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Studi di caso IEA-PIRLS 2004 - Iislamezia.it

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Insegnante: Questo bambino, secondo te, che tipo è?<br />

Bambina: È un bambino che gli piace tutto.<br />

È un bambino fantasioso; vuole vedere come sono fatte le cose.<br />

Insegnante: Quando voi eravate piccoli cosa facevate con le macchinine, degli oggetti?<br />

Cosa fa un bambino piccolo quando si trova un oggetto in mano?<br />

Bambina: Lo esamina, lo smonta per vedere come è fatto.<br />

Così, procedendo con richiami continui all’esperienza personale dei bimbi, l’insegnante<br />

avanza nella lettura senza perdere <strong>di</strong> vista le categorie testuali su cui intende richiamare<br />

l’attenzione (i confronti fra i due personaggi, la trama), sempre attenta a ricavarne<br />

un’interpretazione significativa per gli alunni.<br />

Alle attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> comprensione del testo si avvicendano esercizi sul lessico che riguardano<br />

le parole meno familiari. L’attenzione è richiamata sull’aggettivo ingombrante con cui viene<br />

designata la libreria nella camera del bambino. Si tratta <strong>di</strong> definirne il significato ma anche <strong>di</strong><br />

sciogliere la connotazione. Molte e varie sono le risposte dei bambini:<br />

− Gli dava fasti<strong>di</strong>o.<br />

− Grosso.<br />

− Gli portava via troppo spazio.<br />

La maestra insinua allora: “Questo bambino è curioso più che altro dei giocattoli che<br />

della lettura, forse… O mi sbaglio? Questa lettura io non la conosco. È preso da tante cose,<br />

tranne che dai libri. È vero? Ma ve<strong>di</strong>amo, può darsi che io mi sbagli. Vai avanti tu a<br />

leggere”. La lettura <strong>di</strong>venta sfida e gioco alla scoperta del racconto e <strong>di</strong> ciò che può suggerire.<br />

Una bambina traduce ingombrante con brutta e specifica che non gli piace. La maestra<br />

puntualizza meglio il significato letterale del termine ma mostra <strong>di</strong> apprezzare il tentativo <strong>di</strong><br />

interpretazione. Da più parti si riba<strong>di</strong>sce che se la libreria sembra al protagonista<br />

ingombrante è perché “non gli piaceva leggere. I libri stavano lì come soprammobili”.<br />

L’insegnante coglie la palla al balzo e chiede: “Ma voi pure fate così?” Segue un coro <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>nieghi: “Il libro custo<strong>di</strong>sce cose bellissime che però noi dobbiamo scoprire”. Attraverso<br />

questo <strong>di</strong>alogo aperto e scherzoso si avvalora la lettura come ricerca, come avventura, come<br />

gioco che arricchisce.<br />

La maestra fa alcune domande intese a verificare la capac<strong>it</strong>à dei bambini <strong>di</strong> fare<br />

inferenze, <strong>di</strong> cogliere i rapporti fra i personaggi, nello specifico del protagonista con lo zio<br />

Mario che viene solo c<strong>it</strong>ato nel testo come colui che regala oggetti invece che libri. Una<br />

bimba chiarisce che solo zio Mario regalando al nipote una cassetta <strong>di</strong> attrezzi in realtà lo<br />

capisce e rafforza la sua interpretazione con un esempio personale:così succede a lei, contenta<br />

quando riceve dei giochi, lei che, certo, i libri li ama, ma non troppi e che si infasti<strong>di</strong>sce<br />

quando tutti si ostinano a regalarglieli con troppo frequenza: “Tutti mi regalano libri, papà e<br />

mamma, ma anche nonno e nonna e tutti gli zii, come cap<strong>it</strong>a al bambino della storia. Questo<br />

bambino è un po’ come me: anch’io ho dei giocattoli che mi piace montare e smontare, però<br />

mi piace anche leggere”.<br />

La domanda seguente, che riguarda la tipologia del testo, si lega perfettamente con<br />

l’intervento: “Allora, secondo voi quello che abbiamo letto è un testo realistico?”. La risposta<br />

dei bambini è affermativa: “Perché ci parla <strong>di</strong> due bambini: a uno piace leggere, a uno piace<br />

montare e smontare, un po’ come tanti <strong>di</strong> no”. Segue l’inv<strong>it</strong>o a parafrasare alcuni passi del<br />

testo. Come atto finale la maestra chiede, alla luce <strong>di</strong> come i bambini hanno interpretato il<br />

testo, quale sia il significato del t<strong>it</strong>olo: “Libri no, perché rappresentano per lui quasi un<br />

peso. Libri sì, perché la bambina ama leggere”.<br />

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