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n°9 Dicembre 2012 - Nuova Specie

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Se io ho paura della mia paura o ho paura del mio<br />

coraggio, io non mi metto a fare queste cose, ma<br />

mi metto a fare cose semplici, automatiche che non<br />

implicano la mia presenza. Sono cose in cui non ci<br />

debbo stare. Conquistare una donna implica sempre<br />

avere coraggio, sbagliare e tornare indietro. Avete<br />

visto come stamattina A. non ha avuto né coraggio<br />

e né paura, è rimasto bloccato. Invece paura e<br />

coraggio devono giocare insieme per crescere: ci<br />

provo, ho avuto coraggio, le ho prese, ho avuto paura<br />

e sono scappato, mi preparo, cresco per fare un<br />

nuovo tentativo. Se nella vita non facciamo così, ci<br />

giustifichiamo, ma non c’è altra strada se non quella<br />

di provare, immettersi, provare, fare l’esperienza,<br />

modificare il tiro, trovare un’altra strategia. Questo<br />

ce lo insegnano gli animali che sono molto più saggi<br />

di noi.<br />

Quando le paure non sono collegate al coraggio,<br />

allora sono solo un nostro modo per nascondere<br />

il fatto che non vogliamo più vivere, ci vogliamo<br />

suicidare. Significa che noi siamo già morti dentro<br />

e, piuttosto che dire che siamo morti dentro,<br />

continuiamo. Abbiamo bisogno di dire: “non faccio<br />

quella parte di vita perché ho paura”. Quella è una<br />

paura funzionale alla morte. Noi parliamo oggi di<br />

paura e coraggio come viaggio della vita, ma la paura<br />

può essere funzionale alla distruzione.<br />

Vi faccio un esempio. Proprio nella cosiddetta<br />

“sindrome maniaco-depressiva” o “bipolare”, in cui<br />

si alternano la depressione e la maniacalità, vedete<br />

come paura e coraggio sono due cose perfettamente<br />

inutili, perché non sono legate alla vita, ma sono<br />

un modo per distruggere e per distruggersi. La<br />

depressione implica una paura, vivere di paura e<br />

quindi chiudersi per distruggersi e indirettamente<br />

per distruggere. Sai come stai distruggendo tua<br />

madre, tuo padre e anche noi (rivolto a C.)? Distruggi<br />

anche gli altri, però apparentemente stai facendo<br />

male solo a te. Il maniacale vive di coraggio, ma è<br />

un coraggio che invade, distrugge sé, ma distrugge<br />

anche gli altri. Non è paura-coraggio funzionale alla<br />

vita, ma è funzionale a una strategia di distruzione,<br />

perché la persona ormai è morta, non ci crede più.<br />

Quindi fratelli e sorelle, coraggio, io<br />

sono, voi siete, non abbiate paura<br />

Voglio chiudere con questa frase dal vangelo di<br />

Matteo che è molto bella e a me piace moltissimo,<br />

che mi dà la chiave di lettura del come si fa a mettere<br />

Fondo Comune<br />

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8<br />

insieme paura e coraggio. Quando i discepoli stanno<br />

nelle acque, c’è il vento e si sono cagati sotto, Gesù,<br />

che cammina sulle acque, gli dice da lontano:<br />

“Coraggio, sono io. Non abbiate paura.” Vediamo di<br />

commentare queste parole e troviamo la soluzione.<br />

Il coraggio sapete quando l’abbiamo? Quando io so<br />

chi sono. Se io non so chi sono, sono pieno di paure.<br />

Ma ammesso che io lo sono, “non abbiate paura”<br />

significa: “non aver paura delle tue paure!”. Se io non<br />

ho paura delle mie paure, io sono e se io sono ho<br />

coraggio.<br />

Non è che non bisogna avere paura, la paura la senti,<br />

ma in quel momento hai fede che tu sei qualcosa in<br />

più rispetto alla paura. È quello che ti dà il coraggio<br />

di andare avanti. Noi le paure è giusto che ce le<br />

abbiamo, i desideri, le delusioni, è importante che io<br />

sono anche le paure, ma non sono tutto le paure. Le<br />

mie paure me le prendo perché sono io, ma io sono<br />

qualcosa in più rispetto alle paure ed è quello che<br />

mi dà coraggio. Jahvè significa “io sono quello che<br />

sono”. Se io parto da quello che già sono, di cui fanno<br />

parte importante le paure, lì acquisisco coraggio.<br />

Quindi, fratelli o sorelle, coraggio, io sono, voi siete,<br />

non abbiate paura!<br />

Pillole<br />

Qui non è che riusciamo sempre con<br />

tutti, perché poi c'è la variabile dei<br />

familiari che è fondamentale: se i<br />

familiari non si vogliono mettere in crisi<br />

e non partecipano, purtroppo non si può<br />

fare molto, perché dentro la persona ci<br />

sono molte cose dell'anello simbolico<br />

che è legato alla vita che ha vissuto<br />

in famiglia, oltre che nel suo contesto;<br />

noi non possiamo rappresentare un<br />

surrogato, pur essendo fatto per le<br />

dinamiche metastoriche, però più ci sono<br />

i protagonisti e meglio è, perché anche<br />

loro apprendono come fare…<br />

Pillole

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