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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
Uno studio fattoriale di Rachman & Taylor (1993) ha evidenziato la presenza,<br />
in soggetti claustrofobici, di due fattori moderatamente correlati, il<br />
senso di soffocamento e la sensazione di essere in trappola.<br />
Questi sintomi sono comuni ad altre fobie e la paura di soffocare, vissuta<br />
come minaccia che origina dall’interno di se stessi, può esprimersi, sia con la<br />
percezione di disporre di una quantità d’aria insufficiente, sia con una sensazione<br />
di restringimento delle vie aeree con la percezione dell’incapacità di<br />
espandere il torace e/o la sensazione di avere il respiro corto, sia con la sensazione<br />
di intrappolamento (Rachman,1997).<br />
A seguito di studi sia sullo sviluppo di nevrosi animali che in soggetti<br />
umani dopo disastri naturali (es: operai rimasti chiusi in miniera), Rachman<br />
(1997), evidenzia che l’insorgenza del disturbo, secondo i dati dispoibili, è<br />
dovuto in prevalenza alla presenza di una esperienza condizionante, come<br />
per esempio, essere stati chiusi in uno spazio ristretto e/o aver esperito sensazioni<br />
di soffocamento.<br />
Secondo altri dati l’insorgenza della fobia può avvenire anche a seguito di<br />
informazioni televisive e giornalistiche, e ciò suffraga l’ipotesi di una acquisizione<br />
indiretta e non associativa del disturbo, oppure anche a seguito di<br />
una percezione simbolica di intrappolamento in una relazione interpersonale<br />
insoddisfacente; comunque rimane costante aver avuto pregresse esperienze<br />
di percezione di spazio limitato.<br />
Nuovi fattori scatenanti di reazioni claustrofobiche sono le moderne tecniche<br />
di imaging diagnostico (TAC, RMN) che i soggetti risultano incapaci di<br />
eseguire nel 4-10% dei casi, oppure determinano un peggioramento sintomatologico<br />
quando il disturbo è presente.<br />
Fra i pazienti che si sottopongono a TAC e RMN ed interrompono l’esame<br />
per crisi claustrofobiche, si osserva un incremento della sintomatologia ansiosa<br />
a diff e renza di quelli che nonostante la paura resistono; questi ultimi infatti<br />
mostrano al termine dell’esame una riduzione dell’ansia nel 42% dei casi.<br />
Si è indagato l’impatto della limitazione dello spazio anche in animali da<br />
laboratorio e si è osservato che l’assenza di speranza di fuga o di salvezza<br />
conduce a morte; invece, l’immobilizzazione ripetuta induce l’habituation e<br />
la riduzione della reattività fisiologica ma non l’intercambiabilità di risposta<br />
con altre situazioni simili di immobilizzazione.<br />
Come già accennato la paura di soffocare rappresenta l’altro elemento<br />
essenziale della claustrofobia e se l’accesso all’aria viene impedito, l’ansia o<br />
la paura tendono ad accentuarsi, formando una forte associazione con la percezione<br />
di limitazione fisica e la necessità di sentire la libertà di movimento.<br />
Quando queste condizioni risultano associate, tendono a provocare sensazioni<br />
di panico, infatti molti soggetti claustrofobici con panico dichiarano<br />
di percepire la sensazione di mancanza di respiro ed estrema paura di soffocare<br />
(Rachman,1997).<br />
Caleidoscopio<br />
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