Maggio - Giugno - Associazione Polesani nel Mondo
Maggio - Giugno - Associazione Polesani nel Mondo Maggio - Giugno - Associazione Polesani nel Mondo
FONDATO NEL 1970 Direzione, Redazione, Amministrazione: Via T. Fraccon, 11 - 45100 ROVIGO (I) - Tel. & Fax (0425) 21031 Spedizione in A.P. / 40% - Comma 27 - Art. 2 - Legge 549/95 Filiale RO - Abbonamento annuo: Italia E 15 - Estero E 28 - Sostenitore E 56 - Intestare a: «Polesani nel Mondo» - Rovigo - c.c. postale n. 12849451 - ROVIGO ANNO XXXVIII - N. 3 Maggio - Giugno 2009
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FONDATO NEL<br />
1970<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione: Via T. Fraccon, 11 - 45100 ROVIGO (I) - Tel. & Fax (0425) 21031 Spedizione in A.P. / 40% - Comma 27 - Art. 2 - Legge 549/95<br />
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ANNO XXXVIII - N. 3<br />
<strong>Maggio</strong> - <strong>Giugno</strong> 2009
Completato il restauro<br />
di casa Matteotti<br />
A Fratta sentita cerimonia inaugurale, in attesa dell’allestimento<br />
del Museo dedicato all’illustre martire del fascismo<br />
Ancora una giornata memorabile a Fratta Polesine, centro<br />
polesano caratterizzato in questo primo semestre del 2009<br />
dal maturare di una serie di iniziative di grande rilevanza<br />
sotto il profilo storico e culturale. Dopo l’inaugurazione<br />
del Museo Archeologico che ha portato alla ribalta la lontana<br />
storia di Frattesina, mentre ancora non si sono spenti<br />
i riflettori sul cinquecentesimo del Palladio e della mostra<br />
dedicata a Giò Ponti, ecco un nuovo importante appuntamento<br />
con l’apertura della recuperata Casa Matteotti,<br />
destinata a divenire sede di un centro di visitazione dedicato<br />
al martire del Fascismo, che a Fratta visse gli anni più<br />
fervidi della sua giovinezza.<br />
Iniziata con la deposizione di una corona sulla tomba che<br />
accoglie le spoglie di Giacomo Matteotti, la intensa giornata<br />
del 31 <strong>Maggio</strong> è proseguita <strong>nel</strong>la chiesetta di S.<br />
Francesco con la commemorazione ufficiale, aperta dalle<br />
parole dell’assessore provinciale Giancarlo Chinaglia e<br />
del sindaco Riccardo Resini. A tratteggiare un commosso<br />
ricordo dell’indimenticabile leader socialista barbaramente<br />
ucciso 85 anni fa, il 10 giugno 1924, si è poi soffermato<br />
il segretario provinciale dei socialisti Giovanni Giribuola,<br />
sottolineando l’importanza e quindi anche l’attualità<br />
degli ideali di solidarietà e partecipazione perseguiti da<br />
Giacomo Matteotti. Poi l’intervento dello studioso<br />
Esterno della restaurata villa Matteotti<br />
Michele Mariotto incentrato sulla storia del quotidiano La<br />
Lotta (<strong>nel</strong> 110° anniversario di fondazione) e sull’apporto<br />
fornito da Giacomo Matteotti <strong>nel</strong>la stesura del giornale,<br />
importante voce di riferimento per le classi popolari, diffuso<br />
ben oltre i confini della provincia di Rovigo.<br />
Si è quindi proceduto a raggiungere la restaurata Casa<br />
Matteotti per procedere all’inaugurazione del bene recuperato,<br />
destinato a divenire un importante centro di memoria<br />
e documentazione dell’illustre personaggio. Il sindaco<br />
Resini ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa di<br />
recupero, partita dalla donazione del bene all’Accademia<br />
dei Concordi e seguita dalla legge speciale che ha stanziato<br />
700.00 e e poi ulteriori 490.000 per il recupero e la<br />
predisposizione dello storico immobile ad accogliere i<br />
mobili originali, le raccolte museali, destinando inoltre<br />
alcuni spazi all’accoglienza di iniziative culturali.<br />
Un commosso pensiero è andato a due compianti personaggi:<br />
Pietro Amendola, presidente d’onore del Comitato<br />
scientifico che con determinazione ha sostenuto l’iniziativa<br />
e Giancarlo Matteotti che, morendo, ha destinato il<br />
bene all’Accademia dei Concordi; presenti alla manifestazione<br />
le relative consorti. Un plauso poi all’<strong>Associazione</strong><br />
Giuseppe Saragat, che ha donato la biblioteca di proprietà<br />
di Matteo Matteotti, e in ringraziamento ai parlamentari,<br />
in primis Andrea Colasio, che si sono prodigati affinché il<br />
progetto di recupero dell’immobile fosse finanziato dallo<br />
Stato.<br />
E’ seguito l’intervento di Luigi Costato, presidente dell’Accademia<br />
dei Concordi che ha sottolineato come il prestigio<br />
storico dell’Accademia, attiva dal 1580, abbia costituito<br />
la molla che ha indotto gli eredi di Giacomo<br />
Matteotti a destinare ai Concordi lo storico immobile.<br />
Compito dell’Accademia è pertanto seguire l’iter di realizzazione<br />
del progetto, che porterà all’allestimento<br />
museale e alla fruizione di un bene di rilievo <strong>nel</strong>l’ambito<br />
del Polesine.<br />
Dopo l’intervento di Davide Mantovani, presidente del<br />
Comitato scientifico, che ha sottolineato il valore “mentale”,<br />
ancor più che fisico della restaurata casa, ha infine<br />
preso la parola Angelo Dalpez, sindaco di Pejo, dalla cui<br />
vallata a fine ‘800 è partita la famiglia Matteotti per stabilirsi<br />
a Fratta Polesine, senza mai interrompere i rapporti<br />
con la terra di origine; rapporti attualmente tenuti vivi dai<br />
rappresentanti dei due comuni, legati alla memoria di<br />
Giacomo Matteotti.<br />
Lino Segantin
VALORE DI DI UNA CASA<br />
La casa dei <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong><br />
<strong>Mondo</strong>, che si trova a Ca’<br />
Cappello di Porto Viro, non<br />
è una casa di riposo, tanto meno<br />
una costruzione per accogliere dei<br />
poveri randagi che girano per il<br />
mondo. Dal 1886 al 2000 sono<br />
uscite dal Polesine circa 250.000<br />
persone: 70.000 verso le americhe<br />
(dal 1886 al 1910), 2000 verso<br />
Bolzano e l’Agro Pontino ( dal<br />
1910 al 1940), 160.000 (dal 1951<br />
al 2000) di cui 20.000 in<br />
Australia, in Canada, negli Stati<br />
Uniti e <strong>nel</strong>l’Europa, gli altri<br />
140.000 <strong>nel</strong> triangolo industriale<br />
Lombardia, Piemonte e Liguria.<br />
Il Polesine deve ricordare l’esodo<br />
Il restauro di casa Matteotti pag. 2<br />
Editoriale pag. 3<br />
Giovani veneti a San Servolo pag. 4<br />
Docenti da da tutto tutto il mondo mondo pag. 5<br />
La lirica trionfa pag. 6<br />
Delegazione dal Brasile pag. 7<br />
Italianità pag. 8<br />
Il Delta sbarca a Montreal pag. 9<br />
Il dizionario di Stawinski pag. 10<br />
non con alcune lapidi commemorative<br />
ma con un manufatto che<br />
abbiamo intitolato Casa del Polesano,<br />
come segno di vicinanza, di<br />
accoglienza e di condivisione.<br />
Il polesano emigrato ha così ancora<br />
una sua “casa” ed una sua<br />
“terra”. Questa casa oggi è una<br />
realtaà operante e in grado di ospitare<br />
gruppi fino a 20 persone,<br />
ma non ha trovato molta comprensione<br />
da parte di istituzioni locali.<br />
Oggi possiamo affermare che l’idea-progetto<br />
si è realizzata, ma<br />
non tutte le difficoltà sono superate<br />
a causa di incomprensioni e<br />
indifferenza.<br />
Provincia - Notizie pag. 12<br />
Fameje - Gemellaggio pag. 13<br />
PMI salvezza dell’economia pag. 14<br />
Fameje in festa pag. 15<br />
Brasile 1887 - 1901 (segue segue) pag. 16<br />
Il Nostro Polesine pag. 18<br />
L’On. Matteoli in Uruguay pag. 19<br />
Giornata dell’Emigrato pag. 20<br />
<strong>Maggio</strong> <strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong><br />
Bimestrale dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong><br />
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n. 1180 del 15 febbraio 1977<br />
GLI ARTICOLI FIRMATI<br />
IMPEGNANO SOLTANTO<br />
GLI AUTORI<br />
FUSIE<br />
FEDERAZIONE UNITARIA<br />
STAMPA ITALIANA<br />
ALL’ESTERO<br />
In copertina<br />
Costumi e tradizioni<br />
polesane
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
4<br />
Giovani veneti a a San San Servolo<br />
“Siamo orgogliosi di far parte<br />
della famiglia veneta e vogliamo<br />
dimostrarlo nei fatti”. Sono<br />
parole del nuovo coordinatore<br />
del comitato dei Giovani Veneti<br />
all’estero, Alvirio Tonet del<br />
Brasile, designato in occasione<br />
del meeting internazionale dei<br />
Giovani Veneti <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> che<br />
si e’ svolto <strong>nel</strong>l’isola di S. Servolo<br />
a Venezia con il sostegno<br />
della Regione e il supporto organizzativo<br />
dell’<strong>Associazione</strong> Veneziani<br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>. Questa assise<br />
annuale, giunta alla quarta<br />
edizione, riunisce i delegati dei<br />
giovani impegnati in Veneto<br />
<strong>nel</strong>le associazioni storiche dell’emigrazione<br />
iscritte al registro<br />
regionale, coordinati da Patrizia<br />
Burigo, e dei giovani oriundi<br />
veneti, in rappresentanza dei<br />
Comitati e delle Federazioni<br />
degli emigrati all’estero, con il<br />
coordinatore uscente Guilherme<br />
Bortoluzzi. Alla giornata conclusiva<br />
sono intervenuti l’assessore<br />
regionale ai flussi migratori<br />
Oscar De Bona, il neovicepresidente<br />
della Provincia di Venezia<br />
Mario Dalla Tor, Gino Pante in<br />
rappresentanza dell’Anci Veneto,<br />
rappresentanti delle associazioni<br />
venete dell’emigrazione,<br />
dei comuni e della Consulta dei<br />
Veneti <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>. L’Assessore<br />
De Bona ha fatto rilevare “la<br />
positivita’ di questa esperienza,<br />
I delegati di tutto il mondo<br />
fortemente voluta dai giovani,<br />
che si sono sentiti garantiti sotto<br />
il profilo della continuita’ dei<br />
rapporti con la Regione e le<br />
associazioni dell’emigrazione.<br />
Inoltre - ha aggiunto - sono stati<br />
responsabilizzati fin dall’inizio,<br />
perchè è stato assicurato il<br />
finanziamento di un progetto<br />
scelto e proposto dai giovani<br />
stessi”.<br />
Nel corso dei gruppi di lavoro è<br />
emerso quanto segue:<br />
1° PROGETTO LINGUA E<br />
CULTURA ITALIANA<br />
Affidato all’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>, detto progetto è<br />
stato realizzato <strong>nel</strong>la seconda<br />
metà di maggio del 2009 ed ha<br />
visto confluire in Veneto 12<br />
insegnanti di italiano di origine<br />
venetaper seguire un corso di<br />
perfezionamento della lingua in<br />
collaborazione con la società<br />
Dante Alighieri.<br />
2° PROGETTO “GLOBAL-<br />
VEN” (BANCA DATI DEI<br />
PROFESSIONISTI VENETI)<br />
Affidato all’<strong>Associazione</strong> Veneti<br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> onlus, è in fieri.<br />
Sono state spedite le lettere di<br />
illustrazione del progetto alle<br />
Federazioni all’estero le quali<br />
sono state invitate anche ad indicare<br />
un referente del progetto,<br />
competente a raccogliere in loco<br />
i nomi dei professionisti veneti<br />
che confluiranno in un sito inter-<br />
net attualmente in fase di costruzione<br />
e denominato www.globalven.org.<br />
3° PROGETTO SETTIMANA<br />
DEL CINEMA VENETO IN<br />
SUDAFRICA<br />
Affidato all’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>, in collaborazione<br />
con l’A.D.VI.S.A., troverà<br />
realizzazione <strong>nel</strong>l’agosto del<br />
2009. Sono previste a Johannesburg<br />
proiezioni di film riguardanti<br />
il Veneto che saranno<br />
preceduti da apposite conferenze<br />
di presentazione e seguiti da<br />
dibattito con il pubblico.<br />
Nell’ambito della “settimana del<br />
cinema”, sono programmati anche<br />
incontri istituzionali, con la<br />
locale federazione e con i giovani<br />
veneti. Al fine di coinvolgere<br />
maggiormente i giovani veneti<br />
in Europa, si propone di organizzare<br />
un primo incontro presso<br />
la sede della Regione Veneto<br />
a Bruxelles, invitando i rappresentanti<br />
dei Circoli veneti e possibilmente<br />
i nuovi giovani migranti.<br />
Tale proposta è condivisa<br />
e sostenuta anche dai Presidenti<br />
delle Associazioni storiche in<br />
Veneto, come emerso dall’attuale<br />
meeting. Successivamente si<br />
è proposto che il prossimo<br />
incontro internazionale dei giovani<br />
si svolga in Europa.<br />
Constatato che la cultura risulta<br />
essere lo strumento in grado di<br />
coinvolgere maggiormente i<br />
giovani e per riaccendere in loro<br />
la passione di essere veneti, si è<br />
proposto di creare un dvd plurilingue<br />
dei grandi artisti e letterati<br />
veneti, da inviare alle federazioni<br />
ed associazioni nonché ai<br />
circoli veneti <strong>nel</strong> mondo, affinchè<br />
possa essere utilizzato per<br />
realizzare delle serate di cultura<br />
veneta. L’auspicio è che vi possano<br />
partecipare anche gli amici<br />
dei veneti ed in questo modo<br />
diffondere la conoscenza del<br />
nostro patrimonio artistico e letterario.
Docenti di di italiano da da tutto il il mondo<br />
Nel Polesine per certificare la lingua italiana<br />
Si è concluso il corso PLIDA (progetto lingua italiana<br />
Dante Alighieri) promosso dal Coordinamento<br />
regionale giovani veneti <strong>nel</strong> mondo e<br />
realizzato dall’associazione “<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> mondo”<br />
di Rovigo con il sostegno della Regione Veneto.<br />
La delegazione di professori di italiano, arrivata in<br />
Polesine grazie al progetto pilota sostenuto dall’assessorato<br />
ai Flussi Migratori della Regione<br />
Veneto e ospitato <strong>nel</strong>la struttura ricettiva della<br />
Casa del Palesano a Ca’ Cappello <strong>nel</strong> delta del Po,<br />
nei giorni scorsi ha affrontato le due prove di<br />
conoscenza della lingua italiana <strong>nel</strong>la prima sessione<br />
d’esame alla<br />
Società Dante Alighieri<br />
di Rovigo, partner<br />
del progetto, affrontando<br />
una prova<br />
scritta di comprensione<br />
e una prova orale di<br />
cultura generale.<br />
Coordinato dalle insegnanti<br />
della Società<br />
“Dante Alighieri” di<br />
Rovigo, Maria Grazia<br />
Previati e Mirella<br />
Rigobello, il gruppo di<br />
docenti dall’estero<br />
composto da: Caron<br />
Ofelia (Rio Grande do<br />
Sul – Brasile); Cerchiaro<br />
Ada Lucila<br />
(Esperanza – Argentina);<br />
Costanzelli Fiorella<br />
(Montevideo –<br />
Uruguay); Deon Lidia<br />
(Rosario – Argentina);<br />
Prospero Angelica (Meckenbeuren – Germania);<br />
Gaudioso Maria (Sydney – Australia); Lazzarin<br />
Carina (Rosario – Argentina); Lunardi Graciela<br />
Alejandra (Rosario – Argentina); Mariotto Maria<br />
Teresa (San Paolo – Brasile); Meneghin Maria<br />
Elena (Montevideo – Uruguay); Pozzobon Willy<br />
(Caracas – Venezuela) e Scarton Taffarel Angela<br />
(Cotiporã – Rio Grande do Sul - Brasile), ha potuto<br />
conoscere e visitare le città di Venezia, Padova<br />
e naturalmente sia Rovigo che il delta del Po nei<br />
comuni di Porto Viro e Porto Tolle.<br />
“Siamo orgogliosi di avere ospiti <strong>nel</strong> nostro<br />
Polesine insegnanti di lingua italiana che lavorano<br />
all’estero – ha spiegato l’assessore regionale<br />
Marialuisa Coppola - come testimonianza dell’amore<br />
verso le proprie origini e la terra d’origine”.<br />
“La Regione Veneto sostiene iniziative mirate a<br />
promuovere la cultura veneta ed italiana <strong>nel</strong><br />
mondo attraverso iniziative che, come questa realizzata<br />
dall’associazione “<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> mondo” di<br />
Rovigo e Società “Dante Alighieri”, fanno del<br />
nostro territorio polesano un punto di interesse<br />
anche sotto il profilo turistico”.<br />
“Abbiamo lavorato quasi due anni per mettere a<br />
punto questo progetto regionale che interessava<br />
quasi tutti gli stati del mondo – ha detto Marco Di<br />
Lello, vicepresidente dei <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> mondo –<br />
tenendo presente che da più parti ci giungevano<br />
inviti ad operare <strong>nel</strong> settore della lingua italiana<br />
all’estero dove le nostre federazioni venete sono<br />
L’assessore Oscar De Bona con il gruppo insegnati Plida<br />
molto attive proprio <strong>nel</strong> promuovere corsi di italiano<br />
di vario livello sia per giovani studenti che<br />
per adulti”.<br />
Gli insegnanti provenienti da varie località del<br />
mondo sono infatti impegnati come docenti di italiano<br />
in corsi promossi, <strong>nel</strong>le rispettive città, da<br />
scuole pubbliche, private, da enti o dagli stessi<br />
distaccamenti delle “Dante Alighieri” presenti in<br />
tutto il mondo e dipendenti dalla sede centrale di<br />
Roma.<br />
L’ottenimento della certificazione Plida per i partecipanti<br />
al corso rappresenta un importante riconoscimento<br />
professionale e formativo in quanto il<br />
livello C2 per il quale hanno affrontato la prova<br />
d’esame è il livello massimo certificato dalla stessa<br />
Società “Dante Alighieri” e titolo riconosciuto<br />
dal Ministero degli Esteri.<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
5
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
6<br />
Voci Voci venete <strong>nel</strong> <strong>nel</strong> mondo: la la lirica trionfa<br />
Premio alla carriera a Carlo Zagolin, emigrato in Argentina<br />
Torna con grande successo la lirica in piazza<br />
Vittorio a Rovigo con i cantanti dell’Accademia<br />
Veneta dello Spettacolo di Rovigo in collaborazione<br />
con l’associazione “<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> mondo”.<br />
Una serata condotta dalla nuova vivace coppia di<br />
presentatrici. La brava e collaudatissima Federica<br />
Miglioranza e Cristina Chinaglia, quest’ultima un<br />
volto ed una voce nuove per il “salotto rodigino”.<br />
Una vera piacevole sorpresa. “Non avrei mai creduto,<br />
se non avessi visto ed ascoltato di persona<br />
ad un pubblico così competente <strong>nel</strong>la città di<br />
Rovigo” ha confidato l’entusiasta baritono Omar<br />
Camata- “ E’ vero, Rovigo vanta lunghe tradizioni<br />
operistiche ed ha fama ben meritata! Un sentito<br />
grazie a questa bella gente e stupenda piazza. Sarà<br />
un piacere tornare a cantare per voi”. “Una grande<br />
serata di musica per un pubblico che ha apprez-<br />
Marco Di Lello, Carlo Zagolin ed Egidio Pistore<br />
zato moltissimo le tante “offerte musicali” spazianti<br />
dalla musica briosa di Rossini a quella<br />
drammatica di Giordano con “Andrea Chenier”<br />
per giungere alla poesia di Astor Piazzolla, resa da<br />
una artista argentina che ha <strong>nel</strong> proprio DNA ogni<br />
emozione del maestro argentino. Analìa Gomez:<br />
fantastica, carismatica, grande attrice ed interprete<br />
e di voce calda ed intensa, notevole e completa<br />
nei tre registri vocali. Una piazza “piena”, come<br />
avrebbe detto Giuliano Scara<strong>nel</strong>lo, ed un palco<br />
“pieno” di grandi artisti: tutti giovanissimi.<br />
Ventisei anni di età media sono proprio pochi per<br />
artisti di tale levatura. Difficile poter oggi ascoltare<br />
ad esempio tre artisti impegnati <strong>nel</strong> difficile terzetto<br />
del Trovatore, migliori di quelli proposti<br />
sabato sera dall’Accademia. Un Manrico di bella<br />
presenza, dalla voce di splendido smalto e capace<br />
di destreggiarsi sapientemente in note sopracute è<br />
cosa rara: per sentire di meglio bisogna ascoltare,<br />
oggi, rari cantanti già in carriera da vari anni. E<br />
splendida voce anche l’altro soprano Alessandra<br />
Micheletti: sicura negli acuti, dolce, raffinata e<br />
delicata <strong>nel</strong>le mezze voci. Avrà certamente grande<br />
avvenire. Molto applaudite le sue interpretazioni<br />
di “Tacea la notte placida” e “Sola perduta abbandonata”,<br />
ricca di pathos. A completare il trio un<br />
eccellente baritono di 27 anni Omar Camata.<br />
Bravissimo e già attore <strong>nel</strong> “Largo al factotum”,<br />
ottimo fisarmonicista ed accompagnatore di se<br />
stesso in “Parlami d’amore Mariù”. Tutti travolgenti<br />
<strong>nel</strong> finale del Trovatore e in un finale a sorpresa,<br />
graditissimo al pubblico, con la famosa<br />
Musica proibita. I musicisti, tutti all’altezza anche<br />
<strong>nel</strong> repertorio poco usuale di Astor Piazzolla.<br />
Molto bravi Sami Karbik al violoncello e Tiziana<br />
Chiarion al violino che molto ben sostenuti dalla<br />
pianista Paola Chiarion hanno regalato momenti<br />
intensi con il capolavoro di Piazzolla: Oblivion.<br />
Il presidente dell’Accademia Veneta dello Spettacolo,<br />
Marco Di Lello, ha consegnato, <strong>nel</strong> corso<br />
della serata, una menzione alla carriera a Carlo<br />
Zagolin, emigrante veneto che si è brillantemente<br />
affermato in Argentina sviluppando un’importante<br />
attività legata al settore del turismo a Rosario.<br />
Nel corso del concerto anche un momento di sensibilizzazione<br />
all’ascolto grazie alla Gaes, azienda<br />
leader <strong>nel</strong> settore degli apparecchi per l’udito che<br />
ha sostenuto l’iniziativa promossa dall’Accademia<br />
Veneta dello Spettacolo assieme alla “Igloo<br />
Service” di Rovigo. “Siamo molto soddisfatti di<br />
essere per l’ottava volta <strong>nel</strong> nostro salotto cittadino<br />
– ha spiegato Marco Di Lello – e per questo<br />
dobbiamo essere grati a tutti coloro che ci hanno<br />
sostenuto negli anni e soprattutto al meraviglioso<br />
pubblico della nostra città, sempre molto caloroso<br />
e partecipe”.<br />
I cantanti dell’Accademia Veneta
Delegazione di di Brasiliani da da Nova Padua<br />
Le radici non si seccano.<br />
Continuano i rapporti di interscambio<br />
giovanile tra le comunità<br />
venete del Brasile e il<br />
Polesine. Nel mese di maggio<br />
l’associazione “<strong>Polesani</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>” di<br />
Rovigo, in collaborazione<br />
con la Regione<br />
Veneto (assessorato ai<br />
Flussi Migratori) ha<br />
ospitato un gruppo di<br />
giovani provenienti da<br />
Nova Padua, paese di<br />
circa 3000 abitanti<br />
<strong>nel</strong>lo stato del Rio<br />
Grande do Sul in<br />
Brasile.<br />
La delegazione era<br />
composta da: Alvirio<br />
Tonet (capogruppo),<br />
Dirsiane Lima da Silva,<br />
Ronaldo Boniatti (in rappresentanza<br />
del Comune di Nova<br />
Padua), Sergio Boniatti, Gelson<br />
Ospiti della Casa del Polesano<br />
La delegazione dei giovani alla Casa del Polesano<br />
Pan, Rafael Sonda, Sandra<br />
Calabria Giseria, Daniela<br />
Menegat, Rafael Martello,<br />
Raquel de Marco e Dione<br />
Fatima Dertuol (entrambe in<br />
Il gruppo di Nova Padua a Palazzo Balbi<br />
rappresentanza della Federazione<br />
Veneta del Rio Grande do<br />
Sul).<br />
Il programma, che è stato svolto<br />
in collaborazione con il Comune<br />
di Arquà Polesine, ha previsto<br />
un itinerario per Arquà polesine,<br />
Fratta Polesine, Lendinara,<br />
Badia Polesine, Soave, Montagnana,<br />
Monselice,<br />
Colli Euganei e Arquà<br />
Petrarca. Non sono<br />
mancati gli appuntamenti<br />
più importanti del<br />
“<strong>Maggio</strong> Arquatese” ai<br />
quali la delegazione dei<br />
giovani ha preso parte<br />
parte direttamente partecipando<br />
alla realizzazione<br />
dei singoli eventi.<br />
Il gruppo ha fatto poi<br />
visita al delta del Po e<br />
alloggerà alla Casa del<br />
Polesano. Non mancheranno<br />
le visite istituzionali<br />
a Venezia e, prima di ripartire<br />
per il Brasile, la delegazione<br />
farà una breve visita a Roma.<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
7
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
8<br />
La tavola rotonda svoltasi a New York presso i<br />
locali dello LACE, ltalian American Committee<br />
on Education, ha visto la partecipazione di rappresentanti<br />
dei componenti dell’italianità <strong>nel</strong>lo<br />
Stato di New York: il professor Anthony<br />
Tamburri, preside del Calandra Institute, CUNY;<br />
Ilaria Costa, direttrice dello IACE, l’Italian<br />
American Committee on Education; Maria Serena<br />
Ciambellotti e la dottoressa Anto<strong>nel</strong>la Fongaro.<br />
Con loro erano presenti Silvana Mangione, vicesegretario<br />
generale del Cgie per i Paesi angiofobi<br />
extraeuropei, e padre Luciano Segafreddo.<br />
Anthony Tamburri<br />
Sono alla guida dell’istituto Calandra di New<br />
York, affiliato alla City University, da circa tre<br />
anni. La mia formazione è quella di docente d’italianistica,<br />
anche se da circa vent’anni mi occupo<br />
anche di letteratura e cultura italoamericana (o italofona).<br />
Spinto da curiosità intellettuale e da<br />
buoni profitti scolastici, decisi d’intraprendere la<br />
carriera accademica e, dopo vari incarichi, da due<br />
anni e mezzo sono alla guida dell’istituto<br />
Calandra. Oltre a organizzare almeno due conferenze<br />
all’anno (una appena conclusa sulla<br />
La Statua della Libertà<br />
“Canzone Napoletana Transnazionale”, e l’altra<br />
dal titolo “The land of our return”: l’istituto<br />
Calandra organizza mostre, rassegne culturali,<br />
pubblica studi sulla produzione culturale italoamericana,<br />
e svolge anche ricerche <strong>nel</strong> settore<br />
accademico su tematiche concernenti gli italoamericani<br />
(o sarebbe il caso di dire: italofoni).<br />
Ilaria Costa<br />
Ho lasciato l’italia e sono a New York da oltre<br />
dieci anni, dopo la laurea conseguita quando<br />
avevo 23 anni. Trovavo l’Italia un po’ statica, e<br />
quindi ho deciso di venire a New York e di<br />
abbracciare il suo dinamismo. Quello che cerco di<br />
fare quotidianamente, anche attraverso il mio<br />
lavoro, è di dare un immagine più attuale<br />
ITALIANITÀ<br />
dell’Italia e dell’italianità. Cerco di far conoscere<br />
il meglio dell’Italia attuale (le famose 3F: Food,<br />
Fashion and Ferrari. Lo IACE si occupa di promuovere<br />
la lingua e la cultura italiana negli Stati<br />
di New York, New Jersey e Connecticut.<br />
Organizziamo eventi in città anche per i ragazzi<br />
della periferia che hanno modo di venire a New<br />
York e di visitare musei e istituzioni italiane. A<br />
Roma ho partecipato alla Conferenza dei giovani<br />
italiani <strong>nel</strong> mondo, e <strong>nel</strong> nostro documento abbiamo<br />
sottolineato che: «Lingua è Cultura». La lingua<br />
italiana è il veicolo trainante per la promozione<br />
della cultura. Non c’è lingua se non c e cultura,<br />
e viceversa. Gli americani sono interessatissimi<br />
all’Italia. Tuttavia esistono delle difficoltà <strong>nel</strong><br />
mio lavoro soprattutto quando si tratta di far capire<br />
a Roma, al Ministero degli Affari Esteri, le logiche<br />
operative delle istituzioni americane, diverse<br />
da quelle italiane.<br />
Anto<strong>nel</strong>la Fongaro<br />
Sono venuta a New York dopo aver lavorato per<br />
anni in Italia come medico ospedaliero. Mi sono<br />
trasferita qui per la carriera di mio marito. Ma è<br />
stata anche una scelta di vita perché mi ha permesso<br />
di crearmi una famiglia, che non avevo in<br />
Italia, e oggi abbiamo due bambine gemelle, nate<br />
qui a New York. Le bambine, con le quali parliamo<br />
sempre in italiano. frequentano la Scuola<br />
d’Italia Guglielmo Marconi di New York, che ha<br />
un programma bilingue. Sono perfettamente bilingui,<br />
e sono a loro agio con le due lingue, e questo<br />
lo vedo sia quando andiamo in Italia sia quando<br />
siamo qui. Tuttavia qua c’è il loro mondo, qua trascorrono<br />
la gran parte del loro tempo, anche se i<br />
valori italiani e la conoscenza dell’Italia è ben<br />
radicata <strong>nel</strong>la loro vita. E le nostre intenzioni sono<br />
di rimanere negli Stati Uniti.<br />
Maria Serena Ciambellotti<br />
Sono da sei mesi a New York. Mi sono trasferita<br />
qui a seguito dell’attività professionale di mio<br />
marito. Abbiamo scelto per i nostri figli la Scuola<br />
d’Italia Guglielmo Marconi senza nemmeno guardare<br />
altrove. Non abbiamo difficoltà a mantenere<br />
viva la cultura e la lingua italiane anzi cerchiamo<br />
di fare assorbire ai ragazzi, e di assorbire noi stessi,<br />
quanto c’è di meglio <strong>nel</strong>la cultura americana.<br />
Io avevo già avuto un’esperienza d’insegnamento<br />
negli Stati Uniti, tra il 1990 e il 1992, in Florida.<br />
Ma qui a New York c’è un clima culturale totalmente<br />
diverso. L’interesse verso la lingua e la cultura<br />
italiane spinge a sentirsi orgogliosi dei nostro<br />
Paese. Il trasferimento qui a New York, per me<br />
non è stato molto traumatico, ma sento spesso le<br />
amiche lamentarsi per la mancanza di un corso<br />
d’inglese per italiani adulti. Questo è un aspetto<br />
che andrebbe considerato.
La mostra sul delta del Po e la sua storia sbarcano in Canada ospiti della Federazione delle associazioni<br />
venete del Quèbec a Montreal. Al taglio del nastro, presenti i rappresentanti delle singole associazioni<br />
venete operanti <strong>nel</strong>lo stato canadese, Imelda Bisi<strong>nel</strong>la e Renzo Lando.<br />
Alla cerimonia è intervenuto anche Marco Di Lello, vice presidente dell’associazione “<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong><br />
mondo” di Rovigo, promotore dell’iniziativa di divulgazione del Delta e della sua storia che <strong>nel</strong> 2007<br />
aveva portato la mostra sul taglio del Po a Montevideo da dove il tour è poi partito per altre località<br />
dell’America Latina.<br />
Dopo la tappa uruguaiana la mostra sul taglio del Po del 1604 è stata ospitata in Brasile, Argentina e<br />
Venezuela, sempre per interessamento<br />
delle locali associazioni venete o federazioni<br />
riconosciute dalla Regione Veneto<br />
che operano all’estero.<br />
“Siamo molto contenti che ora la storia e<br />
il territorio del nostro delta e del Polesine<br />
siano giunte in Canada e <strong>nel</strong>lo stato del<br />
Quèbec – ha detto Marco Di Lello –<br />
soprattutto per la buona riuscita del progetto<br />
che ha portato questa mostra itinerante<br />
<strong>nel</strong> Sudamerica dove tanto numerosi<br />
sono i veneti e gli italiani”.<br />
“Grazie alla Regione Veneto possiamo<br />
oggi ospitare una parte del territorio e<br />
scoprire aspetti della storia della nostra<br />
amata terra – ha spiegato Imelda<br />
Bisi<strong>nel</strong>la – e soprattutto del Polesine del<br />
quale poco conosciamo, scoprendo, in<br />
questo modo, un territorio di grande interesse<br />
sia naturalistico che turistico con il<br />
Delta del Po”.<br />
La mostra, inaugurata presso il “Veneto<br />
Centre” di Montreal, resterà aperta fino a metà luglio per poi trasferirsi <strong>nel</strong>la città di Toronto. In esposizione<br />
20 pan<strong>nel</strong>li che riproducono la mostra curata <strong>nel</strong> 2004 dall’Ente regionale Parco del Delta del<br />
Po le cui copie sono state donate al<br />
Comitato delle associazioni venete<br />
dell’Uruguay con l’impegno di far circuitare<br />
la mostra in tutta l’America<br />
Latina, Stati Uniti e Canada. I pan<strong>nel</strong>li<br />
riproducono le tappe della storia del<br />
Delta antico per arrivare al fatidico<br />
“taglio” del 1604 e la conseguente<br />
conformazione dell’attuale delta.<br />
Particolare interesse è nato dalla<br />
sezione che riguarda le idrovore e il<br />
loro funzionamento da parte di studiosi<br />
che hanno preso parte alla presentazione<br />
con particolare attenzione al<br />
museo della bonifica di Ca’ Vendramin<br />
e di tutto ciò che riguarda l’ar-<br />
cheologia industriale.<br />
La La mostra del del Delta del del Po Po<br />
sbarca a a Montreal<br />
Renzo Lando, Marco Di Lello e i referendi della Federazione Veneta<br />
Un momento dell’inaugurazione<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
9
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
10<br />
Il Il dicionario di di Padre Stawinski<br />
Parlando con don Valentino, nei giorni scorsi, a<br />
proposito del mio abituale contributo per la preparazione<br />
di questo numero di <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>,<br />
il discorso cadde sul dialetto veneto e la parlata<br />
locale. Mi lamentavo in particolare del fatto che<br />
ormai i mass media stanno imponendo un mezzo<br />
linguistico imbastardito da interferenze lessicali<br />
di espressioni tolte di peso dalle più svariate lingue<br />
del mondo a scapito della limpidezza e della<br />
musicalità della lingua italiane e della dolce<br />
modulazione delle espressioni del dialetto. Frutto<br />
sicuramente anche questo della globalizzazione.<br />
Quel che è peggio in nome della rapidità e della<br />
fretta si sta imponendo un linguaggio fatto di<br />
acronimi, di sigle, di frasi spezzate dove gli arti-<br />
L’ingresso di Nova Padua <strong>nel</strong>lo stato del Rio Grande do Sul<br />
coli, le congiunzioni e l’armamentario lessicale<br />
caratteristico della lingua sono orpelli inutili. A<br />
volte ne viene fuori uno slang incomprensibile<br />
che rende difficile la comunicazione e la comprensione.<br />
Qualche timida voce di allarme e di<br />
protesta si alza ogni tanto in difesa della Lingua e<br />
delle culture locali, ma né la politica né la scuola<br />
sembrano ormai i grado di arginare la valanga di<br />
interferenze che sta segnando il tramonto della<br />
così dette lingue e culture locali . Qualche anno fa<br />
ho dato alle stampe un dizionario del Veneto meridionale<br />
o del Polesine, ed in proposito esprimevo<br />
in qualche maniera la mia preoccupazione ed il<br />
mio scetticismo sul significato dell’operazione<br />
culturale che nonostante tutto continuo. Mi chiedevo<br />
se è valsa la pena di sacrificare tempo e<br />
risorse allo studio di una lingua che, in forza delle<br />
forte interferenze di cui sopra, sta inesorabilmen-<br />
te spegnendosi. Bisogna pur constatarlo, i nostri<br />
giovani ormai, presi dai telefonini e dagli sms,<br />
non conservano memoria dell’antica parlata dialettale<br />
e nonostante la scuola che sembra impotente<br />
a impedirlo, imparano a parlare e a scrivere<br />
una lingua nazionale che sta declinando verso<br />
una forma espressiva che assomiglia sempre<br />
meno all’ armoniosa e musicale lingua di Dante o<br />
di Manzoni. Quando mi sono incamminato per<br />
l’arduo e lungo cammino di ricerca filologica per<br />
la compilazione del Il Polesano, il dizionario del<br />
dialetto del Polesine, molti amici e colleghi hanno<br />
visto la cosa come un fatto meramente romantico<br />
e nostalgico, perciò praticamente inutile, dettato<br />
dalla curiosità e dal folklore. Non era per me così.<br />
Da docente di scuola ero e sono<br />
convinto che non c’è futuro per<br />
nessun popolo o gruppo etnico<br />
che non coltiva il ricordo storico<br />
del proprio passato, la conoscenza<br />
delle tradizioni e non è curioso<br />
di sapere da dove viene. La<br />
strada che conduce al futuro è<br />
quella presente, la continuazione<br />
di quella che proviene dalla<br />
nostra storia e dal nostro passato.<br />
Mentre ragionavano su questi<br />
ammennicoli, don Valen-tino mi<br />
guardava perplesso e poi senza<br />
dire parola, tirò fuori dallo scaffale<br />
tre volumi e me li porse,<br />
facendomi osservare che tra i<br />
nostri oriundi brasiliani e dell’america<br />
latina c’è chi non ha queste<br />
perplessità e che esistono là agglomerati di<br />
veneti e di polesani o di loro discendenti che, emigrati<br />
tanti anni fa, hanno ancor oggi la fierezza e<br />
l’ambizione di conservare quasi intatte le tradizioni<br />
e la lingua di origine veneta. I tre libri che<br />
avevo tra le mani erano tre dizionari: il Dialetto<br />
Veneto di Segusino e di Chipilo (Veneto-<br />
Spagnolo-Italiano) compilato da Carolyn J.<br />
Mackay, edito a Treviso <strong>nel</strong> 1993 in occasione del<br />
CXI anniversario della fondazione di Chipilo;<br />
sempre della stessa autrice A Veneto Lexicon, la<br />
traduzione inglese del precedente (Veneto-<br />
Spagnolo-Inglese), edito <strong>nel</strong> 1995 e poi il colossale<br />
Dicionario.Dizionario Vêneto-Por-toguês-<br />
Italiano, compilato dal padre cappuccino Alberto<br />
Vitor Stawinski, <strong>nel</strong>la edizione italiana curata da<br />
Ulderico Bernardi e Aldo Toffoli, edito a Treviso<br />
<strong>nel</strong> 1995. Si tratta di un ricchissimo repertorio les-
sicale del Veneto ancor oggi parlato del comprensorio<br />
di Rio Grande do Sul, un’opera cavillosa ed<br />
appassionata sulla parlata che corre tra la gente<br />
veneta del Brasile. L’avventura culturale di padre<br />
Stawinski ha un che di surreale. Il padre cappuccino<br />
Alberto Vitor Stawinski era nato <strong>nel</strong> 1909 a<br />
Sao Marcos (Rio Grande do Sul) ed era figlio di<br />
immigrati polacchi.Ha svolto un’intensa attività<br />
educativa (fino alla sua morte) per la salvaguardia<br />
delle lingue e delle culture dei diversi gruppi etnici<br />
immigrati in terra brasiliana, <strong>nel</strong>l’area dove si<br />
parla ‘el talian’ e si appassionò talmente della lingua<br />
dei Veneti di quei luoghi che alla fine proprio<br />
il dialetto veneto, qui sta l’aspetto surreale e sorprendente,<br />
divenne quasi completamente la sola<br />
lingua in cui parlava e scriveva. Partendo dal presupposto<br />
che una lingua è e resta il substrato di<br />
valori inalienabili, la propensione alla conservazione<br />
della parlata originaria, dipese dal fatto che<br />
questi nostri compatrioti, partiti per il Brasile e<br />
l’America Meridionale oltre un secolo<br />
fa, ‘a catar fortuna’, erano la parte più<br />
derelitta e meno acculturata della<br />
nazione. Padre Stawinski “deuse à<br />
tarefa de escrever um dicionàrio, que<br />
não è cópia de outros, de além-mar,<br />
mas sim, pesquisa feita em nossa terra<br />
e na realidade que germinou num<br />
seculo” (si assume il compito di scrivere<br />
un dizionario che non è copia di<br />
altri d’oltremare, ma ricerca fatta <strong>nel</strong>la<br />
nostra terra e <strong>nel</strong>la realtà che è cresciuta<br />
in un secolo). Così scrive Mario<br />
Gardelin <strong>nel</strong>la presentazione del<br />
Dicionario. Padre Stawinski a sua<br />
volta <strong>nel</strong>la sua ‘un fià de spiegazion’<br />
dà la ragione del suo lavoro: “In passà, qua tel Rio<br />
Grande do Sul, i fioi e magari tanti neodi dei<br />
migranti taliani, vegnudi dal Veneto, i saveva parlar<br />
pulitin el so dialeto veneto. Ma, al di là d’ancò,<br />
pi che altro in te la sità, el bel dialeto veneto el<br />
se a ramengo. Oramai i se ciari cofà le mosche<br />
bianche, quei che sa manco mal parlar la lingua<br />
dei so antenati. In contraccanbio, drento par le<br />
colonie, grassiando Dio, la nostra brava zente la se<br />
tien in bona a parlar, come parlava i so noni e<br />
bisnoni. Saria dunque pecà lasar andar in malora<br />
na redità tanto cara. Alora bisognava, a tuti i costi,<br />
salvar quel poco che ancora se podea salvar”. Al<br />
di là del ‘fosso’, come definiscono l’Oceano<br />
Atlantico i nostri emigranti in terra americana,<br />
declassandolo al livello del fosso irriguo delle<br />
campagne venete che con tanta facilità si può scavalcare<br />
restando comunque se stessi sempre,<br />
hanno saputo conservare la loro tradizione e la<br />
loro storia, oltre che le proprie tradizioni e la propria<br />
cultura. A rigor di logica non ebbero neppure<br />
il tempo di contaminare il tutto con la cultura<br />
locale e la lingua portoghese o spagnola. Appena<br />
sbarcati furono subito avviati all’interno del<br />
‘mato’, in plaghe isolate e selvagge a dissodare e<br />
bonificare terreni per renderli subito produttivi.<br />
Essi rimasero in questo modo incolti, ma rinforzarono<br />
ancor più tra loro i loro legami e protessero<br />
la cultura e la lingua che possedevano già partendo<br />
dal Polesine e dal Veneto, che continua a riscaldare<br />
i loro sentimenti verso la madre patria. Il<br />
Veneto <strong>nel</strong> Rio Grande do Sul è parlato oggi da<br />
almeno un milione di persone. Dovrebbe scomparire?<br />
Evidentemente, no!, dice ancora Mario<br />
Gardelin : “Aqui passa a ter um lugar de destaque<br />
o Dicionàrio, fruto de paciência e da pertinàcia de<br />
frei Alberto Stawinski. Con sua gramàtica e com a<br />
coleta de centenas de termos, o vêneto passa a tornar-se-mais<br />
acessìval, a quem deseja melhor conhecê-lo<br />
e falà-lo” (e qui acquista un ruolo di rilievo<br />
il Dicionario, frutto della pazienza e della tenacia<br />
di fra Alberto V. Stawinski. Con la sua grammatica<br />
e la raccolta di centinaia di termini, il<br />
Veneto si rende accessibile a chi desidera conoscerlo<br />
e parlarlo meglio). Siamo al punto. Da noi<br />
le lingue locali sono abbandonate e stanno a poco<br />
a poco spegnendosi tra il disinteresse generale e<br />
l’impotenza della scuola; tra i nostri compatrioti<br />
emigranti o loro discendenti invece i legami culturali<br />
e linguistici con la loro lingua natia e la<br />
madre patria sono ancora forti e direi pure prosperi.<br />
Non è detto che tornando eventualmente in<br />
Italia, questi nostri compatrioti possano verificare<br />
il mondo dei loro padri, a partire dal dialetto sempre<br />
meno praticato. Potrà sembrare assurdo, ma<br />
potrebbe capitare che tra qualche decennio, per<br />
riscoprire le nostre radici, noi stessi saremmo<br />
costretti a ricorrere a quanto hanno saputo coltivare<br />
e conservare i nostri emigranti. Visti i numerosi<br />
segnali che ci giungono sulla vitalità culturale<br />
dei nostri compatrioti all’estero, di cui tra l’altro<br />
qui sappiamo ben poco, essi ci avranno saputo<br />
insegnare la lezione della storia, ancora una volta<br />
maestra di vita. Che non può esser? Può esser, si!<br />
Adriano Romagnolo<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />
11
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
2009<br />
Titolo<br />
Provincia<br />
12<br />
Incontro con con le le cooperative<br />
di di pesca a a Palazzo Celio Celio<br />
Demanialità, rinnovo della convenzione, manutenzione <strong>nel</strong>le lagune e rapporti con<br />
l’E<strong>nel</strong> sono le tematiche emerse oggi tra la presidente Virgili con l’assessore provinciale<br />
Claudio Bellan e il consorzio delle cooperative pescatori.<br />
L’incontro ha messo in luce quali sono i problemi di questo settore anch’esso in piena crisi, e sono stati<br />
presi accordi per istituire tavoli tecnici per le questioni più impellenti, quali la demanialità e il rinnovo<br />
della convenzione quinquennale tra cooperative e Provincia. E’ stata fatta inoltre la richiesta da parte<br />
dei rappresentanti del consorzio di prendere contatto con l’E<strong>nel</strong> per formare un tavolo di discussione<br />
con sede a Portotolle per valutare l’aspetto specifico della pesca <strong>nel</strong>la riconversione della centrale.<br />
Confronto anche sulla vigilanza <strong>nel</strong>le lagune, sia verso i pescatori locali sia per i casi di intrusioni di<br />
marinerie esterne. Poi ci si è preoccupati dell’andamento al ribasso dei prezzi del mercato ittico legale<br />
e della diffusione di quello illegale. Una lobby di produttori potrebbe valorizzare e rivalutare i prodotti<br />
locali che vengono svenduti ma bisogna dare risalto a quelli di qualità, come la vongola verace, di<br />
cui l’alto Adriatico è la maggiore realtà. “Far conoscere l’eccellenza<br />
dei prodotti di Scardovari con marchio Dop riconosciuto<br />
attraverso un’azione di marketing intrerprovinciale per<br />
pubblicizzarne, diffonderne e rilanciarne la qualità” secondo il<br />
capo di Palazzo Celio “potrebbe agire da calmiere per tamponare<br />
il calo di prezzi dovuto alla crisi globale”. I vallicoltori<br />
hanno sottolineato l’urgenza di trovare rimedi “per scongiurare<br />
l’altrimenti inevitabile chiusura” delle già scarse attività. Dalla<br />
numero uno di Palazzo Celio la proposta di istituire a settembre<br />
un tavolo tecnico di confronto con l’Arpav e il Genio Civile,<br />
“pensare agli ecomusei per valorizzare turisticamente e culturalmente<br />
il territorio polesano” oltre all’avvio di una serie di atti<br />
per sburocratizzare almeno gli iter previsti dalla Provincia.<br />
Ricordo di di Maria Teresa Toffanin Dalla Palma<br />
Una giornata di fine <strong>Maggio</strong>, una bella giornata Milanese, moderatamente temperata dopo alcuni giorni<br />
di gran caldo per quelle strane esplosioni estive che a volte a <strong>Maggio</strong> succedono. Ci incontriamo<br />
sulla riva, quella del Naviglio Grande tra la Darsena e la zona che porta verso Porta Genova, verso quel<br />
bellissimo e storico Sud Ovest Milanese. All’arrivo della defunta per noi badiesi è un fiume di ricordi<br />
che corre sulla curva dell’Adige che lascia sulla sua destra Badia Polesine. Maria Teresa Toffanin nata<br />
e cresciuta a Badia, affronta giovanissima Milano per i suoi studi alla Cattolica dove affronta una vita<br />
diversa, incontra persone importanti costruendo una solida rete di amicizie; soprattutto incontra Sisto:<br />
Sisto Dalla Palma, anche lui studente proveniente da un altro Veneto quello Bellunese di Feltre. Due<br />
giovani brillanti e tra loro sboccia l’amore che durerà tutta la vita con quattro figli e nipoti.<br />
Maria era la figlia del dott. Toffanin diventato medico affermato a Badia e Primario dello storico e<br />
importante ospedale, poi incorporato in quello nuovo di Trecenta. Toffanin diventò un Badiese importante<br />
perché affrontò una realtà sanitaria difficile con due malattie endemiche: tifo e tubercolosi.<br />
Toffanin fu anche il direttore del dispensario antitubercolare oltre a primario di tutta la medicina.<br />
Moltissimi i curati da Toffanin ed anche i guariti; lavoro duro anche durante la guerra e <strong>nel</strong> dopoguerra,<br />
non sempre e non subito più facile. La famiglia Toffanin diventa un riferimento importante con abitazione<br />
e studio medico in quella classica Via Degli Estensi vicino alla Vangadizza. L’Ospedale era a<br />
portata di bicicletta che il dottore ha sempre usato per il suo andirivieni con il classico sigaro in bocca.<br />
Maria diventò presto milanese e con Sisto, il prof. Sisto Dalla Palma, forma una bella famiglia, supera<br />
i cinquantanni di matrimonio ma poi lì Signore della sua e della loro Fede, decide diversamente come<br />
sempre e come per tutti. Maria sostenitrice e collaboratrice del marito alla Cattolica, <strong>nel</strong>l’attività artistica<br />
teatrale, <strong>nel</strong>l’impegno culturale a livello milanese e Nazionale. Un personaggio Maria che ha dato<br />
a Milano e Badia onorando la memoria della sua famiglia, operando come figlia di quella Università<br />
Cattolica che caratterizza Milano da molti decenni.<br />
Noi l’abbiamo salutata con la S. Messa, l’Omelia del Parroco, il bellissimo discorso di Sisto e il commovente<br />
intervento del figlio Jacopo. Ciao Maria da noi Badiesi e <strong>Polesani</strong>.<br />
Nadir Tedeschi
Vitigni indigeni: iniziativa<br />
della fameja di di Chieri<br />
Gemellaggio <strong>nel</strong> nome delle barbatelle<br />
Polesine e colline torinesi a confronto sulle<br />
rispettive vocazioni territoriali in un incontro che<br />
si tiene a fine settimana a Chieri. Del progetto,<br />
voluto da Slow Food Rovigo e dall’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> con il centro studi Nuovo<br />
Polesine della Fameja di Chieri e dalla confraternita<br />
del Freisa, si sono fatti decisi promotori la<br />
regione Piemonte, le città di Chieri e di Adria, il<br />
comune di Papozze che vedono <strong>nel</strong>l’avvenimento<br />
una assai opportuna occasione per promuovere<br />
le proprie specificità. L’argomento è quanto mai<br />
allettante. Si parlerà di vitigni indigeni, di uve<br />
piemontesi e polesane e di prospettive <strong>nel</strong>l’ottica<br />
di una collaborazione sempre più stretta che possa<br />
far conoscere le potenzialità del territorio.<br />
Relatori, Paolo Rigoni e l’enologo chierese,<br />
Paolo Savio. Ospiti e protagonisti in prima persona<br />
dell’operazione sono l’Azienda Valle di<br />
Papozze e La Mainarda di Bellombra che, insieme<br />
alla chierese “Guido Rubatto, proporranno alla<br />
degustazione vini di propria produzione.<br />
“E’ importante farci conoscere, concordano il vice<br />
adriese, Alessandro Rigoni e il primo cittadino di<br />
Papozze, Diego Guolo. Per questo abbiamo<br />
instaurato rapporti continuativi con le comunità di<br />
La delegazione con i sindaci a Chieri<br />
Chieri e Nichelino proprio perché i polesani emigrati<br />
in tempi difficili siano ora ambasciatori del<br />
nuovo. Ma non solo il vino sarà protagonista in<br />
questo appuntamento: in Piemonte porteremo e<br />
faremo conoscere il miele del Delta, l’aglio, la<br />
pinza alla munara, la bissòla, l‘èsse, il pane<br />
biscotto e il bundlìn di Papozze ed altro… Un ringraziamento,<br />
comunque, a Cecilia e Benito<br />
Cassetta della fameja di Chieri e agli amministratori<br />
di Chieri e di Nichelino con cui ci troviamo in<br />
sintonia in questo percorso”<br />
Paolo Rigoni: “Con Cecilia e Benito Cassetta e<br />
Maria Marchisio Rubatto abbiamo pensato ad una<br />
sorta di gemellaggio tra la piemontese Freisa e le<br />
nostre Basegana e Tuchetta. Faremo una scambio<br />
di barbatelle che le tre aziende metteranno a dimora<br />
<strong>nel</strong>le rispettive vigne quasi a suggellare questo<br />
legame ideale perché duri <strong>nel</strong> tempo. Se l’Emilia<br />
Romagna è riuscita a qualificare vini che sino ad<br />
un centinaio d’anni fa erano prodotti anche qui,<br />
Pignoletto, il Fortana ottenuto dall’Uva d’oro<br />
attorno alla quale hanno alimentato la favola di<br />
una provenienza francese, perché non possiamo<br />
farlo noi?”<br />
Paolo Rigoni<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
2009<br />
Titolo<br />
Fameje<br />
13
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
2009<br />
Fameje<br />
Titolo<br />
14<br />
Confindustria:<br />
le le PMI PMI sono sono la la salvezza dell’economia<br />
A Legnano il sottosegretario Luigi Casero traccia il bilancio<br />
A Legnano, <strong>nel</strong>la cornice prestigiosa del Castello<br />
Visconteo ancora riccamente allestito per gli<br />
eventi legati al Palio, si è svolta l’Assemblea<br />
Generale di Confindustria Alto Milanese. Il<br />
Presidente Bertelli, il Sen. Mario Mantovani, che<br />
qualche anno fa ha voluto riconoscere l’importante<br />
apporto umano ed economico della comunità<br />
polesana emigrata <strong>nel</strong>la sua Arconate, l’On. Luigi<br />
Casero, hanno sensibilizzato l’attento pubblico<br />
On. Luigi Casero<br />
sulla realtà che sarà il coraggio delle piccole e<br />
medie imprese ad aiutare l’Italia ad uscire dalla<br />
grave crisi che sta attraversando.<br />
Ma è stato l’intervento di Antonio Costato a ottenere<br />
l’applauso più lungo e convinto dell’Assemblea.<br />
Al sottosegretario di Stato On. Luigi<br />
Casero chiari e decisi messaggi di responsabilità<br />
del Governo e delle Banche che devono assolutamente<br />
sostenere e aiutare le imprese a uscire dalla<br />
crisi.<br />
All’Assemblea un invito sentito e accorato a ricordare<br />
gli insegnamenti della storia, con la fine<br />
dell’Impero Romano che fu causata dalla certezza<br />
di un benessere ormai acquisito che tolse iniziativa<br />
e voglia di conquista.<br />
I suoi colti riferimenti storici, l’invito a vedere in<br />
questa crisi uno stimolo e una sfida a fare, produrre,<br />
meritare, le sue certezze che <strong>nel</strong>le energie<br />
alternative sarà la chiave della nostra rinascita, il<br />
suo riconoscere alla Presidente Emma<br />
Marcegaglia la determinata concretezza femmile,<br />
così necessaria in questo momento, gli hanno<br />
meritato il consenso di tutti i presenti.<br />
Ancora un momento importante alle 19,30<br />
all’Hotel Gallia di Milano dove Christie’s ha battuto<br />
un’asta benefica organizzata per Champions<br />
for Children a favore dei bambini d’Abruzzo.<br />
Fra i 12 maestri contemporanei, Pomodoro, Tadini<br />
e altri, anche il nostro Mario Bernardi<strong>nel</strong>lo che<br />
vive e lavora a Milano.<br />
Mario è un carissimo amico, premiato dalla Ccia<br />
di Rovigo come insigne rappresentante del<br />
Polesine <strong>nel</strong> mondo dell’arte, membro della<br />
Permanente di Milano. Recensito da critici fra cui<br />
Segato, Levi, Sgarbi, con alle spalle importanti<br />
partecipazioni a mostre sia personali che collettive<br />
col gruppo Transvisionismo di cui fa parte.<br />
L’ opera venduta ieri “Lungo il fiume” è una tecnica<br />
mista cemento e acrilico su tela di cm<br />
100xl20.<br />
Il fiume è il nostro Po, il paesaggio quello del<br />
basso Polesine, il suggerimento di dipingere i paesaggi<br />
polesani un mio piccolo merito.<br />
Adesso che la nostra Casa del Polesano è finita<br />
stiamo pensando di riprendere un discorso già<br />
fatto con Don Valentino, creare un Museo, una<br />
Quadreria e magari pensare a un premio di pittura<br />
dedicato al Polesine, con l’aiuto degli amici che in<br />
I relatori della tavola rotonda<br />
Polesine sono rimasti.<br />
Una giornata ricca di soddisfazione per noi<br />
<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> che portiamo la nostra terra<br />
sempre <strong>nel</strong> cuo.<br />
Tina De Stefani Bertizzolo
Gemellaggi: Candelo e e Taglio di di Po Po<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong> del Biellese ha organizzato una simpatica rimpatriata a Taglio di Po<br />
con una fantastica minicrociera con pranzo a base di pesce. Nel weekend del 2-3 <strong>Maggio</strong><br />
scorso, alla guida del Presidente Danilo Lazzarini, hanno partecipato 52 <strong>Polesani</strong> e amici.<br />
Hanno incontrato a Taglio di<br />
Po il sindaco Margaret<br />
Crivellari, insieme al<br />
Presidente Generale dei<br />
<strong>Polesani</strong>, Don Valentino<br />
Tonin. In questa occasione è<br />
stata avanzata la proposta di<br />
un gemellaggio tra la città di<br />
Candelo e Taglio di Po. E’<br />
stata accolta con gioia dal<br />
sindaco che ora attende di<br />
concretizzare questa idea.<br />
Dopo i saluti il gruppo ha<br />
continuato il breve soggiorno,<br />
cullato dalla minicrociera e<br />
dall’incantevole panorama<br />
La delegazione dei polesani<br />
deltizio.<br />
SPETTACOLO TEATRALE AL CIRCOLO POLESANO DI NICHELINO<br />
La compagnia amatoriale “La Trebisonda” di Candiolo (TO) venerdì 8 maggio ha rappresentato<br />
presso il Circolo Palesano di Nichelino la commedia comica in 3 atti “La<br />
sposa d’Vìncens”.<br />
I fastidi di una figlia capricciosa, fidanzata bizzarra e promessa sposa ad Armando,<br />
che libererebbe così il matrimonio del padre di Patrizia, vedovo, con Angela.<br />
A complicare la storia arriva Vincenzo, tipo anche lui bizzarro e comico, e la sorella<br />
di Giacomo, una persona strana, devota ed alla ricerca di un marito.<br />
A questo punto la vicenda si ingarbuglia, il pubblico si diverte e la serata trascorre in<br />
allegria.<br />
RACCOLTA FONDI PER I TERREMOTATI DELL’ABRUZZO<br />
Venerdì 5 giugno presso il Circolo Polesano di Nichelino è stata organizzata una cena<br />
di solidarietà per raccogliere fondi da destinare ad un’opera di ricostruzione (probabilmente<br />
una scuola) <strong>nel</strong>l’Abruzzo distrutto dal recente terremoto.<br />
L’iniziativa nata sotto il patrocinio del Comune di Nichelino è stata realizzata dalla<br />
Fameja Polesana dl Nichelino in collaborazione con la sezione Soci Coop.<br />
Molti soci, Autorità ed esponenti di varie associazioni hanno partecipato alla cena e<br />
ci hanno consentito di raccogliere la somma di euro 1810 che saranno consegnati<br />
direttamente ai futuri destinatari.<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
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Titolo<br />
Fameje in festa<br />
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<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
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Cultura<br />
Titolo<br />
16<br />
Durante tutto il periodo estivo<br />
e autunnale sulla stampa locale<br />
si alternarono altre lettere di<br />
questo tenore e tutte denunciavano<br />
la speculazione che si<br />
stava consumando sulla testa<br />
degli emigranti italiani. Ma<br />
dove erano diretti i coloni che<br />
partivano dal Basso Polesine e<br />
da Porto Tolle in particolare?<br />
Una di queste mete fu la colonia<br />
rurale di Nova Venezia, <strong>nel</strong>lo<br />
stato di Santa Caterina, destinazione<br />
da ritenersi emblematica<br />
per la sorte riservata a tutti gli<br />
altri polesani che avevano condiviso<br />
quella scelta.<br />
La colonia rurale di Nova<br />
Venezia <strong>nel</strong>lo stato di Santa<br />
Caterina<br />
I viaggi della popolazione<br />
basso polesana si concentrarono<br />
in tre particolari momenti. Il<br />
primo esodo, come detto avvenne<br />
<strong>nel</strong> 1888, anno <strong>nel</strong> quale partirono<br />
dal distretto di Ariano<br />
Polesine 876 persone. La seconda<br />
ondata avvenne <strong>nel</strong> 1891,<br />
quando presero la via del mare<br />
altre 707 persone, ed infine la<br />
terza ondata che si sviluppò tra<br />
gli anni 1894-1896, periodo<br />
durante il quale se ne andarono<br />
dai comuni del distretto polesano,<br />
oltre mille e 639 persone,<br />
delle quali 762 erano di Porto<br />
Tolle. La dinamica emigratoria<br />
negli altri periodi risultò quasi<br />
assente o con valori molto limitati.<br />
Analizzando i periodi menzionati<br />
si può sostenere che l’esodo<br />
del 1888 fu sicuramente<br />
influenzato anche dalla grave<br />
crisi economica che gravava sul<br />
Polesine, in conseguenza ai disastri<br />
ambientali causati dall’alluvione<br />
del 1882. L’esodo avvenuto<br />
tra il 1891-1896, invece, fu<br />
conseguenza di quanto ebbe a<br />
pubblicare il giornale brasiliano“Repubblica<br />
di Rio”, in<br />
data 12 febbraio 1891. Quel<br />
<strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>nel</strong> mondo: gli gli emigranti<br />
in in Brasile 1887-1901<br />
giorno, una nota sulla prima<br />
pagina del quotidiano, riportava<br />
che da quel momento si poteva<br />
dar corso all’insediamento di<br />
400 famiglie <strong>nel</strong>la colonia rurale<br />
di Nova Venezia, territorio situato<br />
<strong>nel</strong>lo stato di Santa Caterina.<br />
La storia di questa colonia<br />
rurale prendeva inizio il 21<br />
novembre del 1876, allorché il<br />
ministro dell’Agricoltura, Commercio<br />
e dei LL.PP. dell’impero<br />
brasiliano, Conselheiro Tomàs<br />
Colho de Almeida, designava<br />
una commissione, affinché delimitasse<br />
il territorio dello stato<br />
<strong>nel</strong>la regione di Santa Caterina.<br />
La prima colonizzazione di questa<br />
terra iniziava l’anno seguente,<br />
quando il 16 aprile si insedia-<br />
rono i primi 291 coloni italiani,<br />
in località Arambuja, ai quali <strong>nel</strong><br />
1878 si aggiunsero altre 76<br />
famiglie che si stabilirono a<br />
Urussanga. Questi emigranti<br />
poterono collocarsi <strong>nel</strong>le diverse<br />
colonie, dopo che Gaetano<br />
Pinto, a nome del governo brasiliano,<br />
aveva siglato un contratto<br />
con le varie compagnie che<br />
reclutavano gli emigranti italiani<br />
nei loro paesi natali. Nel contratto<br />
sottoscritto era previsto<br />
fossero introdotti in quello stato<br />
<strong>nel</strong>l’arco di dieci anni, 100 mila<br />
europei “sadios, laborioses e<br />
moralizados”. L’emigrazione<br />
<strong>nel</strong>la colonia di Nova Venezia fu<br />
resa possibile dopo che il ministro<br />
dell’Agricoltura, Francesco<br />
Glicerio, emise un decreto<br />
governativo datato 28 giugno<br />
1890 n. 528, con il quale autorizzava<br />
la compagnia nord-americana,<br />
Angelo Fiorita e Cia, ad<br />
introdurre nei diversi stati brasiliani<br />
un migliaio di coloni italiani.<br />
La medesima compagnia, per<br />
adempiere allo scopo assegnato,<br />
dava incarico ad un siciliano di<br />
Palermo, Miguel Napoli, residente<br />
a Santa Caterina da diversi<br />
anni, di organizzare l’insediamento<br />
di circa 500 famiglie, da<br />
suddividere in tre nuclei coloniali.<br />
Agli inizi del 1891, Miguel<br />
Napoli, faceva pubblicare sulla<br />
stampa brasiliana le attività previste<br />
<strong>nel</strong>la colonia e che da quel<br />
momento risultavano approntate<br />
le strutture di ricovero per poter<br />
ospitare 400 famiglie di coloni.<br />
Contemporaneamente alle iniziative<br />
intraprese oltre oceano,<br />
in Veneto e in Polesine gli agenti<br />
d’emigrazione, ai quali era<br />
stato affidato il compito di<br />
ingaggiare i contadini da insediare<br />
<strong>nel</strong>la medesima colonia,<br />
divennero operativi.<br />
Claudio Mancin<br />
(segue <strong>nel</strong> prossimo numero)
Il Il Nostro Polesine<br />
Presentato a Fratta e Taglio di Po, il volume<br />
edito dall’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong><br />
Duplice iniziativa lo scorso<br />
mese di marzo per presentare il<br />
volume “Il Nostro Polesine”,<br />
curato da Lino Segantin caporedattore<br />
dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>: dapprima a<br />
Fratta e successivamente a<br />
Taglio di Po. Ad entrambi gli<br />
incontri, l’autore è stato accom-<br />
pagnato da don Valentino Tonin,<br />
presidente dell’<strong>Associazione</strong> e<br />
riferimento primario per le problematiche<br />
legate all’emigrazione<br />
polesana e veneta. A Fratta<br />
l’incontro si è svolto <strong>nel</strong>la sala<br />
dei convegni presso la sede<br />
municipale. Di fronte ad un<br />
folto pubblico ha preso la parola<br />
il sindaco Riccardo Resini che<br />
ha ringraziato i partecipanti per<br />
l’interesse dimostrato nei confronti<br />
dell’iniziativa, e con piena<br />
soddisfazione ha sottolineato<br />
l’intensificarsi delle occasioni<br />
legate alla cultura e allo sviluppo<br />
del turismo, che fanno di<br />
Fratta un centro di primaria<br />
importanza per il Polesine. A<br />
Taglio di Po gli onori di casa<br />
sono stati fatti dall’assessore<br />
Roberta Fava, personaggio di<br />
rilievo della cultura polesana,<br />
che ha al suo attivo varie pubblicazioni<br />
di opere in prosa o poesia,<br />
la quale ha ringraziato i dirigenti<br />
dell’associazione per l’impegno<br />
dimostrato a tener desti i<br />
rapporti col mondo dell’emigrazione<br />
dal Polesine. Se in modo<br />
analogo si è sviluppata nei due<br />
Lino Segantin, Don Valentino Tonin e il sindaco Riccardo Resini<br />
centri polesani la prima parte<br />
dell’incontro, con informazioni<br />
sulla genesi dell’associazione<br />
fornite da don Valentino e l’illustrazione<br />
delle peculiarità del<br />
Un momento della presentazione a Taglio di Po<br />
volume “Il Nostro Polesine”<br />
curata da Lino Segantin, molto<br />
diversamente si è sviluppato il<br />
dibattito successivo. A Fratta ha<br />
infatti prevalso l’aspetto legato<br />
alla storia, al desiderio di far<br />
luce sull’emigrazione di fine<br />
Ottocento della quale sono<br />
ancora da verificare molti documenti<br />
racchiusi negli archivi<br />
comunali e parrocchiali.<br />
A Taglio di Po è stato invece<br />
approfondito il binomio emigrazione-immigrazione<br />
e le conseguenze<br />
di quest’ultimo fenomeno<br />
sul futuro della società italiana<br />
e veneta. Molti e sicuramente<br />
positivi gli spunti emersi nei due<br />
incontri, che sono risultati molto<br />
utili, oltre che per la divulgazione<br />
del libro che sta incontrando<br />
un inatteso successo editoriale,<br />
anche per coinvolgere i cittadini<br />
polesani <strong>nel</strong>le problematiche<br />
vissute dall’associazione quanto<br />
mai impegnata <strong>nel</strong>l’ultimo<br />
periodo a portare a compimento<br />
la realizzazione della Casa del<br />
polesano con l’allestimento del<br />
Museo dell’Emigrazione.<br />
L. S.<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
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Titolo<br />
Cultura<br />
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<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
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Eventi<br />
Titolo<br />
18<br />
Il Il Ministro Matteoli in in visita alla<br />
scuola italiana di di Montevideo<br />
Dal 25 al 27 <strong>Giugno</strong> il Ministro delle<br />
Infrastrutture e Trasporti, On. Altero Matteoli è<br />
giunto a Montevideo <strong>nel</strong> corso di una missione<br />
istituzionale in America Latina che ha toccato<br />
anche Cile e Venezuela. Durante la sua permanenza<br />
il Ministro Matteoli ha incontrato il Ministro<br />
dell’Industria Daniel Martinez, dopodichè il<br />
Ministro dei Trasporti e<br />
Opere Pubbliche Victor<br />
Rossi, con il quale, ha proceduto<br />
alla firma di un<br />
Memorandum di Intesa<br />
Italia Uruguay sulla cooperazione<br />
<strong>nel</strong> settore delle<br />
infrastrutture.<br />
Successivamente, il Ministro<br />
Matteoli ha incontrato<br />
la comunità imprenditoriale<br />
Italiana e gli organi di<br />
stampa italiana presenti in<br />
Uruguay.<br />
Nella sua breve permanenza,<br />
l’On. Matteoli ha visitato<br />
anche il porto di<br />
Montevideo e le sue<br />
installazioni.<br />
Finalmente ha voluto co-<br />
noscere la Scuola Italiana di Montevideo, famosa<br />
in Italia come “la piccola città della cultura”.<br />
Il Ministro Matteoli ha manifestato l’interesse del<br />
governo Berlusconi di potenziare le relazioni con<br />
i paesi Sudamericani e<br />
specialmente l’Uruguay<br />
considerato con una democrazia<br />
consolidata dove è<br />
possibile fare accordi che<br />
saranno rispettati.<br />
L’On. Matteoli ha sottoscritto<br />
con il suo omologo<br />
uruguayano Victor Rossi<br />
un accordo sulla possibilità<br />
di nuove inversioni<br />
dell’Italia in Uruguay.<br />
Il Memorandum stabilisce<br />
cooperazione tecnica e<br />
giuridica in temi di infrastrutture<br />
di vialità, ferroviarie,<br />
aeree e marittime.<br />
Inoltre si è firmato un<br />
accordo per il quale gli<br />
Uruguayani con patente automobilistica possono<br />
utilizzarla in Italia senza necessità di rendere<br />
esami e viceversa per gli Italiani in Uruguay.
Come è cambiata la campagna da cinquan’anni a<br />
questa parte! Raffaele Peretto, attento studioso<br />
della terra polesana, ha iniziato con una nota<br />
malinconica e nostalgica la sua relazione al<br />
Lo studioso Raffaele Peretto<br />
I I percorsi della memoria<br />
Dallo studioso Raffaele Peretto un monito per la<br />
salvaguardia dei valori della tradizione<br />
Museo dei Grandi Fiumi, ospite dell’associazione<br />
Barbujani, promotrice dell’iniziativa denominata<br />
“I percorsi della memoria”, articolatasi in un<br />
seguito ciclo di incontri sulla storia e le tradizioni<br />
che affondano le loro radici <strong>nel</strong> passato.<br />
Uno spasmodico sfruttamento agricolo - ha sottolineato<br />
Peretto - negli ultimi cinquant’anni ha<br />
fatto piazza pulita dei filari di alberi, ha cancellato<br />
siepi, inquinato fossati che un tempo pullulavano<br />
di vita acquatica. Ancora permangono però<br />
relitti dell’interessante civiltà agreste: sparse testimonianze<br />
di un passato che si sta sempre più<br />
allontanando. Tipica era la casa rurale polesana,<br />
caratterizzata da una sua identità che la connotava,<br />
distinguendola da quella ferrarese o mantovana,<br />
col suo fienile, i rustici e la grande corte, fondamentale<br />
per le attività connesse con l’agricoltura,<br />
ma anche punto di aggregazione di una umanità<br />
varia che comprendeva tutte le età.<br />
C’è stato un grave errore <strong>nel</strong>la gestione politica<br />
del territorio - ha lamentato Peretto - che ha determinato<br />
il rapido eclissarsi di queste originali strutture.<br />
Pochissime si sono salvate e sono state<br />
restaurate, la maggior parte è stata sostituita da<br />
abitazioni senza storia, assimilate a gusti generici<br />
e privi di identità. Il benessere del dopoguerra ha<br />
portato a svalutare il passato, a sostituire i mobili<br />
rustici della cucina con quelli di formica, ad<br />
abbattere le abitazioni rurali per costruire villette<br />
all’americana. In pochi anni l’agricoltura ha subi-<br />
to una rivoluzione che ha cancellato secoli di<br />
ingegno e di duro lavoro. Una testimonianza è<br />
data dall’aratro che dal tempo degli egiziani e dei<br />
romani è giunto pressoché invariato fino agli anni<br />
cinquanta del secolo da poco concluso, trainato da<br />
un lungo “tiro” buoi e reso attivo dalla forza delle<br />
braccia del contadino. Poi in breve tutto è stato<br />
meccanizzato ed è sparita la poesia della campagna,<br />
a proposito della quale Raffaele Peretto ha<br />
citato scritti di alcuni autori quali Beggio,<br />
Conforto Pavarin e Rizzi.<br />
Una civiltà ormai lontana, fatta di duro lavoro, di<br />
ingegno, ma anche di povertà che forse proprio<br />
per quest’ultimo aspetto è stata velocemente soppiantata<br />
e rimossa. Ma non si può dimenticare l’umanità<br />
e i valori praticati; da ricordare in particolare<br />
la suggestione del filò <strong>nel</strong>le stalle in un<br />
ambiente, come al tempo della nascita di Gesù,<br />
riscaldato dal caldo animale in grado di proteggere<br />
dai freddi invernali. Un tempo a soffrire erano<br />
gli uomini, oggi è l’ambiente - ha concluso<br />
Peretto - mettendo l’accento sulla necessità di<br />
un’azione di recupero dei principali aspetti e valori<br />
della civiltà contadina.<br />
Una società povera, ma animata da canzoni che<br />
venivano intonate in coro sia durante il lavoro che<br />
nei momenti ricreativi. Ed un’importante saggio<br />
canoro è stato offerto al numeroso pubblico dal<br />
Alcuni momenti delle interpretazioni del gruppo Cante e Ciacole<br />
gruppo “Cante e Ciacole”, che ha allietato il pubblico<br />
interpretando alcune delle più belle canzoni<br />
del passato, partendo dalla “Campagnola” e concludendo<br />
con la scoppiettante “Uva focarina”.<br />
L. S.<br />
<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />
2009<br />
2009<br />
Titolo<br />
Tradizione e cultura<br />
19
Giornata dell’emigrato<br />
Ficarolese<br />
Riuscitissima la sesta edizione della manifestazione, caratterizzatasi per<br />
l’ampia partecipazione ed susseguirsi di varie apprezzate iniziative<br />
Nata in sordina sei anni fa, la Giornata dell’Emigrato<br />
Ficarolese quest’anno è decollata veramente alla grande,<br />
caratterizzandosi come uno dei più interessanti appuntamenti<br />
estivi di Ficarolo.<br />
La sesta edizione, che ha avuto luogo <strong>nel</strong> comune altopolesano<br />
lo scorso 12 luglio, è stata connotata dal susseguirsi<br />
di apprezzate iniziative e dalla presenza davvero significativa<br />
dei partecipanti. Oltre cento gli emigrati, giunti<br />
con la famiglia, la maggior parte provenienti dalla<br />
Lombardia: ficarolesi che, dopo la tragica alluvione del<br />
’51, hanno lasciato il paese natìo per trovare più idonee<br />
possibilità di vita <strong>nel</strong>le aree d’Italia caratterizzate dallo<br />
sviluppo industriale.<br />
La manifestazione, organizzata dal Comune di Ficarolo<br />
con la locale Pro Loco e l’<strong>Associazione</strong> <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong><br />
<strong>Mondo</strong>, ha preso il via alle ore 17,00 con l’accoglienza<br />
degli emigrati che hanno aderito all’iniziativa da parte del<br />
sindaco Anto<strong>nel</strong>la Mantovani e del presidente dei <strong>Polesani</strong><br />
<strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> don Valentino Tonin. Un benvenuto davvero<br />
particolare perché avvenuto all’interno della Villa Arienti<br />
– Schiatti – Giglioli, nobiliare edificio da poco riportato<br />
all’antico splendore grazie ad un sapiente quanto oculato<br />
intervento di restauro.<br />
Momenti di gioia <strong>nel</strong> ritrovarsi “a casa”, <strong>nel</strong> paese dell’infanzia,<br />
ed emozione <strong>nel</strong> ricevere dalle mani del<br />
Sindaco e del presidente dei <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong> un attestato<br />
appositamente studiato per l’occasione ed il volume<br />
recentemente edito dall’<strong>Associazione</strong> Mi<strong>nel</strong>liana “Villa e<br />
villeggianti <strong>nel</strong>la terra di Ficarolo”.<br />
Una foto ricordo, scattata col fondale della villa con tutti i<br />
partecipanti schierati sul duplice scalone della dimora<br />
rinascimentale, ha concluso la cerimonia dell’accoglienza,<br />
per passare alla celebrazione della santa messa <strong>nel</strong>la<br />
bella parrocchiale del paese. Il rito è stato concelebrato<br />
dal parroco Giancarlo Crepaldi con don Valentino Tonin,<br />
presenti, con gli emigrati, anche molti residenti a Ficarolo.<br />
E’ seguita l’inaugurazione della mostra “Un Po… di ricordi”,<br />
allestita nei locali della Casa Canonica a cura del<br />
Gruppo Storico Archeologico “Eridano” di Ficarolo. Un<br />
momento importante non solo dal punto di vista culturale<br />
e della documentazione, ma anche sotto il profilo sentimentale<br />
ed emotivo, per l’affiorare di tanti ricordi grazie<br />
alle foto esposte. Un’operazione nata da una appassionata<br />
ricerca delle immagini più significative degli ultimi sessant’anni,<br />
sviluppatasi grazie ad una accurata cernita, per<br />
giungere infine alla riproduzione utile per allestire l’apprezzata<br />
Mostra.<br />
Poi alle 20,00 il momento più allegro, con notevole partecipazione<br />
anche da parte della cittadinanza residente,<br />
ovvero la cena in piazza, realizzata dal gruppo Maestri<br />
Risottai di Villimpenta. Tavole imbandite per oltre 400<br />
persone, <strong>nel</strong>la suggestiva cornice della piazza centrale,<br />
contornata da edifici (alcuni dei quali connotati storicamente<br />
per la presenza di lapidi con iscrizioni legate ad<br />
importanti avvenimenti della storia patria) e chiusa dalla<br />
suggestiva facciata della settecentesca chiesa dedicata a<br />
Sant’Antonino, affiancata dalla slanciata mole del campanile<br />
pendente, simbolo del paese.<br />
Infine lo spettacolo di musica e danza, con esibizione<br />
degli allievi della Scuola di Ballo del Maestro Marco<br />
Scarazzati, ha concluso piacevolmente l’intensa Giornata<br />
di Ficarolo, con un arrivederci al prossimo anno.<br />
Lino Segantin