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Strutture in acciaio - Angelo Biondi

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<strong>Strutture</strong> <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong><br />

A seguito degli eventi sismici più disastrosi verificatisi <strong>in</strong> passato le strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong><br />

hanno resistito meglio di quelle <strong>in</strong> c.a.<br />

Ancora adesso usualmente le strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong> risentono meno delle azioni sismiche<br />

rispetto alle strutture <strong>in</strong> c.a.<br />

e questo perché:<br />

Sono leggere<br />

Sono state progettate tenendo conto<br />

della azioni laterali del vento<br />

Per tali ragioni il D.M. ’08 consente di progettare strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong> senza tenere conto<br />

degli effetti benefici legati al comportamento non l<strong>in</strong>eare (duttilità)


<strong>Strutture</strong> <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong><br />

Nel D.M. ’08 sono previste due categorie di strutture <strong>acciaio</strong>, aventi<br />

differenti comportamenti sotto l’evento sismico<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

<strong>Strutture</strong> non dissipative


<strong>Strutture</strong> non dissipative<br />

Le strutture non dissipative devono<br />

essere progettate per rimanere <strong>in</strong><br />

campo elastico anche sotto sismi<br />

severi (Spettri di progetto per gli S.L.U.)<br />

Tale criterio di progettazione non sarebbe pensabile per le strutture <strong>in</strong> c.a.,<br />

perché a seguito delle masse elevate si otterrebbero forze sismiche non<br />

equilibrabili dalla struttura


Vantaggi<br />

<strong>Strutture</strong> non dissipative<br />

È ammesso un calcolo <strong>in</strong> campo elastico l<strong>in</strong>eare (non si considera <strong>in</strong><br />

alcun modo il campo plastico del materiale)<br />

La progettazione procede secondo le solite consuetud<strong>in</strong>i degli edifici <strong>in</strong><br />

<strong>acciaio</strong> e senza particolari prescrizioni nella verifica delle aste o dei<br />

collegamenti (con la sola differenza di adottare verifiche agli S.L.U.)<br />

I vantaggi della scelta di realizzare<br />

strutture non dissipative<br />

risiedono tutti nella semplicità della<br />

progettazione e della realizzazione<br />

della struttura


Svantaggi<br />

<strong>Strutture</strong> non dissipative<br />

L’unico svantaggio è che deve essere adottato un fattore di struttura<br />

q = 1 (Eurocodici q = 1.5), con conseguente elevato valore<br />

dell’accelerazione sismica di progetto<br />

Tale disposizione imposta dal D.M. ‘08 è una diretta conseguenza<br />

dell’avere scelto la categoria delle strutture non dissipative, progettate<br />

per rimanere sempre <strong>in</strong> campo elastico, senza alcuna capacità di<br />

dissipare energia


<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Queste strutture sono <strong>in</strong> grado di dissipare energia a seguito della loro<br />

duttilità evolvendo <strong>in</strong> campo plastico<br />

È possibile ottenere valori anche elevati del fattore di struttura (1


Svantaggi<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Devono essere seguite una serie di prescrizioni progettuali e<br />

costruttive e devono essere eseguite verifiche aggiuntive allo scopo di<br />

garantire un’adeguata duttilità strutturale<br />

Tali prescrizioni si differenziano a seconda che sia scelta la classe di<br />

duttilità alta (C.D. “A”) o bassa (C.D. ”B”)<br />

In ogni caso non tutte le strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong> possono essere progettate<br />

come dissipative, ma solo quelle aventi determ<strong>in</strong>ate tipologie strutturali


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Tipologie strutturali di strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong> che possono essere<br />

progettate come dissipative


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

a) <strong>Strutture</strong> <strong>in</strong>telaiate: composte da telai che resistono alle forze orizzontali con un comportamento prevalentemente<br />

flessionale. In queste strutture le zone dissipative sono pr<strong>in</strong>cipalmente collocate alle estremità delle travi <strong>in</strong> prossimità<br />

dei collegamenti trave-colonna, dove si possono formare le cerniere plastiche e l’energia viene dissipata per mezzo<br />

della flessione ciclica plastica.<br />

<strong>Strutture</strong> <strong>in</strong>telaiate


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

b) <strong>Strutture</strong> con controventi concentrici: nei quali le forze orizzontali sono assorbite pr<strong>in</strong>cipalmente da membrature<br />

soggette a forze assiali. In queste strutture le zone dissipative sono pr<strong>in</strong>cipalmente collocate nelle diagonali tese.<br />

Pertanto possono essere considerati <strong>in</strong> questa tipologia solo quei controventi per cui lo snervamento delle diagonali<br />

tese precede il raggiungimento della resistenza delle aste strettamente necessarie ad equilibrare i carichi esterni. I<br />

controventi reticolari concentrici possono essere dist<strong>in</strong>ti nelle seguenti tre categorie:<br />

b1) controventi con diagonale tesa attiva, <strong>in</strong> cui la resistenza alle forze orizzontali e le capacità dissipative sono<br />

affidate alle aste diagonali soggette a trazione.<br />

<strong>Strutture</strong> con controventi concentrici a diagonale tesa attiva


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

b) <strong>Strutture</strong> con controventi concentrici: nei quali le forze orizzontali sono assorbite pr<strong>in</strong>cipalmente da membrature<br />

soggette a forze assiali. In queste strutture le zone dissipative sono pr<strong>in</strong>cipalmente collocate nelle diagonali tese.<br />

Pertanto possono essere considerati <strong>in</strong> questa tipologia solo quei controventi per cui lo snervamento delle diagonali<br />

tese precede il raggiungimento della resistenza delle aste strettamente necessarie ad equilibrare i carichi esterni. I<br />

controventi reticolari concentrici possono essere dist<strong>in</strong>ti nelle seguenti tre categorie:<br />

b2) controventi a V, <strong>in</strong> cui le forze orizzontali devono essere assorbite considerando sia le diagonali tese che quelle<br />

compresse. Il punto d’<strong>in</strong>tersezione di queste diagonali giace su di una membratura orizzontale che deve essere<br />

cont<strong>in</strong>ua.<br />

<strong>Strutture</strong> con controventi concentrici a V


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

b) <strong>Strutture</strong> con controventi concentrici: nei quali le forze orizzontali sono assorbite pr<strong>in</strong>cipalmente da membrature<br />

soggette a forze assiali. In queste strutture le zone dissipative sono pr<strong>in</strong>cipalmente collocate nelle diagonali tese.<br />

Pertanto possono essere considerati <strong>in</strong> questa tipologia solo quei controventi per cui lo snervamento delle diagonali<br />

tese precede il raggiungimento della resistenza delle aste strettamente necessarie ad equilibrare i carichi esterni. I<br />

controventi reticolari concentrici possono essere dist<strong>in</strong>ti nelle seguenti tre categorie:<br />

b3) controventi a K, <strong>in</strong> cui il punto d’<strong>in</strong>tersezione delle diagonali giace su una colonna. Questa categoria non deve<br />

essere considerata dissipativa <strong>in</strong> quanto il meccanismo di collasso co<strong>in</strong>volge la colonna.<br />

<strong>Strutture</strong> con controventi concentrici a K


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

c) <strong>Strutture</strong> con controventi eccentrici: nei quali le forze orizzontali sono pr<strong>in</strong>cipalmente assorbite da membrature<br />

caricate assialmente, ma la presenza di eccentricità di schema permette la dissipazione di energia nei traversi per<br />

mezzo del comportamento ciclico a flessione e/o taglio. I controventi eccentrici possono essere classificati come<br />

dissipativi quando la plasticizzazione dei traversi dovuta alla flessione e/o al taglio precede il raggiungimento della<br />

resistenza ultima delle altre parti strutturali.<br />

<strong>Strutture</strong> con controventi eccentrici


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

d) strutture a mensola o a pendolo <strong>in</strong>verso: costituite da membrature presso<strong>in</strong>flesse <strong>in</strong> cui le zone dissipative sono<br />

collocate alla base.<br />

e) <strong>Strutture</strong> <strong>in</strong>telaiate con controventi concentrici: nelle quali le azioni orizzontali sono assorbite sia da telai che da<br />

controventi agenti nel medesimo piano.<br />

f) <strong>Strutture</strong> <strong>in</strong>telaiate con tamponature: costituite da tamponature <strong>in</strong> muratura o calcestruzzo non collegate ma <strong>in</strong><br />

contatto con le strutture <strong>in</strong>telaiate.<br />

<strong>Strutture</strong> a pendolo <strong>in</strong>verso <strong>Strutture</strong> <strong>in</strong>telaiate con controventi concentrici


Tipologie strutturali<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Tipologie strutturali differenti da quelle previste risultano <strong>in</strong> generale<br />

scarsamente duttili, e devono essere progettate come non dissipative.


<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Le ord<strong>in</strong>ate spettrali sono ridotte sempre tramite il fattore di struttura q<br />

q = Fattore di struttura<br />

0 T TB<br />

1 T q T<br />

S 1<br />

e<br />

T B<br />

<br />

T a <br />

<br />

<br />

<br />

g S FO<br />

<br />

q TB<br />

FO<br />

TB<br />

<br />

1<br />

Se <br />

q<br />

C<br />

S<br />

S<br />

e<br />

e<br />

T Tc<br />

T ag<br />

S FO<br />

T T T<br />

1<br />

T<br />

C<br />

T ag<br />

S FO<br />

<br />

<br />

q T <br />

TD T<br />

D<br />

1<br />

C D<br />

T ag<br />

S FO<br />

<br />

2 <br />

q T <br />

<br />

T T


Fattore di struttura<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

q q0<br />

<br />

KR<br />

q 0 = esprime la duttilità della soluzione strutturale (Tipologia + Classe)


Fattore di struttura<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

q q0<br />

<br />

KR<br />

K R = parametro funzione della regolarità dell’edificio<br />

K R<br />

Tipologia Strutturale<br />

1.0 Edifici Regolari <strong>in</strong> Altezza<br />

0.8 Edifici Non Regolari <strong>in</strong> Altezza


Fattore di struttura<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

q q0<br />

<br />

I valori del fattore di struttura possono essere assunti come validi se si<br />

rispettano tutte le regole di dettaglio previste.<br />

Tali regole hanno lo scopo di scongiurare le modalità di collasso fragili<br />

e di conseguenza di conferire duttilità alla struttura.<br />

Fra le modalità di collasso fragile nelle strutture <strong>in</strong> <strong>acciaio</strong> riveste<br />

particolare importanza quella dovuta ad <strong>in</strong>stabilità.<br />

KR


Regole di dettaglio<br />

Si dist<strong>in</strong>guono nei seguenti ambiti:<br />

<strong>Strutture</strong> dissipative<br />

Regole di dettaglio per tutte le tipologie strutturali<br />

Regole di dettaglio per le strutture <strong>in</strong>telaiate<br />

Regole di dettaglio per le strutture a controventi concentrici<br />

Regole di dettaglio per le strutture a controventi eccentrici


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

Parti compresse delle membrature<br />

le membrature sono classificate <strong>in</strong> funzione della duttilità nei confronti<br />

dei fenomeni di <strong>in</strong>stabilità locale


CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI IN ACCIAIO<br />

Le sezioni trasversali degli elementi strutturali si classificano <strong>in</strong> funzione della loro capacità rotazionale C θ<br />

def<strong>in</strong>ita come:<br />

Essendo:<br />

Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

C θ = q r / q y -1<br />

q r = curvatura corrispondenti al raggiungimento della deformazione ultima<br />

q y = curvatura corrispondenti al raggiungimento dello snervamento.


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI IN ACCIAIO<br />

Classe 1 - Quando la sezione è <strong>in</strong> grado di sviluppare una cerniera<br />

plastica avente la capacità rotazionale richiesta per l’analisi strutturale<br />

condotta con il metodo plastico senza subire riduzioni della resistenza.<br />

Possono generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità<br />

rotazionale C θ 3.<br />

Classe 2 - Quando la sezione è <strong>in</strong> grado di sviluppare il proprio momento<br />

resistente plastico, ma con capacità rotazionale limitata. Possono<br />

generalmente classificarsi come tali le sezioni con capacità rotazionale<br />

C θ 1,5.<br />

Classe 3 - Quando nella sezione le tensioni calcolate nelle fibre estreme<br />

compresse possono raggiungere la tensione di snervamento, ma<br />

l’<strong>in</strong>stabilità locale impedisce lo sviluppo del momento resistente plastico;<br />

Classe 4 - Quando, per determ<strong>in</strong>arne la resistenza flettente, tagliante o<br />

normale, è necessario tener conto degli effetti dell’<strong>in</strong>stabilità locale <strong>in</strong> fase<br />

elastica nelle parti compresse che compongono la sezione. In tal caso<br />

nel calcolo della resistenza la sezione geometrica effettiva può sostituirsi<br />

con una sezione efficace.


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

CLASSIFICAZIONE DELLE SEZIONI IN ACCIAIO<br />

Le sezioni di classe 1 e 2 si def<strong>in</strong>iscono compatte, quelle di classe 3 moderatamente<br />

snelle e quelle di classe 4 snelle.<br />

Per i casi più comuni delle forme delle sezioni e delle modalità di sollecitazione, le<br />

Tabelle 4.2.I, 4.2.II e 4.2.III delle N.T.C. 2008 forniscono <strong>in</strong>dicazioni per la classificazione<br />

delle sezioni.<br />

La classe di una sezione composta corrisponde al valore di classe più alto tra quelli dei<br />

suoi elementi componenti.


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

Parti compresse delle membrature<br />

La vecchia Ord<strong>in</strong>anza 3274 utilizzava il parametro S per la<br />

classificazione delle sezioni. S rappresenta il rapporto tra la tensione<br />

che determ<strong>in</strong>a la <strong>in</strong>stabilità locale dell' asta f i e la tensione di<br />

snervamento f y<br />

Il concetto del D.M. ‘08 e' fondamentalmente lo stesso, ma si utilizzano<br />

più semplici valutazioni basate su rapporti geometrici della sezione<br />

codificati <strong>in</strong> apposite tabelle


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

Parti compresse delle membrature<br />

Rapporti geometrici della sezione tubolare<br />

C.D.S. W<strong>in</strong> provvede automaticamente alla valutazione<br />

della classe della sezione


Regole di dettaglio per tutte le<br />

tipologie strutturali<br />

Parti compresse delle membrature<br />

In funzione della classe di duttilità adottata (alta o bassa) è possibile o<br />

meno utilizzare alcune sezioni


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Riguardano il dimensionamento di<br />

travi<br />

colonne<br />

collegamenti trave-colonna<br />

collegamenti colonna-fondazione


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Verifica di resistenza delle travi<br />

La resistenza flessionale plastica e la capacità di rotazione non<br />

devono essere <strong>in</strong>ficiate dalla contemporanea presenza di taglio e<br />

sforzo normale. Ciò si ritiene soddisfatto se risulta:


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Verifica di resistenza delle colonne<br />

Le colonne devono essere progettate con le azioni<br />

W è il m<strong>in</strong>imo valore tra M pl,Rd,i / M Ed,i<br />

di tutte le travi <strong>in</strong> cui si attende la<br />

formazione di cerniere plastiche.<br />

Tali relazioni derivano direttamente dal criterio della Gerarchia delle<br />

resistenze


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Verifica a taglio delle colonne<br />

Anche questa limitazione deriva direttamente dal criterio della<br />

Gerarchia delle resistenze (il taglio di progetto deve essere <strong>in</strong>feriore al<br />

50% del taglio plastico)


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per i telai ad alta e bassa duttilità il meccanismo di collasso deve<br />

essere controllato a mezzo del metodo della gerarchia delle resistenze<br />

Collasso globale Collasso di piano


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per telai ad alta duttilità i momenti plastici di travi e pilastri<br />

convergenti ad uno stesso nodo devono rispettare la condizione<br />

g RD = 1,3 per strutture <strong>in</strong> classe CD”A” e 1,1 per CD”B”<br />

M C,pl,Rd = Momento resistente della colonna calcolato per i livelli di sollecitazione assiale presenti<br />

nella colonna nelle comb<strong>in</strong>azioni sismiche delle azioni<br />

M b,pl,Rd = Momento resistente delle travi che convergono nel nodo trave-colonna.<br />

Questa condizione garantisce la formazione della cerniera plastica<br />

nella trave (più duttile del pilastro)


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per entrambe le classi duttilità nei collegamenti trave-colonna deve<br />

essere garantita la sovraresistenza del collegamento per consentire la<br />

formazione di cerniere plastiche alle estremità delle travi<br />

M j,<br />

Rd 1, 1g<br />

R,<br />

d M<br />

b,<br />

pl,<br />

Rd<br />

g RD = Fattore di sovraresistenza<br />

M b,pl,Rd = Momento resistente della trave collegata<br />

M j,Rd = Momento flettente resistente del collegamento travecolonna<br />

il collegamento deve essere sovraresistente (circa il 140% rispetto al<br />

momento plastico della trave)


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per entrambe le classi duttilità nei collegamenti colonna-fondazione<br />

deve essere garantita la sovraresistenza del collegamento<br />

M C,<br />

Rd 1, 1g<br />

R,<br />

d M<br />

c,<br />

pl,<br />

Rd<br />

g RD = Fattore di sovraresistenza<br />

N <br />

M c,pl,Rd = Momento resistente plastico di progetto della<br />

colonna, calcolato per lo sforzo normale di progetto N Ed<br />

M C,Rd = Momento resistente plastico del collegamento<br />

colonna-fondazione<br />

Ed<br />

Garantisce la formazione di cerniere plastiche nella colonna e non nel<br />

collegamento


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per entrambe le classi duttilità nei pannelli nodali il taglio di progetto<br />

deve rispettare la condizione:<br />

Si evitano fenomeni di plasticizzazione od <strong>in</strong>stabilità a taglio<br />

(scarsamente duttili)


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per entrambe le classi duttilità nei pannelli nodali è necessario<br />

escludere la plasticizzazione a taglio<br />

La prestazione richiesta ai pannelli nodali è almeno il doppio di quella<br />

richiesta dai consueti metodi


Regole di dettaglio per le strutture<br />

<strong>in</strong>telaiate<br />

Gerarchia delle resistenze<br />

Per i pannelli nodali risulta praticamente obbligata la scelta di<br />

soluzioni con irrigidimenti


Regole di dettaglio per le strutture a<br />

controventi concentrici<br />

Riguardano il dimensionamento di<br />

travi<br />

colonne<br />

controventi<br />

collegamenti<br />

distribuzione <strong>in</strong> altezza delle<br />

rigidezze laterali di piano


Regole di dettaglio per le strutture a<br />

controventi concentrici<br />

Rigidezza laterale di piano<br />

Ad ogni piano ed <strong>in</strong> ogni direzione al variare del verso del sisma la<br />

struttura deve esibire rigidezza tale che


Regole di dettaglio per le strutture a<br />

controventi concentrici<br />

Diagonali di controvento<br />

Le diagonali devono essere ad <strong>in</strong>stabilità controllata<br />

Tale prescrizione si prefigge i seguenti scopi:<br />

prevenire danneggiamenti dei fazzoletti di collegamento a causa di<br />

azioni fuori del loro piano<br />

prevenire rotture del controvento per fenomeni di snervamento<br />

ciclico a trazione non compensati (a causa della <strong>in</strong>stabilità) dai<br />

successivi cicli di compressione


Regole di dettaglio per le strutture a<br />

controventi concentrici<br />

Diagonali di controvento<br />

Le sezioni dei controventi devono appartenere alle Classi 1 o 2<br />

Risultano esclusi gli angolari


Regole di dettaglio per le strutture a<br />

controventi concentrici<br />

Diagonali di controvento<br />

Le sezioni dei controventi devono appartenere alle Classi 1 o 2<br />

Risultano esclusi gli angolari

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