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Untitled - Altervista

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igirare nel letto e… Tonino esce dalla scuola sempre più confuso e con la gola secca. Meno male<br />

che c’è un ‘toretto’ lì vicino! Ed anche le siringhe, schifo d’una miseria!, anche le siringhe!<br />

Rosella zoppica. Sul tram le hanno pestato un piede. Che baraonda a Porta Palazzo! Il biglietto con<br />

l’elenco della spesa è lungo. Gira, rigira, tra i banchi del mercato. E alla fine si accorge che soldi<br />

non ne ha più ma la lista non si è esaurita. Pazienza! Però che barba aver sempre pazienza! E questo<br />

peso, quasi una sensazione, non un peso pesante ma comunque…lì, sulla spalla…<br />

“Buongiorno signora, anche lei al mercato, neh?”. È la vicina, più giovane, senza figli, casalinga<br />

non per vocazione ma per mancanza di lavoro. Insieme iniziano la calza delle lamentazioni. E tra<br />

una parola e l’altra, Rosella s’accorge che anche la sua vicina è piegata più da una parte, come se<br />

pure lei avesse un peso, che so, un qualche cosa sulla spalla…Rosella non s’azzarda a parlarne ma<br />

la curiosità… Allora infila nel discorso lo spiffero, d’aria, si capisce, che fa venire i reumi, un po’ di<br />

artrite, ma alla sua età, diomio!, non è possibile. Ed allora che cos’è che piega le due donne da una<br />

parte? È da un po’ che entrambe se ne sono accorte. Meno pesa la borsa della spesa e più si sentono<br />

tirare da quella parte.<br />

“Vero, neh?”. “Strano, però. Sempre meno si compera…”.<br />

Il fantasmino della lira, pesante, si sente in pericolo. Se queste discutono tra di loro e magari si<br />

accorgono che più la lira perde di valore più il fantasma ghigna…<br />

“Stanotte ho dormito male, sa! Mio marito soffre di ulcera e si lamenta, di notte…”, fa la Rosella,<br />

che è entrata in confidenza con la vicina.<br />

“Il mio, invece, parla nel sonno. Ha paura delle guerre stellari, non capisce perché non si mettono<br />

d’accordo…”, replica la vicina.<br />

“Allora anche lei non riesce a dormire! Ma non si potrebbe fare qualcosa? Toni, mio marito, ha<br />

l’ulcera, dice il medico, perché si preoccupa troppo, ma ha ragione di preoccuparsi…”. Già. Una<br />

parola tira l’altra e i problemi saltano fuori. Se le grane ci sono, mica è colpa dei fantasmi, no? Ci<br />

sarà qualcuno che è responsabile. Intanto, magari, potrebbero trovarsi stasera dopo cena e parlarne,<br />

presenti anche i mariti, ma Tonino questa sera no, perché ci ha i turni ma…<br />

“Mio marito ha notato”, fa la vicina ”che da un po’ di tempo sembra sempre che voglia piovere su<br />

casa nostra. Ci sono dei nuvoloni neri…”.<br />

“Anch’io l’ho notato sul nostro stabile, ma pensavo fosse un caso isolato”.<br />

“Mi dà una sensazione di morte! Come il fungo atomico, ha presente?”.<br />

E intanto prendono il tram insieme e la vicina ne approfitta per comunicare che è incinta e la<br />

Rosella a scuotere la testa perché se le cose continuano così che futuro c’è per i nostri figli? Ma<br />

mica si può stare sempre tappati in casa col terrore che qualcosa ci succeda! Qualcosa! Che non si<br />

sa che cos’è e quando arriva e perché.<br />

“Mica tanto vero”, fa la Rosella. Bisogna informarsi, parlarne, vedere perché. Vedere perché ci<br />

sono quelli che si fanno i soldi e noi… Mio suocero ha la minima…<br />

“Sa cosa mi ricordo? Mia mamma, a questa stagione, mi cantava sempre una canzone, sa, io sono<br />

toscana, mi cantava ‘aprite le finestre, è primavera’…Bisognerebbe aprire le finestre, fare entrare<br />

aria, diomio non inquinata no, aria pulita che faccia venir voglia di vivere, non quella nebbiosa,<br />

scura, che sa di mafia, che sa di terrore atomico, missili, siringhe…”, si sfoga la Rosella. Perché poi,<br />

alla vicina, tra un po’ di mesi nascerà un pupo e cosa gli vuoi preparare? Un mondo pieno di paura?<br />

Aprire le fine finestre e spazzare le ragnatele, quelle fuori e quelle dentro. Fare un ripulisti<br />

primaverile, tutti insieme.<br />

Queste idee si rinforzano nella testa delle due donne, che ne parleranno ai loro mariti, ai vicini, ai<br />

compagni di lavoro che già lo sanno che un dito solo serve per ficcarselo nel naso, non per cambiare<br />

le cose, ma tutte le dita insieme, vedrai bene che cosa riesco a fare! E quando, il giorno dopo,<br />

l’Alberto filato a scuola, dove, già si sa, lo bocceranno, ma, anche lì, non è obbligatorio e bisognerà<br />

pensarci, la Rosella e il Tonino sono soli in casa, ci provano ad aprire le finestre, che è un po’ come<br />

fare all’amore le prime volte, da una vita lo si fa ma è sempre una novità, e la luce entra in primo<br />

piano e scaccia le ombre vicine, le annienta, poi sempre più in grande quantità mentre è un fuggi<br />

fuggi generale, di pulviscolo diresti ma, in verità, di fantasmi d’ogni tipo e carattere, e poi senti uno<br />

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