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n. 3 - luglio/settembre 2012 - Suore Francescane Elisabettine

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in cammino<br />

appunto quello di conoscere le fonti,<br />

di andare alle radici.<br />

Concretamente il percorso si è delineato<br />

in tappe successive articolate<br />

attorno alle chiavi di lettura: terziarie<br />

francescane elisabettine.<br />

Sulla trama di queste tre parole è<br />

stata proposta e approfondita l’esperienza<br />

di M. Elisabetta Vendramini.<br />

Madre Maritilde ha dato il via all’esperienza<br />

formativa, seguita poi dalle<br />

consigliere suor M. Antonietta, suor<br />

Aurora, suor Elena. Si sono intrattenute<br />

con loro sulla vita e la spiritualità di<br />

Elisabetta Vendramini, di san Francesco<br />

di Assisi e di santa Elisabetta d'Ungheria.<br />

Il nucleo: il dono del carisma<br />

fatto alla Madre e attraverso di lei ad<br />

ogni elisabettina, dono che si arricchisce<br />

e si compie con il contributo di<br />

ciascuna, quasi fosse – a loro dire – un<br />

recipiente che si riempie con la vita e<br />

i doni personali di ciascuna, un dono<br />

mai compiuto e in continuo divenire.<br />

Attraverso la parola di suor Paola<br />

Furegon hanno potuto ascoltare<br />

e venire in contatto con la storia e<br />

lo sviluppo nel tempo della famiglia<br />

religiosa. Ripercorrendo l’opera e le<br />

linee di cammino individuate dalle<br />

Madri generali che si sono succedute<br />

alla sua guida, hanno potuto conoscere<br />

i percorsi di carità e di servizio, di<br />

incarnazione e di attenzione ai segni<br />

dei tempi che le suore, nel succedersi<br />

delle generazioni, hanno messo in atto.<br />

Dal Veneto all’Italia, al mondo; dalle<br />

guerre mondiali ai tempi di pace, dal<br />

rinnovamento del concilio Vaticano II<br />

all’oggi della Chiesa e dell’Istituto.<br />

La conoscenza della vita di madre<br />

Elisabetta ha trovato ulteriore concretezza<br />

nell’esperienza vissuta per cinque<br />

giorni a Bassano del Grappa. Accolte<br />

nella comunità ivi presente, accompagnate<br />

da suor Alessandra Fantin,<br />

hanno visitato e sostato nei luoghi che<br />

hanno modellato la struttura umana<br />

e spirituale di Elisabetta Vendramini.<br />

Suor Alessandra ha inoltre proposto<br />

un approfondimento degli scritti della<br />

Madre mettendo a tema la sua visione<br />

20 <strong>luglio</strong>/<strong>settembre</strong> <strong>2012</strong><br />

dell’uomo così come la rivela il suo<br />

pensiero, costantemente nutrito dalla<br />

filiale relazione con Dio.<br />

Assieme a suor Annamaria Griggio,<br />

presso la comunità-soggiorno<br />

“Vendramini” dell’Arcella, hanno ulteriormente<br />

scrutato lo scrigno degli<br />

scritti della Madre affrontando il tema<br />

della pace.<br />

Le radici francescane sono state<br />

rivisitate durante cinque giorni di pellegrinaggio<br />

e spiritualità ad Assisi con<br />

la guida di padre Carlo Vecchiato. È<br />

stata una immersione nei luoghi e nell’esperienza<br />

di Francesco, studiando la<br />

sua biografia accanto a quella di santa<br />

Elisabetta d’Ungheria.<br />

L’incontro con Chiara d’Assisi è<br />

avvenuto partecipando ad una originale<br />

esperienza promossa dai frati minori<br />

del Veneto nella notte tra il 10 e 11<br />

agosto, festa liturgica di s. Chiara. Una<br />

luce nella notte, pellegrinaggio notturno<br />

di circa venti chilometri lungo<br />

le strade del basso vicentino e della<br />

bassa padovana fino al monastero delle<br />

clarisse di Montagnana (nella foto, un<br />

momento del pellegrinaggio). La figura<br />

di Chiara d’Assisi è stata la luce che ha<br />

illuminato i momenti di riflessione e di<br />

preghiera che hanno scandito il cammino<br />

fino alla celebrazione eucaristica<br />

e l’accoglienza fraterna delle monache<br />

(vedi p. 10).<br />

Non è mancata la dimensione dell’amore<br />

operativo, per dirla con le parole<br />

di madre Elisabetta, la conoscenza<br />

cioè di luoghi di servizio in cui il volto<br />

di Cristo è servito e riconosciuto nel<br />

fratello sofferente. Perciò un passaggio<br />

all’Opera della Provvidenza di Sarmeola,<br />

alcuni giorni di servizio a Casa<br />

“Santa Chiara”, alle sorelle anziane e<br />

ammalate nell’infermeria a Padova a la<br />

visita alle sorelle di Pordenone.<br />

L’entusiasmo e gli occhi brillanti<br />

di suor Rita e suor Teresa manifestano,<br />

oltre le loro parole, la soddisfazione e la<br />

gioia per l’esperienza vissuta. La loro<br />

interpreta anche la riconoscenza di suor<br />

Naglà, rientrata in Egitto dopo la metà<br />

di agosto per la professione perpetua.<br />

Suor Teresa definisce questo tempo<br />

come un'opportunità che l’ha rinnovata<br />

e riempita. Tra tutto, la dimensione<br />

che più ha inciso è stata quella della<br />

fraternità, così come è vissuta “in Italia”.<br />

Non posso dimenticare – afferma<br />

– le suore anziane, la gioia e la carità<br />

che esprimono. Difficile dimenticare<br />

anche la vicinanza all’esperienza di<br />

madre Elisabetta e a quanto ha fermamente<br />

voluto, in obbedienza a Dio che<br />

la guidava: conoscendo ciò che oggi è la<br />

famiglia elisabettina dà speranza.<br />

Suor Rita riconosce di aver avuto<br />

familiarità solo con un “pizzico” di<br />

carisma e che ora si sente più immersa<br />

in questo dono. Riassume con questa<br />

immagine salmica l’esperienza: una<br />

generazione narra all’altra… e la generazione<br />

che narra, quella che è venuta<br />

prima, ha occhi lungimiranti così che,<br />

raccontando ciò che è stato, è capace di<br />

vedere quello che verrà.<br />

Entrambe auspicano che una esperienza<br />

simile possa essere riproposta ad<br />

altre sorelle perché ricca, vitale, sorgiva.<br />

La gratitudine è il sentimento forte<br />

che le sorelle desiderano esprimere alla<br />

famiglia e al Consiglio generale che<br />

ha loro offerto questa opportunità, a<br />

tutte le suore incontrate, a coloro che<br />

le hanno accolte nei vari luoghi, a chi<br />

ha raccontato loro madre Elisabetta e<br />

l’Istituto, a suor Aurora e suor Mariantonietta<br />

che hanno condiviso l’esperienza<br />

fraterna in questa Comunità alle<br />

Sorgenti che veramente si è rivelata<br />

fonte di rinnovata appartenenza.

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