reportage di +arco Pontoni - Riviste - Provincia autonoma di Trento

Cochabamba
è la terza città della Bolivia.
Sorge in una pianura circondata da
montagne povere di vegetazione, a
circa 2.300 metri slm.
Per il suo clima la chiamano “la
città dell’eterna primavera”.
Ma chi lotta ogni giorno per
sbarcare il lunario non ha tempo
di pensare alle temperature.
Cochabamba è famosa anche per
la “Cancha”, il gigantesco mercato
verso il quale converge tutta la
gente che abita nei dintorni, per
vendere ogni genere di cose.
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A Cochabamba ha sede casa Guadalupe,
punto d’appoggio del vescovo di Aiquile
Adalberto Rosat, originario di Cles, qui
fotografato assieme al suo Dizionario
enciclopedico di lingua Quechua (la lingua
parlata da una grossa fetta delle popolazioni
indie dell’arco andino). I primi tre “pionieri”
francescani in Bolivia sono stati Bonifacio
Bolognani da Vigo Cavedine, Iginio Dagostin
da Roverè della Luna e Sebastiano Coller
da Daiano. Venivano dalla Cina ed erano
alla ricerca di nuove sedi dove riprendere
il loro impegno. All’inizio si stabilirono nel
santuario della Madonna di Copacabana,
sul Lago Titicaca, e in seguito nel convento
di Tarata vicino a Cochabamba. Negli anni
venero poi raggiunti da tanti confratelli,
fino alla nascita, nel dicembre del 1961,
della “Prelatura-diocesi di Aiquile”, eretta
da Papa Giovanni XXIII, per la quale fu
nominato vescovo monsignor Giacinto
Eccher di Castagnè San Vito e come
“Fondazione” affidata alla Provincia dei
Frati minori di Trento. Si tratta di una
vasta zona (oltre 23.000 kmq.), distaccata
dalla diocesi di Cochabamba, con una
popolazione estremamente sparsa di circa
100.000 abitanti, gran parte in condizioni di
estrema povertà
Racconta fra’ Marco Larentis di Cimone
(il secondo da sinistra), arrivato qui nei
primi anni ‘60: “All’epoca nella prelatura
di Aiquile, distaccata da Cochabamba
nel ’62, c’erano almeno 25 missionari
trentini. Era molto bello, anche se mancava
tutto: strade, acqua, luce.” Assieme a
lui nella foto, da destra: Mariano Rossi,
vicepresidente delle Missioni francescane
onlus di Trento, compaesano di fra’ Marco,
Valerio Weiss, uno dei membri della piccola
comunità di “laici” trentini residenti in
Bolivia, e a destra il giovane Diego Weiss.
Le attività dei missionari sono sostenute
anche dall’assessorato alla Solidarietà
internazionale della Provincia autonoma di
Trento.
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La povertà ha tante
facce in America
Latina, continente di
contraddizioni importate anche dagli europei
con il colonialismo, e poi dai vicini Stati Uniti, che ne hanno
pesantemente condizionato l’economia
e la politica. La Bolivia è uno dei
paesi più poveri dell’America Latina.
I progetti sostenuti dalla Provincia
autonoma di Trento riguardano scuole
e collegi, comedores (mense popolari),
strutture sanitarie, iniziative di sviluppo
rurale.
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La Bolivia scatena passioni forti,
dirompenti. Qui morì il “Che”, nel
tentativo di esportare la rivoluzione
castrista. Qui oggi governa Evo
Morales, già rappresentante dei cocaleros, i piccoli coltivatori di
coca, le cui foglie si vendono al mercato, per molti una speranza,
dopo gli anni delle dittature e della corruzione, per altri una
minaccia, per il suo populismo, per il suo tentativo di cambiare
la costituzione del Paese, sulla scia di quello che ha tentato di
fare Chaves in Venezuela. La Bolivia è terra di contrasti anche
geografici: ci sono le Ande ma anche l’Amazonia.
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Tanti i volti dei trentini di Bolivia.
Ad esempio quello di Domenico Gonzo,
diocesano originario di Grigno, che adesso
opera nel Chapare, una delle “porte” dell’Amazonia boliviana.
Quelle di Maria Giovanna Zanoni di Varone e della nipote Nadia,
che gestiscono un dispensario medico a Mizque. Quelle dei laici,
oramai anche di seconda generazione, sospesi fra la modernità
che avanza e i caratteri ancora marcatamente rurali di buona parte
della Bolivia.
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Un grazie anche ai padri Mario Comina da Pejo,
Maurizio Valcanover da Pergine, Remigio Marini
da Pejo, Valerio Modena da Riva del Garda, Alberto
Rizzoli da Trento, Anselmo Andreotti da Rabbi, Zeffirino
Guzzo da Cinte Tesino, a monsignor Jorge Herbas,
che succederà a monsignor Rosat, a suor Francesca
Bolognani di Vigo Cavedine e a suor Roberta Paris di
Calavino delle Francescane del Sacro Cuore, a suor
Generosa Degaudenz di Predazzo, suor Rosa Zuliani
del Primiero, suor Celestina Brigadoi di Moena, della
congregazione Sorelle della
Provvidenza, ed
ancora, al parroco di
Mizque Dario Bona di
Besagno di Mori e a
padre Claudiano Turri
di Cognola, a Giuseppe
Pirovano della Caritas,
al sindaco di Aiquile
Marina Camacho,
a Oscar Olivera,
responsabile della
Coordinadora dell’agua
(organizzazione popolare
per la difesa dell’acqua)
e sindacalista e alla
sorella Marcella Olivera,
a Francesca Caprini
dell’associazione Yaku,
a padre Zeffirino Guzzo,
originario di Cinte
Tesino, a monsignor
Tito Solari, arcivescovo
di Cochabamba e a don
Eugenio Cotter e a molti
altri.
Per informazioni:
Associazione Missioni Francescane Trento, Belvedere San Francesco, 1 – 38100 Trento
Tel. 0461 230508 (chiedere di Fiorella Weiss)
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