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Quaderno 15.pdf - IPASVI, Federazione Nazionale Collegi Infermieri

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24 I QUADERNI<br />

Supplemento de L’Infermiere n. 9/05<br />

l’esercizio di un ruolo con una forte impronta<br />

sanitaria; professionisti inseriti in una équipe<br />

formata da soli infermieri professionali<br />

non abituati ad assumersi la responsabilità<br />

della pianificazione e supervisione del personale<br />

di supporto; professionisti di formazione<br />

molto recente con forti aspettative di<br />

ruolo e di sviluppo professionale.<br />

È ormai evidente a tutti la necessità di affiancare<br />

ai professionisti operatori di supporto<br />

e non solo, o meglio, indipendentemente<br />

dalla carenza/emergenza: tutte le indagini<br />

effettuate, in diverse realtà e con metodologie<br />

differenti, hanno stimato una quota<br />

di attività improprie a carico degli infermieri<br />

mai inferiore al 30%.<br />

L’inserimento delle figure di supporto è un<br />

processo ineludibile ed inarrestabile: non si<br />

tratta di ostacolarlo, ma di governarlo. La nostra<br />

professione ha una responsabilità etica:<br />

garantire l’assistenza infermieristica in un<br />

contesto in cui aumenta la domanda di assistenza,<br />

che però non sempre significa assistenza<br />

infermieristica. Il governo di questo<br />

processo di inserimento investe la responsabilità<br />

di tutti i professionisti a tutti<br />

i livelli dell’organizzazione: gli infermieri<br />

clinici, gli infermieri coordinatori e<br />

dirigenti. Governare questo processo comporta<br />

anche l’opportunità, irrinunciabile, di:<br />

• ottimizzare l’uso delle risorse professionali<br />

sulla base della complessità dei bisogni degli<br />

assistiti;<br />

• differenziare l’assistenza fornita concentrando<br />

l’attenzione degli infermieri sui pazienti che<br />

presentano una maggiore complessità assistenziale<br />

anche al fine di ottimizzare le risorse<br />

(uguaglianza versus equità);<br />

• orientare le cure infermieristiche sui pazienti<br />

che hanno bisogno di risposta/prestazioni<br />

sanitarie infermieristiche e attribuire ad altri<br />

le attività di assistenziali non sanitarie;<br />

• sviluppare competenze cliniche e diversificare<br />

le competenze avanzate per assistere<br />

pazienti a più elevata complessità, prevedendo<br />

anche un ruolo di consulenza nei<br />

confronti di altri colleghi;<br />

• sviluppare il ruolo educativo nei confronti<br />

del malato e delle sue figure di riferimento<br />

Governare questo processo implica anche<br />

un’ulteriore responsabilità etica: garantire<br />

che le attività svolte da questo personale<br />

corrispondano a standard elevati e<br />

contribuire al loro miglioramento. L’esperienza<br />

passata ci ha dimostrato che la mancanza<br />

di operatori di supporto determina:<br />

• la dequalificazione dell’attività infermieristica<br />

con un appiattimento verso il basso<br />

delle attività;<br />

• una crisi di identità di ruolo e una compromissione<br />

dello status;<br />

• la delusione delle aspettative e la demotivazione<br />

del personale.<br />

Con conseguenze negative anche sul piano<br />

dell’immagine sociale dell’infermiere, e sappiamo<br />

bene quanto sia difficile modificare<br />

questa percezione. E d’altro canto, cosa possono<br />

pensare i nostri pazienti se ci vedono<br />

passare il nostro tempo a rifare letti, completare<br />

richieste, rispondere al telefono? E<br />

anche noi, cosa dovremmo pensare di noi<br />

stessi rispetto al contributo che stiamo apportando<br />

al miglioramento dello stato di salute<br />

dei nostri pazienti? È del tutto evidente,<br />

però, che questi ragionamenti implicano:<br />

• una disponibilità di questi operatori nelle<br />

unità operative, con una loro quantificazione<br />

e qualificazione a cui deve aver partecipato<br />

anche il responsabile dell’assistenza<br />

infermieristica, ovvero l’infermiere;<br />

• chiarezza rispetto al ruolo e status dell’infermiere,<br />

che dovrà permettere di tracciare il relativo<br />

ruolo e status dell’operatore di supporto;<br />

• inserimento di questi operatori nelle unità<br />

operative non realizzato e sostenuto da criteri<br />

puramente contabili e commutativi. In<br />

altre parole, la presenza di questi operatori<br />

non deve essere sostitutiva del personale<br />

infermieristico.<br />

Solo alle condizioni elencate, il personale di<br />

supporto potrà favorire “la valorizzazione delle<br />

competenze infermieristiche” che abbiamo<br />

cercato di delineare, le quali potranno<br />

servire a meglio qualificare e identificare il<br />

contributo dell’<strong>Infermieri</strong>stica al benessere<br />

dei cittadini di questo nostro Paese.

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