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Editoriale - Una "rivoluzione industriale" necessaria - ANLAW

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empo empo inanziario inanziario<br />

Economia e diritto per banche, assicurazioni, gestori del risparmio, imprese<br />

Economia e diritto per banche, assicurazioni, gestori del risparmio, imprese


2<br />

Lettera del Direttore<br />

Cari Lettori,<br />

è motivo di grande soddisfazione, per me, presentare il primo numero di una nuova Rivista:Tempo Finanziario.<br />

Essa intende affrontare, nel modo più chiaro ed esaustivo possibile, temi di attualità che toccano, per la<br />

loro importanza, il mondo bancario, assicurativo, imprenditoriale e della gestione del risparmio.<br />

La percezione di un sempre maggiore consenso verso l’opportunità di un approccio economico dischiuso<br />

al diritto, sia nazionale che europeo, ha stimolato la creazione di questa Testata.<br />

La linea caratterizzante e qualificante, pertanto, è trattare argomenti in cui l’economia va di pari passo con<br />

il diritto. Ciò consente di dare inquadratura e compostezza alle dimensioni economiche che muovono la<br />

vita sociale.<br />

Con tale obiettivo, Tempo Finanziario ha l’ambizione di divenire, come strumento di informazione e approfondimento,<br />

un punto di riferimento per le professionalità interessate alle dinamiche e alle innovazioni<br />

del mondo produttivo.<br />

Ho cercato, in questa pubblicazione, di trasferire le positive esperienze maturate alla direzione della rivista<br />

Mondo Bancario, fondata nel 1958, da me acquisita nel 1988, e successivamente ceduta nel febbraio del<br />

2009.<br />

In tale nuova fatica avrò il privilegio di essere accompagnato da una Direzione Scientifica e da un Editorial<br />

Board, formati da autorevoli accademici di area economica e giuridica nonché da esponenti del mondo<br />

finanziario ed economico.<br />

Sul piano operativo, l’Avv. Nunzio Bevilacqua, nella sua qualità di Coordinatore Scientifico, provvederà<br />

alla concreta esecuzione dell’opera, attuando la linea editoriale tracciata.<br />

Nell’auspicio che questo nuovo impegno editoriale riceva il Vostro gradimento, invio i migliori saluti.<br />

Ercole P. Pellicanò


sommario tempo finanziario<br />

<strong>Editoriale</strong><br />

4 di Nunzio Bevilacqua<br />

<strong>Una</strong> “<strong>rivoluzione</strong> industriale” <strong>necessaria</strong><br />

Articoli di settore<br />

8 di Giancarlo Elia Valori<br />

Il Mediterraneo come possibilità geostrategica<br />

e geoeconomica<br />

16 di Gennaro Terracciano<br />

Paradigmi etici e principi di diritto nell’Economia<br />

Giusta<br />

22 di Giuseppe Fauceglia<br />

Il decreto legislativo 13 agosto 2010<br />

26 di Francesco Perrone<br />

Le persone nelle organizzazioni: prospettive<br />

e sfide del XXI secolo<br />

35 di Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone<br />

Clausole di continuazione<br />

Focus<br />

40<br />

42esima Giornata del Credito<br />

40<br />

Introduzione<br />

42 di Ercole P. Pellicanò<br />

Mercati, Banche e Imprese<br />

verso Basilea3<br />

Relazione<br />

45 di Stefano Mieli<br />

Il Credito e la crisi: problemi e prospettive<br />

Interventi<br />

56 di Giorgio N. Guerrini<br />

Il Credito e gli artigiani<br />

58 di Vincenzo Boccia<br />

Il Credito e le imprese<br />

66 di Ernesto Ghidinelli<br />

Il Credito ed il terziario<br />

70 di Federico Vecchioni<br />

Il Credito e l’ agricoltura<br />

72 di Marco Jacobini<br />

Il Credito e le banche<br />

Conclusione<br />

82 di Antonio Marzano<br />

Verso Basilea 3<br />

3


4<br />

<strong>Editoriale</strong><br />

<strong>Una</strong> “<strong>rivoluzione</strong> industriale” <strong>necessaria</strong><br />

Questi ultimi anni hanno fatto emergere un problema assai<br />

critico per il nostro Paese: un’evoluzione “coatta” delle<br />

relazioni industriali.<br />

Le stesse, che un tempo portavano ad accordi dopo lunghe<br />

ed animate “gestazioni”, si trovano a dover essere “trapiantate”<br />

in un terreno a volte “pietroso” ove la tempistica per<br />

il raggiungimento di un’intesa deve essere <strong>necessaria</strong>mente<br />

rapida, rimettendoci altrimenti il valore aziendale.<br />

C’è una sorta di tramonto del “diritto quesito” che viene<br />

sostituito, in nome del contingente, da un diritto “fluido”<br />

adattabile agli alti e bassi della produzione. Ciò risulta<br />

a volte intollerabile per alcuni poco responsabili organi<br />

rappresentativi, che vedono “falcidiato” il loro potere contrattuale,<br />

più che per la classe rappresentata che “accetterebbe”,<br />

benché a malincuore, condizioni che non trovano<br />

genesi in una capricciosa voglia di depauperamento dei<br />

lavoratori ma soltanto nella speranza di salvare realtà che,<br />

secondo indipendenti analisi aziendalistiche, sarebbero altrimenti<br />

condannate alla chiusura.<br />

E’ fisiologico un riaccostamento di una realtà formale, figlia<br />

di tempi andati, con una realtà sostanziale “figlia di un<br />

dio minore”, certamente non perfetta ma doverosamente<br />

perfezionabile.<br />

E se “ad impossibilia nemo tenetur”, meglio una realtà<br />

elastica in cui l’apice anteriore continui, anche portandosi<br />

avanti di qualche lunghezza, a tirarsi dietro chi<br />

temporaneamente stenta, piuttosto che “strappare” irrimediabilmente<br />

quel filo che lega due interessi che, finalisticamente,<br />

non debbono essere più erroneamente contrap-<br />

posti, ma solo divergenti in merito alle strade da percorrere.<br />

Il tutto dovrebbe attuarsi attraverso una pars destruens, in<br />

cui si mettano sul tappeto i diritti, che restano inviolabili e<br />

incomprimibili, e quelli ormai divenuti, per forza dei tempi,<br />

negoziabili, ed una pars costruens ove si dovrebbe ricreare<br />

un’intelaiatura dei rapporti, che possa essere utilizzata<br />

concretamente e che veda la centralità della persona nella<br />

vita della fabbrica intesa, essa, come comunità di valori.<br />

Solo mettendo in atto una “<strong>rivoluzione</strong> condivisa delle relazioni”,<br />

che non trascuri l’opzione di una possibile compartecipazione<br />

dei lavoratori alla cattiva ma anche, <strong>necessaria</strong>mente,<br />

alla buona sorte dell’azienda, si potrà conservare<br />

valore ad un “tracciato” che risulta essere indispensabile<br />

per orientare i lavoratori nelle criticità dei rapporti con la<br />

controparte.<br />

Pochi si accorgono inoltre del grande problema che l’Europa<br />

sta erroneamente ponendo in secondo piano nella propria<br />

agenda: la carenza di materie prime.<br />

Le stesse, basilari per il regolare funzionamento dell’economia<br />

reale, sono state, in parte per colpa della “virtualizzazione”<br />

delle transazioni commerciali, considerate dall’”economia<br />

finanziaria” una sorta di relitto storico della old<br />

economy da cui poter tranquillamente prescindere.<br />

L’economia potrebbe essere vista come un “Giano Bifronte”,<br />

una e duale: alla base del tutto vi è l’economia reale che deve<br />

convivere con l’economia finanziaria, frutto di una società<br />

evoluta ma anche,doverosamente, responsabile.<br />

Il problema si sostanzia nel fatto di aver avuto la presunzio-


ne di poter trasformare un modello economico plurisecolare<br />

in un altro, senza aver accompagnato e consolidato la<br />

crescita della produzione, vero motore del sistema.<br />

Proprio questo motore, già affaticato da un indebolimento<br />

della domanda e da tendenze fiscali zavorranti, si trova a<br />

fare i conti con una sempre maggiore carenza di materie<br />

prime che, con lungimiranti accordi commerciali, vengono<br />

fagocitate dal “buco nero” della produzione indo-cinese.<br />

Se risulta essere legittimo che Paesi emergenti e a tasso di<br />

crescita “esplosivo” vadano alla ricerca delle riserve minerarie<br />

necessarie per le loro produzioni, meno legittime appaiono<br />

operazioni di “nuovo colonialismo”, mascherato da<br />

operazioni commerciali, e sicuramente poco opportuno risulta<br />

essere l’atteggiamento dell’Europa che, distratta dalle<br />

proprie beghe di bilancio, non prende posizioni unitarie al<br />

fine di concludere in Terra d’Africa accordi per un’utilizzazione<br />

sostenibile delle risorse.<br />

<strong>Una</strong> <strong>rivoluzione</strong> industriale, che passerebbe inevitabilmente<br />

per una <strong>rivoluzione</strong> dei processi, deve trovar vita in una<br />

ricerca orientata verso un green economy, sempre più auspicata<br />

ma, comunque, ancora di fatto troppo ostacolata.<br />

Si potrebbe, così, da un lato, evitare un impoverimento selvaggio<br />

delle risorse dell’umanità, dall’altro impedire che i<br />

colossi asiatici monopolizzino fonti di approvvigionamento<br />

destinate ad esaurirsi.<br />

Su queste, e su ulteriori tematiche di attualità stringente,<br />

proveremo nei prossimi numeri a fare degli approfondimenti<br />

guardando all’economia come ad un diadema for-<br />

mato da molteplici sfaccettatature rappresentate dai punti<br />

d’osservazione dei nostri autorevoli giuristi ed economisti.<br />

Un primo grazie è rivolto al Prof. Ercole Pietro Pellicanò<br />

per la fiducia che ha riposto nella mia persona e che prometto<br />

di custodire come il più prezioso dei beni, un secondo<br />

ringraziamento va all’autorevole Comitato Scientifico<br />

ed all’Editorial Board che hanno creduto fermamente in<br />

un sogno che oggi è una bellissima realtà.<br />

E’ tempo di iniziare: è Tempo Finanziario.<br />

Nunzio Bevilacqua<br />

Business lawyer<br />

5


6<br />

colophon<br />

Rivista trimestrale economico finanziaria<br />

Anno I – Numero 0 Edita da Elise C&C<br />

Autorizzazione Tribunale di Roma n°398/2010<br />

In data 07/10/2010<br />

Direttore Responsabile<br />

Cav. Lav. Prof. E. P. Pellicanò<br />

ISSN 2039-1455<br />

Tutti i diritti riservati<br />

2010 Elise C&C edizioni<br />

Grafica di impaginazione<br />

Elise Consulting & Communication Edizioni<br />

Disclaimer<br />

Il conferimento dei contributi avviene a titolo gratuito.Le collaborazioni di ogni tipo non<br />

sono remunerate in alcun modo. La direzione non si assume alcuna responsabilità per le<br />

opinioni, i commenti e le valutazioni espresse dagli Autori nei loro scritti, e si riserva di escludere<br />

le collaborazioni non conformi alla linea editoriale.<br />

Comitato Scientifico<br />

Guido Alpa, Michele Bagella, Enzo Cardi, Francesco Capriglione, Pierluigi Ciocca,<br />

Giuseppe Dalla Torre, Giuseppe Fauceglia, Lucio Ghia, Cesare Imbriani, Valter<br />

Mainetti, Rainer Masera, Mario Nuzzo, Luigi Paganetto, Giovanni Palmerio, Paolo<br />

Savona,Gennaro Terracciano.<br />

Coordinatore Scientifico<br />

Nunzio Bevilacqua<br />

Editorial Board<br />

Riccardo Bruno, Gregorio De Felice, Giovanni Ferri, Antonio Gazzanti Pugliese di Cotrone,<br />

Francesco Perrone, Marco Prosperetti, Carlo Santini.<br />

Segreteria di Redazione<br />

Mariana D’Ovidio

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