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ALOISII BIRAGHI - Suore Marcelline

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II – Voti dei Consultori Teologi<br />

Marcella, data a modello e patrona alla Congregazione. La Regola fu approvata<br />

dall’arcivescovo Romilli nel 1852.<br />

Dopo il fallimento dell’insurrezione del 1848, durante la quale aveva<br />

condiviso con il neoeletto arcivescovo Romilli e i suoi seminaristi le<br />

aspirazioni e le speranze di libertà della patria e della Chiesa, venne esonerato<br />

dalla direzione spirituale, ma rimase lo stesso nel seminario teologico,<br />

per volere del suo superiore, come professore di dogmatica, fino al<br />

1855, anno in cui venne nominato prefetto della Biblioteca Ambrosiana,<br />

carica che ricoprì fino alla morte (1879). In questo periodo ebbe molto a<br />

soffrire per la crisi politico-clericale che travagliò la diocesi milanese dal<br />

1859 al 1870. Nel 1862, mancando a Milano l’arcivescovo per l’«impedimento»<br />

di mons. Ballerini e l’esilio del suo vicario Caccia, richiestone<br />

con lettera autografa da Pio IX, il S. di D. cercò di pacificare le due opposte<br />

tendenze del clero, “liberali” e “intransigenti”. In realtà, fedele al papa<br />

e ai suoi arcivescovi, egli rimase al di sopra delle parti, ma fu oggetto per<br />

l’una e per l’altra di attacchi a volte umilianti. Durante i 24 anni trascorsi<br />

all’Ambrosiana il S. di D. si affermò anche come scrittore di opere di archeologia<br />

e di apologetica. Il lavoro che diede maggior lustro al S. di D.<br />

come archeologo fu quello su I tre sepolcri Sant’Ambrosiani scoperti nel<br />

1864, anche se il tono apologetico dello scritto gli attirò severe critiche da<br />

parte del Momsen. All’apologetica appartiene la maggior parte della sua<br />

produzione letteraria sia in forma di articoli (nel periodico L’Amico Cattolico)<br />

sia di saggi (Vita di Cristo; Roma pel Papa ecc).<br />

«Temperamento fine e ricco di distinzione, era dotato di una sensibile prontezza<br />

nel rilevare le opportunità della polemica in base all’utile delle anime» (A.<br />

Portaluppi).<br />

Tra le opere letterarie va segnalata Le confessioni di Sant’Agostino<br />

volgarizzate e ridotte a facile intelligenza per uso specialmente per la gioventù<br />

colta.<br />

Nel 1855 il S. di D., essendo stato eletto prefetto dell’Ambrosiana,<br />

lasciava il seminario e pose la sua abitazione presso i Barnabiti di S. Alessandro.<br />

Quivi fu ospite desideratissimo fino alla vigilia della sua morte,<br />

avvenuta nella casa delle <strong>Marcelline</strong> di via Amedei, ove venne trasferito<br />

quando la malattia divenne mortale. Il suo decesso seguì tranquillamente<br />

1’11 agosto 1879. Morì in concetto di santità, per cui le sue esequie nella<br />

basilica di S. Ambrogio e nelle chiese della sua congregazione furono un<br />

vero trionfo spirituale.<br />

La spiritualità del S. di D. Luigi Biraghi<br />

VOTO I 9<br />

La spiritualità del S. di D. Luigi Biraghi si caratterizza per un incondizionato<br />

amore a Gesù Cristo. Per questo motivo può essere definita<br />

come cristocentrismo agapico. Tutta la sua vita è segnata da questo profondissimo<br />

amore a Gesù Cristo. Portare le anime ad amare Gesù Cristo è<br />

l’unico obiettivo che egli si propone nelle sue varie attività: come direttore<br />

spirituale, come fondatore delle <strong>Marcelline</strong> e come scrittore. Sacerdote<br />

esemplare egli è sostenuto da un motivo dominante, che ritorna nella preghiera,<br />

nelle lettere, nelle esortazioni, come un dolce e forte imperativo:<br />

“Amiamo Gesù”.<br />

«L’amore di Gesù lo rese apostolo infaticabile, guida di anime nel cammino<br />

della Perfezione, fine conoscitore della grandezza e della miseria dell’umanità e pur<br />

sempre capace di risolvere, in bontà amorevole e in magnanimo perdono, le umiliazioni<br />

e le sofferenze, simile al suo divino modello, che lo guidava e confortava» (p.<br />

1478).<br />

Ecco alcuni brani di lettera che attestano eloquentemente il suo<br />

cristocentrismo agapico:<br />

«Amiamo Gesù Cristo. Se non lo amiamo nei suoi favori, chi mai lo amerà?»<br />

(25 feb. 1838).<br />

«Voi abbiate cura della vostra salute. Solo nell’amar Gesù non dovete<br />

metter misura. In lui riponete ogni vostro pensiero, affetto e consolazione. Pregatelo,<br />

umiliatevi innanzi a lui e per amore suo umiliatevi innanzi a tutti» (14<br />

marzo 1838).<br />

«O passione di Gesù! o croce! o sangue! Oh soavi memorie pe’ discepoli<br />

fedeli di Gesù! Se dopo tanto amore di Gesù per noi, v’è tuttavia alcuno che non lo<br />

ami sia scomunicato, diciamo con san Paolo» (7 aprile 1846).<br />

L’esercizio eroico delle virtù<br />

La santità del S. di D. emerge dall’esercizio eroico delle virtù teologali<br />

e morali e dei consigli evangelici. La Positio ricava l’evidenza di<br />

tale esercizio non tanto dalle scarne testimonianze dei testi del processo<br />

della diocesi di Milano, quanto dalle innumerevoli attestazioni dei vescovi,<br />

sacerdoti, religiosi, suore e laici che l’avevano conosciuto ed ammirato<br />

e che sono riportate fedelmente nel Sommario della Positio.

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