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Sanità animale - IZS della Lombardia e dell'Emilia Romagna

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elativa dell’aria all’interno dell’alveare e che il saccarosio<br />

utilizzato per la preparazione <strong>della</strong> soluzione<br />

zuccherina è fondamentale per mantenere idratata la<br />

soluzione. Spesso gli apicoltori segnalano che i trattamenti<br />

eseguiti con ac. ossalico hanno dato risultati<br />

insoddisfacenti per cui, con questa scusa, chiedono<br />

di poter utilizzare prodotti non autorizzati. Ma per<br />

ora gli insuccessi non sono dovuti alla comparsa di<br />

varroe resistenti all’ac. ossalico ma esclusivamente<br />

a soluzioni zuccherine preparate con dosaggi errati<br />

o a trattamenti eseguiti in presenza di covata opercolata.<br />

Con questo lavoro si è evidenziato che la formula<br />

originaria <strong>della</strong> soluzione zuccherina indicata<br />

dai Servizi Veterinari <strong>della</strong> Regione <strong>Lombardia</strong> e dal<br />

“Gruppo di lavoro regionale per la tutela sanitaria e<br />

l’incremento dell’apicoltura ed il controllo e la valorizzazione<br />

dei prodotti dell’alveare”, viene spesso<br />

modifi cata dallo stesso apicoltore o dietro consiglio<br />

dell’Associazione Apistica. Lo stesso vale per le ditte<br />

produttrici di soluzioni pronte all’uso. A volte sono i<br />

piccoli apicoltori che, non disponendo di una bilancia<br />

di precisione per frazionare l’acido ossalico, preparano<br />

soluzioni zuccherine con dosaggi approssimativi.<br />

Per questo motivo è importante che siano disponibili<br />

confezioni di acido ossalico di peso crescente (20-<br />

40-60-80-100-250-500-1000 gr) che permettano di<br />

preparare la dose di soluzione zuccherina adeguata al<br />

numero di alveari posseduti senza dover procedere,<br />

per motivi di sicurezza, a frazionamenti <strong>della</strong> confezione<br />

originaria ed alla conservazione dell’ac. organico<br />

inutilizzato. Da non sottovalutare i rischi sanitari<br />

connessi al sempre più diffuso impiego di acido ossalico<br />

sublimato. Giustamente il Servizio Veterinario<br />

<strong>della</strong> Regione <strong>Lombardia</strong> non ha preso in considerazione<br />

questo tipo di trattamento e non l’ha proposto<br />

agli apicoltori per i rischi derivanti dal suo utilizzo<br />

senza un’idonea attrezzatura protettiva. Inoltre non<br />

sono ancora disponibili dati scientifi ci sui tempi di<br />

permanenza dei microcristalli sulla superfi cie interna<br />

degli alveari e che potrebbero essere inalati dall’apicoltore<br />

al momento dell’apertura delle arnie anche se<br />

i trattamenti per sublimazione sono stati eseguiti da<br />

diversi giorni. Dal momento che l’ac. ossalico sublimato<br />

è largamente impiegato, perché ha dimostrato<br />

una buona azione acaricida, sarebbe auspicabile che<br />

venissero condotte dagli istituti di ricerca una serie<br />

di verifi che per inserire questa metodica fra quelle<br />

riconosciute e quindi permetterne l’impiego a coloro<br />

che dispongono delle adeguate misure protettive. Per<br />

la sicurezza dell’operatore è importante che le confezioni<br />

di ac. ossalico riportino in evidenza i rischi<br />

tossicologici non solo attraverso sterili sigle ma con<br />

frasi chiare e ben comprensibili. Inoltre è importante<br />

che l’apicoltore sappia se sta utilizzando ac. ossalico<br />

anidro o biidrato per evitare la preparazione di soluzioni<br />

zuccherine iper o ipo-concentrate che possono<br />

causare danni alle api o avere un’effi cacia ridotta nei<br />

L<br />

’OSSERVATORIO<br />

confronti <strong>della</strong> varroa. Lo stesso dicasi per le soluzioni<br />

zuccherine pronte all’uso prodotte da ditte che<br />

hanno sostituito il saccarosio con altri zuccheri senza<br />

eseguire preventivamente rigorose ricerche scientifi -<br />

che. Le analisi di laboratorio hanno dimostrato che<br />

l’acido ossalico può essere contaminato da sostanze<br />

indesiderate, in particolare da metalli pesanti. Pertanto<br />

è indispensabile che la ditta farmaceutica esegua<br />

analisi di laboratorio sulla partita di acido ossalico<br />

originaria destinata ad essere frazionata. Deve essere<br />

sempre garantita la qualità di questo acido organico<br />

che, in base alle modalità di somministrazione ed all’utilizzo,<br />

viene a contatto con i prodotti delle api destinati<br />

alla produzione di alimenti per l’uomo.<br />

È importante regolamentare a livello nazionale l’acquisto<br />

dell’ac. ossalico da impiegare in apicoltura<br />

attraverso un sistema che offra le massime garanzie<br />

attraverso:<br />

– una corretta etichettatura che ne permetta la tracciabilità<br />

– una analisi chimica certifi cata<br />

– una scheda tecnica<br />

– precise indicazioni sulle modalità d’impiego<br />

– l’elenco dei rischi tossicologici<br />

– la disponibilità di confezioni con dosi scalari per<br />

soddisfare le esigenze di tutti gli apicoltori<br />

Attualmente l’unico sistema uffi ciale, riconosciuto<br />

ed affi dabile che permette di offrire tutte queste<br />

garanzie è quello farmaceutico. Inoltre le farmacie,<br />

distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale,<br />

danno agli apicoltori la possibilità di reperire<br />

sempre e con facilità gli acidi organici da utilizzare<br />

nella lotta alla varroa. Questo non toglie la possibilità<br />

ad altre ditte di commercializzare ac. ossalico in<br />

purezza od in soluzione zuccherina purchè si dotino<br />

di tutte le autorizzazioni previste per legge. Visti i risultati<br />

di questa indagine, nell’estate del 2008, i Servizi<br />

Veterinari dell’ASL di Bergamo hanno deciso di<br />

regolamentare l’utilizzo dell’ac. ossalico utilizzato in<br />

apicoltura applicando l’art. 76 del decreto legislativo<br />

N° 193, del 6 aprile 2006, che prevede l’obbligo <strong>della</strong><br />

ricetta veterinaria non ripetibile in triplice copia per<br />

la prescrizione dei medicinali, compresi gli antiparassitari,<br />

che vengono utilizzati negli animali da reddito.<br />

E dal momento che l’ape produce sostanze alimentari<br />

per l’uomo viene compresa fra gli animali da reddito<br />

e l’ac. ossalico fra gli antiparassitari. Inoltre l’art.<br />

79 dello stesso decreto, prevede che i proprietari o i<br />

detentori degli animali riportino in un registro aziendale,<br />

vidimato dal Servizio Veterinario dell’ASL, le<br />

seguenti informazioni:<br />

a- data del trattamento<br />

b- identifi cazione del veterinario prescrittore<br />

c- nome del prodotto utilizzato<br />

d- quantità utilizzata<br />

e- nome ed indirizzo del fornitore (farmacia)<br />

f- numero di alveari da sottoporre a trattamento<br />

11 <strong>Sanità</strong> <strong>animale</strong>

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