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La preparazione per l'esaltazione, manuale dell'insegnante

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• Quali sono alcune cose che possiamo fare <strong>per</strong> essere buoni con tutti? Perché<br />

comportandoci bene con il prossimo possiamo sviluppare la carità?<br />

Storia e discussione Narra con parole tue la seguente storia:<br />

«<strong>La</strong> neve cadeva silenziosa sul freddo e aspro paesaggio canadese. Nel cielo una<br />

coltre di grigie nuvole immobili si fondeva con i pioppi brulli sulla terra creando<br />

un’immagine fosca. Io guardavo il paesaggio con indifferenza dal finestrino del<br />

nostro camioncino rosso. Lo scenario si accordava con il mio stato d’animo depresso.<br />

Sorridendo, l’anziano Hancock che era il mio compagno, stava canticchiando fra sé:<br />

‹Oggi è il gran dì›, mentre con le dita tamburellava sullo sterzo. Fra tre giorni sarebbe<br />

stato Natale, il primo che passavo lontano da casa. Ogni anno a casa ero solito<br />

trascorrere quel santo giorno nel consueto modo tradizionale. Ma ora tutto ciò era<br />

lontano, come era lontana la mia famiglia. Desideravo che questo Natale fosse bello<br />

come quelli passati, ma dentro di me sapevo che non sarebbe stato così…<br />

… Nel nostro appartamento non c’era alcun segno del Natale imminente. Non<br />

avevamo neppure avuto il tempo di fare l’albero. Da principio avevamo deciso di<br />

trascorrere le festività dedicandoci alacremente <strong>per</strong> tutto il giorno al lavoro di<br />

proselitismo; ma ben presto l’anziano Hancock notò la mia mancanza di entusiasmo<br />

e decise che la sera di quel giorno avremmo cenato con alcuni membri della Chiesa.<br />

Mentre andavamo in città con il camioncino, egli mi disse: ‹Anziano, più che di una<br />

cena tu hai bisogno di un po’ di IPADC.› Poi sorrise <strong>per</strong> la sua osservazione spiritosa.<br />

Io guardavo fuori dal finestrino cercando di ignorarlo. Mi chiedevo sempre come<br />

faceva ad essere così allegro. Pensavo che doveva essere faticoso <strong>per</strong> lui insegnare a<br />

me a tenere le lezioni e nello stesso tempo sbrigare il lavoro nella zona a noi affidata;<br />

tuttavia non lo sentivo mai lamentarsi; non lo vedevo mai scoraggiato. A queste cose<br />

provvedevo benissimo io! Ora mi chiedevo cosa poteva voler dire IPADC.<br />

Probabilmente era un nuovo termine missionario che nessuno si era dato la pena di<br />

spiegarmi».<br />

Scrivi alla lavagna IPADC. Poi continua la storia:<br />

Lezione 33<br />

«Svoltammo in una larga strada nella parte vecchia della città, parcheggiammo il<br />

camioncino e cominciammo a cercare di distribuire i nostri opuscoli. Le assi appoggiate<br />

sul terreno ghiacciato <strong>per</strong> consentire un più facile passaggio scricchiolavano<br />

protestando quando vi salivamo sopra. Le case lungo la strada erano fatiscenti,<br />

scrostate e abbandonate. Procedevamo a zigzag senza incontrare nessuno. Giunti al<br />

primo incrocio notammo una baracca le cui condizioni erano tali che, in confronto,<br />

le altre case della strada sembravano belle.<br />

Non c’era alcuna traccia di pittura sui muri, né di attacchi di corrente, quindi non vi<br />

era elettricità. Il mio compagno bussò alla porta… Dalla parte posteriore della casa si<br />

udirono dei piccoli passi timidi avvicinarsi all’uscio. Questo si aprì cigolando, e io<br />

rimasi interdetto.<br />

<strong>La</strong> donna che aveva a<strong>per</strong>to era alta circa un metro e mezzo. Aveva il volto pieno di<br />

rughe, tanto che solo dopo qualche sforzo riuscii a scorgere due occhi penetranti,<br />

neri come la pece, che guardavano da quel viso rugoso. Ci invitò ad entrare; come<br />

avevo immaginato l’interno della casa era consunto, ma lindo.<br />

<strong>La</strong> donna era la signora Ivar, un’immigrata polacca di novantotto anni. Cercammo<br />

di tenerle una lezione, ma era difficile, <strong>per</strong>ché lei era molto triste. Aveva saputo da<br />

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