6 09 marzo 2013
7 09 marzo 2013 primo piano ASSOCIAZIONI, CITTADINI E AMMINISTRATORI DICONO NO ALLA RIAPERTURA DELLA DISCARICA DI CORIGLIANO D’OTRANTO Un rifiuto per l’ambiente e la salute È stato presentato nei giorni scorsi il ricorso al Consiglio di Stato contro la Regione Puglia che, in deroga alla normativa nazionale ed europea, intende riaprire un impianto al di sotto del quale si trova una delle falde acquifere più importanti del territorio Forte presa di posizione di tre neosenatori leccesi del Movimento 5 Stelle Maurizio Buccarella, Daniela Donno e Barbara Lezzi, che uniscono le loro voci a quelle di associazioni e Comuni che chiedono di eliminare la prevista discarica di Corigliano d’Otranto sulla falda acquifera che disseta tutto il Salento. L’avvocato Nicola Flascassovitti ha depositato a Roma presso il Consiglio di Stato la richiesta di una sospensiva immediata della deroga al piano di tutela delle acque con cui la Regione Puglia ha autorizzato l’apertura della discarica di Corigliano. Nel ricorso al Consiglio di Stato, i senatori si È molto irritata Ada Fiore (nella foto), sindaco di Corigliano d’Otranto, su come la Regione sta gestendo le richieste dei cittadini e della stessa Amministrazione comunale di impedire la realizzazione della discarica che dovrebbe sorgere sopra la falda acquifera. Il principale bersaglio è proprio Sergio Blasi: “Il segretario regionale del Pd ha ragione quando afferma che solo una decisione politica può fermare la costruzione della discarica. Blasi però dimentica che a prendere quella forte decisione è soprattutto la sua parte politica, sorda ad ogni istanza e sono schierati dalla parte di associazioni, cittadini e Comuni di Soleto, Melpignano, Castrignano dei Greci, Zollino e Corigliano d’Otranto contro il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, alleato col consorzio Ati-Cogeam del Gruppo Marcegaglia. Sebbene il sito sia stato individuato dall’ex presidente Fitto, tutti gli atti autorizzativi della discarica di Corigliano portano infatti la firma di Vendola, ivi compresa la valutazione d’impatto ambientale (Via), concessa sulla base dei risultati di un unico studio commissionato dalla stessa ditta appaltatrice Ati-Cogeam (di cui è capofila l’ex presidente di Confindustria Ada Fiore: “Regione sorda alle istanze di Comune e cittadini” Pesante affondo del sindaco di Corigliano, che accusa lo stesso Blasi e la Regione Puglia di essere rimasti finora indifferenti alle proposte e agli allarmi sulla discarica anche proposta che il Comune di Corigliano ha avanzato sin dal lontano 2006 quando, supportato solo da comitati cittadini, intraprendeva una lunga battaglia contro la Regione Puglia. Se infatti qualche risultato è stato ottenuto in termini di ridimensionamento del progetto e di modifica della dicitura della discarica da servizio-soccorso a solo servizio, lo si deve solo alla determinazione e caparbietà della giunta di Corigliano d’Otranto”. Secondo il primo cittadino, dunque, l’ente regionale ha avuto un atteggiamento indiffe- rente sull’intera vicenda: “A me fa piacere sentire che Blasi ed altri solo dal 2009 si siano accorti del problema. È però possibile che da allora ad oggi si continua a scaricare responsabilità senza fermarsi a compiere un’autoanalisi su sé stessi? Sarebbe stato sufficiente cha da allora, in ben 7 anni di governo, la Regione si fosse attivata per approfondire le ipotesi alternative che la Giunta di Corigliano, sostenuta dalle associazioni, sin da subito ha avanzato: potenziare i biotunnel di Poggiardo per trasformare il biostabilizzato in compost e Emma Marcegaglia, aggiudicataria monopolista della gestione dei rifiuti in Puglia e data per molto vicina a Vendola). Il presidente Vendola si è sempre rifiutato di riconsiderare la questione di Corigliano, negando per quattro anni un appuntamento con i cittadini delle numerose associazioni che ne facevano richiesta (tra cui il Tribunale dei Diritti del malato) e lasciando senza risposta interpellanze “bipartisan” sottoscritte da consiglieri di ogni schieramento. Il dottor Prisco Piscitelli, a nome del comitato scientifico del Coordinamento Civico per la Tutela del territorio e della salute dei cittadini (federazione che raccoglie circa 40 associazioni salentine), ricorda che “la legislazione nazionale ed europea vietano l’apertura di discariche sulle falde acquifere, mentre la Puglia ha varato una legge-truffa che consente l’apertura della discarica di Corigliano in deroga a questo sacrosanto principio, comprensibile a tutte le persone di buon senso”. Esiste un unico e fondamentale studio condotto sull’area della falda di Corigliano d’Otranto, condotto dai massimi esperti del Cnr-Irpi (Istituto per la Protezione Idrogeologica) di Bari e coordinato dall’ingegner Maurizio Polemio, oggi consulente delle associazioni, che definisce la falda di Corigliano “altamente vulnerabile ai centri di pericolo come le discariche”. Nell’agosto 2012 la Regione Puglia ha infine deliberato di riavviare i lavori di messa in sicurezza della vecchia discarica in cui era stata rinvenuta la presenza di percolato col rischio realizzare un impianto di compostaggio ancora oggi assente nella nostra provincia. L’errore che continua a compiere la politica, nonostante il responso delle urne, è attaccare movimenti e singoli cittadini che, seppur in ritardo, voglio partecipare ad una battaglia collettiva. Tutto ciò alimenta quell’antipolitica di cui questo paese non ha assolutamente bisogno”. Alessandro Chizzini d’infiltrazione nel sottosuolo. La stessa delibera regionale, nello stanziare una somma aggiuntiva di 500mila euro rispetto all’appalto già attributi al Consorzio Ati-Cogeam, specificava che i lavori di messa in sicurezza del vecchio sito dovevano servire senza soluzione di continuità anche a preparare la parete della nuova discarica di “servizio-soccorso”. Tale dicitura era sparita dagli atti ufficiali da quando la Provincia di Lecce nel 2007 si era impegnata a identificare un altro sito come discarica di soccorso dove poter scaricare il rifiuto indifferenziato in caso di emergenze, lasciando a Corigliano solo il titolo di discarica di “servizio”, vista la necessità di tutelare la preziosa risorsa idrica. Peccato che questa individuazione non sia mai stata effettuata: ecco dunque riemergere una nuova fondata minaccia alla salute pubblica. Luigi Merico Sergio Blasi: “Solo una decisa azione politica può fermare questa bomba ecologica” Sulla questione discarica è intervenuto anche Sergio Blasi, nella doppia veste di consigliere regionale e amministratore del limitrofo Comune di Melpignano. Blasi definisce la discarica di Corigliano una “bomba ecologica sospesa sulla falda acquifera da cui l’Acquedotto Pugliese attinge l’80% dell’acqua potabile distribuita nei rubinetti del Salento. Nel 2009 il Comune di Melpignano, che amministravo, aveva preso posizione contro la discarica. Insieme alle associazioni e ai comuni di Soleto, Zollino e Castrignano dei Greci incaricammo l’avvocato Flascassoviti di procedere di fronte al Tar di Lecce contro il piano di tutela delle acque della Regione Puglia che, a nostro parere, non tutelava in maniera sufficiente quella preziosa falda, vitale per tutti i cittadini del territorio salentino”. Il consigliere regionale è convinto che quella battaglia, per quanto lo riguarda, non è mai stata abbandonata. La Regione Puglia, il presidente Vendola, il Consiglio regionale, devono lavorare perché sia una precisa scelta politica a scongiurare la discarica venga ultimata e messa in funzione. Sarebbe a rischio la salute di tutti e si proseguirebbe su quello che in materia di rifiuti è un vicolo cieco. La Regione torni a compiere scelte politiche nette a tutela dei cittadini e dell’ambiente”. E Blasi annuncia anche un’interrogazione consiliare sull’argomento “al fine di avere, una volta per tutte, una parola chiara da parte del governo regionale”.