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Visualizza la rivista - Padri Dehoniani

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Dossier<br />

DUE CONVINZIONI<br />

Dall’opinione generale che tornare<br />

indietro è impossibile, derivano due<br />

convinzioni diverse.<br />

Alcuni ritengono che è bene godersi<br />

quel che <strong>la</strong> natura ancor concede, senza<br />

pensare al futuro. Altri che è necessario<br />

che siano tute<strong>la</strong>ti, difesi, conservati, per<br />

il presente e per il futuro, luoghi di meravigliosa<br />

bellezza, capaci di rive<strong>la</strong>r <strong>la</strong> vita<br />

che una volta si viveva. Ma inquietudini<br />

e timori, delusioni ed angosce occupano<br />

il loro animo quando alcuni di<br />

quei luoghi, anche se protetti da leggi,<br />

vengono meno, a causa di una specu<strong>la</strong>zione<br />

inarrestabile, che deve soddisfare<br />

interessi materiali immediati.<br />

LA SALVAGUARDIA DELLA NATURA<br />

Le ragioni del<strong>la</strong> conservazione e<br />

del<strong>la</strong> difesa del<strong>la</strong> natura sono espresse<br />

in decine di notissimi libri. Si studiano<br />

anche nelle scuole e nelle università,<br />

dove però quelle ragioni, di per sé concrete,<br />

sono considerate astratte. Ed il<br />

par<strong>la</strong>rne aggiunge quasi sempre astrattezza<br />

ad astrattezza.<br />

Quando il primo uomo giunse sul<strong>la</strong><br />

luna ci fu grande euforia. Si ritenne che<br />

si fosse all’inizio di una nuova era del<strong>la</strong><br />

storia dell’umanità, e che altri palcoscenici<br />

ed altri scenari si stessero preparando<br />

per <strong>la</strong> vita quotidiana. Ma, dopo quel<strong>la</strong><br />

euforia, anche se non pienamente avvertita,<br />

una grande delusione è entrata<br />

nell’animo degli uomini, nell’avvedersi<br />

come ancor <strong>la</strong> terra, purtroppo sempre<br />

più devastata e deso<strong>la</strong>ta, è rimasta il luogo<br />

del loro vivere, sconvolto dal dubbio<br />

che il procedere non avanza ineluttabilmente<br />

“verso ciò che è sempre migliore<br />

e più perfetto”, e dal<strong>la</strong> mancanza di uomini<br />

autorevoli, i quali, essendo al<strong>la</strong> pari<br />

con il processo del<strong>la</strong> civiltà, fossero capaci<br />

di orientare, dar sicurezza e senso.<br />

LA CULTURA CONTA<br />

Roger Scruton inizia La cultura conta<br />

sostenendo che “le società occidentali<br />

stanno vivendo una crisi acuta di identità”.<br />

Fino al secolo XIX si consideravano<br />

cristiani, ma ora “sono riluttanti ad appel<strong>la</strong>rsi<br />

al<strong>la</strong> religione, un tempo fondamento<br />

dei loro principi morali”. Il Cristianesimo<br />

non è più il cuore del<strong>la</strong> cultura<br />

occidentale, mentre l’Europa, dopo<br />

due millenni, non ha più un reale potere.<br />

Le sue comunità dipendono dall’America<br />

del Nord, che ha donato all’umanità<br />

“una democrazia vitale ed una tecnologia<br />

inarrestabile”. Ma queste non<br />

offrono una visione di vita che possa<br />

fronteggiare “il sarcastico nichilismo dei<br />

40 PRESENZA CRISTIANA<br />

detrattori interni dell’Occidente” ed “il<br />

fanatismo serioso dell’Is<strong>la</strong>m”.<br />

Una tale visione di vita può invece<br />

ancora offrire il Cristianesimo, con <strong>la</strong> sua<br />

visione del<strong>la</strong> grazia di Dio e <strong>la</strong> salvezza<br />

dell’uomo.<br />

Questa visione è, nel<strong>la</strong> cultura occidentale,<br />

deposito di sapere morale, <strong>la</strong><br />

quale però corre il rischio di non essere<br />

più insegnata. Se questo avvenisse gli ideali<br />

ed i legami ereditati dal passato<br />

sparirebbero, e <strong>la</strong> nostra civiltà sarebbe<br />

costretta a fronteggiare, indifesa, “<strong>la</strong><br />

mano montante del rancore mondiale”.<br />

Per questo Roger Scruton ritiene necessario<br />

difendere quel<strong>la</strong> cultura del<strong>la</strong><br />

civiltà occidentale, che è stata anche<br />

chiamata Cultura alta. Consiste nel patrimonio<br />

di prodotti di arte, letteratura e<br />

pensiero che hanno superato le prove<br />

del tempo, innestato una tradizione duratura<br />

di riferimenti e rimandi, che “sono<br />

cari a coloro che li apprezzano grazie<br />

al sapere emotivo e morale che contengono”.<br />

È un patrimonio di élite, che però<br />

contiene emozioni ed aspirazioni che<br />

sono di tutti. E che porta le civiltà (ovvero<br />

le entità sociali che manifestano uniformità<br />

religiosa, politica, giuridica e<br />

di consuetudini) a prendere coscienza<br />

di se stessi ed a definire le proprie visioni<br />

del mondo.<br />

Questa cultura, che ci concede di<br />

non restare nel<strong>la</strong> superficie delle cose<br />

ma di penetrarne il senso, è “<strong>la</strong> via maestra<br />

per conservare <strong>la</strong> nostra eredità<br />

morale e per restare saldi di fronte ad un<br />

futuro burrascoso”.<br />

Purtroppo, poiché ogni cultura affonda<br />

le proprie radici nel<strong>la</strong> religione, il retaggio<br />

culturale incomincia ad essere rifiutato<br />

quando <strong>la</strong> fede religiosa declina. Così si<br />

giunge ad appartenere ad una civiltà, ignorando<br />

<strong>la</strong> sua cultura. “È <strong>la</strong> condizione attuale<br />

del<strong>la</strong> maggior parte degli occidentali”.<br />

I c<strong>la</strong>ssici vengono considerati pregiudizi<br />

delle epoche passate, e non invece,<br />

come sono, opere distaccate dalle<br />

norme e dalle ortodossie che le hanno ispirate,<br />

e che aspirano al<strong>la</strong> verità universale.<br />

Sono espressione di una cultura<br />

che deve essere conosciuta, ma anche<br />

rinnovata dopo “<strong>la</strong> notte del ripudio”,<br />

che ha avvolto <strong>la</strong> civiltà occidentale,<br />

percorrendo lentamente “le antiche<br />

strade del<strong>la</strong> semplicità e dell’umiltà”,<br />

senza abbandonarsi ad inutili vaniloqui<br />

sul ripudio del<strong>la</strong> cultura.<br />

Questa, oltre ad essere combattuta<br />

dal<strong>la</strong> Cultura di massa, è stata combattuta<br />

dal suo interno, in partico<strong>la</strong>re con l’analisi<br />

del sapere quale travestimento ideologico<br />

del potere di Michel Foucault,<br />

il pragmatismo che nega <strong>la</strong> verità di Richard<br />

Rorty, lo smontaggio strutturalista<br />

dei c<strong>la</strong>ssici da parte di Ro<strong>la</strong>nd Barthes, <strong>la</strong><br />

decostruzione diffusa nelle università e<br />

nelle accademie da Jacques Derrida.<br />

Dopo aver analizzato attentamente<br />

<strong>la</strong> situazione del<strong>la</strong> cultura in Occidente,<br />

e rive<strong>la</strong>to come <strong>la</strong> si combatte dall’esterno<br />

ed anche dal suo interno, Roger Scruton<br />

conclude ribadendo che <strong>la</strong> cultura<br />

conta, è preziosissima guida per il nostro<br />

agire e deve essere difesa con coraggio<br />

e fortezza nel miglior dei modi possibili.

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