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Untitled - Altervista

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- CL – No, assolutamente<br />

no. Sono un musicista nel<br />

senso che poi sono un<br />

insegnante, insegno<br />

sassofono in<br />

Conservatorio. Non è che<br />

ai miei allievi insegni a<br />

fare così, eh. Insegno a<br />

suonare il sassofono in<br />

modo tradizionale, poi fa<br />

come vuole, a trovare delle<br />

modalità ad emettere suoni<br />

completamente differenti<br />

lo può fare. Io nasco come<br />

musicista, proprio – no? –<br />

come musicista. Io leggo<br />

molto più volentieri – è<br />

strano ma è così – fin da<br />

ragazzino la poesia di<br />

quanto per esempio non i<br />

romanzi. Mi piace<br />

moltissimo la poesia<br />

moderna e quindi sono un<br />

appassionato soprattutto di<br />

poesia italiana del<br />

Novecento e questa è stata<br />

l’occasione di unire due<br />

sfere di interesse che<br />

potevano essere anche<br />

Claudio mentre suona un altro suo strumento<br />

molto lontane, quella di<br />

suonare il sassofono e<br />

-<br />

leggere poesia. Ho un po’ forzato a unire le due cose; è chiaro che l’intersecazione del suono<br />

della voce a quello dello strumento produce degli effetti, produce dei suoni che non avrei<br />

mai provato se non avessi mai utilizzato questi testi, un po’ perché l’immaginazione è<br />

partita, cioè nel senso in cui leggevo queste poesie immaginavo dei suoni,<br />

RP – Ah, ecco, sì.<br />

- CL – tant’è vero che [mostra agli allievi una sua trascrizione musicale] (potete vederlo<br />

questo, tra l’altro lo lascio in dono alla scuola) tutto questo lavoro non è scritto su un<br />

pentagramma in modo tradizionale ma è la fotocopia della pagina del libro sul quale ho<br />

trovato le pagine, e il testo stampato è circondato da segni, come una nugola di segni che ho<br />

scritto, molti dei quali comprensibili solo da me – devo dire – e però questo significa proprio<br />

che il suono dello strumento è come un’emanazione, è come una risonanza del momento in<br />

cui leggo la poesia non dicendola con la voce ma la leggo col pensiero; nel momento in cui<br />

noi leggiamo poesia facciamo un’operazione molto particolare perché leggiamo qualche<br />

cosa che è fortemente legata alla musica, al livello del suono, però la leggiamo senza suono,<br />

allora si sprigiona tutta una nugola di suoni immaginari che io ho scritto e che cerco di<br />

riprodurre tutte le volte che lo faccio. Direi che performer in questo caso va bene perché è<br />

un microspettacolo che unisce il suono alla parola.<br />

[Concludiamo la trascrizione a pochi centimetri dall’esaurimento del nastro. Nella pagina<br />

successiva si trovano le richieste riguardanti la predisposizione dell’auditorium].<br />

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