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3 - Comune di Messina

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36<br />

CITTÀ&TERRITORIO<br />

il tempo a portato ad attribuire,<br />

per errore, al martire iconoclasta,<br />

che non lasciò mai<br />

la Grecia, la sua presenza a<br />

Salice dove vi sono alcuni luoghi<br />

considerati meta <strong>di</strong> preghiera<br />

e <strong>di</strong> raccoglimento <strong>di</strong><br />

Stefano. Uno <strong>di</strong> questi è la piccola<br />

grotta, scavata nella pietra,<br />

nei pressi della chiesa a<br />

lui de<strong>di</strong>cata dove la leggenda<br />

vuole che Stefano si ritirasse<br />

in me<strong>di</strong>tazione. Un altro <strong>di</strong> questi<br />

luoghi è nei pressi della località<br />

Monte dei Centri su una<br />

piccola altura dove una roccia<br />

con fattezze particolari, ricorda<br />

l’impronta <strong>di</strong> un piede umano<br />

che, sempre la leggenda, ritiene<br />

essere <strong>di</strong> S. Stefano. In questo<br />

luogo si svolgeva fino agli<br />

anni ’50 una processione per<br />

chiedere la grazia della pioggia<br />

che era ritenuta un vero<br />

miracolo durante i mesi <strong>di</strong> siccità<br />

in tempi in cui l’agricoltura<br />

era l’unica fonte <strong>di</strong> sussistenza.<br />

Il miracolo della pioggia<br />

anticamente si ripeteva con<br />

buona frequenza, tuttavia negli<br />

ultimi anni il miracolo non<br />

avvenne perché, come qualcuno<br />

<strong>di</strong>ceva, la gente non partecipava<br />

più con fede per questo<br />

la processione venne abolita.<br />

Un altro luogo significativo<br />

è la contrada Pozzo dove,<br />

in una zona non precisata si<br />

credeva che fosse sepolto il<br />

corpo <strong>di</strong> S. Stefano. Da questo<br />

luogo scaturiva un acqua<br />

ritenuta miracolosa e usata<br />

quin<strong>di</strong> per varie cure. Quest’acqua<br />

non poteva essere<br />

bollita, altrimenti <strong>di</strong>ventava<br />

rossa (situazione dovuta probabilmente<br />

alla maggiore<br />

concentrazione nell’acqua <strong>di</strong><br />

certi minerali). Già alla fine del<br />

‘600 viene menzionata questa<br />

fonte, della quale oggi non si<br />

hanno più tracce, la cui fama<br />

era abbastanza nota anche<br />

nella città <strong>di</strong> <strong>Messina</strong>. La maggior<br />

parte <strong>di</strong> queste leggende<br />

e tra<strong>di</strong>zioni vengono ancora<br />

oggi tramandate oralmente.<br />

Non si può non parlare infine<br />

N.6 Novembre/Dicembre 2011<br />

La “Senia”.<br />

del famoso quadro, che veniva<br />

utilizzato per la processione<br />

della pioggia, che ha causato<br />

l’ assimilazione delle due<br />

figure <strong>di</strong> Stefano: il Giovane e<br />

<strong>di</strong> Salice. Questo quadro, rubato<br />

dalla chiesa parrocchiale nel<br />

1980 e mai più ritrovato, dovrebbe<br />

raffigurare S. Stefano il Giovane.<br />

Sotto invece compare<br />

una fascia aggiunta in epoca<br />

successiva con la seguente<br />

scritta in latino: «S. Stephanus<br />

junioris qui hic Salicis a barbaris<br />

lapidatus fuit». Ora è chiaro<br />

come sia nata l’assimilazione<br />

delle due figure: vedendo<br />

nel quadro S. Stefano il Giovane,<br />

come affermava la scritta<br />

greca, si era portati a leggere<br />

anche la scritta latina e<br />

quin<strong>di</strong> a credere che questo<br />

Santo Stefano il Giovane era<br />

stato a Salice e qui morto e<br />

sepolto. Come già si è detto<br />

però il giovane martire iconoclasta<br />

non venne mai a Salice.<br />

È possibile dunque che la<br />

posticcia scritta in latino si riferisse<br />

ad un seguace omonimo<br />

del Giovane che visse nel<br />

monastero basiliano <strong>di</strong> Salice.<br />

In tutte queste situazioni i due<br />

santi – Stefano il Giovane e<br />

Stefano <strong>di</strong> Salice – vengono<br />

ad assimilarsi, e quin<strong>di</strong> si parla<br />

<strong>di</strong> due figure che poi durante<br />

le celebrazioni <strong>di</strong>ventano un<br />

tutt’uno.<br />

Il giorno in cui la Chiesa festeggia<br />

ufficialmente S. Stefano il<br />

Giovane è il 28 novembre. A<br />

Salice invece la festa cade il<br />

29 ottobre giorno in cui si fa<br />

risalire la morte <strong>di</strong> Stefano <strong>di</strong><br />

Salice.<br />

Piazza Principe umberto:<br />

la fontana e la colonna crocifera<br />

Tipico esempio <strong>di</strong> fontana a<br />

parete realizzata oltre che per<br />

l’approvvigionamento idrico<br />

anche per ornare la piazza. Si<br />

compone <strong>di</strong> un arco a tutto<br />

sesto con imposte, concio <strong>di</strong><br />

chiave e stipiti decorati, sormontato<br />

da un fastigio con spirali<br />

e volute. All’interno sotto la<br />

classica conchiglia nervata è<br />

contornato da cornici composite<br />

curve un cartiglio che reca<br />

graffite le date 1716, 1886 e<br />

1878. Chiaramente l’epoca<br />

della fontana, per i suoi caratteri<br />

stilistici è da riferirsi al 1716.<br />

La bocca dell’acqua, contornata<br />

da motivi decorativi spiraliformi<br />

e con sottostante<br />

conca in pietra, è sovrastata<br />

da un interessante frammento<br />

<strong>di</strong> trabeazione marmorea

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