Numero Aprile 2009 del 06.04.2009 - Provincia di San Michele ...

Abbracciare la Croce di Cristo…
Cari amici Lettori
vivere
per
Pasqua
e annunciare la
il Cristo Risorto vi dia pace! L’anno 2009
segna l’VIII centenario della fondazione
dell’Ordine Francescano avvenuta il 16
aprile del 1209 con la conferma della “Regula
Vitae” da parte del Papa Innocenzo
III. Un anno che ci apre alla gratitudine
verso l’«Altissimo, onnipotente, bon Signore»,
per averci donato il serafico padre
San Francesco, “l’uomo rivestito di
Grazia”, e per il dono della vocazione e
della fraternità.
Sarà un anno davvero speciale per tutti
con San Paolo, Apostolo delle genti e la
sua folgorante e improvvisa conversione,
nel bimillenario della sua nascita; con
San Francesco, definito dal Santo Padre
Benedetto XVI, “non solo un ambientalista
e un pacifista ma soprattutto un uomo
convertito». Entrambi perfetti seguaci di
Cristo.
Benedetto XVI pensa a un San Francesco
come uomo, come santo innamorato di
Dio, il suo cammino infatti «non fu che
lo sforzo quotidiano di immedesimarsi
con Cristo». Egli s’innamorò del Cristo.
Le piaghe del Crocifisso incisero il suo
cuore prima di imprimersi nella sua carne
alla Verna. E come san Paolo potette
affermare «non sono più io che vivo, ma
Cristo che vive in me».
Vera conversione allora perché senza di
essa continueranno le violenze dei nostri
tempi: omicidi, violenze, stupri, bullismo,
guerre, pedofilia, adulteri, droga e
l’indifferenza… Occorre davvero tornare
all’essenziale.
Il tempo di quaresima ce lo ha costantemente
ricordato: abbracciare la croce di
Cristo, nostra unica speranza per vivere e
annunciare
la Pasqua.
Ma come ha
fatto Francesco
a diventare così?
Quale strada lo ha
portato a tale radicale
trasformazione? La
domanda del poverello di
Assisi “Signore cosa vuoi che
io faccia?” e la risposta dell’Altissimo
“Se vuoi essere perfetto, va,
vendi quello che hai e dallo ai poveri”.
Nessuna esitazione, Francesco obbedisce
a Dio aprendo la sua vita a quel Crocifisso
impresso nella croce di San Damiano.
Comprende che non si può essere discepoli
di Cristo se non lo si segue sulla via
del Calvario. Se ami veramente, gioisci e
soffri, con la persona amata. E Francesco
amò totalmente Cristo dal voler soffrire
con Lui, fino ad essere un tutt’uno e poter
lodare: “Dio mio e mio tutto”.
Scopre un via privilegiata, non quella
cavalleresca e della gloria prima tanto
agognata, quella della Croce di Cristo
che lo apre ai fratelli, rinnovandolo, convertendolo,
in una vita di povertà e minorità.
Parafrasando le parole di Giovanni Paolo
II, invochiamo in questo anno di Grazia,
il Risorto perché ci aiuti, con Francesco,
“ad avvicinare alla Chiesa e al mondo di
oggi, il Cristo. Lui che ha portato nel
cuore le vicissitudini dei suoi contemporanei,
ci aiuti, col cuore vicino al cuore
del Redentore, ad abbracciare le vicende
degli uomini della nostra epoca. I difficili
problemi sociali, economici, politici, i
Editoriale
problemi
della cultura e
della civiltà contemporanea,
tutte le sofferenze dell’uomo di oggi, i
suoi dubbi, le sue negazioni, i suoi sbandamenti,
le sue tensioni, i suoi complessi,
le sue inquietudini… ci aiuti Francesco
a tradurre tutto ciò in semplice e fruttifero
linguaggio del Vangelo…a risolvere
tutto in chiave evangelica affinchè Cristo
stesso possa essere “Via, Verità e Vita” per
l’uomo del nostro tempo”.
Arricchiti della testimonianza di San
Paolo e di San Francesco, illuminati
dalla Pasqua di Cristo, viviamo con lo
sguardo proteso verso il futuro e, la celebrazione
della “Grazia delle Origini” ci
spinga verso nuovi impegni e nuove sfide
“per ricordare con gratitudine il passato,
vivere con passione il presente e aprirci
con fiducia al futuro”
A tutti Buona Pasqua
nel Cristo Risorto.
vostro Fra Leonardo Civitavecchia, ofm
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