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Due anni di live: è il record di Dolcenera, mai<br />
sazia di concerti. Ci vediamo in tour, oltre 40<br />
date in <strong>It</strong>alia, si concluderà il 13 dicembre a<br />
Torino (Hiroshima Mon Amour, biglietti 15<br />
euro), una città a cui è legata da un vincolo<br />
speciale “Ci ho vissuto – rivela – fino all’età<br />
di quattro anni”.<br />
Ma la cantante salentina ha ben poco voglia<br />
di fermarsi e rifiatare. Anzi, anche a Natale<br />
salirebbe volentieri sul palco.<br />
Recentemente sei stata a Hong Kong e Macao:<br />
come sei stata accolta dal pubblico asiatico?<br />
“Bene, in Asia non ho ancora pubblicato<br />
un album, l’unica lingua con cui comunicare<br />
era la musica. L’energia, la purezza<br />
dell’istinto mi hanno guidata nel dialogo<br />
con la gente. Alla fine eravamo tutti belli<br />
gasati. L’esperienza mi ha ricordato la<br />
mia prima volta in Germania, anche allora<br />
non avevo un disco alle spalle eppure<br />
la risposta fu più che positiva”.<br />
Appena tornata in <strong>It</strong>alia hai subito rifatto<br />
le valigie per il tour invernale. Non ti fermi<br />
mai? “Sono due anni che siamo in<br />
tournée. Il mio motto è non adagiarsi<br />
Dolcenera<br />
ancheaNatalevorreisalire<br />
sulpalco<br />
“Non mi spiacerebbe concludere con un live i concerti iniziati nel 2011”<br />
sugli allori: ogni concerto voglio che sia<br />
diverso dai precedenti. Lo dico sempre ai<br />
miei musicisti prima di salire sul palco:<br />
“Tiriamo fuori il meglio”. Odio la routine<br />
che fa scivolare la musica in un mestiere,<br />
soffocandone la creatività”.<br />
Il 13 dicembre a Torino, sarà l’ultima tappa<br />
di Ci vediamo in tour, che rapporto hai con la<br />
città? “Ho abitato qui fino all’età di quattro<br />
anni. Ho dei ricordi sfocati, mi fa un<br />
effetto strano sapere di averci vissuto da<br />
piccolina. Sento che mi appartiene”.<br />
A quando il nuovo album? “In questo momento<br />
sto scrivendo, farlo significa testarmi,<br />
inventare uno stile nuovo, tirar<br />
fuori la sensibilità che ti porta in sala di<br />
registrazione. Cantare è l’ultimo passo di<br />
un processo creativo per me lungo, laborioso<br />
ed esaltante. Lo percepisco come<br />
una sfida con me stessa. Non sarà comunque<br />
elettronico come l’ultimo. Cerco<br />
di non farmi condizionare dalle regole<br />
non scritte di questo mondo: far uscire<br />
un disco ogni anno, andare in televisione<br />
per una comparsata, esserci sempre<br />
per evitare che il pubblico si dimentichi<br />
di te”.<br />
Ma almeno a Natale ti fermerai? “Non lo so,<br />
non mi dispiacerebbe concludere con un<br />
live proprio il giorno di Natale i concerti<br />
iniziati nel 2011”.<br />
Quale sarà allora la prossima evoluzione<br />
della specie per Dolcenera? “In questo momento<br />
sto ascoltando due filoni principali:<br />
il jazz e l’underground. Le sonorità<br />
influenzeranno il prossimo disco. Adoro<br />
il jazz: è contemporaneamente follia e<br />
schema armonico. Poi c’è questa ricerca<br />
appassionato sull’underground. Sono<br />
molto curiosa del risultato finale”.<br />
Ci sarà spazio per il cinema? “Sì, dopo Ci<br />
vediamo a casa, film omonimo della canzone,<br />
dove firmo la colonna sonora, ho in<br />
programma un’altra collaborazione ma<br />
non posso svelare nulla”.<br />
La vittoria a Music Farm è stata un evento<br />
spartiacque nella tua carriera? “Non la<br />
definirei una svolta. Anche la vittoria a<br />
Sanremo Giovani mi ha fatto conoscere<br />
al grande pubblico. Tutte le esperienze<br />
che ho fatto, anche le più popolari avevano<br />
lati positivi e negativi. Per carattere<br />
tendo sempre a vedere questi ultimi. Anche<br />
nella vita di tutti i giorni il bicchiere<br />
è sempre mezzo vuoto. Non mi esalto<br />
mai, anzi trovo che il sentirsi arrivati sia<br />
controproducente e dannoso. Quando<br />
ho interrotto un rapporto con un musicista<br />
o collaboratore era perché avvertivo<br />
troppa euforia attorno, mentre sono del<br />
parere che si debba sempre restate con i<br />
piedi ben piantati per terra”.<br />
Cosa ti auguri dal 2013? “La leggerezza<br />
mentale che ti permette di lasciar volare<br />
l’anima sopra i problemi della vita. La<br />
creatività nella scrittura dei testi. Sono<br />
sempre ipercritica, spietata con me stessa,<br />
ma lo considero un pregio, solo così<br />
riesco a non fare diventare la musica un<br />
mestiere, comunicando quello che provo<br />
intimamente”.<br />
Foto di Flavio & Frank<br />
A cura di Filippo Vernetti<br />
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