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30 PERFORMING MEDIA Sono diversi gli aspetti da rilevare sulla scia d’interventi della creatività digitale in ambito educativo, come quello svolto presso la Scuola Media “Centurione” di Genova. Uno di questi è quello che definisco il “Digital story-telling, narrare in ambiente digitale” che comporta un’indicazione su come si possa reinventare un modo di fare lezione usando lo schermo multimediale in videoproiezione. Proprio come ha dimostrato Ombretta Zaglio del Teatro del Rimbalzo (www.teatrodelrimbalzo.it) nella sua dimostrazione-spettacolo. Un altro si riferisce ad un modulo d’intervento che è stato sperimentato nell’ambito del convegno “il teatro incontra il museo” svolto sempre a Genova. Quest’ultimo viene definito “Occhio di Link” e comporta una sottile e ludica interazione tra le immagini della Storia dell’Arte, la multimedialità interattiva e l’azione del corpo del performer (dell’insegnante, dello studente...). Su queste esperienze è centrato un libro che sarà nelle librerie da fine maggio 2004 (ma che è disponibile per la vendita on line su www.novecentolibri.it) di cui sono autore: “Performing Media. La nuova spettacolarità della comunicazione interattiva e mobile.”, edito da Novecentolibri. Ombretta Zallio di spalle ripresa nel laboratorio d’informatica della Centurione. Digital story-telling, narrare in ambiente digitale Nella ricerca delle nuove forme di comunicazione in grado di sedurre (dal latino “seducere”: condurre a sé) l’aspetto narrativo è fondamentale, perché è il modo più collaudato per coniugare informazioni ed emozioni. Dopo
i tanti modi già sperimentati che riguardano la composizione multimediale di racconti all’interno dello schermo digitale e che arrivano alle forme più avanzate di fiction interattiva di alcuni videogame d’autore si delineano soluzioni per narrare nell’interazione con lo schermo. Attraverso la videoproiezione si può creare un ambiente in cui un performer - un attore, un narratore, ma anche un formatore o un insegnante impegnato in una lezione - può attivare un percorso cognitivo dinamico, sollecitato dai link ipertestuali e da animazioni grafiche e video. È lo schermo, da vedere come il tabellone di un cantastorie, a rivelarsi come un passaggio elettronico e dinamico dei segni e delle informazioni. Cinzia Di Pietro nell’aula computer della Centurione. Il tabellone interattivo aiuta e sollecita l’esposizione, o ancora meglio, la narrazione, la sostiene perché amplifica il senso delle parole, contribuendo all’organizzazione associativa delle idee di chi ascolta, stimolando le sinapsi, aprendo finestre esplicative, sottolineando i concetti chiave. Amplificando le idee e le soluzioni combinatorie delle stesse, facilitando il narratore (o il docente) nell’esercizio di un’oralità da svolgere senza straordinarie peripezie retoriche. È una procedura di comunicazione che rivela la sinergia tra l’interaction e l’info design e che affonda le radici nella tradizione del cantastorie rendendo ancora più seducente la parola che interagisce con le immagini secondo i principi della sinestesia, l’integrazione dei diversi piani percettivi. Il digital story-telling usa lo stesso termine di un fenomeno che fa riferimento ad alcune esperienze di narrazione terapeutica, basata sui repertori fotografici della propria autobiografia. Si sperimenta come sia possibile intraprendere un percorso interattivo nel ricordo della propria micro-storia, cliccando su immagini che rivelano e incentivano il racconto di sé. Un fenomeno che ha riscosso molto interesse nell’ambito psicanalitico statunitense. L’aspetto che m’interessa però evidenziare in questo contesto è quello che concerne la potenzialità comunicativa del multimedia da parte di un insegnante o un formatore durante una lezione frontale. È lo schermo su cui videoproiettare le sequenze di un ipermedia, l’aspetto principale su cui porre attenzione nel trattare una possibile lezione interattiva. Uno schermo da vedere come il tabellone di un cantastorie, come un paesaggio elettronico e dinamico dei segni e delle informazioni. 31
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