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Ricerca e Dialogo - AC Alba

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Periodico a cura della Presidenza dell’Azione Cattolica Italiana - Diocesi di <strong>Alba</strong>: Via Mandelli, 9 - Tel. 0173/290243<br />

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB/CN<br />

AUT. 615 /D.C./D.C.I./CN DELL’11/10/00 nr. 2 / anno XXXVIII - Periodico religioso Dir. Resp. Piero Reggio - Aut. Trib. <strong>Alba</strong> n. 423 del 29.12.84<br />

Azione Cattolica Italiana - Diocesi di <strong>Alba</strong><br />

Il Presidente Nazionale<br />

inaugura il nostro nuovo<br />

<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong><br />

l’<strong>AC</strong> si festeggia:<br />

400 i presenti ad Altavilla<br />

campiscuola:<br />

tutte le date e<br />

le informazioni per iscriversi<br />

Aprile 2009 Aprile ’09<br />

1


indice<br />

Presidente Diocesano: Wilma Berbotto 347 8732237 - presidenza@acalba.it<br />

Segretario: Anna Maria Bellis 333 3737712 - presidenza@acalba.it<br />

Amministratore: Sandra Tortore 339 5911323 - presidenza@acalba.it<br />

Vice-Presidente Adulti: Dario Mascarello 331 7579960 - adulti@acalba.it<br />

Vice-Presidente Adulti: Pierangela Occhetti 339 8575846 - adulti@acalba.it<br />

Vice-Presidente Giovani: Michael Isnardi 339 2248882 - giovani@acalba.it<br />

Vice-Presidente Giovani: Daniele Promio 340 2384245 - giovani@acalba.it<br />

Responsabile <strong>AC</strong>R: Massimiliano Costa 389 8151424 - acr@acalba.it<br />

Vice-Responsabile <strong>AC</strong>R: Maurizio Tibaldi 338 2026946 - acr@acalba.it<br />

2<br />

prima pagina<br />

Carissimi amici di <strong>Alba</strong>... 3<br />

Il saluto del presidente diocesano 4<br />

A “<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>” rinnovato 5<br />

<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>: 41 anni e non sentirli!<br />

(1 parte) 6<br />

aderiamo... <strong>AC</strong>!<br />

Diamo i numeri 7<br />

L’<strong>AC</strong> si festeggia 8<br />

Un impegno per il Presidente: più<br />

porchetta per tutti 11<br />

Adesioni di ieri e adesioni di oggi 12<br />

tempi forti<br />

Un rito e un passaggio 14<br />

campiscuola<br />

Informazioni 16<br />

Regolamento 17<br />

Iscrizioni 18<br />

Andare per campi 19<br />

Piadina e Nutella party 20<br />

Azione Cattolica Italiana - Presidenza Diocesana di <strong>Alba</strong><br />

Centro Diocesano<br />

Via Mandelli, 9<br />

12051 ALBA CN<br />

info@acalba.it - www.acalba.it<br />

Tel: 0173-290243<br />

live!<br />

Scoprire nel volto i volti 21<br />

Laici e sacerdoti in <strong>AC</strong>:<br />

mai senza l’altro 22<br />

Gli assistenti nazionali: compagni di<br />

viaggio nelle terre del vino 23<br />

L’orizzonte Regionale 24<br />

Via Mandelli, 9: chiuso per<br />

ristrutturazione? 25<br />

Via Maestra 30 26<br />

Fantasia per Marinella 27<br />

dal nostro inviato<br />

Tuko pamoja 28<br />

Un pezzo di <strong>Alba</strong>nia 29<br />

tempo libero<br />

Al cinema 30<br />

In libreria 31<br />

Questo numero di “<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>” come<br />

i tanti che negli anni ci hanno raggiunto,<br />

informato ed accompagnato sono potuti<br />

arrivare nelle nostre case grazie alla<br />

collaborazione ed alla passione di tanti amici<br />

che ci hanno dedicato tempo ed energie.<br />

Diciamo Grazie: a Vico per i lunghi anni<br />

di impegno e a Marco per questo ultimo<br />

numero... grazie di cuore!<br />

Sacerdoti assistenti<br />

Unitario: don Gianpietro Ravagnolo 380 3183283<br />

Adulti: don Alberto Mafiodo 338 6006473<br />

Giovani: don Massimo Scotto 333 355340<br />

Acr: don Antonello Pellisseri <strong>Ricerca</strong> 339 5774522 & <strong>Dialogo</strong><br />

Stampa: Grafiche Fassicomo - Genova


Carissimi amici di <strong>Alba</strong>,<br />

Che bella strada avete deciso di intraprendere!<br />

In un’associazione come<br />

la nostra, in cui al centro di tutto c’è<br />

la relazione con la persona, mettere<br />

a disposizione di tutti un nuovo “giornale di famiglia”<br />

rappresenta un ottimo modo per stare<br />

sempre in contatto e far circolare idee e informazioni.<br />

Accolgo con piacere l’invito a raccontarvi<br />

“cosa bolle in pentola a Roma”. Beh, questo è<br />

un periodo in cui la presidenza nazionale sta<br />

lavorando a ritmo serrato per il prossimo convegno<br />

delle Presidenze diocesane, che si svolgerà<br />

dall’8 al 10 maggio. L’incontro dei responsabili<br />

diocesani è un appuntamento molto importante<br />

per verificare il cammino svolto in questa prima<br />

parte del triennio e per rilanciare l’impegno<br />

associativo. Per la presidenza nazionale, poi,<br />

dialogare con le diocesi è un vero dono: siamo<br />

un’associazione popolare, che vive dei talenti e<br />

del profondo impegno che investe chi vive nei<br />

territori. Non ci serve certo darci “una bella immagine”<br />

presso l’opinione pubblica: la cosa veramente<br />

essenziale è che chi lavora ogni giorno<br />

tra la gente senta di far parte di una famiglia<br />

pronto a sostenerlo in ogni momento. Da questo<br />

punto di vista il “centro nazionale” altro non è<br />

che la casa a cui tutti possono rivolgersi, è un<br />

luogo tutto vostro, non di un gruppo ristretto. E<br />

così stiamo cercando di viverlo.<br />

Il tema del convegno sarà la cura educativa.<br />

Abbiamo scelto un titolo evocativo: “Chi<br />

ama educa”. Già, è proprio così: la tradizione<br />

educativa dell’Azione cattolica è un atto d’amore<br />

verso la persona. Educando, come ci ha<br />

insegnato il convegno ecclesiale di Verona del<br />

2006, esprimiamo “il grande si di Dio all’uomo”.<br />

Dobbiamo essere consapevoli di questo prezioso<br />

carisma dell’associazione, e saperlo spendere<br />

nella Chiesa e nel Paese, per la Chiesa e per<br />

il Paese. Inoltre, come saprete, i vescovi italiani<br />

dedicheranno proprio all’educazione i prossimi<br />

“orientamenti per il decennio”: vuol dire che ci<br />

aspetta un lungo tempo in cui la Chiesa intera<br />

verterà sulla necessità di accompagnare la<br />

persona lungo tutto l’arco della sua vita, in tutte<br />

Aprile 2009<br />

le età, in tutte le condizioni, in tutte le gioie e<br />

le difficoltà. Noi vogliamo essere protagonisti in<br />

questo importantissimo appuntamento con l’uomo<br />

di oggi! E siamo disponibili, da subito, per<br />

mettere in rete con le altre agenzie educative<br />

questa nostra incrollabile passione per la persona!<br />

Inizieremo il venerdì pomeriggio con un momento<br />

di riflessione sul modo in cui l’Ac ha storicamente<br />

inteso la parola “educazione”, poi il<br />

sabato mattino ci confronteremo con personaggi<br />

della Chiesa e della società civile sul contesto<br />

della cosiddetta “emergenza educativa” e sullo<br />

specifico contributo che l’Ac può dare. Il sabato<br />

pomeriggio i responsabili diocesani lavoreranno<br />

in laboratori tematici su alcune questioni scottanti<br />

(l’educazione all’amore, alla vita, al bene<br />

comune, al lavoro in rete…). Concluderemo<br />

domenica mattina con una riflessione sulla centralità<br />

della persona, con un ospite davvero speciale.<br />

Chiedo a tutti voi di accompagnare con la<br />

preghiera tutti i responsabili, e in particolare la<br />

vostra presidenza diocesana.<br />

Ovviamente sono in pentola tante altre<br />

cose: i settori stanno concludendo la lavorazione<br />

dei testi formativi 2009/2010, e stanno proponendo<br />

diversi momenti formativi sia a Roma<br />

sia in altre città italiane. Sta riprendendo quota il<br />

Laboratorio nazionale della formazione, e tanto<br />

ci stiamo spostando per l’Italia nel tentativo di rispondere<br />

a tutte le richieste di intervento e aiuto<br />

delle regioni e delle diocesi. C’è poi un intenso<br />

lavoro di partecipazione alla vita degli organismi<br />

ecclesiali, nel tentativo di contribuire davvero<br />

alla comunione. Devo dire che ovunque mi<br />

sollevo incontrando persone davvero speciali,<br />

appassionate e competenti, che amano l’Ac e<br />

la Chiesa!<br />

Forse mi sono lasciato un po’ prendere la<br />

mano e ho parlato troppo. Non potevo però<br />

perdere l’occasione di raccontare un po’ come<br />

si svolge questo servizio nazionale. La nostra<br />

passione, ve lo assicuro, è la stessa che ci mettete<br />

voi ogni giorno nello svolgere ogni genere<br />

di servizio.<br />

Ora vi auguro buona lettura e vi saluto con<br />

grandissimo affetto.<br />

Franco Miano,<br />

presidente nazionale<br />

prima pagina<br />

Il Presidente<br />

Nazionale<br />

di <strong>AC</strong><br />

inaugura il<br />

nostro nuovo<br />

“<strong>Ricerca</strong> e<br />

<strong>Dialogo</strong>”<br />

3


prima pagina<br />

Wilma Berbotto,<br />

presidente diocesano<br />

4<br />

QUEL MATTINO<br />

Il saluto del<br />

PRESIDENTE<br />

Abbiamo ancora negli occhi e nel cuore<br />

i volti delle persone che hanno partecipato<br />

alla festa diocesana dell’8<br />

febbraio, grazie di cuore a tutti voi che<br />

avete voluto esserci e grazie a chi ci ha ricordato<br />

ma non ha potuto partecipare.<br />

Il mio saluto, insieme a <strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>,<br />

in “veste nuova” vuole abbracciare tutti! Grazie<br />

per il lavoro umile e silenzioso che instancabilmente<br />

portate avanti insieme ai nostri parroci<br />

nelle nostre parrocchie, ma grazie soprattutto<br />

per ciò che siete nella nostra Chiesa.<br />

Voglio lasciarvi con una riflessione di Madeleine<br />

Delbrel, particolarmente illuminante per<br />

continuare a testimoniare la nostra adesione a<br />

Cristo, là dove il Signore ci chiama ogni giorno.<br />

Ci sono luoghi in cui soffia lo Spirito, ma c’è<br />

uno Spirito che soffia in tutti i luoghi. C’è gen-<br />

Quel mattino offrì al mondo<br />

un mazzo di speranza: la luce ha vinto la notte!<br />

In questo mattino offriamo al mondo<br />

un mazzo fatto<br />

di gesti di amicizia,<br />

di porte aperte,<br />

di egoismi superati,<br />

di condivisione,<br />

di tutto ciò che è già germe<br />

e che deve ancora nascere<br />

e dei granelli di Vangelo già in fiore…<br />

In questo mattino<br />

in questi giorni<br />

offriamo al mondo<br />

i frutti di una Chiesa viva<br />

uscita dalla tomba<br />

di tutte le sclerosi<br />

aperta alla primavera della vita.<br />

In questo mattino<br />

in questi giorni<br />

offriamo al mondo<br />

la buona novella di un popolo<br />

che diffonde la vita<br />

seguendo il Risorto!<br />

diocesano<br />

te che Dio prende e mette da parte, ma ce n’è<br />

altra che Egli lascia nella moltitudine, che non<br />

“ritira dal mondo”. È la gente che fa un lavoro<br />

ordinario, che ha una famiglia ordinaria o che<br />

vive un’ordinaria vita da celibe. Gente che ha<br />

malattie e lutti ordinari. Gente che ha una casa<br />

e vestiti ordinari. È la gente della vita ordinaria.<br />

Gente che s’incontra in una qualsiasi strada.<br />

Costoro amano il loro uscio che si apre sulla<br />

via, come i loro fratelli invisibili al mondo amano<br />

la porta che si è richiusa definitivamente dietro<br />

di loro. Noialtri, gente della strada, crediamo<br />

con tutte le nostre forze che questa strada, che<br />

questo mondo dove Dio ci ha messi è per noi<br />

il luogo della nostra santità. Noi crediamo che<br />

niente di necessario ci manca, perché se questo<br />

necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe<br />

già dato.<br />

A Mons. Vescovo, al Vicario,<br />

a tutti gli amici Sacerdoti e<br />

alle comunità di vita religiosa,<br />

ai Responsabili Nazionali,<br />

Regionali, Diocesani e<br />

Parrocchiali, ai membri<br />

delle équipe diocesane,<br />

agli educatori,<br />

ai piccolissimi, ai ragazzi,<br />

giovani, adulti, famiglie<br />

ed agli adultissimi,<br />

a tutti gli amici dell’<strong>AC</strong>,<br />

l’augurio sincero per una<br />

Santa Pasqua del cuore! <strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


A “<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>”<br />

rinnovato<br />

Carissimi amici di <strong>AC</strong>,<br />

saluto con gioia il vostro antico e<br />

prezioso foglio informativo “<strong>Ricerca</strong><br />

e dialogo” che si presenta rinnovato<br />

nella sua nuova veste tipografica per offrire ai<br />

suoi affezionati lettori un impatto più attraente<br />

ed interessante sempre al fine di migliorare<br />

un rapporto più immediato e vivo tra il Centro<br />

Diocesano ed i tanti membri di <strong>AC</strong> e non solo,<br />

sparsi nella nostra diocesi.<br />

L’augurio sincero è che questo periodico<br />

continui ad essere fedele alla sua intestazione<br />

molto significativa, essere strumento di:<br />

- ricerca innanzitutto vale a dire un aiuto a tutti<br />

coloro che con buona volontà insieme ai tanti<br />

fratelli e sorelle di fede cercano ancora di conoscere<br />

meglio il Signore Gesù, la Sua Parola,<br />

la Sua Chiesa aperti e disponibili verso altri che<br />

forse non hanno avuto finora la gioia di poter<br />

Aprile 2009<br />

Il saluto del nostro Vescovo, Mons. Sebastiano Dho<br />

scoprire e vivere questa grazia;<br />

- dialogo come modo umile, semplice ma<br />

efficace a realizzare questo impegno. <strong>Dialogo</strong><br />

prima di tutto con il Signore, ma pure tra credenti<br />

nell’autentico spirito di fraternità ecclesiale<br />

con particolare attenzione poi a tutti coloro che<br />

anche tacitamente ci chiedono ed attendono la<br />

“ragione della speranza che è in noi” chiamati<br />

ad offrirla loro ma “con mitezza e rispetto e retta<br />

coscienza” (1 Pt 3, 15/16).<br />

Beneaugurando e benedicendo i Responsabili<br />

dell’<strong>AC</strong> diocesana, i curatori di “<strong>Ricerca</strong> e<br />

dialogo” tutti i membri delle Associazioni saluto<br />

con affetto.<br />

<strong>Alba</strong>, 1° marzo 2009<br />

+Sebastiano Dho,<br />

vescovo di <strong>Alba</strong><br />

VOCI DI SAMPEYRE “una casa diocesana per costruire la comunione diocesana”<br />

Una virtù meravigliosa: la gratuità! Certe iniziative di servizio, di crescita, di formazione si reggono perché<br />

esiste una gratuità diffusa. La casa diocesana – Sampeyre e non solo – vive di questa gratuità, di questo dono<br />

diffuso.<br />

Forse a volte manca l’espressione di un grazie doveroso che ogni tanto ci si ricorda di esprimere: grazie per<br />

tutte le forma di volontariato! Ai responsabili di <strong>AC</strong>, dall’<strong>AC</strong>R agli adultissimi. Ai sacerdoti per la loro opera formativa:<br />

la presenza di sacerdoti a Sampeyre (per aiutare o riposare) è sempre un dono. Agli educatori di ogni<br />

età. Ai volontari delle braccia che prima delle nevicate hanno liberato le piante inutili e pericolose per il tetto. Ai<br />

diciassette artisti del pennello che sabato e domenica 14-15 marzo hanno ridato vivacità ai colori in tutte le dieci<br />

camere della casetta.<br />

Volontari cercasi! L’albo dei volontari va rinnovato. Fare catena, allargare il cerchio è legge di vita. Per i discepoli<br />

di Gesù, farsi dono è mandato e vocazione. Tanti i modi, tanti i posti da riempire. La squadra va ringiovanita<br />

perché aumenta il lavoro e passano gli anni per i “nati” a Cesana. C’è un appuntamento fisso la seconda domenica<br />

di giugno, il 14: la casa al suo interno, l’area boschiva circostante necessitano di tante mani per fare<br />

buona accoglienza ai campi scuola.<br />

Lunedì di Pasquetta, 13 aprile, la casa di Sampeyre sarà aperta disponibile per quanti vogliono consumare la<br />

tradizionale “merendina” con gli amici.<br />

Don Antonio Tarabra, responsabile casa diocesana Sampeyre<br />

prima pagina<br />

5


prima pagina<br />

6<br />

<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>:<br />

41 anni e non sentirli!<br />

(parte 1)<br />

Letizia Coraglia,<br />

educatrice <strong>AC</strong>G<br />

Mi è stato chiesto di raccontare la<br />

storia di questo giornale, di quando<br />

nasce, delle persone che si sono<br />

impegnate e susseguite nel corso<br />

di questi anni per far si che continuasse a vivere…sinceramente<br />

pensavo fosse più facile,<br />

invece mi ritrovo a pochi giorni dalla scadenza<br />

con poche informazioni e<br />

anche un po’ confuse. Ho<br />

fatto qualche telefonata,<br />

pensando che i ricordi<br />

potessero affiorare con<br />

velocità e precisione nella<br />

memoria delle persone.<br />

Subito mi viene in mente<br />

Piero Reggio… è a lui<br />

che faccio la prima telefonata,<br />

ma la sua storia inizia solo negli anni<br />

80, quando ha regolarizzato la registrazione di<br />

<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>. Mi consiglia<br />

di sentire anche don<br />

Giovanni Ciravegna, che a<br />

sua volta mi dà il recapito<br />

di Anna e Giovanni, che<br />

ricorda essere quelli che<br />

allora erano i responsabili<br />

dei giovani di Ac. Mi<br />

ritrovo così al telefono<br />

con Anna, una simpatica<br />

signora dalla<br />

voce dolce: si rende<br />

subito disponibile a<br />

confrontarsi con il<br />

marito per mettere<br />

insieme i loro<br />

ricordi di allora.<br />

Mi parla di mo-<br />

Il nome RICERCA E<br />

DIALOGO, voleva significare<br />

la volontà di ognuno di seguire<br />

proprio le linee dettate dal<br />

Concilio: di aprirsi al mondo<br />

mettendosi in ascolto, di<br />

ricercare la verità attraverso il<br />

dialogo.<br />

menti belli, di confronti aperti e di amori (anche<br />

il suo!) nati proprio in pomeriggi e in intere serate<br />

dedicate a creare qualcosa di nuovo, di accessibile,<br />

che rispondesse alle esigenze di tutti.<br />

Ed è così che alla fine del ‘68 nasce RICER-<br />

CA E DIALOGO, sulla scia dell’entusiasmo creata<br />

dal concilio, intorno alla figura di don Olive-<br />

ro. Inizialmente si trattava<br />

soltanto di un foglio di<br />

comunicazione, distribuito<br />

periodicamente alle<br />

vicarie per tenerle aggiornate<br />

su incontri e decisioni<br />

prese dalla presidenza.<br />

La vera novità, allora, era<br />

quella di poter lavorare insieme:<br />

ragazzi e ragazze,<br />

studenti e lavoratori. Il nome RICERCA E DIA-<br />

LOGO, voleva significare la volontà di ognuno<br />

di seguire proprio le linee dettate dal Concilio:<br />

di aprirsi al mondo mettendosi in ascolto, di ricercare<br />

la verità attraverso il dialogo. Mi viene<br />

da dire che non c’è titolo più azzeccato, perché<br />

è proprio quello che cerchiamo di fare ancora<br />

oggi, ogni volta che ci mettiamo a disposizione<br />

per coprire un campo, per animare una giornata<br />

ad Altavilla, un gruppo in Parrocchia, quando<br />

diciamo un sì incondizionato senza sapere<br />

dove ci porterà e soprattutto che carico avrà<br />

con sé. È grazie alle persone che ho sentito in<br />

questi giorni, e a chissà quante altre, che <strong>Ricerca</strong><br />

e <strong>Dialogo</strong> esiste e resiste ancora, portando<br />

benissimo e senza “zampe di gallina” i suoi 41<br />

anni. Ci lasciamo con la storia di come è iniziato<br />

il tutto, dandoci appuntamento al prossimo<br />

numero per raccontarci di come è continuato...<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Aprile 2009<br />

diamo i numeri!<br />

VICARIA ALBA (7 parrocchie su 14: 50%) 143<br />

Cattedrale S.Lorenzo 20<br />

Cristo re 4<br />

Immacolata Concezione (Piana Biglini) 8<br />

N.S. della Moretta 23<br />

S. Cassiano 35<br />

S. Margherita 19<br />

SS. Cosma e Damiano 34<br />

VICARIA VALLE TANARO (4 parrocchie su 11: 36%) 71<br />

S. Andrea (Magliano Alfieri) 12<br />

S. Giovanni Battista (Castagnito) 18<br />

S.Stefano (Priocca) 22<br />

SS. Antonio e Maurizio (Magliano Alfieri) 19<br />

VICARIA SINISTRA TANARO (6 parrocchie su 13: 46%) 245<br />

S. Antonio (Montà) 52<br />

S. Dalmazzo (Castellinaldo) 80<br />

S. Martino vescovo (Vezza) 64<br />

S. Nicolao (Monteu) 25<br />

S.Vittore (Canale) 13<br />

S. Lorenzo e N.S. delle Grazie (S. Stefano Roero) 11<br />

VICARIA DEL ROERO (9 parrocchie su 17: 53%) 545<br />

Monticello (interparrocchiale) 56<br />

S. Caterina (Baldissero) 91<br />

S. Giovanni Battista (Ceresole) 60<br />

SS. Gallo e Nicolò (Corneliano) 22<br />

SS. Giorgio e Donato (Pocapaglia) 85<br />

Spirito Santo (Sommariva Perno) 132<br />

SS. Annunziata (Montaldo) 27<br />

Maria Vergine Assunta (S. Vittoria) 34<br />

S.Pietro in vincoli (Piobesi) 38<br />

VICARIA DI CHERASCO (5 parrocchie su 9: 56%) 378<br />

Natività Maria SS (Cappellazzo) 24<br />

S. Bernardo S. Nazario (Narzole) 267<br />

S. Grato vescovo (Bricco) 41<br />

S. Maria Assunta (Roreto) 23<br />

S.Pietro (Cherasco) 23<br />

VICARIA VALLI BELBO E TINELLA (3 parrocchie su 16: 19%) 61<br />

S.Bartolomeo (Castagnole Lanze) 12<br />

S.Margerita (Valdivilla- S.Stefano Belbo) 37<br />

Sacro Cuore di Gesù (S.Stefano Belbo) 12<br />

VICARIA LANGA (6 parrocchie su 31: 19%) 125<br />

S. Donato (Barolo) 11<br />

S. Frontiniano (Sinio) 38<br />

S. Giovanni Battista (Diano) 18<br />

S. Martino Vescovo (La Morra) 19<br />

S. Michele Arcangelo (Novello) 24<br />

S.Ponzio (Vergne - Barolo) 15<br />

VICARIA LANGA DI CORTEMILIA (2 parrocchie su 15: 13%) 14<br />

B.V del Rosario (Monchiero) 8<br />

S. Pantaleo (Cortemilia) 6<br />

Totale diocesano 1582<br />

Cioè… vorremmo, con qualche dato,<br />

dare un’idea della presenza dell’<strong>AC</strong><br />

nella nostra diocesi. Le statistiche<br />

sono ancora parziali, aggiornate al 1<br />

marzo 2009:<br />

Settore Età Totale<br />

RAGAZZI 442<br />

6/8 anni 50<br />

9/11 anni 171<br />

12/14 anni 207<br />

0/5 anni 14<br />

GIOVANI 303<br />

15/18 anni 163<br />

19/25 anni 109<br />

26/30 anni 31<br />

ADULTI 837<br />

Totale 1582<br />

La nostra associazione è presente in 42 parrocchie<br />

su 126 (33,33%).<br />

Nella tabella a fianco troviamo il dettaglio delle<br />

diverse vicarie.<br />

Non sono grandi cifre, ma sono importanti perché<br />

dietro ad ogni numero c’è una persona, c’è<br />

un volto, c’è la realtà delle varie associazioni<br />

che continuano a colorare e ad animare la vita<br />

delle parrocchie delle nostre diocesi.<br />

Non fermiamoci all’esistente, ma cerchiamo di<br />

mantenere viva la voglia di crescere e di proporre<br />

ad altri l’adesione all’<strong>AC</strong>.<br />

Annamaria Bellis,<br />

segretario diocesano<br />

Sandra Tortore,<br />

amministratore<br />

diocesano<br />

aderiamo... <strong>AC</strong>!<br />

Provenienza dei tesserati<br />

della Diocesi di <strong>Alba</strong><br />

7


Maurizio Tibaldi,<br />

vice-responsabile <strong>AC</strong>R<br />

8<br />

l’<strong>AC</strong> si<br />

Circa 400 i partecipanti alla festa dell’adesione all’<strong>AC</strong>,<br />

ALBA - Quale senso si può dare all’Azione<br />

Cattolica ed al suo operato oggi?<br />

Questa la domanda che la presidenza<br />

diocesana dell’associazione ha voluto<br />

porci in occasione della festa dell’adesione,<br />

svoltasi domenica 8 febbraio, presso la casa<br />

di Altavilla. Un’occasione importante nella quale<br />

fare il punto sull’associazione - bilanci e progetti<br />

- e vivere l’incontro ed il confronto diretto<br />

con tutti i soci, linfa vitale di una associazione<br />

grande ed unità, in una parola popolare.<br />

La novità per questo 2009 è stata la struttura<br />

della giornata: l’idea di una festa che davvero<br />

potesse coinvolgere in modo attivo ed interattivo<br />

tutti i soci - dai ragazzi fino alla terza età<br />

– dando traduzione fedele dell’intento unitario di<br />

un’associazione diocesana che crede fortemente<br />

nelle potenzialità di ogni singolo aderente,<br />

impegnato nel quotidiano a coltivare con fiducia<br />

un’esperienza ecclesiale ed associativa valida.<br />

Una festa pensata “su misura” per ragazzi,<br />

giovani e adulti: età, esigenze ed esperienze<br />

diverse, ma riunite, non soltanto idealmente, in<br />

un evento che avesse qualcosa da dire a tutti e<br />

tre gli archi di età, così come l’Azione Cattolica<br />

si propone di fare con i propri cammini annuali.<br />

Una festa per ribadire l’importanza<br />

dell’adesione come gesto in sé, in un momento<br />

storico nel quale appare sempre più difficile intercettare<br />

un’idea, un progetto, un cammino nel<br />

quale riconoscersi, da cui sentirsi rappresentati,<br />

del quale fidarsi. Importanti in questo senso le<br />

parole di Luciano Marengo che già nel 1985, da<br />

presidente dell’<strong>AC</strong> diocesana, individuava come<br />

caratterizzante per l’epoca che stiamo vivendo<br />

il progressivo allontanamento da ogni forma di<br />

adesione, anche nel caso di realtà molto consolidate<br />

come l’<strong>AC</strong>. Una disaffezione che nel caso<br />

La popolarità dell’associazione<br />

sarà la grande sfida di questo e<br />

dei prossimi anni associativi<br />

di quest’ultima si lega fortemente, in quanto sua<br />

conseguenza diretta, ad una generalizzata diffidenza<br />

e distanza rispetto ad una esperienza<br />

di Chiesa generalmente intesa. L’Azione Cattolica<br />

non si dimostra impreparata, comunque, di<br />

fronte a questo rallentamento che da qualche<br />

anno interessa in modo piuttosto marcato ed<br />

uniforme le esperienze associative più diverse.<br />

A differenza di altri contesti, nei quali la sola via<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


festeggia<br />

pensata “su misura” per le diverse età dei suoi soci<br />

d’uscita presa in considerazione è la difesa di<br />

una posizione conquistata, qualunque essa sia,<br />

in attesa di un inesorabile sgretolamento, l’<strong>AC</strong><br />

ha deciso di rovesciare l’emergenza in sfida,<br />

anzitutto nel campo che le è proprio: la formazione.<br />

È il momento di ribadire, piuttosto che<br />

conservare: ribadire con forza - sulla scia positiva<br />

dell’indimenticabile esperienza dello scorso<br />

4 maggio in piazza S. Pietro per festeggiare il<br />

140 anni dell’<strong>AC</strong> – la popolarità di questa associazione.<br />

Una parola chiave che è tornata all’ordine<br />

del giorno a tutti i livelli associativi, come<br />

ha chiarito nel suo intervento la presidente<br />

diocesana Wilma Berbotto, e che andrà tradotta<br />

in cammini ed iniziative significativi, che<br />

sappiano arrivare a tutti, non perché frutto di un<br />

Aprile 2009<br />

compromesso al ribasso, ma perché capaci di<br />

interpretare le esigenze di profondità, radicalità,<br />

autenticità, anch’esse frutto – così come la<br />

temuta crisi – di questo momento storico e di<br />

questa società così complessa e spezzettata.<br />

Quale momento migliore di quello del rinnovo<br />

dell’adesione, dunque, per ribadire l’importanza<br />

di esserci e di essere in tanti, non per<br />

contarsi ma per offrire una testimonianza forte<br />

e visibile. Una testimonianza intesa nel senso<br />

cristiano di trasmissione dell’affetto nei confronti<br />

di una Persona, e dell’esperienza formativa<br />

e associativa che ha consentito di conoscerla<br />

sempre di più e meglio, attraverso la cura della<br />

crescita personale e relazionale dei suoi aderenti<br />

e non solo. Per questo il momento assembleare<br />

della giornata,<br />

che ha visto raccolte<br />

nella grande sala della<br />

casa di Altavilla circa<br />

400 persone, è ruotato<br />

intorno ad alcune<br />

testimonianze particolarmentesignificative:<br />

quella del parroco<br />

e della presidente<br />

parrocchiale di Narzole<br />

(parrocchia che ha<br />

9


10<br />

visto un notevole incremento delle adesioni<br />

nell’ultimo anno), quella di un ragazzo dell’<strong>AC</strong>R<br />

(Azione Cattolica dei Ragazzi), e quella degli<br />

educatori e dei giovanissimi futuri - educatori<br />

impegnati nell’animazione della giornata, che<br />

con la loro presenza sono stati forse il simbolo<br />

più significativo della novità e della vitalità di cui<br />

l’Azione Cattolica può essere portatrice, oggi,<br />

nella nostra Diocesi.<br />

Ma cosa portiamo a casa da questa giornata?<br />

La realtà là fuori è altra cosa, verrebbe da<br />

dire, e lo sappiamo bene: le difficoltà dell’attività<br />

associativa quotidiana non mancano; non<br />

mancano gli ostacoli, la diffidenza, la “lentezza”<br />

del giorno per giorno. Come rispondere a tutto<br />

questo? Una giornata come questa ci offre uno<br />

spunto interessante, un cambio di prospettiva.<br />

L’Azione Cattolica, ci invita ad allargare le nostre<br />

vedute, riconoscendo il valore di un cammino<br />

condiviso, comunitario e popolare, che<br />

conduce ad una Persona per la quale vale la<br />

pena di essere percorso.<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Cara Presidente,<br />

in questi giorni stavo pensando ad<br />

una cosa: ma se un tesserato non<br />

avesse partecipato alle ultime feste<br />

dell’adesione dell’<strong>AC</strong>, che cosa si sarebbe<br />

aspettato quest’anno? La solita cerimonia solenne<br />

nell’austerità del Duomo, con la presenza<br />

di presidenti parrocchiali, consiglieri diocesani,<br />

assistenti, delegati regionali e tutta la compagnia<br />

bella schierata.<br />

Invece, io, che vado tutti gli anni, attendevo<br />

con ansia una cosa sola: la porchetta!<br />

Allora sono andata ad Altavilla, pensando di<br />

sentire i soliti discorsi bla bla bla, i soliti impegni,<br />

le solite vecchie facce (parlando con rispetto!)<br />

nell’attesa che arrivasse l’ora di cena. E invece…<br />

questa nuova Presidente ci ha fatto una<br />

bella sorpresa, quasi non mi sembrava di partecipare<br />

alle solite feste impostate, quella è stata<br />

una vera festa! Con tanto di musica, e per giunta<br />

dal vivo, mica le solite registrazioni! E c’erano un<br />

sacco di bambini, giovani, ragazzi, gli educatori<br />

dell’<strong>AC</strong>R ballavano, cantavano e suonavano,<br />

dando la carica anche ai presidenti parrocchiali<br />

più anziani (ma non per questo stanchi!). Poi,<br />

sono stati trasmessi dei filmati, proprio belli!,<br />

parlavano del senso del tesseramento, di che<br />

cosa significa essere di <strong>AC</strong> oggi, poi interviste,<br />

fatte da un bravo conduttore , Vice-Presidente<br />

del settore Giovani (propri ‘n bel fjeu), domande<br />

intelligenti e divertenti. Un gruppo di ragazzi di<br />

Narzole si è esibito in un balletto. Poi ci hanno<br />

detto che potevamo girare per gli stand, cioè per<br />

alcune postazioni in cui, a seconda del settore<br />

di appartenenza, c’era un’attività diversa. Nei<br />

corridoi c’era una bancarella, vendevano delle<br />

borsette carine, con un sorriso disegnato e le<br />

bugie dolci dentro. Ho saputo che comprando-<br />

Aprile 2009<br />

Lettera aperta alla nostra Presidente<br />

Un impegno per il Presidente:<br />

più porchetta per tutti<br />

ne una avrei contribuito al mantenimento di una<br />

missione in Bangladesh, “che bello”, mi sono<br />

detta, “facciamo un’opera di carità” (tradotto in<br />

lingua madre: fuma n’opera ‘d caritä)<br />

Verso sera, ci siamo di nuovo riuniti, il nostro<br />

Vescovo ha guidato la preghiera e ha ringraziato<br />

l’<strong>AC</strong> per l’impegno e sottolineando l’importanza<br />

di continuare ad andare avanti sulla strada del<br />

servizio alla Chiesa.<br />

E poi, stava arrivando il mio momento tanto<br />

atteso: la porchetta.<br />

La nuova Presidente, credendo di fare una<br />

sorpresa a tutti ha ordinato ben tre porchette, ma<br />

questa volta siamo stati noi a fare la sorpresa a<br />

lei: ci siamo fermati tutti! E la porchetta, taglia<br />

che ti taglia, è finita in un baleno! Per fortuna è<br />

bastata per tutti, ma sai cosa ti dico, cara Presidente?<br />

Se l’<strong>AC</strong> è così laboriosa come è festaiola<br />

(e io, che la conosco bene posso testimoniarlo),<br />

bisogna prendere seri provvedimenti per l’anno<br />

prossimo. Inizia subito a prenotare quattro<br />

porchette perché, con il contagio del passaparola,<br />

sono convinta che il prossimo anno tutti i<br />

tesserati della Diocesi vorranno venire, anche<br />

i bimbi piccoli e gli anziani sulla sedia a rotelle!<br />

Con affetto,<br />

Una tesserata appassionata<br />

aderiamo... <strong>AC</strong>!<br />

11


aderiamo... <strong>AC</strong>!<br />

12<br />

e Adesioni di ieri<br />

adesioni di oGGI<br />

Luciano Marengo,<br />

già presidente<br />

diocesano<br />

Quando mi è stata recapitata questa<br />

lettera comparsa su “<strong>Ricerca</strong> e <strong>Dialogo</strong>”<br />

con data 1 gennaio 1985 ho<br />

provato un’emozione fortissima: la<br />

macchina da scrivere di via Mandelli, il testo<br />

battuto direttamente sulla matrice da ciclostile…<br />

sembra un’altra era!<br />

Eppure la domanda è ancora la stessa:<br />

“Perché aderire all’<strong>AC</strong> ?”<br />

Perché l’Azione Cattolica è un modo originale<br />

di stare nella Chiesa: in collaborazione responsabile<br />

(da adulti) con i pastori, con lo stile<br />

del lievito nella pasta, con la capacità di stare<br />

negli ambienti di vita quotidiani, gomito a gomito<br />

con le donne e gli uomini, con i giovani e i<br />

ragazzi che ci vivono accanto. Senza prediche<br />

ma con motivazioni profonde radicate nel Vangelo,<br />

alimentate dalla consuetudine con la preghiera,<br />

con la meditazione, con lo studio, con<br />

la pazienza di operare nelle nostre Parrocchie,<br />

sentendoci corresponsabili accanto ai nostri<br />

sacerdoti.<br />

Per tornare a quel Capodanno 1985, avevamo<br />

celebrato il 90° dell’<strong>AC</strong> albese in Seminario;<br />

in quell’occasione il prof. Andrea Monchiero,<br />

in un appassionato<br />

e brillante intervento, ci<br />

delineava il modello di<br />

vita del laico cristiano:<br />

la vocazione ad essere<br />

una brava madre o padre<br />

di famiglia, sposo,<br />

operaio, impiegato,<br />

artigiano, dirigente,<br />

medico, insegnante,<br />

studente, …<br />

Ricordo le parole<br />

del vescovo<br />

Mons. Fausto Val-<br />

lainc: ringraziare, rinnovare e ripartire. Ricordo il<br />

richiamo alla lezione del Concilio: la corresponsabilità<br />

dei laici nella chiesa, con stile laicale, e<br />

l’impegno nelle realtà temporali (famiglia, lavoro,<br />

scuola, parrocchia, sociale, politica,…) alla<br />

pari con tutti gli uomini.<br />

Non è retorica, non è roba di altri tempi: è al<br />

contrario una proposta attualissima!<br />

I tempi sono difficili e richiedono laici cristiani<br />

forti, senza paura del confronto, di mettersi in<br />

gioco, di accettare e di accompagnarsi con chi<br />

è diverso da noi o è lontano. Il nostro tempo ha<br />

bisogno di cattolici convinti che sappiano uscire<br />

dalle sacrestie per testimoniare la solidarietà e<br />

l’attenzione alle persone ed impegnarsi nel sociale<br />

e in politica, cioè là dove si decide il nostro<br />

futuro.<br />

Tutto ciò richiede però un’organizzazione,<br />

una rete tra i laici, affiancati dai sacerdoti, per<br />

la formazione e l’impegno dei laici stessi; servono<br />

quindi strutture, stampa, pubblicazioni e<br />

quant’altro che necessitano di risorse economiche:<br />

la tessera è lo strumento democratico<br />

di sostentamento e di partecipazione e quindi<br />

fonte di libertà!<br />

Proporre la tessera dell’<strong>AC</strong> ad un amico è<br />

una fatica, ma ne vale la pena. Il modo migliore<br />

è far gustare la gioia di essere laici cristiani<br />

in questo modo sereno, gioioso, competente<br />

partecipando alle giornate diocesane, ai campi<br />

scuola, alle iniziative vicariali.<br />

Non dimentichiamo poi la portata della scelta<br />

democratica dell’<strong>AC</strong> voluta da Papa Paolo VI<br />

e da Vittorio Bachelet: passano le persone, ma<br />

l’Associazione continua più forte e rinnovata.<br />

Domenica 8 febbraio scorso ad Altavilla<br />

abbiamo incontrato un’<strong>AC</strong> giovane, bella e propositiva<br />

che ci ha lasciato una parola d’ordine<br />

formidabile: insieme!<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Aprile 2009<br />

aderiamo... <strong>AC</strong>!<br />

13


tempi forti<br />

Don Claudio Carena,<br />

parroco dell’Unità<br />

Pastorale di Baldissero<br />

e Montaldo Roero<br />

14<br />

Un rito e<br />

Carissimi, che significa “fare Pasqua”?<br />

Molti, a questa domanda, risponderebbero:<br />

«Significa confessarsi e fare<br />

la comunione». Un rito dunque, uno<br />

dei tanti che scandiscono la nostra tiepida vita di<br />

cristiani.<br />

Una risposta vera, ma parziale! Forse è anche<br />

per questo che continuiamo ad inanellare<br />

una Pasqua dopo l’altra, senza che avvenga alcun<br />

vero “esodo”, ma ritrovandoci nell’Egitto spirituale<br />

di sempre. Per andare oltre questo stadio<br />

troppo superficiale, ci lasciamo guidare da una<br />

meditazione di padre Raniero Cantalamessa.<br />

Che cosa significò per gli ebrei “fare<br />

Pasqua”?<br />

Fin dalla notte dei tempi, “fare Pasqua”, per<br />

gli ebrei, significò celebrare un rito comune anche<br />

ad altri pastori nomadi dell’Oriente: si uccideva<br />

un agnello e lo si consumava insieme in segno di<br />

solidarietà invocando la protezione di Dio prima<br />

di dividersi per raggiungere i nuovi pascoli all’arrivo<br />

della primavera.<br />

Un anno però (si era intorno al 1250 a.C.),<br />

questo rito si caricò per i discendenti di Abramo<br />

di un significato tutto nuovo: il passaggio di Dio.<br />

Dio venne a salvare il suo popolo: In quella notte,<br />

io passerò. Pasqua, dunque, perché il Signore<br />

passò! (cfr. Es 12,12.27).<br />

Quell’anno la Pasqua per gli ebrei fu più di un<br />

rito: fu il “passare” di Dio cui seguirà il “passare”<br />

del popolo dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà<br />

attraverso il Mar Rosso nella concitata notte<br />

dell’esodo. Il popolo diventa libero dai soprusi<br />

del tiranno per servire il suo Signore; si scuote le<br />

catene di dosso, si ribella agli aguzzini e va verso<br />

l’orizzonte sconfinato del deserto dove il Dio<br />

dei suoi padri l’attende. Un passaggio difficile! La<br />

schiavitù ha un suo fascino: non ci sono decisioni<br />

da prendere e le pentole sono piene di cipolle e<br />

di carne. È assai più impegnativo gestire la propria<br />

libertà! Di qui la tentazione di tornare indietro,<br />

in Egitto. Israele tuttavia proseguì e, attraverso il<br />

deserto, giunse al riposo nella Terra Promessa.<br />

Questo fu per l’antico popolo “fare Pasqua”:<br />

celebrare un rito e compiere un passaggio.<br />

Che cosa significò per Gesù “fare<br />

Pasqua”?<br />

Anche per Lui, “fare Pasqua” significò celebrare<br />

un rito con i suoi discepoli. Quello stesso<br />

rito che dalla notte dell’Esodo, gli Ebrei non avevano<br />

più smesso di celebrare.<br />

Ogni famiglia o gruppo di famiglie si procurava<br />

un agnello, lo portava al Tempio di Gerusalemme<br />

per farlo immolare al tramonto dai<br />

sacerdoti. A sera, in casa, lo si consumava tra<br />

canti e preghiere rievocando ciò che Dio aveva<br />

compiuto nella notte della liberazione dall’Egitto.<br />

All’approssimarsi della festa, l’ultimo anno della<br />

sua vita, Gesù mandò due discepoli da un amico<br />

che abitava in Gerusalemme a dirgli: “Il mio<br />

tempo è vicino: farò la Pasqua da te con i miei discepoli”<br />

(Mt 26,18). E, mettendosi a tavola, disse:<br />

Ho desiderato ardentemente di mangiare questa<br />

Pasqua con voi (Lc 22,15). Perché l’aveva desiderato<br />

tanto?<br />

Perché in quella Pasqua Gesù avrebbe trasformato<br />

la figura in realtà, portando a compimento<br />

l’attesa antica di secoli. Egli era, infatti,<br />

l’Agnello di Dio di cui l’agnello pasquale era solo<br />

un pallido simbolo. Ciò che Gesù fece quella sera<br />

ci è narrato dagli evangelisti e da San Paolo: finita<br />

la cena, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò,<br />

lo diede ai suoi discepoli e disse: «Prendete e<br />

mangiate, questo è il mio corpo». Lo stesso fece<br />

con il calice. È l’istituzione dell’Eucarestia e del<br />

Sacerdozio attraverso il quale essa sarà perpetuata<br />

nei secoli. Questa sarà d’ora in poi la vera<br />

cena pasquale per i credenti. Il memoriale antico<br />

si carica di un nuovo sconfinato contenuto: l’esodo<br />

di tutta l’umanità dalla schiavitù del peccato<br />

e dalla vanità della vita verso la pienezza della<br />

redenzione.<br />

Eppure, anche per Gesù la Pasqua non fu solo<br />

celebrare o istituire un rito. Si trattò anche per lui<br />

di compiere un passaggio: era giunta la sua ora,<br />

di passare “da questo mondo al Padre” (Gv 13,1).<br />

Gesù stesso ne aveva parlato con l’immagine del<br />

chicco di grano che deve essere sepolto in terra<br />

per risorgere come spiga e portare frutto (cfr. Gv<br />

12,24). Questo fu, infatti, il passaggio di Gesù:<br />

un passare attraverso la morte verso la vita, un<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


un passaggio<br />

morire per risorgere. Venuto da Dio, ora vi ritorna!<br />

La discesa vertiginosa dal fianco del Padre<br />

fino all’umanità giunge al termine e già inizia la<br />

risalita. Ma non senza che Gesù abbia dovuto<br />

attraversare il punto più basso di questo abbassarsi:<br />

la morte, estrema debolezza dell’uomo. Fu<br />

così dunque che Gesù fece la sua Pasqua: «Attraverso<br />

la passione passò da questo mondo al<br />

Padre, aprendo la via a noi, che crediamo nella<br />

sua risurrezione, perché passassimo anche noi<br />

dalla morte alla vita» (Sant’Agostino).<br />

Non fu un passaggio indolore, scritto in anticipo<br />

e recitato da Gesù senza scomporsi, come<br />

una specie di copione imparato a memoria. Fu,<br />

al contrario, il passaggio attraverso un abisso insondabile<br />

di angoscia.<br />

Gesù sperimentò tutta l’amarezza del fallimento,<br />

dell’abbandono, della paura dell’appressarsi<br />

della sua ora. Prima di arrivarci, forse per<br />

preparare i suoi discepoli che ancora non sapevano<br />

ciò che li attendeva nelle ore a venire, Gesù<br />

fornì loro un segno premonitore, come sacramento<br />

del percorso pasquale che egli stava portando<br />

a termine: si mise a lavare i piedi ai suoi amici.<br />

Lui, il Maestro e il Signore, prese il posto del servo<br />

e dello schiavo in ginocchio davanti ai fratelli e<br />

consegnò ad essi lo stesso gesto come esempio<br />

e modello di amore e di vita.<br />

Che cosa significa per noi “fare<br />

Pasqua”?<br />

Anche per noi “fare Pasqua” significa celebrare<br />

un rito. Anzi, un insieme di riti.<br />

Quelli del Triduo Pasquale, vertice di tutto<br />

l’anno liturgico, preparato dal lungo itinerario penitenziale<br />

della Quaresima.<br />

Tuttavia, anche per noi “fare Pasqua” richiede<br />

ciò che si richiese per gli Ebrei e per Gesù:<br />

compiere un passaggio. San Paolo nelle sue Lettere<br />

lo definisce il passaggio “dall’uomo vecchio<br />

all’uomo nuovo”, “dalla carne allo spirito”, “dal lie-<br />

Aprile 2009<br />

vito della malizia agli azzimi di purità”, dal vivere<br />

per il mondo e secondo il mondo, al vivere per<br />

il Padre. Il Vangelo ha una parola per esprimere<br />

tutto ciò, ed è quella con cui abbiamo iniziato la<br />

nostra Quaresima: conversione. Un passaggio<br />

tra sponde ravvicinate, ma profonde.<br />

C’è un abisso di mezzo: dall’“io” a Dio, dal<br />

“me” agli altri. Dal vivere concentrati su se stessi<br />

al chinarsi per lavare i piedi ai fratelli, secondo<br />

quanto ha fatto e ci ha insegnato a fare Gesù.<br />

È uno scrollarsi di dosso le mille catene che ci<br />

tengono schiavi e metterci in cammino verso la<br />

“patria dell’identità”, là dove saremo davvero noi<br />

stessi, liberi per obbedire a Dio e per servire gli<br />

altri. Noi, infatti, siamo tuttora schiavi, come gli<br />

Ebrei in Egitto, anche se di una diversa schiavitù.<br />

Siamo schiavi delle cose, dei comodi ai quali<br />

non sappiamo rinunciare; schiavi dei pregiudizi e<br />

delle mode;<br />

schiavi soprattutto dei peccati. Dio, a Pasqua,<br />

ci chiama a uscire, a ribellarci a tutto ciò, a destarci<br />

dal sonno terribile in cui siamo immersi, ad<br />

alzarci e a metterci in cammino.<br />

Non è un invito astratto. La nostra vita è ancora<br />

chiusa a Dio; egli vi entra solo di sfuggita e<br />

obliquamente, come il sole da una piccola feritoia<br />

in un castello tutto buio. Bisogna spalancargli le<br />

finestre, in questa Pasqua; farci illuminare dalla<br />

sua luce; esporre la nostra vita al suo giudizio e<br />

al suo perdono, permettergli di riaprire il discorso<br />

su di noi che abbiamo forse voluto considerare<br />

chiuso, sulla base di un certo compromesso.<br />

Se entreremo in questa prospettiva coraggiosa<br />

e liberante, quest’anno faremo davvero la<br />

Pasqua con Cristo. I riti non saranno più soltanto<br />

riti, diventeranno realtà viventi, segno e fonte di<br />

grazia, e ci verrà da esclamare, forse per la prima<br />

volta in modo veramente nuovo: è la Pasqua del<br />

Signore!<br />

Auguri vivissimi! A tutti!<br />

tempi forti<br />

15


campiscuola<br />

16<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Aprile 2009<br />

campiscuola<br />

17


campiscuola<br />

18<br />

FIRMA del ragazzo/a o FIRMA del genitore<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Il clima che si addolcisce, regalandoci belle<br />

giornate di sole, ci fa già pensare all’estate.<br />

Estate che per noi significa: “Andare per<br />

campi”.<br />

Andare, verbo che suggerisce il dinamismo<br />

dell’esistenza umana, il suo moto fisico e interiore.<br />

L’andare ci spinge ad uscire da noi stessi<br />

per incontrare gli altri, ci fa incontrare tanti<br />

uomini e donne con i quali condividere gioie e<br />

fatiche, paure e speranza e dei quali diventare<br />

compagni di strada, ci fa superare la tentazione<br />

di ancorarci a facili traguardi e a situazioni di<br />

comodità,<br />

Per, preposizione che indica movimento.<br />

Anche questa parola rafforza l’idea del cammino<br />

e del viaggio che diventano la metafora della<br />

vita stessa.<br />

Campi, nome riduttivo di campiscuola. Mi<br />

piace pensarli come accampamenti, basi attrezzate<br />

da cui partire per escursioni in alta montagna.<br />

Luoghi dove si mette a punto, si studia il<br />

percorso, dove si rinsaldano i vincoli di amicizia<br />

con gli altri partecipanti. I nostri capiscuola<br />

vogliono essere perciò sempre più esperienze<br />

significative che lasciano il segno perché fanno<br />

coincidere e sperimentare la ricchezza dell’essere<br />

comunità con l’impegno di ricerca e formazione<br />

individuale. Il loro carattere di provvisorietà<br />

ci insegna a non assolutizzarli, né a mitizzarli,<br />

ma a farne un’occasione preziosa di crescita,<br />

una tappa da segnare e ricordare nel divenire<br />

della vita.<br />

Ma cos’è che rende il camposcuola un tempo<br />

capace di conquistare ed allargare il cuore<br />

delle persone dei nostri gruppi (e non solo)?<br />

Un tempo per crescere<br />

Ormai è chiaro a tutti, dall’acierrino di quarta<br />

elementare al nonnissimo della terza età, che il<br />

caposcuola è un modo diverso di fare vacanza<br />

con gli amici. Chi sceglie di parteciparvi è con-<br />

Aprile 2009<br />

andare<br />

per campi<br />

sapevole dell’impegno richiesto: essere disponibili<br />

a crescere come persone e come cristiani.<br />

In questo senso l’esperienza del caposcuola è<br />

importante nella misura in cui ogni persona ritrova<br />

il proprio tempo per ritmarlo sul tempo di<br />

Dio, che è tempo di pace, di incontro, di dono.<br />

Un tempo per coltivare relazioni<br />

Spesso ci capita di vivere un po’ da rassegnati<br />

l’idea del tempo che ci manca per costruire<br />

relazioni vere e profonde. Il camposcuola,<br />

con le sue giornate lunghe e dense di opportunità,<br />

ci dimostra che è possibile, se lo vogliamo,<br />

impegnarci a costruire incontri veri con gli altri,<br />

capaci di andare oltre le formalità. L’incontro<br />

con l’Altro e con gli altri rimane così segno indelebile,<br />

da ricercare con tenacia nella vita di<br />

ogni giorno.<br />

Un tempo per gustare la Chiesa<br />

Noi vogliamo che i nostri campi siano una<br />

vera e propria scuola di ecclesialità per ciascuno.<br />

Per questo chiediamo con forza la presenza<br />

costante del sacerdote che, insieme alla visita<br />

del Vescovo e dei nostri parroci, ci aiuta a scoprire<br />

in profondità il volto di una Chiesa che accoglie<br />

e ascolta la Parola, che celebra la Grazia<br />

del perdono, che sa rendere grazie per il dono<br />

dell’Eucaristia.<br />

Un tempo... da preparare con cura<br />

Il camposcuola va pensato e organizzato in<br />

tutti i suoi aspetti: dalla scelta degli obiettivi e<br />

delle tematiche, alla cura dei momenti liturgici<br />

e di svago; dal materiale di lavoro e di studio<br />

al coinvolgimento dei partecipanti nei diversi<br />

momenti della giornata. Questo tempo è ora!<br />

Lo sanno bene i responsabili dei diversi settori<br />

con i loro educatori e collaboratori: a loro diciamo<br />

grazie già fin d’ora e… andiamo per campi,<br />

ognuno scelga il suo e si iscriva!<br />

Wilma Berbotto,<br />

presidente diocesano<br />

19


campiscuola<br />

Fabrizio Viberti,<br />

giovanissimo di <strong>Alba</strong><br />

20<br />

Piadina & Nutella party<br />

Li abbiamo osservati scendere dal pullman,<br />

raccattare le loro valigie e dirigersi<br />

verso di noi. Senza un briciolo di pietà<br />

o indulgenza puntavamo i nostri occhi<br />

su di loro, come se fossero stati una sorta di<br />

“invasori”, di imbucati ad una festa in cui non<br />

erano i benvenuti: verso le tre e mezzo di pomeriggio<br />

dello scorso caldissimo due agosto la<br />

casa diocesana di Sampeyre stava per essere<br />

invasa dai soliti giovani e giovanissimi di <strong>Alba</strong><br />

e dintorni, più un’aggiunta di 40 ragazzi provenienti<br />

dalla romagnola città di Forlì.<br />

Più che un camposcuola era un esperimento,<br />

una sorta di “gemellaggio diocesano”. Che<br />

cosa sarebbe uscito alla fine di tutto? Che cosa<br />

sarebbe emerso da quella miscela di dialetti,<br />

accenti strani, tradizioni ed abitudini? Bé, gli<br />

educatori, che tanto si erano impegnati nella<br />

progettazione di questa novità, non potevano<br />

affatto permettere che tutta la loro fatica venisse<br />

sprecata. E allora, con abili mosse, hanno subito<br />

dato sfogo alla loro fantasia usando qualsiasi<br />

mezzo avessero a disposizione per incentivare<br />

il dialogo e la conoscenza fra i giovani delle<br />

due “fazioni” contrapposte. Camere, gruppi e<br />

talvolta persino i posti a tavola prevede-<br />

Che cosa sarebbe uscito vano la vicinanza fra noi ragazzi, un po’<br />

alla fine di tutto? Che come una sorta di iniziale “convivenza<br />

cosa sarebbe emerso da forzata”. Tuttavia è stato davvero sorpren-<br />

quella miscela di dialetti, dente notare come, già a partire dalla se-<br />

accenti strani, tradizioni conda giornata, quegli “sporchi mezzucci”<br />

ed abitudini?<br />

fossero diventati inutili, superati da un’autentica<br />

curiosità che, passo dopo passo,<br />

ha condotto noi albesi e i nostri compagni forlivesi<br />

ad avvicinarci sempre più, a raccontarci<br />

l’un l’altro e a condividere la fatica delle camminate,<br />

le risate, la stanchezza di fine giornata e<br />

le avventure di tutti i giorni.<br />

Ci siamo divertiti. Cosa scontata da dire, forse<br />

imputabile di troppa banalità. Eppure è stato<br />

così. Mai la scelta del tema del campo è stata<br />

più azzeccata. Il “divertimento autentico”: giorno<br />

dopo giorno abbiamo avuto l’opportunità di<br />

sperimentarlo dal vivo, di attestare sulla nostra<br />

pelle cosa significava stringere nuove amicizie,<br />

sentir crescere dentro la spontanea felicità per<br />

una giornata trascorsa tutti insieme. E’ così abbiamo<br />

capito che, sebbene il camposcuola fosse<br />

invaso da più di cento persone, ognuno di<br />

noi era importante, con i propri pregi e i propri<br />

difetti. Tutti noi, insieme, costituivamo il divertimento.<br />

Testimonianze di amici venuti a trovarci<br />

sono servite a insegnarci grandi cose. Ci hanno<br />

dimostrato la possibilità di voltare pagina e chiudersi<br />

alle spalle un passato difficile e scivoloso,<br />

l’importanza di trasformare le nostre “sfighe” in<br />

“sfide”, per superare gli ostacoli sul nostro cammino,<br />

e la serietà con cui dovremo valutare le<br />

strade da intraprendere nel nostro futuro, al fine<br />

di realizzare pienamente ciò che sentiamo più<br />

giusto per noi.<br />

Sono passati circa sette mesi dal giorno in<br />

cui, fra sorrisi, abbracci e qualche lacrima, abbiamo<br />

riaccompagnato i nostri amici di Forlì sul<br />

pullman che li avrebbe riportati a casa, quello<br />

stesso pullman che, una settimana prima, ci era<br />

sembrato la peggior sfortuna che poteva capitarci.<br />

Il legame nato al camposcuola si è rivelato<br />

essere sincero e forte, a dispetto della distanza<br />

che separa le nostre città. Ci teniamo costantemente<br />

in contatto e, soltanto qualche mese fa,<br />

al ponte dell’Immacolata, un gruppo di baldi giovani<br />

ha intrapreso il viaggio <strong>Alba</strong>-Forlì ed è stato<br />

ospite degli amici romagnoli per due giorni.<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Scoprire nel volto<br />

i volti<br />

È<br />

proprio dell’uomo, in ogni tempo, il bisogno<br />

di vedere il Volto di Dio, sentire<br />

la sua Voce, ma anche conoscerlo<br />

con gli occhi: “Chi sei, mio Signore?…<br />

I miei occhi hanno visto”<br />

In Gesù la Voce si fa carne, ha preso un Volto:<br />

“Questo è il mio Figlio…”.<br />

Con questa premessa sono iniziati, quest’anno,<br />

gli incontri nei gruppi di adulti e adultissimi<br />

(leggi ‘anziani’), alla ricerca del Volto nei volti. È<br />

il cammino formativo proposto dall’Azione Cattolica<br />

(cfr. testo “Dimmi il tuo nome”) che serve<br />

da guida offrendo interessanti spunti di meditazione.<br />

Riflettendo insieme, si scopre che si può<br />

dare un significato alle nostre giornate, proprio<br />

iniziando dai volti quotidiani, quelli delle persone<br />

che ci siamo trovati da sempre sul nostro cammino<br />

o che abbiamo ‘scelto’ come compagni di<br />

viaggio, ma che comunque ci sono state donate<br />

GLI APPUNTAMENTI PRIMA DELL’ESTATE<br />

28 marzo: alle ore 16,30 in Via Mandelli incontro con Anselmo Palino, autore del libro “Primo Mazzolari,<br />

Un uomo libero” ed.AVE per ricordare i 50 anni dalla sua morte.<br />

Dall’1 al 3 maggio: Esercizi Spirituali per adulti e famiglie a Sampeyre guidati da don Pilly “ Siate lieti…”<br />

(commento alla lettera di San Paolo ai Filippesi) Prenotazioni presso la Libreria L’Incontro tel. 0173 2932<br />

88 o presso Annamaria Bellis tel. 333 3737712.<br />

Aprile 2009<br />

7 Maggio: Pellegrinaggio della terza età al Santuario della Moretta.<br />

dal Signore.<br />

In quei volti ci aiutiamo a vedere il suo Volto,<br />

per imparare a riconoscerlo ed amarlo in altri<br />

fratelli, lontani e sconosciuti, sofferenti e anonimi…<br />

Un’esortazione ci incoraggia e ci dona speranza:<br />

‘siate vigilanti’ sempre, per scorgere i<br />

segni di un nuovo inizio ogni giorno, in qualunque<br />

momento della nostra vita. La Parola rigeneratrice<br />

del Signore ci accompagna, sotto la<br />

protezione della Vergine: così ci sentiamo uniti<br />

all’impegno pastorale della nostra diocesi, In<br />

ascolto della Parola con Maria.<br />

Nota: se qualche gruppo parrocchiale desidera<br />

essere aiutato in questa proposta formativa<br />

può telefonare a Madì 0173 34339, Pierangela<br />

0173 90526 o Wilma 0172 40434<br />

18 giugno: Pellegrinaggio regionale della Terza età al Sacro Monte di Varallo “Tempo di terza età, tempo<br />

di missionarietà” prenotazioni per il pullman presso la Libreria L’Incontro con la possibilità di pranzare al<br />

ristorante (o al sacco).<br />

“Adultissimi”<br />

live!<br />

Madì Drello,<br />

incaricata “adultissimi”<br />

21


live!<br />

22<br />

Incontro degli assistenti nazionali di <strong>AC</strong> con i sacerdoti della diocesi<br />

Laici e sacerdoti in <strong>AC</strong>: mai senza l’altro<br />

don Antonello Pelisseri,<br />

assistente <strong>AC</strong>R<br />

Don Dino Pirri (in piedi) e<br />

Don Giuseppe Masiero (seduto)<br />

ad Altavilla<br />

In marzo quattro assistenti nazionali dell’<strong>AC</strong><br />

hanno visitato le diocesi del Piemonte. Ad<br />

<strong>Alba</strong> abbiamo avuto la fortuna di incontrarne<br />

due: don Giuseppe Masiero, della diocesi di<br />

Padova, dal 2006 assistente nazionale del settore<br />

adulti e don Dino Pirri, della diocesi di San Benedetto<br />

del Tronto, da settembre dell’anno scorso<br />

assistente nazionale dell’<strong>AC</strong>R. Martedì 10, nella<br />

casa di Altavilla, hanno incontrato il Vescovo, noi<br />

assistenti diocesani e un gruppo di parroci.<br />

L’intervento di don Giuseppe Masiero:<br />

l’<strong>AC</strong> conviene alla parrocchia<br />

Perché conviene promuovere l’<strong>AC</strong> in parrocchia?<br />

Da questa domanda è partita la riflessione di<br />

don Giuseppe Masiero. L’<strong>AC</strong> è anzitutto un’esperienza<br />

di popolo, non riservata ad una elite di cristiani<br />

che si pensano migliori degli altri, ma aperta<br />

a tutti i battezzati, a tutto il popolo cristiano, proprio<br />

come la parrocchia, che è popolare perché raccoglie<br />

tutti i battezzati che vivono in quel territorio,<br />

senza esclusione di nessuno.<br />

L’<strong>AC</strong>, rispetto ad altri movimenti ecclesiali è poi<br />

un’esperienza associativa; in un’Italia che tende<br />

a dividersi in nord e sud, in paese reale e paese<br />

virtuale, in cui aumenta la «forbice» cioè il divario tra<br />

ricchi e poveri, l’<strong>AC</strong> unisce in associazione tutte le<br />

età della vita, dai piccoli dell’<strong>AC</strong>R agli adultissimi, e<br />

tutte le popolazioni del Paese perché le associazioni<br />

parrocchiali sono distribuite dal nord al sud d’Italia.<br />

L’<strong>AC</strong> – ha continuato don Masiero – è un’esperienza<br />

formativa; non solo oggi che si parla di<br />

«emergenza educativa», ma fin dalla sua nascita<br />

140 anni fa, l’<strong>AC</strong> si è preoccupata della formazione<br />

dei laici; i sussidi sono sempre ispirati ai catechismi<br />

della CEI e alle indicazioni dei vescovi, anzi a volte<br />

hanno aperto prospettive pastorali nuove, prima<br />

ancora dei documenti ufficiali. Oggi l’<strong>AC</strong> si propone<br />

di formare soprattutto dei cristiani adulti nella<br />

fede, impegnati nella società, nel mondo del lavoro,<br />

nell’ambito sociale e politico. L’<strong>AC</strong> punta a formare<br />

un «pensiero alto», capace di ispirare di valori e di<br />

ideali i laici che domani si impegneranno nella società;<br />

oggi è il tempo della semina.<br />

Infine – ha concluso don Masiero – l’<strong>AC</strong> è<br />

un’esperienza di Chiesa, sia locale sia universale.<br />

A differenza di altri movimenti ecclesiali, l’<strong>AC</strong> è pro-<br />

fondamente collegata con la parrocchia e la diocesi.<br />

Forma giovani e adulti ad essere non solo collaboratori/esecutori<br />

ma corresponsabili della vita<br />

della propria comunità cristiana. Questo può essere<br />

difficile per i parroci (meglio avere degli esecutori!)<br />

ma è certamente più arricchente ed è il futuro delle<br />

nostre comunità.<br />

L’intervento di don Dino Pirri: prossimità<br />

e credibilità<br />

Don Pirri ha parlato soprattutto del rapporto di<br />

noi sacerdoti verso i laici. Anzitutto ha detto che<br />

non esiste il «prete dell’Azione Cattolica» come non<br />

esiste il «prete degli scout» (lui è stato anche assistente<br />

ecclesiale di un gruppo scout) o il «prete di<br />

Comunione e Liberazione» o il «prete del Rinnovamento<br />

nello Spirito»; il prete è di tutta la Chiesa e<br />

per tutta la Chiesa. Rispetto ad altri movimenti l’<strong>AC</strong><br />

è un’associazione fondata da laici e portata avanti<br />

dai laici; in essa il sacerdote cura l’aspetto della preghiera,<br />

della maturazione nella fede, del rapporto<br />

con la Chiesa locale e con il Vescovo.<br />

Due sono le caratteristiche che deve avere<br />

il sacerdote verso i laici di <strong>AC</strong>: la prossimità e la<br />

credibilità.<br />

Farsi prossimo, come Gesù si è fatto prossimo<br />

alle persone del suo tempo, è lo stile che deve avere<br />

oggi il sacerdote. È finito il tempo in cui i fedeli seguivano<br />

il sacerdote perché rivestiva un ruolo nella<br />

Chiesa e obbedivano alle direttive dei pastori senza<br />

discutere. Il modo migliore oggi di essere preti è<br />

quello di farsi vicini agli uomini là dove vivono, condividere<br />

i loro problemi, creare relazioni nei modi più<br />

svariati per annunciare il messaggio del Vangelo.<br />

Non basta, però, farsi vicini, occorre essere<br />

credibili, cioè essere coerenti con i valori del Vangelo<br />

che si annunciano e il proprio stile di vita. Gli<br />

uomini e le donne di oggi, soprattutto i giovani, cercano<br />

preti che siano testimoni credibili del Vangelo,<br />

non «professionisti del sacro».<br />

Don Dino ha concluso facendo notare che la<br />

prossimità e la credibilità sono necessarie non solo<br />

ai preti, ma a tutti i cristiani, in particolare ai laici di<br />

<strong>AC</strong>; in un Paese venato di pessimismo preti e laici di<br />

<strong>AC</strong> abbiano il volto sorridente, dimostrino di essere<br />

persone felici, nella gioia perché sono state rendente<br />

da Cristo, perché sono persone di speranza.<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


gli assistenti nazionali:<br />

compagni di viaggio<br />

nelle terre del vino<br />

Don Dino Pirri parla agli animatori <strong>AC</strong>R<br />

Gli Assistenti Nazionali del settore<br />

Adulti (Don Giuseppe Masiero) e<br />

dell’<strong>AC</strong>R (Don Dino Pirri), sono venuti<br />

in visita ad <strong>Alba</strong> nei giorni 9 e 10<br />

marzo. La loro presenza in Regione è dovuta al<br />

meritevole impegno di visitare tutte le Associazioni<br />

Diocesane per entrare in contatto con le<br />

diverse Equipe.<br />

Nel presentarsi all’associazione, i due assistenti<br />

si sono definiti “compagni di viaggio”, cioè<br />

persone che vivono nella semplice condivisione<br />

della vita normale e quotidiana, ma guidati dalla<br />

luce del Vangelo. Proprio rispondendo a questo<br />

loro intento di essere assistenti-compagni<br />

di cammino, sono venuti in visita sulle colline<br />

del vino di <strong>Alba</strong>. Hanno conosciuto le equipe<br />

e gli educatori, portando loro non solo il vento<br />

dell’<strong>AC</strong> Nazionale, che sempre rinvigorisce dalla<br />

stanchezza della quotidiana vita parrocchiale,<br />

ma anche grandi messaggi.<br />

Don Dino, incontrando gli educatori dell’<strong>AC</strong>R<br />

e i Giovani di <strong>AC</strong>, ci ha detto: “Stare con i laici è<br />

una scuola di fede. In <strong>AC</strong> ci sono tante persone,<br />

gente sveglia, appassionata che vive il Vangelo<br />

tutti i giorni ma che non fa notizia. Essere Assistente<br />

Nazionale è un’occasione speciale per<br />

incontrare esperienza di vita vera”.<br />

Parlando delle doti che deve avere un bravo<br />

educatore, Don Dino ci ha detto: “Il bravo educatore<br />

deve dare testimonianza, deve avere<br />

l’atteggiamento di speranza perché, sapendo<br />

Aprile 2009<br />

che Uno è risorto dai morti, allora tutto diventa<br />

possibile, niente è insuperabile. La fede, la dote<br />

che deve avere un buon educatore, è come<br />

l’abbraccio di Gesù.”<br />

In conclusione dell’incontro Don Dino ha<br />

detto di essere “felice di essere Assistente Nazionale,<br />

e di non volere nulla di più perché, chi è<br />

felice non ha bisogno di una cosa in più.”<br />

Parlando della suo incarico a livello nazionale<br />

e di come sia giunto a conoscenza della chiamata<br />

al servizio che avrebbe dovuto svolgere,<br />

Don Dino ci ha raccontato che subito la sua reazione<br />

alla notizia è stata la paura, ma, come un<br />

pellegrino che non si sceglie la strada che deve<br />

percorrere, ma la percorre perché sa che lo porterà<br />

più vicino alla meta, ha accettato.<br />

In conclusione, mi sembra corretto dire che<br />

i nostri due cari Assistenti Nazionali, sono ottimi<br />

compagni di viaggio, che ci piace avere a fianco<br />

e che, con pazienza e simpatia sanno guidarci<br />

verso il Vangelo.<br />

Elisa occhetti,<br />

educatrice <strong>AC</strong>R<br />

live!<br />

Don Dino Pirri con<br />

Maurizio Tibaldi (a destra) e<br />

Massimiliano Costa (a sinistra),<br />

responsabili <strong>AC</strong>R per la diocesi di <strong>Alba</strong><br />

23


live!<br />

24<br />

l’orizzonte Regionale<br />

Anna Maria Tibaldi,<br />

delegata regionale<br />

Gli incontri di Delegazione avvengono<br />

ogni mese. Sono presenti gli<br />

assistenti regionali, il delegato, il<br />

segretario, l’amministratore, gli incaricati<br />

per settore e articolazione, due incaricati<br />

per la terza età, due incaricate per il Movimento<br />

Studenti, un incaricato per il Movimento Lavoratori.<br />

Grazie alla presenza costante di quasi tutti i<br />

rappresentanti, si è creato un bel clima di amicizia<br />

e collaborazione grazie al confronto schietto<br />

e sereno.<br />

Gli incontri del Consiglio Regionale, di<br />

cui fanno parte le Presidenze diocesane di<br />

Azione Cattolica avvengono a scadenze all’incirca<br />

bimestrali iniziando con un momento unitario<br />

con tutti i Presidenti, i Vice Presidenti, i Responsabili<br />

di Settore e gli Assistenti per pregare<br />

insieme. Dopo alcune comunicazioni, ci suddividiamo<br />

per settori e come comitato presidenti<br />

per proseguire nello scambio e nella riflessione<br />

comune sulle attività di formazione in atto e programmate<br />

per il futuro.<br />

Sono intervenuti recentemente diversi Responsabili<br />

associativi:<br />

• abbiamo iniziato quest’autunno con Paolo<br />

Trionfini, vice presidente nazionale per il Settore<br />

Adulti, il quale ci ha aiutato a riflettere su “<strong>AC</strong><br />

e pastorale” durante il Convegno Regionale<br />

d’inizio anno associativo;<br />

• Vittorio Rapetti, già delegato regionale, chiamato<br />

a coordinare per la Delegazione il progetto<br />

sul riordino degli archivi delle Associazioni<br />

diocesane e sulle figure dei Testimoni che,<br />

su proposta delle <strong>AC</strong> del Piemonte/Valle d’Aosta<br />

verranno evidenziate in un libro con dvd, pubblicati<br />

a cura della Delegazione Regionale;<br />

• Gianfranco Agosti, Consigliere Nazionale<br />

Adulti incaricato per seguire alcune Regioni, tra<br />

cui la nostra, riguardo al Laboratorio Nazionale<br />

della Formazione, è venuto ad aggiornarci<br />

sulla relativa situazione nazionale e per conoscere<br />

la nostra realtà; da parte di ciascun Presidente<br />

è stata comunicata l’attuale situazione dei<br />

laboratori diocesani della formazione;<br />

• Silvio Crudo, recentemente cooptato come<br />

rappresentante del Movimento Lavoratori in<br />

Delegazione Regionale, ci sta aiutando a preparare<br />

il Convegno Regionale del 19 aprile<br />

prossimo su “LA CRISI, LE CRISI… TEMPO DI<br />

SEMINA – Dalla parte dei giovani, guardando<br />

al futuro” attraverso un approfondimento sull’attuale<br />

situazione socio-economica;<br />

• Chiara Finocchietti, l’attuale Vice Presidente<br />

Nazionale Giovani, ha lavorato un fine settimana<br />

con i responsabili diocesani Giovani per<br />

il lavoro sulla formazione, anche in riferimento<br />

al Convegno Regionale a cui parteciperà come<br />

relatrice alla Tavola Rotonda con Silvio Crudo;<br />

• Emanuele Bordello, Presidente Nazionale<br />

della FUCI, è intervenuto al recente Consiglio<br />

Regionale per presentare le prossime iniziative<br />

per gli Universitari, tra cui gli incontri settimanali<br />

a Torino, e per dare la propria disponibilità<br />

ad avviare gruppi di universitari nelle città sede<br />

di atenei.<br />

A seguito degli impegni assunti in occasione<br />

della sua ultima Assemblea elettiva, la Delegazione<br />

Regionale del Piemonte e della Valle<br />

d’Aosta, d’intesa con i Presidenti Diocesani e<br />

la Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica<br />

Italiana, ha proposto la Missione in Piemonte<br />

e Valle d’Aosta, cioè una serie di incontri, uno<br />

in ogni Diocesi da parte degli attuali Assistenti<br />

Nazionali: mons. Ugo Ughi (vice-assistente<br />

generale), don Giuseppe Masiero (Adulti), Don<br />

Vito Piccinonna (Giovani), Don Dino Pirri (<strong>AC</strong>R),<br />

nelle giornate del 10-11-12 marzo ’09, mentre<br />

Mons Domenico Sigalini (Assistente Generale)<br />

verrà in Piemonte il 20-21 maggio ’09.<br />

L’iniziativa era rivolta ai Sacerdoti delle nostre<br />

Diocesi, interessati a conoscere in modo più<br />

approfondito il significato della proposta associativa<br />

e per dare modo agli Assistenti Nazionali<br />

di conoscere le realtà locali incontrando anche i<br />

Consigli Diocesani delle varie Associazioni.<br />

L’ intenzione è quella di proporre ai Sacerdoti<br />

interessati un ciclo di due incontri: il primo,<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


sopra citato, da tenersi nelle singole Diocesi con<br />

l’intervento degli Assistenti Nazionali, il secondo<br />

a livello regionale organizzato dalla Delegazione<br />

per favorire la conoscenza e lo scambio tra<br />

assistenti di Diocesi diverse e per far conoscere<br />

quelle attività che vengono proposte dal livello<br />

regionale (Formazione responsabili diocesani).<br />

Si è voluto dare agli stessi un carattere il più<br />

possibile colloquiale ed informale, in modo da<br />

favorire una conoscenza reciproca ed un confronto<br />

reale sugli aspetti della proposta associativa<br />

che sono meno conosciuti e che possono<br />

dare un reale contributo alla Pastorale ordinaria.<br />

Andiamo con ordine. Che cosa c’è al<br />

numero 9 di via Mandelli ad <strong>Alba</strong>? C’è<br />

la sede dell’<strong>AC</strong>! Un polveroso appartamento<br />

nel centro città che ospita le<br />

memorie, le fatiche, i successi e gli insuccessi<br />

della nostra associazione. L’attributo polveroso<br />

assume due connotazioni: da una parte vediamo<br />

la polvere come una soffice coltre che cela<br />

per poi svelare<br />

in maniera<br />

s o r p r e n d e n t e<br />

documenti e<br />

ricordi che si<br />

pensavano perduti,<br />

dall’altra intendiamopolveroso<br />

un luogo…<br />

polveroso, un<br />

po’ trascurato,<br />

obsoleto poco<br />

a c c a t t i v a n t e<br />

nell’aspetto…<br />

Per questo<br />

secondo moti-<br />

Aprile 2009<br />

Presto inizieranno gli incontri regionali per<br />

i formatori dei formatori adulti: il 25 marzo a<br />

Vercelli.<br />

A giugno poi vi saranno due appuntamenti<br />

importanti: Il Pellegrinaggio Regionale della<br />

Terza età a Varallo Sesia il 18 giugno e l’intitolazione<br />

a Pier Giorgio Frassati di un sentiero<br />

in Val d’Aosta, vicino a Gressoney il 21<br />

giugno, a cui sono invitati tutti i soci giovani e<br />

adulti e le giovani famiglie Piemontesi e Valdostane.<br />

Sarà presente tutto il Consiglio Nazionale<br />

che, per l’occasione, si riunirà ad Aosta.<br />

Via Mandelli, 9:<br />

chiuso per ristrutturazione?<br />

vo, un paio di mesi fa, una dozzina di amici della<br />

presidenza e del consiglio, aiutati dal giovane<br />

ed irresponsabile entusiasmo di alcuni animatori,<br />

ha svuotato gli armadi, rovesciato i cassetti,<br />

eliminato l’eliminabile e catalogato il catalogabile<br />

in via Mandelli 9. Il risultato è evidente: stanze<br />

sgombre, scaffali riordinati e scrivanie tirate a<br />

lucido.<br />

Non serviva questo rivoluzionario rassettamento<br />

per rendersi conto che la sede aveva<br />

bisogno di qualche intervento più radicale per<br />

migliorare la sicurezza e la fruibilità dei locali.<br />

La Curia si è resa disponibile a finanziare<br />

la parte più consistente dei lavori, che ha preso<br />

il via all’inizio di marzo: l’adeguamento dell’impianto<br />

elettrico e l’abbattimento di un muro tra<br />

due stanze al fine di ottenere un’unica sala riunioni<br />

abbastanza ampia. La speranza della<br />

presidenza è di trovare i fondi per sostituire i<br />

serramenti e parte degli arredi, speranza che –<br />

grazie alla disponibilità di alcune aziende della<br />

zona – potrebbe giungere a un concretizzarsi<br />

nei prossimi mesi.<br />

live!<br />

Daniele Promio,<br />

vicepresidente giovani<br />

25


live!<br />

Comitato<br />

Via Maestra 30<br />

26<br />

VIA MAESTRA 30<br />

È<br />

il nome del nuovo progetto, impegnativo,<br />

ambizioso che la nostra Diocesi<br />

sta mettendo in campo per stare al<br />

centro dell’agorà albese: la Via Maestra.<br />

E’ un progetto di nuova Parrocchia, una parrocchia<br />

laica che offre occasioni di riflessione e<br />

di dibattito in modo aperto e coraggioso, nel solco<br />

del Progetto Culturale della Chiesa Italiana.<br />

Via Maestra 30 vuole essere un luogo nuovo:<br />

- dove fermarsi, parlare, tornare, conoscere,<br />

informarsi, leggere, vedere, ascoltare, trovare<br />

libri, film, musica e prodotti solidali;<br />

- per valorizzare e dare voce alle molte attività<br />

culturali in corso, farle conoscere, promuovere<br />

sinergie;<br />

- dove creare uno spazio accogliente per chi<br />

è attento alla comunicazione, ai libri, al cinema,<br />

alla musica, a Internet;<br />

- per costruire una proposta popolare al passo<br />

con i tempi nel terzo millennio.<br />

“Si tratta per il cristiano di ripensare la fede per<br />

confrontarla e inserirla creativamente nelle nuove<br />

espressioni e forme della cultura in cui vive”<br />

Mons. Piero Rossano<br />

La sede è l’edificio di proprietà della Parrocchia<br />

dei Ss. Cosma e Damiano, sito in Via<br />

Maestra accanto alla chiesa.<br />

Al piano terreno del Centro sarà collocata la<br />

nuova Libreria San Paolo in cui convergeranno<br />

l’attuale libreria San Paolo e la Libreria “L’Incontro”<br />

con un grande progetto a servizio della città<br />

e della Chiesa albese.<br />

I promotori:<br />

Diocesi di <strong>Alba</strong>, Parrocchia dei Ss. Cosma<br />

e Damiano, coop. “Incontro”, Ufficio Diocesano<br />

per la Cultura, Ufficio Diocesano per le Comunicazioni<br />

Sociali, Nuova Libreria San Paolo,<br />

Associazione “Alec”, Centro Studi “Piero Rossano”,<br />

<strong>AC</strong> diocesana.<br />

E’ già attivo su internet all’indirizzo<br />

http://www.viamaestra30.net un portale per<br />

favorire l’informazione, la comunicazione, la<br />

partecipazione.<br />

E’ in corso una ricerca fondi presso diverse<br />

istituzioni, tutti (gruppi e singoli) sono invitati a<br />

contribuire per la realizzazione del Centro.<br />

Gli amici dell’<strong>AC</strong> sono chiamati<br />

in modo particolare ad un<br />

ruolo da protagonisti nel nuovo<br />

progetto: la cultura è una forma<br />

indispensabile per svolgere il<br />

nostro apostolato.<br />

La crisi economica che ci<br />

assale in questi mesi è principalmente<br />

una crisi di valori: è<br />

urgente far girare le idee, risvegliare<br />

le coscienze intorpidite,<br />

offrire occasioni di dialogo, di<br />

approfondimento, di confronto…<br />

con coraggio!<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Fantasia per<br />

Marinella<br />

Domenica 15 marzo, presso la Sala<br />

Ordet di <strong>Alba</strong>, il gruppo della San<br />

Vincenzo Giovani e la Compagnia<br />

del Nostro Teatro di Sinio in collaborazione<br />

con l’Azione Cattolica Diocesana e la<br />

Parrocchia dei SS. Cosma e Damiano, hanno<br />

ricordato una carissima amica, Marinella Boffa,<br />

di cui ricorrono quest’anno i dieci anni dalla<br />

scomparsa, in seguito ad un grave incidente<br />

stradale.<br />

Lo spettacolo “Fantasia per Marinella”, con<br />

la regia di Oscar Barile e Madì Drello, ha messo<br />

in scena in scena alcuni pezzi che lei sicuramente<br />

amava, sottolineando la sensibilità e<br />

l’attenzione che aveva nei confronti di tutte le<br />

persone che ogni giorno incontrava sulla sua<br />

strada.<br />

Proprio la cordialità, la disponibilità ed anche<br />

la serenità e l’allegria contagiosa di Marinella<br />

hanno fatto da filo conduttore della rappresentazione,<br />

una sorta di collage teatrale che,<br />

partendo dalla nostalgia, voleva anche essere<br />

un grazie per la sua amicizia sempre generosa<br />

e disinteressata.<br />

Marinella faceva parte del Gruppo San Vin-<br />

Aprile 2009<br />

cenzo Giovani e si impegnava nella propria<br />

parrocchia oltre che in Azione Cattolica, sempre<br />

disponibile e pronta a dare una mano in tutte le<br />

iniziative, dalle varie giornate ai campi scuola,<br />

dalla sua presenza con la bancarella di libri dell’<br />

“Incontro”, ai suoi consigli e alla sua simpatia<br />

per tutti coloro che passavano a trovarla in libreria.<br />

Ci verrebbe da dire che dieci anni fa abbiamo<br />

perso un’amica preziosa, ma è soprattutto vero<br />

che abbiamo avuto per tanti anni quest’amica<br />

preziosa vicina a noi e che continua ad esserci<br />

vicina e a pregare per noi , ora che vive nella<br />

sapienza misericordiosa di Dio<br />

Marinella aveva promosso per tutta la vita<br />

progetti ed opere di solidarietà; nel suo ricordo,<br />

l’intero incasso dello spettacolo è andato<br />

a sostenere questi progetti in cui lei credeva<br />

(<strong>Alba</strong>nia, Marsabit e progetto associativo della<br />

nostra associazione diocesana, per aiutare tutte<br />

le associazioni parrocchiali che, anche grazie a<br />

queste iniziative riescono a mantenere le quote<br />

associative meno onerose e a non dover più sostenere<br />

la cosiddetta “quota parrocchiale”).<br />

Per tutto questo, grazie Marinella, ti vogliamo<br />

bene!<br />

IN FAMIGLIA<br />

live!<br />

oscar Barile,<br />

consigliere diocesano<br />

La famiglia diocesana dell’Azione Cattolica si stringe<br />

con affetto intorno ad Annamaria, la nostra Segretaria<br />

diocesana, partecipando nella preghiera sincera e<br />

silenziosa al dolore per la scomparsa della cara<br />

mamma Rosina, che il Padre ha chiamato a sé.<br />

Il Consiglio e la Presidenza diocesana<br />

27


Patrizia Manzone,<br />

Fidei donum a Marsabit<br />

Partire come missionaria<br />

laica Fidei Donum<br />

significa che non è solo<br />

Patrizia che parte, ma<br />

una Chiesa locale, è<br />

<strong>Alba</strong>, siamo noi, siete<br />

tutti voi che vi mettete<br />

in relazione con un’altra<br />

chiesa, Marsabit<br />

Angelo, uno dei bimbi ospitati nella casa<br />

delle suore di Madre Teresa a Marsabit<br />

28<br />

tuko pamoja<br />

Cari Amici dell’<strong>AC</strong> Albese,<br />

chi vi scrive è attualmente in Kenya<br />

e precisamente a Marsabit, diocesi<br />

che da quasi 50 anni ha legami stretti<br />

con la nostra di <strong>Alba</strong>. E ormai sono trascorsi i<br />

primi tre mesi di questa “avventura” missionaria,<br />

iniziata il 18 novembre 2008 come laica “Fidei<br />

Donum” (eh sì, anche i laici… possono essere<br />

missionari “diocesani”!).<br />

Ringrazio innanzitutto Michael che mi ha<br />

dato la possibilità di scrivere queste righe e di<br />

condividere con voi quella che non vuole essere<br />

una “missione personale”. Per di più per me<br />

è un piacere doppio, perché, come molti di voi<br />

sanno, l’Azione Cattolica di <strong>Alba</strong> si è fortemente<br />

coinvolta nel progetto di amicizia tra le due<br />

diocesi, soprattutto dal 1998 da quando i nostri<br />

sacerdoti Fidei Donum, che tanto hanno lavora-<br />

to qui, sono rientrati a “casa”. E per di più, è<br />

proprio grazie all’Ac e soprattutto ad Annamaria<br />

Tibaldi che si è presa a cuore questo<br />

sogno, che tanti giovani della nostra diocesi<br />

(me compresa!) hanno potuto conoscere<br />

da vicino questa realtà keniota, trascorrendo<br />

alcune settimane o mesi con i missionari<br />

che prestano il loro servizio in questa terra<br />

… e questo ha cambiato la vita a molti di<br />

loro (e ha permesso a me di essere qui!)…<br />

Ogni giorno che passa qui a Marsabit,<br />

mi rendo sempre più conto di come questa<br />

mia vita faccia parte di una storia più grande,<br />

che non ho scritto io… a cui partecipo<br />

felice di essere “laica”, perché questo, per<br />

quanto posso assaporare ora, mi permette<br />

di essere davvero vicino alla gente, vivere<br />

in mezzo a loro, in una casa come la loro,<br />

mangiare come loro, respirare la polvere…<br />

come loro… senza barriere che ci possono<br />

separare.<br />

Lo studioso senegalese Cheick Anta<br />

Diop scriveva: “Non abbiamo avuto lo stesso<br />

passato, voi e noi, ma avremo necessariamente<br />

lo stesso futuro”.<br />

Questo sogno di nuovo futuro comune<br />

con tutti gli uomini, con gli africani, mi ha<br />

accompagnato in questi ultimi anni... rafforzato<br />

dalla ricerca spirituale, dalla condivisione con i<br />

giovani rientrati dalla missione, dalla riflessione e<br />

dallo studio all’Istituto di Scienze Religiose di Torino,<br />

dal mio lavoro per l’integrazione dei ragazzi<br />

diversamente abili nella scuola, dall’impegno e<br />

dal confronto nella Pastorale giovanile…<br />

Per ora qui a Marsabit il mio impegno principale<br />

è ancora lo studio dello swahili, lingua<br />

nazionale con l’inglese, e l’inserimento nell’animazione<br />

dei corsi rivolti ai ragazzi delle scuole<br />

superiori della diocesi e dei gruppi giovani<br />

dell’Ac… Ebbene sì… anche qui ci sono gruppi<br />

di Azione Cattolica, anche se per ora, vista la<br />

giovane età della Chiesa (appena 40 anni!) e i<br />

tanti problemi sociali ed economici, rimane un<br />

cammino esclusivo per gli studenti…<br />

Ma anche in questo senso le cose si stanno<br />

muovendo: grazie ad un progetto triennale della<br />

IFCA (International Forum Catholic Action), di cui<br />

fa parte Maria Grazia Tibaldi, si sta cercando di<br />

sensibilizzare e formare nuovi leaders per l’Azione<br />

Cattolica in Kenya. E anche noi a Marsabit<br />

ci stiamo provando… offrendo la possibilità ad<br />

adulti impegnati di un cammino di fede più serio<br />

e “attivo”. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi…<br />

Un grande GRAZIE a tutti voi e all’Ac di <strong>Alba</strong><br />

per ciò che ha fatto e ciò che farà… Partire come<br />

missionaria laica Fidei Donum significa che non<br />

è solo Patrizia che parte, ma una Chiesa locale,<br />

è <strong>Alba</strong>, siamo noi, siete tutti voi che vi mettete<br />

in relazione con un’altra chiesa, Marsabit, e lo<br />

vogliamo fare come fratelli! Non lo vogliamo fare<br />

sostituendoci agli africani, portando giù una marea<br />

di soldi, che li umilia e li fa dipendenti. Lo<br />

facciamo per stabilire ponti, scambi, perché la<br />

Chiesa è una! Lo facciamo perché non ci sono<br />

“noi” e “loro” davanti alla croce di Gesù. Lo facciamo<br />

perché noi e l’Africa non abbiamo avuto la<br />

stessa storia, ma sicuramente avremo lo stesso<br />

futuro. Lo facciamo perché non ci sono europei<br />

puri o africani puri, ma ci accomuna l’umanità.<br />

Buon cammino di Quaresima, alla ricerca del<br />

vero Volto di Dio e del nostro vero volto, senza<br />

maschere... Con amicizia, “tuko pamoja”.<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Aprile 2009<br />

un pezzo di <strong>Alba</strong>nia<br />

Scrivere un “pezzo” sull’<strong>Alba</strong>nia… da<br />

dove iniziare?<br />

Sono molte le cose che mi sorprendono<br />

dell’<strong>Alba</strong>nia. “Sorprendono” perché,<br />

nonostante la volontà di resistere a qualsiasi tipo<br />

di pregiudizio, inevitabilmente, gli sbarchi clandestini,<br />

i furti nelle case ad opera di cittadini albanesi,<br />

le statistiche ufficiali, ti offrono una certa<br />

immagine del paese.<br />

Le immagini che adesso, dopo quattro mesi<br />

di volontariato vissuti in <strong>Alba</strong>nia, ho impresse nella<br />

mente sono piuttosto varie e contraddittorie.<br />

Da una parte il centro di Tirana che sembra<br />

assumere le caratteristiche di una tipica capitale<br />

europea, dall’altra parte la periferia della città in<br />

cui predomina povertà e degrado ambientale.<br />

Da una parte l’ospitalità contadina, ereditata<br />

dalla tradizione culturale, che a volte arriva<br />

persino a commuovermi, dall’altra parte il fedele<br />

rispetto nei confronti delle arcaiche leggi sulla<br />

vendetta.<br />

Da una parte le strade non asfaltate e piene<br />

di buche che costringono ad impiegare diverse<br />

ore per percorrere brevi distanze, dall’altra parte<br />

i cantieri aperti su nuove strade in costruzione.<br />

E ancora, da una parte la tipica bellezza delle<br />

donne albanesi ostentata nelle strade con vestiti<br />

succinti, dall’altra parte il ruolo della donna sottomessa<br />

ora al padre ora al marito.<br />

Così l’<strong>Alba</strong>nia mi appare, come ho letto in<br />

una delle più veritiere descrizioni del paese: “un<br />

mescolarsi di cose, persone ed impressioni degradate<br />

e tenere, violente e gentili”.<br />

L’<strong>Alba</strong>nia forse risulta più facilmente comprensibile<br />

se analizzata facendo continuo riferimento<br />

al Kanun, l’insieme delle norme e delle<br />

leggi non scritte ereditate da una generazione<br />

all’altra. Il codice non ha oggi alcun valore giuridico,<br />

eppure le leggi in esso contenute sono tacitamente<br />

rispettate dalla popolazione albanese<br />

e rispecchiano la situazione economica e sociale<br />

del paese. Ad esempio la condizione della donna<br />

albanese può essere spiegata alla luce dell’affermazione<br />

contenuta nel Kanun in base alla quale<br />

“la donna è un piccolo otre vuoto da riempire”.<br />

La tradizione culturale, soprattutto nei villaggi,<br />

nei quali vive la maggior parte della popolazione<br />

albanese, ha le sue radici ben salde nel territorio<br />

nazionale e le contraddizioni che caratterizzano<br />

il paese, credo, siano tipiche di uno sviluppo<br />

economico, sociale e culturale, proiettato verso<br />

il futuro, uno sviluppo che si veste di uno spirito<br />

individualista, ma ancorato ad una forte componente<br />

tradizionale.<br />

Tra queste contraddizioni, ho la fortuna di<br />

prender parte alla missione dei Giuseppini del<br />

Murialdo a Fier che, con lavoro meticoloso, costante<br />

e fiducioso, hanno dato e danno, ogni<br />

giorno, un contributo allo sviluppo formativo dei<br />

giovani albanesi. Il Qendra Sociale Murialdo,<br />

appositamente situato nella periferia della città,<br />

presso la via Shen Leonardo Murialdo, ogni giorno<br />

accoglie centinaia di giovani: gli studenti dei<br />

corsi biennali professionali per elettricisti, meccanici<br />

e assistenti d’ufficio; i giovani apprendisti<br />

che di mattina fanno la pratica presso officine e<br />

nel pomeriggio seguono le lezioni teoriche; i minori<br />

che frequentano l’oratorio e quelli che fanno<br />

sport nei campi di calcio, pallavolo e basket; i<br />

bambini Rom, marginalizzati dalla società, a cui<br />

vengono offerti corsi di alfabetizzazione e sostegno<br />

scolastico.<br />

All’interno del Qendra si respira un’aria accogliente<br />

grazie alla quale il Qendra, ogni giorno<br />

a servizio dei più poveri, è diventato punto<br />

di riferimento per molti giovani albanesi e per le<br />

loro famiglie.<br />

Così l’<strong>Alba</strong>nia, meta di volontariato<br />

per molti meno ambita<br />

rispetto all’Africa e all’America<br />

Latina, mi coinvolge ogni giorno<br />

di più per essere partecipe di<br />

un progetto i cui risultati positivi<br />

sono frutto di anni di presenza<br />

sul territorio. Tutto ciò mi rende<br />

semplicemente felice.<br />

Qualsiasi descrizione e impressione<br />

relativi al “paese delle<br />

aquile”, rimane relativa e parziale,<br />

e non può che essere solo un<br />

“pezzo” di <strong>Alba</strong>nia.<br />

dal nostro inviato<br />

Enza Digangi,<br />

volontaria in servizio<br />

civile<br />

29


tempo libero<br />

30<br />

al cinema<br />

Maurizio Tibaldi,<br />

vice-responsabile <strong>AC</strong>R<br />

“PRANZo DI FERRAGoSTo”<br />

dedicato agli adultissimi<br />

Affidate (appioppate?) al titubante Gianni<br />

dai rispettivi figli in partenza per il ponte<br />

di Ferragosto, quattro anziane signore<br />

(Valeria, Marina, Maria e Grazia) sono<br />

costrette ad un paio di giorni di convivenza, in un<br />

appartamento qualsiasi al quarto piano di un palazzone<br />

qualsiasi nella canicola romana di metà<br />

agosto. Da questa situazione di straordinaria ordinarietà<br />

Gianni De Gregorio trae “Pranzo di Ferragosto”:<br />

un film corale curioso, molto divertente,<br />

ironico, e amaro, che non può lasciare indifferenti.<br />

Un vero e proprio ritratto della terza età oggi,<br />

raccontata dal punto di vista di due generazioni<br />

- madri e figli – anagraficamente vicine, eppure<br />

apparentemente incapaci di comunicare.<br />

Indimenticabili le quattro protagoniste (tutte<br />

attrici non professioniste e alla loro prima apparizione<br />

sullo schermo, ma capaci di una spontaneità<br />

sorprendente!), alle quali sono affidati ruoli diversi<br />

tra loro, e rappresentativi, a ben vedere, di quelle<br />

che il regista individua come le quattro principali<br />

caratteristiche della vecchiaia.<br />

La inguaribile necessità di sapersi ancora dare<br />

un tono, impersonata dalla singolare madre di<br />

Gianni, Donna Valeria.<br />

La voglia di sfuggire alle ossessive attenzioni<br />

di chi ci sta accanto e sentirsi ancora autonomi e<br />

perfettamente in grado di fare ciò che si desidera,<br />

rappresentata dalla fuga notturna della signora<br />

Marina.<br />

La fatica di dare retta alle mille raccomandazioni<br />

di figli troppo apprensivi, e la capacità, allo<br />

stesso tempo, di leggere in questa insistenza<br />

un’autentica dimostrazione d’affetto: è il<br />

caso della povera Grazia, costretta ad abbuffarsi<br />

notte tempo della deliziosa pasta al<br />

forno – “un veleno” per lei, a detta del figlio<br />

medico, per via della sua debole digestione<br />

- di zia Maria.<br />

La virtù di saper lasciare che le cose vadano<br />

come devono andare, senza prendersela<br />

troppo: la dote principale di zia Maria.<br />

Si scorge, in fondo, un tratto che accomuna<br />

questi quattro caratteri: una<br />

saggezza spontanea (e per certi versi<br />

inconsapevole) maturata per lo più da<br />

autodidatti - ma non per questo meno capace di<br />

scendere in profondità – che stempera e riconduce<br />

alla sua naturale dimensione ogni difficoltà.<br />

Ma la trappola è dietro l’angolo: tra continue lamentele,<br />

medicine, cibi vietati, verdure lesse, goffa<br />

apprensività dei figli arriva la sera della vigilia di<br />

Ferragosto, e si rischia di abbandonarsi alla malinconia<br />

e ai ricordi, con riflessioni come quella di<br />

Grazia, che confida a Gianni “Mi piace ricordare<br />

[…] i momenti dell’infanzia, perché la vecchiaia ti<br />

offre poco, pochino. E invece vai, giri, negli anni,<br />

ritorni indietro. Mi piace tanto ricordare”.<br />

Dopo poco però sorge il sole, accecante, ad<br />

illuminare una bella giornata di metà agosto, ed<br />

improvvisamente qualcosa cambia: un Ferragosto<br />

qualsiasi diventa per queste quattro donne il momento<br />

decisivo, nel quale ritrovare qualcosa di sé<br />

e combattere la rassegnazione. Allora si imbandisce<br />

la tavola con la tovaglia migliore e tante succulente<br />

portate, per un pranzo di Ferragosto che è<br />

molto più di un semplice pasto.<br />

E gli altri? I figli? Chiederete voi. Beh, non c’è<br />

molto da dire, loro sì sono prevedibili e stereotipati,<br />

dando la netta impressione di non conoscerle<br />

affatto, forse semplicemente perché incapaci<br />

di pensarle “alla pari”, preoccupandosi soltanto<br />

di prendersi cura di loro. E così rimangono sullo<br />

sfondo, colmi di buona fede e perplessità, ed il fatto<br />

che il punto di vista scelto per il pubblico da De<br />

Gregorio sia quello di Gianni – il vero “pesce fuor<br />

d’acqua” in questa situazione – non è un caso.<br />

Non ci sono, peraltro, fronzoli cinematografici<br />

ad aiutarci, inquadrature ardite, situazioni ambigue,<br />

siparietti comici o personaggi sopra le righe<br />

(quelli da cinepanettone) a distrarci, o giustificarci.<br />

Lo stile è semplice, fatto di poche ampie inquadrature<br />

che lasciano spazio alla splendida gestualità<br />

dei personaggi, e riproducono con totale realismo<br />

il lento scorrere della quotidianità.<br />

Vi domanderete, chi uscirà vincitore da questo<br />

confronto fra generazioni? L’amara risata di Gianni<br />

nell’ultima scena parla da sé. Il protagonista, insieme<br />

agli spettatori, percepisce chiaramente la<br />

propria inadeguatezza ed incapacità di capire, ma<br />

a quanto pare non è dato sapere, né a lui né a noi,<br />

la ragione precisa. W gli adultissimi!<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong>


Aprile 2009<br />

in libreria<br />

Vi proponiamo per le vostre letture alcune<br />

novità appena pubblicate. Cominciamo<br />

con una raccolta di scritti<br />

del cardinal Martini che egli stesso ha<br />

definito ben curata: “Incontro al Signore risorto”.<br />

Edizioni San paolo, 16 euro.<br />

Dalla figura di Giacobbe, uomo smarrito che<br />

ha perso i propri riferimenti, a quella di Pietro,<br />

che ha tradito, ma è ancora meritevole del perdono<br />

da Dio, questa raccolta traccia un itinerario<br />

spirituale che apre alla luce della Pasqua e<br />

guida il lettore attraverso la quaresima, la Settimana<br />

Santa fino alla morte e alla resurrezione<br />

di Gesù. Un percorso per credenti e non, sotto<br />

la guida autorevole ed illuminata del cardinal<br />

Martini, voce ascoltata e seguita da cattolici e<br />

laici.<br />

Passiamo ad un altro autore molto popolare:<br />

Dominique Lapierre. Egli ha dedicato al Sud<br />

Africa il suo ultimo libro dal titolo: “Un arcobaleno<br />

nella notte”, lo scrittore dedica il suo romanzo<br />

a Nelson Mandela il quale ha passato in cella<br />

diecimila notti per creare una nazione arcobaleno<br />

e non per pensare alla vendetta. Lapierre<br />

racconta in questo libro tre secoli di storia sudafricana<br />

a partire dai coloni olandesi che vennero<br />

a seminarvi insalata per sconfiggere lo scorbuto<br />

dei marinai della Compagnia delle Indie che<br />

qui facevano tappa, fino alla fine dell’apartheid,<br />

passando per figure come quella dell’ortofonista<br />

Helen Lieberman che osò sfidare le leggi della<br />

segregazione razziale andando a lavorare nei<br />

ghetti neri o Chris Barnard che, da scolaro che<br />

andava a scuola senza scarpe, diventò il primo<br />

medico a trapiantare un cuore umano. Tutti<br />

i diritti d’autore del romanzo verranno devoluti<br />

all’associazione umanitaria gestita da Lapierre<br />

e da sua moglie, a favore dei più poveri dell’India,<br />

il diritto d’autore di ogni copia venduta serve<br />

a sfamare per una settimana dieci piccoli lebbrosi.<br />

Il saggiatore euro 17.50<br />

Negli ultimi tempi sono uscite le nuove traduzioni<br />

della Bibbia.<br />

Tra le varie edizioni ve ne proponiamo una<br />

che pensiamo possa essere anche un bel regalo,<br />

per esempio, per una Prima Comunione o<br />

per una Cresima: quella dell’editrice Ancora a<br />

cura di Bruno Maggioni e Gregorio Vivaldelli.<br />

Pubblicata in brossura a 26 euro o rilegata<br />

in cofanetto a 35, questa Bibbia è adatta a tutti<br />

ma soprattutto a chi è alle prime armi con la<br />

Sacra Scrittura, a chi cerca una guida facile e<br />

attraente al testo biblico, a chi vuole finalmente<br />

imparare a tradurre la Parola di dio nel concreto<br />

della vita.<br />

Buona lettura e arrivederci nella nostra<br />

libreria!<br />

tempo libero<br />

a cura della<br />

Cooperativa Culturale<br />

L’incontro<br />

31


Estate da non perdere...<br />

Campo Scuola per Giovani<br />

dal 21 al 23 di agosto…<br />

sul mare della Liguria!<br />

Campo Scuola per Adulti e Famiglie...<br />

dal 8 al 15 agosto a Sampeyre!<br />

CONCORSO per L’INNO <strong>AC</strong>R 2009/2010: SE SEI UN EDUCATORE <strong>AC</strong>R<br />

E TI PI<strong>AC</strong>E SCRIVERE MUSICA E PAROLE… buttati!<br />

32<br />

<strong>Ricerca</strong> & <strong>Dialogo</strong><br />

Info su www.azionecattolica.it!

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