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Tiriamo giù la leva - Valori

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ETICA SGR<br />

Da Capitalia a Generali<br />

Geronzi è sempre<br />

inarrestabile<br />

di Matteo Cavallito<br />

| bandabassotti |<br />

ANCHESEL’UFFICIALITÀ DEL CAMBIO DI STATUTO non arriverà prima di metà settembre, l’esperimento<br />

del<strong>la</strong> governance duale che per un anno aveva caratterizzato Mediobanca può dirsi di fatto concluso.<br />

Il presidente del consiglio di sorveglianza Cesare Geronzi ha ottenuto l’agognata riforma che riunisce<br />

il board dei supervisori e il cda operativo abolendo quel<strong>la</strong> divisione che, a detta dello stesso Geronzi,<br />

“penalizzava l’efficienza dell’istituto”. L’abolizione del sistema duale (benedetta, pare, da Mario Draghi<br />

in persona) abroga implicitamente il divieto dei supervisori di sedere nel consiglio d’amministrazione<br />

di Generali, <strong>la</strong> compagnia assicuratrice control<strong>la</strong>ta per il 16% dal<strong>la</strong> stessa Mediobanca. La possibilità<br />

di estendere <strong>la</strong> propria influenza diretta sul terzo insurer europeo diventa ora decisamente concreta<br />

trasformando Geronzi, ha scritto il Financial Times, nel vero e proprio “custode” del sistema finanziario<br />

italiano. Un ruolo raggiunto pazientemente grazie al<strong>la</strong> gestione di Capitalia il cui valore azionario<br />

era aumentato di otto volte nello spazio di un quinquennio. Proprio <strong>la</strong> cessione di quest’ultima<br />

a Unicredit, nota il FT, aveva spianato a Geronzi <strong>la</strong> strada verso Mediobanca di cui Unicredit è tuttora<br />

il principale azionista.<br />

Erano stati proprio gli anni del<strong>la</strong> presidenza di Capitalia a segnare l’esca<strong>la</strong>tion decisiva per il banchiere<br />

di Marino che, dopo essersi dato all’editoria si era <strong>la</strong>nciato sul promettente mondo del calcio. Siamo<br />

all’inizio degli anni 2000 e alcuni club presentano indebitamenti che sembrano già l’anticamera<br />

del fallimento. A tenerli in vita ci pensa proprio Geronzi che, dopo<br />

essersi preso un pezzo di Italpetroli (l’azienda che control<strong>la</strong> l’AS Roma),<br />

concede prestiti al patron del<strong>la</strong> SS Lazio Sergio Cragnotti, al Parma<br />

Calcio di Calisto Tanzi e al Perugia di Luciano Gaucci di cui Capitalia<br />

si prende in pegno il 99,5% del capitale. Nel frattempo il numero uno<br />

dell’ex Banco di Roma estende <strong>la</strong> sua influenza al<strong>la</strong> Gea, principale<br />

società di procura dell’universo calcistico e regno indiscusso<br />

di Alessandro Moggi, sangue del sangue del potentissimo Luciano, direttore generale del<strong>la</strong> Juventus<br />

e figura più influente del settore. Il terremoto “calciopoli” colpisce duro <strong>la</strong> Gea che viene incriminata<br />

per associazione a delinquere finalizzata all’illecita concorrenza tramite minaccia e violenza privata<br />

<strong>la</strong>sciando però indenne il nostro eroe. E così dallo tsunami dell’estate 2006 resterà fuori proprio colui che,<br />

tre anni prima, il più diffuso quotidiano del Paese aveva definito “il vero padrone del calcio italiano”.<br />

Nel corso degli anni Geronzi ha sviluppato una certa immunità tanto per le disgrazie che lo circondano<br />

quanto per i piccoli “incidenti di percorso”. È stato rinviato a giudizio (ma pende il decreto “salva<br />

premier”) nel caso Parma<strong>la</strong>t per estorsione (Euro<strong>la</strong>t), usura e concorso in bancarotta (Ciappazzi)<br />

e nel processo Cirio (bancarotta e truffa), è stato condannato in primo grado con <strong>la</strong> condizionale<br />

a 1 anno e 8 mesi di galera nel<strong>la</strong> vicenda Italcase e dal marzo scorso è indagato per false dichiarazioni<br />

al pm nell’indagine sul fallimento del Perugia Calcio; eppure è sempre lì, imperterrito nel suo processo<br />

di assimi<strong>la</strong>zione di potere, pronto a superare nemici e avversari. Ad ostaco<strong>la</strong>rlo, ha ipotizzato di recente<br />

Il Sole 24 Ore, ci penseranno forse gli insoddisfatti azionisti di Unicredit che tenteranno di affiancargli<br />

i propri manager di fiducia nel nuovo vertice di Mediobanca. Una mossa pensata forse per rallentarne<br />

l’ascesa. Fermare quest’ultima, invece, non sembra al momento umanamente possibile. .<br />

L’opinione del Financial<br />

Times: l’ex numero uno<br />

di Capitalia ha ottenuto<br />

ciò che vo<strong>leva</strong> e ora può<br />

estendere <strong>la</strong> sua influenza<br />

anche a Generali<br />

| ANNO 8 N.62 | SETTEMBRE 2008 | valori | 7 |

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