cibo - Gola gioconda - I piaceri della tavola in toscana, in Italia e nel ...
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Editoriale<br />
L’autunno è una stagione che solletica i<br />
buongustai: è il momento dei funghi<br />
e dei tartufi, <strong>della</strong> selvagg<strong>in</strong>a; e il pensiero ludicogastronomico<br />
si allontana dal mare e prende<br />
quota, f<strong>in</strong>o ad arrivare <strong>in</strong> montagna, i cui sapori<br />
sono fortemente presenti <strong>nel</strong>la gastronomia<br />
tradizionale di molti regioni, con i suoi prodotti, a<br />
lungo considerati poveri e tornati di attualità grazie ad<br />
una maggiore cultura dell’alimentazione. Oggi è difficile<br />
credere che f<strong>in</strong>o a pochi decenni fa nei nostri Appenn<strong>in</strong>i<br />
non fosse possibile acquistare la far<strong>in</strong>a di mais per fare<br />
la polenta e si fosse costretti a usare quella di<br />
castagne; e per secoli la pattona è stata il <strong>cibo</strong><br />
essenziale per le famiglie che vivevano dell’economia<br />
del bosco e delle valli di montagna. E il bisogno, che<br />
aguzza l’<strong>in</strong>gegno, ha fatto nascere formaggi che<br />
potessero durare e ha <strong>in</strong>dotto al pascolo per riuscire a<br />
raggiungere quell’autonomia alimentare necessaria alla<br />
sussistenza. Sembrano notizie di un altro mondo, molto<br />
lontano, ma che ci appartiene perché è quello di parte<br />
<strong>della</strong> nostra comunità. Siamo andati a ripercorrere<br />
queste strade di montagna, per parlare con chi ancora<br />
vive <strong>in</strong> zona e trae dalla terra molti frutti, ci siamo<br />
riscoperti viaggiatori per ripercorrere la strada fatta<br />
dall’Artusi per venire dalla natìa Forlimpopoli a Firenze e<br />
capire come si è trasformata la gastronomia <strong>in</strong> un<br />
territorio di conf<strong>in</strong>e come quello fra la Romagna e la<br />
Toscana. Ci siamo accorti, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, come <strong>in</strong> montagna, o<br />
<strong>in</strong> quel che ne resta, la vita scorre a un’altra velocità e<br />
c’è un’attenzione estrema a non sprecare, riutilizzare,<br />
conservare. Invece a valle, <strong>nel</strong>le città, ma anche nei<br />
centri più piccoli dove i modelli di consumo sono più o<br />
meno tutti uguali, quanto <strong>cibo</strong> va buttato ogni giorno<br />
nei ristoranti, nei bar, <strong>nel</strong>le mense, <strong>nel</strong>la grande<br />
distribuzione? Montagne di <strong>cibo</strong>, se ci pensiamo bene,<br />
che ci fanno apprezzare ancor di più il <strong>cibo</strong> di montagna<br />
e le piccole economie che lo governano ancora.<br />
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