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FAES AURORA
Asilo nido “Club
dei Piccoli”
Scuola
dell’infanzia
Via E. Nöe, 24
20133 Milano
02 266867232
FAES ARGONNE
Scuola maschile
Primaria
Secondaria
Liceo Scientifico
Via M. Gioia, 42
20124 Milano
02 67071894
www.faesmilano.it
Il nuovo canale sul mondo
dal punto di vista delle
Scuole e famiglie FAES
r e d a z i o n e laura c o s t a, m a n u e l a b i n a g h i, g i o v a n n i d e m a r c h i,
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faes channel é un inserto del mensile ares “fogli”
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FAES MONFORTE
Scuola femminile
Primaria
Secondaria
Liceo Classico
Via Zanoia
ang. Via Ponzio
20133 Milano
02 2367081
a cura di Giovanni De Marchi
Vista col senno di poi, era l’uovo di Colombo: però
non è giusto giudicare a posteriori, e quindi possiamo
dire: “Ci siamo arrivati!”. Dove? A instaurare
un percorso di lavoro congiunto tra i genitori
dei Consigli di Direzione delle 3 scuole FAES
di Milano (una mamma e un papà all’Argonne,
una mamma e un papà alla Monforte, solo una
mamma– per adesso…– all’Aurora).
E così, trovandosi regolarmente, si è riusciti a
potenziare il prezioso lavoro di coordinamento
delle attività e dell’impostazione stessa di molti
aspetti (logistici e non) delle varie scuole, memori
del fatto che si tratta sempre di scuole di
genitori, e che le istanze delle famiglie sono sempre
attesissime e prese in seria considerazione,
purché orientate negli ambiti giusti.
A che cosa lavoriamo in concreto per il prossimo
anno? Per esempio, a un calendario generale organico
delle attività per famiglie (riunioni didattiche,
attività formative, proposte culturali) che
riesca a evitare più possibile le sovrapposizioni e
a soddisfare i palati più esigenti.
Sembra poco, ma chi ha figli in più scuole siamo
sicuri che saprà apprezzare…
per maggiori informazioni www.faesmilano.it
Scacco matto
Intervista al prof. di scacchi Francesco Carvelli
a cura di Manuela Binaghi
Un insegnante di lettere, ora in pensione, con
la passione per gli scacchi, ecco chi è? Francesco
Carvelli, maestro e professore di scacchi alle
scuole Faes.
Professore, da dove nasce l’idea di introdurre gli
scacchi come materia curriculare a scuola?
Durante gli anni ’80, quando nella scuola la programmazione
per obiettivi era molto, troppo, incisiva,
mi ritrovai a considerare che importanti
obiettivi didattici ed educativi potevano essere
perseguiti attraverso la pratica degli scacchi.
All’epoca insegnavo in una scuola media della
provincia milanese e, d’estate, mi divertivo a
giocare sulla spiaggia: non ero certo un esperto;
lessi degli articoli, che documentavano in modo
oggettivo l’aumento di pensiero creativo nelle
persone che intraprendevano, da zero, l’apprendimento
e la pratica degli scacchi.
Decisi quindi di chiamare un istruttore nelle
mie classi, ma, dopo poco tempo, mi resi conto
che questa persona non era adatta all’insegna-
spazio promozionale attività extra scolastiche FAES
mento. Mi sono buttato e, dopo aver migliorato
il mio stile di gioco e aver studiato la teoria e i
concetti base, ho iniziato a insegnare scacchi ai
miei ragazzi.
Una scelta coraggiosa, quali mezzi aveva a disposizione?
In Italia questa disciplina era poco conosciuta a
quell’epoca, ma non mi persi d’animo e mi sono
costruito da solo strumenti e metodi d’insegnamento.
Ho scritto manuali, definito la scansione
delle conoscenze, predisposto le differenziazioni
per età. I risultati non si sono fatti attendere, in
pochi mesi abbiamo raggiunto tre finali nazionali
nei Giochi Sportivi Studenteschi.
Mi piace ricordare questi successi perché sono la
dimostrazione che il metodo da me predisposto
era valido. Quello che mi interessava era riuscire
a far raggiungere a tutti un buon livello di gioco,
e non vincere in senso stretto. Infatti, per avere
5 o 6 allievi che conquistano la finale nazionale
è necessario aver creato un’ampia base di alunni
che hanno raggiunto un buon livello.
Ci racconti quali obiettivi i ragazzi raggiungono
giocando a scacchi.
Gli obiettivi, come ricordavo, sono di due ordini:
didattici ed educativi. Dal punto di vista didattico,
il gioco degli scacchi sviluppa il pensiero creativo,
potenzia la capacità di concentrazione, la
memoria, la capacità di analisi, visualizzazione
e organizzazione degli spazi; fornisce elementi
di strategia e di soluzione dei problemi, con l’in-
>>> continua nella pagina seguente
continua dalla pagina precedente
negabile vantaggio di apprendere tutto ciò attraverso la
pratica e giocando, quindi senza accorgersene. Dal punto
di vista educativo, i ragazzi imparano pian piano a rispettare
l’avversario, ad avere consapevolezza dei propri
limiti e a imparare dalle sconfitte. L’avversario, infatti, è
il nostro maestro: ci si insegna reciprocamente qualcosa
di nuovo.
Sarà molto diffuso nelle scuole, quindi?
Non direi: ci sono istituti che prestano i locali ai ragazzi,
per imparare a giocare, al di fuori dell’orario di scuola.
Di solito sono genitori appassionati che chiedono questo
servizio per i figli. La novità che ho introdotto e che
all’Argonne esiste da alcuni anni, sta proprio nel fare
degli scacchi una materia curriculare, per consentire a
tutti di usufruire dei benefici che il suo apprendimento
comporta, trasversalmente a tutte le materie.
Da quanto tempo insegna alle scuole Faes?
Sono al Faes da tre anni e mi trovo benissimo, sia sul
piano professionale, sia umano. Inoltre l’esperienza in
una scuola omogenea, per me nuova, mi ha permesso di
approfondire e migliorare ancora il mio metodo. Insegnare
a maschi e femmine separatamente, infatti, mi ha fatto
notare che le ragazze sono più portate a comprendere
le parti strategiche, con loro posso stare sulle generali;
mentre i maschi hanno più predisposizione per le combinazioni
e la loro memorizzazione. Quando analizzo una
partita persa con una bambina posso dirle: «Vedi, hai
sbagliato perché non hai fatto l’arroco!». Con il maschio
devo far vedere concretamente le mosse.
Insomma, tutti possono giocare a scacchi? Quando è meglio
cominciare?
Certo! Gli scacchi sono un gioco per tutti. Ci possono essere
quelli naturalmente più portati, ma la sfida consiste
proprio nel far giocare chi è lo è meno; con l’esperienza
mi sono accorto che in prima primaria non possono ancora
giocare nel vero senso del termine; allora ho ideato
un altro gioco, il “Mangia-mangia”, che ha tutte le mosse
degli scacchi, ma non prevede lo scacco matto e la protezione
del Re: vince chi mangia di più. In questo modo i
bambini imparano il movimento dei pezzi e sono pronti
per cominciare alla grande l’anno successivo.
Autore: Zaira Zuffetti
Titolo: Ti diverti a fare il Papa?
Edizione: Ancora, Milano 2010
Pagine: pp. 112
Prezzo: € 12,50
spazio promozionale attività extra scolastiche FAES
I bambini
scrivono al Papa
a cura di Manuela Binaghi
“Caro Papa, vorrei venire a Roma ma purtroppo non
posso per colpa della scuola, allora le faccio questa
domanda: lei si diverte a fare il Papa?” Scappa un
sorriso di fronte a un simile quesito scritto da Federico,
allievo della quinta primaria della Scuola
Argonne Faes di Milano, perché, in quella domanda
che è diventato il titolo di un libro, Ti diverti a fare il
Papa? I bambini scrivono a Benedetto XVI (Ed. Ancora,
Milano 2010), si riassume un’idea molto bella: il
lavoro è un divertimento e può rendere felici.
Pubblicato in occasione del compleanno del Papa
e dei suoi primi cinque anni di Pontificato, il libro,
curato dalla scrittrice Zaira Zuffetti, raccoglie circa
quaranta letterine di bambini e bambine della quinta
primaria e della prima secondaria, di varie scuole
cattoliche italiane che, con naturalezza, confidenza
e sincerità, rivolgono i loro pensieri e le loro doman-
a cura di Alessandra Giorgino
Il 12 maggio scorso si è dato il via alla tradizione della grande festa di fine anno del Faes. Come
in ogni grande scuola abbiamo festeggiato la chiusura dell’anno scolastico. Lo abbiamo fortemente
voluto per ritrovarci, salutarci e divertirci! L’attesissimo evento, che si è svolto all’Arizona 2000
Dancing, ha visto protagonista sul palcoscenico uno special guest di tutto rispetto: Matteo Brancaleoni,
ex alunno Argonne, jazz star, che con i suoi concerti al Blue note fa il tutto esaurito ed il
cui nuovo album, Live in studio, è il più venduto su ITunes!
Nel corso della serata grandi sorprese e momenti di spettacolo, a cura dei ballerini professionisti,
docenti dei corsi di ballo dell’Argonne Dancing School e delle scatenatissime mamme Faes che si
sono esibite in due coreografie. L’entusiasmo di tutti ci ha riempito di gioia: tutti sono scesi in pista
per ballare al ritmo dei successi degli anni ’70/’80, suonati dal vivo dall’Azzurra Band! A deliziare
il nostro palato c’è stato anche un gustoso happy hour. Insomma, davvero un grande successo con
più di 300 presenze tra genitori e amici del Faes.
Un grazie di cuore a tutte le “mamme-amiche” per l’organizzazione di questa iniziativa, in modo
particolare ringrazio Rossella Munafò!
de a una persona a loro molto cara: il Santo Padre.
Un piccolo dono consegnato al Papa personalmente
da Chiara, dieci anni e i suoi familiari, con questo
auspicio: «Santità, tenga questo libro sul comodino:
la farà sorridere anche nei momenti difficili» e che sicuramente
avrà rallegrato il cuore di Benedetto XVI,
in un momento per lui così difficile.
«I ragazzini hanno accolto la richiesta di scrivere
le lettere con grande entusiasmo» ha raccontato il
maestro Ugo Fenizia della scuola Faes - Argonne «ci
sono curiosità, dubbi, storie personali e anche disegni».
Per esempio, il Papa in piedi su una scalinata
che saluta, con un grande arcobaleno e il sole sullo
sfondo, apre il capitolo delle domande, tra le quali
alcune sono ricorrenti: «Qual è il tuo gruppo musicale
preferito e quanti corsi hai fatto per diventare
Papa?» oppure «Cosa mangia di solito e con cosa
giocava quand’era bambino? Che squadra tifi?». Non
mancano richieste di preghiere per i nonni, i familiari,
gli amici ma anche pensieri profondi sulla presenza
del male nel mondo e su come si può migliorare
per raggiungere la pace. Giorgia azzarda perfino un
consiglio: «Caro Papa, non si stanchi di parlare di
Gesù, sia sempre forte e si ricordi che tanti bambini
le vogliono bene».