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Cultura - CONFCOMMERCIO

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In copertina: Il Duomo di Altamura fu fondato, nel<br />

1232, da Federico II di Svevia imperatore del Sacro<br />

Romano Impero che fece realizzare la chiesa dedicandola<br />

alla Maria Assunta di Gravina e la pose<br />

sotto il regio patronato suo e dei suoi discendenti.<br />

Il modello originario è quello che possiamo<br />

ammirare in molte cattedrali romaniche pugliesi e<br />

che trova uno degli esempi più famosi nella<br />

Basilica di San Nicola a Bari, ma qui viene realizzato<br />

con il nitido linguaggio del gotico federiciano<br />

che prevede forme cristalline e decori raffinati di<br />

ascendenza orientale come quelli che caratterizzano<br />

la bifora in facciata. All’epoca angioina risale la<br />

realizzazione del portale settentrionale che oggi si<br />

apre in piazza Duomo, mentre la realizzazione di<br />

una seconda torre campanaria, l’area dell’altare e<br />

dell’attuale sacrestia furono aggiunte nella prima<br />

metà del Cinquecento. Opere settecentesche sono<br />

invece la loggetta tra i due campanili con le statue<br />

della Vergine tra i SS. Pietro e Paolo, le terminazioni<br />

delle torri campanarie e il rivestimento interno<br />

in marmo. In evidenza i due leoni porta-colonnine<br />

ritoccati da un artista di Andria, Maestro Antonio.<br />

Una leggenda racconta che Federico II nascose in<br />

uno dei pilastri della cattedrale un tesoro, il quale<br />

servirebbe per la ricostruzione della Cattedrale nel<br />

caso in cui dovesse verificarsi la distruzione.<br />

• • •<br />

Iscritto presso ilTribunale di Bari in data 12/01/2009<br />

- N. 69/2009 del Ruolo generale; N. 51 del Ruolo<br />

sezionale; N. 2 del registro stampa<br />

Periodico di informazione, aggiornamento e cultura<br />

a cura della Confcommercio della Provincia di<br />

Bari – Distribuzione gratuita<br />

Anno IV n. 3 - 2012<br />

Editore: Confcommercio della Provincia di Bari<br />

legale rappresentante ALESSANDRO AMBROSI<br />

Direttore Responsabile: PANTALEO CARRIERA<br />

Coordinamento editoriale: EMANUELE PANZA<br />

Redazione: Via Amendola 172/c, 70125 Bari<br />

Tel. 080/5481110 - Fax 080/5481077<br />

e-mail: e.panza@confcommerciobari.it<br />

Impaginazione e grafica: Saverio Matarrese<br />

saveriomatarrese@gmail.com<br />

Stampa: SEDIT S.r.l. Servizi Editoriali<br />

Via delle Orchidee n. 1, 70026 Modugno (BA)<br />

Tel. 080.5857439 - Fax 080.5857427<br />

Per le inserzioni pubblicitarie su<br />

“<strong>CONFCOMMERCIO</strong> MAGAZINE” rivolgersi alla<br />

redazione, oppure chiamare i segg. numeri:<br />

393.7848124 – 334.3609779, oppure scrivere alla<br />

e-mail: e.panza@confcommerciobari.it<br />

EDITORIALE<br />

Riaffermare il ruolo propositivo di Confcommercio Pag. 2<br />

di Alessandro Ambrosi<br />

NORMATIVA<br />

Si completa il quadro normativo sull’Apprendistato Pag. 4<br />

di Mauro Portoso<br />

Al via dall’1.12.2012 l’opzione per il regime IVA “per cassa” » 6<br />

di Vito D’Ingeo<br />

La nuova pensione anticipata (già pensione di anzianità) » 8<br />

a cura di ENASCO<br />

Tassa di concessione governativa sui cellulari: » 12<br />

come chiedere il rimborso<br />

di Pierluigi Damiani<br />

ALIMENTAZIONE E SALUTE<br />

Dieta e Natale: a tavola senza farsi male Pag. 14<br />

a cura di Giovanna Spilotros<br />

SPECIALE “ALTAMURA”<br />

La Leonessa di Puglia Pag. 16<br />

di Emanuele Panza<br />

ATTUALITAʼ<br />

Celebrato a Bari il 3° Congresso dell’ODCEC Pag. 22<br />

di Maurizio Chiechi<br />

Il social-shopping » 24<br />

di Viviana Rubini<br />

Bilancio di fine anno » 26<br />

di Michele Carriera<br />

APPUNTI DI VIAGGIO<br />

Sul tetto delle Americhe Pag. 27<br />

di Giovanni Panza<br />

CULTURA<br />

Pregàme alla barese Pag. 32<br />

di Felice Di Maggio<br />

Fra “Effetto Werther” e “Depressione reattiva” » 34<br />

di Sara Spagnoletti<br />

<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

Formazione attraverso “FOR.TE.” Pag. 36<br />

di Mauro Portoso<br />

Uscire dalla crisi con un binomio vincente » 38<br />

di Vincenzo Colaprice<br />

In memoria di Dino Lovecchio » 39<br />

di Emanuele Panza<br />

Distretti Urbani del Commercio » 40<br />

di Alessandro Fusco<br />

SETA PG ITALIA per una cultura dell’innovazione » 42<br />

a cura della Redazione<br />

Attività di “compro oro” anche alle Poste » 44<br />

a cura della Redazione<br />

L’informazione è un diritto per chi compra » 45<br />

e un dovere per chi vende<br />

a cura della Redazione<br />

Giovani per il sociale: ai nastri di partenza il nuovo bando » 46<br />

di Leonardo Ricchiuti<br />

Scadenzario fiscale » 47<br />

a cura di Michele Carriera<br />

L@ POSTA<br />

Lettere al Direttore: A poposito di RES Pag. 48<br />

a cura di Leo Carriera<br />

1<br />

SOMMARIO


2<br />

EDITORIALE<br />

di Alessandro Ambrosi<br />

Da questa Legge di Stabilità<br />

il colpo di grazia allo sviluppo<br />

Riaffermare<br />

il ruolo propositivo<br />

di Confcommercio<br />

Confcommercio Bari punta su marketing, comunicazione<br />

ed eventi, fattori attrattivi per i consumatori<br />

Una violazione del patto fiscale, del patto<br />

fra Stato e cittadini, del patto tra Stato e<br />

Imprese. Con un risultato che se da un<br />

parte risulterà socialmente svantaggioso per l’intera<br />

collettività, allo stesso tempo non potrà che<br />

rimarcare la cronicità dell’attuale situazione di<br />

crisi e di stallo.<br />

Noi della Confcommercio diciamo no alla<br />

tripla “trappola” dell’incremento delle aliquote<br />

Iva, della riduzione delle aliquote<br />

Irpef, delle restrizioni in termini di minori<br />

detrazioni e deduzioni, all’interno della prossima<br />

legge di stabilità.<br />

Noi della Confcommercio ribadiamo il<br />

concetto che va bene il rigore, ma che questo<br />

dovrà essere l’eccezionalità e non l’unica<br />

regola.<br />

Una posizione di contrarietà, quella rispetto<br />

alla Legge di Stabilità di cui si discute in questi<br />

giorni, ancora più forte per chi amministra piccola<br />

e medie aziende nel Mezzogiorno d’Italia. I calcoli<br />

sono presto fatti e rimarcano un duplice errore di<br />

metodo e di merito. Perché viene rimessa in<br />

discussione, anzi annientata ogni politica tesa alla<br />

ripresa dell’economia italiana e all’alleggerimento<br />

fiscale reale su ampie fasce di popolazioni. E nel<br />

contempo perché l’aumento dell’aliquota Iva dal<br />

10 per cento all’11 per cento e dell’aliquota Iva dal<br />

21 per cento al 22 per cento, in un contesto di grave<br />

difficoltà per la debolezza della domanda interna,<br />

non potrà che generare effetti drammatici a carico<br />

delle imprese e dell’occupazione.<br />

Via Argiro, ormai conclamata nuova isola pedonale dei<br />

baresi, illuminata da alberi natalizi e da una splendida<br />

cometa; nella foto sotto il titolo, il palazzo della Camera di<br />

Commercio di Bari in versione natalizia.


Effetti che non saranno neppure compensati<br />

dalle riduzioni Irpef, posto che gli aumenti Iva incideranno<br />

maggiormente proprio sugli scaglioni di<br />

reddito più bassi, con una maggiore penalizzazione<br />

su molti prodotti alimentari, sull’offerta turistica e<br />

sull’intera area delle ristrutturazioni edilizie.<br />

Siamo di fronte ad un intervento che non gioverà,<br />

dal momento che i 5 miliardi di minori imposte<br />

dovute all’Irpef vengono largamente mangiati dall’incremento<br />

dell’Iva e per di più avranno effetti<br />

pesanti sulla modificazione di tutti i prezzi, che<br />

comporterà un gradino di 8 decimi di punto nel<br />

luglio 2013, per un’inflazione che passerà nella<br />

media del 2013 dal previsto +1,8% a +2,2%, ridurrà<br />

il valore, in termini di potere d’acquisto, di tutti<br />

i risparmi attualmente detenuti dalle famiglie e<br />

deprimerà ulteriormente i consumi nel prossimo<br />

anno.<br />

Mentre la “maggiorazione” dell’aliquota agevolata<br />

colpisce il settore del turismo e rende uno dei<br />

pochi settori che contribuiscono positivamente alla<br />

deficitaria bilancia dei pagamenti ancora meno<br />

competitivo. Con un risultato, previsto per il 2014,<br />

di una perdita dei consumi correnti tra 5 e 7 miliardi<br />

di euro rispetto al già nero attuale scenario.<br />

Uno scenario che, a Bari città, nel primo<br />

semestre del 2012 ha visto chiudere 445 attività,<br />

1825 in provincia, contro le 317 nuove<br />

aperture a Bari e le 1313 in provincia. Un<br />

saldo negativo soprattutto per i negozi a dettaglio:<br />

a Bari 249 hanno abbassato definitivamente<br />

le saracinesche, 1099 in tutta la provincia.<br />

La crisi dura e cruda è una realtà e bisogna<br />

affrontarla senza rimanere in una condizione di<br />

passività, trasformando i problemi in opportunità,<br />

così da limitarne gli effetti e accelerare il processo<br />

di uscita dal tunnel; ben consapevoli che alcune<br />

scelte dell’attuale governo dei tecnici siano state in<br />

realtà passaggi obbligati nel tentativo di ridare<br />

ossigeno al Paese.<br />

Non siamo quelli “contro e basta”. Abbiamo, in<br />

questi giorni apprezzato la norma – che entrerà in<br />

vigore dal primo dicembre – che consentirà alle<br />

piccole e medie imprese di pagare l’Iva solo dopo<br />

aver incassato le somme spettanti, quel meccanismo<br />

che in termini tecnici si definisce “Iva per<br />

cassa”. Un provvedimento che riporta un briciolo<br />

di equità nel fare impresa e che si sarebbe potuto<br />

applicare già da tempo.<br />

Ma non basta, e adesso la recessione si scarica<br />

direttamente sulle famiglie e indirettamente sulle<br />

imprese, soprattutto quelle del commercio.<br />

Marketing, comunicazione ed eventi – che noi<br />

di Confcommercio Bari stiamo mettendo ai primi<br />

posti della linea politica sul territorio - costituiscono<br />

fattori attrattivi per i consumatori.<br />

Siamo sempre più convinti che occorra una<br />

reazione della categoria che non può e non deve<br />

rassegnarsi, non deve abbassare la guardia, ma<br />

rispondere al suo ruolo propositivo e di guida<br />

delle città e un grande impegno delle Amministrazioni<br />

locali che devono aiutare il comparto.<br />

La legge di stabilità, invece, va nella direzione<br />

opposta, quella che ci porta direttamente verso il<br />

baratro.<br />

Il Presidente, la Giunta,<br />

il Consiglio Direttivo,<br />

il Direttore e il personale tutto della<br />

Confcommercio della Provincia di Bari<br />

formulano a tutti gli Imprenditori<br />

i migliori auguri di<br />

Buon Natale<br />

e<br />

Felice Anno Nuovo<br />

3<br />

EDITORIALE


4<br />

NORMATIVA<br />

Si completa il<br />

quadro normativo<br />

sull’Apprendistato<br />

L’INPS comunica come usufruire dell’agevolazione,<br />

la Regione Puglia emana la legge regionale.<br />

di Mauro Portoso<br />

Finalmente si può dire concluso il quadro normativo<br />

sul contratto di Apprendistato<br />

Professionalizzante.<br />

Il D.lgs. 167/2011 ha tracciato i nuovi aspetti del<br />

contratto, abrogando la previgente normativa. Lo<br />

stesso testo è stato, inoltre, rivisto dalla Riforma<br />

Fornero del 28/06/2012 e dal successivo “decreto<br />

sviluppo” di giugno 2012.<br />

Gli aspetti gestionali del rapporto sono stati<br />

demandati ad appositi accordi interconfederali, il<br />

Terziario è stato uno dei primi a disciplinare la<br />

suddetta gestione stabilendone le forme, la durata<br />

minima e la formazione da impartire all’Apprendista.<br />

Il Terziario ha, inoltre, disciplinato i vari profili<br />

formativi degli Apprendisti ed ha sottoposto il Piano<br />

Formativo alla validazione da parte dell’Ente<br />

Bilaterale, passaggio che, se pur non obbligatorio, il<br />

Ministero del Lavoro in un suo intervento, consiglia.<br />

La Riforma Fornero inoltre, al fine di favorire<br />

l’utilizzo di questo strumento per nuova occupazione,<br />

ha disposto delle modifiche in merito al numero<br />

massimo di apprendisti che si possono assumere.<br />

Infatti, fino al 31/12/2012 il rapporto rimane 1 a<br />

1 rispetto alle maestranze specializzate e qualificate<br />

in servizio; con decorrenza 01/01/2013 il rapporto<br />

passa a 3 a 2, l’unica deroga prevista rimane solo<br />

per le aziende che occupano lavoratori inferiori a 10<br />

unità.<br />

Il quadro normativo si completa oggi con la<br />

Circolare Inps n. 128 del 02/11/2012 che disciplina<br />

lo sgravio totale dei contributi a carico delle<br />

Aziende che occupano fino a 9 dipendenti, per il<br />

periodo 2012/2016 e la Legge Regione Puglia sulla<br />

formazione dell’Apprendista.<br />

L’Inps a distanza di un anno e con notevole<br />

ritardo è intervenuta a disciplinare un aspetto<br />

essenziale del contratto di apprendistato, l’agevolazione<br />

contributiva, che non pochi problemi ha creato<br />

alle aziende che hanno proceduto all’assunzione.<br />

Sul tema era intervenuta anche Confcommercio<br />

Nazionale che consigliava ai datori di lavoro di<br />

sospendere l’utilizzo dello sgravio per gli apprendisti,<br />

stante il mancato pronunciamento da parte<br />

dell’INPS centrale e la problematica inerente gli<br />

aiuti di Stato che, tale agevolazione, poteva comportare.<br />

Pertanto l’INPS ha confermato: per i contratti<br />

di apprendistato stipulati nel periodo<br />

1/1/2012 - 31/12/2016, in favore dei datori di<br />

lavoro che occupano un numero di addetti<br />

pari o inferiore a nove, ovvero lo sgravio totale<br />

dei contributi a loro carico per i periodi contributivi<br />

maturati nei primi tre anni di contratto;<br />

per quelli successivi al terzo, resta confermata<br />

l’aliquota del 10% fino alla scadenza del contratto<br />

di apprendistato. In ogni caso, a decorrere<br />

dal periodo contributivo “ gennaio 2013”,<br />

resterà escluso dalla misura agevolata il contributo<br />

dell’1,61% relativo all’assicurazione sociale<br />

per l’impiego (ASpI).


La concessione dello sgravio contributivo previsto<br />

dall’articolo 22 deve avvenire in conformità alla<br />

disciplina comunitaria degli aiuti “ de minimis “ di<br />

cui al Regolamento CE n. 998/2006. Si ricorda che,<br />

in base alla nozione d’impresa sancita dall’Unione<br />

Europea, limiti “de minimis” si applicano alle attività<br />

produttive di reddito di impresa nonché a<br />

quelle di reddito di lavoro autonomo (limite di<br />

200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari a<br />

partire dall’anno in corso).<br />

Per il settore del trasporto su strada l’importo<br />

“de minimis” non deve superare i 100.000 euro<br />

(sempre nell’arco di tre esercizi finanziari), pertanto<br />

le imprese sono tenute a presentare apposita<br />

dichiarazione all’INPS per usufruire dell’agevolazione.<br />

La Regione Puglia, infine, ha emanato la propria<br />

Legge Regionale in materia di formazione e lavoro<br />

per gli Apprendisti disciplinando, per l’Appren-<br />

Il ministro del Lavoro<br />

e delle Politiche Sociali,<br />

Elsa Fornero<br />

distato Professionalizzante, la formazione esterna<br />

di competenza esclusiva delle Regioni.<br />

Infatti la Legge Regionale prevede il monte complessivo<br />

di ore di formazione esterna, pari a 120 ore<br />

nel triennio di durata del contratto, al fine di acquisire<br />

competenze trasversali e di base. La Regione<br />

Puglia si impegna, inoltre, a finanziare tale formazione<br />

alle aziende nei limiti degli stanziamenti<br />

annuali e dei bilanci di previsione, anche in sinergia<br />

con i fondi interprofessionali.<br />

Si completa definitivamente il quadro normativo<br />

dell’Apprendistato sperando che come più volte<br />

sottolineato dal Ministero del Lavoro, questo strumento<br />

possa finalmente decollare e diventare lo<br />

strumento di ingresso dei giovani in azienda.<br />

5<br />

NORMATIVA


6<br />

NORMATIVA<br />

Al via dall’1.12.2012<br />

l’opzione per il regime<br />

IVA “per cassa”<br />

Riferimenti normativi: Art. 32-bis, DL n. 83/2012 - DM 11.10.2012<br />

- Provvedimento Agenzia Entrate 21.11.2012<br />

di Vito D’Ingeo<br />

Com’è noto l’art. 32-bis, DL n. 83/2012,<br />

c.d. “Decreto Crescita”, ha ampliato<br />

l’applicazione del regime dell’IVA c.d.<br />

“per cassa”, prevedendo l’“esigibilità differita”<br />

dell’imposta di cui all’art. 6, comma 5,<br />

DPR n. 633/72 per le cessioni/prestazioni<br />

effettuate da soggetti passivi con un volume<br />

d’affari non superiore a € 2.000.000 (rispetto ai<br />

precedenti € 200.000) nei confronti di soggetti<br />

passivi d’imposta.<br />

Le disposizioni attuative e la data di entrata<br />

in vigore del citato art. 32-bis, sono contenute<br />

nel DM 11.10.2012.<br />

Ora, con l’emanazione del recente Prov -<br />

vedimento 21.11.2012 da parte dell’Agenzia<br />

delle Entrate, contenente le regole dell’opzione<br />

del nuovo regime, il quadro normativo può<br />

Il Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera<br />

essere considerato completato e quindi “pronto”<br />

per l’operatività a decorrere dall’1.12.2012.<br />

Si rammenta che la possibilità di optare “per<br />

la liquidazione dell’IVA secondo la contabilità di<br />

cassa” interessa i soggetti che:<br />

- nell’anno precedente hanno realizzato;<br />

ovvero<br />

- in caso di inizio dell’attività, prevedono di<br />

realizzare;<br />

- un volume d’affari non superiore a €<br />

2.000.000.<br />

MODALITÀ DI ESERCIZIO<br />

DELL’OPZIONE<br />

Nel citato Provvedimento 21.11.2012<br />

l’Agenzia prevede che l’opzione per il regime<br />

in commento va manifestata con le consuete<br />

modalità previste dal DPR n. 442/97, ossia:<br />

- si desume dal comportamento concludente<br />

del contribuente;<br />

- va comunicata nella “prima” dichiarazione<br />

annuale IVA da presentare successivamente<br />

alla scelta effettuata.<br />

Sul punto nelle “Motivazioni” del Prov -<br />

vedimento in esame l’Agenzia evidenzia che<br />

l’opzione va comunicata:<br />

“nella dichiarazione IVA annuale relativa all’anno<br />

in cui è esercitata l’opzione e che il contribuente<br />

presenterà nel corso dell’anno successivo”.<br />

Limitatamente al 2012, primo anno di<br />

applicazione del regime in esame, l’opzione va


comunicata con il mod. IVA 2013, relativo al<br />

2012.<br />

I soggetti che intendono avvalersi del regime<br />

dall’inizio dell’attività, devono comunicare<br />

tale scelta in sede di dichiarazione IVA relativa<br />

all’anno di inizio attività.<br />

È considerata valida l’opzione comunicata<br />

tramite una dichiarazione IVA annuale “tardiva”,<br />

ossia presentata entro 90 giorni dalla<br />

scadenza del termine.<br />

A seguito dell’opzione nelle fatture emesse<br />

va riportata l’indicazione degli estremi normativi<br />

della disciplina applicata, come ad esempio<br />

la seguente:<br />

Operazione con “IVA per cassa” ex art. 32bis<br />

del Decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83.<br />

In merito l’Agenzia precisa che l’omissione<br />

della suddetta indicazione costituisce, ai fini<br />

sanzionatori, una violazione formale, così<br />

come peraltro evidenziato nella Relazione al<br />

citato DM 11.10.2012.<br />

Il contribuente che intende adottare, a<br />

decorrere dall’1.12.2012, il regime della liquidazione<br />

dell’IVA per cassa dovrà:<br />

- annotare le fatture emesse da tale data sul<br />

registro IVA delle fatture emesse utilizzando<br />

specifici codici/codifiche al fine di sospendere<br />

la relativa IVA a debito fino all’incasso<br />

delle stesse;<br />

- provvedere alla detrazione dell’IVA a credito<br />

degli acquisti soltanto nel periodo in cui la<br />

relativa fattura è stata pagata.<br />

Ciò comporta l’iniziale annotazione della<br />

fattura nel registro IVA degli acquisti utilizzando<br />

specifici codici/codifiche finalizzate alla<br />

sospensione della detrazione fino al pagamento<br />

della stessa.<br />

Si potrebbe ipotizzare di provvedere alla<br />

Il Ministro Passera e il premier Mario Monti durante la presentazione del Decreto Crescita<br />

registrazione delle fatture nel registro IVA<br />

degli acquisti nel periodo del relativo pagamento.<br />

L’adozione di tale modalità di registrazione<br />

va coordinata con l’obbligo del rispetto del<br />

principio di competenza (soprattutto per le fatture<br />

di fine/inizio anno).<br />

Fatture annotate fino al 30.11.2012<br />

L’incasso dall’1.12.2012 di una o più fatture<br />

(emesse) registrate fino al 30.11.2012 non ha<br />

alcuna rilevanza ai fini della liquidazione<br />

dell’IVA.<br />

Analogamente, il pagamento dall’1.12.2012<br />

di una o più fatture (di acquisto) registrate<br />

fino al 30.11.2012 non ha alcuna rilevanza ai<br />

fini della liquidazione dell’IVA.<br />

DURATA DELL’OPZIONE<br />

Secondo quanto previsto nel citato<br />

Provvedimento 21.11.2012 l’opzione ha effetto:<br />

- a decorrere dall’1.1 dell’anno in cui è la stessa<br />

viene esercitata;<br />

- in caso di inizio attività, in corso d’anno,<br />

dalla data di inizio della stessa.<br />

L’opzione per il nuovo regime IVA “per<br />

cassa” vincola il contribuente per almeno un<br />

triennio, salvo il superamento del limite del<br />

volume d’affari (€ 2.000.000) con la conseguente<br />

cessazione dello stesso.<br />

Come sopra accennato, per il 2012 l’opzione<br />

può essere esercitata per le operazioni effettuate<br />

a partire dall’1.12.2012. L’opzione esercitata<br />

dall’1.12.2012 vincola il contribuente fino<br />

al 31.12.2014.<br />

Decorso il triennio l’opzione “resta valida<br />

per ciascun anno successivo”, salva la possibilità<br />

di re voca esercitata con le stesse modalità<br />

dell’opzione.<br />

7<br />

NORMATIVA


8<br />

NORMATIVA<br />

La nuova<br />

pensione anticipata<br />

(già pensione di anzianità)<br />

a cura di ENASCO<br />

L’ ne: rigore, crescita ed equità. Ad oggi,<br />

Governo “Monti” ha iniziato il<br />

suo operato indicando tre parole d’ordi-<br />

L’attuale<br />

però, è stato applicato ampiamente soltanto il<br />

rigore e di conseguenza sono stati chiesti immensi<br />

sacrifici al Paese, dal nutrito pacchetto fiscale,<br />

alla pesante riforma delle pensioni, al taglio alla<br />

spesa degli Enti locali, all’IMU sulla casa e all’aumento<br />

della benzina.<br />

Sono ormai in molti a ritenere che sia giunto<br />

il momento di cambiare rotta: è sbagliato contrapporre<br />

lo Stato Sociale e la crescita economica,<br />

anzi è proprio lo Stato sociale quel motore di<br />

sviluppo che potrebbe far ripartire il nostro<br />

Paese.<br />

Vediamo, adesso, di riassumere le regole per<br />

l’accesso al pensionamento anticipato sulla base<br />

dell’attuale normativa, introdotta dalla riforma<br />

“Monti-Fornero”, che ha modificato l’intera<br />

disciplina delle pensioni.<br />

Il ministro Fornero<br />

ed il premier Mario Monti<br />

I REQUISITI MATURATI ENTRO IL 2011<br />

La riforma ha previsto una linea di demarcazione<br />

tra chi alla data del 31 dicembre 2011 ha<br />

maturato i requisiti per la pensione di anzianità<br />

con la previgente normativa, cioè ha raggiunto<br />

40 anni di contributi o quota ’96 (per i dipendenti<br />

60 anni di età anagrafica e 36 anni di contributi<br />

o 61 anni di età e 35 di contributi) o quota ’97<br />

(per gli autonomi, 61 anni e 36 anni di contributi<br />

oppure 62 e 35 anni di contributi e chi, non avendo<br />

raggiunto i requisiti, è soggetto alle nuove<br />

regole che, di fatto, aboliscono la pensione di<br />

anzianità. I primi ottengono la pensione una<br />

volta trascorsi 12 mesi per i lavoratori dipendenti<br />

e 18 mesi per i lavoratori autonomi da raggiungimento<br />

dei requisiti: il trattamento pensionistico<br />

viene messo in pagamento dal mese successivo.<br />

Per gli altri, le nuove regole portano, come si<br />

è detto, alla cancellazione della pensione di<br />

anzianità ed introducono, come alternativa alla<br />

pensione di vecchiaia, la pensione anticipata.<br />

LA PENSIONE ANTICIPATA:<br />

NUOVI REQUISITI<br />

La legge, dunque, differenzia i nuovi requisiti<br />

per sesso:<br />

- per i lavoratori dipendenti pubblici e privati e i<br />

lavoratori autonomi, dal 1° gennaio 2012, per<br />

maturare il diritto alla pensione anticipata<br />

occorrono 42 anni e un mese di contributi, elevati<br />

a 42 anni e due mesi dal 2013 e 42 anni e tre<br />

mesi dal 2014;<br />

- per le lavoratrici dipendenti pubbliche e private<br />

e per le lavoratrici autonome, dal 1° gennaio<br />

2012, occorrono 41 anni e un mese di contributi,<br />

elevati a 41 anni e due mesi nel 2013 e a 41<br />

anni e tre mesi dal 2014.


ABOLITE LE FINESTRE MOBILI<br />

E’ stata, poi, abolita la “finestra mobile” in<br />

quanto il rinvio della corresponsione della pensione<br />

(12 mesi per i dipendenti e 18 mesi per gli<br />

autonomi) è stato inglobato nei nuovi requisiti di<br />

anzianità contributiva.<br />

L’ADEGUAMENTO CONTRIBUTIVO<br />

ALLA SPERANZA DI VITA<br />

In ogni caso, dal 2013, le anzianità contributive<br />

saranno aumentate per effetti degli adeguamenti<br />

alla speranza di vita. Per la pensione anticipata,<br />

quindi, per effetto dell’adeguamento alla<br />

speranza di vita, dal 2013 saranno necessari 42<br />

anni e cinque mesi di contributi per gli uomini e<br />

41 anni e cinque mesi per le donne.<br />

Il requisito contributivo continuerà ad aumentare<br />

nel 2016 (si ipotizzano tre mesi) e nel 2019<br />

(sempre tre mesi). Gli adeguamenti successivi<br />

avranno cadenza biennale e non più triennale.<br />

LA PENALITÀ PER I PENSIONATI<br />

CON MENO DI 62 ANNI<br />

La pensione anticipata comporta anche una<br />

penalizzazione per coloro che vanno in pensione<br />

con una età inferiore a 62 anni. Si tratta di un<br />

taglio dell’assegno pensionistico per la quota di<br />

contributi maturati prima del 2012.<br />

Detta penalizzazione, così come indicato nella<br />

tabella riassuntiva (tabella 1) è dell’1% e del 2%,<br />

rispettivamente, per chi va in pensione a 61 anni<br />

e a 60 anni. Il taglio è poi del 2% per ogni anno di<br />

anticipo rispetto ai 60 anni.<br />

Va detto, poi, che detta riduzione in percentuale<br />

non si applica ai lavoratori che maturano il<br />

prescritto requisito di anzianità contributiva<br />

entro il 31/12/2017, a condizione che la predetta<br />

anzianità contributiva derivi esclusivamente da<br />

“lavoro effettivo”, includendo i periodi di astensione<br />

obbligatoria per maternità, di servizio militare,<br />

di infortunio, di malattia e di cassa integrazione<br />

ordinaria.<br />

IL CORRETTIVO PER I LAVORATORI<br />

DIPENDENTI DEL SETTORE PRIVATO<br />

Per attenuare gli effetti distorsivi derivanti<br />

dall’innalzamento repentino dei requisiti, in via<br />

eccezionale, è stato previsto che i lavoratori<br />

dipendenti (uomini e donne) del settore privato<br />

che entro il 31 dicembre 2012 maturano un’anzianità<br />

contributiva di almeno 35 anni e che raggiungono<br />

i requisiti per il trattamento pensionistico<br />

di anzianità entro il 31 dicembre 2012, vale<br />

a dire “quota 96” (con almeno 60 anni di età),<br />

possono conseguire la pensione anticipata a 64<br />

anni. Per fare un esempio, un lavoratore nato<br />

nel 1952, che nel 2012 raggiunge 36 anni di con-<br />

9<br />

NORMATIVA


NORMATIVA<br />

10<br />

tributi, e quindi avrebbe maturato<br />

i requisiti per la pensione con<br />

quota 96, con le nuove regole<br />

sarebbe dovuto andare in pensione<br />

nel 2018. Con il correttivo,<br />

potrà andare in pensione nel 2016,<br />

a 64 anni.<br />

Il requisito, comunque, dei 35<br />

anni di contribuzione deve in ogni<br />

caso essere perfezionato sulla base<br />

della previgente normativa con<br />

esclusione quindi della contribuzione<br />

figurativa per disoccupazione<br />

e malattia.<br />

LA POSSIBILITÀ DI<br />

PENSIONAMENTO A 63 ANNI.<br />

Per tutti i lavoratori iscritti al<br />

sistema pensionistico che hanno il<br />

primo contributo versato o accreditato<br />

dopo il 31 dicembre 1995,<br />

per i quali la pensione sarà calcolata<br />

interamente con il sistema contributivo, la<br />

legge di riforma ha previsto la possibilità di<br />

accesso al pensionamento anticipato a condizione<br />

che abbiano:<br />

- un’età anagrafica non inferiore a 63 anni;<br />

- almeno 20 anni di anzianità contributiva “effettiva”;<br />

Un importo di pensione maturata, alla decorrenza,<br />

di valore non inferiore a 2,8 volte l’ammontare<br />

dell’assegno sociale (circa 1.200 euro<br />

mensili nel 2012) rivalutato in base alla variazione<br />

medie quinquennale del PIL (Prodotto Interno<br />

Lordo).<br />

Per contribuzione “effettiva”, poi, si intende<br />

quella versata e cioè: obbligatoria, volontaria, da<br />

riscatto, con esclusione di quella figurativa a<br />

qualsiasi titolo.<br />

La tabella 2 riporta i requisiti richiesti per questa<br />

tipologia di pensione anticipata.<br />

L’OPZIONE PER LE LAVORATRICI<br />

DIPENDENTI E AUTONOME<br />

La riforma ha confermato, infine, la possibilità<br />

di uscita a 57 anni (per le dipendenti private e<br />

pubbliche) e a 58 anni (per le lavoratrici autonome)<br />

che optano per il calcolo della pensione<br />

esclusivamente con le regole del sistema contributivo.<br />

Questa possibilità è stata prevista, in via sperimentale,<br />

fino al 31 dicembre 2015. I requisiti<br />

anagrafici vanno abbinati ad almeno 35 anni di<br />

contributi.<br />

A tal proposito l’Inps ha chiarito che detta<br />

opzione può essere esercitata a condizione che la<br />

decorrenza della pensione si collochi entro il 31<br />

dicembre 2015, compresa la finestra mobile e<br />

l’adeguamento alla speranza di vita. In pratica,<br />

considerando la finestra mobile di 12 o 18 mesi, a<br />

secondo che si tratti di lavoratrice dipendente o<br />

autonoma e i 3 mesi, già certificati dal 2013, per<br />

l’adeguamento dei requisiti alla speranza di vita,<br />

secondo l’Inps, per poter beneficiare dell’opzione<br />

in esame, occorre aver maturato i requisiti richiesti<br />

entro il mese di agosto 2014 per le lavoratrici<br />

dipendenti e entro il mese di febbraio 2014 per le<br />

lavoratrici autonome.<br />

E’ opportuno, comunque, data la complessa e<br />

particolare applicazione normativa, rivolgersi<br />

agli Uffici del patronato 50&Più Enasco che, gratuitamente<br />

e presenti su tutto il territorio nazionale,<br />

sono in grado di fornire tutte le informazioni<br />

e i chiarimenti necessari.


NORMATIVA<br />

12<br />

Tassa di concessione governativa sui cellulari<br />

Come chiedere<br />

il rimborso<br />

di Pierluigi Damiani<br />

Chiunque abbia un abbonamento con<br />

una compagnia di telefonia mobile è<br />

costretto a pagare ogni mese la tassa<br />

di concessione governativa: 5,16 euro per i<br />

privati e 12,91 per aziende e professionisti,<br />

per un totale di 91 milioni di euro all’anno.<br />

Negli ultimi anni molte associazioni dei<br />

consumatori hanno sostenuto, CODA-<br />

CONS in primis, l’illegittimità di questo tributo.<br />

L’Agenzia delle Entrate, viceversa, ha<br />

ribadito l‘obbligatorietà del pagamento<br />

della tassa per tutti i privati e gli enti pubblici<br />

non statali, rinviando all’articolo 21<br />

della Tariffa allegata al Dpr 641/1972, che<br />

prevede il pagamento della tassa di concessione<br />

governativa a fronte del rilascio della<br />

“licenza o documento sostitutivo per l’impiego<br />

di apparecchiature terminali per il<br />

servizio radiomobile pubblico terrestre di<br />

comunicazione”.<br />

Questa tassa era nata come tributo a carico<br />

delle società telefoniche per ottenere la<br />

concessione all’utilizzo delle frequenze, ma<br />

il Governo aveva poi stabilito che dovessero<br />

essere i titolari del contratto di abbonamento<br />

al cellulare, considerato “bene di<br />

lusso”, a doverla pagare. Nel 2003, il<br />

Codice delle comunicazioni elettroniche,<br />

recependo le direttive comunitarie sulla<br />

liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni,<br />

abrogava la norma sulla tassa<br />

di concessione governativa, mentre il<br />

Governo italiano nel 2007 s’impegnava a<br />

cancellarla.<br />

L’Agenzia delle entrate, a sua volta, chiariva<br />

che il Codice delle Comunicazioni<br />

(d.lgs. 259/2003), che ha abrogato l’art. 318,


lasciava inalterato l’obbligo di pagamento<br />

della tassa di concessione governativa per<br />

la telefonia mobile dovuto “per la licenza o<br />

documento sostitutivo per l’impiego di<br />

apparecchiature terminali per il servizio<br />

pubblico terrestre di telecomunicazioni (art.<br />

318 DPR n. 156/1973 […]) per ogni mese di<br />

utenza” come previsto dall’art.21 della<br />

tariffa annessa al DPR n. 641/1972.<br />

La Suprema Corte di Cassazione, con<br />

sentenza n. 8825 del 1° giugno scorso, ha<br />

preliminarmente stabilito che il nuovo<br />

Codice delle Comunicazioni sostituiva il<br />

precedente regime di privativa legale regolato<br />

da provvedimenti concessori con un<br />

nuovo regime, che, al contrario, si fonda<br />

sulla libertà di fornitura dei servizi di<br />

comunicazione.<br />

Secondo la Corte infatti, il contratto<br />

di abbonamento ha natura di semplice<br />

rapporto corrispettivo tra utente e<br />

gestore; di conseguenza non essendoci<br />

alcun tipo di provvedimento amministrativo<br />

o licenza manca il presupposto<br />

per applicare la tassa.<br />

Non c’è nessuna licenza o autorizzazione<br />

che l’amministrazione rilascia all’utente per<br />

poter utilizzare il proprio apparecchio con un<br />

contratto di abbonamento, indi non può<br />

esserci nessuna tassazione relativa. Infatti, la<br />

sentenza indica che il contratto si basa sul<br />

“mero presupposto di fatto della durata della<br />

prestazione di servizi, così come conteggiata<br />

in ogni bolletta dal gestore all’abbonato”.<br />

Numerose sentenze delle Commissioni<br />

Tributarie hanno riconosciuto la illegittimità<br />

della tassa in oggetto, definendola<br />

peraltro anacronistica in un mercato che è<br />

stato oggetto di un processo di privatizzazione<br />

e liberalizzazione che “ha avuto<br />

come principale conseguenza il passaggio<br />

dalla concessione al contratto, cioè uno<br />

strumento di diritto privato, il quale presuppone<br />

una posizione di parità tra i contraenti”<br />

ex multiis numero 33 del 2 aprile<br />

2012 e numero 5 del 10 gennaio 2011 della<br />

Commissione Tributaria Regionale del<br />

Veneto e la sentenza numero 37 del 15 febbraio<br />

2011 della Commissione Tributaria<br />

di Perugia).<br />

CHI PUÒ CHIEDERE IL RIMBOR-<br />

SO: chiunque abbia sottoscritto un<br />

abbonamento (e non un piano ricaricabile)<br />

con un gestore telefonico di rete<br />

mobile può avanzare la richiesta risarcitoria;<br />

conviene soprattutto per chi<br />

possiede più utenze.<br />

In assenza di un provvedimento legislativo<br />

chiaro, i gestori continuano ad addebitare<br />

la tassa all’utente ed a versarla<br />

all’Amministrazione Finanziaria. In sintesi<br />

per chi vuole ottenere il rimborso attualmente<br />

la strada è quella del ricorso. Sono<br />

diverse le associazioni dei consumatori e gli<br />

avvocati che in questi anni si sono mobilitati<br />

per ottenere il rimborso della tassa di concessione<br />

governativa applicata sul contratto<br />

del cellulare per i propri clienti.<br />

Il palazzo della<br />

Corte di Cassazione a Roma<br />

13<br />

NORMATIVA


14<br />

ALIMENTAZIONE E SALUTE<br />

Dieta e Natale:<br />

a tavola<br />

senza farsi male<br />

a cura di Giovanna Spilotros<br />

Dieta e Natale sono due parole che non<br />

vanno particolarmente d’accordo,<br />

eppure senza troppe rinunce e<br />

seguendo qualche piccolo accorgimento, è<br />

possibile gustare le prelibatezze tipiche delle<br />

festività natalizie senza troppo preoccuparsi<br />

della bilancia.<br />

Sicuramente seguire la propria “dieta” è<br />

semplice quando il frigo è pieno di verdure e<br />

non c’è alcuna tentazione in vista, ma certamente<br />

diventa molto più difficile quando ci si ritro-<br />

va seduti a due metri di distanza, da un buffet<br />

carico di torroni, panettoni e dolciumi vari.<br />

È quello che potrebbe capitare a partire dal<br />

ponte dell’Immacolata fino al sei gennaio, un<br />

lungo periodo di aria di festa che arriva anche<br />

in tavola e poi direttamente sui nostri fianchi.<br />

Le persone più rigorose tendono a preoccuparsi<br />

degli effetti post-vacanze e, temendo<br />

di aumentare di peso, non si godono le varie<br />

prelibatezze. Altri, invece, decidono di optare<br />

per una “dieta” severa a partire dall’Epifania.<br />

Tra i due atteggiamenti, nessuno è propriamente<br />

corretto, poiché è possibile stare in<br />

famiglia, in compagnia di amici e parenti,<br />

senza rattristarsi troppo nel solo guardare i<br />

cibi e vedere il proprio piatto vuoto. Al contempo<br />

è anche possibile non esagerare, poiché,<br />

in un secondo momento, saranno considerevoli<br />

i sacrifici, inducendo a scegliere insalate<br />

e frutta per un mese.<br />

La buona ed equilibrata alimentazione<br />

dovrebbe essere uno stile di vita quotidiano,<br />

un esercizio all’abitudine a variare sempre i<br />

cibi, a consumare sempre le giuste porzioni di<br />

frutta e verdura, ad alternare le fonti proteiche.<br />

A Natale non è poi così diverso, solo che<br />

arrivano sulla tavola alimenti meno usuali<br />

come l’anatra, il panettone e il pandoro, il tor


one, lo zampone e il<br />

cotechino, salumi vari,<br />

ecc.<br />

Seguendo alcuni<br />

semplici consigli, sarà<br />

possibile “limitare i<br />

danni” provocati dalla<br />

sovralimentazione.<br />

Ad esempio, preparare<br />

i soffritti, rosolando<br />

la cipolla con il<br />

vino bianco (l’alcol<br />

evapora dopo la cottura)<br />

o con brodo vegetale piuttosto che nel<br />

burro o nell’olio, condire utilizzando olio di<br />

oliva extravergine a crudo, dosandolo sempre<br />

con il cucchiaio anziché versandolo direttamente<br />

dalla bottiglia, limitare l’uso del sale<br />

per insaporire i piatti, cercando invece di<br />

esaltare il gusto naturale degli alimenti con<br />

spezie ed erbe aromatiche.<br />

Inoltre, prediligere il pesce rispetto alla<br />

carne e scegliere ricette che prevedano l’utilizzo<br />

di verdure, alimenti integrali e legumi<br />

nella loro preparazione, non eccedere con i<br />

salumi, gli antipasti elaborati e i formaggi<br />

grassi. Ricordarsi che la frutta secca a guscio<br />

è ricca di oli vegetali e quindi si può mangiare<br />

senza problemi. Preferire le cotture al<br />

vapore, alla piastra, alla griglia o al forno, evitando<br />

le fritture, consiglio valido per la preparazione<br />

di carne, pesce e verdure. Una fetta<br />

di panettone è concessa purché non sia farcita<br />

con crema.<br />

Per quanto riguarda il vino ci si deve dare<br />

un limite: un paio di bicchieri durante il pasto<br />

e ovviamente una flûte di spumante, meglio<br />

evitare i superalcolici. Ricordarsi di non far<br />

mai mancare sulla tavola delle caraffe di<br />

acqua.<br />

Resta fermo il punto che, per chi sta già<br />

seguendo una “dieta”<br />

legata ad una particolare<br />

patologia di tipo metabolico,<br />

come ad esempio<br />

il diabete, durante le<br />

festività natalizie dovrà<br />

essere molto rigoroso.<br />

Per i diabetici, sarà purtroppo<br />

difficile che<br />

determinati alimenti<br />

come il panettone, il<br />

pandoro, fichi secchi che<br />

possano rientrare eccezionalmente<br />

tra gli ali-<br />

menti consumati durante<br />

le feste.<br />

Inoltre, durante le<br />

feste natalizie e<br />

soprattutto durante i<br />

cenoni - l’apporto di<br />

colesterolo e di grassi<br />

saturi aumenta. Ricordiamo<br />

che una<br />

parte di colesterolo è<br />

prodotta dal nostro<br />

corpo e dipende da<br />

fattori genetici, dall’età<br />

e dal sesso. Questi fattori non sono<br />

modificabili, mentre altre cause di colesterolo<br />

alto dipendono dalle nostre abitudini alimentari<br />

e dallo stile di vita.<br />

Chi ha già il colesterolo alto deve essere più<br />

prudente degli altri durante gli stravizi alimentari<br />

delle feste di Natale e Capodanno,<br />

perché l’ipercolesterolemia rappresenta un fattore<br />

di rischio per le malattie cardiovascolari.<br />

Per abbassare il colesterolo “cattivo” nel<br />

sangue le indicazioni sono semplici: una dieta<br />

ricca di cibi contenenti amido e fibre, ovvero<br />

pane, cereali e vegetali, salutari e meno calorici<br />

dei cibi ricchi di grassi saturi e fare tanta<br />

attività fisica.<br />

Evitare di farsi prendere dall’ozio passando<br />

dal tavolo da pranzo al tavolo da gioco,<br />

accompagnando il gioco con altre specialità<br />

gastronomiche, oppure di trascorrere ore<br />

davanti alla televisione. Ricordarsi di spostarsi<br />

il più possibile a piedi, preferire le scale<br />

all’ascensore e non abbandonare il proprio<br />

sport abituale.<br />

Il Natale è una festa in cui, al di là dei valori<br />

religiosi importanti e fondamentali, si celebra<br />

un momento che per alcune persone e<br />

cioé si ripete solo una volta l’anno la convivialità<br />

del ritrovarsi tra parenti o amici, che<br />

per varie ragioni non si<br />

riesce mai a vedere Le<br />

tavole imbandite sono<br />

un segno di festa e di<br />

gioia consumare piatti<br />

tipici e caratteristici è<br />

importante per stare<br />

vicini, anche se non bisogna<br />

dimenticare che il<br />

termine “moderazione”<br />

deve sempre troneggiare<br />

sulle nostre tavole.<br />

Buon Natale e felice<br />

anno nuovo a tutti!<br />

15<br />

ALIMENTAZIONE E SALUTE


SPECIALE “ALTAMURA”<br />

16<br />

di Emanuele Panza<br />

La leonessa<br />

di Puglia<br />

Altamura (Jaltamòure in dialetto altamurano,<br />

Altilia o Lupetia in latino) è l’ottavo<br />

comune della regione Puglia per popolazione<br />

e il dodicesimo d’Italia per superficie ed<br />

estensione.<br />

Buona parte del territorio altamurano ricade<br />

nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.<br />

Circa 12.660 ettari del territorio di Altamura<br />

sono inclusi nel Parco nazionale dell’Alta Murgia.<br />

In esso si trova la più estesa dolina delle Murge, il<br />

Pulo di Altamura. Si tratta di una cavità di origine<br />

carsica che si apre tra leggere ondulazioni dell’altopiano<br />

murgiano a circa 477 m s.l.m., misura<br />

550 m di diametro e 92 m di profondità.<br />

Il territorio di Altamura è salito agli onori della<br />

cronaca in ambito internazionale per il ritrovamento,<br />

il 7 ottobre 1993, nel sistema di grotte del pulo<br />

di “Lamalunga”, dell’Uomo di Altamura, uno<br />

scheletro quasi integro (unico al mondo) di Homo<br />

arcaicus. Esso costituisce ‘il reperto più interessante<br />

di un giacimento piuttosto vasto e complesso<br />

comprendente resti ossei sia di ominidi vissuti 200-<br />

300.000 anni fa che di animali vari. La cavità, scoperta<br />

nell’ottobre 1993 dal C.A.R.S. (Centro<br />

Altamurano Ricerche Speleologiche), è a circa 450<br />

m s.l.m. e dista 1,2 km, in direzione SE, dalla<br />

Masseria Lamalunga da cui deriva il toponimo<br />

attribuito al luogo del ritrovamento.<br />

Il reperto scoperto nella grotta di Lamalunga<br />

rappresenta uno dei più grandi rinvenimenti<br />

paleontologici. L’ottimo stato di conservazione,<br />

l’integrità del reperto, l’assenza di deformazioni<br />

Porta Bari, punto di ingresso al centro storico; nella foto<br />

sotto il titolo, piazza Duomo


e la presenza del cranio, intero, costituiscono una<br />

buona occasione per una migliore conoscenza e<br />

definizione dei meccanismi di evoluzione che<br />

hanno portato al popolamento europeo e al ciclo<br />

neanderthaliano. Lo scheletro è infatti riconducibile<br />

ad un maschio adulto dell’altezza di 160 –<br />

165 cm, il cui cranio presenta sia i tratti arcaici<br />

che quelle trasformazioni morfologiche, stabilizzatesi<br />

nelle popolazioni neanderthaliane, che<br />

consentono di collocarlo nel gruppo di fossili del<br />

Pleistocene Medio europeo, ovvero tra le forme<br />

dell’Homo erectus (400.000 anni fa) e le forme<br />

tipiche dell’uomo di Neanderthal (85.000 anni<br />

fa), in una fase di passaggio cioè, stimata a circa<br />

200.000 anni fa.<br />

A circa cinque chilometri da Altamura, inoltre,<br />

in una cava dismessa da tempo in località<br />

“Pontrelli”, lungo la strada per Santeramo in<br />

Colle, nel 1999 è stato scoperto un altro sito paleontologico<br />

di importanza mondiale: su un’area<br />

di dodicimila metri quadrati, su una formazione<br />

rocciosa, sono state rinvenute migliaia di<br />

impronte impresse da dinosauri.<br />

La grande importanza di questo ritrovamento<br />

(ad oggi questo è il sito più ricco e importante<br />

d’Europa e forse del mondo) sta nell’elevatissima<br />

biodiversità che caratterizzava gli individui presenti<br />

contemporaneamente nello stesso luogo.<br />

Le impronte risalgono al Cretacico superiore,<br />

tra i 70 e gli 80 milioni di anni fa, quando il clima<br />

in Puglia era di tipo tropicale (caldo umido), e<br />

testimoniano la presenza di oltre duecento animali,<br />

appartenenti almeno a cinque gruppi<br />

diversi di dinosauri, erbivori e anche carnivori.<br />

Le dimensioni delle impronte variano dai 5 –<br />

6 cm fino ai 40 – 45 cm, facendo supporre di trovarsi<br />

di fronte ad animali alti fino a 10 metri. In<br />

molte impronte si riesce addirittura a leggere le<br />

pieghe della pelle. Dalla quantità delle impronte<br />

e dalle loro dimensioni ci si può facilmente rendere<br />

conto delle quantità veramente ingente di<br />

vegetali che dovevano essere presenti in loco per<br />

poter soddisfare le necessità di sopravvivenza di<br />

tanti animali.<br />

Nella Murgia Nord non molto lontano dalla<br />

cava dei dinosauri, nei pressi della Grotta di<br />

Lamalunga si apre una dolina carsica: il Pulo di<br />

Altamura. Questa è la più grande dolina murgiana,<br />

larga circa 550 metri e profonda nel punto più<br />

basso 95 metri. Ha pareti scoscese, ma erbose, con<br />

uno stretto sentiero che scende fino in fondo. Sul<br />

fondo vi è un tappeto di terra fertile coltivata. Alla<br />

base del Pulo si apre un inghiottitoio (l’inghiottitoio<br />

è il punto su una superficie carsica dove l’acqua<br />

penetra o sprofonda nel sottosuolo).<br />

Le doline per via della loro conformazione<br />

permettono la presenza di alcune particolari condizioni<br />

(protezione dai venti, basse temperature<br />

sul fondo, terreni ricchi di minerali) permettono<br />

Il Palazzo Melodia<br />

un habitat che ospita flora e fauna inusuale per la<br />

zona (ad esempio il corvo reale). Su una parete<br />

rocciosa vi sono alcune caverne. Inoltre i manufatti<br />

litici ritrovati testimoniano che le caverne<br />

che si aprono nella parete furono abitate nel paleolitico.<br />

Soprattutto grazie a queste recenti scoperte, le<br />

Murge di Altamura, comprendenti la grotta di<br />

Lamalunga (col suo Homo arcaicus), la cava De<br />

Lucia (con le sue orme dei dinosauri) e il Pulo<br />

sono state presentate ufficialmente dallo Stato<br />

Italiano nella sua “Lista propositiva” all’UNE -<br />

SCO il 1º giugno 2006, candidandole in pratica a<br />

divenire uno dei Patrimoni dell’Umanità riconosciuti<br />

e tutelati dall’ONU.<br />

L’area su cui sorge l’attuale Altamura fu abitata<br />

sin dai tempi più remoti, come è stato dimostrato<br />

dal ritrovamento dell’Uomo di Altamura e<br />

da testimonianze più tardive come l’insediamento<br />

La Croce e la necropoli risalenti all’Età del<br />

Bronzo.<br />

Il primo insediamento di Altamura fu creato<br />

con il nome di Altilia (da una mitica regina di<br />

nome Althea o da Alter Ilium), ovvero l’“altra<br />

Troia“: una leggenda narra che, mentre Enea proseguiva<br />

verso il Lazio, Antello, uno dei suoi<br />

uomini, si sarebbe fermato su un colle delle<br />

Murge e vi avrebbe fondato l’attuale città.<br />

Verso la fine del V secolo a.C., la città fu dotata<br />

di una cinta muraria da cui deriva il suo attuale<br />

nome: le Mura Megalitiche, testimonianza<br />

della necessità di difendersi dai nemici provenienti<br />

sia dal mare (Taranto) che dai monti<br />

(Lucania). Le Mure Megalitiche erano lunghe<br />

4 km, alte e larghe 6 m; esse racchiusero nella loro<br />

ampia cerchia, un’altra più piccola intorno<br />

all’Acropoli, cioè la parte più alta e più sacra<br />

della città. Erette tra il VI e il III secolo a.C., ora<br />

sono visibili per alcuni tratti. La regione inoltre<br />

vanta all’incirca una cinquantina di tumuli.<br />

L’abitato fu dapprima costituito da capanne circolari,<br />

poi da abitazioni in muratura quadrangolare,<br />

che ospitavano anche attività produttive. In<br />

epoca romana la città conobbe un sostanziale<br />

declino, probabilmente dovuto anche a una<br />

distruzione da parte di un cataclisma.<br />

17<br />

SPECIALE “ALTAMURA”


SPECIALE “ALTAMURA”<br />

18<br />

Quando i Romani conquistarono l’Italia, la<br />

città non morì, ma visse ancora per altri secoli,<br />

come una città romana, anche se nel quadro di<br />

una certa decadenza.<br />

Nelle campagne di Centopozzi sono stati<br />

ritrovati resti probabilmente attribuibili a un<br />

impianto termale; a Casal Sabini, a Jesce, si trovano<br />

ancora mura di età romana.<br />

Fu solo nel Medioevo che la città riacquistò<br />

una certa importanza, e ciò grazie all’imperatore<br />

Federico II di Svevia. Quando nel XII secolo salì<br />

sulla collina di Altamura, questa era un luogo<br />

deserto e inabitato e la città era stata distrutta,<br />

secondo la leggenda, dal paladino Orlando da cui<br />

il motto della città “Orlandus me destruxit,<br />

Federicus me reparavit”, che compare anche nello<br />

stemma Federico II di Svevia, salendo sul colle di<br />

Altamura, fu colpito dalla presenza delle mura<br />

megalitiche. Da quel momento decise di ricostruire<br />

la città. Dopo la rifondazione, la ripopolò, portando<br />

varie popolazioni della contea di Gravina,<br />

tra cui maggior parte gravinesi, ma anche bitettesi,<br />

torittesi e grumesi, e la chiamò Altamura, utilizzando<br />

un toponimo preesistente, dovuto alla presenza<br />

delle mura megalitiche. Ordinò la costruzione<br />

della grande Cattedrale (1232), destinata a<br />

divenire uno dei più venerati santuari in terra di<br />

Puglia. Nel 1248, sotto la pressione di Federico,<br />

Papa Innocenzo IV dichiarò Altamura fuori dalla<br />

giurisdizione del vescovo di Bari, rendendo la<br />

Cattedrale di fatto una “chiesa palatina”, equivalente<br />

a una cappella di palazzo.<br />

Rinata la città, si svuotarono lentamente i villaggi<br />

sparsi nelle campagne dove la gente si era<br />

rifugiata nei secoli bui della storia di Altamura,<br />

così ricrebbe velocemente e si arricchì in breve<br />

tempo.<br />

Il territorio di Altamura fu feudo di varie<br />

famiglie nobiliari, in particolare degli Orsini del<br />

Balzo e dei Farnese (1538-1734), questi ultimi<br />

committenti della costruzione di numerosi palazzi<br />

e chiese. Nel 1648 l’insurrezione di Masaniello<br />

a Napoli coinvolse molte altre città del regno in<br />

un moto contro la feudalità, tra cui Altamura, che<br />

si era opposta con decisione ai tentativi di riconquista<br />

da parte di Giangirolamo II Acquaviva<br />

d’Aragona, il potente conte di Conversano. In<br />

quell’occasione, Altamura aderì alla Real<br />

Repubblica Napoletana e si autogovernò. Nel<br />

1748 Carlo VII di Napoli vi fondò una università:<br />

un difficile percorso di affermazione, tra le prime<br />

in assoluto in tutta l’Italia meridionale.<br />

Nel 1799 la città si ribellò contro il governo borbonico:<br />

la rivolta, conosciuta come la<br />

Rivoluzione di Altamura, fu alla fine repressa<br />

due giorni più tardi e la città saccheggiata dalle<br />

truppe di Fabrizio Ruffo. In epoca napoleonica<br />

invece l’università fu definitivamente chiusa<br />

(1811). Nel 1806, e fino al 1860, anno dell’occupazione<br />

garibaldina, fu sede del Distretto di<br />

Altamura, una delle tre suddivisioni amministrative<br />

della Terra di Bari.<br />

Lo spirito rivoluzionario si fece sentire anche<br />

nel Risorgimento (XIX sec.) tanto da fare di<br />

Altamura, la sede del Comitato Insurrezionale<br />

Barese e, dopo l’Unità del 1860, fu la sede del<br />

primo capoluogo provvisorio della Puglia. E da<br />

allora che ebbe il nome “Leonessa di Puglia” per<br />

il coraggio dimostrato durante la ribellione contro<br />

i borboni.<br />

L’ingresso del Palazzo Comunale, con il busto dedicato a Saverio Mercadante


Intervista a<br />

Mario Stacca<br />

siindaco di Altamura<br />

Sindaco di lungo corso (fin dal 2005) e per<br />

tradizione familiare (il padre Francesco fu<br />

sindaco di Altamura negli anni ’50), Mario<br />

Stacca, classe 1955, odontostomatologo, ha iniziato<br />

il suo impegno politico nel 2001 come consigliere<br />

comunale del Cdu. E’ a capo di una maggioranza<br />

di centrodestra con 21.643 voti, pari al<br />

55.51 %.<br />

Lo incontriamo nel suo ufficio per capire<br />

come lui e la sua giunta si siano posti in ordine ai<br />

problemi del settore terziario e, soprattutto,<br />

come intenda affrontare i problemi che l’attuale<br />

situazione economica internazionale ha amplificato.<br />

Siamo insieme alla Presidente della Confcom -<br />

mercio di Altamura, Tonia Massaro, e ci rendiamo<br />

subito conto di quanto sia stretto il rapporto<br />

di collaborazione già instauratosi tra la massima<br />

rappresentante della categoria e il capo del l’Am -<br />

ministrazione; così come vorremmo che fosse<br />

ovunque stante la concettuale mancanza di contrasto<br />

istituzionale da parte della Confcom -<br />

mercio nei confronti delle Amministrazioni di<br />

qualsiasi colore esse siano.<br />

Stacca ci aggiorna, con concreta capacità di<br />

sintesi, sull’operato dell’Amministrazione<br />

Comunale nel corso del 2012: con particolare<br />

orgoglio ricorda che sta portando a termine un<br />

cospicuo piano di investimenti di circa 8 milioni<br />

di euro per la completa infrastrutturazione dell’area<br />

industriale – artigianale in via Gravina<br />

che era totalmente sprovvista di servizi.<br />

Gli interventi già effettuati sono:<br />

- Realizzazione della pubblica illuminazione<br />

- Realizzazione di marciapiedi<br />

- Pavimentazione complessiva dell’agglomerato<br />

industriale<br />

- Realizzazione di nuove strade di sfogo della<br />

circolazione stradale (via della Pace, via del<br />

Ciliegio)<br />

- Sistemazione della rete idrica e fognaria<br />

- Appaltato e aggiudicato l’ultimo intervento:<br />

rifacimento della pavimentazione in via<br />

Gravina e realizzazione sulla stessa di un tronco<br />

di fogna bianca per risolvere il problema<br />

degli allagamenti.<br />

- Sempre nel settore delle Opere Pubbliche<br />

ricorda i notevoli risultati raggiunti:<br />

- Recupero immobili e contenitori culturali<br />

abbandonati: Museo Etnografico dell’Alta<br />

Murgia, Palazzo Baldassarre, Laboratorio<br />

Urbano Portalba nel vecchio mattatoio (attualmente<br />

in corso di ampliamento); lavori in corso<br />

al Palazzo Santa Croce da destinare a Ostello<br />

della Gioventù e Museo della Pietra;<br />

Il Sindaco Mario Stacca e, sotto il titolo, la bellissima sala del<br />

Consiglio Comunale<br />

19<br />

CRONACA


SPECIALE “ALTAMURA”<br />

20<br />

Palazzo di Città<br />

- Ammodernamento della rete idrica con la<br />

costruzione della nuova condotta che ha incrementato<br />

la portata dell’acqua al servizio dell’abitato;<br />

- Ammodernamento della viabilità interna e<br />

rurale esistente;<br />

- Ammodernamento dell’edilizia scolastica e<br />

realizzazione nuove aule.<br />

“Ma nel concreto quali iniziative per il terziario?”<br />

“Abbiamo – ci risponde – investito, d’intesa con<br />

la forte azione della Confcommercio, nella promozione<br />

del turismo: oltre all’apertura del Museo Etnografico<br />

ed al Museo dell’Arte Tipografica, l’Amministrazione<br />

Comunale ha creato eventi come “La Notte Bianca”,<br />

entrata a pieno titolo nel circuito regionale, ed ha presentato<br />

l’offerta turistica alla BIT di Milano ed in altre<br />

vetrine con l’obiettivo di attrarre in città un turismo<br />

giovane, colto (basti pensare alla forte attrattiva della<br />

“Cava dei Dinosauri”), appassionato di arte e storia e,<br />

perché no, di enogastronomia, la strada maestra per<br />

un turismo di qualità che esalti le capacità ricettive e<br />

l’ospitalità sincera della nostra gente”<br />

“Sappiamo che state affrontando anche il difficoltoso,<br />

ma indispensabile, cammino di una<br />

riduzione delle spese.”<br />

“Nell’ambito delle politiche della spending review<br />

(revisione della spesa), l’Amministrazione Comunale<br />

ha avviato una scrupolosa razionalizzazione dei costi<br />

con l’avvio di pubblica illuminazione a risparmio<br />

energetico (lampade a led). Viene condotta, inoltre,<br />

un’efficace politica di abbattimento dei fitti passivi<br />

dovuti per uffici comunali e pubblici e per scuole.<br />

Stiamo proseguendo sulla strada del risparmio<br />

coniugandola con la necessità di non risparmiare sui<br />

servizi ai cittadini; cammino irto di difficoltà, ma che<br />

contiamo di portare avanti con la collaborazione attiva<br />

delle Associazioni, prima fra tutte la Confcom -<br />

mercio”.<br />

A colloquio<br />

con<br />

Tonia Massaro<br />

“Distinguersi per non<br />

estinguersi”<br />

è il motto della<br />

neodelegata<br />

di Confcommercio di<br />

Altamura<br />

Appena la conosci ti rendi conto che il<br />

vero sesso forte sono le donne.<br />

Tonia Massaro, da pochi mesi Delegata<br />

della Confcommercio di Altamura, mostra<br />

anche in questa nuova carica quella forza propulsiva<br />

che l’aveva caratterizzata nella sua<br />

attività professionale (è agente immobiliare) e<br />

nei suoi incarichi all’interno della FIMAA<br />

(Federazione Italiana Mediatori Agenti<br />

d’Affari) e di Terziario Donna sia Provinciale<br />

che Nazionale.<br />

E’ una sua peculiarità caratteriale quella di<br />

non saper accettare cariche come pennacchi,<br />

ma spendendo in esse il massimo del proprio<br />

impegno, quell’impegno che ha già dato<br />

importanti frutti nel breve periodo della sua<br />

attuale dirigenza; risultati che “sono il frutto -<br />

ci dice Tonia - del gioco di squadra”.<br />

Quella squadra che ha saputo organizzare<br />

motivando i giovani componenti del suo<br />

team con l’idea forte dell’ottimismo verso il<br />

futuro pur imparando dal passato: ecco che<br />

il periodo di funesta crisi può diventare il<br />

periodo della RE-AZIONE, dell’agire nuovamente,<br />

con una strategia chiara e semplice:<br />

perseguire strenuamente degli obiettivi di<br />

sopravvivenza degli imprenditori per evitare<br />

che la morte dell’imprenditorialità significhi,<br />

questa volta definitivamente, morte dell’economia.<br />

Per fare ciò – Tonia ne è giustamente convinta<br />

– bisogna distinguersi per non estinguersi.<br />

Ma, al di là degli slogans, cosa può<br />

permetterci di distinguerci se non la cono-


scenza? “Vi è una ricchezza enorme che nessun<br />

regnante può tassare, che anche il più abile dei<br />

ladri non può rubare, che i fratelli ed i soci non<br />

possono pretendere di spartire, che non è ingombrante<br />

per niente, non ha peso né volume; questa<br />

ricchezza si chiama Conoscenza” così afferma il<br />

Prof. Dipak Pant indicando una delle strade<br />

per uscire dalla crisi, quella di avere il coraggio<br />

del cambiamento e della collaborazione<br />

cosciente che può portare la squadra alla vittoria.<br />

Concetti che la Confcommercio di Bari,<br />

forse anticipando l’esegesi del professore<br />

nepalese (ma ormai italianissimo) ha sempre<br />

posto a base della sua azione sostenendo gli<br />

associati, offrendo servizi comuni, creandone<br />

di nuovi, potenziando la sua presenza sul territorio,<br />

sviluppando nuove convenzioni anche<br />

con istituti di credito, sostenendo sempre un<br />

dialogo con le amministrazioni comunali per<br />

una politica costruttiva e mai distruttiva.<br />

Ma Tonia Massaro è soprattutto donna<br />

legata al proprio territorio anche, forse, per la<br />

sua attività professionale. E la valorizzazione<br />

del suo territorio, con la sua cultura e storia, è<br />

una priorità per Tonia a cominciare da una<br />

eccellenza “la gastronomia” tramite la quale<br />

cercare di risvegliare un interesse turistico<br />

verso Altamura. E ciò attraverso eventi quali<br />

“Federicus” che dimostrano con chiarezza<br />

che il turismo può e deve fungere da traino<br />

per l’economia locale.<br />

“Chiederemo alle varie associazioni, alle<br />

imprese, nonché agli enti pubblici e privati di<br />

aggregarsi per organizzare quante più iniziative<br />

ed eventi possibili (convegni, mostre, spettacoli,<br />

sagre, eventi culturali, sportivi, enogastronomici,<br />

iniziative di solidarietà, ecc..) al fine di creare<br />

un flusso turistico per valorizzare il ricco patrimonio<br />

storico, artistico, culturale, ambientale e<br />

gastronomico che può e deve essere un potente<br />

volano per lo sviluppo economico e sociale del<br />

territorio e delle nostre imprese. Chiediamo ancora<br />

a tutti uno sforzo sempre più grande sul piano<br />

delle idee, dei progetti, della promozione e degli<br />

investimenti per cominciare ad attirare quanta<br />

più gente possibile in grado di apprezzare la straordinaria<br />

bellezza e l’unicità della nostra città.<br />

Confcommercio farà la sua parte come fondamentale<br />

attore in tale sfida.”<br />

Tonia, formidabile coach della sua squadra,<br />

punta su forze nuove; punta sulle<br />

donne, e come darle torto visto che “il futuro<br />

è donna” (ma perché il passato ed il presente<br />

di chi sono?). L’imprenditoria femminile<br />

può porsi come traino entusiasta dell’economia<br />

così come i giovani (“il domani della<br />

nostra economia”): ecco allora l’investimento<br />

sulle potenzialità di collaboratori come<br />

Bruna Patella, Lucia Genco e Francesco<br />

Caputo.<br />

“Ma mi rivolgo a tutte le categorie, la moda,<br />

l’abbigliamento, le calzature, e gli accessori che<br />

hanno costituito il gruppo Federmoda, i ristoratori,<br />

i dettaglianti di alimentari e casalinghi, gli<br />

orafi, le aziende di servizi, rappresentanti agenti<br />

d’affari in mediazione, ambulanti, panificatori,<br />

macellai, insomma tutti sono chiamati a collaborare<br />

per un successo che deve essere corale e collettivo<br />

per evitare la sconfitta individuale in una sfida,<br />

terribile come l’attuale, che si può vincere solo<br />

tutti insieme”.<br />

Ma, Presidente, al di là di tante belle parole,<br />

che pure mostrano chiarezza di idee e forte<br />

volontà di operare, quali risultati possiamo<br />

ricordare ai nostri lettori?<br />

“La crisi generalizzata deve imporci nuove<br />

scelte. Forse nel passato investire solo sul settore<br />

salotti ha fatto trascurare altre importanti attività<br />

come l’industria molitoria e l’agricoltura cerealicola.<br />

Dobbiamo cercare di sviluppare altre nostre<br />

eccellenze. Abbiamo il DOP per il nostro pane;<br />

creiamo una filiera produttiva che consenta di diffondere<br />

il nostro pane al di fuori del territorio<br />

comunale sviluppando così occupazione reale e<br />

nuova economia. Dobbiamo ampliare le tante<br />

opportunità che ci può offrire il turismo; abbiamo<br />

unicità che non divulghiamo, la Cava dei<br />

Dinosauri, il più grande sito del genere, l’uomo di<br />

Altamura, forse i resti più antichi di insediamenti<br />

preistorici, la Cattedrale di Federico, collegata alla<br />

fantastica architettura federiciana della Provincia<br />

di Bari, abbiamo sagre ed eventi enogastronomici<br />

che andrebbero divulgati di più e meglio (il<br />

“pasticcio di Natale”, il baccalà, il “Presepe vivente”).La<br />

Confcommercio di Altamura si sta impegnando<br />

e continuerà a farlo per la divulgazione di<br />

tali eventi. Ci stiamo anche impegnando nella<br />

campagna contro la iattura della contraffazione<br />

cercando di sensibilizzare il sentire collettivo verso<br />

una lotta seria a questo crimine che colpisce gravemente<br />

la nostra economia e, quindi, il posto di<br />

tanti lavoratori. E contro la microcriminalità ci<br />

battiamo collaborando con le forze dell’ordine cui<br />

rivolgiamo un ringraziamento per l’abnegazione<br />

con la quale si dedicano alla tutela della legge e<br />

dell’ordine; un ringraziamento per tutti lo rivolgiamo<br />

al Cap. Abbasciano dei CC, al Ten. Masi<br />

della GDF ed all’Avv. Maiullari dei VV.UU ed<br />

ufficio PS.”<br />

21<br />

SPECIALE “ALTAMURA”


ATTUALITA’<br />

22<br />

Celebrato a Bari il Terzo Congresso Nazionale<br />

dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili<br />

Grande successo<br />

per numeri e contenuto<br />

di Maurizio Chiechi<br />

La<br />

massiccia partecipazione di iscritti, la<br />

grande attenzione dei mass media nei<br />

confronti dell’evento e dei temi in<br />

discussione, i termini assai eloquenti con cui, a<br />

conclusione dei lavori, il Presidente Siciliotti ha<br />

commentato la tre giorni barese mentre chiamava<br />

accanto a sé sul palco l’intero Consiglio direttivo<br />

dell’Ordine di Bari, perché gli venisse tributato<br />

dalla platea dei colleghi un meritato applauso:<br />

tutto questo ci parla di un successo che non era<br />

affatto annunciato, anche in considerazione della<br />

difficile congiuntura nazionale in cui si è svolto e<br />

che, a maggior ragione, inorgoglisce l’intera Ca -<br />

tegoria e soprattutto gli organizzatori, sia a livello<br />

nazionale che locale.<br />

La Terra di Bari – notoriamente bella ed<br />

ospitale - il Capoluogo – già calato per capacità<br />

ricettiva ed organizzativa nel ruolo di<br />

città metropolitana -, la stessa Fiera del<br />

Levante – con la nuova, moderna ed efficientissima<br />

struttura congressuale –, sono state<br />

degna scenografia per un Congresso che si<br />

presentava con un titolo ambizioso e suggestivo<br />

– “Preparare il domani: crescita, sviluppo,<br />

Europa” – e con alcuni temi da dibattere<br />

di assoluto interesse e attualità, dalle liberalizzazioni<br />

alle prossime elezioni politiche,<br />

dalla lotta all’evasione all’etica e al business.<br />

I massimi rappresentanti delle istituzioni, dal<br />

Presidente del Consiglio Regionale, Onofrio In -<br />

trona, all’assessore al bilancio dello stesso Ente,<br />

Michele Pelillo, dal Presidente della Giunta Pro -<br />

vinciale, Francesco Schittulli, al Sindaco di Bari,<br />

Michele Emiliano, tutti, intervenendo all’evento,<br />

hanno sottolineato, pur dalle rispettive diverse<br />

angolazioni, il delicato momento economico-po -<br />

litico ed occupazionale del Paese e della Regione<br />

Puglia e tutti sono stati concordi nel sostenere<br />

che la Categoria dei Commercialisti è chiamata,<br />

oggi più che mai, a recitare un ruolo propositivo,<br />

di primo piano, in quanto Categoria che, più di<br />

ogni altra, ha il reale termometro della situazione<br />

e in quanto composta da professionisti che, per il<br />

loro stesso lavoro, intrattengono rapporti stretti<br />

sia con le aziende sia con le famiglie italiane.<br />

Nei giorni precedenti l’evento anche il nostro<br />

Presidente, Alessandro Ambrosi, nella duplice<br />

veste di presidente della Camera di Commercio di<br />

Bari e di Confcommercio, aveva fatto pervenire<br />

agli organizzatori del Congresso, per il numero<br />

speciale della Rivista ufficiale dell’Ordine di Bari,<br />

“un caloroso saluto e benvenuto nella Terra che vanta il<br />

2° Ordine del Sud e il 5° in Italia. Crescita, sviluppo,<br />

Europa – sottolineava Ambrosi - non rappresentano<br />

parole vuote, di cui si fa abuso per vezzo dialettico.<br />

Sono, invece, il vero problema da affrontare con pragmatismo<br />

ed efficienza ed un’occasione per misurarsi<br />

con le proprie capacità istituzionali, per dare un serio<br />

contributo al cambiamento. La CCIAA – continuava


Ambrosi - si propone come volano dell’economia, non<br />

come semplice esattore di diritti camerali o erogatore di<br />

contributi a pioggia che spesso rischiavano di sottrarre<br />

risorse agli obiettivi strategici dell’Ente: credito, innovazione,<br />

formazione, promozione delle eccellenze. Ma<br />

un Ente Camerale moderno, propositivo, di supporto<br />

alle aziende, richiede alla figura del commercialista ed ai<br />

vertici del proprio Ordine la massima collaborazione<br />

non episodica, ma continuativa e stabile. Riteniamo –<br />

ammoniva in conclusione il nostro Presidente - che<br />

ognuno debba fare la sua parte unendo le forze per<br />

sostenere in maniera più completa le imprese, su più<br />

fronti, facendo così del bene alle imprese stesse che da<br />

questo tandem possono attingere forza e competenza<br />

per le sfide complesse che ci attendono”.<br />

Una prima risposta al comune invito dei rappresentanti<br />

di Istituzioni ed Enti giungeva subito,<br />

dallo stesso palco congressuale, nel discorso del<br />

Vice Presidente dell’Ordine di Bari, Pasquale Pace,<br />

il quale, nel porgere il saluto ed il benvenuto a tutti<br />

i colleghi, ha affermato con forza “Rivendichiamo il<br />

diritto di recitare un ruolo da protagonisti attivi e di<br />

essere attori nel dialogo e nel confronto, per dare il<br />

nostro contributo alle aspettative di un mondo che cambia<br />

velocemente anche se molte volte in modo irrazionale<br />

e confusionario”. Aggiungendo poi, forte della sua<br />

quarantennale esperienza, “un cordiale monito a<br />

tutti e soprattutto ai colleghi più giovani ad essere più<br />

sereni e fiduciosi nell’affrontare quelle che oggi sembrano<br />

incognite sia come professionisti che come cittadini,<br />

non sottraendoci mai alle sfide che dovremo affrontare”.<br />

Come da protocollo, è spettato al Presidente<br />

nazionale, Claudio Siciliotti, aprire il Congresso<br />

con un discorso inaugurale in cui ha inviato un<br />

messaggio dai toni forti al mondo politico, individuando<br />

con chiarezza di idee i fronti su cui<br />

lavorare per uscire dalla crisi e “preparare il<br />

domani”: dimagrimento dello Stato e del settore<br />

pubblico, riduzione del debito ed una concreta<br />

lotta all’evasione potrebbero liberare risorse per<br />

sessanta miliardi che potrebbero consentire di<br />

ridurre una pressione fiscale ormai insostenibile<br />

ed autentico ostacolo alla crescita.<br />

“La priorità – ha affermato il presidente<br />

nazionale – è abbassare le tasse, prima ancora che<br />

direttamente sui lavoratori, su imprese e professionisti<br />

che danno a loro volta lavoro.” Inoltre<br />

Siciliotti ha sottolineato come manchi, soprattutto,<br />

un vero disegno riformatore, in quanto<br />

“il nostro sistema fiscale continua ad essere un<br />

coacervo di norme farraginose e punitive per<br />

contribuenti e professionisti, basato su un<br />

impianto vecchio di 40 anni”.<br />

Fra i tanti temi in programma nelle tre giornate<br />

congressuali, particolare interesse ha suscitato<br />

quello dibattuto nella seconda delle tavole rotonde<br />

congressuali, intitolata “Lotta all’evasione. Rigore<br />

a senso unico”. Un tema di assoluta ed estrema<br />

attualità a proposito del quale Maurizio Leo –<br />

Presidente della Commissione Parlamentare di<br />

vigilanza sull’Anagrafe Tributaria – ha categoricamente<br />

affermato che “la lotta all’evasione è sacro-<br />

santa, ma non si può fallire di fisco, perché le pretese<br />

dell’Amministrazione Finanziaria sono appesantite<br />

da sanzioni e da interessi che fanno lievitare<br />

i debiti tributari”. “In questo modo – ha spiegato<br />

Leo – si rischia di soffocare le imprese e i contribuenti,<br />

che in questa fase già devono fare i conti<br />

con una generalizzata crisi di liquidità” ed ha proposto<br />

che “in frangenti come questo si faccia pagare<br />

tutta l’imposta ma si riducano le sanzioni o si<br />

allunghino i tempi del pagamento”. In sintonia con<br />

questa proposta, il Sostituto Procuratore presso la<br />

Procura di Milano, Carlo Nocerino, ha affermato<br />

che “applicare le sanzioni penali all’imprenditore<br />

che è in grave difficoltà e non paga le tasse per questo<br />

non è né giusto né conveniente”.<br />

Di grande importanza ed attualità, soprattutto<br />

per la Categoria, anche la tavola rotonda dedicata<br />

alla liberalizzazione delle professioni, nel cui<br />

contesto ha suscitato particolare interesse l’intervento<br />

di Marina Calderone, presidente del CUP.<br />

“In Parlamento spesso prevalgono interessi e<br />

pressioni di lobby – ha affermato – di persone che<br />

non percepiscono il messaggio di novità che<br />

vogliamo dare”, con riferimento esplicito alla<br />

pro posta avanzata in sintonia con i presidenti<br />

delle varie categorie di un equo compenso del<br />

praticante. Proposta rimasta sulla carta ma che la<br />

stessa Calderone non ha dato per definitivamente<br />

bocciata, annunciando che “in fase di attuazione<br />

della riforma possiamo riprendere quella<br />

disposizione” e aggiungendo che “il problema è<br />

co me si arriva all’esame di Stato: occorre una<br />

seria riflessione sulla riforma universitaria, semplificare<br />

e tornare ad una formazione di qualità”.<br />

Chiusura in bellezza del Congresso, sabato 28<br />

ottobre, con l’attesissimo dialogo fra il presidente<br />

nazionale Siciliotti ed il presidente di RCS<br />

Libri, Paolo Mieli, moderato da Enrico Cisnetto.<br />

Improntato ad un cauto ottimismo l’intervento<br />

di Mieli, il quale, dopo aver tessuto gli elogi<br />

della Categoria, dichiarando che “nel Congresso<br />

si è volato alto, si è parlato del Paese: tra ieri e<br />

oggi è nata la terza Repubblica perché avete percepito<br />

la peculiarità del momento”, ha affermato<br />

che anche se “Puglia, Sud e Paese non vedono<br />

ancora la luce in fondo al tunnel”, la luce la<br />

vedremo con le elezioni. “Il quadro è ancora confuso,<br />

in primavera vincerà una parte politica in<br />

condizioni di governabilità complesse, ma ciò<br />

non sarà necessariamente un male; sarà importante<br />

mantenere ancora per un anno lo spirito<br />

vigile che ho visto in questo Congresso”.<br />

Claudio Siciliotti ha concluso ribadendo<br />

ancora una volta come “il domani poggia su<br />

pilastri concreti, serve una seria lotta all’evasione<br />

ma lo Stato deve essere rigoroso innanzitutto<br />

con se stesso, pagando le fatture alle<br />

imprese, tagliando la spesa pubblica e riducendo<br />

le tasse in primis a chi lavora e produce”,<br />

ed ha ricordato la sua proposta di istituire<br />

un’agenzia delle uscite che, come quella delle<br />

entrate, abbia poteri ispettivi e coercitivi per<br />

perseguire chi spreca soldi pubblici.<br />

23<br />

ATTUALITA’


ATTUALITA’<br />

24<br />

di Viviana Rubini<br />

Con il proliferare dei social network, l’arte<br />

di fare acquisti on line si è adeguata<br />

ai tempi. Sul web non ci si limita più a<br />

fare amicizia o scambiarsi opinioni, si va alla<br />

ricerca degli sconti, dell’affare in tempo di crisi,<br />

si diffonde così il social shopping.<br />

E’ boom di siti come Groupon, Tuangon,<br />

Groupitalia e Letsbonus che tutti i giorni<br />

Tutti pazzi<br />

per il<br />

Social<br />

Shopping<br />

raggruppano offerte su diverse categorie di<br />

prodotti con il sistema dei coupon.<br />

Il fenomeno è considerato un metodo di ecommerce<br />

in senso ampio e ha come caratteristica<br />

il coinvolgimento di più persone insieme<br />

a una maggiore partecipazione e interattività<br />

da parte del cliente.<br />

Alla base del social shopping è il principio<br />

de “l’unione fa la forza”: se più persone<br />

hanno l’interesse per lo stesso oggetto<br />

(o servizio, o viaggio), grazie ai siti specializzati<br />

in “gruppi d’acquisto”, possono<br />

presentare al venditore un unico complessivo<br />

ordine che determina uno sconto qualità.<br />

Perché spendere cifre astronomiche<br />

per un fine settimana a Venezia se qualcuno<br />

lo offre a 100 euro? E chi non correrebbe<br />

a rigenerarsi in una SPA per un prezzo<br />

nettamente inferiore a quello di listino? Il<br />

sistema non ha nulla a che vedere con il<br />

last minute ma con l’idea secondo cui, se<br />

nello stesso weekend tante persone scelgono<br />

lo stesso hotel, il gestore offre stanze<br />

sottocosto perché sfrutta interamente la<br />

struttura e rientra nelle spese.<br />

Per i consumatori vere e proprie occasioni<br />

da non lasciarsi sfuggire e per le aziende<br />

un’opportunità per farsi pubblicità e ampliare<br />

la clientela.


Entrare a far parte di queste community è<br />

semplice: basta iscriversi ai siti di acquisti<br />

condivisi fornendo un indirizzo e-mail e si<br />

potranno prenotare offerte a scelta.<br />

Ultima novità nel settore è rappresentata<br />

da Shop&Save, un progetto di local shopping<br />

tutto made in Italy, un portale che<br />

rispecchia le tipiche caratteristiche dei suoi<br />

più noti predecessori, ma con aspetti che lo<br />

rendono più seducente, sia dal lato del consumatore<br />

che del commerciante. Si tratta di una<br />

grande vetrina che, mettendo in rete aziende,<br />

negozi e clientela, distribuendo equamente i<br />

vantaggi tra il risparmio di chi acquista e l’incentivo<br />

di chi vende, consente all’utente di<br />

usufruire di un sistema di categorie merceologiche<br />

filtrate per aree geografiche (i clienti<br />

vengono informati settimanalmente via mail<br />

su offerte e promozioni dei negozi della loro<br />

zona).<br />

Shop&Save offre alle aziende l’opportunità<br />

di inserire gratuitamente proposte<br />

di vendita o promozioni; il commerciante<br />

potrà incrementare la propria<br />

visibilità contando su una maggiore diffusione<br />

virale del brand, raggiungendo<br />

un target generalizzato ma molto ampio<br />

e fidelizzando clienti già esistenti.<br />

Il cliente può approfittare di una promozione<br />

indipendentemente dagli altri. Ciò<br />

accade perché si ripropone lo stesso meccanismo<br />

della vendita in negozio, diversamente<br />

dai gruppi d’acquisto dove, per acquistare un<br />

prodotto in promozione, c’è bisogno di raggiungere<br />

un numero minimo di utenti. La<br />

particolarità sta nel voler recuperare la concezione<br />

del “commerciante di fiducia” che le<br />

logiche del commercio on-line non considerano<br />

e l’interazione “face-to-face” che<br />

viene meno in tempi in cui si può<br />

acquistare tutto stando davanti al<br />

computer di casa. Una volta acquistato<br />

un buono sconto o<br />

un oggetto in promozione,<br />

l’utente<br />

può recarsi<br />

diretta-<br />

mente al negozio più vicino per ritirare il prodotto.<br />

Così come altissimo è il numero di clienti<br />

soddisfatti e di utenti che continuano a usufruire<br />

dei coupon e a fare del social shopping<br />

uno stile di vita, cresce di pari passo il numero<br />

di clienti che lamentano disservizi e carenze<br />

da parte delle aziende e delle piattaforme<br />

d’acquisto.<br />

Tra i principali problemi riscontrati vi sono<br />

l’impossibilità di godere del servizio quando si<br />

vuole, la mancanza di standard di qualità<br />

(spesso per esempio negli hotel viene assegnata<br />

la stanza peggiore a chi presenta il coupon o<br />

il trattamento di bellezza è affrettato o realizzato<br />

da personale poco esperto) e la difficoltà a<br />

parlare con il servizio clienti.<br />

Dunque, attraverso la collaborazione<br />

tra i commercianti on-line,<br />

occorre garantire una maggiore<br />

sicurezza durante le fasi<br />

d’acquisto, se del<br />

social shopping<br />

pare non se ne<br />

possa più<br />

fare a<br />

meno.<br />

25<br />

ATTUALITA’


ATTUALITA’<br />

26<br />

di Michele Carriera<br />

Bilancio<br />

di fine anno<br />

Adicembre finisce l’anno. È un dato di fatto.<br />

A parte la corsa ai regali e i progetti per il<br />

cenone del trentuno, si è soliti tirare le<br />

somme. Fare una lista, anche solo mentale, delle<br />

cose positive e negative dell’anno che sta finendo è<br />

normale e comune in ognuno di noi.<br />

E se è vero che il “bello” o “brutto”, se il bilancio<br />

risulta essere positivo o negativo, spesso<br />

dipende da fattori personali non sempre quantificabili,<br />

o comunque di non facile misurazione, è altrettanto<br />

vero che ci sono dati incontrovertibili. E qui<br />

l’Istat ci da una mano.<br />

A novembre 2012 i prezzi al consumo registrano<br />

una diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente,<br />

ma in un anno c’è stato un aumento superiore<br />

al 2,5%; e la fiducia dei consumatori è scesa<br />

dall’86,2 all’84,8, a dimostrazione che le famiglie e i<br />

consumatori in genere non intravedono miglioramenti<br />

nel breve periodo. Insomma la crisi c’è ancora<br />

e si fa sentire: i prezzi aumentano e c’è meno<br />

fiducia.<br />

Eppure a livello di conti economici regionali c’è<br />

un miglioramento sia nel Nord che nel Centro; il<br />

sud resta indietro registrando un -0,3% del<br />

Prodotto Interno Lordo. E, a completamento di un<br />

quadro già non molto roseo di suo, c’è la registrazione<br />

di un carico fiscale in aumento a fronte di<br />

un potere contributivo alquanto scarso: il 53,7% dei<br />

redditi lordi individuali sono compresi tra i 10.000<br />

e i 30.000 euro annui.<br />

Il Presidente di Confindustria,<br />

Giorgio Squinzi<br />

Anche il calo nei consumi riporta dati importanti:<br />

la contrazione arriverà, secondo Confcommercio,<br />

al 3% ed è “la peggiore variazione negativa<br />

della storia della Repubblica”, per chi fosse<br />

poco informato di storia: dal 1946. Il trend negativo<br />

per l’economia italiana, iniziato nel 2007 (anno<br />

in cui fu toccato il punto di massimo), continua<br />

inesorabile. Lo studio di Confcommercio evidenzia<br />

come i consumi pro capite degli italiani siano<br />

diminuiti in termini reali del -6,5% nell’arco di<br />

questa (troppo) lunga congiuntura negativa.<br />

Confindustria rincara la dose: non c’è una svolta<br />

dietro l’angolo, o un’attenuazione della caduta, per<br />

l’Italia. Anche analizzando il fronte del lavoro i dati<br />

sono allarmanti: la disoccupazione in Italia è in crescita<br />

e questo fattore incide anche sul PIL nazionale. In<br />

Italia, in un anno, dal secondo trimestre 2011 al secondo<br />

trimestre 2012, i disoccupati sono cresciuti di<br />

758mila unità: un dato che si spiega anche alla luce<br />

del fatto che un numero sempre crescente di persone<br />

è in cerca di occupazione.<br />

Tutti questi dati negativi sono spiegati dall’Istat con<br />

“il rallentamento del commercio mondiale e il possibile<br />

riacutizzarsi delle tensioni sui mercati finanziari,<br />

che costituiscono i principali fattori di rischio.<br />

In base a questi dati e a queste previsioni, la<br />

durata della crisi attuale supererebbe quella del<br />

biennio 2008-2009 (5 trimestri) e quella del periodo<br />

1992-1993 (6 trimestri).<br />

Insomma, i dati non sono incoraggianti: l’inserimento<br />

per i giovani nel mondo del lavoro risulta<br />

essere sempre più difficile così come il raggiungimento<br />

della pensione per chi, magari, desidererebbe<br />

davvero lasciare spazio alle nuove leve. Non ci resta<br />

che sperare nei bilanci personali: ma i matrimoni<br />

diminuiscono e nascono meno bambini. Tirando le<br />

somme, quindi, dal punto di vista finanziario è stato<br />

un altro anno disastroso o comunque, e siamo generosi<br />

visto il periodo natalizio, negativo.<br />

La situazione è critica, ma chi lo sa… magari, al di<br />

là dei numeri, per molti è stato un anno positivo comunque.<br />

Chiedendo a ragazzi di età compresa tra i 19<br />

e i 25 anni cosa cambierebbero di quest’anno in chiusura,<br />

buona parte ha risposto “il risultato della finale<br />

degli Europei… 4 a 0 per noi anziché per la Spagna!”.<br />

A dimostrazione che molti giovani di fiducia nel<br />

futuro ne hanno, eccome!


Sul tetto delle<br />

Americhe<br />

"...il vero viaggio è in noi stessi e la vera meta<br />

sono le nostre emozioni di fronte al mondo"<br />

di Giovanni Panza<br />

Era il primo maggio ed una manifestazione<br />

contro il governo bloccava la<br />

grande Plaza de Armas, costringendo il<br />

tassista a lasciarci poco lontano dalla nostra<br />

locanda. Peccato solamente che il “poco lontano”<br />

includeva una ripida salita di gradoni<br />

irregolari che lastricavano uno stretto vicolo.<br />

Ma si, anche coi grossi zaini in spalla quel<br />

tratto non sarebbe stato proibitivo, per carità,<br />

a condizione, però, che non ci fossimo trovati<br />

a 3.400 metri di quota.<br />

Il mio primo ricordo del territorio andino è<br />

annebbiato dall’affanno, sfocato come una<br />

fotografia in movimento, caotico, un miscuglio<br />

ambiguo di sassi, gente con gli striscioni e<br />

vecchie case coloniali. Il tutto avvampato da<br />

un sole troppo vicino e cadenzato dall’inquietante<br />

percussione del mio cuore alla disperata<br />

ricerca del poco ossigeno che l’aria rarefatta<br />

contiene lassù.<br />

Dopo lunghi istanti passati a respirare avidamente,<br />

io e Tonia riuscimmo finalmente a<br />

presentarci ai ragazzi della Piccola Locanda,<br />

un delizioso rifugio sulle alture di Cuzco consigliatoci<br />

da un amico. Evidentemente assuefatti<br />

ai viaggiatori che arrivano da loro sfiancati<br />

dall’altura, attesero pazientemente che ci<br />

riprendessimo, offrendoci un rigenerante<br />

mate de coca. Benedetta sia la coca! Da non<br />

confondere con la cocaina, sia ben inteso, che<br />

è frutto di una lavorazione chimica. Le foglie<br />

della coca, una pianta che cresce nelle zone<br />

tropicale dell’America latina occidentale, rappresentano<br />

uno stimolante naturale e blando,<br />

con effetti paragonabili a quelli del caffè.<br />

Costituisce il rimedio ideale al mal d’altura<br />

27<br />

APPUNTI DI VIAGGIO


APPUNTI DI VIAGGIO 28<br />

che colpisce inevitabilmente in queste zone,<br />

contribuendo ad alleviare le emicranie e a<br />

ridurre il senso di spossatezza.<br />

Cuzco è il punto di partenza di una luna di<br />

miele un po’ sui generis, in cui hotel a 5 stelle<br />

saranno sostituiti da rifugi le cui uniche stelle<br />

si troveranno in cielo, i mari tropicali lasceranno<br />

il posto ai deserti più inospitali della<br />

Terra e le cene a lume di candela si trasformeranno<br />

in bivacchi di fortuna in compagnia di<br />

viaggiatori erranti.<br />

È vero che, decidendo di sposarmi, Tonia<br />

era consapevole di cosa la aspettasse, ma ciò<br />

non sminuisce minimamente la sua stoica<br />

pazienza!<br />

Vaghiamo in città per alcuni giorni, in cerca<br />

di un acclimatamento che arriva lentamente e<br />

delle suggestioni storiche della mitica capitale<br />

dell’impero inca, che invece cogliamo subito.<br />

Cuzco, infatti, è ammantata da un’energia<br />

magica, che sembra sgorgare direttamente dai<br />

suoi antichi abitanti, il misterioso popolo che<br />

sottomise con la forza un impero sterminato e<br />

floridissimo.<br />

Le rovine che si susseguono in città e nei<br />

suoi immediati dintorni consentono di familiarizzare<br />

con una cultura i cui esempi architettonici<br />

più impressionanti li abbiamo ammirati<br />

nella Valle Sacra, una sorta di Florida precolombiana<br />

dove gli Inca più facoltosi (imitati<br />

ancora oggi dai Cuzqueni più benestanti) si<br />

ritiravano per sfuggire le rigide temperature<br />

della città.<br />

Ma col passare dei giorni, mentre i polmoni<br />

si assuefanno malvolentieri all’aria di montagna,<br />

i nostri sforzi sono sempre più concentrati<br />

sull’organizzazione di un trekking andino.<br />

L’idea originaria, una traversata di quattro<br />

giorni attraverso la selva amazzonica per rag-<br />

giungere il quasi inaccessibile sito inca di<br />

Choquequirao, tramonta definitivamente la<br />

sera prima dell’ipotetica partenza. In città era<br />

giunta voce del cedimento di un ponte, unico<br />

mezzo per superare un fiume, a causa delle<br />

copiose piogge dei giorni precedenti. Non per<br />

niente il sito è quasi inaccessibile! Poco male,<br />

rimandiamo la partenza di un giorno e riorganizziamo<br />

gli zaini per adattarli alle temperature<br />

ben più rigide che affronteremo durante<br />

il Salkantay trek.<br />

Si tratta di un percorso che si snoda alle pendici<br />

di gigantesche pareti innevate, tra cui spicca<br />

il grande Salkantay coi suoi 6270 m. per proseguire,<br />

oltre duemila metri più giù, attraverso<br />

i fumi della foresta nebulosa e concludersi con<br />

l’ascesa al Machu Picchu. È un cammino alternativo<br />

al classico e sovraffollato Inca trail e, se<br />

da un lato offre una panoramica meno completa<br />

dell’area archeologica inca, dall’altro consente<br />

di vivere un’esperienza più genuina e spirituale<br />

rispetto all’altro percorso, su cui spesso si<br />

è costretti a camminare in fila!<br />

I contorni dei picchi gravidi di nevi ritagliavano<br />

l’azzurro acceso del cielo come lattiginose<br />

cesoie impazzite. Sotto di essi, i bassi<br />

prati verdastri salivano timidi al cospetto<br />

delle lontane montagne, arrendendosi metro<br />

dopo metro all’intrusione di scure rocce erratiche.<br />

Sull’altopiano di Soraypampa, mentre<br />

scegliamo nervosamente lo stretto necessario<br />

da portare con noi e scartiamo quanto sarà<br />

trasportato dai muli, lo spettacolo che ci troviamo<br />

davanti mentre percorriamo i primi,<br />

già affannosi, passi è al tempo stesso meraviglioso<br />

e tremendo. L’aria fredda e il sole<br />

rovente coesistono in un’improbabile alternanza,<br />

infischiandosene delle più basilari<br />

leggi di osmosi fisica.


Il corpo sembra acquisire una volontà autonoma<br />

e protesta rumorosamente per mezzo<br />

del cuore. Siamo a 3.800 metri e l’impresa che<br />

ci aspetta si presenta per quello che è: dura!<br />

Non è il momento delle parole. In silenzio,<br />

proteggendo il prezioso carico d’ossigeno,<br />

mettiamo un piede avanti all’altro, senza pensare<br />

troppo, solo un passo, poi due, respirare<br />

piano, le braccia che aiutano le gambe. Dopo<br />

poco, troppo poco, mi volto indietro.<br />

Abbiamo percorso un breve tratto in falso<br />

piano e siamo già piegati con l’affanno.<br />

Il Salkantay sulla destra e l’Humantay<br />

sulla sinistra, esattamente dov’erano prima,<br />

sembrano prendersi beffe di noi. Ma allo stes-<br />

so tempo fanno sentire il loro richiamo, il loro<br />

fascino primordiale. Forza, allora! Un piede<br />

davanti all’altro, lentamente, prima il destro,<br />

poi il sinistro…<br />

…dopo ogni passo, dopo ogni tornante<br />

superato, dopo ogni metro che ci avvicina al<br />

cielo coperto di nebbia, acquisiamo sicurezza<br />

in noi stessi, galvanizzati dai paesaggi selvatici<br />

che ci avvolgono. Ci fermiamo a quota 4.300<br />

metri, sul limitare di un piccolo lago di montagna,<br />

rifugiandoci dal vento sferzante in una<br />

tenda, dove consumiamo un pranzo a base di<br />

brodo di pollo bollente e mate de coca. Un<br />

occhio sempre all’orologio, dato che non possiamo<br />

permetterci il lusso di attardarci. Della<br />

sigaretta digestiva non se ne parla nemmeno.<br />

Scolliniamo a 4.600 metri di altitudine, il<br />

punto più alto del nostro percorso, sotto una<br />

pioggerellina fitta ed in mezzo alle dense nubi.<br />

Per la prima volta da quando ci siamo mossi<br />

sopra di noi non c’è più strada da percorrere. Il<br />

sollievo arriverà dopo, ma per il momento c’è<br />

solo la grande emozione. Mi arrampico correndo<br />

sulla collinetta formata dai sassi in cima alla<br />

quale è posto il cartello con la quota, improvvisamente<br />

immune ai rigori dell’alta montagna.<br />

Foto di rito e grandi risate, per un attimo ci sentiamo<br />

dei Mesner in miniatura, ma c’è poco<br />

tempo per godersi il trionfo. Si gela, piove sempre<br />

più forte e ci attende una lunga, defatigante<br />

discesa fino al primo campo, posto a 3.800 metri.<br />

Arriviamo a destinazione devastati e<br />

infreddoliti. La notte andina si sta abbattendo<br />

sulla montagna con la velocità di una manna-<br />

ia e riusciamo a stento a scorgere le nostre<br />

tende, appena sistemate dai portatori, oltre un<br />

piccolo torrente sulla cresta di una stretta vallata.<br />

Ci scaldiamo e recuperiamo le energie,<br />

conversando con gli altri in quel misto di spagnolo<br />

e italiano che funziona sempre.<br />

Prima di addormentarci sfiniti, la serata mi<br />

regala una piccola magia che porterò sempre<br />

nel cuore. Mi alzo ed esco dalla tenda, sfidando<br />

il gelo della notte andina. Ne valeva la<br />

pena: le nuvole si stavano finalmente ritirando,<br />

forse stanche di scaricare acqua, e la mantella<br />

di neve di cui era vestito il Salkantay sfavillava<br />

alla luce argentea della luna. Lo spettacolo<br />

era impressionante. Mi sentivo minuscolo<br />

al cospetto di un gigante minaccioso, ma<br />

anche potente, come se la montagna dispensasse<br />

la sua energia tutto intorno a sé, fino a<br />

sfiorarmi.<br />

29<br />

APPUNTI DI VIAGGIO


APPUNTI DI VIAGGIO<br />

30<br />

Mi giro per rinfilarmi nella tenda e mi sorprendo<br />

nel constatare che siamo circondati da<br />

ombre immobili ed allineate. Le sagome di<br />

decine di flemmatici lama si stagliano nitide<br />

sullo sfondo della radura, rischiarate dai<br />

riflessi del manto nevoso sovrastante. Come<br />

narcotizzati dall’imponente montagna, adagiati<br />

tranquillamente sulle zampe, i docili animali<br />

andini masticavano e giravano le teste in<br />

cerca di chissà cosa. Grato per quello che la<br />

natura mi stava regalando, rientrai nella<br />

tenda e dormii come un bambino.<br />

Il giorno seguente il programma prevedeva<br />

una discesa continua dalla montagna fino<br />

ai margini della selva, come viene chiamata la<br />

giungla del Perù orientale. Quasi duemila<br />

metri di dislivello, attraverso una varietà sorprendente<br />

di ambienti: l’alta montagna, le<br />

verdeggianti alte vallate, la foresta nebulosa,<br />

la giungla.<br />

Partiamo di primo mattino, nebbia e nuvole<br />

che si confondono in un abbraccio gelido<br />

intorno a noi, dopo una buona scorta di mate<br />

de coca. Man mano che le ore trascorrono e<br />

l’altitudine diminuisce, la temperatura<br />

aumenta in maniera sensibile e cominciamo a<br />

sfogliare le “cipolle” che costituiscono i nostri<br />

abbigliamenti.<br />

Aumenta, però, l’umidità. La foresta nebulosa<br />

è un ambiente naturale peculiare di queste<br />

zone del Perù, in cui i vapori provenienti<br />

dalla foresta amazzonica ad oriente stazionano<br />

perennemente contro le ripide alture preandine.<br />

Questo rende possibile la vita di una<br />

fittissima vegetazione, che altrimenti non<br />

potrebbe fiorire a quelle altitudini.<br />

Attraversarla, soprattutto in discesa, è<br />

un’esperienza frustrante e le mie ginocchia<br />

gridano ancora vendetta al solo ricordo. Tutto<br />

è bagnato, scivoloso, sfuggente, il terreno trasformato<br />

in melma untuosa come se fosse<br />

spalmato di unguento oleoso. Gli stretti sentieri<br />

si dipanano sui fianchi di vallate scoscese,<br />

scavate da fiumi impetuosi che corrono<br />

incazzati in un lungo viaggio che li porterà in<br />

Amazzonia.<br />

Il silenzio ovattato è interrotto solo dal<br />

nostro affanno e dallo sgocciolio dell’incessante<br />

pioggerellina. Gruppetti di montanari<br />

sbucano all’improvviso da dietro una curva,<br />

guidando pigri muli o in groppa a robusti<br />

cavalli che barcollano nei sentieri scivolosi,<br />

seguendo rotte impervie e vecchie di secoli,<br />

con la solerzia e la sicurezza della gente<br />

avvezza alle difficoltà.<br />

Fortunatamente incrociamo frequenti piante<br />

da frutto e costeggiamo piccoli villaggi<br />

incapsulati nel folto della foresta, tutte ottime<br />

scuse per fermarsi a dare respiro alle articolazione<br />

sempre più provate.<br />

Il secondo campo si trova in una località<br />

chiamata “la playa”, a spregio del 1.900 e<br />

passa metri a cui è posta, ma che, vuoi per la<br />

placidità del luogo vuoi per l’aria quasi torrida,<br />

è quanto di più vicino ad una spiaggia ci<br />

si possa aspettare sulle Ande. Un piccolo insediamento<br />

si trova a poca distanza dal punto in<br />

cui piantiamo le tende e insieme a noi ci sono<br />

altri due piccoli gruppi di viaggiatori.<br />

La serata trascorre lentamente, l’atmosfera<br />

è di quelle da “ce l’abbiamo fatta”, quindi alle-<br />

gra, chiassosa, un po’ esaltata… e finalmente<br />

torna lei, la birra, che scorre copiosa sull’unico<br />

tavolaccio di legno del villaggio, mentre i<br />

bambini, onnipresenti e vivaci come cavallette,<br />

ci corrono intorno ridacchiando.<br />

La giornata successiva ci vede impegnati in<br />

un percorso in falso piano che non presenta<br />

difficoltà particolari. Abbiamo tutto il tempo<br />

di far riposare le ossa e i muscoli mentre<br />

seguiamo, con lentezza, i binari della linea<br />

ferroviaria che costeggia il basso corso<br />

dell’Urubamba, fino ad Aguas Calientes.<br />

Basta fare attenzione ai potenti fischi del<br />

treno, togliersi quando passa e attraversare di<br />

corsa le gallerie, per il resto è tutto tranquillo.


Un simpatico cane dal pelo fino e rossiccio<br />

ci adotta e ci segue, prima a distanza di sicurezza<br />

e poi scodinzolandoci tra le gambe.<br />

Salkantay (potevamo chiamarlo in altro<br />

modo?) divide con noi il pranzo e ci fa compagnia<br />

durante le soste, senza degnare di uno<br />

sguardo i pochi che incrociamo. Non c’è che<br />

dire, sa come farci sentire importanti.<br />

La cittadina di Aguas Calientes ci riporta<br />

con rudezza alla realtà del grande business<br />

del turismo. Si tratta di un agglomerato di<br />

palazzi, case, ristoranti, hotel, minimarket,<br />

empori di attrezzatura sportiva, cresciuto<br />

troppo rapidamente, troppo disordinatamente<br />

e troppo artificialmente. Frotte di turisti<br />

vengono scaricati dai treni provenienti da<br />

Cuzco, quasi fossero pendolari diretti al lavoro,<br />

e la città li assale offrendo tutto e solo quello<br />

che ha da offrire: notti in hotel, cene e<br />

attrezzature. Probabilmente nessuno ha passato<br />

due giorni di fila in questo caotico budello,<br />

la cui strada principale è rappresentata dai<br />

binari del treno e la cui unica ragion d’essere<br />

è la sua prossimità al sito inca di Machu<br />

Picchu. Rimpiangendo le nostre tende, ci ritiriamo<br />

subito nella nostra umida stamberga, in<br />

attesa che trascorrano le poche ore che ci separano<br />

dal gran finale.<br />

L’oscurità della notte, col silenzio che l’accompagna,<br />

rendevano sopportabile la città<br />

che fino alla sera prima avevo disprezzato.<br />

Ma prima dell’alba Aguas Calientes appartiene<br />

già al passato. Nelle nostre teste c’è solo<br />

quello che ci aspetta e per cui ci inoltriamo nel<br />

buio rischiarato dalle torce. Nemmeno ci fossimo<br />

dati appuntamento, ecco spuntare da<br />

dietro uno dei mille ristoranti Salkantay che ci<br />

corre incontro entusiasta.<br />

Per visitare il sito inca di Machu Picchu<br />

bisogna per forza partire da Aguas Calientes.<br />

Quello che si può scegliere è come arrivarci, se<br />

con un autobus attraverso un tratturo di tornanti<br />

o a piedi, tramite un’estenuante scarpinata<br />

di quasi seicento metri. La nostra scelta è<br />

ovviamente ricaduta sulla seconda possibilità,<br />

e quindi intorno alle 4,30 del mattino inforchiamo<br />

le bacchette a cominciamo l’ascesa sui<br />

gradoni scavati nella parete ripidissima della<br />

montagna sacra degli inca.<br />

Fa freddo, o meglio, farebbe freddo se l’opprimente<br />

umidità lasciasse spazio a qualcos’altro<br />

che non fosse la difficoltà di muoversi. Ogni<br />

passo costa sudore e fatica. Il mio ginocchio<br />

sinistro è in condizioni miserevoli, quasi quanto<br />

i piedi di Tonia, piagati dagli sforzi dei giorni<br />

precedenti. Continuare a salire… gradino<br />

dopo gradino… prima il sinistro e poi il destro,<br />

ancora una volta… respirando a pieni polmoni,<br />

metà aria e metà vapore… proseguiamo in<br />

silenzio, concentrati sulla nostra volontà per<br />

quest’ultimo sforzo, mentre dietro di noi l’alba<br />

accende un paesaggio da fiaba, montagne<br />

avviluppate dalle nubi e cime svettanti.<br />

E quando finalmente ci siamo, quando arriviamo<br />

al mitico sito di Machu Picchu, e possiamo<br />

ammirare la terrazza naturale che sorregge<br />

le misteriose costruzioni degli antichi<br />

inca, come una formidabile platea naturale<br />

sulle valli sacre, bè in quel momento passa la<br />

stanchezza, ginocchia e piedi la smettono di<br />

lagnarsi e si inchinano di fronte a quello spettacolo,<br />

meravigliosa ricompensa a tutti gli<br />

sforzi profusi.<br />

Ma forse è stato proprio il duro, lento, faticoso,<br />

disagiato cammino a regalarci la profonda<br />

soddisfazione che ci pervade mentre ci<br />

aggiriamo, letteralmente zoppicanti, tra i<br />

vicoli della città perduta. Come spesso accade,<br />

il percorso è più importante della meta, il<br />

come si raggiunge un obiettivo trascende<br />

l’obiettivo stesso. E in quel momento, mentre<br />

le nebbie mattutine si diradano liberando la<br />

vista sui picchi sacri di un grande popolo del<br />

passato, capiamo che il vero viaggio è in noi<br />

stessi e la vera meta sono le nostre emozioni<br />

di fronte al mondo.<br />

31<br />

APPUNTI DI VIAGGIO


CULTURA<br />

32<br />

Preghiamo in dialetto barese con<br />

Vittorio Polito e Rosa Lentini Triggiani<br />

PREGÀME<br />

A LA BARÉSE<br />

Ideale regalo natalizio, il testo è in libreria da<br />

pochi giorni per i tipi della Levante Editori<br />

PREGAME ALLA BARESE è l’ennesima fatica letteraria di Vittorio<br />

Polito, giornalista pubblicista, scrittore, che ha ricoperto per 40 anni<br />

il ruolo di Assistente Bibliotecario presso la Facoltà di Medicina e<br />

Chirurgia dell’Università di Bari. Nell’ambito dell’Associazione<br />

<strong>Cultura</strong>le Italo-Ellenica “PITAGORA” di Bari è componente del<br />

Consiglio direttivo. Ha collaborato con “Il Quotidiano di Bari”, “Roma”,<br />

“Puglia d’Oggi”, “EPolis Bari”. Attualmente collabora con il quotidiano<br />

Barisera e con il quotidiano telematico www.giornaledipuglia.com.<br />

di Felice Di Maggio<br />

Gli anni del catechismo ci hanno insegnato<br />

che pregare è il modo più diretto, istintivo e<br />

naturale offerto all’uomo per lodare e invocare<br />

Dio. E allora, perché non farlo utilizzando il<br />

linguaggio più diretto, istintivo e naturale che<br />

l’uomo conosca: il proprio dialetto?<br />

Sembra sia questa la domanda che ha ispirato<br />

l’ultimo lavoro di Vittorio Polito (giornalista<br />

e scrittore) e Rosa Lettini Triggiani (attrice<br />

e scrittrice): “Pregáme a la Barése - Preghiamo in<br />

dialetto barese” (Levante Editori, pag. 94 euro<br />

10).<br />

I due studiosi di tradizioni e dialetto<br />

barese sono partiti da questa intuizione<br />

per dare avvio al loro originale e interessante<br />

lavoro. In un piccolo scrigno, abbellito<br />

da foto e didascalie, hanno così racchiuso<br />

il tesoro della preghiera della tradizione<br />

cristiana tradotto in “lingua”<br />

barese. In pochi prima d’ora si erano<br />

avventurati su un terreno così impervio e<br />

affascinante: ci sono numerosi e autorevoli<br />

studi delle tradizioni religiose baresi;<br />

bellissime e originali preghiere o poesie<br />

in dialetto rivolte a Dio, alla Vergine e ai<br />

Santi; addirittura versioni in dialetto<br />

della Sacra Scrittura, ma nessuno aveva<br />

pensato prima d’ora di tradurre le più<br />

note e recitate preghiere della cristianità.


L’originalità del lavoro appare ancora più<br />

evidente se si considera che le nostre stesse<br />

nonne, pur parlando correntemente in dialetto,<br />

per i loro rosari quotidiani utilizzano la lingua<br />

italiana, a volte persino il latino, ma mai il<br />

barese. E così, introdotti da “U sègne de la crósce”,<br />

eccoci a recitare nel nostro dialetto, con lo<br />

stesso raccoglimento e la medesima devozione,<br />

la preghiera che Gesù ci ha insegnato: il<br />

“Pàdre Nèste”. A chiedere alla sua tenerezza di<br />

Padre, che “se facèsse la volondá tó, cóme ngíle<br />

acsì ndèrre”. A chiedere perdono al Signore con<br />

un “Atte de delóre”, invocando l’ausilio del suo<br />

“Iàngeue de Dì”. A confermare la nostra fede<br />

con il “Créde”; a ripetere, insistenti come bambini,<br />

i misteri de “U Sànde Resàrie”.<br />

E poi, tante preghiere rivolte ai Santi più<br />

amati dai baresi: Sànda Necóle, Sànde Píe, la<br />

Vèrgene Marì “Odegìdrie”. Per chiudere, tre bellissime<br />

invocazioni: la prima è una lode di<br />

Giovanni Panza alla Vergine Maria di Lourdes<br />

(che pubblichiamo a fianco), la seconda è di<br />

Peppino Franco “L’ore de l’Avè Marì”, l’ultima<br />

di Giuseppe Gioia rivolta a “La Biàte Elìe”, la<br />

suora carmelitana barese morta giovanissima<br />

nel suo convento di clausura.<br />

Ciliegina sulla torta “Càndeche de le criatúre”,<br />

la traduzione in dialetto barese del Cantico<br />

delle Creature, la più famosa lauda scritta da<br />

San Francesco d’Assisi. Un inno di lode in cui<br />

il Santo invita a lodare il Signore per tutte le<br />

opere da Lui create, belle e brutte, piacevoli e<br />

dolorose, chiamandole fratello e sorella.<br />

Sembra quasi che la preghiera, se recitata<br />

in dialetto, scorra più lenta, più dolce,<br />

sia capace di penetrare in maniera più<br />

delicata nell’animo di chi la recita. Perché<br />

non c’è niente di più vero di quello che<br />

dicono i Padri della Chiesa: la preghiera<br />

serve a cambiare l’uomo, non Dio. La preghiera,<br />

soprattutto se spontanea e sentita,<br />

scava nel cuore dell’uomo, lo modella, lo<br />

guarisce. Ricorda Padre Lorenzo Lorusso<br />

nella sua bella prefazione che «nella preghiera<br />

si trova il coraggio per andare<br />

avanti, nonostante i momenti di incomprensione,<br />

di abbandono, di apparente<br />

fallimento». L’invocazione sincera che<br />

sgorga dal cuore dona pace e serenità, è il<br />

letto di un fiume che accompagna con dolcezza<br />

la fede alla sua Sorgente.<br />

È per questo motivo che il piccolo gioiello di<br />

Polito e Lettini Triggiani, per dirla con un termine<br />

caro ad uno degli autori, di “baresità e… cristianità”,<br />

ci sembra prezioso: perché ci può accompagnare<br />

all’incontro con il Divino in maniera<br />

semplice, leggera, quasi con il sorriso sulle labbra.<br />

ALLA MADONNA<br />

DI LOURDES<br />

di Giovanni Panza<br />

Nù venime da lendane;<br />

nù venime cu core mmane<br />

pe Te, Madonne, arremerà<br />

e nguocche grazzie a Te cercà.<br />

Tu ca la mamme si de Gisù<br />

puete parlà ’o figghie Tù<br />

e da Jidde pe nù mblorà<br />

u perdone e la pietà.<br />

Tu canusce quande pene<br />

u core neste jinde tene;<br />

sà quale so le delure<br />

ca tormendene nù criature.<br />

A te venime chiangenne;<br />

fange partì sorredenne;<br />

fange u core arrecreià<br />

pe la forze ca puete dà.<br />

Ceccose da Te velime?<br />

Bbona salute mbrima mbrime;<br />

chiù ca pe nù, pe le pariinde,<br />

pe l’amisce, le canescinde;<br />

Lourdes 3.7.1985<br />

pe chidde ca tribolescene<br />

e la vite non cherrescene.<br />

Velime ca pote sembe regnà<br />

la pasce e la tranguillità.<br />

E pe nù ceccose cercame?<br />

Ca chendinde sembe stame?<br />

Ca non seffrime fridde o fame?<br />

Ca chiù ricche addevendame?<br />

No, Madonne! Pe nù velime,<br />

mò ca gremune nge facime,<br />

ca Tu nge mitte jind’o core,<br />

nziiem’a le pene, pure l’Amore.<br />

Tand’Amore e serenità<br />

pe petè le male seppertà<br />

e, ’o momende ca n’ama scì<br />

no nge fasce assà seffrì.<br />

Fa, Madonne, aspettà la morte,<br />

cà pe tutte chess’è la sorte,<br />

cu chiù ddolge de le sorrise<br />

pe meretange u Paravise.<br />

33<br />

CULTURA


CULTURA<br />

34<br />

Fra “Effetto Werther” e<br />

“Depressione reattiva”<br />

di Sara Spagnoletti<br />

Incubo di licenziamenti incombenti, negozi<br />

che abbassano le saracinesche per non rialzarle<br />

più, pensioni ai limiti della sopravvivenza,<br />

percezione della precarietà del futuro,<br />

ma anche di un presente vissuto con crescente<br />

senso d’impotenza ed angoscia…<br />

Gli effetti della crisi economica non pesano<br />

soltanto sui nostri portafogli sempre più vuoti,<br />

ma anche sul benessere psicofisico.<br />

Alla ribalta della cronaca balzano, loro malgrado,<br />

imprenditori e lavoratori che scelgono<br />

Paola Parisi<br />

Non va sottovalutato l’impatto<br />

della crisi economica<br />

sulla psicologia dell’individuo<br />

la via d’uscita più breve: il suicidio, perché il<br />

loro orizzonte è diventato d’improvviso troppo<br />

oscuro.<br />

Il numero dei suicidi e delle scomparse<br />

improvvise legato alla recessione aumenta in<br />

maniera esponenziale.<br />

Un’indagine della Scuola di Sanità Pubblica<br />

di Harvard ha valutato quanto la crisi economica<br />

mondiale peserà sulla produzione, ma ha<br />

evidenziato come una panoramica retrospettiva<br />

sul passato indichi che le crisi abbiano portato<br />

sempre ad un aumento del tasso di suicidi,<br />

delle malattie mentali, della dipendenza<br />

da droghe ed alcol.<br />

Le ricadute di questo particolarissimo<br />

momento socio-economico, non gravano solo<br />

su produttività ed economia, ma scavano solchi<br />

profondi nella vita dei singoli, minano la<br />

fiducia, la salute e il benessere psicofisico<br />

fino alla scelta del suicidio come unica via di<br />

fuga.<br />

Un preoccupante effetto domino, definito<br />

dagli esperti “effetto Werther”, la cui<br />

prevenzione deve partire dai media che<br />

dovrebbero limitarsi a riportare le notizie<br />

senza amplificarle alla ricerca dell’audience<br />

ad ogni costo.<br />

Gli psichiatri danno al fenomeno una<br />

definizione medica: depressione reattiva,<br />

ovvero, uno stato patologico depressivo<br />

causato da un evento concreto e reale,<br />

nella fattispecie, la crisi economica.


Dobbiamo, dunque, arrenderci, lasciarci<br />

fagocitare dallo spettro “crisi” ed entrare nella<br />

spirale della depressione, o esistono “rimedi”<br />

per superare questa “impasse”?<br />

Chiediamo l’autorevole parere della dottoressa<br />

Paola Parisi, Counselor e Presidente<br />

dell’Associazione di promozione sociale<br />

SOPHIA di Bari.<br />

- Dottoressa Parisi, lei ha, nelle sue ultime<br />

esperienze professionali, riscontrato un’aggravarsi<br />

degli stati depressivi?<br />

- Certamente, da me si rivolgono persone obbligate<br />

dalle circostanze a cambiare lavoro ed a trasferirsi<br />

lontano dalle famiglie, o soprattutto subire<br />

retrocessioni di livello in ambito aziendale, con<br />

ricadute non soltanto economiche, ma psicologiche,<br />

soggetti che perdono l’occupazione quindi<br />

sono costretti a rimodulare lo stile di vita, quindi,<br />

a modificare i propri comportamenti, le proprie<br />

capacità e risorse, i propri valori e convinzioni,<br />

costrette a rimodellare, in una parola, la<br />

propria identità.<br />

Sappiamo dalla psicanalisi che il nostro IO è<br />

conservatore, vuole cambiare tutto tranne i propri<br />

valori e le proprie idee; se vogliamo essere<br />

uomini all’altezza dell’essenza umana non dobbiamo<br />

temere di mettere in discussione le false<br />

idee, superando quelli che sono i falsi miti, cito<br />

per tutti il mito della felicità raffigurato come<br />

gioia sfrenata, sarebbe auspicabile la ricerca di<br />

un equilibrio che ci porti a ritrovare quella felicità<br />

di cui parlavano anche i grandi pensatori<br />

greci: felicità come bilanciamento fra gioia e sofferenza,<br />

con la conseguente accettazione di<br />

quanto la vita ci propone ed impone, pensando<br />

bene che il progresso giammai scaturisce da<br />

un’anima acquietata bensì da un’insoddisfazione<br />

che spinge ad agire.<br />

- Quali supporti ritiene necessari a chi sta<br />

vivendo un momento di disagio esistenziale?<br />

- La strada da percorre è la consapevolezza del proprio<br />

essere. Possiamo cercare di arrivarci da soli o<br />

affidandoci, quando ne sentiamo la necessità (o ne<br />

abbiamo la possibilità) ad una figura, sia essa<br />

quella di uno psicologo, di un counselor, di una<br />

guida spirituale, che ci aiuti in questo percorso di<br />

riscoperta del nostro IO autentico e dell’acquisizione<br />

di nuovi valori, percorso interiore ed esteriore<br />

che ci permette di rimodellare il nostro stile<br />

di vita adeguandolo alla nuova realtà, una realtà<br />

che dobbiamo “guardare negli occhi” dimenticando<br />

i falsi miti.<br />

EFFETTO<br />

WERTHER<br />

E’ un fenomeno di imitazione, per effetto<br />

del quale la notizia di un suicidio - riportata<br />

ed amplificata dai media - genera, in<br />

soggetti predisposti, l’idea di replicare l’atto<br />

suicida, con effetti a catena.<br />

Si parla di Werther facendo riferimento<br />

al protagonista del romanzo di Johann<br />

Wolfgang Goethe “I dolori del giovane<br />

Werther”, suicida per amore.<br />

Successivamente alla pubblicazione del<br />

romanzo - il cui tema fu ripreso anche da<br />

Ugo Foscolo ne “Le ultime lettere di Jacopo<br />

Ortis”-, molti giovani lettori si tolsero la<br />

vita. Si spiega in tal modo la definizione<br />

“effetto Werther” anche se, nel momento<br />

attuale, a fare da cassa di risonanza sono i<br />

mezzi di diffusione di massa ed il motivo<br />

scatenante del suicidio non è un amore<br />

incorrisposto, ma il malessere esistenziale<br />

che nasce dalla precarietà delle condizioni<br />

socio-economiche.<br />

- Il suo “consiglio di speranza ”?<br />

- Lo esprimerò con una metafora, un giorno osservando,<br />

da un’alta scogliera, una nicchia ho scorto<br />

quella che poi ho scoperto essere un’alga che veniva<br />

continuamente sbattuta dalla forza delle onde,<br />

nonostante questo riusciva a nutrirsi, riprodursi,<br />

crescere ed ogni volta a ritornare ciò che era, ovvero,<br />

riprendere il suo aspetto iniziale.<br />

Questo era possibile perché, come ho approfondito<br />

con ricerche in ambito biologico, all’interno di<br />

ogni essere vivente esiste una tendenza “attualizzante”<br />

ossia una “tendenza organismica” al<br />

miglioramento. Sono sicura che tutti noi usciremo<br />

da questa crisi migliori di quando ne siamo<br />

entrati in quanto avremo riscoperto le nostre reali<br />

potenzialità, capacità e risorse; tutto ciò porterà<br />

ad un’evoluzione dell’essere umano e del progresso.<br />

Non, quindi, un consiglio di speranza che ha il<br />

solito sapore di passività, ma una certezza.<br />

Confortati da queste parole stimolanti ed<br />

incoraggianti guardiamo alle prossime feste<br />

con maggiore fiducia, pensando al Natale<br />

come “nascita” e soprattutto come “rinascita”.<br />

35<br />

CULTURA


<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

36<br />

La formazione delle<br />

di Mauro Portoso<br />

For.te For.t<br />

imprese passa<br />

attraverso FOR.TE<br />

Parte il progetto di Confcommercio Bari a supporto delle p.m.i.<br />

è il Fondo di Formazione interprofessionale<br />

delle Imprese del<br />

Terziario, costituito da Confcommercio Nazionale.<br />

Nell’ambito del Road Show del Fondo, il 9<br />

novembre si è tenuto anche a Bari, presso la CCIAA,<br />

il convegno di presentazione della nuova programmazione<br />

del Fondo, che ha visto la partecipazione<br />

del Direttore Nazionale, dott.ssa Eleonora Pisicchio,<br />

che ha esposto la nuova programmazione del fondo,<br />

sottolineando l’importanza che esso dà al dialogo<br />

con le imprese del territorio, al fine di meglio analizzare<br />

le specifiche problematiche del territorio sui<br />

fabbisogni formativi.<br />

Il fondo finanzia le iniziative formative delle<br />

imprese aderenti, effettuate sia a livello aziendale<br />

che da ciascun dipendente attraverso il “catalogo<br />

formativo”.<br />

L’adesione al Fondo non comporta alcun costo<br />

per le Aziende. Le stesse per aderire devono effettuare<br />

la loro scelta nel modello UNIEMENS in qualsiasi<br />

periodo dell’anno e la quota già compresa nell’aliquota<br />

dei contributi viene dirottata dal fondo<br />

INPS al Fondo For.te.<br />

For.Te nell’anno 2012 mette a disposizione una<br />

gamma di strumenti articolata e ricca:<br />

- AVVISO DI SISTEMA, a cadenza annuale con<br />

finestre trimestrali o quadrimestrali per attività<br />

formative connesse a fabbisogni aziendali, territoriali,<br />

settoriali. Destinatarie le aziende da 1 a 149<br />

dipendenti con scadenza per le domande in data<br />

31 gennaio 2013 e 30 aprile 2013.<br />

- AVVISI TEMATICI, a cadenza annuale con finestre<br />

trimestrali o quadrimestrali per attività connesse a<br />

fabbisogni specifici determinati di anno in anno.<br />

- PROGETTI SPECIALI, a cadenza annuale, per un<br />

numero massimo di due.<br />

- VOUCHER PER FORMAZIONE INDIVIDUA-<br />

LE DEL DIPENDENTE, a cadenza annuale con<br />

finestre bimestrali o trimestrali, per la formazione<br />

individuale a catalogo, con uno stanziamento<br />

dedicato per le aziende da 1 a 249 dipendenti.<br />

- CIA - CONTO INDIVIDUALE AZIENDALE di<br />

GRUPPO: vi hanno accesso automatico le singole<br />

aziende da 150 dipendenti e oltre. Possono attivare<br />

un conto unico le aziende che, pur con ragioni<br />

sociali diverse, sono riferibili ad un Gruppo. Le<br />

aziende titolari di CIA possono aggregarsi sommando<br />

le loro risorse per accedere a progetti<br />

comuni.<br />

Lo stanziamento totale per gli avvisi di sistema<br />

è di 30 milioni di euro, ripartiti in tre scadenze da<br />

€ 10.000.000 l’una, per la realizzazione di Piani<br />

Aziendali, Settoriali e Territoriali ed è destinato ad<br />

aziende da 1 a 149 dipendenti, non titolari di CIA.<br />

Le imprese potranno beneficiare di un solo finanziamento<br />

nell’ambito dell’Avviso.<br />

Destinatari sono i lavoratori delle Aziende aderenti<br />

a For.Te. che occupino da 1 a 149 dipendenti. I<br />

Piani potranno avere durata massima di 24 mesi,<br />

dalla sottoscrizione della Convenzione.<br />

Importo massimo finanziabile per ogni Piano formativo:<br />

€ 200.000,00. La formazione finanziata per<br />

ciascun dipendente non può superare le 100 ore.<br />

L’adesione a For.Te. è gratuita e non comporta<br />

alcun costo né per l’azienda né per i lavoratori.<br />

Per aderire a For.Te. basta indicare nella denuncia<br />

UNIEMENS il codice di adesione “FITE” nella<br />

sezione Posizione Contributiva, Denuncia Aziendale,<br />

Fondo Interprofessionale, Adesione e, a seguire,<br />

scrivere il numero dei dipendenti interessati dall’obbligo<br />

contributivo.<br />

Per le Aziende provenienti da altri Fondi è<br />

necessario indicare prima il codice di revoca<br />

“REVO” e poi il codice di adesione “FITE” sul<br />

modello INPS.<br />

L’adesione può essere effettuata in qualsiasi mese<br />

dell’anno ed è valida sino a revoca.<br />

Tutte le attività formative inoltre possono essere<br />

effettuate attraverso la Confcommercio della<br />

Provincia di BARI, utilizzando le strutture accreditate<br />

(CAT <strong>CONFCOMMERCIO</strong> BARI) quali soggetti<br />

attuatori della formazione in azienda e che possono<br />

creare un Piano di Formazione territoriale o settoriale<br />

anche mettendo insieme aziende con le stesse<br />

necessità di formazione.


CULTURA<br />

38<br />

USCIRE DALLA CRISI<br />

CON UN BINOMIO<br />

di Vincenzo Colaprice<br />

<strong>Cultura</strong> e tradizione. Turismo e commercio.<br />

Questi sono i binomi vincenti secondo<br />

Alessandro Ambrosi, presidente della<br />

Camera di Commercio di Bari. L’Italia e l’Europa<br />

intera stanno soffrendo la grande crisi economica<br />

iniziata nel 2007 ed ovviamente le conseguenze si<br />

ripercuotono sui piccoli comuni e sulle piccole<br />

imprese.<br />

La soluzione? Fare quadrato. L’alleanza più<br />

forte può essere stretta tra commercianti ed enti<br />

locali, Ruvo infatti può beneficiarne particolarmente<br />

come dimostrano le manifestazioni che<br />

VINCENTE<br />

Un’intervista al Presidente della<br />

Camera di Commercio di Bari, Dott. Alessandro Ambrosi,<br />

che, in visita a Ruvo di Puglia, ci offre considerazioni<br />

e consigli preziosi per uscire dalla crisi<br />

La Cattedrale di Ruvo di Puglia<br />

hanno saputo unire cultura e commercio, Pro Loco<br />

ed esercenti; esse testimoniano come puntare sulle<br />

nostre colonne portanti dell’economia, ovvero<br />

gastronomia e turismo risulti una scelta vincente.<br />

Ruvo di Puglia ha tanto da mettere in mostra, la<br />

famosa Cattedrale, il Museo latta, il centro storico,<br />

ma anche quei luoghi poco frequentati e conosciuti<br />

come gli ipogei delle tante chiese, palazzo Caputi e<br />

palazzo Spada e la grotta di San Cleto, le cui definitive<br />

aperture al pubblico davvero completerebbero<br />

il già ampio patrimonio artistico e culturale ruvestino<br />

con la valorizzazione delle ricchezze locali,<br />

materiali e non.<br />

- Presidente Ambrosi, nel panorama del commercio,<br />

qual è il ruolo delle Pro Loco e degli enti<br />

locali?<br />

- L’azione da essi svolta sul territorio è senza dubbio<br />

importante, tuttavia le Pro Loco e gli enti devono sì<br />

divulgare il patrimonio culturale locale, ma anche sviluppare<br />

politiche di marketing urbano, ovvero offrire al<br />

turista la città in modo ottimale e accogliente.


IN MEMORIA DI<br />

DINO LOVECCHIO<br />

di Emanuele Panza<br />

Un’intelligenza lucida che consentiva di affrontare i problemi<br />

con una visione d’insieme arrivando ad una soluzione la più corretta<br />

ed efficace possibile.<br />

Un’ironia sottile, segnale di una capacità di affrontare la vita<br />

con leggera profondità e senza prendere troppo sul serio i problemi<br />

che la vita comporta.<br />

Un impegno importante nel sociale, in tante Associazioni del<br />

volontariato e del terzo settore tanto da diventare Assessore ai<br />

Servizi Sociali nel 1995 appena più che trentenne, propugnatore,<br />

tra le ultime idee messe in cantiere, di un bel progetto da realizzare con palestinesi e israeliani e che,<br />

sicuramente, porterà il suo nome.<br />

Un fine professionista, intellettualmente indipendente, Direttore dell’IFOC, l’Ente di formazione<br />

della Camera di Commercio di Bari che oggi ne piange l’immatura scomparsa.<br />

La Confcommercio della provincia di Bari è particolarmente vicina alla famiglia, al papà<br />

Giuseppe, storico Direttore dell’Associazione provinciale, alla mamma, la dolce signora Lucia,<br />

alla moglie Maria Luisa ed ai suoi ragazzi nella certezza che l’affetto di tutti e, soprattutto, la<br />

grande fede di cui essi sono sempre stati testimoni, potranno aiutarli a sopportare un insopportabile<br />

dolore.<br />

- E come?<br />

- lo credo che il binomio turismo e commercio sia la scelta<br />

giusta; la Puglia è ricca di arte e cultura, un patrimonio<br />

unico che, se sfruttato adeguatamente attraverso<br />

l’alleanza tra commercianti ed entri locali, potrebbe<br />

sicuramente dare i suoi frutti. Bisogna associare al<br />

commercio le peculiarità di ogni comune.·<br />

- E allora quanto sono importanti le manifestazioni<br />

locali, che risonanza hanno e quanto pesano<br />

sul commercio locale?<br />

- Le manifestazioni locali sono importantissime, danno e<br />

rivendicano orgoglio, costituiscono un punto di riferimento<br />

per i comuni limitrofi; d’altra parte il compito fondamentale<br />

delle Amministrazioni Comunali deve essere<br />

quello di allargare i bacini di utenza, ovvero essere capaci<br />

di diffondere l’eco delle proprie sagre e manifestazioni<br />

anche tra i cittadini stranieri, solo in questo modo si può<br />

far crescere il commercio e far diffondere la cultura.<br />

- Far ripartire il commercio certo, ma il momento<br />

economico non è dei migliori, il potere d’acquisto<br />

cala e anche le stesse manifestazioni potrebbero<br />

risentirne. Cosa possono fare dunque le<br />

Pro Loco in questo momento di crisi?<br />

- Le Pro Loco devono associarsi, fare quadrato con<br />

comuni e associazioni locali, fare forza comune, unirsi,<br />

senza distanziarsi dalla cittadinanza. Ripeto, turismo<br />

e commercio, cultura ed economia, così si riparte.<br />

- Spesso però, come accade anche a Ruvo, il turismo<br />

più diffuso non è solo culturale ma anche<br />

enogastronomico. Quanto è importante quindi<br />

valorizzare i prodotti tipici locali, si pensi al<br />

fungo cardoncello, tipico dell’Alta Murgia, la<br />

cui sagra si svolge a Ruvo di Puglia?<br />

- Attualmente puntare sulla gastronomia rappresenta il<br />

viatico migliore per il turismo. La valorizzazione del<br />

prodotto tipico diventa un valore aggiunto alla bellezza<br />

e all’importanza storica del luogo che sicuramente<br />

invoglia e attrae il turista e costruisce anche un profilo<br />

positivo per la città. Pochi turisti si soffermano nell’entroterra,<br />

oggi si preferisce il mare o la montagna,<br />

ma se mettiamo insieme l’arte, le peculiarità delle<br />

nostre città e i prodotti tipici, si può fare molto di più<br />

di località montane o marittime.<br />

Unirsi e dare spazio a turismo e commercio,<br />

questi i consigli del dottor Ambrosi per fronteggiare<br />

la crisi e ridare lustro alla cultura e ai piccoli borghi.<br />

Ruvo di Puglia può farcela, ha tutti i requisiti,<br />

serve solo disponibilità da parte delle istituzioni e<br />

soprattutto voglia di contribuire da parte di tutti al<br />

rilancio in primis della città e in secundis dell’Italia.<br />

39<br />

CULTURA


<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

40<br />

Distretti urbani<br />

del commercio<br />

di Alessandro Fusco<br />

R.R. Puglia - 15 Luglio 2011 n.° 15<br />

Il<br />

progetto relativo alla costituzione e<br />

finanziamento dei Distretti Urbani del<br />

Commercio è stato creato dalla Regione<br />

Puglia attraverso la collaborazione dei Centri di<br />

assistenza tecnica (CAT) delle associazioni di categoria<br />

maggiormente rappresentative, quale<br />

appunto la Confcommercio Provincia di Bari e<br />

B.A.T.<br />

L’aula consigliare della Regione Puglia<br />

Il progetto DUC si pone un obiettivo<br />

ambizioso:<br />

“la valorizzazione del territorio e dell’economia<br />

commerciale, non come episodio<br />

sporadico, ma come un “processo continuo”<br />

di miglioramento delle politiche di sviluppo<br />

sociale, culturale ed economico”.<br />

E’ importante tenere in considerazione che:<br />

1 é utile darsi obiettivi ambiziosi;<br />

2. bisogna perseguire dei passi realistici (tenendo<br />

conto della complessità della realtà);<br />

3. bisogna lavorare in maniera flessibile, per cogliere<br />

le occasioni.<br />

La Confcommercio Provincia di Bari e<br />

B.A.T., per esecuzione tecnica del proprio<br />

C.A.T., vuole essere un punto di riferimento<br />

per tutte le informazioni, la modulistica, la<br />

normativa e i casi di successo per attivare<br />

efficacemente un Distretto del Commercio<br />

nella tua area.<br />

Qual è l’obiettivo di un DUC?<br />

L’obiettivo è rendere competitivo un sistema,<br />

quello commerciale e turistico in primo luogo.<br />

Per fare questo è necessaria l’integrazione fra<br />

politiche.<br />

Gli Stati Generali del Commercio hanno permesso<br />

di arrivare ad alcune conclusioni interessanti:


• il problema è al centro del dibattito non solo in<br />

Italia<br />

• cambiare è possibile (altri l’hanno fatto nel<br />

mondo ed in Italia)<br />

• occorre recuperare terreno<br />

• é necessario un approccio sistemico<br />

Infatti, la valorizzazione di un’area a vocazione<br />

commerciale urbana non è un problema<br />

settoriale, poiché la complessità delle problematiche<br />

e il fattore tempo sono elementi critici.<br />

Cos’è un DUC?<br />

Per Distretto Urbano del Commercio si<br />

intende un’area con caratteristiche omogenee<br />

del territorio e un gruppo di persone,<br />

Istituzioni e Aziende Pubbliche e Private che<br />

hanno come obiettivo la riqualificazione del<br />

commercio per potenziare il commercio e dei<br />

servizi al cittadino.<br />

La Regione Puglia ha pubblicato il<br />

Regolamento Regionale n. 15 del 15 luglio<br />

2011 che riguarda i “Distretti urbani del<br />

commercio”.<br />

Ci sono tre tipologie di DISTRETTI *:<br />

• DIFFUSI;<br />

• URBANI;<br />

• METROPOLITANI.<br />

a seconda della dimensione dell’area che diventerà<br />

un DUC i Distretti possono essere costituiti<br />

dalle Amministrazioni Comunali (in forma singola<br />

o associata) oppure dalle Associazioni di Operatori<br />

Commerciali. La Regione Puglia finanzia<br />

i Distretti costituiti attraverso appositi bandi.<br />

Le domande possono essere presentate dal Comune,<br />

dall’Associazione degli Operatori o<br />

dall’Organismo di Governance che gestirà il DUC.<br />

A cosa serve un DUC?<br />

• a promuovere l’aggregazione tra i commercianti;<br />

• far collaborare i Comuni tra loro, ottimizzando<br />

le risorse;<br />

• promuovere i prodotti del territorio e<br />

aiutare la relazione tra commercio e turismo<br />

locale;<br />

• migliorare gli spazi pubblici attraverso la<br />

riqualificazione urbana.<br />

Come si attiva e si gestisce un DUC?<br />

Per attivare un DUC occorre per prima cosa<br />

individuare l’area commerciale omogenea da<br />

valorizzare sia per quanto riguarda il commercio<br />

sia per il turismo.<br />

La sinergia e la comunicazione tra i soggetti<br />

che partecipano al DUC è fondamentale, anche<br />

per trovare altri soggetti interessati e quindi svolgere<br />

attività di fundrising, per il coordinamento<br />

delle iniziative, per la presenza online con spazi<br />

web dedicati al DUC e in generale per la valorizzazione<br />

del territorio nel suo complesso.<br />

Il Presidente di<br />

Confcommercio Ruvo,<br />

Vito D’Ingeo.<br />

La vice presidente della Regione Puglia, Loredana Capone<br />

Tecnicamente, quindi, bisogna, in fase<br />

preliminare: identificare le diverse aree commerciali<br />

e le loro funzioni (area di vicinato, shopping,<br />

turistica ecc.); la Governance del Distretto (cioè i<br />

soggetti pubblici e privati che vi partecipano); gli<br />

Strumenti da utilizzare per i diversi interventi di<br />

valorizzazione (come intervenire? come comunicare?<br />

attraverso quali canali media e web? ecc.).<br />

Casi di successo già avviati ci dicono che le<br />

condizioni e i requisiti per lo start-up del DUC<br />

sono:<br />

• che ci sia un gruppo di operatori con volontà<br />

di azioni congiunte (investimento in iniziative<br />

di promozione del sistema commerciale naturale);<br />

• delle buone relazioni fra i soggetti coinvolgibili<br />

(Operatori Commerciali, Associazioni di<br />

categoria, Amministrazione Comunale, Associazioni<br />

del Territorio, Associazioni <strong>Cultura</strong>li,<br />

ecc.);<br />

• delle risorse finanziarie e umane;<br />

• un’area commerciale naturale omogenea.<br />

Qual è il punto di partenza per un DUC?<br />

Per attivare un DUC punto di partenza<br />

può essere uno o alcuni di questi step:<br />

•iniziative di marketing territoriale (gruppo<br />

di comuni) o un piano di marketing<br />

urbano (iniziativa del comune/associazioni<br />

di categoria);<br />

• un’indagine preliminare rivolta ai cittadini,<br />

o un’analisi della rete commerciale;<br />

• un accordo pubblico e privato (come un<br />

Patto di sviluppo, Piano strategico);<br />

oppure<br />

• in occasione di grandi eventi che richiamano<br />

molto pubblico (mostre ed eventi culturali<br />

o sportivi di livello nazionale e internazionale);<br />

• nella fase di pianificazione iniziative del<br />

Natale (su iniziativa dei commercianti)<br />

oppure<br />

• a seguito di finanziamenti pubblici (leggi<br />

regionali, bandi comunitari).<br />

Dopo la fase preliminare occorre presentare<br />

alla Regione Puglia l’Accordo di Distretto*, un<br />

documento che riassume gli impegni e i responsabili<br />

della governance del Distretto.<br />

41<br />

<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA


<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

42<br />

INTERNET E IL DIGITALE OPPORTUNITÀ STRATEGICA<br />

PER LA CRESCITA DEL TERRITORIO E PMI<br />

SEAT PG ITALIA<br />

PER UNA CULTURA<br />

DELL’INNOVAZIONE<br />

Seat Pagine Gialle Italia ha ufficializzato in un incontro<br />

l’ampliamento della propria struttura nella Regione Puglia<br />

per essere più vicina alle Imprese locali<br />

a cura della Redazione<br />

Seat PG Italia sta incrementando la propria presenza<br />

nella nostra regione: il 7 novembre si è<br />

svolto un incontro, cui erano presenti rappresentanti<br />

delle Istituzioni, delle Associazioni e delle<br />

Imprese, finalizzato ad una più capillare diffusione<br />

della “cultura dell’innovazione”.<br />

Da un’indagine svolta si è riscontrato che a<br />

fronte di una cospicua presenza degli utenti<br />

pugliesi (circa 2.000.000) soltanto il 40% delle<br />

imprese ha un sito web.<br />

I pugliesi si collegano ad internet non<br />

meno di una volta alla settimana; è di tutta<br />

evidenza che il digitale fa ormai parte integrante<br />

del nostro quotidiano, moltissime transazioni<br />

avvengono on line, sono sempre maggiori<br />

gli utenti che si affidano ai vari siti per<br />

acquistare merci di ogni tipo, dalle scarpe<br />

all’arredamento,<br />

L’incontro svoltosi in occasione dell’ampliamento<br />

della struttura territoriale di Seat PG Italia in Puglia,<br />

finalizzata a garantire alle aziende locali una ancora<br />

maggiore vicinanza, ha visto gli autorevoli interventi<br />

di personalità del mondo istituzionale - Loredana<br />

Capone, Vice Presidente e Assessore allo Sviluppo<br />

economico della Regione Puglia, Vito D’Ingeo,<br />

Responsabile Servizi alle Imprese della Camera di<br />

Commercio di Bari, Fabiano Lazzarini, General<br />

Manager IAB Italia e Roberto Veronesi, Direttore<br />

Comunicazione di SEAT Pagine Gialle.<br />

Per Roberto Veronesi, Direttore Comunicazione<br />

SEAT Pagine Gialle, “Il web è ormai una realtà quotidiana<br />

della vita di tutti i cittadini e rappresenta sempre<br />

più un efficace strumento per il business delle imprese,<br />

con particolare riguardo per le PMI e le attività commerciali,<br />

ossatura del nostro sistema economico. Come Seat<br />

PG, siamo impegnati nella consulenza e nei servizi per<br />

supportare concretamente le realtà economiche nell’adozione<br />

dei servizi digitali, cogliendo le opportunità offerte<br />

dalla penetrazione e dalla diffusione del web e delle innovazioni<br />

tecnologiche. Il digitale, infatti, rappresenta la<br />

chiave di volta per consentire alle imprese di aprirsi a più<br />

vasti mercati, anche internazionali, e di essere maggiormente<br />

competitive. Seat PG incrementa il proprio impegno<br />

e la propria presenza in Puglia con particolare entu-<br />

Fabiano Lazzarino


siasmo, in quanto si tratta di un territorio particolarmente<br />

ricettivo dal punto di vista imprenditoriale, fortemente<br />

innovativo e dotato di infrastrutture all’avanguardia”,<br />

Puntuale e di ampio respiro l’intervento di<br />

Loredana Capone “Accogliamo con particolare soddisfazione<br />

la volontà di Seat PG di investire in Puglia, creando<br />

nuovi posti di lavoro. Chi parla di diffusione delle<br />

tecnologie digitali non può che trovare terreno fertile in<br />

una Regione come la nostra che ha fatto della ricerca ed<br />

innovazione il perno delle sue politiche. La Puglia ha le<br />

carte in regola perché le di rivoluzione digitale entri in<br />

tutte le aziende oltre che in tutte le case. Grazie alle<br />

nostre politiche siamo la prima regione in Italia per indice<br />

di copertura da banda larga, ne è servito infatti il<br />

99,2% della popolazione. Ma la nostra è anche una delle<br />

Regioni che hanno investito di più in Italia in ricerca ed<br />

innovazione, aumentando nella programmazione dei<br />

fondi europei 2007-2013 del 235% le risorse previste<br />

nella precedente programmazione. Infatti il numero dei<br />

brevetti dal 2005 ad oggi è aumentato del 29% ponendoci<br />

al primo posto nel Mezzogiorno. Oggi le imprese che<br />

desiderano investire nell’innovazione hanno a disposizione<br />

4 bandi attivi per un valore complessivo di 55<br />

milioni di euro, un’occasione da non perdere”.<br />

Di peculiare interesse e rilievo l’intervento del<br />

dottor Vito D’Ingeo Consigliere della Camera di<br />

Commercio, Vice Presidente della Confcommercio<br />

Provinciale e Presidente di Ascom Ruvo di Puglia:<br />

“Un nuovo insediamento è sempre una buona notizia per<br />

un territorio. Soprattutto in tempi di crisi. La scelta di<br />

Seat Pagine Gialle premia la Puglia e l’immagine che la<br />

regione sta dando di sé. Le imprese e quindi gli insediamenti<br />

produttivi sono attratti dalla forte presenza di<br />

creatività. Perché una comunità ideale non è quella solo<br />

fondata sulla perfezione dei suoi tanti rapporti istituzionali<br />

o economici, ma quella che esprime degli ideali, quella<br />

che porta avanti una sua precisa identità politica e<br />

quindi culturale sulle scelte migliori da fare per la propria<br />

gente. La Puglia oggi è questo e la Camera di<br />

Commercio di Bari sta indirizzando tutti i suoi sforzi di<br />

supporto alle imprese del territorio in questa visione istituzionale<br />

condivisa in cui si dà priorità ai percorsi innovativi<br />

ed alla meritocrazia. Dalla nostra, come territorio,<br />

abbiamo il valore aggiunto della forza della storia, storia<br />

che vuol dire tradizione imprenditoriale, in più ambiti,<br />

pilastri solidi su cui poggiare l’edificio del futuro che<br />

vogliamo contribuire a erigere, offrendo occasioni a chi<br />

ha ancora dentro di sé la spinta forte e la volontà decisa<br />

di intraprendere e di farlo avendo le idee, le intuizioni e<br />

decide di farlo qui, nella sua terra”.<br />

Fabiano Lazzaroni, General Manager di IAB<br />

Italia ha asserito “IAB Italia è da anni impegnata nella<br />

promozione della cultura digitale, ritenuta dal nostro<br />

stesso Governo un driver per la ripresa economica.<br />

Consideriamo prioritario partecipare attivamente a tavoli<br />

di confronto con Istituzioni, Associazioni ed Imprese,<br />

con l’obiettivo di “fare sistema”, al fine di diffondere una<br />

sempre maggiore consapevolezza di caratteristiche, strumenti<br />

ed opportunità messi a disposizione da internet<br />

per la crescita e la competitività delle imprese italiane.<br />

Sono lieto di aver condiviso questa esperienza in Puglia,<br />

una Regione molto dinamica, che vanta numerose eccellenze<br />

imprenditoriali e che si distingue in Italia per la<br />

dinamicità e la capacità di cogliere e cavalcare le nuove<br />

tendenze”.<br />

Il commercio elettronico in Puglia è una realtà<br />

ancora giovane, non ha la stessa diffusione di altre<br />

Roberto Veronesi<br />

regioni rispetto agli acquisti online: il 36% degli<br />

utenti che utilizzano Internet ha acquistato online<br />

almeno una volta negli ultimi 3 mesi (rispetto ad<br />

una media italiana del 42%) e soltanto il 20,9% sono<br />

acquirenti online abituali (la media nazionale è del<br />

25,5%).<br />

I Pugliesi acquistano on line ticket di viaggio,<br />

abbigliamento, libri, ricariche telefoniche, telefonini,<br />

smartphone, computer e periferiche per PC.<br />

Seat Pagine Gialle Italia offre alle imprese<br />

un supporto ampio ed articolato per promuovere<br />

la propria attività in Internet, utilizzando<br />

un network di agenzie (i WebPoint) presenti<br />

su tutto il territorio italiano. I servizi di<br />

web marketing di Seat PG Italia spaziano<br />

dalla costruzione e gestione di website e<br />

mobile site alla creazione di contenuti multimediali,<br />

dalle attività inerenti la visibilità nel<br />

Web ai servizi di e-commerce e web marketing,<br />

dalla gestione della presenza sui social<br />

network al couponing.<br />

Sarebbe auspicabile, per dare una marcia in più<br />

alle imprese pugliesi, un utilizzo maggiore degli<br />

strumenti informatici, senza i quali si rischia di<br />

essere tagliati fuori da una realtà che non può prescindere<br />

dall’informatizzazione.<br />

Avere un sito web vuol dire interfacciarsi con<br />

scenari sempre più ampi e diversificati, aprire una<br />

finestra su un mondo affascinante e ricco di spunti<br />

sempre nuovi.<br />

In quest’occasione sono state poste le premesse<br />

per un’ampia collaborazione tra SEAT Pagine<br />

Gialle e Confcommercio per un organico sviluppo<br />

del digitale tra le piccole e medie imprese. Di questi<br />

sviluppi non mancheremo di darvi gli opportuni<br />

aggiornamenti.<br />

43<br />

<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA


<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

44<br />

Attività di “compro oro”<br />

anche alle poste<br />

Occorre una seria riflessione<br />

a cura della Redazione<br />

L‘approvazione da parte della Commissione<br />

Industria del Senato dell’emendamento sul<br />

decreto sviluppo, che estende anche a Poste<br />

Italiane la possibilità di esercitare in via professionale<br />

il commercio di oro, lascia gli operatori del<br />

settore orafo-gioielliero con l’amaro in bocca, favorendo<br />

di fatto l’aumento di ben 14.000 unità del<br />

numero di “compro oro” nel nostro Paese.<br />

“Sorprende - afferma il presidente di Federpreziosi<br />

Confcommercio, Giuseppe Aquilino -<br />

che a supportare l’emendamento sia stata la<br />

medesima parte politica che alla Camera, in<br />

prima battuta, ha presentato una proposta legislativa<br />

tesa a regolamentare questo mercato,<br />

riscuotendo ampi consensi delle parti sociali che<br />

ritrovano nella proposta quei concetti di professionalità<br />

intesa come conoscenza del prodotto e<br />

del mercato che rischiano di essere vanificati<br />

dalla ovvia e naturale despecializzazione di ope-<br />

Il presidente di<br />

Federpreziosi Confcommercio,<br />

Giuseppe Aquilino<br />

ratori, per forza di cose, multifunzione. Tutto da<br />

verificare che con ciò si tuteli il consumatore! Se<br />

oggi le nostre città, i nostri quartieri, sono letteralmente<br />

invasi da queste attività c’è da chiedersi<br />

quale sarà il panorama commerciale se l’impianto<br />

legislativo prospettato vedrà la luce a<br />

seguito dell’esame dell’Aula”.<br />

“Ricordo - prosegue Aquilino - che lo sviluppo<br />

di questi negozi ci deve, tuttavia, fare<br />

riflettere, soprattutto sulla tipologia dei loro<br />

clienti. L’Osservatorio sulla criminalità per la<br />

Puglia ha rilevato come dal 2008 al 2010 nella<br />

regione i reati contro il patrimonio, in particolar<br />

modo scippi e furti di appartamento, siano<br />

cresciuti di circa il 70 per cento. Nello stesso<br />

periodo si è assistito a un boom equivalente<br />

di “compro oro” che, nel solo capoluogo Bari,<br />

sono passati da 416 a 700. Pur prestando attenzione<br />

a non cadere nel tranello che gli psicologi<br />

chiamano “correlazione illusoria”, e<br />

quindi a giudicare una categoria in modo pregiudizievole,<br />

la sincronia è suggestiva. Oggi,<br />

per il tramite di queste attività, transitano<br />

non meno di 300 tonnellate di metalli nobili<br />

e materiale gemmologico che presuppongono<br />

un giro di affari di non meno di 7/10<br />

miliardi di euro annui. E’ ovvio che un business<br />

ad alta redditività attragga fenomeni criminosi:<br />

alto è quindi il rischio della penetrazione<br />

nel settore della criminalità organizzata,<br />

complice anche il prezzo del metallo giallo,<br />

che, in particolare negli ultimi anni, ha<br />

raggiunto cifre da record”.<br />

Sorprende infine – conclude il Presidente di<br />

Federpreziosi - che un decreto che ha lo scopo<br />

dichiarato di fare del nostro Paese un luogo dove<br />

l’innovazione rappresenti un fattore strutturale<br />

di crescita sostenibile e di rafforzamento della<br />

competitività delle imprese, nasconda, tra le pieghe,<br />

ulteriori insidie per il mercato”.


L’informazione é un<br />

diritto per chi compra e<br />

un dovere per chi vende<br />

a cura della Redazione<br />

Azzeccato titolo di un incontro tenuto a<br />

Torino nel Novembre 2007. Uno dei tanti<br />

momenti di comunicazione e di confronto<br />

che dal 1993 ad oggi hanno visto coinvolti praticamente<br />

tutti gli operatori, le Associazioni, gli<br />

Enti del settore orafo gioielliero ad ogni livello e<br />

in tutte le parti d’Italia sul tema della normativa<br />

riguardante i materiali gemmologici.<br />

Ed ora che, finalmente, questa normativa sta<br />

per arrivare in porto e dopo l’approvazione della<br />

Camera dei Deputati, è approdata il 30 Novembre<br />

2011 al Senato, appare a dir poco sorprendente<br />

il levarsi di alcune voci di protesta da parte di<br />

operatori che indicano nel disegno di legge una<br />

fonte di costi e di burocrazia tali da mettere a<br />

rischio la sopravvivenza delle aziende e come<br />

tale da rifiutare in toto.<br />

Trasparenza e chiarezza sono più che mai<br />

all’ordine del giorno in tutti i settori e in tutti i<br />

campi e proprio una Categoria come quella<br />

orafa, spesso oggetto di attenzioni non proprio<br />

benevole, dovrebbe appoggiare ogni iniziativa –<br />

tanto più se così largamente condivisa sul piano<br />

nazionale – intesa a una sempre maggiore qualificazione<br />

della professionalità<br />

Stupisce quindi un’opposizione fine a se stessa<br />

e priva di proposte alternative a una regolamentazione<br />

come quella che ha come obiettivo di:<br />

- tutelare il consumatore in modo che possa<br />

essere edotto in modo chiaro e inequivocabile<br />

sulle caratteristiche dei materiale<br />

gemmologico che acquista;<br />

- rendere responsabile l’operatore (importatore,<br />

grossista, fabbricante, dettagliante)<br />

della denominazione e della qualità delle<br />

merci che propone al cliente;<br />

- ostacolare la concorrenza sleale di chi<br />

anche per semplice incompetenza (se non<br />

si vuole parlare di dolo) usa terminologie<br />

poco appropriate che possono indurre in<br />

errore l’acquirente;<br />

- costituire uno strumento senza carattere<br />

vessatorio ma che tuteli ed esalti la professionalità<br />

del comparto orafo ;<br />

- favorire, con il supporto del Ministero<br />

dello sviluppo economico, campagne di<br />

comunicazione pubbliche tese promuovere<br />

la conoscenza delle problematiche connesse<br />

alla qualità delle gemme.<br />

E’ dunque auspicabile la rapida approvazione<br />

di questa normativa, tesa all’armonizzazione dell’intero<br />

sistema e alla valorizzazione del codice<br />

deontologico, che vede concordi Federpreziosi<br />

Confcommercio, Federorafi Confindustria, CNA<br />

sez. orafi, FIOG Confesercenti, Confartigianato<br />

sez. orafi, Unionorafi Confapi, Assocoral,<br />

Federpietre, Assogemme, Cisgem, Collegio italiano<br />

Gemmologi, Istituto Gemmologico Italiano,<br />

Borsa Diamanti d’Italia e Assicor il comitato oro<br />

di Uniofiliere, l’Associazione delle Camere di<br />

Commercio nata per supportare e valorizzare le<br />

filiere del ”Made in Italy.<br />

45<br />

<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

Nella foto, Giovanni Tricca,<br />

Presidente di Unionfiliere.


<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA<br />

46<br />

di Leonardo Ricchiuti<br />

Al<br />

via il nuovo bando promosso dal<br />

Ministro per la Coesione Territoriale<br />

Fabrizio Barca e dal Ministro per la<br />

Cooperazione Internazionale e l’Integrazione<br />

Andrea Riccardi, attuato mediante il Dipartimento<br />

per lo Sviluppo e la Coesione Economica<br />

e il Dipartimento della Gioventù e del Servizio<br />

Civile nazionale della Presidenza del Consiglio<br />

dei Ministri.<br />

Il bando si pone nell’alveo degli interventi<br />

volti a favorire l’inclusione sociale e la crescita<br />

spirituale ed intellettuale dei giovani nelle regioni<br />

dell’Obiettivo Convergenza e denota, ancora<br />

una volta, la sensibilità delle istituzioni comunitarie<br />

e nazionali verso i grandi temi del sociale:<br />

rispetto della legalità, integrazione delle fasce<br />

deboli, immigrazione, valorizzazione di talenti<br />

dei giovani.<br />

Il Ministro Andrea Riccardi<br />

GIOVANI PER IL SOCIALE<br />

Ai nastri<br />

di partenza il<br />

nuovo bando<br />

L’Europa dunque investe in quei valori che<br />

dovrebbero informare tutta la vita delle nuove<br />

generazioni e lo fa mettendo a disposizione oltre<br />

23.000.000 di euro.<br />

Le risorse, lo ricordiamo, andranno in favore<br />

delle regioni che fanno parte del cosiddetto<br />

Obiettivo Convergenza ossia facenti parte degli<br />

Stati membri il cui PIL pro capite è inferiore al<br />

75% della media comunitaria; volto ad accelerare<br />

la convergenza degli Stati membri e delle regioni<br />

in ritardo di sviluppo allo scopo di favorire le<br />

condizioni per la crescita e l’occupazione attraverso<br />

l’aumento ed il miglioramento della qualità<br />

degli investimenti in capitale fisico e umano, lo<br />

sviluppo dell’innovazione e della società della<br />

conoscenza, dell’adattabilità ai cambiamenti economici.<br />

Il tutto passa, per prima cosa, attraverso una<br />

lettura di quelli che sono i bisogni sociali del<br />

nostro territorio e del nostro tempo, espressi da<br />

una società dove la congiuntura economica negativa<br />

ha creato un clima di insicurezza e scarsa<br />

fiducia da parte dei giovani nelle Istituzioni, nel<br />

futuro e talvolta anche nelle proprie potenzialità;<br />

una società globale e globalizzata in cui talvolta<br />

le nuove generazioni non hanno un adeguato<br />

supporto per la conoscenza e l’accettazione del<br />

“diverso”: dell’immigrato, del diversamente<br />

abile; una società nella quale stenta a radicarsi la<br />

coscienza della cittadinanza europea e la considerazione<br />

delle opportunità di cui questa nuova<br />

condizione potrebbe essere foriera; una società<br />

che, in definitiva, non ha ancora la marcia giusta<br />

per viaggiare alla velocità dei cambiamenti, che<br />

in altre parti dell’Europa si susseguono velocemente.


Principio ispiratore del presente intervento è<br />

quindi la promozione di un Welfare in cui l’azione<br />

delle Istituzioni e degli organismi del privato<br />

sociale possano essere complementari e realizzare<br />

interazioni positive e buone pratiche da prolungare<br />

nel tempo.<br />

E’ proprio questo il terreno su cui le organizzazioni<br />

che operano nel sociale potranno presentare<br />

progetti coerenti rispetto alle necessità<br />

espresse dal contesto locale, da attuarsi con azioni<br />

miranti alla diffusione della legalità tra i giovani,<br />

attraverso l’impegno civico, la cooperazione<br />

ad attività di sostegno alle fasce deboli, la promozione<br />

di attività che avvicinino i giovani alle<br />

Istituzioni, al sostegno alla formazione educativa<br />

e didattica, finalizzate al rispetto dell’obbligo<br />

scolastico, al rafforzamento dell’inclusione sociale,<br />

delle capacità di apprendimento e delle pari<br />

opportunità; alla valorizzazione del capitale<br />

umano in ambito tecnico, scientifico, creativo,<br />

per affinare le potenzialità dei giovani e promuoverne<br />

un adeguato impiego.<br />

Attori protagonisti dei nuovi interventi, cioè<br />

soggetti proponenti i progetti - che potranno<br />

essere presentati entro e non oltre il 7 gennaio<br />

2013 - saranno tutte quelle organizzazioni del<br />

non profit che vanno a costituire nelle nostra<br />

regione quel fitto tessuto che opera avendo come<br />

finalità istituzionale la promozione sociale e l’integrazione<br />

e che ci conferisce, al di là dei primati<br />

negativi che deteniamo, purtroppo, sul versante<br />

economico ed occupazionale, un primato più che<br />

positivo sul piano della cooperazione e della solidarietà<br />

sociale.<br />

Potranno pertanto presentare progetti le<br />

Cooperative Sociali, le Fondazioni, le Organizzazioni<br />

non lucrative e di volontariato, gli Enti<br />

Il Ministro Fabrizio Barca<br />

SCADENZARIO FISCALE<br />

a cura di Michele Carriera<br />

ecclesiastici, gli Enti morali, le Organizzazioni<br />

non governative, anche in partnership con Enti<br />

locali e Università.<br />

Dalla creazione di partnership e ATS ad hoc<br />

per la realizzazione dei progetti non potrà che<br />

derivare una valorizzazione del capitale umano e<br />

delle competenze impiegate e di conseguenza<br />

una maggiore efficacia ed incisività dei progetti<br />

nella fase di concreta realizzazione.<br />

In linea con gli obiettivi dell’Avviso, i destinatari<br />

finali delle azioni ammesse a finanziamento<br />

saranno i giovani appartenenti ad un target predefinito<br />

nei singoli progetti, di età compresa tra i<br />

quattordici e i trentacinque anni.<br />

Le forze e le menti del domani.<br />

Le risorse che, si auspica, saranno i pilastri<br />

della società futura, la società che tutti vorremmo:<br />

consapevole, operosa, ricca spiritualmente,<br />

oltre che economicamente.<br />

ADEMPIMENTO Dicembre 2012 Gennaio 2013<br />

• INPS - PERSONALE DOMESTICO 10<br />

• VERSAMENTO RITENUTE ALLA FONTE SU REDDITI DI LAVORO AUTONOMO,<br />

DIPENDENTE E REDDITI DI CAPITALE DIVERSI CORRISPOSTI (O MATURATI)<br />

NEL MESE PRECEDENTE 17 16<br />

• VERSAMENTO DELLE ADDIZIONALI REGIONALI/COMUNALI<br />

SU REDDITI DI LAVORO DIPENDENTE DEL MESE PRECEDENTE 17<br />

• VERSAMENTO DELL’IVA MENSILE DEL MESE PRECEDENTE 17 16<br />

• VERSAMENTO CONTRIBUTI INPS DM10 17 16<br />

• IMU SALDO 17<br />

• IVA - VERSAMENTO ACCONTO 27<br />

• ELENCHI INTRASTAT - MENSILI 27 25<br />

• ELENCHI INTRASTAT - TRIMESTRALI 25<br />

• INPS - GESTIONE EX ENPALS UNIFICATA 27 25<br />

• DENUNCIA UNIEMENS 31 31<br />

• OPERAZIONI CON PAESI BLACK LIST (soggetti mensili) 31 31<br />

• OPZIONE REGIME DI TRASPARENZA 31<br />

• CANONE RAI 31<br />

47<br />

<strong>CONFCOMMERCIO</strong> INFORMA


48<br />

L@ POSTA<br />

Lettere al Direttore<br />

A proposito<br />

del “RES”<br />

a cura di Leo Carriera<br />

Ci scrivono molti operatori chiedendo qualche<br />

chiarimento sul nuovo tributo relativo alla<br />

raccolta dei rifiuti, il RES. Facciamo una breve<br />

panoramica in attesa delle auspicabili rettifiche<br />

normative.<br />

Apartire dall’1/1/2013 in tutti i comuni<br />

d’Italia si applicherà il nuovo tributo RES<br />

a copertura dei costi relativi sia al servizio<br />

di gestione dei rifiuti urbani sia a quelli dei servizi<br />

indivisibili dei comuni.<br />

Il nuovo tributo RES comprende, oltre alla<br />

quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti,<br />

anche una quota “servizi” per la sicurezza, l’illuminazione<br />

e la gestione delle strade (cd. servizi<br />

indivisibili). Dovrà essere corrisposto da chiunque<br />

possegga, occupi o detenga a qualsiasi titolo,<br />

locali o aree scoperte suscettibili di produrre<br />

rifiuti. Il pagamento sarà annuale e proporzionato<br />

alla quantità e alla qualità media ordinaria di<br />

rifiuti prodotti per unità di superficie, in relazione<br />

agli usi e alla tipologia di attività svolte.<br />

Nel determinare le tariffe, dovrà tenersi conto<br />

sia della quota relativa al costo del servizio, sia di<br />

quella rapportata alla quantità di rifiuti relativi al<br />

servizio fornito e ai costi di gestione. I comuni,<br />

inoltre, potranno decidere di diminuire la tariffa<br />

o di prevedere anche agevolazioni o esenzioni in<br />

caso di produzione ridotta di rifiuti e stabilire<br />

agevolazioni per situazioni di particolare disagio<br />

sociale (ad esempio nel caso di particolari difficoltà<br />

economiche).<br />

La componente “rifiuti” sarà proporzionata<br />

“alle quantità e qualità medie ordinarie<br />

di rifiuti prodotte per unità di superficie,<br />

in relazione agli usi e alla tipologia di attività<br />

svolte” sulla base dei criteri stabiliti da<br />

un apposito regolamento ministeriale che,<br />

sebbene dovesse essere promulgato entro il<br />

31 ottobre 2012, non è ancora stato emanato.<br />

La componente “servizi” sarà calcolata in<br />

base al valore dell’immobile attraverso<br />

un’aliquota comunale, rappresentata da una<br />

maggiorazione pari a 30 centesimi per metro<br />

quadrato, a copertura dei costi relativi ai<br />

servizi indivisibili dei comuni che possono,<br />

con deliberazione del Consiglio Comunale,<br />

aumentare la misura della maggiorazione<br />

fino ad un importo massimo di 40 centesimi<br />

per metro quadro, anche graduandola in<br />

ragione della tipologia dell’immobile e<br />

della zona di ubicazione.<br />

Un confronto evidenziato da uno studio di<br />

Confcommercio fa emergere una maggiorazione<br />

enorme del prelievo con il passaggio al RES che,<br />

anche in considerazione della crisi, diventerebbe<br />

davvero insostenibile per le imprese.<br />

La tassa rifiuti pesa in termini di entrate<br />

comunali per 5.759,8 miliardi di euro, collocandosi<br />

come seconda entrata dopo l’IMU. È<br />

evidente, pertanto, che il passaggio al<br />

nuovo tributo dal 1° gennaio 2013 segnerà<br />

un aumento di fiscalità notevole che graverà<br />

non solo sul sistema imprenditoriale, ma<br />

in generale sul sistema Paese con conseguenti<br />

effetti in termini di riduzione dei<br />

consumi stante un incremento medio dei<br />

costi per il servizio urbano dei rifiuti del<br />

290% e per alcune tipologie di attività incrementi<br />

medi superiori al 400%, come per la<br />

ristorazione, o addirittura al 600%, come per<br />

l’ortofrutta e le discoteche.<br />

La Confcommercio ha evidenziato, pertanto,<br />

la necessità di un intervento normativo che proroghi<br />

l’entrata in vigore del nuovo tributo almeno<br />

fino al 1° gennaio 2014 e l’apertura di un<br />

tavolo tecnico che coinvolga esponenti delle<br />

principali associazioni di categoria coinvolte<br />

affinché ai individuino i coefficienti di produzione<br />

maggiormente vicini alla reale produzione<br />

di rifiuti e facendo tutte le opportune verifiche<br />

affinché non si produca un aggravio talmente<br />

pesante da porre le imprese, in particolar<br />

modo le piccole e medie di settori strategici,<br />

come quelle che operano nel turismo e nella<br />

ristorazione, in una condizione di grande vulnerabilità.<br />

Vi terremo al corrente delle novità.

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