Francisco Goya - graphicstormblog
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<strong>Francisco</strong> <strong>Goya</strong><br />
<strong>Francisco</strong> <strong>Goya</strong><br />
Contro la violenza che vince la ragione
La produzione artistica<br />
• <strong>Goya</strong> comincia a lavorare per la casa reale a partire dal<br />
1774 realizzando i primi cartoni per arazzi.<br />
• Nel 1780 viene eletto membro dell’Accademia reale di<br />
S. Barbara. L’alta società di Madrid lo nota e i nobili gli<br />
chiedono ritratti che ottengono un largo consenso.<br />
• Il culmine della sua ascesa nel 1789 quando il re Carlo<br />
IV lo nomina pittore di Camera del Re.<br />
• Nel 1792 la malattia che lo porta alla sordità. Ma i<br />
riconoscimenti alla sua pittura continuano.<br />
• Nel 1800 dipinge il Ritratto alla famiglia reale, che<br />
segna l’apice della sua carriera di ritrattista ma che<br />
documenta il suo distacco spirituale dall’ambiente<br />
della corte.
Famiglia di Carlo IV.<br />
Soggetto ritrattistico.<br />
Elementi formali: E’ un’opera la cui grande protagonista è<br />
la luce, che crea forti contrasti chiaroscurali ed esalta gli<br />
abiti sontuosi, i pizzi, le decorazioni e i gioielli ma insieme<br />
indaga con crudo realismo la bruttezza e la vacuità degli<br />
illustri personaggi.<br />
<strong>Goya</strong> vi compare sul fondo, nella penombra, come a porre<br />
la firma all’opera attraverso la sua presenza.
La famiglia di Carlo IV<br />
Particolare<br />
1800-1801. Olio su tela,<br />
280 x 336 cm.<br />
Madrid, Museo del Prado
La maya<br />
• Soggetto ritrattistico: si tratta molto probabilmente di<br />
Pepita Tudò, amante del potentissimo Manuel Godoy,<br />
primo ministro del re.<br />
• Sono opere di committenza privata che ai tempi avevano<br />
fatto parecchio scandalo.<br />
• Se si prende sotto esame la Maja desnuda, si può<br />
notare le influenze dalle Veneri di Tiziano.<br />
• La differenza, qui, è che la donna rappresentata non è<br />
una dea, né una figura idealizzata, ma una semplice<br />
popolana che acquista dignità aristocratica.<br />
• Viene ripresa anche la "Madame Recamier" di David:<br />
l'iconografia è la stessa, ma il modo di rappresentare i<br />
soggetti è tutto diverso.<br />
• La modella, mantiene la stessa posa provocante per<br />
tutti e due i quadri; lo sguardo è malizioso e ammiccante.<br />
La testa in entrambi i casi sembra innaturalmente<br />
sovrapposta al busto,come se fosse stata aggiunta<br />
successivamente.
La maja desnuda,1796-98<br />
olio su tela, cm.97x190<br />
museo del Prado, Madrid
I Capricci (Los Caprichos)<br />
Soggetto: tematiche allegoriche,fantastiche e satiriche.<br />
"I Capricci" è la serie di incisioni di <strong>Goya</strong> più conosciuta.<br />
Essa comprende 80 stampe, numerate e firmate e dai<br />
soggetti più diversi.<br />
Il termine "capricci", infatti, serviva per indicare i pensieri<br />
stravaganti che davano origine a raffigurazioni di fantasia;<br />
in tale modo gli artisti potevano permettersi grande libertà<br />
creativa, senza dover rispettare i soggetti e le regole<br />
convenzionali e potevano rappresentare tematiche serie e<br />
satiriche.
Los Caprichos, Il sonno della ragione genera mostri<br />
1799, serie di incisioni ad acquaforte, 21,5x15 cm,<br />
Madrid, Prado
L'artista spagnolo si proponeva di rappresentare i<br />
pregiudizi, le menzogne, le superstizioni, le assurdità e<br />
gli inganni degli esseri umani.<br />
La sua satira colpiva ogni classe e categoria, non<br />
risparmiando la Chiesa, la nobiltà e la stessa famiglia reale.<br />
Le incisioni, stampate in 300 esemplari, furono messe in<br />
vendita nel febbraio del 1799<br />
Appena furono in commercio "I Capricci" crearono<br />
scandalo, per la loro novità e crudezza e perché alcuni dei<br />
contemporanei vi si riconobbero.<br />
In pochi giorni vennero tolte dalla circolazione.<br />
Nel 1803, per preservare le sue opere e come misura<br />
cautelativa per se stesso, <strong>Goya</strong> cede i rimanenti de "I<br />
Capricci" al re, ottenendo in cambio una borsa di studio per<br />
il figlio Javier.
Fino alla morte
I Disastri della Guerra<br />
• Soggetto: tematica storico/documentaria.<br />
• A partire dal 1810 <strong>Goya</strong> realizzò una serie di incisioni che<br />
quasi nessuno vide.<br />
• Esse raffiguravano gli orrori avvenuti durante<br />
l'occupazione napoleonica della Spagna, di cui l'artista<br />
stesso fu testimone, in particolare durante un suo viaggio<br />
verso Saragozza nel 1808.<br />
Dalle incisioni emergono la crudeltà e la grettezza<br />
dell'uomo, colpevole dei crimini più atroci. Spesso non c'è<br />
neanche la distinzione tra spagnoli e francesi, per<br />
mostrare come chiunque può essere un feroce carnefice.<br />
Accanto alle scene di violenza ci sono immagini di stampo<br />
politico, di critica sociale e di anticlericalismo.<br />
Le 80 incisioni furono censurate, in quanto giudicate di<br />
carattere sovversivo e troppo crudeli. Furono date alle<br />
stampe postume, soltanto nel 1863.
E non c'è più niente da fare<br />
acquaforte, 141 x 168 mm<br />
1810 - 1815
Grande impresa! Con i morti!<br />
acquaforte,157 x 207 mm<br />
1810 - 1815
Che coraggio!<br />
acquaforte e acquatinta, 155 x 208 mm<br />
1810 - 1815
Che mai si può fare di più!<br />
acquaforte,157 x 207 mm<br />
1810 - 1815
Il 2 Maggio 1808 e il 3 Maggio 1808.<br />
Soggetto: Storico/documentario<br />
Nel 1814 ,con la disfatta di Napoleone e la restaurazione<br />
della monarchia spagnola sotto Ferdinando VII, <strong>Goya</strong><br />
cercando di tornare nelle grazie del sovrano gli propone di<br />
dipingere i momenti più eroici della resistenza spagnola.<br />
Il risultato furono queste due enormi tele con soggetto<br />
storico e significato altamente drammatico.
Il 2 Maggio 1808<br />
1814. Olio su tela, 266 x 345 cm.<br />
Madrid, Museo del Prado
Il 2 Maggio 1808<br />
Rappresenta la sollevazione del 2 maggio 1808: i cittadini<br />
insorgono contro le truppe mammelucche assoldate dagli<br />
invasori francesi, dando l’avvio alla guerra di<br />
indipendenza spagnola.<br />
In primo piano un cavaliere viene disarcionato e<br />
accoltellato; sulla destra i cavalli intrappolati nella folla<br />
fissano con gli occhi smarriti la brutalità feroce della scena.<br />
Privilegiando l’aspetto espressivo su quello<br />
documentario,<strong>Goya</strong> evita qualsiasi enfasi facendo<br />
emergere la tragica irrazionalità di un mondo governato<br />
dalla violenza. Volti trasfigurati dall’odio, gesti furiosi,<br />
espressioni smarrite, sguardi disperati.
F.J.<strong>Goya</strong><br />
Il tre maggio 1808<br />
1814. Olio su tela, 266 x 345 cm.<br />
Madrid, Museo del Prado.
Le fucilazioni del 3 Maggio 1808<br />
Questa seconda opera, la più nota tra le due, narra il<br />
momento di rappresaglia del giorno dopo, quando i francesi<br />
fucilarono, tutti gli spagnoli sospettati di sommossa.<br />
E’il primo manifesto dei fatti della guerra, spogliata di ogni<br />
eroismo e ufficialità.<br />
Linguaggio stilistico:Per l’analisi d’opera risulta utile il<br />
confronto con il giuramento degli Orazi. L’opera di <strong>Goya</strong><br />
perde tutti gli elementi stilistici che caratterizzano lo stile<br />
neoclassico, a partire dal disegno. Ne risulta uno stile<br />
altamente espressionista privo di ogni ricerca di bellezza,<br />
è evidente che attraverso l’utilizzo della “categoria del<br />
brutto”viene espressa una nuova visione della storia,<br />
nella quale le strutture ideali,morali e politiche dell’Occidente<br />
appaiono irrimediabilmente in crisi.
• Estensione spaziale e temporale<br />
della scena.<br />
tre momenti, tre gruppi: Fissa<br />
l’istante fuggevole e la progressione<br />
temporale che va dal prima della<br />
fucilazione al durante e al dopo.<br />
E’ come una sequenza<br />
cinematografica che attraverso le fasi<br />
dell’agonia indica il passaggio reale e<br />
simbolico dalla vita alla morte.<br />
Tecnica sommaria ma non<br />
abbozzata.<br />
Violentemente illuminato, dai forti<br />
contrasti chiaroscurali.<br />
La gamma cromatica predominante è<br />
quella delle terre sulle quali esplodono<br />
il bianco il giallo e il rosso.<br />
Forte anche il contrasto espressivo<br />
tra il gruppo degli uomini fucilati<br />
(utilizzo della categoria del brutto) e il<br />
plotone senza volto dei soldati (la<br />
macchina da guerra)
Il Colosso<br />
• Soggetto: Si tratta di un esempio di allegoria romantica.<br />
• Non è rappresentato di un evento di genere, ma una<br />
visione fantastica rappresentata realisticamente; in un<br />
paesaggio notturno, un gigante su una collina dove si<br />
trovano delle case, ridotte a puntini.Nella versione ad olio,<br />
un intero popolo sembra fuggire a precipizio di notte<br />
attraverso la pianura da un pericolo incombente<br />
• Sebbene <strong>Goya</strong> intendesse comunicare qualcosa, egli si<br />
limitò a fornire una forma, di cui il significato rimane<br />
oscuro.<br />
• Secondo alcuni, l'apparizione rivelerebbe il rischio del<br />
popolo spagnolo di essere assoggettato dalle truppe<br />
napoleoniche, altri pensano che essa rappresenti la<br />
malinconia di fronte ad un universo inconoscibile ed<br />
incontrollabile (quest’ultima visione è un presagio<br />
Romantico).
1810-1818. Acquatinta. Parigi, Biblioteca Nazionale.
Il colosso<br />
1808 ca.,Olio su tela,116x105 cm.<br />
Madrid, Prado
La quinta del sordo
Le pitture Nere della Quinta del Sordo<br />
Soggetto:Fantastico<br />
Sulle pareti di due grandi sale della parte vecchia, una del<br />
pianterreno e del piano superiore, <strong>Goya</strong> dipingerà a olio<br />
l'impressionante ciclo delle "pitture nere ":<br />
Sette composizioni per stanza, larghe da una settantina di<br />
centimetri a quattro metri e mezzo, alte circa un metro e<br />
cinquanta (circa trentaquattro mq.).<br />
La maggior parta delle pitture raffigura scene di<br />
stregoneria e di esorcismi, immagini d'incubo, proiezioni<br />
dirette e immediate dei più nascosti turbamenti<br />
dell'inconscio, con colori incredibili, fatti di bianchi gelidi, di<br />
neri spessi come la pece, di ocre sfregiate da pennellate di<br />
rosso che sembrano ferite o da gialli intensi che sembrano<br />
lampi di luce.
Saturno che divora uno dei suoi figli<br />
1820-1823. Olio su intonaco trasportato su tela.<br />
Madrid, Museo del Prado.
Saturno che divora uno dei suoi figli (Quinta del Sordo)<br />
Questa pittura si trova al pianterreno, dove tutte le pitture<br />
sono legate da riferimenti saturnali.<br />
Questa rappresentazione di un tema mitologico fa parte<br />
della famosa serie di "pitture nere" della Quinta del Sordo.<br />
L'artista, settantaquattrenne, è ormai quasi completamente<br />
sordo, solo, sfiduciato dalle vicende politiche europee e<br />
spagnole in particolare, ed è preda dell'angoscia di cui è<br />
testimonianza gran parte della produzione della sua<br />
vecchiaia.<br />
Soggetto: mitologico/allegorico<br />
I romani identificavano Saturno con il dio greco Crono,figlio<br />
di Urano che cacciato dal padre sulla terra, si fece signore<br />
del mondo. Ebbe molti figli ma gli venne predetto che uno<br />
dei suoi figli l’avrebbe spodestato ed egli li divorò tutti<br />
tranne uno, Zeus che nascosto dalla madre Rea affrontò e<br />
rovesciò dal trono il padre.
.<br />
Saturno sembra simboleggiare il tiranno che divora i suoi<br />
sudditi, un'allusione di <strong>Goya</strong> a Ferdinando VII.<br />
L'atmosfera allucinata e la potenza fantastica della scena<br />
si manifestano nel concentrare la rappresentazione su<br />
pochi elementi, mediante un uso altamente suggestivo<br />
della luce, che fa emergere dal fondo scuro la figura<br />
mostruosa, trattata con toni ocra e grigiastri, sui quali<br />
spicca, nota raccapricciante, il rosso del sangue del corpo<br />
dilaniato del figlio.<br />
La modernità nell'uso dei mezzi pittorici mette quest'opera<br />
tra i principali precedenti dell'espressionismo.
Il sabba delle streghe 1819-1823<br />
Olio su intonaco trasportato su tela; 438 x 140 cm.<br />
Museo del Prado, Madrid.
Il sabba delle streghe (Quinta del Sordo)<br />
• Soggetto: fantastico<br />
• In quest'opera <strong>Goya</strong> rovescia il rapporto tra<br />
mostruoso e umano.<br />
• Per l'artista il mostruoso e il demoniaco sono il lato<br />
oscuro della stirpe umana e non forze indipendenti che<br />
le si contrappongono.<br />
L'animale che troneggia al centro del dipinto ha infatti<br />
perduto i tratti demoniaci che si sono trasferiti agli esseri<br />
umani disposti a cerchio intorno a lui: donne da volti<br />
deformati e grotteschi che offrono dei bambini al caprone<br />
(le bestia che è nell'uomo, assurta al rango di maestro di<br />
stregoneria), uno dei quali ha smarrito la freschezza e la<br />
spontaneità che <strong>Goya</strong> attribuiva spesso ai piccoli,<br />
simbolo di innocenza, per assumere l'aspetto di un<br />
cadavere.