo e professore eli filosofia nel<br />

collegio d' A latri. Il Papa dopoaverlecia-<br />

scuna esaminatealteulamente,se ne con-<br />

gratulò coll'artista e <strong>di</strong>chiarò il suo gra-<br />

<strong>di</strong>mento all'encomiato gonfaloniere Pe-<br />

l onti, che in nome della città le avea of-<br />

ferte , il quale meritò poi con onorevole<br />

breve de' iG dello slesso mese, d'essere<br />

creato cavaliere dello speron d' oro. Es-<br />

sendosi poi compiaciuto il Papa <strong>di</strong> passa-<br />

re nell'attigua sala per gustare il sontuo-<br />

so rinfresco preparato, si assise in posto<br />

più elevalo e sotto baldacchino a capo <strong>di</strong><br />

nobile mensa, alla quale ammise oltre i<br />

principali <strong>di</strong> sua corte e della nobile co-<br />

mitiva che l'accompagna va, <strong>di</strong>stinguendo<br />

il vescovo <strong>di</strong>ocesano e quello <strong>di</strong> Veroli<br />

mg. r<br />

Cipriani,mg. r<br />

Pila delegato, il gon-<br />

faloniere, il rev. p. Uosani generale degli<br />

scolopi, ora vescovo d'Erilrea e vicario del<br />

capitolo Vaticano, e Filippo Jacovacci che<br />

faceva le veci del governatore infermo.<br />

Fu allora che i canonici della basilica cat-<br />

tedrale Nicola Trulli e AgoslinoCaporilli<br />

sullodalo, presentarono al Papa un' ele-<br />

gante raccolta <strong>di</strong> poesie italiane e latine<br />

da essi composte, inserite poi nella Rela-<br />

zione. Uscendo il Papa dall'episcopio, si<br />

trattenne ad osservare nel suo atrio l'e-<br />

sposizione delle carte damascate da appa-<br />

rato ad uso <strong>di</strong> Francia colorite e vellu-<br />

tate, la cui fabbrica da pochi anni intro-<br />

dotta in Alalri dal defunto Pietro Molella,<br />

si proseguiva per cura del nominato<br />

Jacovacci, che uè riportò benigne parole<br />

<strong>di</strong> lode e d'incoraggimento, e contribuiva<br />

a farvi fiorire il commercio non meno <strong>di</strong><br />

quella del lanifìcio pel quale Alatri è tan-<br />

to rinomata. Appena il Papa ricomparve<br />

sulla gran piazza si rinnovarono con mag-<br />

gior fervore i<br />

segni del cornuti giubilo, che<br />

ne accompagnarono incessantemente il<br />

cammino <strong>di</strong>retto a visitare le parti più<br />

rilevatili dell'antico monumento, su due<br />

lati del quale leggevansi due iscrizioni<br />

composte come l'altreddll'auieaeloqueu'<br />

VEL<br />

za del lodato p. Rosoni, a cui pur si de-<br />

ve la pubblicazione d'una veduta del me-<br />

desimo colla rispettiva pianta della citta-<br />

della, parte del lato che guarda mezzo-<br />

giorno, incisa e riportata a p. 97<br />

del t.<br />

1 o deWAlbum <strong>di</strong> Roma, e corredala del-<br />

l'analoga elegantissima relazione (fu pub-<br />

blicata in Roma separatamente con que-<br />

sto titolo: Relazione della faustissima<br />

venula in Alatri <strong>di</strong> Sua Santità PP.<br />

Gregorio XVI felicemente regnante il<br />

dì 4 maggio 1 843) della venula <strong>di</strong> Gre-<br />

gorio XVI in Alalri , insieme a tolte le<br />

iscrizioni, che in gran parte servi al prin-<br />

cipe Massimo alla compilazione del suo<br />

bel racconto. In unadelledueultime iscri-<br />

zioni egregiamente si fece allusione alle<br />

muraciclopee,che al pari della fedeltà de'<br />

loro abitanti ponno <strong>di</strong>rsi sfidare Peterni-<br />

tà, poiché dopo più <strong>di</strong> 3ooo anni che sus-<br />

sistono, non portano alcun' impronta <strong>di</strong><br />

vecchiezza, ma per la giu<strong>di</strong>ziosa conca-<br />

tenazione degli enormi poligoni che le<br />

compongono (leggo nella Breve narrazione<br />

<strong>di</strong> G.G. D. R. riguardante le mura<br />

Ciclopee, Pisa 1 827. » Poni attorno<br />

ad esse de'forti arieti, se i colpi <strong>di</strong> questi<br />

battono su pietre posle a linea, risente<br />

l'impressione del colpo tutta lalinea,e for-<br />

masi quello sconcatenamento,che poi produce<br />

la <strong>di</strong>struzione del muro assalilo. Or<br />

fallo, che i colpi colgano sopra questi ir-<br />

regolari poligoni, la piaga dal colpo non<br />

si <strong>di</strong>ffonde, perchè i risalii superiori e in-<br />

feriori de'massi non risentono <strong>di</strong> quel col-<br />

po, e mentre la pietra è battuta al <strong>di</strong> so-<br />

pra e al <strong>di</strong> sotto, non soffrono l'altre par-<br />

ti il colpo della pietra, che ferisce uii pun-<br />

to solo. Non può seguire lo stesso nella<br />

costruzione regolare, perchè la percussio-<br />

ne si <strong>di</strong>ffonde per tutta la linea, e tutta<br />

la scollega"), e per la militare architet-<br />

tura superiori in bellezza a quante altre<br />

mura <strong>di</strong> quel geuere si conoscono , mo-<br />

strano l'elevatezza dell' umano ingegno,<br />

che in un' epoca sì remota qual è quella<br />

de'pelasgi, a cui se ne attribuisce la fon-<br />

dazioue,aulerioi meule alla guerra <strong>di</strong> Tro-


VEL<br />

ia,seppe muovere e geometricamentecol-<br />

locare un sì gran numero <strong>di</strong> smisurali ma-<br />

cigni con una facilità e perfezione , che<br />

metterebbe pensiero a'più ar<strong>di</strong>ti ingegni<br />

del nostro secolo tanto perfezionato ne'<br />

meccanismi e che sormonta ogni <strong>di</strong>fficol-<br />

tà con eseguire le operazioni più ardue.<br />

Ma ciò che attrasse l'attenzione <strong>di</strong> Gre-<br />

gorio XVI amatore della veneranda an-<br />

tichità, nel giro che ne fece, si fu la por-<br />

ta maggiore della cittadella ove passò nel-<br />

l'uscire dall'episcopio, e il <strong>di</strong> cui architra-<br />

ve viene costituito da un masso solo lun-<br />

go 27 palmi e largo 8 e un'oncia; la por-<br />

la minore, che alcuni vogliono destinala<br />

a sortile militari, la cui volta e scala, composta<br />

<strong>di</strong> massi che si sormontano I' un<br />

l'altro, non ha per quanto si conosca al-<br />

tra simile, tranne quella dell'ingresso al-<br />

la piramide <strong>di</strong> Mernjì riportata da Nor-<br />

den ne'suoi Viaggi in Egittoj e l'angolo<br />

principale formato da'due gran<strong>di</strong> mura-<br />

glioni orientale e australe, alti palmi il,<br />

e composto <strong>di</strong> soli 1 5 massi, concatenali<br />

senza cemento come il resto delle mura.<br />

Per la celebrità <strong>di</strong> siffatte gigantesche co-<br />

struzioni, rammentando la già celebrata<br />

opera della Dionigi, che ne pubblicò i<strong>di</strong>-<br />

segni, mi si condoni che io riporti qui un<br />

relativo cenno tratto da altra donna illu-<br />

stre che le stu<strong>di</strong>ò, Marianna Starke, Travels<br />

in Europe, Parisi 836, p. ^02. » La<br />

città <strong>di</strong> Alatri, posta sopra una rupe e-<br />

n)inenle,circondatada mura gigantesche<br />

ed apparentemente più auliche delle mu-<br />

nì dell'altre città <strong>di</strong> quella provincia, ha<br />

un giusto titolo al nome che porta, cioè<br />

<strong>di</strong>fortezza Saturnina. Plauto ne fa men-<br />

zione nella comme<strong>di</strong>a de'delenuti, ossia<br />

carcerati, sotto la forma greca Alatrion.<br />

In Slrabone è scritta Alctrion. Cicero-<br />

ne la chiama municipio, e Frontino la<br />

descrive come una colonia. La sua Acro-<br />

poli, cioè cima e sommità, corona l'alta<br />

montagna, sul pen<strong>di</strong>o della quale sta que-<br />

sta città, circondata dagli avanzi delle<br />

mura dell'estensione <strong>di</strong> due miglia, e co-<br />

struii* da nmujassi <strong>di</strong> pietre calcaree soni-<br />

VEL 63<br />

maronite grosse, ben compatte dal loro<br />

semplice immenso peso ,<br />

ed in forma o-<br />

blonga poligonare. Sopra 3 <strong>di</strong> queste pie-<br />

tre sono scolpiti rozzamente 3 bassirilie-<br />

vi; uno rappresenta un putto con un vaso<br />

sulla sua testa, un altro probabilmente<br />

fu scolpito per personificare la protettri-<br />

ce <strong>di</strong>vinità <strong>di</strong> Alatri, ed il 3.° che fa par-<br />

te del muro pelasgico nella porta Bello-<br />

na , ora porla s. Pietro (il <strong>di</strong>segno della<br />

quale pubblicò YAlbum <strong>di</strong> Roma, t. 1 7,<br />

p. 257, con eru<strong>di</strong>to articolo del conven-<br />

tuale p. F. Lombar<strong>di</strong>. Egli narra, secondo<br />

gli scrittori delle cose d' Alatri , che<br />

venuto l'Apostolo delle genti a <strong>di</strong>ffonde-<br />

re la luce del Vangelo in questa cillà,<br />

fossero i<br />

primi a seguirlo gli abitanti del-<br />

la parte meri<strong>di</strong>onale detta Le Piaggio,<br />

mentre quelli della settentrionale detta<br />

Civita vetere durarono nell'idolatria mol-<br />

ti anni, finché i primi non gl'indussero ad<br />

abbracciare il cristianesimo, e perciò con-<br />

segnarono ad essi i loro idoli per essere at-<br />

terrali e infranti. Questo pare ch'abbia da-<br />

to origineaH'usanza,per la quale gli 1 1 ca-<br />

popopoli eletti da'rioni della cillà a signo-<br />

ri dellafesta <strong>di</strong> s. Sisto 1, nella sua vigilia<br />

gli abitanti delle pinggit' unitisi co' con-<br />

signori <strong>di</strong> Civita vetere scagliavano una<br />

gran<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ciottoli e <strong>di</strong> figuline contro<br />

l'informe e ricordalo bassorilievo esisten-<br />

te al fianco sinistro della porta s. Pietro,<br />

e chiamato dal volgo Marzo. Dopo poi i<br />

primi vesperi, menile il vescovo nella cat-<br />

tedrale era ancora in trono, dando egli<br />

co' pie<strong>di</strong> il segnale con alcune movenze,<br />

i detti signori assistenti facevano iti cer-<br />

chio per un quarto d'oro una danza sagro-<br />

fesliva, <strong>di</strong>spensando ciambelle alla folla.<br />

Crede il p. Lombar<strong>di</strong> che la danza ab-<br />

bia avulo origine neh i32 per la trasla-<br />

zione in Alatri delle reliquie <strong>di</strong> s. Sisto !,<br />

intorno alle quali il popolo tripu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong><br />

santa letizia per averlo liberato dalla pe-<br />

ste che 1' affliggeva , e prorompendo io<br />

quelle <strong>di</strong>mostrazioni festive. Nel pontifi-<br />

cato <strong>di</strong> Benedetto XIV e nel vescovato <strong>di</strong><br />

mg." Savaceri, <strong>di</strong>venuto il ballo iudecen-


H V E L<br />

tea luogo sagro, fu trasportalo nella pro-<br />

pinqua piazza, e ivi durò sino al i 84^) co "<br />

assumere il municipio tulio il carico del-<br />

la pompa festiva. Di simili sagre danze<br />

parlai altrove, come nel voi. LXXIII, p.<br />

i 72, e nel voi. XLIX,|). 249, per quel-<br />

la che avea luogo in Osinio per la fesla<br />

popolare del Carro <strong>di</strong> s. Vittore), merita<br />

particolare notizia, perchè è formalo<br />

in una <strong>di</strong> quelle gigantesche pietre che<br />

compongono il muro, ed evidentemente<br />

coevo al medesimo. Sulla lunga salita al-<br />

la città si presenta porta s. Pietro, ed a<br />

questa porta i viaggiatori or<strong>di</strong>nariamente<br />

scendono dalle carrozze affine <strong>di</strong> cam-<br />

minare su alla sommità, non essendo ivi<br />

strada carrozzabile. La torre sulla sinistra<br />

<strong>di</strong> della porla ha il marchio o segno del-<br />

l' eia oscure, ma la suddetta porla e le<br />

altre porte della città sono antiche. La<br />

sommità sembra essere stata <strong>di</strong> forma<br />

quadrilatera. Fu encomiata da doppie<br />

mura, le quali calcolate dalla loro colos-<br />

sale grandezza e soli<strong>di</strong>tà danno a sospet-<br />

tare del tempo della loro costruzione; e<br />

sebbene varie circostanze concorrano ad<br />

in<strong>di</strong>cale che fossero erette da' tirreni pe-<br />

lasgici prima della guerra Troiana , ciò<br />

non ostante un angolo dell'esterno muro<br />

alto y4 palmi rimane intero ed ancora<br />

intatto da lungo lasso <strong>di</strong> secoli. Questo<br />

muro angolare è composto <strong>di</strong> 4o pietre<br />

soltanto, e non può essere contemplato<br />

senz'ammirazione e sorpresa, siccome im-<br />

possibile a concepire come queste pietre<br />

fossero state innalzale alla loro presente<br />

posizione ed unite cosi assieme senza cemento,<br />

e con una graziosita adatto im-<br />

pareggiabile. Le suddette mura si <strong>di</strong>ce<br />

che rassomiglino a quelle <strong>di</strong> Tini nel Pe-<br />

loponneso: desse presentano una super-<br />

ficie liscia formata da irregolari pietre po-<br />

ligone. Il principale ingresso alla cittadel-<br />

la è ammirabile in pùnto <strong>di</strong> fortezza, ed<br />

è simile nella costruzione alle porte delle<br />

pirami<strong>di</strong> a Menati. Gli architravi, che so-<br />

no 3, giacciono piani sulla vasta estensio-<br />

ne delle mura da formare un coperto cor-<br />

V EL<br />

ridoio, ed ogni architrave è alto 11 pal-<br />

mi. Ivi evidentemente si osserva che vi<br />

furono due porte, una interna ed esterna<br />

l'altra, ed il corridore esleso tra loro. La<br />

presente strada all'Acropoli, sommità,<br />

opposta all'antico ingresso, e sembra <strong>di</strong><br />

essere stata fatta da'uioderui alatimi per<br />

facilitare la loro comunicazione col vesco-<br />

vato, il quale è fabbricalo sulla parte del-<br />

le mura interiori della fortezza. Un cor-<br />

ridoio dell'esteriori mura situato sulla de-<br />

stra della moderna strada contiene un pas-<br />

saggio costruito come il principale ingres-<br />

so già descritto, il quale porta in un pas-<br />

saggio sotterraneo dell'altezza <strong>di</strong> 6 pie<strong>di</strong><br />

con una bellissima circolare volta; questo<br />

passaggio penetra al centro della fortez-<br />

za, e dopo aver esaminato il detto pas-<br />

saggio, all'esterno del quale trovatisi gli<br />

avanzi <strong>di</strong> due bassirilievi, i viaggiatori<br />

passano da una piccola moderna porla<br />

che conduce ad un giar<strong>di</strong>no, dove il mu-<br />

ro angolare, degno <strong>di</strong> particolare notizia,<br />

puòessere veduto tutto interamente. La-<br />

sciando il giar<strong>di</strong>no suddetto, i viaggiatori<br />

dovranno salire alla piazza, dove il vesco-<br />

vato e la cattedrale è stata eretta; la qua-<br />

le piazza spiega il principale ingresso all'<br />

Acropoli, sommità. L'eminenza mon-<br />

tuosa sulla quale trovasi posta questa for-<br />

tezza è piena <strong>di</strong> vasti sotterranei passag-<br />

gi , oltre i già descritti , de' quali alcuni<br />

servirono <strong>di</strong> acquedotli, mentre altri fa-<br />

cilitavano l'ingresso del necessario perla<br />

guarnigione. Le volte <strong>di</strong> questi passaggi<br />

sono semicircolari, ed in alcuni <strong>di</strong> essi (se-<br />

condo l'informazioni avute e l'indagini<br />

fatte) possono trovarsi le vestigia de'pa-<br />

vimenti <strong>di</strong> musaico, sebbene è <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong><br />

esplorare queste sotteranee strade, siccome<br />

non souoesenli da aria mefitica e no-<br />

ci va". Segue la descrizione in succinto d'A-<br />

lalri moderna. Gregorio XVI non sazian-<br />

dosi <strong>di</strong> ammirare questi pro<strong>di</strong>gi dell'ar-<br />

te antica, e <strong>di</strong> lodare Io zelo della magi-<br />

stratura d' A latri, che aveva saputo così<br />

bene rendere il pristino splendore a un<br />

sì rispettabile monumento, unico nel suo<br />

è


VEL<br />

genere, il Sanlo Padre avea quasi com-<br />

piuto il suo giro, quando alla richiesta<br />

fattagli dallo stesso magistrato, volendo<br />

secondare il pubblico desiderio, e rende-<br />

re eterna la memoria <strong>di</strong> sua venula in A-<br />

latri, graziosamente permise che la nuo-<br />

va strada, quasi sorta per incanto d'in-<br />

torno alle mura dell'Acropoli, portasse<br />

d'allora in poi il nome <strong>di</strong> Gregorianaja<br />

quale concessione venne accolta con comune<br />

applauso, e sull'istante pubblica-<br />

la con l'iscrizione affissa alle mura stesse.<br />

Quin<strong>di</strong> il Papa passò nel monastero della<br />

ss. Annunziata delle benedettine, fonda-<br />

to nel 1 56 1 da mg/ Camillo Perusco romano<br />

vescovo d'A latri, che vi fece venire<br />

per istitutrici 4 monache da Guard-<br />

ilo; e<strong>di</strong>lizio assai vasto e <strong>di</strong> elegante strut-<br />

tura me<strong>di</strong>ante aggiunte fattevi nello scor-<br />

so secolo. Ivi ammise al bacio del piede<br />

le 5o religiose circa, e varie signore del-<br />

la città, che in sì fausta circostanza eb-<br />

bero il permesso <strong>di</strong> entrarvi; non che le<br />

monache della Carità con voti semplici<br />

sotto la regola <strong>di</strong> s. Chiara, introdotte io<br />

Ahitri nel 1806 da mg. r<br />

Giuseppe della<br />

Casa vescovod'Alatri, che ottenne da Pio<br />

VII <strong>di</strong> potervi traslocate dal monastero<br />

d' Anticoli due religiose perchè si occu-<br />

passero della fondazione, la quale ha per<br />

scopo la cristiana educazione delle fanciulle,<br />

della quale si sono rese beneme-<br />

rite. Prima d'entrare col suo seguito in<br />

detto monasteiOjil Santo Padre aveva e-<br />

gualmente onorato <strong>di</strong> sua presenza il vi-<br />

cino collegio Calasanzio degli scolopi , il<br />

quale riconosce per fondatrice la nobile<br />

Innocenza Gentili vedova Conti, che con<br />

suo testamento del 1 ."novembre 1 72 1 isti-<br />

tuì ere<strong>di</strong> universali de' suoi beni i delti<br />

padri, colla con<strong>di</strong>zione che vi tenessero<br />

scuola e convitto. Il p. Giuseppe 01iva,che<br />

nefui.° rettore, poi generale dell'or<strong>di</strong>ne,<br />

colla sua attività accrebbe il locale, fab-<br />

bricò l'annessa chiesa in onore dello Spo-<br />

salizio <strong>di</strong> Maria Vergine, con facciata <strong>di</strong><br />

buon <strong>di</strong>segno in pieti a calcare scalpellata<br />

con maestria e nell'interno a croce greca<br />

VOL. LXXXIX.<br />

VEL 65<br />

con ragguardevole cupola, vi or<strong>di</strong>nò le<br />

scuole e vi apri il convitto con tale ripu-<br />

tazione,cbedblb provincia e da altri luoghi<br />

dello stato, come dal regno <strong>di</strong> Napo-<br />

li , vi concorse sempre buon numero <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stinti giovani ad attingervi l'istruzione<br />

letteraria, morale e civile. Nel 1824 con<br />

piano fatto da mg. r<br />

Benvenuti, poi car-<br />

<strong>di</strong>nale, delegato straor<strong>di</strong>nario della prò-<br />

v incia, il cui nome sarà in eterna bene<strong>di</strong>-<br />

zione presso gli eroici, piano che fu san-<br />

zionato da Leone XII, l'istituto religioso<br />

aumentò il collegio <strong>di</strong> due scuole, mentre<br />

la città a sue spese vi aggiunse un pro-<br />

fessore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto civile e canonico, oltre<br />

l'assortimento d'un gabinetto fisico, l'ingran<strong>di</strong>mento<br />

delle scuole, delle camera-<br />

te e del casino <strong>di</strong> villeggiatura. Così que-<br />

sto ampio, comodo e salubre stabilimen-<br />

to viene ad apprestare un mezzo opportuno<br />

d' istruzione a lutti i citta<strong>di</strong>ni non<br />

meno, che alla provincia intera. Grego-<br />

rio XVI vi fu ricevuto dal generale ze-<br />

lantissimo dell'or<strong>di</strong>ne Ii.mop. Rosani al-<br />

la testa della religiosa famiglia e della nu-<br />

merosa scolaresca <strong>di</strong>visa in due ale, e <strong>di</strong><br />

là consolò nuovamente <strong>di</strong> sua bene<strong>di</strong>zio-<br />

ne l'esultante popolo, onde tutta era ri-<br />

piena la sottoposta piazza <strong>di</strong> s. Maria, <strong>di</strong><br />

figura assai quadrata e ben vasta , così<br />

denominata perchè sta avanti alla chie-<br />

sa collegiata de<strong>di</strong>cala alla B. Vergine <strong>di</strong><br />

gotica costruzione , con atrio <strong>di</strong>nanzi , e<br />

con vaghissimo occhialone <strong>di</strong> marmo al<br />

<strong>di</strong> sopra , contigua al palazzo comunale<br />

(questa è la chiesa <strong>di</strong> s. Maria Maggiore,<br />

<strong>di</strong> cui nel i852 X Album <strong>di</strong> Roma nel I.<br />

19, p. 289 e 326, ne pubblicò il <strong>di</strong>segno,<br />

le notizie e la descrizione <strong>di</strong> L., il quale<br />

la <strong>di</strong>ce dello stile e del fare bisa olino e<br />

sembrare rimontare 1' erezione al secolo<br />

XI; il grand' occhio finestrale della fac-<br />

ciata, arabescato de' solili fregi tricu>pi-<br />

dali e <strong>di</strong> ghiribizzi bizzarri, offrire un ca-<br />

rattere <strong>di</strong>verso dall'interno e perciò forse<br />

posteriore alquanto e d'epoca gotica, cioè<br />

quanto allo stile. La Ione campanaria<br />

venne innalzata sul declinar del secolo<br />

5


66 V E L<br />

XIV, come rilevasi dall'iscrizione eoll'annoi3c)4,<br />

in tempo <strong>di</strong> Do. MaJJiolì Epi.<br />

Plocen. vicari ctRcclor. Camp ., rilevando<br />

l'articolista clie tal vicario e rettore non<br />

fu conosciuto né da De Mattheis, né da De<br />

Matthias, ne'loro esatti cataloghi. Il tempio<br />

racchiude, oltre altri pregi, una gemma<br />

preziosissima, cioè l'antichissima e mi-<br />

racolosa immagine <strong>di</strong> Nostra Donna det-<br />

ta della Libera, effigiata in affresco sul<br />

corpo d' una colonna quasi all'ingresso,<br />

ed avente in grembo il suo <strong>di</strong>vin Pargo-<br />

letto. Avendo Giotto, nel suo ritorno da<br />

Napoli,lavorato in molte chiese dellaCarapagua<br />

, fa crederla opera sua. E poi indubitato<br />

che la bella e <strong>di</strong>vota Immagine<br />

sempre èstata larga <strong>di</strong>spensatrice<strong>di</strong> favori<br />

a'suoi <strong>di</strong>voti, ond'è iu gran venerazione<br />

presso pure gli stranieri; la quale è inoltre<br />

sì antica, che nel i324 Giovanni XXII<br />

da Avignone vi concesse indulgenza a'vi-<br />

sitanti : altri Papi accordarono grazie e<br />

privilegi all'abbate e canonici della medesima^<br />

ne'primi del corrente secolo l'ab-<br />

bate fu insignito della mantellelta nera e<br />

del titolo <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità capitolare. Riparata<br />

più. volte per la sua vetustà, nel 1 85<br />

s'incominciò a rinnovarla conservandone<br />

il tipo caratteristico, e per conservare sì<br />

interessante monumento cristiano si fe-<br />

ce un appello all'oblazioni de'fedeli. Leggo<br />

poi nel Giornale <strong>di</strong> Roma de' 3o ot-<br />

tobre 1 856, che dopo 5 anni <strong>di</strong> restauro,<br />

la chiesa <strong>di</strong> s. Maria Maggiore d' Alatri<br />

d'antichissima gotica costruzione, era sta-<br />

ta riaperta al pubblico culto. Ritenendo<br />

interamente la sua forma primiera, pre-<br />

senta ora quella magnifica eleganza pro-<br />

pria delle chiese <strong>di</strong> siffatto genere, tutta<br />

abbellita e istoriata da sagre pitture a<br />

fresco <strong>di</strong> Domenico Monacelli. A conser-<br />

vare meglio la celebrata ss. Immagine, fu<br />

trasportata in apposita cappella vagamen-<br />

te ornata, siccome oggetto <strong>di</strong>votissimo <strong>di</strong><br />

tutta la provincia. 1 canonici che aveano<br />

sostenuto il grave <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o colle loro te-<br />

nui prebende, furono consolati dal Papa<br />

Pio IX col dono d'un paralo iu terzo. Ac-<br />

1<br />

VE L<br />

endemico Etnico, mi si conce<strong>di</strong>no queste<br />

giuntai elle che vado ficendo in onore <strong>di</strong><br />

Ahtri) Sulla facciata del collegio eravi<br />

un'iscrizione <strong>di</strong>chiarante l'immenso giu-<br />

bilo degli scolopi. 11 R.mo p. Rosani, dopo<br />

avere ragguagliato Gregorio XVI <strong>di</strong><br />

tuttociò che riguarda quel locale e l' i-<br />

slruzione pubblica, gli rese grazie a nome<br />

della città col l'ottava che pubblicala nella<br />

Relazione, Padre e Signor 3 che col tuo<br />

dolce aspetto, ec, meriterebbe scolpirsi<br />

sulla ciclopea mole. Dopo aver il Papa <strong>di</strong><br />

nuovo percorsa, e sempre a pie<strong>di</strong>, la via<br />

principale d'Alatri, in sembianza e in at-<br />

to non tanto <strong>di</strong> principe in mezzo a'suoi<br />

fedeli sud<strong>di</strong>ti, nelle cui vene ancora scor-<br />

re l'antico sangue de'valorosi eroici, quan-<br />

to <strong>di</strong> padre lieto e amoroso circondato da*<br />

suoi cari figli, che non si saziavano <strong>di</strong> pa-<br />

lesare in tutti i mo<strong>di</strong> il loro affettuoso tripu<strong>di</strong>o,<br />

arrivato alla porta della città, manifestò<br />

benignissimamente a mg. r<br />

Giani-<br />

pe<strong>di</strong> vescovo e alla magistratura (ogni<br />

membro della quale ebbe in dono una<br />

medaglia d'argento) il sovrano suo cor-<br />

<strong>di</strong>ale gra<strong>di</strong>mento, per tutte le <strong>di</strong>mostra-<br />

zioni ricevute nelle sole 4 ore del suo sog-<br />

giorno in Alatri, cioè dalle i 3 alle i 7, e<br />

lasciando un centinaio <strong>di</strong> scu<strong>di</strong> per limo-<br />

sina a'poveri (i quali hanno il monte fi lamentano,<br />

e Pio VII col breve In sum-<br />

, de' 25 gennaio i8o5,<br />

mo Ape stola tu<br />

s<br />

Bull. Rom. cont. t. 12, p. 258 : Erectio<br />

Montisfrumentarii infavorem. ISosoco-<br />

ìuii civi tatis Alalrinae) e agl'infermi, ri*<br />

salito nella carrozza, che dallo stesso ze-<br />

lo del popolo era stala ricondotta alla por-<br />

la, partì per tornare a Prosinone, accom-<br />

pagnato da'più fervi<strong>di</strong> voti <strong>di</strong> tutta quel-<br />

la foltissima popolazione, che in segno d'e-<br />

sultanza in quella sera, come nell'ante-<br />

cedente, accese de' gran<strong>di</strong>ssimi fuochi a-<br />

vanii alle case, sulle vicine montagne e<br />

colline, ed illuminò a <strong>di</strong>segno lacitladel<br />

la, che fece <strong>di</strong> se bellissima mostra. Dt<br />

v laudo circa due miglia dalla via prov'u<br />

ciale dopo Alalri, il Sanlo Padrevolle<br />

sitar* la ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Ticchiena, ricchissimo


VEL<br />

monastero e Grangia (/'.) della celebre<br />

abbazia ili Trisulli (P .) dc'eerlosiui, an-<br />

nesso ad un castello ebe ne' tempi bassi<br />

pagava il tributo <strong>di</strong> vassallaggio agli ala<br />

ti ini (infatti Clemente XIII emanò il bre-<br />

ve Exponi Nobis, de' 22 giugno 1763,<br />

Bull. Rom. cord. t. 2, p. 355: Approba-<br />

tioConcor<strong>di</strong>ac inter monasterium s.Dar-<br />

tholonui TrisulU or<strong>di</strong>nis Carthusiensis,<br />

et communilatem, atque homines civita-<br />

tu Alatrii super pracfìxioneconfinium<br />

Castri <strong>di</strong>rutinuncupati Tccclaena ad <strong>di</strong>-<br />

etimi monasterium spectantis.lvì è ripor-<br />

tato tutto Tatto della concordata controversia<br />

sul confine territoriale, e quanto<br />

al possesso della certosa del feudo <strong>di</strong> Tic-<br />

chi ena, si <strong>di</strong>ce ebe questo confiscato già<br />

dalla camera apostolica nel 1248 circa<br />

sotto Innocenzo IV alla comuuità d'Ala-<br />

t ri per delitto pro<strong>di</strong>torio commesso con-<br />

tro icitta<strong>di</strong>ui <strong>di</strong> Ferentino, <strong>di</strong>poi neli3oy5<br />

nel pontificato <strong>di</strong> Bonifacio IX la mede-<br />

sima camera lo vendè cou tutte le sue ra-<br />

gioni e pertinenze al monastero <strong>di</strong> Trisul-<br />

ti, certosa cb'è unita a quella <strong>di</strong> Ruma); e<br />

fattavi orazione nella chiesa pubblica e<br />

nella cappella interna del monastero, ove<br />

si conserva il ss. Sagramento, ammise al<br />

bacio del piede quella religiosa famiglia,<br />

<strong>di</strong>e volle trattarlo <strong>di</strong> lauto rinfresco cou<br />

lutto il suo seguito, e proseguì il suo viag-<br />

gio riprendendo la strada maestra verso<br />

Prosinone, al quale articolo avendo io ri-<br />

ferito il resto, <strong>di</strong>rò solamente. >'ella mat-<br />

tina de"5 maggio Gregorio XVI partì per<br />

Piperuo (V.) per la via omonima, una del-<br />

le 3 che si riuniscono sul ponte del Co-<br />

sa sottoFrosinone.come auche quella d'A-<br />

lain e quella che conduce a Roma per Fe-<br />

rentino. Trovandosi su quella linea <strong>di</strong><br />

strada provinciale vari paesi a destra ed<br />

a sinistra della valle del Sacco , ognuuo<br />

<strong>di</strong> essi procurò <strong>di</strong> fare le migliori <strong>di</strong>mo-<br />

strazioni possibili <strong>di</strong> giubilo per il passag-<br />

gio <strong>di</strong> Sua Santità sul loro territorio, e<br />

in breve descrivendoli nell'articolo FroiiflONE<br />

lo narrai, pel dettaglio più minu-<br />

to poteudo supplire la bellissima Relazio*<br />

VEL G 7<br />

ne <strong>di</strong> cui mi vado giovando, e vi aggiun<br />

gerò quanto non <strong>di</strong>ssi nel ricordalo aiti<br />

colo per non renderlo <strong>di</strong> soverchio prò<br />

lisso. Cominciò il 1 .° Ceccano (nel segue<br />

te anno dai Papa fatta città, la quale si<br />

onora del suo illustre concitta<strong>di</strong>no mg.'<br />

Giuseppe Berar<strong>di</strong> Sostituto della segre-<br />

teria <strong>di</strong> stato e Segretario della Cifra) j<br />

in<strong>di</strong> il Papa valicato sopra un bel ponte<br />

eretto da Pio VI il fiume Sacco, che in<br />

quel luogo forma una caduta veramente<br />

pittoresca, entrò nel territorio <strong>di</strong> Falli-<br />

ca, a cui appartiene il poco <strong>di</strong>stante cele-<br />

bre monte Cacume, il più alto <strong>di</strong> quella<br />

catena degli Apennini chiamati i monti<br />

Lepi<strong>di</strong>, il quale alza la sua lesta orgoglio-<br />

sa (069 metri sopra il livello del mare.<br />

Seguitando il viaggio si trovò uel terri-<br />

torio <strong>di</strong> Giuliano già fetido de' Colonna,<br />

ietti abitanti vollero pure mostrare la lo-<br />

ro <strong>di</strong>vozione con arco trionfale sulla pub-<br />

blica via,a'cui lati si fecero tutti trovato<br />

chiedendo al Papa con fervore la sua be-<br />

ne<strong>di</strong>zione, gii uomini da ima parte, e le<br />

donne dall'altra, ognuna delle quali por-<br />

tava sulla lesta uno schifo con piante <strong>di</strong><br />

busso, il che unito al nazionale loro costume<br />

da va loro la bella apparenza <strong>di</strong> ca-<br />

riati<strong>di</strong>. Finalmente dopo aver percorso<br />

seuza fermarsi da Frosiuoue iu poi circa<br />

i5 miglia della via Casilina, il Sauto Pa-<br />

dre giunse a Prosse<strong>di</strong>, regione de'volsci,<br />

e vi ricevè la bene<strong>di</strong>zione col Santissimo.<br />

Cambiati frattanto a tutti i legni dei tre-<br />

no i cavalli, che iu quel luogo erano stati<br />

radunati dalle stazioni postali de' vicini<br />

stradali, il Papa proseguì rapidamente il<br />

viaggio verso Piperuo io una delle più fer-<br />

tili e pittoresche vallate dello stato pon-<br />

tificio, fiaucheggiata da montagne, e sul<br />

le <strong>di</strong> cui alte cime ergevansi tauli castelli<br />

e villaggi, che coll'aspetto <strong>di</strong> fortificazio-<br />

ni richiamavano la meutea'tempi del me-<br />

<strong>di</strong>o evo. Fra questi <strong>di</strong>slinguevausi a sini-<br />

stra i castelli <strong>di</strong> Pislerzo nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Ferentino , e <strong>di</strong> Roccasecca (<strong>di</strong>versa da<br />

quella <strong>di</strong> Sora, <strong>di</strong> cui ragionai in quel-<br />

l'articolo) in quella <strong>di</strong> Piperuo. A deatra<br />

u


68 V E L<br />

poi della via Casilinn vedevansi altri pae-<br />

si e castelli sorgere nella gola de' munti,<br />

e rispondere co'replicali spari <strong>di</strong> morta-<br />

ri e co'festivi suoni <strong>di</strong> campane, che ral-<br />

legra vano tutte quelle coutrade,ed altret-<br />

tanti segni <strong>di</strong> giubilo dati dall'opposta ca-<br />

tena <strong>di</strong> monti, e fra'quuli <strong>di</strong>stingue vansi<br />

i castelli <strong>di</strong> Maenza (riporta il n.° 92 del<br />

Giornale <strong>di</strong> Roma del i858, come il<br />

Papa Pio IX colle sue elargizioni contri-<br />

bui all'eseguile gran<strong>di</strong> riparazioni <strong>di</strong> cui<br />

abbisognava l' insigne chiesa collegiata<br />

<strong>di</strong> Maenza, e la gratitu<strong>di</strong>ne del popolo<br />

maentino) e Roccagorga, già spettan-<br />

ti alla famiglia Caetani, potentissima in<br />

queste contrade ; la popolazione del 2.<br />

si fece trovare genuflessa sulla via presso<br />

l'arco che avea eretto. Altre <strong>di</strong>mostrazio-<br />

ni ricevè dagli abitanti <strong>di</strong> Pioccagorga, i<br />

quali nel quadrivio delle strade <strong>di</strong> Pro-<br />

sinone, Piperno, Sezzee Roccagorga formarono<br />

uu piano regolare<strong>di</strong> circa /jo palmi<br />

nel luogo detto la Cona Romana, e vi<br />

eressero un obelisco a finto granilo orien-<br />

tale, <strong>di</strong>pinto a geroglifici tratti da antico<br />

monumento egizio, .sormontalo dalle chia-<br />

vi e dal triregno, dalla cui estremità tutta<br />

la mole era alta da terra palmi 53, com-<br />

preso il pie<strong>di</strong>stallo d'or<strong>di</strong>ne dorico a fin-<br />

to marmo <strong>di</strong> Carrara, sui <strong>di</strong> cui specchi,<br />

circondati da 4 statue esprimenti le Virtù,<br />

car<strong>di</strong>nali parimente a finto marmo<br />

chiaroscurate <strong>di</strong> grandezza sopra al na-<br />

turale colle loro basi d'or<strong>di</strong>ne toscano,leg-<br />

gevansi 5 analoghe iscrizioni italiane, la-<br />

tina e greca. Fermatosi nel suo passaggio<br />

il Papa a veder l'obelisco, ne espresse dal-<br />

la carrozza la sua benigna sod<strong>di</strong>sfazione<br />

e lodandone l'artefice che ammise al ba-<br />

cio del piede, unitamente al clero, alla<br />

magistratura e ad altre <strong>di</strong>stinte persone<br />

della terra , che fra gli applausi <strong>di</strong> tutta<br />

la popolazione gli offrirono due sonetti,<br />

anch'essi come tutte le altre poetiche com-<br />

pubblicati dall'accuratissimo<br />

posizioni ,<br />

principe Massimo. Continuando il viag-<br />

gio , dopo poche altre miglia Gregorio<br />

XY1 giunse versole ore 1 4 alla città ve-<br />

V EL<br />

scovile <strong>di</strong> Pijierno, già celebre capitale de'<br />

volsci e municipio romano. Ad ore 18 rimontato<br />

il Papa in carrozza fra gli ap-<br />

plausi <strong>di</strong> tutta la popolazione, e celere*<br />

mente scendendo da Piperno verso le Pa-<br />

lu<strong>di</strong> Pontine, costeggiò col suo seguito il<br />

fiume Amaseno, le <strong>di</strong> cui acque scorrono<br />

nel mezzo <strong>di</strong> folta selva presso le mura<br />

merlate della celebre ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Fossanuova<br />

(F.), della quale riparlai nel voi.<br />

LXXVIl.p. 1 1, y5 e 76. Dopo altre 5 mi-<br />

glia il Papa entrando con lutto il suo tre-<br />

no nella via corriera delle Palu<strong>di</strong> Ponti-<br />

ne al miglio 49 dell' Appia, e passando<br />

senza cambiar cavalli avanti la posta <strong>di</strong><br />

Ponte Maggiore, proseguì il viaggio per<br />

la città vescovile <strong>di</strong> Terracina,ove giun-<br />

se circa le 19 ore ricevuto da mg. 1<br />

Lolli<br />

vice-legato <strong>di</strong> Velletri ec. Nella mattina<br />

degli 8 maggio ne partì per la via Appia,<br />

trapassando la posta <strong>di</strong> Ponte Maggiore<br />

e fermandosi a cambiari cavalli a quella<br />

<strong>di</strong> Mesa. Giunto a Tor Tre Ponti, venne<br />

ossequialo dal vescovo e da'cleri <strong>di</strong> Sezze<br />

e Sermoneta. In<strong>di</strong> proseguì il viaggio per<br />

Cisterna e per la città vescovile <strong>di</strong> Vel-<br />

letri , da dove partendone a' 9 maggio,<br />

trapassando per Genzano, per la Riccia<br />

e per la città vescovile d'Albano, fece il<br />

suo trionfale ingresso in Roma verso le<br />

ore 2 3. Così ebbe termine il viaggio <strong>di</strong><br />

Gregorio XVI, il quale non poteva desi-<br />

derarsi migliore sì per la prospera salu-<br />

te <strong>di</strong> cui sempre godette, come per l'en-<br />

tusiasmo che risvegliò, e perla felicità che<br />

<strong>di</strong>ffuse la <strong>di</strong> lui presenza nelle due avven-<br />

turate provincie <strong>di</strong> Campania e Marittima,<br />

le quali per il loro inalterabile attaccamento<br />

all'altare e al trono pontificio<br />

giammai lo <strong>di</strong>menticheranno, avendolo<br />

pure successivamente descritto il Diario<br />

<strong>di</strong> Roma compen<strong>di</strong>osamente.<br />

Nell'articoloPio IXraccontai,come per<br />

la nequizia d' una fazione ribelle fu co*<br />

stretto allontanarsi da Roma in forma in-<br />

cognita la notte de'>4 novembre 1848,<br />

ed in compagnia del conte <strong>di</strong> Spani- mi-<br />

nistro <strong>di</strong> baviera, per la porta s. Giovai»-


VEL<br />

ni traversandola galleria <strong>di</strong> Castel Gan-<br />

(lolfo, evitando Albano, passando <strong>di</strong>etro<br />

l.i Riccia , per Genzano, Velletri e Ter-<br />

racina.senza mai fermarsi, felicemente entrò<br />

nel regno <strong>di</strong> Napoli. Si condusse aGaela,<br />

ove venne magnili camenteospilalo con<br />

ogni venerazione per oltre 9 mesi dalla<br />

generosa liberalità del religiosissimo monarca<br />

delle due Sicilie Fer<strong>di</strong>nando II, non<br />

meno nella real villa <strong>di</strong> Portici presso Er-<br />

colano per altri 8, avendo pure narrato<br />

Je cose principali che fece in que'soggior-<br />

ni, e le gite pe'luoghi e città circostanti,<br />

inclusi vaiueiite e sino a Benevento. Dissi<br />

come dopo la partenza del Papa da Roma<br />

ivi si formò la giunta suprema <strong>di</strong> sta-<br />

to per governarlo, seguila dalla commis-<br />

sione <strong>di</strong> governo.Promulgataa'9 febbraio<br />

1849 '<br />

a repubblica romana per tutto lo<br />

stalo papale, la rivoluzione fu compiuta;<br />

però non andò guari che fu domata la ri-<br />

bellione negli stati pontifìcii per l'interven-<br />

to dell'anni cattoliche francesi, napoleta-<br />

ne,austriache e spagnuole. I napoletani a'<br />

17 giugno 1849 occuparono Prosinone,<br />

Veroli, Anagni, Ferentino e altri luoghi,<br />

della provincia <strong>di</strong> Campagna. L'8 giugno<br />

le truppe spagnuole approdarono in Ter-<br />

racina, e per Sezze a' 1 7 luglio si recarono<br />

in Velletri con mg. r<br />

Giuseppe Berar<strong>di</strong>, già<br />

vice-presidente del tribunalecivile<strong>di</strong> Ro-<br />

lli:) /piale coni missario slraord inario pontiQciodelle<br />

provincie<strong>di</strong> Marittima eCam-<br />

p-igna, nella qual città fin da'4 erasi ri-<br />

tirato il preside repubblicano, subentran-<br />

do a occuparla gli spagnuoli, A' 16 lu-<br />

glio mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato apostolico <strong>di</strong>Fro-<br />

siuone ristabilì in quella città e provin-<br />

cia la sovranità pontificia. Questa in tut-<br />

to lo stato della s. Sede erasi successivamente<br />

ristorata. Dappertutto essendosi ri-<br />

stabilito l'or<strong>di</strong>ne, il sommo Pontefice Pio<br />

IV si determinò a ritornare a Roma sua<br />

sede nell'aprile i85o, accompagnato a'6<br />

dal re delle due Sicilie sino all'Epitaffio.,<br />

teimine del regno e degli stati <strong>di</strong> s. Chiesa.<br />

11 Papa ivi venne incontrato da mg/ Be-<br />

rar<strong>di</strong> commissario straor<strong>di</strong>uariodelle due<br />

VEL 69<br />

provinole <strong>di</strong> Marittima e Campagna , in-<br />

sieme alla deputazione de'consiglieri pro-<br />

vinciali della legazione <strong>di</strong> Velletri, felici-<br />

tandolo e tributandogli l'omaggio d'in-<br />

alterabile fedeltà delle due provincie, av-<br />

venturose e liete per aver la sorte d' es-<br />

ser le prime a riceverlo, il che meglio no-<br />

tai nel voi. LXXIV, p. 200. Ed eccomi a<br />

procedere col coramend/ Barluzzi nella<br />

Relazione slorica del viaggio, e con<br />

quanto altro ne pubblicarono il Giorna-<br />

le <strong>di</strong> Roma, e l' Osservatore Romano ne-<br />

gli articoli <strong>di</strong>visi in 9 giornate e intitolati;<br />

Viaggio del Sommo Pontefice daNa~<br />

poli a Roma; però tacendo quanto già<br />

pubblicai a'Ioro luoghi e quanto dovrò <strong>di</strong>-<br />

re <strong>di</strong> altri in quest'articolo, come praticai<br />

<strong>di</strong> sopra pel viaggio <strong>di</strong>Gregorio XVI. Ter-<br />

racini! per la r /ebbe la consolazione d'ac-<br />

cogliere il suo sovrano e padre, e lo fe-<br />

ce con quelle solenni <strong>di</strong>mostrazioni, che<br />

celebrai nel suo articolo. Siccome erano<br />

state sciolte tutte le autorità municipali,<br />

e nominate provvisoriamente commissio-<br />

ni municipali con un presidente per ca-<br />

po d'ognuna, ciò avverto per dovere nominare<br />

le unee gli altri delle comuni delle<br />

provincie <strong>di</strong> Marittima e Campagna.<br />

Tra le deputazioni ricevute dal Papa in<br />

Terracina, conviene qui ripetere la com-<br />

missione provvisoria municipale col go-<br />

vernatore della città, la deputazione della<br />

provincia <strong>di</strong> Frosinone condotta da<br />

mg/ Ba<strong>di</strong>a delegato della provincia medesima,<br />

quella del capitolo <strong>di</strong> Ferentino<br />

con mg/ vescovo Tirabassi (<strong>di</strong> cui riparlai<br />

nel vol.LXXVIU,p.22Q e 3a3),quella del<br />

clero <strong>di</strong> Veroli col proprio mg/ vescovo<br />

Venturi similmente, e molte altre d'al-<br />

tre parti che troppo lungo sarebbe il no-<br />

minare, L' 8 aprile Sua Santità partissi<br />

col suo corteggio da Terracina, precedu-<br />

ta dal principe Massimo soprintendente<br />

generale delle poste pontificie , scortati!<br />

da un plotone d'ussari napoletani, ed accompagnata<br />

da' car<strong>di</strong>nali Asquini, Du<br />

Pont e Antonelli, non che dal conte Lu-<br />

do! f' ministro plenipotenziario del re Fer-


7 o V E L<br />

<strong>di</strong>ttatalo II presso Ja s. Sede. Terracina è<br />

lungi 63 miglia Ja Roma, laonde passando<br />

il Papa per le Palu<strong>di</strong> Pontine e via Ap-<br />

pia, Velletri, Genzano, la Riccia e Alba-<br />

no poteva essere in Roma nel giorno stes-<br />

so. Ma benignamente volle prima <strong>di</strong> ri-<br />

tornare alla sua capitale e sede, allieta-<br />

re ili sua presenza anche la provincia <strong>di</strong><br />

Campagna, e venir quin<strong>di</strong> a Velletri per<br />

altra parte rientrando nella via Appia; e<br />

ciò perchè quella provincia presa com-<br />

plessivamente ne' passali sconvolgimen-<br />

ti, come sempre, erasi mostrata la più fe-<br />

dele al governo legittimo della s. Sede.<br />

Giunto il treno vicino a Ponte Maggiore,<br />

lasciala la via Appia, prese a sinistra la<br />

provinciale, la quale entrando nella ca-<br />

tena de'monti Lepini, e serpeggiando pel-<br />

le sinuosità dell' anguste loro valli, va a<br />

terminare nell'aperta vallala <strong>di</strong> Prosino-<br />

ne. Riferisce la Relazione." Al lernpoche<br />

que'monti erano abitati da' Volsci e da-<br />

gli Equi (ne riparlai a Subiaco), tanto<br />

dalla parte che guarda tramontana e a<br />

ponente l'agro Pontino ed il mare, quan-<br />

to nell'interno a levante ed a mezzogiorno,<br />

ebbero la loro fama e Core, e Pome-<br />

zia o Sezia con le sue ?.3 città, e Segni e<br />

Piperno, co'fiumicclli Ufente ed Auiase-<br />

uo, ricordate ne'primi secoli della storia<br />

romana , e celebrate altresì ne' versi <strong>di</strong><br />

Virgilio, d'Orazio e d,i Silio Italico. Og-<br />

gi sono dello slato pontificio una delle<br />

parli meno popolate. Pur tuttavia per<br />

quelle valli e le pen<strong>di</strong>ci per cui passa la<br />

della strada sono alcune città e castella:<br />

Piperno, Maenza, Sonnino,Patrica,Pros-<br />

se<strong>di</strong>, s. Stefano, Giuliano, Morolo, Valle-<br />

corsa, Ceccano ec". Poco prima <strong>di</strong> giun-<br />

gere a Piperno è l'antica abbazia <strong>di</strong> Fos-<br />

sanuova,la cui origine risole al secolo XI,<br />

già de'monaci cistcrciensi e ricca, la qua-<br />

le <strong>di</strong>e alla Chiesa ne'secoli XII e XI 11 ce-<br />

lebri abbati, vescovi e car<strong>di</strong>nali: ora non<br />

le rimane che il nome e gli avanzi de'<br />

suoi magnifici tempio e chiostro <strong>di</strong> gu-<br />

sto gotico, famosa anche per la morie <strong>di</strong><br />

s. Tommaso d'Aquino. Bramando il Fa-<br />

VEL<br />

pa <strong>di</strong> visitare si illustri memorie , ed es-<br />

sendo fuori <strong>di</strong> strada, il proprietario <strong>di</strong> es-<br />

se e del latifondo Luigi Polverosi fece tro-<br />

var pronte all'uopo carrozze e carrettel-<br />

le, e vi si condusse, inchinato per la via<br />

dal clero <strong>di</strong> Sormino (terra non lontana<br />

sulla montagna), che ammise al bacio del<br />

piede. Nel ritorno onorò <strong>di</strong> sua presenza<br />

Piperno, tra gli Evviva il Papa, Viva<br />

il Santo Padre, Santo Padre la bene-<br />

<strong>di</strong>zione. Osserva il commend/ Barluzzi,<br />

che faceva parte del corteggio. » E qui<br />

valga il <strong>di</strong>rlo una volta per sempre: do-<br />

vunque, sia nel regno <strong>di</strong> Napoli, sia nello<br />

stato.legrida popolarla lui <strong>di</strong>rette non sono<br />

stale mai altre che queste, come le più<br />

<strong>di</strong>cevoli al Vicario <strong>di</strong> Gesù Cristo". Da<br />

Piperno dopo 6 miglia, il Papa giunse a<br />

Prosse<strong>di</strong>,situala similmentesulla via prin-<br />

cipale, ed atlraversolla senza farvi <strong>di</strong>mo-<br />

ra, tra' più clamorosi e festevoli evviva.<br />

Dopo Prosse<strong>di</strong> non entrò in alcun altro<br />

paese. Ma al <strong>di</strong> qua cai <strong>di</strong> là <strong>di</strong> Prosse-<br />

<strong>di</strong> convenne sostare 1 4 volte per via, poi-<br />

ché trovaronsi a vari intervalli i4 archi<br />

trionfali, eretti da altrettanti municipii;<br />

i quali comechè fuori <strong>di</strong> strada,e non potendo<br />

perciò accogliere nelle loro mura<br />

l'augusto Viaggiatore, erano <strong>di</strong>scesi tulli<br />

'confini de'territorii rispettivi sulla stra-<br />

da per la quale dovea passare, e vi avea-<br />

no innalzato ciascuno archi con <strong>di</strong>verse<br />

forme, e colle iscrizioni italiane o latine,<br />

riportate con or<strong>di</strong>ne progressivo al fine<br />

della Relazione. Presso i quali archi al<br />

giungere del Santo Padre , i rappresen-<br />

tanti <strong>di</strong> ciascun municipio si stavano ge-<br />

nuflessi, e intorno in tale atteggiamento<br />

ossequiosi e giulivi erano i popolante se-<br />

condo il costume lodevole del paese nel-<br />

le ceremonie religiose/la una parte ledon-<br />

ne e dall' altra gli uomini, tutti con ra-<br />

moscelli d'olivo in mani, e chiedenti ad<br />

alta voce la bene<strong>di</strong>zione. E il Papa in tut-<br />

te lei 4 stazioni fermandosi, graziosamen-<br />

te la compartiva. Benché espressamente<br />

non nominati dalla Relazione, trovo ben-<br />

sì nella collezioue dell'iscrizioni, a secon-


V E L<br />

da dell'avvertito, quelle ancora <strong>di</strong> Maen-<br />

ta, Sonnino, Fallica, s. Stefano, Giulia-<br />

no, Morolo; le due degli uniti Vallecor-<br />

rj, s. Lorenzo e Castro; quelle <strong>di</strong> Rocca-<br />

corga ,<br />

Roccasecca, Supino, Ceccano ec.<br />

Nel Giornale dì Roma, tra' luoghi non<br />

ricordati espi essamente dalla Relazione,<br />

si pubblicarono articoli celebranti l'av-<br />

venimento, ovvero se ne parla; cioè a p.<br />

3a3 <strong>di</strong> Prosse<strong>di</strong> si <strong>di</strong>ce, che nella chiesa<br />

il Papa vi ricevè la bene<strong>di</strong>zione col San-<br />

tissimo. A p. 362 Roccasecca <strong>di</strong>chiarò d'a-<br />

ver innalzato un sontuoso arco d'alloro<br />

e <strong>di</strong> paline, e che il Pontefice molle <strong>di</strong><br />

pianto benedì con affezioue <strong>di</strong> cuore il cle-<br />

ro, la magistratura e la popolazione. A p.<br />

370 è detto che il governo <strong>di</strong> Vallecorsa,<br />

coMue comuni <strong>di</strong> s. Lorenzo e Castro, si<br />

unirono in consorzio, e sebbene <strong>di</strong>stacca-<br />

ti e segregati dalla via provinciale, al <strong>di</strong><br />

là <strong>di</strong> Prosse<strong>di</strong> ove sbocca la strada rota-<br />

bile <strong>di</strong> s. Lorenzo nella provinciale, i 3<br />

cleri colle loro ecclesiastiche <strong>di</strong>vise furo-<br />

no presentati al Papa da mg/ vescovo <strong>di</strong><br />

Ferentino, ed il ministero governativo e<br />

le 3 commissioni municipali furono pre-<br />

sentate al medesimo da mg.' Ba<strong>di</strong>a, ivi<br />

appositamente erasi innalzato un trofeo<br />

rappresentante la Religione,<strong>di</strong> delicato la-<br />

voro, con l'iscrizione italiana ivi riportata,<br />

insieme alla latina scolpita in marmo<br />

a memoria eterna dell'avvenimento; e che<br />

il Papa gra<strong>di</strong>te siffatte <strong>di</strong>mostrazioni, am-<br />

mise al bacio del piede i funzionari e tan-<br />

ti altri , soccorrendo la classe in<strong>di</strong>gente<br />

splen<strong>di</strong>damente. Nella Relazione poi leggo,<br />

che nell'arco erano le statue della Religione<br />

e della Fortezza , nel basamento<br />

delle quali erano due epigrafi che ripro-<br />

dusse. A p. 396 del Giornale vi è l'arti-<br />

colo <strong>di</strong> CepranOjChesi onora d'averacon-<br />

cttta<strong>di</strong>no mg. r<br />

Giuseppe de'inarchesi Fer-<br />

rari Tesoriere generale (^.), e ne ripar-<br />

lai nel voi. LXXX, p. 199. Ivi si <strong>di</strong>ce,che<br />

ne'passali sconvolgimenti e ne' giorni <strong>di</strong><br />

confusione fu abbastanza risoluta per im-<br />

porre all'autorità e truppa de'faziosi, u-<br />

prire le porte <strong>di</strong> quel poute, <strong>di</strong>sollerruie<br />

V EL 7 i<br />

le mine, togliere le barricate, ed ogni al-<br />

tro impe<strong>di</strong>mento ostile per accogliere nel<br />

dì seguente amiche, e fra gli evviva, le<br />

truppe napoletane; il che gli riportò la<br />

sovrana approvazione esternata dall' ottimo<br />

mg.' Ba<strong>di</strong>a. Ne' giorni <strong>di</strong> pace eoa<br />

in<strong>di</strong>cibile entusiasmo solennizzò il glo-<br />

rioso e felice ingresso del Papa ne' suoi<br />

dominii, con quelle pubbliche festive <strong>di</strong>-<br />

mostrazioni ivi narrate, <strong>di</strong> che furono<br />

spettatori ed encomiatori i car<strong>di</strong>nali Mal-<br />

ici e Cagiano. Inoltre si descrivono i fe-<br />

steggiamenti <strong>di</strong> Sgurgola nel passaggio<br />

del Papa, 1' arco trionfale innalzato con<br />

due iscrizioni pubblicate, non che il trono<br />

eretto pel medesimo e la benigna ac-<br />

coglienza fatta ai clero, al magistrato e al<br />

popolo, presentali da mg. r<br />

Ba<strong>di</strong>a. Per ce-<br />

lebrare l'awenimeuto, i più facoltosi <strong>di</strong>-<br />

spensarono vino e pane a' poveri, i quali<br />

furono pure soccorsi dalla munificenza<br />

pontificia. Mi piace inoltre rimarcare, che<br />

la città vescovile <strong>di</strong> Veroli , situata fuori<br />

<strong>di</strong> via, in quella per andare ad Alatri, e-<br />

resse un arco trionfale con 4 iscrizioni,<br />

<strong>di</strong>chiaranti la sua esultanza e fedeltà, ed<br />

esternando il voto <strong>di</strong> potere accogliere il<br />

Pontefice fra le sue mura , felicitandolo<br />

il clero , il patriziato e il popolo. Faccio<br />

ritorno alla descrizione del viaggio. Era-<br />

no circa le 4 pomeri<strong>di</strong>ane, allorché lasciato<br />

a destra Morolo, a sinistra Cecca-<br />

nò, uscendoda'monti Lepini,il Santo Padre<br />

col suo corteggio, sempre accompa-<br />

gnato da'3 sullodati car<strong>di</strong>nali, entrò nel<br />

territorio <strong>di</strong> Frosiuone, ossequiato da una<br />

deputazione del municipio. Avvicinando-<br />

si il treno alla città, la moltitu<strong>di</strong>ne dal-<br />

l'alto del monte, a guisa d'anfiteatro, ov'è<br />

situataFrosinone capo della provincia (os-<br />

serva il commeud.' Barluzzi, che le città,<br />

e castella della medesima, conservando<br />

la situazione <strong>di</strong> loro origine antichissima,<br />

o de' primi tempi <strong>di</strong> Roma o anteriore,<br />

sono quasi tutte sui monti), cominciò ad<br />

agitare i fazzoletti, i cappelli e de' rami<br />

d'ulivo, ed a levare da tutte parti un gri-<br />

do <strong>di</strong> Viva il Santo Padre j che misto


7<br />

a VEL<br />

a! suono delle campane e delle bande as-<br />

sordava l'aere. Al primo ingresso nella<br />

ci I là , sotto un grande arco costruito ivi<br />

appositamente a foggia <strong>di</strong> tempio, la ma-<br />

gistratura municipale gli esibì le chiavi<br />

della ciltà in segno <strong>di</strong> dominio, con pa-<br />

role convenienti. Il tenente colonnello Vi-<br />

glia comandante il 6/ battaglione de'cac-<br />

ciatori napoletani, in nome <strong>di</strong> tutta l'ar-<br />

mata, rappresentata dal battaglione stes-<br />

so, <strong>di</strong>resse al Papa parole d'omaggio e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>vozione. Come in Terracina la strada<br />

era abbellita da file d'arboscelli, così qui<br />

<strong>di</strong> colonne <strong>di</strong> legno in forma <strong>di</strong> candela-<br />

bii vestite <strong>di</strong> fronde <strong>di</strong> bosso e fiori, con<br />

simili festoni pendenti lateralmente era<br />

adorna la via; e le finestie lo erano da<br />

damaschi e drappi a vario colore; l'ima<br />

e 1' altre stipate <strong>di</strong> popolo, accorso pure<br />

in gran numero da'luoghi circostanti. I<br />

due prospetti dell' arco aveano ciascuno<br />

la loro iscrizione; narrando poi il Gior-<br />

nale <strong>di</strong> Roma del 1 85o a p. 354, con ar *<br />

ticolo <strong>di</strong> Frosinone nel descrivere in dettaglio<br />

come festeggiò la venuta del Papa<br />

Pio IX, <strong>di</strong>ce che dov'era 1' arco sarà col-<br />

locala come un monumento stabile l'i-<br />

scrizione allora fatta e dal medesimo pub-<br />

blicata (il monumento poi eretto è la va-<br />

sta caserma de'gendarmi, <strong>di</strong>etro il palazzo<br />

delegatizio, nella forma quasi come<br />

quella <strong>di</strong> Roma, collo stemma pontificio<br />

e 1' iscrizione: si costruì con un fondo <strong>di</strong>-<br />

sponibile, e con approvazione del Pa-<br />

pa), insieme all'altra iscrizione che pu-<br />

re in esso si legge , e questa da porsi<br />

sopra l'ingresso della residenza munici-<br />

pale dal municipio, per riconoscenza al-<br />

l'impegno dell'ottimo delegato mg/ Ba-<br />

<strong>di</strong>a nel coa<strong>di</strong>uvare gli ardenti desideri!<br />

de'fi usinati presso Sua Santità, onde ot-<br />

tenere un così segnalato beneficio. Oltre<br />

l'arco eravi un obelisco eretto sulla piaz-<br />

za del palazzo apostolico , avente ezian-<br />

<strong>di</strong>o la sua iscrizione. Un' altra leggevasi<br />

nella caserma de' veliti pontificii, che stavano<br />

<strong>di</strong> presi<strong>di</strong>o in Frosinone, quelli che<br />

duFrusiuoiie e da'paesi limitrofi, nel teru-<br />

VE L<br />

pò della ribellione fedeli al proprio sovrano,<br />

si recarono dal Papa a Pontecor-<br />

vo, a Benevento e in Gaeta; e questo stes-<br />

so <strong>di</strong>ceva la scritta con brevi ed elegan-<br />

ti parole. Il battaglione napoletano avea<br />

posto a modo <strong>di</strong> trofeo le insegne <strong>di</strong><br />

Pio IX e <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando II, con in mez-<br />

zo ciascuna la propria epigrafe. E finalmente<br />

ve n' era una sulla porta del pa-<br />

lazzo apostolico, per contestare la grati-<br />

tu<strong>di</strong>ne de' fiosinonesi verso mg. r<br />

delega-<br />

to, perchè molto si adoperò in prepararlo<br />

degno del So vrano Pontefice. Nella chiesa<br />

principale <strong>di</strong> s. Maria Assunta il Papa<br />

vi si recò sotto baldacchino magnifico, le<br />

cui aste sostenevano i membri della com-<br />

missione municipale, accompagnato dal-<br />

l'or<strong>di</strong>nario mg/ Venturi zelantissimo vescovo<br />

<strong>di</strong> Veroli col suo clero; il tempio<br />

era vagamente addobbato, e colle espo-<br />

ste immagini de'ss.OrmisdaeSilverio Pa-<br />

pi, particolari protettori e concitta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

Frosinone. Prima <strong>di</strong> ricevere la bene<strong>di</strong>-<br />

zione da mg/ Ricci vescovo <strong>di</strong> Segna,<br />

col ss. Sacramento esposto, dopo aver<br />

questo venerato,Pio I X con eloquente, te-<br />

nera e maestosa allocuzione riepilogò in<br />

brevi parole le trascorse vicende, le cala-<br />

mità eccitate dal nemico dell'uman ge-<br />

nere, cessate per volere <strong>di</strong>vino, esortando<br />

l'immensa popolazione a porger calde<br />

preghiere all'Altissimo pel ravve<strong>di</strong>mento<br />

de'traviati, e per la pace della Chiesa u-<br />

ni versale. Dichiara il commend/ Barluz-<br />

zi. » In questi <strong>di</strong>scorsi estemporanei del-<br />

l'immortale* Pio IX, sia ch'Egli parli come<br />

Pontefice, sia come Sovrano, è sta-<br />

ta sempre tale una facilità e <strong>di</strong>gnità,<br />

congiunte a tanto <strong>di</strong> dolcezza, da <strong>di</strong>sgra-<br />

darne gli oratori più rinomati". Uscendo<br />

dalla chiesa, nel progre<strong>di</strong>re al palaz-<br />

zo apostolico a pie<strong>di</strong>, andavagli innan-<br />

zi un drappelletto <strong>di</strong> fanciulli vestiti al-<br />

l' angelica, ed appartenenti alle prima-<br />

rie famiglie, spargendo fiori sul suo pas-<br />

saggio, rallegrato dalle voci <strong>di</strong> gioia e dal-<br />

le più animate acclamazioni dell'immen-<br />

so popolo. Il Papa era accompagnato, ol-


VE L<br />

tre da' 3 car<strong>di</strong>noli, anche dal car<strong>di</strong>nal<br />

Vizzardelli prefetto della congregazione<br />

degli stu<strong>di</strong>, della città (tale <strong>di</strong>chiarata da<br />

Gregorio XVI) <strong>di</strong> Monte s. Giovanni,<br />

venuto nel dì innanzi da Roma per far-<br />

gli onore, avendolo preceduto nel ritorno<br />

da Portici, dove come in Gaeta avea aiu-<br />

tato il Santo Padre nelle fatiche ecclesia-<br />

stiche. Giunto nel palazzo apostolico, il<br />

Papa comparve sulla gran loggia a com-<br />

partire la pontificale bene<strong>di</strong>zione, che si<br />

<strong>di</strong>ffuse sui cuori lutti ardenti per spi-<br />

rilo <strong>di</strong> religione, ed esultanti per l'augu-<br />

sta presenza del Vicario <strong>di</strong> Cristo. Degnos-<br />

si quin<strong>di</strong> d'ammettere al bacio del piede<br />

il clero secolare e regolare.il corpo muni-<br />

cipale, l'autorità giu<strong>di</strong>ziarie, amministra-<br />

tive e militari, varie civiche deputazioni;<br />

i più <strong>di</strong>stinti frusinati, i singoli uflìziali<br />

della benemerita guarnigione napoleta-<br />

na che eseguiva il servizio della piazza, ed<br />

il marchese De Gustine francese, noto pel<br />

suo attaccamento a'principii d'or<strong>di</strong>ne re-<br />

ligioso e politico, e chiaro per le sue ope-<br />

re letterarie. 'Ammesso inoltre il consi-<br />

glio provinciale a particolare u<strong>di</strong>enza, d<br />

Papa ricevè dal medesimo in attestalo<br />

<strong>di</strong> perpetua straor<strong>di</strong>naria rimembran-<br />

za e gratitu<strong>di</strong>ne della provincia, l' of-<br />

ferta delle medaglie in oro, in argento e<br />

in bronzo d'apposito conio, ritraenti nel<br />

<strong>di</strong>ritto la pontificia effigie, e nel rovescio<br />

l'epigrafe; Quem - SedeRomana - Impie<br />

Exturbatimi - Provincia Campaniae<br />

Ingemebat - Foedere Catholico Redaclimi<br />

- ExultabundaGratatur - mdcccc.<br />

Viene riportata anche dal n. 82 del Gior-<br />

nale <strong>di</strong> Roma; il quale narra ancora la<br />

presentazione del consueto tributo de'<br />

pani fatta al Papa, da mg. r<br />

Trucchi ve-<br />

scovo d'AnagnijCon una deputazione del<br />

capitolo. Apprendo poi dall' Osservatore<br />

Romano n. 48, che le commissioni pro-<br />

vinciali della provincia <strong>di</strong> Campagna col<br />

car<strong>di</strong>nal legalo <strong>di</strong> Marittima e Campagna<br />

inviarono una lettera al presidente della<br />

repubblica francese con tre esemplari<br />

della descritta medaglia, in oro, in ar-<br />

VEL 73<br />

genio e io bronzo. Sull'imbrunir della<br />

sera l'abitazioni tutte della città vagamente<br />

s'illumiuarono.Gli archi <strong>di</strong> verdu-<br />

ra e <strong>di</strong> fiori del giorno si adornarono nel-<br />

la sera <strong>di</strong> faci risplendenti e <strong>di</strong> variato co-<br />

lore, terminati con bella piramide egizia,<br />

che dava colla sua trasparente luce risal-<br />

to all'illuminazione, resa più. piacevole<br />

da due trofei militari elevati <strong>di</strong>rimpetto<br />

al palazzo dalla truppa napoletana. Le<br />

campagne tutte erano sfolgoranti d'innu-<br />

merevoli fuochi.e le montagne checircondano<br />

da lungi Frosinone rassomigliavano<br />

co' gran<strong>di</strong>osi e quasi simmetrici incen-<br />

<strong>di</strong> alle maestose eruzioni de'vulcani. Fini<br />

la festa serale in un bel fuoco d'artificio.<br />

Nella mattina seguente 9 aprile, il Papa<br />

Pio IX cogli encomiati car<strong>di</strong>nali Asqui-<br />

ni, Vizzardelli e Antonelli (poiché il car-<br />

<strong>di</strong>nal Du Pont per la gotta era rimasto<br />

a Frosinone), e cogli altri del suo segui-<br />

to si portò in Alatri, che sebbene vici-<br />

nissima all'infausta Vico (sic), patria <strong>di</strong><br />

Pietro Sterbini ! fu nelle passate vicende<br />

Sopra le altre città dello stato pontificio<br />

la più fedele e affezionata al Pontefice<br />

(non si vuol defraudare della stessa lode<br />

la città pur vescovile <strong>di</strong> Norcia in su gli<br />

Apennini, che può gareggiare <strong>di</strong> vanto<br />

con Alatri; ne altre città che seguirono<br />

l'esempio d'Alatri e Norcia, nel mostrarsi<br />

avverse, (piale con più, quale con me-<br />

no coraggio, all' usurpazionede' ribelli).<br />

Quivi non parlari o scritti se<strong>di</strong>ziosi, non<br />

persecuzioni o ingiurie contro il clero,<br />

non unioni popolari, non voti per la co-<br />

stituente, non proclamazioni per la se<strong>di</strong>-<br />

cente repubblica romana ; ma preci in-<br />

nalzate pubblicamente a Dio dopo i gior-<br />

ni sanguinosi de' i 5 e 1 6 novembre 1 848,<br />

e dopo quello della partenza del sommo<br />

Pontefice da Roma partili da Alatri ; per<br />

andare a gittarsi a' suoi pie<strong>di</strong> a Gaeta<br />

fin da' primi <strong>di</strong> gennaio 1849 il vescovo<br />

mg. r<br />

Giampe<strong>di</strong> e il gonfaloniere Filippo<br />

Jacovacci; conservati a' posti dov'erano<br />

gli stemmi pontificii; ornato <strong>di</strong> ghirlande<br />

e <strong>di</strong> fiori il monitorio della scomunica,


7 4<br />

V E L<br />

ed accesevi davanti le candele sulla pub-<br />

blica via; messa per tali fatti la città a<br />

pericolo <strong>di</strong> saccheggio due volte, la l,"<br />

dalle bande <strong>di</strong> Masi, la 2. a<br />

da quelle <strong>di</strong><br />

Garibal<strong>di</strong>. Fu questa la condotta <strong>di</strong> A-<br />

latri nelle passate lagrimevoli vicende. Il<br />

Santo Padre volle darle per questo un<br />

argomento palese del suo sovrano gra<strong>di</strong>mento<br />

e della sua benevolenza; recan-<br />

dovisi <strong>di</strong> persona, prima <strong>di</strong> tornare in<br />

Roma, sebbene A latri sia situata buon<br />

tratto fuori <strong>di</strong> strada. » Chi può ri<strong>di</strong>re<br />

la esultanza degli alatimi quando vide-<br />

ro entrare nella loro città e incedere<br />

maestoso e benigno per la via che con-<br />

duce alla cattedrale l'adorato Pontefice<br />

Pio IX, per cui aveano fatto sì fervi<strong>di</strong><br />

voti, sostenutosi dure prove? Le vie<br />

giuncate<strong>di</strong> fronde e<strong>di</strong> fiori: adorne <strong>di</strong> a-<br />

i azzi le finestre e le pareti : <strong>di</strong> tratto in<br />

tratto archi vestiti <strong>di</strong> verdure con iscrizioni.<br />

Lo che invero, poco più, poco me-<br />

no, si era veduto anche negli altri paesi.<br />

Ma quello che negli altri paesi non si era<br />

vernilo, furono de'busti ingesso del Pori»<br />

tefìce qua e là sulle finestre o sulle porle<br />

delle case coronati <strong>di</strong> fiori, contornati <strong>di</strong><br />

lampade e <strong>di</strong> cerei; e in alcuni luoghi al-<br />

tresì turiboli d'incenso e <strong>di</strong> altri odori. Sul-<br />

le fi nest re poi o sul le porte <strong>di</strong> altre case erano<br />

iscrizioni, fatte dagli abitanti <strong>di</strong> essi in<br />

lingua volgare,anzi nel vernacolo proprio<br />

tli que'paesi ; quali iscrizioni era assai pia-<br />

cevole il leggere per la semplicità de'con-<br />

cetti, e per la spontaneità dell'espressioni<br />

avvegnaché con i<strong>di</strong>otismi e solecismi, così<br />

naturali com'erano usciti dalla mente e<br />

dal cuore <strong>di</strong> que'buoni uomini, senz'arte,<br />

senza stu<strong>di</strong>o; ma nella loro semplicità e<br />

rozzezza più eloquenti che se fossero sla-<br />

te inforniate ed espolite da lima <strong>di</strong> reto-<br />

re e <strong>di</strong> grammatico. Così gli ala trini,<br />

mentre intendevano a festeggiare il ritorno<br />

dell'adorato Pontefice, e a dargli no-<br />

velli argomenti <strong>di</strong> loro fedele soggezione<br />

ed alletto, più e più meritavano del suo".<br />

] particolari della gita in Alatri del Papa<br />

Pio IX si pouno leggere ocH'arlicolo ivi<br />

V1ÌL<br />

scritto e pubblicato nel Giornale dì Roma<br />

a p. 370, in uno alle iscrizioni fatte<br />

per la lieta circostanza. Ne ricaverò un<br />

estratto. All'entrare del territorio, i con-<br />

ta<strong>di</strong>ni lo festeggiarono con rami <strong>di</strong> uli-<br />

vi nelle mani e con evviva fino alla cit-<br />

tà. Nel casino <strong>di</strong> villeggiatura degli sco-<br />

lopi era vi un arco <strong>di</strong> verzura, sul quale<br />

era un'iscrizione del p. Pietro Taggiasco<br />

professore d'eloquenza <strong>di</strong> quel collegio.<br />

Allei?, meri<strong>di</strong>ane giunse Pio IX nella cit-<br />

tà, e sotto magnifico arco trionfale, deco-<br />

rato con iscrizione dell'encomiato scolopo,<br />

fu ricevuto dall'egregio vescovo mg/<br />

Giampe<strong>di</strong> alla testa del clero secolaree re-<br />

golare, a cui erasi unita la monastica fa«<br />

miglia certosina <strong>di</strong> Trisulli; nonché dalla<br />

commissione municipale, il <strong>di</strong> cui pre-<br />

sidente F<strong>di</strong>ppoJacovacci presentò le chiavi<br />

al Santo Padre, e fu lieto d'aver con<br />

lui colloquio sull'indole de' citta<strong>di</strong>ni. Al<br />

nome <strong>di</strong> tal commissione il membro <strong>di</strong><br />

essa can. d. Luigi Francesco Pmssi reci-<br />

tò un'iscrizione, a cui il Papa rispose.<br />

»» Questoè il vero e più adatto elogio che<br />

si possa fare al Papa in una città religio-<br />

sa e fedele ". Disceso il Santo Padre dal-<br />

la carrozza, percorse a pie<strong>di</strong> la lunga<br />

strada fino alla cattedrale, preceduto da<br />

tutto il clero processiona finente, ed accompagnato<br />

da' car<strong>di</strong>nali, da mg/ Be-<br />

rar<strong>di</strong> commissario pontificio <strong>di</strong> Marittima<br />

e Campagna, e da mg. r<br />

Ba<strong>di</strong>a delegato<br />

apostolico <strong>di</strong> Frosinone. Non si può<br />

esprimere l'entusiasmo in<strong>di</strong>cibile dell'immensa<br />

moltitu<strong>di</strong>ne, che dalle finestre, da'<br />

terrazzi e balconi costruiti a bella posta,<br />

e lungo le strade applau<strong>di</strong>va al tanto so-<br />

spirato ritorno del Sovrano Pontefice, ed<br />

esprimeva con religiosa lealtà i voti <strong>di</strong><br />

sua felicitazione. In fronte della catte-<br />

drale eravi l'iscrizione del can. d. Paci-<br />

fico Latini professore d'eloquenza del seminario.<br />

Dopo il canto dell'antifona Tu<br />

es Petrus, il Papa adorò il ss. Sagraraento<br />

e con esso fu benedetto dal car<strong>di</strong>nal Viz-<br />

zardelli; in<strong>di</strong> orò avanti la statua d'ar-<br />

gento del patrono s. Sisto I, scoperta do-


V E L<br />

no riposto la ss. Eucaristin. Avendo il<br />

l'api appreso dal vescovo che la catte-<br />

drale non godeva la prerogativa e privi-<br />

legi <strong>di</strong> basilica, si degnò <strong>di</strong>chiararla basilica<br />

<strong>di</strong> quel grado ed or<strong>di</strong>ne che gode<br />

la basilica <strong>di</strong> s. Maria in Trastevere in<br />

Roma (<strong>di</strong> cui era stato canonico esso ve-<br />

scovo), la quale segnala tissi ma grazia fu<br />

immantinente pubblicata coli' iscrizione<br />

dell'encomiato can. Rossi. Asceso il Papa<br />

sulla loggia della cattedrale, ivi compartì<br />

l' apostolica bene<strong>di</strong>zione all'immenso po-<br />

polo, che ricopriva la vastissima piazza<br />

dell'Acropoli, il quale dopo quelle <strong>di</strong>vi-<br />

ne parole, reiterò gli evviva, che assordarono<br />

l'aere. Passò quin<strong>di</strong> al contigno<br />

episcopio, ove nella sala del trono ammise<br />

al bacio del piede il capitolo della me-<br />

desima cattedrale, quello della collegia-<br />

ta, la commissione municipale alatrina,<br />

e quella <strong>di</strong> Guarcino concorsa anch'esca<br />

n tributare i suoi omaggi <strong>di</strong> <strong>di</strong>vozione e<br />

fedeltà, e finalmente i primari citta<strong>di</strong>ni,<br />

<strong>di</strong>spensando a ciascuna classe parole <strong>di</strong><br />

benignità ; e conferì al presidente Jaco-<br />

vacci il nobile titolo <strong>di</strong> cavaliere dell'or-<br />

<strong>di</strong>ne Piano <strong>di</strong> a." classe, volendo così u-<br />

sare considerazione a'meriti <strong>di</strong> lui, e rimunerare<br />

<strong>di</strong>stintamente la fedele costan-<br />

za della città. Partito dall'episcopio, il<br />

Papa si fermò innanzi al collegio Calasan-<br />

zio, sulla cui facciata era altra iscrizione<br />

del p. Taggiasco, e sulla porta ammise<br />

graziosamente al bacio del piede i pp.<br />

scolopi, ed i convittori che infiammò alla<br />

virtù e allo stu<strong>di</strong>o delle lettere. In<strong>di</strong> si re-<br />

cò al monastero della ss. Annunziata, ricevendo<br />

al bacio del piede le monache,<br />

ed anche le religiose figlie della Carità<br />

ivi appositamente convenute, avendo ri-<br />

colmato le figlie <strong>di</strong> s. Benedetto <strong>di</strong> spiri-<br />

tuali favori. Consolato così ogni ceto <strong>di</strong><br />

persone, sempre applau<strong>di</strong>to, benedetto e<br />

festeggiato, il Papa lasciò Alatri <strong>di</strong> per-<br />

sona, ma vi rimase col cuore, e nell'uscir<br />

della poita ricevè un altro attestato <strong>di</strong><br />

gratitu<strong>di</strong>ne espresso dall'iscrizione det-<br />

tata da d. Carlo Ferrazzoli. Altre parti-<br />

VE L<br />

7"<br />

colarilà le riferisce Y Osservatore Romano<br />

nel n. 47> <strong>di</strong>cendo Alatri 6 miglia da<br />

Frosinone e racchiudere una popolazio-<br />

ne d'intorno a t *x,ooo anime, e che occu-<br />

pa il luogo d' un'antica piazza forte de*<br />

volsci (o meglio ernici), la più importante<br />

fortezza <strong>di</strong> questi antichi popoli. Crede<br />

che sia stata necessariamente l'opera de*<br />

giganti per rompere quelle rupi, e sovr-<br />

imporre e collegare, senza veruni specie<br />

<strong>di</strong> cemento, gli uni sugli altri quella<br />

quantità pro<strong>di</strong>giosa d'enormi massi, ed<br />

in un'epoca che non si adoperava ne la<br />

polvere per le mine, né la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong>sponeva<br />

de'mezzi che oggi sono a nostra<br />

cognizione. Loda Alatri pel suo forte con-<br />

tegno col non volere riconoscere la re-<br />

pubblica romana, esempio forse unico<br />

nella storia delle rivoluzioni moderne,<br />

mantenendo immobilesempresulla cima<br />

del campanile la ban<strong>di</strong>era papale.»» Do-<br />

po molti tentativi infruttuosi <strong>di</strong> se<strong>di</strong>zio-<br />

ne e <strong>di</strong> guerra, Mazzini finì col risolvere<br />

<strong>di</strong> lasciare i citta<strong>di</strong>ni d' A latri nella loro<br />

libertà. S'intende quin<strong>di</strong> la gioia, l'entu-<br />

siasmo straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> que' bravi abi-<br />

tanti all'avvicinarsi del Santo Padre. Il<br />

trionfo era molto minore pel SommoPon-<br />

tefice che per loro stessi ; e quin<strong>di</strong> egli è<br />

impossibile <strong>di</strong> descrivere l'aspetto della<br />

città nel momento in cui Papa Pio IX<br />

traversò a pie<strong>di</strong> le sue lunghe e anguste<br />

strade". Nel tornare a Frosinone, il Pa-<br />

pa si fermò alquanto nella grangia <strong>di</strong>Ticchiena<br />

de' certosini <strong>di</strong> Trisulti, ammettendo<br />

al bacio del piede i monaci. Avvicinandosi<br />

a Frosinone fu incontrato con<br />

nuove <strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> giubilo dalla popolazione.<br />

Nella sera si ripetè la luminaria<br />

della città e della provincia, non me-<br />

no del fuoco artificiale; ammettendo benignamente<br />

il Papa al bacio del piede al-<br />

tri <strong>di</strong>stinti citta<strong>di</strong>ni e le signore del pae-<br />

se. La strada che mena da Frosinone a<br />

Roma è quella che viene dal regno <strong>di</strong><br />

Napoli per Ceprano, la <strong>di</strong>scorsa antica via<br />

Casilina, consolare come l'altra per Ter-<br />

racina,eche va a congiungersi alla Labi-


76 V E L V E L<br />

cana presso Valmontone. Per questa fu arcivescovo <strong>di</strong> Filippi, segretario della s.<br />

ripreso dal Papa il viaggio, partendo la congregazione de' vescovi e regolari), che<br />

mattina de' i o aprile da Prosinone. Dopo sta alquanto più remoto dalla via a'mou-<br />

9 miglia s'incontra I' ernica Ferentino,<br />

ma a destra della via in sul colle. Però i<br />

ti snb-Apennini, ed anch'esso con due<br />

iscrizioni, in una delle quali il popolo ben<br />

ferentiuati, invi<strong>di</strong>ando agli alatrini Tono- a ragione vanta vasi <strong>di</strong> non essersi lascia-<br />

re d'accogliere, sebbene per poche ore, il lo prendere alle minacce e alle lusinghe<br />

Sommo Pontefice fra le loro mura, ne a- de'ribelli. Un altro arco finalmente troveano<br />

fatto già pregare Sua Santità. Due vossi sulla via, ed era della città vescovi-<br />

deputazioni, l'ima <strong>ecclesiastica</strong> l'altra ci- le<strong>di</strong> Segni,con corrispondente iscrizione<br />

vile, stavano presso un arco trionfale ad dell'Orbo et populus Signinus. Gran<br />

aspettarne l'arrivo, con l'epigrafe che de- parte <strong>di</strong> quella popolazione unita a quel-<br />

corando il cornicione si legge nella Rela- la de' vicini castelli <strong>di</strong> Gavignano e <strong>di</strong><br />

zione. In questa è pure l'iscrizione posta Montellanico stavano anch' essi tuli' in-<br />

sulla porta d'ingresso della città, la qua- torno all'arco ad aspettare il Santo L'ale<br />

termina colle parole: Ferentinate.s <strong>di</strong>e che in passando li bene<strong>di</strong>sse. Quanto<br />

i del Giornale <strong>di</strong> Ro'<br />

Pontifici et Principi- Fel maxima in- ad Anagni,a p. 3j<br />

ter pcricula- ConstantiJide ad<strong>di</strong>clissi- ma fu pubblicalo un articolo sul festeg-<br />

gi/'. Giunto il Papa e fattagli la consueta giamento fatto al Papa nel transitare pel<br />

pileria delle chiavi della città, vi entrò e suo territorio. Si <strong>di</strong>ce il magnifico arco<br />

salito all'episcopio, ch'é nella sommità trionfale adorno <strong>di</strong> belle pitture, degli<br />

del colle sugli avanzi dell'antica rocca emblemi delle 4 potenze cattoliche che<br />

Ferentina, <strong>di</strong>ede dall'ulto del medesimo concorsero coli' armi alla restaurazione<br />

la bene<strong>di</strong>zione. Impiegò quin<strong>di</strong> circa tre del dominio temporale della s. Sede, del-<br />

pre nel visitare la cattedrale e il semina- lo stemma della città e d' iscrizioni ana-<br />

i io (e secondo il Giornale <strong>di</strong> Roma, an- loghe alla circostanza, e riferite nella /teche<br />

i due monasteri e il collegio de' gè- lazione in uno a quelle degli altri me-<br />

ntili), nell'ammettere al bacio del piede morati archi. Fu preparato ancora un eil<br />

capitolo, e le solile deputazioni e ab legante e ampio pa<strong>di</strong>glione con sotto un<br />

tri. Dopo <strong>di</strong> che il Santo Padre tra le ac- maestoso ti Orio, nella speranza che il<br />

coniazioni, ripassando per l'arco, partì. Santo Padre salilo su <strong>di</strong> esso si degnereb-<br />

Da Ferentino, proseguendo per la sol- he compartire la sua bene<strong>di</strong>zione. Presloposta<br />

pianura verso Valmontone, si la- so l'arco si trovarono ad attenderlo mg. r<br />

scia ad<strong>di</strong>etro a sinistra il comune <strong>di</strong>Sgur- Pietro Paolo Trucchi vescovo d'Anagni<br />

gola lontano sui monti Lepi<strong>di</strong>; i cui a- (poi a'a r <strong>di</strong>cembre 1807 traslato a For-<br />

bitane però avevano innalzato il suddet- h, succedendolo nello stesso giorno nella<br />

to arco a'eonfini del loro territorio pres- sede anagnina mg. r<br />

Clemente Pagliari<br />

so la via Casilina, ed erano convenuti ivi dell' arci<strong>di</strong>ocesi d' Urbino e preposto <strong>di</strong><br />

in gran numero per essere benedetti. Pq- quella metropolitana: nel medesimo<br />

p'ollre si lascia a destra sur una delle col- concistoro il predecessore vescovo <strong>di</strong><br />

line che fiancheggiano la strada Anagni, Forlì monsignor Falcinelli fu promos<<br />

la quale costruì un arco sulla via con due so ad arcivescovo d' Atene, e in<strong>di</strong> nun-<br />

lunghe iscrizioni per festeggiare il pas- zio nel Brasile), il capitolo della cat-<br />

saggio del Papa pel suo territorio. Un al- tedrale, i capitoli dflla collegiata del-<br />

iro arco dove si estende il proprio leni- la città stessa e d'alcuni paesi della <strong>di</strong>o-<br />

torio, avea innalzato anche Paliano (la cesi più vicini, i corpi religiosi, il semi-<br />

quale, come <strong>di</strong>ssi al suo articolo, si ono- nario <strong>di</strong>ocesano, tulli in abili <strong>di</strong> chiesa;<br />

la, del concit Lutino mg. r<br />

Andrea Bizzarri la commissione municipale, eia popola-


NEL<br />

rione d' ogni con<strong>di</strong>zione sì d'Anngni che<br />

de' luoghi circostanti. Giunto il Sommo<br />

Pontefice, venne accolto con istrepitosis-<br />

simi applausi e tra 1' alternativo suono<br />

delle bande musicali. Il Papa sceso dalla<br />

carrozza e accompagnato da' car<strong>di</strong>nali<br />

Asquini e A ntonelli salì sul trono, da dove<br />

subito compartì l'apostolica bene<strong>di</strong>zione<br />

all' affollata moltitu<strong>di</strong>ne con espansione<br />

<strong>di</strong> cuore tale che commosse tutti. Mg. r<br />

vescovo e il marchese Nicola Trajelto<br />

presidente municipale, interpreti de'sen-<br />

timenti <strong>di</strong> tutta la città, umiliarono al<br />

Santo Padre gli omaggi sinceri <strong>di</strong> <strong>di</strong>vo-<br />

zione e <strong>di</strong> fedeltà. Il Papa esternò la sua<br />

sod<strong>di</strong>sfazione, e gli ammise al bacio del<br />

piede, in uno a 'cleri secolare e regolare,<br />

alla commissione municipale, ed a molte<br />

altre persone. 1 cantori beneficiati della<br />

cattedrale cantarono l' antifona Tu es<br />

Petrus, le bande tornarono a suonare, e<br />

le prossime colline echeggiarono <strong>di</strong> ite-<br />

rati evviva. Altre <strong>di</strong>mostrazioni il popo-<br />

lo anagnino celebrò tornato nella città.<br />

Dipoi il sullodato anagnino d. Antonio<br />

Cipriani nel Supplemento al n. 68 del*<br />

X Osservatore Romano dello stesso 1 85o,<br />

pubblicò ad omaggio solenne della veri-<br />

tà, un eru<strong>di</strong>to articolo riguardante A Ma-<br />

gnesia per rettificare alcune nozioni con»<br />

tro la storica verità contenute nel n. 47<br />

del medesimo giornale, nel dar contezza<br />

delle feste e degli onori tributati da'po-<br />

poli al Papa ; sia specialmente per con-<br />

futare la supposta rivalila tra Anagni e<br />

Ferentino, provandolo colla storia de'fat-<br />

ti, non meno degli antichi tempi de' romani,<br />

che <strong>di</strong> que'del cristianesimo. Che<br />

la pretesa enorme muraglia che <strong>di</strong>vide<br />

i dueterritorii, non esser altro che un ca-<br />

nale del piccolo fiume <strong>di</strong> Tufano. Quin-<br />

<strong>di</strong> enumerò le principali prerogative <strong>di</strong><br />

Anagni, madre feconda d'illustri eroi e<br />

<strong>di</strong> 4 Papi, 28 de'quali vi ebbero un gra-<br />

to albergo, ed asilo contro le persecuzio-<br />

ni a Gelasio li, Adriano IV, Alessandro<br />

III e Lucio III. E che <strong>di</strong>versi Papi atte-<br />

starono le prove luminose <strong>di</strong> sincera <strong>di</strong>-<br />

V E L 77<br />

vozione e fedeltà date da Anagni alla j.<br />

Sede. Riprodusse per ultimo le 4 U<strong>di</strong>-<br />

zioni del suddetto arco. Così ven<strong>di</strong>cò l'o-<br />

nor patrio leso ad Anagni Caput Iler-<br />

nicorum. Riprendo il filo del pontificio<br />

viaggio.Neldescrittomodocorsa nellospa-<br />

zio <strong>di</strong> circa 3 ore quell'ampia valle che ha<br />

i monti Lepi<strong>di</strong> a sinistra e i sub-A penni-<br />

ni a desila, giunse dopo mezzodì a Val-<br />

montone, <strong>di</strong> che parlerò al suo paragra-<br />

fo. Dissi <strong>di</strong> sopra che il Papa, dopo aver<br />

visitato la provincia <strong>di</strong> Campagna sareb-<br />

be ritornalo nella Marittima rientrando<br />

nella via Appia per condursi a \ elicti i<br />

e in<strong>di</strong> a Roma. Da Valmontone a Vel-<br />

letri si va per una strada provinciale, che<br />

<strong>di</strong>ramando dalla Casilina presso Valmon-<br />

tone corre e volge a ponente, costellando<br />

le falde degli Algi<strong>di</strong> e dell'Artemisio<br />

da una parte, de'Lepini dall'altra, e pas-<br />

sando sotto Montefòrtino, del quale poi<br />

<strong>di</strong>rò al suo paragrafo il festeggiamento<br />

tributato a Pio IX. Proseguendo il viag-<br />

gio, alla pieve <strong>di</strong> Lariano il Papa fu in-<br />

contrato da una deputazione della città<br />

<strong>di</strong> Velletri, e dal suo vescovo car<strong>di</strong>nal<br />

Macchi decano del sagro collegio, che fe-<br />

ce salire nella propria carrozza, perciò <strong>di</strong>-<br />

scendendone mg/Me<strong>di</strong>ci maggiordomo e<br />

mg. 'Borromeo maestro <strong>di</strong> camera, ed en-<br />

trò in Velletri con quelle solennità che<br />

poi celebrerò, insieme al soggiorno che<br />

vi fece sino alla mattina de'i 2 del mede-<br />

simo aprile, in cui Pio IX, nel modo che<br />

in breve narrai in quell' articolo, per<br />

Genzano, la Riccia e Albano fece il suo<br />

desiderato, trionfale e lietissimo ingres-<br />

so in Roma. Ora passo a parlare ne'se-<br />

guenti paragrafi delle provincie e de'co-<br />

in uni che compongono la legazione <strong>di</strong><br />

Marittima e Campagna, principalmente<br />

della delegazione apostolica <strong>di</strong> Marittima<br />

o Velletri ; e pe'già descritti altrove<br />

ne in<strong>di</strong>cherò dove lo sono, riferendo in<br />

alcuni nozioni che se non del tutto ap-<br />

pai tengono al paragrafo,riguardano ben-<br />

sì l'encomiate provincie e si rannodano<br />

ad esse per la storia.


7» VEL<br />

DlSTOETTO DI VELtETRI.<br />

Governo <strong>di</strong> Velletri.<br />

Cisterna. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

V elicli i, <strong>di</strong> cui ragionai al suo articolo,<br />

oude non ini resta che aggiungere alcuu<br />

altro cenno clic ricavo da' molti che<br />

ne scrissero. E <strong>di</strong>statile 33 miglia da Roma<br />

e 8 da Velletri, con territorio in piano<br />

e colle, con molli fabbricati, marchesaio<br />

della nobilissima famiglia Caelani<br />

(A- .), e già suo feudo. Questa terra è sul-<br />

l'ultime pen<strong>di</strong>ci de'monti Veliterni, sulla<br />

sponda destra del lumie denominato<br />

Aulico, perchè è un canale artificiale in<br />

gran parte, tendente a raccogliere le acque<br />

che scendono da Giuliano edaTori<br />

cecilia, e darle altra verso le Palu<strong>di</strong> Pou-<br />

liue al mare. Essa è I' ultima terra da<br />

questa parte che sia entrata nella map-<br />

pa. Narra Marocco, che da Vellelri a<br />

Cisterna alcuni traili <strong>di</strong> strada sono fian-<br />

cheggiati da lunghe e folte macchie <strong>di</strong><br />

roveri auuose e <strong>di</strong> elei, che <strong>di</strong>llicilmcu-<br />

te piegano i furiosi venti, appellandosi<br />

volgarmente quelle foreste la macchia<br />

<strong>di</strong> Cisterna, ch'è vastissima ; ed aggiun-<br />

ge essere non solo ricovero <strong>di</strong> cinghiali,<br />

<strong>di</strong> capri e <strong>di</strong> lupi, ma uu tempo rifugio<br />

tli crudeli assassini, prima che fosse in<br />

gran parie svelta o <strong>di</strong>radata per la sicu-<br />

rezza pubblica presso la strada. Del più<br />

aulico taglio che si dovea fare <strong>di</strong> sua sel-<br />

va, parlerò nel paragrafo <strong>di</strong> Sei-moneta.<br />

A litichi ruderi <strong>di</strong> una torre o forte al de-<br />

stro lato della via nominata le Castella<br />

risvegliano l'idea del primiero loro esse-<br />

re, e souo il domicilio del gufo lamen-<br />

tevole, dell' upupa melanconica, e della<br />

nottola o vipistrello che <strong>di</strong> giorno sta<br />

nascosto. A levante del borgo è il palazzo<br />

ducale, che costituisce l'ingresso nella ter-<br />

ra me<strong>di</strong>ante un grande arco che <strong>di</strong>cesi<br />

la porta, sebbene vi si eutri da ogni par-<br />

te uun avendo mura castellane, il <strong>di</strong>seguo<br />

del quale fabbricato è decoroso e alquan-<br />

to vasto, uè manca <strong>di</strong> quella soli<strong>di</strong>tà che<br />

n e<strong>di</strong>ficio signorile conviene. Questo è<br />

1' uuico fabbricato ragguardevole, tran»<br />

VEL<br />

ne la chiesa collegiata, e alcune case <strong>di</strong><br />

civili famiglie. Tale chiesa, de<strong>di</strong>cata alla<br />

B. Vergine Assunta in cielo, è bella e <strong>di</strong><br />

moderna architettura, rinnovala da'fon-<br />

daineuti in guisa <strong>di</strong>versa dall' antica, <strong>di</strong><br />

cui parla il Piazza e sotto i'istessa invocazione,<br />

con <strong>di</strong>segno del celebre cav. Mo-<br />

relli architetto del palazzo B raschi <strong>di</strong><br />

Imma, ma non eseguilo fedelmente. Non<br />

ostante nell'interno l'aliare del ss. Sagramento<br />

merita osservazioue pe' suoi sem-<br />

plici ma vaghi ornali e pe' inarmi che lo<br />

compongono. Nella i.* cappella a destra<br />

si venera I' elligie del Redentore <strong>di</strong>pinta<br />

in tela dal valente Cavallucci <strong>di</strong> Sei mo-<br />

neta. Dice il Rauco che questa chiesa è<br />

capitolare eon arciprete, 7 canonici e 3<br />

beneficiali, ed ha il baltisterio essendo<br />

1 unica parrocchia. Inoltre vi sono altre<br />

4 chiese con 3 confra temile secolari. Vi<br />

esisteva il convento <strong>di</strong> s. Antonio abba-<br />

te de'minori osservanti riformati, espulsi<br />

nuli' invasione francese, né più ripristi-<br />

nali. Trovo nel Piazza, che la chiesa e il<br />

eoo vento furono creiti dal car<strong>di</strong>nal Boni-<br />

facio Gaetaui o Caelani, nel i5y2, con<br />

facoltà <strong>di</strong> Gregorio X11I, il quale nel<br />

giorno del santo concesse indulgenza ple-<br />

naria. Vi esistono, l'ospedale per gì' in-<br />

fermi, la casa delle maestre pie Venerine<br />

per l' istruzione delle fanciulle, e la pub-<br />

blica scuola per ammaestrare i giova-<br />

netti. 11 popolo venera per principale<br />

protettore s. Rocco confessore. Dinanzi<br />

alla collegiata è uu vasto piazzale abbel-<br />

lito da uu granaio fabbricato da'fonda-<br />

ineiiti nel 1772 da Francesco Caelani du-<br />

ca <strong>di</strong> Semionda, come si legge uell' i-<br />

scrizione. Cisterna era più eslesa e popo-<br />

lala prima che fosse bruciata e saccheggiala<br />

dallo scismatico Lodovico V il Ba-<br />

varo. 11 Nibby parlaudo <strong>di</strong> questa terra<br />

crede, che finché fu io qualche modo<br />

praticabile la via Appia, abbia molto sof-<br />

ferto, trovandosi sulla gran strada in luo-<br />

go poco <strong>di</strong>feu<strong>di</strong>bile,esposla a tulle le scor-<br />

rerie, che narrai uel suo articolo; ma do-<br />

po, lino cioè al riuUivameuto <strong>di</strong> quella


VEL<br />

nel secolo passato, rimase troppo fuor <strong>di</strong><br />

Mano e quasi <strong>di</strong>menticata, come dall'al-<br />

tro canto dopo il <strong>di</strong>seccamelo delle<br />

Palu<strong>di</strong> Pontine e il riapriroento dell'Ap-<br />

pia, questa terra ha molto migliorato<br />

nell'aria, la popolazione si è accresciuta,<br />

ed i fabbricati sono stali anch'essi amplia-<br />

ti e abbelliti. Dichiara il Marocco, che<br />

l'origine del nome <strong>di</strong> Cisterna proviene<br />

da alcune cisterne esistenti, ovvero dal-<br />

la forma totale del paese piuttosto esisten-<br />

te in basso; e che varie sono le cisterne<br />

d'acque piovane per uso della popolazio-<br />

ne, la i.' essendo innanzi al palazzo ba-<br />

ronale, ottimamente costruita e profonda<br />

1G0 palmi, la i. 3<br />

dentro lo stesso palazzo<br />

e della medesima profon<strong>di</strong>tà, la 3."<br />

fuori la porta delta Agrippara. Alcuni<br />

<strong>di</strong>ssero questo luogo Cisterna JYeronis,<br />

e lo ripetei al suo articolo, ed il Marocco<br />

riflettendo alla derivazione <strong>di</strong> porta A-<br />

grippara non è lontano da credere che<br />

tragga origine tal nome da alcuna memo-<br />

ria <strong>di</strong> Agrippina madre dell'imperatore<br />

Nerone. Dice inoltre, opinare molti eru-<br />

<strong>di</strong>ti, che da due gran<strong>di</strong> cisterne antiche<br />

il suo nome derivasse, e che fossero falle<br />

per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Nerone, onde provvedere<br />

Anzio d'acque salubri me<strong>di</strong>ante acque-<br />

dotti, de'quali non mancò chi asserì d'a-<br />

verne riconosciuti <strong>di</strong>versi avanzi. Nel più<br />

volte ricordato articolo Cisterna <strong>di</strong>ssi<br />

col Nibby e altri, ch'essa non occupa il si-<br />

to dell' antica sede vescovile <strong>di</strong> Tre Ta-<br />

berne, Cwitas Trium Tabernarum 3<br />

Tre* Tabernae, città de' volsci, la qua-<br />

le piullosto surse nel suddetto lenimen-<br />

lo delle Castella, nel luogo chiamato<br />

Civitona, sulla sponda destra della via<br />

Appia, silo abbandonato e ove si vede<br />

un e<strong>di</strong>ficio semi<strong>di</strong>ruto de' tempi bassi co-<br />

struito sopra avanzi d'una fabbrica d'o-<br />

pera incerta, a'quali si dà il dello nome,<br />

circa 11 miglia lungi da Roma, ed ap-<br />

partengono alla stazione <strong>di</strong> Trcs Taber-<br />

nac, come vuole Nibby, esistendo uu mi-<br />

glio <strong>di</strong>stante gli avanzi d'una conserva<br />

antica e d'un acquedotto, che vi porta-<br />

VEL 70<br />

vn l'acqua da' colli veliterni. Con PU-<br />

ghelli, Italia sacra, l. io, p. 177, ripor-<br />

tai i 7 suoi vescovi, il quale però avverte,<br />

che la città <strong>di</strong> Tre Tabcrne non è da<br />

confondersi con Tabernae seti Palaeopoli,<br />

vel Treschines in Magna Grac-<br />

cia. Il i.° vescovo che si conosca è del<br />

3 1 3: a' tempi <strong>di</strong> s. Gregorio 1 v'era pure<br />

un vescovo, <strong>di</strong> cui s'ignora il nome, o<br />

meglio era vacante, il quale'Papa vedendo<br />

ridotta a nulla e devastata la città<br />

delle Tre Tabeine da' longobar<strong>di</strong>, eoa<br />

lettera riprodotta da Ughelli e in<strong>di</strong>riz-<br />

zata a Johannis Episcopo <strong>di</strong> Vellelri, al-<br />

la sua ne unì canonicamente la cattedra<br />

vescovile. Questa chiesa rimase per vari<br />

anni unita alla Veliterna, ma poscia ri-<br />

fabbricala o restaurata e ripopolata la<br />

città <strong>di</strong> Tre Tabeine, nuovamente fu<br />

separata da Vèlletri ed ebbe i propri ve-<br />

scovi, tra' quali quello del 761 o 762,<br />

l'ultimo conosciuto è dell' 868 o 869,<br />

ed in seguilo non si hanno più memorie<br />

de' suoi pastori e della sede vescovile,<br />

probabilmente per la totale <strong>di</strong>struzione<br />

della città. Quin<strong>di</strong> in conseguenza del<br />

precedente statuito da s. Gregorio I, pas-<br />

sò <strong>di</strong> poi la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Tre Taberne sotto<br />

la giuris<strong>di</strong>zione del vescovo <strong>di</strong> Vellelri,<br />

parlando del quale riferirò l'opinioni del<br />

can. Dauco su Tre Taverne. Tutti gli<br />

storici poi couvengonoche <strong>di</strong>strutta Tre<br />

Taverne, Cisterna crescesse d'abitalo, <strong>di</strong><br />

territorio e <strong>di</strong> popolazione, e forse allo-<br />

ra ne prese la denominazione latina Tres<br />

Tabernae. Altri poi credono, essere Cisterna<br />

succeduta ad Vlubra, e che dopo<br />

la sua <strong>di</strong>struzione e <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Tre Ta-<br />

berne, quivi si rannodò la popolazione<br />

e formò l'o<strong>di</strong>erno paese. Di Ulubra trat-<br />

ta il Nicolai, De' bonificamenti delle<br />

Terre Pontine a p. 38, la <strong>di</strong> cui posi-<br />

zione è contrastala, forse all'ingresso del-<br />

le Palu<strong>di</strong> Pontine, o nouloulaua da Vel-<br />

lelri, e perciò forse comprese la piccola<br />

villa ove fu allevato Augusto oriundo <strong>di</strong><br />

Vellelri e nato in Roma. Il Marocco la<br />

crede presso il castello <strong>di</strong> Giuliano, co-


8o VEL<br />

me <strong>di</strong>rò in quel paragrafo. Non ebbe rinomanza<br />

per la sua aria pessima e quan-<br />

tità delle rane della palude, non però<br />

Pontina, perchè questa mai giunse a Yel-<br />

letri, qualora si voglia supporta presso<br />

tal città. La villa della famiglia d'Angu-<br />

sto era come un magazzino ove si depositavano<br />

le grascie necessarie per la me-<br />

desima, Diverse opinioni riferirò ragionando<br />

<strong>di</strong> Velletri e d'Augusto; e quanto<br />

a' sognali ranocchi, oltre le palu<strong>di</strong>, ponno<br />

stare anche in peschiere artefatte o in<br />

piccole fosse d'acque stagnanti, come ve<strong>di</strong>amo<br />

in tanti luoghi. La celebre sta-<br />

zione <strong>di</strong> Tre Taverne sulla via Appia<br />

e poscia città vescovile, <strong>di</strong> cui tanto si<br />

questionò dagli eru<strong>di</strong>ti per la confusio-<br />

ne che si osserva dal Nibby negli itinerari<br />

antichi circa la sua <strong>di</strong>stanza da Roma,<br />

giacché il nome fu comime a varie sta-<br />

zioni sulle vie antiche, come quella pres-<br />

so Laus Pompe/a nella Gallia Cisalpi-<br />

na, e quella presso Interamna sulla Fla-<br />

minia, derivando da tre osterie erette per<br />

comodo de' viandanti, particolarmente<br />

nella unione <strong>di</strong> più strade (del vocabolo<br />

Talerna riparlai nel voi. LXXXfV.p.<br />

iq4) come appunto accadeva nella sta-<br />

zione in questione, dove a destra <strong>di</strong>ramava<br />

la strada ad Anzio, ed a sinistra<br />

un'altra quasi continuazione della pre-<br />

cedente portava a Velilrae. Altri luoghi<br />

della stessa denominazione si ponno ve-<br />

dere nel Ricchi, Reggia de f'olsci. Ta-<br />

le unione <strong>di</strong> vie mentre rendeva neces-<br />

sari i luoghi <strong>di</strong> ricovero e gli alberghi,<br />

andava per la frequenza de' viandanti<br />

raccogliendo a poco a poco gente nello<br />

stesso sito, onde da semplice stazione in-<br />

sensibilmente <strong>di</strong>veniva borgata, e delle<br />

volte ancora città. E molte terre moderne<br />

potrebbero alleluisi in esempio come<br />

sorte dalla medesima origine. Le prime<br />

memorie riferite da Nibhy della stazione<br />

<strong>di</strong> Tres Tabernae sub' Appia rimon-<br />

tano al decimare del secolo VII <strong>di</strong> Pioma,<br />

poiché Cicerone la ricorda l'anno 692,<br />

nella lettera che scrisse ad Attico a' 27<br />

VEL<br />

gennaio. Di nuovo la nomina in quella<br />

scritta due anni dopo a' 9 aprile del G94<br />

<strong>di</strong> Roma, iu cui pare decisivo per determinare<br />

il sito <strong>di</strong> Tres Tabernae, mostrando<br />

che una strada <strong>di</strong>retta da An-<br />

zio raggiungeva l' Appia presso quella<br />

stazione: aggiungasi a questo i memo-<br />

rati ruderi esistenti, l'acquedotto, il nome<br />

volgare <strong>di</strong> Civilona, e la questione è<br />

decisa. Memorabile però sopra tutti gli<br />

altri fatti riguardanti Tre Taberne, è<br />

quello ricordato dagli Atti Apostolici, e.<br />

28, § i5, che avendo i fedeli <strong>di</strong> Roma<br />

u<strong>di</strong>to l'arrivo dell'apostolo s. Paolo a<br />

Pozzuoli, ed essendosi posto in viaggio<br />

verso Roma, per essere giu<strong>di</strong>cato dall'im-<br />

peratore a cui erasi appellato, gli an-<br />

darono incontro fino al Foro Appio, <strong>di</strong><br />

cui riparlai ne' voi. LV, p. 65, LXXIV,<br />

p. 2o3, ed a Tres Tabernae: e Paolo<br />

vedendoli, dopo avere reso grazie a Dio,<br />

ne prese fiducia. Questo avvenimento è<br />

<strong>di</strong> grave importanza, come quello che si<br />

rannoda alla venuta dell'Apostolo delle<br />

genti in Roma nell'anno 5y <strong>di</strong> nostra<br />

era, a promulgarvi con s. Pietro la dot-<br />

trina <strong>di</strong> Gesù Cristo. Un altro grande<br />

avvenimento è pur quello ivi avvenuto<br />

l'anno 3oj <strong>di</strong> della era. Dopoché Mas-<br />

senzio ebbe assunto la porpora imperia-<br />

le nel 3o6, Galerio, che mai volle rico-<br />

noscere, alfulò a Severo cesare la guerra<br />

contro <strong>di</strong> lui, e questi vinto più dall'oro<br />

che dal valore del suo rivale, tra<strong>di</strong>to da'<br />

suoi dovè ritirarsi in Ravenna, dove as-<br />

se<strong>di</strong>ato da Massimiano Ercole padre <strong>di</strong><br />

Massenzio, né potendo facilmente esse-<br />

re forzalo alla resa, fu persuaso da quel<br />

vecchio astuto a portarsi in Roma, assicurato<br />

co' più. forti giuramenti. Sem-<br />

bra ch'egli per maggior sicurezza seguis-<br />

se la via <strong>di</strong> mare, fino a Brin<strong>di</strong>si : quin<strong>di</strong><br />

per l'Appia, giunto a Tres Tabernae<br />

cadde in un'imboscata tesagli da Mas-<br />

senzio, e fu strangolato da Eraclio, come<br />

<strong>di</strong>ce il Theuli. Lo <strong>storico</strong> greco Zc<br />

simo chiama il luogo, le Tre Osterit<br />

Tres Tabernae, e lo designa come


VE L<br />

villaggio. L'autore della Miscelici nar-<br />

raudo lo slesso fatto, <strong>di</strong>ce che dopo es^e-<br />

re stato spento Severo ad Tres Tabernas,<br />

il suo corpo veune sepolto nel monumento<br />

<strong>di</strong> Gallieno 9 miglia <strong>di</strong>starne<br />

da Roma sull'Appia. Pertanto circa i<br />

tempi <strong>di</strong> Costantino I questa stazione era<br />

un villaggio. Al progresso della religione<br />

cristiana si deve il passaggio dallo stato<br />

<strong>di</strong> villaggio a quello <strong>di</strong> città, per la memo-<br />

ria insigne della presenza <strong>di</strong> s. Paolo che<br />

ne avea santificato il luogo, allorquando<br />

Costantino 1 <strong>di</strong>venuto cristiano, ridonò<br />

la péce alla Chiesa, ed accordò a.'<br />

cristiani il libero esercizio <strong>di</strong> loro reli-<br />

gione, onde subito vi fu eretta le sede<br />

vescovile <strong>di</strong> Tre Taberne, al qual arti-<br />

colo <strong>di</strong> rinvio in questo mi proposi <strong>di</strong><br />

riparlarne. Il Ricchi nel suo Teatro, è<br />

uno <strong>di</strong> quelli che crede succeduta Cisterna<br />

a Tre Taberne, la chiama splen<strong>di</strong>da<br />

terra e nobile <strong>di</strong>porto <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>; e ritie-<br />

ne ancora che quivi s. Paolo fu incon-<br />

trato dalla grau turba de' romani (anche<br />

non cristiani, come vuole il Piazza), che<br />

anelando la <strong>di</strong> lui venuta pel grido <strong>di</strong><br />

sua dottrina e santità, l'accompagnaro-<br />

no in Roma in guisa <strong>di</strong> triofaute, piut-<br />

tosto che <strong>di</strong> prigioniere. Dice essere fama,<br />

ch'egli stasse racchiuso ne' latiboli<br />

<strong>di</strong> quella torre, che si vede alzata in Ci-<br />

sterna in argomento <strong>di</strong> sue glorie sul<br />

mezzo della nobile residenza de' princi-<br />

pi Caetaui, il che rende ancor più cele-<br />

bre il luogo. Di Cisterna il Ricchi ne<br />

tratta ancora nella Reggia de' Volsci,<br />

ricordando che in compagnia <strong>di</strong> s. Pao-<br />

lo era l'evangelista s. Luca descrittore del<br />

suo pellegrinaggio, e dell'incontro giu-<br />

bilante e <strong>di</strong> voto ch'ebbero a Tre Taber-<br />

ne, ed i più fervorosi erausi portati fino<br />

a Foro Appio. Anch'esso fu nella delta<br />

opera dello stesso sentimento e dell'opi-<br />

nione che Cisterna fu fabbricata sopra<br />

la città vescovile<strong>di</strong> Tre Taberne, e ripor-<br />

ta gli autori che ciò sostennero, l'identi-<br />

tà cioè <strong>di</strong> Cisterna con Tre Taberne. Os-<br />

serva inoltre il Ricchi, che lungo la via<br />

VOI. LXXXiX.<br />

VEL 8t<br />

Appia i fedeli eressero <strong>di</strong>verse chiese a'<br />

ss. Apostoli e massime a' ss. Pietro e Paolo,<br />

che per tale strada recaronsi a Roma<br />

a piantarvi la fede. Presso Tre Taberne<br />

fu già la sontuosa chiesa <strong>di</strong> s. Pietro in<br />

Selce, la quale poi restaurò la pia [Ir*<br />

beralità <strong>di</strong> Papa Adriano I, e da essa<br />

non era mol to lontana la chiesa <strong>di</strong> s. Tommaso.<br />

Aggiunge che la vastità del campo<br />

<strong>di</strong> Cisterna era tanta anticamente,<br />

unito alla giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Pomezia, che<br />

verso il mare includeva ancora la peni-<br />

sola <strong>di</strong> Cuccio; e nel <strong>di</strong> cui lenimento si<br />

rinvennero sparse le antiche iscrizioni<br />

che riprodusse, tutte illustranti le memorie<br />

volsche e Sessa Pomezia. Ora fa<br />

d'uopo <strong>di</strong> chiarire un punto interessan-<br />

te <strong>di</strong> storia <strong>ecclesiastica</strong>, riguardante Ci-<br />

sterna. Ivi <strong>di</strong>ssi col Baronio, col Ricchi,<br />

colNibby e altroché neli i5g eletto Alessandro<br />

HI in Roma a'7 settembre, donde<br />

fu costretto parti re, in Cisterna prese l'insegne<br />

papali, eifettuandosi a' 20 del medesimo<br />

mese la Consagrazìone e Coronazione<br />

(V.) nella vicina Ninfa, a mo-<br />

tivo che nell'elezione stessa insorse con-<br />

tro <strong>di</strong> lui l'antipapa Vittore IV detto<br />

V, non potendosi eseguire in Roma per<br />

la prevalenza degli scismatici; in<strong>di</strong> recan-<br />

dosi a Terracina (V.) t per non trovar-<br />

si sicuro neppure in Ninfa. L. Agnello<br />

Anastasio neh' Istoria degli Antipapi<br />

t. 2, p. 5j e 59, parlando <strong>di</strong> Vittore V<br />

narra. Morto Adriano IV in Anagni il<br />

i.° settembre, a' 7 i car<strong>di</strong>nali in Roma<br />

concordemente elessero Alessandro IH,<br />

che fu costretto co' suoi elettori rinser-<br />

rarsi nella basilica Vaticana dalla po-<br />

tente fazione <strong>di</strong> Vittore V, finché il po-<br />

polo mal soffrendo tanta prepotenza, u-<br />

nito con Ettore Frangipani lo rimise in<br />

libertà insieme co' car<strong>di</strong>nali. Portatosi<br />

in Ninfa a' 20 settembre fu consagrato<br />

da Ubaldo vescovo d'Ostia, assistito da<br />

5 vescovi, e da altri car<strong>di</strong>nali preti e <strong>di</strong>a-<br />

coni ; mentre Vittore V a grande stento<br />

potè accozzare 3 vescovi che in Farfa<br />

\V.) l' or<strong>di</strong>narono vescovo nella 1*<br />

6


82 VEL<br />

domenica ili ottobre, cioè Immaro <strong>di</strong><br />

Frascati e quelli <strong>di</strong> Molfetta o Melfi o<br />

Amalfi allora governata da Giovanni, e<br />

<strong>di</strong> Ferentino Ubaldo <strong>di</strong> Prato, da' qua-<br />

li lo scismatico ricevè la male<strong>di</strong>zione in<br />

vece della bene<strong>di</strong>zione. Marocco tra le<br />

iscrizioni esistenti in Cisterna riporta<br />

quella del palazzo ducale eretta dopo<br />

625 anni dal duca Francesco Caetani per<br />

rinnovarne la memoria, in cui leggo cbe<br />

a' 20 settembre ii5g Alexander III<br />

P. M. ex Urbis tumulili post renimela,'<br />

tionem heic reccplus etconsecralus insignia<br />

rile accessit. La trovo pure pub-<br />

blicala dal Bauco colla seguente avver-<br />

tenza e necessaria <strong>di</strong>scussione. Presso<br />

tutti gli storici ecclesiastici leggesi essere<br />

avvenuta la consagrazione nella città <strong>di</strong><br />

Ninfa,<strong>di</strong>stante daCisterna 5 miglia. L'au-<br />

tore della lapide prestò fede ad una let-<br />

tera enciclica dell'antipapa Vittore, <strong>di</strong>-<br />

retta a' vescovi e principi, in cui <strong>di</strong>ce se-<br />

guita la consagrazione d' Alessandro in<br />

castro nomine Cisternae. Doveva l'au-<br />

tore prestare fede piuttosto allo stesso<br />

legittimo Alessandro che a' suoi nemici.<br />

Egli <strong>di</strong>falto scrisse <strong>di</strong> se a Gerardo ve-<br />

scovo e a'eanonici <strong>di</strong> Bologna : Seguenti<br />

<strong>di</strong>e dantinico venerabilibus fralribus<br />

no s tris Gregorius Sabinensi, Hubaldo<br />

Ostiensi .... apud Nympham non longe<br />

ab Urbe insimul consecrationis acce-<br />

pimus. E negli atti dello stesso Alessan-<br />

dro 111 presi da un co<strong>di</strong>ce Valicano leg-<br />

gesi. In vigìlia B. Mai<strong>di</strong>ci apostoli prospere<br />

ad Nympham per Dei gratiam<br />

pervencrunt. Ubi ipsa dominica <strong>di</strong>e. . .<br />

Alexander, praeeunte Spirilus Sancti<br />

grada consccratus est insummum Pon-<br />

tificali. Il Ciacconio, Ilist. Boni. Pont.<br />

riferisce altrettanto. Poco o niente è da fi-<br />

darsi de' fautori e dello stesso antipapa,come<br />

seri ve ilBaronio,per l'immenso cumulo<br />

<strong>di</strong> bugie dettate dal padre della men-<br />

zogna. Essere ciò vero rilevasi dallo scrit-<br />

to da' fautori dell'antipapa e inviato al<br />

suo sostenitore lo scismatico imperatore<br />

Federico I, in cui <strong>di</strong>cono : » Cbe Alessau-<br />

.<br />

VE L<br />

<strong>di</strong>o co' suoi seguaci pervennero alla Ci"<br />

sterna <strong>di</strong> Nerone, nella quale Nerone s'<br />

nascose fuggendo i romani, cbe lo segui-<br />

tavano. Giustamente andarono in Cister-<br />

na quelli cbe aveano abbandonato il fon-<br />

te d'acqua viva, e si erano fabbricale ci-<br />

sterne, ma cisterne <strong>di</strong>ssipate, che l'acqua<br />

contenere non possono." Rimarca il can.<br />

Bauco, cbe siffatte frasi de' parlitanti eli<br />

Vittore sono irrisorie, dettate dall'astio<br />

e dall'ambizione, per porre in ri<strong>di</strong>colo<br />

il Papa legittimo. Di più soggiunge, la<br />

prova piùconvincentechela consagrazio-<br />

ne non si fece in Cisterna, è il saccheg-<br />

gio, 1' incen<strong>di</strong>o e la totale devastazione<br />

<strong>di</strong> Ninfa eseguila da Federico 1, circa il<br />

1 1 56 (è anacronismo perchè la consa-<br />

grazione si fece nel 1 1 5g ),<br />

per ven<strong>di</strong>car-<br />

si <strong>di</strong> que' citta<strong>di</strong>ni, cbe aveano ricevuto<br />

e favorito Alessandro MI. Infortunio che<br />

sarebbe avvenuto a Cisterna, se qui fosse<br />

stata realmente effettuata la consagrazio-<br />

ne. Ma io nel suo articolo, col Nibby, no-<br />

tai che Cisterna fu nel 1 1 65 incen<strong>di</strong>ata<br />

dal cancelliere imperiale, come avversa<br />

aH'imperalore,secondugli scrittori che ri-<br />

tengono ivi seguita la consagrazione pon-<br />

tificia, presso il Muratori, Rerum Itali-<br />

carimi Scriptores, t. 3, p. 2, p. 522 e<br />

seg. Ma l'antipapa Pasquale II nominato<br />

nell'articolo deve leggersi III. Del sac-<br />

cheggio e incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Lodovico V il Ba-<br />

varo riparlerò a Vei.letbi. Nominai più<br />

volte la Cisterna <strong>di</strong> Nerone che <strong>di</strong>e nome<br />

al paese : ecco il riferito da mg. r<br />

Nicolai.<br />

» Dopo Velletri viene Cisterna, donde<br />

calando dolcemeutesi scende a'piaui Pon-<br />

tini. Sulla sua origine variano assai le<br />

opinioni degli eru<strong>di</strong>ti, alcuni confondendola<br />

con Tres Tabcrnae, cambiamento<br />

<strong>di</strong> nome poco cre<strong>di</strong>bile ed errore deri-<br />

vato dagl'inesatti itinerari. In altro tem-<br />

po la terra ebbe il nome <strong>di</strong> Cisterna <strong>di</strong><br />

Nerone, e così fu chiamala non solo dal<br />

volgo, ma da Federico II (dee <strong>di</strong>re I), nel<br />

suddetto passo. Se allora era così cbia<br />

mata Cisterna, ritenendosi volgarmcnl<br />

esservisi nascosto Nerone, i' errore e


V E L<br />

falsila è troppo evidente per la testimo-<br />

nianza <strong>di</strong> Svelonio. Questi racconta, che<br />

Nerone per campar la vita, travestito e<br />

incappucciato lutto, fuggi <strong>di</strong> corsa da Roma<br />

ad appiattarsi nella villa del suo li-<br />

berto Faonte, la quale era situala presso<br />

Roma fra la via Salaria e la Nomentana,<br />

4 miglia circa lungi dalla cititi, e che ivi<br />

fu ucciso da'congiurali che lo inseguiva-<br />

no, ciò che fu pure osservato dal ricordato<br />

Ricchi. Non<strong>di</strong>meno può ben essere, che<br />

la terra si chiamasse la Cisterna <strong>di</strong> Ne-<br />

rone, e che da questa denominazione il<br />

volgo per ignoranza le attribuisse il falto<br />

altrove succeduto. Il Corra<strong>di</strong>ni nel Ve-<br />

tu» La tinnì opina che il luogo avesse quel<br />

nome, perchè Nerone fin là continuò la<br />

fossa cominciata da Augusto nel territo-<br />

rio Pontino. Ma il Corra<strong>di</strong>ni, d'altronde<br />

eru<strong>di</strong>tissimo, prese in ciò due abbagli,<br />

poiché né Augusto imprese alcun lavoro<br />

nel Pontino, né la fossa che Nerone avea<br />

designato <strong>di</strong> condurre dal Ingo d'Averno<br />

fino ad Ostia, non fu mai tirata avanti<br />

<strong>di</strong> qua da Terracina. Ivi per altro anco<br />

a tempo del Nicolai si osservavano due<br />

cisterne così gran<strong>di</strong> e magnifiche che sem-<br />

brano opera de' romani imperatori. Si<br />

potrebbero credere fabbricate da Nerone<br />

per provvedere abbondantemente An-<br />

zio d' acque salubri, portandovele cogli<br />

acquedotti, i cui avanzi esistono presen-<br />

temente ; poiché gli storici tutti concordemente<br />

notano, che Nerone si stu<strong>di</strong>ò <strong>di</strong><br />

nobilitare in ogni maniera la città d'An-<br />

sio, ove avea sortito i natali. Supposta la<br />

verità dell'esposto, si ha la ragione del<br />

nome <strong>di</strong> Cisterna <strong>di</strong> Nerone, che fu poi<br />

dato a tulio il castello fabbricato in ap-<br />

presso nel medesimo luogo. Il Pacchi re-<br />

gistrò tra' soggetti illustri <strong>di</strong> Cisterna primieramente<br />

il duca d. MichelangeloCae-<br />

tani, a cui intitolò il Theatro degli uo-<br />

mini illustri volsci, che quivi educato<br />

spiccò fin dalla fanciullezza il suo viva-<br />

cissimospirito, tutto intento alla pietà, al<br />

governo fioritissimo <strong>di</strong> tutto il suo slato,<br />

con facile vena alle muse. Alzò ivi da'fon-<br />

V EL 83<br />

damenti una splen<strong>di</strong>da chiesa, adorna <strong>di</strong><br />

decorosi altari, arricchita da sagre sup-<br />

pellettili e da insigni reliquie, in onore<br />

delle ss. Stimmate <strong>di</strong> S.Francesco, custo-<br />

<strong>di</strong>ta con venerazione da' conflati aggre-<br />

gati sotto il suo nome. Di più e<strong>di</strong>ficò non<br />

lungi da Cisterna una nobilissima villa,<br />

deliziosa e amena. Di Cisterna fu fr. Fran-<br />

Peroni riformato francescano,<br />

in vari tempi guar<strong>di</strong>ano, com-<br />

cesco Angelo M. a<br />

missario, custode e prefetto apostolico in<br />

Costantinopoli, inviato da Innocenzo XI<br />

in Albania procuratore delle missioni, e<br />

per modestia ricusò il vescovato <strong>di</strong> Smir-<br />

ne, offertogli nel 1710. Dello stesso 01 <strong>di</strong>-<br />

ne fu fr. Fortunato Setini coa<strong>di</strong>utore mis-<br />

sionario in Tripoli <strong>di</strong> Barbaria, morto nel<br />

patrio convento <strong>di</strong> s. Antonio in concetto<br />

<strong>di</strong> bontà singolare. Francesco Pala<strong>di</strong>ni<br />

laureato nelle leggi scrisse in Roma sull'interpretazione,<br />

De fìdeicomniisso , ma<br />

dopo la <strong>di</strong> lui morte gli fu involata da<br />

un imitatore della cornacchia <strong>di</strong> Esopo,<br />

che si fregiò delle altrui penne. Ce-<br />

lebra la famosa selva <strong>di</strong> Cisterna, le cac-<br />

ce riservate, l'amenità de'li<strong>di</strong> del mare,<br />

de'fonti e fiumi, specialmente del Ninfeo,<br />

celebre per le favole de' poeti. Fra que'<br />

che signoreggiarono Cisterna, ricorderò<br />

Giovanni Ceccareili domicello <strong>di</strong> Sezze<br />

{VRinvestilo del feudo da Bonifacio IX,<br />

per seguire i Caetani gli antipapi. E secondo<br />

il Novaes, vi fu il celebre car<strong>di</strong>-<br />

nal Guglielmo d' Estoulevìlle, che l' ac-<br />

quistò da Onorato Caetani con Caslelve-<br />

tere per 5200 scu<strong>di</strong>. In Cisterna vi si fermarono<br />

più Papi, per esservi la stazione<br />

postale; e <strong>di</strong> Benedettogli riparlerò nel<br />

paragrafo Sermoneta. Oltre i<br />

nominati<br />

al suo articolo, qui aggiungo col p. Gal-<br />

lico, De Itineribus Rorn. Pont., p. icp,<br />

anche Clemente Vili. Annoi 5^ <strong>di</strong>e i4<br />

februarii Ponti/ex ivit Neptunium una<br />

cuin Renrico car<strong>di</strong>nali Gaetano S.R.E.<br />

camerario, et duobus car<strong>di</strong>nalibus nepotibus.<br />

Die. 10 accessit ad oppidum<br />

Cislernae. Post pran<strong>di</strong>uni Papa veni!<br />

versus cìvitatem Veliternensem. Grego-


84<br />

VE L<br />

rio XVI ne visitò la chiesa collegiata nel<br />

i83q a' 23 e 29 aprile, e ripassandovi<br />

nel i843 T8 maggio, egualmente reduce<br />

da Terracina, fu ricevuto sulla piazza<br />

principale dalla magistratura e dal ca-<br />

pitolo colla Croce astata. Aderì alle loro<br />

istanze coll'entrare nella stessa collegia-<br />

ta, ove ricevuta all'altare laterale la be-<br />

ne<strong>di</strong>zione del Santissimo data da mg/ Ca-<br />

stellani sagrista, si condusse all' altare<br />

maggiore, avanti al quale, da un trono<br />

appositamente preparato, ammise al ba-<br />

cio del piede la magistratura <strong>di</strong> Cister-<br />

na ccl suo priore Domenico Vita, ed il<br />

clero della collegiata medesima; poscia<br />

ritraversandola in mezzo a foltissimo po-<br />

polo, e preceduto da due fanciulle elegantemente<br />

vestite che andavano spargendo<br />

fiori, risalì in carrozza in mezzo<br />

agli spari reiterati de'mortari, al suono<br />

delle campane, ed agli evviva degli abi-<br />

tanti per proseguire il suo viaggio verso<br />

Velletri. Il territorio dà grano, vino, poco<br />

olio, moltissime legna da lavoro e da<br />

costruzione ; i suoi pascoli producono eccellenti<br />

latti <strong>di</strong> bufale, che vi abbonda-<br />

no, co'quali si formano saporiti formag-<br />

gi, provature e marzoline. Nel medesimo<br />

territorio si vedono i ruderi della<br />

chiesa <strong>di</strong> s. Eleuterio vescovo dell'Illirico,<br />

ove furono rinvenute le sue venerabili<br />

ossa, trasportate nella cattedrale <strong>di</strong> Vel-<br />

letri, ed il Banco <strong>di</strong>ce che si trovarono<br />

in Tivera. Lungi 3 miglia è il castello <strong>di</strong><br />

Torrecchia, signoria del principe Bor-<br />

ghese, situato sopra un'eminenza in aria<br />

non buona, circondato da fosse, fra colli<br />

e selve, nella via che conduce a Giuliano.<br />

Vi sono avanzi <strong>di</strong> mitra castellane appar-<br />

tenenti all'antico forte e <strong>di</strong> vari torroncioi,<br />

vestigia <strong>di</strong> grotte sotterranee, ed una<br />

cisterna riempita <strong>di</strong> terra e frammenti,<br />

che doveva servire alla guarnigione mi-<br />

litare, che anticamente vi stanziava per<br />

sicurezza del luogo. Ora sonovi moderni<br />

fabbricati ad uso <strong>di</strong> granai, un casale per<br />

abitazione, e una piccola chiesuola della<br />

B. Vergine. Poco prima <strong>di</strong> salire a Tor-<br />

V EL<br />

recchia trovasi una copiosa fonte d'acqua<br />

leggera, la cui sorgente è lontana mezzo<br />

miglio, forma un laghetto e sarebbe ca-<br />

pace <strong>di</strong> far agire una macina da grano.<br />

Confina con Torrecchia l'altro lenimen-<br />

to <strong>di</strong> Torrecchiola, dal Nibby chiamato<br />

ancheCasal Ginnetti, ora de'principi Lan-<br />

cellotti.Esso è quel medesimo Castel Gin-<br />

netti, <strong>di</strong> cui parla il Piazza a p. 5i, che<br />

<strong>di</strong>ce nuova e piccola colonia <strong>di</strong> Velletri,<br />

chiamato così dal nome del suoi." fondatore<br />

il celebre car<strong>di</strong>nal Marzio Gin-<br />

netti, che sontuosamente cominciò la fab-<br />

brica della chiesa, oltre le abitazioni civili<br />

e rurali, morendo in questa sua amena<br />

villa nel 1670.I suoi ere<strong>di</strong>aveano il domi-<br />

nio temporale del luogo, e ilgiuspatronato<br />

della chiesa ,a I tempo dei Piazza con-<br />

tando 100 abitanti in incremento. Poco<br />

<strong>di</strong>stante in una vaga collina e vicino al-<br />

la Teppia eravi Tivera, Tiberia o Castel<br />

Tiberio, borgata già fiorente, e secondo<br />

Theuli già villa <strong>di</strong> Tiberio imperatore,<br />

dove riposavano le reliquie <strong>di</strong> s. Ponziano<br />

Papa, trasferite nella cattedrale <strong>di</strong><br />

Velletri. Fu posseduta da'<strong>di</strong>scendenli <strong>di</strong><br />

Onorato Caetani, e venne demolita da'<br />

corani, o <strong>di</strong>strutta da'saraceni secondo il<br />

Theuli, al presente chiamata dal volgo<br />

Cd-stellone. Di questo Caslellone ne par-<br />

la Ricchi nella Reggia de' Volscì, degli<br />

avanzi de'suoi e<strong>di</strong>lìzi antichi che ne attestano<br />

la sua vastità, ma ignora come<br />

prima si denominasse. Due miglia daTorrecchia<br />

è la tenuta <strong>di</strong> Conca della Con-<br />

gregazione car<strong>di</strong>nalizia del s. Offìzio<br />

(I 7 -), secondoNibby luogo ove surse Sa-<br />

trienni de'volsci; e 5 miglia lungi è la<br />

tenuta <strong>di</strong> Campo Morto, già Castris.Pe-<br />

tri in Formis, della Chiesa <strong>di</strong> s. Pietro<br />

in Faticano (V.), in ambedue è l'asilo<br />

pe'delinquenti. Leone XII col breve Jt<br />

inde, de' 1 5 settembre 1 826, Bull. Roz<br />

va ii<br />

cont. t. : 16, p. 474 Reintegratio privi<br />

tive juris<strong>di</strong>ctionis supremae congrega-<br />

tionis s. Jnquisitionis, super iis, quia-<br />

syli privilegium quaerunt in lati/un<strong>di</strong>o<br />

nuncupato Conca, in Agro romano


VEL<br />

E col breve Inter plura dello stesso gioì*no,<br />

loco cit. : p. 47^ Reintegrano privilegii<br />

competenti* capìtolo l citiamo primaevam<br />

exercen<strong>di</strong> juris<strong>di</strong>ctionem in<br />

causi* oriminalibus super iis quiasyli<br />

beneficium quaerunt in latifunàio nunrupiilo<br />

Castrimi s. Petri Formis, vulgo<br />

Campo Diorto. Appreudo dal Baucoche<br />

appartengono alla <strong>di</strong>ocesi Veliteina, ol-<br />

tre Cisterna, i castelli <strong>di</strong> Toi recchia, <strong>di</strong><br />

Ginnetti, <strong>di</strong> s. Pietro iu Forum in Cam-<br />

po Morto e <strong>di</strong> Castella, cou chiese e cap-<br />

pellani amovibili.<br />

.Ninfa. Annesso <strong>di</strong> Cisterna nella <strong>di</strong>o-<br />

cesi <strong>di</strong> Velletri, già illustre e antica cit-<br />

ili, onde <strong>di</strong>versi scrittori de'voUci ne ri-<br />

feriscono le notizie, ed anch'io già in più<br />

luoghi ne parlai, ezian<strong>di</strong>o per giacere alle<br />

ra<strong>di</strong>ci del monte <strong>di</strong> Norma o Norba<br />

(P .) (pianilo esisteva. Per la sua posizio-<br />

ne, Marocco lo <strong>di</strong>ce luogo deliziosissimo,<br />

pe'ruscelli chela bagnano all'intorno, per<br />

la veduta amena delle circostanti colline,<br />

e pel bel laghetto d' acqua limpi<strong>di</strong>ssima,<br />

abbondante <strong>di</strong> dotte, secondo il Contato-<br />

re. Da questo comincia il fiume Ninfeo e<br />

va placidamente al mare, e del quale e<br />

dell'omonimo antichissimo e magnifico<br />

tempio de<strong>di</strong>cato alle Ninfe, feci parola al<br />

citato articolo. Il lago era singolarmente<br />

venerato da'noi bani a motivo <strong>di</strong> due pro-<br />

<strong>di</strong>giosi fenomeni narrali da Plinio con <strong>di</strong>-<br />

rebbe nel lago Ninfeo sporgevano in fuori<br />

due ì&oklle^etleSaltuareSfquoà in symphoniae<br />

canto* aà ictus moàulantiuin<br />

fiedum moverenlur j e che inoltre eravi<br />

una sorte <strong>di</strong> selce,cr qua pro<strong>di</strong>bantjlammae<br />

, quae pluviis infitti* accenàeban-<br />

tur. Osserva il Nicolai, forse erano que-<br />

sti portenti dell'arte più che della natu-<br />

ra; e quanto al fiume, <strong>di</strong>ce che nel V se-<br />

colo, coli' Ast ura e la Teppia, concorreva<br />

a formar la Palude. Pontina (F.), cioè<br />

ad accrescerla perchè già era formata da'<br />

fiumi Auiasenoe Ufente. In<strong>di</strong> col Corra-<br />

<strong>di</strong>ui ragiona del corso del Ninfeo. Lo celebra<br />

pure il Ricchi nella Reggia de' Poi-<br />

sci, reso fjuiosu da'poeti magnificandolo<br />

VEL 85<br />

(piai ricco fonte <strong>di</strong> natura , e per le sue<br />

chiarissime acque denominato il fiume<br />

Ninfeo, avente la sua sorgente nelle ra<strong>di</strong>ci<br />

de'vicini monti <strong>di</strong> Norma, luogo ame-<br />

no per le pescagioni <strong>di</strong> trutte e riserva-<br />

te caccie, ed utile perle molte macine <strong>di</strong><br />

frumento per comodode'<strong>di</strong>ntorni. Si <strong>di</strong>s-<br />

se Giostra il castello vicino alla bocca del<br />

fiume Ninfeo, come racconta ilTheuli,ed<br />

io ne parlai nel voi. LIV,p. 201. Riporta<br />

il Marocco, il quale visitò i luoghi che va-<br />

do descrivendo, che <strong>di</strong> Ninfa esistono le<br />

vestigia delle mura castellane, formando<br />

una penisola circondata dalle acque del<br />

fiume Ninfeo , avanzi <strong>di</strong> chiese , ed una<br />

torre <strong>di</strong> forma quadrilatera circuita an-<br />

ch'essa da alte mura. Si osserva un bel<br />

giar<strong>di</strong>no con in mezzo una fonte peren-<br />

tiecui passa l'acqua dal laghetto, e vi stanno<br />

due vaghe peschiere per conservare il<br />

pesce. Inoltre contiene quel recinto vari<br />

piccoli terreni lavorativi, formati a fog-<br />

gia d'orti, e vi sono 3 mulini. Fu Ninfa<br />

città ragguardevole e popolosa, come <strong>di</strong>-<br />

mostrano le sue molte rovine e <strong>di</strong>mezza-<br />

le torri, una delle quali già altissima; il<br />

lutto scheletro compassionevole <strong>di</strong> sua<br />

antica magnificenza. Narra Ricchi, ripe-<br />

tendo il riferito da Piazza , essere argomento<br />

che Ninfa fu ampia e popolata pei*<br />

le 5 collegiate chetativi erette, arricchi-<br />

te <strong>di</strong> 24 pingui benefizi con titolo <strong>di</strong> ca-<br />

nonicali. La 1/ sotto l'invocazione <strong>di</strong> s.<br />

Maria Maggiore, uffiziata dall'arciprete e<br />

da 9 canonici. La 2/ <strong>di</strong> s. Biagio con 4<br />

canonici e un priore. La 3/ <strong>di</strong> s. Pietro<br />

con altri 4 canonicati e un priore. La 4-'<br />

<strong>di</strong> s. Salvatore con 3 chiericati e uu prio-<br />

rato, oltre la chiesa <strong>di</strong> s. Leone con uu be-<br />

neficio solo. Tutti i benefizi furono riu-<br />

niti nell'unica superstite chiesa in onore<br />

della B. Vergine, risarcita in forma rura-<br />

le, per comodo de'pochi abitanti, de' pa-<br />

stori e de'ministri delle mole. Tale riu-<br />

nione <strong>di</strong> benefizi segui cou decreto della<br />

visita apostolica falla nel 1 635 da mg.'<br />

Gio. Battista Altieri, e quando il Piazza<br />

visitò la <strong>di</strong>ocesi trovò trascurata la cine-


86 VE L<br />

sa da que'che ne godevano le prebende,<br />

perciò canonicamente rimproverati. Adunque<br />

non vi esiste che la chiesa della<br />

B. Vergine, ove si celebra la messa ne'soli<br />

dì festivi. Dell'aulico e celebre monastero<br />

benedettino fiorito supra Niinpham,<br />

denominato <strong>di</strong> s. Angelo o <strong>di</strong> s. Maria <strong>di</strong><br />

Monte Mirteto, parlerò nel paragrafo <strong>di</strong><br />

Cori. Nel casamento appartenente a'duchi<br />

Caetani signori <strong>di</strong> Ninfa, si legge una<br />

lapide pubblicata da Marocco, eretta nel<br />

i 765 al duca d. Francesco, per l'opera-<br />

to a vautaggio del paese e ivi ricordato.<br />

Crede il Nicolai che Ninfa e la suinmeutovata<br />

Tiberia siano d'origine moderna.<br />

Anche egli racconta il già da me riferito<br />

altrove, ed è questo. Mentre i longobar-<br />

<strong>di</strong> tenevano occupala quasi tutta l'Italia,<br />

il Papa s. Zaccaria nel 7^ presso il loro<br />

re Luitprando si adoperò a tutto potere<br />

per otteuere la restituzione d'alcune cit-<br />

tà d'Italia a 'greci imperatori; e colla for-<br />

za <strong>di</strong> quella eloquenza in cui tanto vale-<br />

va, si guadagnò l'animo del barbaro prìn-<br />

cipe <strong>di</strong> maniera che con giubilo univer-<br />

sale l'impero ricuperò la nobilissima cit-<br />

tà <strong>di</strong> Ravenna (J 7 .), con alcune altre dal<br />

re restituite a 'greci. Presentò inoltre il Pa-<br />

pa al re le suppliche della Pentapoli, del-<br />

l'Emilia, dell'Esarcato e pressoché <strong>di</strong> tut-<br />

ta Italia, perchè Luitpraudo volesse con-<br />

cedere a questi stati la pace , che subito<br />

gli fu accordata per 20 anni , con pro-<br />

messa speciale, eh' esso re sarebbe slato<br />

in avvenire il <strong>di</strong>fensore della Chiesa e del-<br />

le suddette provincie. Per questo grande<br />

servigio, circa l'Esarcato, reso da s. Zaccaria<br />

all'imperatore greco Costantino IV<br />

Copronimo, egli per gratitu<strong>di</strong>ne donò al<br />

Papa, o a sua richiesta, postulaverat, le<br />

due nuove città del paese Pontino Ninfa<br />

e Norba co' loro amplissimi territorii o<br />

masse. Questa donazione alla romana<br />

Chiesa l'attesta Anastasio Bibliotecario,<br />

ed anche Cencio Camerario presso il Mu-<br />

ra tori .ZacharìasPoh tifex accepit a Con-<br />

stantinoprincipe donalionemin scriplìs<br />

perpetuo jure de duabus Maisis,auac<br />

VE L<br />

Nymphas et Nonnias appellantur, quae<br />

juris pallici erant. I Papi però non ne<br />

goderono tranquillamente, né per molto<br />

tempo il possesso, poiché Astolfo <strong>di</strong>venu-<br />

to nel 749 re de'longobar<strong>di</strong>, portatosi poi<br />

all'asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Roma, saccheggiando e depredando<br />

il territorio latiuo, l' impoverì<br />

stranamente. Non avendo i romani da lo-<br />

ro slessi forze da respingere tale podero-<br />

so nemico, il Papa Stefano HI non otte-<br />

nuti dall'imperatore CostantinolV i soc-<br />

corsi con replicate istanze implorati, nel<br />

7.53 ricorse in persona a Pipino re de'<br />

franchi , e colle più. efficaci maniere raccomandando<br />

alla sua pietà e valore il<br />

principato della s. Sede, e il popolo romano<br />

dalle barbarie de'nemici; il re ac-<br />

colte rispettosamente le pontificie pre-<br />

ghiere, fece passare in Italia una possen-<br />

te armata , e in poco tempo abbassò la<br />

prepotenza de' longobar<strong>di</strong> e ne punì la<br />

soperchieria,ed ampliò la Sovranità del-<br />

la s. Sede. Molestalo in seguito terri-<br />

bilmente il Papa Adriano 1 da Desiderio<br />

re de'longobar<strong>di</strong>, ricorse a Carlo Magno,<br />

il quale nel 773 sconfisse e imprigionò<br />

Desiderio e liberò d'Italia dalla schiavi-<br />

tù longobarda. In<strong>di</strong> confermò le paterne<br />

donazioni <strong>di</strong> Pipino, e I' accrebbe ancora<br />

aggiungendo al dominio pontificio la bel-<br />

lissima provincia <strong>di</strong> Campania con tu.tto<br />

il territorio Pontino , <strong>di</strong> cui già ne posse-<br />

deva buona parte come notai nel voi,<br />

LV, p. 68. Norma essendo stata onorata<br />

della sede vescovile, e n'era vescovo Gio-<br />

vanni nel 963, soffrì poi una 2. a<br />

<strong>di</strong>stru-<br />

zione , e il vescovo trasportò la sua sede<br />

alla vicina Ninfa, come afferma il Nicolai.<br />

Questi inoltre racconta, che nelle succes-<br />

sive calamità de'lempi, il patrimonio del-<br />

la s. Sede soggiacque a <strong>di</strong>verse usurpa-<br />

zioni; tra le ciltà Pontine peraltro se ne<br />

coniano alcune, le quali nel secolo XII si<br />

mantenevano religiosamente fedeli e ub-<br />

In<strong>di</strong>enti sotto il dominio del Papa. Nin-<br />

fa principalmente, che in qtiell' età avea<br />

una giuris<strong>di</strong>zione assai estesa, favoriva a<br />

tutto potere il partilo papale in prova che


1 duca<br />

VEL<br />

il Pontefice n'era patitone. Presso il Mu-<br />

ratori, Anlìq. hai. Med. aevi, t. 2, p. 1 l,<br />

esiste un insigne monumento delle tasse<br />

imposte nel principio <strong>di</strong> detto secolo da<br />

Pasquale II agli abitanti <strong>di</strong> Ninfa: Ilacc<br />

situi, (juacjiicicul Nimphesinì; fidelita-<br />

temfacere B. Petto, et Donino Pascilali<br />

Pi/pae , ejusque successoribus , quos<br />

meliores Car<strong>di</strong>nales et romani elege-<br />

rint. Jloslem et parlamenluni curii cu-<br />

ria praeeeperit. Servitinnì quod assue-<br />

ti suntfacere, et piaciutili et baunum furiant<br />

B. Peti et Papae. Quartata red-<br />

dent admensuram romani mo<strong>di</strong>ì, et conut<br />

eani usque Tiberiam vel Cis ter-<br />

nani. Glandaticum solvant infesto s.<br />

Martini ... De carico cujusque sandali<br />

solvant denarios sex. Fidantiam in unoquoque<br />

anno ... ìllolen<strong>di</strong>na, quae Papa<br />

mine tenet, duodecim quae sunt extra,<br />

et unum qtiodeit supra laeutn, quiete<br />

<strong>di</strong>miltant. Murumcivitalis deslruentsecun<strong>di</strong>nn<br />

praeceptum euriae,nec sine e-<br />

jus licen da eiini ae<strong>di</strong>jicent. Ma in bre-<br />

ve le cose cambiarono d' aspetto , e nel<br />

pontificato dello stesso Pasquale II non<br />

solo Ninfa, ma ancora Semionda e Tiferà<br />

o Tiheria, e quasi tutto il paese Pon-<br />

tino, regionali AJaritimaui, venue tolto<br />

alla s. Sede da Tolomeo conte Tuscola-<br />

uo. Alla metà dello stesso secolo XII, Pa-<br />

pa Eugenio III ricevè per composizione<br />

Terracina,Norba, Sezze ealtre città Pon-<br />

tine colla rocca <strong>di</strong> Fumone. Non molto<br />

dopo Adriano IV <strong>di</strong>ede il possesso del ca-<br />

stello d'Acqua Puzza o Putrida (<strong>di</strong> cui a<br />

Sezze enei voi. LXX.IV, p. 176) ad A<strong>di</strong>nolfo,<br />

il quale prima ribelle alla Sede<br />

apostolica, erane <strong>di</strong>venuto poi ubbi<strong>di</strong>en-<br />

lissiino. Nel 1 109 a detto Papa gli successe<br />

Alessandro 111, il qualequautuuque<br />

eletto in Roma secondo tulle le leggi ca-<br />

noniche da'car<strong>di</strong>uali, fu costretto <strong>di</strong> sot-<br />

trarsi da quella città con precipitosa fu-<br />

ga, temendo de' Colonuesi e de'faziosi, i<br />

(piali eransi uniti in lega col clero della<br />

basilica Vaticana, per seguire le parti del-<br />

l' iulruso antipapa Vittore IV detto V,<br />

VEL 87<br />

sostenuto colle armi dall'imperatore Fe-<br />

derico I. Alessandro 111 insieme colla più<br />

sana parte de' car<strong>di</strong>nali, i quali sostene-<br />

vano la legittima elezione sua, si ritirò<br />

nel paese Pontino, e in Ninfa nella vigi-<br />

lia <strong>di</strong> s. Matteo, ossia a'20 settembre del-<br />

lo stesso 1 i5g, e non altrimenti come erroneamente<br />

molti scrissero copiandosi,<br />

venne con solenne rito consagrato e co-<br />

ronato, al modo narrato al paragrafo Ci-<br />

sterna, per confutare que'non pocbi ebe<br />

asserirono ivi seguite tali sagre funzioni;<br />

dappoiché i nemici <strong>di</strong> quel magnanimo<br />

Papa , per concitargli l'o<strong>di</strong>o e l'orrore<br />

pubblico, andarono spargendo comunemente<br />

<strong>di</strong>e quelle solenni funzioni eransi<br />

celebrale alla Cisterna ci i Nerone, menzogna<br />

che avea qualche simigliami col ve-<br />

ro perchè Ninfa era assai vicina a Cister-<br />

na , pretendendo goffamente <strong>di</strong> fare reputare<br />

Alessandro III qual altro Nerone<br />

il più. fiero <strong>di</strong> tutti i tiranni. Non essendo<br />

poi il Papa ben sicuro in Ninfa, si portò<br />

a Tenaci uà, e <strong>di</strong> là passò negli stati <strong>di</strong><br />

Guglielmo I re <strong>di</strong> Sicilia, e finalmente si<br />

lifugiò iu Francia. Dipoi Federico I per<br />

ven<strong>di</strong>carsi d' Alessandro Ili che 1' avea<br />

scomunicato, <strong>di</strong>strusse Ninfa, come rac-<br />

conta il Piazza, anch' egli errando nel-<br />

l'anno in che vi si recò Alessandro III,<br />

anzi con altro fallo la <strong>di</strong>sse forse l'antica<br />

Astura, <strong>di</strong> cui riparlai ne' voi. LIV,p. 201,<br />

LXX[V, p. 276. Verso la fine dello stes-<br />

so secolo Leone Frangipani impegnò per<br />

i5o libbre il castello d' Astura a Celestino<br />

HI; il cui successore Innocenzo III comprò<br />

la 3." parte totius Castri Nympharum<br />

cimi teniinentis et pertinentiis suis<br />

ìnlus et deforis, prò quingentis triginta<br />

libris provisiiiorum, da'fralelli Filippo e<br />

Bartolomeo Lombar<strong>di</strong>, e dalla sorella Aidruda<br />

vedova <strong>di</strong> Scotti, i quali n' erano<br />

padroni. Osservai! Marini negli Archiatri,<br />

che il castello <strong>di</strong> Ninfa assai rinoma-<br />

to ue'bassi secoli, fu successivamente pos-<br />

seduto da vari padroui, i quali però sem-<br />

pre riconobbero il dominio della Chiesa<br />

romana su <strong>di</strong> esso. Nicolò 111 nel 1279


88 V E L<br />

assegnò ari nualmen te ahuoai'chiatroG io-<br />

vanni <strong>di</strong> Luca 55 lire <strong>di</strong> provesiui sopra<br />

Je ren<strong>di</strong>te del castello <strong>di</strong> Ninfa, e ne scris-<br />

se al suo podestà, consiglio e comune. Di-<br />

rocca taNinfa per l'in<strong>di</strong>cato ecci<strong>di</strong>o,in pro-<br />

gresso <strong>di</strong> tempo i suoi citta<strong>di</strong>ni passarono<br />

ad abitare in Norma, castello fabbricato<br />

<strong>di</strong> nuovo presso 1' antica Norba. Trovo<br />

in Novaes, che il castello <strong>di</strong> Ninfa appar-<br />

tenente alla camera apostolica , fu dato<br />

da Bonifacio Vili a'2 ottobre i3oo a Pie-<br />

tro Gaelani suo nipote, ed a'suoi succes-<br />

sori, per un annuo canone, e la cessione<br />

d'alcuni effetti che essi possedevano nel-<br />

I Orvietano. Tutta volta afferma Piazza,<br />

apparire dagli alti del notaio Pietro Fer-<br />

raccia, de'i5 luglio 1 337, che il castello<br />

tli Ninfa ne' volsci spettasse alla chiesa e<br />

ospedale de'pellegrini <strong>di</strong> s. Matteo (V.)<br />

in Merulana <strong>di</strong> Roma, e della quale ne<br />

rifeci cenno nel voi. LXXV , p. 65. In<br />

tempo d'Urbano VI ribellatosi Onorato<br />

Caetani conte <strong>di</strong> Fon<strong>di</strong> (F.), fautoredel-<br />

1' antipapa, fu scomunicato e privato <strong>di</strong><br />

IVinfa, Bassiano e Sermoneta, confiscan-<br />

doli e incamerandoli. In<strong>di</strong> Bonifacio IX,<br />

che gli successe nel i 389, assolse il figlio<br />

conte Giacomello e gli restituì i 3 castelli.<br />

II Nicolai a p. 1 1 3 riporta la lite de'con-<br />

fini de'territorii tra Ninfa e Sezze (P.),<br />

ed altre signorie de' Caetani, ed inoltre<br />

narra, che il suddetto Pietro Gaelani per<br />

<strong>di</strong>venir padrone del castello e del terri-<br />

torio <strong>di</strong> Ninfa, spese 200,000 fiorini d'o-<br />

ro, con istromento <strong>di</strong> comprila dell'8 set-<br />

tembreisgS. E siccome una porzione <strong>di</strong><br />

quel castello e territorio da molto tempo<br />

spettava alla camera apostolica, perchè<br />

comprata da Innocenzo III, cosi Pietro la<br />

ricevè a titolo <strong>di</strong> feudo da Bonifacio Vili<br />

neh3oo. Riferisce Marocco, che in Nin-<br />

fa si fa molta caccia <strong>di</strong> anitre selvatiche<br />

e <strong>di</strong> altri volatili, e vi si trovano utilissime<br />

erbe botaniche.<br />

Bocca Massima. Comune della <strong>di</strong>oce-<br />

si <strong>di</strong> Velletri, eoo territorio in monte, a<br />

sinistra della via che da quella città con-<br />

duce a Cori, da Velletri <strong>di</strong>stante io mi-<br />

VEL<br />

glia e da Roma 35, secondo Bauco, men-<br />

ti eNibby le accorcia, nell'Analisi de <strong>di</strong>n-<br />

torni <strong>di</strong> Roma, t. 3, p. 1 7. Essa è situata<br />

sopra un monte scosceso, ultimo contrafforte<br />

del dorso detto volgarmente mon-<br />

te Lanteria, in luogo <strong>di</strong> monte d' Artena,<br />

contrafforte anch'esso della cima del mon-<br />

te Lepino, oggi detta monte Nero. A pri»<br />

mo aspetto, <strong>di</strong>ce il Nibby, ravvisasi per<br />

la posizione d'un'anlica fortezza, la qua-<br />

le non potè essere se non quella detta dagli<br />

antichi scrittori Carventum, ed Arx<br />

CtfAWrttà/jtf.IlsullodatoDeMatthias nel<br />

suo Saggio <strong>storico</strong> <strong>di</strong> Vallecorsa, sostiene<br />

che l'Arx Carvcntana, ossia la Rocca<br />

Carventana, fosse piuttosto nel comune<br />

<strong>di</strong> Castro soggetto al governo <strong>di</strong> Val-<br />

lecorsa; e che probabilmente Castro successe<br />

all'antico Caslrimonium oppìdum<br />

F olscorum in Latio , il quale era <strong>di</strong>feso<br />

dall'^rx Carventana. Narra esistere nel'<br />

le vicinanze del territorio <strong>di</strong> Castro una<br />

collina denominata da'eastrensi Calvento,<br />

forse corruzione <strong>di</strong> Carvento, Mons<br />

Carventum. Però il Nicolai parlando <strong>di</strong><br />

Ecetra la <strong>di</strong>ce vicina a Ferentino, non la<br />

città etnica, ma Ferentino <strong>di</strong> monte Albano;<br />

ed il Nibby collocandola a Marino,<br />

la <strong>di</strong>ce succeduta alla colonia <strong>di</strong> Castrimonium,<br />

ed a pie <strong>di</strong> tal città <strong>di</strong>ce che fu<br />

\\ Ferentinum, luogo destinato all'assem-<br />

blee nazionali durante l'in<strong>di</strong>pendenza del<br />

Lazio per gli affari della confederazione.<br />

AggiungeNibby,cheSlefano,citando Dio-<br />

nisio, credette X Arx Carventana, città<br />

latina. E fabbricata Rocca Massima sulla<br />

vetta d'elevato monte, con antichi avanzi<br />

<strong>di</strong> fortificazioni militari, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Bau-<br />

co, il quale soggiunge: Massima fu questa<br />

Rocca appellata, perchè ne'remoti tempi<br />

era massima in elevatezza e in fortezza. Il<br />

Piazza parlando della Rocca de' Massi-<br />

mi, la <strong>di</strong>ce posta sulla cima ben erta d'un<br />

monte circondato <strong>di</strong> selve e boschi, il più<br />

alto abitato che per avventura si trovi in<br />

tutta la Campagna, fabbricato con anti-<br />

chissimi testimoni <strong>di</strong> gelosie militari io<br />

forma <strong>di</strong> fortissima Rocca, col recinto <strong>di</strong>


V EL<br />

olle e ben munite muraglie; della declas-<br />

simi o perchè quivi si ricovrii o n'ebbe il<br />

dominio la nobilissima e mitica famiglia<br />

<strong>di</strong> queslo nome, o perchè fosse la Massima<br />

in altezza e fortezza tra' circostanti<br />

paesi. Certo è, soggiunge, che per natu-<br />

ra del sito e per Ja struttura della Rocca<br />

ella riesce sopra modo inespugnabile per<br />

qualunque assalto. Anche il Ricchi nella<br />

Reggia de' Volsci > cap. 3g: RoccaMassima<br />

} la <strong>di</strong>ce situata nella maggior sommità<br />

<strong>di</strong> erto e precipitoso monle, fra Giu-<br />

liano o Giugliano e Segni, la più. alta Rocca<br />

della Campagna de* volsci, forse me-<br />

ritando il suo titolo <strong>di</strong> Massima per la sua<br />

grande eminenza, ovvero per aver avuto<br />

il suo essere dalla nobile famiglia Mas-<br />

simo. La <strong>di</strong>chiara pure inespugnabile a<br />

qualunque assalto <strong>di</strong> guerra, per l'asprez-<br />

za e scabrosità del monte che impe<strong>di</strong>sce<br />

l'accesso in qualunque parte alle squadre<br />

nemiche, che però <strong>di</strong>cesi Arx ab arcen-<br />

do. Riesce molto forte e invincibile ezian-<br />

<strong>di</strong>o per artificio d'arte nella struttura de-<br />

gli antichi baloar<strong>di</strong> e altre fortissime inu-<br />

la, con occhi e gelosie militari da'quali<br />

viene recinta. Ha questa terra la chiesa<br />

parrocchiale de<strong>di</strong>cata a Dio, come tutte,<br />

in onore <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo, con ar-<br />

cipretee un cappellano. Fuori del suo re-<br />

cinto poi ha altra chiesa con ospedale: il<br />

suo protettore è s. Isidoro agricoltore, e<br />

vi sono due confraternite secolari. A 'tem-<br />

pi del Piazza e del Ricchi, poco <strong>di</strong>stante<br />

dalla terra pravi il collegio de' sacerdoti<br />

dottrinari, applicati al ministero de' sa-<br />

gramenti,a promuovere l'istruzione del-<br />

la dottrina cristiana , e per sussi<strong>di</strong>o non<br />

solamente del parroco del castello, ma an-<br />

cora <strong>di</strong> que'contorni che lo richiedevano.<br />

Quella comoda casa fu dotata colle pro-<br />

prie sostanze <strong>di</strong> convenienti entrate, pel<br />

mantenimento de'sacerdoti e altri operai,<br />

dalla nobile matrona romana Massima<br />

de' Conti, virtuosa pel zelo delle anime.<br />

Leggo inoltre nel Nibby , che T. Livio<br />

racconta le gesta avvenute presso quella<br />

città o fortezza, ch'egli chiama Arx Cai-<br />

VEL 89<br />

venlana. Nel 247 <strong>di</strong> Roma i volsci occuparono<br />

l'arce Carventana, e l'esercito romano<br />

la riprese profittando d'un momen-<br />

to <strong>di</strong> negligenza <strong>di</strong> quelli che l'occupa-<br />

vano, usciti per saccheggiare; l'anno se-<br />

guente una negligenza simile per parte<br />

de'romani ne fece padroni gli equi alleati<br />

de' volsci, ne per quanto facessero onde<br />

ritoglierla i romani la poterono riavere;<br />

e nel 34g era ancora in potere degli e-<br />

qui e de' volsci collegati. Queste sono le<br />

poche notizie, che <strong>di</strong> quella rocca ci rimangono,<br />

le quali però, se non <strong>di</strong>mo-<br />

strano pienamente essere l'Arce Carven-<br />

tana nel sito <strong>di</strong> Rocca Massima, non si oppongono<br />

nemmeno a tale congettura. Im-<br />

perocché era l'Arce Carventana d'origine<br />

latina, come <strong>di</strong>mostra Dionisio citato da<br />

Stefano: era nel tempo medesimo sul li-<br />

mite <strong>di</strong> quel territorio a contatto co' vol-<br />

sci , e soggetta alle scorrerie degli equi,<br />

come mostra Livio: era finalmente cosi<br />

forte, che non si poteva prendere se non<br />

per sorpresa, e che potè resistere a due<br />

eserciti consolari, circostanze, che in Roc-<br />

ca Massima si trovano a segno che il fat-<br />

to si rinnovò nel i55y quando per sor-<br />

presa e con istratagemma militare veli-<br />

ne occupata dalle genti del duca d'Alba,<br />

nella guerra <strong>di</strong> Campagna contro Paolo<br />

IV, benché questo avea posto in istato<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa le provincie <strong>di</strong> Marittima e Cam-<br />

pagna; alla quale occupazione segui il de-<br />

plorabile ecci<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Segni (f.). Racconta<br />

Bauco, che non sembra priva <strong>di</strong> fondamento<br />

1' opinione d'avere avuto Rocca<br />

Massima il suo principio da'veliterni, che<br />

per evitare la crudeltà e barbarie de'goti<br />

nel 4 IO > e quella de' vandali nel 4^><br />

furono costretti ad abbandonare la pro-<br />

pria patria, ed a rifugiarsi e nascondersi<br />

fra le balze e i <strong>di</strong>rupi de'monti più inac-<br />

cessibili , ove fortificarsi per loro <strong>di</strong>fesa.<br />

Vuole Calindri , seguendo la tra<strong>di</strong>zione<br />

de'corani, che questo castello fu fondato<br />

daQuepio Massimo da Cori, verso il 608<br />

<strong>di</strong> nostra era. Ciò sostengono i corani an-<br />

che per la coufederazioae immemorabile


f)o V E L V E L<br />

e durevole tra Cori e il vicino paese <strong>di</strong> nino, è pure conlrafforle del monte A-<br />

llocca Massima. Marocco non l'afferma, culo che separa il bacino dell'Amene <strong>di</strong>t<br />

perchè semplice tra<strong>di</strong>zione; ed il Bauco quello del TrerooTotero oggiSacco.L'ab<strong>di</strong>ce<br />

soltanto ritenerne i corani fondatore bondanza de'carpini in quelle montagne<br />

Quinzio Massimo loro concitta<strong>di</strong>no. Ri- moltiplicò la denominazione <strong>di</strong> Carpine-<br />

ferisce inoltre Dauco, che Rocca Massi- to a varie punte. Il monte Carpineto im-<br />

n»a fu già feudo della principesca casa me<strong>di</strong>atamente domina sulla riva destra<br />

Pamphilj-Doria;ed il Piazza <strong>di</strong>chiara che dell'Amene. Fra gli altri luoghi ouaoni»<br />

a suo tempo era posseduta dal duca Sai- mi vi è Carpineto <strong>di</strong> Reggio <strong>di</strong> Modena,<br />

viali, altrettanto confermando Ricchi e ove si recò s. Gregorio V II), alberi che<br />

il moderno Nibby; per ere<strong>di</strong>tà de'Salvia- ivi abbondano, e <strong>di</strong>cesi che fosse in due<br />

li essendo passata ne'principi Borghese, villaggi <strong>di</strong>viso e <strong>di</strong>stinto, e quin<strong>di</strong> insie-<br />

uno de'quali educa Salviati,a cui appar- me uniti è in tal modo generalmente<br />

iiene. Il suo territorio produce viiio, gra- chiamato. Auche Marocco <strong>di</strong>ce che il fab-<br />

uo, olio, ghianda e pascoli. bricato del castello <strong>di</strong> Carpineto siede so-<br />

Governo <strong>di</strong> Segni. pra un colle eminente in mezzo ad alti<br />

Segni (F.), città vescovile, con residea- monti , che gli formano un anfiteatrale<br />

za del vescovo e del governatore. contorno, dove saluberrimo è il clima, e<br />

Carpineto. Comune della <strong>di</strong>ocesi d'A- luogo a proposito per chi amasse un' a-<br />

(lagni e vice-governo, cou territorio in mena solitu<strong>di</strong>ne, sembrando quasi <strong>di</strong>morile,<br />

con molti e buoni fabbricati cinti sgiunto dal mon<strong>di</strong>ale consorzio. Le mon-<br />

<strong>di</strong> mura , con bel borgo, secondo il Ca- tagneda cui è circondato gli rendono <strong>di</strong>-<br />

stellano <strong>di</strong>stantei6 leghe da Roma, 6 da gnitoso ornamento per essere vestite <strong>di</strong><br />

Anagnie 3 da Segni. Lo chiama cospicuo folli castagneti e d' altre piante fruttifeborgo<br />

che da remoti tempi ha il titolo <strong>di</strong> re, avendo anche pascoli salubri, perchè<br />

ducato,egià si noverò fra'muuiti forti d'I- non ha alcun terreno paludoso, e molte<br />

talia uel me<strong>di</strong>o evo. Giace su ridente col- erbe che trovatisi sui colli olezzano soa-<br />

Jina superala all'intorno dalle più eleva- veniente, e molte sono botaniche. Conta<br />

te vette Lepine, e gode <strong>di</strong> sanissimo eli- una popolazione <strong>di</strong> oltre 34 1 6, tale cifra<br />

ina. Si vedono gl'imponenti ruderi del- registrando la Statistica deli 853; i quali<br />

l'antico castello costruito ue'bassi tempi, abitanti sono applicati a'Iavori rurali, al<br />

ove sono le carceri, elevalo su <strong>di</strong> arduo trallico ed all'arti meccaniche, ed ivi si<br />

e precipitoso macigno, e circondato <strong>di</strong> tor- esercitano le più necessarie. Il paese è <strong>di</strong><br />

regalanti mura, che deperirono per l'ab- figura quasi rettilinea, seguitando le falde<br />

baudouo dopo la cessazione dell'italiche delcolle su cui è posto. Le interne vie so-<br />

fazioui de'guelfi e ghibellini, sorgendovi no scoscese, meno quella che comincia<br />

ora la torre comunale dell' orologio pub- dall'antica porta <strong>di</strong> s. Sebastiano fino al-<br />

blico sopra una parte del maschio. La più la vaga piazza, e l'altra che dalla chiesa<br />

alta cima de'Lepini, che <strong>di</strong>cesi Semper- <strong>di</strong> s. Michele Arcangelo, antica e <strong>di</strong> sti-<br />

visa, offre uno de' più magnifici punti legotico, già abbaziale, conduce parimeli-<br />

<strong>di</strong> vista, onde abbonda il suolo italiano, te alla piazza medesima. Il fabbricato è<br />

Apprendo- da Marocco, che la derivazio- piuttosto altoe visiono buone abitazioni,<br />

ne del nome <strong>di</strong> Carpineto si pretende da Ha 4 interne chiese parrocchiali, che no-<br />

unaselva <strong>di</strong>carpani (o carpini, Carpinus minerò con Marocco. La collegiata ittsi-<br />

Betulus <strong>di</strong> Linneo, specie <strong>di</strong> frassino, il gue sotto l' invocazione de' ss. Giovanni<br />

monte Carpineto, ultimocontraffurtedel- Battista ed Evangelista, sulla detta piaz-<br />

I Arcinazzo, nella ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Subiaco, puu- za situata, eretta uel 1770 al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Ca-<br />

lo culminante <strong>di</strong> quella caleuadell'Apea- lindri, e perciò <strong>di</strong> moderna e ben inlesa


VEL<br />

costruzione, con suo capitolo « la <strong>di</strong>gni-<br />

tà del preposto. L'arciprettira <strong>di</strong> s. Gio-<br />

vanni. La chiesa <strong>di</strong> s. Nicola <strong>di</strong> Bari , e<br />

quella <strong>di</strong> s. Giacomo apostolo, ambedue<br />

col titolo abbaziale. Nel i 749 io cm s ><br />

pubblicò l' Istoria della cattedrale d' Anagni<br />

<strong>di</strong> De Magistris , le 4 chiese par-<br />

rocchiali erano l'arcipretile <strong>di</strong> s. Giovanni<br />

Evangelista, e le 3 abbaziali <strong>di</strong> s. Ma-<br />

ria Maggiore, <strong>di</strong> s. Angelo, e <strong>di</strong> s. Nico-<br />

la vescovo. Vi sono anche due conventi<br />

siibiu bani colle loro chiese. Uno è quel-<br />

lo <strong>di</strong> s. Agostino protettore del luogo, lun-<br />

gi mi 4-° <strong>di</strong> miglio da Carpineto, degli a-<br />

gostiniani che nelle vicende politiche de'<br />

primi anni del secolo coi lente doverono<br />

lasciare, e poi vi tornarono in minor nu-<br />

mero. La vetustissima chiesa è <strong>di</strong> gotica<br />

architettura, e<strong>di</strong>ficala con massi quadrati<br />

neh 35odafr. Gregorio Sii vestii del medesimo<br />

luogo, e coperta d'un tetto che<br />

ricorda quello mirabile della basilica O-<br />

stiense eonsumatodallefiamme nel 1 823.<br />

I <strong>di</strong>pinti della tribuna fauno fede cuine<br />

la chiesa e l'annesso ampio convento ap-<br />

partenessero all'oi<strong>di</strong> ne de'templari. L'in-<br />

gresso è magnifico <strong>di</strong> prospetto a Carpineto,<br />

fiancheggiato da due leoni. Sopra<br />

l'arco è la B. Vergine avente a' lati i ss.<br />

Paolo i.° eremita e Antonio abbate; e più<br />

sotto i simboli de' 4 Evangelisti, in mez-<br />

zo a'quali è collocato l'Agnello pasqua-<br />

le. L'altro convento è <strong>di</strong>stante da Carpi-<br />

neto dopo brevissimo e ameno passeggio,<br />

ad esso pure <strong>di</strong> prospetto e situato alle<br />

falde del monte Capreo, uno de'Lepini<br />

colla vetta più. alta degli altri. Questo bel<br />

convento de'minori osservanti riformati,<br />

che vi stanziano numerosi, fu fabbrica-<br />

lo colla chiesa dalla munificenza del car-<br />

<strong>di</strong>nal Pietro Aldobran<strong>di</strong>no come accen-<br />

nai nel voi. XXV 11, p.i58, con annesso<br />

palazzo abitato dal car<strong>di</strong>nale ne'tempi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>porta 11 Ricchi celebra il fioritissimo<br />

stu<strong>di</strong>o che nel convento vi tenevano i re-<br />

ligiosi, nelle filosofiche e teologiche <strong>di</strong>sci-<br />

pline. 1 contigui orti, i prati e la macchia<br />

souo ciuli da mura, essendo tutto il lab-<br />

VEL D i<br />

bricato <strong>di</strong>gnitoso e vasto, degno del ma-<br />

gnifico nipote <strong>di</strong> Clemente Vili. 11 chiostro<br />

perfettamente quadrato ha nel mez-<br />

zo la cisterna, e al <strong>di</strong> sopra da due parti<br />

vedesi una loggia graziosissiraa collo stemma<br />

marmoreo del car<strong>di</strong>nale. Sul fronto-<br />

ne dell' ingresso principale della chiesa<br />

ammirasi il busto marmoreo d'eccellen-<br />

te scalpello <strong>di</strong> s. Pietro apostolo, a cui è<br />

sagra, dono del medesimo porporato. Vi<br />

sono buoni quadri, e quello <strong>di</strong> s. Fran-<br />

cesco che riceve le s. Stimmate, alla sini-<br />

stra della cappella del ss. Crocefisso , è<br />

stupendo lavoro <strong>di</strong> classico pennelIo:grau-<br />

<strong>di</strong>osa è la sagrestia. Antica è l'altra chie-<br />

sa suburbana <strong>di</strong> s. Maria del Popolo, presso<br />

la quale era 1* ospedale de' poveri. La<br />

sua fronte è gotica, con bell'atrio, <strong>di</strong> cui<br />

due pilastri si vedono ornati <strong>di</strong> due teste<br />

<strong>di</strong> cavallo, e sulla stessa facciata vi sono<br />

varie croci <strong>di</strong> pietra. L' ingresso è mar-<br />

moreo,abbellito<strong>di</strong> bassorilievi a fogliami,<br />

colla ss. Vergine sedente sopra <strong>di</strong> esso <strong>di</strong><br />

bel lavoro, essendo l'occhialone formato<br />

con molta maestria <strong>di</strong> scalpello d'un so-<br />

lo pezzo. Nell'interno è rimarchevole l'al-<br />

tare <strong>di</strong> s. Rocco con due Angeli laterali e<br />

la B. Vergine sedente in alto; a' fianchi<br />

dell' altare si vedono i ss. Pietro e Paolo,<br />

e più sotto s. Bartolomeo e s. Simone.<br />

La pietra che forma l'altare e i bassori-<br />

lievi, è delle vicine cave <strong>di</strong> Carpineto. Al-<br />

le falde del paese è la chiesa <strong>di</strong> s. Miche-<br />

le Arcangelo de'confrati della Morte, ove<br />

s' ammira la Crocefissione <strong>di</strong> Giulio Romano,<br />

e si rimarca la tomba del celebre<br />

Lorenzo Porta dottissimo (non però ar-<br />

chiatro pon lificio, come vuole Castellano,<br />

non trovandolo tra' me<strong>di</strong>ci archiatri nel<br />

Marini), riportandone l'onorifica e pro-<br />

lissa iscrizione Marocco, insieme alle la-<br />

pidarie <strong>di</strong> Carpineto, due delle quali con<br />

morali sentimenti nel <strong>di</strong>aletto del paese.<br />

Esistono pubbliche scuole che insegnano<br />

da'primi ru<strong>di</strong>menti giammai icaii sino al-<br />

la rettorica, e per le fanciulle vi sono le<br />

maestre pie. Manca Carpineto d' acque<br />

perenni neh' interno , e delle piovane si


9*<br />

VE L<br />

servono i popolani , ma due pubbliche<br />

limpi<strong>di</strong>ssime fonti trovatisi però a poea<br />

<strong>di</strong>stanza, una cioè vicino alla chiesa della<br />

t>. Annunziata, l'altra <strong>di</strong>etro la chiesa <strong>di</strong><br />

s. Sebastiano che viene detta ilfonte <strong>di</strong><br />

Pandolfo. Il Ricchi, il De Magistris e il<br />

Calindri parlano dell'origine <strong>di</strong> Carpine-<br />

to.Secorulo l'autore dell' Aquila volante,<br />

lib. 2, cap. 6g, fu fabbricata da Carpeto<br />

Silvio re de'latini, figlio del re Capys <strong>di</strong>-<br />

scendente d'Enea che fondò Capua, e fra-<br />

tello <strong>di</strong> Tiberino che s'annegò nel (ìume<br />

Albulaegli <strong>di</strong>e il nome <strong>di</strong> ZeveTUj per cui<br />

credesiciò avvenuto g23 anni prima del-<br />

l'era nostra. Altri opinano che Carpine-<br />

to sia derivato da alcuni pastori che tenevano<br />

il gregge fra' molti carpini <strong>di</strong> cui<br />

sono ricoperti i suoi monti, opinione ri-<br />

ferita come I' altra da Calindri, il quale<br />

aggiunge, formarsi il suo stemma comu-<br />

nale da 3 Carpini. Dice ancora che fu <strong>di</strong>-<br />

strutta da'romani dopo 3oo anni <strong>di</strong> con*<br />

tinnii guerra fatta da'popoli ch'erano iu<br />

Carpineto; e che nel i (ìlio sotto Alessan-<br />

dro VII deperì quasi intera la popolazio-<br />

ne, epoca che forse devesi anticipare al<br />

i656. Fu posseduto qua! feudo nobile,<br />

dopo la camera apostolica, da vari signo-<br />

ri, prima da'Caetaui, poi da'Conti, a'quali<br />

nel 1428 lo confermò Martino V, e Ca-<br />

millo Conti n'era duca nella metà del se-<br />

colo XVII, come notai nel voi. XVII, p.<br />

74 e 7^. Tuttavolta leggo nelle Memorie<br />

Colonnesi del cav. Coppi, che Martino<br />

V Colonna nel <strong>di</strong>videre tra'suoi paren-<br />

ti nel 1427 i beni, attribuì ad Antonio il<br />

<strong>di</strong>ritto su Carpineto. Dipoi fu ducato de-<br />

gli Aldobrandmi , in<strong>di</strong> de' Pamphilj, ed<br />

ora de' principi Borghese Aldobran<strong>di</strong>ni,<br />

gli stemmi de'quali si vedono sparsi nel<br />

paese. Marocco <strong>di</strong>ce che fu feudo anche<br />

de'Caraffa, e Calindri notò che il suo duca<br />

nel 1750 donò a Benedetto XI V uno<br />

storione <strong>di</strong> libbre 55o preso ne'nostri ma-<br />

ri. 11 Ricchi nella Reggia de' Voh ci trat-<br />

ta uel cap. 9: De'soggetti illustri, <strong>di</strong> Car-<br />

pineto, con breve descrizione della tèrra.<br />

Francesco Leopar<strong>di</strong> fu iutimo familiare<br />

V EL<br />

d'Alessandro VII, e decorò l'aula conci-<br />

storiale, non però avvocato concistoriale,<br />

non trovandolo nel Syllabum Advoca-<br />

tortini s. Consistoriideì Cartari; può dar-<br />

si non<strong>di</strong>meno che lo fosse dopo pubblica-<br />

ta l'opera, stampata uel 1 656 e de<strong>di</strong>cata<br />

a detto Papa. Sebastiano Leopar<strong>di</strong> arci<strong>di</strong>acono<br />

<strong>di</strong> Sezze e poi vescovo <strong>di</strong> Vena-<br />

fio. Alessandro Porcari eccellente fisico<br />

ed egregio poeta; pubblicò nel i638 in<br />

Napoli un' opera poetica iu lode del car-<br />

<strong>di</strong>nal Ippolito Aldobran<strong>di</strong>ni , al quale il<br />

Ricchi attribuisce la biblioteca <strong>di</strong> Carpi-<br />

neto, e l'erezione del convento e chiesa <strong>di</strong><br />

s. Pietro. Fr. Angelo Seneca 1." custode<br />

ueli6i8 della riforma romana de'aiino-<br />

ri osservanti, de'quali era stato ministro<br />

provinciale e procuratore generale, poi<br />

defiuitore generale. Fr. Giacomo da Car-<br />

pineto de'riformati, celebre pre<strong>di</strong>catore e<br />

teologo i nsigne.profondo eru<strong>di</strong>to come <strong>di</strong>-<br />

mostrò nel suo poema epitalamico stam-<br />

pato neh 638. Altri religiosi riformali il-<br />

lustri furono gli Automi, i Gabrielli, i Leo-<br />

ni, i Baldassari, i Paoli, i Giacomi. Fra i<br />

pro<strong>di</strong> militari si <strong>di</strong>stinsero FrancescoCon-<br />

li colonnello de' veneziani nella guerra <strong>di</strong><br />

Cm<strong>di</strong>a; il nipote Alessandro Conti al ser-<br />

vizio della stessa repubblica nella guerra<br />

<strong>di</strong> Godìi; <strong>di</strong> essa inoltre fu capitano e in-<br />

gegnere in Levante Pietro Paolo Briganti<br />

de Conti parente de'precedenti. Aggiungerò<br />

che Marocco celebra Antonio Gozzi<br />

protome<strong>di</strong>co nel 1570 e archiatro pon-<br />

tifìcio, ma il Marini non lo noverò tra gli<br />

Archiatri pontificii. Il Calindri <strong>di</strong>ce che<br />

Carpineto ha dato i natali a molti insigni<br />

uomini d'ogni scienza, e ad un Pecci ve-<br />

scovo <strong>di</strong> Segni, ma nella serie che formai<br />

<strong>di</strong> que' vescovi non lo trovai. Bensì è de-<br />

gnissimo arcivescovo vescovo della nobi-<br />

lissima città <strong>di</strong> Perugia, il car<strong>di</strong>nal Gioac-<br />

chino Pecci <strong>di</strong> Carpineto del titolo <strong>di</strong> s.<br />

Grisogono (del quale, e del possesso che<br />

vi prese il car<strong>di</strong>nale, riparlai nel voi.<br />

LXXX, p. 322), elevato alla s. porpora<br />

a' 19 <strong>di</strong>cembre 1 853 dal Papa regnante.<br />

Riporta il u.° 8 del Giornale <strong>di</strong> Roma del


VE L<br />

18T4. <strong>di</strong>e il comune <strong>di</strong> Carpi lieto lieto<br />

della gloria che gli derivò per l'esaltazione<br />

dell'illustre e tanto benemerito concitta<strong>di</strong>no,<br />

già arcivescovo <strong>di</strong> Dannata e nun-<br />

zio apostolico <strong>di</strong> Brusselles, inviò al Pa-<br />

pa un'apposita deputazione composta <strong>di</strong><br />

parte del capitolo e del municipio , per<br />

significargli i sentimenti <strong>di</strong> riconoscenza.<br />

E nel n.°i45 riferisce un articolo <strong>di</strong> Car-<br />

pineta, ove è descritto come il comune a'<br />

i3 ei4 giugno, per dare all'illustre con-<br />

citta<strong>di</strong>no un solenne attestato della gioia<br />

provata nel <strong>di</strong> lui innalzamento alla s.<br />

porpora, da tutti gli abitanti messo tut-<br />

to a festa il maggior tempio, sulla porta<br />

collocò l'iscrizione che riporta. I vescovi<br />

d' Anagni e <strong>di</strong> Segni amarono prendervi<br />

parte alle sagre funzioni che si celebra-<br />

rono. 1 poveri ebbero larghi soccorsi da'<br />

nobili fratelli del car<strong>di</strong>nal Pecci e dal municipio,<br />

il quale volle pure conferire due<br />

doti a zitelle bisognose. Tutto il paese poi<br />

manifestò la più sentita esultanza, ralle-<br />

grato dall'armonie della banda citta<strong>di</strong>na.<br />

Un arco trionfale, sormontato dallo slemma<br />

gentilizio del car<strong>di</strong>nale, fu eretto al-<br />

l'ingresso <strong>di</strong> Carpineta con corrisponden-<br />

te epigrafe. In ambedue le sere si fecero<br />

brillanti illuminazioni, con fuochi artifi-<br />

ciali, ed elevazione <strong>di</strong> globi 01 eostatici. I<br />

signori Pecci invitarono i vescovi, la mu-<br />

nicipalità, e altre <strong>di</strong>stinte persone ac-<br />

corse al festeggiameuto ad un serale trattenimento,<br />

in cui furono letti vari compo-<br />

nimenti analoghi alla circostanza. L' in-<br />

dustria degli abitanti merita encomio, ed<br />

il commercio <strong>di</strong> bestiame è notabile. Ol-<br />

tre il mercato settimanale del sabato, si<br />

fanno due annue fiere, lai." per la festa<br />

del protettore s.Agostino,l'altra per quel-<br />

la <strong>di</strong> S.Francesco <strong>di</strong> Asisi. Narra Ricchi,<br />

a<br />

che siccome la 1 . si solennizza per 1 5 gior-<br />

niavanti, così viene proseguita conaltiet-<br />

tanti dopo , con fiera libera dal peso <strong>di</strong><br />

qualunque dazio, giusta l'indulto <strong>di</strong> Pao-<br />

lo IV, confermato poi da Gregorio XIII.<br />

Dice Calindri che nel territorio sorgeva la<br />

citià volsca <strong>di</strong> Cuetra (dubito errata il<br />

V E L 9 3<br />

vocabolo, non conoscendola con tal no-<br />

me), e varie castella, delle quali non esi-<br />

ste orma. Negli scavi tentati si trovarono<br />

monete de'primi tempi della repubblica<br />

romana. Sulla più alta delle sue montagne<br />

vi sono i pozzi camerali della neve,<br />

e da un lato la grottta che merita <strong>di</strong> es-<br />

sere visitata, denominata da' locali For-<br />

male. Castellano la qualifica meraviglio-<br />

sa, offrendo eru<strong>di</strong>to pascolo a' naturali-<br />

sti. L' ingresso è angusto e rovinose rupi<br />

lo circondano, destando raccapriccio nel-<br />

l'entrarvi. Sembra che la natura sia sta-<br />

ta gelosa <strong>di</strong> schiudere libero varco alle<br />

sue ascose bellezze. Spazia per entro in<br />

gran<strong>di</strong> sale, sostenuteda sorprendenti vol-<br />

te, in ampi corridoi, ed i segreti della mi-<br />

neralogia vi si mettono in luce. I <strong>di</strong>ntorni<br />

sono sparsi de'i uderi dell'abbazia <strong>di</strong> Val-<br />

visciolo,e de'<strong>di</strong>strutti paesi <strong>di</strong>Collemezzo,<br />

<strong>di</strong> Pruni e <strong>di</strong> Montacuto. Il territorio produce<br />

legname <strong>di</strong> faggio, olio e grano a<br />

sufficienza; frutta, castagne e ghiande in<br />

abbondanza , granturco e vino in poca<br />

quantità, ed abbonda per tutto d'acque<br />

per abbeverare il bestiame, e per l'uso<br />

de'popolani, oltre i pascoli.<br />

Gavignano. Comune della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

Segni con territorio in piano, <strong>di</strong>stante 36<br />

miglia da Roma, chiamato Gavignano <strong>di</strong><br />

Campagna, per <strong>di</strong>stinguerlo da'paesi omonimi<br />

<strong>di</strong> Bologna a <strong>di</strong> Sabina. E' situa-<br />

to presso i monti Lepini nelle vicinanze<br />

e <strong>di</strong>rimpetto a Segni, sopra un'amena<br />

collina isolata, ferace e <strong>di</strong> belle vigne e<br />

<strong>di</strong> albereti vestita, non che <strong>di</strong> ulivi, in<br />

clima temperato, come esposta a mezzodì,<br />

la cui aria è molto salubre. Le mura<br />

castellane vengono costituite dalle abita-<br />

zioni, restando chiuse da due porte. Sot-<br />

to la collina passa l'antica via Latina, <strong>di</strong><br />

cui tuttora vi è il piano stradale. Fuori<br />

porta Romana è una deliziosa passeggia-<br />

ta. Da essa si gode la pittoresca veduta <strong>di</strong><br />

circa 4° paesi, e conduce alla chiesa fuo-<br />

ri <strong>di</strong> Gavignano un 4-° <strong>di</strong> miglio, <strong>di</strong> buo-<br />

na e moderna architettura, detta il Cal-<br />

vario dal rappresentarsi nel <strong>di</strong>voto qua-


94<br />

V E L<br />

<strong>di</strong>o dell'aliare maggiore la Croeefìssione<br />

<strong>di</strong> Gesù Cristo. In questa chiesa nel 1837,<br />

e al moilo riferito dal n.° 89 del Diario<br />

dì Roma, ai'j ottobre mg. 1<br />

Luciani ve*<br />

scovo <strong>di</strong> Segni solennemente bene<strong>di</strong>sse la<br />

cappella, l'altare e l'immagine <strong>di</strong> s. Fi-<br />

lomena vergine e martire, eretta a destra<br />

della medesima dal capitanoVincenzo Ba-<br />

iocco priore del comune, per grazia rice-<br />

vuta, fra le acclamazioni e le festive <strong>di</strong>mostrazioni<br />

della popolazione, avendo<br />

Gregorio XVI concesso l'indulgenza ple-<br />

naria. In<strong>di</strong> con lodevole emulazione , il<br />

me<strong>di</strong>co romano d." Pietro Paolo Azzoc-<br />

cbi, la cui famiglia è originaria <strong>di</strong> questo<br />

luogo (il suodegno fratello mg.' Tommaso<br />

Azzoccbi cappellano segreto già <strong>di</strong><br />

Gregorio XVI e ora del Papa regnante,<br />

del quale è pure cameriere d'onore, be-<br />

neficiato Vaticano, è benemerito autore<br />

ne " a stessa<br />

chiesa eresse nel sinistro lato la cappella<br />

<strong>di</strong> s.Rosalia vergine palermitana, per es-<br />

sere stata la provincia libera dalla pesti-<br />

lenza del cholera nel 1837. Seguì la be-<br />

ne<strong>di</strong>zione della cappella, dell'altare e del<br />

quadro, come l'altro <strong>di</strong> egregio pittore,<br />

da mg. r<br />

Annoverai vescovo d'Anagni a'<br />

9.5 settembre 1840, per essere in<strong>di</strong>sposto<br />

il vescovo <strong>di</strong>ocesano, con quella straor<strong>di</strong>-<br />

naria pompa descritta dal n.83 del Dia-<br />

rio <strong>di</strong> Roma. In questa lieta circostanza,<br />

avendo l'encomialo dottore ottenuto che<br />

VE L<br />

nccetlasse la prolettoria <strong>di</strong> Gavignano il<br />

celebre car<strong>di</strong>nal Giuseppe Mezzofante,<br />

nominato da Gregorio XVI, volle pren-<br />

derne il solenne possesso a'27 ottobre nel-<br />

la sala del comune,con quelle formalità e<br />

particolari riferiti nel citato Diario. Dirò<br />

solo, che gli fu eretto un arco trionfale con<br />

iscrizione dell'aurea penna <strong>di</strong> mg. r<br />

Luca<br />

Pacifici (già Segretario delle Lettere lati-<br />

ne ,ei\ ora Segretario de' Brevi a'principi,<br />

canonico Liberiano e <strong>di</strong> presente Vatica-<br />

no), dal quale pure furono scritte le altre<br />

fatte in questa occasione. Tra'personag-<br />

gi che recaronsi a ossequiarel'illustre por-<br />

porato, nominerò mg. r<br />

<strong>di</strong> Velletri e mg. 1<br />

Lolli vice-legato<br />

Pecci delegalo <strong>di</strong> Bene-<br />

vento e ora car<strong>di</strong>nale. Luminarie, fuochi<br />

artificiali e l'elevazione <strong>di</strong> globo areosla-<br />

lico, accompagnarono l'esultanza de'gavi-<br />

gnanesi; mentre il capitan Baiocco, ch'eb-<br />

be l' onore <strong>di</strong> dare decoroso alloggio al<br />

car<strong>di</strong>nale e ad altri personaggi, celebrò<br />

l'avvenimento con accademia, e <strong>di</strong>spensò<br />

limosinea'poveri. Inoltre il car<strong>di</strong>nale vol-<br />

le onorare la cappella domestica del zelantissimo<br />

ed encomiato arciprete d. Do-<br />

menico Gorga Cenciarelli, con recarsi a<br />

celebrarvi 3 volle la messa. I patroni <strong>di</strong><br />

dette cappelle Baiocchi e Azzocchi otten-<br />

nerol'erezionedella confraternita delle ss.<br />

Rosalia eFilomena,e pel 1. "volle ascriversi<br />

tra' fratelli l'esimioporporato. Nel piano<br />

verso il nord e precisamente sulla via La-<br />

tina, sopra i ruderi d'una villa degli antichi<br />

romani e forse <strong>di</strong> Pompeo Magno,<br />

esiste un convento con chiesa <strong>di</strong> sempli-<br />

ce <strong>di</strong>segno delta <strong>di</strong> Rossilli, ove è in gran<br />

venerazione una <strong>di</strong>votae antichissima immagine<br />

dellaB.Vergine;e siccome qui vi fu<br />

già un'abbazia <strong>di</strong> monaci basiliani <strong>di</strong>Grotta<br />

ferrata, essi anni ad<strong>di</strong>etro ne doman-<br />

darono l'effigie incisa, accorrendovi a in-<br />

vocarne il patrocinio ezian<strong>di</strong>o da lontani<br />

paesi, ed i gavignanesi vi ricorrono in lat-<br />

ti i loro bisogni e con pubbliche proces-<br />

sioni. I monaci <strong>di</strong> Rossilli possedevano<br />

l'istoria mss. <strong>di</strong> Gavignano, roa per le vi-<br />

cende politiche alcun secolo ad<strong>di</strong>etro ab-


V E L V E L 9 5<br />

bandonando il monastero e ritirandosi in so o favore de* primogeniti <strong>di</strong> sua fami-<br />

quello celebre <strong>di</strong> Fai fa, onde pare che glia della signoria <strong>di</strong> l'ahnontone e Ri-<br />

fossero benedettini, si vuole che seco por- tri feu<strong>di</strong>, e vi comprese Gabiniano ossia<br />

tasserò tale scritto <strong>storico</strong> e lo deposilas- Gavignano. Tra' suoi legati, or<strong>di</strong>nò che<br />

sero in quel prezioso archivio, ove si ere- si fondasse un monastero <strong>di</strong> monache in<br />

de esistere. Il monastero da' Papi fu <strong>di</strong>- Valmontone, suo principale feudo , <strong>di</strong>-<br />

chiarato commenda ahbaziale, e da loro sponendo. Reliquit tria ìivllìa Jloreno-<br />

conferita a vari car<strong>di</strong>nali , gli ultimi de' rum due. expendenda infabnca,ete<strong>di</strong>quali<br />

furono i car<strong>di</strong>nali Borgia e Fonta- ficiismonaslerii,quodappellari manda-<br />

Da. In<strong>di</strong> Ui unita alla mensa vescovile <strong>di</strong> vitmonaslerium s. Crucis, quo<strong>di</strong>pse. Do-<br />

Segni. Le altre chiese <strong>di</strong> Ga vignano sono, minns caepit construere in eastro Valle-<br />

La chiesa parrocchiale de<strong>di</strong>cata a s. Ma- montonis , et compicci mandavit in ho-<br />

ria Assunta in cielo, <strong>di</strong> moderna costru- norem, elreverentiam s. Crucis prò fo-<br />

llone, al <strong>di</strong>re <strong>di</strong> Marocco; essa è elegan- Iute animae snae et reme<strong>di</strong>opecca tornili<br />

te, con buon organo, e ben fornita <strong>di</strong> sa- suorum. Itera reliquit ipsi monasferio<br />

gre suppellettili: bello è l'altare inaggio- prò vita, et alinìentis quatuor domina-<br />

re lutto <strong>di</strong> marmi, come la balaustrata, rum,duarum serventiwn,et unius sacer-<br />

con ornamenti <strong>di</strong> metallo dorali. La cine- dotis fructus sui manualis, de quo ipse<br />

sa <strong>di</strong> s. Hocco, patrono principale <strong>di</strong> Ga- testator'vivebat tempore, quo praesen*<br />

vignano , in cui si venera la miracolosa con<strong>di</strong><strong>di</strong>l testamentum, quousque per iimmagine<br />

della Madonna delle Grazie, <strong>di</strong> psum ci. Adynulphum possessione^ congrande<br />

<strong>di</strong>vozione anche de'convicini pae- decentes emantur de propria pecunia <strong>di</strong>-<br />

si. Di s. Tommaso apostolo. Di s. Maria cti d. Adynulphi extra ejus dominiuni<br />

del Carmine, giuspadronato de'Trajelli- ad opus, et utilitalem <strong>di</strong>rli monasteri*<br />

Paggi. Gavignano U\ già feudo possedu- vivere possintcommode.l\\spe\\.oa\\ah\ìlo<br />

da vari signori. Leggo nelle Memorie brica summentovata, Papa Nicolò IV ad<br />

Colonnesi del cav. Coppi. Di tale fami- istanza del nominalo A<strong>di</strong>nolfo Conti li-<br />

glia celebratissimae potente, nel i 171 fio- glio <strong>di</strong> Giovanni, concesse monasteriuni<br />

ri uu Giordano signore<strong>di</strong> Gavignano, na- de Hoscillis or<strong>di</strong>nis s. Bene<strong>di</strong>cli Segnili.<br />

to da un Tolomeo conte del Tuscolo: fi- <strong>di</strong>oec, comechè adeo in spiritualibus.et<br />

gli <strong>di</strong> Giordano furono Giovanni e To- temporalibus collapsum , quod nonnisi<br />

lomeo, che venderono a Papa Lucio 111 duo in eo monaci reinanserunt,el veriun<br />

casale del territorio <strong>di</strong> Lariano. Di similiter non praesumitur, quod mona-<br />

lullociò e con qualche variante ne feci sterilirli ipsum in suo possit or<strong>di</strong>ne' salu-<br />

cenno nel voi. XXV 11, p. 199, e notando briter reformari, onde il medesimo fosse<br />

ancora che da questo 2. ramo de'conli sostituito a quello che A<strong>di</strong>nolfo era in oh-<br />

Tusculanie da detto signore <strong>di</strong> Gavigna- bligo <strong>di</strong> fabbricar <strong>di</strong> nuovo per adempieno<br />

potè derivare lo stipite iW Conti (F.) re al pio legato del padre. Trovo altresì<br />

<strong>di</strong> Segni, celebre e potente famiglia. Nel nel Coppi, che Giulio Colonna, unito al<br />

declinardel secolo XII vivevano Giovali- genero Napoleone Orsini e Giambattista<br />

ni, Tolomeo, Giordano e Andrea , tulli Conti, malconlenlidel governo <strong>di</strong>Clemen-<br />

Colonnesi figli <strong>di</strong> Giordano signore <strong>di</strong> Ga- te VII, verso il 1 53o occuparono Carpi-<br />

vignano. Quanloalla signoria de'Conli su neto, Gavignano, Torricella e altre terre<br />

Gavignano, narra il Ratti, Della fami- convicine. Sembra dunque che a quell'e-<br />

glia Sforza, t. 1, p. 234> che Giovanni poca Gavignano appartenesse alla carne-<br />

Conti nipote <strong>di</strong> Riccardo Conti fratello<strong>di</strong> ra apostolica. In seguito Gavignano <strong>di</strong>-<br />

Papa Innocenzo IH, con suo testamento venne feudo de' principi Pamphilj, da'<br />

del 1287 istituì il perpetuo fìdeicomiuis- quali passò a' priucipi Borghese Aldo-


c)6 V E L<br />

bion<strong>di</strong>ni. Riporta il u.° <strong>di</strong>ce che la città o castello<br />

<strong>di</strong> Sacriporto esisteva vicino a Segni , e<br />

forse colle sue rovine si fabbricò Gavi-<br />

gnano. In Sacriporto seguì la sanguinosa<br />

battaglia tra Siila e il console Mario il<br />

giovaue figlio del famoso console <strong>di</strong> tal<br />

nome, incaricato dal senato<strong>di</strong> combatterlo<br />

, e vi morirono 25,ooo soldati <strong>di</strong> Ma-<br />

rio. Il Ricchi nella Reggia de Volsci trat-<br />

ta al cap. 22 <strong>di</strong> Sacriporto, ed a neh 'egli<br />

ritiene che dalle sue non ignobili rovine<br />

fosse e<strong>di</strong>ficata la terra <strong>di</strong>Gavignano,dopo<br />

essere rimasta <strong>di</strong>strutta interamente nel-<br />

le guerre civili. Afferma eh' era vicina a<br />

Segni, e racconta la memorata mici<strong>di</strong>ale<br />

battaglia. Però il Pettini nelle Memorie<br />