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Un secolo di traduzioni letterarie in esperanto - Federazione ...

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Tutmonda sonoro, si trovò a dover cambiare ancora qualcosa. Ma i tempi non erano ancora<br />

maturi per la pubblicazione, che doveva sempre lasciare la precedenza al vocabolario.<br />

E tuttavia il Kalocsay traduttore dall'italiano non era ancora tutto <strong>in</strong> Tutmonda sonoro; <strong>in</strong><br />

Literatura Foiro del febbraio 1981 esce Si fossi foco dell'Angiolieri, forse ritrovato più tar<strong>di</strong><br />

tra le carte postume. Il livello delle <strong>traduzioni</strong> può essere <strong>di</strong>verso, e vi sono vari <strong>in</strong>terventi <strong>di</strong><br />

Silfer su Literatura Foiro del 1981/1982 sullo scopo e sulla bontà delle <strong>traduzioni</strong>, specie <strong>in</strong><br />

<strong>esperanto</strong>, l<strong>in</strong>gua che avendo come f<strong>in</strong>e la facilitazione della reciproca conoscenza tra popoli<br />

<strong>di</strong>versi ha sempre de<strong>di</strong>cato particolare cura alle <strong>traduzioni</strong>. Compaiono 180 , affrontate, due<br />

<strong>traduzioni</strong> del Trionfo <strong>di</strong> Bacco e Arianna, una <strong>di</strong> Kalocsay e una <strong>di</strong> Pisoni 181 , che sfruttano <strong>in</strong><br />

maniera <strong>di</strong>versa le potenzialità dell'<strong>esperanto</strong>: Kalocsay è più classico, più ritmico, ma Pisoni,<br />

liberandosi <strong>di</strong> certi rigorismi, coglie alcuni dettagli a cui Kalocsay r<strong>in</strong>uncia.<br />

5.3 Da Goldoni a Belli, da Pavese a Tomizza<br />

Le pubblicazioni autonome appaiono un po' a caso, senza una pianificazione. Chi scrive<br />

queste pag<strong>in</strong>e, avendo preso su <strong>di</strong> sé il compito <strong>di</strong> condurre <strong>in</strong> porto il vocabolario <strong>di</strong> La Colla,<br />

cerca delle "esercitazioni" della l<strong>in</strong>gua letteraria parlata su cui testare le <strong>traduzioni</strong> da <strong>in</strong>serire<br />

nel vocabolario, e pertanto com<strong>in</strong>cia ad <strong>in</strong>teressarsi <strong>di</strong> <strong>traduzioni</strong> <strong>di</strong> opere teatrali. La sua<br />

passione per Goldoni era <strong>di</strong> vecchia data, trasmessagli dalla madre veneziana che leggeva <strong>in</strong><br />

<strong>di</strong>aletto le comme<strong>di</strong>e ai figli perché apprezzassero, pur vivendo a Roma, la dolcezza e<br />

l'espressività della l<strong>in</strong>gua della Serenissima. Come esercizio nella l<strong>in</strong>gua letteraria parlata fu<br />

scelto <strong>di</strong> tradurre La locan<strong>di</strong>era 182 , anche per l'<strong>in</strong>dubbia popolarità della figura <strong>di</strong> Mirandol<strong>in</strong>a<br />

all'estero. La critica non fu uniformemente benevola con il libro: chi apprezzò la<br />

scorrevolezza dei <strong>di</strong>aloghi 183 e la ritenne estremamente adatta alla rappresentazione scenica,<br />

chi <strong>in</strong>vece ritenne che Goldoni non meritasse <strong>di</strong> essere tradotto, e non apprezzò espressioni del<br />

l<strong>in</strong>guaggio familiare, ritenendole <strong>di</strong> comprensibilità non imme<strong>di</strong>ata 184 . Certamente nella<br />

presentazione ad un pubblico <strong>in</strong>ternazionale Goldoni non ha la stessa presa che ha (o, f<strong>in</strong>o ad<br />

alcuni decenni fa, aveva) <strong>in</strong> Italia, e questo è un problema <strong>in</strong> più che il traduttore <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong><br />

deve affrontare: chi traduce <strong>in</strong> una l<strong>in</strong>gua etnica si propone ad un pubblico <strong>di</strong> lettori con<br />

caratteristiche l<strong>in</strong>guisticamente e storicamente def<strong>in</strong>ite e conosciute, chi traduce <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong><br />

ha una platea più limitata nel numero ma certamente più vasta come sottofondo culturale e<br />

come parametri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio.<br />

Nel 1982 escono due libretti, dei quali era comparso qualche assaggio nei numeri <strong>di</strong><br />

Literatura Foiro: una scelta <strong>di</strong> sonetti del Belli 185 e le poesie <strong>di</strong> Pavese dal 1945 alla morte 186 .<br />

I due traduttori, Pisoni e C. M<strong>in</strong>naja rispettivamente, evidenziano gusti fortemente <strong>di</strong>versi:<br />

Pisoni r<strong>in</strong>corre lo spirito lugubremente canzonatorio del Belli, sceglie sonetti che muovono al<br />

riso, ma hanno un sottofondo cupo, <strong>di</strong> plebe sconfitta. Lo stu<strong>di</strong>o filologico del traduttore si<br />

esprime con una fedeltà assoluta al testo e con rime mai piatte, spesso costruite con molta arte.<br />

180 Literatura Foiro, 71, 1982, pp. 1-3.<br />

181 Ne esiste (almeno) una terza <strong>di</strong> E. Don<strong>di</strong>, <strong>in</strong> manoscritto.<br />

182 C. Goldoni (tr. C. M<strong>in</strong>naja), La gastejestr<strong>in</strong>o, E<strong>di</strong>stu<strong>di</strong>o, Pisa, 1981.<br />

183 Vd. la recensione <strong>di</strong> Anton Dega, <strong>in</strong> "L'<strong>esperanto</strong>", 4, 1982, pp. 14-15.<br />

184 Traduzioni della Locan<strong>di</strong>era esistono <strong>in</strong> parecchie l<strong>in</strong>gue; la versione <strong>in</strong> <strong>esperanto</strong> è stata messa <strong>in</strong> scena più<br />

volte con successo, <strong>in</strong> particolare da una compagnia bulgara.<br />

185 G. G. Belli, Elektitaj sonetoj (tr. G. Pisoni), CoEdEs, Milano, 1982.<br />

186 C. Pavese, Poemoj (tr. C. M<strong>in</strong>naja), LF-koop, La Chaux-des-Fonds, 1982.<br />

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