via del pentosofosfato
La via del pentosio fosfato genera
molecole di NADPH
che saranno utilizzate nelle biosintesi e
nelle biotrasformazioni.
Inoltre, fornisce:
- Ribosio fosfato, che serve per la
biosintesi dei nucleotidi
- Intermedi della via glicolitica
Mediamente, nelle cellule meno del 10% del glucosio
fosfato viene catabolizzato attraverso questa via.
Gli enzimi di questa via sono particolarmente presenti
nelle cellule di organi in cui vi è attiva sintesi di lipidi:
fegato, ghiandola mammaria, tessuto adiposo; corteccia
surrenalica
La prima reazione, che è irreversibile, limita la velocità
della via e serve da sito di regolazione.
Il più importante fattore di regolazione è la concentrazione di NADP + :
- questo è l’ accettore di elettroni nella reazione, per cui basse sue
concentrazioni limitano la reazione;
- inoltre, il NADPH compete con il NADP + per il legame all’ enzima.
Questa regolazione operata da NADP + assicura che la generazione di
NADPH sia accoppiata al suo utilizzo.
Inoltre, la G6PD è inibita allostericamente da AMP e ADP.
Queste prime reazioni costituiscono la fase
ossidativa della via del pentosio fosfato.
Il ribulosio 5-fosfato può essere convertito in
ribosio 5-fosfato ad opera di un’isomerasi, oppure
in xilulosio 5-fosfato ad opera di un’epimerasi.
Quindi, dalla fase ossidativa otteniamo 2 molecole
di NADPH e possiamo anche ottenere 1 molecola
di ribosio-5-fosfato per la biontesi dei nucleotidi.
Se invece il ribulosio-5-fosfato viene epimerizzato in xilulosio-5-fosfato,
nella fase successiva, detta “non ossidativa”, si ha l’ interconversione di
zuccheri a tre, quattro, cinque, sei e sette atomi di carbonio.
Queste reazioni possono condurre alla formazione di intermedi della via
glicolitica: fruttosio-6-fosfato; gliceraldeide-3-P.
A queste reazioni partecipano:
-una transchetolasi, che ha come cofattore la tiamina pirofosfato (TPP) e
catalizza il trasferimento di un’ unità bicarboniosa (C2);
-una transaldolasi, che catalizza il trasferimento di un’ unità C3.
Inoltre, questi due enzimi possono, partendo da due molecole di fruttosio
6-fosfato ed una molecola di gliceraldeide 3-fosfato, portare alla
formazione di tre molecole di ribosio 5-fosfato.
Lo NADPH è essenziale anche nella protezione della cellula contro le
specie reattive dell’ ossigeno (ROS), prodotte nel metabolismo.
Le ROS danneggiano le strutture cellulari, attraverso processi che
vengono collettivamente definiti come “stress ossidativo”. Una delle
molecole che combatte l’ accumulo di ROS è il tripeptide glutatione ( -
Glu-Cys-Gly). Questo porta un gruppo tiolico, appartenente alla cisteina,
che può ragire con i perossidi organici:
2GSH + R-O-OH GSSG + H 2O + ROH
Per rigenerare glutatione ridotto, ad opera della glutatione reduttasi, è
necessario NADPH:
GSSG + NADPH + H + 2GSH + NADP
Ciò spiega perché le cellule con ridotta attività della glucosio 6-fosfato
deidrogenasi sono particolarmente sensibili allo stress ossidativo.
Nei globuli rossi, l’ ossigeno ed i suoi derivati, oltre a formare
perossidi molto reattivi, possono trasformare l’ emoglobina in
metemoglobina. Per la riduzione della metemoglobina e dei
perossidi, è necessario il glutatione.
Inoltre, il glutatione contribuisce a mantenere i gruppi sulfidrilici
dell’ emoglobina nella forma ridotta, evitando la formazione di
legami crociati fra le diverse molecole di emoglobina e la
conseguente aggregazione delle molecole stesse.
In individui con un deficit genetico per la glucosio 6-fosfato
deidrogenasi (il cui gene si trova sul cromosoma X), e quindi carenti
in NADPH e perciò in glutatione ridotto, la membrana dei globuli
rossi viene danneggiata sia dai perossidi, sia dagli aggregati
emoglobinici (corpi di Heinz), e si ha emolisi. Questa può essere
scatenata, in questi individui, da agenti ossidativi, come il glicoside
purinico pamachina, contenuto nelle fave (dando luogo alla
condizione nota come favismo), o alcuni farmaci, fra cui l’
antimalarico primachina.
Vi è un’ alta prevalenza di individui glucosio 6- fosfato
deidrogenasi- deficienti in zone malariche. Infatti, la
carenza dell’ enzima protegge contro la malaria terzana
maligna (causata dal Plasmodium falciparum). Ciò
accade perché i parassiti che causano la malattia hanno
bisogno di glutatione ridotto e dei prodotti della via del
pentosio fosfato.
Quindi, la deficienza di glucosio 6- fosfato deidrogenasi
conferisce un vantaggio selettivo agli individui che
vivono dove la malaria è endemica.
La G6PD è stata clonata, sequenziata e studiata dalla
scienziata cilentana Graziella Persico
Un’altra fonte di NADPH è l’ enzima malico, che
converte il malato in piruvato.
mitocondrio citoplasma
citrato
ossalacetato + acetilSCoA
piruvato + HCO 3 - +
ATP + biotina
citrato + ATP + CoASH
ossalacetato
malato
NADH
ATP-citrato liasi
+
enzima malico
piruvato + HCO 3 -
acetilSCoA
NADP+
NADPH
ADP + Pi