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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
Il trattamento psicoterapico rapido<br />
delle fobie specifiche<br />
Öst (1997) ha sviluppato un trattamento rapido per le fobie “specifiche”,<br />
indicato di seguito, che consiste in una sessione di terapia della durata massima<br />
di 3 ore, oppure di tre sessioni di circa un’ora l’una, tutte precedute da<br />
una analisi funzionale (valutazione dell’area problematica e delle caratteristiche<br />
che precedono e seguono i comportamento disadattivo).<br />
La caratteristica generale dell’esposizione in vivo consiste, come già<br />
accennato in precedenza nell’incoraggiare e convincere ed il soggetto a rimanere<br />
nella situazione temuta, nonostante l’ansia e malessere, fino ad una sua<br />
riduzione ed in seguito fino alla scomparsa completa dell’ansia.<br />
Con i pazienti è utile descrivere la metodologia di intervento che verrà<br />
a<strong>dott</strong>ata nella sessione, spiegandone gli aspetti teorici e le differenze fra una<br />
esposizione graduale e pianificata in un contesto controllato rispetto a quella<br />
occasionale della vita, al fine di ridurre il timore di non essere in grado di<br />
gestire la situazione che verrà a prodursi.<br />
È importante anche spiegare come la sessione terapeutica rappresenti<br />
solamente il punto di partenza di una successiva esposizione graduale e più<br />
diffusa, poiché una fobia di lunga durata è improbabile che scompaia del<br />
tutto dopo una sessione; tuttavia la seduta è l’elemento cardine e di estrema<br />
utilità all’interno del programma che porterà alla scomparsa progressiva<br />
della fobia.<br />
In genere, poichè il timore più frequente è la paura di essere esposti massicciamente<br />
allo stimolo temuto, è importante sottolineare al paziente come<br />
ciò avvenga gradualmente, potendo egli stesso interrompere la seduta in<br />
ogni momento; inoltre, è opportuno dare informazioni veritiere e non contraddittorie,<br />
spiegando l’importanza di imparare a gestire l’ansia e l’evitamento<br />
con piccoli passaggi, accontentandosi di raggiungere obiettivi graduali<br />
e tollerabili; quelli ottimali si otterranno in seguito.<br />
Una volta spiegato il modello teorico dell’esposizione controllata, si procede<br />
all’esposizione visiva graduale; ovviamente in un intervento breve l’obiettivo<br />
è solo di ridurre la risposta ansiosa del soggetto in quella situazione.<br />
Nelle fobie animali l’esposizione è generalmente associata al modelling,<br />
che consiste nel mostrare al paziente, ovviamente quando il tipo di fobia lo<br />
permette, il modo corretto di interagire con l’oggetto fobico; si insegna il<br />
modo giusto di avvicinarsi e/o toccare l’oggetto temuto per poi giungere<br />
progressivamente, seguendo le istruzioni del terapeuta o spontaneamente,<br />
ad una interazione globale.<br />
76 Caleidoscopio