linee_pastorali_2012-2013 - Diocesi di Oria
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Vincenzo Pisanello<br />
Vescovo <strong>di</strong> <strong>Oria</strong><br />
Convocati alla<br />
Tua presenza<br />
Linee Pastorali<br />
per la <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Oria</strong><br />
<strong>2012</strong>-<strong>2013</strong>
In copertIna:<br />
Alcuni momenti della Veglia <strong>di</strong> Pentecoste <strong>2012</strong>. Santuario <strong>di</strong> S. Cosimo alla Macchia.<br />
ImmagInI allÕInterno: Vita et miracula Christi ex novo testamento, G. IOLLAIN,<br />
sec. XVII, coll. privata.
INTRODUZIONE<br />
“La «porta della fede» (cfr At 14,27)<br />
che introduce alla vita <strong>di</strong> comunione<br />
con Dio e permette l’ingresso nella sua<br />
Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile<br />
oltrepassare quella soglia quando<br />
la Parola <strong>di</strong> Dio viene annunciata<br />
e il cuore si lascia plasmare dalla grazia<br />
che trasforma. Attraversare quella<br />
porta comporta immettersi in un cammino<br />
che dura tutta la vita”. 1<br />
Brevi parole, ma straor<strong>di</strong>nariamente dense<br />
<strong>di</strong> significato ed efficaci, capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>re in<br />
maniera semplice e sintetica tutto il mistero<br />
dell’inizio della vita cristiana.<br />
Sono le parole con cui il nostro Papa Benedetto<br />
apre il motu proprio “Porta Fidei”, e<br />
che al documento pontificio danno il nome.<br />
Quando nello scorso autunno il Santo Padre<br />
ha comunicato a tutte le Chiese del mondo la<br />
________<br />
1 Benedetto XVI, Lettera Apostolica in forma <strong>di</strong> motu proprio<br />
Porta Fidei, con la quale si in<strong>di</strong>ce l’anno della fede,<br />
11 ottobre 2011, in AAS 11 (2011) 723-734.<br />
Il cammino<br />
<strong>di</strong> tutta<br />
la vita<br />
3
Un<br />
cammino<br />
insieme<br />
4<br />
sua volontà <strong>di</strong> in<strong>di</strong>re un anno della fede, in occasione<br />
del 50° anniversario dell’apertura del<br />
Concilio Vaticano II, egli ci ha in<strong>di</strong>rizzato un<br />
deciso ed impegnativo invito a ritrovare tutti<br />
insieme l’entusiasmo e il coraggio della nostra<br />
fede in Gesù Cristo.<br />
Un tale invito non solo ci conferma e ci<br />
incoraggia nella nostra scelta <strong>di</strong> lavorare attorno<br />
ad un nuovo progetto per l’iniziazione<br />
cristiana nella nostra Chiesa <strong>di</strong>ocesana, ma le<br />
dona un significativo stimolo, poiché ci ricorda<br />
come il dono iniziale che Dio fa ad ognuno, il<br />
dono della fede appunto, faccia iniziare poi un<br />
cammino nel quale tutti abbiamo il compito <strong>di</strong><br />
sostenerci e <strong>di</strong> nutrirci a vicenda.<br />
Attraversata la porta della fede, per continuare<br />
ad usare l’immagine suggestiva del Santo<br />
Padre, ognuno deve poter trovare una comunità<br />
che sappia accoglierlo ed accompagnarlo,<br />
sia capace <strong>di</strong> allestire attorno a lui e con<br />
lui spazi <strong>di</strong> fraternità, occasioni <strong>di</strong> riflessione e<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> conoscenza sempre più approfon<strong>di</strong>ta<br />
ed articolata del mysterium fidei, soprattutto<br />
sappia aiutarlo a far <strong>di</strong>ventare quella<br />
fiducia in Dio che è apparsa nel suo cuore un<br />
<strong>di</strong>alogo con Lui nella preghiera, comunitaria e<br />
personale.<br />
Insomma, proprio la centralità della fede
nella vita cristiana che il Papa richiama a tutti<br />
noi, ci chiede <strong>di</strong> saper trasformare il volto<br />
della nostra Chiesa perché <strong>di</strong>venti sempre più<br />
eloquente <strong>di</strong> questa fede, e sappia così essere<br />
segno per tutti: per chi ha da poco ricevuto<br />
il dono <strong>di</strong>vino, e sta cercando fratelli e sorelle<br />
adulti nella fede che sapientemente lo introducano<br />
alla vita cristiana che scaturisce da<br />
quell’inizio santo; ma anche per chi ha ricevuto<br />
quel dono da tempo, ma non ha saputo<br />
prendersene cura e ne sta intravedendo <strong>di</strong><br />
nuovo la bellezza, ma ha bisogno <strong>di</strong> essere incoraggiato<br />
in questa nuova aurora <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong><br />
speranza, perché il germoglio che finalmente<br />
sta riapparendo non perda ancora una volta la<br />
sua vitalità; ed infine anche per coloro che ancora<br />
non riescono ad attraversare quella soglia,<br />
e stanno cercando nel loro cuore la verità e la<br />
luce <strong>di</strong> Dio. Anche a costoro, a noi fratelli nella<br />
comune umanità se non nella fede con<strong>di</strong>visa,<br />
possiamo e dobbiamo accostarci, in un clima<br />
<strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> confronto sereno e<br />
fiducioso, perché la loro ricerca si nutra della<br />
nostra testimonianza, e possa proseguire ulteriormente<br />
verso un orizzonte sempre più alto.<br />
Sapremo rispondere a questo appello del<br />
Papa? Come ci siamo detti anche all’interno<br />
del nostro ultimo Convegno Diocesano, cele-<br />
5
6<br />
brato nello scorso mese <strong>di</strong> giugno, sollecitati<br />
dalle riflessioni <strong>di</strong> fratel Enzo Biemmi, sapremo<br />
mantenere viva la coscienza che sarà impossibile<br />
metter mano ad una progettualità pastorale<br />
senza mettere in gioco noi stessi, e la qualità<br />
della nostra vita cristiana? Gli adulti a cui dobbiamo<br />
pensare, ci è stato detto in quell’occasione,<br />
siamo soprattutto noi, noi sacerdoti, noi<br />
catechisti, noi operatori <strong>pastorali</strong>. È la nostra<br />
fede che dobbiamo nutrire, perché a partire<br />
da essa riusciremo ad accompagnare nella sua<br />
crescita anche la fede dei fratelli e delle sorelle.<br />
Sì, l’iniziazione cristiana è soprattutto questione<br />
<strong>di</strong> fede, come <strong>di</strong>ceva Sant’Ambrogio, che<br />
invitava a “essere iniziati alla fede in Dio” 2 . Il<br />
dono <strong>di</strong> Dio, il suo amore per noi, è più importante<br />
del nostro impegno personale, è la con<strong>di</strong>zione<br />
che sostiene anche la nostra volontà e<br />
la nostra scelta.<br />
________<br />
2 Ambrogio <strong>di</strong> Milano, Abramo II, 5,22, in Opera omnia<br />
<strong>di</strong> Sant’Ambrogio 2/II. Abramo, a cura <strong>di</strong> F. Gori,<br />
Biblioteca Ambrosiana-Città Nuova, Milano-Roma, 1984,<br />
p. 157.
L’EUCARESTIA, SACRAMENTO<br />
DELLA FEDELTÀ<br />
Quando comunemente parliamo <strong>di</strong> iniziazione<br />
cristiana, tutti pensiamo subito ai tre sacramenti<br />
in cui essa consiste, poiché in senso<br />
stretto sono il Battesimo, la Confermazione e<br />
l’Eucarestia ad iniziare una persona, rendendola<br />
cristiana ed inserendola nel Corpo ecclesiale<br />
3 . Sono questi segni sacramentali ad iniziarci<br />
alla fede e alla vita cristiana, e ciò nel senso<br />
che è Dio, con la sua grazia, a farci questo<br />
dono. Diventare cristiani è frutto dell’amore<br />
e della grazia <strong>di</strong> Dio! Facendo riferimento al<br />
testo conciliare Ad Gentes 14 4 , il RICA (Rito<br />
________<br />
3 A questo proposito l’introduzione del RICA, al n. 8,<br />
<strong>di</strong>ce: “l’iniziazione cristiana non è altro che la prima<br />
partecipazione sacramentale alla morte e resurrezione<br />
<strong>di</strong> Cristo” (CEI, “Introduzione Generale” 8, in Rito<br />
dell’iniziazione cristiana degli adulti, LEV, Città del Vaticano,<br />
1978, p. 29).<br />
4 “I catecumeni siano convenientemente iniziati al mistero<br />
della salvezza ed alla pratica della morale evangelica,<br />
e me<strong>di</strong>ante dei riti sacri, da celebrare successivamente,<br />
siano introdotti nella vita religiosa, liturgica<br />
e caritativa del popolo <strong>di</strong> Dio. In seguito, liberati grazie<br />
ai sacramenti dell’iniziazione cristiana dal potere del<br />
7
Iniziati<br />
alla fede dai<br />
Sacramenti<br />
nella<br />
loro unità<br />
8<br />
dell’Iniziazione Cristiana degli Adulti) nella sua<br />
Introduzione Generale ci ricorda:<br />
“Per mezzo dei sacramenti dell’iniziazione<br />
cristiana, gli uomini, uniti a<br />
Cristo nella sua morte, nella sua sepoltura<br />
e resurrezione, vengono liberati<br />
dal potere delle tenebre, ricevono lo Spirito<br />
<strong>di</strong> adozione a figli e celebrano, con<br />
tutto il popolo <strong>di</strong> Do, il memoriale della<br />
morte e resurrezione del Signore” 5 .<br />
Noi siamo iniziati, dunque, dai sacramenti.<br />
E i tre sacramenti dell’iniziazione cristiana<br />
costituiscono una unità organica, ognuno <strong>di</strong><br />
essi è costituto in intima connessione con gli<br />
altri due, tanto che si comprende nella sua<br />
realtà solo se messo in relazione con gli al-<br />
________<br />
le tenebre, morti e sepolti e risorti insieme con il Cristo,<br />
ricevono lo Spirito <strong>di</strong> adozione a figli e celebrano il memoriale<br />
della morte e della resurrezione del Signore con<br />
tutto il popolo <strong>di</strong> Dio.” (Ad Gentes 14).<br />
5 CEI,”Introduzione generale”..., p. 17.
tri, verso i quali esso tende o da cui proviene<br />
come sviluppo e fioritura. Unico è l‘orizzonte<br />
nel quale dobbiamo pensare l’iniziazione,<br />
anche se la nostra prassi sacramentale tra<strong>di</strong>zionale<br />
occidentale, ormai molto lunga, non ci<br />
aiuta a mantenere il pensiero <strong>di</strong> questa unità<br />
fondamentale. Se continuiamo a <strong>di</strong>re, e a pensare,<br />
che si <strong>di</strong>venta cristiani con il Battesimo,<br />
qual è dunque lo scopo della Confermazione<br />
e dell’Eucarestia? Se, come ci ha ricordato il<br />
passo citato dell’introduzione al RICA, essere<br />
iniziati significa essere uniti al mistero pasquale<br />
<strong>di</strong> Cristo, una tale immersione avviene solo<br />
con il Battesimo, la Confermazione e l’Eucarestia<br />
insieme. Se continuiamo a pensare che nel<br />
Battesimo c’è già tutto, perché dobbiamo celebrare<br />
anche la Confermazione e l’Eucarestia?<br />
Ma accanto a questa considerazione della<br />
loro profonda unità, va anche detto che all’interno<br />
<strong>di</strong> questo <strong>di</strong>namismo sacramentale vi è<br />
un or<strong>di</strong>ne, una sequenza, una sorgente e una<br />
meta. Nel Battesimo non accade già tutto, ma<br />
inizia un cammino che culmina, lo sappiamo<br />
bene, nell’Eucarestia. La partecipazione all’Eucarestia,<br />
infatti, manifesta pienamente quella<br />
maturazione cristiana <strong>di</strong> chi ha compiuto l’itinerario<br />
<strong>di</strong> iniziazione ed ora può finalmente<br />
partecipare pienamente al banchetto del Si-<br />
Dal<br />
Battesimo<br />
all’Eucarestia<br />
9
10<br />
gnore, che lo nutre e lo abilita a compiere nel<br />
mondo la missione dei <strong>di</strong>scepoli <strong>di</strong> Cristo, inseriti<br />
definitivamente nel suo Corpo. Non voglio<br />
qui entrare nella questione dell’or<strong>di</strong>ne e<br />
dei tempi della celebrazione dei tre sacramenti,<br />
che avrebbe bisogno <strong>di</strong> un esame più approfon<strong>di</strong>to<br />
e che sarà possibile affrontare insieme<br />
in altri luoghi. Ma desidero richiamare a tutti<br />
l’importanza decisiva che ha la celebrazione<br />
dell’Eucarestia nel cammino iniziatico.<br />
Deriva <strong>di</strong>rettamente da questa forte incidenza,<br />
l’importanza che l’Eucarestia ha anche nei<br />
riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> tanti nostri fratelli e <strong>di</strong> tante nostre<br />
sorelle che, pur già iniziati in senso stretto,<br />
hanno smarrito il senso della fede e si riaffacciano<br />
sulla soglia delle nostre comunità, pur se<br />
spinti da svariate e spesso immature o incomplete<br />
motivazioni.<br />
Chi chiede, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente,<br />
<strong>di</strong> essere re-introdotto (concedetemi questa<br />
espressione forse teologicamente non precisa,<br />
ma capace <strong>di</strong> esprimere tante situazioni <strong>pastorali</strong><br />
davanti alle quali ci troviamo nel nostro<br />
lavoro quoti<strong>di</strong>ano) nella comunità cristiana e<br />
nuovamente appassionato alla bellezza della<br />
nostra fede in Gesù Cristo, non può trovare<br />
nella celebrazione eucaristica, soprattutto quel-
la domenicale, un luogo e un’occasione per<br />
realizzare tale desiderio?<br />
Anche in questa <strong>di</strong>rezione Biemmi ci ha fornito<br />
suggestioni preziose, quando ci ha detto<br />
che c’è un luogo in cui tutti, come popolo <strong>di</strong><br />
Dio, siamo chiamati continuamente a rinnovarci<br />
e a riorientarci verso il Signore, ed è la<br />
domenica, che al suo cuore ha la celebrazione<br />
eucaristica. Se a tanti fratelli è necessario<br />
essere accompagnati da noi a riscoprirla gradualmente,<br />
a tutti noi forse è invece necessario<br />
reimparare a viverla nella sua autenticità e<br />
bellezza. Dove costruiremo comunità adulte e<br />
gioiose, incontrando le quali i nostri fratelli potranno<br />
risentire il fascino della fede e far rinascere<br />
in loro il desiderio <strong>di</strong> avvicinarsi a Cristo<br />
e al vangelo?<br />
Dove troveremo l’antidoto al veleno dell’in<strong>di</strong>vidualismo<br />
e dell’isolamento, che in tempi<br />
<strong>di</strong>fficili come il nostro è sempre in agguato<br />
nel nostro cuore, anche nel nostro cuore <strong>di</strong><br />
credenti, se non nelle nostre assemblee domenicali,<br />
radunate dalla voce del Signore che ci<br />
chiama ad uscire dalle nostre case per celebrare<br />
il suo giorno, ma che è anche il giorno della<br />
comunità?<br />
Dove ci nutriremo del perdono <strong>di</strong> Dio per<br />
costruire relazioni fraterne, accoglienti, impa-<br />
La domenica<br />
nel cammino<br />
verso Dio<br />
Giorno del<br />
Signore<br />
e giorno<br />
della<br />
Comunità<br />
11
12<br />
rando a perdonarci tra <strong>di</strong> noi, a saper stare<br />
insieme anche se <strong>di</strong>versi? Forse non nell’atto<br />
penitenziale, che facciamo ogni settimana insieme<br />
all’inizio della messa?<br />
E dove impareremo a fermarci, a sostare,<br />
ritrovando un po’ <strong>di</strong> pacatezza, e quel clima<br />
<strong>di</strong> silenzio e <strong>di</strong> concentrazione che sempre è<br />
necessario per ascoltare gli altri e Dio - e forse<br />
anche noi stessi! - se non in quel continuo<br />
dono della sua Parola che Dio ci fa nell’Eucarestia?<br />
E poi come faremo a crescere nell’or<strong>di</strong>nare<br />
i nostri desideri, e le nostre preghiere a Dio,<br />
se non ispirandoci alla Parola ascoltata che <strong>di</strong>venta<br />
invocazione, e che dalla Chiesa ci viene<br />
in<strong>di</strong>cata come una preghiera per i nostri fratelli<br />
nella fede, per i popoli della terra che riconosciamo<br />
a noi vicini nella comune umanità, e<br />
per i loro governanti, per i nostri fratelli più<br />
poveri, per noi stessi?<br />
E soprattutto quale sarà la vera scuola, per<br />
noi, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione e <strong>di</strong> comunione, se non<br />
la memoria del Signore Gesù che ha offerto la<br />
sua vita in riscatto per noi e per le moltitu<strong>di</strong>ni,<br />
chiedendoci <strong>di</strong> mantenere desto in noi il senso<br />
<strong>di</strong> questo gesto attraverso una scelta quoti<strong>di</strong>ana<br />
<strong>di</strong> solidarietà, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, <strong>di</strong> fraternità?<br />
Ecco, mi sembra <strong>di</strong> poter in<strong>di</strong>care nella ri-
scoperta della domenica il luogo vero <strong>di</strong> rieducazione<br />
per noi stessi alla fede. Solo così,<br />
se ce ne riappropriamo noi stessi, esso <strong>di</strong>venterà<br />
anche un luogo <strong>di</strong> trasmissione della fede<br />
agli altri, un vero luogo iniziatico anche per<br />
chi è lontano. Attraverso il nostro modo personale<br />
<strong>di</strong> vivere la domenica, e la capacità che<br />
avremo <strong>di</strong> trarne conseguenze concrete per il<br />
nostro stile <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ano, chi ha perso il<br />
gusto della fede potrà incontrare cristiani adulti<br />
gioiosi, cre<strong>di</strong>bili, capaci <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficare luoghi,<br />
tempi e spazi autenticamene evangelici.<br />
13
Cristiani<br />
già e<br />
non ancora<br />
14<br />
LA CATECHESI CON GLI ADULTI<br />
Qual è lo spazio, in questo cammino, per<br />
l’accompagnamento delle persone, per la loro<br />
formazione cristiana, e in particolare per la<br />
catechesi? Di nuovo è l’Eucarestia a suggerirci<br />
una risposta. Il fatto che essa viene ripetuta,<br />
e non basta celebrarla una volta per tutte,<br />
come invece è per il Battesimo e la Cresima,<br />
ci ricorda la <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> cammino che ha la<br />
vita cristiana, sia nella sua <strong>di</strong>mensione iniziale,<br />
quando si tratta <strong>di</strong> essere introdotti ad essa, sia<br />
nella sua <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> itinerario esistenziale<br />
quoti<strong>di</strong>ano, <strong>di</strong> pellegrinaggio esistenziale e spirituale<br />
continuo. È l’Eucarestia, che celebriamo<br />
non all’inizio e basta, ma <strong>di</strong> nuovo e sempre, a<br />
<strong>di</strong>rci che coloro che sono stati iniziati alla fede<br />
non devono mai cessare <strong>di</strong> esserlo. Noi siamo<br />
già cristiani, ma non finiamo mai <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventarlo!<br />
Solo la perseveranza dona al cammino iniziatico<br />
e iniziale la sua verità!<br />
In questo senso, le persone che definiamo<br />
lontane, o quelle che chiamiamo ricomincianti,<br />
o i genitori che chiedono i sacramenti per<br />
i figli nelle nostre parrocchie ma senza vere<br />
motivazioni personali e profonde, affacciandosi<br />
nel nostro mondo ma guardandosi bene dal<br />
manifestare una vera volontà <strong>di</strong> coinvolgimen-
to, forse tutti costoro - pensiamoci! - non sono<br />
poi così <strong>di</strong>versi da noi stessi. Noi, come loro,<br />
stiamo camminando nella vita e stiamo – in un<br />
certo senso - <strong>di</strong>ventando cristiani. Noi, come<br />
loro, siamo stati già iniziati, ma è ancora davanti<br />
a noi il cammino della vita cristiana. Forse da<br />
questa rinnovata coscienza <strong>di</strong> vicinanza, che<br />
spero non vi apparirà troppo ardua se osa mettere<br />
accanto chi è cristiano consapevolmente e<br />
liberamente e chi invece sembra aver smarrito<br />
la via della fede, nascerà un senso <strong>di</strong> fraternità,<br />
<strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong> simpatia, che costituirà<br />
come il terreno fertile <strong>di</strong> ogni nostra iniziativa<br />
pastorale. Permettetemi <strong>di</strong> ricordare, a me stesso<br />
e a voi, che non faremo molta strada con<br />
il nostro rinnovamento pastorale se non cercheremo<br />
tutti insieme, come singole persone e<br />
come comunità cristiana, uno stile accogliente<br />
e attento, privo <strong>di</strong> ogni giu<strong>di</strong>zio sulle persone e<br />
capace <strong>di</strong> quell’amore, quella sapienza comunicativa,<br />
quella franchezza ferma e fiduciosa,<br />
che caratterizzava Gesù nei suoi incontri con<br />
le persone.<br />
Se siamo tutti in cammino, gli uni accanto<br />
agli altri, se tutti stiamo percorrendo la strada,<br />
siamo per via, ecco lo spazio per la catechesi:<br />
tutti possiamo sostenerci, mentre camminiamo,<br />
con la riflessione con<strong>di</strong>visa come fratelli, con<br />
Lo stile<br />
del cammino<br />
ecclesiale<br />
15
Adulti<br />
per<br />
adulti<br />
16<br />
l’approfon<strong>di</strong>mento della nostra fede, con la<br />
messa in comune delle scoperte gioiose che<br />
essa ci fa fare ma anche dei dubbi che sembrano<br />
spesso accompagnarla nei nostri cuori.<br />
Sì, l’iniziazione cristiana richiede tempo, è un<br />
cammino a volte lungo, che è sempre complesso<br />
perchè costituito da <strong>di</strong>versi elementi e<br />
<strong>di</strong>mensioni, che insieme costituiscono come<br />
il terreno su cui si posa il dono <strong>di</strong> Dio fatto<br />
a noi nei sacramenti. Questo cammino è delicato,<br />
soprattutto per gli adulti, che hanno<br />
un’esperienza <strong>di</strong> vita con la quale confrontano<br />
la fede a cui sono stati iniziati da bambini, in<br />
un percorso che non sempre è lineare, scevro<br />
<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni, ma anche denso <strong>di</strong> intuizioni<br />
e <strong>di</strong> scelte coraggiose. Dobbiamo <strong>di</strong>ventare<br />
capaci <strong>di</strong> essere compagni <strong>di</strong> questo cammino,<br />
percorrendo insieme a loro la strada della vita<br />
perché sia illuminata dal dono della fede.<br />
Riusciremo ad incontrare gli adulti solo da<br />
adulti, e solo all’interno <strong>di</strong> comunità che hanno<br />
un volto adulto. Ancora una volta è in gioco la<br />
qualità della nostra vita cristiana. E se la domenica<br />
sarà il luogo sorgivo <strong>di</strong> questa nostra<br />
crescita, lo stile, i tempi, i contenuti e le modalità<br />
<strong>di</strong> questo lavoro pastorale con gli adulti<br />
potranno e dovranno costituire il nostro sforzo<br />
<strong>di</strong> rinnovamento e <strong>di</strong> progettualità futura.
In questo sforzo ognuno <strong>di</strong> noi potrà mettere<br />
la sua creatività, il suo genio pastorale, le sue<br />
intuizioni. Ma soprattutto ognuno è chiamato<br />
a non sottovalutare la necessità <strong>di</strong> ritrovarci<br />
insieme in una mentalità nuova. Non siamo<br />
un’azienda il cui interesse è <strong>di</strong> produrre continuamente,<br />
sempre <strong>di</strong> più e sempre prodotti<br />
originali. Sarà invece a partire da una mentalità<br />
nuova e con<strong>di</strong>visa che potremo progettare.<br />
Questo, comprendete bene, che in prima<br />
istanza non vuol <strong>di</strong>re ritrovarsi tutti in cose da<br />
fare, ma entrare nel <strong>di</strong>namismo proprio <strong>di</strong> una<br />
Chiesa che per natura evangelizza, che ritrova<br />
la sua identità nell’annuncio del Vangelo: questa<br />
è la nostra novità!<br />
Ma permettetemi almeno <strong>di</strong> richiamare alcune<br />
istanze che dovremo tutti tener presente.<br />
La prima è che al centro del lavoro catechistico<br />
ci dovranno essere le persone, e non i programmi,<br />
o i contenuti. E se i contenuti non potranno<br />
non essere importanti - pena la per<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> sistematicità e <strong>di</strong> organicità della catechesi<br />
– tuttavia essi dovranno essere misurati sulle<br />
persone coinvolte, articolati in base alle situazioni<br />
<strong>di</strong> vita, presentati come risposte <strong>di</strong> senso<br />
e <strong>di</strong> orientamento a quelle situazioni concrete.<br />
Un adulto non vuole più andare a scuola, o<br />
per lo meno non in una scuola che gli fa sape-<br />
Al centro<br />
la persona<br />
17
Rispetto<br />
dell’adulto<br />
Quando<br />
incontrare<br />
gli adulti<br />
18<br />
re tante cose, ma nessuna in grado <strong>di</strong> aiutarlo<br />
ad affrontare le situazioni della vita.<br />
Il secondo elemento che propongo all’attenzione<br />
<strong>di</strong> tutti, mentre cerchiamo insieme <strong>di</strong><br />
dare importanza e spazio alla catechesi con gli<br />
adulti, è che nei meto<strong>di</strong>, nei programmi, negli<br />
stili <strong>di</strong> questa catechesi tutto deve essere fatto<br />
rispettando l’adultità <strong>di</strong> chi ve ne prende parte.<br />
Non parlare sempre, ma saper ascoltare le<br />
persone che incontriamo e che sono portatrici<br />
<strong>di</strong> una straor<strong>di</strong>naria ricchezza <strong>di</strong> esperienze; rispettare<br />
ciò che ogni persona ha elaborato in<br />
base alla sua esperienza <strong>di</strong> vita; lasciare uno<br />
spazio autentico <strong>di</strong> partecipazione responsabile,<br />
non passiva e passivizzante; adattarsi ai<br />
tempi non <strong>di</strong>stesi <strong>di</strong> una persona adulta che<br />
ha tante responsabilità; saper <strong>di</strong>alogare con la<br />
cultura o<strong>di</strong>erna nella sua complessità: ecco alcuni<br />
degli elementi che devono caratterizzare<br />
la nostra proposta catechistica ad un gruppo<br />
<strong>di</strong> adulti.<br />
Non possiamo fare a meno anche <strong>di</strong> un riferimento<br />
all’aspetto dell’organizzazione della<br />
vita concreta delle nostre comunità. Gli orari<br />
sono quelli adatti alla vita <strong>di</strong> un adulto? Il linguaggio<br />
è quello che può suonare interessante<br />
ad una persona adulta? La capacità <strong>di</strong> dosare<br />
silenzio e parola, ascolto dell’altro e annuncio
all’altro, è rispettoso della vita adulta <strong>di</strong> chi abbiamo<br />
<strong>di</strong> fronte? Dobbiamo chiederci tutti insieme<br />
come iniziare a <strong>di</strong>sorganizzare la nostra<br />
organizzazione, troppo a misura <strong>di</strong> bambino e<br />
poco <strong>di</strong> adulto!<br />
19
Educare<br />
educandosi<br />
alla<br />
celebrazione<br />
Eucaristica<br />
20<br />
ALCUNE SCELTE PASTORALI<br />
In relazione ai due temi che mi sono permesso<br />
<strong>di</strong> offrire alla considerazione <strong>di</strong> tutti,<br />
vorrei ora richiamare brevemente alcuni aspetti<br />
del lavoro pastorale che possono dare concretezza<br />
e slancio ad essi.<br />
1. Innanzitutto occorrerà fare tutti insieme<br />
uno sforzo <strong>di</strong> educazione alla celebrazione domenicale,<br />
se vogliamo che le nostre assemblee<br />
domenicali vivano secondo l’insegnamento<br />
del Concilio una “piena, consapevole e attiva<br />
partecipazione alle attività liturgiche, richiesta<br />
dalla natura stessa della liturgia” 6 .<br />
Gesù, durante l’ultima cena, ha detto ai suoi<br />
<strong>di</strong>scepoli: “Capite quello che ho fatto per voi?”<br />
(Gv 13, 12). Ecco, chiedo innanzitutto a coloro<br />
che presiedono le assemblee domenicali, ai<br />
miei fratelli presbiteri, <strong>di</strong> portare sempre nel<br />
loro cuore questa domanda <strong>di</strong> Gesù. Se non<br />
vogliamo cadere in un ritualismo sterile e incapace<br />
<strong>di</strong> nutrire la fede, dobbiamo costantemen-<br />
________<br />
6 Sacrosanctum Concilium n. 14.
te aiutare i fratelli e le sorelle che partecipano<br />
alle nostre celebrazioni domenicali a comprendere<br />
ciò che stanno facendo. Fare senza capire<br />
ciò che si fa è il principale ostacolo ad<br />
una celebrazione autentica e fruttuosa! Come<br />
potremo interiorizzare il significato <strong>di</strong> ciò che<br />
stiamo celebrando, se non ne capiamo il senso,<br />
se non possiamo cogliere il collegamento<br />
tra i gesti liturgici e il mistero <strong>di</strong> Cristo che essi<br />
contengono ed esprimono! Chi presiede deve<br />
avere come preoccupazione costante quella<br />
dell’educazione dell’assemblea. Chiedo ai presbiteri,<br />
allora, <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi, nella formazione e<br />
nella preghiera, ad una autentica intelligenza<br />
spirituale della liturgia eucaristica, perché sappiano<br />
nutrirsene personalmente e così siano<br />
capaci <strong>di</strong> dare questo stesso nutrimento ai propri<br />
fratelli. E questo a partire dall’omelia. Ha<br />
scritto <strong>di</strong> recente il liturgista Goffredo Boselli,<br />
che nei mesi scorsi ha incontrato i presbiteri<br />
più giovani della nostra <strong>di</strong>ocesi:<br />
“Appare urgente anzitutto che<br />
l’omelia si riappropri della sua naturale<br />
<strong>di</strong>mensione mistagogica. Occorre<br />
che l’omileta sappia sapientemente<br />
integrare esegesi biblica ed esegesi liturgica.<br />
Per questo, non ci può essere<br />
21
22<br />
mistagogia senza mistagoghi, perché<br />
solo chi è iniziato può iniziare altri,<br />
solo chi ha avuto accesso al mistero e lo<br />
ha contemplato può essere mistagogo.<br />
Solo presbiteri iniziati al mistero <strong>di</strong> Dio<br />
contenuto nelle Scritture e celebrato<br />
nella liturgia, ovvero presbiteri che<br />
fanno della Parola <strong>di</strong> Dio e della liturgia<br />
l’alimento quoti<strong>di</strong>ano della loro<br />
vita spirituale, solo questi sono resi capaci<br />
<strong>di</strong> portare altri dentro a quel mistero<br />
<strong>di</strong> cui loro per primi hanno fatto<br />
esperienza” 7 .<br />
Che senso avrebbe preparare tutto, gestire<br />
lo svolgimento delle nostre eucaristie stando<br />
attenti ad ogni particolare, seguire alla perfezione<br />
tutte le rubriche dei libri liturgici, se il<br />
cuore non vive ogni cosa come un legame al<br />
mistero pasquale <strong>di</strong> Cristo? E se non impara a<br />
farlo mentre celebra, in un clima <strong>di</strong> raccoglimento,<br />
<strong>di</strong> preghiera, <strong>di</strong> ascolto, <strong>di</strong> lode? Ogni<br />
comunità cristiana, parrocchiale soprattutto,<br />
ma anche religiosa, ogni associazione, movi-<br />
7 G. Boselli, Il senso spirituale della liturgia, E<strong>di</strong>zioni<br />
Qiqaion, Magnano, 2011, p. 146.
mento e confraternita, trovi in quest’anno il<br />
modo per fare una vera catechesi mistagogica<br />
sull’Eucarestia e sul Giorno del Signore. Aiutiamoci<br />
a portare la mente e il cuore a ciò che <strong>di</strong>ciamo<br />
e a ciò che facciamo insieme durante la<br />
celebrazione domenicale. Stiamo lontani da un<br />
meccanicismo che ci fa <strong>di</strong>re sempre le stesse<br />
cose, fare sempre gli stessi gesti, senza riuscire<br />
ad abbeverarci alla loro bellezza intima e profonda,<br />
al loro significato <strong>di</strong> fede. Molto spesso<br />
negli antichi cori delle Comunità Religiose si<br />
trova questa iscrizione: “Si cor non orat, invano<br />
os laborat” (“Se il cuore non prega, invano<br />
lavora la bocca”). Ricor<strong>di</strong>amocene sempre.<br />
2. La seconda scelta concreta riguarda la catechesi<br />
con gli adulti. Non siamo ancora nella<br />
fase in cui il nostro progetto <strong>di</strong>ocesano ha una<br />
forma precisa, ma possiamo iniziare tutti insieme<br />
a muoverci verso un coinvolgimento più<br />
organico e sistematico dei genitori dei nostri<br />
fanciulli e ragazzi. Ho già suggerito, nelle <strong>linee</strong><br />
<strong>pastorali</strong> dello scorso anno, <strong>di</strong> chiedere a coloro<br />
che in questi ultimi anni hanno frequentato<br />
la nostra Scuola <strong>di</strong>ocesana per operatori <strong>pastorali</strong>,<br />
concludendo il loro itinerario formativo, <strong>di</strong><br />
avviare percorsi <strong>di</strong> accompagnamento e <strong>di</strong> catechesi<br />
con i genitori. Riba<strong>di</strong>sco questo invito,<br />
In cammino<br />
con gli adulti<br />
23
24<br />
perché mi sembra una risorsa preziosa per le<br />
nostre comunità parrocchiali. La proposta della<br />
catechesi, per sua natura, deve essere rivolta<br />
a tutte le età della vita, “ma è importante e<br />
urgente pensarla e organizzarla a partire dalla<br />
catechesi degli adulti” 8 .<br />
Mi limito a darvi alcune suggestioni: innanzitutto<br />
la capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo e <strong>di</strong> accompagnamento<br />
con gli adulti che stanno cercando<br />
Dio, e un senso alla propria esistenza, non ci<br />
chiederà forse <strong>di</strong> saper <strong>di</strong>scernere i segni della<br />
presenza <strong>di</strong> questa ricerca nella vita delle<br />
persone? Dovremo essere capaci <strong>di</strong> un “sesto<br />
senso” <strong>di</strong> natura spirituale per ascoltare con rispetto<br />
e riconoscere la bontà <strong>di</strong> ciò che la loro<br />
coscienza ha saputo trovare, <strong>di</strong> un’accoglienza<br />
per certe intuizioni, costruite sui vissuti personali<br />
o sulle riflessioni intellettuali, <strong>di</strong> cui ogni<br />
adulto è portatore, <strong>di</strong> una vera e cor<strong>di</strong>ale stima<br />
per condotte <strong>di</strong> vita spesso esemplari, anche se<br />
lontane dall’esplicita osservanza religiosa, insomma<br />
dobbiamo imparare a valorizzare tanti<br />
presentimenti <strong>di</strong> Dio <strong>di</strong> cui la vita <strong>di</strong> tante<br />
________<br />
8 Vescovi del Belgio, Diventare adulti nella fede, Elle<strong>di</strong>ci,<br />
Leumann, 2007, p. 14.
persone è carica. Si tratta <strong>di</strong> fare un lavoro <strong>di</strong><br />
accompagnamento delle apicalità della vita, ci<br />
è stato detto, quelle felici come la nascita <strong>di</strong> un<br />
bambino, o quelle legate ai drammi e alle ferite<br />
della vita, la malattia, il lutto, la delusione.<br />
Esserci, rimanere accanto, con<strong>di</strong>videre le gioie<br />
e le speranze, le sofferenze e i limiti, come ci<br />
ha insegnato il Concilio Vaticano II: ecco il primo<br />
lavoro pastorale. E poi, all’interno <strong>di</strong> quella<br />
relazione <strong>di</strong> vicinanza e <strong>di</strong> amicizia, imparare<br />
a far risuonare il vangelo, la buona notizia che<br />
Dio ci ama, sempre, e non si stanca <strong>di</strong> noi,<br />
anche quando gli altri si sono stancati <strong>di</strong> noi,<br />
anche quando noi stessi ci siamo stancati <strong>di</strong><br />
noi, e <strong>di</strong> Dio. Insegnare che la gioia e le gioie<br />
della vita hanno una fonte, e i doni vengono<br />
dalla mano <strong>di</strong> un donatore, e reimparare la<br />
grammatica del ringraziamento, che è appunto<br />
una grammatica eucaristica.<br />
3. Una terza prospettiva <strong>di</strong> impegno ci è data<br />
dall’anno della fede. Come comunità <strong>di</strong>ocesana<br />
vivremo insieme l’apertura <strong>di</strong> questo anno<br />
interamente de<strong>di</strong>cato alla fede, nella Basilica<br />
del SS. Rosario in Francavilla Fontana il prossimo<br />
11 ottobre.<br />
Altre iniziative in questi prossimi mesi, per<br />
rispondere all’invito del Papa, saranno:<br />
L’Anno<br />
della<br />
Fede<br />
25
26<br />
a. Pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano in Terra Santa (in<br />
giugno-luglio <strong>2013</strong>);<br />
b. Pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano a Roma, sulla tomba<br />
degli Apostoli Pietro e Paolo (in ottobre<br />
<strong>2013</strong>);<br />
c. Settimana biblica con riflessioni <strong>di</strong> Sr. Elena<br />
Bosetti (26-28 febbraio <strong>2013</strong>);<br />
d. Incontri <strong>di</strong> formazione permanente con<strong>di</strong>visa<br />
da laici e clero su questi temi:<br />
• la fede nel Catechismo della Chiesa<br />
Cattolica (22 novembre <strong>2012</strong>: incontro<br />
con Mons. Guido Benzi, Direttore dell’Ufficio<br />
Catechistico Nazionale);<br />
• il rapporto tra fede e ragione (11 <strong>di</strong>cembre<br />
<strong>2012</strong>: incontro con Mons. Mario<br />
Pangallo);<br />
• la fede <strong>di</strong> fronte alle sfide del nostro<br />
tempo (17 gennaio <strong>2013</strong>: incontro con il<br />
Prof. Michele Illiceto);<br />
• ricordando il Concilio (20 marzo <strong>2013</strong>:<br />
incontro con S.E. Mons. Luigi Bettazzi,<br />
Vescovo emerito <strong>di</strong> Ivrea).<br />
e. Ciclo <strong>di</strong> incontri su fede e cultura;<br />
f. Corso Base <strong>di</strong> formazione alla Nuova Evangelizzazione;<br />
ed infine chiuderemo insieme questo tempo <strong>di</strong><br />
grazia il 24 novembre <strong>2013</strong>, con la concelebrazione<br />
eucaristica nella nostra Cattedrale in <strong>Oria</strong>.
CONCLUSIONE<br />
Al termine <strong>di</strong> questo breve programma pastorale<br />
che più che in<strong>di</strong>care date e attività concrete<br />
vuole far circolare idee e riflessioni, le più<br />
con<strong>di</strong>vise possibile, vorrei rivolgervi un’ultima<br />
parola. Come vostro Vescovo sono impegnato<br />
a scrutare l’orizzonte, a vegliare come sentinella<br />
sul cammino verso il futuro. La fedeltà<br />
al vangelo, che è il primo dei miei compiti, ci<br />
spinge in realtà tutti in avanti. Proprio l’adesione<br />
alla Parola <strong>di</strong> Dio ci chiede <strong>di</strong> dare intensità<br />
alla nostra vita cristiana, perché essa <strong>di</strong>venti un<br />
segno eloquente per i nostri fratelli che hanno<br />
bisogno <strong>di</strong> essere iniziati a questa vita in Cristo.<br />
Per<br />
un’intensa<br />
vita cristiana<br />
27
Slancio sulla<br />
novità senza<br />
tra<strong>di</strong>mento<br />
dell’esistente<br />
28<br />
Siamo davanti al compito <strong>di</strong>fficile ed appassionante<br />
<strong>di</strong> chi deve ristrutturare la propria<br />
casa, perché già vecchia e bisognosa <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
lavori <strong>di</strong> restauro, ma non può allontanarsene<br />
finché siano finiti i lavori, dovendoci continuare<br />
a vivere dentro.<br />
So che è <strong>di</strong>fficile metter mano al rinnovamento<br />
mentre si è immersi nel lavoro pastorale.<br />
So che a volte può mancarci la giusta <strong>di</strong>stanza<br />
dalle cose che facciamo, quella <strong>di</strong>stanza<br />
che ci permette <strong>di</strong> avere una valutazione oggettiva<br />
<strong>di</strong> ciò che stiamo facendo perché ce lo<br />
fa guardare nel suo insieme. E’ <strong>di</strong>fficile provare<br />
ad aprire nuove piste mentre si è chiamati quoti<strong>di</strong>anamente<br />
a far andare avanti tutte le attività<br />
tra<strong>di</strong>zionali che caratterizzano una comunità<br />
cristiana. Eppure questo compito è decisivo.<br />
«“Il vecchio albero che crolla fa più rumore<br />
della foresta che cresce, <strong>di</strong>ce un proverbio<br />
africano. Nella Chiesa molti si danno da fare<br />
– si spossano perfino – per tenere in pie<strong>di</strong> il<br />
vecchio albero che crolla. Ciò non è inutile se<br />
si tratta <strong>di</strong> rallentare la caduta per evitare che<br />
qualcuno rimanga schiacciato. Ma l’importante<br />
è la foresta che cresce» 9 .<br />
________<br />
9 A. Fossion, Ricominciare a credere, EDB, Bologna, 2004.
Con intelligenza e sapienza, ma anche con<br />
umiltà e mitezza, tutti insieme possiamo provarci.<br />
Ci aiuterà la Vergine Santa: Ella, <strong>di</strong> fronte<br />
all’inau<strong>di</strong>ta novità del dono <strong>di</strong> Dio, che le<br />
apriva una strada inaspettatamente nuova, ha<br />
saputo vivere questa imprevista novità <strong>di</strong>spiegandola<br />
in un cammino sereno <strong>di</strong> fede vissuta<br />
quoti<strong>di</strong>anamente, senza scoraggiamento né indugio,<br />
senza pigrizia né ritar<strong>di</strong>.<br />
Lo stesso amore, la stessa fede <strong>di</strong> Maria, abiti<br />
i nostri sforzi <strong>di</strong> rinnovamento pastorale, e<br />
li renda fecon<strong>di</strong> per noi stessi, e per i nostri<br />
fratelli!<br />
In sintonia con quanto celebreremo il prossimo<br />
11 ottobre, concludo riportando la preghiera<br />
dell’Adsumus, recitata all’inizio <strong>di</strong> ogni<br />
Sessione del Concilio Vaticano II.<br />
Siamo qui <strong>di</strong>nanzi a te, o Spirito Santo:<br />
sentiamo il peso delle nostre debolezze,<br />
ma siamo tutti riuniti nel tuo nome;<br />
vieni a noi, assistici, scen<strong>di</strong> nei nostri cuori:<br />
insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,<br />
mostraci tu il cammino da seguire,<br />
compi tu stesso quanto da noi richie<strong>di</strong>.<br />
Sii tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni,<br />
perché tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo,<br />
hai un nome santo e glorioso.<br />
Sguardo<br />
a Maria<br />
29
30<br />
Non permettere che sia lesa da noi la giustizia,<br />
tu che ami l’or<strong>di</strong>ne e la pace;<br />
non ci faccia sviare l’ignoranza,<br />
non ci renda parziali l’umana simpatia,<br />
non ci influenzino cariche o persone.<br />
Tienici stretti a te col dono della tua grazia,<br />
perché siamo una sola cosa in te<br />
e in nulla ci <strong>di</strong>scostiamo dalla verità.<br />
Fa’ che riuniti nel tuo santo nome,<br />
sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme<br />
così da far tutto in armonia con te,<br />
nell’attesa che, per il fedele compimento del dovere,<br />
ci siano dati in futuro i premi eterni. Amen.<br />
<strong>Oria</strong>, 17 settembre <strong>2012</strong><br />
Memoria delle Stimmate <strong>di</strong> San Francesco<br />
Vincenzo Pisanello<br />
Vescovo
INDICE<br />
INTRODUZIONE . . . pag. 3<br />
L’EUCARESTIA, SACRAMENTO<br />
DELLA FEDELTÀ . . . pag. 7<br />
LA CATECHESI CON GLI ADULTI pag. 14<br />
ALCUNE SCELTE PASTORALI . pag. 20<br />
CONCLUSIONE . . . pag. 27
COLLANA<br />
MAGISTERO DEL VESCOVO<br />
1. Solo l’Amore educa, 2010-11<br />
2. Figli nel Figlio, 2011-12<br />
3. Convocati alla Tua presenza, <strong>2012</strong>-13
Finito <strong>di</strong> stampare<br />
nel mese <strong>di</strong> ottobre <strong>2012</strong><br />
da ITALGRAFICA E<strong>di</strong>zioni srl<br />
<strong>Oria</strong> (Br)