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Maggio - Giugno - Associazione Polesani nel Mondo

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<strong>Maggio</strong>-<strong>Giugno</strong><br />

2009<br />

Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />

Veneti <strong>nel</strong> mondo<br />

10<br />

Il Il dicionario di di Padre Stawinski<br />

Parlando con don Valentino, nei giorni scorsi, a<br />

proposito del mio abituale contributo per la preparazione<br />

di questo numero di <strong>Polesani</strong> <strong>nel</strong> <strong>Mondo</strong>,<br />

il discorso cadde sul dialetto veneto e la parlata<br />

locale. Mi lamentavo in particolare del fatto che<br />

ormai i mass media stanno imponendo un mezzo<br />

linguistico imbastardito da interferenze lessicali<br />

di espressioni tolte di peso dalle più svariate lingue<br />

del mondo a scapito della limpidezza e della<br />

musicalità della lingua italiane e della dolce<br />

modulazione delle espressioni del dialetto. Frutto<br />

sicuramente anche questo della globalizzazione.<br />

Quel che è peggio in nome della rapidità e della<br />

fretta si sta imponendo un linguaggio fatto di<br />

acronimi, di sigle, di frasi spezzate dove gli arti-<br />

L’ingresso di Nova Padua <strong>nel</strong>lo stato del Rio Grande do Sul<br />

coli, le congiunzioni e l’armamentario lessicale<br />

caratteristico della lingua sono orpelli inutili. A<br />

volte ne viene fuori uno slang incomprensibile<br />

che rende difficile la comunicazione e la comprensione.<br />

Qualche timida voce di allarme e di<br />

protesta si alza ogni tanto in difesa della Lingua e<br />

delle culture locali, ma né la politica né la scuola<br />

sembrano ormai i grado di arginare la valanga di<br />

interferenze che sta segnando il tramonto della<br />

così dette lingue e culture locali . Qualche anno fa<br />

ho dato alle stampe un dizionario del Veneto meridionale<br />

o del Polesine, ed in proposito esprimevo<br />

in qualche maniera la mia preoccupazione ed il<br />

mio scetticismo sul significato dell’operazione<br />

culturale che nonostante tutto continuo. Mi chiedevo<br />

se è valsa la pena di sacrificare tempo e<br />

risorse allo studio di una lingua che, in forza delle<br />

forte interferenze di cui sopra, sta inesorabilmen-<br />

te spegnendosi. Bisogna pur constatarlo, i nostri<br />

giovani ormai, presi dai telefonini e dagli sms,<br />

non conservano memoria dell’antica parlata dialettale<br />

e nonostante la scuola che sembra impotente<br />

a impedirlo, imparano a parlare e a scrivere<br />

una lingua nazionale che sta declinando verso<br />

una forma espressiva che assomiglia sempre<br />

meno all’ armoniosa e musicale lingua di Dante o<br />

di Manzoni. Quando mi sono incamminato per<br />

l’arduo e lungo cammino di ricerca filologica per<br />

la compilazione del Il Polesano, il dizionario del<br />

dialetto del Polesine, molti amici e colleghi hanno<br />

visto la cosa come un fatto meramente romantico<br />

e nostalgico, perciò praticamente inutile, dettato<br />

dalla curiosità e dal folklore. Non era per me così.<br />

Da docente di scuola ero e sono<br />

convinto che non c’è futuro per<br />

nessun popolo o gruppo etnico<br />

che non coltiva il ricordo storico<br />

del proprio passato, la conoscenza<br />

delle tradizioni e non è curioso<br />

di sapere da dove viene. La<br />

strada che conduce al futuro è<br />

quella presente, la continuazione<br />

di quella che proviene dalla<br />

nostra storia e dal nostro passato.<br />

Mentre ragionavano su questi<br />

ammennicoli, don Valen-tino mi<br />

guardava perplesso e poi senza<br />

dire parola, tirò fuori dallo scaffale<br />

tre volumi e me li porse,<br />

facendomi osservare che tra i<br />

nostri oriundi brasiliani e dell’america<br />

latina c’è chi non ha queste<br />

perplessità e che esistono là agglomerati di<br />

veneti e di polesani o di loro discendenti che, emigrati<br />

tanti anni fa, hanno ancor oggi la fierezza e<br />

l’ambizione di conservare quasi intatte le tradizioni<br />

e la lingua di origine veneta. I tre libri che<br />

avevo tra le mani erano tre dizionari: il Dialetto<br />

Veneto di Segusino e di Chipilo (Veneto-<br />

Spagnolo-Italiano) compilato da Carolyn J.<br />

Mackay, edito a Treviso <strong>nel</strong> 1993 in occasione del<br />

CXI anniversario della fondazione di Chipilo;<br />

sempre della stessa autrice A Veneto Lexicon, la<br />

traduzione inglese del precedente (Veneto-<br />

Spagnolo-Inglese), edito <strong>nel</strong> 1995 e poi il colossale<br />

Dicionario.Dizionario Vêneto-Por-toguês-<br />

Italiano, compilato dal padre cappuccino Alberto<br />

Vitor Stawinski, <strong>nel</strong>la edizione italiana curata da<br />

Ulderico Bernardi e Aldo Toffoli, edito a Treviso<br />

<strong>nel</strong> 1995. Si tratta di un ricchissimo repertorio les-

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