anno i - (Domenicani) - Provincia San Domenico in Italia
anno i - (Domenicani) - Provincia San Domenico in Italia
anno i - (Domenicani) - Provincia San Domenico in Italia
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
L'Arca di San Domenico
PERIODICO DI VITA DOMENICANA
Presentazione
L'Arca di San Domenico è una nuova pubblicazione, promossa dalla Famiglia
Domenicana di Bologna, che inizia con il ] 998. È trimestrale e si propone di informare,
formare e tenere uniti i discepoli, gli amici e gli estimatori del grande apostolo
della veri tà, S. Domenico, che ha lasciato a Bologna le sue spoglie mortali, accolte
nell'insigne monumento di Nicolò dell' Arca.
Non molti bolognesi sanno che nella Basilica di S. Domenico è sepolto proprio
S. Domenico fin dal momento della sua morte, avvenuta il 6 agosto 1221. Da allora
la Comunità Domenicana ha onorato come meglio poteva la memoria del suo fondatore,
innalzandogli, nel giro dei primi tre secoli, l'Arca, un gioiello di arte, storia
e spiritualità.
J cultori d'arte sanno che l'Arca di S. Domenico è un capolavoro lmico che annoaizza
il genio di Nicola Pisano, Arnolfo da Cambio, Michelangelo C, appunto, Nicola
da Bari che dopo l'esecuzione di quest' opera è stato chiamato Nicolò dell'Arca.
E poi ancora altri artisti: Jacopo Roseto, Guido Reni, Mastelletta, Tiarini ecc.
Ma l'Arca di S. Domenico è molto di più di un monwnento, pur insigne. Essa è
lì a parlare di un uomo eccelso, Wl innamorato della verità, un apostolo che Dante
chiama l' "agricoltore" che Gesù Cristo ha suscitato nel suo orto, la Chiesa, per coltivarlo.
L'Arca, più ancora che per l'arte, brilla quindj per lo spirito ardente che ha animato
S. Domenico. Uno sp irito vivo che ha guidato attraverso i secoli tutta la
Famiglia Domenicana (i Frati, le Suore di clausura e di vita attiva, i Laici) che guard
a a lui come al Patriarca, cioè il colui che, come dice la parola, porta in sé la
discendenza.
li periodico L'Arca di S. Dome"ico è utile per informare e formare alla scuola di
S. Domenico non solo gli appartenenti alla sua Famiglia, ma anche tutti coloro che,
in unione con l'Ordine Domenicano, desiderano partecipare alla missione propria
di S. Domenico: la missione di illuminare le coscienze. Questo compito provvede a
quella povertà spirituale e culturale che, per quanto meno commovente di quella
materiale, è comunque più grave perché deturpa non il corpo, ma lo spirito, che è
la caratteristica specifica della persona umana e ciò che la rende immagine di Dio.
3
P. VINCENZO BENIiTOLLO O. P.
L a Comunità
di San Domenico
di Bologna
n primato di Dio nella vita
La Comunità dei Frati Domenicani di
San Domenico di Bologna è una bella
realtà che presenta aspetti diversi nel
servizio alla Chiesa di Bologna.
La vicinanza a una comunità religiO!>a
è un'occasione opportuna per imparare
a conoscere e a riconoscere il Signore
nella vita. Una comunità di Frati diventa
un luogo tangibile dovc si vede che il
Signore non può essere relegato all'ultimo
posto: i Frati con la loro consacrazione
proclamano il primato di Dio.
Pcr parte nostra siamo consapevoli
che "se il Signore non costruisce la caS.1
invano faticano j costruttori", e quindi
dedichiamo uno spazio im portante alla
preghiera. Tale preghiera non può non
manifestare un carattere comunitario: la
liturgia delle ore viene perciò celebrata in
forma corale, con sobri età ma con
dignità, e in forma pubblica perché il
desiderio della comunità è di poter essere
anche un luogo di educazione alla preghiera
per coloro che desiderano imparare
a pregare.
La Basilica di San Domenico è anche
il luogo privilegiato dove i Padri Domenica
ni esercitano il loro servizio sacerdotale
nella celebrazione dell'eucarestia e
nel continuo, quotidiano ministero delle
confessioni: durante il giorno in chiesa
si può sempre trovare uno O più confessori.
Naturalmente i "Frati Predicatori"
(questo è il nome proprio dei Domenica-
Frati Domenicani
4
ni) predicano. E lo fanno in tutte le forme
possibili: ritiri, giornate di spiritualità,
convegni, conferenze, alla radio,
alla televisione ccc.
La Basilica di Sa n Domenico di Bologna
ha un'importanza unica per ]'Ordine,
data la presenza della tomba d i
San Domenico: il nostro desiderio è di
rafforzare e promuovere il culto a San
Domenico perché p urtroppo è poco
conosduto, anche dai bolognesi stessi.
Evangelizzazione e studio
Una realtà conosciuta e apprezZo1ta è
la Facoltà di Teologia e Filosofia nella
quale stud iano i nostri Frati chierici e
alla quale già da parecchi anni si iscrivono
numerosi laici per il conseguimento
di un titolo di studio in vista dell'insegnamento,
oppure, semplicemente per
una formazione cristiana seria nel desiderio
di crescere nella fed e.
Il frutto della ricerca, dello studio e la
grande ricchezza del pensiero di San
Tommaso d 'Aquino assumono anche
forma scritta grazie al la vo ro delle
Edizioni Studio Dome nicano (ES D);
oltre alla pubblicazione di scritti a carattere
strettamente scientifico, le ESD
mirano a d iffondere la cultura e la
sapienza cristiana attraverso una serie
di opere divulgative e accessibili a tutti.
La nostra Comunità di San Domenico
è ravvivata dalla presenza dei giovani
frali chierici che stanno studiando per
prepararsi al sacerdozio. Attualmente
sono una trentina, provenienti da tutta
Italia, e non mancano anche gli stranieri:
c'è un chierico russo e uno maltese.
La presenza dei giovani Frati contribuisce
a creare un ambiente in cui i giovani
si sentano Wl po' a casa loro. Ecco
perché si è voluto creare un movimento
di pastorale giovanile in modo che a
Germi di speranza
Il fascino di San Domenico e della
sua spiritualità non è una cosa riservata
ai Frati ma attira anche tante altre persone.
Per questo parecchi laici hanno
scelto di far parte della Famiglia di San
Domenico, mossi dal desiderio di crescere
nella conoscenza del Vangelo e
dalla volontà di testimoniado nella vita
di ogni giorno.
11 dialogo con il mondo della cultura
e di chi con onestà cerca la verità è promosso
dal "Centro San Domenico".
Questo centro culturale da trent'anni fa
sentire la sua voce a Bologna. Tantissime
sono le persone che ha avvicinato per
aiutarle a confrontarsi con la verità cattolica
nel tentativo di infondere la speranza
cristiana.
5
Frati Domenicani
San Domenico non manchi quel cl ima
di festa che i giovani a modo loro sanno
creare. La "comunità giovani San Domenico",
oltre a impegnarsi in un cammino
di formazione cristiana, fa udire il
suo canto c invita al canto mediante l'animazione
della mcssa domenicale e la
"lectio divina" mensile, pensata proprio
. .
per I glOvam.
La Comunità dei
Frati Domenicani
di Bologna
nel chiostro
del Convento
Nel presentare queste realtà della
Comunità di S. Domenico non è mia
intenzione di fare un'autocelebrazione.
Semplicemente vorrei evidenziare gli
elementi di speranza e di fid ucia che
permettono a me, Priore neo-eletto, di
svolgere il mio servizio con slancio, partendo
proprio dalle tante cose belIe che
già ci sono. Naturalmente siamo in cammino
e la perfezione non è di questo
mondo. Perciò i suggerimenti e anche le
critiche sono auspicabili e opportuni,
purché vengano da un animo che prende
a cuore le realtà per migliorarle. Chi
accetta di spcndersi e di pagare dj persona
per la diffusione del Vangelo, a
San Domenico smà sempre il benvenuto.
P. Mario Mazzoleni o. p.
Priore della Comunità di Bologna
Il Bealo Reginaldo d'Orléans è il
"primo priore" del Convenlo domenicano
di Bologna: nella primavera del 1219
trasferl la comunità dal Convento di
Santa Maria della Mascarella nell'attuale
sede, allora intitolata a San Nicolò.
Nacque a Saint-Cilles, in Francia, nel
1183; a soli 23 anni era già un apprezzatissimo
professore di diritto canonico
dell'Università di Parigi. Nel 1218, mentre
si trovava a Roma in at!L'sa di partire
per la Terra Santa, cadde gravemente
amma la lo. San Domenico andò più
volte a visitarlo, e quando lo esortò a
enlrare nel suo Ordine, Maestro Reginaldo
fll entusiasta e si obbligò con volo.
Egli guarl dalla gravissima malattia
"ma nOn senza l'intervento di un miracolo
divino": gli apparve la Madre della
Misericordia, la Vergine, che lo unse con
un unguento salutare e gli mostrÒ l'abito
dell' Ordine Domenicano. Il 21 dicembre
1218 arrivò a Bologna e si ded
icò totalmente alla predicazione. La
sua parola era ardente e penetrava i
cuori di tutti gli ascoltatori: "tutta Bologna
era in effervescenza perché sembra-
7
Frati Domenicani
la foonella
raffigura, di seguito,
il Beato Reginaldo
che promette
a S. Domenico
di entrare
nell' Ordine
Domenicano,
la sua malallia
e la Madonna
che lo guarisce
e gli presenta l'abito
dei Domenicani
(NICOlA PISANO,
Arca di S. Domenico,
BOOgna).
va sorlo lIn nuovo Elia". Ricevette nell'Ordine
mol ti giovani, al punto che fu
necessario trasferire la comunità in un
edificio più ampio. Nell'estate del 1219
San Domenico passando per Bologna
trovò una numerosa comunità di frati e
decise di inviare il brillante predicatore
a Parigi per risollevarc le sorti anche di
quel Convento. Ma dopo poco tempo
(il l ° febbraio 1220), Reginaldo morl.
Alcuni giorni prima della sua morle un
confratello, che lo aveva conosciuto fra
gli onori quando era brillante professore
all'università, gli domandò se avesse
avuto qualche rimpian lo per essere
entralo nell'Ordine Domenicano. Egli
abbassando la testa ri spose: «Non
credo di guadagnare alcun merito vivendo
in quest'Ordine, perché vi ho trovato
sempre troppa gioia».
(Per conoscerne di più puoi leggere
San Domel/ico visto dai slwi contemporallei,
pp. 129 55., Storie e leggende medievali -
Vitae Fra/rum, p. 196. I libri si trovano
nella Sala Ricordi della Basilica di S. Domenico).
I l valore
dello studio
L'amore della verità
Una delle pri ncipali fi nalità
dell'Ordine domenicano, come è noto, è
la promozione degli studi teologici. In
questo campo, il centro culturale domenicano
bolognese si è sempre distinto fin
dagli inizi della vita dell'Ordine, all'interno
dell'Ordine e nella Chiesa stessa, e
ancora oggi esso sta dando un significativo
contributo al progresso degli studi
teologici e filosofici.
Le origini di questa importante istituzione
educativa e culturale risalgono
pi uttosto indietro nel tempo: dobbiamo
risalire al XIII secolo, appunto quando
nacque, come ho detto, lo stesso Ordine
Domenicano: si tratta della fondazione,
nel 1248, dello "Studio generale e solenne",
che nacque, nell'Ordi ne, insieme
con quelli di Montpell ie r, Colonia e
Oxford, aggiungendosi a quello più
antico e famoso di S. Giacomo di Parigi.
Le attività accademiche d i questo
Studio generale sono proseguite ininterrottamente
dalla fondazione fino ad
oggi, tranne per due interruzioni: una
dal 1798 al 1824, dovuta al movimento
anticattolico provocato dalla Rivoluzione
francese; e la seconda, dal ]909 al
1940, causata da difficoltà interne all'Ordine
stesso in seguito alla soppressione
degli Ordini. Ma anclle in questi periodi
di crisi, la cura del sapere teologico fu
comunque mantenuta da parte della
Provincia Domenicana "U triusquc Lom-
Ateneo Domenicano
9
bardiae" alla quale apparteneva lo Studio
bolognese, anche se con mezzi d'emergenza,
curando la fo rmazione dei
propri giovani o in altre sedi o presso
al tre Province dell'Ordine che potevano
assicurare un'adeguata formazione filosofiCO-leologica.
La situazione attuale
Dopo essere rinato come Studio generale
nel 1940, nel 1962 lo Studio viene
aggregato alla Facoltà teologica della
Pontificia Università S. Tommaso d' Aquino
d i Roma. Nel 1978, con decreto
della S. Sede, nasce lo STAB (Studio Teologico
Accademico Bolognese), istituto
teologico che riunisce in sé il Seminario
di Bologna, che presenta un ind irizzo
prevalentemente pastorale, c lo Studio
Domenicano, con sede nel Convento di
S. Domenico, che segue un indirizzo
prevalentemente teoretico-tomista. Ovviamente
queste differenze non va nno
troppo accen tuate, dal momento che il
Concilio Vaticano II raccomanda lo studio
di S. Tommaso non solo ai Domenicani,
ma a tulti gli istituti educativi, scolastici
od universita ri della Chiesa, mentre
è ovvio che una compiuta formazione
teologica domenicana deve pur sempre
contemplare anche l'aspetto pastorale.
Da questo nasce la costante collaborazione
fra la sezione dioct.'Sana e quella
domenicana dello STAB.
Ateneo Domenicano
La sezione domenicana dello STAB
ha poi dato vita a un'altra istitu zione:
lo Studio Filosofico Domenicano (SFD),
con sede pn.'Sso il Convento di S. Domenico.
Lo SFD opera autonomamente, ma
affianca l'attività dello STAB qualificando
accademicamente i candidali all o
studio della teologia e stabilendo un
pon te e un dialogo, sul piano della ragione,
con la società pluri-culturale dei
nostri giorni.
Una delle aule scolastiche
Altre iniziative culturali
L'A teneo Domenicano, oltre a dare
una qu alificata formazione filoso fi ca e
teologica ai giovani domenicani e non
domenicani che si preparano al sacerdozio,
offre una valida opportunità di coltivare
gli studi fil osofici e h.'Ologici a
coloro che, la ici o rel igiosi, desiderano
affrontare alcune tematiche fondamentali
riguardanti i più alti valori della vita,
non tanto per conseguire titoli accademici,
ma per formare se stessi e per
meglio svolgere una funzione educatrice,
$Ccondo le esigenze degli uomini del
nostro tempo.
10
Lo Studio Teologico conferisçc i gradi
accademici del baccellierato (ci clo di
studi di cinque anni) e della licenza
(ulteriori due anni dopo il baccellierato);
quello fil osofico conferisce il baccellierato
(ciclo di studi d i due anni). Il corpo
docente è costituito da 4J professori. Gli
studenti di teologia quest'anno sono 62,
mentre quell i d i filosofia 139.
.... A/a del chiostro che ospita /e aule
L'Ateneo Domenicano, al di là deUe
normali attività accademiche fil osofiche
c teologiche, organizza cicli di lezioni
val idi anche come cors i d i aggiornamento
per gli insegnanti e convegni su
argomenti specifici.
Due appu ntamenti importanti di
quest'anno accademico sono:
6-7 maggio, presso il Convento S. Domenico,
Convegno dal titolo "La teologia
nella Chies..l c nel mondo: una doppia
appartenenza?".
16 maggio, presso la sa la convegni della
Ca mera di Commercio di Modena,
Convegno dal titolo "Re lazione, alterità,
veri tà" .
P. Giovanni Cavalcoli o.p.
Edizioni Studio Domenicano
U na "predicazione"
scritta
Come nasce l'idea
di fondare la Casa editrice
Le Edizioni Studio Do menicano
(ESD) di Bologna sono nate ufficialmente
nel 1985. Era un po' di tempo che 1'idea
si era falta s trada nella nostra
Comunità Domenicana perché sembrava
piuttosto insolito che un Ordine, che
ufficialmente si d enomina d ei Frati
Predicatori, non si servisse anche della
carta stampata quale mezzo di predica
:done. inoltre, a Bologna, i Padri Domenicalù
curavano, e curano, una Facoltà
di Teologia c ulla di Filosofia dL-'dicando
molto tempo all'insegnamento. Spesso,
quindi, affiorava l'esigenza di dare
fo rma scritta a questa attività didattica.
L'occasione propizia per costituire
una casa edit rice è ven uta g razie al
testamento di una signora, Pia Comini,
vedova De Vecchi, che, senza conoscere
nessun Domenicano in particol are, ha
lasciato alla nostra comunità una villetta
nella prima periferia di Bologna affinché
si erigesse un centro culturalc-spiritualc
in memoria del marito Gino De Ve
Perciò è curioso che proprio dopo il Concilio
!'insegnamento nei seminari e studentati
religiosi abbia preso altre strade,
trascurando la via tracciata dal Dottore
di Aquino. Quindi a maggior ragione
riteniamo che sia nostro compito trasmettere
la dottrina di San Tommaso c0me
contributo specifico dei Domenicani
alla missione universale della Chiesa.
La spiritualità domenicana
Un altro settore importante per le
Edizioni è quello rela tivo alla storia e
alla spiritualità domenicana, con pa rticolare
attenzione alle figure più significative
della nostra Famiglia. Nella co llana
Attendile ad Pc/ram sono presenti
opere ormai classiche come il Dia/ogn
della Divilla provvidenza e le Lettere d i
Santa Caterina da Siena (entrambe in
italiano corrente per facilitame la lettura
e la comprensio ne), lo Specchio della
Croce (pure in italiano modemo) di Domenico
Cavalca, la versione italiana delle
Vitae Fratmm di Geraldo d i Frachet,
con il titolo Storie e leggende medievali,
alcuni scritti spirituali di Gerolamo Savonarola
(dal titolo Itinerario Spirituale) c
anche le consuetudini più antiche del
nostro O rdine p ubblicate nel li bro
LA vita qllOtidiana di 11/1 convento medievale.
Il libro più importante per la conoscenza
di San Domenico e dell'Ordine è sicuramente
la raccol ta dci più antichi documenti
circa il Santo e la sua opera, pubblicati
in una nuova edizione di Sali Domel/ico
visto dai suoi contemporallei (vedi
descrizione a p. 30).
La collana Praedicare, che raccoglie le
biografie d el San ti domenicani, conia
ormai quindici volumetti e per alcuni si
13
Edizioni Studio Domenicano
è già dovuto provvedere alla ristampa.
Ultimamente sono anche state pubblicate
(nella collana Psallite) le biografie di
fig ure particolarmente significative di
tempi non troppo lontani: P. Lorgna,
P. Rossetti, P. Girotti e il Beato Giacinto
Cormier.
Un buon contributo ad arricchire le
collane che ri guardano la tradizione
dell'Ordine Domenicano è venuto anche
dalle suore: tre poderosi vol umi sulla
storia del Monastero di San Sisto e una
bella e d ocumentata b iografia di
Ennelinda Rigon, fondatrice del Cenacolo
Domenicano. Abbiamo preparato anche
un libro di preghiere (il Piccolo Breviario)
che raccoglie le orazioni più significative
delle tradizione domenicana. La nostra
Editrice ha profuso notevole sforzo
per la pubblicazione d i Angeliclls Pictorvita,
opere e teologia del Beato Angelico,
un'opera di grande pregio del P. Ventorino
Alce, corredata da 140 illustrazioni
a colori, che conduce passo passo il lettore
a scoprire, al di là del genio pittorico
del Beato Angelico, il patrimonio spirituale,
religioso e domenicano che egli
ha comunicato con il pennello.
Le Edizioni hanno fatto molta strada
dal 1987 e contano ormai numerose altre
collane e pubblicazioni che saranno illustrate
nei prossimi numeri dell'Arca.
P. Vincenzo Bcnetollo o.p.
Chi desidera prendere visione dei
libri e ritirare il catalogo generale si può
recare alla Sala Ricord i della Basilica di
S. Domenico, oppu re può rivolgersi
direttamente alle ESD (tel. 051 / 582034).
Suore Missionarie di San Sisto
L'apostolato
dell'educazione
Le origini della Congregazione
Siamo la Congregazione delle Suore
Domenicane Missionarie d i San Sisto,
fondata dalla Serva di Dio Suor Ma ri a
Antonia Lalia il 17 gennaio 1893.
La Casa Generalizia della nostra Congregazione
si trova a Roma, presso l'omonima
Basilica sulla Via Appia.
Riconosciuta dall'Ordine Domenicano
e dalla 5.1cra Congregazione dei ReUgiosi,
Suor Maria An tonia Lalia aprì
case in varie città e regioni d'Italia, scmpre
con l'ani mo fisso all'ideale missionario
che l'aveva attratta a Roma.
li pensiero e il cuore della Madre si
dilatavano sempre più sull'o ri zzonte
della Chiesa universale e, in particolare,
della Ru ssia e dell' America Latina,
anche se conobbe difficoltà e tribolazioni
che servirono alla sua Santificazione.
La Congregazione conta ora 65 case
in Italia, in America Latina e in Russia,
dove svolge attività educative, assistenziali
e missionarie ecumeniche.
La nostra scuola materna
Anche a Bologna la presenza delle
Suore Domenicane Missionarie d i San
Sisto è assai viva, d.al 1954, a Casteldebaie,
presso la Scuola Materna Parrocchiale
"S. Giuseppe", via Oelia Barbieri 2,
dove attualmente è in atto un moderno
progetto formativo per bambini da i 3 ai
6 anni. L'innovazione didattica è stmUu-
15
rata su un'organizzazione educativa che
si richiama agli obiettivi e alle strategie
metod ologiche proposte dai "Nuovi
Ordinamenti per la Scuola dell' Infanzia",
approvati con D.M. 3/ 6/ 1991.
La Scuola Materna "S. Giuseppe" di
Casteldebole si propone oggi come un
originale e suggestivo ambiente che favorisce
gli apprendimenti e le relazioni
attraverso uno sviluppo armonico e gratificante
delle qualità potenziali del fanciullo
nelle varie dimensioni della sua
personalità, della sua intelligenza e del
suo mondo fantastico.
A servizio della formazione
La professionalità delle insegnanti è
alimentata da continue forme di aggiornamento
e da una formazione in servizio,
attenta alle nuove tecnologie didattiche
intese a sviluppare nei bambini le
capacità connesse alle dinamiche proprie
della ricerca-azione, dell'educazione
mass-mediale, dcll' insegnamento
della lingua inglese, della comunicazione,
della percezione sensoriale della
realtà, della danza, delle attività artistico-espressive,
psicomotorie e ludiche.
Particolare interesse riveste nel progetto
educativo della Scuola il rapporto
con la Famiglia, visto nell'ottica d elle
nuove proposte metoclologiche che prevedono
un razionale e proficuo coinvolgimento
della "coppia educante" nel
Suore Domenicane della Beata Imelda
L a spiritualità
eucaristica
L'Eucaristia
mistero di comunione
La spiritualità eucaristica riassume il
mistero centrale della vita di Cristo: il
dono incondizionato della sua vi ta a Dio
Padre per la salvezza dell'umanità.
"Ho desiderato ardentemel/te di mal/giare
questa Pasqua COli voi ... " (Lc 22,15).
Durante l'ultima Cena Gesù rivela ai
suoi discepoli il mistero nascosto da secoli,
lo scopo della sua missione: donarsi
al Padre a favore di hltti gli uomini, perché
essi vivano nuova mente in comunione
con Dio Padre. La comunione che
Gesù vive con il Padre e lo Spirito Santo,
la comuruca nell'Eucaristia a chi lo accoglie,
lo ascolta c crede in Lui.
Fa te questo in memoria di me: celebrate
l'Eucaristia, mangiate il mio Pane
di vita, bevete il mio Sangue, segn o
della nuova alleanza tra Dio e l'umanità,
d ona te voi s tessi in memori a di me.
Nell'ultima cena Gesù definisce il significato
di tutta la sua vita te rrena come
"servizio o d iakonia": "lo sto i/1 mezzo a
voi come coliti che serve" (Lc 22,27). In
questo modo egli procl ama la nuova
logica della rivelazione cristia na, contrapposta
alla logica mondana che tende
alla prepotenza e al domiruo sugli altri.
Gesù si dona liberamente, volontariamente,
per amore, obbediente al Padre
fino alla morte di croce: è il sacrificio più
grande, l' unico, che nell'Eucaristia viene
perpetuato.
17
Dal dono supremo di Cristo nasce la
Chiesa, comunità dei credenti, comunità
di comunione. Per il dono di Cristo nella
Chiesa ogni comun ità religiosa diviene
sacramento di comunione ed è compito
della comunità religiosa inca.rna re e rendere
visibile la comunione con Cristo e
tra i fratelli /sorelle che la costituiscono.
L'Eucaristia, come sacri ficio e come convito,
è la fon te dell a vita div ina nel
cuore della Chiesa e, in essa, è la fo rza
dinamica che sempre la rigenera, la rinnova,
la fa crescere in unità, a ttraverso
la mutua e gratuita autodonazione nella
carità.
Comunione e missione
"Bevetene tlllti, perclu! t il mio Slmgue de/l'alleanza,
versato lrer molti, iII remissione
dei peccati" (MI 26,28).
Versa to per mol ti, per le moltitudini,
per tutti . Oggi Cristo affi da a lla Chiesa
la missione di portare a tutta l'umanità
la salvezza da lui acquistata. L'Eucaristia
apre la comunità religiosa a lla missione
nel mondo, in una "donazione e
spargimento per tutti", come ha falto il
s uo Signore e Maestro, ma esige tra i
s uoi membri quella comunione che la
cena del Signore implica: unità, dialogo,
condivisione, sol idarietà e relazioni
riconciliate.
"SbarcaI/do, vide molta folla, si commosse
per loro, perché erallo come l'tcore sellza
pastore, e si mise Il illsegllare loro molte
cose" (Mc 6,34).
Suore Domenicane della Beata Imelda
L'Eucaristia è comunione non solo
con la persona di Gesù, ma anche con il
suo Vangelo; Gesù è la Parola del Padre
che illumina oglli uomo e lo guida a
riconoscere il proprio pecca to, ad accogliere
il perdono gratuito di Dio, a vivere
nella s ua am ici zia in una nuova
dimensione. La mensa del Pane richiama
incessantemente la mensa della
Parola, come luogo in cui Cristo si fa
riconoscere e incontrare, oggi.
La presenza realc, viva e dinamica di
Cristo risorto nell'Eucaristia genera un
doppio dinamismo: da una parte la
costante c sempre rinnovata donazione
della Chiesa nel e per il mondo e, d all'altra,
questo dono - sacrificio d ella
comunità cristia na devono r itornare
all'Eucaristia come affertario, perché
offrendo la nostra vita intera e tutta l'attività
umana, lavoro e gioie, ansie e sofferenze,
attese e speranze ... diventino
un'offerta spirihlale, a Dio grildita, per
mezzo di Cesti Cristo.
Lode, adorazione, ringraziamento
L'Euca ristia, nel significa to della parola,
è "sacrificio di lode", frutto di labbra
che benedicono il nome di Dio. Lode,
adorazione e ringraziamento scaturiscono
da una profonda esperienza e dal
ricordo vivo delle azioni salvifiche di
Dio. Anche Gesù ha canta to \'inno di
benedizione e di ringraziamento, non
solo nella celebrazione della Pasqua, ma
tutte le volte che p rende il pane per
spezzarlo e offrirlo come Pane di vita,
Egli alza gli occhi al Cielo .. . , benedice e
rende grazie, loda ... , insieme col Padre e
lo Spirito Santo com pie i[ gesto p iù
significa tivo che pe.rpetua l'amore: trasformare
i.l pane e il vino nel Corpo e
Sangue di Cristo, donato sulla Croce.
18
Di fronte a questo Dio che si fa così
vicino all' uomo e diviene vita della sua
vita, gratuitamente e solo per amore,
l'uomo resta sbigottito soprattutto oggi
che la civiltà tecnologica lo ha convinto
che nulla ci venga dato gratuitamente,
nulla sia puro dono di Dio ma solo fru ito
dello sforzo umano.
TuHo è grazia
Fare l'esperienza de\l'Eucaristia s ignifjca
entrare nella logica che "tutto è
grazia". La percezione dell'amore originario
di Dio, del Figlio suo Gesù Cristo,
dello Spirito Vivificatore e Consolatore,
apre il cuore umano al canto del
"Magnifica t"; apre le menti a riconoscere
che Egli è il Signore della Vita, della
Storia, del Cielo e della Terra davanti al
quale ogni ginocchio si piega in adorazione,
ed è il gesto che abbassa e, ad un
tempo, esalta ['uomo che si riconosce
nella propria verità. E l' uomo, sempre
fragile, bisognoso continuamente di rinnovare
- attraverso il perdono - l'amicizia
che il peccato compromette, può
contare nella solidarietà di Cristo e dei
fratelli partecipando alla mensa fraterna
deU'Euca ris tica, impegnandosi egli stesso
nel processo di trasformazione e liberazione
dell'umanità dall'egois mo e
dalla solitudine, dall'idolatria dell'effi
mero e del presente.
La vita eucaristica continua nella preghiera
incessante della Chiesa: liturgia
delle Ore, adorazione, meditazione e
comunicazione della Parola di Dio ... e,
soprattutto, nella vita di servizio-diakonia
per la fame e la sete di comunione e
di fraternità, di condivisione e di solidarietà,
di ricerca della gi ustizia e della
verità presenti nel cuore degli uomini e
delle donne che vivono in questo scorcio
di millennio.
Non cesserà mai di risuonare la domanda:
"Dove troveremo tutto il pane,
per sfamare tanta gente?" E Cristo continuerà
a coinvolgerci nella ri spos ta:
1/ Dale loro, voi stessi, da mallg iare!". Essere
Eucaristie viventi è la s intesi della
spiritualità eucaristica: questo chiediamo
per la Ch iesa e per le nostre Comunità,
che vivono la spi ritualità eucaris
tica in ogni luogo della terra, all'unico
Signore e Salva tore dci mondo,
Cristo Gesù.
Suor Lina Basso
Domenicana della Beata Imelda
Padre Giocondo Pio Lorgna (1870-1928),
oggi Servo di Dio, ha vissuto una grande
spiritualità eucaristica: Gesù Eucaristia
era al centro dei suoi pensieri, affetti,
ideali, decisioni, consacrazione e miss
ione. Egli è di venuto l'apostolo dell'Eucaristia.
Ha donato la sua spiritualità eucaristica
alle Suore Domenicane della Beata Imelda
di cui è Fondatore ed esse continuano
a viverla e a di ffonderla nella Chiesa
e nel mondo.
Suore Domenicane della Beata Imelda
19
Gli appuntamenti
"È lo Spirito che dà la vita"
Giornata di spiritualità per i giovani
Orario: dalle 9,30 alle 17,30
Quand o? 28 marzo 1998
30 maggio 1998
Dove? cIo Suor Lorenza Arduin
Suore Domenicane della B. Imelda
Via di Barbiano, 16 - Bologna
Te!. 051/ 58.23.29
l melda-Fest
Domenica 17 maggio 1998
presso: Istituto Don Trombelli
Via Fondé, 27
Idice di S. Lazzaro di Savena - BO
È l'appuntamento per bambini e ragazzi
dagli 8 ai 14 anni per conoscersi, giocare,
cantare, lodare il Signore, e poi ancora
divertirsi insieme! .. .
È l'appuntamento per giovani animatori
che desiderano divertirsi e divertire!. ..
Informazioni: Suor Lorenza Arduin
Tel.051 / 58.23.29
ESERC IZ I SPIR ITUALI E RITIRI
Centro di Spiritualità "Villa Imelda"
Via Lambertini, 8
Idice dj S. Lazzaro - Bologna
Te!. e fax: 051 / 62.55.079
Istituto Tincani
P er nutrire
l'intelligenza
Nel cuore della città
Quasi tutti coloro che si muovono a
piedi nel centro storico di Bologna giungono,
prima o poi. nell'affascinante
Piazza S. Domenico, da anni zona pedonale;
qui, al numero civico 3, all'angolo
con via Rolandino, si trovano davanti
una vetrata sulla quale campeggiano tre
scritte:
• ISTITUTO CARLO TINCANI
• BIBUOTECA rEK I GIOVANI
* LIBERA UNIVERSITA' PER GLI ANZIANI
Quando e perché è sorta questa Libera
Università, la prima in ordine di
tempo in Emilia- Romagna e la seconda
in Italia?
Essa nacque come naturale gemmazione
dal preesistente " Istituto Carlo
TIncani per la ricerca scientifica e la diffusione
della cultura".
Carlo Tincani fu illustre latinista e
g recista, discepolo del Ca rd ucci nell'Università
di Bologna, molto stimato
da questi come da Giovanni Battista
Gandino, professore nel liceo "Galvani"
di Bologna e successivamente Provveditore
agli Studi nella stessa città. Studioso
di profondo rigore scientifico, ma soprattutto
cattolico intcgerrimo, ebbe la
forza di non piegarsi al potere dominante
che lottizzava anche le carriere universitarie.
Ben a ragione poteva dunque
intitolarsi a lui un "centro" di cultura di
chiara ispirazione cristiana, promosso in
20
Bologna dalle Domenicane Missionarie
della scuola, fondate da Luigia Tincani,
ultimogenita del professore Carlo.
L' Istituto "e. TIncani"
L'Istituto esordl con una vivace attività
fra i giovani, i quali fi n dal 1966 si
coagulavano intorno alla ricca Biblioteca
annessa all' Istituto stesso; negli anni
ottanta, poi, prese corpo una nuova esigenza
alla quale parve opportuno dare
adeguata risposta. Di ciò va dato atto
alla grande lungimiranza dei membri
fondatori, prima fra tutti la prof. Maria
Teresa Pascucci, missionaria della scuola,
ispiratrice e animatrice di questa
nuova realtà culturale e apostolica.
Nel 1982, dunque, alla luce dei nuovi
segni dci tempi, si profi lò l'opportunità
d i istituire una Università per la terza
età, in modo da istituzjonalizza.re i corsi
di cultura per il pubblico degli adulti,
ormai sempre più numeroso nei cicli di
conferenze che venivano settimanalmente
svolti al "lincani".
Nacque coslla "Libera Università per
gli Anziani" con lo scopo specifico e primario
di offrire alle persone della terza
età un motivo di più attiva partecipazione
sociale, occasioni di incontro e di dialogo
attraverso una attività culturale
aperta sul piano umano e ricca sul piano
culturale e spirituale.
Le adesioni non si fecero attendere;
anzi, fu quasi preso d'assalto il non
grande palazzo ottocentesco il qual e,
pur spalancando le porte a tutti, non poteva
tuttavia offrire spazi tali da consentire
l'accoglienza alle centinaia di soci
iscritti.
Fu necessario allora ricorrere a uno
sdoppiamento dei corsi base - corsi A
e B - e a qualche adeguamento logistico,
recuperando nuovi spazi negli stabili
della medesima piazza San Domenico;
è stato così possibile svolgere hltti i corsi
in unica sede, senza stancanti peregrinazioni
da un luogo all'altro della città.
Le diverse attività
L'attività dell'Università, vivace e intensa
fin dall'inizio, è andata sviluppandosi
nel tempo e a mano a mano si è alla
rgato il ventaglio dei suoi interessi.
Oggi le aree culturali privilegiate riguardano
le letterature italiana e straniere,
filosofia, scienze wnane, scienze naturali,
storia dell'arte, s toria della musica,
storia del cinema, biologia, medicina,
cultura re ligiosa e spiritualità; a queste
sono da aggiw1gere i corsi opzionali, che
spaziano dalla psicologia alla "Lectura
Dantis", alla lingua inglese, lingua francese,
diritto civile, arte e composizion.i
floreali d'epoca, disegno in bianco e
nero, acquerello, storia di Bologna, storia
dei giardini, letture bibliche.
Ma c'è dell'altro ancora: l'intraprel1denza
degli studenti e la inventiva di
chi ne organizza l'attività nelle varie
espressioni ha dato vita li un orma i pres
tigioso Coro della Libera Università
(diretto dal maestro Federico Salce) e ai
21
Istituto Tìncani
non meno val.idi Laboratorio teatrale e
Compagnia teatrale, diretti dal regista
Giorgio Giusti in collaborazione con la
Scuola di Teatro di Bologna; Compagnia
teatrale e Coro si esibiscono, a richiesta,
anche fuori Bologna, riscuotendo grande
successo.
È giunto inoltre al decimo anno di
vi ta il giornalino interno: "La Fiaccola,
giovani ieri... oggi ancora" iJ quale si alimenta
con il libero contributo dei corsisti
che amano scri vere.
Infine, vengono organizzate visite
guidate in città e frequenti escursioni in
altre loca lità d'Italia e all'estero.
Una parola a ti tolo conclusivo: chi
cercasse nella Libera Università del "T mcani"
una aspirazione a coltivare immagini
da prima pagina, con effetti altisonanti,
imboccherebbe sicuramente una
direzione sbagliata; nel "Tincani" vengono
privilegiati i rapporti umani veri e
i va lori più profondi senza spettacolari
apparenze. In ciò devono consistere, a
nostro modo di vedere, la realtà più
vera e le finali tà d i questa istituzione,
come delle ormai tante similari sorte
ovunque in Italia.
Al conseguimento di tali finalità contribuiscono
efficacemente, con grande
competenza professionale e con generosissima
dedizione, i molti docenti, universitari
e non, e i volontari, che da anni
prestano nel "TIncani" la propria collaborazione;
tutti riescono a dare un'anima
al proprio insegnamento, e questo è
ciò che soprattutto conta, perché fonte
di continua rigenerazione.
Svilupperemo in seguito l'argomento
sotto i suoi vari aspetti.
Nicolina Iorio
Laici Domenicani
nel ruolo di assistente al quale, a volte,
si unisce un relatore esterno, SpL'SSO, ma
non necessariamente, religioso.
Gli argomenti trattati sono di ampio
respiro cd affrontano s ia questioni di
natura strettamente teologica sia questioni
pi ù concrete, legate aI!a verifica
della nostra fede nelle diverse rea ltà della
vita di tutti i giorni.
Nei momenti forti dell'anno liturgico
(Avvento e Quaresima) e a conclusione
dell'anno di incontri, si svolgono alcuni
ritiri di spirituaLità dove il raccogl imento
comunitario è più intenso.
Il nostro impegno nell'azione apostolica
s i concretizza, volta per volta, a
seconda delle circostanze e delle opportunità:
in questo periodo, ad esempio, la
partecipazione alle missioni al popolo ci
consente di esprimere il ruolo e la testimonianza
specifica del laico, in un'azione
di apostolato che integra c completa
l'opera dei frati e delle suore.
Maria Paola Saccani
24
] principali appuntamenti
Questi i principali appuntamenti che si
tengono presso la Sala del Fuoco (accesso
da via S. Domenico, 1):
Primo giovedì di ogni mese - ore 16.00, catechesi
sullo Spirito Santo.
Og/li martedì - ore 20.45, incontri di formazione
cristiana per giovani (dai 16 ai 19 anni). Il
tema di quest'anno è: "l dicci comandamenti:
legge oppressiva o via della libertà?".
Dg.li mercoledi - ore 20,45, incontri di formazione
per giovani (dai 20 anni in poi), per
riscoprire la centralità di Cristo nella vita attraverSO
la Parola di Dio.
Il giovedì - ore 21.00, incontri di formazione
su temi specifici. Q uest'anno sono state affrontate
le "opere di misericordia spirituale".
Queste le date dci prossimi incontri:
23 aJlfiie - "Perdonare le offese" (Sr. Germana
delle Suore di S. Caterina).
21 maggiQ - "Pregare per i vivi e i defunti"
(l'. Camilotto).
In Basilica si tengono invece gli incontri
di preghiera organiu.ati dai e per i giovani.
L'appuntamento è alle ore 21.00 del 22 aprile
c del 20 maggio.
/I dipinto
(olio su tela
attribuito a
G.C.Sagrestani)
raffigura
Eleazaro,
servo di
Abramo,
mentre chiede
a Rebecca di
diventare moglie
di Isacco
La santità nel matrimonio
Nei documenti dci Concilio Vaticano li,
in pa rticolare nella "Gaudium et spes",
si riconosce esplicitamente che la famiglia
è una forma di vita cristiana che
può e deve tendere alla perfezione, e che
è non solo oggetto, ma anche soggetto
nell'opera di evangelizzazione.
Poiché nel matrimonio ci sono anche
delle gioie sensibili, una form a di moralismo
malinteso può fa r nascere (e questo
è capitato nel passato lontano c anche
meno lontano) la convinzione che l'amore
umano sia di per sé incompatibi le con
la santità, come se il piacere sensibile
fosse qualcosa di colpevole per se stesso
c che, ecceziona lmen te, di ventasse lecito
per mezzo del matrimonio (rclI/cdil/lII
o sedatio COI1CUpiSCt!l1tillll).
Secondo questa visione di5torta, l'atto
coniugale, sebbene legitti mato da u n
sacramento, apparirebbe come una specie
di "fornicazione autorizzata" concessa
dalla misericordia di Dio a quel sottoproletariato
di credenti, gli sposi appunto,
che non hanno l'eroismo necessario
per abbracciare lo stato di vita "religioso".
La conseguenza più immediata di
questa visione fondamentalmente errata
dell'amore coniugale parlerebbe ad
affermare che le persone spos.,te si trovano,
a causa del 10m stato di vita, più
lontane dalla santità rispetto a coloro che
scelgono la vita rons.1crata. Un po' come
se si dicesse che le persone sposate si salvano
"nonostante" il matrimonio piuttosto
che "attraverso" il matrimon io.
Che cosa invece proclama solennemente
il Conci lio a proposi to della vita
coniugale? Eccone un breve riassunto.
25
Laici Domenicani
Nel matrimonio la stessa mutua donazione
nuziale costituisce una sintesi
mirabile di natura c di grazia, fonde l'elemento
terreno con quello soprannaturale,
realizza il punto culminante dell'amore
umano e la consumazione del
Sacramento; è aumento di grazia e costruzione
ecclesiale del regno di Dio.
Come Mosè fece sca turire un giorno
dell'acqua viva dall a roccia, cosI gli
sposi, nel momento in cui pronunciano
il loro sì davanti all'altare, fanno sgorgare
una sorgente d i grazia che asperge
tutte le azioni che si compiono in quella
famiglia; questo flu sso santificante non
si arresta finché i componen ti di essa
restano in stato di grazia.
n dialogo d'amore, che si svolge fra
sposo e sposa, fra genitori e fi gli, diventa
il modo umano per realizzare l'abissale
dialogo d'amore che si svolge all'interno
della Trinità fra le tre pcrsone divine, e fa
dclla casa una chiesa domestica, una vera
comunità di fede, di speranza, di amore.
La famigl ia, quind i, chiamata a una
missione altissima, non può fare a meno
di operare un continuo confronto con il
mode110 divino, ed è luogo privilegiato
di salvezza e di annuncio; è corresponsabile
della stessa missione della Chiesa,
è animata dallo stesso Spirito, è arricchita
di un dono proprio ed è chiamata a
un compito specifico e insostituibile in
mezzo al popolo di Dio.
Naturalmente la famiglia non può
chiudersi in sé ma deve aprirsi all'esterno,
condividendo con gli altri la sua ricchezza
traboccante, lievitando l'ambiente
che la circonda con [a sua testi monianza
e donando luce a chi cerca la verità.
Giorgio Zoffol i
Opera di San Domenico per i figli della Divina Provvidenza
donazioni, b) deliberare acquisti, vendite,
permute, mutui attivi e passivi, costruzioni
e quant'altro inerente alla finalità
dell'Ente".
Le finalità
Soprattutto veniva ora ridefinito con
maggiore precisione lo scopo dell'Opera
in questi termini:
a) promuovere l'assistenza e l'educazione
religiosa e morale d ei fanciulli
abbandonati e derelitti, istruendoli
ed educandoli nella religione, dottrina
e morale cattolica;
b) studiare, proporre e favorire i mezzi
più idonei per salvaguardare e incrementare
la religione e la morale dell'infanzia,
là dove sia più particolarmente
insidiata e pericolante, e ve ne
sia bisogno;
c) p romuovere conferenze, pubbliche
manifestazioni e in genere iniziative
di educazione religiosa e morale dell'infanzia.
Dal 1954 l'Opera ha con tinuato a
impegnarsi seguendo i campi di attività
indicati dalle fondatrici:
- il progetto educativo e assistenziale
perseguito nell'Istituto dei Farlotti e delle
Farlottine in via della Battaglia, affidato
alle Suore del1'lstihlto Immacolata
d i Miramare di Ri mini. Esse, oltre ad
accogliere minori in difficili situazioni
fam il iari affidati da Enti sociali (attualmente
pochi, grazie aHI" diverse sol uzioni
previste ti loro tutela dalle normative
legali vigenti), offrono un apprezzato
servizio di territorio con Scuola Materna
e Doposcuola per al unni di Scuola elementare
e media (con mensa e assistenza
pre e posi-orario ufficia le);
- l'assiste nza diretla ai poveri che
bussano aUa Portici na, con la raccolta,
sistemazione e distribuzione d i ind ll-
27
menti e beni di vario genere e soprattutto
con il conforto di un'accoglienza solidale.
Un ringraziamento
e un augurio
Quali considerazioni trarre da questa
breve storia dcl1'Opera?
Innanzi tutto un sentimento di grande
ri conoscenza verso il Signore per aver
ispirato alcune donne, battezzate e terzia
rie, a vivere e ad annunciare il Vangelo
comunitariamente, animando la
realtà del luogo e del tempo in cui si trovavano
a vivere, secondo il carisma di
S. Domenico. "Egli accoglieva tutti gl i
uomin i nell'ampio grembo della sua
cari tà e poiché tutti amava, tu tti lo
ricambiavano col loro amore" testimonia
il Beato Giordano. Come S. Domenico
le sue figlie erano animate da tenerezza,
sensibilità, amore verso gl i uomini
che aiutavano a scoprire, fin dall'infa
nzia, il vero senso della vita alla luce
della presenza d i Dio, padre buono e
misericordioso. Come S. Domenico erano
dotate di quell'energia che spinge a
superare le difficoltà, rinnovando sempre
la propria disponibilità alla chiamata
di Dio e la propria volontà a seguire
le sue vie. E come S. Domcnico vcdevano
ricambiato il loro amore con l'abbondanza
dei segni della generosità che Dio
riversa su chi umilmente opera nel suo
nome.
Oltre a!1a riconoscenza anche uno
spirito di giusta emulazione per i Laici
delle Fraternite Domenicane di Bologna,
che seguendo le indicazioni della loro
Regola, hanno col1aborato negli anni,
secondo le personali possibilità e competenze,
a mantenere viva l'Opera.
Opera di San Domenico per i figli della Divina Provvidenza
Infine un'esortazione ai fedeli laici di
oggi, quelli domenicani soprattutto, a
sentire l'urgenza di ded icare le proprie
risorse umane, culturali e spiri tuali al
servizio dell'uomo e della comunità sociale
ed ecclesiale di cui fanno parte. Oltre
che alla realtà della povertà e della
sofferenza, viene manifestata un'attenzione
particolare rivolta all'educazione
dell'individuo a partire dall 'infanzia
attraverso l'analisi accurata delle necessità
emergenti, lo s tudio dei problemi
connessi (servizio alla vi ta, ruolo della
U na scuola
per i genitori
«Sa ppi che il m e tod o di c rescere i
bambini è una delle cose più importanti
e serie. Il bambino è un deposito nelle
mani dei suoi parenti. Il suo puro cuore è
una perla preziosa, semplice, priva di
ogni impronta e forma, ed egli è pertanto
ricettivo a tutto ciò che vi si imprime e
inclinabile in ogni d irezione: se viene
ind irizzato al bene, cresce buono e diventa
fel ice in questa vita e nell'altra; se
invece viene assuefatto al male e lasciato
a se stesso come un animale, se ne fa un
infelicc; e la pella ricade sul capo di chi lo
ha in potestà e cura» (A I Chazzali).
La famig lia gioca il ruolo più significativo
nello sviluppo della persona. I nostri
valori, comportamenti, modi di percepire
la vita sono influenzati dalla qualità delle
nostre relazioni con i geni tori.
28
famiglia - comunità intermedia tra individuo
e società -, ruolo della scuola ecc.)
e la ricerca delle soluzioni più efficaci.
Questa è la li nea su cui ci orientano
anzitutto la Parola di Gesù ("In verità vi
dico: ogni volta che avete fatto queste
cose a uno solo di questi m iei fratelli più
piccoli, l'avete falto a mc", MI 25, 40), il
Magistero della Chiesa e lo Sta tuto dell'Opera.
Anna Paola Martelli
Tu tti si preparano alla loro professione
con anni di studio e di addestramento;
come potremo noi genitori essere
genitori, educare e crescere degli esseri
umani senza un aiuto e un momento di
formazione?
Se molti ragazzi non sono realizzati,
si sentono infelici, non riescono a supera
re le tappe essenziali del loro sviluppo,
ciò non dipende anche dalla nostra
carenza di fronte al compito educativo?
L'Opera di San Domenico per i figli
della Divina Provvidenza, in collaborazione
con l' A.Ge (Associazione Genitori)
organizza quest'anno, per la prima
volta, un corso di fo rmazione per genitori.
L'iniziativa consiste in otto incontri,
tenuti da marzo fino a maggio, presso le
Suore Domenicane Insegnanti c In fermiere
(via Pilastro n. 6, tel. 52.22.02).
Le conversazioni prevedono un momento
foonativo e uno di confronto fra genitori
sui problemi concreti dell'educazione.
Famiglia Domenicana
La 'jamiglia Domenicana
Cib che ha caratterizzato in modo costante la vita di S. Domenico è stata l'ansia per la
sa lvezza delle anime. È proprio quest'ansia che lo ha spinto a fondare u n Ordine che
si dedicasse totalmente alla predicazione per portare agli uomini la verità che salva.
Ancor prima di fondare la comunità dei Frati Domenicani, S. D omenico, fin dal 1206,
aveva radunato a l''rouille (in Francia) un gruppo di donne convertite dall'eresia, Da
questo nucleo originario nacque successi vamente il primo Monastero Domenicano
femminile: Suore dedite unicamente alla preghiera e all'offerta silenzi osa della loro
vita allo scopo di ottenere le grazie necessa rie all'efficacia della predicazione dei
Frati.
Nel 1216 Papa Onorio UI ha riconosciuto ufficialmente l'Ordine dei .. Frati Predicatori»,
cioè i Domenicani.
Alla fine del 1200, poi, ai Frati e alle Suore si sono aggiunte persone laiche (il cosiddetto
Terz'Ordine, oggi «Laicato Domenicano») impegnate a seguire l'ideale d i S. Domenico,
pur continuando a vivere nelle proprie famiglie.
Tutti insieme, Frati, Suore e Laici, form ano oggi la «Famiglia Domenicana».
SAN DOMENICO
I piU....;d,i
oIoc ri
oHuM .. s,."",
colle ........
dcIl'On!inc
o--;.,...
---
UN INNAMORATO DELLA VERITA
A distanza di trent'anni dalla prima pubblicazione,
P. Pietro lippini ripropone ora la Terza edizione, riveduta
e ampliata , del suo libro San Domenico visto dai suoi
contemporanei (Edizioni Studio Domenicano, pp. 570,
con illustrazioni, L 50.000).
Altri scritti su S. Domenico offrono, come questo libro,
una presentazione ricca di storia, scienza ed erudizione
circa la figura del Santo e della sua opera. Ma
mancano di quella spontaneità e freschezza che invece
troviamo nel volume del P, Lippinl, che raccoglie le testimonianze
e gli scritti di coloro che ebbero la fortuna di
conoscere da vicino e vivere accanto al Fondatore dell'Ordine
Domenicano.
L'intento del P, lippini è quello di far rivivere la figura
di S, Domenico cosi come traspare direttamente dai ricordi
e dalla narrazioni di quelle persone che ebbero
modo di vivere con lui e di conoscerne direttamente i
desideri e te emozioni. Attraverso queste memorie vive
e immediate vengono ricostruiti i lineamenti e la figura spirituale del santo Fondatore, lo spirito
che lo animava, e lo scopo che egli si proponeva con la sua missione e la fondazione
dell'Ordine,
L'Immagine essenziale che ne scaturisce corrisponde alla testimonianza del Beato Giordano
di Sassonia: S, Domenico parlava sempre o con Dio o di Dio, E infatti S. Tommaso d'Aquino,
illustre Domenicano. memore dell'esempio del suo Fondatore ha così sintetizzato il motto dei
Domenicani: predicate le verità che avete contemplate (contemplar! et contemplata aliis
tradere).
30