Disinclusione e riposizionamento ortodontico di un canino ...

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Introduzione
La frequenza dell’inclusione dentaria e l’importanza funzionale
ed estetica del canino impongono una diagnosi di
possibile inclusione il più precoce possibile per scegliere
la soluzione terapeutica più adatta per il recupero in arcata
dell’elemento interessato.
Il canino è considerato esteticamente insostituibile
nell’esposizione durante il sorriso. Essendo, inoltre,
dotato di una radice particolarmente lunga e tale da sopportare
notevoli carichi, svolge un ruolo primario di pro-
case report
Ortognatodonzia Italiana vol. 15, 4-2008
Disinclusione e riposizionamento ortodontico di un canino
mascellare incluso in posizione dell’incisivo centrale
Impacted maxillary canine on the position of the central incisor: eruption
procedure and orthodontic repositioning
Elisabetta Brotto*, Cinzia Maspero*, Consuelo Damiano**, Vera Carletti**
Università degli Studi di Milano, Istituto di Clinica Odontoiatrica e Stomatologica, Direttore: Prof. F. Santoro
Insegnamento di Ortognatodonzia, Titolare: Prof. G. Farronato
* Dirigente medico
** Medico frequentatore
PAROLE CHIAVE
Canini mascellari inclusi, eruzione guidata, trattamento ortodontico.
KEY WORDS
Impacted maxillary canines, guided eruption, orthodontic treatment.
SUMMARY
Aim: in the situation of impacted maxillary canines, the best treatment solution for the orthodontist is to extrude
and to reposition the included dental element in the correct position in the three spatial dimensions if there are
favourable anatomic conditions.
Case report: a case of a young patient that had a severe resorption of the central right maxillary incisor by ectopic
eruption of the impacted right maxillary canine is reported. The canine was repositioned in the incisor’s position to
avoid resorption of the other elements during the traction. The central incisor was extracted and the canine was
treated with a closed eruption technique. When the canine eruption was complete, the tip, the torque and the
morphology of the canine were modified in order to make it look like an incisor.
Discussion and conclusions: nowadays the therapy of dental implants is the best choice, but, in this clinical
case, an alternative therapeutic solution permitted to obtain a good aesthetic and a better prognosis over time.
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tezione dei gruppi dentali posteriori nei movimenti mandibolari
di lateralità (1).
Esistono differenti soluzioni terapeutiche:
◗ estrazione del canino deciduo e aumento dello spazio
(2-4) da eseguirsi in caso di diagnosi precoce;
◗ estrazione dell’elemento incluso ed autotrapianto
(pochissimi i casi descritti in letteratura);
◗ estrazione dell’elemento incluso e chiusura ortodontica
dello spazio (3);
◗ estrazione e sostituzione protesica (3, 5) o implantoprotesica;

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◗ trattamento ortodontico-chirurgico di recupero in
arcata del dente incluso (trattamento disinclusivo) (3).
La terapia conservativa cioè l’intervento chirurgico
disinclusivo rappresenta la scelta terapeutica d’elezione
per ottenere i risultati più soddisfacenti a lungo termine
(6).
Tale terapia si effettua secondo precise indicazioni:
◗ dente con apice completamente formato;
◗ condizioni anatomo-topografiche favorevoli;
◗ forma e struttura dell’elemento incluso normali;
◗ presenza di spazio in arcata;
◗ assenza di anchilosi;
◗ buona integrità dei tessuti parodontali;
◗ presenza di ancoraggio ortodontico;
◗ assenza di ostacoli alla disinclusione;
◗ sufficiente tessuto osseo (3).
La gestione del canino incluso è quasi sempre complessa
e si basa su un approccio multidisciplinare che coinvolge
spesso non solo l’ortodontista ed il chirurgo orale, ma
anche il pedodontista ed il parodontologo.
La diagnosi e la localizzazione dell’inclusione dentaria si
basano sull'esame clinico e radiografico (3, 7-12).
Gli esami radiografici (ortopantomografia, teleradiografia
del cranio in proiezione laterolaterale, radiografia occlusale,
radiografie endorali secondo la tecnica di Clark, TC)
confermano la diagnosi di inclusione dentaria e danno
informazioni relative alla posizione, alla sede dell’elemento
ectopico, ai rapporti con i denti adiacenti e all’eventuale
riassorbimento degli stessi permettendo di selezionare la
metodica di trattamento più appropriata (13).
La TC rappresenta il metodo diagnostico d’elezione.
Infatti mediante tale indagine è possibile osservare chiaramente
la posizione e l’inclinazione degli elementi
inclusi in modo da poter valutare i rapporti con le strutture
anatomiche adiacenti, e in particolare con le radici dei
denti attigui (14, 15).
Il grosso svantaggio della TC è stato per anni l’alto
dosaggio di radiazioni a cui era costretto a sottoporsi il
paziente. Questo riduceva notevolmente i rapporti
rischio-beneficio a carico della TC.
Con l’avvento della CBCT (tomografia computerizzata
cone-beam) tale rapporto rischio-beneficio è notevolmente
cambiato a favore del beneficio. Infatti, la chiarezza
dell’immagine è rimasta molto simile a quella di una
TC tradizionale, ma l’esposizione a radiazioni ionizzanti
è stata notevolmente ridotta.
La TC cone-beam presenta degli ulteriori vantaggi, in
quanto permette di ottenere delle perfette ricostruzioni
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tridimensionali del volume mascellare o mandibolare su
cui andare ad analizzare direttamente la posizione del
canino. La ricostruzione tridimensionale viene effettuata
mediante la costruzione di modelli stereolitografici attraverso
l’elaborazione di dati che il computer ottiene direttamente
dalla TC stessa (16, 17).
Quindi, la perfezione delle immagini, la possibilità di
ottenere modelli stereolitografici e la ridotta esposizione
rispetto a una TC tradizionale rendono la CBCT il gold
standard per la diagnosi di inclusione canina (18).
L’obiettivo di questo lavoro è quello di descrivere un
caso clinico di posizionamento di un canino incluso in
sostituzione dell’incisivo centrale andato incontro a rizolisi
e di analizzare vantaggi e svantaggi di questa scelta
terapeutica (19, 20).
Materiali e metodi
Un paziente di sesso maschile si presenta all’osservazione
all’età di 17 anni (fig. 1, 2). All’esame intraorale si
rilevava assenza in arcata del 13, ridotto ingombro
mesio-distale del 12, deviazione della linea mediana
superiore verso destra e cross monolaterale destro a carico
degli elementi dentali posteriori (fig. 3-8).
Dall’esame dell’ortopantomografia (fig. 9) e della radiografia
occlusale si evidenziava la compromissione della
radice dell’11 andata incontro a riassorbimento a seguito
della posizione ectopica del 13.
Sono state eseguite anche teleradiografie del cranio in proiezione
latero-laterale (fig. 10), postero-anteriore (fig. 11) e
assiale per poter effettuare l’analisi tridimensionale della
situazione scheletrica. L’analisi cefalometrica evidenziava
sia una discrepanza sul piano sagittale, in
quanto era presente una tendenza alla II Classe scheletrica,
sia una discrepanza sul piano trasverso, in quanto
si osservava una contrazione del diametro del mascellare
(tab. 1).
Si è deciso di iniziare la terapia attraverso un espansore
del palato modificato (fig. 12-15). Tale espansore è stato
dotato oltre che delle due bande sui sesti e della vite centrale
anche di due bracci vestibolari ancorati alle bande
molari. Il braccio sinistro arrivava in corrispondenza
dell’incisivo controlaterale alla deviazione della linea
mediana superiore al quale è stato bondato prima di effettuare
l’espansione. Lo scopo era quello di recuperare spazio
verso il lato destro dell’arcata ed evitare la mesializzazione
del 21 nello spazio creatosi in seguito alla

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Fig. 1 - 2. Fotografie del viso in visione frontale e di profilo lato destro prima del trattamento.
Fig. 3-8. Fotografie intraorali prima del trattamento: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore, occlusale inferiore
e overbite. Da notare l’assenza in arcata del 13, ridotto ingombro mesiodistale del 12, deviazione della linea mediana superiore verso
destra e cross monolaterale destro a carico degli elementi dentali posteriori.
Fig. 9. Ortopantomografia prima del trattamento.
Da notare la compromissione della
radice dell’11.
Fig. 10-11. Teleradiografie del cranio in proiezione latero-laterale e postero-anteriore
prima del trattamento.
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disgiunzione palatale, ristabilendo anche una corretta
simmetria delle linee mediane. Il braccio destro vestibolare
è stato realizzato con un occhiello distale ed un
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RAPPORTI SCHELETRICI SAGITTALI
Posizione del mascellare S.N/A 82°±3,5° 86°
Posizione della mandibola S.N/Pg 80°±3,5° 82°
Relazione intermascellare sagittale A.N/Pg 2°±3,5° 4°
RAPPORTI SCHELETRICI VERTICALI
Inclinazione del mascellare S.N/ANS.PNS 8°±3,0° 4°
Inclinazione della mandibola S.N/Go.Gn 33°±2,5° 21°
Relazione intermascellare verticale ANS.PNS/ Go.Gn 25°±6,0° 17°
RAPPORTI DENTO BASALI
Inclinazione incisivo superiore +1/ ANS.PNS 110°±6,0° 104°
Inclinazione incisivo inferiore -1/ Go.Gn 94°±7° 104°
Compensazione incisivo inferiore -1/A.Pg (mm) 2±2 mm 0 mm
RAPPORTI DENTALI
Overjet (mm) 3,5±2,5 mm 4 mm
Overbite (mm) 2,5±2,5 mm 2 mm
Angolo interincisivo 132° ±6,0° 137°
Tab.1. Analisi cefalometrica pre-trattamento
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occhiello mesiale alla posizione del canino incluso. Lo
spazio del diastema interincisivo creato dall’espansione
del palato è stato gestito in modo da far migrare gli ele-
Fig. 12-15. Fotografie intraorali con l’espansore del palato modificato in situ: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore.
Da notare i bracci vestibolari: quello destro realizzato con occhielli per la trazione del 13 incluso e quello sinistro bloccato con del
composito sul 21 per ripristinare la simmetria delle linee mediane gestendo lo spazio creato dall’attivazione dell’espansore.

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menti solo dal lato dove c’era carenza di spazio quindi
dal lato dove era presente l’inclusione del canino.
L’apparecchiatura è stata attivata con un quarto di giro
due volte al giorno per 14 giorni. La vite centrale è stata
in seguito bloccata con un filo di legatura e l’apparecchiatura
è rimasta in situ a scopo contenitivo (fig. 16-19).
La terapia è continuata con un camouflage di II Classe
mediante bandaggio di entrambe le arcate con estrazione
di due denti dall’arcata superiore mantenendo in situ il
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disgiuntore. Per scelta estetica del paziente, il bandaggio
è stato eseguito con attacchi in ceramica.
Si è deciso di non posizionare l’attacco sul 12 per evitare
lo spostamento radicolare di tale elemento che avrebbe
potuto causare il riassorbimento della radice dello stesso
e/o dell’elemento incluso. Anche l’11 non è stato bondato
(fig. 20-23) (21).
L’arcata è stata solidarizzata con un arco a pieno spessore
per ottenere un adeguato ancoraggio.
Fig. 16-19. Fotografie intraorali dopo la completa attivazione dell’espansore: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore.
Da notare lo spazio del diastema interincisivo creato dall’espansione del palato.
Fig. 20-23. Foto intraorali al momento del bandaggio: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore. Notare il mancato
bondaggio di 11 e 12: uno perché verrà estratto, l’altro per evitarne lo spostamento radicolare che avrebbe potuto causare riassorbimenti
radicolari. Si noti la presenza del disgiuntore palatale, al quale sono stati eliminati i braccetti vestibolari, per l'ancoraggio.

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Gli elementi che si è deciso di estrarre erano l’11 ed il
24. L’11 è stato sacrificato a causa della grave compromissione
della radice. Si è proceduto quindi in un’unica
seduta all’estrazione di 11 e all’intervento di disinclusione
del 13 (fig. 24, 25).
Si è proceduto con tecnica di chirurgica in grado di preservare
una sufficiente quota di gengiva aderente. Si è
scollato un lembo mucoperiosteo ed esposta la corona
del dente incluso; con una fresa a rosetta montata su
manipolo a bassa velocità è stato creato un tragitto
intraosseo che, collegando la sede di inclusione con la
cavità alveolare dell’11 estratto, consentisse il passaggio
del dispositivo di trazione fino al dente incluso.
È stato quindi bondato un bottone con occhiello al quale
è stata applicata una legatura metallica che si estendeva
fino alla superficie occlusale dell’arcata superiore
(fig. 26).
Il lembo è stato quindi suturato nella posizione originaria.
La trazione ortodontica è stata direzionata tra la
corticale interna e quella esterna, permettendo al dente
incluso di seguire un percorso eruttivo simile a quello
Fig. 24. Fotografia
dell’11 estratto.
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Fig. 27-28. Fotografie intraorali della trazione in arcata del canino incluso: frontale,
laterale destra.
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fisiologico preservando la gengiva cheratinizzata (1,
22, 23).
La trazione ortodontica è stata esercitata con forze
estremamente leggere attivate mensilmente; forze
pesanti avrebbero infatti potuto causare processi di
ialinizzazione ed anchilosi del legamento parodontale
con estrusione dell'elemento senza le sue strutture di
supporto.
Quando il canino è stato prossimo alla linea d’arcata
per la trazione è stato utilizzato un filo 014 in Nichel-
Titanio che progressivamente ha portato l’elemento
nella giusta posizione (fig. 27-29).
Si è deciso quindi di posizionare su di esso un bracket
per incisivo superiore destro: ciò ha permesso sia di
ridurre l’ingombro mesiodistale del canino rispetto a
un incisivo (passando da un tip di +8° a un tip di +4°),
ma anche di fornire torque positivo all’elemento, invece
che negativo (passando da un torque di -7° a un torque
di +17°) (24, 25).
Si è posizionato il bracket anche sull’elemento 12 (fig.
30-32). Si è deciso di posizionare sull’elemento 14 un
Fig. 25-26. Fotografie intraorali dell’intervento chirurgico di disinclusione del 13 e
del bondaggio del bottone con occhiello.
Fig. 29. Fotografia intraorale frontale
della trazione in arcata del canino.
Da notare come l’arco 014
NichelTitanio porti progressivamente
l’elemento dentale nella corretta
posizione.

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bracket per canino superiore destro; questo accorgimento
ha permesso di modificare l’ingombro mesiodistale
del premolare aumentandolo come fosse quello di
un canino (si è passati da un tip di 0° a un tip di +8°)
(fig. 33).
Completato il riposizionamento in arcata del canino si
è passati alla fase di rifinitura durante la quale sono stati
finalizzatii corretti rapporti occlusali.
Per simmetrizzare l'arcata superiore si è provveduto
all’estrazione del 24 (fig. 34-36).
Una volta che il canino è stato posizionato in sede 11,
si è provveduto ad eseguire terapia canalare e ricostruzione
coronale per fargli assumere l’aspetto di un incisivo
centrale superiore.
Al paziente è stata proposta anche una soluzione protesica
mediante faccetta in ceramica per armonizzare il
colore dei 2 elementi centrali. Il paziente era talmente
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Fig. 30-32. Fotografie intraorali del bondaggio del 12 e del 13: laterale destra, laterale sinistra e occlusale superiore.
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soddisfatto del risultato ottenuto che ha deciso di mantenere
la situazione così come era e ha rimandato una
eventuale soluzione protesica successivamente. Per
ripristinare la corretta guida canina dal lato destro è
stata effettuata una ameloplastica del 14 in posizione
13 per fargli assumere le caratteristiche morfologiche
di un canino.
Infine è stata eseguita una ricostruzione estetica del 12
perché l’elemento in questione acquistasse un corretto
diametro mesio-distale.
La terapia ortodontica fissa è stata terminata con delle
meccaniche di chiusura degli spazi estrattivi, correzione
delle rotazioni, correzione della curva di Spee e
delle meccaniche di II Classe mediante l’utilizzo di
elastici intermascellari ed anse di chiusura (fig. 37-
39). È stata quindi consegnata un’apparecchiatura di
contenzione (fig. 40-53; tab. 2).
Fig. 33-36. Fotografie intraorali dopo l’estrazione del 24: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore. Da notare che
sul 14 è stato riposizionato un bracket per 13.

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Fig. 37-39. Fotografie intraorali con apparecchiatura fissa: laterale destra, frontale, laterale sinistra.
Fig. 40-41. Fotografie del viso alla fine del trattamento ortodontico in visione frontale e di profilo lato destro.
Fig. 42-47. Foto intraorali alla fine del trattamento ortodontico: laterale destra, frontale, laterale sinistra, occlusale superiore, occlusale
inferiore e overbite. Da notare la ricostruzione coronale eseguita sul canino, sull'incisivo laterale e sul primo premolare.
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Fig. 48-50. Fotografie intraorali con positioner: laterale destra, frontale, laterale sinistra.
Fig. 51-53. Radiografie a fine trattamento ortodontico fisso con apparecchiatura in situ: ortopantomografia, teleradiografie del cranio
in proiezione laterolaterale e posteroanteriore. Da notare il trattamento endodontico eseguito sul canino.
RAPPORTI SCHELETRICI SAGITTALI
Posizione del mascellare S.N/A 82°±3,5° 84°
Posizione della mandibola S.N/Pg 80°±3,5° 80°
Relazione intermascellare sagittale A.N/Pg 2°±3,5° 4°
RAPPORTI SCHELETRICI VERTICALI
Inclinazione del mascellare S.N/ANS.PNS 8°±3,0° 7°
Inclinazione della mandibola S.N/Go.Gn 33°±2,5° 24°
Relazione intermascellare verticale ANS.PNS/ Go.Gn 25°±6,0° 18°
RAPPORTI DENTO BASALI
Inclinazione incisivo superiore +1/ ANS.PNS 110°±6,0° 110°
Inclinazione incisivo inferiore -1/ Go.Gn 94°±7° 101°
Compensazione incisivo inferiore -1/A.Pg (mm) 2±2 mm 0 mm
RAPPORTI DENTALI
Overjet (mm) 3,5±2,5 mm 4 mm
Overbite (mm) 2,5±2,5 mm 2 mm
Angolo interincisivo 132° ±6,0° 134°
Tab. 1. Analisi cefalometrica post-trattamento
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Discussione
Nella valutazione costi-benefici prima di affrontare questo
caso clinico sono state considerate tutte le alternative
terapeutiche.
Il caso in questione poteva essere risolto secondo i
seguenti piani di trattamento.
◗ Disinclusione di 13 e suo posizionamento nella corretta
sede e sostituzione dell’elemento 11 estratto con
impianto e protesi.
◗ Estrazione di 13, riapertura dello spazio in corrispondenza
del 13 e sostituzione di entrambi gli elementi
dentali con impianto e protesi. Sostituzione dell’elemento
11 estratto con impianto e protesi.
◗ Disinclusione di 13 riposizionamento dell’elemento in
sede 11, estrazione di 11, estrazione di 24 per rendere
simmetrica l’arcata e chiusura degli spazi.
La prima soluzione terapeutica è stata scartata perché la
disinclusione ortodontico-chirurgica del canino con riposizionamento
in sede 13 avrebbe avuto una prognosi sfavorevole
ed inoltre avrebbe portato ad ulteriori gravi
complicanze come il riassorbimento di gran parte della
radice del laterale. Infatti secondo i parametri radiografici
di Ericson e Kurol (9, 10) sull’ortopantomografia, la
cuspide del canino è nel settore 1 (tra l’asse dell’incisivo
centrale e la linea mediana): la prognosi del trattamento
di riposizionamento dell’elemento incluso nella sua normale
posizione in arcata si aggrava quanto più l’elemento
da disincludere si avvicina al settore 1 (11).
Nella teleradiografia laterolaterale l’angolo tra l’asse del
canino e la perpendicolare al piano di Francoforte è di 45°:
questo valore conferma la negatività della prognosi (3).
Le altre due soluzioni terapeutiche sono state discusse e
valutate insieme al paziente che si è mostrato particolarmente
motivato nella possibilità di disincludere e quindi
recuperare il suo dente incluso.
Di conseguenza l’operatore ha affrontato questo caso clinico
disincludendo il canino in posizione 11 previa estrazione
dell’incisivo centrale gravemente compromesso,
chiudendo lo spazio in corrispondenza del 13, ed estraendo
il 24.
Si sarebbe potuto evitare l’inclusione dei secondi molari
inferiori, che risulta essere una grave menomazione funzionale
e che necessita di ulteriore trattamento, se il
paziente avesse accettato la germectomia dei terzi molari
ad inizio terapia. Non è stato possibile evitare questa
menomazione in quanto ha rifiutato tale proposta che
risultava comunque un approccio terapeutico preventivo.
case report
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Conclusioni
La soluzione terapeutica scelta risulta essere la migliore
in termini di costi-benefici, in quanto conservativa e in
grado di accontentare le richieste del paziente.
Riassunto
Scopo: in presenza di canini mascellari inclusi, il trattamento
d’elezione è rappresentato dalla disinclusione e
riposizionamento tridimensionale in arcata dell’elemento
qualora vi siano le condizioni anatomo topografiche
favorevoli.
Caso clinico: si descrive il caso clinico di un giovane
paziente che presentava una grave rizolisi dell’incisivo
centrale mascellare destro in seguito a crescita ectopica
del canino superiore destro. È stato deciso di disincludere
il canino incluso riposizionandolo in posizione
dell’incisivo per evitare probabili riassorbimenti radicolari
a carico dell’incisivo laterale durante le manovre di
trazione in posizione corretta. È stata quindi programmata
l’estrazione dell’incisivo centrale e la disinclusione del
canino. Una volta erotto il canino si è modificata l’angolazione,
l’inclinazione di radice e la morfologia in modo
da farlo assomigliare più possibile a un incisivo centrale.
Discussione e conclusioni: in epoca in cui la terapia
implantare ha fatto enormi progressi si vuole proporre
una soluzione terapeutica alternativa che in questo caso
clinico ha permesso di ottenere risultati con una buona
estetica e con una migliore prognosi nel tempo.
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Cinzia Maspero
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