1 - Commissione Grotte Eugenio Boegan
1 - Commissione Grotte Eugenio Boegan
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SOCIETA ALPINA DELLE GIULIE-<br />
COMMISSIONE GROTTE "EUGENIO B ~EG<br />
GROTTA GIGANT<br />
7- 7 & 'e<br />
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) I<br />
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ATTIVITA E RIFLESSIONI DELLA COMMISSIONE GROTTE "E. BOEGAN"<br />
Supplemento semestrale ad "ATTI E MEMORIE" - Anno XVIi, N. 2 -dicembre 1994<br />
EDITORIALE<br />
Da sempre la speleologia ha più anime, da sempre I'universo speleologico è<br />
formato da persone che interpretano la grotta in modo diverso.<br />
I vuoti, siano essi naturali che artificiali, sono cercati, visitati, utilizzati, per le più<br />
svariate motivazioni. C'è chi lo fa per diletto e chi per denaro, chi per sfidare sè<br />
stesso e chi per sfidare gli altri, chi per allontanarsi dai problemi esterni e chi per<br />
procurarsi e10 procurare problemi con cui giustificare la propria esistenza.<br />
C'è chi si accontenta di trovare una grotta nuova ampliando a tutti il patrimonio<br />
speleologico, chi trasforma la cavità in una sorta di propria seconda identità<br />
celandola, chi vi si avventura assolutamente sguarnito, chi si trasforma in<br />
un'esposizione di attrezzature, chi ci va da solo, chi vuole intorno a sè il massimo<br />
calore umano.<br />
C'è chi cammina e chi guarda, chi scende e chi vola, chi fotografa e chi ammira.<br />
Ci sono quelli che non sono contenti se non raccolgono qualcosa e quelli che<br />
vorrebbero raccogliere ma rispettando l'ambiente. Quelli che portano in superficie<br />
dati e campioni, quelli che tornano alla luce con la mondezza lasciata da altri.<br />
Quelli che cercano di attirare nuovi interessati, quelli che vorrebbero tutte le grotte<br />
solo per sè od al massimo per i due o tre amici di turno.<br />
C'è chi passa il tempo prima a studiare come cercare e poi a cercare, c'è chi il<br />
tempo libero lo utilizza per conoscere quello che altri hanno cercato e trovato.<br />
C'è chi è ammalato di protagonismo, chi di misoginia; c'è chi crea e chi fa fotocopie.<br />
C'è chi di testa o di fisico è giovane e si sente vecchio, chi è vecchio e si sente<br />
giovane.<br />
Penso che la forza della speleologia sia proprio questa miscela di culture, interessi,<br />
possibilità, piaceri diversi.<br />
Mi pare di notare però un sempre più ampio e lacerante distacco fra tutte queste<br />
anime: sempre più esse divengono specialistiche, sempre più la "speciaiizzazio-<br />
ne" porta all'incomunicabilità fra specializzati.<br />
Persone o gruppi sempre più esigui di persone accomunate da specifici interessi,<br />
si chiudono in sè stessi mal tollerando le incursioni degli "altri". Quasi una sorta<br />
(mi sia concesso l'uso di un vocabolo forte) di razzismo.<br />
Così però si perde uno dei vantaggi della collegialità della speleologia, che è il<br />
continuo confronto di idee, abitudini, esigenze, realtà umane diverse. E solo il<br />
confronto continuo e sereno, a mio parere, porta all'arricchimento della mente e<br />
deli'animo.<br />
Franco Gucchi
SOMMARIO<br />
EDITORIALE Franco Cucchi 1<br />
RIFLESS!ONI<br />
1883 Dalle stelle alle stalle<br />
RICERCA<br />
Natale Bone 4 :<br />
Nord più venti gradi est. Considerazioni su di un<br />
sistema di fratture incarsite Fabio Forti 6<br />
Aspetti botanici del Pozzo Doppio ad ovest dei Monte Voistri EI~~ POI 10<br />
TRIBUNA<br />
Una diatriba durata un secolo Roberta Samichi 15 1<br />
A chi giova la speleoiogia Fabio Forti 16 1<br />
CARSO<br />
La galleria dei "<strong>Grotte</strong>narbeiter' nella Grotta<br />
delle Torri di Slivia<br />
Grotta presso lo stagno di Colludrozza<br />
Franco Gherbaz<br />
Bosco Natale Bone<br />
19<br />
21<br />
l<br />
i<br />
!<br />
Ramo dei Rabdomanti. Due parole descrittive pino Guidi 23<br />
FRIULI 1<br />
PROGRESSIONE: Attività<br />
e riflessioni della <strong>Commissione</strong><br />
Gmtte "<strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Boegan</strong>. . società<br />
delle Giulie, Sezione di<br />
osano le aquile<br />
Labirinto verticale<br />
Massimiliano Fabi<br />
~anosla ~essallo<br />
26<br />
27 I<br />
Trieste del Club Alpino<br />
Italiano. Supplemento ALTRE ZONE D'ITALIA<br />
semestrale ad "Atti e<br />
Memorie", Direttore responsabile<br />
Franco Cuc-<br />
Su Bentu Urnberto Tognolii 29<br />
chi. Anno XVII, n. 2 - dicembre<br />
1994 O Direttore: SLOVENIA E CROAZIA<br />
Franco Gherbaz Li Segretario<br />
di redazione: Flavio<br />
Vidoni= Redazione:<br />
Giacomo Nusodorfer,<br />
Pezzolata, Franco<br />
Tiralonga, Umberto TOgnolli<br />
O Grafica: Adriano<br />
Campo Kanin '94<br />
Nel cuore dell'istria sulle tracce di Emilio Comici<br />
Aggiornamenti catastali in Slovenia<br />
Aggiornamenti catastali in Croazia<br />
Robedo Antonini<br />
Roberto Ive<br />
Umberto Mikolic<br />
Umberto foikoiic<br />
32<br />
33<br />
36<br />
37<br />
l<br />
j<br />
1<br />
Stok O Direzione, Redazione,<br />
Corrispondenza:<br />
Commisslone <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Boegan</strong>' - Società<br />
Alpina delle Giulie, via<br />
Machiavelli. 17 - 34132<br />
rrieste .T~I. (040) 6304B4<br />
FAX (040) 368550 2<br />
ESTERO<br />
Inseguendo Bassaburuku Massimilano Fabi, Massimiliaiaoo Palmieri<br />
progetto<br />
Paola Pezzoiato<br />
Cronaca semiseria delle esplorazioni nel Rio "La Venta" p,/, p ,~,t,<br />
41<br />
43<br />
46<br />
Stampato a cura della<br />
Grotta Gigante U Foto- VARIE<br />
composizione e stampa:<br />
Centralgrafica - Trieste Grotta Gigante Roberto Bamcchi 50<br />
l<br />
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I<br />
!
NARRATIVA<br />
SOMMARIO<br />
Belagrota nstoifo 52<br />
STORIA p~<br />
Girolamo Agapito: 150 anni dalla sua morte Egizio Fereone 59<br />
ANNIVERSARI<br />
- ~ -ACCADDE<br />
IERI<br />
Grotta dei Morti (VG 15) Franco Gherbsz 61<br />
Ceni'anni or sono venivano sciolti I'Hades Verein<br />
ed il Club dei Sette Pino Guidi 61<br />
La presidenza di <strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong> Pino Guidi 62<br />
Gruppo <strong>Grotte</strong> Carlo Debeljak Franca Tiraiongo 62<br />
-<br />
NOTIZIE IN BREVE<br />
Ricordati i presidenti Carlo Finocchiaro ed <strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong> pino ~"idi 65<br />
Una cerimonia a Pradis. domenica 2 ottobre 1994 Fabio Fofli 67<br />
CONVEGNI<br />
Alcadi 94 Egizio Farsone 68<br />
15" incontro amichevole degli entomologi di Carinzia.<br />
Slovenia e Friuli -Venezia Giulia Giorgio Colombeffa 69<br />
17" Congresso Nazionale di Speleologia Pino ~uidi 69<br />
Carso. un parco senza confini - Relazione su di un convegno ~ ~ ~ ~ bf li i ~<br />
Convegno "Folklore, immaginario popolare e grotte" Egizio Fareane 72<br />
BIBLIOTECA<br />
El Teston de Grota ~aalo Pezzolato 74<br />
Tecniche di grotta ~aolo Pezzoiato 74<br />
Nuove dalla Sardegna Pino Guidi 74<br />
ltaly underground P~OIO ~ezzolato 75<br />
Oltre l'Orlo PSOIO Pezzoiato 75<br />
Il punto sui castellieri Egizio Faraons 75<br />
NOVITA EDITORIALI<br />
P-<br />
~ a<br />
70<br />
.-<br />
cura di Pino Guidi 76<br />
ULTIME DALLA REGIONE a cura di G. Nussdorfer<br />
(con la caiiaborszlone di G. Benedetti) 78<br />
~ ~<br />
RIMEMBRANZE<br />
Bruno Redivo (1914-1994) Pho Guidi 80<br />
Disegni:<br />
Sabrina Ivicevic<br />
Maria Grazia Polli<br />
Paolo Pezzolato<br />
Adriano Stok<br />
Fotografie:<br />
Archivio GGCD<br />
Roberto Antonini<br />
Egizio Faraone<br />
Adriano Lamacchia<br />
Dario Marini<br />
Marino Medica<br />
Massimiliano Palmieri<br />
Giulio Perotti<br />
Paolo Pezzolato<br />
Elio Polli<br />
Franco Tiralongo<br />
Umberto Tognolli<br />
Luca Vidmar<br />
Nico Zuffi<br />
In copeflinfina:<br />
Gmtta Su Bentu: nel<br />
Ramo dei Laghi.<br />
(Foto: U. Tognoili)
RIFLESSIONI<br />
DALLE STELLE ALLE STALLE<br />
di Natale Bone<br />
isolvendo un aneddoto enigmistico, mi è capitato di ottenere questa eloquente<br />
frase: "Noi sognamo sempre di trovare un'isola meravigliosa, ma non la trovia-<br />
mo mai ... e anche se la trovassimo non crederemmo mai che fosse la più bella<br />
e subito la lasceremmmo per cercarne un'altra". Il lettore non me ne voglia se<br />
non cito l'autore (straniero) di detto pensiero, il cui nome mi e completamente uscito di<br />
mente. Secondo il mio modo di pensare la frase in se stessa rende palese I'incontenta-<br />
bilità del genere umano. Ma quello che più mi ha colpito, e il fatto che si adatta magni-<br />
ficamente alla speleologia: se sostituiamo la parola "isola" con "grotta" il gioco e fatto.<br />
Questo è forse il primo e recondito motivo per cui noi vecchi (attenzione! Ho tolto<br />
intenzionalmente le virgolette tra le quali di solito scrivo la parola "vecchi") della "Squadra<br />
scavi" abbiamo deciso, e mi auguro solo momentaneamente. di sospendere i lavori di<br />
ricerca nella grotta Gualtiero Savi.<br />
Il secondo motivo consiste nell'incontestabile fatto che ogni componente della citata<br />
"Squadra" ha sul groppone un centinaio e passa di uscite in detta cavità e pertanto si è<br />
reso assolutamente necessario cambiare gli orizzonti. In tal modo abbiamo potuto risol-<br />
vere alcuni problemi, sempre attinenti alla nostra attività, che nel frattempo si erano<br />
accumulati.<br />
Il terzo motivo - il più penoso - è rappresentato da certe vicende che, successe a suo<br />
tempo, continuano piu o meno velatamente a persistere amareggiandoci. Detti contrasti<br />
forse non sarebbero mai sorti se tutti noi avessimo avuto sotto gli occhi questa significa-<br />
tiva frase di Eschilo: "La tracotanza, quando dà i suoi frutti, produce la spiga dell'errore,<br />
e la messe che vi si raccoglie è fatta solo di lacrime".<br />
Cosi, abbandonando le meraviglie della grotta "Gualtiero", abbiamo iniziato i soliti<br />
lavori di disostruzione ed ampliamento di varie cavità del nostro Carso. Siamo ritornati, in<br />
definitiva, alle nostre origini fatte di lavori a volte massacranti e per di più poco remune-<br />
rativi. Come ho avuto occasione di scrivere su precedenti numeri di Progressione, siamo<br />
tornati a "guazzare nell'infimo": dalle stelle alle stalle. insomma.<br />
Comunque, alla conclusione delle nostre fatiche, abbiamo arricchito il Catasto grotte<br />
di una decina di nuove cavità che. data la loro scarsa "importanza", non andrò certo qui<br />
a descrivere. L'unico "buco" degno di nota (l'ultimo in ordine cronologico) consiste in un<br />
bel pozzone molto ampio e concrezionato che con tre salti porta alla profondità di sessan-<br />
ta metri. L'ingresso centimetrico di questa grotta che, una volta tanto, è stato reso agibile
RIFLESSIONI<br />
con pochi minuti di lavoro, ci venne segnalato da una persona che nulla ha a che fare con<br />
la speleologia (ti pareva!).<br />
A nostra scusante possiamo addurre il motivo che la cavità si apre in una zona<br />
cosiddetta "coperta" e boscosa e che, per giunta, il suolo è costituito da dolomie e brecce<br />
dolomitiche. Con questi presupposti sussisteva la convinzione che in tali luoghi il fenome-<br />
no ipogeo fosse quasi o del tutto inesistente. Convinzione oltremodo errata, come del<br />
resto si è potuto già constatare; ma anche di questo ho scritto qualcosa tempo addietro.<br />
Conclusi per il momento i lavori "facili" (si fa per dire), abbiamo accarezzato - ed in<br />
parte già messa in pratica - l'idea di andare a "spezzare le reni" (e speriamo non accada<br />
il contrario) alla immane, mitica e problematica frattura interna del "Pignaton de Gropada<br />
(273 VG). Molti gruppi speleologici triestini, nel corso degli scorsi decenni. ci hanno<br />
provato senza alcun risultato ma noi, con i potenti mezzi di demolizione del nostro Glauco,<br />
speriamo di riuscire a forzarla e sciogliere così l'enigma secolare che tale frattura nascon-<br />
de. Sono aperte tutte le ipotesi possibili (poche) ed impossibili (molte). Con un poderoso<br />
colpo di fortuna potremmo anche raggiungere le maestose gallerie del complesso della<br />
grotta "Skilan" che serpeggiano trecento metri più in basso (sic), oppure trovare un nuovo<br />
abisso a sè stante o un'altra grotta simile alla "Gualtiero", oppure ... niente!<br />
Prima di concludere questo mio "allegorico" scritto debbo confessare che, in questo<br />
momento di addii. ritiri e congedi in seno al nostro Sodalizio (assurdi a mio parere),<br />
anch'io sono stato e sono tuttora tentato di abbandonare la vecchia "Squadra scavi" per<br />
dedicarmi alla speleologia "contemplativa". Per svolgere questo tipo di attività non si<br />
rendono necessari scalpelli. mazze, trapani demolitori, bussole e cordelle metriche. Basta-<br />
no qualche buon tratto di corda ed i marchingegni personali di discesa e risalita. Eliminerei<br />
così, come con un colpo di spugna, mostruose fatiche per scavi, rischi di mazzate sulle<br />
mani e sulle tibie. Non diventerei pii scemo a ricavare rilievi topografici da appunti sca-<br />
rabocchiati su fogli sdruciti ed infangati.<br />
Sarebbe bello e tanto piu comodo discendere in grotte ed abissi che I'amico Ragno<br />
continua con entusiasmo a propormi alla faccia dei suoi quarantasei anni suonati. <strong>Grotte</strong><br />
ed abissi che in gran parte ho già visitato tanti anni fa ma che mi farebbe piacere rivisitare.<br />
Sono sicuro che vivrei attimi di intensa gioia e profonda mestizia. In quegli attimi stessi<br />
mi potrei paragonare addirittura al Carducci ed ai suoi intramontabili cipressi anche se, al<br />
contrario di Lui, io celebrità non sono di certo diventato.
RICERCA<br />
NORD PIU' VENTI GRADI EST<br />
CONSIDERAZIONI SU DI UN SISTEMA<br />
DI FRATTURE INCARSITO<br />
(Un omaggio ai giovani da un<br />
"vecchio speleologo")<br />
stato osservato che la massima parte delle<br />
"grotte a pozzo", ossia quelle,a struttura<br />
subverticale. si sono imp0state;sul Sistema<br />
di fessurazione orientato grosso modo se-<br />
condo SSW-NNE, che si può anche impro-<br />
priamente definire come direzionato verso:<br />
N+20°E.<br />
PREMESSA<br />
Dai principi generali di carsismo abbiamo CONSIDERAZIONI GEOLITOLOGICHE E<br />
appreso che se non esiste una discontinuità DEFORMA TIVE<br />
nella roccia calcarea. la penetrazione in pro- Le rocce che costituiscono il Carso Trifondità<br />
delle acque non awiene.<br />
estino sono prevalentemente carbonatiche<br />
Per "soluzione di continuità" si intende (calcaree e dolomitiche), subordinatamente<br />
la separazione dei blocchi rocciosi, deter- marnoso-arenacee in facies di Flysch. L'età<br />
minata da fattori disgiuntivi sia sedimentari. per le assise carbonatitiche va dal Cretacisia<br />
tettonici. Le acque penetrano un po' alla co inferiore (Albiano) all'Eocene medio, per<br />
volta in corrispondenza di queste disconti- il Flysch fino all'oligocene. Le rocce più imnuità,<br />
operando una graduale ma progres- portanti agli effetti del carsismo, sono quelsiva<br />
dissoluzione e quindi un allargamento. le calcaree della "Facies a Rudiste".<br />
Il piano diviene cosi "permeabile" e, da una Il Carso Triestino è. secondo una geostruttura<br />
bidimensionale (le due facce del logia di tipo "storico, un'anticlinale ad asse<br />
piano accostate), si giunge ad una tridimen- "dinarico" (SE-NW) che lungo il fianco<br />
sionale, ossia ad un vero e proprio "vuoto", sudoccidentale passa, per certi Autori ad<br />
cavità o grotta, a piacere delle varie defini- una flessura, per altri ad una piega-faglia. I<br />
zioni ge~m~rf~l~gi~~-~a~i~he. principali sistemi deformativi sono dati da<br />
Tutte le grotte, siano queste a sviluppo fratturazioni orientate secondo SE-NW di<br />
suborizzontale del tipo a galleria, oppure a tipo "dinarico", incrociate con sistemi di fratsviluppo<br />
verticale e quindi a pozzo, hanno turazione orientati secondo SW-NE. definiti<br />
avuto. in tempi diversi una simile origine. di tipo "alpino", per altri "antidinarico". Su-<br />
La loro genesi e successivo sviluppo, han- bordinate a questi. vi sono delle orientaziono<br />
sempre seguito, o meglio sono awenuti ni di tipo "vicariante", ossia secondo SSEin<br />
corrispondenza di una o più soluzioni di NNW, E-W, ESE-WNW, SSW-NNE,<br />
continuità. Cosi nella "preistoria" delle ri- WSW-ENE. più raramente secondo S-N. Il<br />
cerche carsiche.<br />
complesso carbonatico è inoltre percorso<br />
Il presente lavoro vuole considerare un da numerose "faglie", aventi anche queste<br />
fattore "carsogenetico" che a mio avviso è delle direzioni prevalenti ed altre secondastato<br />
sempre piuttosto trascurato o per lo rie, principalmente orientate secondo i due<br />
meno sottovalutato: la penetrazione delle grandi sistemi: SE-NW e SW-NE. Altre imacque<br />
nei sistemi di fessurazione della roc- portanti faglie sono pure orientate secondo<br />
cia può avvenire, quasi esclusivamente, in E-W. In assoluto, la maggioranza delle faquelle<br />
soluzioni di continuità di "tipo bean- glie è di tipo "trascorrente".<br />
te", secondo me. quasi esclusivamente nelle Negli anni '80 si è avuta una profonda<br />
soluzioni di continuità "beanti" originate dagli evoluzione delle conoscenze geologiche di<br />
sforzi distensivi che hanno "aperto" o me- tutta l'area carsica, dalla zona dell' Alto<br />
glio "divaricato" anche di pochissimo le due Carso delle Selve di Tarnova, Piro, Idria,<br />
facce del piano di frattura. Le acque di della Piuca, agli altostrutturali del Monte<br />
penetrazione carsica "prediligono" eviden- Nevoso, al Basso Carso "Classico" (Penitemente<br />
le vie più aperte nella loro circola- sola Istriana compresa). Restringendo il<br />
zione sotterranea..<br />
nostro ragionamento al solo Carso Classi-<br />
Sul Carso Triestino, in particolare, è co, (ex Carso Triestino - I.s.), questo viene
definito dagli studiosi sloveni, una "piatta-<br />
forma carbonatica parautoctona", in sposta-<br />
mento verso SW. La "Struttura embriciata<br />
della Cicceria" interposta tra "il Carso" e la<br />
"piattaforma parautoctona di Capodistria",<br />
attraversa l'area carsica nella sua parte me-<br />
ridionale. ad iniziare dalla Val Rosandra e<br />
seguendo poi, lungo tutta la Costiera Trie-<br />
stina, fino a Monfalcone. Nella zona di "pas-<br />
saggio" tra "il Carso" e la "struttura embri-<br />
ciata", è presente una faglia inversa la<br />
quale, in quasi tutta la sua estensione, pre-<br />
senta notevoli fenomeni di "sovrascorrimen-<br />
to". Nell'area che va dalle Sorgenti di Auri-<br />
sina a Sistiana-Duino. vi è un contatto<br />
(sempre per faglia) tra i calcari del Cretaci-<br />
co superiore ed il Flysch eocenico-oligoce-<br />
nico. In pratica il "vecchio modello" struttu-<br />
rale del Carso, al quale fino a poco tempo<br />
fa tutti noi facevamo riferimento, è stato<br />
sostituito da uno più moderno e dinamico,<br />
più adatto a giustificare i dati geologico-<br />
strutturali emersi dagli studi svolti in Italia<br />
ed in Slovenia negli ultimi quindici anni.<br />
Il nuovo modello strutturale e concet-<br />
tualmente completamente diverso per cui<br />
la configurazione tettonica di quest'area<br />
cambia totalmente e con essa anche il<br />
"modello carso-morfologico".<br />
RAPPORTI TRA GEOLOGIA DELLE<br />
ASSISE CARBONATICHE E<br />
CAR~IFICABILIT~<br />
È stato ampiamente dimostrato, che la<br />
solubilità varia in funzione del diversificarsi<br />
delle condizioni litologico-petrografiche, stra-<br />
tigrafiche e deformative, il che conduce a<br />
diversi "gradi della carsificabilita.<br />
Ad un "massimo carsificabile". corrispon-<br />
de la presenza di rocce micritiche (fanghi<br />
microcristallini), molto pure con scarso con-<br />
tenuto fossilifero, bene e potentemente stra-<br />
tificate ed aventi una "frequenza" dei siste-<br />
mi di fratturazione di tipo metrico.<br />
Ad un "minimo carsificabile". corrispon-<br />
de la presenza di rocce sparitiche, impure<br />
per vari contenuti terrigeni, talora molto<br />
fossilifere, più o meno fittamente stratifica-<br />
te ed aventi una "frequenza" dei sistemi di<br />
fratturazione di tipo decimetrico.<br />
RICERCA<br />
Tra queste due carsificabilità teoriche<br />
estreme esiste ancora un'infinito numero di<br />
possibilità intermedie, dovute alla grande<br />
varietà di rocce calcaree.<br />
Le rocce dolomitiche, bene presenti nelle<br />
assise carbonatiche del Carso, hanno un<br />
"grado di carsificabilita estremamente bas-<br />
so e si comportano agli effetti della disso-<br />
luzione, con dei valori definiti "semicarsici"<br />
o "paracarsici".<br />
ANALISI DEI SISTEMI DI<br />
FRA TTURAZIONE "PREFERITI" DALLA<br />
DISSOLUZIONE<br />
La solubilità più o meno elevata del<br />
mezzo roccioso, non è sufficente per pro-<br />
durre un fenomeno carsico ipogeo. se non<br />
vi è il concorso delle soluzioni di disconti-<br />
nuità, ovvero dei sistemi di fessurazione. A<br />
questo punto la nostra analisi deve affron-<br />
tare alcune considerazioni dovute alla con-<br />
statazione che non tutte le fratture sono<br />
incarsite.<br />
Seguendo scavi fondazionali in rocce<br />
carbonatiche carsificabili e i fronti di abbat-<br />
timento delle delle numerose cave che co-<br />
stellano le aree di affioramento di svariati<br />
litotipi calcarei, si osserva che i sistemi di<br />
fessurazione della roccia sono tantissimi, le<br />
fratture sono ovunque, ma quelle "incarsi-<br />
te" sono assai poche. Ciò significa che le<br />
acque di penetrazione non seguono tutte le<br />
discontinuità ivi presenti. In altre parole il<br />
veicolo di penetrazione delle acque esterne<br />
in profondità nelle rocce carsiche sono si le<br />
fratture, ma non tutte, e perchè solo alcune?<br />
Ponendo attenzione alle aree di culmi-<br />
nazione anticlinalica secondarie, presenti in<br />
varie parti del Carso Triestino, si è potuto<br />
constatare una costante presenza di cavità<br />
"a pozzo". Le culminazioni sono strutture di<br />
tipo "distensivo" e pertanto "raccolgono"<br />
elementi strutturali deformativi di tipo 'be-<br />
ante"; cosicche in queste condizioni vi è<br />
una maggiore possibilità da parte delle<br />
acque di andare in profondità con una "so-<br />
lubilità dinamica" più spinta: ed ecco la mag-<br />
gior presenza di questo tipo di cavità ed<br />
anche di vaste ed importanti doline.<br />
Tuttavia la direzione del piano della frat-
RICERCA<br />
tura principale che aveva condizionato la<br />
"genesi" delle cavità a pozzo, era costantemente<br />
"piazzato" sulla direzione SSW-NNE<br />
verticale (una direzione quindi secondo:<br />
N+2Zm30'E - S+22"30'W), in altri termini<br />
veniva rilevata, grosso modo una direzione<br />
N+20mE. Questa poteva anche oscillare<br />
entro i valori compresi tra N+lOmE e<br />
N+3OnE.<br />
Si è andati allora a cercare quali erano<br />
le fratture condizionanti lo sviluppo delle<br />
cavità a pozzo, in altre situazioni "tettoniche".<br />
La sorpresa è stata che dalla Val<br />
Rosandra al M. Lanaro, alle Bocche del Timavo.<br />
lungo il bordo dell'altopiano, come in<br />
qualsiasi situazione tettonica presente sul<br />
Carso, quasi tutte le cavità a pozzo erano<br />
impostate sull'asse SSW-NNE. Per fare solamente<br />
qualche significativo esempio, cosi<br />
è per la celebre "Grotta dei Morti". sul fianco<br />
sudoccidentale del M. Calvo. per la "Grotta<br />
Costantino Doria", posta quasi al "centro"<br />
del Carso Triestino e, per l'ultima nata<br />
la "Grotta Skilan", il cui pozzo interno di<br />
140 m è "piazzato" proprio su di un sistema<br />
N+20eE.<br />
Ritornato per compiere delle verifiche<br />
alpino o antidinarico".<br />
- Le fratture orientate secondo il siste-<br />
ma SSW-NNE sono quasi sempre le meno<br />
frequenti, ma indubbiamente le piu incarsite.<br />
Ciò che meraviglia è la costante presenza<br />
di questo sistema (N+20"E) che non sembra<br />
legato in alcun modo alla struttura dinamica<br />
dell'orogenesi di questi territori, di chiara<br />
derivazione "dinarica" (SE-NW).<br />
Ma perchè solo questo sistema di fes-<br />
surazione e "beante" e quindi "prevalente-<br />
mente" incarsito?<br />
È mia opinione che laddove siamo in<br />
presenza di sistemi di fessurazione "aperti"<br />
e quindi anche "beanti", tutto il complesso<br />
delle "spinte" tettoniche dovrebbe essere<br />
prevalentemente di "tipo distensivo"<br />
Questo quadro dinamico contrasta con il<br />
concetto della compressione dovuto allo scon-<br />
tro delle "zolle" o "microzolle" continentali.<br />
Altra importante osservazione è che il<br />
sistema di fessurazione secondo SSW-NNE<br />
è. dal punto di vista "geologico- temporale",<br />
indubbiamente secondario e non primario.<br />
Tutte le cavità "a pozzo" impostatesi su<br />
questo sistema intercettano quasi sempre<br />
degli altri sistemi incarsiti preesistenti.<br />
nel e CJ m naz oni antic na icne present su<br />
nostro Carso con ~ nndaoine ' ai: acc~rata<br />
Solo a cun esempt<br />
- var POZZI della Grotta d Trebic ano<br />
ho potuto constatare che ;a "struttura" non e la ~averfia Lindner.<br />
c'entra. In tutti questi casi per una serie di - Il pozzo di accesso alla "Grotta Doria"<br />
combinazioni litostratigrafiche le culminazio- e la galleria sottostante.<br />
ni anticlinaliche presenti nei pressi di Gabrovizza,<br />
Monrupino - Fernetti, M. Gaia<br />
- Il grande pozzo interno della Grotta<br />
Skilan e le immense gallerie poste costan-<br />
- Gropada, sono costituite da calcari dotati temente alla quota di -200 m dall'attuale<br />
di un "alto grado di carsificabilità" per cui vi piano di campagna.<br />
è una logica presenza di un maggior nume- Tutte queste osservazioni conducono ad<br />
ro di cavità verticali. indipendente' dalla una importante considerazione: questo siposizione<br />
anticlinalica dell'affioramento roc- stema di fessurazione si e formato non solo<br />
cioso.<br />
ad "orogenesi" da tempo awenuta, ma anche<br />
in un carsismo già abbastanza avanzato.<br />
IPOTESI GENETICA DEL SISTEMA DI Bisogna a questo punto dire che tutto<br />
FESSURAZIONE N+2OSE<br />
ciò che è stato qui esposto e chiaramente<br />
Dalle numerose indagini statistiche ese- solo un'ipotesi e che essa contrasta con<br />
guite in svariati punti del Carso, ho potuto concetti che venivano dati abbondantemente<br />
osservare che tutte le analisi hanno dato per scontati, sia riguardo alla struttura gegrosso<br />
modo i seguenti risultati:<br />
- Prevalenza dei sistemi di fessurazione<br />
ologica del nostro Carso sia per quanto riguarda<br />
l'evoluzione del "carsismo". Evidenlegati<br />
al "trend dinarico" incrociate con quel- temente cosi non è. Mi rendo conto che è<br />
l'altro sistema definito "derivato dal sistema difficile "capire" questo strano meccanismo,
ma forse se si parte da delle "ipotesi gene-<br />
tiche" completamente diverse, allora questo<br />
curioso fenomeno potrebbe rientrare in un<br />
quadro geodinamico piuttosto interessante.<br />
Non ritengo sia questa la sede per apri-<br />
re una improduttiva discussione sulla validi-<br />
tà delle varie teorie esistenti sulla genesi<br />
ed evoluzione degli "orogeni", mi permetto<br />
solo di suggerire che seguendo i concetti<br />
indicati da una proposta nuova e affasci-<br />
nante chiamata della "Terra in espansione".<br />
questi nostri modesti segni geodinamici rien-<br />
trano con facilità nel quadro assai comples-<br />
so della grande "gerarchia delle dimensio-<br />
ni" che va dalle espansioni continentali e<br />
fino alle fratture poligonali del terzo e del<br />
quarto ordine a livello ad esempio della strut-<br />
tura del Carso Triestino. Questi nostri siste-<br />
mi di fessurazione potrebbero essere di<br />
quinto ordine, non ancora segnalati. In altre<br />
parole: ..." Tutte le regioni della superficie<br />
della Terra, ad eccezione dei sedimenti piò<br />
recenti, che tendono a cedere piuttosto che<br />
a fratturarsi, acquisiscono due sistemi di<br />
giunti quasi ortogonali tra loro, con interse-<br />
zioni quasi verticali. Sono queste le giun-<br />
zioni epimgeniche (tipiche dei continenti) che<br />
si adattano alla curvatura superfinale de-<br />
crescente della Terra". (S. WARREN CAREY<br />
- La Terra in espansione, 1986, BCM 936,<br />
Laterza).<br />
Verrà a questo punto fatto osservare che<br />
qui si parla di "due sistemi di giunti quasi<br />
ortogonali". mentre il presente lavoro consi-<br />
dera uno solo. ossia il sistema SSW-NNE;<br />
e l'altro?<br />
In chiusura e sommessamente vi dico<br />
che forse ho il timore di aver "visto" anche<br />
l'altro. ma non sono certo di averlo bene<br />
inquadrato e non so perciò se posso già<br />
"inserirlo" in questo nuovo sistema "genetico".<br />
Si tratta dell'unica segnalazione finora<br />
fatta sull'intero Carso Triestino. Mi riferisco<br />
al modesto lavoro, forse mai letto e già<br />
dimenticato: Fa. FORTI & Fu. FORTI (1985)<br />
- Il condizionamento di una faglia nella ge-<br />
nesi dell'Abisso sopra Chiusa (116 VG) -<br />
Carso Triestino, pubblicato su "Atti e Me-<br />
morie, vol. 24. Quella volta non ci siamo<br />
resi conto che questo storico ed importante<br />
RICERCA<br />
abisso del nostro Carso si sviluppa secon-<br />
do un sistema (faglia) orientato secondo E-<br />
W e quindi quasi normale all'altro più fre-<br />
quente N+20°E. Evidentemente anche<br />
questo sistema E-W è di tipo "beante":<br />
..." Dallo studio sulle progressioni di svilup-<br />
po dell'Abisso sopra Chiusa appare quindi<br />
la stretta relazione intercorrente tra le su-<br />
perfici di discontinuità rilevate e l'lncarsi-<br />
mento del complesso roccioso, qui costitu-<br />
ito, ricordiamo, dalla facies dei Calcari ad<br />
Alveoline e Nummuliti, il cui "grado di car-<br />
sificabilità" nel significato dato da F. FORTI<br />
(1972), risulta essere generalmente "medio-<br />
basso".<br />
Infatti, In tutta l'area del Carso Triestino<br />
le cavità presenti nei Calcari Terziari hanno<br />
per lo più sviluppo suborizzontale e sola-<br />
mente le grotte impostate in corrisponden-<br />
za di particolari sistemi disgiuntivi, hanno<br />
sviluppi prossimi alla verticale".<br />
Aggiungo ora che non deve destare<br />
meraviglia se nei "Calcari Terziari" vi è<br />
scarsezza di cavità, in particolare di quelle<br />
a sviluppo verticale e profonde. Dalle nu-<br />
merose misure eseguite sulle differenze di<br />
solubilità. risulta che questa è più che dop-<br />
pia nelle rocce calcaree del Cretacico su-<br />
periore (prevalentemente micritiche). rispetto<br />
a quelle del Paleocene - Eocene (prevalen-<br />
temente sparitiche) e quindi la probabilità<br />
che si trovino delle grotte di un certo svi-<br />
luppo in profondità, deve necessariamente<br />
essere legata a dei fattori "aggiuntivi", come<br />
ad esempio che i piani di frattura della roc-<br />
cia siano "beanti". Ma ciò, come abbiamo<br />
potuto vedere, non è una norma, ma piut-<br />
tosto un'eccezione determinata da fattori<br />
."esterni".<br />
Sarà poi vero che esiste sul Carso que-<br />
sto secondo sistema di discontinuità di tipo<br />
distensivo e quindi "beante"? A quelli che<br />
hanno la voglia e la costanza di affrontare<br />
le inesauribili problematiche che il nostro<br />
Carso ci offre, questa mia proposta: Datevi<br />
da fare, ma ricordatevi sempre che "in na-<br />
tura non ci sono regole, ... solo eccezion,";<br />
buon lavoro e ... non fatevi fregare dalla<br />
Natura!<br />
Fabio Forti
RICERCA<br />
ASPETTI SPELEOBOTANICI DEL Infatti, già affacciandosi ai margini della<br />
POZZO DOPPIO AD OVEST DEL cavità o scendendo in essa con l'aiuto di<br />
MONTE VOISTRI<br />
(Jama NemEeva, 816 VG)<br />
una scala. si possono abbastanza agevolmente<br />
individuare e riconoscere sulle pareti<br />
e sui ripiani tali caratteristiche specie che.<br />
GENERALITA<br />
Per la sfavorevole struttura morfologica<br />
del terreno, rare sono le cavità esistenti nella<br />
zona del Monte Lanaro, a nord di Rupinpiccolo.<br />
Una di queste, il pittoresco "Pozzo<br />
doppio ad ovest del Monte Voistri", presenta<br />
significativi aspetti speleobotanici.<br />
Ubicato a ridosso del confine di Stato<br />
con la Slovenia (il cippo confinario piu vicino<br />
è il n. 73/43 e si trova a 95 metri in<br />
direzione nord) e di non proprio immediata<br />
individuazione, il pozzo è poco noto e di<br />
conseguenza scarsamente frequentato. I relativamente<br />
lunghi periodi di isolamento in<br />
cui esso viene a trovarsi gli concedono cosi<br />
una notevole tranquillità ambientale che<br />
tende a favorire il regolare sviluppo delle<br />
piu tipiche specie di carattere cavernicolo.<br />
in dipendenza con le particolari condizioni<br />
topo- e microclimatiche del sito. si integrano<br />
in un'armonica sequenza di complessi<br />
vegetazionali.<br />
Le pressoché costanti condizioni di non<br />
disturbo hanno inoltre, già da parecchi anni,<br />
consentito nel pozzo un propizio insediamento<br />
dell'Allocco (Strix aluco aluco). La<br />
presenza di tale specie non è peraltro infrequente<br />
nelle cavità del Carso triestino, soprattutto<br />
in quelle recondite situate preferibilmente<br />
lungo la linea di confine di Stato o<br />
nelle sue immediate adiacenze; in esse il<br />
rapace può condurre un'esistenza relativamente<br />
tranquilla. Negli anfratti della volta<br />
ed in quelli delle pareti muscose del pozzo<br />
una ventina di anni or sono nidificava invece<br />
una cospicua popolazione di Colombi<br />
selvatici (Columba livia livia).<br />
. .. .<br />
IL "POZZO DOPPIO AD OVEST DEL<br />
MONTE VOISTRI" (440/816 VG)<br />
Questa cavità, conosciuta ed indicata talvolta<br />
anche come "Doppio pozzo sul Veliki<br />
Vrh e localmente come "NemEeva Jama".<br />
si apre alla quota di 457 m in un ambiente<br />
a prevalente landa carsica (Carici-Centaureetum<br />
rupestris) che però, soprattutto in<br />
questi ultimi decenni. si è rapidamente incespugliata.<br />
Le frequenti emersioni rocciose<br />
calcaree, un tempo molto evidenti sul<br />
terreno brullo, risultano ora in gran parte<br />
coperte dalle usuali specie arbustive ed<br />
arboree della boscaglia carsica illirica<br />
(Ostryo-Quercetum pubescentis). quali Ostrya<br />
carpinifolia (Carpino nero), Fraxinus ornus<br />
(Orniello), Quercus pubescens (Roverella),<br />
Cornus mas (Corniolo), Prunus<br />
mahaleb (Ciliegio canino), Frangula rupestris<br />
(Frangola triestina). Juniperus communis<br />
(Ginepro) e sporadico Pinus nigra (Pino<br />
nero austriaco).<br />
La cavità. inclusa nel comune di Soonico,<br />
è situata'l40 m a NE del bivio di q1458<br />
Vngressa della grotta (~oto E. POII~) ed è sfiorata (80 m a SE) dal recente ed
appartato sentiero "Skabar" che, provenen-<br />
do dal versante settentrionale del Voistri -<br />
ove s'accosta per un breve tratto alla linea<br />
confinaria - punta in direzione del monte<br />
Coste (Kosten), 410 m.<br />
Circa 130 m a nord del Pozzo, in corri-<br />
spondenza del cippo confinario 73/41, si<br />
apre improvvisamente un superbo panora-<br />
ma sulla sottostante ampia vallata di Pli-<br />
scovizza della Madonna (Pliskovica), di<br />
Vallegrande (Veliki Dol) e di Comeno (Ko-<br />
men). Tale belvedere naturale spazia - so-<br />
prattutto nella stagione invernale con ridot-<br />
ta vegetazione - sino ai pih lontani rilievi<br />
della Selva di Tarnova, quali il M. Caven<br />
(1185 m), il KuCelj (1237 m), il Golak (1945<br />
m) ed oltre (gruppo del Monte Nero e del<br />
Canin).<br />
Le condizioni climatiche del sito in cui si<br />
trova il Pozzo appartengono alla zona:<br />
attenuatisi i caratteri marittimo-mediterranei.<br />
prevalgono qui, in tutte le stagioni. quelli<br />
marcati subalpini continentali.<br />
Il pozzo d'accesso è profondo comples-<br />
sivamente 12 metri e largo 4; un piccolo<br />
ponte naturale, coperto in buona parte dal-<br />
la sciafila Hedera helix (Edera), separa<br />
asimmetricamente ad ovest l'ampia bocca<br />
principale dall'altra di dimensioni minori (m<br />
2 x 3 circa). Dalla base del pozzo si diparte<br />
una ripida china detritica che, per 12 metri<br />
scoperta, s'immette quindi in un'alta galle-<br />
ria terminando dopo una ventina di metri di<br />
discesa con una nicchia concrezionata ed<br />
impreziosita da una singolare stalagmite.<br />
LA VEGETAZIONE NEL POZZO.<br />
Sui margini del pozzo e nei suoi primi<br />
2-3 metri di profondità (fascia "liminare") si<br />
sviluppano alcune specie arbustive, quali il<br />
Carpino nero, la Roverella e I'Orniello, che<br />
appartengono ancora alla boscaglia illirica.<br />
RICERCA<br />
marnnium aiop"umm (L) Breur (Dis Ma,% Gmzia Poi10<br />
tima avvolge completamente a nord un<br />
esemplare di Ostrya carpinifolia.<br />
Scendendo ulteriormente (fascia "subli-<br />
minare". 3-6 m) si nota la comparsa di for-<br />
me appartenenti a zone più fresche ed<br />
umide. quali Lamium orvala f. wettsteinii<br />
(Falsa ortica), Geranium mbertianum (Erba<br />
cimicina), Lamiastrum montanum (Ortica<br />
mora, inclusa nel complesso ciclo di La-<br />
miastrum galeobdolon) e Mycelis muralis<br />
Si aggiunge a SE di esse un ragguardevole (Lattuga dei boschi), tuite specie che trova-<br />
esemplare di Tiglio (Tilia cordata) che emer- no di norma il loro habitat naturale nell'am-<br />
ge dalla superficie della cavità con le sue biente di dolina.<br />
evidenti dirarnazioni fogliari. A profondità maggiore (6-9 m) subentra<br />
Tra le specie erbacee di tale fascia è la fascia delle Felci (o "Fascia delle Pteri-<br />
frequente Moehringia muscosa (Centonchio dofite"), specie definite spesso "criptofile"<br />
muscoso), mentre tra quelle rampicanti è in quanto si possono rinvenire anche in altri<br />
dominante Hedera helix (Edera). Quest'ul- citi carsici. quali doline di crollo, baratri, antri
RICERCA<br />
dividuare Neckera crispa, Raccolta d dati,<br />
qualche specie del genere<br />
Mnium e l'elegante Plagiochila asplenioides<br />
f. cavernarum.<br />
Quest'ultima. una briofita a simmetria<br />
dorsoventrale appartenente alla classe del-<br />
le Hepaticae, simboleggia anzi la specie ca-<br />
ratteristica dell'associazione Phyllitido-Pla-<br />
giochiletum cavernarum Tomazic 46 (Razza<br />
carsico-litoranea) presente nel pozzo. In tale<br />
cenosi Phyllitis scolopendrium. Polypodiurn<br />
interjectum e Moehringia muscosa vi con-<br />
corrono quali specie caratteristiche di alle-<br />
anza. mentr: Asplenium trichomanes vi fi-<br />
gura quale jpecie caratteristica d'ordine<br />
(Potentilletalia) e di classe (Potentilletea);<br />
tra quelle compagne si segnalano, in parti-<br />
ne corso delle rcerche speleobotaniche (Foto D Marini)<br />
colar modo, Lamiastrum montanum, Hede-<br />
ra helix, Tharnnium alopecurum, Neckera<br />
crispa e Larnium orvala f. wetisteinii. La<br />
parete più rappresentativa nella quale I'as-<br />
sociazione della Lingua di cervo e della<br />
Plagiochila delle caverne è ben presente in<br />
modo relativamente completo, e quindi ab-<br />
bastanza ben rilevabile, è quella sud-occi-<br />
dentale.<br />
Dai 9 ai 13 metri di profondità (base del<br />
pozzo) l'intensità luminosa risulta sensibil-<br />
mente diminuita: si possono qui osservare<br />
alcune fronde sterili di Phyllitis scolopen-<br />
drium e di Polypodium interjectum, ancora<br />
diffuse le specie di Muschi già individuati
POZZO A OVEST DEL MONTE VOISTRI (440 1816 VG)<br />
RICERCA<br />
Pozzo doooio ad Ovest del Monte Voistn - 816 VG<br />
Tav. 1 ~~25000 Poggioreale, 40a Il SO<br />
Lat. 45' 44' 54". long. l" 19' 1-5 E da monte Mano. quota m 457. Prof. m 29.5: oozzo est. m 13,<br />
lungh. m 36. - RiI. Dario Marini, Pino Guidi, S.A.G., 19.31964
RICERCA ~<br />
Ala base della chna detritica<br />
più sopra e qualche Epatica.<br />
La china detritica non presenta partico-<br />
lari forme di vegetazione se non qualche<br />
raro e stentato esemplare fogliare di Edera<br />
emergente dal brecciame instabile.<br />
Sia l'aria fredda delle notti estive, sia<br />
quella gelida invernale, scese nel pozzo e<br />
fluite lungo la china, accentuano nelle sta-<br />
gioni il fenomeno dell'inversione termica.<br />
Esso risulta più marcato in inverno (genna-<br />
io) mentre appare meno evidente, seppur<br />
non di molto, d'estate (luglio).<br />
Si viene cosi a determinare nel pozzo<br />
stesso un significativo regime termo-igro-<br />
metrico. A tale proposito, quale esempio in-<br />
dicativo. si riportano alcuni<br />
dati relativi ad una serie di<br />
misurazioni termometriche<br />
effettuate nel corso di una<br />
normale giornata autunnale<br />
(1 11.1986) nella cavità.<br />
Mentre alle ore 11.05 la<br />
temperatura sull'orlo SE era<br />
di 14.ZSC, alle ore 11.15<br />
essa risultava di 11.3"C alla<br />
base del pozzo stesso (-13<br />
m) ed era di appena 8.2"C<br />
al termine della china detri-<br />
tica nei pressi della nicchia<br />
(-29.5 m) alle ore 11.20.<br />
Una differenza quindi di<br />
6.O"C per un dislivello di<br />
quasi 30 m, con gradiente.<br />
in quell'occasione, di<br />
0,203"Clm. È questo un<br />
dato isolato ma pur sempre<br />
molto interessante anche<br />
se, evidentemente. esso<br />
non può dare il quadro esat-<br />
to della situazione topocli-<br />
matica della cavità; per la<br />
quale sarebbero necessarie<br />
regolari serie di misurazioni<br />
da effettuarsi in un adegua-<br />
to e prolungato periodo di<br />
tempo.<br />
Come si è potuto co-<br />
munque notare. ad un'ac-<br />
( ~ ~ t ~<br />
D centuata inversione termica<br />
nella cavità corrisponde una<br />
marcata inversione vegetazionale.<br />
E interessante infine osservare come il<br />
Pozzo. pur non possedendo le notevoli pro-<br />
fondità e dimensioni di altre voragini e fo-<br />
vee carsiche (come ad esempio la Grotta<br />
Noè, il "Pignatòn" di Gropada, la Fovea<br />
Maledetta, la Fovea Persefone. la Berlova<br />
Jama, la Grotta Plutone e la Grotta Ne-<br />
mez), costituisce peraltro un particolare<br />
ambiente vegetazionale, del tutto diverso<br />
da quello circostante esterno, nel quale le<br />
specie si sviluppano in precisi siti che di-<br />
pendono rigorosamente dalle specifiche<br />
condizioni climatiche presenti nella cavità.<br />
Eli0 Polli<br />
~
UNA DIATRIBA DURATA UN SECOLO<br />
TRIBUNA<br />
Giusto un secolo fa il Martei, pensando erroneamente che il termine greco spéos significasse<br />
cavità artificiale. decretò che fosse più corretto chiamare "speleologia" la scienza delle grotte. Altri<br />
non furono d'accordo e proposero il più eufonico "speologia" e. anche se il termine più lungo e meno<br />
eiegante ha prevalso. vi sono ancora alcuni che preferirebbero quesyultimo.<br />
in un recente numero di Alpi Giulie è apparso un saggio del presidente deil'Accademia della<br />
Crusca. prof. Giovanni Nencioni. che con il suo autorevole intervento pone fine alla secolare discus-<br />
sione. Sostiene Nencioni. dopo avere esaminato la documentazione raccolta da Pino Guidi ed una<br />
dotta dissertazione di Egizio Faraone, che tutti e due i termini sono fiioiogicamente corretti. basan-<br />
dosi il più corto sul termine omerico spéos e il più lungo sul termine spélalon. proprio del greco<br />
attico. Aggiunge anche (e questa è una novità) che si potrebbe anche dire "specoiogia". ricorrendo<br />
al latino specus. E quest'ultimo termine a me, che sono toscano. pare il più bello di tutti.<br />
Ma se i due termini usati e addirittura un terzo, sono filologicamente corretti. quale scegliere<br />
allora?<br />
Il prof. Nencioni a questo riguardo ricorre a un argomento definitivo, che rende inutile ogni<br />
ulteriore discussione: poichè è la parola "speleologia" ad essere usata comunemente nella maggior<br />
parte delle lingue nazionali ed anche neil'inglese, che oggi sta assumendo il ruolo di lingua inter-<br />
nazionale, per il principio secondo Cui "quieta non movere" ci dovremo tenere questa parola, anche<br />
se è la più lunga e sgraziata.<br />
Resta solo una piccola consolazione: che i "triestini patochi", quando dicono "e1 speologo"<br />
compiono, senza saperlo, una raffinata operazione filologica, dando nuova vita ad un termine usato<br />
da Omero, Esiodo e Apolionio Rodio.<br />
MA NOI SIAMO SPELEOLOGI?<br />
Se la speleologia è la scienza delle grotte, è corretto chiamare con quel nome la nostra attività?<br />
In realtà sarebbe eccessivo considerarci degli scienziati: il nostro operato, anche quando non sia<br />
meramente escursionistico, ha una connotazione piuttosto parascientifica, nel senso che facciamo<br />
delle cose che non rientrano nella scienza. ma sono pero per la scienza delle cavità ipogee (la<br />
speleologia, appunto) un indispensabile supporto; come esisterebbe infatti la scienza speleoiogica<br />
senza i tanti matti che cercano, scavano, esplorano. rilevano e accatastano ie grotte?<br />
Allora, a voler essere precisi, come ci dovremmo chiamare? Noi usiamo chiamarci anche<br />
grottisti, con una punta di autoironia. Si potrebbe, volendo fare i pedanti, chiamare grottisti coloro<br />
che scendono nelle grotte soprattutto per diporto e dare a chi, come noi, fa un'attività di esplorazione<br />
e di rilievo. un nome un po' più aulico, ad esempio chiamarci speleisti. Ma, si dirà dopo aver<br />
imparato la lezione del prof. Nencioni: "quieta non movere" e questo è vero quando si debba<br />
scegliere fra sinonimi come speologia e speleologia; niente vieta invece di coniare o usare un nuovo<br />
termine quando non ve ne sia già uno comune che soieahi con sufficiente orecisione ouello che si<br />
. - , ~ ~~ - -<br />
vuole dire. Ma mi accorgo di ;vventurarmi in un campo in cui non bastano i ragionamenti, ma è<br />
necessario che il neologismo che si propone venga accettato dali'ambiente specialistico. Se questa<br />
parola piacerà. potremo chiamarci speleisti, lasciando il nome di speleologi ai Cucchi, Forti ed altri.<br />
Altrimenti non sarà la fine del mondo se continueremo a chiamarci, un pò impropriamente, spele-<br />
ologi per il pubblico e grottisti per gli amici.<br />
GLI ULTIMI ESPLORA TORI<br />
Si può ritenere che oggi, della faccia di questa terra, ogni chilometro quadrato sia stato esplo-<br />
rato e sembra finita l'era in cui la Royal Geographic Society mandava David Livingstone ad esplo-<br />
rare il cuore dell'Africa e poi il giornalista Stanley a cercarlo. È noto che questi, trovatolo, (neil'ot-<br />
tobre del 1871) profferi la storica frase: "Mr. Livingstone, I suppose".<br />
Ma sotto terra esiste un continente fatto di milioni (si presume) di grotte, delle quali solo una<br />
piccola parte è stata esplorata e. se sono finiti i tempi eroici della scoperta del'Africa nera, dure-<br />
ranno ancora a iungo i tempi un pochino eroici della scoperta delle grotte. Potrà allora un giorno<br />
accadere che un nostro speleista, esplorando una cavità, magari nel Borneo o in Brasile, vi trovi
TRIBUNA<br />
un altro socio della CGEB intento alla stessa occupazione, e possa cosi profferire la storica frase:<br />
"Toio, mi reputo" (per chi non sa il triestino: "Victor, I suppose"!).<br />
AVVENTURE SOTTO CASA<br />
Lo speieismo, dunque, è rimasto probabilmente I'unica attività di carattere eminentemente esplo-<br />
rativo. Ma è un'esplorazione che si può fare anche con pochi mezzi e con campagne della durata<br />
di poche ore. Se molti giovani, infatti, girano le terre più sperdute in cerca di grotte, o scendono con<br />
spedizioni anche di più giorni negli abissi del Canin, tanti altri. e fra questi molti già ben oltre gli<br />
"anta", provano la gioia di scoprire e consegnare alla scienza e alla conoscenza luoghi finora<br />
inesplorati a pochi passi da casa. E bisogna provare. per credervi. la gioia di trovare questi tesori<br />
ipogei, luoghi incantati in cui la pietra si è sciolta e ricomposta. per l'azione chimica dell'acqua e<br />
dell'anidride carbonica, in forme singolari, talvolta imponenti, talora fragilissime. In quei momenti non<br />
si sente più la stanchezza dopo lunghi lavori di disostruzione o dopo interminabili progressioni fra<br />
pozzi e strettoie. Gli acciacchi spariscono come d'incanto e non si vorrebbe più tornare indietro. Ma<br />
la moglie ci aspetta per pranzo e il pomeriggio si deve portare il bambino dai nonni. Per oggi<br />
l'avventura nel sesto continente è finita. Riprenderà sabato prossimo.<br />
5 A 1 PER LE BACCHETTINE<br />
Nel n. 27 di Progressione apparvero ben tre articoli in lode della rabdomanzia e del radieste-<br />
sismo. Stupito che una rivista quasi "seria" come la nostra desse tanto spazio a dei metodi non<br />
riconosciuti dalla scienza ufficiale, senza neanche pubblicare un articolo con una tesi contraria,<br />
scrissi un articolo ironico su tali attività esoteriche, che la rivista ebbe la bontà di pubblicare nel<br />
n'29 Assieme ad altri due articoli a favore delle indagini bacchettiniche. In totale, 5 articoli a favore<br />
e solo il mio contrario.<br />
Se la scienza e la tecnica seguissero le regole della democrazia, il numero preponderante degli<br />
articoli a favore di tali metodi di indagine sarebbe prova sufficiente della loro validita. Poichè però<br />
-<br />
i tecnocrati e ali scienziàcrati credono soio a ciò che è razionalmente dimostrabile e sperimentabile,<br />
una tal messe di articoli a favore ha, ai loro occhi di miscredenti, lo stesso valore che hanno le<br />
attestazioni di chi ha visto piangere la Madonna.<br />
Ma il problema si risolverà facilmente. Gli uomini di fede che si occupano di grottismo (e sono<br />
molti) d'ora in poi useranno tutti le bacchette per cercare nuove grotte, producendo una tale moie<br />
di dati sperimentali, che anche gii infedeli come me si dovranno ricredere.<br />
Roberto Barocchi<br />
A CHI GIOVA LA SPELEOLOGIA<br />
Questa, più che una domanda, è una considerazione. Ma procediamo con ordine: l'andar per<br />
grotte. come da una vecchia e sempre attuale definizione, è un qualche cosa che sta tra la semplice<br />
curiosità, la voglia di affermare in qualche modo la propria personalità. la necessità insita nella<br />
natura dell'essere umano di scoprire sempre qualcosa di nuovo, una pratica sportiva come tante e,<br />
ultima (ma non in ordine di importanza), la voglia di conoscere, nel senso scientifico deila parola.<br />
I tedeschi, sempre più precisi di noi, hanno coniato due termini: "Hbhlenkunde" e Hohlenfor-<br />
schung". per indicare "l'esplorazione" e la "ricerca" nelle grotte. D'altra parte la parola "speleologia"<br />
è un francesismo che sta a significare tutti e due gli aspetti, cosi che il semplice esploratore può<br />
talvolta passare per uno scienziato mentre lo studioso di cose ipogee passa talvolta per un perdi-<br />
tempo.<br />
Nella mia iunga vita a contatto con il mondo ipogeo. ho avuto sempre una certa difficoltà nel<br />
dire a qualcuno che "vado in grotta". "Ah!" è stata spesso la risposta, seguita da una chiara<br />
espressione di sufficienza se non di vera e propria commiserazione. Ma il peggio è stato quando<br />
la pubblica informazione (stampa, radio, televisione), chiamata in occasione di qualche triste evento<br />
accaduto nel corso di esplorazioni, esordiva con la ormai classica domanda: "Ma voi perché ci<br />
andate ad arrischiare la vita nelle grotte? Il senso dell'immagine dantesca dell'inferno era ben<br />
palese nell'intervistatore e ti classificava senza pietà quale "inutile sacrificio" ia vita perduta da
TRIBUNA<br />
quello sventurato esploratore, che era caduto per un assurdo ed incomprensibile ideale<br />
Qualsiasi spiegazione veniva accolta per I; meno con una certa sufficienza se non addirittura<br />
con diffidenza. 'Andar a morire là sotto è cosa da pazzi", queste le conclusioni culturali del discorso.<br />
Ma a questi "strani" personagqi. chiamati a seconda dei casi orottisti. arottoioqi. -. speleoloqi. . ecc..<br />
talvolta succede di godere anch;éssi di fugacissimi momenti di notorietà.-€ necessario, comunque,<br />
che succeda qualcosa di eccezionale che impressioni vivamente I'opinione pubblica, perché solo<br />
allora si viene chiamati per "spiegare" il fenomeno che ha preoccupato per la sua egoistica sicurezza<br />
o tolto qualcosa all'essere umano.<br />
Si desta allora una certa riluttante curiosità: terremoti. alluvioni. necessità di costruire delle dighe<br />
in aree carsiche. frane, bisogno di costruire strade, autostrade sempre in zone carsiche. emanazioni<br />
di gas Radon dal suolo (e confusione con ie radiazioni da bombe atomiche, quindi possibilità che<br />
tale gas sia presente anche a Trieste, sul Carso, nelle acque sotterranee), scomparsa del fiume<br />
Timavo a Vreme, carenza d'acqua nelle falde sotterranee carsiche e non, doline che assorbono<br />
improvvisamente la terra rossa, scoperta di chilometri di nuove grotte e l'elenco potrebbe continuare.<br />
Allora si passa ad un interesse più diretto e gli interventi informativi possono anche destare<br />
qualcosa di più della "soddisfazione della semplice curiosità". Mi è capitato talvolta di essere guardato<br />
come una bestia rara, perché di questi "strani fenomeni" cercavo. per quanto riferibile alle<br />
nostre conoscenze, di dare delle spiegazioni chiare. semplici, quasi delle cose scontate, mentre<br />
daali altri. quelli cioè del mondo estraneo alla soeleoloaia. venivano interoretate semolicemente<br />
come delle stranezze, perché dette da uno speleologo o grottista che dir ;i voglia.<br />
Coloro che vanno in grotta, a differenza degli altri "sportivi", hanno un'incombenza da assolvere:<br />
portare in superficie tutt/ i dati possibili su quanto visto, rilevato e studiato là sotto. Il tutto deve<br />
essere trasferito in un "rigido catasto". perché di questo mondo ipogeo nulla deve andare perduto.<br />
Si può immaginare l'enorme massa di dati che sono "usciti" dalle grotte in quasi due secoli di<br />
esplorazioni. I più bravi poi, hanno anche riferito delle loro scoperte su riviste. libri, fascicoli, con-<br />
vegni, congressi.<br />
Il bello è che, per la maggior parte, questi "lavori' sono stati fatti a titolo gratuito. E questo è<br />
un dato culturalmente negativo, perché talvolta va a discapito della credibilità dell'autore. Il mondo<br />
esterno, ossia gli altri autori, attinge però a piene mani alle dure e fangose fatiche degli speleologi.<br />
È vero che, quando si pubblica qualcosa. automaticamente il contenuto diviene di dominio<br />
pubblico purché ne venga citata la fonte. ma quante dimenticanze a questo riguardo! Quanti plagi<br />
sono stati perpetrati alle spalle degli speleologi! Ma non importa, la generosità (meglio sarebbe<br />
definirla stupidità) di questa categoria di perditempo sotterranei, ha fatto si che almeno qualcun altro<br />
abbia tratto un tornaconto dalle sue fatiche.<br />
Ci sono stati anche, in diversi casi, dei personaggi che hanno agito ai margini, o meglio alle<br />
spalle. degli speleologi e della speleologia: questi hanno attinto largamente notizie varie di questo<br />
.<br />
monoo pogeo e nanno po se ez onate e r maneggiate e nf ne trasmesse a esierno come far na<br />
de propro sacco n a tre parole C sono aeg spe e0 og q,a singosarrnente hanno scritto oec ne<br />
e talora anche centinaia di pubblicazioni scientifiche sulle srotte e sui fenomeni carsici, mentre altri<br />
che non hanno prodotto nulla di proprio, hanno per contro scritto in modo discorsivo e piatto<br />
libriccini, opuscoli e pseudoguide. diffondendo cosl le fatiche altrui allo sprovveduto mondo esterno.<br />
Quanto sopra, è stato verificato a livello planetario e non deve destare meraviglia. Stupore deve<br />
invece essere prodotto osservando altri fenomeni. Considerate,per un momento,di quanto è stato<br />
scritto in quasi due secoli di esplorazioni sul Timavo sotterraneo (la maggior parte di tali opere ha<br />
una chiarissima derivazione dal mondo della speleologia); immaginate ancora che, improvvisamen-<br />
te, qualcun altro volesse risolvere questo problema senza interpellare gii speleologi. Direste che e<br />
una cosa impossibile. eppure .... può succedere. D'altronde, cosa possono poi contare questi esseri<br />
introversi che trovano appagamento nel contorcersi in quegli stretti budelli ipogei? Vogliono che si<br />
dica loro magari anche che sono bravi, che si dica loro grazie?<br />
Ma, restando nel puro campo delle ipotesi, o meglio della fantasia, immaginiamoci che succeda<br />
il seguente fatto: un semplice speleologo. nato con questa passione. per anni ed anni esplora,<br />
lavora, studia. sacrifica ogni minuto del suo tempo libero, poi, un po' alla volta, allarga il suo<br />
orizzonte. Comincia a scrivere, a pubblicare qualche timido lavoro sulle grotte e vi è subito qualcuno<br />
che tenta di distruggere questo incauto personaggio. Ma iui non molla, continua a lavorare indefes-<br />
samente fino a che riesce a farsi conoscere ed apprezzare anche al di fuori del suo ristretto campo<br />
operativo.<br />
- .<br />
'
TRIBUNA<br />
Dato che è un individuo che conosce cosa vuol dire il sacrificio, continua nella sua opera<br />
fintantoché diviene un personaggio conosciuto ed anche discretamente stimato in campo nazionale<br />
ed internazionale. Fin qui, una bella favola come tante. Ma come in tutte le favole vi è sempre il<br />
genietto maligno che deve a tutti i costi distruggere il prestigio di questa persona, evidentemente<br />
figlio di un dio minore, che si è permesso di occupare un posto nel mondo che non gli compete.<br />
Ed ecco comparire all'orizzonte altri personaggi, che avvicinano questo immaturo ed incauto<br />
individuo con il proposito di chiamarlo "maestro" ed avere da lui ogni bene derivato dalle sue<br />
pluriennali fatiche. Questo ingenuo autore regaia, dona, elargisce tutto ciò che possiede a questi<br />
nuovi "personaggr, ritenendo che questo sia il suo dovere. Infatti solamente coloro che hanno molto<br />
faticato nella vita per crearsi un posto di dignita fra gli Uomini, sono generosi (o meglio sarebbe a<br />
dire scemi?).<br />
Ma la favola non finisce qui. Ha una sua morale: "Non fate del bene se non sapete sopportare<br />
r'ingratitudine umana". Succede cosl, naturalmente solo nel mondo delle favole, che questi nuovi<br />
personaggi un po' alla volta portano via anche la camicia a quell'autore sprovveduto e cercano<br />
anche, in tutti i modi, di cancellarne la memoria ai posteri. t naturalmente solo una favola. triste<br />
e non a lieto fine, ma è meglio averla raccontata perché . potrebbe anche succedere!<br />
Sicuramente ho parlato troppo, ma da molto tempo mi frullavano in testa questi pensieri e se<br />
non fosse stato per l'invito del vecchio amico Pino Guidi. è assai probabile che non avrei mai scritto<br />
nJ a d i.ito C o G i spe e0 og sono trad z ona mente assa resi a man festare propr seni ment<br />
Ma forse q~esta m a gerem aoe e solo ma o fesa o t p0 corporat v st co de avoro - sempre grai. lo<br />
- degli speleologi e dei loro legittimi interessi violati<br />
Nessuno se ne abbia a maie.<br />
Fabio Forti<br />
Carso triestino. Karren (Foto D. Marini)<br />
18
LA GALLERIA DEI<br />
"GROTTENARBEITER"<br />
NELLA GROTTA DELLE TORRI DI<br />
SLIVIA<br />
Che il Carso fosse sempre generoso nel<br />
concederci nuove scoperte lo sapevamo<br />
tutti. ma che qui anche le grotte di più re-<br />
mota conoscenza potessero ancora riser-<br />
varci notevoli sorprese non erano in molti a<br />
scommetterci.<br />
Lo scrivente aveva da molti anni la sen-<br />
sazione che la Grotta delle Torri di Slivia<br />
(39 VG) potesse nascondere qualche pro-<br />
seguimento ma a nulla erano valse le varie<br />
isoezioni effettuate nella oarte finale della<br />
cavità. C'è voluto l'ineffabile fiuto<br />
del nostro "segugio delle grotte"<br />
Giuliano Zanini e l'entusiasmo di<br />
Lucio Comello e Roberto Barocchi<br />
per trovare, dopo varie ricerche, un<br />
piccolo pertugio debolmente sof-<br />
fiante nella grande colata di con-<br />
crezione posta sul lato sinistro del<br />
fondo. Una paziente serie di lanci<br />
di sassolini rivelò l'esistenza, due<br />
metri più avanti, di un pozzo.<br />
Fino a qualche anno fa I'esi-<br />
guo spiraglio avrebbe scoraggiato<br />
qualsiasi speleologo dotato di buon<br />
senso ma oggi, grazie ai migliora-<br />
menti awenuti nella tecnica di sca-<br />
vo e disostruzione, non esiste pra-<br />
ticamente lavoro che possa<br />
spaventarci. La nostra squadra.<br />
ormai collaudata in decine di lavori<br />
di disostruzione anche rilevanti<br />
(vedi il "Gufo", la "Curta de Lucio",<br />
ecc.) si e autobattezzata "<strong>Grotte</strong>-<br />
narbeiter" in analogia alle squadre<br />
di lavoro che nel secolo scorso -<br />
sia pura titolo mercenario - hanno<br />
eseguito imponenti opere di scavo<br />
e lavori di adattamento nelle prin-<br />
Eccoci quindi, muniti della necessaria<br />
attrezzatura e tanta buona volontà, ad al-<br />
largare faticosamente ma con entusiasmo<br />
il pertugio e raggiungere, dopo tre giornate<br />
di lavoro, l'imbocco del pozzo. Lo scanda-<br />
glio dette una profondità di circa 15 metri,<br />
ma il pozzo richiese altre due giornate per<br />
essere transitabile con una certa comodità<br />
(cioè anche dal sottoscritto).<br />
Ed eccoci alla sospirata visita. Armiamo<br />
la discesa con due "fix" e scendiamo. Si<br />
tratta di un P12 che, dopo 4 metri di per-<br />
corso piuttosto disagevole, si allarga e sfo-<br />
cia in una ampia sala inclinata dal pavi-<br />
mento costituito da massi di crollo<br />
concrezionati, tra i quali si aprono alcuni<br />
pozzetti di 3-4 metri. La parte superiore della<br />
sala viene a situarsi proprio sotto la parte<br />
finale della galleria soprastante ed in alcuni<br />
punti si può supporre possa comunicare con<br />
auesta attraverso imoraticabili fessure.<br />
cipali cavità del Carso. La mn~foresta pietrificata (foto N zuffij<br />
19
Verso SW si scorge l'oscuro accenno di<br />
una galleria ma, per correttezza verso i com-<br />
pagni, aspettiamo di trovarci tutti riuniti pri-<br />
ma di proseguire I'esplorazione. Un breve<br />
saltino ci porta all'imbocco della galleria;<br />
questa, ben concrezionata ed eccezional-<br />
mente asciutta, si inoltra con pendenza mo-<br />
derata, dapprima verso Sud, poi decisamen-<br />
te verso SW. Dopo qualche metro ci<br />
fermiamo ad ammirare una serie di insolite<br />
formazioni stalagmitiche nane, simili a "bon-<br />
sai", che evitiamo accuratamente di dan-<br />
neggiare.<br />
Ad ogni leggera curva temiamo che la<br />
galleria chiuda definitivamente (Adeso la<br />
stropa!); invece questa prosegue sempre<br />
finché un'occlusione stalattitica sembra con-<br />
cludere la cavità. Ma scrutando tra le cor-<br />
tine di calcite scorgiamo il nero profondo<br />
perciò, sia pur a malincuore, siamo costret-<br />
ti a demolire quell'ostacolo che ci impedi-<br />
sce di proseguire.<br />
Poco più avanti il suolo si rivela sempre<br />
più umido ed appare il primo fango che,<br />
GROTTA DELLE TORRI DI SLIVIA (22 139 VG)<br />
"Ramo dei <strong>Grotte</strong>narbeiter"<br />
Rilievo: P. Guidi, N. Zuffi (SA.G.) - 28 settembre 1994<br />
( 1 ,<br />
1 1 ,<br />
procedendo, aumenta vieppiù di consisten-<br />
za sino ad occludere infine la galleria. Un<br />
esile cunicoletto in leggera salita alimenta<br />
ancora le nostre speranze (c'è chi giura di<br />
avvertire una leggera corrente d'aria in usci-<br />
ta).<br />
Il sabato successivo, armati di tutto pun-<br />
to, torniamo all'assalto dello stretto pertugio<br />
finale. Nonostante l'assenza totale di aria<br />
iniziamo i lavori di allargamento ma, vinti<br />
dal fango immondo, dalla difficoltà dell'ope-<br />
ra e dalla scarsa probabilità di un apprezza-<br />
bile proseguimento, ci convinciamo ad ab-<br />
bandonare I'iniziativa. Riteniamo che, data<br />
la profondità raggiunta (circa 13 metri s.l.m.),<br />
la galleria sia soggetta a periodici aumenti<br />
di livello dell'acqua di fondo con conseguen-<br />
te intasamento delle eventuali prosecuzioni.<br />
Il ramo, che si sviluppa complessivamen-<br />
te per 120 metri con un dislivello di circa 38<br />
metri, è stato dedicato alla memoria dei<br />
"<strong>Grotte</strong>narbeiter" e porta la profondità totale<br />
della cavità da 69 a 101 metri.<br />
Franco Gherbaz
GROTTA PRESSO LO STAGNO DI<br />
COLLUDROZZA<br />
Non mi posso minimamente considera-<br />
re un grande scrittore. Nè per la quantità e.<br />
forse, neanche per la qualità dei miei scritti<br />
(sta ai lettori giudicare). La mia vena ispira-<br />
trice è paragonabile a un fioco lumicino che<br />
tremolante si accende all'atto di compilare<br />
il fatidico articolo per la nostra rivista "Pro-<br />
gressione". Ultimato lo scritto e consegnato<br />
lo stesso alla redazione sociale, mi crogiolo<br />
beato al pensiero che per almeno cinque<br />
mesi me ne starò in pace senza pensieri<br />
"scritturali". Logicamente tutto filerebbe per<br />
il verso giusto se potessi non incappare<br />
nell'amico Pino che, manco a dirlo. mi pro-<br />
pone di scrivere qualcosa su questo o su<br />
quello.<br />
Nonostante il più delle volte faccia finta<br />
di non sentire. con le sue continue insisten-<br />
ze e "rompimienti" vari. giocoforza mi vedo<br />
costretto a riprendere nuovamente la pen-<br />
na in mano. Forse auesta volta il nostro<br />
Yattacco del P 21 (Foto F. Jiialongo)<br />
uomo ha voluto subdolamente vendicarsi del<br />
fatto che non ha potuto partecipare all'esplo-<br />
razione della grotta in questione in quanto<br />
è sempre oberato di lavoro (anche nei saba-<br />
ti "grotteschi") presso il Comune di Trieste.<br />
Terminato questo preambolo passerò a<br />
descrivere questa bella grotta, esplorata nei<br />
primi mesi del 1994, attingendo abbondan-<br />
temente dalla relazione che ho allegata al<br />
rilievo consegnato al Catasto.<br />
L'ingresso, simbolicamente recintato, è<br />
ubicato a un centinaio di passi a NN0 dallo<br />
stagno di Colludrozza e si apre sotto alcu-<br />
ne robuste querce; moriologicamente la<br />
zona è quello che viene chiamato "Carso<br />
coperto", ricca di vegetazione, con abbon-<br />
dante sovrapposizione di terra coltivabile e<br />
humus. In più il terreno è costituto in pre-<br />
valenza da brecce dolomitiche con scarsis-<br />
sima presenza di fenomeni carsici epigei<br />
ed ipogei. Considerando questi elementi ap-<br />
pare subito logico che lo speleologo nelle<br />
sue ricerche disdegni questo tipo di territo-<br />
rio, perciò mi sembra naturale che la sco-<br />
perta di questa cavità sia dovuta a persona<br />
estranea alla speleologia.<br />
L'allora minuscolo orifizio della cavità è<br />
stato individuato dal signor Obad Valenti-<br />
no, residente a Colludrozza, che ha premu-<br />
rosamente avvertito del fatto il consocio<br />
Edvino Vatta.<br />
L'individuazione stessa è avvenuta in<br />
maniera abbastanza curiosa: il summenzio-<br />
nato signor Obad per raggiungere alcuni<br />
terreni di sua proprietà passando vicino alla<br />
zona interessata ha notato per alcune volte<br />
un capriolo accovacciato sempre nel me-<br />
desimo posto. Incuriosito da questo fatto<br />
volle rendersi conto del motivo per cui la<br />
bestiola avesse scelto tale luogo per le sue<br />
soste, finendo cosi per scoprire un minu-<br />
scolo pertugio dal quale fuoriusciva un di-<br />
screto flusso d'aria calda. Si potrebbe de-<br />
durre che il capriolo approfittava di tale<br />
flusso caldo per riscaldarsi.<br />
I lavori di ampliamento tosto iniziati<br />
hanno reso agibile l'ingresso in pochi minu-<br />
ti. Lo stesso è stato volutamente mantenu-<br />
to alquanto angusto per ovvie ragioni di si-<br />
curezza. I cupi rimbombi che sortivano
GROTTA PRESSO LO STAGNO DI COLLUDROZZA (5348 15845 VG)<br />
Dati catastaii:<br />
Grotta Presso lo Stagno di Colludrozza.<br />
CTR SGONICO 110051<br />
VG<br />
dall'inquietante imbocco al lancio di pietre<br />
nel pozzo sottostante facevano presagire<br />
un aamiente sotterraneo molto ampio e piuttosto<br />
profondo.<br />
Long. 13' 44' 59'5, Lat. 45" 44' 51"8, quota<br />
ingresso m 275; Prof 62. Pozzo est. m 20, int.<br />
m 21, 7, 19. LU,,~~,. m 36. . R~I. B~~~~ p ~ ~<br />
Bone, Glauco Savi, SAG, 22.1.1994<br />
Infatti, non appena oltrepassato I'orifit<br />
zio, ~ il l pozzo ~ si allarga immediatamente raggiungendo<br />
la sua massima ampiezza ad una
decina di metri di profondità. Posto piede<br />
sul minuscolo e instabile ripiano situato sotto<br />
il P.20 appena citato si effettua una traver-<br />
sata di un paio di metri per arrivare ad una<br />
grossa stalagmite mozza, adatta per arma-<br />
re il successivo P.21 (la profondità di que-<br />
sto pozzo e considerata come dislivello fra<br />
il P.20 iniziale ed il P.19 terminale). Si di-<br />
scende lungo l'erta e massiccia colata cal-<br />
citica del metaforico P.21 (che, più che un<br />
pozzo, consiste in un'ampia caverna incli-<br />
nata); la volta è posta ad una ventina di<br />
metri di altezza, mentre le pareti in certi<br />
punti distano tra di loro oltre quindici metri.<br />
L'ambiente è ben concrezionato, con drap-<br />
peggi stalattitici e imponenti colate di calci-<br />
te. Proseguendo la discesa il suolo addol-<br />
cisce momentaneamente la sua pendenza,<br />
per poi ridiventare nuovamente precipite. Si<br />
entra quindi in un canalino che interessa<br />
l'ingresso allargato di un pozzetto sui sette<br />
metri di profondità, terminante in una mo-<br />
desta cavernetta in parte concrezionata ed<br />
intasata da argille umide.<br />
Superato questo punto, durante la fase<br />
esplorativa della cavità, con una non facile<br />
arrampicata abbiamo raggiunto un arrivo la-<br />
terale costituito da una graziosa gallerietta<br />
in forte salita. Superati in risalita alcuni sal-<br />
tini siamo arrivati presso la volta della gal-<br />
leria stessa la quale sembra voler conti-<br />
nuare con un angusto cunicolo che, per<br />
mancanza di materiali d'armo adatti, non<br />
siamo riusciti a raggiungere.<br />
In sintesi, concludendo, si tratta di una<br />
grotta profonda sessanta e passa metn, ab-<br />
bastanza graziosa e divertente. Il futuro vi-<br />
sitatore ne resterà sicuramente appagato.<br />
NOTE D'ARMO:<br />
Attacco su quercia posta vicino all'ingres-<br />
so e un deviatore di rimando sull'ingresso stes-<br />
so. Attenzione ai primi metri di discesa! Vi è<br />
la possibilità di trovare pietre in bilico.<br />
Sotto il P.20 iniziale traverso e armo su<br />
stalagmite mozza.<br />
Sotto il P.21 traverso su terrazzo e armo<br />
su concrezioni sulla parete opposta all'im-<br />
bocco del P.19 terminale.<br />
Bosco N. Bone<br />
RAMO DEI RABDOMANTI.<br />
DUE PAROLE DESCRITTIVE<br />
È stato - nella Grotta Gualtiero - il riswl-<br />
tato esplorativo maggiore ottenuto nel 1993,<br />
di un certo interesse per il fatto di essere<br />
stato raggiunto (come raccontato dal Bone<br />
in un numero precedente della Rivista)<br />
anche grazie ai suggerimenti dei nostri rab-<br />
domanti (da cui il nome...).<br />
Il ramo inizia con un ampio portale (m<br />
12 x lo), la cui luce viene ridotta notevol-<br />
mente da un caos di massi cementati da<br />
depositi litogenetici. sul fianco NE deHa<br />
caverna Morpurgo; riccamente concrezio-<br />
nato, si addentra in leggera salita. Sempre<br />
in direzione NE, per una ventina di metri<br />
riducendo via via le dimensioni sino a risul-<br />
tare ostruito da poderose colate calcitiche<br />
depositatesi su riempimenti (ciottolame are-<br />
naceo e sabbie).<br />
Qui la parte nota del ramo terminava e<br />
di quello che c'era oltre avevamo Soltanto<br />
le indicazioni di Fufo (al secolo Fulvio Dur-<br />
nik), indicazioni a cui qualcuno credeva.<br />
qualcuno no, più una piccola fessura, subi-<br />
to ostruita, talvolta debolmente alitante.<br />
Adesso un cunicolo lungo una dozzina di<br />
metri, ottenuto con caparbi scavi sul fianco<br />
settentrionale del riempimento. prosegue in<br />
direzione est sboccando in una caverna (m<br />
10 x 3, alta una decina) che a ovest risale<br />
per qualche metro terminando in un am-<br />
biente adorno di colate e festoni, mentre a<br />
est discende marcatamente sino ad esau-<br />
rirsi in un anfratto occluso da argille con-<br />
crezionate.<br />
Alla base della parete sud l'apertura di<br />
un basso passaggio'ha permesso di acce-<br />
dere ad un breve slargo sormontato da un<br />
camino concrezionato.<br />
La prosecuzione del ramo è stata trova-<br />
ta ed aperta sulla parete nord della caver-<br />
na (dove, grossomodo, I'aveva indicata il<br />
Fufo): immediatamente allo sbocco del cu-<br />
nicolo, in direzione NE, si dirama una bas-<br />
sa galleria lunga una ventina di metri, resa<br />
vieppiù angusta dalla presenza di abbon-<br />
dante concrezionamento; alla sua fine una<br />
saletta, dove i fenomeni di litogenesi ven-
gono parzialmente sostituiti dal fango e da mazza e punta, dà accesso ad una galleria<br />
pareti scabre che lasciano intravvedere le in leggera discesa che si sviluppa (dappri-<br />
testate degli strati, immette in un breve ramo ma in direzione ovest e quindi verso nord)<br />
concrezionato a stretta sezione triangolare, per una trentina di metri; il primo tratto, largo<br />
impostato su frattura E-W e con il suolo mezzo metro ed alto tre-quattro. presenta<br />
occupato da pozze d'acqua. A metà per- una evidente moriologia meandriforme, for-<br />
corso un oblò, allargato con breve lavoro di se talvolta ancora attiva (sulle marcate anse<br />
Rilievo: P. Guidi, L. Comello (S.A.G.) - 31 luglio 1993
3<br />
delle pareti si notano evorsioni e scallops), frattura leggermente meandrificata, con il<br />
mentre il secondo assume piuttosto I'aspet- fondo occupato da pozze d'acqua anche<br />
to di galleria impostata su frattura, inclinata profonde; dopo una decina di metri di avan-<br />
di trenta e più gradi, abbondantemente al- zamento - reso talvolta disagevole dalla pre-<br />
terata da massicci depositi concrezionali. senza di restringimenti dovuti a colate<br />
Il tratto a monte e costituito da una stret- calcitiche - in direzione ESE ed in corri-<br />
ta galleria in leggera salita. impostata su spondenza di una piccola soglia, è stata<br />
forzata un'altra strettoia.<br />
Oltre la cavità prose-<br />
gue. pressoché oriz-<br />
zontale, mutando nuo-<br />
vamente morfologia:<br />
per una cinquantina di<br />
GROTTA GUALTIERO SAVI (5080 - 5730 VG)<br />
(Ramo dei Rabdomanti)<br />
metri si oercorre una<br />
bassa (in qualche pun-<br />
to anche 20130 cm) e<br />
larga condotta semial-<br />
lagata (intransitabile in<br />
tempi piovosi) che ter-<br />
mina in un vano in di-<br />
scesa occupato da un<br />
bacino d'acqua. È que-<br />
sto il tratto più bello di<br />
tutto il ramo. con cristal-<br />
lizzazioni e panneggi<br />
estremamente delicati<br />
e suggestivi che com-<br />
pensano ampiamente<br />
i lievi disagi che la<br />
sua visita comporta.<br />
Pino Guidi<br />
Hanno partecipato ai la-<br />
vori (di scavo, rileva-<br />
mento, assunzioni foto):<br />
Barocchi Roberto<br />
Bone Natale<br />
Besenghi Franco<br />
Boschini Libero<br />
Carini Fulvio<br />
Comello Lucio<br />
Gherbaz Franco<br />
Guidi Pino<br />
i Savi Glauco<br />
Prelli Roberto<br />
Vidmar Luca<br />
Vidmar Lucio<br />
Zanini Giuliano<br />
Zuffi Nico
LA' DOVE OSANO LE AQUILE<br />
Sono passati quasi due anni da quando<br />
Adriano ed io entrammo per la prima volta<br />
in quella condotta forzata che si apre sulla<br />
parete Sud-Est della Cima del Vallone. Di-<br />
savventure e tentativi falliti per ragioni at-<br />
mosferiche ci avevano tenuti lontani per<br />
troppo tempo. ansiosi di continuare I'esplo-<br />
razione e rivedere il nido di una coppia di<br />
aquile sito all'ingresso. Finalmente riuscia-<br />
mo a combinare impegni di lavoro e condi-<br />
meteo favorevoli, e in una frizzante rnatti-<br />
nata di luglio 1994 partiamo alla volta del<br />
rifugio Corsi con il fuoristrada ben fornito di<br />
materiale.<br />
L'avvicinamento si presenta con piog-<br />
+'#J<br />
Rilievo: M. Fabi. A. Lamacchia (S.A.G.)<br />
GROTTA DEL NIDO DELL'AQUILA<br />
gia, fulmini ed un improvviso temporale che,<br />
sul ghiaione di Forcella del Vallone rallenta<br />
i nostri passi già pesanti grazie ai nostri<br />
zaini (a prova di lesioni intercostali, ne sa<br />
qualcosa il medico di Adriano). Giunti al<br />
ricovero di guerra (ingresso tra I'altro del-<br />
l'Abisso di Forcella del Vallone) con nostra<br />
grande gioia ritroviamo, poco sotto. la corda<br />
abbandonata durante la prima esplorazione.<br />
Chi sarà il fortunato che si appenderà<br />
per primo sulla Edelrid 9 mm da due anni in<br />
parete friabile, a 2000 metri di quota e fis-<br />
sata a due chiodi ed un cordino? Pesco<br />
l'asso di picche (peso di meno) e, con I'aiu-<br />
to psicologico del trapano e di una corda<br />
dinamica, incomincio a risalire assicuran-<br />
domi dove la roccia lo permette (quasi mai)<br />
su dei fix. L'ultimo sforzo e sono su, felice<br />
di sapere che la corda, nonostante le lesio-<br />
ni ed i "maciullamenti" vari, aveva tenuto.<br />
Ancora una arrampicatina di dieci metri e
Nel n~do dellaqula (Foto A. Lamacchia)<br />
siamo all'ingresso dove il nido ci accoglie<br />
imponente e ricco di tracce abbastanza fre-<br />
sche da farci intuire che non è passato molto<br />
tempo da quando i legittimi occupanti han-<br />
no fatto le valigie. Lo profaniamo con qual-<br />
che foto (sperando che vengano bene) e<br />
poi via, verso il nuovo.<br />
Ben presto arriviamo alla strettoia che<br />
ci aveva precedentemente fermato e, dopo<br />
un'adeguata opera di scavo, la supero ri-<br />
trovandomi alla base di un camino inclina-<br />
to. L'emozione è tale che incomincio subito<br />
a risalirlo lasciando Adriano alle prese con<br />
gli scavi.<br />
Passo con delicatezza dei massi inca-<br />
strati. un restringimento e "Croce, CHIU-<br />
DE !!!" - (Sigh . ).<br />
Un'altra volta l'aria ci beffa inoltrandosi<br />
tra la strettoia e le frane, e per noi, esseri<br />
troppo umani per seguirla, non resta che<br />
rilevare quello che mamma natura ci ha gen-<br />
tilmente concesso.<br />
Due doppie, un panino e ci incamminia-<br />
mo verso il rifugio, sotto ad un cielo dipinto<br />
di stelle, intonando qualche vecchio canti-<br />
co nostrano che si perde attraverso la valle<br />
argentata dalla luna. A notte inoltrata giun-<br />
giamo al mezzo; una sigaretta, un po' di tè<br />
ormai freddo e I'ultimo sguardo in alto, verso<br />
le cime e le pareti da poco abbandonate:<br />
5ì. eravamo lassù ... dove osano le aquile!"<br />
Un cortese ringraziamento va al gesto-<br />
re del Rifugio Corsi per l'aiuto e l'appoggio<br />
offertoci durante le esplorazioni in zona.<br />
Hanno partecipato (numerosi): Croce Rossa, al<br />
secolo Adriano Lamacchia, e lo scrivente (Max)<br />
Massimiliano Fabi<br />
LABIRINTO VERTICALE<br />
Il pensiero avanti e io dietro, arrancan-<br />
do. inseguendo la sua luce nelle circonvo-<br />
luzioni di un cervello che non è il mio, ma<br />
quello enorme di un'entità di cui non cono-<br />
sco i limiti ed i confini.<br />
Siamo fuori dal mio pensiero, lo vedo<br />
muoversi come una luce azzurra, una pal-<br />
lottola luminosa che mi aspetta alla curva<br />
di pietra per poi sfrecciare velocissima die-<br />
tro un'ansa ed io la seguo.<br />
Sopra e sotto le tracce di passaggi re-<br />
moti. una voce che chiama dal basso risuo-<br />
na impossibile, un'altra sopra di me, svolto<br />
un angolo ... niente ... ne persone né voci.<br />
Nel silenzio improvviso il sussurro del-<br />
l'acqua - una luce negli occhi e riprendo ad<br />
andare.<br />
Chiamo anch'io nel silenzio, mi rispon-<br />
de la voce di un'eco lontana, il martellare<br />
sicuro di uno spit non so dove. forse è solo<br />
un ricordo come quello che sento di parole,<br />
di voci.<br />
Lo spazio si allarga esibendo il suo<br />
dentro, il suo buio inquietante. nello sforzo<br />
inconsueto guardo i piedi che stanno da<br />
una parte e dall'altra di questa pietra sinuo-<br />
sa, che si allarga e si restringe ed io stessa<br />
che mi allargo e mi stringo quasi ad assu-<br />
merne i tratti. a seguirne la forma.
Improvvisa la luce e con<br />
lei le voci, uno spazio, una<br />
cengia, mi riposo seduta su<br />
un sacco ed ascolto i di-<br />
scorsi dei comoaoni , - che<br />
aspettano raccontando di<br />
se.<br />
Dietro agli occhi socchiusi<br />
in un azzurro mi guarda.<br />
In questa descrizione,<br />
forse un po' atipica, della<br />
mia prima esperienza in un<br />
meandro ho voluto raccontare<br />
più quanto sentissi che<br />
non quanto facessi o vedessi<br />
realmente.<br />
Perché? Perché la grotta.<br />
ma in particolar modo i<br />
meandri, con le loro tortuosità,<br />
il loro "non finito". il<br />
ripetersi della struttura labirintica.<br />
sempre eguale e per<br />
sempre diversa, modificano<br />
le nostre percezioni già provate<br />
dall'ambiente severo,<br />
dalla stanchezza, dal freddo,<br />
rivelandoci aspetti del<br />
nostro vissuto, liberando<br />
pulsioni ed emozioni dimenticate<br />
o controllate da sempre.<br />
~~l meandro si 6 soli,<br />
con sé stessi e con i propri<br />
fantasmi. basta poco per<br />
Ne meandro si e so, con sé stess~ (Foto L. Vidmar)<br />
perdere il contatto con gli altri, voci che tra, ogni idea ci conduce più avanti in una<br />
sembrano vicine diventano irraggiungibili, sequenza di immagini, sogni, ricordi.<br />
non si sa se si deve salire o scendere e il Nel meandro il romantico gioco della<br />
cavo telefonico diventa il filo d'Arianna per vita e della morte. insito in ogni discesa ed<br />
arrivare, per passare oltre. Come nelle lun- esplorazione di grotte ed abissi, non e più<br />
ghe marce, nelle grandi fatiche bisogna pro- un gioco ma diventa realtà, non ci sono più<br />
grammare i pensieri, tenere il contatto con corde né spit ed e solo nella fisicità, nella<br />
la realtà attraverso le cose semplici, ma a coesione tra l'uomo e la pietra la possibilità<br />
differenza dei lavori ripetitivi il meandro pre- di progredire per non farsi inghiottire dal<br />
tende concentrazione e attenzione. non si buio senza fondo del labirinto verticale denfa<br />
studiare come una via in montagna, "lui" tro la montagna, per non perdersi nel nulla<br />
è chiuso in se stesso pretendendo il mas- senza ritorno della mente.<br />
simo, rivelandosi pezzo per pezzo. confondendosi<br />
nel ricordo.<br />
Manuela Vassallo<br />
È come se andassimo ad esplorare il<br />
nostro pensiero, ogni curva ne rivela un'alcrinino<br />
no dopo aver vista per la prima volta una grotta<br />
in Canin - l'Abisso Davanzo - ed isuoi meandri)<br />
'l<br />
4.
ALTRE ZONE DIITALIA<br />
SU BENTU<br />
Sardegna: mare, spiagge. sole; ma an-<br />
che valli selvagge, grotte, forre profonde.<br />
Su Palu, Sa Oche, Su Bentu; nomi qua-<br />
si da sogno per uno speleologo che opera<br />
in una zona dove le grotte sono quasi sem-<br />
pre verticali e fredde; qui le grotte sono<br />
invece orizzontali e calde.<br />
li primo assaggio l'ho avuto durante<br />
I'esercitazione nazionale del Soccorso Spe-<br />
leologico 'Su Palu 91". Allora mi sembrò<br />
strano immergermi nell'acqua del passag-<br />
gio basso e non avere freddo; la mia mente<br />
si illuminò: ma allora non sempre in grotta<br />
è necessario soffrire il freddo! Tale concet-<br />
to si rafforzò nella stessa estate durante<br />
I'esplorazione del complesso del Rio Sao<br />
Vicente in Brasile dove I'acqua ha una tem-<br />
peratura prossima ai 30 gradi.<br />
La Sardegna, con le sue grotte, è rima-<br />
sta pertanto la meta di un sicuro ritorno.<br />
Ecco perché ho aderito immediatamente alla<br />
proposta, fatta in primavera da Romana, di<br />
una "gita speleo-balneare" nell'isola per la<br />
fine di giugno. Meta speleologica principale<br />
la valle di Lanaitto ed il complesso di Su<br />
Bentu-Sa Oche.<br />
Come sempre accade in ambito CGEB,<br />
a pochi giorni dalla partenza i partecipanti<br />
sicuri siamo solo quattro (rispetto le decine<br />
di aderenti della prima ora); qualcuno ave-<br />
va preparato chili di carte topografiche, fo-<br />
tocopie di articoli. riviste e rilievi; altri non<br />
sapevano neanche dove si andava. All'ulti-<br />
m0 momento si aggregano altri tre e così<br />
siamo in sette su due automobili stracolme<br />
e una "mitica" moto BMW. La sera prima<br />
della partenza. febbrile preparazione dei<br />
materiali ("ma cossa. gavemo un solo ca-<br />
noto?"). e contatto telefonico con il gruppo<br />
speleologiw di Nuoro.<br />
Finalmente sabato mattina si parte e<br />
dopo un viaggio tranquillo e monotono (a<br />
parte lo sbaglio di appuntamenti nell'auto-<br />
grill sull'autostrada), sbarchiamo il mattino<br />
seguente a Olbia. Dopo alcuni giorni dedicati<br />
al mare, al turismo ed alle riparazioni<br />
meccaniche (si, perché la 'mitica" e indistnittibile<br />
moto BMW pensa bene di distruggere<br />
il suo alternatore su una stradina tra<br />
Alghero e Capo Caccia), arriviamo una sera<br />
a Nuoro. Qui siamo accolti, e cortesemente<br />
ospitati nella loro Sede, dagli amici del<br />
Gruppo Speleologico Nuorese. Ci vengono<br />
date indicazioni su come raggiungere Su<br />
Bentu e sul percorso interno; una visita al<br />
magazzino del Gruppo ci fa riflettere: "ma<br />
perch6 i ga tanti canoti e cussi poche corde?<br />
Mah, staremo a veder.<br />
Valle di Lanaitto: aspra. selvaggia, solitaria,<br />
roccia bianca, arbusti. pastori e greggi,<br />
resti di antiche civiltà, grotte imponenti,<br />
forre; un concentrato di Sardegna. La risaliamo<br />
lungo una stradina sterrata sino al<br />
rifugio Sa Oche nei pressi del quale sistemiamo<br />
il campo. Breve ricerca e troviamo<br />
I'ingresso: Su Bentu, quasi 20 chilometri di<br />
Il Ramo dei Laghi (Foto U. Tognolli)
Via nuova dopo I Quarto Vento, prima del P 40<br />
gallerie, saloni, canyon. laghi. acqua cri-<br />
stallina, concrezioni.<br />
A causa del caldo intenso spostiamo al<br />
tardo pomeriggio la salita alla voragine di<br />
Tiscali e preferiamo visitare subito la risor-<br />
giva di Sa Oche; è questa una galleria. ben<br />
presto allagata, che convoglia - in caso di<br />
piena - all'esterno l'acqua della soprastan-<br />
te grotta di Su Bentu, dalla quale è sepa-<br />
rata da un sifone. Ci cimentiamo nei primi<br />
passaggi con il canotto e scopriamo che<br />
non è per niente facile da manovrare; inol-<br />
tre, vedendo il blu profondo dei laghi, non<br />
si è per niente tranquilli all'idea di stare su<br />
una bolla d'aria sospesa su tali liquidi abis-<br />
si.<br />
(Foto U TognolliJ<br />
Dopo la visita alla voragine di Tiscali,<br />
alla sera al campo facciamo conoscenza<br />
ed amicizia con una famiglia di speleologi<br />
di Grottaferrata, anche loro in vacanza da<br />
quelle parti. Essendo loro già stati all'inter-<br />
no di Su Bentu, ci danno dei consigli sul<br />
percorso ma poi, alla fine, decidono di en-<br />
trare con noi e di fare assieme una parte<br />
della visita per poi aspettarci all'esterno. È<br />
nostra intenzione, infatti, percorrere al ritor-<br />
no il ramo dei laghi.<br />
Sveglia all'alba, colazione e poi si en-<br />
tra. Superato il primo vento ed il saltino di<br />
8 metri, si cammina velocemente in gallerie<br />
e sale imponenti; dopo il secondo vento ed<br />
altre sale e gallerie fossili coperte di sab-
ia. si arriva alla profonda spaccatura del<br />
canyon che porta al ramo attivo, il ramo dei<br />
laghi. Poiché al ritorno sarà questa la no-<br />
stra via. Aldo e Marco scendono per attrez-<br />
zare la via per il ritorno.<br />
Poi tutti assieme proseguiamo lungo la<br />
Traversata Alta, una via attrezzata con cavi<br />
di acciaio e realizzata dagli speleologi di<br />
Nuoro, che sfruttando cenge e sale sospe-<br />
se anche a 50-60 metri sopra le acque,<br />
permette di proseguire spediti ed in sicu-<br />
rezza in ambienti grandiosi e spesso su pas-<br />
saggi molto esposti. Il concrezionamento è<br />
imponente; il clima caldo permette di fer-<br />
marsi senza avere alcun brivido di freddo;<br />
la morfologia e le dimensioni della forra<br />
denunciano l'enorme quantità d'acqua che<br />
vi passava e che l'ha scavata. Proseguia-<br />
mo scattando qualche foto, superiamo la<br />
grande curva e con un breve saltino scen-<br />
diamo al livello dei laghi.<br />
Qui lasciamo il canotto, che ci servirà<br />
per la discesa, e siamo subito al bivio: il<br />
ramo principale prosegue con lunghi laghi -<br />
da noi non superabili per mancanza di na-<br />
tanti adatti - sino ai grandiosi ambienti di<br />
Sahara e di Grandissime Frane; noi invece.<br />
con una breve risalita, raggiungiamo i rami<br />
della Diramazione Nuova.<br />
E siamo subito nell'immensa sala Pired-<br />
da; il fascio delle lampade elettriche si per-<br />
de nell'immensità; i potenti lampi a bulbo<br />
per le foto riescono appena a dare un'idea<br />
delle dimensioni. Oltre il Quarto vento altre<br />
gallerie e sale immense si susseguono; si<br />
perde il senso delle dimensioni; non saprei<br />
dire se sono alte 20 o 50 metri.<br />
Un pozzo dichiarato di 40 metri si rivela<br />
in effetti un salto di pochi metri preceduto e<br />
seguito da un lungo scivolo dopodiche rag-<br />
giungiamo le gallerie del Deserto dei Gob-<br />
bi. Il pavimento e le pareti ricoperte da un<br />
viscido strato di limo rende evidente che, in<br />
periodi di piena, tali gallerie (anche di metri<br />
30 x 30), vengono completamente invase<br />
dalle acque. Un lungo lago mette fine al<br />
nostro avanzamento.<br />
Rapido dietro-front, sosta per un breve<br />
ristoro, e poi via verso il ramo dei laghi e<br />
l'uscita. Sotto al salto che conduce alla<br />
Traversata Alta salutiamo gli amici di Grot-<br />
taferrata ("mi raccomando. se domattina oer<br />
le 6-7 nòn siamo fuori, "enite a cercarci,<br />
non si sa mai che buchiamo!"), e ci tuffia-<br />
mo, con il nostro canotto, a superare gli<br />
innumerevoli laghi di questo ramo.<br />
Alcuni vengono superati con aeree tra-<br />
versate in tirolese grazie all'abilità arrampi-<br />
catoria di Aldo e Marco; in quelli lunghi e<br />
con più acqua i vari Caronte traghettano i<br />
viandanti ed il materiale.<br />
Poco oltre la metà del percorso di ritor-<br />
no si e sfiorata la tragedia. La libellula Jum-<br />
bo sale delicatamente sul canotto mano-<br />
vrato da Magnesio quando un'ondata di<br />
"tsunami" capovolge l'imbarcazione (forse<br />
non è andata proprio così ...). I due finisco-<br />
no a mollo e vengono ripescati; per fortuna<br />
la temperatura è tale che permette di striz-<br />
zare gli abiti e di rimetterli senza patire<br />
neanche un po' di freddo. (eh, le grotte della<br />
Sardegna!).<br />
Si prosegue lentamente nei vari trasbor-<br />
di; "ma quanto manca? Non avremo supe-<br />
rato il punto di risalita?" Il tarlo del dubbio<br />
comincia a farsi strada ed i soliti due intre-<br />
pidi Aldo e Marco vanno in avanscoperta.<br />
Ritornano ("ma perché uno non xe restado<br />
alla risalita senza tornar indrio? ... orpo, non<br />
ghe gavemo pensador') gioiosi, conferman-<br />
do che mancavano solo tre laghi ed erava-<br />
mo alla risalita. Fatto.<br />
Un'alba radiosa (sono le 6) e gli amici<br />
all'esterno che stavano già in apprensione<br />
ci accolgono. Un the bollente seguito da<br />
una gigantesca pastasciutta; poi si tenta di<br />
dormire ma il caldo soffocante ci stana e<br />
nel primo pomeriggio, dopo una visita alla<br />
sorgente vauclusiana di Su Gologone. dal-<br />
la quale escono le acque di Su Bentu-Sa<br />
Oche, lasciamo la valle di Lanaitto per le<br />
spiagge di Cala Gonone. Per me vale una<br />
promessa: voglio tornarci per stare più tem-<br />
po, vedere più grotte e scendere qualche<br />
forra.<br />
Hanno partecipato: Diadora Bussani, Aldo Fede1<br />
(Magnesio), Silvia Lugnani, Romana Melis, Mar-<br />
co Petri, Umberto Tognoili (Jumbo) e Eliana<br />
Semerani.<br />
Umberto Tognolli
I SLOVENIA E CROAZIA 1<br />
'CAMPO KANIN '94<br />
Come ogni anno anche quest'estate si<br />
è svolto il campo sull' altipiano del Kanin<br />
sloveno e, grazie alla collaborazione dei<br />
colleghi di Lublijana e alla gentile concessione<br />
da parte dell'anata Slovena, siamo<br />
anche riusciti a sfruttare l'elicottero per il<br />
trasporto dei materiali e delle persone: ... tre,<br />
visto che ad inizio campo c'erano solamente<br />
il sottoscritto, Patrizia e l'erede (I'unico<br />
Triestino verace del campo); per fortuna<br />
successivamente supportati dall'ormai immancabile<br />
squadra di Anwnetani.<br />
La terza settimana anche un manipolo<br />
di speleo occidentali è venuta a godersi un<br />
periodo di massacranti trasporti e di nottate<br />
al chiaro di fulmini. Data la scarsit.3 di persone<br />
e le avverse condizioni atmosferiche<br />
(i temporali erano all'ordine del giorno) solo<br />
in parte siamo riusciti a portare a termine<br />
gli scopi che ci eravamo prefissati, compli-<br />
ce anche un'abisso che - di testa propria -<br />
invece di andare ad innestarsi nelle gallerie<br />
di - 1000 al Veliko, ha deciso di proseguire<br />
per i fatti suoi, imponendo la propria indivi-<br />
dualità in un altipiano già fin troppo ricco di<br />
sistemi a sè stanti.<br />
In pratica I'attività si è incentrata appun-<br />
to sull'esplorazione di Jl, quest'anno bat-<br />
tezzato KOROVA dove. alla profondità di<br />
610 metri, un pozzo da 20 attende ancora<br />
di essere sceso; le varie punte e i tentativi<br />
falliti causa maltempo hanno coperto buo-<br />
na parte del periodo lasciando poco spazio<br />
alle prospezioni esterne. L'unico giorno di<br />
battuta lo abbiamo dedicato ad un settore<br />
ancora vergine, nella zona compresa fra il<br />
Plesivec ed il Veliki Smrdeton.<br />
Nulla di nuovo però a parte la discesa<br />
di tre pozzi dei quali solo uno sembra pro-<br />
seguire; la cosa più interessante è stata<br />
forse quella di vedere le facce incredule di<br />
Spazzola e Mecu mentre rastrellavano a<br />
tappeto una zona tanto prosperosa di feno-<br />
meni camici e nella quale I'esplorazione non<br />
è regolarmente accompagnata da ciclopi-<br />
che disostruzioni.
Data l'abbondanza di corde fuoriuscite<br />
dall'abisso Ceki 2 abbiamo colto I'occasio-<br />
ne per un riarmo di Egidio con lo scopo di<br />
calare lo Zlatorog nella parte fossile: la gran<br />
quantità d'aria alla partenza del pozzo spari-<br />
sce completamente sul fondo, non è quindi<br />
da escludere la presenza di una finestra che<br />
permetta di accedere al grosso del sistema.<br />
Ad un primo giro per il prearmo fino a -<br />
180, ne e seguito uno per la fatidica disce-<br />
sa del pozzone; I'attraversamento dello stes-<br />
so è stato possibile grazie ad un meandro<br />
fossile che bypassa la via attiva scesa già<br />
durante l'esplorazione; cosi con pochi pen-<br />
doli e non poca strizza (il pozzo è profondo<br />
385 metri) siamo riusciti a guadagnare liago-<br />
gnata parete opposta; qualche attimo di<br />
panico per un'inaspettata frana e la disce-<br />
sa si è conclusa a circa 70 metri dalla<br />
partenza della "Verta", dove il pozzo rag-<br />
giunge dimensioni ciclopiche.<br />
Con la fine del campo e l'arrivo di Bor-<br />
gazzo siamo rientrati in Veliko per la diso-<br />
struzione della strettoia terminale. ma data<br />
la quantità d'acqua abbiamo dovuto dirotta-<br />
re sulle zone di congiunzione con "Pà e<br />
Volpe" dove è stato esplorato un nuovo<br />
meandro di circa 100 metri.<br />
Hanno partecipato: Davide Antonini, Patrizia<br />
Squassino, Pino Antonini Daniele Moreffi, Paola<br />
Santinelli, Paolo Griiiantini, Dornenico Girodo,<br />
Vincenzo Martielio e io scrivente:<br />
Roberto Antonini<br />
Faba Krelic Lingresso (Foto M Medica)<br />
NEL CUORE DELL'ISTRIA SULLE<br />
TRACCE DI EMILIO COMICI<br />
Le imprese e le gesta alpinistiche di Emi-<br />
lio Comici sono ampiamente note. Di esse,<br />
ne scrisse con dovizia lui stesso ed i suoi<br />
compagni ed amici. Nei decenni che segui-<br />
rono alla sua scomparsa, innumerevoli con-<br />
vegni dedicati all'arrampicata estrema ana-<br />
lizzarono ogni suo gesto. L'uomo che aveva<br />
fatto dell'arrampicata un'arte e che usava il<br />
proprio corpo al pari di un perfetto strumen-<br />
to, venne idealizzato ed incensato. Venne<br />
anche denigrato. Perché la sua scelta ideo-<br />
logica mal si accordava con la cultura del<br />
dopoguerra.<br />
Fossero osanna o critiche, Comici la-<br />
sciò un segno indubbio: solitario e fortissi-<br />
mo, fu il maestro e l'ispiratore ideale di ge-<br />
nerazioni di scalatori. Ma tutto questo<br />
avvenne dopo. Prima, infatti, Comici fu<br />
speleologo. E non di poco conto.<br />
Oggi il piccolo villaggio di Raspo, una<br />
manciata di case ai piedi dei monti della<br />
Cicceria, vive in quell'atmosfera di semi ab-<br />
bandono comune a tanti piccoli centri del-<br />
I'lstria interna. La strada che contorna il<br />
piccolo cimitero del paese sfiora I'affossa-<br />
mento in cui si apre l'Abisso Bertarelli; o<br />
meglio la '"Zankana jama", come da sem-<br />
pre, qui, era conosciuta la cavità. Nel 1925<br />
gli speleologi della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong><br />
della S.A.G. raggiunsero il fondo dell'abis-<br />
so, superando il record mondiale di profon-<br />
dità dell'epoca. Primato pagato a caro prez-<br />
zo perché l'esplorazione. a causa di un<br />
violentissimo fortunale estivo e dell'onda di<br />
piena che ne segui. si tramutò in tragedia.<br />
Due uomini morirono e sulla salvezza degli<br />
altri, imprigionati nel sottosuolo, si dubitò a<br />
lungo. Nella gara dei generosi soccorritori,<br />
Emilio Comici eccelse.<br />
L'abile penna di L. Saverio Medeot cosi<br />
ricordò, cinquant'anni pih tardi, il nobile<br />
tentativo di aiuto: "Quindi si riaccende la<br />
speranza di ritrovare vivi almeno i due uo-<br />
mini del "posto centrale": De Vecchi e<br />
Mahorsich. Da lungo tempo, posta ai con-<br />
fini del concepibile, durava la loro notte sotto
-, .--.l<br />
\ , ori i.cnt$u ,,(ti , n .<br />
, - \, 1
la problemafica protezione del macigno che,<br />
bombardato da massi trascinati dalla cascata,<br />
lento ma Inesorabile stava slittando<br />
sulle loro teste minacciando di schiacciarli<br />
Nessuna alternativa era sfata loro concessa<br />
- se non per fattori di spazio e tempo -<br />
all'infuori di una morte sotto la diabolica<br />
pressa o travolti dalla cascata cui la forza<br />
di gravitazione aveva proporzionata una<br />
terribile violenza ...<br />
Ma por sentono qualcosa lassù, alla<br />
sommità del pozzo gigantesco; un rumore<br />
ben noto supera, sebbene di poco, I'acqueo<br />
fragore ovunque imperante: qualcuno dlscende<br />
o forse tenta di farlo. Si tratta infatti<br />
di Comici della XXX Ottobre che cerca,<br />
animato da generoso impulso, di giungere<br />
fino a loro. Invano! Semiasfissiato dal liquido<br />
elemento che ancora zampilla in colonne<br />
da ogni dove, deve desistere dal tentativo<br />
e rimontare al punto di partenza ...".<br />
All'interno ed all'esterno di quell'abisso, quel<br />
giorno c'era il meglio della speleologia. E<br />
Comici. sia pure senza successo, fu colui<br />
che nobilmente tentò.<br />
Viste dalla finestra di Dario Marini -nota<br />
figura storica della speleologia triestina - le<br />
barche che si cullavano nelle acque del<br />
Canale sembravano grandi foglie colorate.<br />
Non so se, in quel momento. oltre le spesse<br />
lenti dei suoi occhiali, Dario vedeva<br />
veramente quei gusci variopinti. oppure<br />
guardava molto piu in là?<br />
-"Nel cuore dell'lstria. a Ocretti. vicino a<br />
CanfanaroU- mi raccontò -"in un quadratino<br />
di terreno piccolissimo, distanti un centinaio<br />
di metri l'uno dall'altro, ci sono tre abissi<br />
profondi oltre cento metri. Sarebbe il caso<br />
di andare a darne un'occhiata. Li ha rilevati<br />
Emilio Comici. Probabilmente. dopo la prima<br />
esplorazione, là non è più tornato nessuno".<br />
Dario spostò lo sguardo dalla limitatezza<br />
del bacino d'acqua del Canale alla linea<br />
dell'orizzonte sul mare. Tacque e un attimo<br />
. . -~ ~<br />
poi. come rinviaorito da auella mancanza di<br />
sun terrazzino. Sembra che all'epoca - era<br />
l'anno 1927 - solo Comici avesse avuto I'ar-<br />
dire di scendere. Da solo. Con le scale di<br />
corda ed una candela sul casco. Chi altri<br />
avrebbe osato tanto?".<br />
Individuati in solitarie ricognizioni i tre<br />
ingressi abissali di Ocretti, suggerii ad amici<br />
fidati l'idea di una visita. Decidemmo però,<br />
di comune accordo, che in uno di essi non<br />
saremmo mai scesi per il lezzo insopporta-<br />
bile di carogne di animali marcescenti che<br />
proveniva dal baratro.<br />
La seconda cavità, I'inghiottitoio di Ocret-<br />
ti, localmente noto come "Baresnica", ci<br />
donò invece la frescura ipogea in quell' as-<br />
solato meriggio di metà agosto. Con un<br />
ingresso imponente, simile a quello del friu-<br />
lano Abisso di Viganti. la "Baresnica" im-<br />
mette in un ampio pozzo di 60 m. Dalla<br />
base del salto. un alto canyon conduce si-<br />
nuosamente al fondo ove spira una forte<br />
corrente d'aria. Questo venticello, amma-<br />
liatore di sogni speleologici, sembra però<br />
provenire dall'alto e non dal basso. Forse,<br />
laddove le pareti del canyon si riaprono,<br />
qualche giovane equilibrista potrebbe an-<br />
dare ad indagare.<br />
Ma il fascino era altrove, nel bucone,<br />
nella Foiba Krelic.<br />
Al suo imbocco, parzialmente nascosto<br />
dalla vegetazione, il canto della pietra che<br />
scende. rimbomba e non si sente arrivare al<br />
fondo ci aveva, più che ammaliato, intimorito.<br />
Ma è troppo tentatrice la convivenza con<br />
la conoscenza non vissuta, e cosi abbiamo<br />
fatto il "grande salto". Nuovamente, le pa-<br />
reti dell'abisso hanno visto il pencolare di<br />
luci. Sul fondo. dopo un vuoto a campana,<br />
ininterrotto, di 140 metri e poco piu. solo la<br />
china detritica che conduceva alla fangosa<br />
fine, una ventina di metri più in basso.<br />
Perfetto il rilievo. Non una scritta, un<br />
segno. Certo, Emilio Comici non aveva bi-<br />
sogno di nerofumo per ricordare ad altri la<br />
sua orandezza.<br />
confini. continu-o: -"Uno /n particolare deve I.aria di Ocretfi, seri-<br />
essere interessante. Si chiama Foiba Kre-<br />
fCGEB): Marino fSpeleo Club di<br />
lic. Un gigantesco pro- Buie. Istria), Senjio Derossi (C.A.T.), Manuela<br />
fondo piu di 140 metri, con le pareti che ad Vassallo e Tony Klingendrafh (pure della CGEB).<br />
un certo punto spariscono nel nulla. Nes- Roberto Ive
AGGIORNAMENTI CATASTALI<br />
IN SLOVENIA<br />
La Grotta presso Coticcina<br />
"Addi 14 agosto (1904) ponemmo un<br />
palo attraverso lo stretto passaggio che<br />
conduce a questo pozzo, fissandovi una<br />
scala lunga 40 metri.<br />
Stando fino alle ginocchia nell'acqua<br />
corrente dovemmo gettarla piuolo per piuo-<br />
lo nella grande cascata d'acqua, e final-<br />
mente potemmo discendere, fidandoci uni-<br />
camente sulla solidità della scala. nelle<br />
tenebre delle caverne, senza lume, e ba-<br />
gnati continuamente dall'acqua.<br />
Dopo la discesa di 35 m dovemmo gua-<br />
dare un bacino largo 4 metri, attraversando<br />
l'acqua d'una profondità di 1 metro ed ap-<br />
pena qui potemmo accendere la candela"<br />
Con tale enfasi veniva descritta - - ~ nel 1904<br />
~ -~ ~~~<br />
sulla rivista "Il Tourista" I'esplorazione del<br />
pozzo più profondo della grotta presso Co-<br />
ticcina, VG 126. (Hoticine Ponikve S 1173).<br />
A 90 anni di distanza. in collaborazione con<br />
il J.D.D.K.. si è deciso di riesplorare accu-<br />
ratamente la cavità, realizzando un nuovo<br />
rilievo, il terzo dopo quello originale di Per-<br />
ko e quello del Club Ljubljana Matica degli<br />
anni '70. Sono state ridimensionate note-<br />
volmente le misure originali, includendo inol-<br />
tre alcuni nuovi rami, parte dei quali forse<br />
già esplorati dall'Associazione Alpina Slo-<br />
vena, alla quale si devono pure i primi ten-<br />
tativi del superamento del sifone finale.<br />
Per raggiungere la cavità basta seguire<br />
il torrente, in genere asciutto, che percorre<br />
la valle di HotiCina, oppure è possibile uti-<br />
lizzare un sentiero più diretto che inizia sul-<br />
la strada HotiEina-Slivje. L'ingresso si pre-<br />
senta con un'alta fessura leggermente<br />
inclinata dalla quale inizia un corridoio che<br />
dopo pochi metri sfocia su una successio-<br />
ne di due brevi pozzi che si congiungono<br />
alla base di un unico grande meandro. Da<br />
qui è necessario superare un laghetto con<br />
ampie spaccate armando un breve traverso<br />
fino a giungere al pozzo successivo. costi-<br />
tuito da un salto inclinato che immette in<br />
un'ampia caverna di metri 15x23.<br />
GROTTA PRESSO COTICCINA (126 VG) 1
Da essa inizia una bella galleria legger-<br />
mente inclinata, con le pareti ora erose, ora<br />
adornate da alcune colate calcitiche. Dopo<br />
70 metri, superato in arrampicata un poz-<br />
zetto con una breve forra, si giunge in una<br />
saletta dalla quale parte un ramo laterale di<br />
m 25, piuttosto stretto e fangoso. Continuan-<br />
do per il ramo principale si percorre ancora<br />
un tratto di galleria che presenta in alcuni punti<br />
dei passaggi alternativi superiori o laterali.<br />
Dopo una trentina di metri ci si trova in<br />
un corridoio discendente con le pareti li-<br />
sciate dall'acqua che qui scorre in modo<br />
più evidente. anche in seguito ad un arrivo<br />
laterale. Superato un saltino in arrampicata<br />
ed oltrepassate due cavernette collegate in<br />
alto pure da un meandrino si giunge sull'or-<br />
lo del pozzo più profondo, 27.5 m. Per ar-<br />
marlo è conveniente effettuare una breve<br />
traversata sulla volta per spostarsi più in<br />
fuori, onde evitare la cascatella quasi sem-<br />
pre presente su questo pozzo. Alla base,<br />
superato facilmente un laghetto ed un sal-<br />
tino tra massi, si percorre una galleria for-<br />
temente erosa di m 9 ed un ulteriore pozzo<br />
di m 4.<br />
Ci si trova così in una sala finale lunga<br />
m 27 nella quale il torrente. prima si sparire<br />
in un basso sifone, riceve un affluente di<br />
sinistra, proveniente pure esso da un sifon-<br />
cino. Nel pozzo di m 27.5 sono stati effet-<br />
tuati arditi pendoli traversi. A 7 m, proprio<br />
dalla parte opposta a dove si scende, si è<br />
raggiunta una galleria di 15 metri e a 15<br />
metri da un ampio finestrone si è scesi in<br />
un ramo fortemente inclinato che tramite<br />
un pozzo di una decina di metri giunge di-<br />
rettamente nella sala finale in prossimità del-<br />
la confluenza.<br />
Umberio Mikoiic<br />
VG 126 - S 1173<br />
Grotta Presso Coticcina - HotiEine Ponikve<br />
IGM 1: 25000 Matteria, m 1350 n + 13" W da<br />
Marcossina<br />
Quota ingr m 529, disl. m 137 (-134 c3); pozzi<br />
int m 7, 3.5, 6, 12: 21: 4.5: 4, 5, 27.5: 10,<br />
4. (quelli con I'astefisco sono sulla via del fondo);<br />
lungh. m 420.<br />
Ril. ~erktti, Mikoiic, SpasoviE, SAG - JDDK, 12<br />
e 19 marzo 1994.<br />
AGGIORNAMENTI CATASTALI<br />
IN CROAZIA<br />
Si è deciso di pubblicare in più volte i<br />
dati catastali relativi alle esplorazioni o rie-<br />
splorazioni effettuate nell'ambito dell'attivi-<br />
tà svolta in Croazia dagli anni '80 in poi. in<br />
parte con il gruppo di Capodistria: Jamar-<br />
sko DruStvo Dimnice - Koper (JDDK) ed in<br />
parte con il gruppo di Parenzo: Speleolo-<br />
sko DruStvo Proteus Porei: (SDPP). Pur-<br />
troppo per le nuove cavità non e stato pos-<br />
sibile ottenere attualmente un numero di<br />
catasto, mentre per le riesplorazioni è stata<br />
usata la vecchia numerazione VG. La posi-<br />
zione è data in coordinate polari sulle vec-<br />
chie carte al 25.000 dell'lGM.<br />
VG 556 - ABISSO DI MARTINESI<br />
Tav. Pollole. Pas. 80 m W dai casolari Madinesi: quota<br />
ingr m 266, praf. m 106, pozzo est. m 35, pozzo int.<br />
m 42; svii. 65<br />
Ril. Mikolic - Zanta, SAG - JDDK, 235.1967.<br />
S'apre con due ingressi divisi da un<br />
ponte roccioso quasi sul fondo di una con-<br />
ca. Il primo pozzo presenta nella parte ini-<br />
ziale pareti molto friabili, con dei massi ap-<br />
poggiati; in esso nidificano dei colombi. Il<br />
secondo pozzo si presenta inclinato e ben<br />
calcificato; alla sua base ci si trova in una<br />
grande caverna discendente che si proten-<br />
de verso N e verso S. con chine detritiche.<br />
VG 1000 - POZZO FRA L'EX RIFUGIO<br />
DUCHESSA D'AOSTA (??) E IL MONTE<br />
MAGGIORE<br />
Tav. Laurana, pos. m 1100 N + 17" E dal Monte<br />
Maggiore; quota ingr m 1235; prof. m 36. pazzo est.<br />
m 30, svil. m 14.<br />
Ril. Mikolic - Spasovic, SAG - JDDK. 3.2.1990.<br />
L'ingresso è ubicato sul fondo di un'am-<br />
pia dolina che si estende subito ad ovest<br />
del sentiero per il Monte Maggiore, in una<br />
bella faggeta. La cavità è costituita da un<br />
unico pozzo. impostato però su due frattu-<br />
re: N-S e NW-SE. La parete ovest s'erge<br />
sopra l'ingresso per 4 metri, mentre in pro-<br />
fondità è molto inclinata. La parete est in-<br />
vece raggiunge per prima il fondo e pre-<br />
senta due terrazzini, l'ultimo dei quali è in<br />
gran parte ricoperto da foglie e, in febbraio,
da un piccolo deposito di ghiaccio<br />
VG 1465 - POZZO A SW DEL MONTE<br />
MAGGIORE<br />
Tav. Booliuno. ~os. m 950 W + 25O S dal Monte<br />
~ag~iori quotaingr. m 960, prof m 40, pozzo est.<br />
m. 37, sviluppa m 20<br />
Ril. Mikolic - Stopar - Spasovie, SAG - JDDK, 3.2.1990.<br />
L'ingresso è costituito da un ampio imbuto<br />
che s'apre un centinaio di metri ad<br />
occidente della strada per Villamonte (Mala<br />
UCka), circa 700 metri prima del paese.<br />
Effettuando la discesa dal lato E si tocca a<br />
metà pozzo un piccolo terrazzino. Verso<br />
ovest invece un piccolo foro immette in un<br />
pozzo parallelo che si collega al principale<br />
dopo una decina di metri. Il fondo è in gran<br />
parte ricoperto da detriti; alle estremità E<br />
ed W si ergono due camini alti 7-8 metri.<br />
VG 1684 - POZZO A NORD DEL MONTE<br />
VELIKA GUVIZZA (MONTE TESTINO)<br />
Tav. Silun monVAquila. pos. m 450 N + 23' E dal<br />
monte Velika Glavizza (monte Testino); quota ingr. m<br />
675; prof m 58, pozzo est. m 30, pazzi int. m 24, 8,<br />
svii. m 30<br />
Ril. Mikolic - De Manini, 24,81984.<br />
S'apre con due ingressi in gran parte<br />
occlusi da grossi massi. Il pozzo iniziale,<br />
largo circa m 5, termina su una ripidissima<br />
e breve china a cui segue il secondo pozzo<br />
che sbocca in una grande caverna. Giunti<br />
alla base del pozzo si nota verso sud un<br />
bacino d'acqua, verso SE una bella colata<br />
cabitica bianca e verso NE una cavernetta<br />
ascendente, che in breve finisce, sormon-<br />
tata però da una rientranza della caverna<br />
che non è stata raggiunta.<br />
VG 2273 - POZZO IV AD EST DI<br />
RADOSSI<br />
Tav. Cittanova. pos. 2970 E + 7~ S da Villanava: quota<br />
ingr. m 158, prof. m 115, pozzo est. m 91.5. pozzi int.<br />
m 12, 15, 5?, svil. m 30<br />
Ril. Mikolic, Legovic, Tiralongo. SAG - SDPP,<br />
11 17 1988<br />
-. - - ~<br />
L'ingresso di m 1,3 x 3 s'apre a fianco<br />
di un sentiero, a lato di una dolina poco<br />
profonda; poco sotto l'ingresso il pozzo s'al-<br />
larga. anche se non di molto. A circa -30 si<br />
nota una finestrella che non e stata rag-<br />
giunta; a -38 il pozzo si restringe assumen-
do le dimensioni ci circa m 2 x 3 e a -50 si<br />
allarga notevolmente. Da qui le pareti sono<br />
molto concrezionate ed in certi punti ador-<br />
ne di belle colate calcitiche. A -91,5 si giun-<br />
ge su di un grosso ponte naturale nei cui<br />
pressi si può sostare su di una cengia: dopo<br />
altri 15 metri si è alla base del pozzo (m<br />
3,5 x l l); nella parte più depressa un pic-<br />
colo foro immette in un pozzetto di almeno<br />
5 metri, non disceso a causa delle sue<br />
esigue dimensioni.<br />
VG 2558 - FOIBA I DI VODIZZE<br />
Tav. Siiun monVAquiia; pos. m 1620 W + 32' N da<br />
Vodizze; quota ingr. m 612, prof. m 30, pozzo est. m<br />
20, pozzi int. m 3. 3; svil. m 25<br />
Rii. Mikoiic - SpasoviE. SAG - JDDK, 183.1968.<br />
E ubicato sul fondo della vallata tra Gelo-<br />
vizza e Vodizze; I'ingresso è quasi circolare,<br />
del diametro di metri 6 e più sotto il pozzo<br />
s'apre a campana; alla sua base si estende<br />
una ripida china detritica. La cavità termina<br />
con una cavernetta ed un pozzetto che fi-<br />
nisce in una strettoia impraticabile. Nella<br />
parte iniziale nidificano numerosi colombi.<br />
ABISSO AD OVEST DI DECLI<br />
Tau. Visignano; pos. m 60 SW + 19' W dalla VG<br />
2284: quota ingr. m 316. prof m 100, pazzo est. m<br />
60, pazzi int. m 6. 4. 92, 2.5. 6.5; svil m 65<br />
Ril Mkolic - Maiel, SAG - JDDK, 2610.1980.<br />
Un'insignificante foro, coperto in parte<br />
da rovi, sito nella parte opposta della VG<br />
2284 rispetto al sentiero che unisce Baricci
con Decli. permette di accedere ad un poz-<br />
zo di m 80 che per la prima quindicina di<br />
metri mantiene delle dimensioni piuttosto ri-<br />
dotte, mentre poi - specialmente nella se-<br />
conda metà - aumenta notevolmente di dia-<br />
metro. Morfologicamente la cavità si può<br />
dividere in una parte senile ed in una gio-<br />
vanile. La prima è costituita da una caver-<br />
na lunga quasi 20 metri, larga al massimo<br />
altrettanto ed alta 3.5-4, che s'apre a metà<br />
del pozzo iniziale e che è raggiungibile con<br />
un facile pendolo. Alla fine di tale caverna.<br />
dalle superbe concrezioni. s'apre un poz-<br />
zetto di 6 metri. Sul fondo del pozzo inizia-<br />
le trovasi invece una serie di pozzetti con<br />
evidenti fenomeni giovanili di erosione, che<br />
porta alla profondità massima di m 100, ove<br />
vi è un potente cumulo di argilla.<br />
Umberto Mikolic
1 ESTERO I del sistema. sorretto da una costruzione in<br />
legno dalla forma bizzarra, utilizzato per le<br />
INSEGUENDOBASSABURUKU<br />
Mi ricordo quella mattina fredda e ba-<br />
gnata: ero assieme a Gigi ed altri alla ricer-<br />
ca della Grotta Martino in quel Carso oltre<br />
confine.<br />
Orientati da un istinto antico la trovam-<br />
mo. o almeno pensavamo fosse quella. Una<br />
volta entrati cominciammo a percorrere ma-<br />
gnifiche gallerie, sale dalle dimensioni no-<br />
tevoli, pero l'incantesimo venne rotto dai<br />
miei soliti discorsi di abissi profondi. esplo-<br />
razioni storiche, ecc ...<br />
Fu cosi che parlammo in quell'occasio-<br />
ne di organizzare un giro in qualche abisso<br />
lontano. magari la traversata della Pierre<br />
St. Martin, ripercorrendo la storia della spe-<br />
leologia mondiale. Avevo letto un sacco di<br />
storie su quel Norbert Casteret, sulle sue<br />
sfide continue a tu per tu con il pozzo "Le-<br />
pineux"; doveva essere una grotta incredi-<br />
bile ... (il rumore delle cascate della sala<br />
della Verna, il Gran Canyon, insomma<br />
tutto quello che i Pirenei potevano espri-<br />
mere proiettandoci in un'altra dimensio-<br />
ne).<br />
Nell'agosto 1994, dopo ben 22 ore di<br />
viaggio, giungemmo allo Chalet du Bracas.<br />
punto in cui avevamo deciso di stabilire il<br />
nostro campo. L'indomani seduti attorno al<br />
caffè che brontolava formammo un quartet-<br />
to volonteroso che doveva percorrere a ri-<br />
troso quel tratto di grotta dal tunnel artifi-<br />
ciale (l'uscita), al tunnel del vento, punto<br />
questo che collega la grotta dall'attivo al<br />
fossile, rendendo cosi più sicura la traver-<br />
sata.<br />
Tutto filò liscio; ci eravamo resi conto<br />
che la "Pierre" era semplicemente spetta-<br />
colare. Gallerie cosi grandi non le avevo<br />
viste mai, la volta quasi sempre invisibile,<br />
sembrava di salire una montagna immersi<br />
in una notte senza stelle.<br />
Dopo una giornata di giusto riposo va-<br />
riammo la formazione d'attacco, prearman-<br />
do la "Tete Sauvage". ingresso intermedio<br />
esplorazioni invernali.<br />
Era tutto pronto, ma un problema grave<br />
fece slittare la partenza a 35 ore più tardi:<br />
uno spagnolo, appartenente al Gruppo di<br />
Alcoy, era scivolato nel gran Canyon, pro-<br />
ducendosi numerose contusioni. Per fortu-<br />
na il Soccorso francese fu rapido ed effica-<br />
ce.<br />
TRAVERSATA TETE SAUVAGE - VERNA<br />
Apro gli occhi, svegliato dall'abitudinale<br />
campanone da mucca che tranquillamente<br />
pascola a fianco della tenda. Maci e Louis<br />
hanno già abbandonato il loro giaciglio; uno<br />
sguardo all'orologio: e venerdi e sono già<br />
le 10, ora di alzarsi. Stranamente il cielo è<br />
limpido. di un azzurro molto intenso che fa<br />
sperare in una giornata più fortunata delle<br />
precedenti. Saluto Paola, la quale imman-<br />
cabilmente mi invita al solito tè. Lo accetto<br />
ben volentieri assieme a Calvario, Diadora<br />
e Aldo, anche loro da poco svegli, chiac-<br />
cherando come al solito sulle possibilità di<br />
poter finalmente entrare in grotta. "Ooplop<br />
... preparate gli zaini, la Pierre è libera: si<br />
entra!" La voce di Maci ci arriva inaspettata<br />
tra un biscotto e un caffè e ben presto, di<br />
ritorno dalla capanna dell'Arsip dopo aver<br />
parlato con il responsabile assieme a Louis;<br />
ci spiega che il recupero dello sfortunato<br />
spagnolo è finito e che per noi è arrivato il<br />
momento tanto aspettato. In poche decine<br />
di minuti siamo pronti per lasciare il campo,<br />
e in macchina ci dirigiamo verso le piste da<br />
sci dove Louis sale per uno sterrato in<br />
macchina e noi ovviamente andiamo a pie-<br />
di onde evitare lesioni irreparabili del mez-<br />
zo.<br />
Dopo mezz'ora di avvicinamento siamo<br />
all'ingresso della "Tete Sauvage": qualche<br />
foto ricordo e poi via in due piccoli gruppet-<br />
ti. Entriamo Aldo ed io, facendo foto assie-<br />
me a Paola e Calvario che ci superano per<br />
armare ancora le due ultime verticali; se-<br />
guono a breve distanza Louis e Maci. I pozzi<br />
si susseguono veloci: il P.20. P.45, P.46.<br />
saltini, il P.30, altri saltini e siamo sul P.90<br />
(da armare). Una sigaretta e via. Alla base
storica e I'immanca-<br />
bile rumore in lonta-<br />
nanza di Bassabu-<br />
ruki.<br />
Maci ed io ci guar-<br />
diamo: quante volte<br />
abbiamo insieme so-<br />
gnato questo mo-<br />
mento, ironicamente<br />
mitizzato ed invidia-<br />
to; ora ci siamo den-<br />
tro pronti per vivere<br />
la realtà di quel so-<br />
gno.<br />
Gallerie fossili.<br />
frane e salette si<br />
susseguono veloce-<br />
mente e noi proce-<br />
diamo ansiosi di ar-<br />
rivare alle zone<br />
acquatiche. Ed infat-<br />
ti, dopo aver supera-<br />
to la stupenda "Sala<br />
Monique" ci ritrovia-<br />
mo su di una fessu-<br />
ra discendente di sei<br />
metri che ci immette<br />
nella prima vasca<br />
degna delle tute in<br />
lattice. Marmitte. ar-<br />
rampicate, una pic-<br />
cola sosta: "ok, ora<br />
attacca il Gran<br />
Canyon!"<br />
Descrivere il<br />
Gran Canyon è<br />
come riportare il so-<br />
Quante voite abbarno nserne sognato momento l~oto M paimrerij gno della maggior<br />
parte di noi. grottisti<br />
e speleologi. Alla vi-<br />
di quest'ultimo un grido si impone: ".. la sta di un canyon largo dai 2 ai 5 metri, alto<br />
gavemo ... in povton!"<br />
chissà quanto. dalle pareti tutte levigate ed<br />
Impossibile, la relazione ci dice "pas- addolcite dal fiume che scorre calmo e transaggio<br />
basso", ma non menziona l'acqua. quillo, ci sciogliamo come dei bambini da-<br />
Sfiga, un passaggio semi sifonante ci obbli- vanti ad un grande gelato di cioccolato e<br />
ga ad indossare le "pontonniere" ben prima panna. L'euforia e al massimo e le macchidel<br />
previsto, e con qualche peripezia per ne fotografiche a pieno ritmo; divertimento<br />
non inumidirci le reni andiamo avanti. P.6. ed entusiasmo si mescolano in me permet-<br />
P.8 a finalmente "The River". Sala Cosyns tendomi di assaporare il gusto ed il piacere<br />
si apre ai nostri occhi con qualche scritta di essere in grotta.
Ma anche il G. C,, dopo i suoi 2.6 km di<br />
sviluppo, ci abbandona e dopo la Galleria<br />
delle Marmitte, la Gran Cornice. il Pozzo<br />
Hidalga con il suo by-pass, la Galleria Prin-<br />
cipe di Viana ed ormai nove ore di progres-<br />
sione, una forte corrente d'aria in una gal-<br />
leria allagata ci ricorda che le zone<br />
acquatiche stanno per finire e che le pon-<br />
tonniere non serviranno più: siamo al Tun-<br />
nel del Vento. La squadra d'assalto si com-<br />
pone di due apri-pista (Paola e Calvario) in<br />
acqua, il potente mezzo da sbarco (Victoria<br />
nobis vita) con Maci a prua, tutti i sacchi<br />
sottocoperta ed io a poppa anche se più in<br />
acqua che a bordo, ed infine a chiudere la<br />
colonna Aldo e Louis scattando qualche foto<br />
che ovviamente non riusciranno come pre-<br />
visto. Dieci minuti di vento gelido e di iper-<br />
divertimento e siamo sull'altra sponda per<br />
cambiarci all'asciutto; qualche te, un paio<br />
di buste Salewa e qualche cilindretto balsa-<br />
mico. La progressione continua ormai ugua-<br />
le seguendo i nastri bianchi e rossi del sen-<br />
tiero che ci conduce attraverso gallerie e<br />
saloni sempre più grandi e sempre più vici-<br />
ni alla Verna.<br />
Ma che cos'è La Verna? Mi ci ritrovo<br />
immerso dopo 14 ore di attraversata ed a<br />
tre minuti dall'esterno, a meditare appog-<br />
giato alla passerella costruita su di un pul-<br />
pito, ascoltando attonito il rumore dell'ac-<br />
qua ottanta metri più in basso. Il buio è<br />
assoluto come assoluta e la sensazione di<br />
impotenza nei confronti della natura, che<br />
mi rende piccolo e insignificante speleo,<br />
mentre il mio sguardo spazia in quella im-<br />
mensa caverna (la seconda nel mondo) e<br />
la mia vista si intreccia con il sogno.<br />
Dietro front, è ora di uscire! Settecento<br />
metri di tunnel artificiale e un cielo impu-<br />
dentemente stellato ci accoglie all'esterno,<br />
signore indiscusso di una calda serata<br />
d'agosto sui Pirenei atlantici (y las estrellas<br />
estan a mirar...).<br />
PROGETTO "RIO LA VENTA"<br />
INTRODUZIONE<br />
Nel 1990 Tullio Bernabei. Tono de Vivo<br />
ed altri componenti del gruppo "La Venta"<br />
discesero per la prima volta, in epoca mo-<br />
derna, il canyon del Rio La Venta scopren-<br />
do interessanti prospettive per avviare una<br />
campagna esplorativa in campo archeolo-<br />
gico e speleologico.<br />
Antonio de Vivo ha cosi formulato un<br />
dettagliato programma di ricerca che ha<br />
vinto nel 1993 il "Premio Rolex". un ambito<br />
riconoscimento nel mondo della ricerca e<br />
dell'avventura affiancato da un buon contri-<br />
buto finanziario per la realizzazione dell'ini-<br />
ziativa.<br />
Nel 1994 e iniziata dunque la campa-<br />
gna di ricerca che si protrarrà negli anni<br />
futuri con lo scopo di esplorare le cavità<br />
site nel canyon e sugli altipiani circostanti e<br />
di portare alla luce i resti di un'ipotetica città<br />
Maya ora sommersa dalla vegetazione del-<br />
la selva di "El Ocote", un'area protetta dal<br />
governo messicano per il suo notevole pa-<br />
trimonio faunistico e botanico.<br />
BREVE INQUADRAMENTO<br />
GEOGRAFICO<br />
Il canyon del Rio La Venta è situato nella<br />
regione del Chiapas. la più meridionale del<br />
Messico, in una zona di foresta tropicale<br />
interessata oggi da un indiscriminato e<br />
massiccio diboscamento al quale il governo<br />
ha cercato di far fronte istituendo la riserva<br />
naturale di El Ocote.<br />
Tale zona si trova a circa 50 km da<br />
Tuxtla Gutierrez, la moderna capitale del<br />
Chiapas, ed è interessata da abbondanti<br />
precipitazioni (2300 mm annui); la stagione<br />
umida ha il suo culmine nel mese di settembre,<br />
quella secca in marzo. Tali precipitazioni<br />
hanno favorito la formazione di un<br />
esteso carsismo ipogeo di tipo tropicale<br />
nella zona stessa.<br />
Il canyon del Rio La venta, lungo un'ot-<br />
Hanno pariecipato alla spedizione, (in odine<br />
di apparizione):<br />
LOUI~ Torelli, *\do ~ ~ d ~~~~i~~<br />
~ l , ,+mati,,, pa- tantina di chilometri. si colloca quale diviola<br />
Santinelii iGSM). Diadora Bussani Iiooisti- sione netta tra la Selva El Ocote (destra<br />
~~ ~ , .. . "<br />
ca), e gli scriventi:<br />
idrografica) e la Selva del Mercadito e del<br />
Massirniliano Fabi, Massimiliano Palmieri Rio Negro (sinistra idrografica). Tali selve
cANYON RIO LhVLNTA CHIAPIS 1LIESSICOl<br />
SELVA<br />
e OCOTE<br />
si sviluppano su degli altipiani, con un'alti-<br />
tudine media di 1200 metri slm, ricchi di<br />
grotte; l'imbocco a monte del canyon si<br />
aggira sui 620 metri mentre lo sbocco, nel<br />
lago di Malpaso, è di circa 250 metri slm.<br />
I PRIMI RISULTA TI<br />
Questi hanno superato sicuramente le<br />
più rosee previsioni sia sotto il profilo ar-<br />
cheologico che quello speleologico nono-<br />
stante alcuni grossi problemi di natura so-<br />
ciale.<br />
Gli archeologi, che hanno operato nella<br />
parte più a monte del canyon, si sono tro-<br />
vati ad affrontare una popola-<br />
zione indigena alquanto ostile<br />
nei confronti dei ricercatori. stra-<br />
nieri o no, a causa di alcuni<br />
deprecabili episodi di indiscri-<br />
minata "razzia archeologica"<br />
perpetrati da Francesi, Statuni-<br />
tensi e Messicani.<br />
I rapporti sono migliorati in<br />
seguito con il coinvolgimento<br />
della popolazione locale (in<br />
special modo i giovani per i<br />
quali è stato organizzato un<br />
rapido corso "speleo-alpinistico<br />
per renderli in grado di parteci-<br />
pare alle esplorazioni delle ca-<br />
vità, spesso di difficile accesso<br />
ma ricchissime di reperti ar-<br />
cheologici e paleontologici).<br />
I Messicani dei paesi limi-<br />
trofi furono ben felici di colla-<br />
borare con noi quando si con-<br />
vinsero che intendevamo<br />
effettuare le ricerche senza<br />
asportare nulla, lasciando i re-<br />
perti in loco dopo averli dise-<br />
gnati e filmati. Al riguardo è<br />
necessario considerare che si<br />
tratta pur sempre delle tombe<br />
di antenati delle popolazioni<br />
locali per cui il rispetto deve<br />
essere totale.<br />
Grazie a successive indica-<br />
zioni forniteci da alcuni locali,<br />
verso la fine della spedizione<br />
sono state scoperte delle mura<br />
di notevoli dimensioni, sommer-<br />
se da una vegetazione lussureggiante, che<br />
fungevano da perimetro a grandi costruzio-<br />
ni di forma piramidale. Tutto ciò conferma-<br />
va le leggende sull'esistenza di una città<br />
perduta, immersa da secoli nella foresta. e<br />
rivalutava cosi anche l'importanza del<br />
canyon di Rio La Venta: non più, dunque,<br />
un semplice corso d'acqua ma un'impor-<br />
tante arteria fluviale sfruttata in epoca pre-<br />
colombiana quale collegamento tra le città<br />
dell'altopiano e le zone sottostanti (ora<br />
parzialmente allagate dal bacino artificiale<br />
del lago di Malpaso) ed il fiume Grijalva<br />
!
Le gallerie fossli della 'Cueva de a Vueta"<br />
che sfocia nell'oceano Atlantico.<br />
Una seconda "via d'acqua" dopo quella<br />
scoperta a cavallo tra il diciannovesimo ed<br />
il ventesimo secolo più ad Ovest, nella selva<br />
Lacandon, nella regione del Peten. Ciò<br />
spiega pure la scoperta del "Castillo", vera<br />
fortezza ricavata in una enorme nicchia in<br />
parete (di cui parlerò piu avanti). posta colà<br />
quale baluardo di controllo viario e difensi-<br />
vo nel canyon che riserverà altre sorprese<br />
archeologiche che, per mancanza di tem-<br />
po, abbiamo solo intuite o intraviste.<br />
Dal punto di vista speleologico le sor-<br />
prese più grosse si sono manifestate nella<br />
seconda metà del canyon.<br />
La "Cueva El Ocote" (in seguito ribat-<br />
tezzata "Cueva del Rio La Venta") è stata<br />
esplorata per circa 2,5 km e si è rivelata la<br />
pih grossa risorgenza sulla sinistra idrogra-<br />
fica del canyon; da alcune foto aeree è stato<br />
individuato sull'altopiano sovrastante un in-<br />
ghiottitoio di proporzioni ciclopiche per cui<br />
un ipotetico ma probabile collegamento tra<br />
(Foto P errol lato)<br />
le due cavità potrebbe superare i 1000 m di<br />
profondità.<br />
Anche la "Cueva de la Vuelta", vicino<br />
alla confluenza con il Rio Negro, sembra<br />
essere la risorgenza di un grosso bacino<br />
carsico situato sulla destra idrografica. Sul-<br />
I'altopiano della Selva El Ocote è stato<br />
esplorato un grosso "sotano", forse già sce-<br />
so da altri in precedenza (Francesi?) e ne<br />
sono stati individuati altri, peraltro molto<br />
difficili da raggiungere a causa dell'ostaco-<br />
lo rappresentato dalla foresta tropicale svi-<br />
luppata su un terreno paragonabile al Col<br />
delle Erbe del Monte Canin.<br />
Ad una spedizione futura i risultati non<br />
mancheranno di certo, ma sarà indispensa-<br />
bile l'utilizzo dell'elicottero per raggiungere<br />
gli obiettivi esterni al Canyon del Rio La<br />
Venta, mentre al suo interno la navigazione<br />
fluviale può effettuarsi con i classici canotti,<br />
unico mezzo attualmente valido per raggiun-<br />
gere le grandi risorgenze.<br />
Paolo Pezzolato
CRONACA SEMISERIA DELLE<br />
ESPLORAZIONI NEL RIO "LA VENTA"<br />
- Spenti gli echi della rivolta "zapatista"~<br />
divampata in gennaio finalmente potevamo<br />
partire alla volta del Chiapas per dare inizio<br />
al progetto Rio La Venta.<br />
Come in Venezuela, sui Tepuy, anche<br />
qui la compagnia era alquanto eterogenea<br />
con speleologi provenienti da tutta Italia;<br />
mancavano Cin. Cagiu, Leo e Giovanni<br />
Polletti, ma altri si erano aggregati per cui<br />
l'allegria non mancava.<br />
Giunti a Tuxtla Gutierrez rimaniamo un<br />
po' stupiti di come la situazione fosse cal-<br />
alte pareti che avremmo incontrato in se-<br />
guito.<br />
Ora eravamo soli; la radio era un "optio-<br />
nal" in q uam ricevevamo ie comunicazioni<br />
degli altri gruppi ma non potevamo comuni-<br />
care nulla, o quasi, con I'esterno del canyon.<br />
Così alla sera ci divertivamo ad ascoltare<br />
le disawenture degli archeologi allè prese<br />
con la popolazione indigena in rivolta nar-<br />
rate con lentezza esasperante da Piero<br />
Festa (il 'Bradipo velenoso") o il lamento<br />
giornaliero di Tono e Gaetano, alla "casita"<br />
nella selva di El Ocote, alle prese con orde<br />
di famelici insetti e spine di "chicòn" (albero<br />
spinosissimo caratteristico della vegetazio-<br />
ne locale) e sempre più malridotti ed affa-<br />
ma ed ordinata: faceva solamente caldo.<br />
tanto caldo, ma di rivoluzioni in corso nem- mati.<br />
meno l'ombra.<br />
Ci dividemmo in tre gruppi di lavoro con<br />
compiti diversi, da svolgere ne[l'area protetta<br />
di E1 Ocote il cui margine occidentale<br />
è costituito dal canyon del rio ~a Venta. II<br />
primo gruppo si occuperà di ricerche ar-<br />
Nel canyon. invece, si stava bene: sempre<br />
all'ombra e in ammollo, in un paesaggio<br />
unico Per bellezza e wlori; in allegria<br />
come otto evasi dalla Guyana Francese<br />
!vestivamo,!utti_latutina +or sabbia offer-<br />
1<br />
:ione in<br />
cheologiche nella parte più a monte del<br />
canyon; il secondo opererà nella selva di El<br />
Ocote con lo scopo di discendere in alcuni<br />
'sotani" intravisti durante la precedente pro-<br />
spezione aerea ed individuare un possibile<br />
collegamento con le grosse risorgive che<br />
confluiscono nel canyon del rio La Venta. Il<br />
terzo gruppo, a cui mi ero aggregato in<br />
qualità di mozzo-facchino-pelapatate, ave-<br />
va sicuramente il compito più stimolante:<br />
scendere parte del canyon, fino allo sbocco<br />
nel lago di Malpaso, lungo un percorso di<br />
circa 25 chilometri in un ambiente di rara<br />
bellezza, per esplorare le principali risorgi-<br />
ve già individuate da Tullio & soci nel 1990.<br />
Otto "desperados" che rispondevano ai<br />
nomi di Tullio. Giovanni, Italo, Geppino,<br />
Dino. Ugo. Gino e lo scrivente, a bordo di<br />
quattro canotti - di fabbricazione russa -<br />
battezzati subito con i nomi delle navi più<br />
famose nella storia dei naufragi. Stracarichi<br />
di materiali e cibarie, ma con poca tequila<br />
e pochissime sigarette, sbarchiamo dall'eli-<br />
cottero su una collinetta infestata da zec-<br />
che e formiche per raggiungere poi il greto<br />
del La Venta in un Punto libero dalla in esplorazione in una risodiva vicino il primo campo.<br />
vegetazione e non ancora racchiuso dalle<br />
(Foto P. Perrolatol
canotto era un misto tra "Fitzcarraldo" e<br />
"Aguirre furore di Dio", con la differenza che<br />
non dovevamo trascinare nessun battello o<br />
cercare un Eldorado nella giungla ma sola-<br />
mente accudire e proteggere (da se stes-<br />
so) il dott. ing. 'gran mascalzon" Giovanni<br />
Badino. neoeletto presidente della S.S.I.<br />
(una grossa responsabilità la nostra, dun-<br />
que, perché se si rompeva chi l'avrebbe<br />
aggiustato?).<br />
Mio compagno di navigazione era Ugo<br />
Vacca, il nostro beneamato dottore. La sua<br />
presenza, all'inizio, mi era sembrata una<br />
garanzia di sicurezza ma sfortunatamente<br />
non era cosi; difatti lui si rifaceva ai dettami<br />
di un tale dott. Mengele, direttore delI'USL<br />
tedesca di alcuni decenni fa. La sua regola<br />
era alquanto semplice: "Ti curo solo se ti<br />
rompi, e se ti rompi ti ammazzo per non<br />
farti soffrire..."; concetto questo che non fa<br />
una grinza ed anzi invita ad essere ancora<br />
più prudenti.<br />
Il resto della ciurma era decisamente<br />
migliore, pieno di buona volontà ed italica<br />
fantasia; fu cosi che conobbi Italo (il pa-<br />
ziente rilevatore di Buj Bulok, già decantato<br />
dal Mario di casa nostra); Geppino, appren-<br />
dista ferroviere (autore, nonostante la gio-<br />
vane età, di notevoli disastri ferroviari) e<br />
Gino I'acchiappafarfalle (sempre in pigiama<br />
e retino, ma con notevole grinta nelle situa-<br />
zioni fluviali più critiche nonostante fosse in<br />
pensione già da un bel po'!). Poi c'era Dino<br />
"romano de Roma". cuore d'oro e lingua<br />
come frusta, novello genitore modello, e per<br />
finire Tullio, il Capo supremo, che mai mi<br />
sognerei di criticare da buon lecchino quale<br />
sono ... (paura, paura di perdere il posto<br />
nelle future spedizioni? Boh!).<br />
Avanti, dunque. Scendemmo il rio La<br />
Venta. intervallato da moltissime rapide che<br />
ci costrinsero a continui trasbordi di mate-<br />
riali e canotti, interminabili passamani su<br />
un terreno scivolosissimo, sempre bagnati<br />
ma senza soffrire eccessivamente il caldo<br />
essendo il fondo del canyon quasi sempre<br />
in ombra (per nostra fortuna, essendo il sole<br />
a tal punto cocente da asciugare in pochi<br />
minuti i nostri vestiti nei punti in cui ci rag-<br />
giungeva).<br />
Le pareti del canyon si alzarono pro-<br />
gressivamente e verso I'imbrunire de! pri-<br />
mo giorno di navigazione ci fermammo in<br />
una grande ansa del fiume su una meravi-<br />
gliosa spiaggia sovrastata, di fronte, da un<br />
cavernone in parete con l'imbocco a più di<br />
60 metri sopra il livello dell'acqua.<br />
Passammo cosi la prima notte, con un<br />
cielo da favola, fumando i sigari di Giovan-<br />
ni e sognando incredibili awenture; unici<br />
inconvenienti le pulci, che infestano purtrop-<br />
po tutti gli arenili del rio, e qualche spora-
dico scorpione con il brutto vizio di intrufo-<br />
larsi dovunque.<br />
Il giorno successivo risalii un lungo trat-<br />
to del fiume con Ugo, Gino e Dino per<br />
esplorare alcune risorgive ed effettuare delle<br />
campionature; Giovanni e Geppino, invece,<br />
si dedicarono al raggiungimento del caver-<br />
none arrampicando una parete strapiom-<br />
bante dove l'unico conforto fu l'utilizzo del<br />
trapano a motore sotto un sole impietoso.<br />
Alla fine Giovanni giunse alla meta rima-<br />
nendo esterrefatto dallo spettacolo: non<br />
c'era la grotta ma i resti di una fortificazio-<br />
ne maya con ancora le mura intatte, reperti<br />
e frammenti di vasi, iscrizioni e disegni sugli<br />
intonaci superstiti.<br />
Roba da non credere ai propri occhi! Il<br />
morale sali alle stelle ed i giorni successivi<br />
furono dedicati alla pulizia del sito archeo-<br />
logico dalla vegetazione nonché ad arram-<br />
picare per raggiungere i baluardi più estre-<br />
mi del sistema difensivo, lungo una serie di<br />
espostissime cenge che gli antichi guerrieri<br />
Scendendo e rapide dopo la grande frana<br />
(Foto P Pezzolafo)<br />
48<br />
maya percorrevano utilizzando delle impal-<br />
cature di legno incastrate nelle numerose<br />
fessure generate da una stratigrafia alquan-<br />
to generosa.<br />
I passaggi in roccia erano levigatissimi,<br />
come quelli delle palestre d'arrampicata più<br />
frequentate, e ciò fa presupporre una mas-<br />
siccia presenza di persone in quel sito.<br />
Un'opera magistrale. dunque, di cui noi<br />
fummo i primi testimoni dopo secoli di ab-<br />
bandono; la battezzammo "il Castillo" ed<br />
assieme all'"altare della Media Luna", sito<br />
nella parte più a monte del canyon, risulta-<br />
va un tassello importante per comprendere<br />
l'uso del rio La Venta in epoca precolom-<br />
biana.<br />
Finita l'esplorazione, smontammo il cam-<br />
po scendendo per diversi chilometri sotto la<br />
pioggia tropicale, accampandoci nei pressi<br />
della grotta di El Ocote: una grossa risorgi-<br />
va sulla sinistra idrografica del rio, già esplo-<br />
rata per breve tratto nel 1990 da Tullio &<br />
soci.<br />
La pioggia continuò per tre giorni, du-<br />
rante i quali ci dedicammo a turno all'esplo-<br />
razione ed al rilevamento, percorrendo gal-<br />
lerie di notevoli dimensioni dove un torrente<br />
dalla generosa portata scorre formando<br />
spesso rapide impegnative. All'ingresso<br />
Tullio ed Ugo, setacciando la sabbia di al-<br />
cune cavernette laterali, rinvennero parec-<br />
chio vasellame e resti umani; testimonian-<br />
ze, queste, di un antico insediamento<br />
umano.<br />
Esplorammo cosi quasi 2.5 chilometri di<br />
gallerie che penetravano sempre più nel<br />
cuore di un altopiano ancora vergine dove.<br />
in mezzo alla foresta e più di 1000 metri<br />
più in alto, un fiume entra in un inghiottitoio<br />
ben visibile anche dall'elicottero.<br />
L'acqua che percorre quelle gallerie e<br />
tanta ed anche la corrente d'aria si fa sen-<br />
tire nei punti più stretti (mai comunque meno<br />
di 5 metri). ma le sorprese non sempre<br />
furono piacevoli, specie quando Tullio, at-<br />
traversando un lago, si trovò prigioniero<br />
delle sabbie mobili. L'intervento di Giovanni<br />
riuscì a trarlo da una situazione che si fa-<br />
ceva sempre più drammatica di minuto in<br />
minuto.
Le riserve di carburo erano agli sgoc-<br />
cioli perciò interrompemmo l'esplorazione<br />
e, approfittando del bel tempo, riprendem-<br />
mo la navigazione in quel canyon sempre<br />
più suggestivo grazie anche al notevole au-<br />
mento della portata dovuto all'apporto idri-<br />
co proveniente da numerose cavità e ca-<br />
scate a noi ancora ignote. Davanti a noi si<br />
apri più avanti il "Traforo": una galleria lun-<br />
ga quasi un chilometro e la cui volta supe-<br />
ra i cento metri di altezza dove il fiume<br />
scorre con lenta maestosità. Uno degli spet-<br />
tacoli più belli che la natura ipogea ci po-<br />
teva offrire in questo ambiente tropicale.<br />
Ma dopo il "dolce" arrivò la "purga", ov-<br />
vero la grande frana; un caos di blocchi<br />
enormi e violente rapide che richiese più di<br />
sei ore per passare con il materiale ed i<br />
canotti (che iniziavano a dare i primi segni<br />
di cedimento strutturale).<br />
Ma questo era l'ultimo grande ostacolo<br />
per la navigazione, dopo il quale ci atten-<br />
deva l'esplorazione della "Cueva de la Vuel-<br />
ta". utilizzando il poco carburo rimastoci.<br />
Questa cavità e un'altra risorgenza sul-<br />
la destra idrografica del rio La Venta e, pre-<br />
sumibilmente, drena le acque dei "sotani"<br />
della selva di El Ocote; si apre 10 metri<br />
sopra le acque del rio ed è caratterizzata<br />
da ampie gallerie. testimoni di un antico<br />
freatico, che portano ad un lago alimentato<br />
da una cascata tuttora da risalire. Fatto il<br />
rilievo e documentata fotograficamente la<br />
cavità, riprendemmo la navigazione verso<br />
il lago di Malpaso.<br />
Il paesaggio mutò nuovamente; le pare-<br />
ti si ricoprirono di vegetazione sempre più<br />
lussureggiante mentre fecero apparizione<br />
iguane, aironi e cormorani. Strane bolle<br />
d'aria che risalivano in superficie ci ricorda-<br />
rono la presenza celata dei coccodrilli che,<br />
comunque, almeno durante il giorno prefe-<br />
rivano restare in disparte. Il mio canotto si<br />
stava rompendo e Dino, con la pazienza<br />
residua, riusci a ripararlo alla meno peggio<br />
e potemmo cosi proseguire verso la meta.<br />
Al tramonto dell'ultimo giorno di naviga-<br />
zione, dopo più di 10 chilometri di pagaiare<br />
continuo, raggiungemmo il lago di Malpaso<br />
dove ci sorprese un violento fortunale con<br />
Arrampcando lungo le cengie del "Castillo"<br />
(Foto P Pezzolato)<br />
forte vento; con molta fortuna raggiungem-<br />
mo, con le ultime luci del giorno. l'approdo<br />
concordato con i guardiaparco Le ondate<br />
sempre più grandi stavano per avere il so-<br />
pravvento sui canotti, ormai giunti al limite<br />
della loro resistenza, ma riuscimmo a sal-<br />
varci da un probabile naufragio in una zona<br />
ignota.<br />
Il giorno successivo, dopo aver caricato<br />
il materiale sulla lancia dei guardiaparco,<br />
raggiungemmo Malpaso sotto la pioggia<br />
battente (rompendo l'elica e dovendo sosti-<br />
tuire il natante per giungere a destinazione<br />
in un paesetto chiamato Apicpak) con due<br />
giorni di anticipo, pochissimi soldi, nessuno<br />
che ci attendesse e nell'impossibilità di<br />
comunicare via radio la nostra posizione.<br />
Eravamo nel vero Chiapas, nel fango di<br />
un paese senza servizi igienici, scuola o<br />
telefono. Solo baracche e una uiccola "tien-
da' dove comperammo oirra e sigarette Ora<br />
comorendevamo I oercnè della rivo ta dea I VARE<br />
. .<br />
indios. non certo fomentata da ideali maGi-<br />
sti postdatati ma dalla fame e dalla miseria<br />
che solo qui si riesce a comprendere e non<br />
certo nei nuovi supermercati di Tuxtla Gu-<br />
tierrez.<br />
Con un po' di fortuna trovammo un pas-<br />
saggio su un camion che. miracolosamen-<br />
te, percorse una strada ridotta ad una pista<br />
di fango liquido giungendo cosi quasi a de-<br />
stinazione inun altro paese dove arrivaro-<br />
no gli altri compagni di spedizione. già rien-<br />
trati dagli altri campi. Il finale era scontato:<br />
un lungo ciclo di intense pulizie a noi, pseu-<br />
doesploratori, ed ai nostri lerci indumenti<br />
per poi passare ad alcune giornate di ozio<br />
sfrgnato.<br />
Saludos by Fox.<br />
Paolo Pezzolato<br />
Hanno partecipato, dall'ltaila:<br />
Tullio Bernabei e Tono De Vivo (the Boss), Ugo<br />
Vwca (il Dottore Cattivo), Sandm Irsara (iI Dot-<br />
tore Buono), Italo Giulivo (Il Pio), Dino Bonucci<br />
(il Padre Modelio), Giuseppe Caso (Geppino),<br />
Gin0 Gulll (Predator), Gaetano Boidrini (Pizza e<br />
Mortazza), Piero Festa (Bradipo Velenoso),<br />
Vaientina Bertoreili (l'Archeologa), Marco<br />
Mecchia (il Geologo), Marco Topani (Marconi 2).<br />
Alessandro Gatti (il Cineoperatore), Marco<br />
Piciocchi (da "Prendere a Calci in C.'7, Serena<br />
(Piccola Turista), Marco Leonardi (Voglia di<br />
Zucchero), Michele Sivelli (Sivellon), Nadia<br />
Campion (la Santa), Patrizia Vacca (Santa pure<br />
lei), Tommy (figlio di Nadia e Tono), Paolo<br />
Pezzolato (Bubez), Noma Bernabei (/a Moglie<br />
dei Capo), Giovanni Badino (chi sarà costui?).<br />
GROTTA GIGANTE<br />
Nel 1993 l'afflusso di visitatori è stato<br />
superiore del 10% a quello dell'anno precedente:<br />
si è passati infatti da 60.164 biglietti<br />
venduti nel 1992 a 66.675 nel 1993. Siamo<br />
pero ancora lontani dal massimo di 115.000<br />
visitatori paganti nel 1986. l<br />
Nel marzo scorso, secondo il contratto<br />
con l'Impresa Rostirolla, avrebbe dovuto<br />
concludersi la costruzione della nuova usci-<br />
ta, ma i lavori sono ancora in corso. All'ini-<br />
zio di febbraio. infatti, si è avuto un fermo<br />
dei lavori a causa di una situazione di in-<br />
stabilità che non era stata prevista dalla Di-<br />
rezione dei lavori, nè dall'lmpresa. La Grot-<br />
ta è stata chiusa al pubblico per motivi di<br />
sicurezza e sono stati effettuati lavori ag-<br />
giuntivi di messa in sicurezza affidati in<br />
subappalto ad una ditta specializzata. La<br />
chiusura della Grotta per tutto il mese di<br />
febbraio, fortunatamente quello di minor<br />
afflusso di visitatori, e per 10 giorni di marzo<br />
ha comportato un danno economico comun-<br />
que sensibile dovuto ai mancati introiti, a<br />
fronte dei quali le spese di gestione sono<br />
rimaste praticamente invariate.<br />
Nel corso dell'anno le visite seguono una<br />
curva pressochè costante da vari anni: il<br />
mese di più scarso afflusso e generalmen-<br />
te febbraio, con una quota media dell'l%<br />
sul totale annuale; nei mesi da novembre a<br />
gennaio la quota mensile è comunque<br />
mediamente inferiore al 2%. A marzo si<br />
passa a quasi il 5%, ad aprile si ha quasi<br />
il 20%; a maggio si raggiunge il massimo<br />
con oltre il 21% dei visitatori annuali in un<br />
mese. A giugno si cala repentinamente a<br />
meno de11'8%, per risalire a quasi il 10% in<br />
luglio ed oltre il 19% in agosto. In settem-<br />
bre si scende sotto il 9% e si passa in ot-<br />
tobre al 3,5% circa. I dati evidenziano due<br />
periodi di grande afflusso: quello primaveri-<br />
le dovuto al turismo scolastico e quello<br />
estivo dovuto al turismo vacanziero.<br />
Per incentivare I'afflusso di visitatori è<br />
necessario procedere nel seguente modo:<br />
I
- aprire quanto prima il secondo acces-<br />
so, con funzione di uscita, sia per facilitare<br />
l'afflusso nelle giornate di punta, sia per<br />
aumentare l'attrattiva turistica, in quanto con<br />
il nuovo percorso si avrebbe una maggiore<br />
varietà di scorci e si potrebbero, almeno in<br />
un primo periodo. attirare anche visitatori<br />
che già conoscono la grotta;<br />
- migliorare l'attrezzatura: in particolare<br />
si dovrà verificare la possibilità di realizza-<br />
re un impianto di amplificazione usabile<br />
anche per manifestazioni e di migliorare I'il-<br />
luminazione;<br />
-organizzare manifestazioni che, soprat-<br />
tutto nel periodo invernale, potrebbero dare<br />
alla Grotta una connotazione diversa, come<br />
eccezionale luogo di avvenimenti; in tal<br />
senso la discesa della Befana a gennaio e<br />
degli speleologi il 15 agosto portano un -<br />
sia pure modesto - beneficio; si conta di<br />
organizzare concerti bandistici e corali ed<br />
altre manifestazioni che potrebbero. se<br />
avessero successo, differenziare l'offerta nei<br />
confronti dei visitatori attirandoli soprattutto<br />
nei periodi morti e contribuendo anche a<br />
fare pubblicità alla Grotta.<br />
11 15 ottobre si è tenuto il concerto Tiefe<br />
Tiefe (basso basso) per grotta, strumenti<br />
bassi e voci basse, che ha avuto un buon<br />
successo di pubblico.<br />
Ma oltre a queste azioni di breve perio-<br />
do, altre andrebbero messe in cantiere per<br />
incentivare l'uso turistico della Grotta. In<br />
particolare va evitato che le aree attorno<br />
all'entrata, già in parte compromesse da edi-<br />
ficazione residenziale, vengano destinate ad<br />
usi che non consentano in futuro un salto di<br />
qualità o che, peggio, provochino inquina-<br />
menti, possibili a seguito di percolazioni nella<br />
Grotta dei liquami domestici, o caos edilizio<br />
con conseguente impossibilità di disporre<br />
di sufficienti parcheggi ed attrezzature. Per<br />
contro. la Grotta avrebbe beneficio se si<br />
potessero destinare le aree circostanti alla<br />
nuova entrata con piazzale e punti vendita,<br />
nuovi parcheggi, area museale (si potrebbe<br />
destinare l'ex ristorante "La Bora" a museo<br />
del Carso o a museo della speleologia e<br />
del carsismo).<br />
Infine andranno ricercate tutte le forme<br />
possibili di collaborazione con la realtà lo-<br />
cale, dando alla Grotta anche un ruolo di<br />
punto di riferimento e di incentivo per lo svi-<br />
luppo di quelle attività culturali, produttive. agn-<br />
turistiche e turistiche sviluppabili nel Carso,<br />
che possono essere d'interesse ai visitatori.<br />
Finora i rapporti con la popolazione e<br />
con l'Amministrazione comunale non sono<br />
stati cosi stretti come potrebbero e si conta<br />
di incentivarli, in considerazione anche del<br />
fatto che la tutèia e la fruizione di un bene<br />
naturale così unico e prezioso come la<br />
Grotta Gigante deve essere anche motivo<br />
di sviluppo socioeconomico per gli abitanti<br />
del luogo.<br />
Roberto Barocchi
NARRATIVA p<br />
BELAGROTA<br />
di Astolfo<br />
ovi, sommacchi, roverelle e radi pini apparivano filtrati dalla nebbia che riduceva<br />
l'universo a una scala graduata di grigi. Nel perdurante crepuscolo vagavo sulle<br />
pallide grize aggirando cespugli e awallamenti. Battevo il Regno di Levantin<br />
Barbarossa (') e le confinanti terre della sua Signoria alla ricerca di una grotta.<br />
Era ormai indispensabile che trovassi una grotta. Intendevo scoprire una buona grotta,<br />
non - come si dice - un "cagadoi" (2): doveva avere un pozzetto di quindici, anche venti<br />
metri, galleria con vaschette e discreto stillicidio, caverna terminale riccamente concrezio-<br />
nata con colonnato centrale e cannelli penduli dalla volta. Non potevo tollerare di essere<br />
l'unico povero speleo senza grotte nel carniere. scusate, nel Catasto. Tutti avevano sco-<br />
perto e rilevato diverse cavità, alcuni addirittura molte e altri persino abissi. Tutti hanno<br />
il loro nome in calce ai rilievi, con tanto di data, luogo, posizione geografica, quota<br />
altimetrica.<br />
La mia ansia disperata era tale. che ormai vagavo instancabilmente sui karren (j),<br />
scrutando negli anfratti, strisciando fra i massi muscosi, frugando col braccio nelle diacla-<br />
si. Frequentavo di preferenza le terre del Levantin anche perchè oltre alla ricerca diretta<br />
potevo contare, se la fortuna mi assisteva, su un incontro che avrebbe risolto certamente<br />
il mio problema.<br />
Alludo al corvo.<br />
/l cowo nero e neanche bello,<br />
talismano sicuro<br />
che al sol gracchiare<br />
m'avrebbe fatto<br />
la groita trovare.(d)<br />
Un occhio al terreno, l'altro ai rami secchi e alle rocce screpolate. procedevo nella<br />
caligine quando si stagliò uno strano profilo in rapido avvicinamento.<br />
-Bela gmta!. Disse. Da vicino era quasi un comune contadino, ma aveva in testa un<br />
grande cappello scuro a larghe tese con una banda ricamata, d'ignota provenienza.<br />
-Bela grata!. Ripetè sorridendo e indicando col braccio in direzione d'un roveto.<br />
-Grotta?- Chiesi.<br />
-Bela grota, bela grota!. Raddoppiò facendo cenno che lo seguissi.
NARRATIVA<br />
Ero dubbioso sulle intenzioni della strana figura, ma non potevo assolutamente trascu-<br />
rare neanche la più piccola possibilità che mi si offriva; I'impellenza d'esser scopritore di<br />
cavità era tale da indurmi a sottovalutare qualsiasi rischio, inoltre il mio atteggiamento e<br />
lo stato ansioso che traspariva dal mio viso palesavano a chiunque la situazione di<br />
vulnerabilità nella quale mi trovavo.<br />
-Bela grata!. Ripetè ancora lo strano figuro andando avanti. lo lo seguii. Dopo un po'<br />
si volto indietro e guardandomi suasivamente sussurrò: -Bela grata!- Riprese a cammi-<br />
nare e io appresso. Sul fianco roccioso di una dolina che avevo già ripetutamente visitato<br />
e frugato inutilmente, si fermo, tolse alcuni sassi.<br />
Il buco, che da solo non ero stato capace di trovare. apparve subito transitabile<br />
strisciando. L'uomo si tolse il cappello. lo appese a un ramo di corniolo, mi guardo diritto<br />
negli occhi e sorridendo disse: -Bela grota! L'emozione intensa mi procurava una sorta<br />
d'ottundimento irreale; come in un sogno vedevo le gambe dello sconosciuto sparire nel<br />
cunicolo e sempre nel sogno apparente io m'introducevo nel passaggio all'inseguimento.<br />
Non avevo neanche una lampada in mano; la mia guida improwisata, ora m'accorgevo,<br />
aveva luce sul capo e con la destra teneva una torcia elettrica. Il cunicolo era stretto e<br />
in discesa, intervallato da brevi allargamenti, ma sempre talmente basso da dover avan-<br />
zare carponi. Seguivo i bagliori e gli sprazzi di luce che giungevano dalla mia sconosciuta<br />
guida. tallonandola nello stretto condotto in discesa che si faceva ancor più inclinato via<br />
via che si procedeva.<br />
-Bela grota..: Sentii biascicare durante l'avanzata a testa in giù lungo il cunicolo che<br />
diventava vieppiu cilindrico, liscio, verticale e scivoloso pel rivestimento d'una leggera<br />
patina di argilla molle. Non riuscivo più a frenare la scivolata, sempre più veloce ora, giù<br />
per quel sinuoso budello liscio; I'intronamento color arancione che ostruiva la mia mente<br />
si stava tingendo d'un nero terrore. Tentavo invano d'arpionare con le mani l'argilla che<br />
sgusciava fra le dita senza offrire presa e intanto il nero mi sopraffaceva sempre più<br />
intensamente serrandomi la gola. Dopo un'eternità la temuta fine giunse inaspettata, con<br />
un tonfo sordo dentro a un limo diaccio e vischioso nel quale, preso dal. panico. mi<br />
divincolavo senza risultato.<br />
Stavo soffocando con tutti gli orifizi otturati mentre uno strato di mota mascherava il
NARRATIVA
NARRATIVA<br />
colore paonazzo o cianotico che stavo assumendo.<br />
Il misterioso accompagnatore mi trasse d'impaccio, aiutandomi a sbloccare le vie<br />
respiratorie. pulendomi sommariamente gli occhi. estraendomi dalla pozzanghera.<br />
-Bela grata!- Sentivo la sua voce rassicurante mentre mi stavo riprendendo. Dietro di<br />
lui. nella penombra, una figura silenziosa e immobile, seduta su una formazione di calcite<br />
al centro della caverna ci stava guardando. Intuivo trattarsi del mitico Vecchio Saggio che<br />
nessun mio diretto conoscente riuscì mai ad incontrare, anche se qualcuno assicura che<br />
un tale "amico dell'amico" sia riuscito addirittura a dialogare con lui su filosofici speleopro-<br />
blemi (5).<br />
In varie occasioni ebbi la ventura d'indugiare su quesiti irrisolti che ora potevo sotto-<br />
porre proficuamente al Nume degli Abissi, ma per quanto cercassi di rammentarli non ci<br />
riuscivo. La mia condizione d'intensa eccitazione -probabilmente- inibiva ogni raziocinio;<br />
sentivo tuttavia di dover recuperare dai meandri della mente almeno un problema da<br />
sottoporre al Vecchio fra pochi istanti, quando mi sarei trovato al suo cospetto.<br />
Spontaneo mi sorse dallo stato di agitata ebbrezza:<br />
Vecchio Saggio dello speco<br />
che i fati hai già visti,<br />
chi e i! piu mona (6) fra i groffisti?<br />
-Bela gmta!- Torno dolcemente a dire il mio accompagnatore interrompendo i miei<br />
confusi pensieri e illuminando la figura che stava in mezzo alla sala.<br />
Alla luce constatai che non era il Vecchio Saggio e neanche altra persona. ma non<br />
credevo comunque ai miei occhi: stavo ammirando la statua, mirabilmente scolpita in<br />
grandezza doppia del naturale, di Adolph Schmidl ('), uno dei padri della speleologia; non<br />
potevo assolutamente accettare per reale quello che vedevo davanti a me, poiche sia il<br />
trasporto che la creazione sul posto sarebbero stati impossibili, inoltra non avrei ignorato<br />
l'esistenza di un cosi importante capolavoro dalle assonanze sia michelangiolesche che<br />
palladiane, celebrativo d'un personaggio di cui la mia passione verso la speleologia mi<br />
aveva fatto conoscere la storia.<br />
Una certa parte della mia mente mi sussurrava che stavo impazzendo. eppure la<br />
statua era li, le mie retine la percepivano.<br />
-Bela gmta!. Sentii, ma non potevo distogliere gli occhi da Schmidl che mi guardava<br />
dall'alto della sua imponenza.<br />
-Bela grata!- Intanto la luce si mosse un po', scorrendo sulla statua, rivelando altri<br />
particolari. Trassi un gran respiro quando, con improvvisa intuizione, compresi che si<br />
trattava d'una stalagmite dalla forma singolare. Stalagmite che per un caso altamente<br />
improbabile aveva la forma di un'opera d'arte degna non di un piccolo museo speleologico<br />
provinciale, ma del British Museum o del Louvre e se conservata in Italia sarebbe stata<br />
sicuramente oggetto d'un furto su commissione.<br />
Respiravo meglio. Mi awicinai e constatai la particolare purezza della cabite che<br />
prima avevo creduto marmo bianco di Carrara.<br />
-Bela gmta!- Il mio accompagnatore gentilmente mi prese per un braccio e micondus-<br />
se in un altro punto della caverna, invitandomi con un cenno a guardare di nuovo la<br />
meraviglia. Fece luce su di essa e per l'incredulità quasi mi si oscurò la vista. o meglio<br />
l'intelletto.<br />
Davanti a me Luigi Vittorio Bertarelli sembrava in procinto di dire qualcosa, tale era il<br />
verismo col quale era stato ritratto nella pietra. Naturalmente non poteva essere stato<br />
scolpito, si trattava, cosa evidente ma incredibile, di una prodigiosa proprietà della stalag-<br />
mite di mostrare le parvenze, a seconda del punto d'osservazione e di quello dell'illumi-
NARRATIVA<br />
nazione, di due grandi speleologi immortalati in due naturali opere d'arte. L'impossibilita<br />
del caso risultava elevata al quadrato ed io ero impietrito, tremante per lo stupore.<br />
-Bela gmta!- Il tizio andò dalla parte opposta<br />
.<br />
e<br />
.<br />
fece chiaro in controluce. Un groppo<br />
miserròanchelagota,~it~ita~ eli,Gdmurfi Ahed W. Temeva<br />
ora l'oscura guida. Temevo che mi facesse vedere qualche altro ancor più assurdo o<br />
tremendo prodigio, poich8 pareva ormai possibile qualsiasi inesplicabile e paraqossale<br />
fenomeno.<br />
Una malsana curiosità e lo stato di stupore abulico in cui mi trovavo m'impedivano<br />
d'altronde di ribellarmi alle sue performances.<br />
Mi guardd wn un sorriso disarmante ed occhi limpidi. -Bela gmta!- Disse, facendomi<br />
abbassare col capo quasi a terra e intanto illuminando di nuovo la stalammite che assunse<br />
le sembianze di Anton Hanke La mia mente ora si rifiutava di giudicare e interpretare<br />
i messaggi che riceveva. Forse il misterioso sconosciuto mi aveva ipnotizzato. mi<br />
stava raggirando con ingannevole arte per reconditi motivi, ma io non dovevo lasciar<br />
trasparire la mia diffidenza nei suoi confronti, meglio assecondarlo e aspettare un momento<br />
favorevole per sfuggire alle sue trame o scoprire i suoi trucchi.<br />
Mi fece arrampicare su una parete per farmi vedere, in luce laterale, la cordiale<br />
espressione di <strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>; indi un po' più da lontano, in luce diffusa, non riconobbi<br />
nella colonna il personaggio, evidente lacuna nelle mie conoscenze. Ormai accettavo le<br />
varie sembianze della colonna senza reagire. Affascinato e stupito, registravo mentalmente<br />
ogni nuova figura cercando di cogliere il nesso di quello che I'infida scorta mi proponeva.<br />
Da molti punti di vista mi mostrò la fatata stalagmite illuminata nei modi più diversi,<br />
facendo apparire personaggi noti, ignoti o vagamente familiari, ma sempre, credo, fra i<br />
maggiori della speleologia. Il Maestro apparve nell'atto di leggere la Relazione Annuale<br />
ali'Assemblea Generale della <strong>Commissione</strong> (9).<br />
Nella confusione mentale rilevai vagamente che l'esposizione continuava e mi apparvero<br />
personaggi o anche amici la cui swmparsa era sempre più recente. Senza reazioni<br />
emotive la coscienza vacillò, l'intelletto non registrò più, sorda e livida un'angoscia montò<br />
come un'ondata di piena, travolse ogni buon senso. Nuotai in una grigia follia aspettando<br />
e temendo l'ignota conclusione della parata, intanto inconsapevolmente e inawertitamente<br />
i miei piedi tesero a condurmi attraverso la melmosa pozzanghera, verso il budello<br />
d'uscita dal quale -e io non me ne accorgevo- scendeva liscio e silenzioso un rivolo<br />
grigiastro e maleodorante.<br />
Un'apparizione che non registrai, una parvenza stalagmitica che non potrò mai ripescare<br />
dalla memoria, perchb la lacuna che si formò nella mia psiche ne diStniSSe Ogni<br />
traccia facendola sparire per sempre, scatenò istantaneo il panico irrefrenabile.<br />
Mi spinsi con tutte le forze su per il cunicolo scivoloso, wn lo slancio più disperato<br />
guadagnai diversi metri nonostante l'argilla inzuppata e molle che rivestiva il budello,<br />
senza coscienza del rivolo denso ma inconsistente e nauseabondo che scendendo wmplicava<br />
ulteriormente I'impossibile risalita. Meno di dieci metri esaurirono la mia risolutezza;<br />
gli ultimi cinquanta centimetri li guadagnai a prezzo di uno sforzo imrnane e non<br />
recuperabile; con incredibile fortuna e con la forza della disperazione riuscii ad agganciarmi<br />
ad un minuscolo spuntone nascosto dall'argilla; sebbene la situazione restasse disperata,<br />
almeno non ero ripiombato nella caverna sottostante in cui, ero certo, sarei stato<br />
orribilmente, inaccettabilmente annientato.<br />
Se dovevo morire, giammai non dovevo, non potevo, non volevo morire in quel modo<br />
immondo.<br />
Ma in quella posizione non avrei retto più di due, tre minuti. Sentivo consciamente la<br />
precarietà della mia condizione al buio, sempre più drammatica, perche la fatica improvvisa<br />
mi aveva parzialmente snebbiato la testa. Percepii il liquame quasi tiepido che scor-
NARRATIVA<br />
reva giu pel mio corpo. ma ero assolutamente deciso a resistere fino all'ultimo.<br />
Avrei voluto irrigidire la mano anchiiosandola ad uncino. pur di non abbandonare il<br />
minuscolo spuntone. Meglio qualsiasi morte che finire nell'orrore. laggiii.<br />
Ansimavo per lo sforzo e aspiravo a pieni polmoni il fetore; respirare, resistere per non<br />
perdersi in quella maniera, la sotto. Il braccio mi pareva fatto di legno.<br />
Gradualmente sentivo che la condotta forzata diveniva sempre meno grotta e sempre<br />
più condotto fognario. Un gorgogliamento sopra di me, come di uno sciacquone sciacqua-<br />
to, preannunciava l'arrivo d'una ondata liquida.<br />
Pur nel dolore crescente io sgomento decupiicava le forze dell'arto. Mi irrigidii per non<br />
essere travolto. Il malefico flusso arrivò più violento di ogni aspettativa e in un attimo mi<br />
trovai come in una condotta forzata. Ero senz'aria, avvolto nel fluido temperato, salato e<br />
dolceamaro e ancor salato, per un tempo infinito, interminabile; vagamente m'accarezza-<br />
vano molli indistinguibili corpuscoli trasportati dal viscido torrente. Nel buio immaginavo,<br />
anzi sentivo. trattarsi di escrementi d'ignota origine ma recente produzione.<br />
. -<br />
Oh, crude1 destino,<br />
almen ci fosse stato<br />
un buon bicchier di vino ...<br />
o un cin cin di marsalato! ('O)<br />
Il braccio stava cedendo. Un tremore crescente accompagnava un impercettibile ce-<br />
dimento delle dita che stentavano a tenere la presa. L'apnea era ormai insostenibile.
NARRATIVA<br />
L'imprescindibile anelito d'aria mi obbligo ad aprire la bocca e subito un lubrificato.<br />
languido fusello mi entrò in gola. In un riflesso moto di ripulsa persi la presa e precipitai<br />
con raccapriccio e con la mota, nella mota del paventato oscuro fondo.<br />
Dentro alla merda d'un indegno Pozzo Nero.<br />
Carso, tramonto.<br />
Un vermiglio invernale. attraverso il nero traforato d'una pineta, sbiadiva annottando.<br />
Qualcuno batteva zona quasi al buio in cerca di grotte.<br />
Mi avvicinai: -Bela grota- gli dissi, inducendolo a seguirmi fino all'ingresso della grotta<br />
a lui ignota. Appesi a un ramo di corniolo il grande cappello scuro a larghe tese con la<br />
banda ricamata e ripetei: -Bela gmta! ...<br />
BELAGROTA - NOTE<br />
li racconto di Astolfo cita e richiama oersonaooi ed eolsodi della soeleoiooia triestina forse non noti<br />
V-<br />
alle generazionr piu giovani e siciiramente sconosciuti agir speleologi doltre Tnmavo per oiviare a<br />
quelo inconienlenre si 6 rdenulo utile fornire ai coriese ,eliore quai~he oeiuciaazione agglungenao<br />
queste brevi note esplicative.<br />
1) Soprannome dato alla fine degli anni '50 a Dario MARINI (1937-vivente), allora agli inizi della<br />
sua quarantennale opera di revisione del catasto della Venezia Giulia; il "Levantin Barbarossa"<br />
era altresi chiamato "Re di Gropada" mentre la sua Signoria si estendeva alle altre doline di<br />
Basovizza (paeselli ameni del Carso triestino). Cfr. "Il Buso" anno 1 (3): 3-5, Trieste 1957.<br />
21 Caoadòr - . s.m.. termine dialettale in uso fra i arottisti triestini oer indicare. in Qenere. un Pozzetto<br />
di pochi metri senza prosecuzioni degne di noia. Grotta infima: Cfr. MARINI ~ario, 1979: Singolare<br />
metamorfosi di una groita: da VG a WC - Progressione 26, 12 (2): 3-4<br />
3) Karren, s.m., etimo~di provenienza tedesca indicante quelli che in italiano vengono definiti, in<br />
maniera piuttosto prosaica ed imprecisa, "campi carreggiatr o "campi solcati" (i "lapiaz" dei<br />
francesi). Cfr MAUCCI Walter, 1960: Contributo per una terminologia speieoiogica italiana - Boll.<br />
Soc. Adriatica di Sc.. 51: 211-217.<br />
4) Richiamo al CONO che assistette alle vicende di Antonio Federico LINDNER (1800-1841) lo<br />
scopritore della Grotta di Trebiciano (17 VG,), per oltre settant'anni la cavità naturale più profonda<br />
del mondo. Cfr MARINI Dario, 1991: 1 talismano di Antonio Federico - Trilogia Catabatica,<br />
Trieste 1991: 19-1 l]<br />
5) Mitica figura di anacoreta speleo di cui parla "Il Buso" negli anni 1971-1972 (Cfr: Il Buso. 4 (3): 10-11<br />
e5fl): 12-74)<br />
6) Mona s 1 , Term ne o a ella e stro veneto nd canre organo gen la e femm n e ipoet camente n<br />
a tr o cn amato Fossa or Cmabro Porld d Giada) q. va e pero per sc occhere o st~p dotto<br />
71 ' Adolf SCHMIDL 11802-18631 ,<br />
studioso ed esoloratore tedesco della meta del secolo scorso: nel<br />
1851-52 visitò, fra I'altro. il arso postumieie e triestino lasciando ampi e dettagliati resoconti<br />
delle sue esplorazioni. E' considerato, dalla scuola tedesca e dallo storico inglese Trevor R.<br />
SHAW. il oadre della soeleolooia moderna.<br />
8) Anion ~ A ~ (1840-1891) K E lone esporalore f~ I.an ma oei GronenforscnLng AbtheilJng oela Sezone<br />
L !ora e ae Cluo A p no A-stro Tedesco neq anni oe esp oraz one oe 'a0 sso oe. Serpent e<br />
delle <strong>Grotte</strong> di San anzia ano.<br />
9) Carlo FINOCCHIARO (1917-1983), detto il "Maestro", presidente della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> 'E.<br />
<strong>Boegan</strong>" dal 1953 al 1983. Valente speleologo ed abile politico e organizzatore, a lui si devono<br />
la fondazione della Scuola Nazionale di Speleologia del CAI e numerose altre iniziative tra cui la<br />
presente rivista<br />
La Redazione
-1<br />
GIROLAMO AGAPITO: 150 ANNI<br />
DALLA SUA MORTE.<br />
11 24 febbraio 1844 moriva a Trieste il<br />
conte Girolamo Agapito, personaggio che<br />
riassume nella storia della sua vita le con-<br />
traddizioni e le delusioni del primo Ottocen-<br />
to. Discendente da una famiglia veneto-cre-<br />
tese profuga nel 1669 a Parenzo per<br />
sfuggire ai Turchi, nato nel 1763 a Pinguen-<br />
te dove il padre aveva ottenuto il posto di<br />
archivista, frequentò il Collegio dei Nobili di<br />
Capodistria, mentre il fratello Andrea segui-<br />
va il corso di architettura militare nel Colle-<br />
gio veneto di Verona. Sarebbe dunque di-<br />
venuto uno dei tanti tranquilli funzionari di<br />
provincia se la morte del padre e la quasi<br />
contemporanea caduta della ~e~ubblica<br />
Veneta non avessero imposto alla sua vita<br />
un corso ben più drammatico.<br />
Dopo un breve soggiorno a Trieste pres-<br />
so il nonno materno marchese Gravisi.<br />
avvocato e notaio, ebbe un impiego presso<br />
il governo provvisorio dell'lstria. completò i<br />
suoi studi laureandosi in giurisprudenza a<br />
Padova, visse per qualche tempo a Lubia-<br />
na, Graz e Vienna. I problemi economici<br />
non gli impedirono di sviluppare la forte<br />
inclinazione letteraria: ancora studente fre-<br />
quentò l'Accademia dei Risorti di Capodi-<br />
stria, poi quella degli Arcadi Sonziaci a<br />
Trieste.<br />
La Vrlenizza di Corgnaie (Vilenica Jama. LokevJ. lilustrarione di un arficolo dell'Agpito solla rivista "Cosrnorama<br />
Pittorico': anno 4', o. 31, Milano, 1838.<br />
59
Nel maggio 1809 le armate francesi oc-<br />
cuparono Trieste per la terza volta. L'Aga-<br />
pito, che un mese prima era sfuggito alla<br />
cattura sul campo, fece buon viso ai nuovi<br />
padroni. Molti anni dopo, nell'estate 1840,<br />
in una supplica alle autorità per ottenere un<br />
sussidio (Arch. Stor. Comun. F. 115-1, N.<br />
881612419), avrebbe detto di aver collabo-<br />
rato col nemico solo per liberare se stesso<br />
ed il fratello dall'arresto e dall'accusa di par.<br />
teggiare per I'Austria. ma la sua rapida car-<br />
riera ci permette di dubitare di queste scu-<br />
se tardive: nominato commissario di polizia<br />
e poi giudice di pace, già tre mesi dopo<br />
l'invasione un suo inno ed una sua cantata<br />
erano nel cartellone di una serata di gala<br />
organizzata al Teatro Grande per il com-<br />
pleanno dell'lmperatore dei Francesi. L'an-<br />
no seguente venne riformata I'organizzazio-<br />
ne scolastica ed il nostro divenne<br />
insegnante liceale di eloquenza e di storia<br />
a Lubiana, dove Andrea era ingegnere mi-<br />
litare. Poi passò a Trieste, professore di<br />
retorica nel ginnasio liceo. Ma nell'autunno<br />
del 1813 lo sbarco anglo-siciliano poneva<br />
fine al dominio napoleonico nella città e I'an-<br />
no seguente il ginnasio liceo veniva chiuso<br />
sicché Girolamo, rimasto disoccupato, do-<br />
veva cavarsela facendo il giornalista e scri-<br />
vendo poesie ad ogni fausto evento della<br />
Casa d'Asburgo, mentre il fratello sbarcava<br />
il lunario dipingendo immagini sacre e -con-<br />
sunto dalla tisi - moriva nel 1817.<br />
L'appoggio di Domenica Rossetti e di<br />
altri cittadini illustri permise all'Agapito di<br />
soprawivere ai duri anni della Restaurazio-<br />
ne: successe al de Coletti nella direzione<br />
dell'Osservatore Triestino che cedette nel<br />
1820 quando - uscita ormai la città dalla<br />
lunga crisi economica - ritenne opportuno<br />
darsi all'editoria.<br />
Stampò alcune opere ormai dimenticate<br />
(romanzi, grammatiche, lunari, una riedizio-<br />
ne della storia di Trieste di Ireneo della<br />
Croce) poi ebbe l'idea di por mano ad una<br />
collana di guide che descrivessero la città<br />
di Trieste ed i suoi dintorni. La sua prepa-<br />
razione storica ed archeologica e lo stile<br />
elegante decretarono il successo di tali<br />
guide, riedite abbastanza recentemente<br />
(1972) in volume unico dalla Libreria Inter-<br />
nazionale Italo Svevo di Trieste. La prima<br />
di esse. uscita nel 1823, trattava delle grot-<br />
te più famose nei dintorni della città e di<br />
altri luoghi d'interesse geologico ed archeo-<br />
logico quali la miniera di Idria, il lago di<br />
Circonio, le terme di Monfalcone, le rovine<br />
di Aquileia e Pola. (AGAPITO Girolamo,<br />
1823: Le <strong>Grotte</strong> di Adlersberg, di S. Cari-<br />
ciano, di Corniale e di S. Servo10 ecc., tip.<br />
A. Strauss, Vienna 1823: 1-205).<br />
Benchè in quel periodo già ci fossero<br />
sul mercato libri e guide che parlavano di<br />
grotte, suo merito indiscusso fu di aver pre-<br />
sentato al grosso pubblico le caverne del<br />
Carso Classico (Corniale, San Canziano,<br />
San Servolo, Grotta della Maddalena, Po-<br />
stumia) come siti paesaggisticamente e<br />
scientificamente interessanti, da visitare e<br />
conoscere. Egli può in questo caso essere<br />
considerato I'antesignano di una lunga<br />
schiera di autori che hanno descritto (o ten-<br />
tato di farlo) il Carso e le sue bellezze.<br />
Ma tali guide, come gli articoli scritti per<br />
varie riviste (Schizzi dal vero, Il Castello e<br />
la Grotta di S. Servolo, La Favilla, 1 (481<br />
49), Trieste, giugno-luglio 1837; La Grotta<br />
di Corniale, Cosmorama Pittorico, 4 (31):<br />
329-331, Milano 1838) se lo resero cele-<br />
bre. non migliorarono affatto la sua situa-<br />
zione economica: negli ultimi anni della sua<br />
esistenza solo un modesto sussidio statale<br />
gli permise di sopravvivere alla meno peg-<br />
gio, in una Trieste che si ingrandiva e Si<br />
arricchiva, ma era anche divenuta la se-<br />
conda città dell'lmpero per quanto riguar-<br />
dava il costo della vita.<br />
Egizio Faraone
[ANNIVERSARI - ACCADDE IERI 1<br />
Quando una società è onusta di storia, talvolta a furia di rimembrare il passato i suoi<br />
componenti non hanno il tempo di vivere il presente (e di creare i tasselli che formeranno<br />
il mosaico della storia di domani...).<br />
Anche se non è questo il caso della speleologia triestina, anzi, il fatto di vivere atti-<br />
vamente nelle grotte il nostro "oggi" speleologico non ci impedisce di ricordare, con affetto<br />
e simpatia, quelli che son passati per questa strada, provvedendo a tracciarla, prima di<br />
noi.<br />
In questo senso il 1994 è un anno veramente carico di ricorrenze; ne presentiamo<br />
alcune in questa nuova rubrica, filo di refe che vuole legare il mondo speleo di ieri a quello<br />
d'oggi; bagaglio culturale di tutti, che tanto più ha senso e valore quanto più è conosciuto<br />
e diffuso.<br />
P. G.<br />
GROTTA DEI MORTI (V.G. 15)<br />
130 anni fa, nel maggio 1864, per inca-<br />
rico del Consiglio Municipale di Trieste e<br />
sotto la direzione degli ingegneri Vallon e<br />
De Rin venne raggiunta. dopo oltre due anni<br />
di duro lavoro, la massima profondità nel-<br />
l'abisso dei Morti (15 VG).<br />
A -254 m i lavori dovettero venire ab-<br />
bandonati per la scarsità di ossigeno che<br />
rendeva oltremodo penosa l'attività di sca-<br />
vo agli operai. Due anni più tardi i gas<br />
sprigionati dal brillamento della grande mina<br />
(400 funti di polvere da sparo), voluta come<br />
estremo tentativo di forzare l'ultima stretto-<br />
ia e raggiungere finalmente I'ipotizzato ba-<br />
cino idrico sottostante, provocavano la tra-<br />
gica fine dei tre operai scesi a controllare<br />
l'esito dell'esplosione (Andrea Fernetich e<br />
Luca ed Antonio Krall) e di uno dei tre suc-<br />
cessivi malaccorti soccorritori (Matteo, fra-<br />
tello dei due Krall succitati).<br />
100 anni fa, il 13 maggio 1894, membri<br />
del Club Touristi Triestini. ignorando le dif-<br />
ficoltà ed i divieti posti dalle autorità muni-<br />
cipali, furono i primi a ridiscendere nell'abis-<br />
so dopo la tragedia e, dopo mesi di lavori,<br />
nel mese di agosto rinvenivano - a vari ii-<br />
velli di profondità - i miseri resti dei quattro<br />
operai deceduti trent'anni prima (al cui re-<br />
cupero si oppose successivamente il Civi-<br />
co Magistrato per le difficoltà ed i pericoli<br />
che ciò comportava).<br />
Nel settembre dello stesso anno. pro-<br />
cedendo nell'esplorazione, quattro soci del<br />
Club (L. Mertl, Andrea ed Antonio Perko e<br />
G. Pucalovich) raggiunsero un'ostruzione<br />
(sessant'anni dopo quotata dal G. G. C.<br />
Debeuak -218) ritenuta erroneamente il luo-<br />
go della mina e la massima profondità, ri-<br />
scontrando peraltro che la mina era esplo-<br />
sa come nella canna di un mortaio, lasciando<br />
intatto il fondo e le pareti e spazzando via<br />
ogni struttura artificiale soprastante.<br />
Franco Gherbaz<br />
CENT'ANNI OR SONO VENIVANO<br />
SCIOLTI L'HADES VEREIN<br />
ED IL CLUB DEI SETTE<br />
100 anni fa la polizia scioglieva a Trie-<br />
ste due società studentesche che facevano<br />
speleologia: il Club dei Sette e I'Hades<br />
Verein. Ambedue avevano un paio di anni<br />
di vita alle spalle (anche se qualcuno dei<br />
membri del Club dei Sette aveva iniziato ad<br />
andare in grotta molto prima) e decine di<br />
cavità -anche molto profonde per quei tempi
- esplorate. I loro uomini confluirono nella<br />
<strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> della Società Alpina<br />
delle Giulie (una dozzina di quelli del Club<br />
dei Sette, in particolare i fratelli <strong>Eugenio</strong> e<br />
Felice <strong>Boegan</strong>, Silvio Kobau, Ettore Ales-<br />
sandrini), portandovi una ventata di giovi-<br />
nezza e di entusiasmo. e nel Club dei Tou-<br />
risti Triestini (quasi tutti quelli dell'Hades,<br />
fra cui i fratelli Leo e Felix Petritsch, i fra-<br />
telli Giovanni Andrea e Antonio Perko), ove<br />
fondarono un Comitato <strong>Grotte</strong> inizialmente<br />
molto forte (forse in un certo periodo il più<br />
agguerrito del mondo) e quindi attivo per<br />
un ventennio.<br />
Il "Club dei Sette" e In'Hades Verein"<br />
sono stati i primi gruppi grotte triestini costi-<br />
tuiti da giovani ed aventi come scopo I'esplo-<br />
razione tecnico-scientifica (e sportiva) delle<br />
grotte del Carso.<br />
Pino Guidi<br />
LA PRESIDENZA<br />
DI EUGENIO BOEGAN<br />
Nel 1904 moriva, stroncato da un male<br />
improvviso e ancor in giovane età, I'inge-<br />
gnere Guido Paolina, presidente della Com-<br />
missione <strong>Grotte</strong> dell'Alpina dal 1899. Gli<br />
succedeva <strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>, che dal 1896,<br />
come relatore della stessa, aveva provve-<br />
duto ad illustrare su varie riviste (soprattut-<br />
to su "Alpi Giulie") la notevole attività esplo-<br />
rativa e di studio del sodalizio.<br />
Durata sino al 1939 - anno della sua<br />
morte - la presidenza di <strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong> è<br />
stata la più lunga che la <strong>Commissione</strong> ab-<br />
bia avuto; nel suo corso ha avuto luogo<br />
l'evoluzione che ha portato al passaggio<br />
dalle scale di corda a quelle di cavo d'ac-<br />
ciaio e la diffusione della speleologia in tutta<br />
Italia. Fra gli awenimenti che segnano le<br />
tappe di questo cammino ci sono la nascita<br />
dell'lstituto Italiano di Speleologia, la fon-<br />
dazione della rivista "Le <strong>Grotte</strong> d'Italiaw, il<br />
primo congresso speleologico nazionale,<br />
l'istituzione del Catasto grotte d'ltalia, av-<br />
venimenti tutti che hanno visto <strong>Boegan</strong> come<br />
protagonista.<br />
Pino Guidi<br />
GRUPPO GROìTE CARLO<br />
DEBEWAK<br />
40 anni fa, nel 1954, si costituisce formalmente<br />
il Gruppo <strong>Grotte</strong> Carlo Debeljak;<br />
soci fondatori sono Claudio Skilan (Furlàn),<br />
Sergio Vercion, Giorgio Nicon (Jure), Ferruccio<br />
Spazzal, Mario Del Gobbo (Mocolite)<br />
e soprattutto Almarindo Brena soprannominato<br />
"e1 Vecio". personaggio storico<br />
della speleologia triestina, dotato di grande<br />
carisma che resterà presidente e patriarca<br />
incontrastato di questo sodalizio fino alla<br />
sua morte avvenuta nel febbraio 1992.<br />
Le origini di questo gruppo, però, risalgono<br />
a parecchi anni addietro: è infatti nell'immediato<br />
dopoguerra - e precisamente<br />
nel 1946 -che Brena, speleologo di grande<br />
esperienza, raccoglie intorno a se un gruppo<br />
di ragazzi a cui trasmette e infonde la<br />
sua passione per le grotte. costituendo nel<br />
club' Alpinistico ~rieGino una sezione grotte<br />
agguerrita e vivace. Il Gruppo resterà<br />
nel C.A.T. sino al 1954, anno in cui per<br />
motivi contingenti se ne stacca iniziando a<br />
vivere una vita autonoma.<br />
Brena, uomo di profonda umanità, era<br />
riuscito a fondare un gruppo molto compatto<br />
e omogeneo; soleva spesso dire che<br />
quello che conta è l'unione e l'amicizia che<br />
stanno alla base di tutto e che i risultati<br />
nelle esplorazioni sarebbero venuti di conseguenza.<br />
Il tempo gli darà pienamente<br />
ragione: tutt'oggi, infatti, quei "ragazzi" che<br />
si incontrarono nel '46 sono I'asse portante<br />
di questa società, all'infuori di qualcuno che<br />
solo il destino è stato capace di portare via.<br />
Non c'è domenica che i "muli" del Debeuak,<br />
accompagnati dalle loro donne, non siano<br />
in Carso impegnati in ricerche o esplorazioni.<br />
Oggi, dopo quarant'anni, hanno un'età<br />
in cui di solito i comuni mortali siedono con<br />
i nipotini sulle ginocchia, raccontando loro<br />
le avventure vissute in gioventù: non è<br />
questo il loro caso: probabilmente smetteranno<br />
l'attività solo quando i nipotini saranno<br />
nonni a loro volta.<br />
Nel 1953 il Gruppo <strong>Grotte</strong> Debeljak, che<br />
a quel tempo si contendeva l'esplorazione<br />
della Grotta Guglielmo sul Monte Palanzo-
VG), la Grotta Lindner (3988 VG), la<br />
Grotta Tom (5242 VG), la Grotta delle<br />
Margherite (5269 VG).<br />
E questo solo sino al 1990. Se la<br />
capacità, la costanza e l'intuizione ac-<br />
compagnano le imprese di questo<br />
Gruppo. come in ogni cosa del mon-<br />
do a volte bisogna fare i conti con il<br />
destino che distribuisce gioie e dolo-<br />
ri. Incontravo spesso Claudio Skilan<br />
(e1 Furlàn). segretario del gruppo che,<br />
allievo del Vecio, era dotato di gran-<br />
de umanità e bontà; in quelle occa-<br />
sioni ci scambiavamo le notizie che<br />
gravitavano sul mondo delle grotte.<br />
Nel 1990. ormai minato da una gra-<br />
ve malattia, mi raccontò con grande<br />
entusiasmo dell'ultima scoperta fat-<br />
ta: la Grotta Marilena del Gobbo,<br />
secondo lui la più importante scoper-<br />
ta sul Carso triestino di questo seco-<br />
lo. È stata l'ultima volta che ho visto<br />
il povero Claudio che, morto da li a<br />
poco, non poteva certo immaginare<br />
che un'altra grande cavità sarrebbe<br />
stata scoperta dai suoi amici e dedi-<br />
cata alla Sua memoria.<br />
La Grotta Claudio Skilan è vera-<br />
mente quanto di più importante sia<br />
stato trovato sul nostro Carso. È la<br />
Almarindo Brena (ultimo a destra) con un gruppo di amici. cavità che ha tutti i primati: la più<br />
fFoto GGCDJ estesa, con il pozzo interno più bello<br />
e profondo del Carso triestino, le<br />
ne (Como) con un'altra agguerrita forma- gallerie più grandi e più lunghe; per un cer-<br />
zione triestina (il G.T.S.), vincerà per così to periodo. con i suoi 344 metri di profon-<br />
dire la gara e raggiungerà il fondo, valutato dità è stata pure la più profonda (ora grazie<br />
a -425, notevole considerando l'epoca. Dal ai subacquei superata, per pochi metri, dal-<br />
1955 al 1957 il Gruppo è sul Marguareis, l'Abisso di Trebiciano). È per il gruppo il<br />
sulla Marmolada e sul Matajur ove vengo- coronamento di oltre quarant'anni di ricer-<br />
no scoperte e rilevate importanti cavità. Ma che condotte con assiduità e rigore. Dopo<br />
e sul Carso triestino, battuto e strabattuto la gioia della scoperta ecco che il destino<br />
da un'infinità di grottisti che raggiungerà ri- porta un nuovo lutto: Brena, el Vecio, viene<br />
sultati a volte strabilianti (e che spesso colpito da ictus e muore mentre le esplora-<br />
hanno fatto sorgere qualche punta di invi- zioni nella Skilan incalzano e nel punto più<br />
dia ad altri ricercatori). Il numero delle ca- profondo viene trovata l'acqua. E se fosse<br />
vità che il GGCD ha scoperto e rilevato è il Timavo? Vengono raccolti campioni, e<br />
notevolissimo; fra le più note l'abisso Carlo Nidia Lauri, una delle donne del Gruppo,<br />
Debeljak (3901 VG, -202). la Grotta del con animo nobile e romantico racconta che,<br />
Monte dei Pini (2645 VG), la Grotta Silvia raccolta in una bottiglietta un po' dell'acqua<br />
Lauri (4879 VG), la Grotta Germoni (4429 della grotta, la portarono al capezzale del
Gorgio Ncon, attuale presdente del G G C D alla Grotta C Skian (Foto F Tiralongo)<br />
Vecio tentando di fargli capire (è ormai in-<br />
cosciente) che forse hanno scoperto il fiu-<br />
me che Lui ha cercato per tutta la vita. Il<br />
vecchio speleologo la guarda con gli occhi<br />
fissi, chissà se avrà capito.<br />
Alla morte del Brena diventa presidente<br />
del Gruppo Giorgio Nicon (Jure), mentre la<br />
carica di segretario e affidata a Clara Fer-<br />
latti, la vedova di Claudio Skilan. Nuove<br />
forze giovani intanto entrano nel sodalizio,<br />
che ora conta una quarantina di iscritti.<br />
assicurando cosi la ovvia continuità nel tem-<br />
po. Poi anche Jure - maledetta sfiga - subi<br />
un incidente con rottura di una gamba che<br />
lo tenne fermo per un certo periodo. ma è<br />
tale la forza di volontà di quest'uomo che<br />
volle entrare nella cavità durante la conva-<br />
lescenza. con il sacco sulle spalle dal qua-<br />
le spuntava un bastone per aiutarsi: in<br />
queste condizioni fisiche scese e risali il<br />
P.140, e continub a rilevare la grotta che,<br />
anche in condizioni normali, presenta diffi-<br />
coltà non indifferenti.<br />
Al Gruppo <strong>Grotte</strong> Carlo Debeljak, la spe-<br />
leologia triestina non può che guardare con<br />
simpatia ed esser grata per quanto ha fatto<br />
fino ad oggi, augurandogli nuovi successi<br />
in un luminoso e lunghissimo futuro. dopo<br />
i suoi "primi quarant'anni".<br />
Franco Tiralongo
1 NOTIZIE IN BREVE 1<br />
RICORDATI I PRESIDENTI<br />
CARLO FINOCCHIARO<br />
ED EUGENIO BOEGAN<br />
La pinacoteca della Società Alpina delle<br />
Giulie, Sezione di Trieste del C.A.I. (per noi<br />
da sempre semplicemente "l'Alpinax) si e<br />
ultimamente arricchita di altre due pregevo-<br />
li opere, dono di un artista concittadino: i<br />
ritratti di Carlo Finocchiaro e di <strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Boegan</strong>.<br />
Nel dicembre 1993, in occasione della<br />
chiusura dell'anno sociale, e nella ricorren-<br />
za del decimo anniversario della scompar-<br />
sa di Carlo Finocchiaro - a giudizio di tutti<br />
uno dei piii grandi presidenti della Commis-<br />
sione <strong>Grotte</strong> "E. <strong>Boegan</strong>" - giovani e vecchi<br />
soci si sono trovati nella sede di via Ma-<br />
chiavelli per un'agape fraterna. E' stata<br />
un'opportunità per gli oltre cento soci e le<br />
decine di ex soci della <strong>Boegan</strong>. di ritrovarsi<br />
tutti uniti a ricordare il passato e program-<br />
mare il futuro. Davanti ad un bicchiere di<br />
vino - in linea con le migliori tradizioni della<br />
<strong>Commissione</strong> - è stata quindi rievocata la<br />
figura di Carlo Finocchiaro - il "Maestro" -,<br />
un uomo che ha dedicato la sua vita, dan-<br />
do moltissimo, alla speleologia triestina ed<br />
italiana.<br />
Neli'occasione sulle pareti della saletta<br />
del catasto della <strong>Commissione</strong> sono stati<br />
sistemati i ritratti di Carlo Finocchiaro ed<br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>, i due maggiori presidenti<br />
che la <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> della Società<br />
Alpina delle Giulie abbia avuto (se non al-<br />
tro per la durata dell'incarico: dal 1904 al<br />
1939 il <strong>Boegan</strong>, dal 1953 al 1983 Finoc-<br />
chiaro). Presidenze che hanno lasciato un<br />
Nella saletta del catasto-archivio storico deia Cammss~one, sotlo 1 1 quadra d Fnacchiaro Da siiistra l consociopiitore<br />
Stok Adriano; il presidente della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> Ei~o Padovan Francesca Caligaris. il nastro pii anziano<br />
socio (classe 1906, membro della <strong>Commissione</strong> dai 1927); Fabio Farti (classe 1927, membro della C.G.E.B. dai<br />
1949). paet-president della <strong>Commissione</strong> ed attuale presidente della Società Alpina delle Giule. (Foto F. Tiralongoj
duraturo segno nella vita deiia società (il<br />
catasto, le grotte turistiche, la scuola. le<br />
riviste di speleologia, i congressi, un'auto-<br />
nomia operativa, un nome conosciuto e ri-<br />
spettato in tutto il mondo speleoiogico) ed<br />
entrambe interrotte da una morte prematu-<br />
ra (in ambedue i casi la <strong>Commissione</strong> non<br />
era pronta alla successione...).<br />
I ritratti (acriiico su tela. cm 50 x 60 il<br />
<strong>Boegan</strong> e smalto ad acqua su tela. cm 80<br />
x 70 il Finocchiaro) sono opera deli'artista<br />
Adriano Stok, socio della <strong>Commissione</strong> dal<br />
1963. che ha inteso cosi rendere omaggio<br />
a Carlo, l'uomo che per tanti decenni è stato<br />
oltre che "il presidente" sempre anche un<br />
amico ed un maestro, e ricordare aitresi il<br />
<strong>Boegan</strong>, lo speieoiogo di cui alla fine degii<br />
anni '40, la <strong>Commissione</strong> ha preso il nome.<br />
<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong> - personaggio di note-<br />
vole valore ma estremamente schivo e mo-<br />
desto del quale non si posseggono molte<br />
immagini - e stato riprodotto da una foto-<br />
grafia, e quei pochi soci ancor vivi che<br />
INSERZIONE GRATUITA<br />
hanno avuto modo di conoscerlo hanno con-<br />
fermato la validità e la somiglianza del ri-<br />
tratto. il quadro di Carlo Finocchiaro è inve-<br />
ce una composizione, quasi un ritratto in<br />
movimento, e ciò più nei tempo che nello<br />
spazio: su di uno sfumato sfondo bigio<br />
emergono vari momenti della sua vita e della<br />
sua personalità, dal sorriso condiviso da un<br />
gruppo di soci (Marc, Coloni, Tommasini.<br />
Pradis <strong>Grotte</strong>. primi anni '50). all'espressio-<br />
ne attenta colta durante un rilevamento<br />
(grotte vaporose di Sciacca, fine anni'50), il<br />
tutto sovrastato dalla classica figura dei<br />
"Maestro" che legge una relazione (nella<br />
fattispecie, primo convegno di speleologia<br />
dei Friuli-Venezia Giulia, Trieste 1971). La<br />
carreilata si chiude con un'immagine carat-<br />
terizzata daii'espressione stanca e sofferta<br />
(Borgo Grotta Gigante, maggio 1983) che<br />
lo ha accompagnato negli ultimi mesi di vita.<br />
È un quadro che ha commosso i vecchi<br />
soci che l'hanno avuto per lunghi anni qua-<br />
le riferimento e guida, e che per i giovani -<br />
Premesso che accade sempre pih spesso che speleologi triestini pubblichino<br />
o presentino i risultati delie loro ricerche su Riviste nazionali o internazionali<br />
anche di prestigio,<br />
visto che in tali scritti spesso compaiono brani dedicati alla descrizione delle<br />
caratteristiche moriologiche, geologiche e idroiogiche dei luoghi o delie forme,<br />
onde consentire la miglior comprensione delie meraviglie deiia natura ai Lettori<br />
(spesso malignamente critici) delle Riviste in oggetto,<br />
il sottoscritto<br />
si dichiara disposto, con l'obbligo del segreto professionale, a proporre, preventivamente<br />
all'inoltro alle varie Redazioni. eventuali modifiche ueoiouico-lessi- - -<br />
cali agli Autori che vorranno fargli pervenire i loro scritti.<br />
- un rapido espletamento della pratica,<br />
- la massima discrezione, anzi il segreto,<br />
- piena libertà degii Autori interessati neli'accettare o respingere le modifiche<br />
proposte,<br />
- interventi del tutto gratuiti e per i quali nulla potrà mai esser richiesto.<br />
c/o Catasto <strong>Grotte</strong> F.V.G. o Istituto di Geologia e Paleontologia<br />
in fede<br />
Franco Cucchi
che non l'hanno conosciuto - unisce un'im-<br />
magine composita e dinamica ad un nome,<br />
dando a quest'ultimo delle sembianze che<br />
lo rendono più reale e più vicino.<br />
Per i membri della <strong>Commissione</strong> questi<br />
ritratti dovrebbero essere gli anelli di una<br />
catena ideale che lega un passato, ormai<br />
tanto lontano da essere storia e non più<br />
memoria, al presente; le pietre miliari di una<br />
tradizione che, se forse qui non tutti com-<br />
prendono. altrove molti ci invidiano.<br />
Pino Guidi<br />
UNA CERIMONIA A PRADIS,<br />
DOMENICA 2 OTTOBRE 1994<br />
In "Progressione 29" auspicavo che I'ln-<br />
ghiottitoio dell'osteria di Gerchia (7591344<br />
FR), venisse intitolato alla memoria di Ugo<br />
Baschiera, suo primo esploratore nel luglio<br />
1946.<br />
Nell' articolo ricordavo la ripresa dell'at-<br />
tività speleologica. pochi giorni dopo la fine<br />
della seconda guerra mondiale, in cui Ugo<br />
ed io, assieme ad altri amici, fummo tra i<br />
protagonisti di quella fase storica della spe-<br />
leologia e ci tenevo che in qualche modo<br />
tale ricordo venisse conservato. Trovai aiu-<br />
to e sostegno innanzitutto da parte del<br />
Gruppo Speleologico di Pradis che offri la<br />
"targa ricordo" e nella nostra "Commissio-<br />
ne", che volle essere presente alla cerimo-<br />
nia con numerosi suoi soci.<br />
Fu cosi che ci trovammo riuniti a Pradis<br />
il due di. ottobre, "vecchi" e giovani della<br />
CGEB, quelli di Pradis, il Sindaco di Clau-<br />
zetto ed i familiari di Ugo Baschiera. Scopo<br />
di questa manifestazione era quello di ritro-<br />
varsi tra vecchi amici e scoprire la targa<br />
ricordo installata all'imbocco dell'lnghioti-<br />
toio dell'osteria di Gerchia. Sotto alla targa<br />
abbiamo sistemato un elmetto militare ita-<br />
liano mod. 1915-18 - in uso tra gli speleo-<br />
logi del 1945 - ed un caschetto moderno,<br />
per sottolineare il quasi mezzo secolo tra-<br />
scorso tra i due eventi.<br />
Feci una breve relazione, in pratica ri-<br />
cordando quei tempi difficili, il nostro entu-<br />
siasmo e che stavamo per aprire - senza<br />
saperlo - una nuova fase delle ricerche spe-<br />
leologiche. Ricordai ancora che la zona di<br />
Pradis fu, per la nostra <strong>Commissione</strong>, un<br />
banco di prova per quelle esplorazioni "fuo-<br />
ri casa" che ci condussero negli anni suc-<br />
cessivi ad esplorare grotte sempre più lon-<br />
tane dal Carso ed anche in molte altre parti<br />
del mondo.<br />
Sicuramente qui a Pradis, nel 1946,<br />
ebbe luogo, forse inconsciamente, l'inizio<br />
di quella nuova fase della stupenda ed af-<br />
fascinante avventura che è l'esplorazione<br />
delle grotte e che tale avvenimento poteva<br />
essere considerato una pietra miliare nella<br />
storia della speleologia delle nostre aree<br />
carsiche.<br />
Scoperta la lapide, invitai il Gruppo Grot-<br />
te di Pradis ad essere il custode di questi<br />
ricordi, perchè Ugo Baschiera rappresentò<br />
un anello di congiunzione tra Trieste e Pra-<br />
dis, essendo suo padre originario di Clau-<br />
zetto. Dopo la cerimonia ci awiammo all'in-<br />
gresso delle <strong>Grotte</strong> Verdi dove ci aspettava<br />
un fumante prosciutto ed un buon bicchiere<br />
di vino (forse due, non ricordo bene...).<br />
Nel primo pomeriggio la comitiva si av-<br />
viò alle <strong>Grotte</strong> di La Val, dove deponemmo<br />
un mazzo di fiori per il "Maestro" Carlo Fi-<br />
nocchiaro, nostro indimenticabile Presiden-<br />
te. Non è la prima volta che onoriamo qui<br />
Carlo ed il motivo è che per Lui queste<br />
grotte furono molto importanti; rimase subi-<br />
to affascinato dalla loro struttura meandri-<br />
forme, fece su di esse due studi e ne parlò<br />
sempre con entusiasmo. Ora le <strong>Grotte</strong> di<br />
La Val costituiscono un "complesso", con<br />
altre cavità che sono state collegate tra di<br />
loro nel corso di molti anni di esplorazioni<br />
e di studi.<br />
Nel breve discorso che feci su Carlo e<br />
la "sua" grotta, proposi agli amici presenti<br />
la possibilità di dedicare il Complesso "La<br />
Val-Noglar" a Carlo Finocchiaro. ma di ciò<br />
ne parleremo un'altra volta.<br />
Questa la cronaca di una giornata di<br />
ricordi trascorsa tra vecchi e giovani, nei<br />
quali la passione comune è stata ed è quella<br />
di "andar per grotte".<br />
Fabio Forti
ALCADI 94<br />
(Semriach, maggio 1994)<br />
Nel 1992 si tenne in Ungheria il primo<br />
convegno ALCADI (Alpi - Carpazi - Dinari-<br />
di) che trattava la storia delle esplorazioni<br />
speleologiche e degli studi riguardanti i tre<br />
importanti gruppi montuosi. Il secondo con-<br />
vegno è stato organizzato a Semriach, tren-<br />
ta chilometri a Nord di Graz, in occasione<br />
del centenario del celebre episodio in cui<br />
sette esploratori furono bloccati da una pie-<br />
na nella Lurhohle, fatto che scateno la prima<br />
grande operazione di soccorso della storia.<br />
All'incontro ha partecipato una quaran-<br />
tina di ricercatori e sono stati presentati circa<br />
trenta lavori che riguardano buona parte dei<br />
territori studiati dalla cosiddetta "scuola te-<br />
desca", che agiva nell'ambito dell'lmpero<br />
absburgico e dintorni.<br />
Questa limitazione dovrebbe però esse-<br />
re superata se si pensa che la speleologia<br />
dei secoli passati non conosceva confini,<br />
per cui il più noto esponente della scuola<br />
francese. vale a dire il Martel, visitò attentamente<br />
il Carso triestino e quello postumiese<br />
prima di dare alle stampe la sua<br />
opera più celebre - Les Abimes - esattamente<br />
cento anni fa. E non è per caso che<br />
proprio lo stesso anno Franz Kraus pubblicò<br />
Hohlenkunde. opera scientifica (e quindi 1<br />
meno letta) che puo dirsi il risultato di mezzo<br />
secolo di lavoro nell'ambito dell'lmpero.<br />
Studiare separatamente l'evoluzione<br />
delle due scuole, che in realtà si sono sempre<br />
scambiate notizie e suggerimenti, è<br />
artificioso e controproducente, e ben lo<br />
sapeva il <strong>Boegan</strong> che attingeva a tutt'e due<br />
le fonti ed attribuiva scherzosamente i suoi<br />
successi alla meticolosità teutonica unita alla<br />
fantasia latina.<br />
Ci auguriamo perciò che alle prossime<br />
riunioni partecipino speleologi di tutta Europa<br />
(e magari di tutto il mondo) e che dopo<br />
due suggestive sedi come Budapest e<br />
Semriach sia ora la volta di Postumia o di<br />
San Canziano, due località conosciute, per<br />
l<br />
!<br />
la loro bellezza e la loro importanza storica,<br />
non solo dagli speleologi. ma anche dai<br />
turisti di ogni nazione. '!<br />
Egizio Faraone<br />
Lurhohe (Foto E Faraooej<br />
68<br />
l
15" INCONTRO AMICHEVOLE DEGLI<br />
ENTOMOLOGI DI CARINZIA,<br />
SLOVENIA E FRIULI-VENEZIA GIULIA<br />
11 25 e 26 giugno 1994 ha avuto luogo<br />
a Gotovo (Kocevje) il 15" "Incontro amiche-<br />
vole degli entomologi di Carinzia. Slovenia<br />
e Friuli - Venezia Giulia", organizzato que-<br />
sta volta dalla Slovenia. Ricordiamo che<br />
l'anno scorso il Museo di Storia Naturale<br />
della nostra città aveva organizzato la pri-<br />
ma edizione triestina di questa manifesta-<br />
zione. Anche questa riunione ha visto una<br />
numerosa partecipazione, circa un centina-<br />
io, di appassionati e studiosi degli insetti.<br />
Nella giornata di sabato, gli organizza-<br />
tori, il direttore del Museo di Storia Natura-<br />
le di Klagenfurt, il conservatore del Museo<br />
di Trieste. Dott. Giorgio Alberti, il rappre-<br />
sentante dei forestali di Kocevje ed il co-<br />
mandante della scuola della Polizia slove-<br />
na che ci ha ospitato nelle proprie strutture<br />
completamente rinnovate. hanno salutato i<br />
convenuti che più tardi hanno partecipato<br />
ad una escursione alla Eleonorina jama (S<br />
143). distante pochi chilometri.<br />
La visita alla cavità non presenta diffi-<br />
coltà, grazie alle vecchie ma ancora valide<br />
scale in legno ed ai gradini scavati nelle<br />
concrezioni calcitiche. L'imbocco si apre a<br />
932 m sul livello del mare. la lunghezza è<br />
di 141 metri e la profondità di 27. Dopo la<br />
caverna di ingresso ed una scala in legno<br />
che porta ad un passaggio più stretto. si<br />
entra in una vasta caverna con un lago<br />
verso il fondo, nel punto più basso. Ricca<br />
di concrezioni, da lungo tempo nota agli<br />
entomologi, la sua visita era impossibile fino<br />
a tre anni fa poichè tutta la zona era inter-<br />
detta agli stranieri. Sulle pareti, numerose<br />
sono le iscrizioni che, con i nomi e la gra-<br />
fia, ricordano come la zona sia stata abita-<br />
ta da una popolazione di etnia germanica.<br />
Di sera una grande grigliata, annaffiata<br />
con vino e Radenska, è stata occasione di<br />
incontro per colleghi che molte volte non si<br />
vedono da anni. Altri hanno approfittato delle<br />
ore buie per la caccia agli insetti notturni.<br />
Nella giornata di domenica alcuni han-<br />
no partecipato ad un'escursione nei boschi<br />
mentre altri hanno cercato la grotta deno-<br />
minata Tri Bratov e poi visitato di nuovo ma<br />
con più calma la pur sempre interessantis-<br />
sima Eleonorina jama.<br />
Anche questa volta, come al solito in<br />
queste occasioni, le differenze linguistiche<br />
sono state superate con la buona volontà<br />
di tutti i partecipanti. Jan Carnelutti di Lu-<br />
biana ha cortesemente riassunto per noi, in<br />
italiano, gli interventi in lingua slovena.<br />
La prossima primavera ci si ritrova in<br />
Carinzia, non altrettanto ricca di grotte, ma<br />
come sempre molto ospitale.<br />
Giorgio Colombetta<br />
17" CONGRESSO NAZIONALE DI<br />
SPELEOLOGIA<br />
Dal 9 all'll settembre 1994 si è tenuta<br />
a Castelnuovo Garfagnana (Lucca) la più<br />
importante assise ciclica della speleologia<br />
italiana, il Congresso Nazionale, la cui or-<br />
ganizzazione è stata curata dal Gruppo<br />
Speleologico Lucchese. Buona la parteci-<br />
pazione (sulle trecento presenze). numero-<br />
se le relazioni presentate (dato che è stato<br />
- come sempre - materialmente impossibile<br />
assistere a tutte le sedute dei lavori se ne<br />
parlerà non appena pubblicati gli "atti"), piut-<br />
tosto ridotta la presenza di mercanti ed<br />
espositori (questa volta sulle bancarelle<br />
c'erano più libri che tute) il Congresso è<br />
stato per tutti anche un'occasione per rin-<br />
saldare vecchie amicizie e per stringerne<br />
delle nuove.<br />
La festa finale, "Lago 94, ha ludicamen-<br />
te chiuso fra canti, lazzi e gran bevute, la<br />
manifestazione: come da copione, tutti i<br />
salmi finiscono in gloria.<br />
Numericamente (e anche qualitativa-<br />
mente) ridotta la presenza triestina, al pun-<br />
to che il "Gran Pampel" - momento qualifi-<br />
cante con cui si chiudono le nostre feste<br />
speleo - è stato officiato da diaconi d'oltre<br />
Isonzo, frettolosamente consacrati per la<br />
bisogna, che hanno assolto il loro compito<br />
con tanta buona volontà.<br />
Nel corso della manifestazione si sono<br />
tenute - fra le altre - l'assemblea ordinaria
della Società Speleologica Italiana ed una<br />
riunione dei Gruppi <strong>Grotte</strong> del Club Alpino<br />
Italiano. Nel corso della prima. iniziata con<br />
meno di dieci persone (comprese le quattro<br />
che sedevano al tavolo della presidenza) e<br />
terminata con la sala quasi piena. la Socie-<br />
tà Speleologica Italiana ha presentato il bi-<br />
lancio morale dell'attività svolta il decorso<br />
anno e l'iniziativa, caldeggiata dal suo pre-<br />
sidente Giovanni Badino. di creare un "fon-<br />
do di solidarietà" per il soccorso speleo nelle<br />
zone finanziariamente mal servite aumen-<br />
tando la quota sociale di diecimila lire. Se<br />
ne riparlerà alla prossima assemblea della<br />
S.S.I.<br />
La riunione dei Gruppi <strong>Grotte</strong> del Club<br />
Alpino Italiano, anch'essa iniziata con po-<br />
chissime presenze e finita poi un po' me-<br />
glio, è stata dedicata alla prediscussione<br />
dei temi che saranno affrontati a Gubbio<br />
nell'annuale riunione dei Gruppi <strong>Grotte</strong> del<br />
C.A.I. (indirizzi e futuro della speleologia in<br />
Italia, Legge quadro sulla speleologia, rap-<br />
porti con le nuove realtà sociali e politiche);<br />
I'interesse dimostrato dai presenti ed i nu-<br />
merosi interventi fanno ben sperare per la<br />
riuscita della manifestazione "caina" di no-<br />
vembre.<br />
Considerazioni finali. Questo congres-<br />
so, il diciassettesimo della serie iniziata a<br />
Trieste nel lontano 1933, ha dimostrato che<br />
c'è ancora in Italia spazio per manifestazio-<br />
ni del genere. Il fatto che solo una mino-<br />
ranza si sia fermata ad ascoltare le relazio-<br />
ni lette nelle varie sedute o abbia partecipato<br />
alle assemblee non deve fuorviare: è sicu-<br />
ramente da almeno vent'anni che le cose<br />
vanno in questo modo. e in questi vent'anni<br />
la speleologia in Italia non è andata poi tanto<br />
male, anzi. Forse, a differenza di una volta,<br />
si ferma ad ascoltare soltanto chi ha vera-<br />
mente l'interesse ad apprendere qualcosa<br />
e non anche chi non sa dove andare (gli<br />
fanno male i piedi ...) o chi vuol far credere<br />
di essere uno studioso attento a tutto.<br />
Per contro mentre la presenza di giova-<br />
ni (i professoroni e le persone anziane e<br />
posate erano decisamente una minoranza)<br />
conferma la vitalità della speleologia italiana.<br />
Pino Guidi<br />
CARSO, UN PARCO SENZA CONFINI -<br />
REWIONE SU DI UN CONVEGNO<br />
Sabato 24 e domenica 25 settembre si è<br />
svolto in Val Rosandra questo ennesimo con-<br />
vegno sulla "tutela del Carso", organizzato dal<br />
CAI-TAM, Mountain Wilderness e WWF.<br />
Nelle due giornate, le relazioni sono state<br />
tenute nel Teatro "F. Preseren" di Bagnoli della<br />
Rosandra. L'escursione ufficiale si è Svolta<br />
domenica a Bottazzo (apertura annuale del<br />
confine italo-sloveno) e sul Monte Stena (in-<br />
terventi vari).<br />
Con la presenza del Presidente Generale<br />
del CAI Roberto De Martin e di altri numerosi<br />
personaggi legati ai "problemi ambientali", si<br />
è voluto dare al convegno un'impronta parti-<br />
colare sulla questione dei parchi e sulla pre-<br />
sentazione di una proposta di un "codice di<br />
autoregolamentazione" per le attività ricreati-<br />
ve e sportive nelrambito del Carso. Per com-<br />
pletare I'ufficialità di tutte le varie proposte, è<br />
stato aggiunto I'autorevole parere del CIPRA<br />
(Confederazione Internazionale per la Prote-<br />
zione delle Alpi), cosi il quadro "protezionisti-<br />
co" si è fatto più ampio e più decisamente<br />
internazionale.<br />
In tutte le varie relazioni è stato più volte<br />
"auspicato" che il Carso abbia una tutela di<br />
tipo internazionale, ma concretamente non è<br />
stata formulata alcuna proposta che possa<br />
avere un seguito di "conseguenza legislativa"<br />
e quindi propositiva. Parlare è importante, ma<br />
proporre concretamente è molto meglio. Ma<br />
le preoccupazioni di alcuni relatori erano ben<br />
altre. Ad esempio si è diffusamente parlato<br />
delle arrampicate sulle "falesie" e sul disturbo<br />
che veniva dato alla presenza di vari tipi di<br />
volatili che notoriamente nidificano in luoghi<br />
impervi sulle pareti della Val Rosandra. Con-<br />
clusione, o non arrampicare laddove vi sono<br />
delle segnalazioni di tali "insediamenti", o li-<br />
mitare le arrampicate nei periodi aliorquando<br />
tali volatili non nidificano. E un po' difficile<br />
seguire praticamente questo ragionamento,<br />
perchè vien fatto di domandaffii che, se ormai<br />
esiste un unico esemplare di Falco, ci sem-<br />
bra più che giusto ricorrere ad alcune forme<br />
di tutela; ma se negli oltre 70 chilometi di<br />
pareti, paretine, e "falesie" che ci sono dalla
Val Rosandra fino al Monte Maggiore (Ucka)<br />
lungo la grande "Dorsale della Cicceria", ve<br />
ne sono altre centinaia di esemplari, allora la<br />
proposta ci sembra un po' eccessiva.<br />
Vien da pensare che qualcuno rimane di-<br />
soccupato se non ha qualcosa da protegge-<br />
re. Parlando con vecchi alpinisti che frequen-<br />
tano da lungo tempo la Val Rosandra,<br />
abbiamo saputo che su tali pareti hanno sem-<br />
pre visto volare dei falchi e che pertanto il<br />
problema andrebbe affrontato in un'altro modo,<br />
prima di stabilire divieti che non sarebbero<br />
affatto compresi ed otterrebbero, secondo la<br />
nostra lunga esperienza. un effetto diametral-<br />
mente opposto. D'altra parte è stato anche<br />
affermato che la popolazione dei pipistrelli nelle<br />
nostre grotte è in preoccupante diminuzione.<br />
La causa sarebbe il "disturbo" arrecato dal-<br />
la presenza degli speleologi. Non vogliamo<br />
fare dei commenti, lasciamo a voi tutti il giu-<br />
dizio su tale affermazione. Che ci siano stati<br />
dei delinquenti che sono andati nelle grotte<br />
per far strage di pipistrelli. questo lo sappia-<br />
mo anche noi e non solo da oggi, ma da<br />
lungo tempo. Ma chi non conosce cos'è e<br />
come agisce la speleologia, non può emette-<br />
re dei giudizi. Questi problemi vanno affronta-<br />
ti nelle sedi opportune delle Organizzazioni<br />
Speleologiche, a livello locale, nazionale e se<br />
necessario anche intemaziondle, considerato<br />
il grande interesse del tema proposto e prima<br />
di trarre affrettate e gratuite conclusioni.<br />
Il tono delle varie relazioni è stato in ge-<br />
nerale alquanto depresso, ma di ciò non va<br />
fatta colpa ai relatori, bensì semplicemente<br />
alla "stanchezza" dell'argomento. A questo<br />
punto ho preso anch'io la parola per ricordare<br />
che si sente parlare di tutela del Carso dal<br />
1970. ossia dal tempo della famosa "Legge<br />
Belci". Ho spiegato con dovizia di particolari<br />
perchè non si è mai fatto nulla e perchè sono<br />
falliti tutti gli altri successivi tentativi. Interes-<br />
sata di questo mio intervento. la Presidentes-<br />
sa della <strong>Commissione</strong> CAI-TAM, mi ha chie-<br />
sto un parere sul da farsi.<br />
Ho semplicemente affermato che I'argo-<br />
mento della tutela del Carso non va affrontato<br />
in maniera "localistica", ma approfittando di<br />
situazioni geopolitiche esistenti a livello inter-<br />
nazionale.<br />
Carso triestina. Karien (Foto D. Manni)
Nella rinegoziazione del Trattato di Osimo,<br />
ad esempio. andrebbe sottolineata una<br />
questione, prevista nel trattato stesso. ma mai<br />
applicata. Si tratterebbe di porre in essere le<br />
varie risoluzioni inerenti il "Bacino Isonzo" ed<br />
il "Bacino Timavo". Sono due importanti questioni<br />
idrogeologiche, ambientali e di tutela<br />
delle acque che interessano I'ltalia e la Slovenia<br />
nell'ambito degli accordi CEE e dei piani<br />
INTEREG. In questo modo I'area da tutelare<br />
comprenderebbe veramente tutto il Carso<br />
Classico. . , oer cui cesserebbero tutti i ~roblemi<br />
di competenza e di confinamento delle aree.<br />
Questa mia "idea", su proposta del CAI-TAM,<br />
zione XXX Ottobre hanno offerto uno spunti-<br />
no. Abbiamo così concorso ad un doveroso<br />
segno di rappresentanza che fa sempre pia-<br />
cere a chi viene ospitato.<br />
Parlare dei problemi del nostro Caso serve<br />
sempre, ma non mi è sembrato che abbiamo<br />
fatto grandi passi in avanti, salvo che per la<br />
"mozione" sopra accennata; sarà da vedere<br />
se qualcuno avrà la volontà e la capacità di<br />
portarla avanti nelle sedi romane.<br />
Fabio Fori1<br />
è - stata -~- ~~ fatta ~ ~~- orooria dall'Assemblea e votata m~ ~ ,~ ~~ ~ ~<br />
al'unanimità. Almeno non abbiamo Derso del<br />
CONVEGNO "FOLKLORE,<br />
IMMAGINARIO POPOLARE E<br />
GROTTE"<br />
tempo, qualcosa di nuovo per il nostro Carso<br />
è stato fatto.<br />
Domenica 25 è stato il giorno delle escur-<br />
(Schio, 27-28 novembre 1993)<br />
sioni. Abbiamo accompagnato in visita alla Nell'ottobre 1991 il Club Speleologico<br />
Valle il Presidente De Martin, il Comandante Proteo di Vicenza aveva organizzato, al-<br />
Truppe Trieste Gen. Zaro e varie personalità. I'Eremo di San Cassiano, il convegno "Im-<br />
Nel "Casello Modugno" abbiamo offerto un maginario popolare e grotte delle Venezie".<br />
caffè agli ospiti e più tardi. nel Rifugio Premu- Gli atti relativi erano stati pubblicati dal<br />
da, la Società Alpina delle Giulie e la Associa- Curatorium Cimbricum Veronese esattamen-<br />
A causa di nostre imprecisioni nella stesura dei testi sul numero speciale di PRO-<br />
GRESSIONE dedicato alla spedizione TEPUY 93, vi sono alcuni errori che vogliamo qui<br />
correggere, scusandocene con i lettori e con i colleghi venezueiani.<br />
1) Nei ringraziamenti sono saltate la Universidad Central de Venezuela (UCV) e la<br />
Sociedad Venezolana de Espeleologia (SVE), le quali hanno evidentemente pa-<br />
trocinato la spedizione che è stata e rimane italo-venezueiana.<br />
2) La foto da satellite a pag. 8 è di J. LagardelSVE.<br />
3) Non è esatto dire, come avviene a pag. 9, che il nostro film in 16 mm è stato il primo<br />
a documentare queste grotte: in realtà sui tepuy Aquapira i venezuelani avevano in<br />
precedenza realizzato un altro documentario. Più correttemente si puo affermare<br />
che il nostro è stato il primo lavoro professionale e televisivo.<br />
4) A pag. 5 si sostiene che TEPUY 93 ha dato il battesimo definitivo alla speleo-logia<br />
in quarzite, dimostrando la complessità che questi reticoii possono raggiungere.<br />
Secondo i venezuelani tale complessità era già stata dimostrata da loro in prece-<br />
denti ricerche: ne prendiamo atto rimarcando che non si voleva certo sminuire il<br />
lavoro svolto dalla speleologia venezuelana, ma sottolineare da un lato che il Siste-<br />
ma Auyantepuy Noroeste (Sima del Rio Pintado) è certamente il più complesso<br />
esplorato finora, dall'altro che una spedizione internazionale con tali risultati e tanta<br />
diffusione in Europa apre necessariamente e definitivamente il capitolo della speie-<br />
ologia in quarzite.<br />
Ringraziando per la collaborazione<br />
Tullio Bernabei e Antonio De Vivo
te un anno dopo, evento questo più unico<br />
che raro in un campo dove la tempestività<br />
dovrebbe essere obbligo assoluto, per evi-<br />
tare che i lavori presentati vengano supera-<br />
ti da altri prima ancora di essere dati alle<br />
stampe.<br />
La buona riuscita della manifestazione<br />
e l'interesse suscitato dal bel volume risul-<br />
tatone hanno spinto il Gruppo <strong>Grotte</strong> CAI<br />
Schio a ripetere l'esperienza. allargandone<br />
la partecipazione a tutti coloro che si inte-<br />
ressano all'argomento, senza limiti regio-<br />
nali o nazionali.<br />
Si è iniziato con l'inaugurazione a Pa-<br />
lazzo Toaldi Capra della mostra di Vallina<br />
Meneghini Derugna "L'essere Donna nel-<br />
l'Esseren. Le maschere ispirate alla tradi-<br />
zione veneziana e l'interpretazione grafica<br />
dei racconti generati dai timori e dalle ansie<br />
parlano un linguaggio attuale. perché oggi<br />
come ieri l'umanità è guidata da desideri e<br />
paure. La maschera, usata fin dall'antichità<br />
per rappresentare ritualmente l'essere te-<br />
muto, ne cela le sembianze ma ne rivela il<br />
carattere.<br />
Accanto alla mostra, un'esposizione foto-<br />
grafica organizzata dal Gruppo ospitante, illu-<br />
strava le più belle grotte venete esplorate ed<br />
in corso di esplorazione.<br />
Gli intervenuti salivano poi la collina del<br />
Castello, dove iniziavano i lavori nella sede<br />
del Circolo Fotografico Scledense, che per<br />
I'occasione aveva allestito una mostra foto-<br />
grafica sulla Val Leogra: le tecniche moderne<br />
di ripresa e di stampa ben rendono la poesia<br />
di siti prealpini poco frequentati e spesso di-<br />
menticati.<br />
Numerosi i lavori presentati. tanto da im-<br />
pedire quel dialogo che di solito si accende<br />
alla fine di ogni lettura e che continua magari<br />
più tardi. davanti a un bicchiere di vino. Lo<br />
scambio di opinioni è uno degli elementi ca-<br />
ratteristici di questi incontri, la comunicazione<br />
può essere diffusa a mezzo stampa, il collo-<br />
qui0 no.<br />
Il Vicentino offre una quantità di leggende<br />
e tradizioni anche questa volta ampiamente<br />
illustrate dai relatori. Elementi della cultura<br />
paleoveneta, rielaborati in epoca romana, sorn-<br />
mersi da più di un millennio e mezzo di cri-<br />
stianesimo, riemergono nei racconti del popo-<br />
lo e spesso offrono preziose indicazioni su siti<br />
archeologici dei quali e scomparsa ogni me-<br />
moria.<br />
Ed il progredire degli studi permette ora di<br />
trovare insospettate analogie nel folklore di<br />
paesi diversi, come è stato messo in eviden-<br />
za da uno studio sui riti della fertilità che ha<br />
allargato il suo orizzonte via via dal Veneto<br />
alle altre regioni italiane, all'Europa. agli altri<br />
continenti, ed è stato ribadito da un interes-<br />
sante lavoro sui miti inca soprawissuti nella<br />
tradizione orale. dove permangono, con latri-<br />
partizione del mondo (celeste - terrestre -<br />
sotterraneo), numerosi temi a noi noti: gli<br />
animali salvatori, la presenza di esseri so-<br />
prannaturali, le città sotterranee ed i loro te-<br />
sori. gli abitanti dei recessi della montagna.<br />
Da Napoli, è giunto uno studio dettagliato della<br />
continuità nell'uso cultuale di una celebre<br />
cavità. prima dedicata a Priapo. poi a Mithra,<br />
infine alla Madonna.<br />
Il fascino della grotta ha suggerito anche<br />
di ricrearne l'ambiente, ad uso didattico, nella<br />
scuola dell'infanzia. La suggestiva trasforma-<br />
zione dell'aula. I'uso di animali di plastica che<br />
costituiscono un elemento di forte motivazio-<br />
ne dei giochi, il racconto delle awenture di<br />
Alice e del coniglio, introducono il bambino<br />
nella caverna. spazio che racchiude e proteg-<br />
ge, nel quale egli rivive le sue brevi ma inten-<br />
se esperienze: come Zanna Bianca, che nei<br />
primi giorni di vita conosceva solo la sua tana<br />
e "non sapeva" che esistesse un "fuori", ma<br />
poi è uscito per affrontare il mondo, egli è<br />
passato dall'ambiente familiare a quello della<br />
scuola, ha conosciuto - momento di sofferen-<br />
za e di crescita - il distacco dalla madre, il cui<br />
contatto corporeo e ora sostituito dall'agire in<br />
sintonia con gli altri, nello spazio comune.<br />
Oltre all'interesse dei ricercatori, il mondo<br />
sotterraneo ha risvegliato la vena di parecchi<br />
poeti che con i loro verci hanno trasportato<br />
l'uditorio nel mondo arcaico e fatato dei filò.<br />
Alla chiusura della prima giornata I'Acca-<br />
demia del Diletto Musicale, già presente due<br />
anni prima all'Eremo di San Cassiano, offriva<br />
una scelta del suo repertorio di brani rinasci-<br />
mentali.<br />
Egizio Faraone
BIBLIOTECA<br />
EL TESTON DE GROTA<br />
Il secondo numero della nuova serie risul-<br />
ta interessante e ben curato, di piacevole<br />
lettura soprattutto perché raccoglie argomenti<br />
ed articoli alquanto eterogenei. cosa a volte<br />
inusuale per un bollettino speleo.<br />
Buono il resoconto sulla prima spedizione<br />
in Crimea (ex URSS), fatta nel 1989, come<br />
pure il lavoro di ricerca sui monti Musi; ammi-<br />
revole poi la cura con cui è stato presentato<br />
i'abisso Pahor, dedicato alla memoria del caro<br />
amico scomparso tanti anni fa ma sempre<br />
presente nei nostri cuori.<br />
Belle pure le riflessioni di Rino Semeraro.<br />
belle perché schiette e sincere; l'Autore ha<br />
forse calcato un po' la mano su certi argo-<br />
menti (cinesi, gusti musicali. caccia, per esem-<br />
pio) ma non penso per cattiveria (caso mai al<br />
riguardo vi stia attento qualche lettore "coda<br />
di paglia munito"). Mi soffermo volentieri sulle<br />
riflessioni di Rino, e spero che in seguito altri<br />
esponenti della "Vecchia Guardia" si mettano<br />
a scrivere frugando nei recessi della loro me-<br />
moria. Fa sempre piacere, a tal proposito, ai<br />
ktton più giovani venir a conoscenza dei fasti<br />
passati (esplorativi e non). Un buon lavoro<br />
dunque, eseguito con mezzi non certo farao-<br />
nici, a dimostrazione di come a Trieste anche<br />
gli altri gruppi lavorino bene e con buoni risul-<br />
tati.<br />
Paolo Pezzolato<br />
TECNICHE DI GROTTA<br />
Un buon lavoro, non c'é che dire, quello<br />
svolto da Giovanni Badino. Di facile lettura e<br />
apprendimento, ricco di aneddoti personali e<br />
non, che rendono l'opera alquanto piacevole<br />
e adatta a tutti, sia al neofita estasiato che al<br />
vecchio orco rotto a ogni esperienza.<br />
Il manuale è all'avanguardia sicuramente<br />
per come tratta certi argomenti (vedi i fulmini,<br />
ad esempio), frutto della notevole esperienza<br />
maturata sul campo dall'autore. Lo stile un<br />
oo' somione e scanzonato non deve trarre in<br />
inganno il lettore: la serietà deli'opera è inec-<br />
cepibile e chiunque la legga potrà imparare<br />
qualcosa di nuovo.<br />
Non pecchi di superbia quindi lo speleolo-<br />
go maturo: legga e rilegga pure, rimpiangen-<br />
do di non aver mai avuto a scuola un inse-<br />
gnante come Badino, pronto al dialogo con i<br />
giovani e disposto anche a prendersi qualche<br />
torta in faccia (Nebbia 93 docet ..).<br />
Paolo Pezzolato<br />
BADINO Giovanni, Tecniche di Grotta, A cura<br />
della Soc. Spel. /t, (Bologna) apr.1992: 1-210<br />
NUOVE DALLA SARDEGNA l<br />
In Italia la pubblicistica speleologica regionale<br />
sta crescendo e strutturandosi a vista<br />
d'occhio: con la nascita (o rinascita) di testate<br />
"federali" (Speleologia Emiliana nell'Emilia<br />
Romagna, Itinerari Speleologici nelle Puglie,<br />
Talp in Toscana, Speleologia Veneta ecc.) lo<br />
speleologo attento anche a quanto succede<br />
fuor delle mura di casa propria ha nuovi strumenti<br />
di aggiornamento e informazione.<br />
Sardegna Speleologica, organo della Federazione<br />
Speleologica Sarda (27 gnippi federati:<br />
forse un primato), rappresenta un'utile<br />
voce di un'area di notevole interesse speleologico;<br />
i testi che presenta - ho sottomano i<br />
numeri 4, dic. 1993, e 5, giugno 1994 (graficamente<br />
più bello il 4) - forniscono non solo<br />
un quadro immediato delle ultime scoperte ed<br />
esplorazioni, ma anche notizie storiche e bibliografiche<br />
che permettono di meglio conoscere,<br />
speleologicamente parlando, il "pianeta"<br />
Sardegna. Sapevamo tutti che in Sardegna<br />
ci sono grotte bellissime e molto estese, forse<br />
non tutti sanno che che la sua speleologia è<br />
notevolmente viva e vitale.<br />
Un plauso a chi ha avuto I'idea della rivista<br />
e la capacità di realizzarla. mettendo d'accordo<br />
27 realtà speleologiche diverse, cosa<br />
che - basandomi sull'esperienza acquisita in<br />
decenni di attività - ritengo non facile.<br />
Pino Guidi<br />
FEDERAZIONE SPELEOLOGICA SARDA, Sar-<br />
degna Speleologica, n. 4, dic. 1993: 1-44; n. 5,<br />
giugno 1994: 1-52 (Speleo Club Cagliari. via<br />
Baylle, 32 - 09100 Cagliari)
ITALY UNDERGROUND<br />
Simpatica pubblicazione. scritta in ingle-<br />
se, che illustra allo speleologo straniero (ma<br />
il discorso vale anche per il turista) in cosa<br />
consiste la speleologia in Italia. dandone un<br />
rapido quadro storico. Vi si parla inoltre della<br />
Società Speleologica Italiana e della sua or-<br />
ganizzazione, di cos'è il Soccorso Speleologi-<br />
co e fornendo indicazioni sul modo di allertar-<br />
lo in caso di necessità.<br />
Per ultimo contiene una rapida carrellata<br />
sulle grotte più importanti della nostra peniso-<br />
la e un elenco di quelle attrezzate per la visita<br />
del turista. Indubbiamente un valido contribu-<br />
to a far conoscere la nostra speleologia ai-<br />
l'estero ed ai visitatori stranieri; utile per chi<br />
gestisce uffici turistici, grotte attrezzate o ha a<br />
che fare con gruppi grotte stranieri.<br />
Paolo Pezzolato<br />
CIGNA AMgo A,, FORTI Paolo, Italy Undergmund,<br />
Soc. Spel It ed., Bologna, 1993: 1-18<br />
OLTRE L'ORLO<br />
Si sa che noi speleologi non siamo awez-<br />
zi a descrivere ai profani il bel mondo ipogeo<br />
dove passiamo gran parte del tempo libero.<br />
Di ciò ne meniamo spesso vanto. alla grande,<br />
ma quando I'interlocutore è una ragazza ca-<br />
rina che cerchiamo di convincere a venire in<br />
grotta la domenica prossima. (con te e non<br />
con i tuoi amici ...) o quando devi spiegare<br />
qualcosa di ipogeo ad una platea di corsisti<br />
(anche questa volta ti hanno fregato e sei in<br />
cattedra ma non sai cosa dire ..) allora vien<br />
voglia di leggere una pubblicazione come<br />
questa.<br />
Semplice e ben impostata, utile quindi sia<br />
a chi vuol sapere cos'è una grotta, perché si<br />
fa speleologia, cosa si trova e si prova in<br />
grotta, sia a chi deve dare una risposta com-<br />
prensibile e lineare senza trascendere su spit,<br />
chilometri di corde o di abissi mannari. Da<br />
considerarsi complementare al manuale "Tec-<br />
niche di grotta", sempre dello stesso autore.<br />
Paolo Pezzolato<br />
BADINO Giovanni, Oltre l'orlo, Soc. Spel It Ed.,<br />
Bologna, 1993: 1-42,<br />
IL PUNTO SUI CASTELLIERI<br />
Nel 1903 il Marchesetti pubblico I ca-<br />
stellieri preistorici di Trieste e della Venezia<br />
Giulia. Da allora molti altri studiosi trattaro-<br />
no l'argomento, ma sempre parzialmente.<br />
Abbiamo così una quantità di relazioni di<br />
scavo. tentativi di interpretazione e di con-<br />
fronto con altre culture, comunicazioni su<br />
scoperte occasionali, però dopo il Marche-<br />
setti nessuno ha più fatto il punto della si-<br />
tuazione. Questa lacuna è ora colmata -<br />
purtroppo solo per la provincia di Trieste.<br />
ma è già una bella fatica - dal lavoro di<br />
Stanko Flego e Lidia Rupel, che inizia ri-<br />
cordando brevemente le particolarità geo-<br />
morfologiche e climatiche della nostra piccola<br />
provincia, inquadra poi cronologicamente i<br />
castellieri nei due distinti periodi del bronzo<br />
e dei ferro e nelle relative suddivisioni,<br />
accennando anche alle modifiche economi-<br />
che e sociali che lo sviluppo tecnico favorì<br />
dedica alcune pagine alla storia delle sco-<br />
perte. dai primi timidi accenni del Settecen-<br />
to alle recenti datazioni col C14, infine pre-<br />
senta le schede di 53 siti preistorici all'aperto<br />
(castellieri veri e propri, tumuli, luoghi di<br />
rinvenimento sporadico), un elenco di oltre<br />
sessanta grotte con resti della stessa epo-<br />
ca - speriamo siano oggetto di una pubbli-<br />
cazione successiva - ed un'ampia biblio-<br />
grafia.<br />
Le schede servono sia allo studioso che<br />
all'escursionista desideroso di conoscere un<br />
po' meglio il territorio che percorre. In par-<br />
ticolare, la riproduzione di fotografie aeree<br />
permette di cogliere in una veduta d'insie-<br />
me la situazione e la forma di alcuni inse-<br />
diamenti preistorici che sul terreno sono<br />
seminascosti dalla vegetazione, mentre I'uso<br />
intelligente della Carta Tecnica Regionale<br />
1:5000 aiuta chi conosce poco la zona. Ii-<br />
iustrazioni e tabelle abbondano e sono di<br />
buona qualità. sicché la consultazione, ol-<br />
tre che facile. diventa anche piacevole.<br />
Egizio Faraone<br />
FLEGO, Stanko: RUPEL, Lidia, 1993. 1 castellieri<br />
della provincia di Trieste, Trieste, Editoriale<br />
Stampa Triestina, 1993: 1-240, 1 caria, Lire<br />
38.000.-
1 NOVITA'EDITORIALI 1<br />
Questa rubrica, nata con l'intento di<br />
tener aggiornati i colleghi - soprattutto<br />
delle altre regioni italiane - su quanto si<br />
pubblica di grotte e carsismo nel Friuli-<br />
Venezia Giulia, si trova talvolta in diffi-<br />
coltà tanta è la carta che viene data alle<br />
stampe ma a cui non 6 data sufficiente<br />
diffusione, o che usa canali di distribu-<br />
zione a noi estranei o di difficile indivi-<br />
duazione.<br />
Mentre per le riviste speleologiche<br />
bene o male la biblioteca della "Boe-<br />
gan" riesce a tenersi aggiornata (anche<br />
se talvolta sfugge qualche numero di ri-<br />
viste le cui scadenze non vengono stret-<br />
tamente rispettate) i lavori pubblicati su<br />
altre riviste (tecniche, scientifiche, poli-<br />
tiche, culturali ecc.) spesso sfuggono al<br />
censimento: è estremamente difficile -<br />
e talvolta ai limiti dell'impossibile - spul-<br />
ciare tutti i periodici che si pubblicano<br />
nel Friuli-Venezia Giulia, per cui sare-<br />
mo grati ai colleghi degli altri sodalizi<br />
(ma anche a qualche socio della Com-<br />
missione ...) se avranno la cortesia di<br />
inviare alla redazione di Progressione<br />
almeno fotocopia dei loro scritti pubbli-<br />
cati su riviste non prettamente speleo.<br />
Apriamo questa rubrica segnalando un<br />
apprezzato rientro: dopo un sonno durato<br />
pressoché un decennio sono usciti gli An-<br />
nali del Gruppo <strong>Grotte</strong> dell'Associazione<br />
XXX Ottobre. giunti con questo al loro VIII<br />
numero. Da segnalare fra gli articoli pubbli-<br />
cati uno studio sulla Caverna degli Orsi<br />
(507515725 VG), uno sulla presenza di Ra-<br />
don nelle grotte del Carso ed uno sul ritro-<br />
vamento di uno scheletro di probabile epo-<br />
ca longobarda in un pozzetto presso Duino.<br />
Il numero 16 di Mondo sotterraneo. pur<br />
non voluminoso come i precedenti (ma di-<br />
pende anche dalla carta più sottile ... ) pre-<br />
senta come sempre lavori di un certo inte-<br />
resse: due studi su concrezioni e cristaliz-<br />
zazioni (di Mocchiutti e di Chiesa & Forti),<br />
l'aggiornamento delle esplorazioni al Foran<br />
di Landri ed una memoria storica di Lucia-<br />
no Saverio Medeot su due famose foibe<br />
del Carso triestino: il Pozzo della Miniera e<br />
la Grotta Plutone.<br />
Dopo una pausa di un anno (dovuta a<br />
problemi tecnico-finanziari) è riapparso El<br />
Teston de Grota. bollettino del Gruppo<br />
Speleologico San Giusto, di cui parla più<br />
ampiamente, in altra parte della Rivista,<br />
Paolo Pezzolato.<br />
Alpi Giulie, quasi centenaria rivista del-<br />
l'Alpina delle Giulie (il primo numero, con<br />
sei articoli di grotta, e apparso nel 1896) è<br />
uscita nel 1993 con due numeri (8711 e 871<br />
2), il secondo dei quali contenente parecchi<br />
articoli interessanti lo speleologo: campa-<br />
gne speleo in Alburno ed in Basilicata, Vo-<br />
ragine dei CON^ (Slovenia) un secolo dopo.<br />
divagazioni speleo-alpinistiche ed un itine-<br />
rario escursionistico al Monte San Leonar-<br />
do toccante alcune cavità di un certo inte-<br />
resse.<br />
L'AMIS, Amici delle Iniziative Scout, già<br />
segnalato sul n. 28 di Progressione per una<br />
sua pubblicazione speleo (La capacità di<br />
amico Ipogeo), si ripresenta con altri due<br />
fascicoletti, sempre a cura di Lucio Brumni-<br />
ch: La Val Rosandra, 10 pagine, 2 tavole, e<br />
<strong>Grotte</strong> carsiche, 26 pagine con numerosi ri-<br />
lievi e cartine topografiche; nel primo sono<br />
anche brevemente illustrate le più impor-<br />
tanti cavità della Valle, nel secondo sono<br />
descritte otto grotte visitabili facilmente e -<br />
a titolo di esemplificazione - due cavità<br />
complesse.<br />
Il numero unico 1993 della Rassegna<br />
della Federazione Speleologica Triestina,<br />
pur mantenendo la stessa veste grafica e<br />
lo stesso formato, si presenta diversamen-<br />
te organizzato nei suoi contenuti. Da rivista<br />
ospitante soprattutto relazioni di attività dei
Gruppi federati è passata. su indicazione<br />
del direttivo della Federazione Speleologi-<br />
ca Triestina. ad una nuova strutturazione:<br />
una concisa relazione sull'attivita e dei grup-<br />
pi federati nel biennio 1991-92, un paio di<br />
monografie di interesse generale (su que-<br />
sto numero le maggiori cavità della Vene-<br />
zia Giulia ed il fenomeno carsico del Pal<br />
Piccolo), un articolo di storia (i "<strong>Grotte</strong>nar-<br />
beiter") e la rubrica "Abbiamo pubblicato".<br />
24 pagine dense, che interessano oggi e<br />
potranno essere lette con interesse anche<br />
fra qualche anno.<br />
Sempre ben presentato SpeleoSoccor-<br />
so. il periodico specialistico del Club Alpino<br />
Italiano curato dal nostro socio Alessio Fab-<br />
bricatore; il numero 7. 1993, oltre a conte-<br />
nere la consueta serie di articoli e notizie<br />
sul Soccorso Speleologico (e Alpino) porta<br />
pure un inserto di 20 pagine, Speleoinci-<br />
denti 1981-1990. curato da Franco Gher-<br />
lizza e Pino Guidi.<br />
Il Circolo Ricerche Carsiche Seppenho-<br />
fer di Gorizia, giunto al suo quindicesimo<br />
anno di vita, ha distribuito nei primi mesi<br />
dell'anno il secondo numero. nuova serie,<br />
di Sopra e Sono il Carso; 52 pagine, una<br />
decina di articoli (tutti di interesse locale,<br />
tranne una relazione su di una spedizione<br />
alla Pantjukhin-Hbhle in Caucaso). Di un<br />
certo interesse la bibliografia del Gruppo,<br />
dal 1978 al 1992, composta di 163 voci e<br />
completata con indici vari.<br />
Il civico Museo di Storia Naturale di Tri-<br />
este ha allestito una mostra sui fossili della<br />
zona di Comeno (Slovenia) (dicembre 1993-<br />
marzo 1994). pubbicando un breve catalo-<br />
go, 95 milioni di anni fa (Museo civico di<br />
Storia Naturale ed., Trieste 1994: 1-24, varie<br />
foto), curato da Ruggero Calligaris: come<br />
dice il sottotitolo, il periodo cretacico attra-<br />
verso i fossili di Comeno ed altri reperti del<br />
Carso.<br />
Il Catasto Regionale ha distribuito il 4"<br />
numero dei Quaderni del Catasto Re-<br />
gionale delle <strong>Grotte</strong> del Friuli-Vene-<br />
zia Giulia, dedicato alle grotte del Friuli. Il<br />
fascicolo, 72 pagine con una decina di foto,<br />
è stato curato da Franco Gherbaz e pre-<br />
senta i dati catastali, la descrizione - e per<br />
38 cavità pure il rilievo - delle duecento<br />
grotte (dalla 432112401 Fr alla 459912600<br />
Fr) presentate al Catasto negli anni 1986-<br />
1989. 11 lavoro e corredato da un indice<br />
alfabetico delle cavità descritte e dall'elen-<br />
co delle stesse divise per tavoletta al<br />
25.000.<br />
Prima monografia sulla Grotta Skilan:<br />
una pubblicazione di 32 pagine con parec-<br />
chie illustrazioni, La Grotta "Claudio Ski-<br />
lan" VG 5720 - RE 5070, edita dal Gruppo<br />
<strong>Grotte</strong> "Carlo Debeijak", in cui sono pre-<br />
sentati i primi risultati ottenuti dal gruppo di<br />
lavoro incaricato di studiare l'esteso com-<br />
plesso.<br />
Il Club Alpinistico Triestino sta per cele-<br />
brare il suo cinquantesimo compleanno: nel<br />
numero 1994 di Tuttocat sono preannun-<br />
ciate le manifestazioni previste. Fra I'altro<br />
materiale da leggere la cronaca di un viag-<br />
gio nei carsi di Francia, erboristeria spic-<br />
ciola, programmi di escursioni nelle grotte<br />
di Slovenia.<br />
L'ultimo fascicolo di Natura Nascosta<br />
del Gruppo Speleologico Monfalconese I<br />
Amici del Fante, il numero 8, 1993, 18 pa-<br />
gine riccamente illustrate. è dedicato ai fe-<br />
nomeni di silicizzazione nel Cenomaniano<br />
del monfalconese.<br />
Ultima in ordine di tempo ad apparire è<br />
la rivista Atti e Memorie, giunta al suo 31"<br />
volume (anni 1992-1993): 160 pagine, de-<br />
dicate al "Progetto Timavo" (duemila metri<br />
di gallerie sommerse esplorate e topogra-<br />
fate) e completato da uno studio sulle ricer-<br />
che del Timavo sotterraneo effettuate in re-<br />
lazione all'approvvigionamento idrico della<br />
città di Trieste nel biennio 1841-1842.<br />
Assieme al volume la <strong>Commissione</strong><br />
<strong>Grotte</strong> ha distribuito pure il terzo fascicolo<br />
degli Indici della rivista (anni 1981-1991,<br />
nn. 21-30).
I ULTIME DALLA REGIONE 1<br />
con la collaborazione di Gianni Benedetti<br />
CORSO CARSISMO<br />
Il Gruppo Speleologico Bertarelli ha or-<br />
ganizzato, con il patrocinio del comune di<br />
Chiusaforte e della <strong>Commissione</strong> Interre-<br />
gionale per la speleologia del Club Alpino<br />
Italiano, il 1" Corso Regionale di specializ-<br />
zazione "Carsismo d'alta quota". Questa<br />
manifestazione si 8 svolta dal 25 al 28<br />
agosto sul massiccio del monte Canin e ha<br />
visto una partecipazione limitata di persone<br />
che comunque hanno alternato visite a<br />
cavità a lezioni teoriche.<br />
CINQUE ANNI DI ATTIVlTd<br />
11 2 dicembre il Gruppo Speleologico "Gr-<br />
mada" di Malchina (Duino Aurisina, Trieste)<br />
ha festeggiato con una serata speleologica<br />
i cinque anni di vita. Durante questa simpa-<br />
tica serata, oltre ai discorsi di rito, si è potuto<br />
assistere ad una proiezione di belle diapo-<br />
sitive e di alcuni filmati speleo.<br />
CARSO<br />
L'Associazione XXX Ottobre, nell'arnbi-<br />
to della sua attività di ricerca sul Carso tri-<br />
estino ha scoperto e rilevato una decina di<br />
nuove cavità, fra cui la "Caverna delle<br />
Ceramiche presso Aurisina", di notevole in-<br />
teresse per i reperti preistorici rinvenutivi.<br />
40" ANNIVERSARIO DEL GRUPPO<br />
SPELEOLOGICO "SAN GIUSTO<br />
Sabato 12 novembre 1994, in occasio-<br />
ne del 40" anniversario di fondazione, il<br />
G.S.S.G. ha organizzato un "likoff' alla grot-<br />
ta Caterina. in località Aurisina, al quale han-<br />
no partecipato speleologi provenienti da<br />
varie parti d'Italia e dall'estero.<br />
COMPLESSO "E. COMICI"<br />
Durante il periodo estivo speleo udinesi<br />
e sacilesi hanno scoperto e rilevato, nella<br />
zona est del Picut (Massiccio del monte<br />
Canin). un abisso siglato "P2 che a -430<br />
metri si collega con l'abisso Emilio Comici,<br />
856 Fr, che diventa cosi sempre più artico-<br />
lato.<br />
MONTE VERZEGNIS<br />
Esplorazioni condotte sul monte Verze-<br />
gnis da alpinisti e speleo del CAI di Tol-<br />
mezzo (coadiuvati da speleo triestini e del<br />
G.G. CAI Novara), hanno scoperto un'inte-<br />
ressante cavità suborizzontale battezzata<br />
"Magico Alvermann", che per ora raggiun-<br />
ge i 1500 metri di sviluppo.<br />
MONTI MUSI<br />
Il G.S. "S.Giuston ha effettuato una nuo-<br />
va campagna di ricerche speleologiche sui<br />
monti Musi (Friuli orientale), scoprendo una<br />
trentina di nuove cavità tra cui la più pro-<br />
mettente raggiunge i 140 metri di profondi-<br />
tà e continua. Parallelamente sono prose-<br />
guite le esplorazioni nella cavità siglata<br />
"PAP l", che hanno visto bloccarsi gli spe-<br />
leologi a -256, davanti ad una fessura im-<br />
praticabile.<br />
PADOVAN CAMPIONE DI BRIDGE<br />
Anche se non è una notizia speleo rive-<br />
ste sempre un certo interesse: Elio Pado-<br />
van, attuale presidente della "<strong>Boegan</strong>", ha<br />
vinto il campionato italiano juniores di brid-<br />
ge svoltosi nel luglio 1994: dalla Cornmis-<br />
sione del "Club del Coteccio" (anni '30 e<br />
periodo 1948153) si sta passando a giochi<br />
più "in" (Vianello, 1958-1970 ed ora Pado-<br />
van)?<br />
IL TRIANGOLO SI CONSOLIDA<br />
Dal 24 al 26 giugno 1994 si e svolto a<br />
Villafredda (Prealpi Giulie) il 14" Triangolo<br />
dell'Amicizia", riunione conviviale degli speleo<br />
delle regioni conterrnini (Carinzia, Slovenia.<br />
Friuli-Venezia Giulia). Organizzato dal<br />
Centro Ricerche Carsiche "Carlo Seppenhofer"<br />
per la prima volta ha visto ufficialmente<br />
invitate le componenti speleologiche di tutta<br />
la regione e non solo dell'isontino. In<br />
queste tre giornate sono stati discussi argomenti<br />
di interesse comune alle tre regioni<br />
contermini.
VISITA DI BORDON<br />
Carlos Bordon, speleologo attivo a Trie-<br />
ste fra il 1938 ed il 1950 (è stato uno dei<br />
fondatori della Società Triestina di Speleo-<br />
logia) - trasferitosi per lavoro in Venezuela<br />
ove si è affermato come biologo - di pas-<br />
saggio nella sua città natale ha voluto sa-<br />
lutare i vecchi amici grottisti e conoscere la<br />
nuova realtà speleologica locale con cui ha<br />
preso contatti anche in vista di una collabo-<br />
razione per future spedizioni in Venezuela.<br />
ABISSO "MAI DIRE BANZAI"<br />
Speleologi del C.A.T. hanno scoperto ed<br />
esplorato altri 600 metri di nuove gallerie<br />
nell'abisso "Mai dire Banzai". 2847 Fr (Mon-<br />
te Cimone), portandone cosi lo sviluppo a<br />
quasi 1550 metri.<br />
INGHIOTTITOIO DI MINERES<br />
Nei primi mesi del 1994 il G.T.S. ha sco-<br />
perto alcuni nuovi rami all'inghiottitoio di<br />
Mineres, 422 Fr, (Prealpi Carniche), por-<br />
tandone lo sviluppo ad oltre mezzo chilo-<br />
metro.<br />
ABISSO DEI DANNATI<br />
Speleologi del G.G. Treviso, del C.A.T.<br />
e G.T.S., hanno raggiunto un nuovo fondo<br />
a -425 nell'abisso dei Dannati, 1013 FR.<br />
Questa cavità risulta essere quasi certamen-<br />
te collegata al ramo NO dell'abisso Mornig,<br />
1899 Fr, tramite un sifone fangoso che deve<br />
ancora essere forzato.<br />
ABISSO DEL COL SCLAF<br />
Un'operazione congiunta fra speleologi<br />
del G.T.S., C.A.T. e G.G. Treviso ha indi-<br />
viduato alcune nuove cavità che si collega-<br />
no con l'abisso del Col Sclaf, 984 Fr (Mon-<br />
te Canin), portando il suo sviluppo ad oltre<br />
1200 metri.<br />
ABISSO "LED ZEPPELIN<br />
Una squadra formata da speleo di vari<br />
gruppi di Trieste ha raggiunto quota -450<br />
nell'abisso "Led Zeppelin", (Monte Canin),<br />
fermandosi sopra un P 50. Ulteriori notizie<br />
nel prossimo numero.<br />
INGHIOTTOIO DI JURIS<br />
Il G.S. Sacile, a conclusione di un'inten-<br />
sa campagna di ricerche, ha scoperto un<br />
centinaio di metri di nuove gallerie nell'in-<br />
ghiottitoio di Juris. 623 FR (Prealpi Camiche).<br />
GROTTA "DE PEPI"<br />
In Val Rosandra la 3971 VG, scoperta e<br />
rilevata quarant'anni or sono dal "G.G.C.<br />
Debeuak, è stata riesplorata da un gruppo<br />
di vecchi soci della C.G. "E. <strong>Boegan</strong>" i qua-<br />
li, seguendo le notevoli arie, hanno trovato<br />
nuovi interessanti rami. La grotta si collega<br />
con una nuova cavità scoperta nei pressi,<br />
la "Grotta de Pepi de Botazzo", 5843 VG,<br />
molto articolata e di un certo interesse per<br />
gli eventuali rapporti con i grossi sistemi<br />
ipogei della Valle.<br />
ABISSO "SISMA"<br />
La C.G.E.B. ha completato I'esplorazio-<br />
ne dell'abisso "Sisma", 2962 Fr, (Canin, pr.<br />
il rif. Gilberti), fermandosi. per esaurimento<br />
di spazi vuoti da esplorare. a quota -540.<br />
SPELEOURBANA A OSOPPO<br />
La Sezione Speleourbana del C.A.T. ha<br />
ricevuto l'incarico, da parte del Comune di<br />
Osoppo. di esplorare e rilevare sia gli ipo-<br />
gei situati sul colle che ospita la fortezza<br />
omonima, sia quelli dei dintorni. Sono state<br />
rilevate, per ora, 26 cavità artificiali e 6 na-<br />
turali sul Colle di Osoppo, 3 artificiali nel<br />
Vallo Napoleonico. 3 artificiali sul Colle di<br />
San Rocco, 1 artificiale e 1 naturale sul Col<br />
Vergnal, per un totale di 40 cavità. Altri<br />
ipogei già identificati verranno esplorati in<br />
seguito.<br />
PREMIO SAN BENEDETTO 1994<br />
11 17 dicembre, nella sede del G.S.S.G.<br />
è stata consegnata ad Ennio Gherlizza del<br />
C.A.T.. speleo classe '29, la Targa di me-<br />
rito "San Benedetto Abate" 1994. Altre tre<br />
targhe speciali sono state assegnate rispet-<br />
tivamente al G.S.S.G. e al G.G.C.D. per i<br />
40 anni di vita sociale. e allo J.O.S.P.D.T.<br />
per i 90 anni. Il "Premio San Benedetto Aba-<br />
te" per il 1994, invece, non e stato asse-<br />
gnato.
RIMEMBRANZE 1<br />
BRUNO REDIVO (1914-1994)<br />
Una piccola folla di amici e conoscenti,<br />
fra cui parecchi vecchi soci della Commis-<br />
sione, ha dato il 20 ottobre 1994 l'ultimo<br />
addio a Bruno Redivo, speleologo della<br />
CGEB attivo per un ventenni0 a cavallo degli<br />
anni '60 e '80.<br />
Nato a Trieste il 2 ottobre 1914. arriva<br />
tardi alla speleologia, attività che lo vede<br />
presente nel settore delle ricerche preisto-<br />
riche. Entra nella <strong>Commissione</strong> nel 1961,<br />
ove si guadagna dagli amici il soprannome<br />
di "ingegner Scossa" (era proprietario di un<br />
emporio di forniture elettriche) e si mette<br />
subito a lavorare nel campo delle ricerche<br />
preistoriche con il gruppetto che operava<br />
con lo studioso Cannarella. Nel 1975 viene<br />
chiamato a far parte del Comitato per il<br />
Museo di speleologia di Borgo Grotta Gigante.<br />
Fra le grotte da lui visitate, sempre alla<br />
ricerca di testimonianze della presenza<br />
dell'uomo preistorico, nelle spedizioni fuori<br />
zona si possono ricordare l'Antro di Dedalo<br />
in Sicilia (1962), la grotta Scaloria in Puglia<br />
(1967), la grotta dell'Angelo a Cassano allo<br />
Jonio in Calabria (1978). La ricerca che<br />
impegna di più, e che risulta poi piu gratificante,<br />
è lo studio dei I<br />
!<br />
depositi di riernpimento<br />
della Grotta della<br />
Tartaruga; gli scavi, ef-<br />
fettuati in collaborazio-<br />
ne con Dante Canna-<br />
rella e Giorgio Coloni, l<br />
durano parecchi anni<br />
alla cui fine ha la sod-<br />
disfazione di veder<br />
pubblicati i risultati<br />
(CANNARELLA Dante,<br />
REDIVO Bruno, 1981:<br />
La Grofta della Tatta-<br />
ruga. Livelli a cerami-<br />
ca. Nota preliminare -<br />
Atti della Società per la<br />
Preistoria e Protostoria<br />
del Friuli Venezia Giu-<br />
lia, 4: 45-71).<br />
Negli ultimi anni<br />
aderisce (al pari di altri<br />
soci della Cornrnissio-<br />
ne interessati alle ricer-<br />
che preistoriche) alla<br />
Società per la Preisto-<br />
ria e Protostoria del<br />
Friuli Venezia Giulia,<br />
del cui Consiglio Diret-<br />
tivo farà parte per un<br />
certo periodo.<br />
Bruna Redivo (Fata G. Perottl) Pino Guidi<br />
80<br />
!
COMMISSIONE GROTTE "EUGENIO BOEGAN - PUBBLICAZIONI<br />
Dario Marini - GROTTE DELLA VENEZIA GIULIA (dal N. 4543 al N. 4887 VG) - Supplemento n. 1 ad<br />
"ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "Euoenio Boeaan" - Trieste 1971 DD. 32 tesauritol.<br />
Luciano S. Medeot - UNA TRAGEDIA SPELEOLOG~A DI CI~PUANTANNI FA: LABISSO' BERTAREL-<br />
LI - Supplemento n. 2 ad ''ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" -Trieste 1974<br />
~ 77.<br />
Pino Guidi -GROTTE DEL FRIULI (dalla 1000 alli 1186 Fr) - Supplemento n. 3 ad "ATTI E MEMORIE"<br />
della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1974. pp. 56.<br />
Fulvio Gaspaio, Pino Guidi - DATI CATASTALI DELLE PRIME MILLE GROTTE DEL FRIULI - Supple-<br />
mento n. 4 ad "ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "Eusenio <strong>Boegan</strong>" -Trieste 1976. DD. 116.<br />
Pino Guidi - CAVITA' INEDITE DEL FRIULI (dalla 1187 alla 1308 Fr) - sipplemento n. 5 ad ;.ATTI E<br />
MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>' - Trieste 1976. pp. 43.<br />
Fulvio Gasparo - GROTiE DELLA VENEZIA GIULIA (dal N. 4668 al N. 4768 VG) - Supplemento n 6<br />
ad "ATi E MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1978. pp. 24.<br />
Fulvio Gasparo - GROTiE DELLA VENEZIA GIULIA (dal N. 4769 al N. 4898 VG) - Supplemento n. 7<br />
ad 'ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1978. pp. 26.<br />
Pino Guidi, Mario Trippari - CAVITA' INEDITE DEL FRIULI (dalla 1309 alla 1451 Fr) - Supplemento n.<br />
8 ad "ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1978. pp. 48.<br />
Franco Cucchi - I DIAGRAMMI NELLO STUDIO DELLA CAVITA' - Supplemento n. 9 ad "ATTI E MEMO-<br />
RIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> Boegen" - Trieste 1975, pp. 13.<br />
Fuivia Gaspero - GROTTE DELLA VENEZIA GIULIA (dal N. 4.399 il N. 6045 VG) - Supplemento n. 10<br />
ad "ATTI E MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1979. pp. 24.<br />
Derio Marini - GROTTE DELLA VENEZIA GIULIA (dal N. 6046 al N. 5126 VG) - Supplemento n. 11 ad<br />
"ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1981. pp. 20.<br />
Pino Guidi - ATil E MEMORIE INDICI 1971 - 1980 - Supplemento n. 12 ad "ATTI E MEMORIE della<br />
Cammissione <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1981, pp. 51.<br />
Pino Guidi - GROTiE DEL FRIULI (dalla 1601 alla 1750 Fr) - Supplemento n. 13 ad "ATTI E MEMORIE"<br />
della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> Boegen" - Trieste 1982, pp. 56.<br />
Pino Guidi, Giacomo Nussdoiler - CONTRIBUTO AL CATASTO DELLE GROTiE DEL FRIULI (dalla<br />
1751 alla 1900 Fr) - Supplemento n. 14 ad "ATTI E MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Boegan</strong>" - Trieste 1883, pp. 62.<br />
Furio Bagliani, Giacomo Nussdorfer. Umberto Tognolli, Mario Trippari - CONTRIBUTO AL CATASTO<br />
DELLE GROTTE DEL FRIULI (dalla 1452 alla 1800 Frl - Supplemento n. 15 ad "ATTI E MEMORIE" della<br />
<strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1883, pp. 32.<br />
Furio Bagliani. Giacomo Nussdoder - CONTRIBUTO AL CATASTO DELLE GROTTE DEL FRIULI (dalla<br />
1910 alla 2100 Fr) - Supplemento n. 16 ad "ATTI E MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong><br />
<strong>Boegan</strong>" - Trieste 1984. pp. 52.<br />
Pino Guidi - GROTiE DELLA VENEZIA GIULIA (dalla 5127 alla 5300 VG) - Supplemento n. 17 ad "ATil<br />
E MEMORIE della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong> <strong>Boegan</strong>" - Trieste 1885, pp. 40.<br />
Furia Bagliani, Giacomo Nussdorfer - CONTRIBUTO AL CATASTO DELLE GROTTE DEL FRIULI (dalla<br />
2101 alla 2300 Fr) - Supplemento n. 18 ad "ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "<strong>Eugenio</strong><br />
Boegen" - Triesle 1986, pp. 84.<br />
Pino Guidi -GROTTE NUOVE DELLA VENEZIA GIULIA (dalla 5301 alla 5389 VG) - Supplemento n. 19<br />
ad "ATTI E MEMORIE" delle <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "Eusenio Boesan" - Trieste 1987. DD. 24,<br />
Pino Guidi -GROTTE NUOVE DELLA VENEZIA GIULIA (dalla 5i80 alla 5429 VG) - ~u'pplemento n. 20<br />
ad "ATTI E MEMORIE" della <strong>Commissione</strong> <strong>Grotte</strong> "Euoenio Boeoan" - Trieste l888 oo. 16.<br />
P ~ G. O o - GROTiE NUOVE DELLA~VENEZIA GIULIA (dalla si30 alla do0 VGI -'~"'pp emento n 21<br />
aa Al1 E MEMOR E' oele Camrnissone Grone 'Edgenio <strong>Boegan</strong>" - Treste 1989 pp 32<br />
Fdr o Bag an Ma.nz o Comar. Franco Gneroaz G acomo hdsoaorfer - MANUALE DI RILIEVO IPOGEO<br />
- Trieste 1990. pp. 216<br />
Franco Besenghi - NUOVE GROTTE DELLA VENEZIA GIULIA (dal 464815479 VG al 473715568 VG) -<br />
Quaderni del Catasto Regionale delle <strong>Grotte</strong> del Friuli-Venezia Giulia, n. 1 - Trieste 1991. DD. 24.<br />
Giacomo Nussdorfer, ~ederico Tietz - NUOVE GROTTE DEL FRIULI (dal 407912301 Fr al 426412400 Fr)<br />
- Quaderni del Catasto Regionale delle <strong>Grotte</strong> del Friuli-Venezia Giulia. n. 2 - Trieste 1893, pp. 40.<br />
Franco Besenghi -NUOVE GROTTE DELLA VENEZIA GIULIA (tra il l42914372 VG ed il 476813915 VG<br />
e dal 476915569 VG al 481015810 VG) - Quaderni del Catasto Regionale delle <strong>Grotte</strong> del Friuli-Venezia<br />
Grulia, n. 3 - Trieste 1993. pp. 32.<br />
Franco Gherbar - NUOVE GROTTE DEL FRIULI (dal 432112401 Fr al 495512800 Fr) - Quaderni del<br />
Catasto Regionale delle <strong>Grotte</strong> del Friuli-Venezia Giulia. n. 4 - Trieste 1994, pp. 72.<br />
AA W. - OSSERVAZIONI METEORICHE - Bollettino della Stazione Meteorologica di Borgo Grotta<br />
Gigante (Opicina) - Pubblicazione annuale edita dal 1967. in corso.
CONTEMPORANEA<br />
Artefice la Natura.<br />
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