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Una resistenza lunga secoli - Sotziu Limba Sarda

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L’ALTRO MONDO<br />

Sassari<br />

Il recente successo<br />

del film-documento<br />

di Ken<br />

Loach sulla storia della<br />

<strong>resistenza</strong> irlandese<br />

contro l’oppressione<br />

inglese negli anni<br />

Venti: “Il vento che<br />

accarezza l’erba” (The<br />

wind that shakes the barley), il quale ha<br />

trionfato all’ultimo festival di Cannes vincendo<br />

la Palma d’oro 2006, ci ricorda che<br />

quello in corso è il venticinquesimo anno<br />

della morte del martire Bobby Sands. Chi<br />

era costui? Era un ragazzo di 27anni come<br />

tanti, ma irlandese e cattolico in quel<br />

lembo di terra nord-irlandese e, come<br />

ogni suo compatriota, perseguitato dalle<br />

forze d’occupazione straniere e di confes-<br />

IRLANDESE<br />

E CATTOLICO<br />

sioneprot e s t a n t e.<br />

Per combattere<br />

le<br />

ingiustizie che lui e i suoi “fratelli” subivano,<br />

si lasciò morire durante lo sciopero<br />

della fame nel carcere di Long Kesh dove<br />

era prigioniero nel 1981. Sebbene anche il<br />

Vaticano si appellò per la sua vita, il governo<br />

inglese rimase ottuso nella sua posizione<br />

di rifiuto al dialogo con i prigionieri.<br />

Altri nove militanti incarcerati seguirono<br />

quindi, il suo esempio. La figura di questo<br />

giovane ha lasciato<br />

un’eredità fastosa di<br />

ideali non solo nella<br />

sua terra, ma in tutto<br />

il mondo. Si pensi<br />

che la stessa Teheran<br />

lo ricorda in un’importante<br />

via della città. Ne<br />

abbiamo parlato con<br />

Manuele Ruzzu (di<br />

CastelSardo) esperto<br />

della storia del conflitto<br />

anglo-irlandese,<br />

relatore di innumerevoli<br />

conferenze e autore<br />

del libro “Martiri per<br />

l’Irlanda – Bobby Sands<br />

e gli scioperi della<br />

fame”, Fratelli Frilli<br />

editore. Un bel saggio scritto con testimonianze<br />

e documentazioni raccolte direttamente<br />

in Irlanda del nord. Il Dr Lawrence<br />

McKeown, ex detenuto irlandese, così si<br />

esprime: «Mi sento profondamente fiero<br />

e onorato, ventidue anni dopo lo sciopero<br />

della fame, di scrivere questa introduzione<br />

all’eccellente lavoro di Manuele Ruzzu».<br />

Cosa significa essere nazionalista in<br />

Irlanda del Nord oggi?<br />

«Essere nazionalista in Irlanda vuol dire<br />

portare avanti una storia di <strong>resistenza</strong><br />

di <strong>secoli</strong>, mantenere ancora vivo quello<br />

spirito di lotta tesa a riunire politicamente<br />

l’intera Isola. Dopo che è stata divisa<br />

in due entità politiche nel 1921. Altresì<br />

significa sostenere e rivendicare la propria<br />

Bobby Sands,<br />

morto in carcere<br />

12 IL SASSARESE 15 gennaio 2007<br />

<strong>Una</strong> <strong>resistenza</strong><br />

<strong>lunga</strong> <strong>secoli</strong><br />

storia, cultura, tradizione celtica in tutte le<br />

sue sfaccettature».<br />

Un nazionalismo è fortissimo, però il<br />

gaelico non è quasi più parlato in Irlanda.<br />

Questa situazione non è una contraddizione?<br />

«Ci sono delle aree<br />

dove questa lingua è<br />

parlata. La situazione<br />

è purtroppo quella di<br />

una terra in cui, a causa<br />

di una colonizzazione<br />

durata <strong>secoli</strong>, il gaelico<br />

è stato estromesso<br />

e ridotto ad una lingua<br />

minoritaria perdendo<br />

sempre di più valore».<br />

C i s o n o a n c o r a<br />

oppressi in Irlanda del<br />

Nord?<br />

«L’oppressione non la<br />

dobbiamo più intendere,<br />

come si poteva intendere trent’anni<br />

fa. Non si vede più l’esercito<br />

per strada. Questo grazie agli<br />

accordi del “Venerdì Santo” e<br />

alla smilitarizzazione dell’IRA».<br />

Ma la struttura dell’IRA esiste<br />

ancora?<br />

«Si, esiste, ma ha deciso di<br />

intraprendere un processo<br />

esclusivamente politico. Ci<br />

sono anche gruppi dissidenti,<br />

sia repubblicani sia lealisti, che<br />

non hanno aderito al processo<br />

di pace, fuori controllo e attivi».<br />

L’attività di questi gruppi<br />

armati, può pregiudicare il<br />

processo di pace?<br />

«Assolutamente si!».<br />

Quindi sono forti?<br />

«Diciamo di no, ma basterebbe una loro<br />

azione per far saltare tutto».<br />

Com’è che un popolo può opporsi 700<br />

anni e quasi 800 in Irlanda del nord, contro<br />

l’oppressore?<br />

«Arriva un colonizzatore e spinge te<br />

che sei nato lì, hai sempre vissuto lì da<br />

generazioni, e ti caccia improvvisamente<br />

da quella che è casa tua, scaraventandoti<br />

in posti aridi che non puoi coltivare<br />

né allevare bestiame. Poi decide che non<br />

puoi possedere terre perché sei cattolico.<br />

Questo succedeva, specialmente dopo il<br />

1921 in Irlanda del nord, quando gli orangisti<br />

appoggiati dagli inglesi, avevano il<br />

controllo assoluto di quella porzione di<br />

territorio, instaurando un vero regime di<br />

Il conflitto anglo-irlandese<br />

Manuele Ruzzu, storico e scrittore di Castelsardo, racconta<br />

nel libro “Martiri per l’Irlanda” l’odissea degli irlandesi<br />

di FABRITZIU DETTORI<br />

tipo apartheid. L’apice del conflitto angloirlandese<br />

si raggiunse nel 1969, perché il<br />

tasso di disoccupazione dei cattolici era<br />

elevatissimo. Le abitazioni peggiori venivano<br />

assegnate agli irlandesi cattolici. Se<br />

poi la famiglia cattolica<br />

aveva la sfortuna di abitare<br />

in una zona mista o<br />

a prevalenza protestante,<br />

dopo un po’ era costretta<br />

ad abbandonare la casa,<br />

perché erano fatti oggetto<br />

di continui attentati,<br />

finché non sono stati<br />

costretti, con l’avallo<br />

del governo inglese, a<br />

rifugiarsi in veri e propri<br />

ghetti. In Irlanda del<br />

nord è stato un qualcosa<br />

di assolutamente drammatico.<br />

I cattolici non<br />

potevano quasi uscire da<br />

casa che piombavano i militari all’interno<br />

dell’abitazione distruggendo quanto<br />

c’era. La violenza dei militari era perenne,<br />

basti pensare ai bambini uccisi dalle loro<br />

pallottole di plastica, o alla Bloody Sunday<br />

(domenica di sangue) di Derry nella quale<br />

i paracadutisti spararono deliberatamente<br />

sui manifestanti che partecipavano alla<br />

marcia pacifica organizzata dal Movimento<br />

per i diritti civili, facendo tredici morti.<br />

Era il 1972. Resistenza quindi per vivere e<br />

per un alto senso della giustizia».<br />

I nazionalisti irlandesi si riconoscono<br />

in qualche colore politico?<br />

«All’interno dell’ideale repubblicano<br />

irlandese non esistono colori».<br />

Offrici una traccia del libro.<br />

«È la storia della lotta repubblicana, la<br />

quale, invece di essere combattuta per le<br />

strade, è trasportata dentro il carcere, ossia<br />

lo specchio di quello che succedeva fuori.<br />

I ragazzi prigionieri erano sottoposti, né<br />

più né meno, a situazioni vessatorie simili<br />

a quelle a cui erano sottoposte le comu-<br />

Manuele Ruzzu,<br />

storico e scrittore<br />

nitàcattoliche: torture,<br />

f a m e ,<br />

GLI ACCORDI<br />

DEL “VENERDÌ SANTO”<br />

degradazione, compresa anche quella<br />

umana. Ad un certo punto decidono che è<br />

arrivato il momento di riprendersi quello<br />

che gli è stato tolto: la condizione di esseri<br />

umani. E l’unico strumento di risposta<br />

ai manganelli dei secondini, ai gas<br />

urticanti che venivano sparati nelle celle,<br />

alle perquisizioni corporali e degradanti,<br />

fisicamente e moralmente, decidono


Il conflitto anglo-irlandese<br />

L’ALTRO MONDO<br />

di reagire con l’unica<br />

arma a disposizione:<br />

il loro corpo. Leggere<br />

la storia di questi<br />

ragazzi che decidono<br />

di lasciarsi morire di<br />

fame per una causa<br />

in cui credono, per<br />

vedersi riconosciuti<br />

quei diritti che sono<br />

garantiti a qualsiasi<br />

essere umano è, nella<br />

sua tragicità, straordinariamente<br />

educativo. Lo<br />

sciopero iniziato il primo<br />

marzo del 1981 con Bobby<br />

Sands, finirà il tre di ottobre,<br />

dopo che il governo<br />

inglese garantirà ai detenuti<br />

quanto chiedevano,<br />

ma c’è voluta la vita di dieci<br />

persone e di altre che<br />

erano ad un passo dalla<br />

morte. Durante lo sciopero<br />

Bobby Sands viene candidato<br />

alle elezioni nelle<br />

liste del Sinn Féin: le vince e diventa, pur<br />

CATTOLICI<br />

PRIGIONIERI IN CASA<br />

restand<br />

o i n<br />

c a r -<br />

c e r e ,<br />

un membro del parlamento inglese. Ecco,<br />

quindi, che il governo inglese viene accu-<br />

Sei cattolico?<br />

Niente terra<br />

Accadeva in Irlanda del Nord dopo il 1921 quando gli orangisti<br />

appoggiati dagli inglesi controllavano quel territorio<br />

Un murale in Irlanda<br />

ricorda Bobby Sands<br />

UNA RESISTENZA LUNGA SECOLI<br />

sato anche di<br />

aver permesso<br />

che un membro<br />

del proprio<br />

parlamento<br />

morisse<br />

in carcere.<br />

<strong>Una</strong> volta<br />

quando gli<br />

c h i e s e r o<br />

d i i n t e r -<br />

r o m p e r e<br />

lo sciopero<br />

della fame,<br />

lui citò una<br />

frase di Gesù Cristo: “Non c’è amore<br />

più grande per un uomo di dare la<br />

vita per un suo fratello”. Questo libro<br />

dal punto di vista umano mi ha dato<br />

molte soddisfazioni, perché mi ha permesso<br />

di conoscere tantissimi militanti<br />

coinvolti nel conflitto. Persone eccezionali<br />

che hanno vissuto sulla propria pelle un<br />

qualcosa che noi non possiamo capire. Io<br />

stesso potrei parlarne all’infinito, ma non<br />

avendole vissute<br />

non capirò mai,<br />

mai, mai quello<br />

che questa gente<br />

realmente sia<br />

costretta a sopportare.<br />

Quando<br />

mi raccontavano<br />

i fatti brutali della<br />

repressione, ti<br />

mettevano il loro<br />

cuore in mano.<br />

Questo libro mi<br />

Ancora Manuele Ruzzu,<br />

storico e scrittore<br />

ha dato tantissimo<br />

dal punto di<br />

vista umano. Sono<br />

contento di essermi occupato di questi<br />

ragazzi e ciò mi onora».<br />

Fabritziu Dettori<br />

15 gennaio 2007 IL SASSARESE 13

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