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IMP. 1-10 - Provincia di Firenze

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<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong><br />

Assessorato Agricoltura,<br />

Caccia e Pesca<br />

LE SCALE DI RISALITA PER LA<br />

TUTELA DEL PATRIMONIO ITTICO<br />

Progetto <strong>di</strong> intervento per i corsi<br />

d’acqua della Val <strong>di</strong> Sieve<br />

Enrico Pini Prato<br />

Ottobre 2001<br />

D.I.A.F.<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria<br />

Agraria e Forestale


DIAF - Dipartimento <strong>di</strong> Ingegneria Agraria e Forestale<br />

Facoltà <strong>di</strong> Agraria - Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong><br />

– Responsabile della ricerca prof. Mario Falciai<br />

– Autore dr. Enrico Pini Prato<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong><br />

Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca - Ufficio Pesca<br />

– Dirigente dr.ssa Giovanna Ricci<br />

– Istruttore Marco Cambi<br />

Foto e realizzazioni grafiche : Enrico Pini Prato<br />

Vietata la riproduzione dei testi e delle illustrazioni senza espressa autorizzazione<br />

Copertina da G. Guenaux, - Piscicolture - 19<strong>10</strong><br />

Un particolare ringraziamento a:<br />

Prof. Augusto Marinelli (Rettore dell’Università <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>), dr. Mauro Ferri (Amministrazione<br />

<strong>Provincia</strong>le <strong>di</strong> Modena), dr.ssa Annamaria Nocita (Collezione Ittiologica - Museo “La Specola”),<br />

dr. Ugo Ciulli (UNPEM - Toscana), prof.ssa Manuela Gualtieri (Dip.to <strong>di</strong> Scienze Zootecniche),<br />

ing. Vincenzo Massaro (Comunità Montana del Mugello).<br />

Stampa: Tipolitografia It.Comm., <strong>Firenze</strong><br />

Stu<strong>di</strong>o e stampa finanziati dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> – Assessorato Agricoltura Caccia e Pesca,<br />

Ufficio Pesca - Convenzione del 2 Maggio 2000<br />

2


Presentazione<br />

La <strong>di</strong>fesa dell’ecosistema acquatico, della qualità delle acque in funzione<br />

della vita dei pesci è sempre stato obiettivo <strong>di</strong> primaria importanza<br />

e determinante le scelte operate dall’Assessorato alla pesca<br />

della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>.<br />

Altresì il lavoro della Consulta della Pesca è risultato <strong>di</strong> stimolo nella<br />

ricerca <strong>di</strong> soluzioni tecniche tese alla valorizzazione dei corsi d’acqua,<br />

nel senso <strong>di</strong> orientare gli interventi <strong>di</strong> sistemazione in maniera naturalistica.<br />

Di qui l’interesse per lo stu<strong>di</strong>o realizzato dall’Università <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong><br />

che propone un modello operativo <strong>di</strong> facile attuazione e del quale sarà<br />

lusinghiero verificarne i risultati invertendo un processo storico <strong>di</strong><br />

interventi non sempre rispettosi della biologia dei pesci.<br />

Inoltre tale modello vuole avere carattere <strong>di</strong>vulgativo e costituisce un<br />

primo momento <strong>di</strong> approccio alle tematiche <strong>di</strong> bioingegneria finalizzate<br />

alla <strong>di</strong>fesa della fauna ittica, nello specifico applicate allo stu<strong>di</strong>o<br />

delle possibilità <strong>di</strong> collegamento tra aree biologicamente separate.<br />

L’Assessore alla Agricoltura, Caccia e Pesca<br />

Mario Lastrucci<br />

3


SOMMARIO<br />

Presentazione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3<br />

Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7<br />

Obiettivi della Ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9<br />

PARTE PRIMA:<br />

generalità<br />

Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale . . . . . . . . » 12<br />

I passaggi per pesci . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 14<br />

La situazione in Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16<br />

La situazione all’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 17<br />

Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione . . » 21<br />

PARTE SECONDA:<br />

indagine ittiologica sui corsi d’acqua in esame<br />

L’importanza della scelta della specie . . . . . . . . . . . . . » 26<br />

Specie presenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 28<br />

Specie da favorire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 30<br />

PARTE TERZA:<br />

rilievo e progettazione<br />

Analisi generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 32<br />

Sieve . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 34<br />

Argomenna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 50<br />

Uscioli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 55<br />

Moscia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 59<br />

Comano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 70<br />

PARTE QUARTA:<br />

conclusioni<br />

Osservazioni conclusive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 82<br />

Tabella riassuntiva degli interventi. . . . . . . . . . . . . . . . » 83<br />

Alcune immagini dall’Estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 84<br />

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 93<br />

5


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

6


Introduzione<br />

Le scale <strong>di</strong> risalita per la tutela del patrimonio ittico<br />

Nell’ampia problematica riguardante la gestione e la tutela delle acque<br />

e del patrimonio ittico un elemento merita particolare attenzione: il<br />

danno ambientale cagionato alla fauna ittica dalle opere <strong>di</strong> sbarramento<br />

dei corsi d’acqua (<strong>di</strong>ghe, traverse, soglie).<br />

In Italia manca una cultura <strong>di</strong> tutela dell'ittiofauna. Dato che i pesci<br />

delle nostre acque interne non hanno mai avuto un elevato valore commerciale,<br />

non si è sentita la necessità <strong>di</strong> conciliare le esigenze dell'uomo<br />

con le esigenze migratorie della fauna ittica. Il paradosso è che si<br />

spendono ingenti cifre per ripopolare i fiumi quando poi, nei fiumi stessi,<br />

non ci sono con<strong>di</strong>zioni idonee perché i pesci possano riprodursi.<br />

Queste con<strong>di</strong>zioni si traducono nella possibilità, per i pesci, <strong>di</strong> risalire i<br />

fiumi durante il periodo della frega e andare a deporre le uova là dove<br />

il loro istinto li fa migrare.<br />

La soluzione consiste nella costruzione, in corrispondenza degli ostacoli,<br />

<strong>di</strong> particolari strutture che permettano alla fauna ittica <strong>di</strong> risalirli.<br />

Tali strutture vengono dette comunemente scale <strong>di</strong> risalita o scale <strong>di</strong><br />

rimonta, ed in ambito internazionale passaggi per pesci (fishpasses).<br />

E’ palese che non sarebbe possibile costruire una scala <strong>di</strong> risalita per<br />

ognuna delle parecchie centinaia <strong>di</strong> briglie esistenti nella sola <strong>Provincia</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, ma basterebbe inserirle solamente in quelle zone maggiormente<br />

soggette alla frega o comunque a perio<strong>di</strong>che migrazioni determinate<br />

da altre esigenze vitali. Queste zone sono rappresentate soprattutto<br />

dalla confluenza <strong>di</strong> affluenti minori in corsi d'acqua <strong>di</strong> maggiori<br />

<strong>di</strong>mensioni: il pesce tende infatti a risalire in queste acque più fresche<br />

e più ossigenate nel periodo primaverile (Ciprini<strong>di</strong>) oppure in quello<br />

autunnale (Salmoni<strong>di</strong>) a fini riproduttivi. La progressiva rarefazione <strong>di</strong><br />

alcune specie e la scomparsa <strong>di</strong> altre dalle nostre acque, oltre che a<br />

causa dell’inquinamento, è da attribuirsi proprio all’impossibilità dell’ittiofauna<br />

<strong>di</strong> spostarsi e compiere i propri cicli vitali. Da qui nasce l’esigenza<br />

<strong>di</strong> uno stu<strong>di</strong>o che affronti questo problema, affiancando le<br />

conoscenze <strong>di</strong> tipo biologico (conoscenza delle specie ittiche e relative<br />

esigenze) a quelle <strong>di</strong> tipo idraulico, ai fini della sperimentazione e realizzazione<br />

<strong>di</strong> strutture che permettano continuità tra vari tratti <strong>di</strong> fiume<br />

attualmente sbarrati e quin<strong>di</strong> irreparabilmente separati tra loro.<br />

7


Le scale <strong>di</strong> risalita per la tutela del patrimonio ittico<br />

“Benvenuto ai pesci migratori” con questo slogan il CEMAGREF, negli anni ’80, pubblicizzava<br />

il programma <strong>di</strong> restauro della libera circolazione nei fiumi della Francia dei<br />

pesci migratori (Storione, Salmone, Trota, Anguilla , Cheppia, Lampreda)<br />

8


Obiettivi della ricerca<br />

Le scale <strong>di</strong> risalita per la tutela del patrimonio ittico<br />

Gli obiettivi si sono rivelati molteplici e si possono così sud<strong>di</strong>videre:<br />

OBIETTIVI DI TIPO GENERICO, NON RIFERIBILI AD UNA<br />

SITUAZIONE PARTICOLARE<br />

• sottolineare i problemi delle acque interne, sia da un punto <strong>di</strong><br />

vista ecologico e naturalistico che da un punto <strong>di</strong> vista tipicamente<br />

gestionale, legislativo e amministrativo<br />

• coor<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong> più <strong>di</strong>scipline scientifiche (ingegneria idraulica,<br />

idrobiologia, architettura del paesaggio, ecologia) spesso molto<br />

lontane tra loro<br />

• realizzazione <strong>di</strong> una metodologia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in materia <strong>di</strong> passaggi<br />

per pesci, sotto forma <strong>di</strong> esempio applicativo<br />

OBIETTIVI SPECIFICI RELATIVI ALLA ZONA OGGETTO DI<br />

STUDIO<br />

• Produzione <strong>di</strong> un documento che rilevi lo stato delle necessità,<br />

ovvero che metta in evidenza le potenzialità <strong>di</strong> sviluppo della<br />

zona in questione ai fini del miglioramento della fauna ittica e<br />

proponga i possibili interventi<br />

• Produzione <strong>di</strong> elaborati che, per le zone ritenute bisognose d’intervento,<br />

costituiscano il progetto preliminare nel momento in<br />

cui l’Ente interessato (Regione, <strong>Provincia</strong>, Comunità Montana)<br />

decida <strong>di</strong> realizzare le strutture per la risalita della fauna ittica<br />

• Proseguimento dell’attività scientifica nel momento in cui, se<br />

realizzate le strutture proposte, possano essere effettuati stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

tipo ittiologico che ne verifichino il funzionamento ed approfon<strong>di</strong>scano<br />

le conoscenze sulle migrazioni dei pesci.<br />

9


Le scale <strong>di</strong> risalita per la tutela del patrimonio ittico<br />

In conclusione il presente lavoro si pone non soltanto come progetto <strong>di</strong><br />

miglioramento e restauro della circolazione in alcuni corsi d’acqua<br />

della Val <strong>di</strong> Sieve, ma anche come un modello per quelle situazioni<br />

analoghe che si stanno presentando sul territorio, in seguito ad una<br />

legislazione sempre più attenta e puntuale.<br />

E’ da ricordare che in Toscana la realizzazione <strong>di</strong> passaggi artificiali<br />

per pesci è prevista dalla Deliberazione Regionale n° 155 del 20<br />

Maggio 1997, ma l’attenzione verso questo grande problema era già<br />

esistente all’inizio del secolo, come <strong>di</strong>mostra il R.D. 1604 del<br />

8/<strong>10</strong>/1931 , che all’articolo <strong>10</strong>, prevedeva la costruzione <strong>di</strong> opere atte<br />

alla risalita del pesce nelle concessioni <strong>di</strong> derivazione d’acqua.<br />

<strong>10</strong>


Parte Prima<br />

Generalità<br />

1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale<br />

2. I passaggi per pesci<br />

3. La situazione in Italia<br />

4. La situazione all’Estero<br />

5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione<br />

11


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

1. Le migrazioni ittiche e la continuità fluviale<br />

Le migrazioni dei pesci consistono in spostamenti <strong>di</strong> massa da un<br />

ambiente all’altro alla ricerca <strong>di</strong> zone ove trovare con<strong>di</strong>zioni che<br />

meglio si adattano ad un particolare momento del loro ciclo vitale.<br />

Due sono le cause che fanno nascere l’esigenza <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> nuove<br />

zone: una legata alla necessità <strong>di</strong> raggiungere luoghi adatti alla schiusa<br />

delle uova e allo sviluppo degli avannotti (migrazione riproduttiva),<br />

l’altra dettata dalla ricerca del nutrimento necessario all’accrescimento<br />

(migrazione trofica). Alla categoria dei pesci che compiono spostamenti<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa entità legati a finalità trofiche o riproduttive completamente<br />

nell’ambito delle acque dolci (pesci olobiotici potamobi)<br />

appartengono molte specie presenti nelle acque della Toscana ed in<br />

particolare nei corsi d’acqua della Val <strong>di</strong> Sieve.<br />

Tra queste si ricorda che migrano le lasche, i cavedani, i barbi che,<br />

come tutti i Ciprini<strong>di</strong>, pre<strong>di</strong>ligono per la frega il periodo primaverileestivo.<br />

Spesso queste migrazioni possono essere molto brevi, ciò perché<br />

le con<strong>di</strong>zioni ideali per la riproduzione si trovano a poca <strong>di</strong>stanza<br />

dagli abituali luoghi <strong>di</strong> soggiorno.<br />

Le trote invece risalgono i fiumi prevalentemente a fine Autunno ricercando<br />

torrenti e piccoli rii con acque relativamente basse e fondali<br />

ghiaiosi favorevoli alla maturazione delle gona<strong>di</strong> e all’incubazione<br />

delle uova. Altro esempio <strong>di</strong> migrazioni riproduttive è quello delle<br />

alborelle che si spostano in banchi numerosissimi per raggiungere aree<br />

adatte; anche il luccio migra alla ricerca <strong>di</strong> acque calme a temperatura<br />

costante. Infine è da ricordare la famosa ed affascinante migrazione<br />

delle anguille, che dal caldo Mar dei Sargassi giungono nei freschi<br />

corsi d’acqua montani dopo un viaggio <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> chilometri.<br />

E’ quin<strong>di</strong> facile immaginarsi quali siano le conseguenze degli sbarramenti<br />

costruiti dall’uomo sui corsi d’acqua. Infatti non solo vengono<br />

limitate le possibilità <strong>di</strong> riproduzione o <strong>di</strong> accrescimento adeguato, ma<br />

<strong>di</strong>minuiscono anche le possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza nel momento in cui<br />

una determinata zona del fiume, ad esempio per carenza <strong>di</strong> ossigeno o<br />

<strong>di</strong> cibo, <strong>di</strong>venta una trappola mortale. Inoltre la creazione <strong>di</strong> sbarramenti<br />

porta a frammentare la popolazione <strong>di</strong> una specie in gruppi isolati<br />

ed impe<strong>di</strong>sce il ripristino a monte dei popolamenti che generalmente<br />

sono depauperati dalle piene.<br />

Un altro effetto negativo può essere determinato dallo stabilirsi <strong>di</strong><br />

12


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

gruppi che si trovano ad essere isolati riproduttivamente, senza poter<br />

incrociarsi con in<strong>di</strong>vidui della stessa specie, <strong>di</strong>slocati a valle o a monte<br />

degli sbarramenti, con conseguente <strong>di</strong>minuzione della variabilità genetica:<br />

questo fenomeno può causare, in presenza <strong>di</strong> malattie o <strong>di</strong> eventi<br />

particolari, l’estinzione <strong>di</strong> tutto un gruppo.<br />

Questa problematica si inserisce in un più ampio quadro <strong>di</strong> lettura dell’ambiente<br />

fluviale, caratterizzato dallo stu<strong>di</strong>o della zonazione degli<br />

ambienti in acque correnti e definito River Continuum Concept<br />

(Vannote et al., 1980). Questo modello rappresenta il fiume come una<br />

successione <strong>di</strong> ecosistemi interconnessi dove un qualsiasi tratto costituisce<br />

l’ambiente <strong>di</strong> uscita per il tratto precedente e <strong>di</strong> entrata per quello<br />

successivo, permettendo scambi <strong>di</strong> materiali ed energia (Ghetti,<br />

1986). In questa moderna interpretazione ha quin<strong>di</strong> fondamentale<br />

importanza l’interconnessione tra i vari ecosistemi fluviali presenti nel<br />

bacino, e la possibilità per l’ittiofauna <strong>di</strong> spostarsi lungo il fiume ne è<br />

forse l’espressione più lampante. In questa ottica la scala <strong>di</strong> risalita non<br />

è soltanto un passaggio obbligato per pesci, una via d’acqua, ma un<br />

vero e proprio “corridoio ecologico” capace <strong>di</strong> contribuire agli scambi<br />

necessari alla vita del fiume.<br />

13


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

2. I passaggi per pesci<br />

I passaggi per pesci, chiamati genericamente “scale <strong>di</strong> rimonta”, sono<br />

<strong>di</strong>spositivi idonei a consentire il passaggio dei pesci da un tratto ad un<br />

altro del fiume, altrimenti impe<strong>di</strong>to da uno sbarramento. Si tratta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivi che permettono al pesce il superamento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>slivello tramite<br />

successivi passaggi in vasche, tratti con scarsa pendenza, rallentamento<br />

dei flussi d’acqua troppo impetuosi, realizzazione <strong>di</strong> rapide<br />

artificiali.<br />

La progettazione <strong>di</strong> un passaggio per pesci è un fatto piuttosto complesso<br />

poiché si impongono conoscenze <strong>di</strong> tipo biologico (ittiologia,<br />

ecologia ed etologia) e <strong>di</strong> tipo tecnico-idraulico. Infatti è necessario<br />

conoscere il comportamento del pesce per aprirgli la “strada” che più<br />

gli si ad<strong>di</strong>ce; si deve poi tener conto che l’opera subisce forti sollecitazioni,<br />

specialmente da parte del materiale solido trasportato durante le<br />

piene, e infine si deve considerare l’impatto ambientale che la stessa<br />

struttura comporta.<br />

Per quanto concerne la tipologia costruttiva, si può <strong>di</strong>re che esistono<br />

un’infinità <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> scale che è possibile tuttavia raggruppare in categorie.<br />

Si passa da soluzioni “rustiche”, costituite da semplici canali provvisti<br />

<strong>di</strong> rugosità che collegano due tratti <strong>di</strong> fiume a mo’ <strong>di</strong> ruscello naturale,<br />

a soluzioni ben più complesse : tra queste si hanno le scale a bacini<br />

successivi, le scale Denil, le chiuse da pesci e le fishways eel.<br />

Le scale a bacini successivi sono le più note e le più usate; il loro funzionamento<br />

è basato sul superamento dell’ostacolo con una serie <strong>di</strong><br />

cascatelle che alimentano altrettanti bacini comunicanti tra loro tramite<br />

stramazzi più o meno larghi, orifizi e fen<strong>di</strong>ture. I bacini servono a un<br />

duplice scopo: assorbimento dell’energia dell’acqua scorrente attraverso<br />

la scala e zone <strong>di</strong> riparo per i pesci: per questo motivo è fondamentale<br />

il <strong>di</strong>mensionamento corretto dei singoli bacini.<br />

Le scale a rallentamento, o Denil dal nome del loro inventore, permettono<br />

il rallentamento dell’acqua su pendenze molto ripide, il funzionamento<br />

è basato sulla <strong>di</strong>ssipazione dell’energia dell’acqua ad opera <strong>di</strong><br />

deflettori posti sul fondo e sulle pareti del condotto.<br />

Le chiuse da pesci , tra cui le chiuse Borland, funzionano come quelle<br />

usate per la navigazione, poiché catturano i pesci in un comparto e poi<br />

li “travasano” in quello superiore. Sullo stesso principio si basano gli<br />

ascensori da pesci, che trasportano gli animali da un tratto ad un altro<br />

del fiume tramite vasche sollevate meccanicamente.<br />

14


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

Infine, le fishways eels, o “scale per anguille” consistono in canalette<br />

in polietilene sul cui fondo vengono poste delle setole sintetiche che<br />

rallentano il flusso nella canaletta stessa e permettono ai pesci <strong>di</strong> risalire<br />

fregando tra le spazzole.<br />

Non esiste una metodologia standard da seguire per la costruzione <strong>di</strong><br />

passaggi per pesci, poiché le situazioni variano caso per caso, in <strong>di</strong>pendenza<br />

dell’entità dell’ostacolo, della portata del corso d’acqua, delle<br />

specie ittiche presenti. Il principio generale da seguire è quello <strong>di</strong><br />

attrarre i pesci in migrazione in un punto a valle dell’ostacolo e <strong>di</strong> stimolarli<br />

a passare a monte. L’attrattività <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong>pende<br />

dalla collocazione dell’entrata e dalle con<strong>di</strong>zioni dei flussi idrici vicino<br />

ad essa: l’entrata infatti non deve essere nascosta , ma ben percepibile<br />

alla maggiore <strong>di</strong>stanza possibile.<br />

La portata da destinare al funzionamento del <strong>di</strong>spositivo <strong>di</strong> risalita non<br />

deve essere la portata totale del corso d’acqua, ma soltanto una percentuale<br />

<strong>di</strong> questa, riferita ai valori me<strong>di</strong> che si registrano nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

migrazione. Nel caso della costruzione <strong>di</strong> nuovi sbarramenti si dovrebbero<br />

prevedere proprio in fase progettuale i passaggi per pesci, ma trovandosi<br />

generalmente in presenza <strong>di</strong> briglie già esistenti, si deve escogitare<br />

il sistema <strong>di</strong> “aggirare” l’ostacolo in maniera non <strong>di</strong>struttiva.<br />

15


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

3. La situazione in Italia.<br />

In Italia non vi è una tra<strong>di</strong>zione in materia <strong>di</strong> passaggi per pesci, l’interesse<br />

è cresciuto soltanto negli ultimi 20 anni, anche se sul fiume<br />

Adda esiste una intero sistema <strong>di</strong> passaggi per pesci, realizzato intorno<br />

al 1893, la cui qualità progettuale stupisce ancor oggi per accuratezza<br />

e correttezza nel contesto <strong>di</strong> tipologie tuttora consigliate ed eseguite.<br />

Attualmente esistono numerose strutture, <strong>di</strong> recente costruzione,<br />

soprattutto al Nord Italia, ove le caratteristiche dei fiumi e la fauna ittica<br />

che li popola sono state determinanti ad incentivare lo stu<strong>di</strong>o e l’applicazione<br />

della materia; peraltro la cultura “sistematoria” <strong>di</strong> origine<br />

Austro-Ungarica, ha fatto sì che i corsi d’acqua siano così ricchi <strong>di</strong><br />

sbarramenti da rendere ormai impossibile intervenire in certi bacini.<br />

Tale ricchezza <strong>di</strong> sbarramenti comporta, nella progettazione dei passaggi<br />

per pesci, una obiettiva pianificazione degli interventi basata sui<br />

dati storici della fauna ittica, sulle potenzialità <strong>di</strong> sviluppo, sulle possibilità<br />

economiche dell’Ente committente, poiché occorre <strong>di</strong>stinguere<br />

quali siano le situazioni <strong>di</strong> vera necessità da quelle ove l’intervento<br />

risulti meno importante, se non inutile.<br />

Si può <strong>di</strong>re che la tematica “passaggi per pesci” viene riscoperta in<br />

seguito all’affermarsi <strong>di</strong> una crescente coscienza ambientalista, come<br />

confermato dal sempre maggior interesse per la salvaguar<strong>di</strong>a delle<br />

migrazioni della cheppia, dell’anguilla e dello storione, oltre che per la<br />

tutela <strong>di</strong> molte altre specie.<br />

Si deve considerare poi che in Italia, oltre la particolare realtà fluviale<br />

(molti sbarramenti/km), manca una vera e propria legislazione che preveda<br />

una specifica commissione, che non solo imponga la realizzazione<br />

delle strutture, ma che supervisioni sull’operato e <strong>di</strong>a delle <strong>di</strong>rettive<br />

sulle metodologie da adottare per la costruzione. Per questo motivo la<br />

maggior parte delle strutture esistenti sono realizzate sull’intuito del<br />

progettista e sul buon senso dell’Amministrazione, ma manca un vero<br />

e proprio organo specializzato <strong>di</strong> controllo e collaudo. Purtroppo nel<br />

nostro Paese il settore dell’impatto faunistico è molto in<strong>di</strong>etro rispetto<br />

a molti paesi europei ed extra-europei, nonostante una legislazione in<br />

realtà molto avanzata; si può <strong>di</strong>re che dalla “famosa” struttura<br />

sull’Adda la questione <strong>di</strong> passaggi per pesci è caduta, lasciando un<br />

vero e proprio vuoto culturale, testimoniato dalla persistente, <strong>di</strong>ffusa e<br />

strana <strong>di</strong>zione “scale <strong>di</strong> monta”.<br />

16


4. La situazione all’Estero<br />

Parte Prima: GENERALITÀ<br />

I passaggi per pesci sono stati costruiti fino dal 17º secolo, ma soltanto<br />

dagli inizi del 1900 la materia ha assunto un carattere veramente<br />

scientifico e si è <strong>di</strong>ffusa in tutto il mondo. Gli ultimi 30 anni inoltre<br />

sono stati molto importanti per un ulteriore sviluppo del settore.<br />

Una approfon<strong>di</strong>ta ricerca su Internet ha permesso <strong>di</strong> aprire una finestra<br />

su quella che è attualmente la situazione all’Estero, ed è stato affascinante<br />

poter constatare quale sia l’importanza attribuita a queste strutture<br />

in molti Paesi europei e, soprattutto, extra-europei. Questo fatto è<br />

confermato ad esempio nei paesi Anglosassoni e Americani, ove legislazioni<br />

rigi<strong>di</strong>ssime e speciali commissioni istituite appositamente<br />

garantiscono il rispetto e la tutela dei fiumi imponendo la costruzione <strong>di</strong><br />

passaggi per pesci presso tutti gli sbarramenti.<br />

Spesso certe strutture sono talmente complesse e imponenti, tecnologicamente<br />

avanzate, oltre che molto costose, da non poter essere riproponibili<br />

nella nostra realtà: si pensi che i passaggi per pesci vengono<br />

utilizzati anche per monitoraggi biologici tramite appositi conta-pesci<br />

elettronici, per cui ogni anno si possono sapere le quantità <strong>di</strong> animali<br />

che hanno risalito il fiume ed ottenere delle elaborazioni statistiche.<br />

Una curiosità è stata scoprire che in Francia vengono progettati anche<br />

“passaggi per castori”, del tutto simili a quelli utilizzati per i pesci, ma<br />

tappezzati sul fondo <strong>di</strong> fogli <strong>di</strong> gomma per evitare ferite alle delicate<br />

zampe dei ro<strong>di</strong>tori!<br />

Nelle pagine seguenti si presenta una breve rassegna, paese per paese,<br />

delle strutture <strong>di</strong> risalita esistenti nel mondo.<br />

Nord America e Canada<br />

Sulla costa Pacifica degli Stati Uniti sono state realizzate strutture<br />

soprattutto sul Columbia River, (tipologia più usata è quella a bacini<br />

successivi), e sullo Snake River per facilitare la risalita <strong>di</strong> salmoni e<br />

trote iridee, secondariamente per lamprede, cheppie, storioni e pesci<br />

gatto. Altre strutture sono state realizzate in Canada per la risalita del<br />

salmone artico tra gli anni ’50 e gli anni ’60 e molte altre, del tipo<br />

Denil, in Alaska. Ad<strong>di</strong>rittura è stata istituita una Commissione sui passaggi<br />

per pesci che raccomanda le tipologie <strong>di</strong> progetto e sorveglia<br />

sulla realizzazione delle strutture.<br />

Sono state costruite strutture in centro Canada e centro USA, non tutte<br />

però hanno avuto lo stesso successo. Sono registrate 35 scale tra<br />

17


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

Alberta, Saskatchewan e Manitoba del tipo a bacini successivi, realizzate<br />

per lucci, salmerini, trote fario, coregoni, altri Salmoni<strong>di</strong>; altre 5<br />

scale del tipo Denil sono state erette sul Des Moines River (Katopo<strong>di</strong>s<br />

e Rajaratnam, 1986). Queste sono state utilizzate anche da ciprini<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

15 cm <strong>di</strong> lunghezza.<br />

Sulla Costa Atlantica sono state costruite strutture <strong>di</strong> tutti i tipi per la<br />

risalita del salmone atlantico, cheppie, anguille, trote e persici. Si contano<br />

circa 200 strutture del tipo a bacini successivi, 25 ascensori e 15<br />

scale Denil (Conrad e Jansen, 1987). Gli stati interessati sono il Maine,<br />

il Massachussets e quello <strong>di</strong> New York . Una scala a bacini successivi,<br />

realizzata nel Maine, si <strong>di</strong>stingue per le <strong>di</strong>mensioni: 227 m <strong>di</strong> lunghezza,<br />

15 m <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello superato!<br />

Europa occidentale<br />

In Europa esiste una grande varietà <strong>di</strong> strutture derivanti maggiormente<br />

dalle esperienze raccomandate dal “Committee on Fish Passes<br />

(1942)”.<br />

In Islanda sono state costruite scale per la risalita del salmone atlantico<br />

sia in presenza <strong>di</strong> ostacoli artificiali che naturali, la tipologia utilizzata<br />

quella a bacini successivi.<br />

In Irlanda molte strutture, soprattutto a bacini successivi, alcune anche<br />

del tipo “a orifizi sul fondo” sono state realizzate sui fiumi Shannon,<br />

Erne, Liffey e Lee. Salmoni, trote <strong>di</strong> mare, anguille hanno utilizzato<br />

queste opere.<br />

In Inghilterra e nel Galles attualmente sono state costruite molte strutture<br />

del tipo Denil con una serie <strong>di</strong> variazioni ed adattamenti ai vari<br />

ambienti fluviali, progettate anche da stu<strong>di</strong> privati. Le specie favorite<br />

so-no la trota <strong>di</strong> mare e secondariamente l’anguilla ed il salmone atlantico.<br />

In Scozia invece sono state realizzate molte strutture a bacini successivi<br />

con orifizi sommersi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutibile funzionamento, oppure chiuse<br />

Borland (Beach 1984). Le specie favorite sono il salmone atlantico e la<br />

trota <strong>di</strong> mare. Per le anguille sono usate setole sintetiche montate su<br />

canalette in metallo, legno o in polietilene.<br />

Nei paesi del Nord, ovvero Danimarca, Olanda sono state usate scale<br />

Denil per trote e salmoni così come scale a bacini successivi,<br />

In Svezia sono attualmente in funzione circa 400 passaggi per pesci, la<br />

maggior parte sono strutture a bacini successivi spesso realizzate in<br />

legno. In Norvegia al momento sono state censite 425 scale <strong>di</strong> risalita,<br />

18


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

la prima fu realizzata circa 130 anni fa sul fiume Gaula.<br />

Nei paesi nord-europei si usa far passare le anguille attraverso apposite<br />

strutture costituite da canalette con spazzole sintetiche sul fondo,<br />

ove i pesci possono arrampicarsi nuotando in una sottile lama d’acqua.<br />

In Francia, la costruzione e progettazione <strong>di</strong> passaggi per pesci è molto<br />

attiva dagli ultimi 20 anni e molte strutture <strong>di</strong> ogni tipo sono state realizzate<br />

ad opera <strong>di</strong> Michel Larinier, che ha testato il funzionamento<br />

idraulico <strong>di</strong> moltissimi modelli. L’esperienza francese è da considerarsi<br />

una delle più aggiornate, e costituisce un vali<strong>di</strong>ssimo modello per la<br />

realtà italiana, che <strong>di</strong>fficilmente può ispirarsi alle strutture erette sui<br />

gran<strong>di</strong> fiumi del Nord America.<br />

Si ricor<strong>di</strong> che in Francia la costruzione <strong>di</strong> passaggi per pesci ha permesso<br />

la ricolonizzazione della cheppia in antichi areali, perduti in<br />

seguito alla costruzione <strong>di</strong> molte centrali idroelettriche.<br />

Europa orientale<br />

In Polonia, sul fiume Vistola, sono state realizzate due strutture del tipo<br />

a bacini successivi, che permettono il superamento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>slivello<br />

complessivo <strong>di</strong> circa 30 m. (Zarnecki 1960).<br />

I maggiori problemi <strong>di</strong> risalita si sono avuti però nei bacini tributari del<br />

Mar Caspio e del Mar Nero. Gran<strong>di</strong> centrali idroelettriche sul Volga,<br />

Don, Kuban, hanno impe<strong>di</strong>to la migrazione <strong>di</strong> storioni, carpe, pesci<br />

gatto, persici e vari clupei<strong>di</strong>. A questi problemi si sommano quelli della<br />

pesca in<strong>di</strong>scriminata e l’inquinamento per l’estrazione del petrolio, che<br />

hanno impoverito <strong>di</strong> pesce questi vasti bacini. Sono state realizzate<br />

gran<strong>di</strong> opere ad ascensore su tutti questi fiumi, ma non tutte hanno dato<br />

risultati sod<strong>di</strong>sfacenti.<br />

America Latina<br />

Sono state registrate nel 1988 circa 50 strutture, localizzate soprattutto<br />

in Brasile, ma anche Argentina, Cile, Colombia. Le specie interessate<br />

sono appartenenti al genere Salminus e Prochilodus. I fiumi maggiormente<br />

interessati sono il Rio della Plata, l’Orinoco e il Jacuì. La tipologia<br />

più <strong>di</strong>ffusa è quella a bacini successivi, ma le specie migratrici<br />

sud-americane sono per la maggior parte completamente <strong>di</strong>fferenti<br />

dalle nostre, per cui è <strong>di</strong>fficile paragonare l’esperienza latino-americana<br />

alla realtà delle nostre acque.<br />

19


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

Africa<br />

Soltanto negli ultimi anni si è capita in Africa la necessità <strong>di</strong> realizzare<br />

passaggi per pesci, per cui vi sono poche installazioni. La più antica<br />

si trova in Sudan, presso Jebel Aulia Dam sul Nilo, per consentire<br />

la risalita del Persico del Nilo. Il risultato è stato insod<strong>di</strong>sfacente.<br />

In Sudafrica esistono alcune strutture basate sui principi vali<strong>di</strong> per i<br />

salmoni<strong>di</strong>, ma si stanno sviluppando dei piani <strong>di</strong> ricerca per lo stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> strutture idonee alle altre specie presenti, soprattutto Mugilli<strong>di</strong>.<br />

Australia e Nuova Zelanda<br />

Nel 1984 erano catalogate 29 strutture (Harris, 1984) nel Sud-est<br />

australiano, ma attualmente ve ne sono <strong>di</strong> più, data la grande attività<br />

che si sta svolgendo in questo settore. Infatti le prime strutture non funzionavano<br />

bene ed è stata avviata un’opera <strong>di</strong> revisione e <strong>di</strong> adattamento<br />

alle specie in<strong>di</strong>gene. Le specie interessate sono anguille, trote<br />

iridee, lamprede, persici, Mugilli<strong>di</strong> ed altre specie tipiche dell’emisfero<br />

australe.<br />

Cina<br />

Nel 1986 erano registrate circa 40 strutture (Xiangke Lu, 1988), ma si<br />

sa che poche hanno dato buoni risultati. Le specie interessate sono<br />

anguille e vari tipi <strong>di</strong> carpe in<strong>di</strong>gene.<br />

Giappone<br />

In Giappone sono costruite circa 1400 strutture, per la maggior parte a<br />

bacini successivi ma anche del tipo Denil e ad ascensore. La specie<br />

maggiormente interessata è l’Ayu, piccolo pesce (circa 25 centimetri)<br />

molto apprezzato dai giapponesi per essere consumato affumicato.<br />

Sudest Asiatico<br />

Sono registrati un passaggio per pesci in Tailan<strong>di</strong>a ed uno in In<strong>di</strong>a per<br />

Ciprini<strong>di</strong> e siluri (Pantulu 1988). Altri fiumi meriterebbero interventi<br />

per la ricchezza <strong>di</strong> specie migratrici.<br />

20


5. Il fiume Sieve: una zona adatta alla sperimentazione<br />

Parte Prima: GENERALITÀ<br />

La zona che costituisce l'oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o è costituita dal tratto del<br />

fiume Sieve dalla confluenza con l’Arno a Dicomano, inclusi alcuni<br />

degli affluenti maggiori: in riva sinistra il torrente Moscia ed il torrente<br />

Comano, in riva destra il torrente Argomenna ed il torrente Uscioli; la<br />

porzione <strong>di</strong> bacino interessata è propriamente detta Val <strong>di</strong> Sieve.<br />

In questo tratto il decorso del fiume è pianeggiante, con un andamento<br />

regolare in cui si alternano ghiareti e rapide a profonde buche e “mollaie”.<br />

I torrenti Moscia e Comano sono invece dei tipici torrenti appenninici<br />

che raccogliendo le acque fresche <strong>di</strong> bacini montani si immettono nella<br />

Sieve dopo un corso breve e talvolta impetuoso. Il torrente Argomenna<br />

e l’Uscioli, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni e portate inferiori ai precedenti, sono torrenti<br />

collinari aventi buona qualità delle acque e portate minime sufficienti<br />

alla vita dell’ittiofauna anche durante il periodo estivo.<br />

La presenza <strong>di</strong> sbarramenti costruiti dall’uomo ha impe<strong>di</strong>to gli spostamenti<br />

dei pesci che dall’Arno potevano risalire la Sieve ed i suoi<br />

affluenti, sia per scopi alimentari che riproduttivi.<br />

La scelta <strong>di</strong> questa zona è motivata quin<strong>di</strong> da una serie <strong>di</strong> caratteristiche<br />

biologiche ed idrauliche <strong>di</strong> questi corsi d’acqua, che ne rendono alte le<br />

potenzialità <strong>di</strong> sviluppo, anche per successivi interventi <strong>di</strong> gestione:<br />

a) Qualità e varietà delle acque e dell’ecosistema<br />

b) Alto grado <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />

c) Portata sufficiente nel periodo estivo<br />

d) Presenza <strong>di</strong> sbarramenti <strong>di</strong> varia tipologia<br />

e) Esistenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> pesca a regolamento specifico<br />

L’obiettivo è quello <strong>di</strong> realizzare una continuità tra Arno, Sieve e torrenti<br />

montani.<br />

5.a. Qualità e varietà delle acque e dell’ecosistema<br />

La Sieve, dopo l’Arno, è il fiume <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni maggiori della<br />

<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>. Le sue acque, classificate a Ciprini<strong>di</strong> nel tratto in<br />

esame, provengono dalle montagne del Mugello e della Consuma, e<br />

non essendo stata molto forte la pressione antropica si possono ancora<br />

21


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

considerare poco inquinate.<br />

Il torrente Moscia ed il Comano, affluenti <strong>di</strong> sinistra provenienti da<br />

bacini montani scarsamente contaminati, sono caratterizzati da acque<br />

fresche e cristalline classificate a Salmoni<strong>di</strong> per circa metà corso.<br />

Questi due affluenti ravvenano la Sieve con portate <strong>di</strong>screte, e spesso<br />

notevoli durante le piene; il loro contributo è essenziale nel periodo<br />

primaverile - estivo, poiché apporta acque fresche ed ossigenate necessarie<br />

a molte specie ittiche.<br />

Come precedentemente detto, l’Argomenna e l’Uscioli, pur con portate<br />

modeste, contribuiscono al ravvenamento della Sieve oltre che<br />

all’aumento della bio<strong>di</strong>versità, in quanto provenienti da ambienti naturali<br />

scarsamente contaminati.<br />

La Sieve e gli affluenti in questione rappresentano quin<strong>di</strong> un grande e<br />

complesso ecosistema, in cui sono presenti sia gli elementi tipici del<br />

fiume <strong>di</strong> pianura, sia quelli del torrente montano, il tutto inserito in un<br />

paesaggio <strong>di</strong> notevole valore estetico.<br />

Tale complesso paesistico sta <strong>di</strong>venendo una realtà molto interessante<br />

anche da un punto <strong>di</strong> vista storico-turistico-ambientale, poiché è in<br />

atto una forte politica <strong>di</strong> valorizzazione territoriale.<br />

5.b. Alto grado <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità<br />

Un ecosistema complesso come quello costituito dalla Sieve e dagli<br />

affluenti è fonte <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità, poiché costituisce una ricca serie <strong>di</strong><br />

habitat per specie animali e vegetali.<br />

Per quanto riguarda l’ittiofauna, sia ha ricchezza in varietà e quantità,<br />

come illustrato nella successiva indagine ittiologica. Le specie presenti<br />

in queste acque infatti rappresentano gran parte del patrimonio ittico<br />

italiano: nella Sieve vivono soprattutto Ciprini<strong>di</strong> (carpe, tinche, cavedani,<br />

barbi, vaironi, pighi, alborelle, lasche, scardole ecc.), ma spora<strong>di</strong>camente<br />

si incontrano anche Salmoni<strong>di</strong> (trota fario) che probabilmente<br />

provengono dai torrenti montani, vi sono poi gruppi minori rappresentati<br />

da lucci, persici trota, ghiozzi, gobioni, anguille, pesci gatto,<br />

cobiti. Nei torrenti invece vi sono trote, provenienti ormai soltanto dai<br />

ripopolamenti, barbi, cavedani, rovelle ed altre specie tipicamente <strong>di</strong><br />

ruscello come ghiozzi e vaironi .<br />

E’ evidente che la ricchezza del patrimonio ittico e l’interesse per la<br />

sua tutela ha fortemente con<strong>di</strong>zionato la scelta dalla zona oggetto <strong>di</strong><br />

22


stu<strong>di</strong>o.<br />

5.c. Portata nel periodo estivo<br />

Parte Prima: GENERALITÀ<br />

La costante presenza <strong>di</strong> acqua è molto importante per valutare la necessità<br />

<strong>di</strong> un intervento. Infatti si deve tener presente che la maggior parte<br />

dei corsi d’acqua, dopo la Primavera, si trasformano in rigagnoli, che<br />

i pesci non possono risalire, quin<strong>di</strong> la scelta si è orientata su corsi d’acqua<br />

perenni che anche nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> magra continuano ad essere abitati<br />

da fauna ittica. Inoltre se non vi fosse portata sufficiente non si<br />

potrebbero alimentare le scale <strong>di</strong> risalita, e quin<strong>di</strong> tutto il lavoro <strong>di</strong> progettazione<br />

non avrebbe senso.<br />

5.d. Presenza <strong>di</strong> sbarramenti <strong>di</strong> varia tipologia<br />

L’elevato numero delle opere <strong>di</strong> sbarramento permette una varietà <strong>di</strong><br />

casi da analizzare, per cui lo stu<strong>di</strong>o può offrire una vasta panoramica<br />

sulle tipologie <strong>di</strong> intervento.<br />

Sulla Sieve le opere in alveo sono tre : pescaia <strong>di</strong> S. Francesco<br />

(Pontassieve), <strong>di</strong> Marino (a valle della Rufina), dell’Alessandri (a<br />

monte della Rufina) oltre la quale il fiume non è più sbarrato fino a<br />

Vicchio, per un tratto <strong>di</strong> altri 19 km.<br />

Vi sono poi varie briglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni minori sul Comano e sul<br />

Moscia; <strong>di</strong> particolare interesse per l’impatto ambientale quelle che<br />

hanno sbarrato i corsi <strong>di</strong> questi torrenti proprio alla confluenza con la<br />

Sieve, ovvero nei punti più importanti per la frega.<br />

5.e. Esistenza <strong>di</strong> zone <strong>di</strong> pesca a regolamento specifico<br />

L’esistenza <strong>di</strong> queste zone <strong>di</strong>mostra già uno spiccato interesse delle<br />

autorità competenti e degli appassionati per queste acque: nel tratto in<br />

questione si hanno ben due zone “No-Kill” e una zona <strong>di</strong> <strong>di</strong>vieto permanente<br />

<strong>di</strong> pesca. Questa scelta particolare è sintomo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una<br />

volontà <strong>di</strong> tutela del patrimonio ittico, che potrebbe essere riaffermata<br />

e consolidata con la realizzazione delle opere <strong>di</strong> risalita e, all'occasione,<br />

con nuove zone a regolamento specifico, per ottenere una migliore<br />

gestione. Questo comporterebbe sicuramente un miglioramento della<br />

qualità e quantità dell’ittiofauna, favorendo i processi naturali anziché<br />

quelli artificiali costituiti da gran<strong>di</strong> e costose immissioni <strong>di</strong> pesce d’allevamento,<br />

col relativo inquinamento genetico dovuto a provenienze<br />

23


Parte Prima: GENERALITÀ<br />

spesso sconosciute .<br />

L’aumento delle potenzialità produttive delle acque ai fini della pesca<br />

e le proposte per la conservazione ed il miglioramento dell’ambiente ai<br />

fini dell’incremento ittiofaunistico sono punti fondamentali delle L.R.<br />

30/<strong>10</strong>/82 n. 77 e L.R.24/4/1984 n. 25 sullo sviluppo e la tutela della<br />

pesca <strong>di</strong>lettantistica e della fauna ittica.<br />

I passaggi per pesci sono previsti in Toscana dalla Deliberazione n°<br />

155 del 20/5/1997, al punto 4.2 - Opere trasversali, briglie, soglie -:<br />

“…In ogni situazione in cui risulti tecnicamente possibile, tenuto conto<br />

della pendenza dell’alveo e del <strong>di</strong>slivello da superare, in luogo della<br />

costruzione <strong>di</strong> manufatti <strong>di</strong> tipo tra<strong>di</strong>zionale (briglie e traverse) in calcestruzzo<br />

o in gabbioni, si dovrà prevedere la realizzazione <strong>di</strong> una o<br />

più rampe in pietrame, <strong>di</strong> caratteristiche idonee per consentire anche<br />

la risalita della fauna ittica.<br />

Qualora la pendenza non consentisse la costruzione <strong>di</strong> rampe in pietrame,<br />

le briglie, preferibilmente in legname e pietrame, dovranno<br />

essere dotate <strong>di</strong> scale <strong>di</strong> risalita per i pesci, quando ubicate in tratti <strong>di</strong><br />

corso d’acqua <strong>di</strong> interesse per la fauna ittica (sentito il parere del<br />

competente Servizio <strong>Provincia</strong>le) o privo <strong>di</strong> sbarramenti trasversali<br />

Esempio <strong>di</strong> scala <strong>di</strong> risalita “applicata” ad una briglia preesistente (<strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> Modena)<br />

24


Parte Seconda<br />

Indagine ittiologica sui corsi d’acqua in esame<br />

1. L’importanza della scelta della specie<br />

2. Specie presenti<br />

3. Specie da favorire<br />

25


Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA<br />

1. L’importanza della scelta delle specie<br />

Nella realizzazione <strong>di</strong> una scala <strong>di</strong> risalita è opportuno specificare quali<br />

siano le specie presenti nel corso d’acqua in esame e quali siano quelle<br />

che in particolare si vogliono avvantaggiare con una struttura <strong>di</strong> risalita.<br />

Questo non vuol <strong>di</strong>re che l’opera funzioni solo per una determinata<br />

specie ittica, spesso infatti i risultati sono del tutto inattesi e si assiste<br />

alla rimonta <strong>di</strong> specie non previste, ma le caratteristiche idrauliche<br />

dei flussi all’interno della struttura saranno “tarate”in base alle necessità<br />

e alle capacità natatorie <strong>di</strong> determinate specie privilegiate. Nello<br />

schema seguente è illustrato l’iter, in base al rilievo delle specie presenti,<br />

per la progettazione <strong>di</strong> un passaggio per pesci:<br />

26<br />

Indagine sulla popolazione ittica e scelta delle specie da favorire<br />

Periodo migratorio e riproduttivo <strong>di</strong> queste specie: frega<br />

Caratteristiche idrauliche del fiume durante la stagione della frega:<br />

portate min. e max. – valutazioni sulle capacità natatorie<br />

Dimensionamento della struttura


Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA<br />

Le informazioni inerenti la fauna ittica presente nei corsi d’acqua in<br />

esame sono state gentilmente fornite dalla dr.ssa A. Nocita – Museo <strong>di</strong><br />

Storia Naturale, sezione Zoologia, “La Specola” – che ha realizzato il<br />

seguente lavoro, propedeutico alla stesura della nuova carta ittica provinciale:<br />

“Monitoraggio della fauna ittica in provincia <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, Bacino<br />

dell’Arno. Relazione biennale 1999-2000”, finanziato dall’Assessorato<br />

Caccia e Pesca della <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>.<br />

Inoltre è stato consultato il volume “Rete idroittica pubblica e potenzialità<br />

piscatoria (1985)” e<strong>di</strong>to dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, sono state<br />

realizzate delle interviste ai pescatori ed agli abitanti della zona.<br />

La dove sono <strong>di</strong>sponibili carte ittiche aggiornate è ovviamente <strong>di</strong>retta<br />

l’acquisizione dei dati.<br />

27


Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA<br />

2. Specie presenti<br />

Si riportano alcuni dati relativi ai campionamenti effettuati dalla<br />

dott.ssa Nocita nel biennio 1999-2000 in varie stazioni sulla Sieve, torrente<br />

Moscia e torrente Comano. Si consideri che alcune specie, anche<br />

se non rilevate, possono comunque essere presenti poiché risultano esistere<br />

dall’indagine del 1985 e nella memoria storica dei pescatori e <strong>di</strong><br />

chi vive il fiume.<br />

28<br />

Specie<br />

nome comune o<br />

locale<br />

Sieve Comano Moscia<br />

Alburnus alburnus alborella Alborella X<br />

Ameiurus melas Pesce gatto X<br />

Anguilla anguilla Anguilla X X<br />

Barbus plebejus Barbo comune X X X<br />

Barbus tyberinus Barbo X X<br />

Carassius carassius Carassio o Zoccolo X<br />

Chondrostoma genei Lasca X<br />

Chondrostoma soetta Savetta<br />

Cobitis taenia Cobite X<br />

Cyprinus carpio Linnaeus Carpa X<br />

Gobio gobio Gobione X<br />

Esox lucius Luccio<br />

Leuciscus cephalus Cavedano X X X<br />

Lepomis gibbosus Persico sole<br />

Leuciscus souffia Risso Vairone X X X<br />

Microupterus salmoides Persico trota X<br />

Oncorhynchus mykiss Trota iridea<br />

Padogobius bonelli Ghiozzo padano X<br />

Padogobius nigricans Ghiozzo dell’Arno X X X<br />

Rutilus rubilio Rovella X X<br />

Rutilus pigus Pigo<br />

Rutilus x Leuciscus – X<br />

Salmo trutta Linnaeus - Fario Trota fario X X X<br />

Scar<strong>di</strong>nius erythrophalamus Scardola X<br />

Tinca tinca Tinca


Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA<br />

I dati relativi alla fauna ittica dei torrenti Argomenna ed Uscioli provengono<br />

esclusivamente dal volume del 1985 e da osservazioni personali<br />

poiché recentemente non sono stati effettuati campionamenti su<br />

questi torrenti.<br />

La fauna ittica del torrente Argomenna è caratterizzata nel corso basso<br />

da Ciprini<strong>di</strong>, soprattutto cavedani, barbi e vaironi; il tratto a monte del<br />

ponte <strong>di</strong> S.Maria in Acone ospita ancora questi Ciprini<strong>di</strong>, ma in quantità<br />

minori, e rara è la presenza <strong>di</strong> Salmoni<strong>di</strong>, costituiti essenzialmente<br />

da trota fario proveniente da ripopolamento.<br />

Il torrente Uscioli ospita prevalentemente una fauna ittica costituita da<br />

Salmoni<strong>di</strong> (trota fario); i Ciprini<strong>di</strong> sono presenti essenzialmente nel<br />

tratto compreso tra la confluenza con la Sieve ed il Mulino, ma si trova<br />

anche qualche colonia <strong>di</strong> vaironi anche nei tratti più alti del bacino.<br />

La grande presenza <strong>di</strong> Ciprini<strong>di</strong> nel bacino della Val <strong>di</strong> Sieve fa sì che<br />

la realizzazione <strong>di</strong> passaggi per pesci sia orientata prevalentemente su<br />

alcune specie <strong>di</strong> questa famiglia, e che il <strong>di</strong>mensionamento delle strutture<br />

sia determinato dalle caratteristiche idrauliche dei corsi d’acqua<br />

in questione nello specifico periodo <strong>di</strong> frega. Tale periodo si estende<br />

dalla fine <strong>di</strong> Aprile alla fine <strong>di</strong> Giugno, ma può prolungarsi oppure<br />

abbreviarsi in <strong>di</strong>pendenza <strong>di</strong> eventi naturali particolari.<br />

Si esclude il <strong>di</strong>mensionamento dei passaggi per pesci sulle esigenze dei<br />

Salmoni<strong>di</strong>, che sono presenti nel bacino soprattutto in conseguenza <strong>di</strong><br />

ripopolamenti piuttosto che per riproduzione naturale. Questo però non<br />

vuol <strong>di</strong>re che una trota non sia capace <strong>di</strong> usufruire <strong>di</strong> un passaggio<br />

costruito per altre specie come barbi e cavedani: le capacità natatorie<br />

dei Salmoni<strong>di</strong> sono notoriamente superiori a quelle dei Ciprini<strong>di</strong>.<br />

Tuttavia, non volendo entrare nel complicato campo della fisiologia<br />

muscolare applicata alla fauna ittica, si ricorda soltanto che esistono<br />

delle tabelle che consentono <strong>di</strong> calcolare lo sforzo massimo che può<br />

compiere un pesce in base alla specie, taglia, temperatura dell’acqua e<br />

durata dello sforzo.<br />

29


Parte Seconda: INDAGINE ITTIOLOGICA SUI CORSI D’ACQUA<br />

3. Specie da favorire<br />

Nella famiglia dei Ciprini<strong>di</strong> particolare attenzione al fine <strong>di</strong> agevolare<br />

la rimonta viene rivolta alla lasca (Chondrostoma genei), pesce migratore<br />

dei corsi d’acqua <strong>di</strong> pianura e collinari. Importante è poi la rimonta<br />

del barbo, soprattutto perché nella Sieve vive ancora una specie<br />

endemica delle acque del centro-Italia, il barbo tiberino (Barbus tyberinus),<br />

spesso confuso col barbo canino, che attualmente è in via <strong>di</strong><br />

rarefazione. Anche la rovella (Rutilus rubilio), da non confondere col<br />

triotto, assai più stanziale, ha spiccate esigenze migratorie, e può essere<br />

inserita tra le specie da avvantaggiare. Tali specie risultano protette<br />

dalla Legge Regionale n. 56 del 6 Aprile 2000, che le colloca nell’allegato<br />

A.<br />

Un’altra specie da favorire, non appartenente ai Ciprini<strong>di</strong>, è l’anguilla<br />

(Anguilla anguilla), le cui caratteristiche migratorie sono ben note ma<br />

altrettanto poco noto è il calo demografico <strong>di</strong> questa specie su tutto il<br />

territorio nazionale a causa degli sbarramenti che impe<strong>di</strong>scono il completo<br />

svolgimento del ciclo vitale.<br />

A conferma <strong>di</strong> queste scelte si riportano le seguenti affermazioni,<br />

estratte dal volume “Pesci delle acque interne italiane” (Gandolfi G.,<br />

Zeronian S., Torricelli P., Marconato A., 1991), e<strong>di</strong>to dall’Istituto<br />

Poligrafico e Zecca <strong>di</strong> Stato.<br />

Per quanto riguarda la lasca “…L’abitu<strong>di</strong>ne a rimontare i fiumi nel periodo<br />

riproduttivo è fortemente ostacolata dagli sbarramenti che vengono<br />

costruiti lungo i corsi d’acqua e dalla scarsa presenza <strong>di</strong> scale <strong>di</strong> rimonta<br />

e ciò ha fortemente inciso sul calo <strong>di</strong> densità <strong>di</strong> questa specie…”<br />

A proposito dell’anguilla invece è scritto “…La rimonta dei fiumi da<br />

parte <strong>di</strong> questa specie è fortemente ostacolata da briglie e <strong>di</strong>ghe presenti<br />

lungo i corsi d’acqua, ma le semine <strong>di</strong> esemplari hanno fino ad<br />

oggi impe<strong>di</strong>to un restringimento dell’areale <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione…”<br />

Inoltre si ricor<strong>di</strong> che altri pesci, pur non compiendo delle vere e proprie<br />

migrazioni, compiono comunque degli irregolari spostamenti, per<br />

cui il numero <strong>di</strong> specie coinvolte risulta in realtà molto maggiore. Ciò<br />

è convalidato anche dal volume “Rete idroittica pubblica e potenzialità<br />

piscatoria” e<strong>di</strong>to dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, che a proposito del<br />

torrente Moscia, prima della costruzione della briglia alla confluenza<br />

con la Sieve, affermava: “…Nel medesimo tratto, nel periodo primaverile<br />

vi è una notevole presenza <strong>di</strong> cavedani che rimontano dal Sieve.<br />

Questo, in particolare avviene durante il ciclo riproduttivo della spe-<br />

30


Parte Terza<br />

Rilievo e Progettazione<br />

1. Analisi generale<br />

2. Fiume Sieve<br />

3. Torrente Moscia<br />

4. Torrente Comano<br />

5. Torrente Argomenna<br />

6. Torrente Uscioli<br />

31


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

1. Analisi generale<br />

Al fine <strong>di</strong> un’analisi completa, capace <strong>di</strong> descrivere e fornire un quadro<br />

generale riguardo la zona in questione, così si è proceduto:<br />

La zona è stata sud<strong>di</strong>visa per corsi d’acqua, ovvero fiume Sieve,<br />

affluenti <strong>di</strong> sinistra (Moscia e Comano), affluenti <strong>di</strong> destra<br />

(Argomenna e Uscioli); il tratto della Sieve in stu<strong>di</strong>o termina idealmente<br />

alla confluenza col Comano, ma in realtà fino a Vicchio non esistono<br />

più sbarramenti, per cui si deve considerare nei risultati una continuità<br />

fluviale maggiore <strong>di</strong> quella relativa alla zona presa in esame.<br />

Per ogni corso d’acqua è stato realizzato un capitolo contenente:<br />

32<br />

• Breve descrizione del bacino in esame, aspetti geomorfologici,<br />

vegetazionali, faunistici, ovviamente con particolare<br />

riferimento all’ittiofauna presente.<br />

• Caratteristiche idrauliche del corso d’acqua: dati relativi<br />

alle portate, regimi durante i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> migrazione della<br />

fauna ittica. Questi dati, come già detto, sono essenziali per<br />

la progettazione <strong>di</strong> strutture <strong>di</strong> risalita poiché da questi<br />

<strong>di</strong>pende il <strong>di</strong>mensionamento della struttura stessa.<br />

• Rilievo e descrizione degli sbarramenti esistenti: ogni sbarramento<br />

è stato rilevato, descritto e poi catalogato con una<br />

lettera maiuscola che corrisponde all’iniziale del torrente su<br />

cui si trova e con un numero progressivo da valle verso<br />

monte: ad esempio il primo sbarramento del Comano si<br />

in<strong>di</strong>ca con C1. Tali sigle sono riportate sulle immagini cartografiche.<br />

Fondamentale, ai fini della decisione <strong>di</strong> intervento<br />

o meno, il rapporto tra la lunghezza del tratto ipotizzato<br />

senza sbarramenti ed il numero <strong>di</strong> sbarramenti che<br />

invece lo <strong>di</strong>vide.<br />

• Analisi delle priorità: ovvero evidenziare, in base alle<br />

nozioni precedentemente acquisite, quali sono quegli sbarramenti<br />

che arrecano maggior <strong>di</strong>sturbo al “continuum fluviale”.<br />

A monte <strong>di</strong> questa considerazione vi è una valutazione<br />

<strong>di</strong> tipo economico, anche se molto sommaria poiché<br />

una dettagliata analisi costi-benefici richiede delle cono-


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

scenze <strong>di</strong> tipo idrobiologico che attualmente non si hanno,<br />

come il rapporto biomassa ittiofauna / metro quadrato <strong>di</strong><br />

letto fluviale. Infatti sarebbe improponibile considerare<br />

come interventi prioritari strutture eccessivamente costose<br />

oppure in numero troppo elevato rispetto a brevi tratti <strong>di</strong><br />

corso d’acqua: si è scelta la soluzione <strong>di</strong> arrestare il proseguimento<br />

dei rilievi e della progettazione <strong>di</strong> fronte ad ostacoli<br />

troppo impegnativi per numero o <strong>di</strong>mensioni.<br />

• Progettazione dei passaggi per pesci per le situazioni <strong>di</strong><br />

primaria importanza (interventi <strong>di</strong> prima priorità).<br />

Questa è la parte realizzativa del presente lavoro, ovvero in<br />

base ai dati reperiti con la ricerca svolta si propongono<br />

delle soluzioni, ovvero dei progetti <strong>di</strong> passaggi per pesci<br />

adatti alle varie situazioni. Tali interventi, nelle seguenti<br />

immagini progettuali, sono riprodotti col colore rosso per<br />

ottenerne una migliore visualizzazione.<br />

La Gave de Pau, Francia. Complesso sistema <strong>di</strong> bacini successivi realizzato da<br />

M. Larinier per consentire la migrazione <strong>di</strong> cheppie e salmone atlantico<br />

33


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

2. Fiume Sieve<br />

Caratteristiche generali<br />

Il fiume Sieve nasce dal Monte Cuccoli a 633 m.s.l.m. in Comune <strong>di</strong><br />

Barberino <strong>di</strong> Mugello e confluisce in Arno a Pontassieve, a quota 73<br />

m.s.l..m. Il bacino imbrifero è caratterizzato da due porzioni ben<br />

<strong>di</strong>stinte: il Mugello (dalle sorgenti fino a monte <strong>di</strong> Dicomano) e la Val<br />

<strong>di</strong> Sieve (da Dicomano alla confluenza in Arno).<br />

Nel tratto compreso fra Bilancino e Vicchio il fiume ha un andamento<br />

a bassa sinuosità, percorrendo il margine meri<strong>di</strong>onale dell’antico bacino<br />

lacustre del Mugello. Imme<strong>di</strong>atamente a valle <strong>di</strong> Vicchio, per circa<br />

6 km, il corso d’acqua assume un tracciato meandriforme: in questo<br />

tratto, <strong>di</strong> particolare bellezza, superati completamente gli affioramenti<br />

fluvio-lacustri del Mugello e subendo quin<strong>di</strong> i con<strong>di</strong>zionamenti litologico-tettonici<br />

del substrato roccioso, la <strong>di</strong>rezione della valle subisce<br />

una brusca variazione <strong>di</strong>sponendosi in <strong>di</strong>rezione NNW-SSE. Superato<br />

il tratto meandriforme il fiume torna ad assumere un andamento a<br />

bassa sinuosità, o per alcuni tratti pressoché rettilineo. All’altezza <strong>di</strong><br />

Dicomano l’alveo entra in contatto con gli affioramenti <strong>di</strong> Arenarie del<br />

Pratomagno-Falterona,, appartenenti alle Unità del Monte Cervarola.<br />

Questo comporta un fondo pressoché fisso e nel tempo non si sono<br />

verificate sostanziali situazioni <strong>di</strong> cambiamento, come testimoniano<br />

documenti risalenti al ’700. Il profilo <strong>di</strong> fondo dell’intero corso d’acqua<br />

da Bilancino a Pontassieve è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>stinto in due parti nettamente<br />

<strong>di</strong>fferenti tra loro: nella conca lacustre del Mugello il fiume Sieve<br />

presenta scarsa pendenza, mentre dal tratto Vicchio – Dicomano assume<br />

forti pendenze in corrispondenza <strong>di</strong> un substrato roccioso delle arenarie,<br />

caratteristico della Val <strong>di</strong> Sieve.<br />

34<br />

Lunghezza asta fluviale 58 km<br />

Area bacino 850 km 2<br />

Fattore <strong>di</strong> forma F=A/L 2<br />

(Horton) 0.252<br />

Rapporto <strong>di</strong> allungamento 0.567<br />

Geomorfologia nei tratti interessati<br />

(tratto della Val <strong>di</strong> Sieve)<br />

Arenarie del Macigno del<br />

Mugello e del Chianti


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Questa situazione comporta una sostanziale stabilità del tratto <strong>di</strong> fiume<br />

in esame, soprattutto fino a Contea, mentre nel tratto finale si osserva<br />

una leggera fase <strong>di</strong> deposito, localizzata soprattutto in alcune zone.<br />

Lungo il suo corso la Sieve raccoglie le acque <strong>di</strong> un centinaio <strong>di</strong> torrenti;<br />

la sua vallata è sempre stata un itinerario preferito sia da pescatori<br />

che da gitanti: non mancano infatti scorci e scenari <strong>di</strong> notevole<br />

valore paesaggistico; contemporaneamente fornisce habitat preziosi<br />

per l’ittiofauna e l’avifauna. Gli stabili affioramenti rocciosi e gli ampi<br />

ghiareti costituiscono infatti la base per lo sviluppo della fauna bentonica,<br />

per la crescita <strong>di</strong> substrati vegetali adatti a costituire la base trofica<br />

per le specie erbivore, sono inoltre ottimi letti <strong>di</strong> frega. Si alternano<br />

alle zone <strong>di</strong> rapida zone <strong>di</strong> calma, ricche <strong>di</strong> vegetazione riparia, e<br />

questa alternanza tra svariati tipi <strong>di</strong> ambiente fluviale è fonte <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità,<br />

come <strong>di</strong>mostra la ricchezza <strong>di</strong> specie ittiche presenti. Le acque<br />

della Sieve ospitano soprattutto Ciprini<strong>di</strong> reofili come barbi, vaironi,<br />

lasche e Ciprini<strong>di</strong> limnofili come cavedani, alborelle, scardole, carassi,<br />

carpe, tinche, pighi; vi sono anche specie appartenenti ad altre famiglie:<br />

anguille, cobiti, ghiozzi, lucci, trote fario ed ancora altre .<br />

Attualmente, in conseguenza dei lavori per la realizzazione della tratta<br />

Alta Velocità si stanno facendo alte le pressioni sull’ambiente, dovute<br />

soprattutto alle escavazioni, agli scarichi, alle cantierizzazioni e ai<br />

campi base. Nonostante questo il volume e<strong>di</strong>to dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Firenze</strong> “Qualità e portata dei fiumi della provincia <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>” - 1997<br />

afferma che la qualità delle acque testimonia un buon potere autodepurativo<br />

del fiume grazie alle peculiari caratteristiche idrogeologiche,<br />

morfologiche nonché alla sua buona portata nel periodo <strong>di</strong> magra.<br />

Tale portata è oggi garantita con l’entrata in funzione, a pieno regime,<br />

della Diga <strong>di</strong> Bilancino (questo fatto è da considerarsi molto positivo<br />

per la vita del fiume).<br />

Gli aspetti idrologici del fiume Sieve sono stati monitorati per un lungo<br />

periodo, e oggi abbiamo una serie storica <strong>di</strong> dati molto ricca: l’Istituto<br />

Idrografico <strong>di</strong> Pisa ha registrato dal 1931 l’andamento delle portate<br />

ponendo una stazione a Fornacina, alla sezione <strong>di</strong> chiusura del bacino.<br />

Al fine della realizzazione e del funzionamento delle scale <strong>di</strong> risalita,<br />

sono importanti soltanto i valori <strong>di</strong> portata nel periodo della riproduzione<br />

delle specie interessate, per cui non risultano fondamentali i<br />

valori <strong>di</strong> massima o <strong>di</strong> minima assoluta. Inoltre, come prima accennato,<br />

sono cambiate le cose dall’entrata in funzione dell’invaso <strong>di</strong><br />

Bilancino ed i valori <strong>di</strong> portata minima, che generalmente si raggiun-<br />

35


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

gono in Agosto-Settembre, sono aumentati tanto da scongiurare delle<br />

vere e proprie “magre”, come si verificavano prima: si pensi che sono<br />

stati registrati valori minimi <strong>di</strong> 0,15-0,20 m 3 /sec nel periodo estivo!<br />

Anche se l’erogazione <strong>di</strong> acqua dall’invaso varia da periodo a periodo,<br />

in base alle esigenze idriche della città <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, l’apporto <strong>di</strong> acqua al<br />

fiume è un fatto <strong>di</strong> fondamentale importanza: durante il periodo estivo,<br />

in conseguenza alla siccità e a forti prelievi per uso irriguo, si verificavano<br />

in alcuni punti zone asciutte ed i deflussi erano veramente<br />

ridotti, quin<strong>di</strong> la situazione può considerarsi notevolmente migliorata:<br />

nell’anno 2000 il rilascio me<strong>di</strong>o da Bilancino nel periodo Luglio-<br />

Agosto è stato <strong>di</strong> circa 3-4 m 3 /s. Ovviamente, gli effetti positivi si<br />

hanno anche durante la stagione autunnale ed invernale per l’effetto <strong>di</strong><br />

laminazione sulle piene.<br />

Nel periodo della frega, che per la maggior parte delle specie presenti<br />

(Ciprini<strong>di</strong>) va dalla Primavera all’inizio Estate, i valori me<strong>di</strong> e minimi<br />

<strong>di</strong> portata sono più che sufficienti ad alimentare scale <strong>di</strong> risalita anche<br />

con buone quantità <strong>di</strong> acqua; questo permette <strong>di</strong> lavorare alla progettazione<br />

<strong>di</strong> queste strutture con dei buoni margini <strong>di</strong> sicurezza: non è raro<br />

che i valori me<strong>di</strong> <strong>di</strong> portata superino in questi perio<strong>di</strong> i <strong>10</strong> m 3 /sec.<br />

36


Rilievo degli sbarramenti esistenti<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

La Sieve risulta interrotta da tre gran<strong>di</strong> sbarramenti nel tratto<br />

Pontassieve-Scopeti, il successivo sbarramento si trova presso Vicchio,<br />

già fuori dell’area oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o: questo tuttavia risulta un fatto<br />

importante poiché il superamento dei tre sbarramenti consentirebbe<br />

circa 28 chilometri <strong>di</strong> continuità fluviale sull’asta della Sieve, ovvero<br />

tutto il tratto Pontassieve-Vicchio. Il primo sbarramento è la pescaia <strong>di</strong><br />

S.Francesco, a monte dell’abitato <strong>di</strong> Pontassieve, il secondo è la<br />

pescaia <strong>di</strong> Marino, in località Masseto, il terzo è la pescaia detta<br />

dell’Alessandri, a monte della Rufina e ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Montebonello. Agli<br />

Scopeti esisteva un’altra traversa, che però è crollata e attualmente non<br />

costituisce un ostacolo per gli spostamenti della fauna ittica.<br />

Pescaia <strong>di</strong> S. Francesco - S1<br />

Traversa in calcestruzzo dalla particolare forma ad angolo, con concavità<br />

rivolta verso monte e profilo a scarpa. Si tratta <strong>di</strong> una struttura<br />

composta da due scalini, che complessivamente realizzano un’altezza<br />

<strong>di</strong> circa 3 m, munita in riva destra <strong>di</strong> un muro <strong>di</strong> accompagnamento <strong>di</strong><br />

circa 20 m in filaretti <strong>di</strong> pietra ed una scogliera alla base. In riva sinistra<br />

è presente un muro d’ala a protezione della strada statale 167. Lo<br />

sviluppo totale dell’opera è <strong>di</strong> 160 metri.<br />

Nella parte centrale, in corrispondenza dello stramazzo principale, è<br />

stata realizzata una rapida artificiale, <strong>di</strong> nessuna utilità per la rimonta<br />

della fauna ittica poiché il salto da superare è eccessivamente alto ed il<br />

flusso della corrente troppo impetuoso.<br />

Tale sbarramento rappresenta, a causa della sua forma e altezza, la<br />

prima grande interruzione tra l’Arno e le acque della Val <strong>di</strong> Sieve. La<br />

ricchezza <strong>di</strong> fauna ittica che vive nel gorgo sottostante ne fa una meta<br />

ambita da molti pescatori, e nel periodo della frega si osservano quantità<br />

<strong>di</strong> barbi ed altre specie tentare un’impossibile rimonta. (Foto 1)<br />

Pescaia <strong>di</strong> Marino (Molino <strong>di</strong> Vico) - S2<br />

E’ una traversa antica, la prima costruita sulla Sieve e datata 1774, con<br />

paramento a valle a scarpa, utilizzata per deviare l’acqua al Molino <strong>di</strong><br />

Vico, in riva destra.<br />

37


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Nel tempo ha subito mo<strong>di</strong>fiche successive, ne è testimonianza la parte<br />

inferiore del paramento in calcestruzzo ed il corpo originario in filaretti<br />

<strong>di</strong> pietra. La larghezza della pescaia è <strong>di</strong> <strong>10</strong>5 m, mentre l’altezza complessiva<br />

costituita dalle varie rampe, compresa la scogliera a valle, è <strong>di</strong><br />

circa 3,5m.<br />

A monte forma una zona <strong>di</strong> calma da cui si <strong>di</strong>rama la presa d’acqua per<br />

il mulino, mentre a valle il fiume scorre su un basso fondo ciottoloso,<br />

ove il corso d’acqua assume un carattere gradevolmente torrentizio<br />

adatto alla vita <strong>di</strong> molte specie ittiche. Come per il precedente sbarramento,<br />

anche questa opera è meta ambita dei pescatori, infatti il tratto<br />

del fiume a valle è un ottimo letto <strong>di</strong> frega per le caratteristiche granulometriche<br />

del fondo, inoltre il pesce è attratto dalle acque maggiormente<br />

ossigenate che si formano per turbolenza in corrispondenza<br />

degli stramazzi. (Foto 2)<br />

Pescaia dell’Alessandri - S3<br />

La pescaia dell’Alessandri è un’opera costruita intorno alla metà<br />

dell’800, imponente, dalla quale si può osservare, a monte, uno degli<br />

scorci più belli e selvaggi della Val <strong>di</strong> Sieve. Ristrutturata a più riprese<br />

e consolidata con una colossale scogliera, tale opera ha un’altezza<br />

<strong>di</strong> circa 3m, una larghezza <strong>di</strong> circa 70m ed è munita <strong>di</strong> una cateratta da<br />

cui parte una gora che, avanzando quasi parallela al fiume per circa<br />

800 m, alimentava una cartiera in località Rufina. Il coronamento è in<br />

alcuni punti mancante o parzialmente scalzato, e tutta l’opera è stata<br />

rinforzata con palizzate, bulloni, contrafforti <strong>di</strong> calcestruzzo. Questa<br />

traversa rappresenta un opera <strong>di</strong> valore storico artistico; da apprezzare<br />

anche l’utilizzo della pietra per la presa d’acqua della gora, realizzata<br />

su un substrato roccioso e costeggiata da una fitta vegetazione riparia<br />

lungo un viottolo che attualmente è quasi impraticabile. Tale opera non<br />

è molto conosciuta poiché non è visibile dalla strada statale, e la si raggiunge<br />

soltanto con i sentieri campestri da Montebonello, oppure attraversando<br />

la ferrovia a monte della Rufina.<br />

I due tratti della Sieve a monte e a valle dell’opera sono pregevoli sia<br />

per gli aspetti paesaggistici e naturalistici, che per le possibilità <strong>di</strong><br />

sfruttamento piscatorio. (Foto 3)<br />

38


Foto 1. Pescaia <strong>di</strong> S. Francesco (S1)<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Foto 2. Pescaia <strong>di</strong> Marino (S2)<br />

39


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

40<br />

Foto 3. Pescaia dell’Alessandri (S3)<br />

Foto3bis. Dettaglio della presa d’aqcua.<br />

Si noti il troppo pieno <strong>di</strong> scarico regolato<br />

da una paratoia


Analisi delle priorità<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Come già detto, il superamento dei tre sbarramenti consentirebbe la<br />

realizzazione <strong>di</strong> molti chilometri <strong>di</strong> continuità fluviale, ovvero <strong>di</strong> continuità<br />

tra <strong>di</strong>fferenti habitat che altrimenti risultano dei veri e propri<br />

compartimenti isolati l’uno dall’altro. I singoli tratti sono molto lunghi<br />

e ricchi <strong>di</strong> rifugi, letti <strong>di</strong> frega e tane per l’ittiofauna, ma alcune specie<br />

ed in particolare l’anguilla e la lasca riceverebbero gran<strong>di</strong>ssimi vantaggi<br />

dalla possibilità <strong>di</strong> poter migrare a monte, ove attualmente vengono<br />

immesse tramite costosi ripopolamenti.<br />

Si deve inoltre considerare il fatto che la Sieve confluisce con l’Arno<br />

in uno dei suoi tratti più pregiati per pescosità e qualità delle acque: nel<br />

tratto Rignano-Pontassieve vi è anche una zona <strong>di</strong> protezione per il<br />

barbo, ricca poi <strong>di</strong> altre specie, e tale ricchezza biologica si mantiene<br />

fino alla zona <strong>di</strong> Rosano. La realizzazione <strong>di</strong> passaggi per pesci renderebbe<br />

possibile la continuità e quin<strong>di</strong> lo spostamento della fauna ittica<br />

tra i due fiumi, comportando lo scambio tra popolazioni <strong>di</strong>fferenti, con<br />

conseguente arricchimento nel numero <strong>di</strong> specie e soprattutto nell’arricchimento<br />

dei patrimoni genetici.<br />

Inoltre la particolare forma degli sbarramenti offre, ai fini sperimentali,<br />

la possibilità <strong>di</strong> creare soluzioni <strong>di</strong>fferenti l’una dall’altra, e quin<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> non utilizzare un solo modello standard <strong>di</strong> struttura <strong>di</strong> risalita.<br />

Questo fatto, se da un lato può sembrare un inconveniente, rientra<br />

invece negli obiettivi previsti, in quanto uno degli scopi del presente<br />

lavoro è quello <strong>di</strong> analizzare una vasta gamma <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> sbarramento<br />

ed offrire una ricca panoramica <strong>di</strong> soluzioni realizzative.<br />

Questa serie <strong>di</strong> valutazioni <strong>di</strong> carattere sia tecnico che ecologico consentono<br />

<strong>di</strong> affermare che:<br />

Si ritiene prioritario l’intervento sui tre sbarramenti:<br />

S1, S2, S3.<br />

41


Progetti <strong>di</strong> intervento sulla Sieve<br />

Intervento su S1<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Per il superamento dello sbarramento S1 è stata valutata una serie <strong>di</strong><br />

soluzioni, che si sono <strong>di</strong>mostrate abbastanza complesse e onerose data<br />

l’architettura e le <strong>di</strong>mensioni dello sbarramento.<br />

La rampa in pietrame sarebbe un’ottima soluzione, adatta alle specie<br />

presenti e <strong>di</strong> gradevole aspetto estetico, ma data l’altezza dello sbarramento<br />

occorrerebbe una gran<strong>di</strong>ssima quantità <strong>di</strong> materia prima (pietre<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni notevoli) per la costruzione <strong>di</strong> una rampa <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni<br />

adeguate: ciò si traduce in una eccessiva spesa e in un’opera molto<br />

ingombrante.<br />

Una seconda soluzione scartata è una struttura a bacini successivi,<br />

posta in destra idrografica lungo il muro <strong>di</strong> accompagnamento, che<br />

potrebbe attrarre i pesci dalla parte destra del gorgo. Anche questa<br />

opera risulterebbe onerosa per le quantità <strong>di</strong> calcestruzzo armato, oltre<br />

che i problemi relativi alla carpenteria da realizzare previa deviazione<br />

del corso d’acqua.<br />

Per questo si è valutata come soluzione ottimale una Scala Denil, poiché<br />

comporta scarsi problemi costruttivi e costi contenuti, dato l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> poco calcestruzzo e del metallo per i deflettori <strong>di</strong> rallentamento.<br />

Inoltre la struttura è semplice, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni contenute e <strong>di</strong> facile inserimento<br />

nello sbarramento in questione, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> scarso impatto visivo.<br />

La struttura dovrebbe essere realizzata scavando nella profon<strong>di</strong>tà della<br />

traversa un canale <strong>di</strong> larghezza 1m, con pendenza compresa del 15-<br />

20%, e realizzando due muretti <strong>di</strong> accompagnamento inseriti nel canale<br />

stesso, <strong>di</strong> altezza 1 m. All’interno del canale si inseriscono i deflettori<br />

in metallo secondo rapporti <strong>di</strong> lunghezza ormai stu<strong>di</strong>ati e collaudati,<br />

dei quali è stato fatto grande uso in Inghilterra (Sussex, Galles)<br />

per sbarramenti con profilo simile a questo, tali da garantire con<strong>di</strong>zioni<br />

idrauliche ben determinate, adatte al nuoto dei pesci. Si rimanda ad<br />

una fase progettuale esecutiva lo stu<strong>di</strong>o dettagliato del funzionamento<br />

idraulico della struttura e l’adeguato <strong>di</strong>mensionamento delle murature.<br />

L’ubicazione della struttura è prevista in destra idrografica, non troppo<br />

vicina allo stramazzo centrale né troppo accostata alla riva. Infatti se<br />

l’entrata fosse ubicata molto vicina allo stramazzo centrale i pesci<br />

potrebbero confondersi per la turbolenza dell’acqua e non trovare il<br />

passaggio, se fosse troppo vicina alla riva destra potrebbe essere <strong>di</strong>ffi-<br />

43


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

cilmente percepibile da grande <strong>di</strong>stanza rispetto al filone della corrente<br />

pricipale. Inoltre nella posizione prevista la struttura risulta essere<br />

maggiormente protetta dall’impeto del flusso poiché a monte vi è una<br />

zona <strong>di</strong> stabilità, ed il vasto invaso smorza l’effetto battente dell’acqua.<br />

Le seguenti immagini illustrano l’intervento.<br />

44<br />

Pianta<br />

passaggio Denil<br />

2 m.<br />

Coronamento<br />

Rampa<br />

Gra<strong>di</strong>no<br />

Scala<br />

Denil<br />

Protezione<br />

idro<strong>di</strong>namica<br />

dell'entrata<br />

del passaggio<br />

Entrata a<br />

valle<br />

Gorgo<br />

Stramazzo<br />

principale<br />

costituito da una<br />

rapida artificiale


Intervento su S2<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Lo sbarramento S2 è un’opera antica, che ha meritato particolare attenzione<br />

per il valore storico nonché artistico, dato l’uso magistrale che è<br />

stato fatto della pietra anche per la costruzione della gora.<br />

La particolare architettura dell’opera, soprattutto della parte in riva<br />

destra, ove è situata la gora che porta acqua al mulino, ha suggerito una<br />

sola soluzione : un passaggio a bacini successivi in muratura <strong>di</strong> pietrame,<br />

capace <strong>di</strong> integrarsi perfettamente nella geometria dell’opera esistente<br />

ed a basso impatto ambientale. Infatti utilizzando pietra da<br />

costruzione simile a quella in opera, si potrebbero realizzare dei bacini<br />

successivi sfruttando la muratura esistente, in un angolo ben riparato<br />

dall’impeto del flusso principale della corrente poiché protetto dalla<br />

gora stessa e da un piccolo muretto che <strong>di</strong>fende una scaletta <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Inoltre si è osservato che i pesci, durante il periodo riproduttivo,<br />

tendono ad accumularsi proprio in riva destra, probabilmente<br />

richiamati dal flusso della corrente generata dallo scarico <strong>di</strong> “troppo<br />

pieno”della gora.<br />

Per realizzare una struttura con buona capacità attrattiva si ritiene<br />

opportuno <strong>di</strong>mensionarla per una portata <strong>di</strong> circa <strong>10</strong>0 l/s, che rappresenta<br />

solo una modesta percentuale dell’intera portata della Sieve nel<br />

periodo della frega, cioè tra fine Aprile e inizio Luglio. E’ possibile utilizzare<br />

una portata così bassa in virtù del richiamo offerto dallo scarico<br />

della gora, che funge da portata ausiliaria <strong>di</strong> attrazione.<br />

Il progetto si basa su una tipologia ormai collaudata dall’esperienza<br />

francese (CEMAGREF-Tolosa), caratterizzata da bacini successivi<br />

comunicanti con un’apertura sul fondo (bocca a battente) ed una fen<strong>di</strong>tura<br />

laterale (bocca a stramazzo parzialmente rigurgitata). In questo<br />

modo la portata si ripartisce nelle due bocche offrendo al pesce la possibilità<br />

<strong>di</strong> risalire la corrente sia nuotando sul fondo oppure attraverso<br />

la cascatella che si forma tra i due bacini.<br />

Per il superamento del <strong>di</strong>slivello tra monte e valle sono necessari 8<br />

bacini scalati <strong>di</strong> 0.3 m, con base rettangolare <strong>di</strong> circa metri 1,80x1,20<br />

e profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> circa 1m. La <strong>di</strong>ssipazione energetica che si sviluppa<br />

è la stessa in ogni singolo bacino, ed è tale da non stor<strong>di</strong>re il<br />

pesce bensì <strong>di</strong> attrarlo nei bacini a monte .<br />

L’entrata della scala a monte si realizza con un invito scavato sulla<br />

sommità della pescaia, mentre l’uscita a valle va posta a fianco dello<br />

scarico della gora, così da sfruttare l’effetto attrattivo della corrente<br />

45


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

esistente per richiamare il pesce. Si veda in foto il dettaglio della situazione<br />

attuale e nel <strong>di</strong>segno la possibile soluzione realizzativa.<br />

46<br />

Gora del<br />

mulino<br />

Scarico del<br />

troppo pieno<br />

Pescaia <strong>di</strong> Marino:<br />

planimetria dell'intervento<br />

Terrapieno<br />

scaletta <strong>di</strong><br />

servizio<br />

5 m.<br />

Passaggio<br />

a bacini<br />

successivi<br />

Sieve<br />

sfioro a<br />

monte<br />

traversa a<br />

scivolo<br />

soglia a<br />

valle


Intervento su S3<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Lo sbarramento S3 comporta seri problemi alla realizzazione <strong>di</strong> soluzioni<br />

complesse (Denil, bacini successivi) per la particolare forma dell’opera,<br />

la presenza <strong>di</strong> una imponente scogliera nonché per l’altezza<br />

del salto da superare, rischiando poi <strong>di</strong> non esaltare i pregi <strong>di</strong> questa<br />

imponente opera. Infatti occorre tener presente che la Pescaia<br />

dell’Alessandri è una traversa antica, immersa in un contesto naturale<br />

particolarmente suggestivo, per cui si è voluto progettare un’opera che<br />

oltre a ripristinare la continuità tra i due tratti <strong>di</strong> fiume, potesse essere<br />

sfruttata per valorizzare anche tale contesto architettonico e paesistico.<br />

Si è allora pensato <strong>di</strong> ripristinare la gora che portava acqua alla cartiera<br />

della Rufina, utilizzandola come un vero e proprio collegamento tra<br />

i due tratti <strong>di</strong> fiume a monte e a valle della pescaia, deviandone parte<br />

della portata tramite un ruscello artificiale che funzioni da scaricatore.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> soluzione, sperimentata in Germania con ottimi risultati<br />

fin dal secolo scorso, ha il vantaggio <strong>di</strong> essere relativamente economica,<br />

<strong>di</strong> non <strong>di</strong>sturbare il consueto andamento idrometrico del fiume,<br />

<strong>di</strong> essere <strong>di</strong> gradevole aspetto estetico e <strong>di</strong> creare dei microambienti<br />

<strong>di</strong>versificati <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssimo valore biologico.<br />

Occorre anche considerare che la gora, una volta ripristinata, offrendo<br />

un ambiente riparato con caratteristiche <strong>di</strong> portata costanti durante<br />

l’anno, e al riparo dall’impeto delle piene, può essere utilizzata per la<br />

semina <strong>di</strong> novellame o per altre attività finalizzate all’acquacoltura.<br />

Inoltre ripristinare la gora vorrebbe significare il restauro <strong>di</strong> un’opera<br />

<strong>di</strong> archeologia industriale, con il vantaggio <strong>di</strong> poter svolgere una funzione<br />

<strong>di</strong>dattica e ricreativa, rendendola visitabile e percorribile.<br />

La gora è ancora funzionante, anche se il materiale fangoso <strong>di</strong> deposito<br />

ha comportato l’innalzamento del fondo, basterebbe dragarla e sistemare<br />

il sentiero che la percorre tramite il taglio della vegetazione infestante<br />

e rendendola agibile per tutta la lunghezza, ovvero circa 800 m,<br />

cioè l’intero percorso Rufina-Pescaia dell’Alessandri. Attualmente le<br />

poche azioni <strong>di</strong> sfalcio, decespugliamento e pulizia vengono svolte dai<br />

proprietari degli orti confinanti, che confermano la necessità <strong>di</strong> una<br />

sistemazione dell’area.<br />

Il collegamento tra la gora e la Sieve, subito a valle della pescaia, è<br />

quin<strong>di</strong> possibile con un by-pass.<br />

Tale by-pass è costituito da un ruscello artificiale che ricrei le caratteristiche<br />

del corso d’acqua principale: fondo naturale lastricato <strong>di</strong> pie-<br />

47


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

trame locale, alternanza <strong>di</strong> zone a corrente rapida con zone a corrente<br />

lenta, piccoli salti realizzati con pietrame <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni maggiori,<br />

sinuosità. Il superamento dell’intero <strong>di</strong>slivello è possibile con una serie<br />

<strong>di</strong> successivi sbalzi adatti alle capacità natatorie dell’ittiofauna.<br />

Le caratteristiche tecniche ed idrauliche previste sono le seguenti:<br />

48<br />

– <strong>di</strong>slivello totale 3,0 m<br />

– lunghezza minima ruscello 60 m<br />

– larghezza 1,5-2 m<br />

– profon<strong>di</strong>tà 0,2-0,6 m<br />

– <strong>di</strong>slivello max. tra i salti 0,20 m<br />

– numero <strong>di</strong> salti 15<br />

– pendenza max. tra i singoli salti 1%<br />

– Portata regolabile (200-500 l/s)<br />

Non vi sono problemi riguardo la portata d’acqua <strong>di</strong> alimentazione del<br />

by-pass, infatti giocando con la presa d’acqua della pescaia ed il “troppo<br />

pieno “<strong>di</strong> scarico, che è visibile anche in foto, è possibile ottenere<br />

la portata desiderata senza prosciugare la parte restante del canale: si<br />

deve semplicemente stabilire quale sia la portata d’acqua da destinare<br />

al ruscello artificiale e quella per la gora. Per dosare e regolare con precisione<br />

la portata da destinare al by-pass è opportuno porre una serie <strong>di</strong><br />

saracinesche metalliche all’imbocco <strong>di</strong> quest’ultimo. Avendo più saracinesche<br />

è infatti possibile regolare la portata del by-pass lasciando<br />

aperture tali che il pesce possa nuotarvi attraverso e passare a monte.<br />

Tale intervento comporta quin<strong>di</strong> la riqualificazione ambientale dell’area<br />

ed una funzionalità <strong>di</strong>dattica dell’opera stessa, è quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> primaria<br />

importanza la sua realizzazione<br />

Si vedano nella pagina seguente le immagini della planimetria ed alcuni<br />

schematici dettagli progettuali.


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

49


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

3. Torrente Argomenna<br />

Dalle pen<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Monte Giovi e Poggio Cerrone confluiscono le acque<br />

che formano il torrente Argomenna, che scorre incassato in una stretta<br />

e amena valle per confluire nella Sieve nei pressi della Rufina.<br />

Il corso d’acqua ha un’accentuata conformazione steep and pool e nel<br />

tratto me<strong>di</strong>o si <strong>di</strong>stingue per la particolare bellezza della valle, ove la<br />

vegetazione boschiva ha il sopravvento sulle zone coltivate.<br />

Attualmente infatti la zona viene ampiamente sfruttata per scopi ricreativi<br />

grazie ad una buona sentieristica che percorre la valle lungo il torrente.<br />

La vegetazione riparia è costituita essenzialmente da carpino<br />

nero e salice, mentre i boschi circostanti collinari sono costituiti dalle<br />

latifoglie del querceto termofilo : roverella, cerro ed altre specie tipiche<br />

dei boschi collinari, utilizzate in prevalenza a ceduo.<br />

Il torrente risulta sbarrato circa 900m a monte della confluenza da una<br />

grossa briglia che costituisce anche un guado, mentre altre cinque briglie<br />

<strong>di</strong> notevoli <strong>di</strong>mensioni sono state erette ancora più a monte, oltre<br />

il ponte per S. Maria in Acone.<br />

Non è stato possibile reperire dati riguardo alla portata <strong>di</strong> questo torrente;<br />

si è tuttavia osservato che la portata tende ad annullarsi nel<br />

periodo che va da Agosto a Settembre soprattutto nel tratto finale <strong>di</strong><br />

fondo valle, ma da Ottobre a Luglio mai viene a mancare il deflusso<br />

superficiale, mentre nel periodo delle piogge si verificano notevoli<br />

piene capaci <strong>di</strong> trasportare materiale lapideo costituito da ghiaia e ciottolame<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>e <strong>di</strong>mensioni. Tale materiale costituisce un serio problema<br />

poiché nell’ultimo tratto <strong>di</strong> fondo valle si deposita per la per<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> capacità <strong>di</strong> trasporto dell’acqua a causa della <strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> velocità<br />

e, nel periodo estivo, le acque si perdono per infiltrazione nel<br />

subalveo: questo comporta l’annullamento del deflusso superficiale.<br />

50<br />

Lunghezza asta fluviale 7.5 km<br />

Area bacino 20.40 km 2<br />

Fattore <strong>di</strong> forma F=A/L 2<br />

(Horton) 0.362<br />

Rapporto <strong>di</strong> allungamento 0.680<br />

Geomorfologia nei tratti interessati<br />

(Confluenza con la Sieve)<br />

Depositi alluvionali del terrazzo<br />

me<strong>di</strong>ano: sabbie, ghiaie, ciottolami


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il risultato è che il tratto finale del torrente (<strong>10</strong>0-200 m) rimane asciutto<br />

o con pochissima acqua, rendendo impossibile la rimonta del pesce:<br />

questo problema riguarda anche altri corsi d’acqua minori della Val <strong>di</strong><br />

Sieve. Anche le sponde, prive <strong>di</strong> vegetazione arborea e sabbiose sono<br />

conferma <strong>di</strong> una continua azione <strong>di</strong> deposito. Attualmente sono in<br />

corso dei piccoli interventi <strong>di</strong> ingegneria naturalistica per la manutenzione<br />

delle sponde e dei versanti.<br />

La fauna ittica è caratterizzata dalla presenza <strong>di</strong> colonie <strong>di</strong> barbi, cavedani,<br />

vaironi in tutti i tratti del torrente, spora<strong>di</strong>ca è la presenza <strong>di</strong> trote<br />

fario a monte <strong>di</strong> S. Maria in Acone a causa <strong>di</strong> prelievi in<strong>di</strong>scriminati,<br />

ma non per le caratteristiche dell’ambiente fluviale che invece offre<br />

tane e presenza <strong>di</strong> alimento. E’ presente anche il granchio <strong>di</strong> fiume, a<br />

conferma <strong>di</strong> una buona qualità delle acque.<br />

51


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Rilievo degli sbarramenti esistenti<br />

Sbarramento A1<br />

Il primo sbarramento, A1, si trova circa 900m a monte della confluenza<br />

con la Sieve ed è costituto da una traversa ad arco in filaretti <strong>di</strong> pietra<br />

alta circa 2,5m e <strong>di</strong> circa 30m <strong>di</strong> larghezza. Tale traversa costituisce<br />

un guado per una strada campestre che porta ad una casa colonica.<br />

Sbarramenti A2 – A5<br />

Altri due sbarramenti (A2-A3) si trovano nelle vicinanze del Ponte <strong>di</strong><br />

S. Maria in Acone, e sono costituiti da un primo gruppo <strong>di</strong> tre briglie<br />

in calcestruzzo che formano gorghi profon<strong>di</strong>, con acqua cristallina:<br />

sono strutture insuperabili per la fauna ittica, poiché alte circa 2m ciascuna.<br />

Altre due briglie in calcestruzzo (A4-A5) si trovano ancora più<br />

a monte.<br />

Analisi delle priorità<br />

Intervenire su questo torrente risulta un’impresa onerosa che non giustificherebbe<br />

il rapporto tra il numero ed il costo degli interventi e i<br />

risultati ottenibili. Il torrente infatti possiede troppi sbarramenti per un<br />

tratto così breve <strong>di</strong> corso e occorrerebbero troppe strutture per pochi<br />

chilometri <strong>di</strong> fiume: già sul primo sbarramento risulterebbe inutile<br />

intervenire con strutture per la risalita. Anche la ridotta quantità <strong>di</strong><br />

fauna ittica, a causa delle modeste <strong>di</strong>mensioni del corso d’acqua, non<br />

rappresenta una valida motivazione per intervenire con la costruzione<br />

<strong>di</strong> complicate opere <strong>di</strong> risalita: sarebbe meglio tutelare le comunità ittiche<br />

localizzate nelle singole zone con dei <strong>di</strong>vieti <strong>di</strong> pesca piuttosto che<br />

costruire strutture.<br />

Non vi è quin<strong>di</strong> alcuna priorità <strong>di</strong> intervento sugli sbarramenti esistenti<br />

per la mancanza delle con<strong>di</strong>zioni che ne giustifichino i costi .<br />

Potrebbe invece valere la pena intervenire sugli ultimi 200 metri del<br />

torrente, nella zona della confluenza con la Sieve, ove per i problemi<br />

prima citati il torrente si infiltra nel materasso ghiaioso. Infatti nel<br />

periodo della frega dalla Sieve molti cavedani e barbi tentano la rimonta,<br />

impe<strong>di</strong>ta da una lama d’acqua troppo sottile per potervi nuotare, alla<br />

ricerca <strong>di</strong> acque più adatte alla riproduzione.<br />

52


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

La possibilità <strong>di</strong> rimontare l’Argomenna fino allo sbarramento A1 per<br />

un tratto <strong>di</strong> circa 900 m, anche se non è un fatto essenziale alla vita nei<br />

fiumi, risulta comunque il ripristino <strong>di</strong> certe con<strong>di</strong>zioni naturali perdute.<br />

La semplicità <strong>di</strong> questo intervento, anche se non fondamentale, non<br />

è economicamente troppo impegnativa:<br />

Si propone come intervento secondario.<br />

53


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Progetto <strong>di</strong> intervento sull’Argomenna<br />

Come precedentemente affermato, intervenire su questo torrente non è<br />

un fatto prioritario, ma si propone comunque, in maniera descrittiva e<br />

molto generica, il tipo <strong>di</strong> intervento.<br />

Sarebbe opportuno risagomare l’alveo, mantenendo la stessa pendenza<br />

e tracciato, semplicemente rimovendo il materiale alluvionale depositato,<br />

costituito essenzialmente da grossa ghiaia e ciottolami.<br />

Sostanzialmente l’intervento consiste in una prima fase <strong>di</strong> dragaggio,<br />

quin<strong>di</strong> una seconda fase <strong>di</strong> sistemazione. Infatti, per mantenere una<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> <strong>di</strong>scontinuità <strong>di</strong> fondo con tane, buche, anfratti sarebbe<br />

poi necessario utilizzare massi ciclopici <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni tali da non essere<br />

fluitati dalle acque della piena. Con tali massi si consoliderebbero le<br />

sponde ad alcuni tratti dell’alveo, così da ricostituire il torrente la dove<br />

si è trasformato in un rigagnolo senza profon<strong>di</strong>tà.<br />

Si osservi in foto la zona <strong>di</strong> intervento.<br />

Foto 4. confluenza Argomenna - Sieve<br />

54


4. Torrente Uscioli<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il torrente Uscioli sorge dal Monte Giovi e segue un andamento subparallelo<br />

a quello dell’Argomenna.<br />

Il bacino non è molto vasto poiché non supera i <strong>10</strong> km 2 e <strong>di</strong> conseguenza<br />

il torrente non ha portate notevoli. Tuttavia anche durante il<br />

periodo estivo vi è un deflusso minimo capace <strong>di</strong> garantire la vita della<br />

fauna acquatica, che in queste acque molto pure e ricche <strong>di</strong> alimento<br />

trova un habitat ideale. Per questo motivo il torrente, anche se può<br />

apparire a prima vista modesto per lo sfruttamento piscatorio, è adatto<br />

alla vita dei Salmoni<strong>di</strong>. Si trova infatti la trota fario in quantità , ma<br />

anche altre specie come il gambero e il granchio <strong>di</strong> fiume.<br />

Lunghezza asta fluviale 4.5 km<br />

Area bacino 9.8 km 2<br />

Fattore <strong>di</strong> forma F=A/L 2<br />

(Horton) 0.483<br />

Rapporto <strong>di</strong> allungamento 0.786<br />

Geomorfologia nei tratti interessati<br />

(Confluenza con la Sieve)<br />

Depositi alluvionali del terrazzo<br />

me<strong>di</strong>ano: sabbie, ghiaie, ciottolami<br />

L’ambiente naturale è <strong>di</strong> grande valore paesaggistico, poiché la valle,<br />

principalmente boscata, è quasi <strong>di</strong>sabitata e offre uno scenario incantevole.<br />

I boschi sono costituiti prevalentemente da cedui <strong>di</strong> cerro e<br />

roverella a quote inferiori, mentre a quote maggiori vegeta il castagno.<br />

I coltivi si trovano essenzialmente nel fondo valle, dove vi è anche un<br />

mulino e un laghetto originato da uno sbarramento artificiale con<br />

acqua particolarmente limpida. La vallata è meta <strong>di</strong> escursionisti per<br />

l’abbondanza <strong>di</strong> sentieri che permettono <strong>di</strong> andare dalla Sieve sino alla<br />

vetta del Monte Giovi.<br />

55


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Rilievo degli sbarramenti esistenti<br />

Il torrente risulta sbarrato presso il “Mulino <strong>di</strong> Uscioli”circa 1,3 km a<br />

monte della confluenza con la Sieve.<br />

Da questo punto si biforca in due rami ampiamente sistemati; il ramo<br />

destro è sbarrato da una grande briglia che forma un invaso <strong>di</strong> cospicue<br />

<strong>di</strong>mensioni, particolarmente ricco <strong>di</strong> fauna ittica, mentre il ramo<br />

sinistro da numerose briglie <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni minori e da salti naturali. Il<br />

ramo sinistro si sviluppa maggiormente del destro, ma il grande numero<br />

<strong>di</strong> ostacoli trasversali non offre possibilità <strong>di</strong> intervento, se non con<br />

grande ed ingiustificato impegno economico.<br />

Il tratto finale, alla confluenza con la Sieve, probabilmente era stato<br />

anticamente sistemato con un muro <strong>di</strong> pietra <strong>di</strong> accompagnamento,<br />

oggi interrato e leggermente spostato rispetto alla foce: ciò fa pensare<br />

che il torrente si immettesse nella Sieve con un certo impeto, e la mancanza<br />

<strong>di</strong> manutenzione ha causato l’accumularsi del deposito alluvionale.<br />

A <strong>di</strong>fferenza dell’Argomenna, soltanto gli ultimi <strong>10</strong>-20 metri <strong>di</strong> corso<br />

sono interrati, dopo <strong>di</strong> che il torrente riprende il normale corso a steep<br />

and pool.<br />

56


Analisi delle priorità<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

E’ evidente che le <strong>di</strong>mensioni ed il numero <strong>di</strong> ostacoli su cui intervenire,<br />

e quin<strong>di</strong> i costi <strong>di</strong> intervento, sono eccessivamente alti per le<br />

potenzialità del torrente, che nonostante offra un ambiente incontaminato<br />

non possiede le caratteristiche per essere veramente <strong>di</strong> rilievo per<br />

notevoli interventi. Per questo non si è proceduto alla minuziosa<br />

descrizione degli sbarramenti esistenti, ma si è passati <strong>di</strong>rettamente ad<br />

una valutazione <strong>di</strong> intervento. Come nel caso dell’Argomenna, sarebbe<br />

interessante poter intervenire almeno sulla zona <strong>di</strong> confluenza con<br />

la Sieve, rimovendo e sistemando il materiale depositato, poiché permettendo<br />

il superamento <strong>di</strong> questo ostacolo si realizzerebbe una continuità<br />

tra Sieve ed un tratto dell’Uscioli <strong>di</strong> circa 1,2 km. Tale tratto, pur<br />

non essendo eccessivamente lungo, costituisce un ottimo letto <strong>di</strong> frega<br />

per le caratteristiche del profilo del fondo, e le acque fresche ed ossigenate<br />

del piccolo torrente sono molto attraenti per la fauna ittica, che<br />

si nota accumularsi alla confluenza durante la frega.<br />

Si propone questo intervento come secondario<br />

57


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Progetto <strong>di</strong> intervento sull’Uscioli<br />

Come precedentemente affermato, intervenire su questo torrente non è<br />

un fatto prioritario, ma si propone comunque, in maniera sintetica, il<br />

possibile intervento. Tale intervento è del tutto simile a quello<br />

sull’Argomenna, con la sola <strong>di</strong>fferenza che il tratto interessato è notevolmente<br />

più corto, circa 20 - 25 metri lineari.<br />

L’operazione consisterebbe nel risagomare l’alveo, mantenendo la<br />

stessa pendenza e lo stesso tracciato, semplicemente rimovendo il<br />

materiale alluvionale depositato, ovvero dragare il tratto finale del<br />

corso d’acqua. Per creare una situazione <strong>di</strong> tane, buche, <strong>di</strong>versificazione<br />

del fondale sarebbe poi necessaria la messa in opera massi ciclopici,<br />

o comunque tali da non essere fluitati durante la piena. Questo intervento<br />

inoltre renderebbe possibile il consolidamento <strong>di</strong> questa zona <strong>di</strong><br />

confluenza, che come tale è particolarmente instabile e delicata.<br />

L’intervento è molto semplice ed economico, e pur non considerato<br />

come prioritario potrebbe dare buoni risultati facilitando enormemente<br />

la risalita dell’ittiofauna.<br />

Foto 5. Confluenza Uscioli - Sieve<br />

58


5. Torrente Moscia<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il torrente Moscia, insieme al torrente Comano, è uno dei più importanti<br />

affluenti della Val <strong>di</strong> Sieve, poiché ha un bacino molto vasto, circa<br />

64 km 2 , e raccoglie le acque <strong>di</strong> numerosi corsi minori. Infatti sorge dai<br />

monti della Consuma a <strong>10</strong>60 m.s.l. e scorre in una valle stretta e incassata<br />

fino all’abitato <strong>di</strong> Londa, ove raccoglie le acque del torrente<br />

Rincine. Da Londa a Contea, ove si getta nella Sieve, il Moscia scorre<br />

praticamente in pianura e perde le caratteristiche tipiche del torrente<br />

appenninico, che possedeva invece nel tratto a monte.<br />

Lunghezza asta fluviale 14.2 km<br />

Area bacino 63.5 km 2<br />

Fattore <strong>di</strong> forma F=A/L 2<br />

(Horton) 0.314<br />

Rapporto <strong>di</strong> allungamento 0.634<br />

Geomorfologia nei tratti interessati<br />

(Tratto Londa-Contea)<br />

Terrazzi alluvionali: ciottolami<br />

poligenici in matrice sabbiosa<br />

Il tratto che interessa il presente lavoro è costituito dall’asta Contea-<br />

Londa, poiché il Moscia in questa località risulta sbarrato da numerose<br />

briglie <strong>di</strong> piccole <strong>di</strong>mensioni e infine da una <strong>di</strong> circa 8 metri, che<br />

costituisce un invaso <strong>di</strong> cospicue <strong>di</strong>mensioni, e risulta economicamente<br />

improponibile intervenire in tale situazione.<br />

Tuttavia si deve ricordare che il tratto a monte <strong>di</strong> Londa, fino alle sorgenti,<br />

costituisce un patrimonio storico-naturalistico notevole e la<br />

stretta valle che nasce dalla Consuma è uno dei panorami più suggestivi<br />

della Val <strong>di</strong> Sieve.<br />

Il tratto in questione è lungo circa 4 km ed è caratterizzato dall’alternanza<br />

<strong>di</strong> tratti a fondo fisso, lastricato <strong>di</strong> arenarie, a tratti dove è evidente<br />

il trasporto solido per l’accumularsi <strong>di</strong> ghiaia grossa e ciottolami;<br />

la zona <strong>di</strong> fondovalle è caratterizzata da uno scenario campestre<br />

mentre i boschi si trovano in riva sinistra, in riva destra prevalgono orti<br />

e coltivi.<br />

L’andamento idrologico del Moscia è caratterizzato da piene frequenti<br />

e regolari nei perio<strong>di</strong> piovosi, data la particolare orografia del bacino,<br />

e anche nel periodo estivo, in conseguenza a forti piogge anche <strong>di</strong><br />

59


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

breve durata, tendono a verificarsi piene improvvise. Tuttavia nel<br />

periodo estivo il deflusso superficiale tende ad annullarsi, soprattutto<br />

nel tratto in prossimità della confluenza con la Sieve per infiltrazione<br />

nel letto, ma durante il periodo della frega, che va da Aprile fino a<br />

Giugno, non si verificano asciutte e lo confermano alcune misurazioni<br />

<strong>di</strong> portata effettuate dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong>, Ufficio Risorse Idriche:<br />

60<br />

anno 1997 <strong>10</strong> Aprile 14 Maggio 9 Giugno <strong>10</strong> Luglio<br />

543 873 642 226<br />

anno 1998 23 Giugno 27 Agosto 26 Novembre<br />

238 6,5 477<br />

anno 1999 1 Aprile 1 Luglio<br />

<strong>10</strong>91 266<br />

anno 2000 18 Maggio 28 Giugno 6 Settembre<br />

297 76 41<br />

Le portate sono misurate in litri/sec.<br />

Le acque del Moscia offrono un habitat favorevole all’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong><br />

Ciprini<strong>di</strong> reofili detti ”<strong>di</strong> monte” e Salmoni<strong>di</strong> adulti, e la grande potenzialità<br />

idrobiologica del torrente è confermata dalla quantità <strong>di</strong> colonie<br />

che si possono osservare, soprattutto durante il periodo della frega:<br />

barbi, vaironi, scardole, cavedani , rovelle popolano tutto il corso, che<br />

si presenta come un ottimo letto <strong>di</strong> frega nonché una grande risorsa per<br />

la riproduzione della fauna ittica. Purtroppo la recente costruzione <strong>di</strong><br />

un grande sbarramento alla confluenza ha isolato completamente queste<br />

popolazioni da quelle della Sieve ed ha impe<strong>di</strong>to alle popolazioni<br />

<strong>di</strong> questo fiume <strong>di</strong> migrare a monte a compiere i propri cicli vitali,<br />

come avveniva fino a pochi anni fa.


Rilievo degli sbarramenti esistenti<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il tratto in esame presenta tre sbarramenti che costituiscono un ostacolo<br />

insormontabile per la fauna ittica.<br />

Sbarramento M1<br />

Il primo sbarramento è costituito da una traversa a scivolo in calcestruzzo,<br />

munita <strong>di</strong> una vasta soglia in pietrame, che funge anche da<br />

controbriglia. L’altezza della traversa è circa 1,80m , mentre quella<br />

della controbriglia è circa 0,70 m. Lo stramazzo centrale è realizzato<br />

su piccoli gra<strong>di</strong>ni (forse un tentativo <strong>di</strong> scala <strong>di</strong> risalita!) ma lo sbarramento<br />

è completamente tracimabile in caso <strong>di</strong> piena; la controbriglia è<br />

invece costituita da una muratura <strong>di</strong> pietrame, e fa parte della soglia.<br />

Tale opera ha suscitato ormai da tempo le lamentele dei pescatori perché<br />

ha impe<strong>di</strong>to la rimonta dei pesci dalla Sieve, con il seguente peggioramento<br />

del torrente ai fini della pesca <strong>di</strong>lettantistica. (Foto 6)<br />

Sbarramento M2<br />

Il secondo sbarramento è costituito da una rampa in calcestruzzo che<br />

costituisce la soglia del ponte della ferrovia e si trova a Contea; tale<br />

rampa essendo liscia non permette al pesce <strong>di</strong> trovare ostacoli <strong>di</strong>etro<br />

cui ripararsi durante la risalita e l’acqua acquista una velocità eccessiva<br />

per la capacità natatoria degli animali. La lunghezza della rampa è<br />

circa <strong>10</strong>m, l’altezza superata circa 1m.<br />

Non è in buono stato poiché il trasporto <strong>di</strong> materiale solido ne ha deteriorato<br />

il rivestimento cementizio ed ha scoperto l’armatura metallica<br />

costituita da una rete elettrosaldata. (Foto 7)<br />

Sbarramento M3<br />

Il terzo sbarramento è localizzato circa 1,5 km. a monte della confluenza,<br />

costituito da una traversa in muratura <strong>di</strong> pietrame, <strong>di</strong> forma un<br />

po’ anomala rispetto ai canoni costruttivi poiché sormontata da un<br />

guado in calcestruzzo che permette l’attraversamento e porta in riva<br />

sinistra, presso una abitazione ed una centrale elettrica. Tale opera è<br />

tracimata per tutta la larghezza, non vi è una vera e propria cunetta, ed<br />

il gorgo sottostante, essendo molto profondo, offre un habitat ideale<br />

per la fauna ittica che nel periodo della frega vi si ammassa vistosamente.<br />

L’altezza dello sbarramento è circa 2 metri, ma non è possibile<br />

definire con precisione il <strong>di</strong>slivello tra lo sfioro dell’acqua a monte ed<br />

61


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

a valle perché non esiste un vero coronamento perfettamente in piano,<br />

ma vi sono rocce sporgenti. (Foto 8)<br />

Infine, durante il corso si incontrano altri gua<strong>di</strong>, ma non sembrano<br />

costituire un ostacolo insuperabile per la rimonta del pesce.<br />

Foto 6. sbarramento M1<br />

Foto 7. sbarramento M2<br />

62


Foto 8. sbarramento M3<br />

Analisi delle priorità<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Date le alte potenzialità idrobiologiche del torrente sia per la qualità<br />

delle specie presenti, tra cui il barbo tiberino, oltre che per le quantità<br />

presenti in termini <strong>di</strong> biomassa (che si può osservare ad occhio nudo<br />

nei giorni <strong>di</strong> acqua limpida) ed il rapporto lunghezza asta / numero <strong>di</strong><br />

sbarramenti, decisamente alto e quin<strong>di</strong> favorevole, si considera fondamentale<br />

la possibilità <strong>di</strong> superamento <strong>di</strong> tutti gli ostacoli presenti.<br />

Il torrente Moscia è sempre stato noto ai pescatori la red<strong>di</strong>tività in<br />

numero e qualità delle catture, e gli interventi su questo torrente avrebbero<br />

molta importanza sia ai fini ecologici che ai fini della pratica della<br />

pesca sportiva.<br />

Si deve inoltre considerare che si realizzerebbe non soltanto una continuità<br />

su 4 km del Moscia, bensì un tratto senza interruzioni dalla<br />

Sieve fino all’abitato <strong>di</strong> Londa: una simile lunghezza comporterebbe la<br />

possibilità <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> spostamenti <strong>di</strong> fauna ittica e sicuramente la riduzione<br />

dei ripopolamenti artificiali che, nel Moscia, sono stati sempre<br />

abbondanti.<br />

63


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il Moscia infatti possiede tutte le caratteristiche per essere un ottimo<br />

letto <strong>di</strong> frega, e renderlo “percorribile”può voler <strong>di</strong>re svilupparne le<br />

potenzialità idrobiologiche.<br />

Si propone come primario l’intervento sui tre sbarramenti<br />

64


Progetti <strong>di</strong> intervento sul Moscia<br />

Intervento su M1<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Per il superamento <strong>di</strong> questo sbarramento si propone una doppia possibilità<br />

<strong>di</strong> intervento:<br />

La prima proposta consiste nella realizzazione <strong>di</strong> una struttura del tipo<br />

“a bacini successivi”ed una mo<strong>di</strong>fica da apportare alla controbriglia in<br />

pietrame. Infatti il superamento della controbriglia è possibile tramite<br />

un intaglio che vada a formare una piccola rampa, anziché avere un<br />

salto. Tale salto, a meno che non si verifichino situazioni <strong>di</strong> acque alte,<br />

è infatti insuperabile per l’ittiofauna. Se invece si avesse una piccola<br />

rampa il pesce potrebbe arrivare fino allo sbarramento vero e proprio,<br />

ove realizzare la scala a bacini successivi <strong>di</strong>mensionata sulla portata<br />

totale effluente dallo stramazzo centrale. In caso <strong>di</strong> piena e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

tracimazione totale dello sbarramento la scala verrebbe sommersa,<br />

senza comportare sostanziali cambiamenti al deflusso dell’acqua.<br />

L’entrata dell’acqua a monte dovrebbe essere protetta da appositi<br />

deflettori, per evitare che il trasporto solido possa riempire <strong>di</strong> materiali<br />

tutta la struttura, oppure danneggiarla. Tale intervento è <strong>di</strong> facile realizzazione<br />

e <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte, quin<strong>di</strong> anche i costi si prevedono<br />

modesti. Per un minore impatto ambientale, l’opera potrebbe essere<br />

rivestita con conci <strong>di</strong> pietra, rinvenuta in loco.<br />

La seconda proposta è costituita dalla messa in opera <strong>di</strong> una rampa in<br />

pietrame che dal Moscia si colleghi <strong>di</strong>rettamente alla Sieve superando<br />

il salto della briglia e della controbriglia. La rampa dovrebbe essere<br />

realizzata in riva destra, occupando solo parzialmente la sezione trasversale<br />

della briglia, in modo da immettersi nella Sieve il più possibile<br />

a monte della zona <strong>di</strong> confluenza. La pendenza massima ottenibile<br />

perché un pesce possa risalire è circa del <strong>10</strong>%, quin<strong>di</strong> per il <strong>di</strong>mensionamento<br />

ci si dovrebbe attenere intorno a questo valore. Tale soluzione<br />

forse è da ritenersi più onerosa della prima, date le <strong>di</strong>mensioni che<br />

dovrebbe avere la rampa per superare in tutta la lunghezza la platea<br />

esistente, ma sarebbe preferibile per le minori spese <strong>di</strong> manutenzione,<br />

per l’aspetto estetico e perché, ai fini idrobiologici, si otterrebbe una<br />

migliore integrazione nell’ambiente acquatico presente: una rampa,<br />

65


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

imitando il corso naturale del torrente, non suscita <strong>di</strong>ffidenza negli animali<br />

che rimontano con minori <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Si osservino, in via schematica, le due possibili soluzioni:<br />

66<br />

Mo<strong>di</strong>fica<br />

alla rampa<br />

Sieve<br />

Sieve<br />

1ª tipologia:<br />

"bacini successivi"<br />

Controbriglia a<br />

scogliera<br />

2ª tipologia:<br />

"rampa in pietrame"<br />

Controbriglia a<br />

scogliera<br />

Moscia<br />

Traversa a<br />

scivolo<br />

Moscia<br />

Traversa a<br />

scivolo


Intervento su M2<br />

L’intervento previsto per il superamento <strong>di</strong> questo ostacolo si presenta<br />

molto semplice in quanto comporta soltanto una piccola mo<strong>di</strong>fica alla<br />

struttura esistente. La rampa attualmente presenta una eccessiva pendenza<br />

ed una mancanza <strong>di</strong> scabrezza o <strong>di</strong> anfratti perché un pesce<br />

possa risalirla, inoltre è molto deteriorata. In occasione <strong>di</strong> restauri<br />

potrebbe essere leggermente migliorata e resa funzionale ai fini della<br />

rimonta del pesce.<br />

Tale mo<strong>di</strong>fica consiste fondamentalmente nell’allungamento della<br />

rampa <strong>di</strong> alcuni metri, infatti cambiando il rapporto tra l’altezza dell’ostacolo<br />

e la lunghezza della rampa si ottiene una automatica <strong>di</strong>minuzione<br />

della pendenza. Sarebbe necessario allungare la rampa <strong>di</strong> circa<br />

4-5 m e creare una zona con almeno 1m. <strong>di</strong> profon<strong>di</strong>tà a valle, che permetta<br />

al pesce lo slancio per la risalita. Inoltre, per offrire al pesce la<br />

possibilità <strong>di</strong> sostare o <strong>di</strong> sfruttare turbolenze favorevoli al nuoto, è<br />

fondamentale l’apposizione <strong>di</strong> pietre bloccate nel calcestruzzo, che<br />

svolgono ovviamente il compito <strong>di</strong> aumento della scabrezza.<br />

L’efficacia <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> strutture è vali<strong>di</strong>ssima in questi piccoli<br />

corsi d’acqua, ove la variabilità del regime idraulico è tanto alta che<br />

non è facile stabilire la portata da assegnare ad un passaggio più complesso.<br />

L’intervento inoltre è <strong>di</strong> estrema semplicità realizzativa anche<br />

perché la zona è facilmente accessibile ai mezzi meccanici.<br />

Vecchio<br />

profilo<br />

Nuovo<br />

profilo<br />

Rampa in pietrame<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

67


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Intervento su M3<br />

Per il superamento <strong>di</strong> questo sbarramento si presentano due possibilità,<br />

entrambe valide, ma <strong>di</strong> tipologia <strong>di</strong>fferente:<br />

La prima consiste in una piccola struttura <strong>di</strong> risalita del tipo “a bacini<br />

successivi”, <strong>di</strong>mensionata su una portata <strong>di</strong> circa 40-50 l/s, da realizzare<br />

in riva destra, in appoggio alla sponda a ridosso della sede stradale.<br />

La scelta <strong>di</strong> una struttura <strong>di</strong> ridotte <strong>di</strong>mensioni è dovuta alla mancanza<br />

<strong>di</strong> spazio, inoltre dovendo sfruttare l’area offerta da un piccolo gorgo<br />

può bastare una struttura con modesta portata come invito alla risalita,<br />

il pesce non dovrebbe avere alcun problema a localizzarne l’entrata.<br />

Tale struttura comporta alcune operazioni importanti come il preventivo<br />

taglio della vegetazione infestante cresciuta sulla sponda, che<br />

potrebbe anche aver bisogno <strong>di</strong> essere rinforzata, inoltre la scala deve<br />

essere ben fondata per resistere alle piene che in questo torrente sono<br />

molto frequenti. La struttura potrebbe essere realizzata in calcestruzzo<br />

armato, così da <strong>di</strong>minuire gli spessori della muratura e quin<strong>di</strong> ridurre<br />

l’ingombro, dato che si trova in un ambiente ristretto. L’ubicazione<br />

migliore risulta in riva destra poiché maggiormente protetta dal flusso<br />

della corrente principale e perché c’è più <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> spazio, data<br />

l’asimmetria del gorgo stesso. Il <strong>di</strong>slivello <strong>di</strong> circa 1,80 m è superabile<br />

con 6 bacini scalati <strong>di</strong> 0,3 m, a base rettangolare <strong>di</strong> metri 1,<strong>10</strong> x 0,80.<br />

Il collegamento tra i bacini è costituito da una fen<strong>di</strong>tura laterale che<br />

costituisce una bocca a stramazzo parzialmente rigurgitata.<br />

La seconda soluzione consiste in una rampa in pietrame, da potersi<br />

localizzare in<strong>di</strong>pendentemente in riva destra o sinistra, purché realizzata<br />

con pendenza 1:<strong>10</strong> e massi <strong>di</strong>sposti a creare situazioni <strong>di</strong> rapida.<br />

Tale soluzione, anche se le <strong>di</strong>mensioni della struttura sono notevoli<br />

(altezza da superare 2m, lunghezza circa 20 m), è preferibile per il<br />

minor impatto ambientale, la minore manutenzione e la miglior integrazione<br />

con lo sbarramento esistente. Inoltre, sviluppandosi in lunghezza<br />

su un tratto <strong>di</strong> torrente privo <strong>di</strong> curve e cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, da<br />

maggiori garanzie <strong>di</strong> robustezza e resistenza all’usura rispetto all’altra<br />

soluzione, soprattutto in presenza <strong>di</strong> piene con forte trasporto <strong>di</strong> materiale<br />

solido (ghiaie e ciottolami) oppure tronchi e altre parti vegetali.<br />

Come per lo sbarramento M2, occorre poi ricordare che in presenza <strong>di</strong><br />

livelli d’acqua molto variabili anche da un giorno all’altro, ad esempio<br />

68


per una forte pioggia, è meglio avere una struttura “autoregolante” che<br />

possa funzionare con forti oscillazioni <strong>di</strong> portata.<br />

Ovviamente la presa d’acqua (entrata a monte) deve essere <strong>di</strong>sposta in<br />

modo che durante il periodo <strong>di</strong> magra tutta la portata passi dalla rampa,<br />

invece che stramazzare dalla briglia.<br />

Nell’immagine è schematizzata in planimetria quest’ultima soluzione.<br />

Planimetria intervento su M3:<br />

rampa in pietrame in riva destra<br />

<strong>10</strong> m.<br />

Briglia in<br />

pietrame e guado<br />

in calcestruzzo<br />

Moscia<br />

Rampa in<br />

pietrame con<br />

pendenza 1:<strong>10</strong><br />

vasca <strong>di</strong> riposo<br />

Contea<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Londa<br />

69


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

6. Comano<br />

Con un bacino <strong>di</strong> circa 90 km 2 il torrente Comano, o S. Godenzo, è il<br />

più importante affluente della Sieve ed è noto per le acque limpide e<br />

pescose alla maggior parte degli appassionati.<br />

Sorge, come l’Arno, da monte Falterona a quota 1330 m.s.l., nel Parco<br />

delle Foreste Casentinesi, e compie un percorso che si può <strong>di</strong>videre in<br />

due sezioni <strong>di</strong> bacino: una tipicamente montana, ricca <strong>di</strong> cascate, che<br />

va dalle sorgenti fino poco a valle dell’abitato <strong>di</strong> S. Godenzo, un<br />

secondo tratto dove le più dolci caratteristiche collinari e <strong>di</strong> pianura<br />

prendono il posto delle prime, assai più selvagge.<br />

La parte più alta del bacino è caratterizzata da castagneti da frutto e<br />

boschi cedui <strong>di</strong> castagno, come confermano i toponimi: Castagno<br />

d’Andrea, Castagneto <strong>di</strong> S. Godenzo. Il torrente scorre impetuoso, formando<br />

anche cascate notevoli che sono inoltre un’attrazione turistica<br />

(Cascata della Pretella), scendendo verso valle invece cambiano le<br />

caratteristiche del corso d’acqua che si apre in gran<strong>di</strong> “buche”, spianate,<br />

correnti che offrono un ambiente ideale per la pesca sportiva.<br />

Varia anche l’ambiente acquatico che, mentre nel tratto montano offre<br />

un habitat adatto alla vita dei Salmoni<strong>di</strong>, nel tratto a valle si sviluppa<br />

habitat adatti alla vita <strong>di</strong> Ciprini<strong>di</strong> reofili, e nel tratto più basso, ove<br />

comunque prevalgono barbi e cavedani, vi sono anche alcuni rappresentati<br />

dei Ciprini<strong>di</strong> limnofili.<br />

Il torrente Comano, per la vastità del bacino, prevalentemente montano,<br />

ha un andamento idrometrico caratterizzato da un regime con grosse<br />

e frequenti piene nel periodo autunno-primavera ed una portata sod<strong>di</strong>sfacente<br />

nel periodo estivo.<br />

70<br />

Lunghezza asta fluviale 21 km<br />

Area bacino 89.7 km 2<br />

Fattore <strong>di</strong> forma F=A/L 2<br />

(Horton) 0.203<br />

Rapporto <strong>di</strong> allungamento 0.509<br />

Geomorfologia nei tratti interessati<br />

(tratto Borghetto - confluenza Sieve)<br />

Terrazzi alluvionali, prevalenza <strong>di</strong><br />

ciottolami poligenici


A riguardo si riportano alcuni dati rilevati dalla <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> -<br />

Ufficio Risorse Idriche, che anche se non costituiscono una vera serie<br />

storica forniscono valori piuttosto in<strong>di</strong>cativi:<br />

Le portate sono misurate in litri/sec.<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

anno 1997 <strong>10</strong> Aprile 14 Maggio 9 Giugno <strong>10</strong> Luglio<br />

<strong>10</strong>47 1416 1115 407<br />

anno 1998 23 Giugno 27 Agosto 26 Novembre<br />

365 30 850<br />

anno 1999 1 Aprile 1 Luglio<br />

2715 524<br />

anno 2000 18 Maggio 28 Giugno 6 Settembre<br />

500 <strong>10</strong>5 <strong>10</strong>5<br />

Tali dati <strong>di</strong>mostrano che l’acqua non viene mai a mancare e si osserva<br />

un deflusso superficiale, seppur modesto, anche nelle stagioni più secche.<br />

Anche le nostre osservazioni ripetute durante l’anno hanno confermato<br />

l’abbondanza <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> questo torrente. Tuttavia è stato osservato,<br />

dagli abitanti del luogo, un generale impoverimento del corso d’acqua,<br />

probabilmente generato da eccessivi prelievi<br />

Come per il torrente Moscia, il torrente Comano risulta “biologicamente”<br />

isolato dalla Sieve per la costruzione <strong>di</strong> uno sbarramento posto<br />

alla confluenza con quest’ultima, che impe<strong>di</strong>sce gli spostamenti della<br />

fauna ittica tra i due corsi d’acqua.<br />

Tutto il corso del Comano è stato ampiamente sistemato , nel tratto<br />

basso si contano 3 briglie, altre 2 nel tratto me<strong>di</strong>o, sempre in comune<br />

<strong>di</strong> Dicomano e circa altri 15 sbarramenti, tra naturali ed artificiali, nel<br />

tratto più montano, in comune <strong>di</strong> S. Godenzo.<br />

71


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Rilievi degli sbarramenti esistenti<br />

Il rilievo non è stato eseguito su tutto il corso del torrente poiché, dato<br />

il numero <strong>di</strong> sbarramenti, è risultato subito chiaro che non sarebbe economicamente<br />

possibile prevedere interventi su tutti, per cui ci si è limitati<br />

al tratto basso . Il tratto me<strong>di</strong>o, ovvero la zona del torrente passante<br />

per i confini comunali <strong>di</strong> Dicomano e S. Godenzo, offre interessanti<br />

possibilità <strong>di</strong> miglioramento, ma attualmente la zona più bisognosa<br />

<strong>di</strong> interventi è senz’altro quella della confluenza con la Sieve.<br />

Sbarramento C1<br />

Il primo sbarramento è costituito dalla briglia realizzata presso la confluenza<br />

con la Sieve, costruita nel 1982. La traversa, realizzata in calcestruzzo,<br />

è caratterizzata da una cunetta a corda blanda e da una platea<br />

in pietrame ormai deteriorata. Misura un’altezza <strong>di</strong> circa 2,3 m ed<br />

una larghezza <strong>di</strong> 24 m, è inoltre dotata <strong>di</strong> muri d’ala, gabbioni e platea<br />

e costituisce il primo ostacolo per la rimonta dalla Sieve. (Foto 9)<br />

Sbarramento C2<br />

Il secondo sbarramento è costituito dalla traversa sotto il ponte nuovo,<br />

nell’abitato <strong>di</strong> Dicomano. E’una traversa a scarpa in calcestruzzo, che<br />

con due sbalzi misura complessivamente 2,0 m <strong>di</strong> altezza. Il coronamento<br />

funge da soglia a protezione delle fondazioni del ponte ed è<br />

largo circa <strong>10</strong> m. Vi sono muri <strong>di</strong> accompagnamento e d’ala a sostegno<br />

della strada. Il gorgo che si forma a valle è ricchissimo <strong>di</strong> fauna ittica<br />

che raggiunge anche notevoli <strong>di</strong>mensioni, tanto da risultare un’attrattiva<br />

per chi si affaccia dal ponte. (Foto <strong>10</strong>)<br />

Sbarramento C3<br />

Il terzo sbarramento si trova in località Le Chiavellaie, circa 1 km a<br />

monte <strong>di</strong> Dicomano , al <strong>di</strong> sopra del tratto più urbanizzato del torrente.<br />

Tale traversa, detta “del Tirinnanzi”, è corredata <strong>di</strong> una saracinesca<br />

e <strong>di</strong> una gora che porta l’acqua ad un mulino in Dicomano, misura<br />

un’altezza <strong>di</strong> 4,5 metri ed il paramento è inclinato a valle. Questa traversa,<br />

essendo molto imponente, costituisce un serio problema per<br />

soluzioni <strong>di</strong> intervento economicamente possibili, e quin<strong>di</strong> al proseguimento<br />

dei rilievi. (Foto 11)<br />

72


Foto 9. sbarramento C1 (Si noti un pesce in tentativo <strong>di</strong> risalita!)<br />

Foto <strong>10</strong>. sbarramento C2<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

73


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Foto 11. sbarramento C3<br />

Analisi delle priorità<br />

La possibilità che la fauna ittica possa spostarsi tra il Comano e la<br />

Sieve è da considerarsi un fatto <strong>di</strong> primaria importanza, come detto<br />

per il torrente Moscia, ma il numero elevato <strong>di</strong> briglie rende chiaro<br />

quanto sia <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso un intervento su un lungo tratto <strong>di</strong> questo corso<br />

d’acqua.<br />

Il bacino risulta ampiamente sistemato, ed è un emblematico caso ove<br />

gli interessi ecologici ed ambientali si trovano in forte contrasto con<br />

una realtà che rende impossibile un intervento totale, su ampia scala.<br />

Un impe<strong>di</strong>mento notevole risulta la traversa del Tirinnanzi che è molto<br />

alta, <strong>di</strong>fficilmente accessibile ai mezzi meccanici e sulla quale l’intervento<br />

<strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una struttura per la rimonta risulterebbe molto<br />

impegnativo.<br />

Per questo motivo, anche se un intervento su questi tre sbarramenti<br />

sarebbe ottimale da un punto <strong>di</strong> vista ecologico e biologico, sarebbe<br />

altrettanto gravoso dal punto <strong>di</strong> vista economico.<br />

74


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

In conseguenza <strong>di</strong> questa considerazione altri due sbarramenti che si<br />

trovano più a monte, prima del confine comunale con S.Godenzo, non<br />

sono stati rilevati. Infatti è fondamentale ponderare bene sia le necessità<br />

<strong>di</strong> pianificazione degli interventi, sia le reali possibilità economiche<br />

che ne permettano poi la realizzazione. Questo non vuol <strong>di</strong>re che<br />

non si ottengano lo stesso risultati positivi, anche piccoli tratti “raccordati”<br />

possono essere preziosi letti <strong>di</strong> frega, riconquistati in seguito<br />

alla costruzione degli sbarramenti.<br />

Risulta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> prima priorità intervenire sui due sbarramenti<br />

C1 e C2 realizzando un tratto in continuità con la Sieve <strong>di</strong><br />

circa 1,1 km. Questa lunghezza risulta un buon letto <strong>di</strong> frega per le specie<br />

presenti, costituite soprattutto da Ciprini<strong>di</strong> reofili: barbi, vaironi e<br />

rovelle, oltre che per i cavedani che hanno una certa propensione alla<br />

rimonta in acque fresche ed ossigenate. Inoltre anche per specie a<br />

minore mobilità, come il ghiozzo dell’Arno (Padogobius nigricans)<br />

necessitano <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> ecosistema .<br />

L’intervento sullo sbarramento C3 è secondario, mentre si<br />

escludono interventi sugli sbarramenti ancora più a<br />

monte.<br />

75


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Progetti <strong>di</strong> intervento sul Comano<br />

Intervento su C1<br />

L’intervento su questo sbarramento è stato il primo progettato . Infatti,<br />

in occasione del restauro <strong>di</strong> questa briglia, si è verificato un fatto molto<br />

interessante che si potrebbe tradurre in una prima applicazione concreta<br />

al presente lavoro. Infatti in occasione <strong>di</strong> alcuni lavori su opere<br />

idrauliche, la Comunità Montana del Mugello ha deciso <strong>di</strong> restaurare<br />

proprio questa traversa, posta in una zona <strong>di</strong> forte interesse per la<br />

rimonta <strong>di</strong> fauna ittica. Alla proposta <strong>di</strong> realizzare una scala <strong>di</strong> risalita,<br />

la Comunità Montana si è <strong>di</strong>chiarata interessata e <strong>di</strong>sponibile <strong>di</strong> caricarsi<br />

dell’onere della costruzione sempre che il preventivo fosse modesto.<br />

Per questo motivo, è stata progettata una struttura del tipo “a bacini<br />

successivi”. Parte del progetto consegnato alla Comunità Montana<br />

del Mugello è <strong>di</strong> seguito riportata:<br />

… Per il superamento <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>slivello si prevede <strong>di</strong> perdere 0,20<br />

m <strong>di</strong> quota realizzando un intaglio sul coronamento che faccia<br />

anche da invito e presa d’acqua, quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> superare i restanti<br />

2,<strong>10</strong> m con 7 bacini scalati <strong>di</strong> 0,30 m ciascuno.<br />

La scala consiste in una struttura muraria complessa, composta<br />

<strong>di</strong> tre muri principali capaci <strong>di</strong> creare un condotto in cui vengono<br />

inserite a “ghigliottina”delle paratoie in lamiera zincata<br />

estraibili. Queste servono a delimitare dei bacini comunicanti in<br />

cui l’acqua perde notevolmente energia cinetica così che il pesce<br />

ha la possibilità <strong>di</strong> nuotare contro corrente passando da un bacino<br />

all’altro.<br />

Il manufatto è realizzato in pietrame e malta cementizia, come<br />

la platea sulla quale si appoggia; l’utilizzo della pietra è <strong>di</strong> gradevole<br />

aspetto estetico e conforme alle Direttive della Regione<br />

Toscana approvate con Deliberazione C.R. n.155 del 20 Maggio<br />

1997. Inoltre, la scelta è dovuta ad una maggiore facilità <strong>di</strong> inserimento<br />

dell’opera all’interno del progetto già esistente. I bacini<br />

misurano 1,25m <strong>di</strong> lunghezza e 0,90 m <strong>di</strong> larghezza; la profon<strong>di</strong>tà<br />

max. sulla paratoia a valle è 1,0m mentre su quella a monte<br />

0,70 m . La pendenza del fondo del condotto è quin<strong>di</strong> del 24%.<br />

L’entrata per i pesci è stata localizzata in modo da poter attirare<br />

sia i pesci che si ammassano sotto lo sbarramento, che quelli<br />

provenienti <strong>di</strong>rettamente dalla Sieve. Si è inoltre osservata<br />

una forte presenza <strong>di</strong> pesce in questa zona del gorgo, come si<br />

nota in foto.<br />

76


Le paratoie, realizzate in lamiera zincata <strong>di</strong> spessore 5 mm,<br />

pesano circa 50kg ciascuna, sono dotate <strong>di</strong> manici per essere<br />

estratte dopo i perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> migrazione del pesce, così da facilitare<br />

le operazioni <strong>di</strong> manutenzione e ripulitura della scala. Per facilitare<br />

l’inserimento delle paratoie si dovranno fissare delle guide<br />

metalliche nella muratura. Il periodo <strong>di</strong> utilizzazione della scala<br />

è compreso tra Aprile e Giugno.<br />

Caratteristiche idrauliche della struttura<br />

La struttura è <strong>di</strong>mensionata per utilizzare una portata <strong>di</strong> 50-60<br />

l/s (ottimale 55 l/s), che nel periodo <strong>di</strong> funzionamento della scala<br />

è soltanto una percentuale della portata totale del torrente. Tale<br />

portata viene captata con un invito realizzato intagliando in tutta<br />

la sua altezza il coronamento e passa in bacini <strong>di</strong> volume leggermente<br />

inferiore al metro cubo. Le paratoie permettono il passaggio<br />

<strong>di</strong> questa portata ripartendola in una bocca a battente totalmente<br />

rigurgitata ed una a stramazzo parzialmente rigurgitata.<br />

Per un miglior chiarimento si veda il dettaglio in figura.<br />

La bocca a battente è costituita da un orifizio <strong>di</strong> sezione Ω = cm<br />

8x8 e permette una portata <strong>di</strong> circa 11 l/s, calcolata con la formula:<br />

Q = µ.Ω. (2gh)1/2<br />

h = 0.30 m, Ω = 0.08x0.08 m 2 , µ = 0.6<br />

dove h è il carico idraulico, ovvero la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quota tra due<br />

peli d’acqua.<br />

La bocca a stramazzo è costituita da una fen<strong>di</strong>tura <strong>di</strong> cm 50x<strong>10</strong><br />

<strong>di</strong> cui <strong>10</strong>x<strong>10</strong> cm <strong>di</strong> margine asciutto (con portata = 55 l/s) ed i<br />

restanti<br />

40 x<strong>10</strong> cm così ripartiti:<br />

Stramazzo libero cm 30 x<strong>10</strong> (Ω 1 ); stramazzo rigurgitato cm <strong>10</strong><br />

x <strong>10</strong> (Ω 2 ), portata totale calcolata con la formula :<br />

Q = µ . (Ω 2 ) . (2gh)1/2 + 2/3 µ . (Ω 1 ) . (2gh)1/2<br />

Q = 43 l/s<br />

Portata totale scala = 11 + 43 = 54 l/s<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

77


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

78<br />

Planimetria<br />

5 m.<br />

Controbriglia<br />

gorgo<br />

Briglia<br />

Comano<br />

Sieve<br />

Passaggio a bacini<br />

successivi<br />

invito nel coronamento


Intervento su C2<br />

Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Perché abbia senso intervenire su C1, è necessario sicuramente intervenire<br />

anche su C2, offrendo al pesce la possibilità <strong>di</strong> rimonta fino a<br />

C3, per un tratto <strong>di</strong> circa 1,1 Km.<br />

La soluzione che si propone per questo sbarramento è ancora una volta<br />

un passaggio a bacini successivi, da realizzare in riva sinistra appoggiato<br />

al muro <strong>di</strong> accompagnamento in filaretti <strong>di</strong> pietra, con il quale si<br />

può integrare utilizzando gli stessi materiali costruttivi. Infatti tale<br />

opera, essendo localizzata in”mezzo” al paese, in punto dove può risultare<br />

anche un’attrazione per chi si affaccia dal ponte, deve essere particolarmente<br />

curata negli aspetti estetici e deve integrarsi perfettamente<br />

con le opere già esistenti in alveo. Per questo motivo le paratoie delimitanti<br />

i singoli bacini possono particolarmente curate, realizzate in<br />

legno adeguatamente trattato, ed inserite su guide in modo da poter<br />

essere rimosse per le operazioni <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Il <strong>di</strong>mensionamento idraulico è uguale a quello dell’opera precedente,<br />

poiché trovandosi poche centinaia <strong>di</strong> metri a monte non cambiano<br />

sostanzialmente le caratteristiche idrauliche del fiume: la struttura è<br />

sempre <strong>di</strong>mensionata su una portata <strong>di</strong> 50-60 l/s, con bacini comunicanti<br />

tramite orifizio sul fondo e fen<strong>di</strong>tura laterale. Sono sufficienti 6<br />

bacini per consentire al pesce il superamento dell’ostacolo.<br />

Cambia la geometria della struttura rispetto alla precedente, poiché<br />

invece <strong>di</strong> fare una inversione <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione, come la precedente progettata<br />

su C1, si <strong>di</strong>stende lungo il muro, anche in conseguenza del fatto<br />

che non vi sono problemi <strong>di</strong> spazio.<br />

Questo può comportare che l’entrata per il pesce a valle non sia localizzata<br />

esattamente sotto lo sbarramento, bensì lateralmente ad esso.<br />

L’ultimo bacino a valle infatti, costituendo l’entrata del pesce nella<br />

struttura <strong>di</strong> risalita, è posto comunque in modo da essere particolarmente<br />

attrattivo, poichè è lievemente <strong>di</strong>rezionato verso il centro del<br />

gorgo, in modo che il deflusso sia percepibile dal pesce anche relativamente<br />

<strong>di</strong>stante.<br />

Eventualmente la struttura può essere ottimizzata con una entrata ausiliaria,<br />

localizzata più vicina allo sbarramento, aumentando le vie <strong>di</strong><br />

ingresso.<br />

Il primo bacino a monte è previsto in appoggio allo scivolo, ed è alimentato<br />

dall’acqua che passa in un intaglio da realizzare sul coronamento,<br />

ovviamente <strong>di</strong>mensionato sulla portata prevista.<br />

79


Parte Terza: RILIEVO E PROGETTAZIONE<br />

Il muro <strong>di</strong> appoggio in riva sinistra, essendo percorribile, se dotato <strong>di</strong><br />

parapetto potrebbe essere utilizzato per visitare la struttura, ed è<br />

comunque un comodo accesso per le operazioni <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Si veda nella tavola la planimetria del progetto:<br />

80<br />

scalette<br />

Muro in filaretti<br />

<strong>di</strong> pietra<br />

materiali<br />

<strong>di</strong> deposito<br />

Intervento su C2:<br />

passaggio a<br />

bacini successivi<br />

entrata a valle<br />

Passaggio a<br />

bacini successivi<br />

Pozzetto<br />

Invito sul<br />

coronamento<br />

5 m.<br />

Comano<br />

Ponte<br />

stradale<br />

Coronamento<br />

Rampa


Parte Quarta<br />

Conclusioni<br />

1. Osservazioni conclusive<br />

2. Tabella riassuntiva degli interventi<br />

3. Alcune immagini dall’Estero<br />

81


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

1. Osservazioni conclusive<br />

La progettazione <strong>di</strong> un passaggio per pesci richiede che siano rispettate<br />

prescrizioni ed in<strong>di</strong>rizzi inter<strong>di</strong>sciplinari complessi, che spesso sono<br />

preferibili affrontare in gruppo, in stretta unione tra il progettista idraulico<br />

e l’idrobiologo, all’interno <strong>di</strong> una ampia serie <strong>di</strong> valutazioni.<br />

La sottovalutazione <strong>di</strong> aspetti tecnici può comportare il rischio <strong>di</strong> inefficacia<br />

parziale o totale, con il rischio <strong>di</strong> una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>bilità nell’effettivo<br />

funzionamento delle strutture <strong>di</strong> risalita, soprattutto nel caso<br />

delle Pubbliche Amministrazioni, che spesso hanno a <strong>di</strong>sposizione<br />

fon<strong>di</strong> limitati e sono costrette a fare delle scelte dettate da esigenze <strong>di</strong><br />

funzionalità. Il non funzionamento <strong>di</strong> una può infatti portare<br />

l’Amministrazione a ripiegare su altri tipi <strong>di</strong> intervento, più semplici e<br />

<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>ata risposta (ripopolamenti) accantonando una realtà ormai<br />

in<strong>di</strong>spensabile per le acque interne.<br />

Anche l’eccessiva “coscienza ambientalista”, spesso fondata su sentimento<br />

piuttosto che su conoscenze scientifiche, può essere rischiosa<br />

perché può portare a collocare interventi la dove, per situazioni estreme<br />

come carenza <strong>di</strong> ittiofauna capace <strong>di</strong> riprodursi o eccessivo numero<br />

<strong>di</strong> sbarramenti, si verificherà sicuramente il fallimento.<br />

Si tenga sempre presente che un passaggio per pesci costituisce un’opera<br />

unica, adatta a risolvere esigenze specifiche e particolari, e che in<br />

un’altra situazione lo stesso potrebbe non avere la stessa efficacia.<br />

Inoltre la conoscenza ed il miglioramento spesso avvengono nel corso<br />

della stessa progettazione, se non durante la gestione, per cui può accadere<br />

che un’opera venga ottimizzata nel corso del tempo, in base ad un<br />

attento monitoraggio del suo funzionamento. Non è detto quin<strong>di</strong> che<br />

una struttura appena realizzata, se non utilizzata inizialmente dalla<br />

fauna ittica, sia sicuramente una delusione: possono bastare poche<br />

mo<strong>di</strong>fiche, come le caratteristiche <strong>di</strong> attrazione del getto a valle, che il<br />

passaggio risulti invitante per i pesci.<br />

Infine, si ricor<strong>di</strong> che in assenza <strong>di</strong> un organismo deputato all’in<strong>di</strong>rizzo<br />

e controllo in materia <strong>di</strong> passaggi per pesci, aumenta la responsabilità<br />

del progettista e del committente, che dovranno prevedere gli interventi<br />

<strong>di</strong> collaudo per verificarne il funzionamento. Le operazioni <strong>di</strong><br />

collaudo si basano sulla marcatura incruenta <strong>di</strong> pesci rilasciati subito a<br />

valle della struttura e nella cattura degli stessi a monte; il sistema <strong>di</strong><br />

cattura più semplice ed economico prevede l’utilizzo <strong>di</strong> nasse posizionate<br />

all’uscita dell’impianto <strong>di</strong> risalita, operato da esperti del settore.<br />

82


2. Tabella riassuntiva delle sistemazioni previste<br />

Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

Per restaurare la circolazione longitu<strong>di</strong>nale e gli scambi nei corsi d’acqua<br />

della Val <strong>di</strong> Sieve, spingendosi fino al primo sbarramento in località<br />

Vicchio, è necessaria la realizzazione dei seguenti interventi:<br />

Interventi <strong>di</strong><br />

1ª priorità:<br />

ostacoli superabili<br />

Pescaia<br />

S. Francesco<br />

Interventi <strong>di</strong><br />

2ª priorità<br />

Pescaia <strong>di</strong><br />

“del Tirinnanzi”<br />

Tratto finale al<br />

Ponte <strong>di</strong> Acone<br />

Confluenza con la<br />

Sieve<br />

Sigla Corso<br />

d’acqua<br />

Pescaia <strong>di</strong> Marino S2 Sieve<br />

Pescaia<br />

dell’Alessandri<br />

Traversa alla<br />

confluenza Sieve<br />

Soglia sotto il ponte<br />

della ferrovia<br />

Traversa alla<br />

confluenza Sieve<br />

Traversa al Ponte<br />

Nuovo<br />

TOTALE CONTINUITÀ FLUVIALE OTTENIBILE CIRCA 36 km<br />

» » » »<br />

C3 Comano<br />

–<br />

Argomenna<br />

– Uscioli<br />

Tipo <strong>di</strong> intervento<br />

proposto<br />

S1 Sieve Passaggio Denil<br />

S3 Sieve<br />

C1 Comano<br />

C2 Comano<br />

Passaggio a bacini<br />

successivi<br />

By-pass<br />

(ruscello artificiale)<br />

M1 Moscia Rampa in pietrame<br />

M2 Moscia Rampa in pietrame<br />

Traversa a “guado” M3 Moscia Rampa in pietrame<br />

Passaggio a bacini<br />

successivi<br />

Passaggio a bacini<br />

successivi<br />

Passaggio a bacini<br />

successivi<br />

Sistemazione alveo<br />

(200 m)<br />

Sistemazione alveo<br />

(25 m)<br />

Continuità fluviale<br />

ottenibile (km)<br />

Confluenza Arno-Sieve<br />

fino a S2 7<br />

S2-S3 Rufina 4<br />

S3-Vicchio 19<br />

M1-M2<br />

M2-M3 4<br />

M3-Londa<br />

C1 fino a C3 1,1<br />

–<br />

Confluenza Sieve - A1<br />

0,9<br />

Confluenza Sieve - U1<br />

1,5<br />

83


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

Alcune immagini dall’Estero<br />

Nelle pagine successive seguono illustrazioni <strong>di</strong> passaggi per pesci realizzati<br />

fuori dall’Italia in epoche <strong>di</strong>verse.<br />

84


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

Doppia scala Denil per trote <strong>di</strong> mare con <strong>di</strong>spositivo elettronico conta pesci, progettata da<br />

Fishway Engineering 20 anni fa e tuttora in ottime con<strong>di</strong>zioni, East Sussex (Inghilterra).<br />

85


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

La Garonne: centrale idroelettrica <strong>di</strong> “Bazacle”, Tolosa (Francia). Passaggio a fen<strong>di</strong>ture<br />

laterali per cheppie, anguille, lamprede, trote <strong>di</strong> mare, salmone atlantico. Il passaggio è<br />

dotato <strong>di</strong> centro <strong>di</strong>dattico ed è visitabile.<br />

87


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

BY-PASS artificiale per Salmoni<strong>di</strong> realizzato in una riserva naturale (foto M. Ferri), Land<br />

Sassonia (Germania)<br />

89


Parte Quarta: CONCLUSIONI<br />

Antica immagine <strong>di</strong> un passaggio a bacini successivi probabilmente risalente ai primi<br />

del Novecento, tratto da G. Guenaux, Piscicolture - 19<strong>10</strong><br />

91


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Italia<br />

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93


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95

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