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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

La percezione, l’elaborazione delle informazioni, l’apprendimento ed il<br />

pensiero, unitamente alle componenti neurofisiologiche e affettive rappresentano<br />

gli elementi essenziali della risposta emotiva.<br />

Anche il concetto di stress acquisisce un certo valore nel comprendere i<br />

vari livelli di attivazione dell’organismo (le reazioni fisiologiche presenti in<br />

condizioni di stress sono rappresentate da una aumentata vigilanza, secchezza<br />

delle fauci, palpitazioni, sudorazione, tremore, secrezioni ormonali)<br />

che nel suo significato originario identificava la risposta aspecifica dell’organismo<br />

ad una richiesta attiva (stressor) su di esso (Selye, 1936), e in seguito si<br />

dimostrò che tale risposta si manifestava in conseguenza di una attivazione<br />

emozionale mediata dal sistema limbico-ipotalamico.<br />

E’ stata anche posta l’attenzione sugli aspetti psicologici dello stress, comprendendo<br />

come lo stimolo stressante venisse elaborato cognitivamente,<br />

dando ad esso una dimensione emotiva in grado di influenzare la reazione<br />

bio-fisiologica e comportamentale mediante l’attivazione di sistemi neurotrasmettitoriali<br />

centrali e periferici (Lazarus, 1971); ed infine negli anni<br />

Ottanta-Novanta veniva posta in evidenza la relazione esistente fra sistema<br />

nervoso centrale, periferico, ormonale e immunitario, sancendo così la nascita<br />

della psiconeuroimmunoendocrinologia.<br />

L’attivazione emozionale stimolata dallo stressor acuto o cronico ed integrata<br />

dal sistema limbico, si esprime in una risposta neurovegetativa, neuroendocrina,<br />

neuro m u s c o l a re, immunologica e psicologica-comportamentale.<br />

La reazione da stress insorge a seguito di stimoli esterni e/o interni a<br />

significato minaccioso, implicando una reazione automatica di elaborazione<br />

cognitiva in funzione dell’intensità dello stimolo, del significato specifico per<br />

il soggetto, dell’impatto emozionale, dell’organizzazione cognitiva e delle<br />

abilità apprese, nonché delle esperienze precedenti e del sostegno interpersonale<br />

(Biondi, 1997).<br />

<strong>Le</strong> modificazioni biologiche centrali e periferiche fra ansia, paura, stress<br />

parzialmente si sovrappongono poiché vengono attivati gli stessi sistemi<br />

cerebrali e le differenze fra esse implicano il grado di arousal, il significato<br />

sproporzionato di minaccia applicato allo stimolo fobico rispetto la minaccia<br />

reale, l’evitamento cognitivo e comportamentale, la durata maggiore dell’attivazione<br />

fisiologica nell’ansia ed infine il fatto che l’ansia possa insorgere<br />

senza l’esposizione ad uno stressor esterno; tuttavia è indubbio che anche<br />

l’ansia e/o la paura protratte possano essere eventi stressanti intensi (Mental<br />

Health, 2002).<br />

Barlow (1988) e Chorpita & Barlow (1998) hanno suggerito che esperienze<br />

precoci di controllabilità degli eventi permettono di comprendere lo sviluppo<br />

della vulnerabilità all’ansia ed alla depressione; Alloy et al. (1990) in<br />

un modello cognitivo, le collocano in un continuo che dipende dal grado di<br />

controllo sperimentato dal soggetto in un determinato contesto ed afferma-<br />

24 Caleidoscopio

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