04.06.2013 Views

Dylan Thomas

Dylan Thomas

Dylan Thomas

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

1. Le opere principali<br />

L’opera letteraria di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> (Swansea, Galles 1914 - New<br />

York 1953), fu fortemente legata alle sue radici gallesi. Conclusi gli studi<br />

nel 1931 lavorò come reporter per il “South Wales Evening Post”. Nel<br />

1934 si trasferì a Londra, dove nello stesso anno pubblicò la raccolta<br />

poetica dell’esordio, “Eighteen Poems” “Diciotto poesie” che riproponeva<br />

una poesia magica, oscura ma anche naturale e istintiva. Si impose<br />

nell'ambito di un "nuovo romanticismo" come reazione all'intellettualismo<br />

e al classicismo tipici del suo tempo e a questi contrappose una forma di<br />

automatismo verbale, di deliberata retorica, amore per il suono delle<br />

parole. Del 1936 sono “Twenty-five poems” “Venticinque poesie”, cui<br />

seguirono “The world I breathe” “Il mondo che respiro” e “The map of<br />

love” “La mappa d'amore” nel 1939. Il libro che raccoglie le più note e<br />

forse le più belle delle sue poesie è “Deaths and entrances” “Morti e<br />

ingressi “ del 1946. Le varie raccolte di poesie che furono da lui scritte<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

1


tra il 1934 e il 1952 furono ripubblicate nel volume di “Collected poems”<br />

“Poesie scelte”. Poco prima della morte pubblicò “The doctor and the<br />

devils” “Il medico e i diavoli” nel 1953. Vanno aggiunte anche le prose<br />

lirico - narrative: “A portrait of the artists as a young dog” “Un ritratto<br />

dell'artista da cucciolo di cane”” del 1940, e il radiodramma “Under the<br />

milk wood” “Sotto il bosco di latte” pubblicato postumo nel 1954. Dopo la<br />

sua morte fu pubblicata anche la raccolta di “Selected letters” “Lettere<br />

scelte” nel 1966, e “Letters to Vernon Watkins” “Lettere a Vernon<br />

Watkins “nel 1957. Postumi apparvero ancora: “Quite early one morning”<br />

(1954), “Adventures in the skin trade” (1955).<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

2


2. Lo scopo di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong><br />

Una delle caratteristiche principali dell’arte letteraria dopo la<br />

prima guerra mondiale consisteva nel fatto, che un’opera letteraria veniva<br />

sottomessa a particolari regole e leggi che lo scrittore doveva rispettare,<br />

seguendo un’impronta più neoclassica piuttosto che romantica. In<br />

generale, nell’ambito della cultura letteraria novecentesca, si può<br />

affermare che esistevano due grandi filoni di pensiero, una che era<br />

caratterizzata dal rifiuto di una poesia personale e bardica dove l’uomo e<br />

il poeta mai incontravano direttamente la realtà esterna, in cui cioè l’io e<br />

il mondo erano ben separati; l’altra caratterizzata invece da un’attiva e<br />

profonda partecipazione del poeta nella poesia stessa. <strong>Thomas</strong> aderì a<br />

questa seconda sponda di pensiero.<br />

Lontano da quegli autori che rappresentavano la grande tradizione<br />

ufficiale del modernismo inglese, come ad esempio Yeats, Eliot e Joyce,<br />

fu più vicino da un punto di vista ideologico ad autori come Auden,<br />

Spender e Cameron, appartenenti alla generazione “post-eliotiana” anche<br />

se tra loro vi erano comunque profonde differenze. <strong>Thomas</strong> condivideva<br />

con questi le stesse ideologie politiche; ricordo che questi sono gli anni<br />

difficili caratterizzati dalla nascita e dall’affermarsi di sistemi totalitari,<br />

dalle suggestioni naziste diffuse in tutto il mondo, dall’incipiente guerra<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

3


mondiale. Ma, mentre questi autori agganciarono la loro poesia alla<br />

battaglia ideologica in atto, e veniva vista la poesia come esito sociale in<br />

cui il poeta analizzava il presente utilizzando strumenti e modelli del<br />

passato, lo scopo della poesia di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> fu totalmente diverso. Per<br />

il suo netto rifiuto di ogni intellettualismo e di ogni problematizzazione<br />

ideologica, per il suo sforzo di fare poesia privilegiando la più semplice<br />

base organica dell’esperienza, il momento della nascita, <strong>Thomas</strong> si<br />

distacca dai suoi contemporanei (Auden, Spender…) proprio per questo.<br />

Lui crede nella magia dell’universo, nel significato e nei poteri dei simboli,<br />

nel miracolo di lui stesso e di tutti i mortali, nella divinità che secondo<br />

<strong>Thomas</strong> è cosi vicina all’umanità… Lui si batte per un’attiva partecipazione<br />

del poeta alla poesia che gli appartiene; vuole un completo coinvolgimento<br />

del poeta nel tessuto dell’opera, al contrario, ad esempio, di <strong>Thomas</strong><br />

Sterne Eliot che definisce la poesia come “evasione dalla personalità” e<br />

considera il poeta come catalizzatore, al cui contatto, da un miscuglio di<br />

idee nasce l’opera poetica, senza che il poeta venga coinvolto<br />

direttamente. Va sottolineato che <strong>Thomas</strong> non solo partecipa attivamente<br />

all’azione della sua poesia, ma è al centro del suo sistema, lo crea; egli<br />

stesso è la sua poesia. <strong>Thomas</strong> non ha una voce individuale in alcuna di<br />

esse, l’”io” della sua poesia diventa continuamente un “altro”. <strong>Thomas</strong> è un<br />

poeta che va controcorrente e che organizza il suo conflitto rigeneratore<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

4


in maniera diversa dagli altri poeti, perché al contrario di questi poeti,<br />

sceglie la materia “morta”, tradizionalmente considerata il simbolo della<br />

rovina. Questo è quanto scrive in una lettera indirizzata a Pamela<br />

Hansford Johnson nel 1933:<br />

«Se scrivo tanto spesso in termini di corpo, di morte, di malattia e<br />

di corruzione del corpo, non significa necessariamente che la mia<br />

Musa (non una delle mie parole preferite) sia sadica. Almeno per<br />

ora credo nello scrivere poesia della carne, e in genere della carne<br />

morta. Moltissimi poeti moderni scelgono come loro oggetto la<br />

carne “viva” e con il loro accorto lavoro di dissezione la<br />

trasformano in carcassa. Io preferisco usare la carne morta e con<br />

tutta la positività di fede e di convinzione che ho dentro di me,<br />

costruirci una carne “viva”» 1 .<br />

Dunque si può affermare che lo scopo principale di <strong>Thomas</strong> fu<br />

quello di dare un senso all’oscuro; lui cercò, nella sua poesia, di realizzare<br />

un tramite diretto tra l’individuo e il mondo; cercò, come scrisse<br />

Francesco Binni, di:<br />

“…diventare la propria poesia, condizionarsi fino a fare della<br />

propria vita uno strumento sul quale agiscano l’elementare e il<br />

germinale producandone parole…” 2 .<br />

1 Lettera a Pamela Hansford Johnson, 1933<br />

2 <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>, Francesco Binni, Il castoro (1973)<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

5


<strong>Thomas</strong> non solo è penetrato nel mondo con tutta la sua capacità<br />

sensoria, ma, in più, lo interiorizza, trasformandolo in parole. Lui è al<br />

centro della sua opera poetica, non se ne può distaccare, può cercare solo<br />

di ricollegare il soggetto con l’oggetto, l’io con il mondo. Anche il suo<br />

linguaggio poetico fa questo, cerca di unificare il mondo e i pensieri e,<br />

senza esso, le due cose sarebbero scisse. Esso non va né ricercato<br />

all’esterno né può essere rappresentato da un particolare tipo di<br />

discorso, ma esso è costituito da parole ognuna delle quali ha un proprio<br />

corpus, nasce, vive e si rigenera. <strong>Thomas</strong> vuole distruggere ogni tipo di<br />

linguaggio convenzionale, per lui ogni parola incorpora in sé molteplici<br />

significati e per capirne il significato esatto in quel particolare contesto,<br />

bisogna studiare e vedere quale significato assume quella parola in altri<br />

diversi contesti. Le parole sono la «sostanza» della poesia. <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong><br />

scrisse a tale proposito nel «Poetic Manifesto»:<br />

“Quello che mi piace è trattare le parole come un artista il suo<br />

legno o pietra o quello che volete, per tagliarle, scolpirle,<br />

avvolgerle, spianarle e lucidarle in disegni, sequenze, sculture,<br />

fughe di suoni” 3<br />

3 <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>, Francesco Binni, Il castoro 1973<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

6


Inoltre l’atto dello scrivere per <strong>Thomas</strong> va necessariamente<br />

espresso in termini fisici in linea con lo sviluppo fisiologico dei pensieri e<br />

delle azioni; scrive sempre a Pamela Hansford Johnson, nel 1933:<br />

«Tutti i pensieri e le azioni hanno origine dal corpo. Perciò la<br />

descrizione d’un pensiero o di un’azione – per quanto astrusa possa<br />

essere – può essere fatta riducendola a livello fisico. Ogni idea,<br />

intuitiva o intellettuale, può essere tradotta in termini del corpo,<br />

della sua carne, sangue, tendini, vene ghiandole, organi, cellule e<br />

sensi…» 4<br />

La poesia di <strong>Thomas</strong> si distingue per la sua coerenza tematica<br />

caratterizzata dal sesso, dalla nascita come iniziazione alla morte,<br />

elementi dell’esperienza umana per i quali la ragione non sa fornire alcuna<br />

spiegazione esauriente. Lui parte da questa nuda base biologica, ed è su<br />

questa base che costruisce la sua visione mitica rigeneratrice, in linea con<br />

la visione mitica del mondo dei grandi romantici Blake e Coleridge. Ed è<br />

questa visione mitica che lo fa entrare in contrasto con l’establishment<br />

letterario del suo tempo.<br />

Sia nelle prime poesie che nelle poesie della maturità c’è un<br />

fortissimo desiderio di <strong>Thomas</strong> di porsi in contatto con la forza occulta<br />

dell’universo, cercando di fare ciò con grande sincerità e ed impegno.<br />

4 Lettera a Pamela Hansford Johnson, 1933<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

7


3. L’uso delle immagini e il concetto di dualità<br />

Nelle opere letterarie di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> tra i tanti importanti<br />

fattori che si possono riscontrare ve ne sono in particolare due, che<br />

secondo la mia opinione sono fondamentali per capire la sua arte:<br />

l’importanza che lui da alle immagini, e il suo concetto di dualità.<br />

Per quanto riguarda il primo elemento, la sua poesia è<br />

caratterizzata da un fortissimo uso di immagini, che non hanno un<br />

semplice ruolo decorativo ma queste seguono i processi organici della<br />

natura. <strong>Thomas</strong> scrisse quanto segue in una lettera indirizzata a Henry<br />

Treece:<br />

«…Una mia poesia ha bisogno di una schiera di immagini… creo<br />

un’immagine – sebbene « creo » non sia la parola giusta; lascio<br />

forse che un’immagine «si crei» in me emozionalmente poi vi applico<br />

quel tanto di potere intellettuale e critico che posseggo- lascio che<br />

ne generi un’altra, lascio che questa nuova immagine contraddica la<br />

prima, faccio della terza immagine, generata dalla contraddizione<br />

delle altre due, una quarta immagine contraddittoria, e le lascio<br />

tutte, nell’ambito dei limiti formali che mi sono imposto, cozzare<br />

insieme. Ciascuna immagine contiene in sé il germe della propria<br />

distruzione, e il metodo dialettico, così come io lo intendo, è un<br />

costante ergersi e crollare delle immagini che si sprigionano dal<br />

germe centrale, che è esso stesso distruttivo e costruttivo allo<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

8


stesso tempo…Dall’inevitabile conflitto delle immagini…cerco di<br />

concludere quella pace momentanea che è una poesia...» 5 .<br />

Le immagini arrivano ad esistere nella coscienza del poeta e sono tutte<br />

diverse tra loro, in conflitto tra loro; l’unico fattore che collega queste<br />

immagini è la contraddizione. Le immagini entrano a livello inconscio nel<br />

poeta e lo scopo della poesia, per <strong>Thomas</strong>, (ed è per questo che si<br />

allontana dal surrealismo che proponeva un distributore automatico di<br />

immagini sconnesse rastrellate dal subconscio) è selezionare quelle<br />

immagini che possono aiutarlo nel suo processo immaginativo. L’idea<br />

thomasiana di processo è tutt’altro che astratta; è importante e proficua<br />

ai fini della poesia proprio perché impersona il dinamico interpenetrarsi<br />

di soggetto e oggetto in concretezza di parole e immagini.<br />

Il secondo elemento riguarda il concetto di dualità sul quale si basa<br />

l’intera opera di <strong>Thomas</strong>. I principali temi trattati nelle sue poesie sono<br />

quelli che possono vedersi come parte di un’universale antitesi di sviluppo<br />

e decadimento, e cioè credere nella vita contro la disperazione, l’amore<br />

contro la dilapidazione sessuale, l’agire cosciente contro un mondo di<br />

sogno; ma come ho già detto non si tratta di un piano astratto ma <strong>Thomas</strong><br />

lavora sulla concreta letteralità di quel processo, realizzando e<br />

costruendo una linea narrativa continua. Ogni narrativa, inizialmente,<br />

5 “La poesia visionaria di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>” in I Funamboli. Il manierismo nella Letteratura Inglese da Joyce ai Giovani<br />

Arrabbiati, Giorgio Melchiori, Einaudi (1963)<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria<br />

9


viene rappresentata geometricamente in <strong>Thomas</strong> da un cerchio che può<br />

essere inteso sia in senso anatomico che cosmico, ma che in ogni caso,<br />

inizialmente è vuoto, o omogeneo e amorfo nel suo contenuto. In altre<br />

parole per lui in un primissima fase, tutto è omogeneo, non c’è nessun tipo<br />

di differenziazione, neppure tra i sessi. In una seconda fase la narrativa<br />

assume la forma geometrica lineare, creando movimento e iniziali<br />

differenziazioni come quella tra maschio e femmina. Più il processo di<br />

differenziazione progredisce, più si moltiplicano le linee che intersecano<br />

il cerchio.<br />

10<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


4. La reazione di <strong>Thomas</strong> contro la società<br />

La tematica che più ha stuzzicato il mio interesse nei riguardi di<br />

questo autore è il chiaro disgusto e il senso di disapprovazione che lui<br />

aveva nei confronti della società in cui viveva. Al di là delle tecniche<br />

utilizzate piuttosto che dello stile adottato quello che ha attirato la mia<br />

attenzione è il modo in cui attacca le istituzioni; molte delle cose di cui<br />

lui parla, sono secondo assolutamente attuali. A questo proposito vorrei<br />

riportare una lettera che lui scrisse a Pamela Hansford Johnson nel<br />

1933 6 .<br />

«E’ ingiusto tutto ciò che vieta la libertà dell’individuo. I governi<br />

sono ingiusti perché sono i comitati dei proibenti; le rotative sono<br />

ingiuste perché ci nutrono con ciò che vogliono nutrirci e non di ciò che<br />

desideriamo mangiare; le chiese sono ingiuste perché standardizzano i<br />

nostri dei, perché etichettano la nostra morale, perché lodano la morte di<br />

un Cristo scomparso, e temono il pianto di un nuovo Cristo nel deserto; i<br />

poeti sono ingiusti, perché la loro visione non è una visione, ma uno<br />

strabuzzare gli occhi; guardano il mondo d’oggi, e ciononostante i loro<br />

occhi sono rivolti all’indietro lungo le strade dei secoli trascorsi, mai<br />

verso l’enorme, elettrica promessa del futuro.<br />

6 Lettera a Pamela Hansford Johnson l’11 novembre 1933 raccolta in Selected Letters<br />

11<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Ci sono ingiustizia, confusione, criminale ignoranza, virtù corrotta e<br />

invertita, ipocrisia e cecità di pietra, in ogni sfera della vita. Se soltanto<br />

per un momento il mondo occidentale potesse far cadere i veli, che, fin<br />

dai tempi della Riforma, gli si sono attaccati addosso come le croste di<br />

una malattia, e guardare con occhi illuminati, il cesso che ha creato, la<br />

grandezza che ha spaccato e strangolato, l’inedia che ha promosso, le<br />

perversioni e le ignoranze che ha insegnato, alla fine morirebbe di<br />

vergogna. E noi, che non abbiamo vissuto abbastanza per essere corrotti,<br />

potremmo costruire con le sue ossa, buone per concime, la base di una<br />

civiltà giusta e ragionevole».<br />

E ancora in una lettera scritta a Trevor Hughes 7 :<br />

«Vorrei amare l’umanità, ma demoni divoratori di cadaveri, vampiri,<br />

squartatori di donne, stupratori di bambini, ubriaconi tutti verruche,<br />

mezzani e finanzieri passano accanto alla finestra, diretti Dio sa dove e<br />

perché, in un sogno su e giù per la collina»<br />

Credo che il senso di disapprovazione e disgusto nei confronti della<br />

società, di cui parlavo prima, in queste lettere sia abbastanza chiaro. Gli<br />

anni in cui <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> scrisse questa lettera sono gli anni della nascita<br />

di sistemi totalitari, così come sono gli anni della diffusione delle<br />

ideologie naziste in tutto il mondo e dell’incipiente guerra mondiale. Lui<br />

7 Lettera a Trevor Hughes, 1933 raccolta in Selected Letters<br />

12<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


parla di “libertà negata” proprio in relazione a ciò che lui sta vivendo e<br />

credo che lui non veda la possibilità di riscatto in nessuna delle istituzioni<br />

appartenenti alla società, in quanto sia i governi che la chiesa limitino e<br />

addirittura vietino il diritto alla libertà. Nella lettera a Pamela è anche<br />

chiaro il pensiero negativo che lui nei confronti dei poeti suoi<br />

contemporanei; infatti <strong>Thomas</strong> scrive “i poeti sono ingiusti, perché la loro<br />

visione non è una visione, ma uno strabuzzare gli occhi; guardano il mondo<br />

d’oggi, e ciononostante i loro occhi sono rivolti all’indietro lungo le strade<br />

dei secoli trascorsi, mai verso l’enorme, elettrica promessa del futuro”;<br />

lui accusa i poeti suoi contemporanei di non riuscire a rivolgersi verso il<br />

futuro, ma di restare ancorati al passato e tramite questo cercare di<br />

analizzare il presente; facendo ciò credo che lui tenta di dire che anche i<br />

poeti non permettano una proiezione verso il futuro e quindi un progresso<br />

dell’intera umanità.<br />

Prima di passare all’altro esempio che ho portato vorrei aggiungere<br />

un’informazione ulteriore, o meglio, una domanda ulteriore che mi sono<br />

posta: “Perché <strong>Thomas</strong> usa spesso l’aggettivo ingiusto- ingiusta- ingiusti?”<br />

In base a tutto ciò che ho letto, soprattutto riguardo le opere di critica,<br />

ho provato a darmi una risposta, sicuramente discutibile ma è sempre<br />

frutto di una mia riflessione. Io credo che lui usi quell’aggettivo sempre<br />

in relazione a due fattori detti prima: 1. Gli uomini per lui rappresentano<br />

13<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


un’umanità passiva che non riesce a ribellarsi e i potenti approfittandosi<br />

di ciò (e quindi ingiusti) decidono non per essa ma su di essa; 2. La sua<br />

fede politica è sicuramente antitotalitaria e, vivendo in un mondo in cui i<br />

sistemi totalitari si stavano affermando con forza, credo che si sentisse<br />

soffocare e che le libertà negate siano state viste da lui come qualcosa di<br />

assolutamente ingiusto, in quanto annullano l’individuo.<br />

Un altro esempio che ho portato a tal proposito è una poesia<br />

intitolata “The hand that signed the paper” “La mano che firmò il<br />

trattato”, appartenente alla raccolta di poesie “Twenty-five poems” cioè<br />

“Venticinque poesie”.<br />

The Hand That Signed the Paper<br />

The hand that signed the paper felled a city;<br />

Five sovereign fingers taxed the breath,<br />

Doubled the globe of dead and halved a country;<br />

These five kings did a king to death.<br />

The mighty hand leads to a sloping shoulder,<br />

The finger joints are cramped with chalk;<br />

A goose's quill has put an end to murder<br />

That put an end to talk.<br />

The hand that signed the treaty bred a fever,<br />

And famine grew, and locusts came;<br />

14<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Great is the hand that holds dominion over<br />

Man by a scribbled name.<br />

The five kings count the dead but do not soften<br />

The crusted wound nor stroke the brow;<br />

A hand rules pity as a hand rules heaven;<br />

Hands have no tears to flow.<br />

La mano che firmò il trattato<br />

La mano che firmò il trattato fece crollare una città;<br />

Cinque dita sovrane posero un'ipoteca sul respiro,<br />

Raddoppiarono il globo dei morti e dimezzarono un paese;<br />

Quei cinque re misero a morte un re.<br />

La mano possente conduce a una spalla ricurva,<br />

Il gesso contrae le giunture delle dita;<br />

Una penna d'oca ha posto fine al delitto<br />

Che pose fine a ogni negoziato.<br />

La mano che firmò il trattato produsse una febbre,<br />

La carestia avanzò, e le locuste giunsero; è grande<br />

La mano che tiene in suo dominio l'uomo<br />

Grazie a un nome scribacchiato.<br />

I cinque re contano i morti, ma non possono curare<br />

La ferita incrostata, né spianare la fronte; una mano<br />

15<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Amministra pietà come una mano amministra anche il cielo;<br />

Le mani non hanno lacrime da spargere.<br />

Anche in questa poesia, datata 17 agosto 1933 in “Buffalo<br />

Notebook” successivamente raccolta in “Twenty-Five Poems”, si evince a<br />

mio avviso sia il tema dell’ingiustizia da parte dei potenti di poter<br />

decidere del destino degli uomini, come se questi fossero solo oggetti,<br />

quindi decidere chi debba vivere e chi debba morire, e che l’azione dei<br />

potenti non faccia altro che portare miseria e distruzione (“Doubled the<br />

globe of dead and halved a country” “Raddoppiarono il globo dei morti e<br />

dimezzarono un paese”). La figura di un potente che con una semplice<br />

sigla decide il destino degli uomini ponendo fine a qualsiasi tipo di<br />

negoziato e quindi di conseguenza limitando la libertà degli uomini (“A<br />

goose's quill has put an end to murder<br />

That put an end to talk” “Una penna d'oca ha posto fine al delitto<br />

Che pose fine a ogni negoziato”), e lo fa quasi come fosse un Dio che<br />

amministra il suo cielo ( “A hand rules pity as a hand rules heaven” “una<br />

mano amministra pietà come una mano amministra anche il cielo”). Qui si<br />

evince anche la visione che <strong>Thomas</strong> ha dell’umanità: gli uomini che fanno<br />

questa storia sono un’umanità senza prospettiva di sviluppo che<br />

continuamente costruisce la propria caduta, una malvagia e perversa<br />

macchina da guerra, una mano maledetta: “la mano che firmò il<br />

16<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


trattato”,che “abbatté una città” e che “produsse una febbre”; in questa<br />

visione pessimistica, la mano politica è vista come una forza impersonale.<br />

Nonostante da questi due esempi venga fuori una visione assolutamente<br />

pessimistica che <strong>Thomas</strong> ha, ecco che entra in gioco l’elemento della<br />

contraddizione presente in tutta la sua opera, di cui lui stesso ha parlato,<br />

definendo e spiegando che su questo elemento si basa il suo metodo di<br />

ricerca e di “far poesia” e che viene, sia nel passato che ancora oggi,<br />

spesso analizzato da tanti critici come lo stesso Francesco Binni: alla<br />

visione pessimistica espressa pienamente e totalmente ad esempio nella<br />

lettera, egli alla fine introduce con poche e semplici frasi un elemento di<br />

positività, la speranza che egli ha che un giorno l’umanità possa ribellarsi<br />

e costruire qualcosa di giusto e di nuovo sulle basi di una civiltà ormai<br />

morta; quindi l’elemento negativo si contraddice lasciando posto<br />

all’elemento positivo (“E noi, che non abbiamo vissuto abbastanza per<br />

essere corrotti, potremmo costruire con le sue ossa, buone per concime,<br />

la base di una civiltà giusta e ragionevole”).<br />

Infine aggiungo che il disgusto thomasiano per la società non<br />

assumerà mai i toni satirici di Jonathan Swift o di Joyce perché <strong>Thomas</strong><br />

è fondamentalmente poeta mitopoietico e visionario. Tuttavia, non si può<br />

non ammettere che la questione dei rapporti umani tormenti <strong>Thomas</strong>,<br />

17<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


soprattutto in poesie come “I have longed to move away”, cioè “Ho<br />

desiderato tanto allontanarmi”.<br />

18<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Conclusioni generali<br />

<strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> riscosse un gran successo in Italia soprattutto nel<br />

secondo dopoguerra. Quella di <strong>Thomas</strong> è una poesia bardica, struggente e<br />

biblica. I suoi personaggi sono spesso goffi, esilaranti, lamentosi,<br />

sensuali, sembra quasi che vogliano uscir fuori e traboccare dalla pagina<br />

e, per questa caratteristica, molti critici hanno eguagliato le opere di<br />

<strong>Thomas</strong> con i quadri di Brueghel.<br />

Io credo che le sue poesie siano profonde e incantevoli, e grazie<br />

alle molte registrazioni delle sue letture (che a mio parere restano<br />

ineguagliate) che ci ha lasciato, riesce a trasmetterci un’emozione più<br />

forte; tramite la sua voce che quasi ipnotizza, riusciamo ad entrare<br />

direttamente in contatto con il suo mondo, con il suo pensiero. Proprio per<br />

questo motivo spiego come mai al suo tempo abbia riscosso così tanto<br />

successo; così si spiegherebbe anche l’enorme seguito che aveva ogni<br />

qualvolta portava in scena una sua lettura. Attorno a lui si scatenò<br />

un’attrazione straordinaria che ha fatto si che molti artisti per motivi<br />

vari si rivolgessero a lui. Penso ad esempio a Bob <strong>Dylan</strong>, che ha preso il<br />

nome dell’autore per farne il proprio nome d’arte, o ancora penso al caso<br />

di <strong>Dylan</strong> Dog: hanno pensato a <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> per ispirarsi e trovare il<br />

titolo del fumetto.<br />

19<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Per me <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> ha dato un grande contributo alla scena<br />

letteraria, sia in merito di stile e linguaggio adottato, sia in merito di<br />

definizione stessa della poesia, che è, per lui, l’unica cosa che realmente<br />

permette l’unione tra l’uomo e il mondo, tra l’individuo e la realtà esterna.<br />

Le poesie di <strong>Thomas</strong> oltre a piacermi, mi hanno anche interessato in<br />

particolar modo, in quanto credo che molte delle tematiche da lui<br />

trattate siano assolutamente attuali e proprio per questo spero che<br />

<strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong> venga studiato maggiormente nelle scuole e nelle università<br />

non solo a livello nazionale, bensì mondiale.<br />

20<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria


Bibliografia<br />

• “Storia della letteratura inglese” P. Bertinetti, Torino,<br />

Einaudi, 2000<br />

• “Breve storia della letteratura inglese” Bertinetti. Einaudi<br />

• “Only Connect…A History and Anthology of English<br />

Literature” Second Edition, Zanichelli<br />

• “La letteratura inglese dai romantici al ‘900” Mario Praz.<br />

Biblioteca universale, Rizzoli<br />

• “Poesie e racconti” <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>. Arrodante Marianni, 1996.<br />

• “Poesie” <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>. Einaudi, 2007.<br />

• “Ritratto del poeta attraverso le lettere” Costantine<br />

Fitzgibbon. Einaudi<br />

• “<strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>” Francesco Binni, Il castoro 1973<br />

• “La poesia visionaria di <strong>Dylan</strong> <strong>Thomas</strong>” in I Funamboli. Il<br />

manierismo nella Letteratura Inglese da Joyce ai Giovani Arrabbiati,<br />

Giorgio Melchiori, Einaudi (1963)<br />

21<br />

Ricerca a cura di Fulco Maria

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!