Dai Consorzi Agrari linfa per le imprese agricole - Consorzio Agrario ...
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36 L’AvvenireAgricolo 5/2008<br />
inverna<strong>le</strong> all’interno del<strong>le</strong> gemme<br />
senza che all’esterno vi siano sintomi<br />
evidenti della loro presenza.<br />
In primavera, prima del risveglio<br />
vegetativo, esse inducono una reazione<br />
nella gemma con formazione,<br />
nell’arco di 15 giorni, di ingrossamenti<br />
tondeggianti (gal<strong>le</strong>) di 5-20<br />
mm di diametro color verderossastro.<br />
Danni<br />
La gal<strong>le</strong> possono trovarsi su diversi<br />
organi del castagno: nervature centrali<br />
del<strong>le</strong> foglie, apici vegetativi e<br />
infiorescenze. Su quest’ultime provocano<br />
la distruzione dei fiori femminili,<br />
degli amenti maschili e di<br />
conseguenza la riduzione della fruttificazione.<br />
Se l’infestazione è intensa la pianta<br />
presenta una chioma diradata, <strong>per</strong>de<br />
progressivamente in vigoria e può<br />
anche morire.<br />
Diffusione<br />
La diffusione D. kuriphilus in Giappone<br />
e Korea ha causato, negli<br />
anni’60, gravi danni ai castagneti da<br />
frutto.<br />
Dall’Asia il parassita si è propagato<br />
in vari Stati del Nord-America attraverso<br />
materia<strong>le</strong> vivaistico<br />
d’importazione infetto.<br />
Nell’anno 2002 l’insetto è comparso<br />
Ciclo biologico dell’insetto<br />
Larve all’interno della galla<br />
<strong>per</strong> la prima volta in provincia di<br />
Cuneo e successivamente è stato<br />
segnalato in Campania, Lazio e Toscana.<br />
Secondo alcuni dati raccolti in Piemonte<br />
il danno produttivo può arrivare<br />
anche all’80%.<br />
Le specie più colpite sono sia il<br />
castagno europeo (Castanea sativa)<br />
sia gli ibridi euro-giapponesi (C.<br />
crenata x C. sativa).<br />
Dopo il ritrovamento in Emilia-<br />
Romagna si teme che l’infestazione<br />
possa estendersi rapidamente in<br />
mote altre aree del Nord Italia sia<br />
su castagneti naturali che su impianti<br />
da reddito.<br />
Le femmine adulte possono spostarsi<br />
in modo attivo con il volo <strong>per</strong><br />
pochi chilometri, mentre gli spostamenti<br />
su medie-lunghe distanze avvengono<br />
tramite <strong>le</strong> correnti d’aria e<br />
soprattutto attraverso gli scambi<br />
commerciali di materia<strong>le</strong> vivaistico.<br />
Lotta<br />
Cronaca<br />
La difesa contro Dryocosmus kuriphilus<br />
deve essere preva<strong>le</strong>ntemente<br />
preventiva evitando l’introduzione<br />
del parassita. Gli interventi di lotta<br />
nei boschi di castagno già infestati<br />
sono infatti assai limitati. Su piante<br />
di dimensioni ridotte è possibi<strong>le</strong><br />
effettuare la potatura e la distruzione<br />
degli organi infestati nei mesi di<br />
maggio-giugno prima dello sfarfallamento<br />
del<strong>le</strong> femmine.<br />
La lotta chimica ha scarsa efficacia<br />
e, su vasta scala, da prob<strong>le</strong>mi di<br />
tipo ambienta<strong>le</strong> inaccettabili; potrebbe<br />
essere attuata solo in vivaio o in<br />
giovani impianti e in caso di focolai<br />
molto localizzati.<br />
In mancanza di metodi di controllo<br />
efficaci si confida nella lotta biologica:<br />
l’introduzione e la diffusione<br />
dell’imenottero calcidoideo Torymus<br />
sinensis, che nei luoghi di origine<br />
parassitizza <strong>le</strong> larve di D. kuriphilus,<br />
ha fornito in passato buoni risultati<br />
in Giappone e Corea ed attualmente<br />
si sta s<strong>per</strong>imentando in Piemonte.<br />
Il Servizio Fitosanitario della Regione<br />
Emilia-Romagna, ai sensi del D.M.<br />
23 febbraio 2006 (Misure <strong>per</strong> la lotta<br />
obbligatoria contro il cinipide del<br />
castagno Dryocosmus kuriphilus<br />
Yasumatsu), ha iniziato una serie di<br />
azioni <strong>per</strong> contrastare la sua diffusione<br />
nel territorio regiona<strong>le</strong>:<br />
• ha individuato tre “zone focolaio”<br />
e <strong>per</strong> ciascuna di esse una “fascia<br />
tampone” di 15 km di raggio dal<br />
confine dell’area infestata;<br />
• ha stabilito che all’interno della<br />
zona focolaio debbano essere<br />
tagliate e distrutte tramite il fuoco<br />
tutte <strong>le</strong> parti infestate entro il 15<br />
luglio;<br />
• ha vietato lo spostamento di materia<strong>le</strong><br />
di propagazione al di fuori<br />
o all’interno della zona focolaio;<br />
• ha intensificato l’o<strong>per</strong>a di informazione<br />
dei castanicoltori, vivaisti,<br />
Comunità montane e Comuni attraverso<br />
pubblicazioni e incontri<br />
divulgativi;<br />
• ha intensificato il monitoraggio<br />
dei vivai e degli impianti in produzione.